Xylella fastidiosa in Salento, una nuova emergenza

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Xylella fastidiosa in Salento, una nuova emergenza
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2015 NOTIZIARIO
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Xylella fastidiosa in Salento,
una nuova emergenza fitosanitaria
con ricadute possibili anche
in Friuli Venezia Giulia
Gianluca Governatori, Carlo Frausin
Servizio fitosanitario e chimico, ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica
Sintomi del complesso
del disseccamento rapido
dell’olivo osservati in
Puglia su olivo.
(foto D. Boscia, Istituto di Virologia
Vegetale del CNR, UOS, Bari –
F. Nigro, Dipartimento di Scienze
del Suolo, della Pianta e degli
Alimenti, Università degli Studi
di Bari – A. Guario, Servizio
fitosanitario, Regione Puglia)
(http://photos.eppo.int/index.
php/search/xylella)
Non passa giorno senza leggere
sulle riviste specializzate, sui
quotidiani e sui numerosi blog
in internet dell’emergenza
fitosanitaria che ha colpito gli
uliveti del Salento. È un problema
apparentemente lontano, che però
può riservare ricadute immediate
o future anche sulle produzioni e
sull’ambiente del Friuli Venezia
Giulia.
Si tratta di una questione da non sottovalutare
anche perché tutto il mondo sta seguendo con
particolare interesse l’evoluzione del problema
in Italia e come questo viene gestito per salvaguardare le regioni di tutto il continente. Di seguito, sulla base di quanto reperito dalla bibliografia scientifica e dalle comunicazioni ufficiali
divulgate dalle autorità coinvolte a vario titolo,
vengono presentate alcune informazioni sulla
situazione epidemiologica in Puglia e sulle possibili ricadute nella nostra regione.
Inquadramento del problema
Già da alcuni anni in aree della provincia di
Lecce sono comparse le prime manifestazioni
di un deperimento dell’olivo mai riscontrato prima in tutto l’areale del Mediterraneo e, più in
generale, in Europa. In seguito ad indagini di
campo inizialmente condotte per capire le possibili cause del fenomeno e ad approfondimenti
diagnostici effettuati dai laboratori di analisi,
è stato possibile inquadrare preliminarmente
ciò che ora viene comunemente definito come
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Sintomi del complesso
del disseccamento rapido
dell’olivo osservati in
Puglia su olivo.
(foto D. Boscia, Istituto di Virologia
Vegetale del CNR, UOS, Bari –
F. Nigro, Dipartimento di Scienze
del Suolo, della Pianta e degli
Alimenti, Università degli Studi
di Bari – A. Guario, Servizio
fitosanitario, Regione Puglia)
(http://photos.eppo.int/index.
php/search/xylella)
“Complesso del disseccamento rapido dell’olivo” (CoDiRO). Le cause scatenanti il grave deperimento non sono state ancora definitivamente
dimostrate, anche se dal 2013 (Saponari et al.,
2013) è nota la presenza costante del batterio
Xylella fastidiosa, un organismo di quarantena
per l’Unione Europea, già noto a livello globale
per la gravità delle malattie a cui è associato.
Altri organismi che si ritrovano con frequenza
nelle piante colpite, i cui ruoli nell’espressione
della sindrome risultano dubbi o ancora oggetto
di valutazione, sono specie di funghi dei generi
Phaeoacremonium e Phaeomoniella, oltre a insetti, quali la comune Zeuzera pyrina, lepidottero diffuso in gran parte dell’Europa, e alcuni
coleotteri scolitidi (Nigro et al., 2013).
Allo stato attuale delle conoscenze, pur in assenza della definitiva conclusione delle prove di
patogenicità che sono ancora in corso su alcune
piante ospiti, si ritiene che sia proprio X. fastidiosa, in una sua forma genetica affine alla sottospecie pauca (Cariddi et al., 2014), l’agente
responsabile della nuova malattia degli olivi.
Il batterio e i suoi vettori
X. fastidiosa è un batterio gram-negativo rappresentato in natura da differenti ceppi, biotipi e
patotipi, alcuni dei quali sono stati isolati e caratterizzati sotto il profilo biologico. Geneticamente
sono stati ben definiti, tutti presenti nel continente
americano. Al di fuori delle Americhe, X. fastidiosa è stata ufficialmente segnalata solo per l’isola
di Taiwan e più di recente in Puglia, in diversi
comuni della provincia di Lecce e nel comune di
Oria, in provincia di Brindisi. La presenza in Iran
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del batterio e della malattia ad esso correlata
(Amanifar et al., 2014) non è stata confermata. E anche la segnalazione relativa alla Turchia
(Güldür et al., 2005) è stata oggetto di una
successiva smentita da parte delle autorità fitosanitarie locali sulla base di specifici monitoraggi
ufficiali (EPPO, 2015). Anche le diagnosi che
erano state effettuate su vite in Kosovo e dalle
quali era emersa la presenza di un microrganismo riferibile alla malattia di Pierce (vedi sotto),
non sono state ufficialmente confermate e sono
da considerarsi dubbie (EPPO, 2014). Sta di fatto che il pericoloso batterio è ormai da ritenere
presente e attivo sia in Asia che in Europa.
X. fastidiosa è un batterio estremamente diversificato. Le piante notoriamente sensibili alle sue
diverse forme sono molto numerose e raggruppano oltre 300 specie appartenenti ad almeno
63 famiglie di vegetali, tra cui la vite, gli agrumi
e molte altre piante di interesse agrario, forestale
e ornamentale (EFSA, 2015).
Ceppi di X. fastidiosa presenti e studiati nel continente americano sono responsabili di malattie
gravi e complesse, sia per la difficoltà di gestione in campo, sia per il rischio fitosanitario
connesso alla circolazione dei vegetali. La malattia di Pierce (Pierce’s disease) è ad esempio
riconosciuta tra le più importanti problematiche
sanitarie della vite, come pure la clorosi variegata degli agrumi, inizialmente comparsa nel
1993 in Brasile e oggi ampiamente diffusa in
Sud America (Hopkins & Purcell, 2002; Janse &
Obradovic, 2010).
Il ceppo isolato in Europa, ad oggi, non sembra
interessare né la vite, né gli agrumi, ma tra i
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diversi ospiti, oltre all’olivo, vi sono sicuramente
anche l’oleandro, il mandorlo, il ciliegio, il rosmarino e la mimosa.
Il batterio, una volta penetrato nella pianta ospite, colonizza i vasi legnosi (xilema), dove si moltiplica, fino ad ostruire il flusso linfatico, con il
conseguente deperimento delle parti vegetative
colpite.
La trasmissione in natura avviene attraverso le
punture di insetti che si nutrono di liquidi vegetali
attraverso un apparato boccale pungente-succhiatore (fitomizi). Tra tutti, la cicalina “sputacchina” Philaenus spumarius (Hemiptera Aphrophoridae) è un vettore polifago molto diffuso in
tutta Europa. La trasmissione per via radicale è
possibile nelle piante in cui gli innesti radicali
avvengono con facilità (EFSA, 2015). Per alcuni
ceppi di X. fastidiosa è stata anche dimostrata
la trasmissione attraverso la pratica dell’innesto
(Janse & Obradovic, 2010; EFSA, 2015).
Sintomi della malattia
I sintomi delle malattie causate dai differenti
ceppi di X. fastidiosa si esprimono in maniera
differente e specifica in base alla pianta ospite
interessata dall’infezione.
Olivo
Il complesso del disseccamento rapido dell’olivo si manifesta con un rapido deperimento dei
germogli e dei rami. Gli apici e i margini dei
lembi fogliari inizialmente ingialliscono, poi imAcacia saligna (mimosa)
Catharanthus spp.
Myrtus communis (mirto)
Nerium oleander (oleandro)
Olea europaea (olivo)
Polygala myrtifolia
Prunus avium (ciliegio)
Prunus dulcis (mandorlo)
Rhamnus alaternus (alaterno)
Rosmarinus officinalis (rosmarino)
Spartium junceum (ginestra odorosa)
Vinca spp.
Westringia fruticosa
Tabella 1: Elenco delle piante notoriamente sensibili agli
isolati europei di Xylella fastidiosa (estratto dall’allegato
II della Decisione di Esecuzione (UE) 2015/789 della
Commissione del 18 maggio 2015, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, n. L 125 del
21 maggio 2015).
bruniscono e disseccano. Le foglie secche e le
olive mummificate tendono a rimanere attaccate ai germogli. I rami e i germogli in sezione
trasversale mostrano una decolorazione più o
meno evidente degli elementi vascolari (Nigro
et al., 2013; Giampetruzzi et al., 2015).
Vite (malattia di Pierce della vite)
La specifica malattia non è presente in Europa.
I primi segni dell’infezione si manifestano con
un appassimento della pianta e presenza di
clorosi internervali nelle foglie. Con l’avanzare
della stagione i margini fogliari virano al giallo
o al rosso, a seconda delle varietà. Compaiono
poi ampie aree necrotiche originatesi ai margini
fogliari, sempre circondate da un alone giallo
o rosso. Le lamine fogliari tendono a staccarsi,
lasciando i soli piccioli attaccati ai germogli.
I nuovi tralci maturano in maniera incompleta e
irregolare, evidenziando macchie di tessuto lignificato alternate a porzioni ancora verdi. L’anno successivo alcuni germogli non si sviluppano,
altri vegetano, ma si presentano raccorciati e
clorotici, con scarsa vigoria e crescita stentata.
Nel corso della stagione lo sviluppo del germoglio può anche riprendere in maniera apparentemente regolare, ma con i sintomi che ricompaiono a stagione inoltrata (University of California
- Agricultural & Natural Resources, 2015).
Altri vegetali
In generale, la comparsa di bruciature o bronzature dei margini fogliari è il sintomo più caratteristico delle infezioni causate dalle malattie
attribuibili ai differenti ceppi di X. fastidiosa.
Sintomi della malattia
di Pierce indotti da
un’infezione di Xylella
fastidiosa su una foglia
di vite, con necrosi dei
margini delimitate da un
alone giallo.
(foto: M. Scortichini, Istituto
Sperimentale per la Frutticoltura,
Roma) http://photos.eppo.
int/index.php/image/1817xylefa-14
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I sintomi compaiono inizialmente su limitate porzioni, per poi diffondersi in varia misura su tutta
la pianta. A seconda del tipo di vegetale ospite,
il decorso della malattia può portare a deperimenti più o meno rapidi e generalizzati, arresti
della crescita, presenza di frutti malformati, fino
alla morte della pianta.
Possibili ricadute a livello regionale
L’accertata presenza del ceppo CoDiRO di X.
fastidiosa nella penisola salentina ha da subito destato serio interesse, per lo meno in Europa. Il rischio di contaminazione ad opera di un
batterio altamente polifago e ormai famoso per
essere causa di gravi malattie di diverse piante
coltivate e spontanee ha ingenerato inevitabili
preoccupazioni a livello nazionale e internazionale. Per quanto concerne il nostro Paese, le reazioni che sono seguite al primo annuncio ufficiale di contaminazione hanno portato a chiedere
all’Italia misure di intervento e di garanzia nei
confronti delle produzioni vegetali che, in quanto potenziali ospiti, potrebbero diffondere il batterio al di fuori delle zone delimitate della Puglia
meridionale. Le misure fitosanitarie adottate da
alcuni Paesi, soprattutto dell’area mediterranea,
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sia in ambito comunitario che extracomunitario,
non interessano soltanto l’olivo o le piante ospiti
del ceppo CoDiRO, ma, in forza del principio
di precauzione e di salvaguardia dei territori nazionali, sono state generalizzate ai vegetali anche solo potenziali ospiti del batterio. Tra questi
anche la vite. Il Friuli Venezia Giulia è famoso
per la produzione di barbatelle, che vengono
esportate in tutto il mondo. La chiusura di alcuni
mercati importanti nei confronti delle produzioni
italiane, non solo pugliesi, desta quindi non poche preoccupazioni tra gli operatori del settore.
Il Friuli Venezia Giulia è oggi del tutto estraneo al
problema in campo. Una condizione che deve
essere mantenuta più a lungo possibile, perché
la presenza di X. fastidiosa nel territorio danneggia in prima istanza la circolazione dei materiali
prodotti, per poi ricadere inevitabilmente sulle produzioni. L’essere liberi dal problema sanitario è
un valore aggiunto di cui essere pienamente consapevoli. Ora è necessario fornire risposte adeguate e credibili ai mercati, con controlli accurati
e capillari delle produzioni locali e dei materiali
che provengono dalle altre regioni produttive, attraverso una sorveglianza attiva basata su continui
monitoraggi, campionamenti e analisi ufficiali.
BIBLIOGRAFIA
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Cariddi C., Saponari M., Boscia D., De Stradis A., Loconsole G., Nigro F., Porcelli F., Potere O. & Martelli G.P., 2014 – Isolation of a Xylella
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Giampetruzzi A., Chiumenti M., Saponari M., Donvito G., Italiano A., Loconsole G., Boscia D., Cariddi C., Martelli G.P. & Saldarelli P., 2015
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php/jpp/article/view/2986/1660)
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