teatro - IIS Paglietti
Transcript
teatro - IIS Paglietti
TEATRO La nascita del teatro è strettamente connessa alla sfera del sacro, in particolare alle pubbliche feste e cerimonie religiose. Tale fu l’origine anche del teatro greco, prima di definirsi nei due generi della tragedia, intesa come rappresentazione di vicende mitiche e dolorose, e della commedia, intesa come rappresentazione di tipi reali spesso visti nei loro aspetti ridicoli, nei loro difetti. Nel teatro greco gli attori indossavano delle maschere diverse a seconda del tipo di personaggio interpretato. I latini ereditarono le forme greche della tragedia e della commedia, ma elaborarono anche forme originali, come il mimo, una narrazione comica o tragica ispirata a fatti quotidiani e recitati senza maschera. Nel suo definirsi, il teatro si costituisce sempre più nelle sue componenti di testo teatrale e di messa in scena, rappresentazioni. In altri termini, nella storia del teatro si verifica il passaggio progressivo da copioni approssimativi, semplici scalette o canovacci, a copioni ben definiti, scritti in genere dallo stesso regista, che si possono leggere come un romanzo. Il testo teatrale collabora a creare una forma di narrazione più ampia che è la rappresentazione teatrale, alla quale concorrono la regia, la recitazione, la scenografia, le musiche, le luci, ecc. Canovacci: testi che descrivono solo la trama lasciando il dialogo e l’azione scenica all’improvvisazione degli attori. IL TEATRO DEL CINQUE – SEICENTO Dopo un lungo periodo di decadenza, è solo nel XVI secolo, sull’onda del recupero dei classici operato degli umanisti, che tornano in auge la commedia, i cui massimi esempi sono la mandragola (1518) di Niccolò Macchiavelli (1469/1527) e la Lena (1528) di Ludovico Ariosto (1474/1550), e la tragedia, come Sofonisfa (1524) di Gian Giorgio Trissino (1478/1550), mentre si afferma il dramma pastorale con l’Aminta (1573) di Torquato Tasso (1544/1595). Si tratta di un teatro di corte, ovvero finalizzato all’intrattenimento e allo svago delle corti signorili, in cui assume per la prima volta importanza la scenografia. 1 COMMEDIA DELL’ARTE Carattere più popolare ha invece la Commedia dell’Arte, un tipo di teatro girovago, irriverente e giocoso, che si avvale di maschere fisse. La Commedia dell’arte fu creazione esclusivamente italiana, nacque verso al metà del Cinquecento. Queste compagnie divennero famose in tutta Europea: in Francia, in Inghilterra, in Germania ebbero un successo enorme. La Commedia dell’Arte si basa principalmente sul mestiere, sulla professione (arte) dell’attore. Il dialogo tra gli attori è interamente improvvisato e si sviluppa su una traccia (canovaccio). Vi erano inoltre delle tirate (monologhi) che si adattavano a qualsiasi situazione, utilizzate dai personaggi che svolgevano ruoli seri: gli innamorati, i vecchi padri, i dottori pedanti, i soldati fanfaroni. Gli Zanni (servi comici) invece, sulle cui buffonate s’incentrava la maggior parte dello spettacolo, si servivano di scherzi, lazzi e burle (intere scene erano intrecciate sullo scherzo). Essi potevano sviluppare a loro piacere la situazione comica di una commedia purché riprendessero il canovaccio là dove era stato interrotto. Ciò richiedeva grand’abilità e ingegno. Gli attori erano contemporaneamente danzatori, acrobati, cantanti, mimi. La gestualità era essenziale perché indossavano maschere che impedivano la visione dell’espressione facciale: il gruppo era formato da attori che recitavano sempre lo stesso ruolo al punto da identificarvisi totalmente. L’attore diventava così la maschera; la maschera diventava l’attore che abbandonava talvolta il proprio nome per assumere quello del personaggio. 2 Un gruppo teatrale era formato solitamente da: ? Un soldato vile e spaccone, reincarnazione del Miles Gloriosus di Plauto (commediografo latino, 250/184 a.C.). Egli si presentava con titoli altisonanti come Spezzaferro, Spavento ecc., molto spesso parlava spagnolo; ? I servi comici, chiamati zanni. A loro spettava sviluppare l’azione. Le caratteristiche mutavano da regione a regione. Si trovavano almeno due servi comici in ogni scenario; uno astuto e scaltro che aveva il compito di ordire l’intrigo, l’altro sciocco e ingenuo. Si contrapponeva Brighella, Scapino o Pezzettino con Arlecchino, Pulcinella con Meo Patacca; ? Altri personaggi giocavano i ruoli dei gelosi, dei confidenti, degli innamorati…. Una compagnia poteva essere composta da un minimo di dieci attori (due zanni, due vecchi, quattro innamorati, una servetta, un capitano) fino a venticinque o più attori. Essi portavano con sé i propri costumi e un palco che veniva allestito nei villaggi e nei paesi dove si fermavano. Le compagnie più famose venivano invitate nei palazzi dei nobili. La Commedia dell’Arte influì sul teatro europeo. Nel clima della controriforma, la commedia costituisce una delle manifestazioni più vivaci d’opposizione al conformismo letterario imposto dalla Chiesa. 3 L’ETA’ BAROCCA In Europa durante l’età barocca si svolge la più grande stagione teatrale di tutti i tempi. In Spagna è l’epoca di Pedro Caldeòn de la Barca (1600/1681) e di Lope de Vega (1562/1635). In Inghilterra, sotto il regno di Elisabetta I, si apre una grande stagione teatrale che culmina con l’opera di William Shakespeare (1564/1616), la cui statura letteraria è data anche dalla straordinaria capacità di analisi e di rappresentazione dei conflitti delle lacerazioni che albergano nell’animo umano. L’eroe shakespeariano, per esempio, è in continuo dialogo con la propria coscienza nel dramma Amleto (1600/01). Shakespeare aveva già raggiunto la piena maturità con Romeo e Giulietta (1594/95), una delle storie d’amore più famose di tutti i tempi. In Francia rinasce la tragedia, ad opera di Pierre Corbeille (1606/1684) e di Jean Racine (1639/1699), mentre la commedia viene rinnovata dal grande commediografo Jean Baptiste Poquelin, in arte Molière (1622/1673). Molière fu dapprima uno dei tanti capi-comici girovaghi, poi, in seguito ad un fortunato debutto a Parigi nel 1658, divenne il commediografo ufficiale della corte di Luigi XIV. Le sue commedie rivelano un’acuta disposizione all’indagine realistica sui costumi del suo tempo, così spietatamente nei loro aspetti più ridicoli e grotteschi. In particolare Molière prende di mira l’ipocrisia religiosa, come nel Tartufo (1664), una delle sue opere più rappresentate. Il misantropo, l’avaro, il borghese gentiluomo, le donne saccenti, il malato immaginario…….sono farse feroci contro gli ipocriti, i falsi devoti, l’avarizia, la gelosia, la presunzione, i falsi pudori, l’adulazione….. 4 IL TEATRO DEL SETTECENTO In Italia il secolo XVIII vede la nascita, accanto ai teatri di corte, dei primi teatri stabili cittadini, aperti al pubblico pagante. A Venezia nascono in questo periodo diversi teatri nei quali sono rappresentate per il piacere del pubblico borghese, opere in musica. Durante il Carnevale, però, si può assistere anche a spettacoli in prosa, soprattutto canovacci della Commedia dell’Arte, che attirano un pubblico più eterogeneo. E’ in questo conteso che Carlo Goldoni (1707/1793) procede alla riforma della Commedia dell’Arte: abbandono dell’improvvisazione da parte degli attori (è il regista ora a scrivere le commedie per intero, comprese le battute degli attori); rinuncia alle maschere, per portare sulla scena personaggi tratti dalla vita reale: nuova attenzione ai dialoghi, dal momento che ad essi è affidata la funzione di comunicare il carattere dei personaggi. Goldoni scrive capolavori come: Arlecchino servitore di due padroni, la Locandiera, Rusteghi, Sior Todero brontolon o sia il vecchio fastidioso, le Baruffe chiozzotte……. 5