prospettiva famiglia • discriminazioni e questione omosessuale

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prospettiva famiglia • discriminazioni e questione omosessuale
PROSPETTIVA FAMIGLIA • DISCRIMINAZIONI E QUESTIONE OMOSESSUALE
Res publica
Davvero c’è in Italia un clima di intolleranza sociale nei
confronti della comunità omosessuale? Vediamo i fatti.
C’è qualcuno che oggi ha il coraggio di dire pubblicamente che l’omosessualità è un comportamento moralmente discutibile? Se lo fa, deve attendersi un linciaggio
morale e, se non sta attento alle parole, anche una denuncia. Al contrario, chi strizza l’occhio all’omosessualità e
cerca di accreditarla come una normale espressione della
Sempre più spesso la cronaca porta alla ribalta
notizie in cui gli omosessuali vengono presentati
come vittime di un sistema sociale e culturale
che ancora non li accoglie pacificamente. Ma è
davvero così? Facciamo il punto della situazione e
poniamoci una domanda: ma chi discrimina chi?
di Silvio Longobardi
Uno sguardo più attento alla realtà offre un’immagine
molto diversa. L’omosessualità appartiene ormai alla res
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Quante inutili polemiche sono state fatte sulla canzone di
Povia all’ultimo Sanremo! Quante altre canzoni ammiccano all’omosessualità? C’è forse qualche film che mette
in cattiva luce l’omosessualità, giocando sul possibile legame tra omosessualità e pedofilia oppure sulla violenza,
verbale e fisica, che avviene all’interno della coppia gay?
Non accade forse il contrario, e cioè che possiamo stilare
un lungo elenco di pellicole che esaltano l’omosessualità,
presentandola come il luogo degli affetti e della fedeltà,
proponendo nello stesso tempo l’immagine di coppie etero segnate dal silenzio e dalla menzogna? Qualcuno grida
allo scandalo?
Non tutti sanno che nel secondo Governo Prodi la sinistra ha cercato di far passare una legge che prevedeva la
“reclusione fino a tre anni chiunque incita a commettere
o commette atti di discriminazione”, compresa quella fondata sull’orientamento omosessuale. La vigilanza dei cattolici, presenti nei diversi schieramenti, ha impedito che
questo decreto diventasse legge. Se ciò fosse accaduto, la
libertà di espressione sarebbe stata pesantemente penalizzata. Anche il solo fatto di affermare che l’omosessualità
è un comportamento sbagliato, potrebbe essere imputato
come atto discriminatorio.
Bastano quattro imbecilli, che fanno della violenza il
loro mestiere, per far gridare all’untore, per aprire dibattiti sull’omofobia, per invocare leggi in difesa dell’omosessualità. Come se in Italia ci fossero persone di buon
senso che approvano gli episodi di violenza contro gli
omosessuali, come se quei fatti fossero solo l’inizio di
nuova “notte dei cristalli”. La violenza ha una sola madre
– la stupidità – ma spesso ha molti padri. E certi fautori
della tolleranza dovrebbero guardare più spesso nel loro
passato, se vogliono trovare le radici di quella violenza
predicata e praticata, in nome di un rinnovamento.
L’intolleranza ha tante altre manifestazioni, spesso ha per
oggetto persone disabili, altre volte, e più spesso ancora,
sono le donne ad essere vittime di violenza sessuale. La
cronaca non è purtroppo piena anche di violenze perpetrate contro i minori? In tutti questi casi la protesta rimane
debole voce che a malapena trova spazio in qualche angolo del giornale. Non è così, quando ad essere ferita è la
comunità omosessuale. In questo caso, ogni pur minimo
gesto di riprovazione viene letto come un attacco alla legittima libertà sessuale, come espressione di quel mostro
che si chiama omofobia. La lobby omosessuale si mostra
compatta e riesce, grazie ad un’attenta regia, a trasformare i singoli fatti in un evento mediatico, l’evento in caso
giudiziario e il caso in problema sociale. Tutto questo avviene anche grazie ai media sempre più compiacenti che
danno ampia pubblicità alla notizia, proponendo l’immagine degli omosessuali come vittime del sistema.
lei restava quello tra un uomo e una donna. Una bestemmia, da quelle parti. Chi discrimina chi? C’è qualcuno che
vuole portare in Italia lo stesso modello culturale che in
nome della tolleranza, favorisce il trionfo di nuove e più
pericolose forme di intolleranza.
Balle, dirà qualcuno. Forse. Ma questo è un film già visto.
In Svezia esiste una legge che ha permesso di condannare
ad un mese di carcere un pastore protestante, colpevole
di aver ricordato il duro e negativo giudizio che la Scrittura riserva all’omosessualità. In Gran Bretagna nel 2007
è stata approvata una legge che impone a tutte le agenzie
che si occupano di adozioni internazionali di accettare anche le domande presentate dalle coppie gay. In Spagna, un
giudice che non ha voluto controfirmare l’atto di adozione
di una coppia omosessuale, è stato rimosso dall’incarico.
L’elenco potrebbe continuare.
publica, è diventata un diritto costituzionalmente garantito, uno stile di vita non solo da rispettare ma anche da
promuovere. Ricordate il caso dell’omosessuale senegalese? Correva l’anno 2007. Non aveva regolare permesso
di soggiorno, per evitare il rimpatrio dichiarò di essere
omosessuale e che questa condizione nel suo Paese era
punita con la reclusione. La Suprema Corte accolse l’appello, riconoscendo che “l’omosessualità è espressione
del diritto alla realizzazione della propria personalità”.
vita sessuale, viene applaudito. Chi discrimina e chi è discriminato?
Qualche mese fa, la cronaca rosa ha riportato il caso di
Carrie Prejean, giunta seconda nell’edizione 2009 di Miss
Stati Uniti. Il motivo che le ha fatto perdere lo scettro,
secondo i sostenitori e gli oppositori della giovane, va
ricercato nell’affermazione che il matrimonio ideale per
Un antico e sempre valido principio che in nome della
carità impone di denunciare il peccato e di accogliere il
peccatore. La questione omosessuale va affrontata con
sapienza: con la discrezione dovuta alla dignità di ogni
persona; e con la necessaria chiarezza per evitare che la
verità venga nascosta o soffocata. Caritas in veritate. Anche in questo ambito.
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