Fascino e mito della Saslong Classic in Val Gardena

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Fascino e mito della Saslong Classic in Val Gardena
 Fascino e mito della Saslong Classic in Val Gardena
Ogni anno, poco prima di Natale, gli occhi degli appassionati di sci sono puntati sulla
Saslong in Val Gardena-Alto Adige. La pista gardenese, una delle più lunghe del mondo, è
tra le preferite dal pubblico internazionale ed è all’avanguardia nel campo della sicurezza.
La Saslong, realizzata nel 1969, è considerata una delle piste più moderne della Coppa del
Mondo.
Veloce, spettacolare, famosa: la pista Saslong in Val Gardena/Alto Adige, così chiamata
dal nome ladino del monte Sassolungo (3.181 metri), è una delle discese più spettacolari
di Coppa del Mondo. Ogni anno migliaia di spettatori da tutto il pianeta arrivano in Gardena
per incitare i migliori atleti del Circo Bianco, che sulla seconda pista più lunga della Coppa
fanno registrare grandi prestazioni cronometriche. Per vincere una gara di Coppa del
Mondo sulla Saslong, caratterizzata da salti, ondulazioni e strettoie, bisogna essere dei
campioni completi, anche se l’albo d’oro della manifestazione ha fatto spesso registrare
sorprese. Nel 1970 ad esempio vinse a sorpresa lo svizzero Bernhard Russi: “Dal punto di
vista emotivo è stato il momento più forte della mia vita. Si trattò di un vero e proprio
exploit, in quanto allora ero considerato solo uno sciatore emergente”.
Nel 2010 un altro elvetico, Silvan Zurbriggen, ha vinto proprio sulla Saslong la sua prima
discesa di Coppa del mondo. Con 9 salti e 17 ondulazioni la Saslong è una delle piste più
veloci e lunghe del mondo.
Dalle Gobbe di Cammello ai Prati del Ciaslat
La famose Gobbe di Cammello rappresentano il punto più spettacolare del tracciato. Il
primo a sorvolarle fu, nel 1980, l’austriaco Uli Spiess. “La paura me la sentivo nelle ossa.
Paura di non sapere a cosa andavo incontro, se ce l’avrei fatta oppure se avrebbero dovuto
raccogliere le mie ossa col cucchiaino”, rammenta Spiess, che per affrontare il rischioso
passaggio si allenò sul trampolino di salto con gli sci. Fino a quel momento le Gobbe
venivano elegantemente aggirate, seguendo la cosiddetta “linea Girardelli”. Oggi la prima
gobba viene “pressata” e si salta dalla seconda oltre la terza. L’austriaco Michael
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Walchhofer, vincitore nel 2007 e nel 2008, fece un salto di ben 88 metri, con una velocità di
punta di 130 km/h.
Dopo poche centinaia di metri gli atleti, già con le cosce in fiamme, arrivano carichi di
adrenalina sui temibili Prati del Ciaslat. L’ingresso su questo tratto, molto ondulato e
irregolare, è decisivo: il minimo errore su questo passaggio ricco di curve e gobbe non
viene perdonato. E più di una volta proprio questo tratto, tanto famoso quanto famigerato,
ha fatto la differenza nella lotta per la vittoria, con strepitosi tempi intermedi andati in
fumo e clamorosi ritardi recuperati.
Lo sciatore altoatesino Herbert Plank, vincitore sulla Saslong nel 1977, racconta del
Ciaslat: “Vedevo letteralmente l’erba attraverso il ghiaccio”. Le 17 grandi ondulazioni del
Ciaslat garantiscono emozioni e snervanti battaglie sul filo dei centesimi di secondo, con
lo splendido sfondo delle montagne gardenesi. “Chi entra bene nel Ciaslat, ne esce
altrettanto bene. Sono tre curve difficili che spesso hanno deciso la gara”, ricorda Kristian
Ghedina, leggendario discesista azzurro nonché detentore del record di vittorie sulla
Saslong. E Michael Walchhofer, l’austriaco vincitore di 4 edizioni – 2 in discesa e 2 in
Super-G – aggiunge: “La Saslong è una delle piste con più tradizione. La discesa è veloce,
segue la conformazione del terreno ed è perciò molto speciale. I due passaggi – Gobbe di
Cammello e Ciaslat – sono molto famosi e temuti nel Circo Bianco, e ossessionano la
mente di ogni sciatore”.
La sfida della Saslong
Chi imbocca la Saslong è atteso da una lunghezza complessiva di 3.446 metri ed un
dislivello di 839 metri. La pendenza massima tocca il 56,9 %, richiedendo agli atleti il
massimo in fatto di impegno muscolare e concentrazione. Oltre alle Gobbe di Cammello
ed ai Prati del Ciaslat, la Saslong presenta parecchi altri punti chiave. Subito dopo la
partenza, a quota 2.249 metri, i discesisti devono affrontare lo Spinel, un salto che porta
direttamente nel punto più ripido del tracciato. Mentre sono in aria gli atleti devono
operare un cambio di direzione per poter atterrare nel migliore dei modi nella
compressione, dove li attende già il salto successivo: si tratta del “Saut dl Moro” (Salto del
Moro), in cui i discesisti spiccano per la prima volta un vero e proprio volo. Qui è
importante mantenere la velocità per affrontare il Looping e il successivo tratto
pianeggiante, cosa che richiede un’estrema sensibilità. La discesa continua sui Muri di
2/5 Saslong Classic Club
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Sochers, che prendono il nome dagli omonimi Prati, per poi arrivare a quel passaggio che
ha reso la Saslong famosa nel mondo: le Gobbe di Cammello.
Devono il loro nome a Sepp Sulzberger, un delegato tecnico della FIS incaricato di
sorvegliare le gare gardenesi: “Lassù, dove ci sono le gobbe di cammello”, disse una volta
per farsi capire, e da allora quei tre dossi si chiamano così.
Superate le Gobbe di Cammello, gli sciatori arrivano sugli impegnativi Prati del Ciaslat e
quindi alla curva di Nucia – così chiamata dall’omonimo maso – che immette i concorrenti
sulla dirittura d’arrivo, caratterizzata da una elevata pendenza verso sinistra. Il Salto del
Tunnel, in passato chiamato salto d’arrivo, consente di raggiungere lunghezze fino a 25
metri. I 9 salti complessivi richiedono un enorme sforzo fisico e mentale.
Nel 2010 il campione del mondo di Super-G, Christof Innerhofer, ha ottenuto il miglior
tempo di prova in discesa: “Avere il miglior tempo nelle prove è sicuramente bello perché
si acquisisce fiducia nei propri mezzi. Quello che conta però è il tempo di gara. Oggi per la
prima volta ho preso punti in discesa sulla Saslong, e questo è un buon inizio”. Il record di
vittorie in discesa sulla Saslong è detenuto da Franz Klammer e Kristian Ghedina con 4
vittorie a testa. Anche l’austriaco Michael Walchhofer vanta 4 successi sulla pista
gardenese, due in discesa e due in Super-G.
La sicurezza innanzitutto
La Saslong in Val Gardena è attualmente considerata una delle piste di Coppa del mondo
più sicure e più moderne. Il tracciato particolarmente ampio offre grandi spazi in caso di
cadute, che a loro volta consentono agli atleti di rischiare di più. In occasione delle gare
vengono montati quasi 27 km di reti di protezione, che rispondono ai più rigidi criteri di
sicurezza e rispettano gli standard imposti dalla Federazione Internazionale di Sci (FIS).
Negli anni scorsi il comitato organizzatore della Val Gardena e la società Funivie Saslong
S.p.a. hanno investito oltre un milione e mezzo di euro nella messa in sicurezza e
nell’ammodernamento della pista. Tra le tante cose è stato radicalmente modificato il
salto del Tunnel, causa di parecchie cadute e traumi. Adesso gli atleti, pur saltando più in
alto e più lontano di prima, atterrano con molta più sicurezza sul tratto finale. E anche le
famose Gobbe di Cammello nel corso degli anni sono state modificate e rese meno
pericolose, a tutto vantaggio anche dei tantissimi turisti che vogliono provare sulla propria
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pelle l’emozione di scendere su una delle più famose piste del mondo. Tutti i concorrenti
sanno già alla partenza che, anche nel peggiore dei casi, si trovano in buone mani.
Durante ogni gara sono impegnati 75 soccorritori e diversi elicotteri, pronti ad intervenire
immediatamente: tra questi figurano 8 medici, i piloti dell’elisoccorso, uomini del
soccorso alpino, carabinieri, barellieri e infermieri di Croce Bianca e Croce Rossa. Il
servizio di soccorso in Gardena è altamente professionale ed è rinomato per la perfetta
organizzazione in occasione di grandi eventi.
Quando la tradizione incontra la modernità
In 43 anni la Val Gardena ha organizzato in totale 70 gare di Coppa del mondo, di cui 64
maschile e 6 femminili, con la Saslong che ha ospitato finora 59 competizioni. Legati alla
tradizione. Il primo sciatore ad entrare nell’albo d’oro della Saslong è stato, nel 1969,
l’elvetico Jean Daniel Daetwyler con il tempo di 2.07,75 minuti. L’attuale record della pista
è detenuto dal francese Antoine Deneriaz, che il 20 dicembre del 2003 fece registrare uno
strepitoso 1.52,99.
Nel corso degli anni la Val Gardena si è guadagnata un’ottima fama nel mondo dello sci ed
è considerata alla stregua di altre località importanti come Wengen o Kitzbühel. In Val
Gardena le gare si disputano tradizionalmente poco prima di Natale, conferendo così un
tocco di agonismo all’atmosfera di festa. La Val Gardena fa inoltre parte fin dalla
fondazione nel 1985 del Club 5, la ristretta cerchia degli organizzatori di Coppa del mondo
più ricchi di storia. L’associazione all’inizio riuniva le 5 classiche discese di Coppa di Val
Gardena, Kitzbühel, Wengen, Garmisch e Val d’Isere consentendo di effettuare operazioni
di marketing congiunte. Al Club nel frattempo si sono aggiunti altri organizzatori classici
di Coppa del Mondo. Organizzando gare di Coppa del mondo da tantissimo tempo, il
comitato organizzatore ed il comitato di gara sono perennemente concentrati sullo
sviluppo tecnico del tracciato, sullo svolgimento professionale e sulla comunicazione
esterna. Benché proiettata nel futuro, comunque, la storia e la tradizione della Val
Gardena con la sua Saslong non sono relegate nel passato. Innovazione basata sulla
tradizione: ecco la ricetta vincente della Saslong Classic.
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Un avvincente programma di contorno
La gioiosa attesa del Natale contribuisce ogni anno a rendere ancora più unica l’atmosfera
che regna in Gardena durante le gare, grazie alla popolazione locale ma anche al pubblico
internazionale. Nel tendone riservato agli spettatori nella zona d’arrivo i tifosi festeggiano
assieme agli atleti, mentre la cerimonia di premiazione nella piazza di Ortisei rappresenta
il momento clou dell’evento, emozionante quasi come una gara olimpica. Nell’ambito
delle “World Cup Adventures”, tantissime strutture ricettive gardenesi propongono un
ricco e variegato programma di intrattenimento, condito ovviamente da prelibatezze
sudtirolesi e italiane. Val Gardena significa anche mondanità e Vip, anche se in primo
piano rimane sempre e comunque lo sport.
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