Scarica Fiaboloso

Transcript

Scarica Fiaboloso
(Carlo Collodi)
FIABOLOSO... IL LABORATORIO FAVOLOSO
…- Bada, Pinocchio! I ragazzi fanno presto a promettere,
ma il più delle volte fanno tardi a mantenere.
- Ma io non sono come gli altri:
io, quando dico una cosa, la mantengo.
- Vedremo. Caso poi tu disubbidissi,
tanto peggio per te.
- Perché?
- Perché i ragazzi che non danno retta ai consigli
di chi ne sa più di loro, vanno sempre incontro
a qualche disgrazia.
- E io l’ho provato! - disse Pinocchio. Ma ora non ci ricasco più.
Parrocchia
Natività Maria SS.
Mussotto d’Alba
Consorzio
Socio Assistenziale
Alba - Langhe - Roero
Fiaboloso...
Il laboratorio Favoloso
C.A.M.
2007
Cyan Magenta Giallo Nero
“Don Lorenzo Milani”
MUSSOTTO D’ALBA
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 1
Parrocchia Natività
Maria SS.
Mussotto d’Alba
Consorzio
Socio Assistenziale
Alba - Langhe - Roero
C.A.M.
“Don Lorenzo Milani”
MUSSOTTO D’ALBA
Fiaboloso...
Il laboratorio Favoloso
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 2
C.A.M. - Centro Attività per Minori
“Don Lorenzo Milani” di Mussotto d’Alba
Chi percorre la strada che collega Alba con Canale, direzione Torino,
oppure l’altra diramazione stradale verso Bra, avverte subito come il
quartiere Mussotto stia attraversando un momento di crescita tumultuosa,
con l’arrivo di persone di diversa provenienza, sia sotto il profilo culturale che religioso, che per ora non ha dato origine a nessun tipo di ghettizzazione, con una progressiva integrazione con la popolazione locale.
Sotto questo profilo, il Centro Attività per Minori (C.A.M.), aperto da 6
anni in collaborazione con il Consorzio Socio-Assistenziale ha svolto e
sta svolgendo un’attività preziosa.
Circa 40 ragazzi, tra elementari e medie si ritrovano ogni giorno sotto
la guida di educatori capaci.
E’ bello veder lavorare attorno ad uno stesso tavolo, sia per i momenti di
studio come per i laboratori, ragazzi di estrazione sociale diversa,
ragazzi di fede cattolica oppure musulmana, in un clima di assoluta serenità, collaborazione e rispetto reciproco.
Ritengo questo il risultato più significativo ottenuto in questi sei anni di
attività, che autorizza un ottimismo fondato per questa iniziativa, tale da
giustificare l’impiego di risorse non indifferente, sia per quanto riguarda
l’utilizzo di locali, l’impiego economico e la rete di volontari che supporta.
Desidero ringraziare tutte le agenzie educative presenti sul territorio, per
la collaborazione offerta per la riuscita del C.A.M., il direttore didattico
per la disponibilità dei locali per le elementari, la parrocchia per le
medie. Gli insegnanti dei due plessi scolastici con i quali si è instaurato
un clima aperto e sereno di reciproca collaborazione, l’équipe educatori per i minori del Consorzio.
2
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 3
Un grazie riconoscente ai volontari, adulti e giovani, per la loro presenza nelle varie attività svolte.
Un’ultima parola sulla persona a cui, da quest’anno, abbiamo voluto intitolare il nostro C.A.M.: don Lorenzo Milani. Ricorre quest’anno, il 26
giugno 1967, il 40mo anno dalla sua morte, avvenuta a Firenze, circondato dai suoi ragazzi a cui aveva dedicato tutta la sua vita per la loro
crescita umana, sociale e spirituale. Consumato da un male incurabile,
pur tra sofferenze e dolori atroci, continuò la sua attività di maestro dal
suo letto di dolore fino a due giorni prima della sua morte.
La sua cultura, il suo impegno, l’assoluta dedizione per il recupero di
“quei montanari” che la scuola pubblica aveva respinto, rimangono una
testimonianza straordinaria e unica nel nostro paese.
Egli ci ricorda che il mondo non lo si cambia con gli slogan, con le parole oppure con le analisi sociologiche. Non basta conoscere la realtà,
anche se don Lorenzo dimostra nei suoi scritti di conoscerla e raccomanda a tutti questo impegno prima di iniziare qualsiasi attività: bisogna trasformarla e lui ravvisava proprio nell’elevazione culturale delle classi più
povere ed emarginate, lo strumento più efficace.
Don Franco Gallo,
parroco e responsabile del C.A.M.
... I ragazzi di paese erano per i bar e per le strade. Quelli di campagna nel campo. Di fronte a questa situazione il doposcuola non
può mai sbagliare. È buono tutto.
Da “Lettera a una professoressa“
di Don Milani
3
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 4
Cosa sono i Centri di Attività
per Minori (CAM)
I CAM sono un servizio offerto alle famiglie ed ai ragazzi/e delle scuole elementari e medie inferiori di un certo territorio con la finalità principale di realizzare un punto di riferimento educativo, di sostegno e di socializzazione
attraverso varie attività.
Essi garantiscono:
• Un supporto ai ragazzi, sia per quanto riguarda lo svolgimento dei compiti, sia nella realizzazione di esperienze socializzanti con laboratori espressivi e/o manuali, uscite…
• Per le famiglie, una copertura delle ore pomeridiane per chi, per vari motivi, non può prendersi cura dei propri figli.
Sono gestiti, nell’ambito di specifiche convenzioni con il Consorzio socioassistenziale Alba-Langhe-Roero, da: parrocchie, associazioni di volontariato o culturali (Sandro Toppino, VIDES 2000, Cinema Vekkio…), ed il supporto di cooperative (Ro & Ro, Tingolo…) e scuole.
QUANTI SONO I RAGAZZI COINVOLTI
In questo anno scolastico 2006/2007 i ragazzi/e coinvolti delle scuole elementari e medie inferiori sono circa 680.
DOVE SONO UBICATI
I CAM sono ubicati in buona parte del territorio del Consorzio socio-assistenziale Alba-Langhe-Roero e precisamente:
• Area Territoriale n.1: Alba - 9 - (Campo Verde a Cristo Re, Campo
Educativo presso la Scuola G. Rodari, Duomo Elementari e Medie, Santa
Margherita, Moretta, Mussotto Elementari e Medie, Officine Pedagogiche);
• Area Territoriale n. 1: Grinzane - 3 - (Monchiero, Barolo, Grinzane
Cavour);
• Area Territoriale n. 2 Sinistra Tanaro: 11 - (Canale Elementari/Medie,
Montà Elementari e Medie, S. Stefano Roero, Castellinaldo, Govone,
4
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 5
Monticello, Spazio Aperto a Corneliano e Elementari, Piobesi);
• Area Territoriale n. 3 Destra Tanaro: 2 - (Neive, S. Stefano Belbo,
Cortemilia).
In sintesi: 25 realtà distribuite su 15 Comuni, con un coinvolgimento diverso
a seconda delle esigenze del territorio, sia come impegno del Consorzio, che
come numero di ore settimanali di apertura; in generale, servizi aperti da
ottobre a fine maggio con una continuità garantita, su base progettuale diversa, nelle attività delle varie Estate Ragazzi/Bimbi.
Nell’ambito delle politiche sociali, il nostro Ente ha sempre considerato prioritarie le attività di prevenzione minorile. Lo sviluppo dei servizi offerti si è
concretizzato con l’apertura di questi spazi per minori (supporto alla scuola,
integrazione) e con il coordinamento delle varie attività legate all’Estate
Ragazzi (più di tremila iscritti nell’anno 2006 su 29 comuni).
Numeri così significativi dimostrano l’impatto positivo sul territorio e l’alta
qualità dell’offerta: alta qualità dovuta sicuramente alla professionalità maturata dagli educatori del Consorzio e dagli operatori e volontari coinvolti in
queste iniziative. Il dialogo e la collaborazione con le associazioni di volontariato e culturali e con le parrocchie hanno creato un ambiente prezioso a
supporto di tutte le attività, ma soprattutto la possibilità, per i ragazzi, di
diventare loro stessi protagonisti. Questa pubblicazione ne è un esempio
significativo: un progetto che si concretizza in questa raccolta di favole,
sognate, pensate e scritte dagli stessi ragazzi del C.A.M. del Mussotto
(Elementari e Medie), un modo reale per essere veramente protagonisti e per
rimandare a noi adulti quanto possa essere bello sognare.
Un grazie allora in primo luogo ai ragazzi, quindi agli operatori che li hanno
seguiti, stimolati e sostenuti in questa impresa ed a tutti i volontari che, nel
corso di questo anno, hanno dedicato parte del loro tempo libero mettendolo a disposizione delle varie attività del C.A.M.
Dott. Sebastiano Cavalli
Presidente Consorzio Socio Assistenziale
Coordinamento Tecnico - Educativo dei CAM
Nicola Conti - Luca Anolli
Per Mussotto supporto educativo
Donatella Boffa
5
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 6
La fiaba
La fiaba è un racconto fantastico che trae origine dalla tradizione popolare
e ha come protagonisti indistintamente uomini e animali, reali o immaginari
(fate, maghi, streghe, gnomi, draghi, bacchette, sfere, specchi magici). Il contenuto immaginario si propone principalmente di suscitare piacere, meraviglia o emozione nel lettore. In questo la fiaba si distingue sia dalla favola,
che è una breve narrazione di fantasia che ha sempre un fine moraleggiante o satirico, sia dalla leggenda che ha argomento religioso ed eroico e collocazione in un ambiente storico parzialmente modificato dall'immagine.
Le fiabe sono state tramandate oralmente, ma c'è chi le ha raccolte e trascritte dando loro una particolare struttura come Charles Perrault in Francia, i fratelli Grimm in Germania, e ai nostri tempi Italo Calvino in Italia e Aleksander
Afanasiev in Russia. Gli inventori di fiabe sono invece il danese Hans
Christian Andersen, l'italiano Collodi (Pinocchio), l'inglese James Matthew
Barrie (Peter Pan).
LE CARATTERISTICHE DELLA FIABA
• Indeterminatezza temporale e spaziale
• Personaggi con caratteristiche precise – in genere la schiera dei buoni e
dei cattivi
• Elementi magici che aiutano oppure che ostacolano il protagonista
• Lieto fine dopo una serie di peripezie / imprese che l’eroe ha dovuto
affrontare e superare
Molto è stato scritto, in questi ultimi anni, sulla capacità della fiaba di legare culture e storie diverse. Merita dunque di essere sottolineato il potenziale
6
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 7
educativo della fiaba anche in questa veste “cosmica”. Lavorare con la fiaba
multietnica diventa allora un’esperienza educativa molto significativa, soprattutto se riusciamo ad arricchire la valenza aggregativa e partecipativa della
parola con altri codici (intenzionale, mimico, paralinguistico, cinesico…), se
coinvolgiamo tutti i partecipanti nell’interazione comunicativa, con un’intensità che riporta il racconto alle sue origini. La fiaba offre un terreno d’incontro che non ha barriere né temporali, né etniche, né d’età: l’immaginario
nutre la capacità d’immaginare, mobilita le risorse della fantasia infantile,
“crea spazio per altre cose, non utili, come la poesia, la musica, l’arte, cose
che riguardano direttamente la felicità dell’uomo e non la sua utilizzazione
in una qualsivoglia macchina produttiva”, come dice Rodari, che aggiunge:
“non credo che la fantasia sia evasione, ma uno strumento della mente,
capace di esprimere e formare una personalità più ricca”.
Se, all’interno della scuola o di altri gruppi, si creano relazioni e punti d’incontro con ragazzi e bambini di altre culture, la fiaba ci aiuta a costruire
orizzonti comuni partendo da storie diverse, ci aiuta ad affermare i valori
della società e della tolleranza: è bello raccogliere a ruota libera i frammenti e i ricordi delle diverse radici, delle origini o sollecitare il racconto di fiabe
della propria terra, magari con l’aiuto dei genitori… Questo permette di
conoscere l’immagine che l’altro porta dentro, dà la possibilità di esprimere
affetti, nostalgie, ricordi, recuperare esperienze passate in vista di situazioni
e bisogni presenti. La narrazione diventa così la possibilità di dar vita alle
emozioni, ai ricordi, alle cose vicine e lontane.
7
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 8
Tecniche di laboratorio
Il laboratorio è nato da un’idea del gruppo di animatori delle Medie e delle Elementari
del C.A.M. di Mussotto.
Siccome tra gli iscritti ci sono ragazzi provenienti da diverse etnie, Romania e
Macedonia, Marocco, Costa d’Avorio, Brasile ed Italia, si è cercato di “lavorare” per far
si che non dimentichino l’importanza delle loro culture d’origine e che si crei un rispetto
reciproco fra loro. Per questo motivo abbiamo deciso di aggiungere alle favole inedite,
alcune favole tradizionali dei vari paesi da cui provengono i ragazzi e proposto giochi
tradizionali delle varie culture.
Un altro dei motivi per cui si è deciso di proporre la realizzazione del libro è per dare
la possibilità ai bambini/ragazzi di essere “protagonisti” agli occhi della comunità in cui
vivono (scuola, famiglia, compagni), ma anche e soprattutto per renderli consapevoli di
essere in grado di “fare delle cose”.
Il laboratorio ha avuto un inizio comune per entrambi i gruppi: è stata data ai ragazzi
la spiegazione della struttura della favola e della fiaba individuandone i componenti fondamentali, cioè Protagonista, Antagonista, evento magico, ambiente e finale. Dopo questo inizio, il lavoro è stato portato avanti con fasi diverse fra elementari e medie.
GRUPPO ELEMENTARI
- Lettura della favola “Principessa Luce” (pag. 60-61), inventata da alcuni animatori di
Estate Ragazzi, facendo emergere con il dialogo emozioni e sensazioni nei bambini,
con lo scopo di far provare il desiderio di inventare, senza paura di essere incapaci
o ridicoli;
- E’ stato messa a disposizione dei bambini una serie di protagonisti, antagonisti, eventi magici e ambienti in parte proposti da loro. Dopo la scelta hanno inventato le storie
e le hanno illustrate con un disegno;
- E’ stato creato, attraverso l’utilizzo della musica, un ambiente rilassante in cui gli operatori hanno letto le favole realizzate;
- Sono state drammatizzate, in piccoli gruppi, le favole/fiabe lasciando libertà di
espressione e di esibizione di fronte all’intero gruppo;
- A ritmo di musica, in un ambiente colmo di materiale vario, ogni bambino a turno ha
contribuito alla composizione di una figura che, guardata dai ragazzi dai “quattro
punti cardinali”, è servita per dare lo spunto per raccontare una favola di gruppo;
- I bambini hanno creato un disegno, da cui a piccoli gruppi o individualmente hanno
preso spunto per inventare la favola/fiaba e raccontarla agli altri.
PUNTI FORTI
- La realizzazione di molte storie prodotte nel lavoro singolo e di gruppo;
- L’entusiasmo che hanno manifestato i bambini;
- Lo stimolo, da loro recepito, a pensare in gruppo, ragionare insieme per uno scopo
comune: “Non è la nostra storia, ma sono le nostre storie…”;
- Il laboratorio ha fatto sì che si creasse una collaborazione tra C.A.M. Elementari e
Medie.
8
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 9
PROBLEMI EMERSI
- Divergenze di opinione durante la realizzazione delle favole di gruppo;
- Individualismo;
- Aggressività nella relazione con i coetanei;
- Paura di sembrare ridicoli durante la realizzazione delle favole individuali.
SOLUZIONI ADOTTATE
- Nei lavori di gruppo l’operatore ha assunto un ruolo di “mediatore”, facilitando il confronto e la chiarificazione tra i ragazzi;
- Nei lavori singoli l’animatore ha ascoltato la favola senza porre correzioni sul contenuto, rafforzando la spontaneità dei ragazzi.
GRUPPO MEDIE
- Sono state lette favole inedite tratte dal libro “I misteri di… Favolando” per far vedere
ai ragazzi come l’esperienza proposta a loro fosse già stata “provata” da altri coetanei, ed anche per far cercare loro all’interno delle storie quelli che sono i componenti
fondamentali della favola/fiaba;
- Dopo le favole inedite, sono state lette con i ragazzi favole “famose” da loro conosciute, per farne un confronto;
- A questo punto ai ragazzi è stato consegnato un foglio “bianco”, su cui realizzare il
disegno che avrebbe dato il via alla stesura della favola inedita;
- L’ultima fase del laboratorio ha previsto che i ragazzi, a turno, andassero da un animatore o da un volontario a “raccontare” liberamente la propria favola/fiaba.
L’operatore aveva solo il compito di trascrivere quanto gli veniva raccontato, senza mai
intervenire per quanto riguardava il contenuto.
PUNTI DEBOLI
- Alcuni ragazzi, soprattutto i più grandi, hanno ritenuto che l’attività fosse “per bambini piccoli”;
- Non sempre si è verificata una corrispondenza tra il disegno, che era il primo passo
per iniziare il laboratorio, e la stesura successiva della favola;
- per arrivare alla conclusione del laboratorio, cioè alla realizzazione della favola, non
sono stati rispettati i tempi previsti in programmazione.
PUNTI FORTI
- Una volta preso coscienza del “senso” dell’attività proposta e della visibilità che il lavoro finale può dare, le iniziali difficoltà legate alla poca considerazione del laboratorio, si sono tramutate in motivazione ed entusiasmo;
- Il laboratorio ha soddisfatto l’obiettivo che gli animatori si erano posti all’inizio dell’anno: creare coesione all’interno del gruppo dei ragazzi;
- Il laboratorio ha fatto sì che si creasse una collaborazione tra C.A.M. Medie ed
Elementari.
Per completare il discorso sul ricordo ed il rispetto delle diverse culture, e per far vedere
come attraverso il gioco si possa mantenere sempre presente un discorso di integrazione, abbiamo deciso di proporre alcuni giochi tradizionali dei vari paesi del mondo da
cui provengono i ragazzi (Vedi alla fine del libro a pag. 62-63).
9
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 10
La voglia di inventare e l’immaginazione
dei bambini sono inesauribili,
come lo è la loro naturale tendenza a trasformare
ogni cosa in un gioco, in un sogno ...
Inventare è un antico gioco creativo,
affascinante e stimolante, una sfida a mettere in atto
tutte le capacità e la fantasia a disposizione.
Le favole e le fiabe scritte dai ragazzi
in questo libro accattiveranno la vostra simpatia:
l’originalità delle trame e la varietà
dei loro scenari sono unici ed irripetibili.
Vale la pena di immergersi in queste brevi creazioni,
sognando, sorridendo, lasciando libero sfogo
alla fantasia e, perché no,
decidendo di provare ad inventarne delle altre.
…Buona lettura,
e che questa magica avventura cominci!!!
10
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 11
Bus Fantasy
Un giorno Marta esce di casa e come sempre prende il bus per andare a scuola.
Una mattina Marta vede un bus diverso con su scritto “Bus Fantasy”; lei tutta
incuriosita sale e vede che alla guida non c’è nessuno; cerca di scendere
impaurita, ma la porta si chiude automaticamente e il bus parte e lei si siede
senza sapere la meta. All’improvviso si ritrova in un mondo dove c’è di tutto
tranne la sua scuola, la porta si apre e lei scende. Si guarda intorno e scopre di
trovarsi nel Medioevo: proprio il Medioevo era la materia che avrebbe dovuto
studiare per una verifica da fare a scuola. Lei però non aveva studiato, così un
popolano le dice di approfittare della situazione per apprendere il più
possibile e tornare con il “Bus Fantasy” a scuola per fare la verifica. Lei impara
molte cose, poi arriva a scuola ed esegue la verifica sicura di non aver
sbagliato. Agli amici racconta che era andata nel Medioevo grazie al “Bus
Fantasy”, che aveva trovato davanti casa sua. Marta nei giorni in cui aveva da
studiare non lo faceva e andava sempre in un mondo nuovo e bello!
Un giorno, però il “Bus Fantasy” non passa e lei si rende conto che non era
mai esistito, ma era lei che leggendo e studiando i libri di scuola, andava ogni
giorno in un mondo diverso.
Melissa Ristova
11
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 12
Gli eros e la magia
dei colori
Un giorno, Federica si trova in casa e sta disegnando un bel paesaggio con
vivacissimi colori, all’improvviso il suo disegno comincia a brillare e la risucchia
all’interno del foglio stesso.
Il villaggio che lei aveva disegnato si anima di strani personaggi, subito
incontra un simpatico vecchio saggio di nome Lin-Lin che la prende
sottobraccio e l’accompagna a conoscere nuovi amici.
Il primo che incontra è Jeism, simpatico grassone che ha sulla pancia tante
macchie di colore che, dice, servono per combattere i colori spenti che sono
proprio i colori che Federica incontra nella sua passeggiata: Forufus,
magrissimo e vestito di nero ha come suo grande desiderio colorare, con
l’amico Mamfus, anch’egli alto e magro e vestito di grigio, il mondo con colori
spenti.
Un allegro vociare attira l’attenzione di Federica verso altre amiche: Tita e
Mina, giovanissime ragazze vestite
di sgargianti colori che hanno
come scopo di colorare tutto il
mondo di colori accesi per
rendere ogni punto della terra
sempre allegro e felice.
All’improvviso però Forufus e
Mamfus si scontrano con Tita e
Mina proprio per i lori desideri di
colorare con colori spenti o
accesi.
Altri amici Freddy e Mimba
intervengono con Lin-Lin e Jeism,
per dividere i contendenti.
Federica stupita per quanto sta
accadendo urla disperata per farli
smettere ed ecco che il suo corpo
sprigiona un arcobaleno di colori
che fa crollare i cattivi colori
spenti e fa trionfare i colori accesi.
Federica attraverso il suo disegno ritorna a casa convinta di avere in sé i poteri
dei colori accesi.
Luigi D’Alesio
12
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 13
Gli ospiti misteriosi
In mezzo ad un deserto c’era un’oasi dove due persone povere vivevano in una tenda.
Erano marito e moglie, il marito si chiamava Mohamed e la moglie Fatima.
Tutte le mattine Fatima, quando si alzava al levare del sole, andava a dare da mangiare alle
due pecore che erano con loro nella tenda, da cui ricavavano il burro ed il formaggio,
oltre al latte che bevevano durante il giorno. Il marito intanto raccoglieva i datteri che
erano la base dei lori pasti.
Una notte, mentre stavano dormendo, l’oasi, dove vivevano, venne colpita da una
maledetta tempesta di sabbia e vento che costrinse i due poveretti a rifugiarsi con le due
pecore all’interno della tenda.
Nel bel mezzo della tempesta i due sentirono delle voci provenire dall’esterno della
tenda: Mohamed
impaurito decise di
uscire a vedere a chi
appartenessero:
davanti a lui c’erano
tre uomini in groppa
ai loro cammelli.
Mohamed chiese loro
che se volevano
ripararsi nella tenda e
passare la notte con
loro.
Durante la serata i tre
iniziarono a
raccontare la loro
storia, da dove venivano e perché si trovavano lì: tutto questo però, senza rivelare a
Fatima e suo marito la loro vera identità.
In segno di ospitalità i due offrirono come cena una delle due pecore che vivevano con
loro, anche se i tre “ ospiti ”non volevano, perché sapevano che Fatima e Mohamed erano
poveri e non avevano tanti viveri a disposizione.
Il giorno seguente i tre ospiti erano intenzionati a tornare a casa, ma a loro sorpresa la
tempesta non era ancora finita.
Quel giorno Mohamed sacrificò un'altra pecora in loro onore, benché i tre uomini non
volessero, sapendo che erano poveri.
Il terzo giorno gli ospiti se ne andarono.
Passato del tempo Mohamed e la moglie disperati perché non avevano più cibo, vennero
raggiunti da alcuni soldati che avevano il compito di portarli dal re del villaggio vicino.
Lì scoprirono che il re, un suddito e lo scriba erano i tre uomini, ospitati nei giorni della
grande tempesta.
Il re li ringraziò ancora, donando loro un castello con servi e rifornimenti di cibo.
E vissero tutti felici e contenti.
Meryem Boukhalfa
13
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 14
Il castello
di misselwhite
C’era una volta una ragazzina che abitava in una fattoria; un giorno, con tutta
la sua famiglia, andò a vivere in un castello: Missel White.
Questo castello si trovava in una landa sperduta in mezzo ad un bosco; Mary si
sentiva triste perché tutto era sempre buio e umido, il sole non si vedeva mai e
un’aura di mistero e di paura avvolgeva tutto. Quando Mary vide per la prima
volta il castello, si spaventò moltissimo; entrò ugualmente nelle stanze del
castello e provò ad entrare nella stanza che aveva le maniglie dorate.
Ad un certo punto in una stanza vide apparire una persona dalle sembianze in
parte di mostro e in parte di ragazzina.
Mary, spaventata come non mai, scappò via, piangendo. Tornata nella sala
principale, Mary raccontò quel che aveva visto ai suoi genitori.
Il giorno seguente, dopo una notte insonne passata pensando al mostro, in
compagnia dei suoi genitori ritornò nella stanza misteriosa. Non vedendo nulla
di strano, papà e mamma decisero di credere alle parole di Mary. Nella notte i
genitori di Mary si ammalarono
gravemente. Il mattino seguente la
ragazzina, triste e disperata per quel
che era accaduto ai suoi genitori, si
mise a cercare aiuto nel castello.
Lasciò per ultima la stanza dalle
maniglie dorate ma, alla fine, entrò
anche lì per cercare aiuto. Qui
riconobbe la sagoma e, sconfitta la
paura, chiese aiuto alla ragazzina.
Scoprì che viveva da più di cento
anni in quel luogo e che, siccome
nessuno credeva alla sua presenza,
lei faceva loro un incantesimo per
farli ammalare. Mary chiese
perdono alla ragazzina da parte dei
suoi genitori: improvvisamente
tutto si trasformò. I genitori si
risvegliarono e le due ragazzine
diventarono amiche.
Vissero tutti insieme nel castello, trasformato in luogo incantato.
Gloria Porello
14
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 15
Un oceano strano
C’era una volta, nel profondo oceano, il capo dei pesci Spirma-Bisculì che
stava per morire perché aveva 800 anni. Spirma-Bisculì aveva una medaglia
d’oro e doveva consegnarla al pesce più saggio di tutta la terra perché
diventasse il suo successore. Spirma-Bisculì, soprannominato Spibù, fece venire
tutti i pesci davanti alla porta di casa sua per porre loro alcune domande.
Dopo tanti mesi passati a fare domande Spibù si rese conto che nessun pesce
era intelligente e saggio come lui. Due settimane dopo il capo, rassegnatosi,
voleva buttare in un buco il medaglione. Mentre stava per buttarlo sentì una
voce che gli diceva: “Io sono in grado di ricevere il medaglione”; si girò e vide
un cavalluccio
marino dal corpo
blu e grigio che
propose: “Tu prova
a farmi delle
domande e io ti
risponderò!” Dopo
due giorni Spibù
dovette proprio
fare una cerimonia
per dargli il
medaglione. Il
cavalluccio marino
si chiamava Giort.
Subito dopo la
cerimonia, Giort
andò dal suo amico
Rambo, un pesce giallo con strisce nere, per dirgli che il pesce saggio gli aveva
dato la medaglia della saggezza. Il pesce sbalordito gli disse: “Ora ho un amico
saggio”. Il giorno dopo i pesci del villaggio seppero che Giort aveva ricevuto la
medaglia della saggezza che dava poteri magici.
La sera Giort andò a casa di Spibù che era morto, c’era solo un biglietto con su
scritto: “Proteggilo bene”.
Tornato a casa vide tutto in disordine e capì che qualcuno era entrato in casa
sua per prendergli il medaglione. Ora aveva un unico problema: dove
nasconderlo?
Era molto stanco e disse: “Per questa notte lo metterò sotto il cuscino”.
Il mattino seguente prese il medaglione e corse subito da Rambo per
chiedergli un consiglio su dove nasconderlo.
Intanto i pesci del villaggio gli avevano teso un imboscata e per prendere
l’oggetto magico. Scoperta l’imboscata, Giort e Rambo si misero a scappare e
tutti i pesci del paese a corrergli dietro.
Il cavalluccio correva disperato e teneva stretto al collo il medaglione;
purtroppo però il filo si strappò ed il medaglione cadde e sparì in quel buco
marino dove già lo voleva gettare Spibù prima di donarglielo.
Alberto Sandri
15
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 16
Tommaso e il verme
Un giorno un bambino di nome Tommaso andò da Agnese, un’anziana signora
che gestiva un piccolo bar, a comprare un po’ di caramelle. Prese i vermi e le
tartarughe di zucchero da 2 ?. Mentre li stava comprando, sentì qualcosa che si
muoveva dentro la scatola dei vermi. Quel verme andò proprio a finire dentro
il sacchetto delle caramelle. Il piccolo Tommaso, dopo averne mangiata una,
andò a giocare a calcio: però mentre giocava sentiva che dentro la sua tasca
qualcosa si muoveva.
Quando cercava di vedere da cosa fosse dato il movimento, questo si placava
senza che lui potesse capire. Quella precisa sera si portò a casa il verme e le
caramelle rimaste. Arrivati a casa il verme si lamentava perché era in un posto
troppo stretto e desiderava un bel prato all’inglese dove poter andare avanti e
indietro tutto il giorno senza mai fermarsi. Sentendo il verme lamentarsi
Tommy aprì il sacchetto, vide il verme a iniziò a parlare con lui. Tommaso
diede un nome al verme: Marco e i due diventarono grandi amici.
Di mattina Tommaso andava a scuola, Marco giocava nel giardino davanti a casa
e di pomeriggio giocavano assieme. Un giorno però Tommy non vide tornare il
suo nuovo amico e si preoccupò, lo chiamò per tutto il giorno, ma non lo vide
arrivare ed anche il giorno dopo non lo trovò. Dopo tre giorni, andando a
scuola, lo vide schiacciato sul marciapiede. Fece fermare il pulmino, raccolse
Marco e lo riportò a casa. Lo sotterrò nel suo giardino a da quel giorno,
sempre alla stessa
ora controllava se
fosse ritornato in
vita, ma nulla.
Tommaso tutti i
giorni metteva il
cibo nel giardino,
però purtroppo
Marco non tornò
mai più...
16
Tiago Manuel
Marino Bovero
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 17
Le tre pergamene
Tanto tempo fa, nell’antico Oriente, c’era una vecchia città chiamata
Arabisamuh, dove viveva un guerriero armato fino ai denti, che doveva
scontrarsi nelle catacombe con un guerriero cieco ma non per questo da
sottovalutare, perché astuto e agile nei movimenti e nello scansare i colpi
avversari.
Il guerriero andò ad affrontare il suo destino: giunto all’ingresso delle
catacombe incontrò un corvo che disse: “Stai attento”.
Lui ignorò il
consiglio ed,
essendo testardo
e sicuro di sé,
entrò e vide
inciso sulla porta
“se apri la porta
te la vedrai con
me”.
Il nobile guerriero
si scontrò in un
combattimento
senza interruzioni
con il guerriero
cieco e alla fine vinse.
Il guerriero cieco chiese pietà al vincitore, la ottenne ma diventò il suo servo.
Il vincitore s’impossessò di tre rotoli di pergamena magica e diventò
invincibile.
Geloso di quelle pergamene, un giorno notò il servo cieco che tentava di
rubarle, ma senza successo; essendo molto pericolose, come diceva una
profezia, in pochi giorni si polverizzarono.
Il nobile guerriero che ignorava la profezia, non ci pensò due volte e incolpò il
servo cieco, uccidendolo senza pietà.
Qualche tempo dopo si rese conto che il servo non era colpevole e pentito
decise di dedicarsi al bene, lasciando per sempre le armi e aiutando i sudditi
con tutte le sue ricchezze.
Quando il guerriero morì tutti lo onorarono per il bene compiuto.
Claudio Porello
17
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 18
L’albero dai frutti magici
C’era una volta, nel giardino di un vecchio cascinale di campagna, un albero che un
giorno si mise a produrre dei frutti strani, molto colorati e “ magici “.
Erano frutti di media grandezza, né troppo grandi, né troppo piccoli, che avevano uno
strano potere: chiunque li avesse mangiati avrebbe potuto esprimere qualsiasi tipo di
desiderio.
Un giorno Larissa e le sue amiche andarono a giocare nel giardino del cascinale:
siccome era l’ora di merenda si misero all’ombra dell’albero. La bambina, che non aveva
niente da mangiare, decise di prendere un frutto dalla pianta.
Non appena staccò il frutto “ magico “ l’albero si animò e disse a Larissa che da quel
momento aveva la possibilità di esprimere quattro desideri che lui avrebbe realizzato.
Senza pensarci nemmeno un attimo, la ragazzina incominciò a chiedere giochi su
giochi. Il secondo desiderio che espresse fu che non esistessero più gli adulti: l’albero
esaudì subito anche questo suo secondo desiderio. Come per magia, gli adulti smisero
di esistere! Come terzo desiderio Larissa chiese che sia lei sia gli altri bambini
smettessero di crescere per rimanere sempre piccoli.
I bambini smisero di crescere e all’inizio si divertirono come dei pazzi.
Il divertimento però, durò soltanto poche ore, visto che ad una certa ora la fame e
soprattutto la malinconia per i genitori iniziarono a farsi sentire.
I bambini disperati e non sapendo come fare chiamavano i genitori, ma visto che erano
spariti decisero di usare l’ultimo desiderio. Larissa tornò di corsa all’albero, magico,
prese un frutto incominciò a mangiarlo: dopo il primo morso l’albero si animò di
nuovo e chiese qual era l’ultimo desiderio disponibile.
“ … Ti chiedo come ultimo desiderio di far tornare tutto come prima e soprattutto che
tornino gli adulti
perché ci mancano
troppo!!”
Tornata a casa Larissa,
andò subito dai suoi
genitori a raccontare
cosa le era successo in
quel magico
pomeriggio e concluse
il racconto dicendo
che come ultimo
desiderio aveva scelto
che tornassero i suoi
genitori perché non
poteva stare senza loro.
Debora Mattis
18
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 19
Lo strano serpente
C’era una volta un bambino a cui piacevano gli animali.
Una sera, tornato a casa da scuola con un bel voto, al padre che gli chiese cosa
voleva come regalo disse che gli sarebbe piaciuto ricevere un animale.
Andarono assieme in un negozio di animali e comprarono una scimmietta.
Nei primi giorni la scimmietta stava sempre vicina al bambino ma, dopo
qualche tempo, iniziò a saltare ovunque sui lampadari, sul suo letto, sul
frigorifero…
Il padre allora decise di
cambiare, ritornarono al
negozio e sostituirono la
scimmia con un serpente che il
bambino chiamò subito
“Hanach”.
Dopo un anno di vita normale
il serpente impazzì e pian piano
si trasformò: gli occhi
divennero strabici, la lingua
triforcuta e gli crebbero pure
delle piccole gambe.
Vista quella trasformazione,
dopo un mese, il bambino lo
prese e visto che stava
diventando quasi un mostro,
con il padre decise di lasciarlo
libero, dato che in casa non
stava bene perché non era un
ambiente adatto a lui.
Quando andarono al negozio di rettili per comprarne un altro, il negoziante gli
disse che questo aveva reagito così perché in quella casa si sentiva solo ed
aveva bisogno di un compagno.
Ne comprarono un altro e da quel momento tutte e due i serpenti furono
felici, senza dare altri problemi.
Danilo Costa
19
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:12
Pagina 20
La bambola cattiva
In una vecchia casa all’interno di un boschetto fitto e buio viveva, lontano da
tutto e tutti, una vecchia signora, che gli abitanti del piccolo villaggio
chiamavano da sempre “La strega del bosco”. Un giorno alcuni bambini e
bambine, dopo essere entrati nel bosco in cerca di funghi, non riuscirono più a
ritrovare il sentiero del ritorno.
Venne la notte e dopo aver girovagato in cerca della strada, si trovarono
all’improvviso davanti a quella piccola e vecchia casa.
Le storie che i loro genitori raccontavano su quel posto li avevano spaventati a
morte.
Senza entrare guardarono dalla finestra e videro, alla tenue luce di una
candela, che la vecchia signora parlava con una bambola. All’improvviso lampi
e tuoni sconvolsero il bosco, gli alberi allungarono i loro rami, come lunghe
braccia, verso i bambini, che impietriti dal terrore non riuscirono a fuggire.
Tutti quanti si scagliarono a terra, abbracciati l’uno all’altro.
Il frastuono durò per alcuni minuti,
poi tutto cessò e ritornò normale
come prima: solo la casa
miracolosamente, divenne più bella
ed accogliente al punto da
convincere i bambini a bussare alla
porta in cerca di aiuto. La vecchia
signora sembrò meno brutta di come
l’avevano vista prima; li fece entrare
e li confortò con un bel bicchiere di
latte e biscotti.
La bambolina, che era sembrata la
causa di quei lampi e tuoni in realtà
era una bellissima bambolina di
stoffa, ricordo della figlia della
donna, morta da piccola.
A lei non restava altro con cui
parlare, visto che la gente del
villaggio aveva paura.
I bambini capirono che i genitori raccontavano solo delle storie e così, fatta
amicizia con la vecchia donna, da quel giorno ritornarono spesso a trovarla con
gli abitanti del paese.
Marco Porello
20
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 21
Il mostro dell’armadio
C’era una volta un bambino molto ricco che viveva in un castello con tante
stanze dove poteva correre e giocare.
In una sola camera non entrava mai, la camera dei suoi genitori; infatti, di quel
luogo aveva paura poichè pensava che nell’armadio del papà ci fosse un
mostro cattivo, ed ogni volta che doveva passare di lì per andare nella sua
camera, correva il più veloce possibile o si faceva accompagnare dalla mamma.
Di questa sua paura non aveva mai parlato con nessuno specialmente con i
fratelli più grandi, per timore di
essere preso in giro.
Una notte, mentre
tranquillamente dormiva nella
sua camera, sentì dei rumori
provenire dalla camera dei
genitori.
Piano piano, nel buio, andò nella
camera vicina e si accorse che
qualcosa si stava muovendo
dietro la grossa tenda che
copriva la finestra.
Spaventato non riuscì a fuggire,
non gli restò che aprire il famoso
armadio e nascondersi dentro
sfidando il mostro.
Nell’armadio vide che il tanto
temuto mostro altro non era che
un vecchio, lungo soprabito del
papà.
Scacciata la paura si mise a gridare attirando l’attenzione dei genitori che
arrivarono di corsa..
Il bambino era felice di vedere i suoi cari, ma lo era soprattutto perché era
riuscito a scacciare il timore del mostro, convincendosi che prima di tutto
bisogna sempre rendersi conto di persona di cosa veramente si ha paura.
Matteo Mattis
21
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 22
Il giovane del villaggio
C’era una volta un piccolo paese di contadini dove la gente viveva in povertà,
visto che l’unica risorsa che avevano a disposizione era la terra, il cui raccolto
doveva essere consegnato al signorotto del castello.
Il castello, che sorgeva in cima alla collina, dominava tutta la vallata sottostante e
il signorotto passava tutto il giorno tra feste e banchetti: invitava spesso gli altri
signori dei castelli vicini, e con loro andava spesso a caccia nei boschi circostanti.
Nel castello viveva anche una giovane ragazza, molto bella, che il conte voleva
dare in sposa al nobile o al cavaliere che avesse vinto un torneo di giochi
medioevali da lui organizzato. Lei, però, non era interessata ad alcuno di loro.
Un giorno, mentre stava andando tranquillamente a cavallo in compagnia di
alcune damigelle, il cavallo, improvvisamente, si imbizzarrì e si mise a correre
per il bosco.
La ragazza non riusciva a fermarlo, tirava le briglie da una parte e dall’altra, ma
niente, non c’era niente da fare. L’animale stava correndo verso il fiume, ma
quando tutto sembrava ormai perduto, un giovane del villaggio, che stava
pescando, e che da lontano aveva visto cosa stava succedendo, si mise a correre
verso l’animale. Con un salto si
aggrappò alle briglie del cavallo e
dopo alcuni istanti riuscì a fermarlo.
Quando la paura passò, la ragazza
svenne tra le braccia del suo giovane
salvatore che, non sapendo cosa fare,
la portò sulla riva del fiume
cercando di farla riprendere
bagnandole la fronte con l’acqua.
La contessa, quando riaprì gli occhi,
vide di fronte a se un bellissimo
ragazzo dai capelli biondi e dagli
occhi azzurri. La nobile ragazza lo
abbracciò ringraziandolo e
baciandolo con affetto.
Da quel giorno il conte del castello
cambiò il suo atteggiamento verso gli
abitanti del villaggio: diede in sposa
la contessina al giovane che l’aveva
salvata.
Da quel giorno, finalmente, regnò
nel castello e in tutto il villaggio una
grande felicità, anche perché dopo circa un anno dal matrimonio dei due
nacque un bel bambino dai ricci biondi e dagli occhi azzurri, proprio come
mamma e papà.
Puscasu Alin
22
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 23
Il parco e il
telefono magico
Quasi ogni sabato, siccome le scuole sono chiuse, nonna Carla ha il compito di accudire la nipotina
Nadia e la sua amichetta Silvia.
Le due bambine vanno nella stessa classe, la quarta elementare, da sempre sono amiche per la pelle e
abitano allo stesso piano in un grosso palazzo del centro: i loro genitori sono molto amici tra loro e
per questo le due amiche passano tanto tempo della loro giornata insieme. Studiano e giocano
insieme e spesso si fermano a casa di una o dell’altra a mangiare.
Un giorno, sabato 1 Aprile, come succede sovente, nonna Carla le accompagna nel piccolo parco
giochi vicino a casa. Li c’è un piccolo chiosco con bibite e gelati e ci sono anche lo scivolo, le
altalene, la giostra, il recinto con la sabbia e tanti altri giochi.
Visto che è un posto
sicuro, la nonna le
lascia da sole e va al
supermercato più
vicino per fare la spesa
per la settimana.
Le bambine iniziano a
giocare
tranquillamente per un
po’, ma poi, vedendo
in mezzo all’erba al
fondo del parco
qualcosa che luccica,
decidono di andare a
vedere cos’è. Con
stupore scoprono che
l’oggetto luminoso è un telefonino cellulare. Incuriosite le raccolgono e, visto che è acceso, iniziano a
premere i pulsanti: schiacciando il “tasto verde” si sente dal telefono la voce di un bambino che dice
di stare ad ascoltare le fiabe memorizzate nel telefonino.
La prima storia che ascoltano è quella di “Cappuccetto Rosso”, poi quella di “Biancaneve” e poi quella
del “Gatto con gli stivali”. Ad un certo punto, schiacciando il tasto 1, dal telefonino iniziano a sentirsi
storie nuovissime e mai sentite prima: “”Il topo che mangiava i gatti”, “Tonino l’invisibile”, “Il naso
che scappa”.
Le due bambine, impegnatissime ad ascoltare le favole, non si accorgono dell’arrivo di nonna Carla
che era venuta a prenderle per tornare a casa. Non appena la vedono le corrono subito in contro con
il telefonino ed iniziano a raccontare cosa hanno trovato, convinte di avere tra le mani un “telefono
magico”. Decidono di portarsi via il cellulare: appena uscite dal parco…sorpresa!!!!: di colpo la voce
del telefonino si blocca e inizia a sentirsi soltanto la risata di un bambino.
Il bambino che sta ridendo è il loro compagno di scuola Francesco che, visto che era il 1° aprile e che
sapeva che le due bambine quel giorno andavano a giocare al parco, aveva deciso di divertirsi alle
loro spalle facendogli uno scherzo.
Le due ragazzine subito si arrabbiarono, ma poi iniziarono a ridere
anche loro e quando arrivarono a casa raccontarono ai loro genitori
del “telefono magico” che avevano trovato.
Lisa Rivetti
23
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 24
Luisanna
Luisanna ha 10 anni, compiuti il 21 marzo ed è una ragazzina molto dolce che riesce a
rendere felice tutti con il “Gioco della Contentezza”, in cui bisogna trovare un motivo
per essere contenti sempre.
Luisanna perse la madre quando ancora era molto piccola e così fu allevata dalle
signore dell’assistenza femminile di Salisburgo con l’aiuto del papà.
Un giorno Luisanna disse alle Signore che desiderava tanto una bambola ma, pochi
giorni dopo, in un pacco invece della bambola arrivarono un paio di stampelle.
Il papà spiegò alla piccola che bisognava essere contenti di non avere bisogno delle
stampelle e pensare che la bambola è andata ad una bambina che ne aveva più bisogno,
perché stava male e quindi era molto infelice.
Qualche anno dopo anche il papà andò in cielo insieme alla mamma.
Anna, una zia materna, quando ebbe questa notizia non permise che la bambina
andasse in orfanotrofio e quindi decise di prenderla con sé.
Questa signora è una persona con il cuore indurito dalla solitudine perché un tempo
aveva avuto un marito che poi era sparito per sempre senza più farsi vedere: il dottor
Rossi.
La bambina per prima cosa fece
conoscere il suo “Gioco della
Contentezza” a tutti i suoi nuovi amici,
piccoli e grandi e tutti in breve tempo
divennero felici e contenti della vita.
Un giorno la ragazzina, andando a
scuola, fu investita da una macchina che
probabilmente lei riteneva
sufficientemente lontana.
Tutti la soccorsero e quando la
portarono a casa, dopo le cure in
ospedale, notarono che la ragazzina era
molto triste a differenza di tutti gli altri
giorni, allora Luisanna spiegò che non
trovava in questo momento niente di
cui potersi rallegrare. Così fu costretta a
spiegare a Zia Anna “Il gioco” e le
spiegò anche che non gliene aveva
parlato prima perché le aveva proibito
di parlare del padre e di conseguenza
non avrebbe potuto spiegare il gioco dettagliatamente.
La vita della zia da quel momento cambiò e fu piena di tenerezza nei confronti di tutti e
in special modo della bambina.
Francesca Chiesa
24
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 25
La guerra del 3000
Il tempo sulla Terra trascorre veloce, siamo intorno all’anno 3000, da anni
ormai altri mondi sono conosciuti e gli uni con gli altri si rendono visita
tramite le velocissime astronavi che collegano tra loro i mondi delle galassie;
alcuni sono abitati da esseri che desiderano vivere in pace con tutti; altri sono
meno buoni e cercano di approfittare di eventuali debolezze per impossessarsi
del loro pianeta. Altri ancora sono decisamente cattivi e sono sempre in guerra
tra loro per la supremazia nella galassia. Sulla terra gli abitanti sono rimasti
fisicamente come gli anni 2000,mentre altrove, a causa dell’atmosfera del loro
pianeta, si presentano sotto varie
forme anche animalesche, e per i
terrestri sono considerati dei
mostri.
Da Crimison, così chiamato perché
abitato da criminali intergalattici,
soldati armati fino ai denti e pronti
a tutto,
partono cinque navicelle spaziali e
l’astronave madre per attaccare la
terra e rubare l’Omega.it, l’ultima
arma costruita dall’uomo che rende
quasi invincibile chi la possiede.
Per ora è solo un progetto e quindi
non ancora a disposizione dei
soldati.
Sapendo dell’attacco alla terra,
partono tre scorpioni ma, non
appena giunti su un satellite
sconosciuto, vengono distrutti dall’astronave madre.
Dopo questa prima facile vittoria, puntano decisamente alla terra per rubare
l’arma. Raptor, il capo alieno ottiene subito alcuni facili successi, ma non sa
che la terra ha tra i suoi soldati il “guardiano guerriero” super armato e
davvero invincibile.
Appena entrato in guerra Raptor viene abbattuto, i suoi soldati terrorizzati
dalla morte del loro capo sciolgono la loro fila e facilmente sono sopraffatti.
L’Omega.it è salva, ma soprattutto ancora una volta è salva la terra.
Umberto Porello
25
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 26
La Mano parlante
C’era una volta una ragazza di nome Giuseppina, che abitava in una casa diroccata e
che era talmente povera che non poteva comprarsi nemmeno un pezzo di pane.
Era molto bella, aveva i capelli lunghi color oro, sapeva leggere ma non poteva
permettersi di andare a scuola. Aveva delle doti particolari, era gentile con tutti, ma
tutti la disprezzavano perché era povera, sporca e mal vestita. Era sempre triste per un
motivo ben preciso: non poteva andare a scuola.
Un giorno Giuseppina, mentre stava camminando per strada, vide delle ragazze che
stavano giocando in un cortile. Chiese loro:<<Posso giocare un po’ con voi?>> e le
ragazze le risposero <<No, perché sei sporca e soprattutto perché sei povera!>>.
Di punto in bianco le ragazze la presero per un braccio e la scaraventarono a terra:
cadendo la povera ragazza si fece un taglio in una mano, da cui per magia uscì una
voce che le disse:<<Non dargli retta, si vogliono far vedere solo perché sono
ricche>>. Giuseppina rimase stupita da cosa le era accaduto e pensò che la voce che
aveva sentito fosse dovuta alla botta: infatti, dopo essersi ripresa si alzò e la voce era
scomparsa.
Nella notte,mentre stava dormendo, la ragazza sentì di nuovo la vocina sentita nel
pomeriggio, si svegliò e vide che magicamente le sue mani stavano parlando fra di
loro. Giuseppina chiese stupita:<<Sto sognando o voi parlate?>>. Dalle mani
nessuna risposta e in un momento nella stanza tornò a regnare il silenzio.
La notte seguente le due mani ricominciarono a discutere di nuovo, ma questa volta,
alla domanda della ragazza risposero che erano delle mani parlanti che erano state
mandate da lei dal loro re Pioppo e dalla loro regina Titania.
Pioppo e Titania erano i sovrani del regno di Fiabolandia, un posto dove vivevano
creature di ogni genere che non esistevano sulla Terra. Le due mani erano state
mandate da lei per svolgere due missioni ben precise: per vedere come si svolge la
vita nel regno umano e per permettere a Giuseppina di realizzare il suo sogno, cioè di
poter andare a scuola.
Per fare questo, però, la ragazza dovrà superare una serie di prove:
andare in un castello dove vive una strega cattiva e prendere il suo scrigno magico;
cercare una principessa e sfilarle dal dito l’anello incantato;
raccogliere un fiore che abbia un petalo solo;
cercare di catturare e mettere in gabbia un criceto volante;
prendere in mano un mazzo di ortiche;
andare a Fiabolandia e incatenare un orco;
trovare la gallina che fa le uova d’oro;
trovare un’arpa magica;
rubare la sfera magica di una strega;
andare dalla regina Cassandra nel Regno Incantato e
rubarle gli orecchini magici.
26
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 27
Dopo averli rubati dovrà portarli alla regina Titania e al re Pioppo.
Senza dir niente Giuseppina uscì di casa e andò subito al castello dove avrebbe
affrontato la prima prova della serie. La affrontò con grande facilità, e lo stesso valse
per le prove seguenti, tranne che per l’ultima, che era molto difficile perché il Castello
Incantato era circondato da guardie armate che non lasciavano passare nessuno.
Perché la lasciassero passare disse di essere la cugina della regina Cassandra, e che era
li per farle visita. Una volta ottenuto il permesso di entrare, Giuseppina venne portata
dalle guardie fino alla stanza della regina, che si stava preparando per andare a cenare.
Quando la guardia disse che era
arrivata la cugina, Cassandra
rispose di non avere cugine, ma la
fece entrare comunque. La ragazza
le disse di essere che arrivava dal
regno degli umani, e che era li
per prendere un paio di orecchini
visto che era stata invitata ad una
cena importante ma non trovava
più il paio che aveva.
Cassandra ci pensò un attimo e
alla fine decise di darglieli, tanto
era talmente ricca che avere un
paio di orecchini in più o in meno
non avrebbe cambiato niente.
Giuseppina era riuscita così a
superare anche l’ultima e decisiva
prova: non le restava altro che
portare tutto a Fiabolandia come
le avevano detto le “mani
parlanti”.
Arrivata al castello grazie alle
indicazioni della mano destra e della mano sinistra andò in cerca del re Pioppo e della
regina Titania: i due sovrani presero le cose delle prove e in cambio le diedero una
borsa piena di soldi e una pergamena. Con i soldi la ragazza sarebbe stata “un po’
meno povera” e con la pergamena avrebbe potuto realizzare il suo desiderio: andare
finalmente a scuola come facevano i ragazzi della sua età.
La ragazza non sentì più “le mani parlanti” che da quel giorno erano state mandate dai
sovrani di Fiabolandia ad aiutare con la loro magia qualcun altro che era in difficoltà.
Claudia Carlisano
27
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 28
Una strada segreta
C’era una volta un bambino di nome Maurizio che viveva con suo zio
Giovanni. Un giorno decisero di fare un’escursione per i boschi.
Ad un certo punto si trovarono davanti ad un bivio. Maurizio chiese a suo zio
dove portava la strada che saliva su per la montagna.
Giovanni rispose che era pericolosa e non portava a niente, così decisero di
incamminarsi per la strada di destra.
I due conclusero la gita e ritornarono a casa. Il bambino era molto curioso e la
sera scappò per vedere dove portava la “strada segreta”.
A metà della strada incontrò due lupi che lo inseguirono.
Si mise a correre. Dopo quelle che a lui sembrarono due ore, vide un castello
bellissimo e senza pensarci entrò, mettendosi così in salvo dai due lupi.
All’entrata incontrò una fata che lo invitò a mangiare con lei e gli raccontò la
propria storia di solitudine. Tra i due nacque un’amicizia e la fata decise di
aiutarlo a tornare a casa con un incantesimo. Arrivati a destinazione, Maurizio
presentò allo zio la fata. I due diventarono subito amici e Giovanni le propose
di andare a vivere con loro.
Younes Boukhalfa
28
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 29
Una mucca con
un cuore d’oro
Un giorno c’era una mucca che pascolava serena in un prato. All’improvviso
sentì un rumore, si voltò e vide avvicinarsi un cacciatore. La mucca, presa dalla
paura, cominciò a scappare; il cacciatore iniziò ad inseguirla: più veloce la
mucca correva e più il cacciatore le si avvicinava. Quando si sentì sfinita, la
mucca si fermò, sicura di finire in padella sotto forma di bistecca. Ma si accorse
subito che il cacciatore la stava inseguendo perché aveva bisogno del suo aiuto.
Durante la
sua
passeggiata
mattutina il
cacciatore
aveva trovato
un piccolo
cucciolo di
cane, sfinito
dalla fame e
dal freddo.
Subito pensò
di avvolgerlo
nella coperta
che aveva
nello zaino, ma si accorse di non potergli dare nulla da mangiare. Si ricordò
che ogni mattina la mucca pascolava nel prato vicino alla strada verso il bosco
e pensò che il cucciolo avrebbe potuto bere un po’ di latte per salvarsi. Il
cacciatore, dopo aver spiegato la situazione, chiese alla mucca se poteva
prendere un po’ di latte. Lei, felice di poter salvare il piccolo cane, si lasciò
mungere.
Il piccolo cucciolo, dopo aver mangiato, si mise ad abbaiare e a scodinzolare
intorno alla mucca e al cacciatore. Da quel giorno la mucca e il cucciolo di
cane diventarono inseparabili. Ogni mattina il cacciatore, passando per la
strada verso il bosco, si fermava a salutare i suoi due amici, felice di aver
salvato il cucciolo e aver trovato un nuovo amico alla mucca.
Cristian Poliseno
29
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 30
TV
C’era una volta una vecchissima televisione abbandonata in un magazzino. Un
giorno un ragazzino di nome Mario entrò nel magazzino di suo zio e vide la
televisione.
Mario era un bambino molto curioso e decise di portarsi a casa la televisione
per vedere se funzionasse ancora.
Arrivato a casa, infilò la spina nella presa e, come per magia, la tv si mise a
parlare con lui. Cominciò a raccontare tutte le sue avventure: aveva viaggiato in
tutto il mondo e aveva incontrato tante persone, ma purtroppo l’ultimo
padrone l’aveva buttata via perché troppo vecchia, sostituendola con una
televisione al plasma di 26 pollici.
Mario, vedendo la televisione molto triste decise di tenersela in camera.
Un giorno il vecchio padrone della televisione vedendo che la nuova tele non
funzionava bene come la vecchia ritornò al magazzino per riprenderla. Entrato
nel magazzino non la trovò più, perché era a casa di Mario.
Il vecchio padrone cercò la sua tv e, entrato nella stanza di Mario, cercò di
staccare la spina ma la tv arrabbiata per “l’abbandono” ed essendosi legata a
Mario che l’aveva fatta funzionare di nuovo, non si staccò.
Il vecchio padrone tornò allora a casa a mani vuote e la tv e Mario si
divertirono insieme.
Come dice il proverbio: “Sai quel che lasci, ma non sai quel che trovi”
Youssef Boukhalfa
30
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 31
Il super-eroe con le ali
C’era una volta in un paese di papere un papero di nome Quaker che
trascorreva gran parte della giornata a riposare tra i canneti di un laghetto
mentre di notte si trasformava in un super-eroe: Superquaker, diventando
molto popolare nel suo paese.
Il suo vestito da supereroe era composto da una tuta bianca, come le sue
piume, il mantello azzurro e una maschera rosa.
Il suo più accanito rivale era Demarz, un grosso gallo che nella sua
trasformazione si vestiva con una tuta nera, un mantello rosso e una maschera
di colore arancione.
Un giorno un piccolo papero venne rapito e le urla di mamma papera,
disperata, svegliarono papero Quaker, che senza esitare corse velocemente
verso la papera disperata. Non appena a conoscenza di quanto accaduto si
trasformò in super papero e con i suoi superpoteri riuscì a vedere il piccolo
papero nascosto in un pollaio. A questo punto, dopo aver ingaggiato una lotta
feroce con Demarz, il super gallo, riuscì a liberare il piccolo papero che corse
veloce e felice tra le braccia di mamma papera. Quaker ritornato un papero
normale si riposò tra le canne vicino al suo laghetto preferito.
Richard Kanga
31
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 32
La poltrona parlante
In una casa c’erano una poltrona, un frigorifero e un divano. Un giorno la
famiglia Bianchi andò a fare un pic – nic in collina. Mentre non c’era nessuno
in casa, arrivò un mago di nome Geppino che, con un colpo di bacchetta
magica, fece in modo che i tre oggetti si animassero e si trasformassero in
esseri viventi.
Dopo aver fatto questo, il mago sparì magicamente nel nulla: i tre oggetti
incominciarono a rincorrersi per tutta la casa. Ad un certo punto la poltrona
disse: “E’ meglio smettere di giocare in questo modo, altrimenti rischiamo di
rompere tutti gli oggetti della casa!”. I tre oggetti, allora, smisero di giocare, e
32
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 33
in tutta la casa tornò a regnare il silenzio. Il frigorifero si mise al proprio posto
e iniziò a parlare con il divano.
La poltrona, che si sentiva esclusa, si mise in un angolo. I due oggetti come se
non fosse successo niente, continuarono a parlare e non si accorsero che la
poltrona stava piangendo.
Passarono due ore e la poltrona, che continuava a piangere, decise di spostarsi
vicino agli altri due oggetti per ascoltare i loro discorsi. I due la lasciarono
avvicinare, anche se non erano molto contenti.
Infatti, la poltrona non si limitò ad ascoltare i discorsi. Anzi, prese il
sopravvento e parlando in continuazione diventò noiosa e insopportabile.
Verso sera tornò il mago e disse ai tre oggetti di tornare immediatamente al
loro posto visto che stava per tornare la famiglia dal pic-nic.
Con un colpo di bacchetta magica il mago fece tornare tutto alla normalità con
grande gioia del frigorifero e del divano, annoiati dalla poltrona parlante.
Marzia Poggio
33
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 34
La strega buona
C’era una volta un castello isolato che attorno aveva solo boschi e una piccola
stradina. Lì viveva una strega che tutti reputavano cattiva, data la sua bruttezza
ma in realtà era molto buona. Un giorno dei ragazzi vollero fare una gita, però,
si persero a andarono a finire nel castello isolato senza sapere che vi abitava la
strega, la quale non si era fatta vedere da una vita, 23 anni per la precisione.
I ragazzi entrarono nel castello, dove videro una sala lussuosa con una scala di
legno e con un tappeto rosso. Così i ragazzi stupiti per quanto fosse pulita, si
chiesero se ci abitava qualcuno. “C’è nessuno?”, ma non ottennero risposta alla
loro domanda. Uno dei quattro ragazzi disse: “Perché non andiamo su?” e
l’amico gli rispose: “Va bene, qualcuno vada per primo”. Così salirono, arrivati
in cima alla scala videro tantissime camere così decisero si restare a dormire lì.
Durante la notte i ragazzi sentirono dei rumori e si chiesero se fossero in
trappola a causa di tutto quel lusso. Così i ragazzi scesero e videro un’ombra.
Impauriti si avvicinarono e diedero una mazzata all’ombra che subito cadde a
terra perdendo i sensi. Accesero la pila e videro una signora brutta con il
mantello nero. Presi dal panico presero la donna e la legarono alla sedia.
Appena la donna si svegliò, vide una grossa luce su di lei. Così spaventata si
mise ad urlare: “No!! Non uccidetemi!” e i quattro ragazzi spaventati le
chiesero chi fosse. Lei rispose: “Voi chi siete? Che ci fate in casa mia?!”
“Noi siamo venuti qui
per riposarci, dato
che ci siamo perduti”.
A questo punto la
strega iniziò a
raccontare la sua vita
e che per ben 23 anni
aveva curato la casa,
ma non se stessa.
Liberata, indicò loro
la strada per uscire
dal bosco e disse loro
di ritornare un
giorno. Così i ragazzi capirono che quella donna, che tutti reputavano brutta e
senza amore, in realtà era una vecchia sola che dentro al cuore aveva tanto
amore da dare agli altri.
Valentina Costa
34
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 35
Il bambino biricchino
Caterina
Giri
C’era una volta un bambino birichino che faceva sempre dei dispetti a tutti. Un
giorno andò nel bosco per raccogliere tanti frutti. Ad un certo punto, trovò una
vecchia casa. Vi entrò e non vide nessuno. Ma subito per magia comparve una fata
che sembrava molto gentile. Lui le parlò e le disse: “Sei proprio bella!”
All’improvviso però la fata si trasformò in una strega brutta e cattiva e catturò il
bambino. Per fortuna in
quel momento nel cielo
apparve un palloncino che
volava.
La strega cercò di farlo
scoppiare ma non ci riuscì
e sparì. Il bambino da quel
giorno non fu più
birichino, ma diventò
bravo e quella casa
divenne il suo posto per
giocare.
Il bambino e il lupo
C’era una volta un bambino
che giocava con le palline
colorate: gialle, azzurre,
viola, blu… Un giorno
arrivò un lupo che voleva
mangiarlo. Il bambino
voleva bere il latte che c’era
in casa, ma aveva paura del
lupo. Il lupo entrò in casa,
bevve il latte e scappò.
Dopo qualche passo, però, un albero gli cadde addosso. Il lupo tossì e sputò le
foglie, poi scappò via dalla paura.
Così il bambino poteva stare a casa felice a giocare alle palline e non aveva più
paura del lupo.
Un giorno mentre andava a scuola senza paura incontrò
il lupo e senza paura gli diede un calcio. Il lupo se ne
andò via e non tornò mai più.
Yassine Sadouk
35
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 36
Il calzolaio
C’era una volta un calzolaio di nome Gianluca che aprì un negozio in città. Un
giorno, mentre sistemava una scatola da scarpe, trovò una scarpa con un
bigliettino giallo. Incuriosito lesse il bigliettino su cui c’era scritto: “Chi mi
legge è un asino” Subito gli spuntò la coda e gli si allungarono le orecchie. Da
un orecchio uscì un topolino magico che gli morsicò la coda.
Appena lo morsicò, apparve una fata che con una magia fece spuntare un
maiale. Respirando la puzza del maiale, il calzolaio ritornò normale e ringraziò
il maiale, la fata e il topo.
Dopo un anno chiuse il negozio perché era stanco di stare da solo tra le
scarpe. Visse felice e contento, facendo il contadino tra i topi campagnoli e il
maiale.
36
Gianna Barra
e Caterina Giri
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 37
Il pesciolino
Maha
Boukhalfa
C’era una volta una bambina che abitava in una casa vicino al mare. Nel mare
nuotava un pesciolino che era tanto bravo, ma c’era anche un cattivo fantasma
nero. Il fantasma spaventava il povero pesciolino e lo fece uscire dall’acqua. Il
pesciolino piangeva, così
la bambina, che si
chiamava Serat, prese il
pesciolino in mano, lo
rimise in mare e lui
tornò felice. Allora il
cattivo si arrabbiò, se ne
andò a casa e non uscì
più. Così Serat e il
pesciolino furono felici.
Il bambino e il topo
C’era una volta un bambino che si chiamava Leonardo. Aveva un cappello a
punta e un bel vestito azzurro. Era sempre felice, ma un giorno a casa arrivò
un topo brutto e
grigio: Leonardo urlò
per la paura, ma il
papà del bambino
uccise il topo. Così
Leonardo diede un
bacio al papà e dormì
felice.
Shiam Boukhalfa
37
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 38
Il fantasna
C’era una volta un fantasma che voleva spaventare un cane di nome Kim che
abitava in una casa nel bosco. Quando calava la notte il fantasma correva,
urlando vicino alla casa di Kim: il povero cagnolino era così terrorizzato che,
sotto le coperte, tremava come una foglia.
Il fantasma continuò a urlare per molte notti finché decise di rapire Kim,
perché voleva un po’ di compagnia. Una sera entrò nella cameretta del cane e
lo afferrò; Kim piangeva così disperatamente che lo si poteva udire da molto
lontano. L’elefante Ciccio lo sentì e corse in suo aiuto: con la sua proboscide
soffiò verso il fantasma e riacciuffò Kim.
Allora Ciccio chiese perché il fantasma avesse rapito il cagnolino e il fantasma
rispose che si sentiva solo e per questo soffriva molto. Kim sentendo la triste
storia del fantasma, decise di perdonarlo e diventò suo amico. Da quella notte
Kim, l’elefante Ciccio e il fantasma si incontrarono per giocare insieme.
Cristian Caracciolo
38
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 39
Il mago cattivo
C’era una volta un mago cattivo che voleva distruggere il mondo perché ogni
uomo aveva il suo Dio e lui era geloso. Infatti avrebbe voluto dominare il
mondo ed essere il re di tutti.
Da un altro pianeta arrivò una fata che con le sue sorelle aveva un potere
magico, ma il mago non lo sapeva. Un giorno le fate videro che lui distruggeva
i fiori, gli alberi, l’erba e capirono che era cattivo. Allora la fata Genevienne con
la sua bacchetta colpì il mago e lo trasformò in pietra, così non avrebbe fatto
mai più del male.
Tutto ritornò come prima: gli uccellini cantavano, i fiori nascevano e tutti
erano felici con il loro dio.
Salma Sadouk
39
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 40
La bicicletta
C’erano una volta in un prato un cane, un fiore e un bambino di nome Luca.
Ad un certo punto la pioggia fece scendere le goccioline e il sole scese giù a
dormire, lasciando il posto alle nuvole. Allora Luca scappò dal prato in fretta e
dimenticò la bicicletta.
Il giorno dopo il bambino tornò nel giardino, si arrabbiò perché gli avevano
rubato la bicicletta e decise che avrebbe picchiato il ladro. Ogni giorno Luca
tornava a cercare la sua bici nel prato, ma non la trovava mai.
Un giorno gli uccellini che vivevano in un nido su un albero del giardino,
videro Luca e dissero: “Cip cip, cipi cipi la tua bici è qui sull’albero. È stato il
ladro cattivo a nasconderla qui. Se prometti che non picchierai il ladro, ma lo
perdonerai ti riportiamo giù la bici volando.”
Così Luca fu felice. Da quel giorno divenne attento e non lasciò più la bici nei
prati.
Francesco Riso
40
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 41
Pallino e Jessica
C’era una volta una bambina che si chiamava Jessica. Amava navigare sul mare
con la sua barca: guardava i pesciolini che saltavano nell’acqua, gli uccellini
che volavano nel cielo e si divertiva un sacco. A volte un pesciolino di nome
Pallino la bagnava tutta, ma solo per giocare.
Un giorno, mentre navigava, arrivò un pirata cattivo che si chiamava
Barbalunga: Jessica era terrorizzata. Il pirata vide la bella bambina e se ne
innamorò. Con un cannone sparò una rete per catturarla, ma non la colpì.
Allora si arrabbiò e urlò forte: “Voglio prendere quella bambina! Voglio che sia
mia moglie!” Quindi prese un’altra rete, la catturò e la chiuse nella sua nave
legata ad una sedia. Jessica era triste perché non poteva fare niente e non
riusciva a vedere gli uccellini.
Il pesciolino Pallino che di solito giocava con lei vide la barca di Jessica vuota e
si preoccupò; allora chiese aiuto agli altri pesciolini e insieme andarono alla
ricerca della bambina.
I pesciolini colorati trovarono la barca del pirata Barbalunga e per salvare
Jessica saltarono dentro. Subito si trasformarono in pesci grandi e mangiarono
Barbalunga e i suoi aiutanti. Poi Pallino liberò Jessica. La bambina lo ringraziò
e lo portò a vivere a casa sua. Vissero così felici e contenti.
Carola Cigliutti
41
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 42
Capitan Caramella
C’era una volta un capitano che viveva insieme ad alcuni amici su una barca.
Un giorno scoprirono un’isola che custodiva un tesoro. Capitan Caramella,
dato che era molto avaro, uccise tutti i suoi amici. Il giorno dopo naufragò e
rimase in acqua per molto tempo. Alla fine, le potentissime onde lo portarono
sulla riva dell’isola. Capitan Caramella aveva ancora con sé la mappa del
tesoro.
Girò per settimane e finalmente trovò il posto dove era nascosto il tesoro:
dentro a una buia e misteriosa caverna, che per lui, però, era estremamente
affascinante. Il tesoro era sorvegliato da uno spaventoso ciclope che scoprì la
presenza di capitan Caramella e lo imprigionò nella caverna. Inoltre solo il
ciclope aveva la forza di aprire la porta che conduceva al tesoro: di notte il
capitano poteva ucciderlo, però poi non avrebbe potuto impadronirsi del
tesoro.
Allora il capitano mise la sua spada nel fuoco e accecò il ciclope che,
spaventato e molto arrabbiato,
sfondò la porta. Il capitano
rubò in fretta lo scrigno del
tesoro e scappò
immediatamente. Si costruì
una barca, se ne andò a casa
sua e diventò il più ricco della
terra. Un giorno mangiò
tantissime caramelle, fece
indigestione e morì.
Ionut Ionescu
42
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 43
La realtà dei sogni
C’era una volta un bambino che si chiamava Leonardo. La sua mamma gli
raccontava sempre delle storie prima di andare a dormire e Leonardo voleva
sapere se erano realtà oppure favole inventate.
Un giorno arriva un mago che legge nel pensiero e vuole aiutarlo: esaudisce il
desiderio del bambino e lo fa entrare nella casa dei sogni. Leonardo vede tutti i
personaggi delle fiabe che la mamma gli raccontava e capisce che le storie della
mamma sono vere nella casa dei sogni.
Però, viene subito catturato da uno stregone che lo circonda di serpenti
spaventosi. Il mago gli dà un aiutino facendo strisciare i serpenti sui muri.
Allora lo stregone alza un muro altissimo attorno al bambino imprigionandolo.
Ma il mago trasforma il bambino in fantasma, così Leonardo passa attraverso il
muro, si libera e diventa di nuovo bambino.
Dopo, Leonardo trova una porta altissima, la apre e, stupito, si ritrova nella sua
favola preferita con la madre, il padre e i nonni che, festeggiando, lo prendono
in braccio e lo portano a casa.
Il mago dà una lezione allo stregone che viene catturato dai serpenti e
costretto a ballare con loro per sempre, senza poter smettere. Il mago diventa
lo zio Luca che dà tutti i poteri del mondo al bambino, dicendogli di usarli
quando sarà in pericolo.
Lorenzo Rabellino
e Stance Angelov
43
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 44
L’uomo palloncino
C’era una volta una bambina simpaticissima che camminava vicino al mare su
un mucchio di pietre colorate. Un giorno le venne in mente un ballo e
cominciò a danzare. Ma una strega, nascosta tra le onde, la trasformò in un
uomo palloncino per l’invidia dell’armonia che la bambina creava con i suoi
movimenti. Così a causa della sua leggerezza l’uomo palloncino non poteva
più sincronizzare i suoi movimenti.
Una farfalla chiamata Stilli vide la scena e disse all’uomo palloncino che ogni
anno passava di lì un pesciolino magico e colorato che aiutava chi era in
difficoltà. Il palloncino si tranquillizzò un po’, pensando che sarebbe stato
aiutato. Passavano i giorni, ma il pesciolino non arrivava. L’uomo palloncino
era sempre più triste e Stilli lo rincuorava con voce buona e gentile. Le cantò
anche una canzone: “Vedrai palloncino la tristezza passerà
E la bella ballerina tornerà…”
Al tramonto il pesciolino guizzò nell’acqua e chiese alla farfalla chi fosse e da
dove venisse l’uomo
palloncino. Stilli gli spiegò
tutto e il pesce disse: “Che
confusione!”
Allora la farfalla diventò una
fata, il palloncino tornò la
bambina e la strega fu
trasformata in una scoglio
verde. Vissero così felici e
contenti con la magia fra i
denti.
44
Martina Scarzello
e Lucia Barra
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 45
La ballerina
C’era una volta una ragazza di nome Francesca che amava ballare. Tutti i giorni,
quando parlava, diceva le cose ballando. Si sentiva sempre allegra e felice.
Un giorno arrivò un buffo folletto con un cappello rosso, una lunga barba e
scarpette a punta. Era un folletto zoppo e le disse: “Io sono piccolo e goffo, ma
sono molto bravo a ballare, anche se sono zoppo. Se vuoi ti insegnerò a ballare
con tanti passi e trucchi, così sarai in armonia con il tuo corpo. Non imparerai
per essere vanitosa, ma per creare movimenti che rendono felice chi ti vede.”
Passarono molti
giorni e il
folletto le disse:
“Sei pronta per
iniziare il corso
di ballo.”
Ballarono,
ballarono e
ballarono e
Francesca entrò
così in un
mondo magico
chiamato
Fantastopoli
dove tutto era musica e ballo. In questo mondo viveva un uccello nero che
iniziò a odiare Francesca perché ballava meglio di lui. Allora le fece un
incantesimo e la rese debole e senza forze. Ogni giorno peggiorava sempre
più. L’unico rimedio era ridere tanto.
Il folletto sapeva che, per aiutarla, doveva fare la danza dello storpio per 2
giorni di seguito. Per uno zoppo la danza dello storpio era una faticaccia, ma
per aiutare Francesca, danzò per lei. Siccome era molto buffo, lei rise a più
non posso.
L’uccello si arrabbiò e volò via e Francesca poté tornare a ballare e insegnare il
ballo a tutte le bambine. Il folletto che era zoppo perché da tanto tempo non
ballava, guarì e diventò un bravissimo ballerino.
Chiara Pescarmona
45
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 46
L’albero e il cigno
C’erano una volta un albero dai rami particolari e un cigno. Era estate e il sole
non smetteva mai di riscaldare. Così l’albero a poco a poco seccava e il cigno,
che lo andava a trovare tutti i giorni, gli disse: “Non preoccuparti, tra poco
arriverà l’inverno! Ti aiuterò anch’io con un po’ d’acqua”
Il giorno dopo l’albero ricevette la visita del cigno che arrivò con un secchio
d’acqua al collo e lo rovesciò contro di lui. Nonostante ciò, il terzo giorno,
all’albero si trasformarono i rami. Infatti l’albero era enorme e assorbiva
immediatamente tutta l’acqua.
Il quarto giorno non resistette più e si piegò su un lato.
Arrivò l’inverno e il cigno era molto contento per il suo caro amico albero.
Purtroppo lo trovò morto. L’acqua del cigno, però, arrivò alle sue radici e
l’albero capì che per lui c’era ancora una possibilità.
Alin Sorin
46
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 47
Il sole biricchino
C’era una volta un sole che guardava ogni giorno le montagne. Non contento
di ciò che vedeva sempre, allungò i suoi raggi più in basso e vide tre splendidi
cigni che sguazzavano nell’acqua.
Un giorno, però, arrivò una nuvola che fu punta da uno dei suoi raggi e gli
disse: “Attento! Controlla i tuoi raggi!” Ma il sole rispose: “Vattene brutta
nuvola grigia!” Allora la nuvola si mise a piangere disperata. I cigni si accorsero
che pioveva e dissero: “Ma cosa sta succedendo? Un minuto fa c’era il sole ed
ora piove. Il sole e la nuvola Grigina staranno di nuovo bisticciando!”
Allora si rivolsero al sole e a Grigina: “Non litigate: non serve a niente!” Poi,
per porre fine al litigio, i cigni incominciarono a spruzzare l’acqua del lago
addosso alla nuvola Grigina che scappò a piangere da un’altra parte. Il sole
tornò al suo posto in alto nel cielo, smettendo di fare il birichino. Così i cigni
poterono ricominciare a prendere il sole nel loro laghetto.
Lorena Bettino
47
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:13
Pagina 48
L’uccello topo
C’era una volta un bambino che voleva andare in piscina, ma era nuvoloso.
Finalmente dopo un po’ le nuvole andarono via e lui andò in piscina.
Mentre nuotava, vide passare vicino all’acqua una rondine e disse: “Che
bell’uccello!” Ma subito si spaventò perché l’uccello era in realtà un topo, che
si era messo una maschera da rondine.
Il topo andò vicino all’acqua e spaventò il bambino saltandogli addosso e
torcendogli il braccio. Il bambino urlò perché aveva tanto male e pianse tanto.
Mentre il topo continuava a girargli attorno, due pesciolini, Molly e Titti,
sentirono il bambino che piangeva e uscirono fuori dall’acqua e subito
spruzzarono delle bollicine d’acqua in faccia al topo e lui scappò via.
Il bambino, felice per l’aiuto dei pesciolini, li ringraziò e tornò a casa contento.
Alessia Poggio
48
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 49
Il pirata
C’era una volta Giacomino, un pirata dei Carabi, che voleva impadronirsi di un
tesoro, ma un ricco signore che abitava da tanto tempo nell’isola non glielo
lasciava prendere.
Un giorno Giacomino decise comunque di andare nell’isola con la sua nave;
quel giorno, però, c’erano troppe onde che lo portarono in un’altra isola. Il
pirata scese dalla barca e scavò per un mese. Solo allora si accorse che l’isola
era sbagliata. Allora prese la nave e andò nell’isola giusta.
Appena arrivò, il ricco signore gli ficcò una coltellata nell’occhio. Da quel
giorno Giacomino divenne cieco e tra il pirata e il signore scoppiò una guerra.
Dopo alcuni anni Giacomino ripartì per andare a prendere il tesoro; questa
volta, però, arrivò di notte e nel cielo brillavano le stelle. Il signore stava per
sparare a Giacomino, quando le stelle gli fecero scoppiare il fucile in mano e
lui svenne. Il pirata Giacomino prese il tesoro e scappò prima che il signore si
svegliasse. Così riuscì finalmente a navigare verso casa con il tesoro.
Davide Costa
49
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 50
Il pagliaccio e il fiore
C’era una volta un pagliaccio che amava giocare con le palline: si esercitava
tanto e faceva numeri strani e spettacolari. Un giorno però gli caddero le
palline durante uno spettacolo e la gente si mise a ridere. Così lui corse via,
piangendo e provò, provò, provò finché nessuna pallina gli cadde e diventò
imbattibile.
Un giorno stava facendo una lunga passeggiata tra le cascate quando vide un
bel fiore: avrebbe voluto prenderlo, ma poi decise di non farlo per non far del
male alla natura. Arrivò un’ape che gli disse che aveva fatto bene a non
prenderlo e che avrebbe avuto una bella esperienza. Poi, però, l’ape divenne
cattiva, gli disse che aveva fatto male a non strappare il fiore e lo punse con il
suo pungiglione. Il pagliaccio si mise a piangere, ma arrivò una farfalla che con
la sua saliva lo fece guarire. Così il pagliaccio poté tornare a giocare con le sue
palline felice e contento.
Martina Scarzello
50
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 51
Il re e la regina
senza le mani
C’erano una volta un re e una regina che vivevano in un castello molto grande
con le mura di pietra e un grosso portone, ma senza finestre. Quando
passeggiavano nel parco del castello erano felici ed innamorati. Ma quando
entravano nel castello erano tristi perché non c’erano finestre e non potevano
vedere il parco.
Inoltre un giorno, un ladro entrò dal portone e rubò la corona alla regina che
divenne triste. Il re le disse di stare tranquilla: anche senza corona sarebbe
stata sempre la regina. Ma lei piangeva, piangeva e ancora piangeva. Un folletto
che viveva in un albero la sentì e decise di fare una magia. Disse alla regina:
“Uno, puoi riavere la corona per fare la regina. Due, puoi avere le mani per
accarezzare il re. Tre, puoi avere le finestre al castello per guardare fuori
abbracciata al tuo re. Ora scegli: un due tre, dimmi quello che vuoi te!”
La regina rispose: “Voglio avere le finestre al castello per vedere fuori tutto
quello che c’è”
Il folletto disse: “Poiché vuoi veramente bene al re, sarai accontentata e
guarderai il regno con lui”
Così la regina visse senza mani e senza corona, ma felice perché poteva
guardare il mondo abbracciata al suo re.
Safae Sadouk
51
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 52
GIROTONDO DI TUTTO IL MONDO
Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi,
per quelli rossi come il carbone,
per quelli rossi come il mattone,
per quelli gialli che stanno in Cina,
dove è sera se qui è mattina,
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci,
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa,
per quelli che stanno di qua o di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani.
(Gianni Rodari)
52
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 53
Il mostro del formicaio
Questa storia deve essere raccontata a voce bassa, sussurrandola nell’orecchio.
Psiuuuuu…
Comincio a raccontare…
Un giorno una piccola formica si spaventò moltissimo per l’ombra di una foglia di banana,
entrò di corsa nel formicaio e disse sottovoce all’orecchio di un’amica:
- C’è un mostro terribile là fuori!
L’altra formica, anche lei impaurita, uscì correndo dal formicaio e disse all’orecchio di un’altra:
- Scappiamo, sta arrivando il mostro del
formicaio!
A sua volta questa mormorò all’orecchio di
un’altra:
- Aiuto! Arriva il mostro del formicaio!
E in un baleno la notizia passò da un
orecchio all’altro, da un’antenna ad
un’altra e si sparse il terrore fra le piccole
formiche.
Si dicevano l’un l’altra:
- E’ la fine del mondo, è la fine del nostro
formicaio!
Il mostro è già arrivato! Moriremo tutte!
Piene di paura, le formiche si radunarono
nella sala del consiglio per decidere
insieme che cosa fare e avvertirono il loro
re:
- Maestà, maestà, bisogna fare qualcosa, il
nostro formicaio è in pericolo!
Poi andarono a chiamare i ministri e
dissero loro:
- Vi preghiamo, dobbiamo subito fare qualcosa, oppure moriremo tutti qui dentro! Il mostro è
ormai dentro il formicaio!
Allora i ministri proposero:
- Dobbiamo stare calmi e cercare di uscire dal formicaio tutti insieme.
Le formiche fecero appello a tutto il loro coraggio e tremanti e silenziose, in fila una dietro
l’altra, uscirono dal formicaio.
Appena fuori sospirarono di sollievo e si passarono l’un l’altra la buona notizia:
-Il mostro del formicaio è rimasto chiuso lì dentro.
Siamo salve! Siamo salve!
Psiuuuu… La nostra storia è finita!
Favola della tradizione brasiliana raccontata
e scritta da Tiago Manuel Marino Bovero.
53
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 54
La cattiveria di Rina
C’era una volta in un villaggio, tanto tempo fa, una famiglia che viveva felice. Un giorno, però,
la mamma di Lussi morì.
Zaccaria non sapeva cosa fare perché Lussi era troppo piccola, allora si sposò con una
bellissima donna che si chiamava Rina. Lui andava a cacciare mentre Rina stava a guardare la
casa e intanto trattava male la piccola bambina.
Un giorno la cattiva Rina convinse il marito Zaccaria a mandare via di casa Lussi con una scusa:
il cibo che lui cacciava non bastava per tutti.
Zaccaria, il mattino successivo, con una scusa portò la bambina nel bosco e la lasciò li. Lussi,
che non aveva niente con sé, a mezzanotte, dopo tutto il giorno che girava, vide una luce che
proveniva da una casa: entrò, rubò un po’della roba che c’era da mangiare e scappò via. In
quella casa vivevano 7 fratelli che, accorgendosi che qualcuno era andato a rubare, decisero di
rimanere svegli a vedere chi era.
Scoprirono che era una ragazza e le chiesero perché faceva questo. Lussi raccontò la sua triste
storia ai 7 ragazzi, che decisero di ospitarla nella loro piccola casa. La bambina, per ringraziarli,
da quel giorno iniziò a preparare da mangiare e a riordinare la casa mentre gli altri erano al
lavoro: per loro era diventata come una
sorella.
Quando Lussi diventò grande tutti volevano
sposarla, ma lei non sapeva chi scegliere
perché erano tutti bravi e gentili con
lei………….
Favola della tradizione
marocchina raccontata da
Meryem, Youssef e
Younes Boukhalfa
e scritta in originale con l’aiuto di
Said Boukhalfa.
54
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 55
Padre e figlio
Tanto tempo fa vivevano da soli ai margini della foresta un padre con suo figlio. Erano molto
poveri e il bambino non poteva andare a scuola perché doveva aiutare il padre nel suo lavoro
di boscaiolo. L’uomo era preoccupato per il futuro del figlio e si chiedeva ogni giorno:
- Chi insegnerà a mio figlio a leggere e a scrivere?
Come imparerà ad essere onesto, educato, sincero se non potrà avere un’istruzione come tutti
gli altri?
Il padre si disperava e infine pensò ad una soluzione:
avrebbe educato lui stesso suo figlio insegnandoli tutto quello che sapeva: a leggere e a
scrivere, prima di tutto e poi i valori dell’onestà, dell’onore e della verità.
Con pazienza ogni giorno il padre insegnava al figlio qualcosa di nuovo e lo vedeva crescere e
imparare.
Osservava anche il comportamenti del
bambino e talvolta lo sgridava per le cattive
azioni, le bugie, la pigrizia….
Aveva trovato un modo molto efficace per
segnalare i suoi errori: il sistema dei
chiodi. Se il figlio faceva un errore più
grave o un’azione malvagia, il padre
conficcava nella stanza del bambino un
chiodo più grosso; se l’errore era meno
grave, il chiodo era invece corto e sottile.
Passò il tempo, il ragazzo cresceva,
imparava e sbagliava come tutti i ragazzi
della sua età e il padre diventava sempre
più vecchio e stanco.
Un giorno il ragazzo si fermò a osservare la
porta della sua stanza e si accorse che vi
erano conficcati moltissimi chiodi, alcuni
più grossi e tanti altri più piccoli. Allora
ripensò tutte le volte che il suo
comportamento non era stato giusto e
corretto e al dispiacere che questo aveva provocato a suo padre. Decise da quel momento di
procedere in senso inverso: avrebbe tolto un chiodo dalla porta tutte le volte che avesse fatto
una cosa buona.
E così fece: ogni volta che faceva un’azione di cui era fiero, toglieva un chiodo piccolo o
grande.
Favola della tradizione rumena raccontata da
Petronela Alexa, mamma di Ionut Ionescu.
55
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 56
La giraffa vanitosa
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e
snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne
ma da tutti gli animali era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava
aiuto a chi glielo chiedeva. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua
bellezza agli uni e agli altri dicendo: - Guardatemi, io sono la più bella. Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era
troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta. Un giorno la scimmia decise di darle una
lezione. Si mise a blandirla con parole che accarezzavano le orecchie della giraffa: - Ma come
sei bella! Ma come sei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere... - E
così dicendo, la condusse verso la palma della foresta.
Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che stavano in alto
e che erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo
ancor di più, non riusciva a raggiungere il frutto. Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul
dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad afferrare il
frutto desiderato. Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa: - Vedi, cara mia, sei la
più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri
animali.
La giraffa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a
rispettarli.
Favola della
tradizione africana
raccontata da
Richard Kanga.
56
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 57
I PROTAGONISTI DI “FIABOLOSO...
Il laboratorio Favoloso”
…quelli delle ELEMENTARI
…quelli delle MEDIE
RISO Francesco
PORELLO Marco
SANDRI Alberto
MATTIS Matteo
MATTIS Debora
BARRA Gianna
GIRI Caterina
3a Elementare
3a Elementare
3a Elementare
RABELLINO Lorenzo
CARACCIOLO Cristian
3a Elementare
3a Elementare
SCARZELLO Martina
COSTA Davide
BARRA Lucia
IONESCU Ionut
NEBUNU Alin Sorin
CIGLIUTTI Carola
4 Elementare
5a Elementare
5a Elementare
5a Elementare
5a Elementare
2a Elementare
ANGELOV Stance
POGGIO Alessia
SADOUK Safae
BOUKHALFA Maha
3a
3a
3a
1a
Elementare
Elementare
Elementare
Elementare
SADOUK Yassine
BOUKHALFA Siham
PESCARMONA Chiara
SADOUK Salma
BETTINO Lorena
1a
1a
4a
4a
4a
Elementare
Elementare
Elementare
Elementare
Elementare
a
BOUKHALFA Younes
KANGA Richard
1a
1a
1a
1a
Media
Media
Media
Media
1 Media
a
POGGIO Marzia
PORELLO Gloria
CHIESA Francesca
1a Media
1a Media
1a Media
1a Media
RIVETTI Lisa
CARLISANO Claudia
COSTA Danilo
1a Media
1a Media
2a Media
POLISENO Cristian
D’ALESIO Luigi
PORELLO Claudio
2a Media
2a Media
3a Media
3a Media
BOUKHALFA Youssef
BOUKHALFA Meryem
BOVERO Tiago
COSTA Valentina
PORELLO Umberto
3a Media
3a Media
3a Media
3a Media
RISTOVA Melissa
PUSCASU Alin
3a Media
3a Media
57
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 58
Il lavoro è stato coordinato
dagli operatori:
BALOCCO GIUSEPPINA
animatrice del C.A.M. Elementari
MASCARELLO MIRIAM
animatrice del C.A.M. Elementari e studente in Scienze dell’Educazione
presso l’Università di Savigliano
RICCARDI ALICE
animatrice del C.A.M. Medie e laureanda in Comunicazione
Interculturale presso l’Università di Torino
SCHINCA ROBERTO
animatore del C.A.M. Medie e laureando in Scienze dell’Educazione
presso l’Università di Torino
…poi prese il burattino sotto le braccia e lo posò in terra, sul pavimento della stanza, per farlo camminare.
Pinocchio aveva le gambe aggranchite e non sapeva muoversi, e
Geppetto lo conduceva per la mano per insegnargli a mettere un
passo dietro l’altro.
Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché, infilata la porta di casa,
saltò nella strada….
(Carlo Collodi)
58
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 59
Il TRENO DEI BAMBINI
C’è un paese dove i bambini
hanno per loro tanti trenini,
ma treni veri, che questa stanza
per farli andare non è abbastanza,
treni lunghi da qui fin là,
che attraversano la città.
Il capostazione è un ragazzetto
appena più grande del fischietto,
il capotreno è una bambina
allegra come la sua trombettina;
sono bambini il controllore,
il macchinista, il frenatore.
Tutti i posti sui vagoncini
sono vicini ai finestrini.
E il bigliettaio sul suo sportello
ha attaccato questo cartello:
«I signori genitori
se hanno voglia di viaggiare
debbono farsi accompagnare».
Gianni Rodari
59
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 60
La principessa Luce
C’era una volta una principessa che viveva con la sua mamma in un grande palazzo di cemento, in
una città di cemento, dove tutto era cemento. Il papà non c’era, la mamma a Luce aveva detto che
lavorava lontano. La bambina indossava stracci ed era sempre ricoperta di farina.
Luce era gentile e buona con tutti ma era sempre triste perché la sua mamma Lucilla, per paura
che frequentasse brutte compagnie, non la lasciava mai uscire. Luce ogni giorno, stava ore e ore
affacciata alla finestra della sua camera ad osservare il paesino che si trovava al di là delle colline;
era talmente affascinata da quel paesino così colorato e pieno di vita, che un giorno non riuscendo
a frenare la sua curiosità, decise di non andare a scuola senza dire niente alla mamma.
Uscì di casa come tutte le mattine con lo zainetto in spalla, salutò Lucilla con un bacio e le disse
che non avrebbe fatto tardi. Mentre camminava per il sentiero che l’avrebbe portata al paesino,
Luce pensò alla bugia detta alla mamma e per un momento pensò di tornare indietro, ma udì le
risate di alcuni bambini, provenire dal bosco e decise di proseguire. La bambina arrivò in quel
boschetto e vide molti bambini e la sua compagna Fantasia che stavano raccogliendo le fragoline di
bosco. Luce non capendo chiese: “perché raccogliete le fragoline? Non dovreste essere a scuola?”.
Fantasia che aveva raccolto più fragole di tutti, disse: “le nostre mamme oggi ci hanno detto di
venire nel bosco, perché è tempo di raccogliere queste fragoline che ci fanno tanto bene. Ma tu,
Luce, perché non sei andata a scuola?”.
Luce raccontò ai bambini perché non era andata a scuola e che aveva dovuto dire una bugia alla
mamma e dopo aver spiegato tutto alla sua compagna ed ai suoi nuovi amici, giocarono tutti a
palla. Mentre giocavano, le galline che razzolavano nel bosco, mangiarono le fragoline raccolte e
quando vennero scoperte, i cestini erano completamente vuoti. I bambini erano disperati perché
non sapevano cosa raccontare alle mamme; Luce disse che l’unica soluzione era raccontare la
verità, ed anche lei avrebbe raccontato che non era andata a scuola.
Arrivata la sera Luce tornò a casa e non mangiò, allora la mamma stupita, chiese cos’era successo e
perché non aveva appetito. Luce disse alla mamma: ”mamma devo dirti una cosa… oggi non sono
andata a scuola”. La mamma su tutte le furie domandò: “ma come è possibile? Ti ho accompagnata
fino al fondo della via, dove sei andata?”. Luce raccontò tutta la storia, ma Lucilla era troppo
arrabbiata e mise Luce in punizione nel palazzo. Passarono i giorni, Luce era sempre più triste,
guardava dalla finestra il paesino che le piaceva tanto sperando di ritornarci. Lucilla, vedendo la
figlia mogia, decise di accontentarla e così presero la carrozza alla volta del paesino.
Luce scese dalla carrozza, era una vera principessa, con il vestito e le scarpe di seta azzurre,
guardata e ammirata da Fantasia. Subito, furono presentati a Lucilla, i bambini del paesino. Fantasia
invitò Luce e la mamma a pranzo, dopo tutti insieme andarono nel bosco trovando le famose
60
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 61
fragoline, che le galline invece di mangiare, avevano portato in una casetta di legno.
Luce e la mamma, si trovarono così bene nel paesino, che decisero di abbandonare il palazzo in
cemento per una nuova casetta nel verde. La madre di Fantasia, parlò loro di una casa di un
principe ormai disabitata, ma mai nessuno era riuscito a raggiungerla. Mentre seguivano le
indicazioni date, s’imbatterono in una tempesta di ghiaccio, che gelava il sangue nelle vene, e per
sfuggire al freddo che le stava congelando si rifugiarono in una grotta.
Si trovarono davanti a un imponente labirinto, fatto di siepi altissime che modificavano il percorso,
anche se prese dalla paura non si fermarono.
Dopo un lungo vagare, videro tantissimi ragni che camminavano in fila, decisero di seguirli
sperando che li conducessero da qualche parte e infatti trovarono l’uscita.
Quando furono fuori le siepi, dietro Luce e Lucilla, si chiusero su se stesse bloccando il passaggio,
e davanti a loro vi era un’altra caverna dentro la quale il caldo era insopportabile e aumentava
sempre di più. Ad un certo punto Luce, sfinita, si appoggiò alla spalla della mamma, ma le scappò
un urlo: una specie di sanguisuga l’aveva morsicata e cercava di scappare; Lucilla rapidissima la
pestò, scoprendo che da queste bestie fuoriusciva una grande quantità di aria fredda. Così per
resistere al caldo insopportabile, usarono le bestie che affollavano le volte della grotta. Poco dopo,
imboccarono una scala ripidissima che le portò in un tunnel, dove la temperatura era più bassa.
Incontrarono una strega che sconfissero con la forza della luce scaturita dal bene che si volevano
mamma e figlia; evitarono una famiglia di cattivissimi e superlunghi serpenti, nascondendosi
nella parte opposta della caverna, fra le tenebre.
Infine si presentò loro un enorme scarabeo con la bocca spalancata, le due stavano per fuggire
pensando che le volesse divorare quando la bestia disse: ”non fuggite sciocche! Per proseguire
dovrete risolvere un indovinello, al quale mai nessuno è riuscito a rispondere. Luce e Lucilla
riuscirono in questa impresa.
Dallo scarabeo ne uscì uno più piccolo, con una chiave enorme. Le due avventuriere continuarono
con la chiave e uscite dalla caverna, trovarono un giardino fiorito, nonostante fosse pieno inverno.
Attraversarono il giardino e si trovarono una grande porta di bronzo, su cui erano incise favole di
fate; una volta entrate trovarono con immenso stupore il papà, vittima di un incantesimo.
E vissero tutti e felici e contenti in un mondo di fiori, colori, sole, farina, stracci colorati e tanto,
tanto amore.
Hanno contribuito alla realizzazione di questo racconto i seguenti animatori
Davide Giri, Nicola Testa, Denise Quadrumolo, Francesca Giri,
Francesca Saglietti, Antonello Paruolo, Giuseppina Balocco
61
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 62
Giochi
ROMANIA
GLI UOMINI NERI
Gioco di movimento, da farsi in uno spazio aperto. In mezzo al campo viene tracciato un grosso
cerchio in grado di contenere tutti i giocatori, mentre agli estremi vengono tracciati due cerchi più
piccoli. I giocatori si mettono in fila davanti al conduttore che sussurra nell’orecchio un numero
da due a tre o ( a due di loro) le parole “uomo nero”. Tutti quanti si spostano nel cerchio in mezzo
al campo. Il conduttore pronuncia: “è l’una e gli uomini neri non arrivano”, quindi ogni giocatore si sposta di un passo senza uscire dal cerchio, cercando di capire chi sono i due uomini neri.
Sono le due… sono le tre e così via fino a quando il conduttore lancia l’allarme “sono le cinque
e i due uomini neri arrivano”, i due uomini neri partono all’inseguimento dei compagni che devono mettersi in salvo nei cerchi agli estremi del campo. Chi viene toccato prima dell’arrivo nel cerchio, ritorna dal conduttore che fa la somma dei numeri assegnati ai bambini. Il gioco riprende da
capo dopo aver cambiato i numeri e i due uomini neri, termina quando tutti sono stati inseguitori e il vincitore è l’uomo nero che ha fatto più punti.
INELUSUL
Gioco per i più piccoli. Un giocatore viene bendato mentre una decina di compagni si affollano
intorno a lui, toccandolo con l’indice della mano destra. Il giocatore afferra un compagno e se sa
a chi appartiene il dito deve urlare: “via di qua”, tutti tranne quello preso devono allontanarsi. Il
giocatore bendato deve riconoscere il compagno toccandogli la faccia e i capelli, se non lo riconosce ha ancora due possibilità con altri due compagni. Il gioco viene ripetuto fino a quando non
sono stati bendati tutti i giocatori.
RUSSIA
IL BOSCO DELLE VOLPI
Gioco di movimento, adatto a un numero elevato di bambini divisi in tre gruppi: gli alberi, le volpi
e i conigli. Gli alberi si spargono nel campo, fermi e a braccia larghe a distanza l’uno dall’altro,
attorno a loro viene tracciata una linea irregolare che va a significare il confine del bosco. I conigli si raggruppano da una parte, le volpi dall’alta.
Al via i conigli scappano correndo nel bosco, se vengono toccati dagli alberi (che agitano le braccia, si abbassano ma non si possono muovere con i piedi), devono fermarsi per 5 secondi, altrettanti secondi si fermano se volpi o conigli escono dal bosco (possono essere presi). Il coniglio
preso deve fermarsi nella zona predisposta. Il gioco continua fino a quando sono stati presi tutti
i conigli; si può alternare le squadre nei ruoli scambiando gli alberi con una delle altre due ma
non è possibile alternare le 3 squadre perché gli alberi catturerebbero solo le volpi. Vince chi ha
impiegato minor tempo nel catturare gli avversari.
62
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 63
CONGO
KAMESHI NE MPUKU
Gioco movimentato, anche in uno spazio non molto grande. Tutti i giocatori meno due (il topo e
il gatto) si dispongono lungo quattro righe parallele distanti un paio di passi fra loro. I giocatori
sono disposti sulle righe uno accanto all’altro con le braccia tenute larghe all’altezza delle spalle.
Al via il gatto deve catturare il topo tra le file, senza attraversare una fila ma solo correre tra una
fila e l’altra. Quando il conduttore urla: “mpuke ekali” le file si spostano a sinistra passando da
orizzontali a verticali, facendo cambiare la direzione al topo e al gatto. Se il topo viene preso in un
minuto vince il gatto altrimenti il punto viene assegnato al topo.
EGITTO
IL SILENZIO E’ D’ORO
I giocatori sono seduti in cerchio, due di loro vengono nominati capitani delle rispettive squadre.
Al via il capitano della prima squadra deve compiere un gesto che deve essere ripetuto esattamente (altrimenti vi è una penalità) dal proprio compagno che lo ripete quando gli viene toccato il
ginocchio; tutto deve essere fatto in silenzio se no la squadra avrà 5 punti di penalità. Quando il
conduttore dice: il silenzio è d’oro, si scambiano quattro o cinque giocatori per squadra compreso, vince la squadra con minori penalità.
CINA ED EMIRATI ARABI
L’AQUILA E I PULCINI
Gioco per i più piccoli. Due giocatori vengono nominati l’aquila e la gallina, mentre gli altri sono
pulcini. L’aquila deve acciuffare i pulcini, la gallina deve proteggerli. La gallina difende i pulcini
chiamandoli per nome, ogni pulcino deve attaccarsi alle spalle della gallina, l’unico modo per non
essere preso. Il pulcino catturato deve sedersi ai bordi del campo. Il gioco termina quando tutti i
giocatori sono stati gallina e aquila; vince la gallina che ha protetto più pulcini e l’aquila che ne ha
catturati di più.
MALESIA
RAM, RAM, RIP
Gioco di concentrazione realizzabile ovunque. Un giocatore tiene le mani aperte distese davanti a
sé, gli altri devono appoggiare il dito indice della mano destra. Il giocatore pronuncia RAM, RAM
e un suono a caso, quando dice RAM, RAM, RIP, il giocatore deve afferrare le dita dei compagni.
Chi viene preso o toglie il dito quando non si pronuncia RAM, RAM, RIP, ha una penalità. Il gioco
continua cambiando i ruoli, vince chi ha minor penalità.
63
libro favole:Layout 1
1-06-2007
17:14
Pagina 64
Il lavoro è stato realizzato con il contributo di:
Parrocchia Natività Maria SS. - Mussotto d’Alba
Consorzio Socio Assistenziale Alba - Langhe - Roero
Rotary Club Alba - Bra
…ed è stato supportato dal prezioso aiuto dei volontari:
BRUSCO SILVIA
4a Superiore al Liceo Scientifico di Alba
CASETTA MARGHERITA
3a Media a Mussotto
ANDALORO VALERIA
3a Media a Mussotto
Finito di stampare nel mese di giugno 2007
Litografia Tipografia «l’artigiana» - Alba
(Carlo Collodi)
FIABOLOSO... IL LABORATORIO FAVOLOSO
…- Bada, Pinocchio! I ragazzi fanno presto a promettere,
ma il più delle volte fanno tardi a mantenere.
- Ma io non sono come gli altri:
io, quando dico una cosa, la mantengo.
- Vedremo. Caso poi tu disubbidissi,
tanto peggio per te.
- Perché?
- Perché i ragazzi che non danno retta ai consigli
di chi ne sa più di loro, vanno sempre incontro
a qualche disgrazia.
- E io l’ho provato! - disse Pinocchio. Ma ora non ci ricasco più.
Parrocchia
Natività Maria SS.
Mussotto d’Alba
Consorzio
Socio Assistenziale
Alba - Langhe - Roero
Fiaboloso...
Il laboratorio Favoloso
C.A.M.
2007
Cyan Magenta Giallo Nero
“Don Lorenzo Milani”
MUSSOTTO D’ALBA