Sponsor - Nagaifans
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Sponsor - Nagaifans
Stella di Fleed per il Fantastico Mondo di Go Nagai (http//:www.nagaifans.it) LA VOCE DELLO SPONSOR In Giappone il costo per la realizzazione di una serie a disegni animati è in buona parte sostenuto dagli sponsor, in genere società produttrici di giocattoli che recuperano il sostanzioso investimento grazie alla vendita dei prodotti legati alla serie. In fase di progettazione gli autori devono così scendere a patti sia con la produzione che con lo sponsor e spesso il potere di quest’ultimo è tale da influenzare le scelte di sceneggiatori e mecha designers. Proviamo allora a immaginare qualche caso pratico calandoci nella realtà nagaiana anni ’70 dove lo sponsor potrebbe aver chiesto….. v d’introdurre il Boss Robot in Mazinga Z e il robot Junior in Grande Mazinga v d’inserire tre robot trasformabili anziché un solo robot in Getter v di creare Jeeg come robot magnetico e quindi smontabile v di far entrare sulla scena di Goldrake i veicoli ausiliari o di cambiare l’assetto del Centro Ricerche il tutto con il duplice scopo di sostenere l’audience e diversificare la produzione immettendo sul mercato un costante flusso di nuovi giocattoli. E che dire poi quando il prodotto derivato dall’anime entra nell’anime, divenendo parte integrante dello show che lo ha generato? Guardate ad esempio l’episodio 44 di Goldrake “Un segreto dalla preistoria”… E’ l’1/8/1976. Durante una festa (matsuri) Actarus e ….ed ecco la maschera di Midori si avvicinano alle Goldrake nella sua bancarelle dove, accanto alle confezione! maschere tradizionali, sono in vendita quelle di Goldrake e Getter. ….oppure l’episodio 66 “Sotto il livello del mare”, dove i personaggi fungono da testimonial anticipando di oltre vent’anni il “Truman Show” di Peter Weir. E’ il 2/1/1977. L’episodio di capodanno inizia con Actarus che incoraggia un esultante Mizar a far volare un aquilone con l’immagine di Goldrake. Actarus: Sei pronto? Corri più veloce che puoi! …ed ecco l’aquilone in una Mizar: Bene! pubblicità giapponese Actarus: Attenzione…via! dell’epoca! Mizar: Hahaha, yahoo! Actarus: Benissimo, continua così! Mizar: Si è sollevato, evviva! evviva! Actarus: Bravo! E’ interessante notare come queste pubblicità semiocculte non fossero collocate nel corpo o al termine dell’episodio bensì all’inizio, per sfruttare al meglio il momento in cui era garantita la presenza del maggior numero di potenziali consumatori. Stella di Fleed per il Fantastico Mondo di Go Nagai (http//:www.nagaifans.it) Certo che a porre la questione in questi termini la storia perde il pathos e gli eroi la poesia, ma dai fattori economici non si puo’ prescindere: insomma, per dirla con l’idioma d’oltre manica, business is business. Agli autori e all’intero staff va la nostra stima per aver saputo gestire un insieme di delicati equilibri (tempi, budget, audience, vendite) con impegno e serietà lasciando trasparire, a tratti, la passione. Lo sponsor di Goldrake è la grande ditta giapponese Bandai o più precisamente Popy, una sottobranca della Bandai fondata nel 1971 per produrre giocattoli ispirati a serie televisive, film e anime. A partire dal 1972 sotto il marchio Popinica (risultante dalla fusione delle parole Popy + minicar) furono commercializzati i modellini in metallo dei veicoli usati nelle serie televisive, come la moto del popolarissimo eroe Kamen Rider, il motociclista mascherato ideato da Shotaro Ishimori. Nel periodo 1975-1976 Popinica produsse, tra gli altri, anche i giocattoli ispirati alla serie Ufo Robot Grendizer, il nostro Goldrake. Eh sì, nel progetto originale il TFO di Alcor era proprio di colore bianco-blu-rosso come si può vedere nel disegno preparatorio qui a destra. La scelta del colore giallo - giustificata da un miglior contrasto con i cieli diurni - fu successiva, ma a quel punto la produzione del giocattolo era già stata avviata. TFO PA60 - cm 8,5 E poiché siamo in vena di quesiti irrisolti potremmo anche trovare una spiegazione alla strana modalità di trasferimento di Actarus dall’astronave al robot. Ricordate i due famigerati mezzi giri della poltrona? Per giustificarne l’esistenza qualche fan s’è inventato soluzioni tecnicamente ardite “la manovra attutisce l’urto della discesa e permette al sedile di staccarsi dal nastro di trasporto del disco per attaccarsi a quello del robot”, mentre Nagai in un’intervista (Parigi FNAC des Halles, 19/6/99) preferì buttarla sull’ironia: “E’ possibile che la prudenza, dovuta alla sua origine extraterrestre, lo inducesse a guardarsi le spalle!” E se invece provassimo a chieder lumi allo sponsor? DUKE PIT PA67 - cm 7 Chi si fosse domandato come mai Actarus - dopo aver distrutto la moto nel primo episodio - si trovi a guidare uno strano veicolo a tre posti (e tre ruote) armato di tutto punto e in grado di precipitare dal dirupo senza disintegrarsi, troverà qui a sinistra una possibile risposta. E’ curioso notare come per tutta la durata della serie Actarus in moto vesta sempre abiti civili, tranne che nell’episodio 44 “Un segreto dalla preistoria” (ancora lui, bella coincidenza davvero) dove indossa la tuta spaziale proprio come nel modellino! DUKE BUGGY PA62 - cm 11,5 Centro Ricerche Prima versione SPACE DEVELOPMENT RESEARCH BASE PA63 – cm 13 Centro Ricerche Seconda versione Per finire, il Centro Ricerche Spaziali prima versione, riprodotto fedelmente con tanto di cupola, torretta e montato su ruote. I fianchi si aprono rivelando la sezione interna dotata di un piccolo arsenale e, come nella serie TV, le chiuse della diga celano l’uscita di Goldrake dalla quale è possibile lanciare un piccolo modellino argentato; sulla torretta non manca il TFO di Alcor Un bel giocattolo, ma all’episodio 42 “S.O.S dal Centro Spaziale” ecco che il Centro Ricerche cambia assetto: di sicuro una delle cause fu la guerra (se contro Vega o per l’audience non ci è dato saperlo); un’altra probabile ragione erano le pressioni dello sponsor poiché in conseguenza del calo di ascolti (l’ep. 42 raggiunge la punta minima dell’intera serie) si temeva o si era verificata una flessione nella domanda di giocattoli legati alla serie. E così l’immagine a sinistra, tratta da una pubblicità dell’epoca, ci mostra la torretta di lancio del Centro seconda versione con i tre nuovi velivoli ausiliari (Goldrake2, Delfino Spaziale, Trivella Spaziale) che decollano veramente grazie ad un meccanismo a molla! J Stella di Fleed per il Fantastico Mondo di Go Nagai (http//:www.nagaifans.it) Con il marchio Popy erano prodotti in Giappone i modellini dei robot, altresì detti “chogokin” (il termine pare sia stato inventato da Go Nagai per definire la superlega metallica di Mazinger Z). Alla fine degli anni ’70 i robot Bandai giunsero in occidente seguendo una strana rotta. Con il nome generico di “Shogun Warriors” furono infatti Gli “Shogun Warriors” Mattel lanciati dalla Mattel sul mercato USA dove ottennero un discreto successo. Dagli USA all’Europa il passo è breve e tra la fine del 1978 e l’inizio del 1979, in concomitanza con la seconda tornata di episodi di Goldrake, ebbe inizio la vera invasione: si materializzò nelle vetrine dei negozi italiani un frastornante, aggressivo esercito di robot sconosciuti, una compagine minacciosa che gettò confusione anche tra le file degli addetti ai lavori, come dimostra la didascalia che accompagnava l’immagine a destra: i due robot nella foto sono il Grande Mazinga (non Goldrake!) e Rydeen (Yusha Rydeen, 4/4/75-26/3/76) due perfetti sconosciuti per l’Italia del 1978. Bandai, fine anni ’70. Un’operaia intenta a caricare l’arsenale di un Danguard gigante. A prescindere dal caos imperante il Goldrake “Shogun Warrior” Mattel di 60 centimetri esisteva davvero (L. 23.000 nel 1978) con il braccio sinistro potenziato da un dispositivo lanciamissili inesistente nella versione giapponese che era invece predisposta per essere inserita nell’enorme astronave in scala. Catalogo Mattel dicembre 78: “Sono arrivati gli invincibili difensori della Terra: con Goldrake e Raydeen rivivi gli appassionanti duelli dei tuoi eroi televisivi” E parlando di astronave con robot estraibile non può mancare in questa rassegna il “Grandizer Saucer” Mattel (L. 19.900 nel 1979) che popolava i sogni dei bambini italiani nonché gli incubi dei loro genitori. Tre anni prima lo stesso modellino veniva prodotto in Giappone da Popy con il nome “Chogokin GA37 DX Grendizer”. L’astronave su ruote concepita per contenere al suo interno il Goldrake di 60 cm. e dotata nella parte superiore di maniglie per ospitare il bambino dimensioni reali è Il Grandizer Saucer Mattel. Il robot (14 cm) è in metallo, lancia il maglio perforante e può impugnare l’alabarda spaziale. L’astronave è in plastica; spara lame rotanti, missili perforanti e premendo un bottone si apre dietro per facilitare l’entrata e l’uscita del robot; questo particolare riporta alla luce un antico quesito. Come mai nella sigla iniziale (e solo lì) Goldrake esce dal retro dell’astronave anziché da davanti come La strana uscita di invece accade in tutti gli episodi della serie? Goldrake dal retro Vi consiglio di provare a estrarre il modellino di dell’astronave nella sigla Goldrake da questa astronave e vedrete che da iniziale della prima serie. davanti esce sì, ma con fatica, mentre dal retro….esce benissimo! J