In principio è il gusto - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
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In principio è il gusto - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Alfa Romeo con Monoscocca in carbonio, telaio in alluminio e un bilanciamento perfetto. Pura Alfa Romeo. ALFA ROMEO 4C. ACCENDI L’EMOZIONE. ALFAROMEO.CH Consumo di carburante ciclo misto 6,8 l/100 km, emissioni di CO2 157 g/km, categoria d’efficienza energetica G. Il valore medio (CO2) di tutti i veicoli nuovi immatricolati in Svizzera è pari a 144 g/km. LA SOLUZIONE GIUSTA PER OGNI EVENIENZA. SOTTO LO STESSO TETTO. E T N E M L A F IN RNATA! O T È Da l r o b u s to DA I LY, il Va n of t h e Ye a r 2015 , a l p e s o m a s s i m o S T R A L I S : l ’a t t u a lis s i m a g a m m a d i ve i co li I ve co u n is ce e co l o g ia e d e co n o m ia i n m o d o i d e a l e e , g r a z i e a s u o i i n n u m e r e vo li m o d e lli , of f r e s o l u z i o n i s p e ci f i ch e p e r o g n i i n c a r i co d i t r a s p o r to. Gustala come gli italiani: un filo d‘olio d‘oliva, sale e pepe e... buon appetito! I V E CO ( Sv i z ze r a ) S A , O b e r fe l d s t r a s s e 16 , 83 02 K l o t e n , t e l . 0 4 4 8 0 4 7 3 7 3 , w w w. i ve co . c h Editore Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Direttore - Giangi CRETTI Comitato di Redazione A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Collaboratori C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, C. D’AMBROSIO, V. CESARI LUSSO, M. CIPOLLONE, P. COMUZZI, D. COSENTINO, A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, F. DOZIO, M. FORMENTI, F. FRANCESCHINI, T. GATANI, G. GUERRA, M. LENTO, R. LETTIERI, F. MACRÌ, G. MERZ, A. ORSI, V. PANSA, C. RINALDI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892319 Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892319 Fax ++41(0)44 2015357 e-mail: [email protected] Abbonamento annuo Fr. 60.- Estero: 50 euro Gratuito per i soci CCIS Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) Appare 11 volte l’anno. 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Protagonisti sono enti, associazioni, istituzioni locali che, a vario titolo e con finalità sostanzialmente riconducibili all’alveo culturale, operano nel campo della promozione e nella diffusione della lingua e della cultura italiana Non è impresa facile. Non tanto quella di fare sistema. Ci sono legittime (minime e comunque morali) ambizioni (anche l’ego vuole la sua parte), sensibilità e motivi d’orgoglio (generalmente ancorati ad un glorioso passato) con declinazioni e inclinazioni diverse; il tutto però pacatamente stemperato dall’obiettivo condiviso: la lingua e cultura italiana soprattutto (ma non, consapevolmente, sopra tutto). In realtà, non sono neppure le necessarie fasi organizzative e operative a creare problemi. Infatti, il concetto è semplicissimo e rispettoso di ruoli, funzioni, finalità degli attori coinvolti: ciascuno propone le proprie attività, assumendosene in toto la responsabilità organizzativa, e le inserisce in un calendario, che abbraccia quelle settimane, che, giorno più giorno meno, da metà ottobre ci traghettano all’inizio di dicembre. In tal modo, concorrono a realizzare un cartellone di proposte che, in quel lasso di tempo, offre a tutti gli interessati una cinquantina di incontri con le molteplici espressioni della cultura in lingua italiana (che, in Svizzera almeno, non è solo cosa nostra). Un’idea meno vaga, è possibile farsela scorrendo il programma completo dell’edizione di quest’anno, che pubblichiamo alle pagine 49-52. Il vantaggio dell’operazione sta nella promozione - che gode di una sorta di moltiplicatore derivato dal calendario comune, e di un programma che approfitta, al contempo, di un altrettanto comune distribuzione – e nella concentrazione delle iniziative a tutto vantaggio, questo almeno nelle intenzioni, della loro visibilità. Le difficoltà - relative, ci mancherebbe – risiedono nel trovare i modi e gli strumenti (tutt’altro che disdegnate sono le risorse, anche quelle non esclusivamente finanziarie) per riuscire ad allargare la platea dei fruitori, al fine di uscire dalla cerchia dei già convertiti e fare breccia in quella dei potenziali convertibili. Puntare sulla qualità, per la quale servono il genio ma anche i talenti (intesi soprattutto nel loro significato originale), anziché sulla quantità (che non fa difetto), premiando la varietà, resta un preciso intento. Alla sua concretizzazione, per nulla rassegnati allo status quo, si sta lavorando. Del tutto esplicita, c’è anche un’aspirazione: fare in modo che l’esperienza di Zurigo in italiano venga mutuata anche in altre realtà della Confederazione. Fatte salve le naturali specificità, sarebbe un bel risultato se in un futuro, non molto lontano, accanto a Zurigo prendessero vita perché come a Zurigo dettate da esigenze che nascono dal territorio – analoghe iniziative anche a Berna, Ginevra, Losanna, Basilea, San Gallo … tutte rigorosamente e gioiosamente in italiano. In fin dei conti, immaginare che un domani tutte queste possano finire sotto l’egida di Svizzera in italiano (va da sé oltre Gottardo) non è un sogno, ma una prospettiva realistica. In tal senso, nulla osta che possa diventare reale. [email protected] THE HEAD SAYS YES. THE HEART SAYS DEFINITELY, YES. N WÄ H R U GSAUS G L E IC H ON €URO-B US tionen Informa Weitere m Händler bei Ihre MASERATI GHIBLI. 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Mostra fotografica sul tema del lavoro al Museo nazionale Zurigo Oltre 40 capolavori di Claude Monte in bella mostra A GAM (Galleria d’arte Moderna e Contemporanea) di Torino fino al 31 gennaio 2016 Matisse en son temps Fino al 22 novembre alla Fondation Pierre Gianadda Martigny I media dopo la grande trasformazione Torna la Festa del Cinema di Roma Cecilia Bartoli a Martigny DOLCEVITA Swiss Wine Grand Tasting Mémoire & Friends 2015 A Montalbano Elicona, nel “Borgo più bello d’Italia” Dove la tradizione gastronomica è ancora oggi legata al mondo contadino e pastorale «Fiducia Iveco» Daily automatico a 8 marce per la Holenstein AG La nuova Fiat 500X in versione 1.3 Multijet II da 95 CV Pirelli Seal Inside supera test di tenuta dopo foratura Perché usare gli pneumatici invernali anche quando non nevica 82 83 84 85 86 87 88 IL MONDO IN CAMERA Host 2015: Milano 23-27 ottobre Il business e i trend dell’ospitalità nell’anno dell’Esposizione universale Basler Weinmesse + Feinmesse: Basilea, 24 Ottobre - 1 Novembre La mecca del gusto e del piacere 90 91 Percorso impresa: imprendere per evolvere Gourmesse 2015 Fiera del Gusto, delle specialità e dei prodotti di nicchia Calabria: cuore mediterraneo SAIE & SIE: Bologna, 14 – 17 ottobre Due saloni insieme per il progettare, costruire, abitare ecosostenibile Incontri btob tra imprese trentine del comparto agroalimentare e operatori svizzeri Fieracavalli: Verona, 5 – 8 novembre L’appuntamento del mondo equestre internazionale Food & wine... Made in Emilia Romagna Slow Food Market: Zurigo, 13 – 15 novembre Il salone del Buon Gusto Igeho 2015: Basilea, 21 – 25 novembre 50 anni di qualità, professionalità e tradizione Slow Food Market 2015 94 96 Contatti Commerciali Servizi Camerali Gourmesse: Zurigo, 9 - 12 ottobre In principio è il gusto Le Rubriche Sommario IL MONDO IN FIERA 6 In breve 36 Convenzioni Internazionali 9 Italiche 39 L’elefante invisibile 11 Elvetiche 40 Per chi suona il campanello 13 Europee 41 Scaffale 15 Internazionali 53 Benchmark 27 Cultura d’impresa 63 Sequenze 30 Burocratiche 65 Diapason 32 Normative allo specchio 70 Convivio 33 Angolo Fiscale 75 Motori 35 Angolo legale Svizzera 78 Starbene In copertina: Le luci di Zurigo all’imbrunire si riflettono nella Limmat In Breve Voluntary discolsure: termine prorogato al 30 novembre Un consiglio dei ministri lampo, durato 15 minuti dicono le cronache, che ha però dato il via libera a due misure importanti sul rientro dei capitali e sulle accise. Il governo ha infatti approvato un decreto legge che proroga la voluntary disclosure ed è stato scongiurato l’aumento delle accise sui carburanti previsto dal 30 settembre, come ha riferito il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio senza fornire dettagli sui tempi. Delrio ha fatto sapere che è stato approvato anche un decreto legge sugli enti locali. Come noto, la procedura di collaborazione volontaria consente a chi ha occultato capitali in Italia o all’estero di mettersi in regola versando tutte le imposte dovute, con sanzioni ridotte e senza conseguenze penali. Al 16 settembre 2015, secondo i dati forniti dal direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, le istanze di accesso alla procedura erano 18.879. E il gettito stimato nella nota di aggiornamento era pari a 671 milioni di euro. Trop- 6 - La Rivista ottobre 2015 po poco rispetto alle previsioni che puntano ai 3 miliardi di euro. Da qui la proroga, dettata anche dalla complessità burocratica delle pratiche necessarie, che rispetto alla scadenza del 30 settembre, porta il termine per aderire alla procedura al 30 novembre. E non a fine dicembre come avevano auspicato i commercialisti italiani, che è il termine fissato per presentare l’integrazione dell’istanza e la documentazione necessaria. Un’estensione che si è resa necessaria, ha spiegato in un comunicato Palazzo Chigi, «in presenza di un numero molto elevato di richieste di adesione pendenti» e quindi per dare più tempo per completare gli adempimenti previsti. Previsto inoltre per coloro che abbiano già presentato l’istanza entro la data di entrata in vigore del presente decreto, la possibilità di produrre i relativi documenti entro il 30 dicembre. Allo stesso tempo il governo ha neutralizzato l’aumento dell’accisa sui carburanti che sarebbe dovuto scattare dal 30 settembre come clausola di salvaguardia posta inizialmente a copertura dell’ammanco di 728 milioni di euro derivato dalla mancata autorizzazione da parte della Commissione europea al meccanismo del «Reverse Charge» per l’Iva nel settore della grande distribuzione. Nelle intenzioni del Governo, la copertura per il 2015 arriverà dalle maggiori entrate della voluntary disclosure. Boom dei mutui nel 2015: +86% Crescono anche i prestiti alle imprese Mutui a famiglie e finanziamenti alle imprese in crescita nei primi otto mesi del 2015. Lo indicano i dati diffusi dall’Abi. «Segnali positivi emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari: sulla base di un campione rappresentativo di banche (78 banche che rappresentano circa l’80% del mercato) - fa sapere l’associazione bancaria - i finanziamenti alle imprese hanno segnato nei primi otto mesi del 2015 un incremento del +15,9% sul corrispondente periodo dell’anno precedente (gennaio-agosto 2014)». Ma sono i dati dei mutui a segnare un’accelerazione senza precedenti: «Per le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili, sempre nello stesso periodo, si è registrato un incremento annuo del +86,1% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. Nell’analogo periodo, le nuove operazioni di credito al consumo hanno segnato un incremento del +27,2%». L’ammontare delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 28,920 miliardi di euro rispetto ai 15,543 miliardi dello stesso periodo del 2014. Sul totale, l’incidenza delle surroghe è pari a circa il 29%. Ma l’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2015 superano le erogazioni dell’intero 2014 (25,283 miliardi di euro). I mutui a tasso variabile rappresentano, nei primi otto mesi del 2015, il 48,3% delle nuove erogazioni complessive; nei mesi più recenti sono in forte incremento i mutui a tasso fisso che hanno superato ad agosto 2015 il 60% delle nuove erogazioni mentre erano meno del 20% dodici mesi prima. Brembo compra i freni cinesi Asimco: Brembo si rafforza in Cina con l’acquisto, per circa 86 milioni di euro, del 66% di Asimco Meilian Braking Systems, produttore di sistemi frenanti nell’area di Pechino. Il restante 34% dell’azienda resta sotto il controllo della società pubblica Langfang Assets Operations. Il closing dell’operazione - si legge in una nota - è previsto nei prossimi mesi, dopo il completamento dell’iter autorizzativo e il via libera delle autorità Antitrust. L’acquisizione non ha scaldato il mercato, Consumatori e imprese, fiducia al top da 2 anni Un altro segnale positivo che la crisi possa essere definitivamente alle spalle. Stando ai dati diffusi dall’Istat, a settembre sale la fiducia di imprese e consumatori. In particolare, l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta a 112,7 da 109,3 di agosto, mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi), sale a 106,2 da 103,9 e mostra progressi in tutti i settori. I 106,2 punti segnati dall’indice Iesi a settembre sono un record da novembre 2007, quasi otto anni fa (quando erano 107,1). La fiducia dei consumatori è ai massimi da maggio 2002 e l’indice sulle imprese risulta al top dal dicembre del 2007. «Entrambi gli indici - sottolinea l’istituto statistico - permangono ai livelli massimi osservati negli ultimi due anni». Nel settore manifatturiero, l’indice sale a 104,2 da 102,7, in quello delle costruzioni a 123,3 da 119,5, in quello dei servizi di mercato a 112,2 da 110,0 e in quello del commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8). Più in dettaglio, nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione, mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili. Quanto alle costruzioni, migliorano sia i giudizi sugli ordini o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione. Nelle imprese dei servizi sono in progresso i giudizi e le attese sugli ordini ma non le attese sull’andamento generale dell’economia. Infine, nel commercio al dettaglio, migliorano i giudizi sulle vendite correnti, mentre peggiorano le attese sulle vendite future e sono giudicate in diminuzione le giacenze di magazzino. dove il titolo del gruppo presieduto da Alberto Bombassei perde il 2% a 34,2 euro. La società ha siglato un accordo per rilevare il 66% della Asimco Meilian Braking Systems, un produttore di freni a disco con sede vicino a Pechino con un investimento di circa 90 milioni. Il gruppo cinese chiuderà il 2015 con ricavi di circa 90 milioni, ma secondo il vice presidente esecutivo di Brembo, Matteo Tiraboschi, può raddoppiare il fatturato nel giro di due anni. Positivi gli analisti di Intermonte, secondo i quali con questa operazione il peso della Cina per Brembo è destinato a raddoppiare al 10% dei ricavi consolidati nel 2017. Non solo, secondo Intermonte Brembo potrebbe implementare ulteriori operazioni di M&A. Svizzera: integrazione più facile e veloce se naturalizzati Chi è stato naturalizzato risulta essere integrato meglio nella società: lo mette in evidenza uno studio delle università di Zurigo, Stanford (USA) e Mannheim (D), sostenuto dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. I ricercatori hanno passato al vaglio 768 casi di naturalizzazioni accettate o respinte di misura alle urne fra il 1970 e 2003. Ad anni di distanza gli interessati sono stati contattati. Risultato: chi ha ricevuto il passaporto rossocrociato si è rivelato più integrato. L’ottenimento del passaporto svizzero è andato a vantaggio soprattutto di gruppi di migranti che han dovuto o devono tuttora lottare contro forti pregiudizi o delle persone non nate in Svizzera e dunque a rischio di marginalizzazione. Tra queste persone le conoscenze sociali e politiche raggiungono un livello comparabile a quelle degli svizzeri (spesso superiori); al contrario coloro che hanno visto la loro naturalizzazione rifiutata di poco hanno interrotto questa loro evoluzione. Altra conclusione che non mancherà di far discutere: la naturalizzazione esplica più effetti positivi se ottenuta presto. Gli esperti raccomandano quindi di ridurre il tempo di attesa per diventare svizzeri, che oggi in media è di 12 anni. ottobre 2015 La Rivista - 7 Italiche di Corrado Bianchi Porro La Governance e il suo impatto sull’economia Mi fa particolarmente piacere – ha detto il ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi al Workshop Ambrosetti di Cernobbio – che vi sia sensibilità ai temi istituzionali in una platea così autorevole d’imprenditori che ha dibattuto qui in questi giorni i grandi scenari internazionali che hanno obiettivi di sviluppo e di crescita in chiave economica. Viene, infatti, colto il forte legame tra Governance e stato di salute dell’economia stessa. Capire cioè, dove ha senso investire; dopo anni in cui si parlava di capitalismo democratico, oggi c’è chi parla di capitalismo autoritario. La Cina, ad esempio, ha avuto una reazione diversa alla crisi, perché ci troviamo di fronte ad un Paese con una politica molto centralizzata e dirigista. Noi invece siamo abituati a soluzioni diverse e scenari differenti. Sicuramente l’assetto istituzionale, la Governance, ha un impatto nell’economia e nello sviluppo. Aver concluso con l’approvazione dell’Italicum il lungo dibattito sulla legge elettorale che è durato 10 anni nel nostro Paese, segna comunque un punto di certezza. È una legge elettorale che ha un dato importante per lo sviluppo del Paese: quello della stabilità. Avere una legge elettorale che garantisce la vita di un governo per cinque anni, è sicuramente un passo in avanti per un Paese che in 70 anni di storia repubblicana ha visto cambiare 63 governi, con una media di uno ogni 13 mesi. È infatti difficile parlare di implementazione delle scelte di un governo e avere un’autorevolezza a livello internazionale, se ogni 13 mesi i nostri partner vedono cambiare i ministri di riferimento e il presidente del Consiglio che deve presentare la direzione in cui va il Paese. Un premio di maggioranza limitato dà invece al sistema una maggiore stabilità, rinunciando a quelle coalizioni con partiti più piccoli che diventavano però determinanti per la formazione di un governo. Dunque, secondo il ministro Boschi, la legge elettorale è stata tutt’altro che secondaria e bene ha fatto il Governo nel porla al centro della propria agenda. Alla legge elettorale si affianca poi la riforma costituzionale sul Senato col superamento in discussione del bicameralismo perfetto. Sarà comunque la Camera ad avere la parola definitiva in merito entro 90 giorni. Poter far fronte alle esigenze che emergono negli stessi tempi in cui riescono a farlo i nostri partner a livello internazionale, è tutt’altro che secondario per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese, ha detto il ministro. Si accompagna tutto ciò a una semplificazione tra i diversi livelli dello Stato. Ridurre il potere legislativo delle Regioni in temi di energia, grandi infrastrutture, turismo, ambiente ed emissioni rappresenta uno strumento di maggiore sviluppo per il Paese, per ciò che comporta alle imprese non dover più fronteggiare venti normative differenti. Inoltre, i rappresentanti delle regioni, in misura proporzionale alla popolazione, confluiranno nel Senato e dunque potranno influire sul processo legislativo su questi temi. Le riforme, ha concluso, non sono un’arma di distrazione di massa: servono ad aprire fabbriche e creare posti di lavoro e attrarre investimenti stranieri. Non sono un gioco politico, specie nell’attuazione delle riforme stesse. Sulla stessa linea, sempre a Cernobbio, Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che a sua volta ha ribadito i concetti sopra esposti. Oggi c’è un quadro esterno favorevole per la ripresa in atto dell’economia italiana, ha esordito, e bisognerà sfruttarlo perché non durerà in eterno. Ma c’è anche una componente interna o endogena per lo sviluppo e per questo i numeri della ripresa in atto dureranno. La ripresa, infatti, è sempre più trainata dalla domanda interna, ha precisato Padoan. Le famiglie consumano di più perché hanno più reddito. Hanno più fiducia e dunque spendono di più. E hanno più fiducia perché vedono concretizzarsi il lavoro. Le proiezioni di quest’anno con il Jobs act prevedono infatti un incremento del +0,8% di occupati. Questi fattori continueranno a rafforzarsi assieme. Poi c’è movimento in atto dal lato delle imprese, considerando le condizioni del mercato del credito e finanziarie. Il mercato del credito si sta risolvendo nel modo migliore grazie alla BCE. Infine, come accennato sopra, vi è un cambiamento strutturale del Jobs act, con l’impegno del governo che ha cambiato la visione delle imprese su come assumere. Che tipo cioè di rapporto le imprese intendono stabilire con i lavoratori. I numeri si possono dunque interpretare non solo sul fatto che l’Italia stia uscendo dalla recessione, ma che questa uscita è diversa, con condizioni fondamentali migliori. Se la strategia è giusta, il Governo ha comunque sempre bisogno di un feedback sulle regole, se funzionano o meno, ha ribadito il ministro Padoan che ha poi ricalcato i temi del ministro delle riforme, Boschi. La prima cosa è implementazione: le riforme bisogna tradurle in atti capaci di far cambiare i comportamenti. Seconda cosa: tutte le riforme assieme rafforzano la crescita: anche quelle istituzionali hanno un impatto sull’economia. Vi è in questo l’evidenza in molti altri Paesi i quali, grazie alle riforme istituzionali, crescono maggiormente a parità di condizioni. Perché c’è più certezza, più semplificazione, più efficacia. Queste cose, infatti, hanno un peso specifico importante nel determinare la cosa fondamentale di una crescita e cioè gli investimenti. È evidente in molti Paesi che se le imprese hanno soldi o finanza in abbondanza, spesso non investono, perché non sanno quale sia il quadro istituzionale dei prossimi 5 o 10 anni, l’orizzonte temporale minimo per investire il capitale fisso. Che le riforme istituzionali non impattino sull’economia è dunque un concetto del tutto erroneo. Bisogna infine riflettere sul collegamento tra riforme strutturali e l’impatto che esse determinano sul bilancio e sulle risorse che uno Stato determina sia sul settore pubblico che sul privato. Perché tramite le tasse si indirizzano le risorse con incentivi, determinando una spinta nella direzione ove le risorse di un Paese siano mobilitate. ottobre 2015 La Rivista - 9 PER UN PESTO DAL GUSTO RUSTICO Elvetiche di Fabio Dozio La Svizzera che verrà Il 18 ottobre dalle urne della Confederazione uscirà il nuovo Parlamento. Quanto cambierà e come? Partiamo da un caso molto concreto. Il Consiglio degli Stati ha deciso a metà settembre di concedere un aumento di 70 franchi mensili ai beneficiari dell’AVS, l’assicurazione vecchiaia statale che si percepisce a partire dai 65 anni. La misura, assieme al resto del pacchetto della riforma 2020 sulle pensioni proposta dal consigliere federale Alain Berset, dovrà passare al vaglio del Consiglio nazionale, ma ciò avverrà solo dopo il rinnovo delle Camere. Dunque, se dalle urne uscirà un Parlamento più a destra, è probabile che l’aumento della pensione venga abrogato, se ci sarà status quo o una correzione verso sinistra potrà essere confermato e accolto. Di questi temi si dibatte poco, la campagna elettorale dei partiti nazionali riserva invece molto spazio agli stranieri che, grazie all’Unione democratica di centro (UDC), sembra essere il tema principale con cui la Svizzera è confrontata. La destra prefigura un “Asylchaos” dovuto ai migranti che raggiungono l’Europa e una perdita d’indipendenza a seguito delle relazioni con l’Unione europea. La tradizione umanitaria elvetica è in pericolo. Le elezioni di ottobre permettono di mettere a nudo una conseguenza del federalismo: la nazione (composita, fondata sulla volontà, “Willensnation”) è frammentata in 26 parti e quindi c’è pochissimo dibattito politico a livello nazionale. Le campagne elettorali sono soprattutto cantonali, 26 confronti specifici. I fattori cantonali hanno quindi un’influenza da non sottovalutare e, a volte, hanno il sopravvento. Cosa ci si deve attendere dai risultati del 18 ottobre? Secondo uno studio dell’Università di Zurigo, nella legislatura che si sta chiudendo, il centrosinistra ha vinto più votazioni che in quella precedente. Tra il 2007 e il 2011 il centrodestra ha predominato nel 57% dei casi, tra il 2011 e il 2015 siamo pari, 50 a 50. Siamo di fronte a un lieve spostamento verso il centrosinistra, ma soprattutto, questi dati servono a dimostrare che gli equilibri elvetici sono granitici. Le mutazioni del Parlamento possono essere minime, ma anche poche manciate di voti o di seggi cambiano gli equilibri. Il presidente nazionale socialista Christian Levrat ha dichiarato in più di un’occasione che queste elezioni saranno uno spartiacque per la Svizzera, una scelta che avrà un’influenza determinante sul futuro. Il nodo principale rimane la questione dell’iniziativa 9 febbraio, un tema che peraltro non dipende solo dal Parlamento svizzero, ma concerne anche l’Unione europea. Che si farà? Per la maggioranza dei partiti, a eccezione dell’UDC, gli accordi bilaterali devono essere mantenuti. I partiti borghesi pensano di applicare l’iniziativa con una “clausola di protezione”, vale a dire che si mantiene la libertà di circolazione delle persone fino a un limite massimo prefissato. Lo stesso Christoph Blocher, padre dell’iniziativa UDC, si è detto d’accordo e propone di fissare a 21000 persone il numero massimo d’immigrati per anno. Ma si fanno i conti senza l’oste, s’immaginano soluzioni che, finora, l’Unione europea esclude, perché non sembra intenzionata a mettere in discussione o a limitare il principio della libera circolazione. I sottili rapporti di forza parlamentari saranno determinanti per districarsi tra bilaterali e blocco dell’immigrazione. Fra le altre questioni, prettamente interne, c’è la citata revisione delle pensioni. Qui il confronto fra destra e sinistra, o centro destra e centro sinistra se si preferisce, è netto. Se PS e sinistra PPD non perderanno voti, la riforma potrà avere un volto più sociale, altrimenti si andrà a un contenimento dell’AVS e verso un aumento dell’età pensionabile a 67 anni. La politica energetica è un altro dei dossier scottanti, anche se lasciato un po’ in sordina. La destra non nasconde lo scetticismo sulla svolta antinucleare e sulle energie rinnovabili. La nuova legge sull’imposizione delle imprese sarà un altro tema caldo da dibattere. Per i socialisti si tratta di un “regalo alle imprese” che costerà più di un miliardo all’anno alla Confederazione. Per l’UDC la proposta del governo è troppo timida e le imprese dovrebbero beneficiare di maggior sgravi fiscali. Abbiamo citato alcuni esempi di misure che potrebbero variare, anche in modo sensibile, a seconda dell’orientamento del nuovo Parlamento, con ricadute anche pesanti sul tessuto sociale ed economico del Paese. I sondaggi danno il centrodestra vincente e, in questo caso, ci potrebbero essere ripercussioni anche sulla composizione del Consiglio federale. Il prossimo 9 dicembre l’Assemblea federale eleggerà il governo. Verrà riconfermata Eveline Widmer-Schlumpf? Molto dipenderà dal risultato del Partito borghese democratico, che rimarrà tuttavia minoritario. Riuscirà l’UDC a riconquistare il seggio perso? O sarà il PPD a raddoppiare il numero dei ministri? O ci saranno altre sorprese? ottobre 2015 La Rivista - 11 Europee di Viviana Pansa Emergenza dopo emergenza La cancelliera tedesca Angela Merkel deve aver molto riflettuto sulle parole del connazionale filosofo Jürgen Habermas che, a proposito della crisi greca e dell’esito delle trattative occorse per la messa a punto del piano di salvataggio di Atene, l’aveva accusata di essersi giocata in una notte il capitale politico accumulato dalla Germania in mezzo secolo, facendo prevalere il “lato punitivo” al volto umano necessario a ricomporre le ferite – sul fronte interno ed internazionale – ancora riconducibili al secondo conflitto mondiale. O, forse, ha lasciato il segno l’imbarazzo suscitato dalle lacrime della ragazzina palestinese che in perfetto tedesco esprimeva le incertezze sul suo futuro, nel corso di un incontro tra la cancelliera e gli alunni di una scuola di Rostock, incertezze in quell’occasione di certo non confortate dalla constatazione della Merkel che “nei campi profughi ci sono migliaia e migliaia di persone e non siamo in grado di far venire tutti”. Di fatto è di queste ultime settimane il suo cambio di passo, la presa di posizione favorevole all’accoglienza dei migranti che fuggono a migliaia in particolare dell’area siriana e scelgono ora di attraversare l’Europa a piedi, essendo divenute più difficili e pericolose le traversate del Mar Mediterraneo – ma più del pericolo di annegamento e delle immagini del piccolo Aylan, fuggito da Kobane e il cui corpo senza vita adagiato sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, ha fatto il giro del mondo, hanno inciso i timori dei trafficanti di esseri umani che lamentano, in alcune intercettazioni che sarebbero al vaglio della Procura di Palermo, il moltiplicarsi degli arresti a danno degli scafisti. All’esodo di proporzioni gigantesche via terra non possono più rimanere indifferenti i Paesi europei, in questi anni poco sensibili – se non con sporadiche dichiarazioni di circostanza – ai ripetuti richiami dell’Italia, per conformazione geografica la più accessibile possibilità di fuga dai tanti territori minacciati da conflitti, Stato islamico e povertà. E si agisce in ordine sparso, chi nel tentativo di chiudere le frontiere (Ungheria su tutti), chi (Grecia, Croazia, ma anche Danimarca) in quello di agevolare – il più velocemente possibile - il passaggio verso i Paesi destinazione finale di profughi e richiedenti asilo (in testa la Svezia, se guardiamo al rapporto tra numero di rifugiati e popolazione residente, seguita dalla Germania), chi cercando di far fronte come può ad una prima accoglienza (Germania e Austria in queste ultime settimane in particolare). L’emergenza profughi ha scacciato quella economica, le difficoltà della Grecia e gli interrogativi sulle ultime elezioni di Atene hanno lasciato il posto ai vertici straordinari sull’immigrazione – due solo nel mese di settembre – in cui come di consueto si tarda a trovare una soluzione condivisa. All’Italia ora si affiancano Francia, Germania e Austria che chiedono si giunga ad una decisione sulla riallocazione dei profughi – il piano sull’immigrazione presentato al Parlamento europeo dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker quantifica in 120 mila le persone da ridistribuire nei prossimi due anni da Italia, Grecia e Ungheria - che sia obbligatoria e permanente. Juncker ha ammonito come questo non sia “il tempo della paura ma dell’azione” e ha aggiunto – tra proteste e consensi – come “il fatto che migliaia di persone vogliano trasferirsi in Europa per fuggire alla guerra e alla dittatura non è un fenomeno di cui avere paura, ma di cui andare orgogliosi”. Tra gli altri punti del piano, la revisione delle norme di Dublino che regolano il diritto di asilo in Europa, la creazione di canali per l’immigrazione legale, la trasformazione di Frontex in un vero e proprio corpo di guardie di frontiera. Ma la riallocazione resta la questione più controversa: mentre acconsentono all’accoglienza la Spagna (per circa 15 mila rifugiati), la Francia (25 mila) e la Germania (31 mila), i Paesi dell’Europa dell’Est sono contrari (il premier ungherese Viktor Orban, oltre alla solerzia impiegata per la costruzione del muro anti-immigrati – attraverso il lavoro dei detenuti e il pattugliamento da parte dell’esercito - e all’introduzione di provvedimenti di arresto per chi entra illegalmente nel Paese, ha chiarito di valutare solo l’accoglienza di migranti cattolici, perché – sostiene - i musulmani minaccerebbero la radici cristiane dell’Europa), così come è contrario l’inglese David Cameron, che avanza la proposta di accogliere 15 mila profughi provenienti però direttamente dai campi allestiti nelle aree a ridosso del conflitto siriano. Ad una prospettiva di medio e lungo periodo guarda la creazione di un fondo di 1,8 miliardi di euro per l’aiuto ai Paesi africani da cui giungono molti migranti, prevista dal piano Juncker e affidata alla gestione dell’Alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini. Resta da capire quali siano i Paesi destinatari, considerando il fatto che l’accoglienza è riservata solo a profughi e richiedenti asilo, mentre i migranti cosiddetti “economici” - coloro che decidono di lasciare un Paese d’origine considerato sicuro dal punto di vista di guerre e sistema politico - restano soggetti ai vincoli d’ingresso resi più stringenti dalla crisi economica. Ancora una volta c’è da chiedersi se prevarranno in Europa i valori della solidarietà o quelli dell’economia, che però, nel caso dei migranti, potrebbero coincidere proprio in una prospettiva di medio periodo: per alcuni, infatti, l’apertura della Germania ai profughi provenienti dalla Siria sarebbe determinata più dalla valutazione del capitale umano rappresentato da persone spesso altamente formate, che fuggono dunque non per estrema povertà ma da estreme condizioni. Allo stesso modo è eloquente la reazione della Confindustria inglese che ha giudicato una follia l’ipotesi governativa di chiudere le porte agli stessi europei e vincolare l’ingresso in Uk alla firma di un contratto di lavoro precedente all’arrivo in loco. ottobre 2015 La Rivista - 13 C a f f è - B a r M i l a n o 19 2 8 Orario d‘apertura Lun-Ven Sab Dom 07.00-22.00 07.30-23.30 07.30-22.00 Limmatquai 66, 8001 Zürich Tel. 044 252 31 19 Internazionali di Michele Caracciolo di Brienza Novecento anni al servizio dei più deboli La missione permanente del Sovrano Militare Ordine di Malta si trova in un bell’edificio di Place Claparède a Ginevra. Un ufficio sobrio e pieno di carte, alle pareti la foto dell’attuale Gran Maestro Fra’ Matthew Festing e del suo predecessore Fra’ Andrew Bertie, scomparso nel 2008 e la cui causa di beatificazione è in corso. Il rappresentante permanente dell’Ordine di Malta presso l’ONU è S.E. Amb. Marie-Thérèse Pictet-Althann, Dama di Onore e Devozione dell’Ordine e con una notevole esperienza di funzionario internazionale presso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Mi accoglie con grande gentilezza per un breve colloquio per La Rivista. L’Ordine di Malta è a tutti gli effetti un ordine religioso che ha una personalità internazionale sui generis come la Santa Sede. Per tale motivo l’Ordine ha una diplomazia. “La diplomazia dell’Ordine è fondata appunto sulla sua sovranità” – ha esordito l’ambasciatore Pictet-Althann. “Tale sovranità esiste da secoli e risale al tempo in cui l’Ordine aveva un territorio : l’isola di Rodi prima e poi Malta. Al momento della perdita dell’isola di Malta quando Bonaparte la conquistò durante la campagna d’Egitto, la sovranità dell’Ordine non fu mai messa in discussione dalle Grandi Potenze dell’epoca.” Dall’assistenza ai pellegrini della Terra Santa dell’IX secolo alla personalità internazionale, oggi l’Ordine svolge un’attività caritativa alle vittime di catastrofi naturali e di guerre grazie alla sua agenzia di soccorso Maltheser International, che ha un budget annuale di oltre 30 milioni di euro. L’anno scorso i suoi progetti di assistenza hanno raggiunto otto milioni di persone bisognose. “L’Ordine ha una sua giurisdizione, una numismatica e una filatelia propria” - continua l’amb. Pictet-Althann. L’attività dell’Ordine di Malta presso l’ONU e le altre organizzazioni internazionali qui a Ginevra è attinente alla sua funzione di assistenza caritatevole.Per tali ragioni tutte le materia riguardanti l’ambito umanitario sono d’interesse per la missione d’osservazione: i rifugiati, la sanità, eccetera. “L’Ordine ha rapporti diplomatici con 105 stati. Lo status di osservatore permanente presso l’ONU è funzionale alla sua attività. Seguiamo i lavori dell’Alto Commissariato per i Rifugiati, dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e dell’OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) e del Consiglio dei diritti umani per sostenere l’Ordine nelle operazioni assistenziali sul terreno.” Un altro esempio d’attualità: il personale sanitario dell’Ordine è presente sulle navi della Marina Militare italiana in missione nel Mediterraneo per il soccorso in mare dei migranti. “La collaborazione con la nunziatura apostolica è molto stretta. La Missione dell’Ordine insieme alla Nunziatura apostolica ha creato una fondazione di diritto svizzero “Caritas in veritate” per contribuire con analisi specializzate ai dibattiti multilaterali sul diritto alla salute, la lotta all’estrema povertà, la libertà religiosa e i diritti dei migranti.” - ha concluso l’ambasciatore. Si tratta di analisi specializzate ovviamente d’ispirazione cattolica ma che tengono conto sempre più spesso di una concezione universale di fratellanza stranamente così ben delineata in tutte le religioni. L’Ordine di Malta è antichissimo e possiamo dire che oggi, grazie anche all’energica attività dell’Amb. Pictet-Althann e dei suoi collaboratori (quattro diplomatici e due stagiaires), è al passo con i tempi. La nunziatore di Ginevra lavora in stretto contatto anche con il BICE (Bureau International Catholique de l’Infance), una organizzazione non gevernativa creata nel 1948 e che opera per il rispetto della dignità e dei diritti del fanciullo. Il Segretario Generale è Alessandra Aula. Nell’opuscolo descrittivo dei vari progetti coordinati dal BICE Alessandra Aula scrive: “Il BICE si rivolge a tutti quei bambini di tutte le confessioni, sostiene i loro genitori e le loro comunità e sensibilizza le autorità pubbliche. Queste sono le linee guida presenti dalla creazione del BICE e che indirizzano la nostra azione.” La Convenzione relativa ai diritti del fanciullo è stata promossa dalle Nazioni Unite nel 1989 ed è oggi quasi universalmente retificata. Ha permesso dei progressi considerevoli sul terreno. Tuttavia, la diffusione di una cultura dei diritti del fanciullo continua a fondarsi sulla volontà politica degli Stati, la mobilitazione della società civile e l’impegno di ciascuno – ha dichiarato Alessandra Aula. Ginevra resta una città unica per l’incontro delle istanze delle organizzazioni non governative con quelle delle organizzazioni internazionali. Per maggiori informazioni: www.ungeneva.orderofmalta.org www.malteser-international.org www.bice.org ottobre 2015 La Rivista - 15 Evoluzione della popolazione in Svizzera nel 2014 Il saldo migratorio diminuisce leggermente rispetto al 2013 Nel 2014 la popolazione della Svizzera è aumentata dell’1,2%. Tale evoluzione, che si manifesta in tutti i Cantoni, è il risultato del saldo migratorio positivo, dell’incremento delle nascite e della diminuzione dei decessi. Le acquisizioni della nazionalità restano il maggior fattore di crescita della popolazione di nazionalità svizzera. Sono questi i risultati definitivi della statistica della popolazione e delle economie domestiche dell’Ufficio federale di statistica (UST). Alla fine del 2014, la popolazione residente permanente della Svizzera contava 8’237’700 persone, in aumento di 98’000 unità (+1,2%) rispetto al 2013. La crescita è da ricondurre principalmente al saldo migratorio pari a 76’200 persone, ovvero alla differenza tra immigrazioni ed emigrazioni. Gli altri fattori sono la crescita naturale, vale a dire la differenza tra nascite e decessi, pari a 21’300 persone, nonché vari adattamenti statistici (+500). L’incremento complessivo di 98’000 persone interessa sia la popolazione svizzera (+37’000 persone) che quella straniera (+61’000). Immigrazione: i Tedeschi in testa Nel 2014 la Svizzera ha registrato 187’300 immigrazioni, in diminuzione del 3,1% rispetto al 2013, di cui 26’200 persone di nazionalità svizzera e 161’100 di nazionalità straniera. I principali gruppi di stranieri che arrivati in Svizzera, nell’anno in esame, sono tedeschi (24’700), italiani (19’000), portoghesi (15’200), francesi (14’500) e spagnoli (8100). Questi cinque gruppi raggiungono da soli la metà delle immigrazioni di stranieri in Svizzera. Il numero di emigrazioni ha interessato 111’100 persone, di cui 28’500 di nazionalità svizzera e 82’600 di nazionalità straniera, segnando un aumento del 4,6% rispetto al 2013. Come nel 2013, la Francia resta la destinazione preferita dagli emigranti svizzeri (14,0% nel 2014 contro 13,8% nel 2013), seguita dalla Germania (9,4%) e dagli Stati Uniti (6,9%). I principali gruppi di stranieri che hanno lasciato la Svizzera sono tedeschi (16’300 emigranti), italiani (7000), francesi (6700), portoghesi (5900) e britannici (3800). Questi cinque gruppi raggiungono da soli quasi la metà delle emigrazioni di stranieri dalla Svizzera. Il saldo migratorio risultante dalla differenza tra immigrazioni ed emigrazioni, che si fissa a 76’200 persone, è pertanto in lieve calo rispetto al 2013 (87’100). Il saldo migratorio negativo dei cittadini svizzeri (-2300) è compensato dal saldo migratorio positivo dei cittadini stranieri (78’500). Le acquisizioni della nazionalità, principale fattore di crescita della popolazione svizzera Nel 2014 la popolazione di nazionalità svizzera è aumentata di 37’000 persone, raggiungendo 6’239’200 abitanti alla fine dell’anno. Tale evoluzione è riconducibile principalmente alle acquisizioni della cittadinanza svizzera (32’800) e anche a una lieve crescita naturale positiva (+2700 persone nel 2014). Una popolazione straniera che vive da molto tempo in Svizzera Le persone di nazionalità straniera che soggiornano in maniera permanente in Svizzera erano 1’998’500 e rappresentavano il 24,3% del totale della popolazione residente in modo permanente (nel 2013 erano il 23,8%). Gli Italiani, i Tedeschi, i Portoghesi e i Francesi residenti permanenti in Svizzera costituivano i tre quarti degli stranieri provenienti da un Paese 16 - La Rivista ottobre 2015 membro dell’UE/AELS e la metà di tutti gli stranieri residenti in modo stanziale in Svizzera. La maggior parte delle persone di nazionalità straniera vive in Svizzera da molto tempo. Circa un quinto di loro è nato in Svizzera e si compone di stranieri di seconda e di terza generazione. Tra coloro che sono nati all’estero, quasi la metà vive ininterrottamente nella Confederazione da 10 o più anni. Incremento demografico in tutti i Cantoni La popolazione residente in modo permanente è aumentata in tutti i Cantoni. Nel 2014, otto Cantoni su 26 hanno fatto segnare un incremento della popolazione maggiore rispetto a quello della Svizzera (+1,2%); si tratta di Friburgo (+1,9%), Ginevra e Zugo (+1,7% ognuno), Vaud (+1,6%), Zurigo e Vallese (+1,5% ognuno), Argovia (+1,4%) e Turgovia (+1,3%). Gli incrementi meno marcati sono stati registrati nei Cantoni Nidvaldo, Grigioni, Appenzello Interno, Glarona e Neuchâtel (+0,5% ognuno) nonché Uri (+0,4%). I fattori che influiscono sull’evoluzione demografica nei Cantoni sono tre: la crescita naturale, il saldo migratorio internazionale e il saldo migratorio intercantonale. La crescita naturale favorisce l’aumento di popolazione in praticamente tutti i Cantoni, fatti salvi solo il Ticino, Sciaffusa e Basilea-Città, in cui si registrano più decessi che nascite. Il saldo migratorio internazionale è positivo in tutti i Cantoni. Quelli di Ginevra, Basilea-Città e Ticino registrano i saldi migratori internazionali maggiori rispetto alla loro popolazione, mentre Appenzello Interno, Appenzello Esterno e Svitto registrano quelli minori. Il saldo migratorio intercantonale è positivo nei Cantoni Friburgo, Zugo e Basilea-Campagna, dove la popolazione è aumentata, e negativo nei Cantoni Ginevra, Neuchâtel e Basilea-Città, dove invece la popolazione è in calo. Differenze sui dati statistici La popolazione residente in modo permanente registrata dall’Ufficio federale di statistica (UST) comprende gli Svizzeri con domicilio principale in Svizzera e gli stranieri in possesso di un’autorizzazione di residenza di una durata minima di 12 mesi o che risiedono in Svizzera da almeno 12 mesi. Tale definizione è conforme alle raccomandazioni internazionali in materia di statistica della popolazione. Per eseguire questa statistica, l’UST ricorre in primis ai registri del controllo degli abitanti dei Comuni, i cui dati consentono di svolgere sia la statistica della popolazione di nazionalità svizzera sia quella della popolazione di nazionalità straniera. Le cifre in possesso della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) riguardano la popolazione residente in modo permanente di origine straniera, che comprende tutte le persone con un permesso di dimora di breve durata (permesso L, a partire da 12 mesi), un permesso di dimora (permesso B) o un permesso di domicilio (permesso C). La statistica della SEM illustra le disposizioni in materia di legislazione sugli stranieri e si focalizza sulle autorizzazioni rilasciate. Tale statistica non include alcune categorie di persone, che invece la statistica dell’UST prende in considerazione, come i funzionari internazionali, i diplomatici e i membri delle loro famiglie nonché le persone richiedenti l’asilo che vivono in Svizzera da un anno o più. La SEM raccoglie i dati per la sua statistica dal registro SIMIC (sistema d’informazione centrale sulla migrazione). Queste differenze di definizioni e di fonti spiegano le differenze tra le cifre pubblicate dall’UST e quelle della SEM. © Inter IKEA Systems B.V. 2015 La nuova serie SINNERLIG composta da mobili in morbido sughero naturale e altri materiali piacevoli al tatto è già disponibile nel tuo negozio IKEA e su IKEA.ch ottobre 2015 La Rivista - 17 Sono ormai 5 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia Dalla metà degli anni ’70, e in misura più consistente a partire dagli anni ’80, l’Italia è progressivamente diventata un paese di immigrazione. Dopo oltre un quarantennio, alla fine del 2013, gli stranieri residenti nel paese sono ufficialmente 4.922.085 su una popolazione complessiva di 60.782.668, con un aumento rispetto all’anno precedente di 164.170 unità (+3,7%). Questi i dati confermati dal Centro Studi e Ricerche IDOS, che ha curato il Dossier Statistico Immigrazione 2014, per conto dell’UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, presentato a Roma. Per Idos la presenza effettiva di immigrati nel nostro Paese dovrebbe essere di 5.364.000 persone in posizione regolare. Le donne sono il 52,7% del totale, i minori oltre 1 milione (925.569 quelli con cittadinanza non comunitaria) e 802.785 gli iscritti a scuola nell’a.s. 2013/2014 (il 9,0% di tutti gli iscritti, ma ben il 20% a Piacenza e a Prato). L’8% della popolazione totale L’incidenza dei residenti stranieri sulla popolazione totale ha raggiunto l’8,1% (1 ogni 12 abitanti) e in 27 province supera il 10%, con punte massime in alcuni piccoli comuni, tra i quali spicca Baranzate in provincia di Milano (incidenza del 31%). Nel 2013, un quarto degli stranieri risiede in sole quattro province (Roma, Milano, Torino e Brescia). Gli stranieri residenti in Lombardia (oltre 1 milione) sono il 22,9% del totale nazionale e quelli residenti nel Lazio (oltre 600mila) il 12,5%. Lombardia e Lazio sono le regioni in cui anche diverse singole collettività registrano le presenze più consistenti, ma ciò non vale per tutte: tra le eccezioni spiccano i cinesi, per il 17% insediati in Toscana, e gli ucraini, per il 18,5% in Campania. Nonostante il policentrismo delle provenienze (196 nazionalità rappresentate), circa la metà degli immigrati (51,1%) proviene da soli cinque paesi (Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina) e circa i due terzi (64%) dai soli primi dieci. Rispetto al periodo antecedente la crisi, i flussi d’ingresso di nuovi lavoratori sono molto diminuiti. Nel 2013, i visti rilasciati per soggiorni superiori a 90 giorni sono stati 169.055, di cui solo 25.683 per lavoro subordinato e 1.810 per lavoro autonomo (in questo caso più di 100 visti per ciascun paese sono stati rilasciati in Russia, Stati Uniti, Ucraina, Cuba e Taiwan). Attualmente a determinare la crescita della popolazione straniera sono soprattutto gli ingressi per ricongiungimento familiare (76.164 visti) e le nuove nascite (77.705 a fronte di 5.870 decessi). Partenze e arrivi I cittadini italiani per acquisizione, che erano 285.782 nel 2001, sono saliti a 671.394 al Censimento del 2011 (+135%), cui si aggiungono 65.383 acquisizioni nel 2012 e 100.712 nel 2013. Non è dato sapere quanti, tra gli immigrati non comunitari i cui permessi di soggiorno sono scaduti senza essere rinnovati (262.688 nel 2011, 166.321 nel 2012 e 145.670 nel 2013), si siano trattenuti in Italia. Dai registri anagrafici risulta che nel 2013 le partenze per l’estero hanno coinvolto ufficialmente solo 44mila cittadini stranieri e 82mila cittadini italiani (i nostri connazionali ufficialmente residenti all’estero sono 4.482.115 alla fine del 2013, nel 1861 erano solo 230mila). Tuttavia, è prevalente la convinzione che, anche per effetto delle regolarizzazioni del 2009 e del 2012, che hanno registrato 430mila domande, la popolazione straniera in posizione irregolare ammonti a meno di mezzo milione di persone (pari a neppure un decimo della presenza regolare, la stessa incidenza accreditata dalle Nazioni Unite a livello mondiale). Sono, invece, disponibili i dati sulle persone non autorizzate all’ingresso e alla permanenza in Italia: nel 2013 sono state 7.713 quelle intercettate alle frontiere italiane, 8.769 quelle rimpatriate e 13.529 quelle intimate di espulsione ma non ottemperanti a tale obbligo. Complessivamente si è trattato di 30.011 stranieri, in costante diminuzione dal 2006, quando furono 124.381. Nel 2013, sono stati 107mila gli attraversamenti non autorizzati delle frontiere dell’UE, che nel periodo 2007-2013 ha speso 4 miliardi per il loro controllo e solo 700 milioni per progetti di accoglienza dei profughi. Critiche le condizioni di vita nei CIE Estremamente problematici, come attestano di continuo le proteste e le rivolte delle persone in essi trattenute, sono i Cie - Centri di identificazione e di espulsione, anche in considerazione del progressivo ribasso dei costi di gestione (30 euro al giorno a persona), con un inevitabile impatto sulle già critiche condizioni di vita dei trattenuti e sul rispetto dei diritti umani, come ha sottolineato l’organizzazione Medici per i Diritti Umani (MEDU), supportata in questo giudizio dalla Commissione del Senato per i diritti umani. Dei 420 Cie presenti nell’UE, per una capacità complessiva di 37mila posti, quelli istituiti in Italia sono 10, comportano un costo medio di almeno 55 milioni di euro all’anno e nel 2013 hanno registrato 6.016 trattenimenti. La durata massima di trattenimento è stata innalzata a 18 mesi a partire dal 2011, ma attualmente è in discussione una proposta di riduzione a 2 mesi, già approvata alla Camera dei Deputati. D’altra parte i ritorni assistiti, che escludono la coazione e prevedono anche un aiuto economico, seppur modesto, per il reinserimento in patria, sono poche centinaia a causa della scarsità dei fondi disponibili, a fronte di una necessità potenzialmente molto estesa (dal 2008 sono stati seguiti dall’OIM oltre 3mila rimpatri, finanziati con fondi europei). ottobre 2015 La Rivista - 19 A Milano l’82° Congresso internazionale della Società Dante Alighieri Alimentare la presenza dell’Italia nel pianeta Si è tenuto a Milano, dal 25 al 27 settembre al Museo Diocesano e presso l’Auditorium Padiglione Italia di Expo2015, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, l’LXXXII Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri, appuntamento biennale della storica Società che dal 1889, che attraverso i suoi comitati - 401 all’estero e 88 in Italia - promuove la diffusione della lingua italiana nel mondo. “Alimentare la presenza dell’Italia nel pianeta” questo il tema della tre giorni milanese che quest’anno sottolinea anche la concomitanza con due straordinari eventi per l’Italia: il 750° anniversario della nascita Sommo Poeta ed Expo2015. Il neo presidente della Dante Alighieri, Andrea Riccardi, durante il suo intrevento Un Congresso aperto al futuro e improntato dalla volontà di rinnovamento quello della Società Dante Alighieri, svoltosi a Milano con un titolo, “Alimentare la presenza dell’Italia nel pianeta”, che fa intenzionalmente il verso ad Expo 2015, con la quale condivide la medesima finalità: il rilancio dell’Italia in uno scenario internazionale profondamente mutato. Ad aprire i lavori, nella mattinata di venerdì 25 settembre al Museo diocesano 20 - La Rivista ottobre 2015 di Milano, l’intervento del neo presidente della Dante, Andrea Riccardi (già ministro per l’integrazione e la cooperazione internazionale del Governo Monti), introdotto dal segretario generale Alessandro Masi. la nostra storia, navighiamo senza doti precostituite, nel mare globale: dobbiamo scegliere la direzione giusta, cercare le risorse, prendere le nostre responsabilità”. Un delicato momento di passaggio La spending review non ha dunque risparmiato la Dante e Riccardi, da ex ministro del governo Monti, si mostra consapevole di questa situazione “se qualcosa vi è venuto a mancare – ha spiegato - non è stato per nostra disattenzione, ma per necessità”. “Abbiamo un problema di reperimento di risorse, ma non siamo pessimisti né dominati solo da un problema finanziario. Sono convinto – ha continuato - che se ci sono idee, energie, entusiasmo, ci saranno anche risorse, perché verranno attratte. Dico chiaramente che vogliamo chiedere alle autorità del nostro Paese quanto abbiamo intenzione di investire sulla lingua, perché la nostra non è un’impresa privatistica, anche se è volontaria e non vuole avere una mentalità da para Stato. L’italiano nel mondo – chiarisce - è un’impresa che vale per il sistema paese. Per questo la Dante ha bisogno di vivere con un livello adeguato di risorse”. “Ci confrontiamo oggi con un mondo largo, molteplice, mentre ci raggiunge, fin dalle nostre città un marcato pluralismo linguistico”, annota Riccardi, che si domanda, alla luce di queste circostanze, quale spazio abbia ancora “l’italiano e la cultura in italiano del nostro mondo che parla inglese e che comunica al plurale” e se la nostra lingua “resterà solo la lingua della nostra Heimat, come i tedeschi chiamano la piccola patria o la terra natia, una lingua del privato, del nostro, del familiare”, o non avrà piuttosto “un contributo da dare perché il mondo resti plurale nelle sue lingue e nelle sue culture, senza appiattimenti o banalizzazioni, una lingua tentata dall’universale, elegante e non maggioritaria, ma senza confini”. Per Riccardi a questo interrogativo “non c’è una risposta scontata: non una retorica patriottica, né tantomeno trincerarsi Riccardi ha subito richiamato il “delicato momento di passaggio della storia della nostra associazione”, dichiarando la sintonia ad Expo quale più evidente segnale del processo di crescita innescatosi nel Paese e simbolo di una rinnovata apertura e allargamento verso il mondo che potrà riuscire solo se associato ad un investimento sull’italiano, “passo decisivo per internazionalizzare l’Italia”, perché alimento della sua presenza e forza propulsiva della domanda d’Italia nel mondo. “L’italiano e l’Italia stanno insieme, avanzano insieme o insieme regrediscono. La lingua – ha aggiunto Riccardi - porta con sé il colore, il sapore e la realtà del nostro paese”. Nel ripercorre gli oltre 100 anni di storia della Società – che quest’anno festeggia anche il 750° anniversario della nascita del Sommo Poeta, - Riccardi ha richiamato la quasi ventennale presidenza di Bruno Bottai, scomparso nel 2014 e cui sarà dedicato un convegno annunciato nel prossimo mese di novembre, e indicato l’itinerario dell’ente che prima “giaceva tranquillo e sostentato tra le braccia dello Stato” per poi avviarsi ad un “faticoso ma reale profilo autonomo”. “Non ci nascondiamo di avere davanti il problema del futuro della nostra Dante Alighieri”, ha detto Riccardi, segnalando come, con il mondo, si trasformino anche “domande e sfide” cui si deve rispondere con un arricchimento della forma associativa ed una riorganizzazione della Società. “Bisogna avere il coraggio di cambiare, perché tanto è cambiato attorno a noi – ha proseguito il presidente, - a cominciare dal rapporto con lo Stato”. “Oggi il contributo pubblico si è ridotto gravemente, dell’80% nel 2013 – ricorda, - e noi, con La difficile reperibilità delle risorse Fra le più nobili istituzioni della nostra storia nazionale dietro allo slogan dell’italiano come quarta lingua richiesta per lo studio nel mondo. Alla domanda sulla crescita, sulla vitalità dell’italiano, si risponde – secondo il presidente della Dante - con passione e lavoro, accentando la sfida. Ma bisogna adeguarsi a viverla non solo a parole, anche se le parole sono importanti. Bisogna parlare italiano, produrre cultura in italiano, fare cose attrattive e belle in italiano, far apprendere l’italiano, insegnarlo in modalità all’altezza dei tempi. Perché nel mondo l’italiano non si impone di per sé, se non nel caso dei nostri connazionali desiderosi di mantenere la loro identità. L’italiano – segnala - s’impone come attrazione sua propria: attrazione per chi vuole andare nel cuore della cultura, dell’arte, della musica, della storia, del savoir vivre del nostro Paese”. Chiave d’ingresso al cuore dell’identità L’italiano dunque come “chiave di ingresso che ci porta al cuore dell’identità italiana, del mondo italiano, del suo calore e bellezza, ma anche della sua profondità storica e della sua ricchezza artistica”: questo è il modo vincente di intendere la nostra lingua per il presidente della Dante, che rileva come si debba approntare per essa “un’offerta competitiva ed attrattiva”. La Dante – puntualizza il suo presidente – non è “solo una scuola, o un centro di studi e ricerche su Dante o un’accademia”, ma un’istituzione che, per vocazione, vuole “realizzare il legame tra la cultura e letteratura italiana, la profondità poetico-letteraria dell’italiano, dello scrivere e del dire italiano con l’insegnamento e la comunicazione”. L’obiettivo non è quindi solo “conservazione” ma anche “creazione di identità e cultura”, perché “la lingua senza cultura diventa solo un arnese”: per questo la Dante si pone quale “ponte tra cultura alta e comunicazione e insegnamento” e accetta “la sfida del divulgare”. Tra le proposte di Riccardi per vincere tale sfida: la trasformazione della sede centrale di Palazzo Firenze in una “casa della cultura” e l’organizzazione annuale di un Festival della Lingua in Italia, “per far piacere l’italiano agli italiani, le sue parole, le sue opere, il suo mondo: parole del gusto, dell’interiorità, della comunicazione, della creatività economica e culturale”. “Siamo convinti – ha concluso Riccardi che nel mondo plurale, talvolta babelico, della globalizzazione, l’italiano abbia il suo spazio e non un mediocre spazio”. In questo scenario la Dante Alighieri è uno strumento essenziale per fornire “un contributo a una pace ricca di un universo plurale, che parla plurale, ma che è profondamente interconnesso”. Così facendo “daremo una mano al nostro paese e alla sua storia, perché gli scenari del mondo siano non monocolori, ma arcobaleno e quindi fortemente colorati d’italiano e di cultura italiana”. Con queste parole il sottosegretario agli Esteri Mario Giro ha portato i saluti del governo italiano al gongresso, apprezzando la scelta di celebrarlo a Milano, città che ospita l’Esposizione universale e ne ha sorprendentemente mutato la caratteristica. Il sottosegretario ha sottolineato la necessità di “recuperare la coscienza nazionale dell’importanza del nostro collegamento con il mondo, di ripensare il nostro Paese in una dimensione globale, ripensamento che non sarà una cosa semplice”. “In questi ultimi anni è stato in realtà il mondo ad affacciarsi all’Italia – ha detto ancora Giro la crisi europea, l’Isis e il fondamentalismo islamico, il ritorno della guerra in Europa e l’emergenza crescita sono tutte questioni che richiedono per essere affrontate di aprirci, di rafforzare la nostra presenza, economica ma non solo, all’estero”. “Il mondo che bussa alle nostre porte ci trova impreparati, anche a livello istituzionale, e il rischio è quello di affrontare lo spaesamento fuggendo le sfide, piuttosto che affrontandole con coraggio – ha affermato Giro, rilevando la necessità di operare “un salto culturale” per rimettere realmente in moto l’Italia facendo leva su tutti i nostri punti di forza per accompagnare “il piano di estroversione economica dell’Italia nel mondo” con un “piano di promozione culturale dell’Italia nel mondo”. Un patrimonio immateriale Indispensabile dunque “far leva anche sul nostro patrimonio immateriale”, patrimonio che ha al suo cuore la lingua italiana e la cui promozione è dunque “uno strumento tra i più efficaci per vincere la sfida della globalizzazione”. Il sottosegretario ha richiamato le caratteristiche di apertura dei tratti culturali italiani, tanto più rilevanti “in tempi di identitarismo rabbioso”: “siamo stati un popolo che ha attraversato le frontiere con la nostra emigrazione, che, se in taluni casi ha perduto la propria lingua, non ha perduto la propria identità, vissuta come processo e non dato fissato per sempre, una storia di grandi sofferenze ma anche di grandi successi – ha aggiunto il sottosegretario, - perché ha creato mondi nuovi in cui gli italiani sono diventati protagonisti, mantenendo però un legame con la terra di origine e considerandola un punto di onore”. Si tratta di un “intreccio” che molto ci deve dire anche nel dialogo con gli immigrati di oggi: “le culture non si respingono e oggi la nostra lingua ci aiuta ad avere una nuova geografia del mondo; la sua caratteristica è quella di andare oltre i confini, di sapersi adattare senza perdersi, una debolezza che oggi si rivela invece un punto di forza”. ottobre 2015 La Rivista - 21 “Il nostro errore – ha detto ancora – è quello di credere di avere una lingua debole e inutile, e inutili le istituzioni che di questa si occupano. C’è invece molta richiesta di Italia e di lingua e cultura italiana che dobbiamo intercettare e accompagnare, riappassionandoci della nostra lingua, riassociandola ai concetti di felicità e utilità, lavorandoci per riempire un vuoto cui non si può rispondere unicamente con l’economia e con la tecnica”. Secondo il sottosegretario il Governo appoggerà “un’idea convincente di promozione culturale e linguistica di alta qualità e al passo con i tempi”, idea che dovrà ispirare anche la riforma delle scuole italiane all’estero, prevedere strumenti di azione più flessibili, la presenza in nuove aree del mondo e il coinvolgimento di nuovi partner nell’offerta linguistica e culturale. “Se non coltiveremo la domanda di Italia attraverso l’utilizzo di uno stesso linguaggio, veicolando il nuovo volto del nostro Paese e colmando il divario oggi esistente tra Paese e cultura – ha concluso Giro – tale domanda non sarà più nelle nostre mani”. Italofoni o italofili Una riflessione su quali priorità debbano guidare l’azione della Dante per permettere a lingua e cultura italiana di acquisire il 22 - La Rivista ottobre 2015 giusto riconoscimento e attrattiva a livello internazionale si è svolta anche con la tavola rotonda intitolata “L’Italia nel mondo: lo spazio dell’italofonia e dell’italsimpatia” animata, in qualità di relatori da Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes, dallo storico Jean Dominique Durand, dll direttore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie del Ministero degli Affari Esteri Cristina Ravaglia e dal giornalista Pier Luigi Vercesi. A moderare il dibattito il vice presidente della Società Dante Alighieri Paolo Peluffo che ha ricordato come la Società sia un luogo “in cui intessere i fili della memoria, che hanno un tratto unitario ma anche molteplice”, precisando come l’identità italiana, questione più volte richiamata nel corso del Congresso, sia “un’intersezione dello scambio di civiltà”: “lo scambio – ha detto - è la cifra dell’identità italiana”. Caracciolo ha evidenziato il “senso di rinuncia e di declino” che caratterizzano il nostro Paese in questi ultimi anni: “si parla di invasione migratoria, dimenticando che il saldo migratorio dell’Italia è negativo, perché tanti giovani italiani, che probabilmente non hanno una visione declinista, lasciano il nostro Paese per cercare un’opportunità di vita e lavoro all’estero”. Il di- rettore di Limes ha sottolineato la necessità di “rifuggire dalla tentazione del vincolo etnico”, invitando a curare di più il nostro passato, a trasmettere la nostra ricchezza culturale in primis alle giovani generazioni. Durand, che da marzo 2014 collabora con il sindaco di Lione sui temi del patrimonio e della memoria, ha ricordato come la lingua italiana non sia stata sempre utilizzata per un’apertura all’altro: “la storia ci insegna che lingua e cultura possono diventare strumenti al servizio dell’imperialismo e simboli di separazione più che di scambio”, con il rischio dell’uniformizzazione acritica o del ripiegamento in se stessi, fenomeno che allo stesso modo non intende la cultura quale strumento di dialogo. “La lingua non va intesa unicamente come strumento di comunicazione – aggiunge – ma di scambio, conoscenza e cultura; deve gettare ponti, aprire finestre”. “È vero che la lingua non è solo una componente etnica – ha affermato Cristina Ravaglia, - ma non possiamo non tener conto che abbiamo nel mondo circa 5 milioni di italiani, con passaporto italiano, in continua crescita”. Il direttore generale del Maeci ha fatto notare come i residenti all’estero siano cresciuti negli ultimi 3 anni di circa 500 mila unità: “i nuovi italiani, la cosiddetta generazione Erasmus maggiormente abituata a muoversi e a risiedere all’estero, affianca coloro che vi risiedono da più tempo; e poi ci sono gli italiani di origine, cui la legge italiana consente il riacquisto della cittadinanza. Si tratta di milioni di persone il cui legame con l’Italia può essere sfruttato anche a nostro beneficio”. Ravaglia ha sostenuto come, spesso, le terze o quarte generazioni di italiani ritornino con passione alla lingua italiana - un ritorno più semplice e pacificato rispetto al rapporto che le generazioni precedenti avevano con essa - non sempre conosciuta dagli emigranti del passato oppure rimossa nel caso delle seconde generazioni che lottavano per l’inserimento in società d’accoglienza non sempre scontato. Per questo anche i modi dell’insegnamento dell’italiano sono cambiati e cambiano in rapporto ai destinatari dell’offerta. A tal fine, vanno sostenute e stimolate iniziative innovative, facendo sistema, “mettendo insieme le forze” dei diversi settori che producono “italsimpatia”. Alimentando questi settori si alimenta anche l’interesse e la curiosità per la lingua italiana, con un ritorno anche in termini economici per il nostro Paese. Per Vercesi l’immagine di una “fase declinante” è contrastata dalla comunicazione di Papa Francesco, che sostiene un modello di sviluppo alternativo in lingua italiana in tutto il mondo, rilevando, inoltre, come la lingua non possa prescindere dal bagaglio culturale di cui è espressione. Nel mondo c’è una forte richiesta di Italia Nel suo intervento all’82° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri, sabato 26 settembre, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito come La percezione che si ha dell’Italia all’estero, nonostante gli stereotipi, inevitabili per ogni paese, è, complessivamente, decisamente migliore di quella che avvertiamo noi italiani. Sono molto grato alla Società Dante Alighieri di avermi invitato a partecipare a questo congresso di Milano, dedicato, in modo significativo, a un tema cruciale e complesso: alimentare la presenza dell’Italia nel pianeta. La vostra presenza qui, così numerosa, le parole del professor Riccardi e l’introduzione del dottor De Bortoli, che abbiamo ascoltato, così suggestive e cariche di futuro, manifestano una rinnovata volontà di impegno e di dedizione. Nel mondo c’è una forte richiesta di Italia. Lo ha dimostrato anche l’Expo, una scommessa pienamente riuscita, nonostante tante perplessità iniziali. Lo dicono molte statistiche, che pongono lo stile di vita italiano nella parte più alta della classifica dei desideri mondiali. Lo verifico, personalmente, ogni volta che incontro, in Italia o all’estero, le autorità di altri paesi. Ovunque si vada, si apprende che ci sono tanti italiani ai vertici di istituzioni economiche, scientifiche, culturali, artistiche. Sono molto numerosi i campi in cui Italia e italiani sono sinonimi di eccellenza: l’arte, la moda, il cibo, lo sport, il design, la musica, la tecnologia, la scienza, l’ospitalità... Sono circostanze che inducono a una riflessione. La percezione che si ha dell’Italia all’estero, nonostante gli stereotipi, inevitabili per ogni paese, è, complessivamente, decisamente migliore di quella che avvertiamo noi italiani, forse un po’ assuefatti all’idea di vivere immersi nell’arte, nella storia, nel bel paesaggio. La natura è stata straordinariamente prodiga con l’Italia. Dobbiamo riconoscere che non sempre siamo stati all’altezza. A volte abbiamo trascurato, sciupato, persino talvolta deturpato i doni e i talenti ricevuti. Molto spesso - ecco forse l’autentico limite nazionale - non siamo riusciti a fare sistema, a giocare in squadra, presi, come sovente accade, dalle nostre divisioni, non di rado artificiose. Ma è altrettanto vero che la nostra complessa vicenda storica ci ricorda, anche in tempi di difficoltà e di sofferenza, che il genio italico ha saputo crescere e affermarsi. Ed è motivo, per tutti noi, di orgoglio e di insegnamento. Ci attendeono sfide ma anche nuove prospettive I tempi che ci aspettano sono carichi di sfide, di prospettive, anche, come sempre, di incognite. Il vento della globalizzazione soffia con forza crescente. E non saranno muri o barriere a fermarlo. Le nostre mappe mentali, prima ancora di quelle geografiche, sono continuamente scosse, soggette a mutazioni significative, indotte dal carattere sempre più sovranazionale dell’economia, dalla tecnologia, dall’interdipendenza planetaria, dalle immani dimensioni di alcuni fenomeni. Per assicurare anche ai nostri figli un futuro di pace, di benessere, di felicità non serviranno persone con la testa volta all’indietro, condannati a camminare a ritroso. Un’immagine, posso dirlo in questo luogo, che fa venire in mente la condanna comminata agli indovini descritti da Dante nel XX Canto dell’Inferno. Abbiamo bisogno di filosofi, di intellettuali, di politici, di scienziati con intelligenza degli avvenimenti, idealità e capacità di visione, lungimiranza. Capacità che non va confusa con l’illusoria Il presidente Mattarella durante il suo intervento ottobre 2015 La Rivista - 23 Il presidente Mattarella durante il suo intervento divinazione, per riferirsi ancora agli indovini del XX Canto. Il genio, la creatività, la qualità, la bellezza risposta ai pericoli di omologazione Avere lungimiranza, progettare il futuro, non significa bruciarsi i ponti alle spalle ovvero rinnegare il nostro passato. Ma, piuttosto, investire la grande tradizione, i valori e la cultura che ci animano, in un mondo che cambia sempre più velocemente. Sarà all’altezza delle sfide nuove chi, insieme a radici solide e profonde, saprà ben interpretarle e saprà concorrere a governarle. E noi possiamo farlo. Non dobbiamo, per questo, avere paure o remore. Il carattere globale dei fenomeni da affrontare non è, in sé, positivo o negativo: è soltanto diverso e va affrontato con strumenti nuovi. Per l’Italia ci sono, accanto ai rischi, anche grandi opportunità, che potremo cogliere se sapremo esprimere innovazione, invenzione, genialità. Siamo a Milano, il luogo di Expo. Pensiamo quanto soltanto nel settore dell’agroalimentare, l’Italia ha dato e potrà continuare a dare. Attraendo un numero sempre maggiore di giovani entusiasti. In quel versante, ad esempio, la migliore risposta ai fast-food, che ci 24 - La Rivista ottobre 2015 hanno proposto cibo uniforme in ogni angolo del pianeta, è stata la creazione di slow food. Il genio, la creatività, la qualità, la bellezza sono la risposta efficace ai pericoli di omologazione e di livellamento che inevitabilmente l’interconnessione mondiale comporta. E sono peculiarità particolarmente presenti nel nostro Paese e che il mondo ci riconosce. Il ruolo della lingua italiana La lingua italiana - la lingua del sì, quella che Dante diceva essere parlata in tutte le città del bel paese, ma senza appartenere a nessuna di esse - può giocare un ruolo di grande importanza nella creazione di quel clima di simpatia verso l’Italia di cui ha appena parlato, con efficacia, Andrea Riccardi. Certamente, non è e non sarà una lingua egemonica nel mondo. Né diventerà, probabilmente, una lingua “commercialmente” appetibile. Ma proprio per questo potrebbe divenire, più di quanto non lo sia già, la lingua del bello, del gusto, dell’arte, della musica. Una lingua particolare e universale, apprezzata e studiata per nutrire lo spirito, per avvicinarsi al nostro straordinario patrimonio artistico e letterario, che trova in Dante Alighieri un protagonista assoluto. Certo, come ha detto il dottor De Bortoli, dobbiamo difenderla anche da noi stessi la nostra lingua rispetto a immotivate sostituzioni con locuzioni di altre lingue o rispetto a destrutturazioni che ne attenuino la grande ricchezza espressiva. E questo è rimesso al mondo della cultura anzitutto, ma anche a tutti gli operatori del settore nel nostro Paese. Non tutto si misura con la categoria dell’utile e del produttivo Le più recenti teorie di management mettono in rilievo come l’elevazione culturale, il benessere spirituale e intellettuale, il contatto con l’arte e con il bello creano operatori più attenti, partecipi e affidabili. Peraltro, non tutto e -va detto- per fortuna, nel mondo si misura con la categoria dell’utile e del produttivo. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che l’Italiano è diventata la quarta lingua più studiata nel mondo. Un dato percentualmente importante, pur se le cifre assolute degli studenti di italiano nel mondo dimostrano che siamo ancora solo all’inizio di un cammino che può diventare particolarmente fruttuoso e che va sviluppato adeguatamente. Il confronto con le risorse impiegate da altri Paesi europei per promuovere la propria lingua fa capire quanto sarebbe necessario un impegno finanziario maggiore da parte dello Stato. Ma non è soltanto una questione di fondi. Servono idee, entusiasmo, proposte. Anche qui sarà soprattutto necessario fare sistema tra il settore pubblico, il mondo imprenditoriale dell’export, il comparto del turismo, la scuola e l’università, la televisione e lo sport, gli intellettuali, gli artisti, i giovani che lavorano e studiano all’estero. C’è un grande sforzo da fare, che può unire pubblico e privato, per diffondere la nostra lingua su Internet e sui social media. Ciascuno nel suo campo, con la volontà di lavorare insieme per promuovere la conoscenza e la diffusione della lingua italiana e per accrescere simpatia e interesse per l’Italia nel mondo e in Europa, che ormai non è più al di fuori del nostro essere nazione. Un nobile e lungimirante intento La Società Dante Alighieri era nata, alla fine dell’Ottocento, con il nobile e lungimirante intento di mantenere vivo l’Italiano tra i nostri connazionali emigrati all’estero. Oggi, in un contesto storico in cui siamo passati da Paese di emigrazione a Paese di transito, e, in parte significativa, di immigrazione, questa missione trova nuove ragioni. Naturalmente la sfida principale è, oggi, nel mondo, quella di essere testimone e portavoce d’Italia per la nostra lingua, delle nostre bellezze e dei nostri prodotti; in Italia il compito è quello di essere, attraverso la conoscenza della lingua, un decisivo veicolo di integrazione tra i cittadini e le numerose e diverse comunità immigrate che si sono insediate nel nostro territorio. Per queste comunità l’Italiano è diventata la lingua della reciproca comunicazione. Comunicazione significa conoscenza e la conoscenza abbatte i muri della diffidenza e della paura. Previene la formazione di ghetti che sono innanzitutto linguistici e culturali. Credo che dovremmo essere più impegnati nel promuovere e nell’assicurare la conoscenza della nostra lingua agli immigrati che si insediano nel nostro Paese. Sulla stessa linea, le istituzioni pubbliche devono fare la propria parte, con lucidità e impegno, per assicurare la massima diffusione dell’insegnamento dell’Italiano nei Paesi più vicini, con una particolare attenzione ai Balcani e alla sponda sud del Mediterraneo. Dove la diffusione dell’Italiano può diventare anche - non è eccessiva questa considerazione - strumento di pace, di amicizia e di collaborazione. Concludo con apprezzamento sincero e davvero molto sentito per l’attività, appassionata e meritoria, della Dante Alighieri, dei suoi dirigenti, dei suoi comitati e delle sue scuole all’estero e in Italia. Sono sicuro che questo Congresso rappresenterà una tappa importante per rendere la vostra missione sempre più efficace e al passo con i tempi. Siete parte decisiva del sistema Italia e so anche che ne siete del tutto consapevoli e anche orgogliosi. Per questo vi ringrazio. Buon lavoro a tutti! Il presidente della Repubblica segue i lavori nella sala del Museo Diocesano di Milano, accanto a Andrea Riccardi Presidente della Società Dante Alighieri ottobre 2015 La Rivista - 25 Cultura d’impresa di Enrico Perversi Te lo dico io, fidati! La mancanza di fiducia pregiudica relazioni personali e professionali, per crearla non bastano le parole, servono fatti e quindi comportamenti. Quali? Mi succede spesso nella mia vita professionale di sentire frasi quali “sarà complicato portare a termine quel progetto, non mi fido del team..” oppure “sono tranquillo e concentrato sugli obiettivi, sono sicuro che il mio capo manterrà le promesse e non mi lascerà solo nei momenti difficili…”. La fiducia riveste un ruolo molto importante in azienda e determina spesso il successo o il fallimento, è il fondamento di una delega efficace, consente ai team di esprimere tutto il loro potenziale. È necessario quindi essere in grado di costruire relazioni che sviluppino un rapporto fiduciario e questo vale sia verso i collaboratori ma anche verso i livelli superiori, tanto che spesso si legge sulla stampa di un manager di successo che “gode della fiducia degli azionisti”. Posto che noi giudichiamo noi stessi sulla base delle intenzioni, ma siamo giudicati sulla base dei fatti, come possiamo creare fiducia? Quali sono i comportamenti chiave che ci permettono di guadagnare il rispetto, credibilità ed una relazione proficua? Stephen M.R. Covey ci propone la seguente definizione: leadership significa ottenere risultati ispirando fiducia e suggerisce anche 13 comportamenti utili avvertendo che sono interrelati tra loro e che in nessun caso devono essere portati agli estremi per non ottenere l’effetto opposto a quello desiderato: 1. Essere schietti. La sincerità e la verità ripagano sempre nel lungo periodo, esprimere semplicemente la propria opinione e chiamare le cose con il proprio nome dimostrano integrità. Per contro la manipolazione, il raggiro o solo la distorsione dei fatti durano un breve periodo. 2. Mostrare rispetto. Rispettare la dignità di tutti, ma in particolare di coloro che non possono fare niente per voi, significa prendersi sinceramente cura degli altri, la finzione viene smascherata e si ritorce contro di voi. 3. Essere cristallini. Siate aperti e autentici, agite presupponendo che le cose siano come appaiono, non abbiate finalità nascoste e non nascondete informazioni. Permettete a tutti di appurare che avete detto la verità. 4. Rimediare agli errori. Capita di sbagliare, nascondere le cose non serve, è più proficuo chiedere scusa rapidamente o sdebitarvi se possibile. Ammettere l’errore indica umiltà apprezzabile, non fatevi ostacolare dal vostro orgoglio. 5. Dimostrare lealtà. Riconoscete il contributo degli altri e attribuite i meriti a chi li ha, parlate delle persone come se fossero presenti. Screditare alle spalle e rivelare informazioni private altrui sarà noto in breve a tutti e vi danneggerà. 6. Fornire risultati. Rispettate tempi e budget stabiliti, fate accadere le cose, stabilite risultati tangibili. Le promesse al di sopra delle vostre possibilità saranno seguite da scuse per non aver prodotto risultati e la vostra credibilità sarà distrutta. 7. Migliorare. Apprendere costantemente e aumentare le vostre capacità deve andare in parallelo allo sviluppo di sistemi di feedback sulla base dei quali poi dovete agire ringraziando chi ve lo ha fornito. Le sfide di domani richiederanno di più. 8. Affrontare la realtà. Se nascondete la testa sotto la sabbia eviterete i veri problemi solo per un breve periodo, affrontate le situazioni difficili in modo diretto, riconoscete il non detto, conducete coraggiosamente le conversazioni. 9. Chiarire le aspettative. Comunicate le aspettative, discutetele, rinegoziatele se è necessario e possibile ma non deludetele. Non date mai per scontato che le aspettative siano chiare e condivise. 10.Esercitare la responsabilità. Assegnate e assumetevi la responsabilità dei risultati, siate chiari nella comunicazione e non sottraetevi alle responsabilità. In caso di insuccesso non puntate il dito contro gli altri né incolpateli. 11.Ascoltare prima di tutto. Ascoltate per capire con le orecchie ma anche con gli occhi e col cuore, scoprite cosa è importante per gli altri, non pretendete che le vostre esperienze siano valide anche per i vostri interlocutori. 12.Mantenere gli impegni. Dite ciò che farete e poi fatelo, prendete impegni con cautela perché non potrete giustificare l’esserne venuti meno, non infrangete a nessun costo la riservatezza. Un impegno è il simbolo del vostro onore. 13.Trasmettere fiducia. Mostrate propensione alla fiducia ed al valore che le attribuite, imparate a trasmettere fiducia in maniera adeguata alla situazione e alle persone coinvolte. Non rinunciate alla fiducia anche in presenza di rischi. Bello vero? Sembra anche facile, quasi banale. Però, tutti riconosciamo che in azienda c’è spesso tensione, stress, conflitto e quindi comportamenti opposti a quelli descritti sopra che non sono solo di singole persone ma anche di organizzazioni. E quindi? Vi propongo di osservarvi, di darvi un voto da 1 a 4 sulla vostra performance attuale su ogni singolo punto e di definire poi un piano per migliorarvi. Attenzione, cambiare comportamenti non è facile per nessuno… buon lavoro! [email protected] ottobre 2015 La Rivista - 27 Donne in carriera: Martina Grimaldi Il prossimo obiettivo le Olimpiadi di Rio de Janeiro di Ingeborg Wedel Prima di iniziare l’intervista con la nostra donna in carriera di oggi, desidero introdurvi alla particolare disciplina sportiva in cui è impegnata, che ritengo sconosciuta ai più. Il nuoto di fondo, di questo si tratta, comprende tutte le manifestazioni natatorie che si svolgono in acque aperte come fiumi, laghi e mari (per questo è denominato anche nuoto in acque libere) e comprende percorsi di diverse lunghezze: 5 km, 10 km, 25 km e le maratone di oltre 25 km. I campionati internazionali di nuoto di fondo come s’intendono oggi sono uno sviluppo piuttosto recente della disciplina, tanto che il riconoscimento olimpico è arrivato solo alle Olimpiadi del 2008. Ci sono due difficoltà essenziali nel nuoto di fondo: la prima è che si è a contatto diretto con molte altre persone perché non ci sono le corsie; poi ci sono le difficoltà legate all’ambiente naturale in cui si nuota, come le correnti e le onde, che possono dare altri problemi e influire sulla gara. Per i nuotatori di fondo è importante riuscire a mantenere sempre la massima concentrazione e avere un buon livello di sopportazione dello sforzo per periodi di tempo prolungati. Lasciamo ora la parola a Martina. Ho 26 anni, sono nata a Bologna e ho iniziato a nuotare a 4 anni. Oro Oro Oro Bronzo Bronzo Oro Argento Bronzo Oro Bronzo Argento La mia famiglia mi è stata sempre vicino e mi ha lasciato la libertà di decidere quello che volevo fare, in campo agonistico e non solo. Sono figlia unica, da piccolina, un fratellino o una sorellina l’avrei desiderato, come tutti i bambini. Ho iniziato a gareggiare a 10 anni seguendo il classico percorso: esordienti, junior, cadetti e senior; inizialmente in vasca ed ora in acque libere, ma ancora oggi qualche gara in vasca la faccio. Non posso dire che ci sia stata una vera “molla” che abbia fatto scattare in me il desiderio di misurarmi nello sport ad alti livelli, direi piuttosto che, essendo vissuta da sempre in un ambiente sportivo, l’attività agonistica ne è stata una diretta conseguenza. Certamente ci sono stati momenti che hanno dato maggior “carica alla molla”, legati ai risultati che ho ottenuto. Conseguito il diploma di Maturità Scientifica, ho frequentato il Liceo Scientifico “Sabin” a Bologna, poi mi sono iscritta alla Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università della mia città, ma ho potuto completare solo il ciclo di esami del primo anno, in quanto la preparazione per le Olimpiadi di Londra non mi ha permesso di seguire attivamente le lezioni. I titoli vinti a livello internazionale sono stati tanti, inframmezzati ad altri legati alla partecipazione a gare del circuito della Coppa del Mondo: Europei 25 km Berlino 2014 Mondiali Europei 25 km 10 km Barcellona Piombino 2013 2012 Europei 25 km Piombino 2012 Olimpiadi Europei Mondiali 10 km 10 km 10 km Londra Eilat Shanghai 2012 2011 2011 Europei Mondiali Mondiali Europei 25 km 10 km 10 km 10 km Balaton Roberval Roma Dubrovnik 2010 2010 2009 2008 28 - La Rivista ottobre 2015 Dopo l’11° posto sulla 5 km ai mondiali di Kazan, i prossimi impegni sono legati ad ottenere la qualificazione alle prossime Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro. Sono fidanzata con Angelo e, come credo tutte le donne, desidero formare con lui una famiglia ed avere dei figli. Spero e credo che realizzare questo mio sogno sarà possibile quando, dopo il 2016, pur rimanendo nell’ambito sportivo, ho intenzione di rallentare la mia attività agonistica. Ora possiamo conoscere anche le risposte di Martina alle nostreconsuete domande. Quali sono gli ostacoli principali che incontra la donna in campo sportivo? Quanto conta per la donna in carriera l’arte della seduzione? Anche allo stato inconscio. Quali sono gli svantaggi? Qual è la soddisfazione maggiore per una sportiva, in ambito professionale? Non sono troppo diversi da quelli che incontrano gli uomini: in età scolare la difficoltà è quella di far convivere gli impegni sportivi con quelli scolastici; più avanti quella di seguire una vita regolare, un po’ sacrificata, al fine di garantirsi i necessari momenti di riposo. Naturalmente, per carriere che si spingano oltre il momento in cui ci si forma una famiglia, per la donna subentra la difficoltà di far convivere l’attività sportiva con quella di gestione del nucleo familiare. In questo la speranza è che il proprio compagno possa fornire il suo sostegno. Cosa significa essere donna piuttosto che uomo in carriera? Credo di poter dire che, nell’ambito sportivo, il sesso di appartenenza non faccia molta differenza. Certamente gli sport femminili sono meno seguiti di quelli maschili, ma, nel caso della mia disciplina, la differenza è tra gli sport apprezzati dal grande pubblico e quelli a torto definiti “minori”, come il nuoto di fondo. Quanto tempo necessita per farsi apprezzare come atleta donna? Farsi apprezzare come atleta richiede tanto tempo e dedizione, a prescindere dall’essere uomo o donna. Quali sono le difficoltà che in quanto donna ha dovuto, o deve, affrontare nel mondo dello sport? In realtà ancora nessuna difficoltà in quanto, diversamente dal mondo del lavoro, non ci si misura agonisticamente tra sessi diversi. Per quanto poi attiene ai rapporti personali all’interno dei team non c’è nessun problema, non ci sono gelosie o invidie, quanto piuttosto una condivisione dei momenti difficili e delle gioie. Credo che in questo il mondo del lavoro avrebbe tanto da imparare da quello dello sport. Hai mai percepito diffidenza nei confronti della donna atleta? In realtà, se diffidenza c’è, essa è legata al carattere della persona, al suo individualismo, alla sua integrità, modestia ed umiltà. In ultima analisi al suo modo di porsi all’interno del gruppo: ancora una volta non c’entra il sesso. Lo svantaggio fondamentale è rappresentato dal fatto che il più delle volte si è costretti ad abbandonare prematuramente la carriera scolastica, per poi ritrovarsi, al termine dell’attività agonistica, piuttosto giovani e senza un titolo di studio di livello universitario. Magari questo non costituisce un problema per sport che abbiano fornito una tranquillità economica per il futuro, ma non è il caso degli sport “minori”. In questo senso è fondamentale l’apporto dei gruppi sportivi militari, come le Fiamme Oro cui appartengo. Quali sono, invece, i vantaggi? Mi collego alla domanda precedente: nel mio caso il vantaggio è rappresentato dal fatto che, facendo parte delle Fiamme Oro, sono assunta a tempo indeterminato all’interno dei ranghi della Polizia di Stato. Ma, ancora una volta, non credo ci siano differenze tra uomini e donne. Quanti possono essere, se cisono, privilegi che derivano dall’essere donna? Qui tocca un tasto dolente. Non sono abituata ad utilizzare la seduzione per raggiungere un risultato: utilizzo invece la dedizione, la concentrazione e la volontà o, come dice chi mi sta vicino, la testardaggine. Non so se inconsciamente la mia ricerca di dolcezza o coccole, se le si vuol chiamare così, si rifaccia a tecniche di seduzione, in ogni caso certamente sono cose sviluppate da piccole che ci portiamo dentro. Da sportiva, tuttavia, ritengo molto attraenti la solarità e la forza, soprattutto mentale. Quella di aver creduto in un sogno e di vederlo realizzato, e credo sia comune a qualsiasi ambito, sportivo e non. A che cosa deve rinunciare la donna, rispetto ad un uomo, per affermarsi? Mi rifaccio a quella che è stata la mia esperienza: attualmente non ho potuto ancora formarmi una famiglia, ho una vita privata, nel senso dei diversivi che sono comuni ai ragazzi della mia età, molto morigerata e scandita da tanti impegni. In ultimo gli hobby si riducono a quelli che è possibile coltivare durante il relax: lettura, qualche rara uscita con gli amici e ascoltare la musica che mi piace. A questo aggiungo solo che, approfittando dei numerosi viaggi all’estero che la mia attività comporta, mi piace visitare i mercatini e raccogliere testimonianze dei paesi che visito. La medaglia conquistata ai mondiali di Barcellona In generale, ma non per il fatto di essere donna, mi sento privilegiata rispetto alle persone della mia età: lo sport mi ha dato l’opportunità di vivere in un ambiente stimolante, di avere soddisfazioni e visibilità, di girare il mondo e di avere un lavoro sicuro per il mio futuro. Questa, purtroppo, non è la realtà dei ragazzi e delle ragazzi della mia età. Un altro aspetto che considero un privilegio è l’essere venuta a contatto con tante iniziative benefiche alle quali ho aderito con entusiasmo: questo è un impegno che vorrò proseguire anche una volta cessata l’attività agonistica. Condivide la convinzione che l’intuito femminile sia superiore a quello maschile? Noi donne siamo sempre attente a cogliere ogni aspetto della vita e siamo anche molto riflessive. Dall’osservazione e dalla riflessione derivano le intuizioni, per questo credo che come donne si sia favorite. ottobre 2015 La Rivista - 29 Burocratiche di Manuela Cipollone Direttive dell’Unione europea Certezza del diritto in materia fiscale Disposizioni in materia di agricoltura sociale La direttiva europea in materia di asilo, ma anche decreti fiscali e le nuove norme sulla cosiddetta agricoltura sociale sono alcuni dei provvedimenti entrati in vigore nell’ultimo mese, dopo la loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Status di protezione internazionale È entrato in vigore il 30 settembre il decreto legislativo con cui l’Italia dà attuazione a due direttive Ue: una sull’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale; l’altra sulle procedure comuni per il riconoscimento e la revoca dello status di protezione internazionale. 30 gli articoli del decreto: la prima direttiva (2013/33/UE) prevede norme comuni dettagliate sulla questione del trattenimento dei richiedenti asilo, garantendo che i loro diritti fondamentali siano pienamente rispettati. In particolare, la direttiva contiene un elenco completo dei presupposti per il trattenimento, contribuendo così ad evitare pratiche arbitrarie, e limita il più possibile il periodo del trattenimento. Ad esempio viene ridotto il trattenimento per le persone vulnerabili, in particolare i minori; istituisce importanti garanzie giuridiche quali l’accesso all’assistenza legale gratuita e informazioni scritte all’atto della presentazione di un ricorso contro un provvedimento di trattenimento; introduce specifiche condizioni di accoglienza per i centri di trattenimento, come l’accesso a spazi all’aria aperta e la comunicazione con gli avvocati, le ONG e i familiari. La direttiva chiarisce anche l’obbligo di effettuare una valutazione individuale così da definire le specifiche esigenze di accoglienza delle persone vulnerabili; dedica un’attenzione particolare ai minori non accompagnati e alle vittime di tortura e garantisce che i richiedenti asilo vulnerabili possano ricevere anche un sostegno psicologico; disciplina infine le qualifiche dei rappresentanti per i minori non accompagnati. Creare un sistema coerente La seconda Direttiva (2013/32/UE) elenca le procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale (rifusione). Questa seconda direttiva, che modifica la precedente datata 2008, rafforza alcune garanzie minime, facilitando le modalità di accesso alla procedura e la possibilità di presentare ricorso in seconda istanza. Obiettivo dell’Ue è quello di creare un sistema coerente così da garantire che tutte le decisioni in materia siano adottate in modo più efficiente ed equo e che tutti gli Stati membri esaminino le domande in base a norme comuni di “elevata qualità”. In particolare vengono fissate regole più chiare per la domanda di asilo garantendo da un lato la facilità di presentazione e, dall’altro, la tempestività dell’iter che non dovrà superare i sei mesi. Abuso del diritto fiscale In Gazzetta anche il Decreto legislativo numero 128 “Disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente, in attuazione degli articoli 5, 6 e 8, comma 2, della legge 11 marzo 2014, n. 23”. Entrato in vigore il 2 settembre, il decreto contiene novità in materia di “Abuso del diritto fiscale”. Il provvedimento, oltre a rafforzare la certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente in materia 30 - La Rivista ottobre 2015 di abuso del diritto ed elusione fiscale, prevede il raddoppio dei termini per l’accertamento e la tax compliance, cioè l’adempimento spontaneo agli obblighi tributari da parte del contribuente. Un’altra novità riguarda una specifica disposizione sulla cosiddetta Voluntary Disclosure: si prevede che possano accedere alla collaborazione volontaria - e quindi beneficiare della riduzione delle sanzioni amministrative tributarie e della non punibilità penale - le attività e le imposte riferite ad annualità per le quali siano scaduti i termini per l’accertamento fiscale. Il decreto, inoltre, conferma le disposizioni sull’abuso del diritto e l’elusione fiscale, che si unificano in un unico concetto (inserendo un nuovo articolo nella legge sullo statuto del contribuente) con una valenza generale, con riguardo a tutti i tributi (imposte sui redditi e imposte indirette, fatta comunque salva la speciale disciplina vigente in materia doganale). Il Regime di adempimento collaborativo Confermata, infine, l’istituzione di un nuovo schema di relazioni tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti denominato “Regime di adempimento collaborativo”, che in una prima fase si applicherà alle imprese di maggiori dimensioni che potranno accedere a questo regime solo se in possesso di un sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, che consenta l’autovalutazione preventiva e il monitoraggio dei rischi. La norma mira ad instaurare un regime di scambio continuo di informazioni, basato sulla trasparenza, così da realizzare un sistema di controllo per prevenire potenziali controversie fiscali. In vigore dal 23 settembre le Disposizioni in materia di “agricoltura sociale”, ambito in cui rientrano numerose attività. Progetti di riabilitazione sociale Si tratta delle attività che prevedono l’inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e lavoratori svantaggiati, persone svantaggiate e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale; prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l’uso di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura; prestazioni e servizi terapeutici anche attraverso l’ausilio di animali e la coltivazione delle piante; iniziative di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità animale, anche attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche. Multifunzionalità delle imprese agricole In base alla nuova legge, le Regioni, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, potranno promuovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione integrata territoriale e allo sviluppo dell’agricoltura sociale. E ancora: le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere possono inserire come criteri di priorità per l’assegnazione delle gare di fornitura la provenienza dei prodotti agroalimentari da operatori di agricoltura sociale. Sul fronte dei Comuni si prevedono specifiche misure di valorizzazione dei prodotti provenienti dall’agricoltura sociale nel commercio su aree pubbliche. Criteri di priorità Gli enti pubblici territoriali da un lato potranno prevedere criteri di priorità per favorire lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale nell’ambito delle procedure di alienazione e locazione dei terreni pubblici agricoli; dall’altro dare in concessione, a titolo gratuito, anche agli operatori dell’agricoltura sociale i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. La legge istituisce anche l’Osservatorio sull’agricoltura sociale, nominato con decreto del Ministero per le politiche agricole. L’Osservatorio è chiamato a definire le linee guida in materia di agricoltura sociale e assume funzioni di monitoraggio, iniziativa finalizzata al coordinamento delle iniziative a fini di coordinamento con le politiche rurali e comunicazione. Infine, tra gli atti internazionali entrati in vigore segnaliamo la ratifica della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006. ottobre 2015 La Rivista - 31 Normative allo specchio di Carlotta D’Ambrosio con la collaborazione di Paola Fuso Prove di allineamento: la voluntary disclosure italiana e il nuovo Codice delle Obbligazioni svizzero Lo sforzo della Svizzera di rimanere un’ambita piazza finanziaria e al contempo di uniformarsi agli standard europei di trasparenza é già tutto nella vicinanza di due date: in Italia, il 15.12.2014 viene pubblicata la l. 186 sulla voluntary disclosure, il giorno prima la Svizzera modificava il Codice delle Obbligazioni. Con l’adozione della legge federale concernente l’attuazione delle raccomandazioni del Gruppo d’azione finanziaria (GAFI) rivedute nel 2012, il Parlamento ha modificato il Codice delle Obbligazioni (art. 697 e ss.) stabilendo che, a partire dal 1.7.2015 ad ogni nuovo acquisto di titoli al portatore, l’azionista deve comunicare alla società entro 30 giorni l’avvenuta operazione con l’obbligo di identificarsi. Secondo le nuove regole è necessario identificare un azionista che detenga una partecipazione nella società a partire dal 25% dei diritti di voto o del capitale. In tal caso gli obblighi di annuncio vanno rispettati entro il 31 dicembre 2015. Le disposizioni statutarie o i regolamenti in contrasto con il dettato delle nuove norme verranno abrogati con effetto al 30 giugno 2017. Dunque, ecceduto il limite del 25%, le società anonime hanno l’obbligo di tenere un elenco dei detentori di azioni al portatore e degli aventi economicamente diritto. Oltre al nominativo e alla residenza o al domicilio dell’azionista, l’elenco deve indicare la percentuale di voti e di capitale per ciascuno. L’elenco e i documenti giustificativi relativi alla cancellazione dell’azionista devono essere conservati per 10 anni dopo la cancellazione della persona dall’elenco, presso un luogo sicuro in Svizzera (quale la sede della società). Per le azioni al portatore l’assemblea generale può decidere che gli annunci del detentore e dell’avente economicamente diritto non siano fatti alla società, ma ad un intermediario finanziario ai sensi della legge sul riciclaggio di denaro. Quest’ultimo ha quindi l’obbligo di tenere un elenco e conservare i giustificativi. Questa delega offre la possibilità al detentore di azioni al portatore di preservare il suo anonimato nei confronti della società. Una delega all’ufficio di revisione per il socio non dovrebbe di regola essere autorizzata, poiché questa attività è difficilmente compatibile con l’indipendenza del revisore. Secondo le nuove norme del CO (art 697 e seguenti) i diritti sociali, quali il diritto di voto, inerenti alle azioni il cui acquisto è soggetto agli obblighi di annuncio sono sospesi fintanto che l’azionista non abbia ottemperato a tali obblighi. Non di meno tali norme prevedono che l’azionista può far valere i diritti patrimoniali, quali il diritto a percepire i dividendi, soltanto se ha ottemperato agli obblighi di annuncio. In caso contrario, i diritti patrimoniali decadono. Se vi ottempera in un secondo tempo, può far valere i diritti patrimoniali sorti a decorrere da tale data. Il consiglio di amministrazione provvede affinché nessun azionista eserciti i propri diritti sociali o patrimoniali fino a quando gli obblighi di annuncio non vengono adempiuti. In ogni caso i detentori di azioni al portatore non identificati e registrati non dispongono più del diritto di voto dal 1.1.2016. Se le azioni al portatore e nominative sono acquistate dopo il 1.7.2015 e l’identità della persona fisica che corrisponde all’avente economicamente diritto non è annunciata nel caso in cui, a seguito dell’acquisto, la partecipazione raggiunge o supera il limite del 25% del capitale azionario o dei voti, il diritto di voto non può più essere esercitato dopo la data di acquisizione. Ciò vale anche per le Sagl. In caso di inosservanza i dividendi distribuiti senza base giuridica valevole possono essere oggetto di una richiesta di restituzione su di un periodo che può raggiungere i 10 anni, ad esempio in caso di vendita ulteriore della società o di fallimento. Stante il rigore delle disposizioni dianzi riportate, va da sè che la società anonima con azioni al portatore può decidere, ove possibile, di convertire le azioni al portatore in azioni nominative allo scopo di semplificare gli obblighi derivanti dalla nuova normativa, a meno che la stessa società decida di tenere un elenco degli azionisti e dei beneficiari economici o di delegare tale compito ad un intermediario. Il comportamento contra legem, dato dal non tenere in modo corretto l’elenco dei titolari di azioni al portatore, è punito con una multa sino a 500.000 CHF. Alla luce di quanto esposto, occorre rammentare che gli obblighi, valevoli se si supera il 25% dei capitale azionario o dei voti, impongono o il deposito degli elenchi dei nomi degli azionisti e degli aventi economicamente diritto presso la società, o il deposito degli stessi presso un intermediario finanziario che conserva i benefici dell’anonimato in armonia con la nuova legge svizzera. Il fine è il contemperamento di due interessi: quello “privato”, degli azionisti/investitori (salvaguardato dalla possibilità di nominare un intermediario finanziario che li rappresenti e che conservi egli stesso gli elenchi) e quello pubblico, dato dalla necessità che la Svizzera ha in questo momento di rappresentare non solo un’appetibile piazza finanziaria ma pure uno spazio economico rispettoso delle linee guida europee in materia di trasparenza. [email protected] [email protected] 32 - La Rivista ottobre 2015 Angolo Fiscale di Tiziana Marenco Fiscalità, riciclaggio e mercati finanziari: Imminente l’entrata in vigore della nuova normativa (solo agli avvocati in futuro il privilegio di tacere) (continua dal numero precedente) 3. Il beneficiario economico e il detentore del controllo La nuova normativa effettua sostanzialmente la distinzione tra beneficiario economico di strutture passive e il detentore del controllo di società operative (non quotate in borsa, queste ultime in linea di principio escluse dalle regole di trasparenza). Tradizionalmente complessi patrimoniali con carattere passivo sono attribuiti fiscalmente al beneficiario economico (trasparenza fiscale). Questo vale in particolare per le società di sede prive di sostanza (shell companies, società bucalettera) ma anche per fondazioni e trust revocabili o comunque costituiti in modo da permettere a una persona, solitamente il fondatore o i beneficiari (spesso i suoi discendenti), di disporre del patrimonio. Onde poter escludere il delitto fiscale grave ai sensi delle nuove normative sul riciclaggio gli intermediari finanziari sono obbligati ad analizzare le strutture e a verificare la corretta dichiarazione per scopi fiscali da parte dei beneficiari economici. Nel corso della procedura di legislazione ci si è scostati dall’obbligo di dichiarazione del cliente, si è invece provveduto ad introdurre con la nuova modulistica bancaria quei documenti che, se falsamente compilati da parte del cliente della banca costituiscono il falso in documenti che trasforma la semplice evasione in truffa fiscale. Questa modulistica, che si orienta agli obblighi d’informazione nell’ambito dello scambio automatico, costituisce un elemento centrale della riforma. La nuova CDB 16 prevede i seguenti moduli: – Modulo A (beneficiario economico; per società di sede o altre strutture non operative e per rapporti fiduciari) – Modulo I (Insurance Wrappers; informazioni riguardanti l’assicurato e, se diverso, la persona che ha versato i premi) – Modulo K (detentore del controllo di una società operativa, cioè chi controlla più del 25% delle voci o del capitale di tale società) – Modulo S (fondazioni e simili, informazioni sulla revocabilità, sul carattere discrezionale e sui beneficiari, nonché su eventuali riorganizzazioni che hanno preceduto l’esistenza della struttura e dalle quali deriva l’esistenza della fondazione attuale) – Modulo T (trust e simili, informazioni analoghe a quelle riguardanti le fondazioni, in particolare relative al carattere discrezionale o meno della struttura, all’identità del Settlor e dei beneficiari, la dichiarazione riguardante ristrutturazioni precedenti all’esistenza della struttura attuale e un eventuale diritto alla revoca). 4. La società di sede La peculiarità della cosiddetta società di sede, termine la cui origine va cercata nella legislazione anti-riciclaggio, consisteva nel fatto che l’intermediario finanziario per queste società con poca o nulla sostanza doveva richiedere una dichiarazione riguardante il beneficiario economico (persona fisica) che di fatto non poteva disporre del patrimonio della società. Anche in futuro per società di sede s’intende una persona giuridica, svizzera od estera, società di persone, gli istituti, le fondazioni, i trust o le società fiduciarie e tutte le strutture analoghe che non svolgono attività sul piano operativo. Questa definizione si ritrova anche nelle nuove ordinanze di attuazione della legislazione anti-riciclaggio e nella CDB 16. Tipicamente tali società sono prive di personale e non dispongono di uffici, ragion per cui la legge gli nega l’effetto di schermo protettivo e le rende trasparenti. Come in passato non si considerano società di sede le società che perseguono lo scopo di salvaguardia degli interessi dei propri membri ecc. e le società holding o subholding che detengono una quota maggioritaria in una o piu società con attività operativa e il cui scopo non consiste prevalentemente nell’amministrazione di patrimoni terzi. Per essere considerata operativa la società holding deve esercitare potere direzionale sulle partecipate, in generale nel quadro di un consolidamento contabile. La nuova CDB 16 ha invece stralciato l’eccezione delle società immobiliari, che devono quindi essere giudicate secondo i principi generali di cui sopra. Come sinora l’utilizzo di strutture complesse, in particolare avvalendosi di società di sede (quindi di più di una società di sede) dà luogo a obblighi speciali dell’intermediario finanziario, poiché queste strutture possono costituire un indizio di rischio elevato di riciclaggio. Con l’introduzione del delitto fiscale antecedente al riciclaggio, società di sede controllate dall’estero ed in particolare il loro utilizzo nel quadro di strutture complesse acquistano nuova rilevanza. A queste società spesso non solo la legislazione anti-riciclaggio ma anche quella in materia tributaria rifiuta il riconoscimento e quindi l’effetto di schermo. In presenza di sostanza insufficiente a seconda delle costellazioni, e comunque non di rado, sulla base di convenzioni sulla doppia imposizione o in mancanza delle stesse utili e sostanza di queste società sono imponibili non solo nel paese dove si trova la sede legale della società, ma anche nel paese nel quale si esercita la direzione effettiva della stessa oppure, nel caso degli utili, nel paese di residenza della persona che ha il controllo sulla società, sia direttamente attraverso la negazione della struttura sia indirettamente via legislazione CFC, quindi andando ad aggiungere gli utili passivi di società bucalettere ai redditi imponibili della persona fisica che ne esercita in via ultima il controllo. Il cliente, sia esso privato o impresa, che non vuole rinunciare per motivi legali o economici all’utilizzo di società di sede, non potrà quindi far a meno di fornire all’intermediario finanziari una presa di posizione tecnica e dettagliata sul trattamento fiscale della struttura nel paese di residenza del detentore del controllo, in modo da permettere all’intermediario il corretto controllo della relazione e un corretto flusso di informazioni. (continua) [email protected] ottobre 2015 La Rivista - 33 Precisione svizzera e flair italiano… La MAT TRANSPORT SA è una società di prima categoria specializzata in soluzioni logistiche e di trasporto. Vi facciamo beneficiare di oltre 60 anni di esperienza e professionalità nel campo della logistica e vi offriamo la certezza di sapere la propria merce in buone mani. 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L’azionista deve provare di essere in possesso delle azioni, ad esempio mostrando i certificati azionari o la catena delle cessioni, e identificarsi mediante il passaporto, la carta d’identità o la patente (originale o fotocopia) oppure, se si tratta di una società, mediante un estratto del registro di commercio. L’azionista deve notificare alla SA ogni modifica dei dati appena menzionati. Chi acquistando, solo o assieme a terzi, azioni al portatore o azioni nominative ottiene una partecipazione che raggiunge o supera il 25 % del capitale azionario o dei voti, deve notificare entro un mese alla SA l’identità della persona fisica per la quale agisce. L’azionista deve notificare alla SA pure ogni modifica dei dati rilevanti di tale persona (il cosiddetto avente economicamente diritto). Si noti che l’avente economicamente diritto può soltanto essere una persona fisica. Per cui, se si dovesse, invece, trattare di una società e che nessuna persona fisica possa essere identificata, il presidente del consiglio di amministrazione (CdA) di tale società sarà ritenuto essere l’avente economicamente diritto. L’assemblea generale della SA può prevedere che, in merito ad azioni al portatore, le notifiche appena descritte non siano fatte alla stessa SA, bensì a un intermediario finanziario ai sensi della Legge federale svizzera sul riciclaggio di denaro. Il CdA nomina tale intermediario finanziario e lo comunica agli azionisti. La SA può in ogni momento richiedere all’intermediario finanziario informazioni. Esso però provvederà soltanto le informazioni in merito alle notifiche che ha ricevuto, ma non su chi le ha fatte, che resterà anonimo. I diritti sociali inerenti alle azioni il cui acquisto è soggetto agli obblighi di notifica descritti (ad esempio il diritto di partecipare all’assemblea generale, il diritto di voto o il diritto all’ottenimento di informazioni e ragguagli) sono sospesi, mentre i diritti patrimoniali (in particolare quello al dividendo) decadono fintanto che l’azionista non abbia ottemperato a tali obblighi. Se l’azionista ottempera ai suoi obblighi di notifica in un secondo momento, può far valere i suoi diritti patrimoniali a decorrere da tale momento, ma non retroattivamente. Come già descritto, l’organo di gestione della società o cooperativa, ovvero il CdA o il management, è responsabile dell’attuazione degli obblighi descritti e deve accertarsi che le azioni per le quali i detentori non hanno adempiuto ai loro obblighi, siano escluse dall’esercizio di qualsiasi diritto inerente a tale azioni, in particolare, il diritto di partecipare all’assemblea generale, il diritto di voto e il diritto al dividendo. In caso contrario, i membri dell’organo di gestione saranno personalmente responsabili di eventuali danni alla società o cooperativa. Le società e le cooperative devono assicurare l’accessibilità del registro degli azionisti e degli aventi economicamente diritto in Svizzera in qualsiasi momento, tramite un membro del CdA o del management che abbia residenza in Svizzera. Le società e le cooperative devono conservare i documenti relativi alle notifiche degli azionisti e degli aventi economicamente diritto e la loro identità per 10 anni dalla loro eventuale cancellazione dal registro/libro soci. Le nuove norme hanno semplificato il processo di conversione delle azioni al portatore in azioni nominative, in quanto tale conversione ora si basa sulla legge stessa e non è più necessario prevederla nello statuto. [email protected] ottobre 2015 La Rivista - 35 Convenzioni Internazionali di Paolo Comuzzi Agosto 2015: la Corte di Cassazione si pronuncia sulla lista Falciani e sulla lista Pessina Il tema della lista Falciani (che pare non sia l’unica lista1) ha consentito di produrre pagine di giornali e lunghe dissertazioni ai tecnici (ed anche ai non tecnici), discussioni molto belle ed alle quali oggi (finalmente diciamo noi) pone fine la Corte di Cassazione con due sentenze (qui ne citiamo una sola) del giorno 19.8.2015 e noi usiamo la 16950 della Sezione V della Suprema Corte2 per la lista Falciani e la sentenza 17183 sempre della Sezione V per la lista Pessina (sentenza pubblicata il giorno 26.8.2015 nel sito della Corte). Ad essere cattivi il titolo dell’articolo potrebbe essere che l’eventuale “evasore” non passa un buon mese di Agosto ma non è questo (as usual) il punto che ci interessa3 bensì ci interessano i principi generali che la nostra Suprema Corte di Cassazione ha fissato mediante queste sentenze e che appaiono certamente importanti nell’ambito della lotta alla evasione fiscale internazionale (e possiamo anche dire che sono principi che in qualche modo incidono anche sulla cd Voluntary e quindi vanno considerati da qualche indeciso). Il caso in sintesi ed i principi della Corte I due casi sono comunque tra loro diversi e senza andare nei dettagli (fermo restando che la sentenza Falciani e quella Pessina si trovano nel sito della Corte di Cassazione) diciamo che un cittadino, da considerare come residente fiscale in Italia, viene “pescato” nell’elenco che il signor Falciani (cittadino non italiano) ha sottratto alla banca (estera) per la quale lavorava (all’estero) e che poi è finito (non consegnato direttamente da Falciani4) nelle mani dell’Amministrazione Finanziaria Italiana e questo dopo un cammino che è (forse) diverso per ogni contribuente pescato nella lista stessa ma che vede questo passo iniziale: la sottrazione del documento da parte del dipendente cittadino straniero al proprio datore di lavoro estero ed all’estero senza alcun permesso (ovvero in violazione di norme previste nello Stato in cui opera la banca). In buona sostanza qui si discute, dice la Cassazione, se dobbiamo applicare un generale divieto di utilizzo processuale di prove assunte in violazione di legge5. Nel secondo caso (lista Pessina) un avvocato (cittadino svizzero e residente fiscale in Svizzera) viene bloccato a Malpensa (in Italia) e viene esaminato in dettaglio il contenuto dei files che vi sono nel computer che lo stesso portava con sé e da questo esame emergono i nomi di alcune persone residenti fiscali in Italia che hanno rapporti di affari con lo stesso. Qui non si discute di dati acquisiti in violazione di legge ma si discute subito della valenza di questi dati a provare determinate conseguenze. Le affermazioni della Corte di Cassazione Nel primo caso, con una sentenza sostanzialmente breve, la Corte di Cassazione svolge alcune considerazioni importanti che possiamo così riassumere: • La prima considerazione è che nell’ordinamento giuridico italiano non esistono limiti agli elementi che possono entrare nell’accertamento (ovvero agli elementi sui quali l’accertamento si fonda) e nel processo e quindi, dice la Cassazione, possono entrare anche prove atipiche ovvero dati acquisiti in forme diverse rispetto a quelle regolamentate6; • La seconda considerazione è che l’elemento della prova per presunzioni (dove il fatto noto è quello del nome nella lista e da questo si trae il fatto ignoto ovvero che si evade, fatto ignoto non provato ma presunto) può essere costituito anche da acquisizioni che vengono da una autorità straniera nell’ambito di direttive comunitarie o di accordi7 (e su questo punto nessuno ha qualche elemento per mettersi in contrasto considerato che se la lista fosse stato acquisita nell’ambito di una procedura di scambio di informazioni è cosa certa che il suo utilizzo sarebbe stato del tutto lecito); • La terza considerazione è che il segreto bancario non è un limite alla cooperazione in tema di scambio delle infor- 36 - La Rivista ottobre 2015 mazioni [il segreto bancario, dice la Cassazione, cede di fronte all’articolo 53 della costituzione repubblicana che stabilisce un dovere più alto e che supera il diritto alla tutela della segretezza dei traffici commerciali – in sostanza l’articolo 53 costituzione limita il diritto alla riservatezza quando tale diritto può tradursi nella possibilità di celare ricchezza alla Amministrazione Finanziaria]; • La quarta considerazione è che la cooperazione informativa non trova ostacolo nel fatto che le informazioni sia consegnate all’autorità straniera (che poi le consegna a quella italiana) da un dipendente della banca; • La quinta considerazione è che la Cedu non impedisce di fare uso di prove acquisite anche in modo non legittimo in quanto si deve valutare se l’intero processo offra adeguate garanzie all’imputato e quindi non ci si deve soffermare troppo sul singolo elemento acquisito che potrebbe essere certamente affetto da problemi ma che nel contesto processuale perdono di importanza e si conclude il punto con un richiamo importante ovvero che altri stati hanno negato che la provenienza da furto sia un problema quando il documento non è stato direttamente acquisito dalle autorità che procedono (ma proviene da una autorità estera); • La sesta considerazione consiste nel dire che in materia fiscale la irritualità della acquisizione delle prove non porta alla loro non utilizzabilità sul piano processuale salvo che non si giunga, per acquisire quelle prove, a ledere il principio della inviolabilità della libertà personale o del domicilio (in sostanza sorge il problema del divieto di utilizzo della prova solo quando viene violato un principio di carattere costituzionale che abbia rango pari a quello dell’articolo 53 costituzione8); • La settima considerazione si sostanzia nell’affermare che in fondo non sussiste reato perché tecnicamente una violazione (anche grave) commessa da cittadino straniero all’estero non è affare che riguardi il nostro ordinamento penale (qui nessun italiano è andato a prendere in modo furtivo una lista in qualche paese straniero ma i fatti sono andati in maniera molto diversa). Se guardiamo al caso previsto nella lista Pessina possiamo dire che la sentenza segue quella certamente precedente ma qui non parliamo in alcun modo di illegale apprensione di dati ma solo di un utilizzo di questi dati come presunzioni e qui la Corte di Cassazione si “scatena” in quanto afferma in modo evidente che mediante il sistema delle presunzioni semplici le prove atipiche entrano nel processo ed una presunzione semplice non può essere stabilita a priori ma consegue alla concreta valutazione del contenuto indiziario degli elementi tipici. La posizione della Corte di Cassazione Nel primo caso, di fronte a sette affermazioni secche della Corte di Cassazione, la conclusione (sintetica) è la seguente: 1. 1. L’amministrazione Finanziaria può avvalersi di qualsiasi elemento con valore indiziario con esclusione di: 1a) elementi acquisiti in violazione di principi costituzionali; 1b) elementi non utilizzabili per espressa disposizione di legge; 2. 2. L’amministrazione Finanziaria può quindi usare i dati della lista Falciani perché il tema del trafugamento non assume alcun rilievo ai fini dell’utilizzo processuale degli stessi. Nella seconda sentenza la Cassazione afferma in modo chiaro che, viste determinate cose (pagina 3 e 4 della sentenza) che definisce come “elementi logici e circostanziati”, la Corte di merito (la cui sentenza viene cassata) avrebbe dovuto meglio motivare perché certe posizioni non erano riconducibili al contribuente. In sostanza si dice: a) la presunzione è libera; b) qui emergono fatti che portano in modo preciso verso una certa direzione; c) questi fatti andavano “smontati” con delle prove contrarie prima di dire che non sussisteva la prova di alcuna posizione irregolare (posizione irregolare che deve apparire non come un fatto certo ma solo come un fatto “ ragionevolmente probabile” dice la Cassazione). La conclusione generale è che trovarsi con il proprio nome all’interno di liste che sono gestite nell’ambito di operazioni problematiche genera una presunzione che sussista un problema con la Amministrazione Finanziaria e questa presunzione impone che sia il contribuente a dare conto del perché (extrafiscale) si trova all’interno della lista gestita da una determinata persona (sia essa fisica e / o giuridica). Conclusione Come si vede la Cassazione è secca e diciamo anche molto chiara sulla materia che forse non dovrebbe più trovare grandi spazi di manovra nei ricorsi in Commissione Tributaria. A nostro modo di vedere quelli riportati sono principi molto importanti e che mettono il contribuente scaltro nelle mani di persone che operano all’estero e quindi una meditazione si impone. Le liste hanno una lunga storia come ci insegna anche La Malfa nel suo libro relativo alla vita di Enrico Cuccia ed al duro confronto dello Stato con Sindona che pare avesse una lista di 500 nomi. 2 Le sentenze sono importanti in quanto mettono fine ad una diatriba che ha diviso le Commissioni Tributarie tra quelle che ammettevano l’utilizzo di questi documenti e quelle che lo negavano. 3 A noi interessa sempre e solo la parte tecnica e non sapere come passi il tempo chi ha pensato di fare il primo della classe pensando di nascondere i redditi. 4 La lista dovrebbe essere finita in Germania e le autorità l’hanno diffusa (questo almeno si trae dalla sentenza della Cassazione). 5 Cosa questa merita un approfondimento considerato che esiste in Germania il concetto di azione socialmente adeguata (quindi non antigiuridica – una sorta di legittima difesa generale) e che potrebbe valutarsi come elemento scriminante. 6 Una cosa che lascia stupiti è il richiamo della Cassazione alla dottrina giuridica; in linea di principio le posizioni della dottrina non dovrebbero avere ingresso nella formazione della posizione che viene assunta nella sentenza. 7 Resta ferma poi l’assoluta libertà del giudice nel valutare la documentazione raccolta e la sua idoneità a provare (anche per presunzioni) i fatti di causa. 8 In buona sostanza il principio del concorrere alle spese pubbliche si arresta solo quando, per far concorrere, si giunge a violare un precetto che abbia pari rango di carattere costituzionale ed il pari rango viene ammesso per la libertà personale. Sicuramente non ha un rango uguale a quello dell’articolo 53 della Costituzione il segreto bancario ed il diritto allo svolgimento “in ombra” dei propri affari essendo questo diritto un elemento da tutelare nei confronti dei terzi ma certamente non nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria. 1 ottobre 2015 La Rivista - 37 SEAL CONSULTING SA VIA NASSA 5 6900 LUGANO TEL: 0041 91 910 27 50 FAX: 0041 91 910 27 59 E-MAIL: [email protected] WWW.SEALCONSULTING.CH Il Gruppo SEAL opera a Lugano dal 2005 ed offre servizi integrati sia a privati che ad imprese, operando attraverso le seguenti società: – AROFIN SA, una pura società fiduciaria statica, oltre che broker di polizze assicurative di importanti compagnie come SEB, Lombard, HSBC Life. – SEAL Consulting SA, attiva nella consulenza fiscale / societaria / contabile, sia domestica che internazionale, oltre che nel "Corporate Services Management" (costituzione di società, governance, regulatory and tax reporting); – Interacta Advisory SA è una società di consulenza di diritto svizzero che opera in ambito tributario domestico ed internazionale con servizi di compliance fiscale dedicati alle persone fisiche e alle società. In particolare nella sfera della consulenza privata può assistere i propri clienti nella corretta organizzazione del patrimonio familiare attraverso istituti giuridici dedicati per scopo e tipologia d’investimento. – SDB Financial Solutions SA, che è un gestore patrimoniale indipendente Svizzero e fornisce servizi di MultiFamily Office in completa "open architecture" (strutturazione di prodotti tailor made di ogni natura, asset consolidation, risk monitoring). Collabora sulla piazza con le più importanti istituzioni bancarie locali ed internazionali come Zarattini, PKB, LGT, HSBC, UBS, Rothschild; Oltre che a Lugano, il Gruppo SEAL opera con proprie strutture a Zurigo, Singapore, Dubai e Uruguay. Tramite partnerships, il Gruppo opera anche a Malta, Nuova Zelanda, Lussemburgo, Italia e Spagna. IN PARTNERSHIP CON: [10] CIRCOLO VELICO LAGO DI LUGANO Interacta Advisory SA L’elefante Invisibile1 di Vittoria Cesari Lusso Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio? Che la fiducia sia il collante che tiene assieme le famiglie, le istituzioni e le comunità, nonché il fattore chiave che contribuisce alla cosiddetta qualità della vita, nessuno in fondo lo mette veramente in dubbio, neanche in quei paesi, come quelli mediterranei, che hanno coniato l’adagio “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. In effetti, se applicassimo regolarmente il precetto “non fidarsi è meglio”, la nostra giornata diventerebbe un inferno. Proviamo a immaginarlo. Già a colazione mi invade l’angoscia poiché comincio a domandarmi se il caffè che bevo e la brioche che addento non siano infestate da sostanze tossiche. Prendo l’automobile per andare al lavoro, ma nel fare l’avviamento sudo freddo poiché mi sorge il sospetto che il meccanico che ha fatto la revisione dei freni sia un incompetente. Esco in strada e il cuore inizia a battere all’impazzata mentre mi domando ossessivamente se gli altri automobilisti rispetteranno i semafori, i limiti di velocità, i sensi unici. Arrivo in ufficio e il malumore mi invade alla vista di colleghi che sospetto mi facciano le scarpe. Vado dal dentista e mi prende una crisi di panico all’idea di trovarmi in presenza di un pazzo sadico. Parlo con gli insegnanti dei miei figli e la rabbia mi assale poiché non mi fido del loro insegnamento e dei loro giudizi. E così via. Anche il “fidarsi è bene” crea problemi esistenziali non da poco, se praticato all’eccesso. Cosa rischia colui che si fida sempre al cento per cento? Si fa svaligiare ripetutamente la casa e rubare la macchina poiché ritiene che non ci sia bisogno di serrature a prova di ladro. Crede a tutte le offerte prodigiosamente vantaggiose che gli giungono via internet e si ritrova vittima di colossali bidoni. Rischia davvero di nutrirsi di cibi tossici. Fatica a distinguere i veri amici dai semplici opportunisti. Affida la propria salute a professionisti di cui non conosce il valore e l’esperienza. Non difende i propri figli anche quando, di fatto, questi subiscono soprusi. E così via. È innegabile tuttavia che i contesti di vita dove, a giusto titolo, prevale la fiducia presentano molti vantaggi. Sul piano emotivo sono meno stressanti. Gli studi mettono in evidenza come il clima di fiducia favorisca lo sviluppo di un ormone, l’ossitocina, che contribuisce alla sensazione di benessere. (Il sogno di molti è disporre di uno spray alla ossitocina per migliorare l’atmosfera in caso di negoziazioni difficili!). Sul piano mentale il rapporto di fiducia permette di evitare la fatica di dover sempre controllare persone e cose. Sul piano sociale rende i rapporti umani, professionali e politici più semplici e più costruttivi. Sul piano pragmatico, permette di consacrare le energie risparmiate per gestire al meglio le situazioni decisamente complesse. In fatto di fiducia ci sono tre regole d’oro. La prima regola invita a cercare un giusto equilibrio tra l’aver fede e dare credito, da un lato, e l’essere comunque prudenti e guardinghi in certe circostanze, dall’altro. È un equilibrio che si forgia attraverso le esperienze di vita. Ogni evento, ogni fatto, ogni incontro pesa sui piatti della bilancia della fiducia. Il modo con cui siamo stati accuditi da piccoli ci ha fatto comprendere se i nostri bisogni trovano adeguate risposte oppure no, se il legame di attaccamento che ci lega agli adulti di famiglia si fonda su basi sicure oppure no. Successivamente, l’incontro con i mondi esterni ci permette di sperimentare altre relazioni e altre realtà che incrementeranno incessantemente il materiale che si deposita sui piatti fiducia/sfiducia. La seconda regola è che la fiducia si merita e non si pretende. Ciò vale in particolare per tutte le relazioni: genitori/figli; genitori/ nonni; insegnanti/allievi/genitori; marito/moglie; datori di lavoro/dipendenti; governanti/governati; debitori/creditori, ecc. Infine, la terza regola ci ricorda che una volta svanita la fiducia reciproca, questa è difficile da ricostruire. Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra la folla con al sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile… 1 Anche il rapporto con se stessi risente della dialettica fiducia/sfiducia. Oggigiorno l’esortazione “Abbi fiducia in te stesso” echeggia in continuazione. Molti genitori moderni sommergono i figli di complimenti per ogni minuscola prestazione, sperando che ciò li renda sicuri e brillanti. I corsi di autostima proliferano come funghi. Quattro sono gli stati mentali che maggiormente ostacolano la costruzione di una sana fiducia in se stesso: il narcisismo presuntuoso; l’eccessiva dipendenza dal giudizio e dall’approvazione altrui; il perfezionismo; l’esigenza di aver sempre successo. Nessuno può infatti aver fiducia in se stesso e sentirsi bravo in tutti i campi. La sana fiducia consiste nel saper riconoscere in quali campi riusciamo al meglio e in quali altri non possiamo e non vogliamo cimentarci, pena frustrazioni continue. A pensarci bene, infine, la qualità della vita di ciascuno di noi deve molto alle persone che ci hanno accordato la loro fiducia. Lo scrivo affinché non diventi, almeno per quanto mi riguarda, un elefante invisibile. [email protected] ottobre 2015 La Rivista - 39 Per chi suona il campanello di Mirko Formenti Roba da matti: parte seconda Il luogo più importante di tutta Gerusalemme – anzi, il luogo più sacro al mondo intero – per gli israeliti è un edificio inesistente. Vuoi perché è stato distrutto, vuoi perché non è stato ancora costruito: andiamo a capire perché. Dopo che Mosè concluse le trattative diplomatiche con Dio, il contratto stipulato venne chiuso in una cassa che passerà alla storia come l’Arca dell’Alleanza (tra l’uomo e Dio, appunto). Tale arca rappresentava il segno tangibile del contatto divino e incarnava quindi l’oggetto più sacro agli ebrei. Dopo la lunga peregrinazione di Mosé nel deserto, e dopo che i suoi discendenti si furono stabiliti a Gerusalemme, Salomone fece costruire sulla cima di un monte nella città (si presume fosse il Monte Moriah, dove Abramo portò il figlio Isacco per disposto a fargli la pelle, per dimostrare la sua fede assoluta – ma sto divagando) un grandioso tempio dedicato all’unico Dio che adoravano, e ripose nella sua stanza più interna l’Arca dell’Alleanza: tale luogo divenne allora noto come “Qodesh ha-Qodashim”, ovvero, letteralmente il “Santo dei Santi” (noto in seguito anche come “Sancta Sanctorum”). Tutto ciò accadde presumibilmente attorno al decimo secolo avanti Cristo; circa quattrocento anni più tardi, i babilonesi guidati da Nabucodonosor conquistano la Giudea: tutti gli ebrei vennero fatti schiavi e condotti in esilio a Babilonia, il tempio venne raso al suolo e si persero le tracce dell’Arca. Di ritorno dall’esilio (che in realtà durò ben poco, ma risultò fondamentale per il rafforzamento dell’identità ebraica – nonché per la stesura di numerosi testi poi accolti nel canone biblico), i Nostri ricostruirono subito il loro amato tempio (si parla quindi del “Secondo Tempio”, per distinguerlo dal primo, detto “Tempio di Salomone”), che, altri quattrocento anni dopo, quindi a cavallo tra il primo secolo prima e dopo Cristo, subirà un importante ampliamento per mano di Erode il Grande: pensate che, per procurare al complesso una maggiore area utilizzabile, Erode fece innalzare un’immensa spianata che in sostanza inglobava tutto il monte, livellando l’area circostante all’altezza della cima del monte (e tale spianata è ancora oggi perfettamente visibile: ecco perché si parla di “Monte del Tempio”, anche se di monti non se ne vedono). Quando i Giudei si rivoltarono una prima volta contro l’impero romano, nel 66 dopo Cristo, la repressione che ne conseguì culminò, quattro anni dopo, nella quasi totale distruzione del Tempio da parte di Tito, generale e futuro imperatore romano – quasi, perché, in effetti, Tito fu così crudelmente furbo da lasciare in piedi a mo’ di inquietante monito uno dei mastodontici muri che circondavano e sostenevano la spianata realizzata da Erode: il muro, per la precisone, rivolto ad ovest – noto in futuro, come avrete capito, come Muro Occidentale, a tutt’oggi il luogo più sacro al mondo per gli israeliti (proprio perché idealmente il punto più vicino a quello che doveva essere stato il “Sancta Sanctorum”). Il fatto che, originariamente, gli ebrei usassero recarsi al muro piangendo la distruzione del Tempio, ispirò tra i non-ebrei la denominazione alternativa di “Muro del pianto”. E fin qui tutto bene – ma dov’è la roba da pazzi, allora, mi direte? Per esempio, considerate che nessun altro luogo è stato così sacro per così tante religioni, ed è stato, per così dire, così fluidamente riconvertito: attraverso i secoli il muro e la spianata furono infatti ospiti di templi pagani sostituiti da moschee riconvertite in chiese nuovamente riconvertite in moschee. Per dirne una. Considerate che, alla nascita dello stato di Israele, nel 1948, e in seguito ai disordini che sfociarono nella guerra arabo-israeliana (per gli israeliani: “guerra d’indipendenza”), Gerusalemme fu divisa in due, e la parte orientale della città – Muro compreso – finì in mano ai palestinesi: nel 1967, però, in seguito alla Guerra dei sei giorni, Israele occupò militarmente tutta la città, in aperta violazione degli accordi con l’ONU. Da allora la zona del Muro è sotto (stretto) controllo israeliano, gli ebrei possono finalmente pregarci di nuovo – pensate che l’ingresso al cospetto del Muro è stato permesso persino alle donne, che hanno una piccola area di muro a disposizione (ma non possono comunque accedere alla caverna sul lato nord, il luogo più sacro). Ma fin qui, diciamo, non è che la cosa sia poi più “da pazzi” rispetto ad altre – in fondo, stiamo poi parlando di religione. Ciò che è veramente fuori di testa (e anche inquietante) è la sempre maggiore influenza esercitata da quella che un tempo era una manica di sciroccati, e che oggi è una potentissima associazione con appoggi istituzionali: mi riferisco al “Temple institute”, un’associazione il cui scopo è quello di ricostruire per la terza volta il Tempio sulla spianata. A tale scopo, l’istituto sta collezionando da anni finanziamenti a destra e a manca, ha già assunto un architetto che avrebbe già preparato un progetto, e avrebbe addirittura già realizzato l’altare principale. Naturalmente c’è prima da liberare un po’ la piazza, ma, in fondo, per quello basta un po’ di dinamite – che al momento la spianata sia occupata (da circa 1300 anni), da una certa Cupola della Roccia, una delle meraviglie del mondo, che sarebbe poi il terzo luogo al mondo più importante per l’Islam, la cui distruzione equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra, nonché ad un crimine culturale di proporzioni inimmaginabili, naturalmente è del tutto ininfluente. Roba da matti – per davvero! 40 - La Rivista ottobre 2015 Scaffale Giampaolo Pansa Federico Rampini Marco Balzano Misteri, amori e delitti del dopoguerra (Mondadori pp. 336; € 18,50) (Sellerio pp. 212, € 15,00) L’Italiaccia senza Pace (Rizzoli pp. 352; € 20,00) Delitti politici rimasti senza colpevoli. Pugno di ferro sui fascisti sconfitti. Reduci di Salò che si vendicano. Fanatismi barbarici. Partiti divisi dall’odio. Il potere crescente delle donne, imposto anche nelle storie di sesso. Misteri ed enigmi che diventano incubi. Il primo dopoguerra italiano è stato tutto questo. Un inferno durato tre anni, sino alle elezioni del 18 aprile 1948 e all’attentato a Palmiro Togliatti subito dopo il trionfo di Alcide De Gasperi sul Fronte popolare rosso. Da allora sono trascorsi tanti anni e quasi nessuno rammenta quel tempo feroce. Ma Giampaolo Pansa l’ha vissuto con lo sguardo attento di un ragazzino curioso. E non l’ha dimenticato. Lui ha una tesi: l’Italia di questo 2015 è ancora figlia del primo dopoguerra, dei vizi e delle faziosità che lo inquinavano. Allora i comunisti sognavano di fare un colpo di Stato. Adesso i reduci del Pci rimasti sulla piazza hanno scoperto degli alleati imprevisti: i movimenti che vogliono il nostro distacco dall’Europa. Gli italiani di oggi sono più in frantumi degli italiani di allora. I partiti soffrono di un discredito che nel dopoguerra affiorava già, ma non li paralizzava. Purtroppo non abbiamo un De Gasperi che ci guidi verso una nuova rinascita. Siamo vittime di paure più cattive di quelle che fra il 1945 e il 1948 devastavano i sonni di un paese che aveva ben poco da perdere. Mentre oggi abbiamo il terrore di perdere tutto e di ricadere nella povertà. È questa convinzione che ha spinto Pansa a creare un affresco dal titolo ruvido: L’Italiaccia senza pace. Perché Italiaccia? Perché nel primo dopoguerra eravamo una nazione sottosopra, incapace di ritrovare una condizione di normalità e rapporti umani non inquinati dalla violenza. Si sente dire che il passato annoia, ma di certo non quello narrato da Pansa. Questo suo libro è un’incalzante sfilata di vicende osservate dal basso, dove il privato di tanti protagonisti diventa la spia di un’epoca senza misericordia. L’autore ha scovato nella propria memoria le sequenze di un dramma che nasce da un enigma: chi ha consegnato ai tedeschi l’ebreo Samuele Segre, un direttore di banca ucciso ad Auschwitz? La verità si scoprirà nelle ultime pagine. L’età del caos Vista dagli Stati Uniti, l’Italia fa notizia perché è quel piccolo paese dove approdano ondate di disperati, costretti ad attraversare il Mediterraneo per fuggire a devastazioni molteplici: l’avanzata dello Stato Islamico, le guerre civili, la miseria. La Germania è un colosso economico dai piedi d’argilla, prepotente e timida al tempo stesso, incapace di dare all’Europa un progetto nuovo, forte e convincente. La Nato si riarma per far fronte a Vladimir Putin, ma gli europei hanno altro a cui pensare: i figli senza lavoro o sottopagati, i tagli alle pensioni, i servizi pubblici in declino, l’insicurezza sociale. Non sta molto meglio la «mia» America. Dopo sei anni di crescita, la maggioranza continua a pensare che «il paese è sulla strada sbagliata». Anche qui molti giovani, pur avendo sbocchi professionali migliori dei loro coetanei in Europa, non possono aspirare al tenore di vita dei genitori. Pesa anche la perdita di una missione. La nazione leader non crede più possibile una pax americana nel mondo. L’Età del Caos descrive le linee di frattura che attraversano il mondo in cui viviamo e le forze che lo stanno riplasmando, dalla geopolitica all’economia, dall’ambiente alla crisi delle democrazie, dalla rivoluzione tecnologica al ruolo delle potenze emergenti, su tutte Cina e India. C’è una sorta di seduzione del Caos, come principio dinamico e risorsa strategica. Da una parte ci sono le classi dirigenti, i governanti, irrimediabilmente radicati nel passato e incapaci di capire il futuro. Dall’altra le nuove élite, i veri protagonisti dei prossimi decenni: guerriglieri e, per ragioni opposte, creatori di start-up vedono nell’instabilità la loro grande chance. Tanto che nella Silicon Valley il vocabolo più in voga è disruptive, cioè dirompente, distruttivo. Appena smetti di esserlo, e ti siedi sugli allori, sei finito. Dietro di te un altro giovane assatanato sta preparando la tua rovina. Non c’è da stupirsi, quindi, se per i più giovani, i più trasgressivi, i più creativi tra di noi il Caos è una promessa di illimitate possibilità. Un mondo dove i minuscoli cambiamenti di oggi possono produrre grandi conseguenze domani. Perché vederne, allora, solo il lato negativo? L’ultimo arrivato Negli anni Cinquanta a spostarsi dal Meridione al Nord in cerca di lavoro non erano solo uomini e donne pronti all’esperienza e alla vita, ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che mai si erano allontanati da casa. Il fenomeno dell’emigrazione infantile coinvolge migliaia di ragazzini che dicevano addio ai genitori, ai fratelli, e si trasferivano spesso per sempre nelle lontane metropoli. Questo romanzo è la storia di uno di loro, di un piccolo emigrante, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Come racconta lui stesso, «non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr’otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del ’59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi». Ninetto parte e fugge, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro. Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è «picciriddu» o adulto si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé. Ad aiutarlo c’è poco o nulla, forse solo la memoria di lezioni scolastiche di qualche anno di Elementari. Ninetto si getta in quella città sconosciuta con foga, cammina senza fermarsi, cerca, chiede, ottiene un lavoro. E tutto gli accade come per la prima volta, il viaggio in treno o la corsa sul tram, l’avventurarsi per quartieri e periferie, scoprire la bellezza delle donne, incontrare nuovi amici, esporsi all’inganno di chi si credeva un compagno di strada, scivolare fatalmente in un gesto violento dalle conseguenze amare. In quel teatro sorprendente e crudele, col cuore stretto dalla timidezza, dal timore, dall’emozione dell’ignoto, trova la voce per raccontare una storia al tempo stesso classica e nuova. E questa voce, con la sua immaginazione e la sua personalità, la sua cadenza sbilenca e fantasiosa, diventa quella di un personaggio letterario capace di svelare una realtà caduta nell’oblio, e di renderla di nuovo vera e vitale. ottobre 2015 La Rivista - 41 Giacomo Casanova in Svizzera Il nostro collaboratore Tindaro Gatani ha pubblicato un interessante volume sulle avventure amorose di Giacomo Casanova in Svizzera, la prima opera in italiano che tratta delle gesta del grande libertino e avventuriero veneziano in Terra elvetica. Di seguito la premessa dell’autore. «Tutte le pubblicazioni sulle avventure di Giacomo Casanova sono coronate da successo, non sempre, però, per merito dei vari curatori ma, piuttosto, per il brillante racconto che, nella sua Storia della mia vita o Memorie, ne fa lo stesso avventuriero veneziano, che ha saputo unire l’arte di grande amatore con quella di consumato affabulatore. Per non appropriarmi della sua forza narrativa ho voluto che fosse lui stesso, con il suo racconto, a condurre i lettori attraverso la Svizzera del suo tempo. Per questo mi sono limitato solo a riassumere, a chiosare, a soffermarmi su alcune alte personalità dell’Ancien Régime elvetico, il periodo storico che precedette la Rivoluzione francese e la bufera napoleonica che avrebbe, poi, investito, sovvertendola, la vecchia Confederazione. Casanova fu il più celebre libertino del Settecento, nel senso che questo vocabolo assunse in epoca illuministica, cioè non di persona di costumi corrotti, ma di fautore della libertà di pensiero e, in particolare, dell’emancipazione dalla morale della sua epoca. Al lettore non resta, quindi, altro che farsi condurre per mano da lui stesso attraverso le sue avventure nella Terra dei Confederati e dei loro alleati e sottomessi di allora, facendo con lui una passeggiata amena, intrigante e nello stesso tempo molto interessante nel fitto intreccio della storia elvetica di quel tempo, senza, tuttavia, tralasciare qualche fuggevole puntata anche nella selva delle interessanti e proficue relazioni culturali e umane tra l’Italia e la Svizzera nel Secolo dei lumi. Da parte mia ho seguito le sue gesta servendomi dell’aiuto di quanti mi hanno preceduto sulle sue orme nello stesso itinerario e, soprattutto, della guida esperta di Pierre Grellet (1881-1957) che, con Les aventures de Casanova en Suisse, pubblicate a Losanna nel 1919, ha saputo tracciare con maestria un quadro puntuale e fedele delle sue imprese in Terra elvetica. Ho voluto porre, di proposito, come sottotitolo, il motto latino Omnia munda mundis (San Paolo, Epistola a Tito, 1. 15), per mettere in risalto la schiettezza, la sincerità e, perché no?, la purezza del suo racconto, che lo aveva fatto definire, già dal suo contemporaneo Bartolomeo Gamba (1766-1841), “avventuriere famigerato, ma letterato non volgare”; la cui opera, secondo l’autorevole Giacinto Spagnoletti (1920-2003), è “il certificato di nascita del romanzo moderno”. Casanova ci narra, infatti, tutte le sue avventure, anche quelle più piccanti e scabrose, come se fossero le cose più normali della vita dell’uomo, cosciente che quasi tutti lo avrebbero voluto imitare e che quasi nessuno avrebbe avuto il coraggio di raccontare, poi, la verità nuda e cruda, non velata da eufemismi o giri di parole, cioè la verità vera e quindi fedele allo svolgimento dei fatti di cui ci parla». Il volume Giacomo Casanova in Svizzera, edito con il patrocinio della Fondazione Casanova di Venezia, è in vendita al prezzo di Franchi 25.— (più costi di spedizione) Richieste vanno inviate a: [email protected] Il volume sarà presentato nell’ambito delle iniziative di Zurigo in Italiano Mercoledì 11 novembre alle ore 18.30 nell’aula del Liceo Artistico (Parkring 30 8002 Zurigo) 42 - La Rivista ottobre 2015 Dalla Svizzera degli Stati a quella federale Tra scoperte geografiche e Riforma di Tindaro Gatani La cosiddetta Carta genovese del 1457 circa, che si ispirava alle teorie del fiorentino Paolo del Pozzo Toscanelli (1397-1482), mostra le coste spagnole di fronte a quelle dell’Asia orientale, che convinse poi Cristoforo Colombo a intraprendere la via di ponente per raggiungere il levante. A stravolgere l’assetto politico europeo nella prima metà del Cinquecento furono le lotte per la conquista delle terre scoperte dopo il primo viaggio di Cristoforo Colombo (14511506). Furono contrasti aspri che portarono molti Paesi ad abbracciare la Riforma e, quindi, a staccarsi dalla Chiesa di Roma, che aveva assegnato soltanto al Portogallo e alla Spagna il possesso di tutti i territori sulle vie delle Indie, sia verso levante sia verso ponente. Le aspre lotte economiche e religiose investirono anche la Svizzera, che ne uscì divisa e lacerata da forti contrasti interni. Nella seconda metà del XIV secolo, i Turchi, dopo aver assoggettato vasti territori del Medio Oriente, si lanciarono alla conquista della penisola balcanica. Dopo la Bulgaria fu la Grande Serbia, sconfitta nella battaglia del Cossovo o Kosovo (1389), a cadere sotto il loro giogo. Una volta occupate tutte le vie terrestri con il levante, l’Impero ottomano aveva imposto esosi dazi doganali sul commercio tra Europa e Asia. La bolla Aeterni Regis… Si trattava dunque di una grave minaccia non solo per la religione cristiana, ma anche per l’economia dell’intera Europa. Era naturale dunque che l’idea di aggirare l’ostacolo turco, per raggiungere le Indie via mare, trovasse il pieno appoggio della Chiesa di Roma. Enrico il Navigatore (1394-1460), figlio di re Alfonso del Portogallo, istituì allora a Sagres, nell’Algarve, la prima scuola navale della storia e progettò l’esplorazione della costa occidentale dell’Africa, con lo scopo precipuo di cercare una via verso le favolose Indie. Dal 1420, i Portoghesi scoprirono nuove terre, spingendosi, anno dopo anno, sempre più a sud fino alle isole di Capo Verde e alle coste dell’odierna Guinea. Il progetto dell’Infante Enrico subì una forte accelerazione dopo che, nel 1453, anche Costantinopoli fu presa dai Turchi, che la ribattezzarono Istanbul e la fecero capitale del loro Impero. Già nel 1452, papa Niccolò V (1447-1455), con la bolla Dum diversas, aveva conferito ai Portoghesi il possesso delle terre africane raggiunte, e l’8 gennaio del 1455, con la bolla Romanus Pontifex, rinnovava quella concessione, garantendo loro, di fatto, il monopolio della rotta verso le Indie. Loro concorrenti saranno, con il passare del tempo, solo gli Spagnoli. Onde evitare dissapori e contrasti, i due Regni limitrofi si divisero allora le rispettive zone d’influenza con il trattato di Toledo del 1480, che confermava al Portogallo l’autorizzazione a proseguire l’esplorazione delle coste occidentali del continente africano, partendo dal Marocco; e assegnava alla Spagna la sovranità sulle Canarie senza diritto tuttavia di proseguire «da quelle isole in giù, di fronte alla Guinea». L’anno dopo (1481), con la bolla Aeterni Regis, papa Sisto IV, sancendo quel trattato, fissava una linea immaginaria «di demarcazione immediatamente a sud dell’isola del Ferro, la più meridionale dell’arcipelago delle Canarie». Le terre da scoprire a nord di quella linea, compresa tra il 27° e il 28° parallelo nord, sarebbero appartenute alla Spagna, quelle a sud, invece, al Portogallo. Nel 1482, proseguendo il programma di ottobre 2015 La Rivista - 43 Particolare della Carta del Cantino (1502 circa) con la Raya che divideva il Mondo in due sfere di influenza, rispettivamente del Portogallo e della Spagna. Enrico il Navigatore, i Portoghesi raggiungevano le foci del fiume Congo e si lanciavano alla ricerca di un passaggio verso le Indie. In tutti quei viaggi di esplorazione un ruolo importante fu svolto dagli Italiani, sia come navigatori sia come cartografi. Non c’era, infatti, imbarcazione, portoghese o spagnola, sulla quale non ci fossero marinai genovesi o veneti, ma anche esperti di altre regioni italiane. Un ruolo particolare fu quello svolto dal fiorentino Paolo del Pozzo Toscanelli (1397-1482) e dal camaldolese Fra Mauro († 1459 circa) dell’isola di Murano. Toscanelli fu autore di un mappamondo con il quale tentò, ma inutilmente, di convincere la corte portoghese a intraprendere il viaggio per le Indie «navigando verso ponente per raggiungere il levante»; Fra Mauro, invece, dimostrando la circumnavigabilità dell’Africa, convinse i Portoghesi a continuare l’esplorazione di quel Continente per trovare un varco verso l’Oceano Indiano. La proposta di Toscanelli fu, poi, accolta e fatta propria dal genovese Cristoforo Colombo, che quando, nel 1487, il portoghese Bartolomeo Diaz riuscì a doppiare il Capo di Buona Speranza, aprendosi la via verso i ricchi mercati asiatici, riuscì a convincere la regina Isabella di Castiglia e il marito Ferdinando d’Aragona a finanziare una 44 - La Rivista ottobre 2015 spedizione per raggiungere per primi la costa orientale dell’Asia, attraversando l’Atlantico. … quella Inter Caetera Così, mentre i Portoghesi proseguivano i loro viaggi di esplorazione per raggiungere le Indie, Colombo, nell’ottobre 1492, toccava alcune isole dei Caraibi, ritenendole località del mar del Giappone. Il trattato di Toledo e quindi la bolla Aeterni Regis non chiarivano esplicitamente se la demarcazione riguardasse semplicemente il percorso sulla via delle Indie oppure tutto il globo terracqueo. Nota a tal proposito Paolo Emilio Taviani: «Con quest’ultima interpretazione — la più esatta dal punto di vista letterale — le terre scoperte da Colombo avrebbero dovuto attribuirsi al Portogallo. Quanto avrebbe potuto durare il trucco del Genovese, che aveva avuto la faccia tosta di collocare Cuba sul 42° parallelo? Le Canarie giacciono sul 28°; Colombo sapeva benissimo che San Salvador sta a sud della Canarie e Cuba ancor più a sud di San Salvador» (Taviani Paolo Emilio, I viaggi di Colombo, Novara 1986, p. 126). Colombo sapeva esattamente quali conseguenze avrebbero avuto le sue scoperte fatte per conto della Spagna in una zona riservata al Portogallo. Per questo mentì spudoratamente a re Giovanni II di Portogallo quando, di ritorno dal primo viaggio, le sue caravelle furono costrette da una furiosa tempesta a mettersi in salvo alla foce del Tago. In quell’occasione, il Genovese sostenne appunto di avere raggiunto delle isole oltre il 42° parallelo, che, in effetti, si trova molto più a nord della località dove poi sorgerà New York, che sarà toccata per la prima volta nel 1524 dal navigatore fiorentino Giovanni Verazzani o da Verrazzano, per conto di Francesco I re di Francia. Su suggerimento di Colombo, i reali di Spagna, per assicurarsi il dominio sulle terre da lui scoperte, avanzarono la proposta di una linea di demarcazione verticale invece che orizzontale per fissare le due zone di rispettiva influenza. Il confine doveva insomma essere segnato da un meridiano e non da un parallelo. Colombo suggerì allora di far passare quella demarcazione a circa 100 leghe a ponente dalle Azzorre, là dove egli aveva avuto modo di osservare una diversità nei fenomeni naturali, quali «il Mar dei Sargassi, la declinazione magnetica occidentale, un’aria diversa e più trasparente, una temperatura straordinariamente mite e dolce». Con questo suggerimento, il Genovese fingeva addirittura di essere magnanimo. Per lui il «limite divisorio» doveva essere quello perché: «La Divina Provvidenza gli aveva dato modo di rivelarlo affinché le due nazioni cristiane potessero dividersi equamente il mondo e concorrere entrambe alla diffusione della fede di Cristo». Questo, a detta degli Spagnoli, «allo scopo, o con il pretesto, di rispettare i diritti del Portogallo sulle scoperte compiute o da compiere, e di evitare contese fra due nazioni cristiane». Il papa spagnolo Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia (de Borja), nato nel 1430 a Játiva (Valencia), pontefice dal 1492 al 1503, accogliendo il suggerimento di Colombo, si affrettò a emanare addirittura tre bolle nell’arco di 24 ore. Nelle prime due, datate 3 maggio 1493, riconosceva la grande opera intrapresa dal suo «diletto figlio Cristoforo Colombo» al servizio della Chiesa, e con la terza, Inter Caetera, del giorno successivo, dopo averlo, tra l’altro, definito «uomo pienamente degno della missione compiuta» e «predestinato alla grande impresa», consacrava con una linea immaginaria (raya), tracciata a 100 leghe a ovest delle isole Azzorre e delle isole di Capo Verde, la divisione del Mondo tra i due Regni ai quali era stata affidata la missione di «recare il Vangelo e la civiltà nelle parti sconosciute del globo». La metà di Mondo scoperto o da scoprire a ponente della raya era assegnata alla Spagna e quella a levante al Portogallo. Il trattato di Tordesillas Alessandro VI aveva quindi appoggiato le pretese spagnole, sposando «gli stessi concetti espressi da Colombo», ripetendo addirittura «l’errore, pur esso di Colombo, di collocare le Azzorre sullo stesso meridiano delle Capo Verde» (Taviani, op. cit., p. 127). I Portoghesi protestarono energicamente contro la cosiddetta raya vaticana, che veniva a ledere i loro vitali interessi nell’Atlantico occidentale. Per tutta risposta, il Papa rincarò la dose con una Bolla d’estensione, datata 25 settembre 1493, con la quale addirittura aumentava le concessioni e i privilegi concessi agli Spagnoli con la bolla Inter Caetera del 4 maggio. Al re portoghese Giovanni II non restava, quindi, altro che chiedere una bonaria composizione della spinosa questione con gli stessi reali di Spagna, che, ancora una volta si rivolsero a Colombo per avere un parere per raggiungere un’intesa tra le due nazioni sorelle legate da tanti stretti vincoli di sangue. Tra l’altro, una delle figlie dei reali di Spagna, che si chiamava Isabella come la madre, aveva sposato l’infante del Portogallo, e dopo la sua tragica e immatura morte, si era unita in matrimonio con un cugino del defunto marito e, a sua volta, pretendente al trono portoghese. Senza attendere la risposta di Colombo, della quale non c’è traccia negli archivi, i Re cattolici vollero chiudere al più presto la partita, appianando i dissapori e i contrasti con il Portogallo, con un accordo che soddisfacesse le due parti contraenti. Fu Particolare della Carta del Mondo di Martin Walseemüller (1507), dove appare, per la prima volta, il nome America, sulla parte meridionale del nuovo continente. così che si giunse, il 7 giugno 1494, alla firma del trattato di Tordesillas, che prende il nome della cittadina posta sul Duero, dove si tennero le ultime fasi dei negoziati. Con esso, i ministri plenipotenziari dei due Paesi, dopo un fitto scambio di note diplomatiche e di trattative segrete, stabilivano, di comune accordo, che si tracciasse una linea virtuale diretta da polo a polo, a 370 leghe ( 1770 km) ad ovest delle isole di Capo Verde, corrispondente approssimativamente a 46° 37’ meridiano Ovest. Le terre a levante di questa linea sarebbero appartenute al Portogallo e quelle a ponente alla Spagna. Il trattato fu ratificato dai Re cattolici ad Arévalo il 2 luglio e da re Giovanni II il 5 settembre a Setúbal. Papa Alessandro VI, nonostante le suppliche dei due contraenti si guardò tuttavia bene dall’approvarlo. Così toccherà a papa Giulio II sancire quel patto con una sua bolla del 1506. Il meridiano della raya stabilita a Tordesillas si intendeva esteso attorno a tutto il globo, che doveva risultare così diviso in due parti uguali. I due sovrani s’impegnavano solennemente a non intraprendere viaggi di esplorazione, di conquista e di commercio al di fuori della loro sfera di influenza delimitata dallo stesso trattato. E, se per caso, navi castigliane (spagnole) o portoghesi avessero scoperto nuove terre nella zona non di loro pertinenza le avrebbero dovute rimettere subito al sovrano al quale appartenevano di diritto. I due Regni contraenti rinunciarono in seguito, per difficoltà pratiche e tecniche, di «fissare il punto o segnale per la demarcazione» in loco. Bastava, infatti, tenere fede ai patti stabiliti e tenersi «reciprocamente informati circa le nuove terre scoperte e circa le posizioni presunte» (Taviani, op. cit., p. 329). Tra le tante dispute sorte in applicazione di quel trattato ci sarà anche quella sollevata dal primo viaggio di circumnavigazione della Terra compiuto dal portoghese Ferdinando Magellano (1480-1521). Principale materia del contendere fu allora l’appartenenza delle isole Molucche, ricche di spezie. Entrambe le nazioni ne rivendicheranno la loro proprietà, ritenendole situate ciascuna nella loro metà di Mondo. La carta del Cantino Dopo lunghi negoziati, la controversia sarebbe stata risolta con il trattato di Saragozza sottoscritto il 22 aprile dell’anno 1529: la Spagna rinunciava a quelle isole in cambio di un risarcimento monetario e del tacito consenso portoghese alla sua conquista delle Filippine e di Guam, che avrebbe poi tenute per oltre tre secoli, fino al 1898. I Portoghesi possedevano le carte geografiche più precise e aggiornate, che tenevano gelosamente custodite sotto la minaccia di pena di morte per chiunque ne avesse fatto e diffuso delle copie. Soltanto un agente italiano, Alberto Cantino, nel 1502, su incarico del duca di Ferrara, Ercole d’Este, riuscì a trafugare una ottobre 2015 La Rivista - 45 Brasile, i contorni della Florida e quelli della penisola dello Yucatàn, scoperte ufficialmente rispettivamente nel 1513 e nel 1517. Tutti questi indizi testimoniano con certezza che i Portoghesi avevano segretamente raggiunto quei luoghi senza darne alcuna notizia ufficiale ai reali di Spagna. I Portoghesi, come gli Spagnoli, credevano dunque che le terre scoperte facessero parte dell’«estrema punta dell’Asia». Sarà poi il fiorentino Amerigo Vespucci a intuire per primo che quelle terre facevano parte non dell’Asia, ma di un Mondo Nuovo. Per questo nel 1507, un giovane erudito della Lorena, Martin Waldseemüller, nella sua Cosmographia, chiamò «America, ossia terra d’Amerigo» quel continente. Per quanto riguarda poi il continente africano, nella Carta del Cantino sono segnati i porti toccati dai Portoghesi, con vedute prospettiche di alcune loro fortezze, come quella della Sierra Leone, dove, accanto alla raffigurazione di un leone c’è un cartiglio che ci informa che in quel Paese abbondano oro, tappeti, stoffe e schiavi. Più a sud est c’è la fortezza di Castella damina, l’odierna Elmina nel Ghana, poi divenuta tristemente famosa per il commercio di schiavi verso le Americhe. Molto interessante è inoltre il fatto che su questa carta è disegnata, in modo molto chiaro, la linea immaginaria (raya) stabilita con il Trattato di Tordesillas. La disubbidienza al Papa Ritratto di papa Alessandro VI, nato Roderic Llançol der Borja, italianizzato in Rodrigo Borgia (1451-1503), in un quadro d’epoca di Cristofano dell’Altissimo (1525-1605). delle più segrete di quelle carte, un rarissimo documento interessante sia dal punto di vista geografico che da quello politico. Il Cantino era stato inviato a Lisbona ufficialmente per lo stabilimento di più stretti rapporti commerciali con il Portogallo, ma in realtà con il compito di raccogliere notizie riservate sulle nuove scoperte geografiche. Il risultato più importante di quella sua missione fu appunto la segreta acquisizione di questa carta che porta, ancora oggi, il suo nome. Dalla corrispondenza tra il duca di Ferrara e il suo ambasciatore si ricava con sicurezza assoluta che la «Mappa» fu acquistata nell’estate del 1502 e poi spedita da Lisbona, via Genova, a Ferrara il 19 novembre dello stesso anno. Questa carta di grande formato (2200 x 1050 mm), conservata alla Biblioteca Estense di Modena, è formata da tre fogli legati in uno. 46 - La Rivista ottobre 2015 Secondo gli studiosi è stata copiata sicuramente dal «padrao real», che era aggiornato di continuo. Nella «Mappa del Cantino», interessante anche per la sua bellezza di linee e di colori, vi sono rappresentate Las Antillas del Rey de Castella (le Antille del re di Castiglia), la costa settentrionale dell’America del sud, quella scoperta da Colombo nel 1498, fino alle coste del Brasile raggiunte dal portoghese Pedro Alvares Cabral nel 1500. Nell’Atlantico settentrionale è disegnata, al centro, con la denominazione di Terra del Rey de Portuguall, l’isola di Terranova. Sull’estrema punta di una penisola, che alcuni studiosi identificano con un promontorio della Groenlandia, troneggia un cartiglio con la scritta «Punta de Asia» e il vessillo portoghese. Tra gli altri tanti segreti svelati da questa carta ci sono la rappresentazione delle grandi foreste del Le bolle pontificie negando esplicitamente, sotto la minaccia di scomunica e di maledizione, qualsiasi esplorazione delle nuove terre non ancora scoperte alle restanti nazioni europee, costituirono motivo di rigetto dell’autorità papale e furono una rilevante concausa dell’affermazione della Riforma, sbocciata proprio nei primi decenni del Cinquecento. Per alcuni Paesi, staccarsi dalla Chiesa di Roma era una via obbligata per aver mano libera nella conquista di un loro pezzo di Mondo. Tra i primi a disubbidire ci furono gli Inglesi che, con una spedizione capeggiata dal veneziano Giovanni Caboto (1425?-1498) e da suo figlio Sebastiano, raggiunsero l’Isola di Terranova, toccando poi per primi le coste degli odierni USA e del Canada. Re Francesco I di Francia, dopo aver chiesto al Papa che gli venisse mostrata la clausola divina che escludeva la partecipazione del suo Paese dalla conquista del Nuovo Mondo, organizzò la citata spedizione guidata da Giovanni da Verrazzano. Di lì a poco, anche gli Olandesi, favoriti dalle carte carpite ai Portoghesi e soprattutto dalle nuove tecniche di calcolo e di correzione delle rotte di navigazione elaborate da Gherardo Mercatore (1512-1594), intraprenderanno la conquista di alcune importanti isole dell’Oceano Indiano tra le quali c’erano Giava, Sumatra, Celebes, le piccole isole della Sonda e la metà occidentale della Nova Guinea. Dalla Bolla papale Inter caetera divinae promulgata il 4 maggio 1493 da papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia): «E, affinché voi [Spagnoli] possiate intraprendere un’impresa così grande con maggiore prontezza ed entusiasmo, con il beneficio del nostro favore apostolico, noi, di nostra volontà, non su vostra richiesta né su richiesta di nessun altro a vostro riguardo, ma per nostra sola generosità e conoscenza e in virtù della pienezza del nostro potere apostolico, grazie all’autorità di Dio onnipotente conferitaci in san Pietro e della vicaria di Gesù Cristo che noi deteniamo sulla Terra, noi vi facciamo questi doni; se alcuna di queste isole dovesse essere trovata dai vostri inviati e capitani, questo dà, assicura e assegna a voi e ai vostri eredi e successori re di Castiglia e di León, per sempre – insieme con tutti i loro domini, città, campagne, luoghi e villaggi, e tutti i diritti, giurisdizioni e annessi – tutte le isole e i continenti trovati e ancora da trovare, scoperti e ancora da scoprire, verso l’ovest e il sud, tracciando una linea dal polo Artico, cioè dal nord, verso il polo antartico, cioè verso il sud, senza badare se le suddette isole o continenti siano stati trovati o si troveranno nella direzione dell’India o verso altre direzioni, la detta linea dovendo essere distante 100 leghe verso ovest e sud dalle isole comunemente conosciute come Azzorre e Capo Verde. Con la clausola tuttavia che nessuna delle isole e dei continenti, da trovare o già trovati, da scoprire o già scoperti oltre la detta linea verso ovest e sud, sia possesso di re o principe cristiano fino al passato compleanno di nostro Signore Gesù Cristo con il quale comincia l’anno corrente 1493». scoprendo in giro per il Nuovo Mondo. Il tutto avveniva in un momento particolare della storia della Chiesa: il prestigio della Santa Sede era stato messo a dura prova dalla cattività avignonese (1309-1378) e dal Grande scisma d’Occidente (1378-1417), proprio mentre il Rinascimento non solo compiva l’opera sua, ma, allargando le cognizioni e svegliando negli spiriti muove idee, operava nei costumi un vero ritorno al paganesimo. Gli intellettuali cominciavano a mettere tutto in discussione, le dottrine religiose comprese. In molti paesi europei, vescovi e abati erano nello stesso tempo superiori religiosi e principi temporali e si occupavano, quindi, spesso e volentieri, più di politica e di vita mondana che della cura delle anime. La formazione del clero era scadente. Abusi e corruzione erano all’ordine del giorno. La predicazione delle indulgenze, ordinata da Leone X (1475-1521), Giovanni di Lorenzo de’ Medici, papa dal 9 marzo 1513 al 1° dicembre 1521, per la raccolta di fondi per continuare la costruzione della basilica di San Pietro in Roma, fu solo la causa occasionale della grave rottura. Il Papa aveva trovato, ancora una volta, i suoi migliori alleati in molti principi che percepivano una percentuale sulla riscossione delle indulgenze. La concessione delle indulgenze non era una novità. Questa volta, però, la loro predica- zione si trasformò in una vendita pubblica, degenerando in uno scandaloso traffico e provocando proteste di indignazione e un vasto movimento di avversione alla Chiesa di Roma e ai suoi rappresentanti. Tra le cause remote della Riforma, Guido Calgari cita «il modo tedesco di sentire la religione e di professarla, alieno dalle manifestazioni esteriori dei latini, quindi avverso a quanto sia fasto, lusso, ingerenza artistica e decorativa nelle pratiche severe del culto; eguale avversione alla somma autorità del Pontefice, in quanto potenza straniera, residente a Roma; la diffusione della stampa, impiegata immediatamente a scopo polemico contro la Chiesa e praticamente utilizzata per diffondere tra il popolo la denuncia contro gli abusi della Curia romana e del clero; la formazione, in Germania, di una classe sociale di dotti ch’eran economicamente poveri e che, nelle Università, s’eran applicati con fervore rivoluzionario agli studi della teologia e delle Sacre Scritture...». (Calgari Guido, Storia della Svizzera. Dalla preistoria al 1815, Lugano 1969, pp. 247-248). Capo della Riforma svizzera fu Ulrico Zwingli (1484-1531), già cappellano militare delle truppe glaronesi alla Guerre d’Italia, che, dopo la sconfitta di Marignano del 1515, aveva intrapreso la lotta contro il servizio mercenario all’estero dei soldati confederati. Cause della Riforma A molti Stati europei, esclusi per sempre, sotto pena di scomunica, dal poter partecipare alla conquista delle nuove terre, per avere le mani libere di agire, non restava altro che staccarsi dalla Chiesa di Roma. L’occasione si presentò quando Martin Lutero (14831546) cominciò a predicare la sua Riforma, le sue divergenze dottrinali e i dissensi con la gerarchia pontificia dei vari Stati europei diedero un forte impulso al grande scisma, che avrebbe sancito la divisione dell’Europa tra cattolici e protestanti. Se fino allora, la Chiesa era sempre riuscita a domare qualsiasi rivolta, basandosi sulla collaborazione servile dei principi, adesso erano molti di quegli stessi principi che si ribellavano al diktat del Papato e davano rifugio e protezione ai ribelli. La rapida affermazione delle nuove idee fu, quindi, favorita da cause molteplici fra cui anche quelle economiche e commerciali. L’opposizione dei principi al Papato cresceva man mano che arrivavano sempre più dettagliate notizie sulle favolose ricchezze che Portogallo e Spagna stavano Il Mappamondo di Fra Mauro († 1459 circa), databile intorno al 1450, mostrava la possibilità della circumnavigazione dell’Africa, poi perseguita dai Portoghesi per raggiungere le Indie. ottobre 2015 La Rivista - 47 Dopo la “Svizzera prima della Svizzera”, edito dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, esce il nuovo volume che ripercorre la storia della Confederazione La Svizzera: da Morgarten (1315) a Marignano (1515) Le puntate apparse su «La Rivista», dal marzo 2014 a settembre 2015, sono state adesso raccolte in un volume curato dallo stesso autore, Tindaro Gatani, con il titolo La Svizzera: da Morgarten (1315) a Marignano (1515), nel quale si narrano gli avvenimenti di quei duecento anni che videro la Nazione elvetica diventare la più grande potenza militare europea. La pubblicazione si aggiunge al primo volume La Svizzera prima della Svizzera, edito sempre dalla Camera di Commercio Italiana di Zurigo. Nella Premessa, l’autore, tra l’altro, scrive: «Quest’anno ricorrono il 700° e il 500° anniversario rispettivamente della battaglia di Morgarten (1315) e di quella di Marignano (1515). Il racconto di quei duecento anni di storia svizzera, fatto in questo volume, sembra darci un quadro di gente sempre in guerra, sempre disposta a menare le mani, di lotte intestine, di mercenari pronti a servire qualsiasi principe disposto a sborsare una congrua ricompensa. È un quadro che non riproduce, tuttavia, l’insieme dell’immagine di tutta una Nazione, che, nonostante, le mille difficoltà e i molti contrasti interni e internazionali, ha saputo proseguire, anche in quei tempi tanto difficili, sulla via dell’unione e del progresso. La Svizzera di allora non è stata solo guerre di espansione e di lotte fratricide, ma anche una comunità di genti che ha saputo gettare, con la Carta dei Preti, che sottoponeva anche gli ecclesiastici accusati di reati comuni alla giustizia civile, le prime basi dello Stato laico e, con Die Schonung der Frauen, la prima legislazione sulla protezione delle donne nel corso dei conflitti. Per l’epoca non erano cose da poco. In quei duecento anni, la Svizzera fu anche una fucina di idee, di dibattiti, di discussioni anche aspre tra le diverse classi e anime del Paese. Basta ricordare, uno per tutti, il contrasto sociale e politico che, per decenni, oppose le campagne alle città. Dopo che quest’ultime avevano avuto più profitti dalle conquiste comuni, si assistette, infatti, alla nascita di un vero e proprio movimento popolare che contestava i privilegi delle aristocrazie cittadine, soprattutto di quelle di Berna, di Zurigo e di Lucerna… La Svizzera del XIV e XV secolo fu anche un centro di qualificate attività culturali, artistiche e commerciali. Nelle varie località fiorirono uomini illustri nei più disparati campi dello scibile umano… Nonostante la frammentazione politica, l’asprezza del territorio, le divisioni religiose e linguistiche, che causavano frequenti dissapori e scontri anche armati, la vecchia Confederazione con i baliaggi, i protettorati e gli alleati, sarebbe riuscita, però, a restare unita nella sua integrità territoriale fino alla definizione dei suoi confini attuali. Se più di una cinquantina di realtà politiche, per così lungo tempo, in contrasto tra loro quasi su tutto, sono riuscite poi a formare uno Stato federale unitario e coeso, più che di Sonderfall (Caso speciale) si dovrebbe parlare di Miracolo svizzero… Il miracolo è stato possibile perché, come dicevamo nella prefazione a La Svizzera prima della Svizzera, l’unione non fu il risultato di una sommatoria di popoli e culture da omogeneizzare quanto, invece, il potenziamento delle identità e delle radici culturali di tutti, garantito dalla stessa Costituzione del 1848 e dalle successive elaborazioni e integrazioni». Chi fosse interessato può richiedere copia del volume al prezzo di Fr 25.— (+ costi di spedizione) inviando una mail a: [email protected] oppure telefonando allo 044 289 23 19 Il volume La Svizzera: da Morgarten (1315) a Marignano (1515) sarà presentato a Zurigo nell’aula del Liceo Artistico (Parkring 30, 8002 Zurigo) martedì 24 novembre con inizio alle ore 18.30 nell’ambito delle iniziative di Zurigo in Italiano Un’iniziativa a cura di… www.liceo.ch ALA – Amici del Liceo Artistico Associazione svizzera per i rapporti economici e culturali con l’Italia www.asri.ch Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Cattedra de Sanctis (ETH Zurigo) Liceo Artistico www.liceo.ch www.lit.ethz.ch Liceo Vermigli www.liceo-vermigli.com www.comites-zurigo.ch Consolato Generale d’Italia in Zurigo Coro misto grigionese www.iiczurigo.esteri.it www.ccis.ch Circolo culturale Sandro Pertini Comites di Zurigo Gruppo Valtellinesi e Valchiavennaschi di Zurigo Istituto Italiano di Cultura di Zurigo www.conszurigo.esteri.it www.buendner-chor.ch Pro Grigioni Italiano www.pgi.ch Pro Ticino di Zurigo www.proticino-zurigo.ch www.rose.uzh.ch Seminario di Romanistica dell’Università di Zurigo www.dantealighieri.ch Società Dante Alighieri di Zurigo Unter dem Patronat des Präsidialdepartements der Stadt Zürich Wir danken dem Präsidialdepartement der Stadt Zürich für den Versand. Con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia in Zurigo e del Comites Il programma di Zurigo in italiano è pubblicato anche sul sito www.zurigoinitaliano.ch ottobre – novembre Totem multimediale sulla lingua e la cultura italiana in Svizzera Romanisches Seminar Zürichbergstrasse 8 8032 Zurigo Nei mesi di ottobre e novembre, presso il Romanisches Seminar dell’Università di Zurigo, sarà possibile prendere visione del Totem multimediale sulla lingua e la cultura italiana in Svizzera realizzato dalla RSI su incarico del «Forum per l’italiano in Svizzera». Nel Totem sono raccolte e organizzate per aree tematiche (cultura, lingua, frontiera, immigrazione, scuola, politica, ecc.) ca. 760 registrazioni video e audio provenienti dagli archivi storici della televisione e della radio della Svizzera italiana. ottobre – dicembre Cinema Italiano qtopia kino+bar di cinema italiano che verrà programmata in numerose città svizzere. Organizza: Romanisches Seminar dell’Università di Zurigo Ingresso libero ottobre 2015 La Rivista - 49 Organizzano: Cinélibre Berna, Made in Italy Roma, Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, l’italiano in Svizzera». Nel Totem sono raccolte e organizzate per aree tematiche (cultura, lingua, frontiera, immigrazione, scuola, politica, ecc.) ca. 760 registrazioni video e audio provenienti dagli archivi storici della televisione e della radio della Svizzera italiana. ottobre – dicembre qtopia kino+bar Brauereistrasse 2 8610 Uster www.qtopia.ch Kino Cameo Lagerplatz 8400 Winterthur www.kinocameo.ch Kino Xenix Kanzleistrasse 52 8004 Zürich www.xenix.ch 8 ottobre ore 18.15 Romanisches Seminar aula D31 Zürichbergstrasse 8 8032 Zurigo 12 ottobre ore 18.30 Università di Zurigo aula KOB-10 Rämistrasse 71 8001 Zurigo 19 ottobre Cinema Italiano di cinema italiano che verrà programmata in numerose città svizzere. Che strano chiamarsi Federico (2013) di Ettore Scola Con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera I nostri ragazzi (2014) Direzione Generale per il Cinema, Roma In grazia di Dio (2013) ricare dai siti: www.cinema-italiano.ch www.iiczurigo.esteri.it di Ivano De Matteo di Edoardo Winspeare La terra dei santi (2015) - di Fernando Muraca Smetto quando voglio (2014) di Sydney Sibilia Carlo Michelstaedter e la poesia Organizza: Doktoratsprogramm Romanistik, Università di Zurigo. Ingresso libero Nella sua conferenza il Prof. Francesco Muzzioli (Sapienza, Università di Roma) prenderà in considerazione un poeta originale e un pensatore autonomo rispetto alle correnti letterarie di inizio Novecento: il goriziano Carlo Michelstaedter. Incontro con il Group CEO di UBS Sergio Ermotti Organizzano: Pro Ticino Zurigo ASTAZ – associazione studenti ticinesi a Zurigo AETZ – associazione economisti ticinesi a Zurigo lavoro: un vantaggio?. Ingresso libero Puccini racconta Puccini Organizzano: Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo ore 18.15 Presentazione dell’epistolario di uno dei più celebri comMusikwissenschaftliches positori d’opera Institut dell’Università di Zurigo Relatori: Prof. Gabriella Biagi Ravenni (Università di Pisa) e Prof. Dieter aula FLO-U-107 Schickling (Centro Studi G. Puccini di Lucca) Florhofgasse 11 Moderatore: Dott. Matteo Giuggioli, Musikwissenschaftliches Institut del8001 Zurigo l’Università di Zurigo 22 ottobre Organizzano: Cinélibre Berna, Made in Italy Roma, Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, Segue un aperitivo. Ingresso libero Nell’ambito della XV Settimana della lingua italiana nel mondo Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Donna e famiglia, nuovi ruoli, nuove realtà Organizza: ASRI – Associazione svizzera per i rapporti economici e culturali con l’Italia Parla la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti. Ingresso libero 23 ottobre Il vento freddo dell’Altipiano ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zurigo L’incontro tra un avventuriero e un gruppo di ragazzini, chiusi tra le montagne Organizzano: Pro Grigioni Italiano, sezione di Zurigo, Società Dante Alighieri di Zurigo, Istituto Italiano di Cultura di Zurigo ore 18.15 Università di Zurigo aula KOL-F-118 Rämistrasse 71 8001 Zurigo Presentazione dell’ultimo romanzo di Vincenzo Todisco hanno per tematica l’emigrazione e il viaggiare in generale. Manifestazione inserita nel programma di «Zürich liest» (www.zuerich-liest.ch). Ingresso libero 25 ottobre ore 15.30 GZ Hottingen Hottingersaal Gemeindestrasse 54 8032 Zurigo 28 ottobre ore 16.30 Kantonsschule di Wettingen Klosterstrasse 11 5430 Wettingen «Verrà il vento e ti parlerà di me» (ed. Garzanti) Incontro con Francesca Barra, scrittrice, giornalista e moderatrice televisiva e radiofonica Francesca Barra, di origine lucana, racconta una storia che parla della sua terra ricca di fascino, mistero e di tradizioni. Moderatrice: Linda Buscemi L’opera italiana, la grande stagione del melodramma Masterclass e concerto con Angela Papale (soprano) e Fabio Marra (pianoforte) 16.30-17.45 18.15-19.15 19.30-21.00 2015 Zinit. Volantino.idml 1 Aula della Kantonsschule: Masterclass «La lirica italiana dell’Ottocento e del Novecento», con il Maestro Fabio Marra. Mensa della Kantonsschule: spaghettata Aula della Kantonsschule: Concerto «L’opera italiana, la grande stagione del melodramma» Organizzano: Circolo Lucano di Zurigo, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo e ALA – Amici del Liceo Artistico Manifestazione inserita nel programma di «Zürich liest» (www.zuerich-liest.ch). Ingresso libero Segue un aperitivo lucano. Organizzano: Kantonsschule Wettingen, Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, Società Dante Alighieri di Baden Ingresso libero Nell’ambito della XV Settimana della lingua italiana nel mondo Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica 18.09.15 10:05 28 ottobre Alcune note sul «caso» Maria Messina ore 18.15 Romanisches Seminar aula D31 Zürichbergstrasse 8 8032 Zurigo Il lungo oblio che ha incontrato l’opera di Maria Messina (1887-1944), a cui 29 ottobre – 2 dicembre Kino Xenix Kanzleistrasse 52 8004 Zurigo destino comune di molte autrici attive in Italia agli inizi del 900. Organizza: Doktoratsprogramm Romanistik, Università di Zurigo. Ingresso libero - canone, concentrandosi sull’esempio della narrativa della scrittrice palermitana. Pier Paolo Pasolini la morte Organizza: Kino Xenix di Zurigo, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo - Per informazioni sui biglietti d’ingresso: www.xenix.ch All’interno della rassegna segnaliamo: 4 novembre: Lotta Continua sulla strage di Piazza Fontana; presentazione di Fabien Kunz-Vitali. 9 novembre: serata con Ninetto Davoli lettura scenica di Elettra de Salvo (in tedesco e in italiano) La rassegna comprende anche la prima svizzera del Film «Pasolini» di Abel Ferrara (2014). 3 novembre Il satiro e il cinghiale Organizzano: Istituto di Archelogia di Zurigo, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo ore 18.15 Istituto di Archeologia dell’Università di Zurigo aula RAK 73 E.8 Rämistrasse 73 8001 Zurigo Vasi plastici della Magna Grecia e Sicilia di forma umana e animale Pubblicazione di Michel Sguaitamatti (), Rosina Leone (Università di Torino) e Danielle Leibundgut Wieland (Università di Basilea) Segue un aperitivo. 4 novembre Incontro con Paolo Attivissimo ore 18.30 ETH Zürich aula HG D 3.2 Rämistrasse 101 8092 Zurigo Bufale e disinformazione Organizzano: Società Dante Alighieri di Zurigo, in collaborazione con la Cattedra De Sanctics (ETH) Il noto giornalista e blogger presenterà un nutrito repertorio di casi di notizie false e tendenziose e spiegherà come riconoscerle e come difendersi. Ingresso libero 7 novembre Reminiscenzas – Ricordi Organizza: Coro misto grigionese di Zurigo Per ulteriori informazioni: www.buendner-chor.ch Buvette dopo il concerto Ingresso libero ore 17.00 Johanneskirche Limmatstrasse 114 8005 Zurigo Concerto del coro misto grigionese di Zurigo, diretto dal Maestro Remo Weishaupt Canzoni in romancio e italiano Ingresso libero (colletta) 11 novembre Casanova in Svizzera Organizzano: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, ALA – Amici del Liceo Artistico ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zurigo Conferenza di Tindaro Gatani La conferenza prende spunto dal volume, di recente pubblicazione, che ripercorre gli itinerari di Giacomo Casanova in terra elvetica, i suoi incontri con alcune personalità dell’Ancien Régime, le sue avventure amorose a Zurigo, a Soletta, a Berna, a Losanna e a Ginevra, il suo soggiorno a Lugano e il suo impegno per gli immigrati svizzeri in Sierra Morena. Ingresso libero 14 novembre Cena di gala ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zurigo Una sola volta all’anno lo splendido salone liberty del Liceo Artistico diventa ristorante. Il cuoco, Stefano Biagio D’Aguanno, porterà il suo saper fare. Organizza: Liceo Artistico 14 novembre La Malabrenta Prenotazione obbligatoria: 044 202 80 40 oppure [email protected] Costo: 70.-, CHF bevande escluse Il menù si trova sul sito www.liceo.ch. ore 20.00 Theater Keller 62 Rämistrasse 62 8001 Zurigo Giacomo Rossetti porta sulla scena l’avvincente storia di una delle più potenti organizzazioni criminali del NordItalia dal dopoguerra. Di Giorgio Sangati. 17 novembre Incontro con Andrea Vitali Organizzano: Nonsoloconvivio, in collaborazione con ALA – Amici del Liceo Artistico Ingresso: 25.- CHF Giacomo Rossetti fa parte della compagnia «Teatro Bresci» di Cittadella. Vincitore del 2° premio del Premio Off 2011 Teatro stabile del Veneto diretto da A. Gassmann. ore 18.30 Università di Zurigo aula KOL G 209 Rämistrasse 71 8006 Zurigo Romanzo ed editoria 20 novembre Per Bacco! Ovvero quando il mito è di vino. ore 19.00 Quartiertreff Hirslanden Forchstrasse 248 Segue un aperitivo. Il popolare scrittore di Bellano ci parlerà dei suoi romanzi e del loro successo in relazione alle trasformazioni del mondo dell’editoria contemporanea. Dopo la conferenza sarà lieto di autografare i suoi libri. Lettura scenica di miti antichi abbinati a vini pregiati Organizzano: Società Dante Alighieri di Zurigo, in collaborazione con la Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo e l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo Ingresso libero Organizzano: Nonsoloconvivio, in collaborazione con Go-Italy Ingresso: 25.- CHF (degustazione compresa) ore 18.30 Università di Zurigo aula KOL G 209 Rämistrasse 71 8006 Zurigo Romanzo ed editoria 20 novembre Per Bacco! Ovvero quando il mito è di vino. ore 19.00 Quartiertreff Hirslanden Forchstrasse 248 (presso Burgwies, tram 11) 8032 Zurigo 21 novembre Il popolare scrittore di Bellano ci parlerà dei suoi romanzi e del loro successo in relazione alle trasformazioni del mondo dell’editoria contemporanea. Dopo la conferenza sarà lieto di autografare i suoi libri. Lettura scenica di miti antichi abbinati a vini pregiati Agisce Alessandro Pazzi, attore e regista noto al pubblico zurighese. Convivio valtellinese ore 18.00 Sala della chiesa di Sankt Anton Neptunstrasse 70 8032 Zurigo Il Gruppo Valtellinesi e Valchiavennaschi di Zurigo festeggia il 51° compleanno con la tradizionale pizzoccherata in un ambiente musicale. 22 novembre Festa barocca a Napoli ore 16.00 e 17.30 Reformierte Kirche Oberstrass Stapferstrasse 58 8006 Zurigo maestri napoletani del primo Settecento in collaborazione con la Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo e l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo Ingresso libero Organizzano: Nonsoloconvivio, in collaborazione con Go-Italy Ingresso: 25.- CHF (degustazione compresa) Prenotazione presso [email protected] Organizza: Gruppo Valtellinesi e Valchiavennaschi di Zurigo Iscrizioni presso il presidente Renzo Ferrari (076 528 17 03 o 044 462 62 72) oppure il segretario Sergio Puttin (044 491 83 24) Ingresso: 45.- CHF (bevande escluse) Organizzano: Le Capitali della Musica, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo e la Società Dante Alighieri di Zurigo Opere di Domenico Sarro, Francesco Feo e Leonardo Vinci, eseguite da Priska Ingresso libero per la conferenza Ingresso concerto: intero 40.- CHF, AHV/IV e soci IIC/DA 30.- CHF, direzione di Francesco Pedrini. Il concerto sarà preceduto dalla conferenza del studenti 20.- CHF prof. Claudio Toscani (Università di Milano). Nell’ambito della XV Settimana della lingua italiana nel mondo Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica 24 novembre ore 18.30 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zurigo La Svizzera: da Morgarten (1315) a Marignano (1515) Conferenza di Tindaro Gatani La conferenza coincide con la presentazione del volume, appena pubblicato, nel quale sono raccontati i fatti storici salienti di quei due secoli, in cui la vecchia Confederazione dei tre Cantoni fondatori passò, at-traverso vicissitudini storiche interne ed europee, a quella dei tredici Cantoni sovrani. 25 novembre ore 18.30 Landesmuseum Zürich Museumstrasse 2 8001 Zurigo Donati, curatore della mostra Trascorriamo un terzo della nostra vita al lavoro; nulla di sorprendente quindi trasformata con il passare del tempo. 26 novembre L’orologio di Monaco ore 18.30 Casa d’Italia Erismannstrasse 6 8004 Zurigo ro Caputo, tratto da una raccolta di racconti di Giorgio Pressburger Organizzano: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, ALA – Amici del Liceo Artistico, Pro Grigioni Italiano, sezione di Zurigo Ingresso libero Segue piccolo rinfresco. Organizzano: Landesmuseum Zürich, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo Ingresso comprensivo di visita guidata: 10.- CHF, AHV/IV 8.- CHF Iscrizioni e informazioni (lu-ve, 9.00-12.30): [email protected] Tel. 058 466 66 00 Organizzano: Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Zurigo, Società Dante Alighieri di Zurigo Ingresso libero derna, quali Karl Marx, Heinrich Heine, Felix Mendelssohn. Giorgio PressburPresentazione di Remko Smid, Università di Zurigo. 4 dicembre Arte e immigrazione Organizzano: Circolo Lucano di Zurigo, in collaborazione con ALA – Amici del Liceo Artistico ore 19.15 Liceo Artistico Parkring 30 8002 Zurigo Breve excursus sull’apporto culturale e artistico nelle migrazioni dell’uomo Conferenza di Felice Cavuoto, architetto e storico d’arte Segue un rinfresco lucano. 12 dicembre Happy Chorus in concerto Organizzano: ALA – Amici del Liceo Artistico, Gruppo Valtellinesi e Valchiavennaschi di Zurigo ore 11.00 Aula Kantonsschule Freudenberg Gutenbergstrasse 15 8002 Zurigo Concerto gospel e spiritual dell’Happy Chorus di Delebio (Valtellina). Dirige il Maestro Cesare Dell’Oca. 13 dicembre Violoncello e pianoforte È gradita la prenotazione entro venerdì 4 dicembre a [email protected] Gabriele Ardizzone (violoncellista della Tonhalle Orchester) e Giancarlo Prossimo (pianoforte) eseguiranno musiche di Beethoven e Shostakovic. 19 dicembre Concerto di musica classica 2015 Zinit. Volantino.idml 2 Ingresso libero (colletta) Segue un buffet. ore 17.00 Zwinglikirche Aemtlerstrasse 23 8004 Zurigo ore 20.00 Stadthaus Gemeinderatssaal Bremgartnerstrasse 22 8953 Dietikon Ingresso libero Simonetta Tancredi (pianoforte), Gabriella Colecchia (mezzosoprano), Francesco Ciotola (tenore), Mariano Buccino (baritono) Organizza: Associazione Amici della Cultura nella Zwinglikirche Ingresso libero (colletta) Organizza: Circolo culturale Sandro Pertini Ingresso libero (colletta) Saranno eseguiti brani dalle principali opere. 18.09.15 10:05 Benchmark di Nico Tanzi I quartieri di Zygmunt Bauman e l’uovo di Colombo della Social Street Il sociologo Zygmunt Bauman è autore di saggi critici sulla globalizzazione e sull’omogeneizzazione culturale. Lo ha reso celebre la metafora della “società liquida”, con cui ha definito lo stato di incertezza che domina il nostro mondo di consumatori (e non più produttori). Al recente Festivalfilosofia di Modena Bauman ha dedicato il suo intervento al concetto di “quartiere”. Quell’area di estensione limitata che si estende attorno al luogo in cui viviamo e i cui abitanti ci sono noti, di persona o almeno di vista – e noi siamo più o meno noti a loro. Il quartiere è quella “zona grigia che separa e connette lo spazio dell’anonimato e quello della familiarità”. Le persone che ci abitano, così come le regole della convivenza, non sono scelte da noi: “sono semplicemente lì, sono un dato”. Nell’era digitale tuttavia, constata Bauman, il quartiere non è l’unico luogo in cui la nostra individualità entra in contatto con quella degli altri. Anche la dimensione virtuale, a suo modo, è un “quartiere”, che però ha consistenza e regole diverse da quelle del quartiere fisico. E non solo perché non è “spazialmente contigua” (anzi, è spesso “frammentata, disseminata e sparsa attraverso distanze geografiche enormi”). Ma soprattutto perché la struttura, gli abitanti e le regole del nostro “quartiere elettronico”, quello che costruiamo con i nostri contatti in rete, soprattutto sui social network, siamo noi stessi a determinarli. “Del mio quartiere elettronico – nota Bauman – costituisco il compositore e lo snodo centrale, anzi sono la pietra angolare della costruzione: mi sento come il Sole attorno al quale gli altri ruotano come pianeti. Io appartengo al quartiere (quello fisico, ndr) mentre le reti mi appartengono. Ho selezionato io i loro membri, ho il potere di stabilire (e di modificare a mio piacimento) il loro grado d’importanza e sono io che assegno a ciascuno di loro il ruolo che mi aspetto svolgano”. Bauman prosegue sottolineando il divario fra il quartiere in cui si abita, sottoposto alle regole della convivenza civile, e la “sfrenata libertà” di cui si gode in rete, e che offre una illusoria tentazione di fuga rispetto ai problemi del mondo reale (illusoria perché sbraitare sui social network denunciando quei problemi non ci aiuta di un filo a risolverli). Quello che in questa sede mi interessa constatare però è la curiosa contemporaneità fra la teorizzazione dei due quartieri, reale e virtuale, da parte di Bauman e alcuni esperimenti sociali che tentano (felicemente, peraltro), di operare una fusione delle due dimensioni. Mi riferisco al fenomeno delle “social street”, nate un paio d’anni fa in una via di Bologna. Il centro di questo esperimento è via Fondazza, non distante da Piazza Maggiore. Lì una giovane coppia, Laurell Boyers e suo marito Federico Bastiani, si trasferì dal Sudafrica nel 2012. Non conoscevano nessuno, si sentivano soli e isolati. E allora decisero di mettere in piedi un gruppo su Facebook per mettere in contatto i residenti della loro stessa via. Le adesioni non tardarono, anzi: già in pochi giorni una ventina. Fra il conoscersi “virtualmente” e l’incontrarsi per strada il passo fu breve: e oggi, come ha spiegato Bastiani al New York Times, i residenti di via Fondazza si aiutano l’un l’altro per riparare il lavandino o montare l’armadio dell’Ikea, si danno una mano a vicenda nelle commissioni, fanno da baby sitter gli uni ai figli degli altri. E organizzano feste di quartiere. Un modello di convivenza troppo intrigante per restare un caso isolato: infatti il fenomeno è cresciuto, e oggi le “social street” in tutto il mondo sono centinaia, con tanto di siti web che ti spiegano come fare per organizzare la tua. Quello italiano è www.socialstreet.it. ottobre 2015 La Rivista - 53 Etroubles, Valle d’Aosta: L’Arte nel paese L’amministrazione cambia ma le belle idee restano… di Marco Patruno L ’anno scorso, dalle colonne della Rivista, avevamo presentato questa manifestazione culturale atipica alla sua prima edizione. Evento, sostenuto, nello spirito, dal Gruppo Culturale Internazionale di sede a Martigny, visto il suo interesse nell’usufruire dell’arte per tessere nuovi contatti tra gli italiani e la comunità transfrontaliera e internazionale. La bellissima iniziativa si è resa concreta in una mostra internazionale di opere pittoriche tra le viuzze di questo storico borgo medievale. La manifestazione è stata concepita e lanciata da Tatiana Petrucci, artista nell’arte pittorica, e maestra molto stimata in questo particolare settore artistico. Codesta vetrina d’arte, è stata ripresentata quest’anno con crescente successo non solo fra gli amatori d’arte, ma ugualmente apprezzata dalla popolazione locale e dai villeggianti. Breve cenno storico sui luoghi dell’avvenimento Il nuovo e giovane Sindaco Marco Calchera, che abbiamo intervistato, in proposito, ci ha ricordato in primis, il passato di notevole importanza storica di questo piccolo paese. Il comune di Etroubles, è situato sulle pendici della montagna, in prossimità del miti- Fra le opere esposte anche quelle della piccola Margot, 6 anni co colle del Gran San Bernardo. In effetti, il borgo medievale, si trova sulla famosa Via Francigena che va da Canterbury a Roma: via percorsa, da secoli, da numerosi pellegrini e viandanti. Questo piccolo comune valdostano, ha avuto anche l’onore di ospitare tra le sue mura nientedimeno che Napoleone Bonaparte, che soggiornò in loco, dopo aver passato alla testa della sua armata, in condizioni avverse di mal tempo, il colle del Gran San Bernardo, per poi affrontare gli Austriaci nella celebre e vittoriosa battaglia di Marengo, in Piemonte. In più, il comune valdostano, può annoverare, tra i suoi amministrati il cittadino onorario Léonard Gianadda. Il mecenate, d’origine italiana, ha contribuito di persona, a dare una visibilità culturale e artistica a questo Borgo. Una presenza d’artisti dai colori dell’arcobaleno Il Sindaco ci ha confermato il suo grande interesse per questa manifestazione artistico-turistico e culturale, promossa e curata 54 - La Rivista ottobre 2015 da Tatiana Petrucci di cui ha apprezzato la professionalità e l’entusiasmo nell’organizzazione dell’evento. La manifestazione è stata “colorata” da una quarantina di artisti di svariate provenienze. Gli artisti italiani e valdostani hanno particolarmente attirato la nostra attenzione… Ma naturalmente tutti meritano un plauso per le loro opere di altissimo interesse e degne di ammirazione. Una chicca: la presenza della piccola Margot, sei anni, un’artista in erba, simpatica e sorridente, che ha esposto le sue acerbe creazioni, facendoci capire che l’arte ha ancora un futuro. Da segnalare, la presenza come nell’edizione precedente, della giornalista-fotografa Nadia Camposaragna, che ha coperto l’avvenimento descrivendo, con la sua consueta verve giornalistica, i momenti tipici della manifestazione, e fissando sulla sua pellicola opere e artisti meritevoli d’interesse. Ciliegina sulla torta La presenza in loco del cineasta francese, Gérard Servais - collaboratore prezioso del GCI (Autore del film sui 30 anni del GCI a Firenze) ex. cameraman di TF1, attualmente collaboratore di Canal 9 in Vallese – che, per amicizia al Gruppo Culturale Internazionale, ha colto le più belle immagini di questa festa dell’arte pittorica e scultorea che ha avuto la particolarità e il pregio di essere vissuta a cielo aperto, coinvolgendo anche le famiglie con i loro bambini, in un’atmosfera di grande convivialità. Non ci resta, che fare i complimenti a Tatiana Petrucci e alla sua squadra di collaboratori per l’impegno profuso in questa bellissima iniziativa artistica di respiro internazionale e al suo giovane Sindaco Marco Calchera per aver accompagnato e incoraggiato questa importante azione socio-culturale, nazionale e transfrontaliera. Il nostro augurio: che anche per il futuro si possa rinnovare a Etroubles questa carrellata d’artisti, espressione di una volontà delle autorità del luogo, per dare nuove opportunità alle popolazioni locali. Tenendo anche conto, che i cambiamenti climatici, penalizzano il classico turismo di media montagna, e quindi è opportuno aprirsi a nuove idee. La cultura e l’arte possono senz’altro entrare in questo discorso evolutivo, nonché servire d’esempio ad altre realtà montane. Il tutto, per una politica di sviluppo sostenibile a valore aggiunto. PIRELLI.CH TA 2016 IN O GIO AG M VIGNE T SWISS-SKI SCEGLIE GLI PNEUMATICI INVERNALI PIRELLI PROMOTION 15.9. – 15.11.2015* Denise Feierabend, Patrick Küng e Gino Caviezel *Acquisti 4 pneumatici Pirelli vettura o SUV invernali a partire da 16 pollici o estivi a partire da 17 pollici presso un rivenditore aderente dal 15.9 – 15.11.2015 e effettui l’iscrizione su pzeroclub.ch entro il 31.12.2015. Modalità di partecipazione e lista dei rivenditori su pzeroclub.ch ottobre 2015 La Rivista - 55 Al lavoro! Mostra fotografica sul tema del lavoro al Museo nazionale Zurigo La prima calzolaia della Svizzera, 1944, Lachen (SZ), foto: PDL. © Museo nazionale svizzero Da latterie e filande agli uffici ultramoderni di Google: negli ultimi 150 anni l’attività retribuita ha vissuto cambiamenti radicali. La nuova mostra del Museo nazionale Zurigo, «Il lavoro. Fotografie 1860 – 2015», dà conto di questa evoluzione con un allestimento di grande impatto che vede esposta una ricca selezione di fotografie storiche provenienti da nuovi fondi del museo. I l mezzo fotografico – la cui storia scorre parallela ai grandi stravolgimenti della rivoluzione industriale prima e di quella digitale poi – documenta in modo sfaccettato e multiforme i cambiamenti intervenuti nella realtà lavorativa. Attraverso una selezione di immagini pressoché inedite assistiamo alla nascita di nuove professioni e alla scomparsa di mestieri antichi, vediamo la fabbrica scalzare la bottega e, successivamente, l’ufficio rimpiazzare la fabbrica. Le foto illustrano anche l’evoluzione dall’artigiano all’impiegato, il ruolo svolto (tuttora) dal sesso del lavoratore nel definire ambiti e scelte professionali e la progressiva dissoluzione dei confini tra tempo libero e tempo di lavoro. Ma è anche la stessa arte fotografica a evolvere in funzione dei tempi: lo si nota nella scelta dei soggetti, nella tipologia della rappresentazione e nella crescente importanza attribuita a questo mezzo espressivo, fino al suo onnipresente utilizzo nell’era digitale. Dal 2016 fondi fotografici accessibili al pubblico nella nuova costruzione di ampliamento Nell’ambito di un grande progetto di valorizzazione dell’intero patrimonio esistente, dal 2013 è in corso un’opera sistematica di catalogazione, trattamento scientifico, tutela e documentazione che coinvolge nuovi fondi comprendenti fotografie e reperti grafici. Si prevede che entro fine luglio 2016 saranno usufruibili oltre 400 000 fotografie storiche. Il progetto riceve un supporto finanziario dal fondo di sostegno Engagement della Migros. I fondi del Museo nazionale svizzero saranno messi a disposizione del pubblico per ricerche autonome solo con l’apertura del nuovo Centro studi del Museo nazionale Zurigo. L’opera di conservazione e di trattamento scientifico del fondo dedicato al tema del lavoro nell’ambito della collezione fotografica del Museo nazionale svizzero è stata resa possibile dal sostegno di Memoriav. Pubblicazione in occasione della mostra Operai di una fabbrica di laterizi (fornace meccanica) di Allschwil, 1898, foto: Eduard Müller. © Museo nazionale svizzero 56 - La Rivista ottobre 2015 A corredo della mostra viene proposta una pubblicazione riccamente illustrata edi-ta da Limmat Verlag, Zurigo. 17 contributi e circa 200 fotografie offrono interessan-ti scorci sulla storia del lavoro e la sua documentazione fotografica nell’arco dell’ultimo secolo e mezzo. A GAM (Galleria d’arte Moderna e Contemporanea) di Torino fino al 31 gennaio 2016 Oltre 40 capolavori di Claude Monet in bella mostra “Nessuno ha avuto un’esistenza più invidiabile di Claude Monet, egli incarna l’arte nella propria carne vivendo in essa e per essa, una vita di lavoro incessante, rude e anche dolorosa, come quella di tutti i creatori” (Octave Mirbeau) (AugOr) - Dopo la super esposizione con 260 opere nel 2010 al Grand Palais di Parigi Claude Monet giunge a Torino e vi resterà fino al 16 gennaio 2016 Il 2 ottobre alla GAM (Galleria d’arte Moderna e Contemporanea) di Torino è stata inaugurata una straordinaria esposizione monografica dedicata a Claude Monet, padre dell’Impressionismo. Il Musée d’Orsay, che conserva la collezione più importante dell’opera dell’artista, ha concesso per quattro mesi oltre quaranta capolavori, per dare vita a una speciale rassegna che documenta l’attività di Claude Monet, testimoniando i momenti più significativi e le svolte che, partendo dagli esordi, hanno portato l’artista a essere considerato il padre dell’Impressionismo. La curatela della mostra è affidata a Xavier Rey, Conservatore presso il Musée d’Orsay e specialista di Monet, e a Virginia Bertone, Conservatrice della GAM di Torino. L’esposizione è allestita al primo piano della GAM, nella sala dell’Exhibition Area, all’interno del percorso delle collezioni permanenti. Skira, in stretta collaborazione con la GAM, ha prodotto la rassegna, curandone gli aspetti organizzativi e promozionali e pubblicandone il catalogo. Dopo un esordio all’insegna del realismo courbettiano negli anni 60 dell’Ottocento, i dipinti di Monet mostrano il segno più puro dell’Impressionismo, prima di dare vita, inizialmente tramite uno sguardo sempre più acuto e penetrante, poi attraverso una libertà e un lirismo sempre più marcati, a un intero capitolo dell’arte del XX secolo. La Rassegna delle opere documenta momenti decisivi di un arco cronologico che giunge sino al 1886, anno in cui Monet realizza l’emblematica figura intrisa di luce dell’Essai de figure en plein air Femme à l’ombrelle tournée vers droite, affiancando ad essa capolavori come La rue Montergueil, à Paris, Fête du 30 juin 1878, con l’immagine delle bandiere che si sfaldano nella luce parigina o Les villas à Bordighera (1884) che restituisce gli sfolgoranti colori che egli registra nel suo primo soggiorno nella Riviera ligure. Ad evocare la ricchezza dell’ultima parte della produzione dell’artista sono altre presenze d’eccezione come le due straordinarie versioni della Cattedrale di Rouen: Le portail, temps gris e Le portail et la tour Saint-Romain, plein soleil. Claude Monet, Déjeuner sur l’herbe Claude Monet, Essai de figure en plein air Femme à l’ombrelle tournée vers droite ottobre 2015 La Rivista - 57 Fino al 22 novembre alla Fondation Pierre Gianadda Martigny Matisse en son temps di Augusto Orsi Martigny la ridente cittadina vallesana di circa 18mila abitanti deve moltissimo alla Fondazione Giannada che da 37 anni la anima e la rende più attraente con le sue esposizioni di prestigio a livello internazionale. Posta al crocevia tra Svizzera, Francia e Italia attira annualmente circa 300mila visitatori provenienti da questi tre Paesi in pellegrinaggio in quello che ormai a pieno titolo può essere considerato un tempio dell’arte. Henry Matisse, Grande interieur rouge 58 - La Rivista ottobre 2015 “Quel cadeau en cet été de mes 80 ans!!!”. Il regalo al quale fa riferimento Léonard Gianadda, creatore e anima della Fondazione che dal 1978 ad oggi ha presentato un centinaio di mostre, è Matisse en son Temps, importante e magnifica esposizione del patriarca dell’Impressionismo in scena fino al 22 novembre. Matisse non è nuovo da Gianadda, anzi è uno degli artisti francesi più ricorrenti nelle mostre della Fondazione vallesana: Manguin parmi les Fauves nel 1983. Da Goya a Matisse, stampe del Fondo Doucet nel 1992. Da Matisse a Picasso, Collezione Gelman nel 1994. E poi anche altri capolavori ricevuti in prestito per esposizioni tematiche. Matisse en son temps è anche frutto della pluriennale collaborazione con il Centre Pompidou che ha messo a disposizione una cinquantina delle opere in mostra. Le altre tele invece provengono da collezioni pubbliche e private svizzere. Ricca di dialoghi e affiliazioni la mostra ci fa entrare e capire l’universo dell’artista sia attraverso le sue creazioni sia con il confronto di opere di pittori amici o rivali quali: Picasso, Gris, Braque, Derain, Modigliani, Balthus… che hanno sviluppato con successo le stesse tematiche quali: il potere del colore, la ritrattistica, la semplificazione del tratto grafico e la pittura d’interni. Nove sono le sezioni dove il visitatore si confronta con queste soggetti e scopre la genialità di questo grande artista. Partendo dall’atelier Gustave Moreau di Parigi, dove Matisse si formò, passando per il Fauvismo (il colore allo stato puro e primitivo) di cui fu un esponente di rilievo, al cubismo, che sfiorò, agli anni nizzardi di scoperta della luce, alle sublimi e lascive odalische, all’atelier du Midi che gli diede la pace, fino alle gouaches découpées compimento ultimo di un artista che durante la sua lunga esistenza seppe mirabilmente creare e destreggiarsi con le forme e i colori in modo realista, ma soprattutto poetico. Henry Matisse, Autoritratto La mostra Lo spazio espositivo Gianadda è così ampio e distensivo che, anche quando ci sono molti visitatori, si è a proprio agio e si può profittare al massimo del valore plastico delle opere ed entrare in sintonia con chi le ha create. Per la mostra su Matisse il colore delle pareti della galleria è ancora cambiato: il grigio chiaro, quasi ambrato si concilia e si oppone all’ampia tavolozza di colori sfoggiati nelle tele del Maestro e dei suoi partner in esposizione. Ben 3 oli del Pont Saint Michel a Parigi, due dipinti da Matisse e un terzo dal suo collega d’accademia Albert Marquet aprono la mostra e ne danno il là. Il primo, del 1897, Pont Saint Michel effet de neige, è un olio in puro stile impressionista in cui il bianco slavato della neve e il soffuso grigiore del cielo riproducono Henry Matisse, Le Pont Saint Michel Henry Matisse, L’algerienne un certo movimento di carrozze, chiatte e passanti e un’atmosfera invernale. Il secondo, Pont Saint Michel, è giocato tutto sul colore e preannuncia il fauvismo. Quello di Marquet, statico e molto classico dice l’assenza del colore. Tre dipinti significativi le cui caratteristiche fondamentali ritornano in diverse altre tele in esposizione sia di Matisse sia dei suoi “compagnons de route” Qual è il più pregevole? È difficile dirlo. Tutti e tre appartengono alla paesaggistica impressionista di cui Henry Matisse fu uno dei maggiori esponenti. La mostra nella mostra Dai tre dipinti si parte alla scoperta delle creazioni coloristiche di paesaggi, nature morte, ritratti e nudi del Grande Vecchio di Collioure intercalate da opere in armonia o in contrasto con le sue. Fa testo la serie di ritratti e autoritratti dall’aspetto meditativo e dalle tinte profonde. Il confronto sulla ritrattistica tra Marquet, Derain, Matisse e Wlamink penso che se lo aggiudichi questo ultimo per le tinte stravolgenti, audaci e avanguardistiche del suo Portrait du Père Bouju che oltre ad essere fauve, apre una finestra sulla pittura materico-informale. La galleria dei nudi poi - mostra nella mostra- è celebrazione eccelsa di grazia e di bellezza femminile nella pittura non solo di Matisse ma anche di Derain, Marquet, Modigliani, Picasso, Dufy, Renoir, Balthus. Un’esposizione assolutamente da vedere. Henry Matisse, Ritratto della Baronne Gourgaud ottobre 2015 La Rivista - 59 I media dopo la grande trasformazione Solo un italiano su due legge i libri La televisione continua ad avere una quota di telespettatori che coincide sostanzialmente con la totalità della popolazione (il 96,7%) N el 2015 gli utenti di internet aumentano ancora (+7,4% rispetto al 2013) e arrivano alla quota record del 70,9% della popolazione italiana. Ma solo il 5,2% di essi si connette con banda ultralarga. E continua la forte diffusione dei social network. È iscritto a Facebook il 50,3% dell’intera popolazione (il 77,4% dei giovani under 30), YouTube raggiunge il 42% di utenti (il 72,5% tra i giovani) e il 10,1% degli italiani usa Twitter. È quanto emerge dal 12° Rapporto Censis sulla comunicazione, che fa il bilancio della «grande trasformazione» dei media dell’ultimo decennio. Tv regina dei media, boom di smartphone e tablet La televisione continua ad avere una quota di telespettatori che coincide sostanzialmente con la totalità della popolazione (il 96,7%), con un rafforzamento però del pubblico delle nuove televisioni: la web tv è arrivata a una utenza del 23,7% (+1,6% rispetto al 2013), la mobile tv all’11,6% (+4,8%), mentre le tv satellitari si attestano a una 60 - La Rivista ottobre 2015 utenza complessiva del 42,4% e ormai il 10% degli italiani usa la smart tv connessa in rete. Anche per la radio si conferma una larghissima diffusione di massa (l’utenza complessiva corrisponde all’83,9% degli italiani), con l’ascolto per mezzo dei telefoni cellulari (+2%) e via internet (+2%) ancora in ascesa. L’uso degli smartphone continua ad aumentare vertiginosamente (+12,9%) e ora vengono impiegati regolarmente da oltre la metà degli italiani (il 52,8%), mentre i tablet praticamente raddoppiano la loro diffusione nel giro di un biennio e oggi si trovano tra le mani di più di un quarto degli italiani (il 26,6%). Solo un italiano su due legge i libri Non si inverte il ciclo negativo per la carta stampata: -1,6% i lettori dei quotidiani rispetto al 2013, tengono i settimanali e i mensili, mentre sono in crescita i contatti dei quotidiani online (+2,6%) e degli altri portali web di informazione (+4,9%). Dopo la grave flessione degli anni passati, non si se- Quelli pubblicati di seguito sono i principali risultati del 12° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione, promosso da Mediaset, Rai e Telecom Italia, presentato a Roma presso la Sala Zuccari del Senato. I consumi mediatici nel 2015: su internet il 71% degli italiani (ma solo il 5,2% si connette con banda ultralarga), tra i giovani under 30 è boom di smartphone (li usa l’85,7%) e tablet (36,6%). La tv è ancora la regina dei media, ma sul web si cercano informazioni, si fanno acquisti, si sbrigano pratiche. Così decolla l’economia della disintermediazione digitale, che sposta valore dalle filiere produttive e occupazionali tradizionali gnala una ripresa dei libri (-0,7%): gli italiani che ne hanno letto almeno uno nell’ultimo anno sono solo il 51,4% del totale, e gli e-book contano su una utenza ancora limitata all’8,9% della popolazione (+3,7%). Le distanze abissali tra giovani e anziani Spiccano le distanze tra i consumi mediatici giovanili e quelli degli anziani. Tra i giovani la quota di utenti della rete arriva al 91,9%, mentre è ferma al 27,8% tra gli anziani; l’85,7% dei primi usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 13,2% dei secondi; il 77,4% degli under 30 è iscritto a Facebook, contro appena il 14,3% degli over 65; il 72,5% dei giovani usa YouTube, come fa solo il 6,6% degli ultrasessantacinquenni; i giovani che guardano la web tv (il 40,7%) sono molti di più degli anziani che fanno altrettanto (il 7,1%); il 40,3% dei primi ascolta la radio attraverso il telefono cellulare, dieci volte di più dei secondi (4,1%); e mentre un giovane su tre (il 36,6%) ha un tablet, solo il 6% degli anziani lo usa. Al contrario, l’utenza giovanile dei quotidiani (il 27,5%) è ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni (il 54,3%). Il crescente primato dell’informazione personalizzata Oggi le prime cinque fonti di informazione usate dagli italiani sono: i telegiornali (utilizzati dal 76,5% per informarsi), i giornali radio (52%), i motori di ricerca su internet come Google (51,4%), le tv all news (50,9%) e Facebook (43,7%). Aumento record dell’utenza delle tv all news, in crescita del 34,6% rispetto al 2011, Facebook +16,9%, le app per smartphone +16,7%, YouTube +10,9% e i motori di ricerca guadagnano il 10% dell’utenza di informazione. Ma tra i più giovani la gerarchia delle fonti cambia: al primo posto si colloca Facebook come strumento per informarsi (71,1%), al secondo posto Google (68,7%) e solo al terzo posto compaiono i telegiornali (68,5%), con YouTube che non si posiziona a una grande distanza (53,6%) e comunque viene prima dei giornali radio (48,8%), tallonati a loro volta dalle app per smartphone (46,8%). Decolla l’economia della disintermediazione digitale La funzione pratica di internet maggiormente sfruttata nella vita quotidiana è la ricerca di strade e località (lo fa il 60,4% degli utenti del web). Segue la ricerca di informazioni su aziende, prodotti, servizi (56%). Poi viene l’home banking (46,2%) e un’attività ludica come l’ascolto della musica (43,9%, percentuale che sale al 69,9% nel caso dei più giovani). Fa acquisti sul web ormai il 43,5% degli utenti di internet, ovvero 15 milioni di italiani. Guardare film (25,9%, percentuale che si impenna al 46% tra i più giovani), cercare lavoro (18,4%), telefonare tramite Skype o altri servizi voip (16,2%) sono altre attività diffuse tra gli utenti di internet. Sbrigare pratiche con uffici pubblici è invece un’attività ancora limitata al 17,1% degli internauti. Gli utenti si servono sempre di più di piattaforme telematiche e di provider che li mettono a diretto contatto con i loro interlocutori o con i servizi di loro interesse, evitando l’intermediazione di altri soggetti. Si sta sviluppando così un’economia della disintermediazione digitale che sposta la creazione di valore da filiere produttive e occupazionali tradizionali in nuovi ambiti. Negli anni della crisi la diminuzione delle disponibilità finanziarie ha costretto gli italiani a tagliare su tutto. Ma non sui media digitali connessi in rete, perché grazie ad essi hanno aumentato il loro potere individuale di disintermediazione, che ha comportato un risparmio netto finale nel bilancio familiare. Usare internet per informarsi, per acquistare prodotti e servizi, per prenotare viaggi e vacanze, per guardare film o seguire partite di calcio, per svolgere operazioni bancarie o entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche, ha significato spendere meno soldi o anche solo sprecare meno tempo: in ogni caso, guadagnare qualcosa. i tablet hanno raddoppiato la loro diffusione nel giro di un biennio e oggi si trovano tra le mani di più di un quarto degli italiani ottobre 2015 La Rivista - 61 Torna la Festa del Cinema di Roma P er la sua decima edizione torna quest’anno a chiamarsi Festa del Cinema di Roma. Non competitiva dal 2014, dunque per rinnovata identità culturale slegata dalla necessità di concorrenza col festival lagunare, la rassegna si svolgerà dal 16 al 24 ottobre 2015 L’Auditorium Parco della Musica sarà ancora il fulcro dell’evento: dal 2006, la struttura firmata da Renzo Piano diventa il punto di riferimento per tutti gli appassionati di cinema e non solo, ospitando proiezioni, incontri, mostre, eventi, convegni. I 1300 mq del viale che conduce alla Cavea si trasformano in uno dei più grandi red carpet al mondo. Ma la Festa, come ormai consueto coinvolgerà anche il resto della Capitale. Ecco dunque che sul red carpet che dal 16 al 24 ottobre prossimi animerà la dolce vita delle pellicole in riva al Tevere, spicca innanzitutto il film di apertura, il thriller politico Truth di James Vanderbilt, esordio alla macchina da presa dello sceneggiatore Per la sua decima edizione, la Festa del Cinema di Roma (16-24 ottobre) sceglie il fascino e l’eleganza unica di Virna Lisi, testimonial della campagna 62 - La Rivista ottobre 2015 di The Amazing Spider-Man 1 e 2 e di Zodiac di David Fincher. Protagonisti gli assi Cate Blanchett e Robert Redford, Truth è tratto dal libro scomodo Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power, della giornalista e produttrice televisiva Mary Mapes (Cate Blanchett sullo schermo) per anni cronista d’assalto della CBS. La Mapes insieme al collega Dan Rather (Robert Redford) ha indagato nel 2004 sul famigerato (ma non confermato) caso Rathergate sui favoritismi ricevuti dal giovane George W. Bush per finire nella Guardia Nazionale anziché al fronte del Vietnam. Indagine che all’epoca, due mesi prima delle presidenziali americane, ha causato le dimissioni della stessa Rather e il licenziamento di Mapes portando la CBS News sull’orlo del baratro. Ospiti e paillettes Ma la presenza massiccia di ospiti d’oltreoceano è annunciata anche da tutti gli eventi che animeranno la kermesse: negli incontri col pubblico protagonisti saranno infatti i registi Wes Anderson e William Friedkin (Oscar nel 1972 per Il braccio violento della legge), il premio Pulitzer 2014 Donna Tartt e Frances McDormand insieme al consorte Joel Coen (altri Oscar in passerella). Un parterre che non poteva comunque esimersi dalla presenza tutta nostrana di chi l’America l’ha conquistata proprio a colpi di pellicola (indipendentemente dalle impressioni del direttore del Festival di Venezia Alberto Barbera, che ritiene che in Italia si producano troppi film): Paolo Sorrentino, che in anteprima mondiale presenterà un corto inedito di quindici minuti. Confermati anche Carlo Verdone e Paola Cortellesi, più Renzo Piano nella veste speciale di architetto ‘in immagini’, per riflettere sull’importanza che i sogni in celluloide hanno avuto per lo sviluppo dell’architettura contemporanea. Omaggio a Pasolini e retrospettiva di Pietrangeli e… Una retrospettiva sarà dedicata ad Antonio Pietrangeli, regista e sceneggiatore raffinato, autore tra gli altri dei celeberrimi Io la conoscevo bene, Fantasmi a Roma e Lo scapolo. Non per niente la rassegna verrà bissata al MoMA di New York a novembre (il MoMA ha collaborato alla sua realizzazione insieme all’Istituto Luce). Ma l’omaggio, a quaranta anni dalla tragica scomparsa, è tutto dedicato a Pier Paolo Pasolini in una serata evento in cui, grazie all’apporto di Mario Sesti e Matteo Cerami, la sua arte, il suo cinema, le sue inchieste e la sua letteratura diverranno nuovamente quella curiosa ed appassionata finestra aperta sul mondo. …. del cineasta cileno Pablo Larraín La Festa del Cinema dedicherà anche una retrospettiva completa al regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Pablo Larraín, a cura di Mario Sesti, coordinatore artistico del comitato di selezione. Pablo Larraín, straordinario talento in grado di immaginare e realizzare un cinema unico che lo ha portato a divenire, con cinque film, uno dei più interessanti filmmaker dell’ultimo decennio, sarà a Roma per incontrare il pubblico e presentare la sua opera. Grazie a una trilogia di raro impatto visivo ed emozionale, il trentanovenne autore cileno ha saputo narrare – attraverso inediti punti di vista – ascesa e declino della dittatura di Augusto Pinochet: una parabola che da Tony Manero (2008), presentato a Cannes e poi premiato a Torino come miglior film, passa attraverso Post Mortem (2010), in concorso a Venezia, per arrivare a No – I giorni dell’arcobaleno (2012) con Gael García Bernal, candidato all’Oscar come miglior film straniero. La grande capacità di produrre avversione ed empatia, sconcerto e rapimento, attraverso protagonisti e spazi dei suoi film, emerge fin dal suo primo lavoro, Fuga (2006), e rimane inalterata fino a El Club (2015) - che quest’anno ha ricevuto l’Orso d’argento a Berlino. Sequenze di Jean de la Mulière The Martian Black Mass di Riddley Scott di Scott Cooper Life Durante una missione su Marte, l’astronauta Mark Watney (Matt Damon) viene considerato morto e per questo abbandonato dal suo equipaggio. Ma Watney è sopravvissuto e ora si ritrova solo sul pianeta ostile. Con scarse provviste - si esauriranno in 31 giorni e dai suoi calcoli più modesti, una missione di salvataggio dalla NASA impiegherebbe almeno 4 anni, sempre che riesca a trovare il modo di contattarli - Watney deve attingere al suo ingegno, alla sua arguzia e al suo spirito di sopravvivenza per trovare un modo per segnalare alla Terra che è vivo. A milioni di chilometri di distanza, la NASA e un team di scienziati internazionali lavorano instancabilmente per cercare di portare “il marziano” a casa, mentre i suoi compagni cercano di tracciare un’audace, se non impossibile, missione di salvataggio. “In ogni essere umano c’è l’istinto primordiale di aiutare il prossimo. Se un escursionista si perde sulla montagna, verranno organizzate delle ricerche. Se un terremoto distrugge una città, arriveranno rifornimenti di emergenza da tutto il mondo. Questo istinto è presente in ogni cultura, senza alcuna eccezione”. Con queste parole ottimistiche Matt Damon ci introduce nel film. Adattamento cinematografico del best seller di Andy Weir, L’uomo di Marte, il film trasforma il sogno dell’umanità di raggiungere Marte in un’illusione claustrofobica. The Martian è un thriller di sopravvivenza, che vede il ritorno di Ridley Scott al genere fantascientifico. La storia, molto affascinante, narra sostanzialmente di come possa sopravvivere un uomo, uno scienziato, per lungo tempo in un ambiente fortemente inospitale grazie alle sue conoscenze, ma anche alla sua inventiva e forza d’animo, un novello Robinson Crusoe aggiornato al futuro prossimo. Proprio per la natura della storia però The Martian non è un classico racconto fantascientifico nel senso tradizionale del termine, con astronavi, alieni più o meno aggressivi, armi futuristiche, mantenendo un piglio fortemente realistico. A Boston Jimmy Bulger (Johnny Depp) è un criminale di zona, ha una gang, è rispettato e amato dai locali, specialmente da John Connolly, ora diventato agente dell’FBI che con i Bulger (Jimmy e suo fratello Bill, il senatore) è cresciuto. Proprio John Connolly propone a Jimmy di diventare suo informatore, così da poter fare carriera e in cambio gli consentirà di agire indisturbato. Il dramma racconta la vera storia di questa alleanza che permise a “Whitey” di eludere l’applicazione della legge, consolidare il potere, e diventare uno dei gangster più spietati e potenti nella storia Boston. L’idea che a metà degli anni ‘70 e per tutti gli anni ‘80 la polizia federale si sia associata e abbia lasciato prosperare un criminale è un affare di famiglia, una storia interna ai quartieri di Boston, a due esseri umani che si devono favori e si aiutano a vicenda. Scott Cooper si muove evitando i paletti del cinema già visto e già passato. Il suo Jimmy Bulger, capomafia, padre, marito e fratello è una personalità sfuggente, i cui tratti somatici sono più chiari e memorabili del suo carattere, un mafioso come tanti. Quest’atteggiamento contrasta totalmente con la maniera in cui è interpretato: se Bulger sceglie un profilo bassissimo, Johnny Depp come sempre ne predilige uno altissimo, mascherato, invisibile e proprio per questo ancora più in evidenza, finendo per far vincere l’attore sul personaggio, l’interpretazione sulla finzione. Vediamo un criminale come molti ma il film lo racconta come fosse unico. Chi siano davvero i gangster di Black mass non è mai messo a fuoco; che impatto abbiano sulla comunità, quanto il loro stile di vita, le loro idee o il loro senso del branco siano specchio di un’idea più alta, della società in cui vivono o del nostro tempo, non pare essere rilevante; se le loro azioni siano una versione più onesta e meno ipocrita della politica occidentale nemmeno è il punto di questo film che racconta tanto e con molta chiarezza, ma mai ha la capacità di imporre al proprio stile un’idea di mondo. Nel 1955 si incontrarono diventando amici due giovani sul punto di dare una svolta alla propria carriera artistica. Un momento complesso per loro, quello in cui dimostrare a se stessi prima che agli altri di valere non solo per il proprio talento, ma anche per le scelte che avrebbero compiuto. I due erano James Dean, il cui film La valle dell’Eden stava per uscire nei cinema, e il fotografo dell’agenzia Magnum Dennis Stock. A quest’ultimo venne commissionato un servizio fotografico sull’attore stella nascente di 23 anni. Non che Stock fosse molto più grande, aveva 26 anni, e si arrabattava con qualche scatto dei VIP presenti alle feste. L’incontro fra uno spirito libero e un inquieto giovanissimo padre che non vedeva mai il figlio li portò in giro per gli Stati Uniti: da New York, dove una mattina di pioggia venne scattata una delle mitiche foto di Dean a Times Square, a Los Angeles e l’Indiana. Il regista olandese Anton Corbijn ha raccontato in Life la genesi di alcune delle iconiche immagini di quello che diventerà uno dei miti dello spettacolo, anche per la sua morte avvenuta pochi mesi dopo, a 24 anni. Nel film il fotografo Dennis Stock si rende conto che questo ragazzo potrà rappresentare la gioventù americana a cui sta stretto il perbenismo degli anni ’50 e assapora quel ribellismo che Dean rappresenterà al cinema, ma che il decennio successivo scatenerà nella società intera. Life racconta magnificamente quello che c’è intorno all’icona, l’uomo che stava per diventarlo grazie alla soprannaturale dote che è la fotogenia, il carisma naturale. “Come fai a far sembrare tutto così facile?” gli chiede a un certo punto Stock, ossessionato dal soggetto dei suoi scatti, ma che, nella disinvoltura con cui passa ad altro una volta sviluppati i rullini e pubblicato il servizio sulla rivista Life, sembra anticipare la società contemporanea della celebrità: pronta a tutto per vampirizzare la star del momento, lasciandola presto esangue senza troppi complimenti. di Anton Corbijn ottobre 2015 La Rivista - 63 Cecilia Bartoli a Martigny Ancora una volta la cantatrice italiana dall’ugola d’oro (mezzo-soprano) ha dato una dimostrazione del suo immenso talento alla Fondazione Pierre Gianadda, nell’antica città gallo-romana d’Octodure. Marco Patruno I n una sala stracolma in ogni ordine di posti, la Diva del Bel Canto, accompagnata dall’orchestra I Barocchisti, sotto la magistrale direzione del Maestro Diego Fasolis, ha interpretato un programma favoloso “Da Venezia a San Petersburgo”. Noi, che la conosciamo bene, siamo stati presi e coinvolti dalla sua voce meravigliosa, ma anche dalla sua verace e passionale interpretazione. Del resto, il numeroso pubblico ha esternato le proprie emozioni con scroscianti applausi alla fine d’ogni sua prestazione. Naturalmente, questo tripudio verso la Star italiana ci ha inorgoglito e ci ha resi fieri delle nostre origini italiche. Anche l’orchestra, e il suo direttore Diego Fasolis, non sono stati da meno. Insomma un’esibizione complessivamente maiuscola. E alla fine di questo splendido concerto l’artista è stata premiata da una standing ovation generale, che ha contagiato di grande emozione ognuno dei presenti. Un passato diventato un fulgido presente La mamma dell’artista, Silvana Bazzoli, che accompagna da diversi anni in tutti i suoi concerti Cecilia, ci ha confidato che anche lei in gioventù fu tentata dalla carriera canora, …mentre riceve l’omaggio del pubblico…. avendo una voce da soprano. Però, un po’ suo malgrado, dovette rinunziare per il bene della famiglia, e soprattutto dei suoi figli. Certo fu una decisione sofferta, ma in ogni caso concordata con il papà Angelo, lui stesso tenore nel coro di Roma. Alla signora Bazzoli abbiamo, non solo espresso i complimenti per la figlia, ma egualmente fatto notare che il suo sacrificio è stato largamente compensato dalle grandi gioie che con i suoi successi a livello mondiale le ha procurato questa figlia eccezionale, che tutto il mondo ci invidia. Non ci resta, che complimentare ancora una volta questa nostra compatriota, per il suo grande talento e per onorare con le sue meravigliose prestazioni internazionali, il buon nome d’Italia. Cecilia Bartoli sul palco… …e quello amichevole del nostro collaboratore Marco Patruno 64 - La Rivista ottobre 2015 Diapason di Luca D’Alessandro Nicola Pisani Cypriana Mirabassi, Di Modugno, Balducci Amori Sospesi (Dodicilune) Questo disco è stato pubblicato recentemente, nato in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione della Repubblica di Cipro. Una partitura composta e diretta da Nicola Pisani, compositore, sassofonista e coordinatore del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Cosenza, registrata dal vivo nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma il 1° ottobre 2012. È basata su temi musicali selezionati dal repertorio tradizionale cipriota inseriti in un contesto contemporaneo. Un concerto arrangiato per voce solista e recitante in sintonia con un coro ed un ensemble jazzistico. Le poesie e i testi provengono da poeti greci e ciprioti selezionati ed elaborati in una drammaturgia vocale dell’attrice e docente di Arte Scenica presso il Conservatorio di Napoli Maria Luisa Bigai. Va detto subito: in questo capoverso parliamo di un ensemble di musicisti eccellenti che propongono un disco di alta qualità sul livello melodico, ritmico e tecnico. Se volessimo, potremmo mettere qui il punto. Gabriele Mirabassi al clarinetto, Nando Di Modugno alla chitarra classica e Pierluigi Balducci al basso acustico si dedicano a storie spezzate, distacchi dolorosi ed eterni mettendole in correlazione con la speranza. Amori Sospesi è una collezione di brani malinconici da un lato, pieni di vita dall’altro. Il genere è molto vicino alla tradizione musicale sivigliana, al flamenco per essere precisi, messa in relazione con le tradizioni salentine. Artisti vari Dolcenera I più noti artisti di musica rap italiana si sono riuniti per rendere omaggio ad uno dei più importanti e famosi cantautori: Lucio Dalla, scomparso nel 2012. Sotto la direzione del compositore e produttore discografico Franco Godi, artisti come Mondo Marcio, Clementino, gli Articolo 31, Rocco Hunt, Emis Killa, e tanti altri, hanno riproposto il lascito di Dalla in chiave rap. Il loro lavoro è tutt’altra cosa di una semplice enumerazione di cover: sono delle vere e proprie reinvenzioni delle più famose e belle canzoni di Lucio Dalla. “Non era un’impresa facile”, dichiara Godi. Senza dubbio. La trasposizione di un brano pop-jazzistico, melodico e cantato, in una versione fortemente ritmizzata e accentuata, pone una sfida particolare ai rapper che nel presente caso hanno dimostrato bravura. L’album di Dolcenera Le Stelle Non Tremano è stato anticipato dai singoli Niente al Mondo, Accendi lo Spirito e Fantastica; brani che nelle emittenti italiane sono stati in rotazione durante i mesi estivi e per cui Dolcenera ha ricevuto il premio Lunezia 2015 per il valore musical-letterario. Sul piano musicale si può scoprire un lato nuovo di Dolcenera, una tendenza verso la musica elettronica. Un fatto che non sorprende, se consideriamo la determinatezza della cantante nella ricerca di nuovi concetti d’espressione. Questo nuovo modo d’espressione si rispecchia altrettanto sul lato grafico: la copertina mostra la cantante in una posa provocante (ma per nulla indecente). Un’opera nata dalla collaborazione con Guido Daniele, pittore, artista multimediale e body painter, e il fotografo Paolo Cecchin. Bella Lucio! (Sony) Le Stelle Non Tremano ottobre 2015 La Rivista - 65 Mémoire & Friends 2015 Swiss Wine Grand Tasting di Rocco Lettieri C hi va in un viaggio, ha sempre qualcosa da raccontare. Questo può confermare perché, da qualche tempo, le persone cerchino la loro felicità non solo a casa, ma in giro per il mondo. E il vino è un prodotto sempre più ricercato. Poter dare la possibilità di degustare i migliori vini di tutta la Svizzera in un solo posto è l’idea dello Swiss Wine Grand Tasting, che con la presenza di circa 180 espositori e più di 1200 visitatori provenienti da tutta la Svizzera e dall’estero, è diventato negli ultimi anni, una degustazione imperdibile. Il Kongresshaus di Zurigo (Claridenstrasse 5) ha spazi abbastanza limitati e questo costringe gli organizzatori ad una selezione rigorosa dei vini da proporre. Per questo motivo il comitato organizzatore di Mémoire & Friends da qualche anno ha adottato regole espositive molto rigide per dare garanzia di qualità. L’evento, in nessun modo vuole essere una mostra mercato, ma un punto di riferimento internazionale del know-how svizzero che, anche nel settore, ha raggiunto ormai livelli molto alti. Anche se lo Swiss Wine Grand Tasting nasce soprattutto come evento per professionisti, gli organizzatori hanno dato un caloroso benvenuto anche a tutti gli interessati. Perché in ultima analisi, dicono loro, chi degusterà questi vini, aiuterà il consolidamento e la diffusione della buona reputazione del vino svizzero. Infatti, la 7a edizione di Mémoire & Friends 2015, organizzata da SwissWine Connection, che ha avuto luogo il 30 e il 31 agosto scorso, si è dimostrata ancora una volta l’evento clou del vino svizzero. Sebbene il numero dei visitatori del Grand Tasting sia rimasto sostanzialmente invariato, i 180 espositori sono stati più che soddisfatti del risultato. Essi hanno apprezzato soprattutto l’alta percentuale di visitatori, attenti conoscitori, che sono arrivati da Zurigo (com’è giusto e naturale) ma anche da tutto il Paese e dall’estero. Tre Masterclass Tra le novità di questa manifestazione, tre Masterclass che si sono svolte con esperti in vini internazionali, che hanno giudicato e presentato al pubblico il vino svizzero a confronto con vini provenienti dall’estero. Tra i relatori: Willi Klinger, Österreich Wein Marketing GmbH, Vienna; Christian Frens, Sommelier Consult GmbH, di Colonia; Jörg Linke, Linke Weihandelsges mbH, Hohenbrunn; gli svizzeri: Peter Moser, Ulrich Sautter e Martin Kilchmann, di Falstaff Magazin. Per la prima volta si sono potuti degustare su un palco del Kongresshaus appositamente preparato, 21 vini della vendemmia 2005, prelevati dal tesoro della Mémoire Des Vins Suisses (MDVS), a cui è stato assegnato il nuovo trofeo “Wine Award Suisse Vintage” da Swiss Wine Connection. Ulteriori informazioni in merito a questo premio senza precedenti, che in futuro sarà aperto anche ai non soci del MDVS, si possono trovare in: www.swiss-wine-connection.ch/vintage-award Il percorso più breve fra l’uomo e un altro uomo L’incontro ha avuto inizio la sera di domenica 30 Agosto con l’Opening Party allo Schloss Sihlberg, aperto non solo agli espositori, ai giornalisti e agli ospiti, ma anche agli amici del vino che si sono registrati, per dimostrare, ancora una volta, che questi incontri non vengono preclusi a nessuno. La parola di Thierry Grosjean, presidente della MDVS, durante il suo intervento e Andreas Keller ottobre 2015 La Rivista - 67 Johann-Baptista e Gian Battista von Tscharner di Reichenau (Gr) apertura è stata data a Thierry Grosjean, in qualità di nuovo presidente della MDVS: «Cari Andreas e Susy, vi parlo anche per il team di Swiss Wine Connection. E a voi cari Amici di Bacco e di vita, dico che se MDVS vanta questo onore il merito va ad Andreas e a tutta la sua squadra, per aver portato luce nel paesaggio del vino svizzero. Ovidio, ebbe a scrivere: “Il vino da coraggio e rende l’uomo capace di passioni”. L’incontro di 180 espositori, con esperti internazionali e con personalità del mondo della viticoltura, conferma fortemente questo proverbio. Andreas sette anni fa ha avuto il coraggio di mettere in piedi questa grande operazione che ci tocca il cuore per la loro passione. Questo evento è una grande sfida che permette di evidenziare gli eccezionali vini svizzeri, spesso troppo poco conosciuti e principalmente nella stessa Svizzera. Nessuno è profeta in patria, è vero, ma è importante essere riconosciuti altrove, lontano in altri mondi, in modo che finalmente i produttori possano essere conosciuti per il posto gli spetta. La mia nuova carica mi impegnerà a non deludervi e a cercare anche discussioni per innovare, sempre, sempre di più. Cari amici, questo evento che ci onora, mette in evidenza il prodotto delle nostre colline, ma senza tutti i giocatori che ho nominato nel darvi il benvenuto ciò non esisterebbe. La serata si presenta bene, molte le novità, e vorrei ricordarvi che domani sarà ancora una grande giornata con questo detto: “Il vino è il percorso più breve tra un uomo e un altro uomo”, quindi facciamone un buon uso! Salute!» Il nuovo Swiss Wine Magazine Circa 100 persone hanno partecipato alla cena di apertura che ha coinvolto sei postazioni, distribuite su due piani, dove si è 68 - La Rivista ottobre 2015 potuto degustare in un ambiente esclusivo, delicati piatti della cucina del castello preparati dallo chef Stefan Schüller e deliziosi vini dei dieci principali produttori di tutto il paese. Le postazioni erano riferite a: Berna, Ginevra, Ticino, Vodese, Vallese e Grigioni. A tutti i presenti è stato dato in omaggio il nuovo numero di Swiss Wine Magazine 2015, ABROAD, per chi vuole sa- perne di più sul vino svizzero, che mette in luce il ruolo del vino svizzero all’estero. Il Wine Magazine, 32 pagine, multilingue e riccamente illustrato, può essere ordinato on-line per CHF 10.- tramite richiesta su www.swiss-wine-connection.ch/ La degustazione di lunedì 31 Agosto si è tenuta, come detto, al Kongresshaus di Zurigo con lo Swiss Wine Grand Tasting. Un catalogo di circa 210 pagine conteneva l’elenco delle regioni vitivinicole e i distretti con una piccola parte anche di vini internazionali provenienti dall’Italia, Francia, Ungheria e Sud Africa. La mia personale degustazione ha escluso i vini ticinesi in quanto a distanza di due giorni in Ticino, a Lugano, si teneva l’Anteprima della Vendemmia 2013. Ho preferito fare degustazioni a macchia di leopardo, saltando di qua e di la, bicchiere alla mano, soffermandomi principalmente sui vini dei Grigioni (Pinot Nero) e della zona tedesca di San Gallo e Schiaffusa. Impossibile poter degustare i quasi 800 vini presentati dai 180 produttori. Nel retino a fronte i 50 vini che più di tanti altri mi hanno impressionato per complessità e per piacevolezza di bere. Una bellissima esperienza, grazie ai grandi vini della Svizzera. Responsabili per la progettazione e realizzazione di Mémoire & Friends 2015 sono Andreas Keller, Susanne Scholl e Jasmin Schmid (Weininformation), Daniel Kleiner (Atelier 26) e Hans Bättig (Bättig Weinkonzepte GMBH). I tre produttori ticinesi: Freddy Martin, Feliciano Gialdi e Guido Brivio Foto di gruppo con produttori Nome del Vino Annata Produttore Punteggio Churer Blauburgunder Gian-Battista 2010 Weinbau von Tscharner 97 Jeninser Blauburgunder Mariafeld 2010 Weinbau von Tscharner 95 Pilgrim - Pinot Noir 2013 Möhr-Niggli Weine 94 Pilgrim - Pinot Noir - 22 Monate 2012 Möhr-Niggli Weine 94 Syrah 2012 Jann und Sarah Marugg 94 Pinot Noir Reserve 2013 Jann und Sarah Marugg 95 Cicero M Pinot Noir 2013 Cicero Weinbau 96 Cicero Merlot2013 Cicero Weinbau 95 Malanser Merlot 2012 Weingut Treib 93 Malanser Pinot Noir Barrique 2013 Weingut Treib 94 Pinot Noir R(h)ein 2010 Pinot R(h)ein 96 Pinot Noir R(h)ein 2008 Pinot R(h)ein 95 Pinot Noir R(h)ein 2007 Pinot R(h)ein 97 Donatsch Pinot Noir Tradition 2014 Weingut Donatsch 93 Donatsch Pinot Noir Tradition 2013 Weingut Donatsch 95 Donatsch Pinot Noir Unique 2012 Weingut Donatsch 97 Selvenen Fromm Malanser Pinot Noir 2013 Weingut Georg Fromm 95 Fidler Fromm Malanser Pinot Noir 2013 Weingut Georg Fromm 94 Spielmann Fromm Malanser Pinot Noir 2013 Weingut Georg Fromm 96 Malanser Blauburgunder Reserva 2009 Peter Wegelin 96 Alte Rebe Pinot Noir 2013 Weingut Eichholz 94 Monolith Pinor Noir 2013 Weingut Obrecht 97 Trocla Nera Pinot Noir 2013 Weingut Obrecht 93 Sorso Merlot Syrah Pinot Noir 2013 Annatina Pelizzatti 94 Pinot Noir Barrique Jenins 2013 Annatina Pelizzatti 94 Le Soleil d’Ulysse Pinot Noir (dessert) 2010 Weingutt Schloss Salenegg 95 Pinot Noir Barrique 2010 Weingutt Schloss Salenegg 93 Pinot Noir Reserve 2010 Weinbau Christian Hermann 95 Pinot Noir H 2010 Weinbau Christian Hermann 96 6Tus Pinot Noir St. Gallen 2012 Schmid Wetli AG 94 Pinot Noir n. 3 Thurgau 2013 Schlossgut Bachtobel 96 Pinot Noir n. 2 Thurgau 2012 Schlossgut Bachtobel 95 Pinot Noir Reserve Thurgau 2013 Weingut Burkhart 94 Pinot Noir Grand Vin Thurgau 2013 Weingut Wolfer 94 Schwarzblauer Pinot Noir 2011 Rutishauser 93 Malbec Zurich 2013 Zweifel Weine 93 Pinot Noir Spissen Rosenau 2013 Weinbau Ottiger 93 Diolinoir Selection Maitre Barrique 2013 Petit Chateau 94 L’Integrale Syrah 2013 Domaine Les Hutins 94 Grain Arvine President Troillet 2014 Marie-Therese Chappaz 98 Grain Noble Marsanne 2012 Marie-Therese Chappaz 97 Cornalin Champmarais 2010 Jean-René Germanier 94 Petite Arvine Sous l’Escalier 2012 Domaine du Mont D’Or 97 3x3 Rouge Valais 2012 Niklaus Wittwer 93 Petite Arvine Sous l’Escalier 2014 Niklaus Wittwer 92 Pinot Noir Enfer du Calcaire 2013 Histoire d’Enfer 96 Heida Les Pyramides 2014 Adrian & Diego Mathier 96 Syrah Diego Mathier 2013 Adrian & Diego Mathier 94 ottobre 2015 La Rivista - 69 Convivio di Domenico Cosentino A Montalbano Elicona, nel “Borgo più bello d’Italia” Dove la tradizione gastronomica è ancora oggi legata al mondo contadino e pastorale Ad appena quattro mesi dalla conquista del titolo “Borgo più bello d’Italia per l’anno 2015”, assegnato dalla trasmissione di RAITre Alle falde del Kilimangiaro, Montalbano Elicona, la cittadina arroccata sui Monti Nebrodi, in provincia di Messina, sta facendo i conti con una vera rivoluzione. Duplicate le presenze turistiche e le attività commerciali, costringendo i 2.500 abitanti ad attrezzarsi con una rete di alberghi, B&B, ma soprattutto di ottimi ristoranti. “Siamo stati travolti – mi aveva detto qualche tempo fa al telefono il Sindaco di Montalbano Filippo Taranto qui continuano ad arrivare turisti, non solo italiani, ma anche dalla Germania, Austria e Inghilterra, soprattutto nel fine settimana. Ed è tutto prenotato; tutto è pronto per accoglierli. Non un turismo di massa! No, quello non ci interessa. Noi puntiamo ad un’integrazione di chi viene a trovarci con la gente del posto. E i montalbanesi stanno facendo la loro parte, anche in vista dei preparativi per i festeggiamenti del titolo conquistato, che si dovrebbero tenere dal 20 al 25 agosto. Strade pulite, balconi fioriti e sempre più servizi. Sono diverse le attività commerciali che hanno aperto i battenti negli ultimi mesi: negozi di prodotti tipici, souvenir, ma soprattutto ristoranti che sanno offrire una cucina buona, pulita e saporita, secondo la tradizione della cucina siciliana; convinti come siamo che, Il turismo di élite è fatto anche di bontà culinarie”. Tornando sui Nebrodi Il Sindaco di Montalbano, Filippo Taranto, il viaggiatore goloso l’aveva conosciuto, per la prima volta ad Alba, in Piemonte, alla Fiera 70 - La Rivista ottobre 2015 della Nocciola Piemonte igp; in seguito, sempre per la festa della nocciola a Giffoni Valle Piana, nel salernitano, per il 1° Concorso di pasticceria “Il dolce più buono alla Nocciola di Giffoni IGP” e, infine, nel mese di maggio di quest’anno, per la XIIIa Assise Nazionale Città della Nocciola a Torre di Ruggero, in Calabria: il Sindaco di Montalbano quale rappresentante di maggioranza del Consorzio della Nocciola dei Nebrodi; il viaggiatore goloso come semplice gastronomo, che quella sera aveva curato una cena per tutti gli ospiti. Non si era raccomandato altro, il Sindaco di Montalbano: ”Per il prossimo mese di agosto, ti voglio mio ospite a Montalbano. Dovrai aiutarmi a curare i preparativi per i cinque giorni di festa che si terranno nel nostro borgo e, curare, nei minimi particolari, la Cena di Gala che si terrà nel Castello di Federico II. E così, dopo Ferragosto, malgrado il clima fosse ancora Afro-tropicale, per il suo secondo viaggio sui Monti Nebrodi, il viaggiatore goloso si è fatto accompagnare dall’amico Carmelo Cuzzacrea, raffinato gourmet, nato e cresciuto nella provincia di Reggio Calabria, con il quale, negli ultimi anni, ha condiviso non solo squisiti convivi a tavola, ma anche escursioni tra gli incantevoli paesaggi dell’Aspromonte. La persona giusta, dunque, che ama stare a tavola e conosce benissimo strade, itinerari e boschi sia degli Appennini Calabresi che dei Nebrodi. Oltrepassato lo Stretto in traghetto e giunto in Sicilia, il viaggiatore goloso, alla guida della sua automobile, ha imboccato l’autostrada Messina-Palermo ed è uscito a Falcone, dove, sotto la guida di Carmelo, seguendo la provinciale Funari – Grotte, ha iniziato la scalata verso il “Borgo più bello d’Italia”. Panorama mozzafiato e bosco incantevole “Sono diverse le strade che dal mare portano a Montalbano – dice Carmelo al viaggiatore doloso, mentre questo cerca, con grande difficoltà, d’imboccare le curve e i tornanti che si susseguono, facendo molta attenzione ad non uscire di strada – questa sarà pure la più difficile da percorre, ma ti assicuro, caro Domenico, che è la più affascinante”. E Panoramica sul borgo di Montalbano Elicona come dargli torto: il paesaggio e la natura sono incantevoli. Siamo ormai sui Nebrodi, a 907 metri di altitudine, con un panorama mozzafiato: da una parte, sul mare le isole Eolie. Dall’altra, c’è l’Etna che “fuma”. Pochi chilometri più su, ci appare il bosco di Malabotta e l’altopiano dell’Agrimusco, oggi riserva naturale orientata. Fatte le ultima curve, ecco Montalbano con la sua piazza imbandierata a festa, il castello di Federico II, risalente al tredicesimo secolo, che domina tutta la valle, e le sue antichissime chiese. Attraverso stradine del borgo medievale fino al castello A ricevere il viaggiatore goloso ed il suo amico Carmelo, in piazza, dove avevano parcheggiato l’auto, è stato il sindaco in persona, Filippo Taranto. Dopo una breve visita alla casa Comunale ed uno scambio di doni, il viaggiatore goloso, condotto dalla sua inseparabile guida, ha iniziato a visitare Montalbano Elicona , che è uno dei centri più antichi e suggestivi dell’area Nebroidea per il tessuto urbano medievale. Secondo Carmelo, le prime testimonianze documentarie sul borgo risalgono all’XI secolo, risultando possesso demaniale. Passeggiando tra e viuzze e stradine del Borgo, il viaggiatore è giunto fino all’ingresso del castello, sito sull’altura da cui prese il nome il centro abitato: Helicon in periodo greco, Mons Albanus in età romana. Visto dall’esterno, il maniero, costruito su persistenze bizantine e arabe, consta di un fortilizio normanno-svevo, chiuso all’estremità da due torre merlate, e di un “palatium” quadrangolare fortificato svevo-aragonese. Diventata residenza estiva dei sovrani, negli anni 1302-1308, il castello subì alcune modifiche strutturali con grandi finestre e portali sui muri perimetrali. Entrando, all’interno del maniero si è conservata la “Cappella Palatina” della SS Trinità, che avrebbe custodito, secondo alcuni studiosi, le spoglie del catalano Arnaldo di Villanova, morto intorno a 1310. Non avendo il tempo disponibile per visitare tutte le chiese storiche di Montalbano, il Viaggiatore goloso, ha deciso, d’accordo con Carmelo, di visitare solo la chiesa di San Michele Arcangelo, dove era stata allestita una mostra di arta sacra che presentava una rassegna di paramenti liturgici della Basilica di Maria SS. Assunta e del Santuario Maria SS della Divina Provvidenza. Le opere erano esposte secondo un ordine cronologico dal Cinquecento all’Ottocento, e distinte per tecniche di esecuzione e caratteristiche decorative. A Sinagra, ricottine fresche e stagionate, caciotte e carne e porcu niguru “Per questioni di sicurezza, ma anche logistiche (troppi gli invitati - ndr), la cena di gala non si terrà all’interno del Castello, come previsto, ma in un agriturismo, a pochi chilometri da Montalbano: a Sinagra, in contrada Santa Maria Xilona”. Era quanto ci aveva comunicato il Sindaco, non appena fuori dalla chiesa di San Michele. E così, salito su un bus con Carmelo e altri invitati, il viaggiatore goloso si è lasciato condurre fino a Sinagra. Prima di arrivare all’agriturismo, una sosta: in un caseificio artigianale, il viaggiatore goloso ha avuto l’occasione di vedere nascere e poi Il Sindaco di Montalbano mostra fiero la targa ottobre 2015 La Rivista - 71 Lo chef Vincenzo ai fornelli I sonaturi che hanno allietato la serata 72 - La Rivista ottobre 2015 gustare, alcune ricottine fresche di pecora, dei caprini stagionati e delle profumate e gustose fette di prosciutto crudo, provenienti da maiale nero dei Nebrodi. Situato in un luogo unico, incastonato in un angolo di paradiso naturale fra la Costa Saracena e Monti Nebrodi, che rendono questo punto della Sicilia uno dei più rinomati e affascinanti dell’ Isola, all’agriturismo Santa Maria Xilona, il viaggiatore goloso ha avuto, ancora una volta l’occasione di assaporare una cucina della tradizione gastronomica siciliana, legata al mondo contadino e pastorale con piatti semplici e genuini; soprattutto a base di carne di maiale, di pecora, funghi e formaggi. Ad accogliere gli ospiti e condurli in sala da pranzo, con grande cordialità e simpatia, ci hanno pensato lo chef Vincenzo Pruiti, Rina Reale e Sandro Scurria, che per tutta la serata, hanno servito in sala da veri professionisti. Il menù unico per tutti, è iniziato con “l’antipasto tipico dei Nebrodi”: una lista infinita di assaggini: freddi e caldi. Il viaggiatore goloso, al pari di tutti i convenuti, si è immerso completamente in quel “viaggio” di profumi e sapori unici. Ha iniziato dalle crispeddi, frittelle tipiche delle friggitorie di Catania, e dalle carrubelle, degli involtini di formaggio di pecora fritto e acciughe. Poi sono arrivati gli arancini di riso e il cabuccio, del pane lievitato con pomodoro e acciughe. Continuando con Cappelle di porcini in cartoccio accompagnati da fette di pane acconzatu e focaccia dei Nebrodi. Non sono mancati i salumi come la “fellata” di Sinagra e il prosciutto crudo di Maiale Nero. Come primo piatto, per tutti, e non poteva mancare, l’insostituibile Pasta alla Norma, che deve il suo nome all’opera di Vincenzo Bellini. Sono seguite le carni, cotte tutte alla griglia: bracioline di agnello e capretto, fagottini e costate di maiale nero con la sua cotenna. E, per finire, salsicce: al ragù, aromatizzata al finocchio o alla griglia, servite con broccoli affucati, stufati. In coda, i dolci. Naturalmente tutti siciliani: dalle crespelle dolci all’arancia ai cannoli siciliani. Il viaggiatore goloso, confessa, ha mangiato divinamente. Ha bevuto, invece, meno bene, avendo dovuto accompagnare ottimo cibo con due discreti veni (bianco e rosso), così definiti “della Casa”, che oggi si usa molto chiamarli anche “Vini Naturali”. La Ricetta LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA Viva la cucina italiana! Da noi vi offriamo le vere specialità italiane. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo, dalle nostre eccellenti pizze con il marchio « vera pizza napoletana DOC », dalle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fresca e dai succulenti dolci. Il tutto accompagnato da una vasta selezione di vini provenienti da tutte le regioni d’Italia. Buon appetito! I nostri 18 ristoranti pizzerie in Svizzera vi accolgono 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Inoltre, offriamo a tutti i membri su presentazione della tessera della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera uno sconto del 10% su tutte le consumazioni! Salsicce di Suino Nero e broccoli “affucati” Ingredienti: 500 g di broccoli, 8 salsicce di carne di suino nero, 20 g di olio extravergine d’oliva, una cipolla, mezzo bicchiere di vino bianco, sale, un peperoncino piccante (facoltativo) Come li ha preparati Vincenzo: In una padella con un filo d’olio ha fatto rosolare le salsicce. Le ha sfumate con il vino bianco e le ha fatte cuocere per circa 20 minuti a fuoco lento. Ha pulito e lavato i broccoli. Li ha sistemati (a freddo) in una padella con dell’olio d’oliva, una mezza cipolla affettata e un peperoncino. Ha aggiunto il sale, coperto il tutto con un bicchiere d’acqua, e ha fatto stufare, coperti, per 15 minuti circa. Ha servito i broccoli in singoli piatti, sormontati dai due salsicciotti. Il Vino Provate con Il Rosso di Soprano di Salvatore e Giampiero Geraci, che coltivano i loro vecchi vigneti ad alberello a 500 metri d’altezza, a picco sullo Stretto di Messina. Molino Basilea Steinenvorstadt 71 4051 Basilea T 061 273 80 80 Molino Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux T 021 965 13 34 Molino Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna T 031 311 21 71 Molino Thônex Rue de Genève 106 1226 Thônex T 022 860 88 88 Molino Crans-Montana Rue de Pas-de-l’Ours 6 3963 Crans-Montana T 027 481 90 90 Molino Uster Poststrasse 20 8610 Uster T 044 940 18 48 Molino Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon T 044 740 14 18 Molino Vevey Rue du Simplon 45 1800 Vevey T 021 925 95 45 Molino Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo T 026 322 30 65 Molino Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur T 052 213 02 27 Molino Molard, Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra T 022 310 99 88 Molino Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt T 027 966 81 81 Molino La Praille, Ginevra Centre Commercial La Praille 1227 Carouge T 022 307 84 44 Molino Select, Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo T 044 261 01 17 Molino Glattzentrum Einkaufszentrum Glatt 8301 Glattzentrum T 044 830 65 36 Molino Stauffacher, Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo T 044 240 20 40 Le Lacustre, Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra T 022 317 40 00 Frascati, Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo T 043 443 06 06 ottobre 2015 La Rivista - 73 www.molino.ch «Fiducia Iveco» Daily automatico a 8 marce per la Holenstein AG La Holenstein AG è un’azienda di logistica e trasporti della Svizzera orientale con sedi a Wil, Schwarzenbach e Costanza. Oltre al trasporto merci in Svizzera, serve quotidianamente importanti centri industriali in Germania e offre fino a cinque servizi settimanali nelle maggiori metropoli europee. Decisiva per l’acquisto si è rivelata la fiducia nel nuovo Daily con cambio automatico. Reto Holenstein, responsabile acquisti e manutenzione, è stato convinto anche dall’ottimo servizio, dal rapido funzionamento durante le emergenze, il grande impegno e l’alta competenza della concessionaria Iveco Küng di Schwarzenbach. Presso l’azienda Holenstein AG, il Daily è in uso quotidiano a due turni. Nella foto: la consegna da parte della Küng Logistik Center-AG agli autisti Muhamed Ljaljic, turno di notte e Ueli Müller, turno di giorno, alla presenza del responsabile Reto Holenstein (da sinistra a destra) «Iveco: Un servizio incredibile» Uno Stralis per la J.P.S Transport GmbH Chi vuole avere successo nel settore trasporti, da una parte deve dare un servizio al top e dall’altra essere in grado di contenere i costi, non solo nell’acquisto del mezzo di trasporto, ma anche nei servizi e nella manutenzione. “Con IVECO siamo ben serviti in questi fondamentali aspetti” ha dichiarato Jeannine Wyss, Managing Director della J.P.S. Transport GmbH di Blauen in Basilea Campagna. La ditta, che fa trasporti anche per grandi trasportatori in sub appalto, ha recentemente ampliato la flotta veicoli con un nuovo IVECO Stralis. “Un veicolo di lusso, che non ha niente in comune con i modelli precedenti” ha commentato felice l’autista del quarto camion dell’azienda familiare fondata nel 2009. Lo Stralis AS440 S48 è utilizzato dalla J.P.S. principalmente per il trasporto di beni fra Svizzera e Inghilterra. “Il servizio della filiale Iveco di Muttenz è semplicemente eccellente. Veloce, flessibile e informativo. Tutte cose che mi sono di grande aiuto nel controllo dei costi” dice Jeannine Wyss, nella foto accanto a Patrik Bessire di Iveco. La nuova Fiat 500X in versione 1.3 Multijet II da 95 CV Il nuovo propulsore consente di accedere al mondo di Fiat 500X a un prezzo ancora più competitivo. In termini di potenza e prezzo, il turbodiesel Euro 6 s’inserisce nel cuore del mercato coprendo la fascia più rilevante all’interno del segmento dei crossover compatti. Fiat 500X City Look a bassi costi di gestione, è disponibile presso tutti gli showroom Fiat presenti in Svizzera con cambio manuale a cinque rapporti e trazione anteriore. La motorizzazione da 95 CV si rivolge a chi cerca una vettura capace di assicurare sia un 74 - La Rivista ottobre 2015 vantaggioso rapporto prezzo/dotazioni di serie, sia costi di gestione molto contenuti. La gamma diesel di Fiat 500X vanta pure il brillante 1.6 Multijet II da 120 CV e il potente 2.0 Multijet da 140 CV, rispondendo a qualunque esigenza in termini di potenza, trazione e trasmissione. Il crossover equipaggiato con il turbodiesel 1,3 dotato di tecnologia Multijet di seconda generazione, è disponibile in Svizzera negli allestimenti Pop Star e Lounge, il listino prezzi parte da 24’950 franchi. Motori di Graziano Guerra Jeep Cherokee 2.2 Diesel 200 CV Nuovo motore e contenuti tecnologici C’è anche a chi non piace il frontale della Jeep Cherokee. “De gustibus non est disputandum”, amavano dire gli antichi e certo avevano ragione, ma altrettanto di sicuro si può sostenere che una volta saliti a bordo e percorsi un paio di chilometri, l’aspetto estetico esterno passa totalmente in secondo piano, per le tante qualità che si scoprono al volante della Jeep Cherokee dotata del nuovo motore turbodiesel 2.2 Multijet II da 200 CV. In test in allestimento Limited dalla raffinata selleria in pelle beige (Nepal) e contraddistinta da un’elegante livrea True Blue. La prima nota positiva va al cambio automatico a nove marce, la seconda alla silenziosità di marcia, e la terza alla potenza del propulsore diesel capace di erogare 440 Nm di coppia massima. Una nota speciale va alla trazione integrale, con il dispositivo di disconnessione dell’asse posteriore che consente di ridurre le perdite di energia quando non è necessario utilizzare la modalità 4x4, garantendo così una maggiore efficienza nei consumi. Conforme alla normativa Euro 6 e dotato di nuove tecnologie, il motore consuma meno carburante con conseguente riduzione delle emissioni di CO2. Il 2.2 Multijet II pone la Cherokee al vertice della sua categoria, con quel popò di coppia è in grado di togliere ogni pilota da qualsiasi situazione critica, su qualsiasi fondo stradale. Rispetto al motore precedente ha una coppia maggiorata del 25%, l’accelerazione e la potenza sono state incrementate del 17%, mentre le emissioni di CO2 sono state ridotte del 3% (150 g/km). La versione è stata rinnovata anche negli allestimenti, come dimo- strano per esempio - di serie sulla versione Longitude - sia il sistema di navigazione Uconnect touchscreen con schermo da 8,4” sia il pack Comfort Group, che include portellone posteriore elettrico, tergicristalli con sensore pioggia, sensore crepuscolare, sedile regolabile elettricamente in 8 posizioni, sedile con regolazione lombare elettrica in 4 posizioni e specchietto retrovisore auto-anabbagliante con microfono. Il nuovo turbodiesel 2.2 Multijet II Eroga una potenza di 200 CV (147 kW) a 3’500 giri/minuto e una coppia di 440 Nm a 2’500 giri/minuto. Abbinato all’innovativo cambio automatico a nove marce e alla trazione 4x4 Jeep Active Drive I, consente una velocità massima di 204 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 8,5 secondi, con un consumo medio, sul ciclo combinato di omologazione, di 5,7 litri/100 km ed emissioni di CO2 pari a 150 g/ km. La cilindrata di 2’184 cm3 è stata definita per raggiungere elevati standard in termini di potenza, erogazione della coppia ed efficienza nei consumi, in abbinamento con un sistema di trattamento dei gas di scarico ottimizzato. La versione Limited da 200 CV in test è proposta al prezzo base di 58’550 CHF, la nuova Jeep Cherokee è disponibile da 43’450 CHF. ottobre 2015 La Rivista - 75 Pirelli Seal Inside supera test di tenuta dopo foratura «Quasi ogni quarta vettura in panne sulle strade tedesche si deve fermare a causa di una foratura», lo sottolinea Norbert Allgäu-Wiederhold, direttore del Pirelli Tyre Campus di Monaco di Baviera, che dice anche: «Il fatto è da attribuire a oggetti appuntiti che penetrano nella camera d’aria delle gomme. E, naturalmente, da affilati chiodi o viti, neanche i prodotti premium sono immuni. Ma la tecnologia Seal Inside di Pirelli chiude immediatamente tali fori, mantenendo il veicolo mobile e sicuro». L’efficacia è stata testata dai tecnici di Quattroruote, i quali hanno montato dei Pirelli Cinturato All Season su un’automobile. Al controllo di durezza è stato sottoposto lo pneumatico anteriore destro, che i professionisti hanno forato con un chiodo da quattro millimetri e con una vite autofilettante. La vettura ha potuto proseguire il viaggio per circa cinque ore e 25 minuti a una velocità media di 84 km/h. Dopo 452 chilometri di test gli esperti hanno dichiarato che nonostante la foratura, il veicolo si è rivelato sicuro e tranquillo. Durante la guida, la pressione nello pneumatico danneggiato è stata inferiore solo di 0,1 bar rispetto ai tre pneumatici intatti. Anche dopo alcuni giorni la pressione nello pneumatico non aveva subito mutazioni, hanno osservato i tester professionisti. Dopo una settimana, negli pneumatici non danneggiati è stata misurata una pressione di 2.24 bar, mentre nello pneumatico danneggiato era di 2.14 bar. Pirelli All Season: un vero e proprio pneumatico “scacciapensieri” La gomma pensata per i possessori di city car è l’unica All Season che offre la tecnologia Seal Inside: si auto-ripara in caso di foratura! Il prodotto arricchisce un’offerta che propone una soluzione valida per tutto l’anno, in pieno rispetto dei più alti standard di sicurezza su qualsiasi fondo stradale: perfetto in estate, senza il decadimento prestazionale che presenta invece lo pneumatico invernale con il caldo; ottimale per condizioni invernali non estreme, tipiche di un contesto urbano. L’All Season dà il meglio proprio laddove gli pneumatici summer e winter rappresentano un compromesso. Il guidatore guadagna tempo e tran- quillità, perché anche in caso di foratura, grazie all’esclusiva tecnologia Seal Inside, si auto-sigilla e consente di proseguire la marcia. Continuando a raccomandare fortemente l’utilizzo di pneumatici invernali per vetture più performanti e per far fronte a condizioni climatiche più severe, Pirelli intende rispondere alle esigenze di un segmento di mercato che preferisce una soluzione unica e non l’alternanza pneumatici invernali/pneumatici estivi. Il Cinturato All Season si rivolge ai possessori di city car, che non ricercano performance estreme dalla propria vettura e che non percorrono molti chilometri nel corso dell’anno. Perché usare gli pneumatici invernali anche quando non nevica «Tanto la uso solo in città». «Quest’anno nevicherà poco». «Io vado piano» … Questi i luoghi comuni più ricorrenti per non montare pneumatici invernali. Sono in pochissimi a sapere che dai 7°C di temperatura in giù, anche il migliore pneumatico estivo perde gradualmente le sue doti di aderenza, compromettendo stabilità e comportamento in frenata. Gli pneumatici invernali, montati in autunno, consentono di guidare serenamente, in ogni condizione atmosferica senza bisogno di dover montare le catene. Realizzati con mescole speciali - ideali per l’impiego a basse temperature - hanno battistrada dal disegno specifico che riduce il fenomeno dell’aquaplaning. Garantiscono trazione e sicurezza anche su neve e consentono di ridurre lo spazio di frenata in maniera consistente: -10% su pioggia alle basse temperature e -20% su neve rispetto agli pneumatici estivi. I piloti e gli addetti ai lavori li chiamano pneumatici invernali, in inglese “winter tyres”. Tutti li possono riconoscere perché sul fianco dello pneumatico hanno la sigla M+S (Mud&Snow, cioè Fango&Neve) e il simbolo di una montagna col tipico fiocco di neve. 76 - La Rivista ottobre 2015 Pirelli d’inverno La Casa italiana, con l’innovativa gamma di pneumatici invernali presenta una combinazione ottimale di alte prestazioni e massima sicurezza. Gli pneumatici invernali Pirelli racchiudono tutta l’esperienza acquisita in anni di ricerca e di test su strada. La gamma comprende modelli specifici per differenti tipologie: city car, sportive, berline, SUV 4x4. Progettati e realizzati con mescole battistrada di ultima generazione, gli pneumatici invernali Pirelli sono un concentrato di tecnologia e innovazione. Grazie alla presenza di silice in altissima concentrazione nella composizione del battistrada sono in grado di affrontare le fredde strade invernali garantendo prestazioni e sicurezza. Il disegno dei battistrada è caratterizzato dalla forte presenza di lamelle e da ampi incavi: le lamelle hanno il compito di migliorare la tenuta su neve imprigionando al loro interno la neve stessa mentre gli incavi in caso di fondi bagnati, aumentano la capacità drenante riducendo il pericolo di aquaplaning. Vengono così assicurati standard di sicurezza molto elevati nelle diverse condizioni atmosferiche, anche le più difficili. Pirelli è presente con oltre 50 dimensioni esclusive, per esempio anche per Audi Q7, VW Passat 481, Mercedes-Benz GLE Coupé e Volvo XC90. La collezione inverno dalla P lunga: WINTER SOTTOZERO™ 3, è il nuovo Ultra-High-Performance, dedicato alle sportive delle classi medie, alte e lusso. WINTER SNOWCONTROL™ SERIE 3, nuovo design e nuova mescola oltre a un nuovo profilo, per vetture piccole e medie. WINTER SOTTOZERO™ SERIE II, dedicata a chi intende guidare sportivamente la sua limousine di classe media o di lusso anche d’inverno. SCORPION™ ICE & SNOW, questo pneumatico di classe Premium è costruito per soddisfare le esigenze speciali dei SUV di classe superiore. SCORPION™ WINTER, completamente nuovo, questo Premium dalle specifiche particolari è dedicato ai SUV di nuova serie come pure ai Crossover Utility Vehicles (CUV) dei segmenti di punta. CARRIER™ WINTER, rappresenta l’innovazione PIRELLI per i veicoli commerciali. Secondo i rilevamenti dell’upi Gli automobilisti in Svizzera si comportano bene, ma potrebbero fare meglio Il sondaggio rappresentativo STATUS, compiuto dall’istituto LINK in marzo 2015 su mandato dell’upi (Ufficio svizzero di prevenzione infortuni), rivela che il 68% degli automobilisti risponde di non superare mai o raramente il limite di velocità. Il 77% dice di non mettersi mai al volante dopo aver bevuto due o più bicchieri di un alcolico. Sempre secondo l’upi, 19 automobilisti su 20 circolano con i fari accesi di giorno. La rilevazione 2015 evidenzia un’elevata quota di osservanza della nuova disposizione legale. Di giorno e con il bel tempo, il 95 percento degli automobilisti in Svizzera accende gli anabbaglianti o la luce di circolazione diurna (2014: 94%). L’obbligo di viaggiare con le luci accese anche di giorno, in vigore dal 1° gennaio 2014, è quindi ampiamente rispettato. A titolo di confronto: per l’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza, introdotto nel 1981, ci sono voluti più di trent’anni prima di raggiungere un valore così elevato ... Solo il 76% dei passeggeri posteriori allaccia la cintura, lo si evince dal censimento upi 2015 sulla percentuale d’uso della cintura, che evidenzia un risultato del tutto simile a quello degli anni precedenti: il 93 percento dei conducenti indossa la cintura di sicurezza (2014: 94%). Per contro, sui sedili posteriori, gli occupanti di veicoli che allacciano la cintura sono appena il 76 percento (2014: 77%); negli ultimi anni continua a non delinearsi alcun aumento effettivo. ottobre 2015 La Rivista - 77 Starbene Rigenerazione ossea in assenza di calcio Un biomateriale composto solo da proteine permette di rigenerare l’osso di un anziano senza accelerarne i processi di calcificazione. È la scoperta dei ricercatori dell’Ateneo di Pisa, con la collaborazione dei colleghi dell’Università Politecnica delle Marche, che hanno ottenuto questo risultato realizzando un biomateriale che nonostante l’assenza di calcio sarebbe in grado di stimolare la rigenerazione dell’osso. Lo studio, pubblicato su Nature Scientific Reports, si è svolto nell’ambito del progetto Ingegnerizzazione di modelli d’organo di interesse fisiologico e patologico per l’indagine di disturbi legati all’invecchiamento, che ha lo scopo di ricreare in vitro le condizioni di invecchiamento dell’anziano per capire quali sono fattori che ne rallentano o ne accelerano il progredire. “La matrice extracellulare dell’osso - spiegano Arti Ahluwalia, docente di bioingegneria a Pisa e co-coordinatrice del progetto, e il ricercatore pisano Giorgio Mattei - è un materiale composito naturale, formato principalmente da collagene e componenti minerali, per lo più fosfato di calcio, che costituisce il micro-ambiente naturale delle cellule e fornisce loro vari stimoli, tra cui segnali meccanici o chimici che ne regolano il comportamento e la funzione. Capire quali siano i principali stimoli promotori dell’osteogenesi è cruciale per progettare biomateriali ottimali per applicazioni di ingegneria tissutale e medicina rigenerativa”. I ricercatori hanno isolato le proprietà meccaniche da tutti gli altri stimoli fisico-chimici dovuti al differente contenuto minerale e, studiandone selettivamente il loro contributo nel differenziamento osteogenico di cellule staminali, hanno ottenuto risultati che dimostrano, concludono Ahluwalia e Mattei, come “la rigidezza sia il fattore scatenante per il differenziamento di cellule staminali in tessuto osseo, mentre la presenza di fosfato di calcio contribuisce ad accelerare questo processo, in particolare ad alte concentrazioni: perciò per gli anziani con ossa fragili, materiali poveri in contenuto minerale, ma con la giusta rigidezza, possono favorire la rigenerazione ossea, senza accelerarne il processo degenerativo”. Saltellare contro l’osteoporosi Saltellare per due minuti al giorno, il nuovo stratagemma anti-osteoporosi. Questa buona e allegra abitudine può infatti rafforzare le ossa dell’anca nelle 78 - La Rivista ottobre 2015 persone anziane e ridurre il rischio di fratture dopo una caduta. Lo rivela uno studio condotto dalla Loughborough University, che ha dimostrato come la densità ossea delle gambe migliori dopo solo un anno di saltelli. Le ossa perdono naturalmente tessuto con il passare degli anni e l’assottigliamento localizzato sui fianchi è associato a un aumento del rischio di frattura dell’anca. I ricercatori credono che questi nuovi risultati abbiano importanti implicazioni per la prevenzione e la gestione dell’osteoporosi, che colpisce circa tre milioni di persone solo nel Regno Unito. Sarah Allison, che ha condotto la ricerca, ha dichiarato al Telegraph on line: «Le fratture di femore sono una grande preoccupazione per la salute degli anziani, e comportano costi economici e sociali elevati. Le persone colpite hanno dolore, perdono la mobilità e l’indipendenza, e quindi aumenta anche il rischio di morte. Sappiamo che l’esercizio fisico può migliorare la resistenza ossea e quindi abbiamo voluto testare una forma di esercizio che è al tempo stesso semplice e rapido». Per chi vuole provare, i ricercatori avvertono che è importante esercitarsi gradualmente e saltellare sempre con molta cautela. Aumenti fino al 7% nella massa ossea e della densità dello strato di osso spugnoso sono stati identificati nelle persone studiate: lo studio Hip Hop ha preso in considerazione 34 uomini di età compresa tra i 65 e gli 80 anni, ad alcuni dei quali è stato fatto seguire un programma di esercizi di saltelli su una gamba sola. Ai volontari è stato detto di evitare qualsiasi altra modifica alla loro attività fisica o alle abitudini alimentari durante il trial, durato un anno. Sono stati poi eseguiti esami di diagnostica per immagini al termine della ricerca, al fine di rilevare eventuali cambiamenti nella densità ossea: i risultati mostravano chiare differenze visive tra le persone che si sono esercitate e i soggetti di controllo. I vaccini “imperfetti” rendono i virus più aggressivi I virus possono diventare più aggressivi e pericolosi quando si usano vaccini ‘imperfetti’, ovvero vaccini che prevengono la malattia, ma non la trasmissione del virus ad altri individui. Lo hanno scoperto i ricercatori statunitensi della Penn State University e i britannici del Pirbright Institute, studiando gli esiti della vaccinazione dei polli contro la malattia di Marek causata da un herpes virus. Alla luce di questi dati, pubblicati su Science, i ricercatori lanciano l’al- lerta, sia per i vaccini usati negli allevamenti che per i futuri vaccini umani contro Hiv, malaria ed Ebola. ‘’I vaccini che funzionano perfettamente, come quelli contro vaiolo, polio, orecchioni, rosolia e morbillo, sono capaci di prevenire la malattia e anche la trasmissione del virus’’, spiega il coordinatore dello studio, Andrew Read. L’azione di questi vaccini è efficace perché mima la forte immunità che l’organismo sviluppa naturalmente dopo essere stato esposto al virus. ‘’I vaccini imperfetti, invece - precisa Read - consentono al virus di sopravvivere, circolare ed evolvere verso forme più aggressive’’. Questo è stato osservato con il vaccino contro la malattia di Marek nei polli, ma lo stesso potrebbe valere anche per il vaccino contro l’influenza aviaria che viene usato negli allevamenti del Sudest asiatico per evitare l’abbattimento degli animali. Identificare per tempo i vaccini “imperfetti” è dunque fondamentale, non solo per la sicurezza degli allevamenti, ma anche per la salute dell’uomo. ‘’Stiamo iniziando a sviluppare una nuova generazione di vaccini che potrebbero essere imperfetti - afferma Read - perché mirati contro virus che non inducono una forte immunità naturale, come nel caso dell’Hiv e della malaria’’. Anche il caso Ebola, per il quale sembra essere stato individuato un vaccino efficace, secondo i ricercatori, richiede più attenzione: ‘’nessuno vorrebbe che un virus così letale potesse diventare ancora più aggressivo per colpa di vaccini imperfetti’’. Nati per essere pigri Pigri si nasce: chi dedica molto tempo alla palestra deve sapere che il suo sistema nervoso non gradisce affatto questa abitudine. Il cervello è infatti programmato per usare il minimo di energia possibile e, pur di risparmiare, è in grado di modificare e ottimizzare i nostri movimenti istante dopo istante, anche mentre siamo impegnati in un’attività fisica “base” come camminare. Lo dimostra uno studio pubblicato su Current Biology dai ricercatori canadesi della Simon Fraser University. Per svelare il meccanismo biologico alla base della pigrizia, è bastato chiedere ad alcuni volontari di camminare con indosso un esoscheletro robotico che rende difficoltoso il normale movimento aumentando la resistenza a livello del ginocchio. Dopo pochi minuti, i volontari «hanno modificato la loro camminata in modo da raggiungere un nuovo bilancio energetico ottimale, anche se questo significava risparmiare pochissimo, perfino meno del 5%», spiegano i ricercatori. Ciò vuol dire che il consumo energetico non è solo una conseguenza dei nostri movimenti, ma un fattore che li condiziona. «Monitorare e ottimizzare il consumo di energia in modo rapido e accurato è una caratteristica chiave del nostro sistema nervoso», afferma la coordinatrice dello studio Jessica Selinger, che conclude ironicamente: «bisogna essere intelligenti per essere pigri». Reimpianto dello sterno grazie alla stampa 3D Continuano le novità introdotte nel mondo della salute dall’applicazione della tecnologia di stampa 3D: l’ultima arriva dalla Spagna dove, su un paziente malato di tumore, è stato impiantato il primo sterno al mondo riprodotto a tre dimensioni a partire da un modello digitale. L’operazione è stata eseguita all’Ospedale universitario di Salamanca ma l’impianto è stato creato da un’azienda produttrice di dispositivi medici di Melbourne, in Australia. Inviato tramite corriere in Spagna, lo sterno, insieme a parte della gabbia toracica, è stato impiantato con successo in un uomo di 54 anni che aveva sofferto di un tumore al torace. La ricostruzione delle parti ossee che erano state asportate per le cure neoplastiche sarebbe stata difficile a causa della complessa geometria della cavità toracica e al fatto che gli impianti in titanio convenzionali sono tenuti insieme da viti, che possono allentarsi nel tempo, causando ulteriori complicazioni. Per questo i chirurghi hanno pensato a un’alternativa, frutto dell’applicazione delle nuove tecnologie al settore medico. «Abbiamo pensato che forse avremmo potuto creare un nuovo tipo di impianto che si possa personalizzare completamente per replicare le strutture complesse dello sterno e delle costole», ha commentato Jose Aranda, che ha effettuato l’intervento. In questo modo, ha aggiunto, «abbiamo anche potuto fornire un’opzione più sicura per il paziente e abbiamo migliorato il recupero post-operatorio». ottobre 2015 La Rivista - 79 Mondo in Fiera Host 2015: Milano 23 – 27 ottobre Il business e i trend dell’ospitalità nell’anno dell’Esposizione universale Fieracavalli: Verona, 5 – 8 novembre L’appuntamento del mondo equestre internazionale Slow Food Market: Zurigo, 13 – 15 novembre Il salone del Buon Gusto Basler Weinmesse + Feinmesse: Basilea, 24 Ottobre – 1 Novembre La mecca del gusto e del piacere Igeho 2015: Basilea, 21 – 25 novembre 50 anni di qualità, professionalità e tradizione SAIE & SIE: Bologna, 14 – 17 ottobre Due saloni insieme per il Gourmesse: progettare, costruire, Zurigo, 9 – 12 ottobre abitare ecosostenibile In principio è il gusto ottobre 2015 La Rivista - 81 Host 2015: Milano, 23-27 ottobre Il business e i trend dell’ospitalità nell’anno dell’Esposizione universale Creatività. Innovazione. Design. Gusto. Flair internazionale. Sono gli ingredienti principali per chi ha raggiunto il successo creando una ricetta unica, servendo un caffè speciale, inventando una pizza originale o dando quel tocco in più al suo hotel. E sono anche gli ingredienti vincenti di Host, il Salone internazionale dell’ospitalità professionale, leader mondiale nel settore Ho.Re.Ca. 82 - La Rivista ottobre 2015 e Retail. Non stupisce dunque che cresca di giorno in giorno tra i protagonisti del settore l’attesa per l’edizione 2015, che si terrà da venerdì 23 a martedì 27 ottobre, durante il semestre dell’EXPO di Milano: un gemellaggio ideale che esalterà le proposte di business della manifestazione in linea con il tema dell’Esposizione Universale, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Un’aspettativa che parte dai risultati record di Host 2013: 1.700 gli espositori presenti da 48 paesi (+6,5% con 350 new entry), dei quali 559 esteri (+16,5%), e 133 mila visitatori professionali (+7% sul 2011) dei quali il 38,7% internazionali (51.600; +21% rispetto al 2011). A due cifre gli incrementi da USA (+28%), Russia (+64%), UAE (+141%), Giappone (+24%), Germania (+14%), mentre i buyer internazionali profilati sono stati 1.500, con delegazioni particolarmente numerose da Cina, Russia e India, e hanno realizzato ben 38.400 appuntamenti business richiesti grazie all’agenda digitale Expo Matching Program. La crescita è anche qualitativa, con una crescente presenza di chef stellati e un sempre maggiore peso del design e della creatività, sottolineato anche dalla nascita dei due prestigiosi award HOSThinking, dedicato alla progettazione di format innovativi, e Host Smart Label, che premia prodotti e servizi sostenibili. La soddisfazione degli espositori si è tradotta in un immediato riscontro: sono infatti già 1.748 gli espositori iscritti, con previsione di superare quota 1.900, il 40% dei quali sono internazionali (percentuale record). Germania, Francia, Spagna, USA e Svizzera i Paesi più rappresentati, con l’aggiunta di folte delegazioni dalle economie più dinamiche. Un concentrato di lifestyle e tecnologie, di nuovi format della ristorazione e creatività spalmati in 14 Padiglioni, (due in più rispetto all’edizione 2013) per una crescita del 12% nei mq occupati, e si svilupperà in tre macro-aree. Il percorso di avvicinamento accompagnerà le aziende con numerose iniziative mirate: osservatori, presenza ai più importanti appuntamenti internazionali quali Identità Golose, percorsi ad hoc per i macro-settori (Ristorazione Professionale con Pane-Pasta-Pizza, Pasticceria-Gelateria con Caffè -Thè, Arredo e Tavola) e, in particolare, un’approfondita attività di scouting sui buyer. Proprio questa accurata selezione consente di moltiplicare le opportunità di matching mirato, come testimoniano gli stessi buyer internazionali, che a Host 2013 hanno colto netta l’impressione di un ambiente caratterizzato da vivaci scambi di business. I primi 100 anni di Maserati Inizia un anno di celebrazioni per il centenario Inizia un anno di celebrazioni per il Inizia un anno l centenario Basler Weinmesse + Feinmesse: Basilea, 24 Ottobre 1 Novembre La mecca del gusto e del piacere Basler Weinmesse, appuntamento doveroso per amanti e intenditori del vino si terrà quest’anno dal 24 Ottobre al 1 Novembre 2015 nella Sala 2.1 della Fiera di Basilea. La possibilità di degustare più di 4500 varietà di vini provenienti da ogni angolo del Mondo e la presenza di oltre 120 espositori rende questa fiera una “cantina” internazionale in cui alta qualità ed esperienza rappresentano il marchio di eccellenza. La fiera è aperta a rivenditori, operatori del settore alberghiero e gastronomico, intenditori e appassionati, per soddisfare i più esigenti palati con un’offerta diversificata per uva, regione di produzione e fascia di prezzo. Secondo le ultime statistiche, il vino è molto in voga in Svizzera ed è richiesto da oltre il 60% dei visitatori elvetici, seguiti da italiani (il 50%) e spagnoli (40%). Basler Weinmesse è collegata al sigillo di approvazione del concorso enologico indipendente La Sélection. Stessa data e stessa location anche per Herbstwarenmesse e Feinmesse, la seconda definita “Mecca del piacere” dalla stampa dopo il successo della scorsa edizione che ha contato 27.200 visitatori e 190 soddisfatti espositori. Le raffinate degustazioni proposte spaziano da carne e pesce pregiati a qualità esotiche di olio e caffè, spezie assortite e finissimo cioccolato. Inoltre l’ampia, variegata e colorata offerta permette ai visitatori di ritirarsi dallo spazio commerciale e sorseggiare comodamente una pinta di birra o stravaganti cocktail seduti in angoli rustici e cantine appositamente predisposte. Si tratta di una manifestazione che permette di scoprire sapori nuovi e combinazioni curiose, una vera piattaforma di promozione e vendita per il mercato del gusto. Inoltre le due rassegne non sono limite esclusivamente all’arte della degustazione ma propongono una ricca offerta di accessori per la casa, utensili da cucina e arredi da interni ispirati alle ultime tendenze in tema di lifestyle. Appare perciò più che giustificato il successo riscosso nell’ultima edizione: quasi il 75% dei partecipanti ha assegnato un voto tra Buono e Ottimo e più della metà è tornato a casa con borse piene di acquisti e ordini di spesa inoltrati. La formula vincente è rinnovata anche quest’anno e per la quarta volta consecutiva la combinazione delle due rassegne autunnali permetterà di associare i piaceri sottili che solo un buon bicchiere di vino e prodotti di alta qualità possono suscitare. http://www.baslerweinmesse.ch/ http://www.feinmesse.ch/ Per ulteriori informazioni: Sharon Metus Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123; CH-8002 Zurigo [email protected] www.ccis.ch ottobre 2015 La Rivista - 83 SAIE & SIE: Bologna, 14 - 17 ottobre Due saloni insieme per il progettare, costruire, abitare ecosostenibile Nel Quartiere fieristico di Bologna si terrà dal 14 al 17 ottobre SAIE, il Salone storico dell’edilizia italiana, che inaugura il nuovo format SAIE SMART HOUSE dedicato appunto negli anni dispari alla costruzione e riqualificazione di edifici e città, mentre negli anni pari come nel 2016 sarà SAIE BUILT ENVIRONMENT allargato anche alla costruzione e ingegneria del territorio e delle infrastrutture. In contemporanea a SAIE SMART HOUSE 2015 si svolgerà anche la prima edizione di 84 - La Rivista ottobre 2015 SIE - il Salone dell’Innovazione Impiantistica che sarà dedicato a tutte le filiere produttive dell’impiantistica civile: termoidraulica, climatizzazione, energie rinnovabili e domotica in un’ottica di forte integrazione del sistema edificio-impianto all’interno della piattaforma di SAIE. SAIE SMART HOUSE 2015 intende stimolare e sostenere una nuova politica industriale per il rilancio dell’edilizia: un rilancio che passa attraverso la realizzazione di reti, materiali e immateriali, per la modernizzazione e la rigenerazione di spazi urbani. Per questo, il nuovo format, è stato pensato come un percorso consistente in 3 grandi aree tematiche, divise ma tra loro integrate: dalla progettazione consapevole di un edificio all’abitare una casa responsabilmente, passando attraverso la costruzione sostenibile di un immobile. SAIE ACADEMY si conferma anche per questa edizione protagonista dell’offerta formativa di SAIE dopo la grandissima partecipazione dello scorso anno con oltre 9.000 professionisti. L’ACADEMY diventa una vera e propria alta scuola dell’innovazione tecnica, grazie anche al contributo dei Consigli Nazionali delle Professioni e la collaborazione delle Università italiane, che darà la possibilità a tutti i professionisti di seguire 28 corsi di alta formazione - con il rilascio di crediti formativi – distribuiti in 4 aree tematiche. Si consolida l’Area della Ricerca dove in oltre 2500 mq saranno ospitati 20 Centri di Ricerca e Laboratori Universitari e dove verranno mostrati i progetti più innovativi nel campo dell’edilizia e delle costruzioni realizzate sia dai ricercatori italiani, che dalle aziende presenti. Accanto all’Area della Ricerca sarà organizzato ARCHItechnology, un ciclo di incontri informativi rivolti a tecnici e progettisti sulle tecnologie per la progettazione e le costruzioni: dalle tecniche di costruzione a secco al cemento biodinamico, dal self‐healing concrete ai m.e.m.s., dalla realtà virtuale ai geopolimeri per la stampa 3D di pareti. Anche quest’anno il SAIE dedica particolare attenzione al know-how italiano nel Mondo, confermandosi ancora una volta piattaforma internazionale: seminari e workshop dedicati all’accesso delle aziende e dei professionisti ai mercati emergenti, ma anche incontri b2b per facilitare lo scambio e il confronto tra mercato italiano ed estero, nell’ottica di favorire la costruzione di importanti occasioni con ciascun Paese presente. Completano la piattaforma SAIE SMART HOUSE, SMART CITY EXHIBITION, la manifestazione dedicata alle città intelligenti, Ambiente & lavoro, dedicata alla sicurezza sul Cantiere, e SAIE3 dedicata ai complementi per l’edilizia e serramenti, e alla sostenibilità dell’abitare sia per gli interni che per l’outdoor. I primi 100 anni di Maserati Inizia un anno di celebrazioni per il centenario Inizia un anno di celebrazioni per il Inizia un anno l centenario Fieracavalli: Verona, 5 - 8 novembre L’appuntamento del mondo equestre internazionale Fieracavalli ha scelto, per il terzo anno consecutivo, il palcoscenico internazionale del Concorso Ippico di Piazza di Siena, per presentare le novità della 117^ edizione, in programma a Verona dal 5 all’8 novembre 2015. Nella storica cornice di Palazzo Altieri la manifestazione veronese ha confermato il suo ruolo di appuntamento italiano più prestigioso del mondo equestre internazionale. Da oltre un secolo, infatti, Fieracavalli rappresenta l’unione perfetta tra la passione per il mondo del cavallo, lo sport, il business, l’intrattenimento e il territorio. Ed è proprio grazie a questa sua poliedricità che è riuscita a rendere il cavallo, nel corso degli anni, un ambasciatore di cultura non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La scorsa 116ª edizione ha chiuso superando le 160 mila presenze, un evento sempre piú internazionale con il 15% dei visitatori e degli operatori specializzati giunto dall’estero, da 85 nazioni, 5 in più rispetto all’edizione del 2013. I buyer da Germania, Slovenia e Croazia sono stati i più numerosi tra i padiglioni, ma anche Ungheria, Svizzera, Austria, Francia, Russia, Brasile, Argentina ed Emirati Arabi ormai considerano Fieracavalli la principale piazza di business per il comparto. Il turismo equestre sarà il centro della nuova edizione della rassegna veronese. Solo in Italia sono 120.000 gli appassionati che si dedicano all’equiturismo, un turismo slow che mette a sistema due delle realtà più importanti che sostengono il nostro Paese: turismo e agroalimentare, per questo, con l’aiuto del Touring Club Italiano, è stata creata la prima guida dell’Italia a cavallo. Durante la 117^ edizione, quindi, non solo verrà presentata in anteprima assoluta la guida, ma verrà data visibilità e spazio alle realtà italiane legate al mondo del turismo slow e del cavallo, grazie a “La Valigia in sella”, il padiglione 4 che per quattro giorni si trasformerà nella piazza internazionale dell’equiturismo. Questa edizione si presenta, quindi, come un vero e proprio viaggio alla scoperta del territorio e delle sue eccellenze attraverso il cavallo, per rendere ancora più forte quel legame, quella “affinità naturale” che lega uomo, cavallo e territorio. Un fil rouge che si ritroverà anche nel Salone del Turismo Rurale che quest’anno, per la prima volta, sarà ospi- tato da Fieracavalli (all’interno del Palaexpo) e che arricchirà i contenuti della manifestazione mostrando uno stile di vita “country” fondato sulle tipicità del territorio. Insieme al turismo, l’altro protagonista assoluto di Fieracavalli sarà come sempre lo sport che quest’anno allarga il suo orizzonte con l’aggiunta di altre prove di carattere internazionale. Grazie a Jumping Verona, unica tappa italiana della Longines FEI World CupTM, è infatti da 15 anni punto di riferimento per il settore sportivo internazionale di eccellenza. Durante questa edizione di Fieracavalli sarà dedicato grande spazio anche al mondo allevatoriale, che ogni anno, richiama a Verona quasi 3000 cavalli di 60 razze diverse, provenienti da tutto il mondo. Per dare ancora più importanza a questo aspetto della manifestazione, la rassegna veronese organizzerà direttamente – nell’ambito del Salone del Cavallo Arabo – il Campionato Europeo di Morfologia ECAHO. ottobre 2015 La Rivista - 85 Slow Food Market: Zurigo, 13 – 15 novembre Il salone del Buon Gusto Dal 13 al 15 novembre 2015, presso la Messe Zürich, si terrà Slow Food Market, il salone del buon gusto dedicato a prodotti alimentari e specialità artigianali, dove le parole chiave sono degustazione, scoperta, discussione e acquisto. Cuore della manifestazione è “Il mercato, una vera e propria esperienza dei sensi”. Un enorme mercato coperto dove produttori e 86 - La Rivista ottobre 2015 coltivatori presentano una ricca offerta di specialità regionali e “trouvailles”. Nel 2014 sono stati oltre 12.000 i buongustai che hanno visitato la terza edizione dello Slow Food Market, dei quali l’85% ha concretamente acquistato qualcosa; il 96% ha valutato la manifestazione con un giudizio che va da molto buono a buono, mentre tre quarti di questi hanno messo in calendario la visita all’edizione 2015. La tendenza, rispetto anche all’edizione del 2013, è in continua crescita, dal momento che quasi il 95% di visitatrici e visitatori pensa che il “salone del buongusto” acquisterà sempre più importanza, di pari passo con il movimento Slow Food (98%). La crescita non riguarda solamente il numero dei visitatori, ma anche la gamma dei prodotti offerti: l’assortimento dei generi alimentari è estremamente vario e sempre più ampio; si parte da pasta e granaglie per arrivare a carne, pesce e delizie lattiero-casearie, passando poi per frutta e verdura, dolci e bevande di ogni tipo. È presente inoltre un angolo riservato a squisitezze straordinarie e molto pregiate che rischiano però di sparire dal panorama gastronomico e che vengono per qusesto preservate grazie al supporto dell’associazione non-profit Slow Food. Ciò che dà un valore aggiunto allo Slow Food Market è il programma collaterale. I visitatori possono partecipare ai laboratori del gusto e ai corsi di degustazione per venire a conoscenza di tante cose interessanti riguardanti la produzione tradizionale. Inoltre, durante le conferenze aperte al pubblico e le tavole rotonde, si dibattono argomenti di attualità. Per Slow Food, qualità ed originalità sono sempre al primo posto. L’organizzazione controlla ogni espositore circa il rispetto dei principi “buono, pulito e giusto”. Tutti i prodotti devono infatti rispettare rigidi criteri: la qualità deve essere elevata, la produzione accurata e il pagamento equo. Pertanto, partecipare al mercato significa esporre prodotti di qualità capaci di creare fiducia e riconoscimento. Il programma degli eventi, la pubblicità tramite manifesti e annunci e l’ampio ricorso ad esperti di organizzazione del settore, nonché il lavoro impeccabile dei media per la stampa e internet, fanno dello Slow Food Market un originale festival del gusto di prima grandezza a cui vale davvero la pena partecipare. I primi 100 anni di Maserati Inizia un anno di celebrazioni per il centenario Inizia un anno di celebrazioni per il Inizia un anno l centenario Igeho 2015: Basilea, 21- 25 novembre 50 anni di qualità, professionalità e tradizione Dal 21 al 25 novembre 2015 ritorna a Basilea l’appuntamento biennale con Igeho, Salone internazionale del settore alberghiero, della gastronomia e del consumo fuori casa. Durante i cinque giorni di fiera circa 700 espositori provenienti da 12 Paesi hanno la possibilità di incontrare oltre 76000 visitatori, di cui il 16% è costituito da operatori del settore alberghiero, il 52% proviene dal mondo della gastronomia e il 13% dal settore della gastronomia ospedaliera e per case di cura, in uno spazio espositivo di 68.000 metri quadri. I settori principali e i gruppi merceologici del Salone IGEHO 2015 sono: generi alimentari e bevande, specialità gastronomiche e vino, tecnologie per la cucina e soluzioni per la pulizia, apparecchiature per alberghi e ristoranti, universo caffè e universo tecnologie. Igeho offre interessanti possibilità di networking e rappresenta il più grande e importante punto di incontro per tutti gli operatori di mercato professionisti del settore alberghiero e della ristorazione provenienti dalla Svizzera e dai Paesi confinanti. Accanto ad un’imponente e completa gamma di prodotti e servizi per hotel, ristoranti, take-away e per i settori della cura, il Campus Igeho segna il punto culmine di questa edizione. “Grazie a questo nuovo evento e a questa nuova piattaforma cerchiamo di offrire ai nostri ospiti un valore aggiunto alla loro visita” – commenta Dominique Dresel, direttrice della fiera. Il programma di alto livello intende anche fare appello ai potenziali visitatori della mostra, incoraggiandoli a fare uso di questa nuova opportunità per i professionisti di condividere le loro esperienze. Speakers avvincenti che condivideranno la loro esperienza e la chiave del loro successo, animate discussioni ed emozionanti conferenze su temi e problematiche attuali con esperti del settore arricchiscono ogni giorno il programma dell’Igeho Campus. Chef’s Arena Show di cucina con la presenza di chef stellati che concederanno ai visitatori di dare un’occhiata alle loro pentole e padelle. Show che si alterneranno a discussioni dove gli chef parleranno della loro filosofia e dei più recenti trend da tutto il mondo, condividendo le loro personali ricette vincenti. Restaurant CH Restaurant CH, con il suo concept gastronomico temporaneo, parteciperà per la seconda stagione a Igeho. Grazie a questo, studenti della Restaurant Management School avranno l’opportunità di tradurre in realtà la propria visione di una ristorazione innovativa e creativa, potendo dimostrare il proprio talento e le proprie capacità ai professionisti del settore. ottobre 2015 La Rivista - 87 Gourmesse: Zurigo, 9 - 12 ottobre In principio è il gusto Gourmesse supera i 20 anni di manifestazione e continua a stupire. Tra il 9 e 12 ottobre la nuova edizione della Fiera del Gusto, delle specialità e dei prodotti di nicchia riapre le porte ai 88 - La Rivista ottobre 2015 visitatori nel magnifico contesto della Kongresshaus di Zurigo. Alta qualità e prodotti pregiati caratterizzano quella che ormai è considerata una fiera di successo. L’anno scorso è stata ampiamente superata la soglia degli 11’000 visitatori, di cui ben il 70% costituito da clienti finali e il 30% da operatori di settore. L’opportunità di vendita diretta rappresenta un notevole incentivo per amatori e potenziali partner commerciali, invitati ad apprezzare la particolarità di prodotti nuovi o sconosciuti e testarne le potenzialità di vendita. D’altronde Gourmesse richiama intenditori da ogni parte del mondo e punta sempre più all’internazionalizzazione, implementando una politica di forte orientamento alle esigenze personalizzate del cliente. La cultura del piacere enogastronomico viene sapientemente coltivata in ogni suo aspetto. Degustazione, impatto visivo e aroma costituiscono gli aspetti essenziali per un’esauriente conoscenza del prodotto e per una consapevole scelta di consumo. il marchio Italia costituisce il divisore comune e la garanzia di qualità degli espositori. Le modalità di partecipazione possibili prevedono l’acquisto di pacchetti agevolati comprendenti lo stand (personalizzabile secondo le proprie esigenze) nonché numerosi altri servizi offerti dalla CCIS, tra cui assistenza organizzativa e servizio interpretariato per tutta la durata della Fiera. Inoltre quest’anno le opportunità per i partecipanti si arricchiscono di gustose novità: E’ possibile prenotare uno spazio all’interno dell’Area Italia per proporre aperitivi e degustazioni interattivi, ogni giorno alle 12h e alle 18h, per coinvolgere i visitatori e stimolare una conoscenza diretta dei prodotti. Perché la partecipazione attiva è importante? Si tratta di un’occasione per stare al passo con il repentino cambio di gusti dei consumatori nonché di un efficace test di gradimento del proprio prodotto su un mercato complesso e variegato come quello svizzero. È possibile ottenere maggiori informazioni sul sito della CCIS www.ccis.ch oppure su www. gourmesse.ch. Con la CCIS le eccellenza gastronomiche del Bel Paese La nostra Camera di Commercio collabora anche quest’anno con Gourmesse per costruire una cornice tutta italiana che espone i prodotti di eccellenza della cultura enogastronomica del Bel Paese. Si tratta di un’area privilegiata in cui Per ulteriori informazioni: Sharon Metus Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123; CH-8002 Zurigo [email protected] www.ccis.ch Mondo in Camera Percorso impresa: imprendere per evolvere GOURMESSE 2015 Fiera del Gusto, delle specialità e dei prodotti di nicchia Calabria: cuore mediterraneo Incontri btob tra imprese trentine del comparto agroalimentare e operatori svizzeri Food & wine... Made in Emilia Romagna Slow Food Market 2015 Contatti commerciali Servizi camerali ottobre 2015 La Rivista - 89 Mondo in Camera Percorso impresa: imprendere per evolvere Affrontare nuovi mercati e competere efficacemente creando valore: export e startup. Strategie, Metodologie e Strumenti. Il mondo dell’imprenditoria affronta cambiamenti epocali che delineano nuove opportunità. La vostra azienda è pronti per coglierle e creare nuovo valore? Ecco un breve percorso di una giornata, disegnato appositamente per tutti gli imprenditori che desiderano ritagliarsi uno spazio nella propria agenda per guardare un orizzonte più ampio al di fuori della routine quotidiana, concentrandosi sulle metodologie e sugli strumenti manageriali di base per accedere alle nuove opportunità sui mercati e competere efficacemente. Programma 09:45 – Apertura Lavori: Camere di Commercio Italiane all’Estero ed aiuto alle PMI – CCIS Durata: 15min. 1° Modulo. Il Milieu: comprendere l’ambiente e le dinamiche di riferimento Il modulo fornisce esempi pratici delle chiavi di lettura per: • comprendere nuove realtà di mercato • acquisire la necessaria padronanza per affrontarle agilmente e con efficacia Durata: 2h. • Lunch Buffet Durata: 1h. 2° Modulo. Identificazione delle reali opportunità dei target e dei punti di forza: azioni, metodologie e strumenti per la pianificazione, il monitoraggio ed il conseguimento degli obiettivi Il modulo fornisce gli strumenti e le metodologie per: • l’identificazione delle opportunità e degli obiettivi di business • la pianificazione e le azioni di sviluppo per il loro raggiungimento • il monitoraggio e gli interventi di business review Durata: 2h. 90 - La Rivista ottobre 2015 3° Modulo. Il Valore del Team e l’allenamento alla Leadership Il modulo fornisce competenze e consapevolezza sulle potenzialità personali e del proprio Team per: • esprimere al meglio la leadership e per una efficace gestione del management • sviluppare la produttività, il benessere dei propri collaboratori e la soddisfazione dei Clienti • migliorare il Time Management • gestire positivamente lo stress • sviluppare le risorse e le competenze del Team per una reale e duratura creazione di valore per l’Impresa, per le persone che ne fanno parte e per i Clienti Durata: 2,5h. • Un caso imprenditoriale di successo – USI Alumni Association Durata: 20min. Costi e modalità di partecipazione (iva esclusa) • Quota per singolo partecipante: 350,00 CHF (incluso light lunch buffet) • Quota riservata ai Soci CCIS e USI Alumni: 350,00CHF, sconto 20% → 280,00CHF • Sconto per 2 o più partecipanti della stessa azienda: 5% • Termine d’iscrizione: 30 settembre 2015 • Numero massimo di partecipanti per giornata: 25 • Numero minimo di partecipanti: 10 L’iscrizione avviene direttamente attraverso CCIS, compilando l’apposito modulo di preiscrizione disponibile su www.ccisweb. com, da inviare via mail all’indirizzo: [email protected] In caso di accettazione della preiscrizione, al fine di formalizzare l’iscrizione si dovrà inviare copia del pagamento con le stesse modalità di invio del modulo di preiscrizione. Sede del corso Lugano Innovation Lab (LIL) Palazzo Botta, Via Ciani 16 CH – 6900 Lugano Informazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Via Nassa 5 - Postfach - 6900 Lugano Tel. +41 91 924 02 32 Fax +41 91 924 02 33 E-Mail: [email protected] www.ccis.ch GOURMESSE 2015 Fiera del Gusto, delle specialità e dei prodotti di nicchia Sono ormai più di vent’anni che la Gourmesse, fiera del Gusto e delle specialità di nicchia, offre la possibilità di entrare in contatto con potenziali clienti, operatori del settore e gastronomi. La ricerca di innovazioni e ispirazione spinge ogni anno oltre 11’000 visitatori e visitatrici a venire alla manifestazione, e la CCIS da oltre dieci anni accompagna questo successo organizzando uno stand raggruppante diverse realtà italiane, offrendo così uno scorcio delle specialità enogastronomiche del Bel Paese. La prossima edizione è in programma dal 9 al 12 ottobre. La possibilità di partecipare con uno stand all’interno della nostra area permette di ottenere estrema visibilità e il collocamento all’interno di un contesto riconosciuto per il marchio Italia. Inoltre, in questo spazio, è stato predisposto un corridoio centrale, ideato per l’allestimento di presentazioni, degustazioni e workshop temporanei per promuovere e presentare in modo interattivo il proprio territo- rio e mettere in risalto i prodotti aziendali. Il valore aggiunto garantito dalla partecipazione a questa fiera si riscontra nel servizio di assistenza capillare offerto agli espositori. Si tratta di supporto organizzativo in ogni fase di preparazione e allestimento dello stand, servizio interpretariato e la possibilità di personalizzare il proprio stand con pannelli grafici rappresentativi. Perché Zurigo? La Regione di Zurigo fa parte delle piazze finanziare più importanti del mondo e si trova nel cuore dell’Europa. Conta 3,7 milioni di abitanti e da anni è in testa fra le città europee con la migliore qualità della vita. Il tasso di disoccupazione si attesta attorno al 3,23% (Fonte: statista.com, 2014). Interessati? È possibile scaricare la presentazione della fiera mentre e le modalità standard di partecipazione aprendo i link agli allegati sottostanti. Informiamo inoltre che per aziende, Consorzi, Associazioni di categorie, Aziende Speciali delle CCIAA, Regioni e Province la CCIS può organizzare degli spazi collettivi su misura. Richiedete informazioni dettagliate: Sharon Metus Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH – 8027 Zurigo Tel. 0041/44/289 23 11 Fax 0041/44/201 53 57 e-mail: [email protected] [email protected] CALABRIA: CUORE MEDITERRANEO Viaggio d’affari per importatori alimentari e ristoratori svizzeri ad Expo Milano 2015 e in Calabria Mare selvaggio ed incontaminato, spiagge sterminate, vento e sole potenti ed un cielo sempre azzurro e limpido. Questa è la Calabria, terra adagiata al centro del Mediterraneo davanti alle coste della Grecia e dell’Africa, ad un passo dalla Sicilia e lontana dalla frenesia delle grandi città del resto d’Italia. Una terra con una natura generosa e ricca di produzioni alimentari spesso sconosciute ma eccellenti e genuine che affondano le loro radici nelle antiche civiltà che l’hanno attraversata nei secoli. Entro la fine di ottobre, la CCIS organizza un viaggio d’affari che toccherà Expo Milano 2015 e la Calabria, alla scoperta delle eccellenze agroalimentari di questa regione, rivolto a importatori, grossisti, dettaglianti, GDO e ristoratori che sanno riconoscere l’inimitabile qualità dei prodotti italiani. Le vie del bergamotto Un primo viaggio dedicato al Bergamotto e destinato ai seguenti operatori svizzeri: - Produttori di bevande - Case farmaceutiche - Importatori alimentari - Ristoratori - Stampa Tesori di Tropea: la cipolla più famosa d’Italia Un secondo viaggio dedicato alla Cipolla di Tropea e destinato ai seguenti operatori svizzeri: - Importatori alimentari - Ristoratori - Stampa Per informazioni: - Marianna Valle: [email protected] - Bruno Indelicato: [email protected] - Alessia Bellion: [email protected] ottobre 2015 La Rivista - 91 INCONTRI BTOB TRA IMPRESE TRENTINE DEL COMPARTO AGROALIMENTARE E OPERATORI SVIZZERI La Camera di Commercio italiana per la Svizzera (CCIS), in collaborazione con Trentino Sviluppo, invita i professionisti elvetici del settore (importatori, dettaglianti, grossisti) ad incontrare i produttori di eccellenze agroalimentari trentine direttamente in Svizzera presso le loro sedi o presso le sedi della CCIS a Ginevra, Zurigo e Lugano. Siete interessati? Cosa: incontri d’affari – settore Food Quando: dal 19 al 21 ottobre 2015 Dove: direttamente presso le Vostre sedi o le sedi della CCIS Vi invitiamo a consultare i profili delle ditte in allegato , compilare il modulo che troverete qui di seguito e a inviare il tutto via mail ([email protected]) o via fax +41 22 906 85 99 entro e non oltre il 9 ottobre 2015. Vi contatteremo in seguito per confermare il luogo dell’incontro e l’orario. Per ulteriori informazioni sulle modalità di iscrizione e conoscere i profili delle imprese Lysiane Bennato, Alessia Bellion e-mail: [email protected] Tel 022 906 85 95 FOOD & WINE... MADE IN EMILIA ROMAGNA La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera organizza in collaborazione con Promec, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Modena e in partnership con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, una delegazione per operatori svizzeri a Reggio Emilia con incontri b2b e visite aziendali presso produttori di vino e specialità culinarie regionali. I prodotti proposti saranno: Aceto Balsamico, Parmigiano Reggiano, Lambrusco e altri vini, prosciutto e altri insaccati, salumi e liquori tipici. Il viaggio è in programma dal 9 al 11 novembre 2015. I costi di viaggio e pernottamento sono a carico della nostra Camera di Commercio. Questo il programma di massima Lunedì 9 novembre: - Arrivo nel pomeriggio a Reggio Emilia - Cena e pernottamento Martedì 10 novembre: - Incontri commerciali bilaterali tra aziende modenesi e reggiane e buyer tedeschi e svizzeri. - Cena e pernottamento SLOW FOOD MARKET 2015 Il prossimo Slow Food Market, il salone del buon gusto dedicato a prodotti alimentari e specialità artigianali, si terrà presso la Messe Zürich dal 13 al 15 novembre 2015. Nel 2014 sono stati oltre 12.000 i buongustai che hanno visitato la terza edizione dello Slow Food Market. L’85% dei visitatori ha concretamente acquistato qualcosa; il 96% ha valutato la manifestazione con un giudizio che va da molto buono a buono, mentre tre quarti di questi visiteranno anche l’edizione 2015. La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera sarà partner esclusivo per il mercato italiano. Per maggiori informazioni in merito all’affitto stand per lo Slow Food Market 2015, potete contattare direttamente gli organizzatori in lingua italiana eventex di Zurigo, al numero +41 43 399 45 70 oppure tramite e-mail: [email protected] Anche sul sito web della fiera potete trovare ulteriori informazioni in lingua italiana: www.slowfoodmarket.ch Tutte le informazioni delle attività camerali le trovate anche sul sito www.ccis.ch 92 - La Rivista ottobre 2015 Mercoledì 11 novembre: - Incontri commerciali bilaterali tra aziende modenesi e reggiane e buyer tedeschi e svizzeri ed eventuali visite aziendali concordate a seguito degli incontri. - Partenza in serata Gli incontri avranno luogo presso la sede camerale di Palazzo Scaruffi: Via Crispi, 3 Reggio Emilia Per informazioni e adesioni: Camera di commercio italiana per la Svizzera Bruno Indelicato Tel.: +41 44 289 23 23 E-Mail: [email protected] ottobre 2015 La Rivista - 93 CONTATTI COMMERCIALI Dal mercato italiano OFFERTE DI MERCI E SERVIZI Turbine a vapore De Pretto Industrie SRL Via A. Fogazzaro, 5 I – 36015 Schio Tel: +39 0445 691511 Fax: +39 0445 511138 E-mail: [email protected] www.deprettoindustrie.it Vetro tecnico VE-VA srl Via Bixio Nino, 9 I – 21049 Tradate (VA) Tel: +39-0331-810779 Fax: +39-0331-860308 E-mail: [email protected] www.ve-va.eu Prodotti cosmetici Bioline S.r.l. Viale Bolognini, 78 I – 38122 Trento Tel: + 39 0461 933209 Fax: + 39 0461 914663 E-mail: [email protected] www.bioline-jato.com Torneria di precisione Guerrini SpA Via delle Fisarmoniche 41/43 I – 60022 Castelfidardo AN Tel. 0039/071 7808177 Fax 0039/0717820949 E-mail: [email protected] www.guerrinispa.com Motori Torque Technai Team srl Via Gelada 15 I – 21015 Lonate Pozzolo (VA) Tel. 0039/0331 66162415 E-mail: [email protected] www.technai.it Stampaggi in plastica Reca Plast srl Via dell’Artigiano 15 I – 60027 Osimo AN Tel. 0039 071 7231208 94 - La Rivista ottobre 2015 Fax 0039 071 716940 E-mail: [email protected] www.recaplast.it Automazione industriale Proteo Engineering srl Via S. Vito 693 I – 41057 Spilamberto MO Tel. 0039/059 789611 Fax 0039/ 059 789666 E-mail: [email protected] www.proteoeng.com Calzature Fausto Ripani via Del Castello 3 I – 63812 Montegranaro FM Tel. e Fax 0039 0734893065 E-mail: [email protected] www.faustoripani.com Stampi per pressofusione materie plastiche SPM s.p.a. Via Bargnani, 7 I - 25132 S.Eufemia BS Tel: 0039/ 030 3363211 Fax: 0039/030 3363226 E-mail: [email protected] www.spm-mould.com Lamiere forate SCHIAVETTI Lamerie forate srl Viale della Vittoria 4 I – 15060 Stazzano AL Tel. 0039/0143 607911 Fax 0039/0143 61297 E-mail: [email protected] www.schiavetti.it Pezzi forgiati in acciaio ACSA Steel Forgings Spa Via per Solbiate 43 I – 21040 Oggiona con Santo Stefano (VA) Tel. 0039 0331712011 E-mail: [email protected] www.acsa.it Prodotti antiusura in metallo duro Harditalia srl Via genova 9 I – 21040 Oggiona con Santo Stefano (VA) Tel. 0039 3403393639 Fax 0039/0331 215024 E-mail: [email protected] www.harditalia.com Complementi di arredo urbano SMEC Via Vivaldi 30 I – 41019 Soliera MO Tel. 0039/059 566612 Fax 0039/059 566999 E-mail: [email protected] www.smec-onweb.it Arti grafiche Leva Spa Piazza Amendola 12 I – 20149 Milano Tel. 0039/02 24127.1 Fax 0039/02 24127130 E-mail: [email protected] www.leva.it Specialità alimentari altoatesine Knodus srl Via San Giovanni 8 I – 39030 Valle Aurina BZ Tel. 0039/0474 402096 Fax 0039/0474 401984 E-mail: [email protected] www.knodus.it Industria cartotecnica Nuovo Scatolificio Valtenna srl Contrada Girola Valtenna 43 I – 63900 Fermo FM Tel. 0039/0734 64791 Fax 0039/0734 647990 E-mail: [email protected] www.valtenna.it LSR - Officina Pubblicitaria - Un nuovo modo di fare pubblicità Rocco De Vito è il fondatore de “Lo Studio Rosso - Officina pubblicitaria”, un progetto nato nel 2009. Un progetto in continua crescita grazie a nuove partnership ma soprattutto grazie alla dedizione e l’esperienza del team di lavoro. Le parole che contraddistinguono la nostra agenzia sono: Professionalità, Qualità e Serietà. Siamo una Web Agency dinamica costituita da un team di professionisti giovani sempre in grado di stare al passo con le innumerevoli tecnologie sul mercato. La nostra idea è quella di aiutare le piccole, medie e grandi imprese ad imporsi nel vasto mondo della comunicazione offrendo servizi che vanno dalla grafica web al marketing, dalla grafica tradizionale. Per qualsiasi informazione sulla nostra attività, potete visitare il sito: www.lostudiorosso.it o scriverci per PREVENTIVI GRATUITI a [email protected] RICERCA AGENTI RAPPRESENTANTI SUL TERRITORIO SVIZZERO • Franchisor italiano attivo nel comparto gastronomico/alimentare cerca imprenditori/partner locali svizzeri interessati ad investire in questo progetto di sviluppo commerciale. • Torri S.p.A. con sede a Torri di Quartesolo (VI) a pochi chilometri da Venezia, azienda certificata ISO 9001:2008, produce da oltre 40 anni scaffalature industriali per soluzioni logistiche integrate. Il loro programma offre: soluzioni innovative per lo stoccaggio di qualsiasi prodotto, un’ampia gamma di prodotti progettati secondo le norme FEM e UNI TS attualmente in vigore, la consulenza professionale per la progettazione di impianti logistici; l’impiego delle migliori materie prime per garantire un prodotto di qualità ed un ufficio ricerca e sviluppo dedicato alle esigenze specifiche del cliente. • Maser Group srl è una realtà affermata nel settore edile in grado di offrire “Soluzioni Chiavi In Mano” oltre alle lavorazioni in cartongesso, termico ed acustico, dipinture interne ed esterne, nonché finiture, decorazioni particolari, ristrutturazioni e isolamento a cappotto. L’azienda rappresenta una delle realtà più significative della propria categoria realizzando sia in ambito nazionale che internazionale: ambientazioni per catene di negozi, lavori di risanamento edile, edifici ex-novo e ristrutturazioni. Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 Fax 044/201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch Gewerbestrasse 1 CH – 6030 Honau Tel.: +41 41 455 41 10 Fax: +41 41 455 41 15 E-mail: [email protected] www.bne.ch Il magazzino è di 7000 m2 di cui 1200 m2 sarebbero liberi per la gestione della logistica conto terzi. BENVENUTO AI NUOVI SOCI AGILENTIA AG RATZENBERGER ANDREA JOSEFSTRASSE 225 CH-8005 ZÜRICH TEL. +41 (0)44 515 89 50 [email protected] WWW.SHERPANY.COM BLÖCHLINGER, FRISCH- UND KÜHLLOGISTIK GMBH BLÖCHLINGER PATRICK INDUSTRIESTRASSE 52 CH-8112 OTELFINGEN TEL. +41 (0)43 931 03 03 FAX +41 (0)43 931 02 29 [email protected] WWW.FRISCHLOGISTIK.CH CALANNI LUCA JOHANNES-HIRT STR. 18B CH-8804 AU ZH TEL. +41 (0)78 629 76 52 [email protected] COSTA ALBERTO LANGMAUERSTRASSE 35 CH-8006 ZÜRICH TEL. +41 (0)79 194 29 34 [email protected] OFFERTE DI MERCI E SERVIZI DELLI GATTI CARLO GLATTALSTRASSE 213 CH-8153 RÜMLANG TEL. +41 (0)79 281 87 66 [email protected] Spazi magazzino BNE AG ESSETI SRL GRASSILLI ELENA Dal mercato svizzero Per ulteriori informazioni rivolgersi alla: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 Fax 044/201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch VIA DEL LAVORO 90 IT-40050 ARGELATO (BO) TEL. +39 051 892 362 FAX +39 051 893 972 [email protected] WWW.ESSETICIRCUITI.IT MY ESPRESSO BOUTIQUE MURDOCCO ANGELO RUE DU MAUPAS 87 CH-1004 LAUSANNE VD TEL. +41 (0)78 624 34 62 [email protected] WWW.MYESPRESSOBOUTIQUE.COM NARDUCCI - SERVICE MOLISE NARDUCCI FRANCO LUEGETENWEG 6 CH-5610 WOHLEN TEL. +41 (0)56 622 38 24 FAX +41 (0)78 740 49 73 [email protected] WWW.SERVICEMOLISE.IT RUGGIERI FABIO NIEDERFELBENWEG 9 CH-8702 ZOLLIKON TEL. +41 (0)79 918 92 24 [email protected] WWW.SPITALINTERNIST.CH SB TRANSLATIONS BARTELLONI SILVIA LEIWEG 2 CH-8305 DIETLIKON TEL. +41 (0)78 746 67 48 [email protected] ottobre 2015 La Rivista - 95 ATTIVITÀ E SERVIZI PUBBLICAZIONI RECUPERO IVA ITALIANA E SVIZZERA Con i suoi circa 700 Soci la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: • La Rivista periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) • Annuario Soci • Indicatori utili Italia-Svizzera • Analisi settoriale – Abbigliamento • Analisi settoriale – Arredamento • Analisi settoriale – Energie Rinnovabili • Analisi settoriale – Vino • Guida per i lavoratori distaccanti in Svizzera • La realizzazione di lavori in Svizzera – Focus Edilizia Il servizio, offerto a condizioni molto vantaggiose, è rivolto sia ad imprese svizzere che recuperano l’IVA pagata in Italia, sia alle imprese italiane che desiderano recuperare l’IVA pagata in Svizzera. • Incontri BtoB massimizzando il ritorno commerciale derivante dall’incontro tra la domanda svizzera e l’offerta italiana • Organizzazione di incontri e workshop tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato • Colloqui di consulenza individuale • Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana e tedesca per imprese elvetiche • Ricerche e consegne semplici di contatti italiani e svizzeri (produttori, importatori, grossisti, commercianti, agenti/ rappresentanti) • Ricerca e mediazione di partners commerciali italiani e svizzeri • Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti • Recupero di crediti commerciali • Investire in Svizzera: servizio dedicato all’accompagnamento di investimenti in svizzera • Azioni promozionali e di direct marketing • Assistenza e consulenza in materia doganale e commerciale • Informazioni statistiche ed import/ export • Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insediamenti in Svizzera ed in Italia • Informazioni riservate su aziende italiane: visure, bilanci, assetti societari, protesti, bilanci, rapporti commerciali, ecc. • Informazioni riservate su aziende svizzere: estratto dal registro di commercio, statuto legalizzato, atto di costituzione, rapporto commerciale (informazioni sulla solvibilità) • Traduzioni ed interpretariato • La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di Verona Fiere 96 - La Rivista ottobre 2015 Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel.: +41 44 289 23 23 Fax: +41 44 201 53 57 E-mail: [email protected] www.ccis.ch CHE-107.821.234 IVA Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel.: +41 22 906 85 95, Fax: +41 22 906 85 99 E-mail: [email protected] CHE-107.821.234 IVA Via Nassa 5 6900 Lugano Tel.: +41 91 924 02 32 Fax: +41 924 02 33 E-mail: [email protected] CHE-107.821.234 IVA RICERCA DI PARTNER COMMERCIALI Grazie alla propria rete di contatti e alla conoscenza delle esigenze e dei bisogni del mercato elvetico e di quello italiano, la Camera di Commercio offre ad imprese sia svizzere che italiane intenzionate ad esportare i propri servizi e prodotti all’estero un’accurata ricerca di controparti commerciali. Attraverso un’analisi sistematica del mercato obiettivo ed identificati i partner commerciali Grazie agli accordi di reciprocità tra l’Italia e la Svizzera, è consentito ai soggetti titolari di partita iva di ottenere il rimborso dell’IVA pagata nello Stato estero. La CCIS: • fornisce la necessaria documentazione; • esamina la documentazione compilata; • recapita l’istanza di rimborso all’ Autorità fiscale competente; • avvia e controlla l’iter della Vostra pratica; • fornisce assistenza legale. Siamo a vostra completa disposizione per ottenere maggiori informazioni e richiedere la documentazione sul servizio per il rimborso dell’IVA italiana, tedesca e/o di quella svizzera. (Tel. +41 44 289 23 23) RAPPRESENTANZA FISCALE IN SVIZZERA PER IMPRESE ITALIANE Le imprese che realizzano su territorio svizzero operazioni imponibili all’iva svizzera per un valore superiore a CHF 100’000 sono obbligate a registrarsi ai fini iva in Svizzera. La Camera di Commercio supporta in questo caso le imprese italiane divenendo il loro rappresentante fiscale occupandosi di aprire partita iva in Svizzera, registrare le fatture in entrate ed uscita e predisporre il rendiconto iva trimestrale. Inoltre ogni assistenza fiscale legata alla fatturazione di operazioni commerciali in Svizzera è compresa nel servizio. ritenuti più idonei per le imprese a diventare affidabili interlocutori nel settore di riferimento, viene organizzato un incontro presso le aziende target così selezionate permettendo alle imprese italiane o svizzere un rapido ed efficace ingresso sui rispettivi mercati di riferimento. Per ulteriori informazioni ed un preventivo sul servizio, potete contattarci al seguente indirizzo mail [email protected] LA SOLUZIONE GIUSTA PER OGNI EVENIENZA. SOTTO LO STESSO TETTO. E T N E M L A F IN RNATA! O T È Da l r o b u s to DA I LY, il Va n of t h e Ye a r 2015 , a l p e s o m a s s i m o S T R A L I S : l ’a t t u a lis s i m a g a m m a d i ve i co li I ve co u n is ce e co l o g ia e d e co n o m ia i n m o d o i d e a l e e , g r a z i e a s u o i i n n u m e r e vo li m o d e lli , of f r e s o l u z i o n i s p e ci f i ch e p e r o g n i i n c a r i co d i t r a s p o r to. Gustala come gli italiani: un filo d‘olio d‘oliva, sale e pepe e... buon appetito! I V E CO ( Sv i z ze r a ) S A , O b e r fe l d s t r a s s e 16 , 83 02 K l o t e n , t e l . 0 4 4 8 0 4 7 3 7 3 , w w w. i ve co . c h Alfa Romeo con Monoscocca in carbonio, telaio in alluminio e un bilanciamento perfetto. Pura Alfa Romeo. ALFA ROMEO 4C. ACCENDI L’EMOZIONE. ALFAROMEO.CH Consumo di carburante ciclo misto 6,8 l/100 km, emissioni di CO2 157 g/km, categoria d’efficienza energetica G. Il valore medio (CO2) di tutti i veicoli nuovi immatricolati in Svizzera è pari a 144 g/km.