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(Carlo Collodi) FIABOLOSO... IL LABORATORIO FAVOLOSO …- Bada, Pinocchio! I ragazzi fanno presto a promettere, ma il più delle volte fanno tardi a mantenere. - Ma io non sono come gli altri: io, quando dico una cosa, la mantengo. - Vedremo. Caso poi tu disubbidissi, tanto peggio per te. - Perché? - Perché i ragazzi che non danno retta ai consigli di chi ne sa più di loro, vanno sempre incontro a qualche disgrazia. - E io l’ho provato! - disse Pinocchio. Ma ora non ci ricasco più. Parrocchia Natività Maria SS. Mussotto d’Alba Consorzio Socio Assistenziale Alba - Langhe - Roero Fiaboloso... Il laboratorio Favoloso C.A.M. 2007 Cyan Magenta Giallo Nero “Don Lorenzo Milani” MUSSOTTO D’ALBA libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 1 Parrocchia Natività Maria SS. Mussotto d’Alba Consorzio Socio Assistenziale Alba - Langhe - Roero C.A.M. “Don Lorenzo Milani” MUSSOTTO D’ALBA Fiaboloso... Il laboratorio Favoloso libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 2 C.A.M. - Centro Attività per Minori “Don Lorenzo Milani” di Mussotto d’Alba Chi percorre la strada che collega Alba con Canale, direzione Torino, oppure l’altra diramazione stradale verso Bra, avverte subito come il quartiere Mussotto stia attraversando un momento di crescita tumultuosa, con l’arrivo di persone di diversa provenienza, sia sotto il profilo culturale che religioso, che per ora non ha dato origine a nessun tipo di ghettizzazione, con una progressiva integrazione con la popolazione locale. Sotto questo profilo, il Centro Attività per Minori (C.A.M.), aperto da 6 anni in collaborazione con il Consorzio Socio-Assistenziale ha svolto e sta svolgendo un’attività preziosa. Circa 40 ragazzi, tra elementari e medie si ritrovano ogni giorno sotto la guida di educatori capaci. E’ bello veder lavorare attorno ad uno stesso tavolo, sia per i momenti di studio come per i laboratori, ragazzi di estrazione sociale diversa, ragazzi di fede cattolica oppure musulmana, in un clima di assoluta serenità, collaborazione e rispetto reciproco. Ritengo questo il risultato più significativo ottenuto in questi sei anni di attività, che autorizza un ottimismo fondato per questa iniziativa, tale da giustificare l’impiego di risorse non indifferente, sia per quanto riguarda l’utilizzo di locali, l’impiego economico e la rete di volontari che supporta. Desidero ringraziare tutte le agenzie educative presenti sul territorio, per la collaborazione offerta per la riuscita del C.A.M., il direttore didattico per la disponibilità dei locali per le elementari, la parrocchia per le medie. Gli insegnanti dei due plessi scolastici con i quali si è instaurato un clima aperto e sereno di reciproca collaborazione, l’équipe educatori per i minori del Consorzio. 2 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 3 Un grazie riconoscente ai volontari, adulti e giovani, per la loro presenza nelle varie attività svolte. Un’ultima parola sulla persona a cui, da quest’anno, abbiamo voluto intitolare il nostro C.A.M.: don Lorenzo Milani. Ricorre quest’anno, il 26 giugno 1967, il 40mo anno dalla sua morte, avvenuta a Firenze, circondato dai suoi ragazzi a cui aveva dedicato tutta la sua vita per la loro crescita umana, sociale e spirituale. Consumato da un male incurabile, pur tra sofferenze e dolori atroci, continuò la sua attività di maestro dal suo letto di dolore fino a due giorni prima della sua morte. La sua cultura, il suo impegno, l’assoluta dedizione per il recupero di “quei montanari” che la scuola pubblica aveva respinto, rimangono una testimonianza straordinaria e unica nel nostro paese. Egli ci ricorda che il mondo non lo si cambia con gli slogan, con le parole oppure con le analisi sociologiche. Non basta conoscere la realtà, anche se don Lorenzo dimostra nei suoi scritti di conoscerla e raccomanda a tutti questo impegno prima di iniziare qualsiasi attività: bisogna trasformarla e lui ravvisava proprio nell’elevazione culturale delle classi più povere ed emarginate, lo strumento più efficace. Don Franco Gallo, parroco e responsabile del C.A.M. ... I ragazzi di paese erano per i bar e per le strade. Quelli di campagna nel campo. Di fronte a questa situazione il doposcuola non può mai sbagliare. È buono tutto. Da “Lettera a una professoressa“ di Don Milani 3 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 4 Cosa sono i Centri di Attività per Minori (CAM) I CAM sono un servizio offerto alle famiglie ed ai ragazzi/e delle scuole elementari e medie inferiori di un certo territorio con la finalità principale di realizzare un punto di riferimento educativo, di sostegno e di socializzazione attraverso varie attività. Essi garantiscono: • Un supporto ai ragazzi, sia per quanto riguarda lo svolgimento dei compiti, sia nella realizzazione di esperienze socializzanti con laboratori espressivi e/o manuali, uscite… • Per le famiglie, una copertura delle ore pomeridiane per chi, per vari motivi, non può prendersi cura dei propri figli. Sono gestiti, nell’ambito di specifiche convenzioni con il Consorzio socioassistenziale Alba-Langhe-Roero, da: parrocchie, associazioni di volontariato o culturali (Sandro Toppino, VIDES 2000, Cinema Vekkio…), ed il supporto di cooperative (Ro & Ro, Tingolo…) e scuole. QUANTI SONO I RAGAZZI COINVOLTI In questo anno scolastico 2006/2007 i ragazzi/e coinvolti delle scuole elementari e medie inferiori sono circa 680. DOVE SONO UBICATI I CAM sono ubicati in buona parte del territorio del Consorzio socio-assistenziale Alba-Langhe-Roero e precisamente: • Area Territoriale n.1: Alba - 9 - (Campo Verde a Cristo Re, Campo Educativo presso la Scuola G. Rodari, Duomo Elementari e Medie, Santa Margherita, Moretta, Mussotto Elementari e Medie, Officine Pedagogiche); • Area Territoriale n. 1: Grinzane - 3 - (Monchiero, Barolo, Grinzane Cavour); • Area Territoriale n. 2 Sinistra Tanaro: 11 - (Canale Elementari/Medie, Montà Elementari e Medie, S. Stefano Roero, Castellinaldo, Govone, 4 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 5 Monticello, Spazio Aperto a Corneliano e Elementari, Piobesi); • Area Territoriale n. 3 Destra Tanaro: 2 - (Neive, S. Stefano Belbo, Cortemilia). In sintesi: 25 realtà distribuite su 15 Comuni, con un coinvolgimento diverso a seconda delle esigenze del territorio, sia come impegno del Consorzio, che come numero di ore settimanali di apertura; in generale, servizi aperti da ottobre a fine maggio con una continuità garantita, su base progettuale diversa, nelle attività delle varie Estate Ragazzi/Bimbi. Nell’ambito delle politiche sociali, il nostro Ente ha sempre considerato prioritarie le attività di prevenzione minorile. Lo sviluppo dei servizi offerti si è concretizzato con l’apertura di questi spazi per minori (supporto alla scuola, integrazione) e con il coordinamento delle varie attività legate all’Estate Ragazzi (più di tremila iscritti nell’anno 2006 su 29 comuni). Numeri così significativi dimostrano l’impatto positivo sul territorio e l’alta qualità dell’offerta: alta qualità dovuta sicuramente alla professionalità maturata dagli educatori del Consorzio e dagli operatori e volontari coinvolti in queste iniziative. Il dialogo e la collaborazione con le associazioni di volontariato e culturali e con le parrocchie hanno creato un ambiente prezioso a supporto di tutte le attività, ma soprattutto la possibilità, per i ragazzi, di diventare loro stessi protagonisti. Questa pubblicazione ne è un esempio significativo: un progetto che si concretizza in questa raccolta di favole, sognate, pensate e scritte dagli stessi ragazzi del C.A.M. del Mussotto (Elementari e Medie), un modo reale per essere veramente protagonisti e per rimandare a noi adulti quanto possa essere bello sognare. Un grazie allora in primo luogo ai ragazzi, quindi agli operatori che li hanno seguiti, stimolati e sostenuti in questa impresa ed a tutti i volontari che, nel corso di questo anno, hanno dedicato parte del loro tempo libero mettendolo a disposizione delle varie attività del C.A.M. Dott. Sebastiano Cavalli Presidente Consorzio Socio Assistenziale Coordinamento Tecnico - Educativo dei CAM Nicola Conti - Luca Anolli Per Mussotto supporto educativo Donatella Boffa 5 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 6 La fiaba La fiaba è un racconto fantastico che trae origine dalla tradizione popolare e ha come protagonisti indistintamente uomini e animali, reali o immaginari (fate, maghi, streghe, gnomi, draghi, bacchette, sfere, specchi magici). Il contenuto immaginario si propone principalmente di suscitare piacere, meraviglia o emozione nel lettore. In questo la fiaba si distingue sia dalla favola, che è una breve narrazione di fantasia che ha sempre un fine moraleggiante o satirico, sia dalla leggenda che ha argomento religioso ed eroico e collocazione in un ambiente storico parzialmente modificato dall'immagine. Le fiabe sono state tramandate oralmente, ma c'è chi le ha raccolte e trascritte dando loro una particolare struttura come Charles Perrault in Francia, i fratelli Grimm in Germania, e ai nostri tempi Italo Calvino in Italia e Aleksander Afanasiev in Russia. Gli inventori di fiabe sono invece il danese Hans Christian Andersen, l'italiano Collodi (Pinocchio), l'inglese James Matthew Barrie (Peter Pan). LE CARATTERISTICHE DELLA FIABA • Indeterminatezza temporale e spaziale • Personaggi con caratteristiche precise – in genere la schiera dei buoni e dei cattivi • Elementi magici che aiutano oppure che ostacolano il protagonista • Lieto fine dopo una serie di peripezie / imprese che l’eroe ha dovuto affrontare e superare Molto è stato scritto, in questi ultimi anni, sulla capacità della fiaba di legare culture e storie diverse. Merita dunque di essere sottolineato il potenziale 6 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 7 educativo della fiaba anche in questa veste “cosmica”. Lavorare con la fiaba multietnica diventa allora un’esperienza educativa molto significativa, soprattutto se riusciamo ad arricchire la valenza aggregativa e partecipativa della parola con altri codici (intenzionale, mimico, paralinguistico, cinesico…), se coinvolgiamo tutti i partecipanti nell’interazione comunicativa, con un’intensità che riporta il racconto alle sue origini. La fiaba offre un terreno d’incontro che non ha barriere né temporali, né etniche, né d’età: l’immaginario nutre la capacità d’immaginare, mobilita le risorse della fantasia infantile, “crea spazio per altre cose, non utili, come la poesia, la musica, l’arte, cose che riguardano direttamente la felicità dell’uomo e non la sua utilizzazione in una qualsivoglia macchina produttiva”, come dice Rodari, che aggiunge: “non credo che la fantasia sia evasione, ma uno strumento della mente, capace di esprimere e formare una personalità più ricca”. Se, all’interno della scuola o di altri gruppi, si creano relazioni e punti d’incontro con ragazzi e bambini di altre culture, la fiaba ci aiuta a costruire orizzonti comuni partendo da storie diverse, ci aiuta ad affermare i valori della società e della tolleranza: è bello raccogliere a ruota libera i frammenti e i ricordi delle diverse radici, delle origini o sollecitare il racconto di fiabe della propria terra, magari con l’aiuto dei genitori… Questo permette di conoscere l’immagine che l’altro porta dentro, dà la possibilità di esprimere affetti, nostalgie, ricordi, recuperare esperienze passate in vista di situazioni e bisogni presenti. La narrazione diventa così la possibilità di dar vita alle emozioni, ai ricordi, alle cose vicine e lontane. 7 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 8 Tecniche di laboratorio Il laboratorio è nato da un’idea del gruppo di animatori delle Medie e delle Elementari del C.A.M. di Mussotto. Siccome tra gli iscritti ci sono ragazzi provenienti da diverse etnie, Romania e Macedonia, Marocco, Costa d’Avorio, Brasile ed Italia, si è cercato di “lavorare” per far si che non dimentichino l’importanza delle loro culture d’origine e che si crei un rispetto reciproco fra loro. Per questo motivo abbiamo deciso di aggiungere alle favole inedite, alcune favole tradizionali dei vari paesi da cui provengono i ragazzi e proposto giochi tradizionali delle varie culture. Un altro dei motivi per cui si è deciso di proporre la realizzazione del libro è per dare la possibilità ai bambini/ragazzi di essere “protagonisti” agli occhi della comunità in cui vivono (scuola, famiglia, compagni), ma anche e soprattutto per renderli consapevoli di essere in grado di “fare delle cose”. Il laboratorio ha avuto un inizio comune per entrambi i gruppi: è stata data ai ragazzi la spiegazione della struttura della favola e della fiaba individuandone i componenti fondamentali, cioè Protagonista, Antagonista, evento magico, ambiente e finale. Dopo questo inizio, il lavoro è stato portato avanti con fasi diverse fra elementari e medie. GRUPPO ELEMENTARI - Lettura della favola “Principessa Luce” (pag. 60-61), inventata da alcuni animatori di Estate Ragazzi, facendo emergere con il dialogo emozioni e sensazioni nei bambini, con lo scopo di far provare il desiderio di inventare, senza paura di essere incapaci o ridicoli; - E’ stato messa a disposizione dei bambini una serie di protagonisti, antagonisti, eventi magici e ambienti in parte proposti da loro. Dopo la scelta hanno inventato le storie e le hanno illustrate con un disegno; - E’ stato creato, attraverso l’utilizzo della musica, un ambiente rilassante in cui gli operatori hanno letto le favole realizzate; - Sono state drammatizzate, in piccoli gruppi, le favole/fiabe lasciando libertà di espressione e di esibizione di fronte all’intero gruppo; - A ritmo di musica, in un ambiente colmo di materiale vario, ogni bambino a turno ha contribuito alla composizione di una figura che, guardata dai ragazzi dai “quattro punti cardinali”, è servita per dare lo spunto per raccontare una favola di gruppo; - I bambini hanno creato un disegno, da cui a piccoli gruppi o individualmente hanno preso spunto per inventare la favola/fiaba e raccontarla agli altri. PUNTI FORTI - La realizzazione di molte storie prodotte nel lavoro singolo e di gruppo; - L’entusiasmo che hanno manifestato i bambini; - Lo stimolo, da loro recepito, a pensare in gruppo, ragionare insieme per uno scopo comune: “Non è la nostra storia, ma sono le nostre storie…”; - Il laboratorio ha fatto sì che si creasse una collaborazione tra C.A.M. Elementari e Medie. 8 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 9 PROBLEMI EMERSI - Divergenze di opinione durante la realizzazione delle favole di gruppo; - Individualismo; - Aggressività nella relazione con i coetanei; - Paura di sembrare ridicoli durante la realizzazione delle favole individuali. SOLUZIONI ADOTTATE - Nei lavori di gruppo l’operatore ha assunto un ruolo di “mediatore”, facilitando il confronto e la chiarificazione tra i ragazzi; - Nei lavori singoli l’animatore ha ascoltato la favola senza porre correzioni sul contenuto, rafforzando la spontaneità dei ragazzi. GRUPPO MEDIE - Sono state lette favole inedite tratte dal libro “I misteri di… Favolando” per far vedere ai ragazzi come l’esperienza proposta a loro fosse già stata “provata” da altri coetanei, ed anche per far cercare loro all’interno delle storie quelli che sono i componenti fondamentali della favola/fiaba; - Dopo le favole inedite, sono state lette con i ragazzi favole “famose” da loro conosciute, per farne un confronto; - A questo punto ai ragazzi è stato consegnato un foglio “bianco”, su cui realizzare il disegno che avrebbe dato il via alla stesura della favola inedita; - L’ultima fase del laboratorio ha previsto che i ragazzi, a turno, andassero da un animatore o da un volontario a “raccontare” liberamente la propria favola/fiaba. L’operatore aveva solo il compito di trascrivere quanto gli veniva raccontato, senza mai intervenire per quanto riguardava il contenuto. PUNTI DEBOLI - Alcuni ragazzi, soprattutto i più grandi, hanno ritenuto che l’attività fosse “per bambini piccoli”; - Non sempre si è verificata una corrispondenza tra il disegno, che era il primo passo per iniziare il laboratorio, e la stesura successiva della favola; - per arrivare alla conclusione del laboratorio, cioè alla realizzazione della favola, non sono stati rispettati i tempi previsti in programmazione. PUNTI FORTI - Una volta preso coscienza del “senso” dell’attività proposta e della visibilità che il lavoro finale può dare, le iniziali difficoltà legate alla poca considerazione del laboratorio, si sono tramutate in motivazione ed entusiasmo; - Il laboratorio ha soddisfatto l’obiettivo che gli animatori si erano posti all’inizio dell’anno: creare coesione all’interno del gruppo dei ragazzi; - Il laboratorio ha fatto sì che si creasse una collaborazione tra C.A.M. Medie ed Elementari. Per completare il discorso sul ricordo ed il rispetto delle diverse culture, e per far vedere come attraverso il gioco si possa mantenere sempre presente un discorso di integrazione, abbiamo deciso di proporre alcuni giochi tradizionali dei vari paesi del mondo da cui provengono i ragazzi (Vedi alla fine del libro a pag. 62-63). 9 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 10 La voglia di inventare e l’immaginazione dei bambini sono inesauribili, come lo è la loro naturale tendenza a trasformare ogni cosa in un gioco, in un sogno ... Inventare è un antico gioco creativo, affascinante e stimolante, una sfida a mettere in atto tutte le capacità e la fantasia a disposizione. Le favole e le fiabe scritte dai ragazzi in questo libro accattiveranno la vostra simpatia: l’originalità delle trame e la varietà dei loro scenari sono unici ed irripetibili. Vale la pena di immergersi in queste brevi creazioni, sognando, sorridendo, lasciando libero sfogo alla fantasia e, perché no, decidendo di provare ad inventarne delle altre. …Buona lettura, e che questa magica avventura cominci!!! 10 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 11 Bus Fantasy Un giorno Marta esce di casa e come sempre prende il bus per andare a scuola. Una mattina Marta vede un bus diverso con su scritto “Bus Fantasy”; lei tutta incuriosita sale e vede che alla guida non c’è nessuno; cerca di scendere impaurita, ma la porta si chiude automaticamente e il bus parte e lei si siede senza sapere la meta. All’improvviso si ritrova in un mondo dove c’è di tutto tranne la sua scuola, la porta si apre e lei scende. Si guarda intorno e scopre di trovarsi nel Medioevo: proprio il Medioevo era la materia che avrebbe dovuto studiare per una verifica da fare a scuola. Lei però non aveva studiato, così un popolano le dice di approfittare della situazione per apprendere il più possibile e tornare con il “Bus Fantasy” a scuola per fare la verifica. Lei impara molte cose, poi arriva a scuola ed esegue la verifica sicura di non aver sbagliato. Agli amici racconta che era andata nel Medioevo grazie al “Bus Fantasy”, che aveva trovato davanti casa sua. Marta nei giorni in cui aveva da studiare non lo faceva e andava sempre in un mondo nuovo e bello! Un giorno, però il “Bus Fantasy” non passa e lei si rende conto che non era mai esistito, ma era lei che leggendo e studiando i libri di scuola, andava ogni giorno in un mondo diverso. Melissa Ristova 11 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 12 Gli eros e la magia dei colori Un giorno, Federica si trova in casa e sta disegnando un bel paesaggio con vivacissimi colori, all’improvviso il suo disegno comincia a brillare e la risucchia all’interno del foglio stesso. Il villaggio che lei aveva disegnato si anima di strani personaggi, subito incontra un simpatico vecchio saggio di nome Lin-Lin che la prende sottobraccio e l’accompagna a conoscere nuovi amici. Il primo che incontra è Jeism, simpatico grassone che ha sulla pancia tante macchie di colore che, dice, servono per combattere i colori spenti che sono proprio i colori che Federica incontra nella sua passeggiata: Forufus, magrissimo e vestito di nero ha come suo grande desiderio colorare, con l’amico Mamfus, anch’egli alto e magro e vestito di grigio, il mondo con colori spenti. Un allegro vociare attira l’attenzione di Federica verso altre amiche: Tita e Mina, giovanissime ragazze vestite di sgargianti colori che hanno come scopo di colorare tutto il mondo di colori accesi per rendere ogni punto della terra sempre allegro e felice. All’improvviso però Forufus e Mamfus si scontrano con Tita e Mina proprio per i lori desideri di colorare con colori spenti o accesi. Altri amici Freddy e Mimba intervengono con Lin-Lin e Jeism, per dividere i contendenti. Federica stupita per quanto sta accadendo urla disperata per farli smettere ed ecco che il suo corpo sprigiona un arcobaleno di colori che fa crollare i cattivi colori spenti e fa trionfare i colori accesi. Federica attraverso il suo disegno ritorna a casa convinta di avere in sé i poteri dei colori accesi. Luigi D’Alesio 12 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 13 Gli ospiti misteriosi In mezzo ad un deserto c’era un’oasi dove due persone povere vivevano in una tenda. Erano marito e moglie, il marito si chiamava Mohamed e la moglie Fatima. Tutte le mattine Fatima, quando si alzava al levare del sole, andava a dare da mangiare alle due pecore che erano con loro nella tenda, da cui ricavavano il burro ed il formaggio, oltre al latte che bevevano durante il giorno. Il marito intanto raccoglieva i datteri che erano la base dei lori pasti. Una notte, mentre stavano dormendo, l’oasi, dove vivevano, venne colpita da una maledetta tempesta di sabbia e vento che costrinse i due poveretti a rifugiarsi con le due pecore all’interno della tenda. Nel bel mezzo della tempesta i due sentirono delle voci provenire dall’esterno della tenda: Mohamed impaurito decise di uscire a vedere a chi appartenessero: davanti a lui c’erano tre uomini in groppa ai loro cammelli. Mohamed chiese loro che se volevano ripararsi nella tenda e passare la notte con loro. Durante la serata i tre iniziarono a raccontare la loro storia, da dove venivano e perché si trovavano lì: tutto questo però, senza rivelare a Fatima e suo marito la loro vera identità. In segno di ospitalità i due offrirono come cena una delle due pecore che vivevano con loro, anche se i tre “ ospiti ”non volevano, perché sapevano che Fatima e Mohamed erano poveri e non avevano tanti viveri a disposizione. Il giorno seguente i tre ospiti erano intenzionati a tornare a casa, ma a loro sorpresa la tempesta non era ancora finita. Quel giorno Mohamed sacrificò un'altra pecora in loro onore, benché i tre uomini non volessero, sapendo che erano poveri. Il terzo giorno gli ospiti se ne andarono. Passato del tempo Mohamed e la moglie disperati perché non avevano più cibo, vennero raggiunti da alcuni soldati che avevano il compito di portarli dal re del villaggio vicino. Lì scoprirono che il re, un suddito e lo scriba erano i tre uomini, ospitati nei giorni della grande tempesta. Il re li ringraziò ancora, donando loro un castello con servi e rifornimenti di cibo. E vissero tutti felici e contenti. Meryem Boukhalfa 13 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 14 Il castello di misselwhite C’era una volta una ragazzina che abitava in una fattoria; un giorno, con tutta la sua famiglia, andò a vivere in un castello: Missel White. Questo castello si trovava in una landa sperduta in mezzo ad un bosco; Mary si sentiva triste perché tutto era sempre buio e umido, il sole non si vedeva mai e un’aura di mistero e di paura avvolgeva tutto. Quando Mary vide per la prima volta il castello, si spaventò moltissimo; entrò ugualmente nelle stanze del castello e provò ad entrare nella stanza che aveva le maniglie dorate. Ad un certo punto in una stanza vide apparire una persona dalle sembianze in parte di mostro e in parte di ragazzina. Mary, spaventata come non mai, scappò via, piangendo. Tornata nella sala principale, Mary raccontò quel che aveva visto ai suoi genitori. Il giorno seguente, dopo una notte insonne passata pensando al mostro, in compagnia dei suoi genitori ritornò nella stanza misteriosa. Non vedendo nulla di strano, papà e mamma decisero di credere alle parole di Mary. Nella notte i genitori di Mary si ammalarono gravemente. Il mattino seguente la ragazzina, triste e disperata per quel che era accaduto ai suoi genitori, si mise a cercare aiuto nel castello. Lasciò per ultima la stanza dalle maniglie dorate ma, alla fine, entrò anche lì per cercare aiuto. Qui riconobbe la sagoma e, sconfitta la paura, chiese aiuto alla ragazzina. Scoprì che viveva da più di cento anni in quel luogo e che, siccome nessuno credeva alla sua presenza, lei faceva loro un incantesimo per farli ammalare. Mary chiese perdono alla ragazzina da parte dei suoi genitori: improvvisamente tutto si trasformò. I genitori si risvegliarono e le due ragazzine diventarono amiche. Vissero tutti insieme nel castello, trasformato in luogo incantato. Gloria Porello 14 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 15 Un oceano strano C’era una volta, nel profondo oceano, il capo dei pesci Spirma-Bisculì che stava per morire perché aveva 800 anni. Spirma-Bisculì aveva una medaglia d’oro e doveva consegnarla al pesce più saggio di tutta la terra perché diventasse il suo successore. Spirma-Bisculì, soprannominato Spibù, fece venire tutti i pesci davanti alla porta di casa sua per porre loro alcune domande. Dopo tanti mesi passati a fare domande Spibù si rese conto che nessun pesce era intelligente e saggio come lui. Due settimane dopo il capo, rassegnatosi, voleva buttare in un buco il medaglione. Mentre stava per buttarlo sentì una voce che gli diceva: “Io sono in grado di ricevere il medaglione”; si girò e vide un cavalluccio marino dal corpo blu e grigio che propose: “Tu prova a farmi delle domande e io ti risponderò!” Dopo due giorni Spibù dovette proprio fare una cerimonia per dargli il medaglione. Il cavalluccio marino si chiamava Giort. Subito dopo la cerimonia, Giort andò dal suo amico Rambo, un pesce giallo con strisce nere, per dirgli che il pesce saggio gli aveva dato la medaglia della saggezza. Il pesce sbalordito gli disse: “Ora ho un amico saggio”. Il giorno dopo i pesci del villaggio seppero che Giort aveva ricevuto la medaglia della saggezza che dava poteri magici. La sera Giort andò a casa di Spibù che era morto, c’era solo un biglietto con su scritto: “Proteggilo bene”. Tornato a casa vide tutto in disordine e capì che qualcuno era entrato in casa sua per prendergli il medaglione. Ora aveva un unico problema: dove nasconderlo? Era molto stanco e disse: “Per questa notte lo metterò sotto il cuscino”. Il mattino seguente prese il medaglione e corse subito da Rambo per chiedergli un consiglio su dove nasconderlo. Intanto i pesci del villaggio gli avevano teso un imboscata e per prendere l’oggetto magico. Scoperta l’imboscata, Giort e Rambo si misero a scappare e tutti i pesci del paese a corrergli dietro. Il cavalluccio correva disperato e teneva stretto al collo il medaglione; purtroppo però il filo si strappò ed il medaglione cadde e sparì in quel buco marino dove già lo voleva gettare Spibù prima di donarglielo. Alberto Sandri 15 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 16 Tommaso e il verme Un giorno un bambino di nome Tommaso andò da Agnese, un’anziana signora che gestiva un piccolo bar, a comprare un po’ di caramelle. Prese i vermi e le tartarughe di zucchero da 2 ?. Mentre li stava comprando, sentì qualcosa che si muoveva dentro la scatola dei vermi. Quel verme andò proprio a finire dentro il sacchetto delle caramelle. Il piccolo Tommaso, dopo averne mangiata una, andò a giocare a calcio: però mentre giocava sentiva che dentro la sua tasca qualcosa si muoveva. Quando cercava di vedere da cosa fosse dato il movimento, questo si placava senza che lui potesse capire. Quella precisa sera si portò a casa il verme e le caramelle rimaste. Arrivati a casa il verme si lamentava perché era in un posto troppo stretto e desiderava un bel prato all’inglese dove poter andare avanti e indietro tutto il giorno senza mai fermarsi. Sentendo il verme lamentarsi Tommy aprì il sacchetto, vide il verme a iniziò a parlare con lui. Tommaso diede un nome al verme: Marco e i due diventarono grandi amici. Di mattina Tommaso andava a scuola, Marco giocava nel giardino davanti a casa e di pomeriggio giocavano assieme. Un giorno però Tommy non vide tornare il suo nuovo amico e si preoccupò, lo chiamò per tutto il giorno, ma non lo vide arrivare ed anche il giorno dopo non lo trovò. Dopo tre giorni, andando a scuola, lo vide schiacciato sul marciapiede. Fece fermare il pulmino, raccolse Marco e lo riportò a casa. Lo sotterrò nel suo giardino a da quel giorno, sempre alla stessa ora controllava se fosse ritornato in vita, ma nulla. Tommaso tutti i giorni metteva il cibo nel giardino, però purtroppo Marco non tornò mai più... 16 Tiago Manuel Marino Bovero libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 17 Le tre pergamene Tanto tempo fa, nell’antico Oriente, c’era una vecchia città chiamata Arabisamuh, dove viveva un guerriero armato fino ai denti, che doveva scontrarsi nelle catacombe con un guerriero cieco ma non per questo da sottovalutare, perché astuto e agile nei movimenti e nello scansare i colpi avversari. Il guerriero andò ad affrontare il suo destino: giunto all’ingresso delle catacombe incontrò un corvo che disse: “Stai attento”. Lui ignorò il consiglio ed, essendo testardo e sicuro di sé, entrò e vide inciso sulla porta “se apri la porta te la vedrai con me”. Il nobile guerriero si scontrò in un combattimento senza interruzioni con il guerriero cieco e alla fine vinse. Il guerriero cieco chiese pietà al vincitore, la ottenne ma diventò il suo servo. Il vincitore s’impossessò di tre rotoli di pergamena magica e diventò invincibile. Geloso di quelle pergamene, un giorno notò il servo cieco che tentava di rubarle, ma senza successo; essendo molto pericolose, come diceva una profezia, in pochi giorni si polverizzarono. Il nobile guerriero che ignorava la profezia, non ci pensò due volte e incolpò il servo cieco, uccidendolo senza pietà. Qualche tempo dopo si rese conto che il servo non era colpevole e pentito decise di dedicarsi al bene, lasciando per sempre le armi e aiutando i sudditi con tutte le sue ricchezze. Quando il guerriero morì tutti lo onorarono per il bene compiuto. Claudio Porello 17 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 18 L’albero dai frutti magici C’era una volta, nel giardino di un vecchio cascinale di campagna, un albero che un giorno si mise a produrre dei frutti strani, molto colorati e “ magici “. Erano frutti di media grandezza, né troppo grandi, né troppo piccoli, che avevano uno strano potere: chiunque li avesse mangiati avrebbe potuto esprimere qualsiasi tipo di desiderio. Un giorno Larissa e le sue amiche andarono a giocare nel giardino del cascinale: siccome era l’ora di merenda si misero all’ombra dell’albero. La bambina, che non aveva niente da mangiare, decise di prendere un frutto dalla pianta. Non appena staccò il frutto “ magico “ l’albero si animò e disse a Larissa che da quel momento aveva la possibilità di esprimere quattro desideri che lui avrebbe realizzato. Senza pensarci nemmeno un attimo, la ragazzina incominciò a chiedere giochi su giochi. Il secondo desiderio che espresse fu che non esistessero più gli adulti: l’albero esaudì subito anche questo suo secondo desiderio. Come per magia, gli adulti smisero di esistere! Come terzo desiderio Larissa chiese che sia lei sia gli altri bambini smettessero di crescere per rimanere sempre piccoli. I bambini smisero di crescere e all’inizio si divertirono come dei pazzi. Il divertimento però, durò soltanto poche ore, visto che ad una certa ora la fame e soprattutto la malinconia per i genitori iniziarono a farsi sentire. I bambini disperati e non sapendo come fare chiamavano i genitori, ma visto che erano spariti decisero di usare l’ultimo desiderio. Larissa tornò di corsa all’albero, magico, prese un frutto incominciò a mangiarlo: dopo il primo morso l’albero si animò di nuovo e chiese qual era l’ultimo desiderio disponibile. “ … Ti chiedo come ultimo desiderio di far tornare tutto come prima e soprattutto che tornino gli adulti perché ci mancano troppo!!” Tornata a casa Larissa, andò subito dai suoi genitori a raccontare cosa le era successo in quel magico pomeriggio e concluse il racconto dicendo che come ultimo desiderio aveva scelto che tornassero i suoi genitori perché non poteva stare senza loro. Debora Mattis 18 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 19 Lo strano serpente C’era una volta un bambino a cui piacevano gli animali. Una sera, tornato a casa da scuola con un bel voto, al padre che gli chiese cosa voleva come regalo disse che gli sarebbe piaciuto ricevere un animale. Andarono assieme in un negozio di animali e comprarono una scimmietta. Nei primi giorni la scimmietta stava sempre vicina al bambino ma, dopo qualche tempo, iniziò a saltare ovunque sui lampadari, sul suo letto, sul frigorifero… Il padre allora decise di cambiare, ritornarono al negozio e sostituirono la scimmia con un serpente che il bambino chiamò subito “Hanach”. Dopo un anno di vita normale il serpente impazzì e pian piano si trasformò: gli occhi divennero strabici, la lingua triforcuta e gli crebbero pure delle piccole gambe. Vista quella trasformazione, dopo un mese, il bambino lo prese e visto che stava diventando quasi un mostro, con il padre decise di lasciarlo libero, dato che in casa non stava bene perché non era un ambiente adatto a lui. Quando andarono al negozio di rettili per comprarne un altro, il negoziante gli disse che questo aveva reagito così perché in quella casa si sentiva solo ed aveva bisogno di un compagno. Ne comprarono un altro e da quel momento tutte e due i serpenti furono felici, senza dare altri problemi. Danilo Costa 19 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:12 Pagina 20 La bambola cattiva In una vecchia casa all’interno di un boschetto fitto e buio viveva, lontano da tutto e tutti, una vecchia signora, che gli abitanti del piccolo villaggio chiamavano da sempre “La strega del bosco”. Un giorno alcuni bambini e bambine, dopo essere entrati nel bosco in cerca di funghi, non riuscirono più a ritrovare il sentiero del ritorno. Venne la notte e dopo aver girovagato in cerca della strada, si trovarono all’improvviso davanti a quella piccola e vecchia casa. Le storie che i loro genitori raccontavano su quel posto li avevano spaventati a morte. Senza entrare guardarono dalla finestra e videro, alla tenue luce di una candela, che la vecchia signora parlava con una bambola. All’improvviso lampi e tuoni sconvolsero il bosco, gli alberi allungarono i loro rami, come lunghe braccia, verso i bambini, che impietriti dal terrore non riuscirono a fuggire. Tutti quanti si scagliarono a terra, abbracciati l’uno all’altro. Il frastuono durò per alcuni minuti, poi tutto cessò e ritornò normale come prima: solo la casa miracolosamente, divenne più bella ed accogliente al punto da convincere i bambini a bussare alla porta in cerca di aiuto. La vecchia signora sembrò meno brutta di come l’avevano vista prima; li fece entrare e li confortò con un bel bicchiere di latte e biscotti. La bambolina, che era sembrata la causa di quei lampi e tuoni in realtà era una bellissima bambolina di stoffa, ricordo della figlia della donna, morta da piccola. A lei non restava altro con cui parlare, visto che la gente del villaggio aveva paura. I bambini capirono che i genitori raccontavano solo delle storie e così, fatta amicizia con la vecchia donna, da quel giorno ritornarono spesso a trovarla con gli abitanti del paese. Marco Porello 20 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 21 Il mostro dell’armadio C’era una volta un bambino molto ricco che viveva in un castello con tante stanze dove poteva correre e giocare. In una sola camera non entrava mai, la camera dei suoi genitori; infatti, di quel luogo aveva paura poichè pensava che nell’armadio del papà ci fosse un mostro cattivo, ed ogni volta che doveva passare di lì per andare nella sua camera, correva il più veloce possibile o si faceva accompagnare dalla mamma. Di questa sua paura non aveva mai parlato con nessuno specialmente con i fratelli più grandi, per timore di essere preso in giro. Una notte, mentre tranquillamente dormiva nella sua camera, sentì dei rumori provenire dalla camera dei genitori. Piano piano, nel buio, andò nella camera vicina e si accorse che qualcosa si stava muovendo dietro la grossa tenda che copriva la finestra. Spaventato non riuscì a fuggire, non gli restò che aprire il famoso armadio e nascondersi dentro sfidando il mostro. Nell’armadio vide che il tanto temuto mostro altro non era che un vecchio, lungo soprabito del papà. Scacciata la paura si mise a gridare attirando l’attenzione dei genitori che arrivarono di corsa.. Il bambino era felice di vedere i suoi cari, ma lo era soprattutto perché era riuscito a scacciare il timore del mostro, convincendosi che prima di tutto bisogna sempre rendersi conto di persona di cosa veramente si ha paura. Matteo Mattis 21 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 22 Il giovane del villaggio C’era una volta un piccolo paese di contadini dove la gente viveva in povertà, visto che l’unica risorsa che avevano a disposizione era la terra, il cui raccolto doveva essere consegnato al signorotto del castello. Il castello, che sorgeva in cima alla collina, dominava tutta la vallata sottostante e il signorotto passava tutto il giorno tra feste e banchetti: invitava spesso gli altri signori dei castelli vicini, e con loro andava spesso a caccia nei boschi circostanti. Nel castello viveva anche una giovane ragazza, molto bella, che il conte voleva dare in sposa al nobile o al cavaliere che avesse vinto un torneo di giochi medioevali da lui organizzato. Lei, però, non era interessata ad alcuno di loro. Un giorno, mentre stava andando tranquillamente a cavallo in compagnia di alcune damigelle, il cavallo, improvvisamente, si imbizzarrì e si mise a correre per il bosco. La ragazza non riusciva a fermarlo, tirava le briglie da una parte e dall’altra, ma niente, non c’era niente da fare. L’animale stava correndo verso il fiume, ma quando tutto sembrava ormai perduto, un giovane del villaggio, che stava pescando, e che da lontano aveva visto cosa stava succedendo, si mise a correre verso l’animale. Con un salto si aggrappò alle briglie del cavallo e dopo alcuni istanti riuscì a fermarlo. Quando la paura passò, la ragazza svenne tra le braccia del suo giovane salvatore che, non sapendo cosa fare, la portò sulla riva del fiume cercando di farla riprendere bagnandole la fronte con l’acqua. La contessa, quando riaprì gli occhi, vide di fronte a se un bellissimo ragazzo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri. La nobile ragazza lo abbracciò ringraziandolo e baciandolo con affetto. Da quel giorno il conte del castello cambiò il suo atteggiamento verso gli abitanti del villaggio: diede in sposa la contessina al giovane che l’aveva salvata. Da quel giorno, finalmente, regnò nel castello e in tutto il villaggio una grande felicità, anche perché dopo circa un anno dal matrimonio dei due nacque un bel bambino dai ricci biondi e dagli occhi azzurri, proprio come mamma e papà. Puscasu Alin 22 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 23 Il parco e il telefono magico Quasi ogni sabato, siccome le scuole sono chiuse, nonna Carla ha il compito di accudire la nipotina Nadia e la sua amichetta Silvia. Le due bambine vanno nella stessa classe, la quarta elementare, da sempre sono amiche per la pelle e abitano allo stesso piano in un grosso palazzo del centro: i loro genitori sono molto amici tra loro e per questo le due amiche passano tanto tempo della loro giornata insieme. Studiano e giocano insieme e spesso si fermano a casa di una o dell’altra a mangiare. Un giorno, sabato 1 Aprile, come succede sovente, nonna Carla le accompagna nel piccolo parco giochi vicino a casa. Li c’è un piccolo chiosco con bibite e gelati e ci sono anche lo scivolo, le altalene, la giostra, il recinto con la sabbia e tanti altri giochi. Visto che è un posto sicuro, la nonna le lascia da sole e va al supermercato più vicino per fare la spesa per la settimana. Le bambine iniziano a giocare tranquillamente per un po’, ma poi, vedendo in mezzo all’erba al fondo del parco qualcosa che luccica, decidono di andare a vedere cos’è. Con stupore scoprono che l’oggetto luminoso è un telefonino cellulare. Incuriosite le raccolgono e, visto che è acceso, iniziano a premere i pulsanti: schiacciando il “tasto verde” si sente dal telefono la voce di un bambino che dice di stare ad ascoltare le fiabe memorizzate nel telefonino. La prima storia che ascoltano è quella di “Cappuccetto Rosso”, poi quella di “Biancaneve” e poi quella del “Gatto con gli stivali”. Ad un certo punto, schiacciando il tasto 1, dal telefonino iniziano a sentirsi storie nuovissime e mai sentite prima: “”Il topo che mangiava i gatti”, “Tonino l’invisibile”, “Il naso che scappa”. Le due bambine, impegnatissime ad ascoltare le favole, non si accorgono dell’arrivo di nonna Carla che era venuta a prenderle per tornare a casa. Non appena la vedono le corrono subito in contro con il telefonino ed iniziano a raccontare cosa hanno trovato, convinte di avere tra le mani un “telefono magico”. Decidono di portarsi via il cellulare: appena uscite dal parco…sorpresa!!!!: di colpo la voce del telefonino si blocca e inizia a sentirsi soltanto la risata di un bambino. Il bambino che sta ridendo è il loro compagno di scuola Francesco che, visto che era il 1° aprile e che sapeva che le due bambine quel giorno andavano a giocare al parco, aveva deciso di divertirsi alle loro spalle facendogli uno scherzo. Le due ragazzine subito si arrabbiarono, ma poi iniziarono a ridere anche loro e quando arrivarono a casa raccontarono ai loro genitori del “telefono magico” che avevano trovato. Lisa Rivetti 23 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 24 Luisanna Luisanna ha 10 anni, compiuti il 21 marzo ed è una ragazzina molto dolce che riesce a rendere felice tutti con il “Gioco della Contentezza”, in cui bisogna trovare un motivo per essere contenti sempre. Luisanna perse la madre quando ancora era molto piccola e così fu allevata dalle signore dell’assistenza femminile di Salisburgo con l’aiuto del papà. Un giorno Luisanna disse alle Signore che desiderava tanto una bambola ma, pochi giorni dopo, in un pacco invece della bambola arrivarono un paio di stampelle. Il papà spiegò alla piccola che bisognava essere contenti di non avere bisogno delle stampelle e pensare che la bambola è andata ad una bambina che ne aveva più bisogno, perché stava male e quindi era molto infelice. Qualche anno dopo anche il papà andò in cielo insieme alla mamma. Anna, una zia materna, quando ebbe questa notizia non permise che la bambina andasse in orfanotrofio e quindi decise di prenderla con sé. Questa signora è una persona con il cuore indurito dalla solitudine perché un tempo aveva avuto un marito che poi era sparito per sempre senza più farsi vedere: il dottor Rossi. La bambina per prima cosa fece conoscere il suo “Gioco della Contentezza” a tutti i suoi nuovi amici, piccoli e grandi e tutti in breve tempo divennero felici e contenti della vita. Un giorno la ragazzina, andando a scuola, fu investita da una macchina che probabilmente lei riteneva sufficientemente lontana. Tutti la soccorsero e quando la portarono a casa, dopo le cure in ospedale, notarono che la ragazzina era molto triste a differenza di tutti gli altri giorni, allora Luisanna spiegò che non trovava in questo momento niente di cui potersi rallegrare. Così fu costretta a spiegare a Zia Anna “Il gioco” e le spiegò anche che non gliene aveva parlato prima perché le aveva proibito di parlare del padre e di conseguenza non avrebbe potuto spiegare il gioco dettagliatamente. La vita della zia da quel momento cambiò e fu piena di tenerezza nei confronti di tutti e in special modo della bambina. Francesca Chiesa 24 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 25 La guerra del 3000 Il tempo sulla Terra trascorre veloce, siamo intorno all’anno 3000, da anni ormai altri mondi sono conosciuti e gli uni con gli altri si rendono visita tramite le velocissime astronavi che collegano tra loro i mondi delle galassie; alcuni sono abitati da esseri che desiderano vivere in pace con tutti; altri sono meno buoni e cercano di approfittare di eventuali debolezze per impossessarsi del loro pianeta. Altri ancora sono decisamente cattivi e sono sempre in guerra tra loro per la supremazia nella galassia. Sulla terra gli abitanti sono rimasti fisicamente come gli anni 2000,mentre altrove, a causa dell’atmosfera del loro pianeta, si presentano sotto varie forme anche animalesche, e per i terrestri sono considerati dei mostri. Da Crimison, così chiamato perché abitato da criminali intergalattici, soldati armati fino ai denti e pronti a tutto, partono cinque navicelle spaziali e l’astronave madre per attaccare la terra e rubare l’Omega.it, l’ultima arma costruita dall’uomo che rende quasi invincibile chi la possiede. Per ora è solo un progetto e quindi non ancora a disposizione dei soldati. Sapendo dell’attacco alla terra, partono tre scorpioni ma, non appena giunti su un satellite sconosciuto, vengono distrutti dall’astronave madre. Dopo questa prima facile vittoria, puntano decisamente alla terra per rubare l’arma. Raptor, il capo alieno ottiene subito alcuni facili successi, ma non sa che la terra ha tra i suoi soldati il “guardiano guerriero” super armato e davvero invincibile. Appena entrato in guerra Raptor viene abbattuto, i suoi soldati terrorizzati dalla morte del loro capo sciolgono la loro fila e facilmente sono sopraffatti. L’Omega.it è salva, ma soprattutto ancora una volta è salva la terra. Umberto Porello 25 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 26 La Mano parlante C’era una volta una ragazza di nome Giuseppina, che abitava in una casa diroccata e che era talmente povera che non poteva comprarsi nemmeno un pezzo di pane. Era molto bella, aveva i capelli lunghi color oro, sapeva leggere ma non poteva permettersi di andare a scuola. Aveva delle doti particolari, era gentile con tutti, ma tutti la disprezzavano perché era povera, sporca e mal vestita. Era sempre triste per un motivo ben preciso: non poteva andare a scuola. Un giorno Giuseppina, mentre stava camminando per strada, vide delle ragazze che stavano giocando in un cortile. Chiese loro:<<Posso giocare un po’ con voi?>> e le ragazze le risposero <<No, perché sei sporca e soprattutto perché sei povera!>>. Di punto in bianco le ragazze la presero per un braccio e la scaraventarono a terra: cadendo la povera ragazza si fece un taglio in una mano, da cui per magia uscì una voce che le disse:<<Non dargli retta, si vogliono far vedere solo perché sono ricche>>. Giuseppina rimase stupita da cosa le era accaduto e pensò che la voce che aveva sentito fosse dovuta alla botta: infatti, dopo essersi ripresa si alzò e la voce era scomparsa. Nella notte,mentre stava dormendo, la ragazza sentì di nuovo la vocina sentita nel pomeriggio, si svegliò e vide che magicamente le sue mani stavano parlando fra di loro. Giuseppina chiese stupita:<<Sto sognando o voi parlate?>>. Dalle mani nessuna risposta e in un momento nella stanza tornò a regnare il silenzio. La notte seguente le due mani ricominciarono a discutere di nuovo, ma questa volta, alla domanda della ragazza risposero che erano delle mani parlanti che erano state mandate da lei dal loro re Pioppo e dalla loro regina Titania. Pioppo e Titania erano i sovrani del regno di Fiabolandia, un posto dove vivevano creature di ogni genere che non esistevano sulla Terra. Le due mani erano state mandate da lei per svolgere due missioni ben precise: per vedere come si svolge la vita nel regno umano e per permettere a Giuseppina di realizzare il suo sogno, cioè di poter andare a scuola. Per fare questo, però, la ragazza dovrà superare una serie di prove: andare in un castello dove vive una strega cattiva e prendere il suo scrigno magico; cercare una principessa e sfilarle dal dito l’anello incantato; raccogliere un fiore che abbia un petalo solo; cercare di catturare e mettere in gabbia un criceto volante; prendere in mano un mazzo di ortiche; andare a Fiabolandia e incatenare un orco; trovare la gallina che fa le uova d’oro; trovare un’arpa magica; rubare la sfera magica di una strega; andare dalla regina Cassandra nel Regno Incantato e rubarle gli orecchini magici. 26 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 27 Dopo averli rubati dovrà portarli alla regina Titania e al re Pioppo. Senza dir niente Giuseppina uscì di casa e andò subito al castello dove avrebbe affrontato la prima prova della serie. La affrontò con grande facilità, e lo stesso valse per le prove seguenti, tranne che per l’ultima, che era molto difficile perché il Castello Incantato era circondato da guardie armate che non lasciavano passare nessuno. Perché la lasciassero passare disse di essere la cugina della regina Cassandra, e che era li per farle visita. Una volta ottenuto il permesso di entrare, Giuseppina venne portata dalle guardie fino alla stanza della regina, che si stava preparando per andare a cenare. Quando la guardia disse che era arrivata la cugina, Cassandra rispose di non avere cugine, ma la fece entrare comunque. La ragazza le disse di essere che arrivava dal regno degli umani, e che era li per prendere un paio di orecchini visto che era stata invitata ad una cena importante ma non trovava più il paio che aveva. Cassandra ci pensò un attimo e alla fine decise di darglieli, tanto era talmente ricca che avere un paio di orecchini in più o in meno non avrebbe cambiato niente. Giuseppina era riuscita così a superare anche l’ultima e decisiva prova: non le restava altro che portare tutto a Fiabolandia come le avevano detto le “mani parlanti”. Arrivata al castello grazie alle indicazioni della mano destra e della mano sinistra andò in cerca del re Pioppo e della regina Titania: i due sovrani presero le cose delle prove e in cambio le diedero una borsa piena di soldi e una pergamena. Con i soldi la ragazza sarebbe stata “un po’ meno povera” e con la pergamena avrebbe potuto realizzare il suo desiderio: andare finalmente a scuola come facevano i ragazzi della sua età. La ragazza non sentì più “le mani parlanti” che da quel giorno erano state mandate dai sovrani di Fiabolandia ad aiutare con la loro magia qualcun altro che era in difficoltà. Claudia Carlisano 27 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 28 Una strada segreta C’era una volta un bambino di nome Maurizio che viveva con suo zio Giovanni. Un giorno decisero di fare un’escursione per i boschi. Ad un certo punto si trovarono davanti ad un bivio. Maurizio chiese a suo zio dove portava la strada che saliva su per la montagna. Giovanni rispose che era pericolosa e non portava a niente, così decisero di incamminarsi per la strada di destra. I due conclusero la gita e ritornarono a casa. Il bambino era molto curioso e la sera scappò per vedere dove portava la “strada segreta”. A metà della strada incontrò due lupi che lo inseguirono. Si mise a correre. Dopo quelle che a lui sembrarono due ore, vide un castello bellissimo e senza pensarci entrò, mettendosi così in salvo dai due lupi. All’entrata incontrò una fata che lo invitò a mangiare con lei e gli raccontò la propria storia di solitudine. Tra i due nacque un’amicizia e la fata decise di aiutarlo a tornare a casa con un incantesimo. Arrivati a destinazione, Maurizio presentò allo zio la fata. I due diventarono subito amici e Giovanni le propose di andare a vivere con loro. Younes Boukhalfa 28 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 29 Una mucca con un cuore d’oro Un giorno c’era una mucca che pascolava serena in un prato. All’improvviso sentì un rumore, si voltò e vide avvicinarsi un cacciatore. La mucca, presa dalla paura, cominciò a scappare; il cacciatore iniziò ad inseguirla: più veloce la mucca correva e più il cacciatore le si avvicinava. Quando si sentì sfinita, la mucca si fermò, sicura di finire in padella sotto forma di bistecca. Ma si accorse subito che il cacciatore la stava inseguendo perché aveva bisogno del suo aiuto. Durante la sua passeggiata mattutina il cacciatore aveva trovato un piccolo cucciolo di cane, sfinito dalla fame e dal freddo. Subito pensò di avvolgerlo nella coperta che aveva nello zaino, ma si accorse di non potergli dare nulla da mangiare. Si ricordò che ogni mattina la mucca pascolava nel prato vicino alla strada verso il bosco e pensò che il cucciolo avrebbe potuto bere un po’ di latte per salvarsi. Il cacciatore, dopo aver spiegato la situazione, chiese alla mucca se poteva prendere un po’ di latte. Lei, felice di poter salvare il piccolo cane, si lasciò mungere. Il piccolo cucciolo, dopo aver mangiato, si mise ad abbaiare e a scodinzolare intorno alla mucca e al cacciatore. Da quel giorno la mucca e il cucciolo di cane diventarono inseparabili. Ogni mattina il cacciatore, passando per la strada verso il bosco, si fermava a salutare i suoi due amici, felice di aver salvato il cucciolo e aver trovato un nuovo amico alla mucca. Cristian Poliseno 29 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 30 TV C’era una volta una vecchissima televisione abbandonata in un magazzino. Un giorno un ragazzino di nome Mario entrò nel magazzino di suo zio e vide la televisione. Mario era un bambino molto curioso e decise di portarsi a casa la televisione per vedere se funzionasse ancora. Arrivato a casa, infilò la spina nella presa e, come per magia, la tv si mise a parlare con lui. Cominciò a raccontare tutte le sue avventure: aveva viaggiato in tutto il mondo e aveva incontrato tante persone, ma purtroppo l’ultimo padrone l’aveva buttata via perché troppo vecchia, sostituendola con una televisione al plasma di 26 pollici. Mario, vedendo la televisione molto triste decise di tenersela in camera. Un giorno il vecchio padrone della televisione vedendo che la nuova tele non funzionava bene come la vecchia ritornò al magazzino per riprenderla. Entrato nel magazzino non la trovò più, perché era a casa di Mario. Il vecchio padrone cercò la sua tv e, entrato nella stanza di Mario, cercò di staccare la spina ma la tv arrabbiata per “l’abbandono” ed essendosi legata a Mario che l’aveva fatta funzionare di nuovo, non si staccò. Il vecchio padrone tornò allora a casa a mani vuote e la tv e Mario si divertirono insieme. Come dice il proverbio: “Sai quel che lasci, ma non sai quel che trovi” Youssef Boukhalfa 30 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 31 Il super-eroe con le ali C’era una volta in un paese di papere un papero di nome Quaker che trascorreva gran parte della giornata a riposare tra i canneti di un laghetto mentre di notte si trasformava in un super-eroe: Superquaker, diventando molto popolare nel suo paese. Il suo vestito da supereroe era composto da una tuta bianca, come le sue piume, il mantello azzurro e una maschera rosa. Il suo più accanito rivale era Demarz, un grosso gallo che nella sua trasformazione si vestiva con una tuta nera, un mantello rosso e una maschera di colore arancione. Un giorno un piccolo papero venne rapito e le urla di mamma papera, disperata, svegliarono papero Quaker, che senza esitare corse velocemente verso la papera disperata. Non appena a conoscenza di quanto accaduto si trasformò in super papero e con i suoi superpoteri riuscì a vedere il piccolo papero nascosto in un pollaio. A questo punto, dopo aver ingaggiato una lotta feroce con Demarz, il super gallo, riuscì a liberare il piccolo papero che corse veloce e felice tra le braccia di mamma papera. Quaker ritornato un papero normale si riposò tra le canne vicino al suo laghetto preferito. Richard Kanga 31 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 32 La poltrona parlante In una casa c’erano una poltrona, un frigorifero e un divano. Un giorno la famiglia Bianchi andò a fare un pic – nic in collina. Mentre non c’era nessuno in casa, arrivò un mago di nome Geppino che, con un colpo di bacchetta magica, fece in modo che i tre oggetti si animassero e si trasformassero in esseri viventi. Dopo aver fatto questo, il mago sparì magicamente nel nulla: i tre oggetti incominciarono a rincorrersi per tutta la casa. Ad un certo punto la poltrona disse: “E’ meglio smettere di giocare in questo modo, altrimenti rischiamo di rompere tutti gli oggetti della casa!”. I tre oggetti, allora, smisero di giocare, e 32 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 33 in tutta la casa tornò a regnare il silenzio. Il frigorifero si mise al proprio posto e iniziò a parlare con il divano. La poltrona, che si sentiva esclusa, si mise in un angolo. I due oggetti come se non fosse successo niente, continuarono a parlare e non si accorsero che la poltrona stava piangendo. Passarono due ore e la poltrona, che continuava a piangere, decise di spostarsi vicino agli altri due oggetti per ascoltare i loro discorsi. I due la lasciarono avvicinare, anche se non erano molto contenti. Infatti, la poltrona non si limitò ad ascoltare i discorsi. Anzi, prese il sopravvento e parlando in continuazione diventò noiosa e insopportabile. Verso sera tornò il mago e disse ai tre oggetti di tornare immediatamente al loro posto visto che stava per tornare la famiglia dal pic-nic. Con un colpo di bacchetta magica il mago fece tornare tutto alla normalità con grande gioia del frigorifero e del divano, annoiati dalla poltrona parlante. Marzia Poggio 33 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 34 La strega buona C’era una volta un castello isolato che attorno aveva solo boschi e una piccola stradina. Lì viveva una strega che tutti reputavano cattiva, data la sua bruttezza ma in realtà era molto buona. Un giorno dei ragazzi vollero fare una gita, però, si persero a andarono a finire nel castello isolato senza sapere che vi abitava la strega, la quale non si era fatta vedere da una vita, 23 anni per la precisione. I ragazzi entrarono nel castello, dove videro una sala lussuosa con una scala di legno e con un tappeto rosso. Così i ragazzi stupiti per quanto fosse pulita, si chiesero se ci abitava qualcuno. “C’è nessuno?”, ma non ottennero risposta alla loro domanda. Uno dei quattro ragazzi disse: “Perché non andiamo su?” e l’amico gli rispose: “Va bene, qualcuno vada per primo”. Così salirono, arrivati in cima alla scala videro tantissime camere così decisero si restare a dormire lì. Durante la notte i ragazzi sentirono dei rumori e si chiesero se fossero in trappola a causa di tutto quel lusso. Così i ragazzi scesero e videro un’ombra. Impauriti si avvicinarono e diedero una mazzata all’ombra che subito cadde a terra perdendo i sensi. Accesero la pila e videro una signora brutta con il mantello nero. Presi dal panico presero la donna e la legarono alla sedia. Appena la donna si svegliò, vide una grossa luce su di lei. Così spaventata si mise ad urlare: “No!! Non uccidetemi!” e i quattro ragazzi spaventati le chiesero chi fosse. Lei rispose: “Voi chi siete? Che ci fate in casa mia?!” “Noi siamo venuti qui per riposarci, dato che ci siamo perduti”. A questo punto la strega iniziò a raccontare la sua vita e che per ben 23 anni aveva curato la casa, ma non se stessa. Liberata, indicò loro la strada per uscire dal bosco e disse loro di ritornare un giorno. Così i ragazzi capirono che quella donna, che tutti reputavano brutta e senza amore, in realtà era una vecchia sola che dentro al cuore aveva tanto amore da dare agli altri. Valentina Costa 34 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 35 Il bambino biricchino Caterina Giri C’era una volta un bambino birichino che faceva sempre dei dispetti a tutti. Un giorno andò nel bosco per raccogliere tanti frutti. Ad un certo punto, trovò una vecchia casa. Vi entrò e non vide nessuno. Ma subito per magia comparve una fata che sembrava molto gentile. Lui le parlò e le disse: “Sei proprio bella!” All’improvviso però la fata si trasformò in una strega brutta e cattiva e catturò il bambino. Per fortuna in quel momento nel cielo apparve un palloncino che volava. La strega cercò di farlo scoppiare ma non ci riuscì e sparì. Il bambino da quel giorno non fu più birichino, ma diventò bravo e quella casa divenne il suo posto per giocare. Il bambino e il lupo C’era una volta un bambino che giocava con le palline colorate: gialle, azzurre, viola, blu… Un giorno arrivò un lupo che voleva mangiarlo. Il bambino voleva bere il latte che c’era in casa, ma aveva paura del lupo. Il lupo entrò in casa, bevve il latte e scappò. Dopo qualche passo, però, un albero gli cadde addosso. Il lupo tossì e sputò le foglie, poi scappò via dalla paura. Così il bambino poteva stare a casa felice a giocare alle palline e non aveva più paura del lupo. Un giorno mentre andava a scuola senza paura incontrò il lupo e senza paura gli diede un calcio. Il lupo se ne andò via e non tornò mai più. Yassine Sadouk 35 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 36 Il calzolaio C’era una volta un calzolaio di nome Gianluca che aprì un negozio in città. Un giorno, mentre sistemava una scatola da scarpe, trovò una scarpa con un bigliettino giallo. Incuriosito lesse il bigliettino su cui c’era scritto: “Chi mi legge è un asino” Subito gli spuntò la coda e gli si allungarono le orecchie. Da un orecchio uscì un topolino magico che gli morsicò la coda. Appena lo morsicò, apparve una fata che con una magia fece spuntare un maiale. Respirando la puzza del maiale, il calzolaio ritornò normale e ringraziò il maiale, la fata e il topo. Dopo un anno chiuse il negozio perché era stanco di stare da solo tra le scarpe. Visse felice e contento, facendo il contadino tra i topi campagnoli e il maiale. 36 Gianna Barra e Caterina Giri libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 37 Il pesciolino Maha Boukhalfa C’era una volta una bambina che abitava in una casa vicino al mare. Nel mare nuotava un pesciolino che era tanto bravo, ma c’era anche un cattivo fantasma nero. Il fantasma spaventava il povero pesciolino e lo fece uscire dall’acqua. Il pesciolino piangeva, così la bambina, che si chiamava Serat, prese il pesciolino in mano, lo rimise in mare e lui tornò felice. Allora il cattivo si arrabbiò, se ne andò a casa e non uscì più. Così Serat e il pesciolino furono felici. Il bambino e il topo C’era una volta un bambino che si chiamava Leonardo. Aveva un cappello a punta e un bel vestito azzurro. Era sempre felice, ma un giorno a casa arrivò un topo brutto e grigio: Leonardo urlò per la paura, ma il papà del bambino uccise il topo. Così Leonardo diede un bacio al papà e dormì felice. Shiam Boukhalfa 37 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 38 Il fantasna C’era una volta un fantasma che voleva spaventare un cane di nome Kim che abitava in una casa nel bosco. Quando calava la notte il fantasma correva, urlando vicino alla casa di Kim: il povero cagnolino era così terrorizzato che, sotto le coperte, tremava come una foglia. Il fantasma continuò a urlare per molte notti finché decise di rapire Kim, perché voleva un po’ di compagnia. Una sera entrò nella cameretta del cane e lo afferrò; Kim piangeva così disperatamente che lo si poteva udire da molto lontano. L’elefante Ciccio lo sentì e corse in suo aiuto: con la sua proboscide soffiò verso il fantasma e riacciuffò Kim. Allora Ciccio chiese perché il fantasma avesse rapito il cagnolino e il fantasma rispose che si sentiva solo e per questo soffriva molto. Kim sentendo la triste storia del fantasma, decise di perdonarlo e diventò suo amico. Da quella notte Kim, l’elefante Ciccio e il fantasma si incontrarono per giocare insieme. Cristian Caracciolo 38 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 39 Il mago cattivo C’era una volta un mago cattivo che voleva distruggere il mondo perché ogni uomo aveva il suo Dio e lui era geloso. Infatti avrebbe voluto dominare il mondo ed essere il re di tutti. Da un altro pianeta arrivò una fata che con le sue sorelle aveva un potere magico, ma il mago non lo sapeva. Un giorno le fate videro che lui distruggeva i fiori, gli alberi, l’erba e capirono che era cattivo. Allora la fata Genevienne con la sua bacchetta colpì il mago e lo trasformò in pietra, così non avrebbe fatto mai più del male. Tutto ritornò come prima: gli uccellini cantavano, i fiori nascevano e tutti erano felici con il loro dio. Salma Sadouk 39 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 40 La bicicletta C’erano una volta in un prato un cane, un fiore e un bambino di nome Luca. Ad un certo punto la pioggia fece scendere le goccioline e il sole scese giù a dormire, lasciando il posto alle nuvole. Allora Luca scappò dal prato in fretta e dimenticò la bicicletta. Il giorno dopo il bambino tornò nel giardino, si arrabbiò perché gli avevano rubato la bicicletta e decise che avrebbe picchiato il ladro. Ogni giorno Luca tornava a cercare la sua bici nel prato, ma non la trovava mai. Un giorno gli uccellini che vivevano in un nido su un albero del giardino, videro Luca e dissero: “Cip cip, cipi cipi la tua bici è qui sull’albero. È stato il ladro cattivo a nasconderla qui. Se prometti che non picchierai il ladro, ma lo perdonerai ti riportiamo giù la bici volando.” Così Luca fu felice. Da quel giorno divenne attento e non lasciò più la bici nei prati. Francesco Riso 40 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 41 Pallino e Jessica C’era una volta una bambina che si chiamava Jessica. Amava navigare sul mare con la sua barca: guardava i pesciolini che saltavano nell’acqua, gli uccellini che volavano nel cielo e si divertiva un sacco. A volte un pesciolino di nome Pallino la bagnava tutta, ma solo per giocare. Un giorno, mentre navigava, arrivò un pirata cattivo che si chiamava Barbalunga: Jessica era terrorizzata. Il pirata vide la bella bambina e se ne innamorò. Con un cannone sparò una rete per catturarla, ma non la colpì. Allora si arrabbiò e urlò forte: “Voglio prendere quella bambina! Voglio che sia mia moglie!” Quindi prese un’altra rete, la catturò e la chiuse nella sua nave legata ad una sedia. Jessica era triste perché non poteva fare niente e non riusciva a vedere gli uccellini. Il pesciolino Pallino che di solito giocava con lei vide la barca di Jessica vuota e si preoccupò; allora chiese aiuto agli altri pesciolini e insieme andarono alla ricerca della bambina. I pesciolini colorati trovarono la barca del pirata Barbalunga e per salvare Jessica saltarono dentro. Subito si trasformarono in pesci grandi e mangiarono Barbalunga e i suoi aiutanti. Poi Pallino liberò Jessica. La bambina lo ringraziò e lo portò a vivere a casa sua. Vissero così felici e contenti. Carola Cigliutti 41 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 42 Capitan Caramella C’era una volta un capitano che viveva insieme ad alcuni amici su una barca. Un giorno scoprirono un’isola che custodiva un tesoro. Capitan Caramella, dato che era molto avaro, uccise tutti i suoi amici. Il giorno dopo naufragò e rimase in acqua per molto tempo. Alla fine, le potentissime onde lo portarono sulla riva dell’isola. Capitan Caramella aveva ancora con sé la mappa del tesoro. Girò per settimane e finalmente trovò il posto dove era nascosto il tesoro: dentro a una buia e misteriosa caverna, che per lui, però, era estremamente affascinante. Il tesoro era sorvegliato da uno spaventoso ciclope che scoprì la presenza di capitan Caramella e lo imprigionò nella caverna. Inoltre solo il ciclope aveva la forza di aprire la porta che conduceva al tesoro: di notte il capitano poteva ucciderlo, però poi non avrebbe potuto impadronirsi del tesoro. Allora il capitano mise la sua spada nel fuoco e accecò il ciclope che, spaventato e molto arrabbiato, sfondò la porta. Il capitano rubò in fretta lo scrigno del tesoro e scappò immediatamente. Si costruì una barca, se ne andò a casa sua e diventò il più ricco della terra. Un giorno mangiò tantissime caramelle, fece indigestione e morì. Ionut Ionescu 42 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 43 La realtà dei sogni C’era una volta un bambino che si chiamava Leonardo. La sua mamma gli raccontava sempre delle storie prima di andare a dormire e Leonardo voleva sapere se erano realtà oppure favole inventate. Un giorno arriva un mago che legge nel pensiero e vuole aiutarlo: esaudisce il desiderio del bambino e lo fa entrare nella casa dei sogni. Leonardo vede tutti i personaggi delle fiabe che la mamma gli raccontava e capisce che le storie della mamma sono vere nella casa dei sogni. Però, viene subito catturato da uno stregone che lo circonda di serpenti spaventosi. Il mago gli dà un aiutino facendo strisciare i serpenti sui muri. Allora lo stregone alza un muro altissimo attorno al bambino imprigionandolo. Ma il mago trasforma il bambino in fantasma, così Leonardo passa attraverso il muro, si libera e diventa di nuovo bambino. Dopo, Leonardo trova una porta altissima, la apre e, stupito, si ritrova nella sua favola preferita con la madre, il padre e i nonni che, festeggiando, lo prendono in braccio e lo portano a casa. Il mago dà una lezione allo stregone che viene catturato dai serpenti e costretto a ballare con loro per sempre, senza poter smettere. Il mago diventa lo zio Luca che dà tutti i poteri del mondo al bambino, dicendogli di usarli quando sarà in pericolo. Lorenzo Rabellino e Stance Angelov 43 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 44 L’uomo palloncino C’era una volta una bambina simpaticissima che camminava vicino al mare su un mucchio di pietre colorate. Un giorno le venne in mente un ballo e cominciò a danzare. Ma una strega, nascosta tra le onde, la trasformò in un uomo palloncino per l’invidia dell’armonia che la bambina creava con i suoi movimenti. Così a causa della sua leggerezza l’uomo palloncino non poteva più sincronizzare i suoi movimenti. Una farfalla chiamata Stilli vide la scena e disse all’uomo palloncino che ogni anno passava di lì un pesciolino magico e colorato che aiutava chi era in difficoltà. Il palloncino si tranquillizzò un po’, pensando che sarebbe stato aiutato. Passavano i giorni, ma il pesciolino non arrivava. L’uomo palloncino era sempre più triste e Stilli lo rincuorava con voce buona e gentile. Le cantò anche una canzone: “Vedrai palloncino la tristezza passerà E la bella ballerina tornerà…” Al tramonto il pesciolino guizzò nell’acqua e chiese alla farfalla chi fosse e da dove venisse l’uomo palloncino. Stilli gli spiegò tutto e il pesce disse: “Che confusione!” Allora la farfalla diventò una fata, il palloncino tornò la bambina e la strega fu trasformata in una scoglio verde. Vissero così felici e contenti con la magia fra i denti. 44 Martina Scarzello e Lucia Barra libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 45 La ballerina C’era una volta una ragazza di nome Francesca che amava ballare. Tutti i giorni, quando parlava, diceva le cose ballando. Si sentiva sempre allegra e felice. Un giorno arrivò un buffo folletto con un cappello rosso, una lunga barba e scarpette a punta. Era un folletto zoppo e le disse: “Io sono piccolo e goffo, ma sono molto bravo a ballare, anche se sono zoppo. Se vuoi ti insegnerò a ballare con tanti passi e trucchi, così sarai in armonia con il tuo corpo. Non imparerai per essere vanitosa, ma per creare movimenti che rendono felice chi ti vede.” Passarono molti giorni e il folletto le disse: “Sei pronta per iniziare il corso di ballo.” Ballarono, ballarono e ballarono e Francesca entrò così in un mondo magico chiamato Fantastopoli dove tutto era musica e ballo. In questo mondo viveva un uccello nero che iniziò a odiare Francesca perché ballava meglio di lui. Allora le fece un incantesimo e la rese debole e senza forze. Ogni giorno peggiorava sempre più. L’unico rimedio era ridere tanto. Il folletto sapeva che, per aiutarla, doveva fare la danza dello storpio per 2 giorni di seguito. Per uno zoppo la danza dello storpio era una faticaccia, ma per aiutare Francesca, danzò per lei. Siccome era molto buffo, lei rise a più non posso. L’uccello si arrabbiò e volò via e Francesca poté tornare a ballare e insegnare il ballo a tutte le bambine. Il folletto che era zoppo perché da tanto tempo non ballava, guarì e diventò un bravissimo ballerino. Chiara Pescarmona 45 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 46 L’albero e il cigno C’erano una volta un albero dai rami particolari e un cigno. Era estate e il sole non smetteva mai di riscaldare. Così l’albero a poco a poco seccava e il cigno, che lo andava a trovare tutti i giorni, gli disse: “Non preoccuparti, tra poco arriverà l’inverno! Ti aiuterò anch’io con un po’ d’acqua” Il giorno dopo l’albero ricevette la visita del cigno che arrivò con un secchio d’acqua al collo e lo rovesciò contro di lui. Nonostante ciò, il terzo giorno, all’albero si trasformarono i rami. Infatti l’albero era enorme e assorbiva immediatamente tutta l’acqua. Il quarto giorno non resistette più e si piegò su un lato. Arrivò l’inverno e il cigno era molto contento per il suo caro amico albero. Purtroppo lo trovò morto. L’acqua del cigno, però, arrivò alle sue radici e l’albero capì che per lui c’era ancora una possibilità. Alin Sorin 46 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 47 Il sole biricchino C’era una volta un sole che guardava ogni giorno le montagne. Non contento di ciò che vedeva sempre, allungò i suoi raggi più in basso e vide tre splendidi cigni che sguazzavano nell’acqua. Un giorno, però, arrivò una nuvola che fu punta da uno dei suoi raggi e gli disse: “Attento! Controlla i tuoi raggi!” Ma il sole rispose: “Vattene brutta nuvola grigia!” Allora la nuvola si mise a piangere disperata. I cigni si accorsero che pioveva e dissero: “Ma cosa sta succedendo? Un minuto fa c’era il sole ed ora piove. Il sole e la nuvola Grigina staranno di nuovo bisticciando!” Allora si rivolsero al sole e a Grigina: “Non litigate: non serve a niente!” Poi, per porre fine al litigio, i cigni incominciarono a spruzzare l’acqua del lago addosso alla nuvola Grigina che scappò a piangere da un’altra parte. Il sole tornò al suo posto in alto nel cielo, smettendo di fare il birichino. Così i cigni poterono ricominciare a prendere il sole nel loro laghetto. Lorena Bettino 47 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:13 Pagina 48 L’uccello topo C’era una volta un bambino che voleva andare in piscina, ma era nuvoloso. Finalmente dopo un po’ le nuvole andarono via e lui andò in piscina. Mentre nuotava, vide passare vicino all’acqua una rondine e disse: “Che bell’uccello!” Ma subito si spaventò perché l’uccello era in realtà un topo, che si era messo una maschera da rondine. Il topo andò vicino all’acqua e spaventò il bambino saltandogli addosso e torcendogli il braccio. Il bambino urlò perché aveva tanto male e pianse tanto. Mentre il topo continuava a girargli attorno, due pesciolini, Molly e Titti, sentirono il bambino che piangeva e uscirono fuori dall’acqua e subito spruzzarono delle bollicine d’acqua in faccia al topo e lui scappò via. Il bambino, felice per l’aiuto dei pesciolini, li ringraziò e tornò a casa contento. Alessia Poggio 48 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 49 Il pirata C’era una volta Giacomino, un pirata dei Carabi, che voleva impadronirsi di un tesoro, ma un ricco signore che abitava da tanto tempo nell’isola non glielo lasciava prendere. Un giorno Giacomino decise comunque di andare nell’isola con la sua nave; quel giorno, però, c’erano troppe onde che lo portarono in un’altra isola. Il pirata scese dalla barca e scavò per un mese. Solo allora si accorse che l’isola era sbagliata. Allora prese la nave e andò nell’isola giusta. Appena arrivò, il ricco signore gli ficcò una coltellata nell’occhio. Da quel giorno Giacomino divenne cieco e tra il pirata e il signore scoppiò una guerra. Dopo alcuni anni Giacomino ripartì per andare a prendere il tesoro; questa volta, però, arrivò di notte e nel cielo brillavano le stelle. Il signore stava per sparare a Giacomino, quando le stelle gli fecero scoppiare il fucile in mano e lui svenne. Il pirata Giacomino prese il tesoro e scappò prima che il signore si svegliasse. Così riuscì finalmente a navigare verso casa con il tesoro. Davide Costa 49 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 50 Il pagliaccio e il fiore C’era una volta un pagliaccio che amava giocare con le palline: si esercitava tanto e faceva numeri strani e spettacolari. Un giorno però gli caddero le palline durante uno spettacolo e la gente si mise a ridere. Così lui corse via, piangendo e provò, provò, provò finché nessuna pallina gli cadde e diventò imbattibile. Un giorno stava facendo una lunga passeggiata tra le cascate quando vide un bel fiore: avrebbe voluto prenderlo, ma poi decise di non farlo per non far del male alla natura. Arrivò un’ape che gli disse che aveva fatto bene a non prenderlo e che avrebbe avuto una bella esperienza. Poi, però, l’ape divenne cattiva, gli disse che aveva fatto male a non strappare il fiore e lo punse con il suo pungiglione. Il pagliaccio si mise a piangere, ma arrivò una farfalla che con la sua saliva lo fece guarire. Così il pagliaccio poté tornare a giocare con le sue palline felice e contento. Martina Scarzello 50 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 51 Il re e la regina senza le mani C’erano una volta un re e una regina che vivevano in un castello molto grande con le mura di pietra e un grosso portone, ma senza finestre. Quando passeggiavano nel parco del castello erano felici ed innamorati. Ma quando entravano nel castello erano tristi perché non c’erano finestre e non potevano vedere il parco. Inoltre un giorno, un ladro entrò dal portone e rubò la corona alla regina che divenne triste. Il re le disse di stare tranquilla: anche senza corona sarebbe stata sempre la regina. Ma lei piangeva, piangeva e ancora piangeva. Un folletto che viveva in un albero la sentì e decise di fare una magia. Disse alla regina: “Uno, puoi riavere la corona per fare la regina. Due, puoi avere le mani per accarezzare il re. Tre, puoi avere le finestre al castello per guardare fuori abbracciata al tuo re. Ora scegli: un due tre, dimmi quello che vuoi te!” La regina rispose: “Voglio avere le finestre al castello per vedere fuori tutto quello che c’è” Il folletto disse: “Poiché vuoi veramente bene al re, sarai accontentata e guarderai il regno con lui” Così la regina visse senza mani e senza corona, ma felice perché poteva guardare il mondo abbracciata al suo re. Safae Sadouk 51 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 52 GIROTONDO DI TUTTO IL MONDO Filastrocca per tutti i bambini, per gli italiani e per gli abissini, per i russi e per gli inglesi, gli americani ed i francesi, per quelli rossi come il carbone, per quelli rossi come il mattone, per quelli gialli che stanno in Cina, dove è sera se qui è mattina, per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci e dormono dentro un sacco di stracci, per quelli che stanno nella foresta dove le scimmie fan sempre festa, per quelli che stanno di qua o di là, in campagna od in città, per i bambini di tutto il mondo che fanno un grande girotondo, con le mani nelle mani, sui paralleli e sui meridiani. (Gianni Rodari) 52 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 53 Il mostro del formicaio Questa storia deve essere raccontata a voce bassa, sussurrandola nell’orecchio. Psiuuuuu… Comincio a raccontare… Un giorno una piccola formica si spaventò moltissimo per l’ombra di una foglia di banana, entrò di corsa nel formicaio e disse sottovoce all’orecchio di un’amica: - C’è un mostro terribile là fuori! L’altra formica, anche lei impaurita, uscì correndo dal formicaio e disse all’orecchio di un’altra: - Scappiamo, sta arrivando il mostro del formicaio! A sua volta questa mormorò all’orecchio di un’altra: - Aiuto! Arriva il mostro del formicaio! E in un baleno la notizia passò da un orecchio all’altro, da un’antenna ad un’altra e si sparse il terrore fra le piccole formiche. Si dicevano l’un l’altra: - E’ la fine del mondo, è la fine del nostro formicaio! Il mostro è già arrivato! Moriremo tutte! Piene di paura, le formiche si radunarono nella sala del consiglio per decidere insieme che cosa fare e avvertirono il loro re: - Maestà, maestà, bisogna fare qualcosa, il nostro formicaio è in pericolo! Poi andarono a chiamare i ministri e dissero loro: - Vi preghiamo, dobbiamo subito fare qualcosa, oppure moriremo tutti qui dentro! Il mostro è ormai dentro il formicaio! Allora i ministri proposero: - Dobbiamo stare calmi e cercare di uscire dal formicaio tutti insieme. Le formiche fecero appello a tutto il loro coraggio e tremanti e silenziose, in fila una dietro l’altra, uscirono dal formicaio. Appena fuori sospirarono di sollievo e si passarono l’un l’altra la buona notizia: -Il mostro del formicaio è rimasto chiuso lì dentro. Siamo salve! Siamo salve! Psiuuuu… La nostra storia è finita! Favola della tradizione brasiliana raccontata e scritta da Tiago Manuel Marino Bovero. 53 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 54 La cattiveria di Rina C’era una volta in un villaggio, tanto tempo fa, una famiglia che viveva felice. Un giorno, però, la mamma di Lussi morì. Zaccaria non sapeva cosa fare perché Lussi era troppo piccola, allora si sposò con una bellissima donna che si chiamava Rina. Lui andava a cacciare mentre Rina stava a guardare la casa e intanto trattava male la piccola bambina. Un giorno la cattiva Rina convinse il marito Zaccaria a mandare via di casa Lussi con una scusa: il cibo che lui cacciava non bastava per tutti. Zaccaria, il mattino successivo, con una scusa portò la bambina nel bosco e la lasciò li. Lussi, che non aveva niente con sé, a mezzanotte, dopo tutto il giorno che girava, vide una luce che proveniva da una casa: entrò, rubò un po’della roba che c’era da mangiare e scappò via. In quella casa vivevano 7 fratelli che, accorgendosi che qualcuno era andato a rubare, decisero di rimanere svegli a vedere chi era. Scoprirono che era una ragazza e le chiesero perché faceva questo. Lussi raccontò la sua triste storia ai 7 ragazzi, che decisero di ospitarla nella loro piccola casa. La bambina, per ringraziarli, da quel giorno iniziò a preparare da mangiare e a riordinare la casa mentre gli altri erano al lavoro: per loro era diventata come una sorella. Quando Lussi diventò grande tutti volevano sposarla, ma lei non sapeva chi scegliere perché erano tutti bravi e gentili con lei…………. Favola della tradizione marocchina raccontata da Meryem, Youssef e Younes Boukhalfa e scritta in originale con l’aiuto di Said Boukhalfa. 54 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 55 Padre e figlio Tanto tempo fa vivevano da soli ai margini della foresta un padre con suo figlio. Erano molto poveri e il bambino non poteva andare a scuola perché doveva aiutare il padre nel suo lavoro di boscaiolo. L’uomo era preoccupato per il futuro del figlio e si chiedeva ogni giorno: - Chi insegnerà a mio figlio a leggere e a scrivere? Come imparerà ad essere onesto, educato, sincero se non potrà avere un’istruzione come tutti gli altri? Il padre si disperava e infine pensò ad una soluzione: avrebbe educato lui stesso suo figlio insegnandoli tutto quello che sapeva: a leggere e a scrivere, prima di tutto e poi i valori dell’onestà, dell’onore e della verità. Con pazienza ogni giorno il padre insegnava al figlio qualcosa di nuovo e lo vedeva crescere e imparare. Osservava anche il comportamenti del bambino e talvolta lo sgridava per le cattive azioni, le bugie, la pigrizia…. Aveva trovato un modo molto efficace per segnalare i suoi errori: il sistema dei chiodi. Se il figlio faceva un errore più grave o un’azione malvagia, il padre conficcava nella stanza del bambino un chiodo più grosso; se l’errore era meno grave, il chiodo era invece corto e sottile. Passò il tempo, il ragazzo cresceva, imparava e sbagliava come tutti i ragazzi della sua età e il padre diventava sempre più vecchio e stanco. Un giorno il ragazzo si fermò a osservare la porta della sua stanza e si accorse che vi erano conficcati moltissimi chiodi, alcuni più grossi e tanti altri più piccoli. Allora ripensò tutte le volte che il suo comportamento non era stato giusto e corretto e al dispiacere che questo aveva provocato a suo padre. Decise da quel momento di procedere in senso inverso: avrebbe tolto un chiodo dalla porta tutte le volte che avesse fatto una cosa buona. E così fece: ogni volta che faceva un’azione di cui era fiero, toglieva un chiodo piccolo o grande. Favola della tradizione rumena raccontata da Petronela Alexa, mamma di Ionut Ionescu. 55 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 56 La giraffa vanitosa Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedeva. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri dicendo: - Guardatemi, io sono la più bella. Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta. Un giorno la scimmia decise di darle una lezione. Si mise a blandirla con parole che accarezzavano le orecchie della giraffa: - Ma come sei bella! Ma come sei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere... - E così dicendo, la condusse verso la palma della foresta. Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che stavano in alto e che erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancor di più, non riusciva a raggiungere il frutto. Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad afferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa: - Vedi, cara mia, sei la più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri animali. La giraffa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a rispettarli. Favola della tradizione africana raccontata da Richard Kanga. 56 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 57 I PROTAGONISTI DI “FIABOLOSO... Il laboratorio Favoloso” …quelli delle ELEMENTARI …quelli delle MEDIE RISO Francesco PORELLO Marco SANDRI Alberto MATTIS Matteo MATTIS Debora BARRA Gianna GIRI Caterina 3a Elementare 3a Elementare 3a Elementare RABELLINO Lorenzo CARACCIOLO Cristian 3a Elementare 3a Elementare SCARZELLO Martina COSTA Davide BARRA Lucia IONESCU Ionut NEBUNU Alin Sorin CIGLIUTTI Carola 4 Elementare 5a Elementare 5a Elementare 5a Elementare 5a Elementare 2a Elementare ANGELOV Stance POGGIO Alessia SADOUK Safae BOUKHALFA Maha 3a 3a 3a 1a Elementare Elementare Elementare Elementare SADOUK Yassine BOUKHALFA Siham PESCARMONA Chiara SADOUK Salma BETTINO Lorena 1a 1a 4a 4a 4a Elementare Elementare Elementare Elementare Elementare a BOUKHALFA Younes KANGA Richard 1a 1a 1a 1a Media Media Media Media 1 Media a POGGIO Marzia PORELLO Gloria CHIESA Francesca 1a Media 1a Media 1a Media 1a Media RIVETTI Lisa CARLISANO Claudia COSTA Danilo 1a Media 1a Media 2a Media POLISENO Cristian D’ALESIO Luigi PORELLO Claudio 2a Media 2a Media 3a Media 3a Media BOUKHALFA Youssef BOUKHALFA Meryem BOVERO Tiago COSTA Valentina PORELLO Umberto 3a Media 3a Media 3a Media 3a Media RISTOVA Melissa PUSCASU Alin 3a Media 3a Media 57 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 58 Il lavoro è stato coordinato dagli operatori: BALOCCO GIUSEPPINA animatrice del C.A.M. Elementari MASCARELLO MIRIAM animatrice del C.A.M. Elementari e studente in Scienze dell’Educazione presso l’Università di Savigliano RICCARDI ALICE animatrice del C.A.M. Medie e laureanda in Comunicazione Interculturale presso l’Università di Torino SCHINCA ROBERTO animatore del C.A.M. Medie e laureando in Scienze dell’Educazione presso l’Università di Torino …poi prese il burattino sotto le braccia e lo posò in terra, sul pavimento della stanza, per farlo camminare. Pinocchio aveva le gambe aggranchite e non sapeva muoversi, e Geppetto lo conduceva per la mano per insegnargli a mettere un passo dietro l’altro. Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché, infilata la porta di casa, saltò nella strada…. (Carlo Collodi) 58 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 59 Il TRENO DEI BAMBINI C’è un paese dove i bambini hanno per loro tanti trenini, ma treni veri, che questa stanza per farli andare non è abbastanza, treni lunghi da qui fin là, che attraversano la città. Il capostazione è un ragazzetto appena più grande del fischietto, il capotreno è una bambina allegra come la sua trombettina; sono bambini il controllore, il macchinista, il frenatore. Tutti i posti sui vagoncini sono vicini ai finestrini. E il bigliettaio sul suo sportello ha attaccato questo cartello: «I signori genitori se hanno voglia di viaggiare debbono farsi accompagnare». Gianni Rodari 59 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 60 La principessa Luce C’era una volta una principessa che viveva con la sua mamma in un grande palazzo di cemento, in una città di cemento, dove tutto era cemento. Il papà non c’era, la mamma a Luce aveva detto che lavorava lontano. La bambina indossava stracci ed era sempre ricoperta di farina. Luce era gentile e buona con tutti ma era sempre triste perché la sua mamma Lucilla, per paura che frequentasse brutte compagnie, non la lasciava mai uscire. Luce ogni giorno, stava ore e ore affacciata alla finestra della sua camera ad osservare il paesino che si trovava al di là delle colline; era talmente affascinata da quel paesino così colorato e pieno di vita, che un giorno non riuscendo a frenare la sua curiosità, decise di non andare a scuola senza dire niente alla mamma. Uscì di casa come tutte le mattine con lo zainetto in spalla, salutò Lucilla con un bacio e le disse che non avrebbe fatto tardi. Mentre camminava per il sentiero che l’avrebbe portata al paesino, Luce pensò alla bugia detta alla mamma e per un momento pensò di tornare indietro, ma udì le risate di alcuni bambini, provenire dal bosco e decise di proseguire. La bambina arrivò in quel boschetto e vide molti bambini e la sua compagna Fantasia che stavano raccogliendo le fragoline di bosco. Luce non capendo chiese: “perché raccogliete le fragoline? Non dovreste essere a scuola?”. Fantasia che aveva raccolto più fragole di tutti, disse: “le nostre mamme oggi ci hanno detto di venire nel bosco, perché è tempo di raccogliere queste fragoline che ci fanno tanto bene. Ma tu, Luce, perché non sei andata a scuola?”. Luce raccontò ai bambini perché non era andata a scuola e che aveva dovuto dire una bugia alla mamma e dopo aver spiegato tutto alla sua compagna ed ai suoi nuovi amici, giocarono tutti a palla. Mentre giocavano, le galline che razzolavano nel bosco, mangiarono le fragoline raccolte e quando vennero scoperte, i cestini erano completamente vuoti. I bambini erano disperati perché non sapevano cosa raccontare alle mamme; Luce disse che l’unica soluzione era raccontare la verità, ed anche lei avrebbe raccontato che non era andata a scuola. Arrivata la sera Luce tornò a casa e non mangiò, allora la mamma stupita, chiese cos’era successo e perché non aveva appetito. Luce disse alla mamma: ”mamma devo dirti una cosa… oggi non sono andata a scuola”. La mamma su tutte le furie domandò: “ma come è possibile? Ti ho accompagnata fino al fondo della via, dove sei andata?”. Luce raccontò tutta la storia, ma Lucilla era troppo arrabbiata e mise Luce in punizione nel palazzo. Passarono i giorni, Luce era sempre più triste, guardava dalla finestra il paesino che le piaceva tanto sperando di ritornarci. Lucilla, vedendo la figlia mogia, decise di accontentarla e così presero la carrozza alla volta del paesino. Luce scese dalla carrozza, era una vera principessa, con il vestito e le scarpe di seta azzurre, guardata e ammirata da Fantasia. Subito, furono presentati a Lucilla, i bambini del paesino. Fantasia invitò Luce e la mamma a pranzo, dopo tutti insieme andarono nel bosco trovando le famose 60 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 61 fragoline, che le galline invece di mangiare, avevano portato in una casetta di legno. Luce e la mamma, si trovarono così bene nel paesino, che decisero di abbandonare il palazzo in cemento per una nuova casetta nel verde. La madre di Fantasia, parlò loro di una casa di un principe ormai disabitata, ma mai nessuno era riuscito a raggiungerla. Mentre seguivano le indicazioni date, s’imbatterono in una tempesta di ghiaccio, che gelava il sangue nelle vene, e per sfuggire al freddo che le stava congelando si rifugiarono in una grotta. Si trovarono davanti a un imponente labirinto, fatto di siepi altissime che modificavano il percorso, anche se prese dalla paura non si fermarono. Dopo un lungo vagare, videro tantissimi ragni che camminavano in fila, decisero di seguirli sperando che li conducessero da qualche parte e infatti trovarono l’uscita. Quando furono fuori le siepi, dietro Luce e Lucilla, si chiusero su se stesse bloccando il passaggio, e davanti a loro vi era un’altra caverna dentro la quale il caldo era insopportabile e aumentava sempre di più. Ad un certo punto Luce, sfinita, si appoggiò alla spalla della mamma, ma le scappò un urlo: una specie di sanguisuga l’aveva morsicata e cercava di scappare; Lucilla rapidissima la pestò, scoprendo che da queste bestie fuoriusciva una grande quantità di aria fredda. Così per resistere al caldo insopportabile, usarono le bestie che affollavano le volte della grotta. Poco dopo, imboccarono una scala ripidissima che le portò in un tunnel, dove la temperatura era più bassa. Incontrarono una strega che sconfissero con la forza della luce scaturita dal bene che si volevano mamma e figlia; evitarono una famiglia di cattivissimi e superlunghi serpenti, nascondendosi nella parte opposta della caverna, fra le tenebre. Infine si presentò loro un enorme scarabeo con la bocca spalancata, le due stavano per fuggire pensando che le volesse divorare quando la bestia disse: ”non fuggite sciocche! Per proseguire dovrete risolvere un indovinello, al quale mai nessuno è riuscito a rispondere. Luce e Lucilla riuscirono in questa impresa. Dallo scarabeo ne uscì uno più piccolo, con una chiave enorme. Le due avventuriere continuarono con la chiave e uscite dalla caverna, trovarono un giardino fiorito, nonostante fosse pieno inverno. Attraversarono il giardino e si trovarono una grande porta di bronzo, su cui erano incise favole di fate; una volta entrate trovarono con immenso stupore il papà, vittima di un incantesimo. E vissero tutti e felici e contenti in un mondo di fiori, colori, sole, farina, stracci colorati e tanto, tanto amore. Hanno contribuito alla realizzazione di questo racconto i seguenti animatori Davide Giri, Nicola Testa, Denise Quadrumolo, Francesca Giri, Francesca Saglietti, Antonello Paruolo, Giuseppina Balocco 61 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 62 Giochi ROMANIA GLI UOMINI NERI Gioco di movimento, da farsi in uno spazio aperto. In mezzo al campo viene tracciato un grosso cerchio in grado di contenere tutti i giocatori, mentre agli estremi vengono tracciati due cerchi più piccoli. I giocatori si mettono in fila davanti al conduttore che sussurra nell’orecchio un numero da due a tre o ( a due di loro) le parole “uomo nero”. Tutti quanti si spostano nel cerchio in mezzo al campo. Il conduttore pronuncia: “è l’una e gli uomini neri non arrivano”, quindi ogni giocatore si sposta di un passo senza uscire dal cerchio, cercando di capire chi sono i due uomini neri. Sono le due… sono le tre e così via fino a quando il conduttore lancia l’allarme “sono le cinque e i due uomini neri arrivano”, i due uomini neri partono all’inseguimento dei compagni che devono mettersi in salvo nei cerchi agli estremi del campo. Chi viene toccato prima dell’arrivo nel cerchio, ritorna dal conduttore che fa la somma dei numeri assegnati ai bambini. Il gioco riprende da capo dopo aver cambiato i numeri e i due uomini neri, termina quando tutti sono stati inseguitori e il vincitore è l’uomo nero che ha fatto più punti. INELUSUL Gioco per i più piccoli. Un giocatore viene bendato mentre una decina di compagni si affollano intorno a lui, toccandolo con l’indice della mano destra. Il giocatore afferra un compagno e se sa a chi appartiene il dito deve urlare: “via di qua”, tutti tranne quello preso devono allontanarsi. Il giocatore bendato deve riconoscere il compagno toccandogli la faccia e i capelli, se non lo riconosce ha ancora due possibilità con altri due compagni. Il gioco viene ripetuto fino a quando non sono stati bendati tutti i giocatori. RUSSIA IL BOSCO DELLE VOLPI Gioco di movimento, adatto a un numero elevato di bambini divisi in tre gruppi: gli alberi, le volpi e i conigli. Gli alberi si spargono nel campo, fermi e a braccia larghe a distanza l’uno dall’altro, attorno a loro viene tracciata una linea irregolare che va a significare il confine del bosco. I conigli si raggruppano da una parte, le volpi dall’alta. Al via i conigli scappano correndo nel bosco, se vengono toccati dagli alberi (che agitano le braccia, si abbassano ma non si possono muovere con i piedi), devono fermarsi per 5 secondi, altrettanti secondi si fermano se volpi o conigli escono dal bosco (possono essere presi). Il coniglio preso deve fermarsi nella zona predisposta. Il gioco continua fino a quando sono stati presi tutti i conigli; si può alternare le squadre nei ruoli scambiando gli alberi con una delle altre due ma non è possibile alternare le 3 squadre perché gli alberi catturerebbero solo le volpi. Vince chi ha impiegato minor tempo nel catturare gli avversari. 62 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 63 CONGO KAMESHI NE MPUKU Gioco movimentato, anche in uno spazio non molto grande. Tutti i giocatori meno due (il topo e il gatto) si dispongono lungo quattro righe parallele distanti un paio di passi fra loro. I giocatori sono disposti sulle righe uno accanto all’altro con le braccia tenute larghe all’altezza delle spalle. Al via il gatto deve catturare il topo tra le file, senza attraversare una fila ma solo correre tra una fila e l’altra. Quando il conduttore urla: “mpuke ekali” le file si spostano a sinistra passando da orizzontali a verticali, facendo cambiare la direzione al topo e al gatto. Se il topo viene preso in un minuto vince il gatto altrimenti il punto viene assegnato al topo. EGITTO IL SILENZIO E’ D’ORO I giocatori sono seduti in cerchio, due di loro vengono nominati capitani delle rispettive squadre. Al via il capitano della prima squadra deve compiere un gesto che deve essere ripetuto esattamente (altrimenti vi è una penalità) dal proprio compagno che lo ripete quando gli viene toccato il ginocchio; tutto deve essere fatto in silenzio se no la squadra avrà 5 punti di penalità. Quando il conduttore dice: il silenzio è d’oro, si scambiano quattro o cinque giocatori per squadra compreso, vince la squadra con minori penalità. CINA ED EMIRATI ARABI L’AQUILA E I PULCINI Gioco per i più piccoli. Due giocatori vengono nominati l’aquila e la gallina, mentre gli altri sono pulcini. L’aquila deve acciuffare i pulcini, la gallina deve proteggerli. La gallina difende i pulcini chiamandoli per nome, ogni pulcino deve attaccarsi alle spalle della gallina, l’unico modo per non essere preso. Il pulcino catturato deve sedersi ai bordi del campo. Il gioco termina quando tutti i giocatori sono stati gallina e aquila; vince la gallina che ha protetto più pulcini e l’aquila che ne ha catturati di più. MALESIA RAM, RAM, RIP Gioco di concentrazione realizzabile ovunque. Un giocatore tiene le mani aperte distese davanti a sé, gli altri devono appoggiare il dito indice della mano destra. Il giocatore pronuncia RAM, RAM e un suono a caso, quando dice RAM, RAM, RIP, il giocatore deve afferrare le dita dei compagni. Chi viene preso o toglie il dito quando non si pronuncia RAM, RAM, RIP, ha una penalità. Il gioco continua cambiando i ruoli, vince chi ha minor penalità. 63 libro favole:Layout 1 1-06-2007 17:14 Pagina 64 Il lavoro è stato realizzato con il contributo di: Parrocchia Natività Maria SS. - Mussotto d’Alba Consorzio Socio Assistenziale Alba - Langhe - Roero Rotary Club Alba - Bra …ed è stato supportato dal prezioso aiuto dei volontari: BRUSCO SILVIA 4a Superiore al Liceo Scientifico di Alba CASETTA MARGHERITA 3a Media a Mussotto ANDALORO VALERIA 3a Media a Mussotto Finito di stampare nel mese di giugno 2007 Litografia Tipografia «l’artigiana» - Alba (Carlo Collodi) FIABOLOSO... IL LABORATORIO FAVOLOSO …- Bada, Pinocchio! I ragazzi fanno presto a promettere, ma il più delle volte fanno tardi a mantenere. - Ma io non sono come gli altri: io, quando dico una cosa, la mantengo. - Vedremo. Caso poi tu disubbidissi, tanto peggio per te. - Perché? - Perché i ragazzi che non danno retta ai consigli di chi ne sa più di loro, vanno sempre incontro a qualche disgrazia. - E io l’ho provato! - disse Pinocchio. Ma ora non ci ricasco più. Parrocchia Natività Maria SS. Mussotto d’Alba Consorzio Socio Assistenziale Alba - Langhe - Roero Fiaboloso... Il laboratorio Favoloso C.A.M. 2007 Cyan Magenta Giallo Nero “Don Lorenzo Milani” MUSSOTTO D’ALBA