Specchi curvi - Istituto di Istruzione Superiore "Aldo Moro"
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Specchi curvi - Istituto di Istruzione Superiore "Aldo Moro"
Specchi curvi MPZ 1. Perché alcuni specchi ingrandiscono le immagini? Di che tipo di specchio si tratta? Concavo, ma devi essere vicino allo specchio! p<f l’immagine è virtuale f asse dello specchio p Le leggi della riflessione non cambiano, però le normali ai diversi punti dello specchio sferico sono disposte radialmente ciò ha come conseguenza una deformazione delle immagini riflesse dallo specchio. 2. Prova ad allontanarti dallo specchio sferico … e a specchiarti in un cucchiaio ! Com’è la tua immagine? Specchio concavo, “lontano” dallo specchio! p>f p f asse dello specchio l’immagine è reale, capovolta e rimpicciolita La deformazione dell’immagine dipende dalla posizione relativa dell'oggetto rispetto allo specchio. Immagine reale perché la luce emana realmente dall’immagine. Una posizione speciale! p=f non si forma nessuna immagine C F asse dello specchio F è il FUOCO dello specchio per specchi sferici f = R/2 R: raggio curvatura R>0 per specchi concavi Equazione dei punti coniugati: f = distanza focale p = distanza dell’oggetto dal vertice V dello specchio p>0 se oggetto davanti allo specchio R ) f C V q = distanza dell’immagine dal V dello specchio q>0 se immagine davanti allo specchio 1/p + 1/q = 1/f ingrandimento lineare trasversale dell’immagine G = - p/q G < 0 immagine capovolta 3. C’è un “punto speciale” ? Fuoco: un punto speciale! asse ottico principale Se un fascio di raggi incide parallelamente all’asse di uno specchio concavo questi convergono in un suo punto detto fuoco Fuoco: un punto speciale! asse ottico principale Se poniamo una sorgente luminosa nel fuoco di uno specchio concavo, per il principio di reversibilità del cammino luminoso, i raggi saranno riflessi tutti parallelamente all'asse principale Fuoco: un punto speciale! Co F asse ottico principale Il fuoco di uno specchio sferico concavo viene a trovarsi a metà fra il centro C e la superficie riflettente: f = R/2 dove R è il raggio della sfera cui la calotta riflettente appartiene. Il fuoco secondario F’ C F asse ottico principale Se invece di un fascio di raggi paralleli all'asse principale, si prende un fascio parallelo ad un qualsiasi altro asse, per ogni asse secondario si può determinare un fuoco secondario. L'insieme dei fuochi che si individuano in tal modo al variare degli assi, costituisce un piano, che si chiama piano focale. Aberrazione sferica Quanto descritto vale per specchi sferici che soddisfano approssimativamente le seguenti condizioni: 1) angolo di apertura piccolo, cioè la sfera che contiene la calotta speculare è molto estesa rispetto ad essa. 2) raggi parassiali, i raggi luminosi formano con l'asse ottico angoli molto piccoli. Se tali condizioni, dette approssimazioni di Gauss, non sono rispettate, la formazione delle immagini avviene in modo meno nitido. Aberrazione sferica Raggi non parassiali non convergono esattamente nel fuoco, ma in una regione più ampia che viene chiamata superficie caustica. L’immagine appare confusa, sfuocata! F asse ottico principale 4. Hai mai fatto caso all’immagine si ottiene dentro una teglia da torta ? Prova! con i raggi che la illuminano obliquamente Esempio di superficie caustica Quando una teglia cilindrica viene illuminata obliquamente, i raggi che si riflettono sulla parete verticale disegnano sul fondo una caustica di riflessione. I raggi riflessi sono tutti tangenti alla caustica che essi formano come inviluppo di rette. La sezione piana della caustica così ottenuta è una Cardioide. Immagine tratta da: Il giardino di Archimede Fotografia di Andrea Iannello e Alessandro Arduino della 4Ds, per il 3° Concorso Fotografico “La Fisica nei Fenomeni Naturali” Specchi parabolici Con uno specchio concavo a sezione parabolica si ha sempre la convergenza nel fuoco! Gli specchi concavi parabolici sono quindi più "precisi" di quelli sferici, in essi non si ha l'aberrazione. Gli specchi parabolici però sono più costosi, per cui, per applicazioni in cui la precisione non è necessaria, si utilizzano specchi sferici (più semplici da costruire e quindi più economici). Quando lo specchio ha un'apertura piccola, parabola e sfera coincidono. Una sfera ed un paraboloide tangenti praticamente coincidono nelle vicinanze del vertice comune V Cenni storici: gli specchi ustori Si cita spesso l’utilizzo degli specchi parabolici ustori di Archimede contro la flotta di Marcello nell’assedio di Siracusa del 212 a.C., anche se storici quali Polibio, Livio e Plutarco non menzionano mai questa macchina bellica. Gli specchi ustori Uno specchio concavo con il fuoco posto a 100 m di distanza, dovrebbe avere una superficie di qualche decina di m2, raggio di apertura di un paio di metri, sagoma indifferentemente parabolica o sferica – nel caso indistinguibili. Lo specchio se realizzato con lastre di rame o bronzo lucidato, dello spessore di 2 – 3 cm, arriverebbe a pesare circa 3 tonnellate. Inoltre con uno specchio parabolico o sferico tridimensionale, per formare un’immagine sul piano focale l’asse ottico dello specchio deve essere orientato verso il sole. Carlo Zamparelli - Storia, scienza e leggenda degli specchi ustori di Archimede Gli specchi ustori Un dispositivo del genere, con sole alto sull’orizzonte di un angolo non nullo, potrebbe solo solamente incendiare un oggetto che evidentemente sia anch’esso alto sull’orizzonte. Qualunque spostamento per cercare di focalizzare verso un obiettivo più basso della direzione solare, porta, nel caso del paraboloide e della sfera, anche ipotizzando il sole come un punto geometrico, alla formazione di un inviluppo dei raggi riflessi sotto forma di caustiche. In definitiva una direzione dei raggi solari non parallela all’asse ottico fa sì che essi non si concentrino in un unico punto, vuoi per le proprietà della parabola, vuoi per l‘esaltarsi delle aberrazioni geometriche nel caso degli specchi sferici Carlo Zamparelli - Storia, scienza e leggenda degli specchi ustori di Archimede Gli specchi ustori Più probabile l’uso di specchi piani indipendenti che non approssimano la concavità di uno specchio curvo, ma che sommano le singole azioni elementari 50 – 60 specchi da circa 1 m2 l’uno Verificato ad es. il 6.11.73 nell’isola di Salamina, Grecia con 50 specchi piani di vetro rivestiti di bronzo lucidato di 0,5 x 2 m l’uno Gli specchi ustori David Wallace, professore al Massachusetts Institute of Technology, ha provato a ripetere l'esperimento assieme alla sua classe. Il 4 ottobre 2005, Wallace e i suoi allievi hanno composto un collage di 127 specchi di circa 30 centimetri quadrati l'uno a circa 30 metri dal modello di una nave di legno. Sono bastati 10 minuti di sole perché la nave prendesse fuoco. ''Eureka!'' http://newton.corriere.it/PrimoPiano/News Nel quotidiano: Mediante specchi si convoglia il flusso luminoso della sorgente di luce entro un angolo ristretto e diretto in una determinata direzione Nel quotidiano: Il caso dei fari anabbaglianti è interessante. Per questi si pone una sorgente luminosa ad una distanza maggiore della focale e si scherma la parte inferiore della sorgente luminosa. Si ha allora che i raggi fuoriescono con una inclinazione in modo da illuminare verso il basso. Nel “quotidiano”: La centrale ad energia solare di Odeillo, nei Pirenei, è una delle più potenti del mondo. Banchi di specchi orientabili nella direzione del Sole riflettono la luce facendola convergere in un enorme riflettore parabolico che a sua volta focalizza l’energia nella fornace solare, dove si raggiungono i 3000°C, una temperatura sufficiente per fondere i metalli. Nel quotidiano: Il primi telescopi inventati agli inizi del XVII secolo usavano due lenti di vetro per far apparire più vicini oggetti distinti. Ma l'effetto della rifrazione della luce generava immagini confuse con contorni colorati. Nel 1668 Newton progettò un telescopio riflettore con specchi invece di lenti per focalizzare la luce, ottenendo un'immagine più nitida. Nel “quotidiano”: I telescopi riflettori Newton si avvalgono principalmente di uno specchio primario (obiettivo) parabolico che concentra il fascio ottico in avanti; poco prima del fuoco vi è posto un secondo specchio ellittico (piano), inclinato di 45° che devia il fascio ottico a lato del tubo di supporto. Nel “quotidiano”: il telescopio Hale dell’osservatorio di Monte Palomar in California, attivo dal 1948, ha uno specchio primario in pyrex di 5 m di diametro, da 13 tonnellate il Keck a Mauna Kea nelle Hawaii arriva a 10 m di diametro grazie un innovativo sistema a pannelli lo specchio del Zelenchukskaya nel Caucaso ha 6 metri di diametro Nel “quotidiano”: nel 1990 è stato messo in orbita Hubble, un telescopio con specchio primario da 2,4 m. Lo strumento è all’interno di un satellite che ruota attorno alla Terra a 600 km di quota Nel quotidiano: Lo stesso principio governa il microfono parabolico: le onde sonore, che venendo da lontano si possono considerare parallele, si riflettono sulla parabola e vengono concentrate nel fuoco, dove si trova un microfono. Questo meccanismo può cogliere rumori molto deboli e lontani. Nel quotidiano: Sempre sfruttando le proprietà focali della parabola si costruiscono i grandi radiotelescopi e le antenne paraboliche della TV satellitare. 5. Un gioco: Il gioco scientifico “Mirage” sfrutta opportunamente la riflessione della luce sugli specchi parabolici, realizzando l’immagine di un maialino che sembra reale, ma che non si riesce ad afferrare! Fotografie di Enrico Simonetto, della 3Ds, presentate al 2° Concorso Fotografico “La Fisica nei Fenomeni Naturali” Un gioco: Il vero maialino è posto in F (fuoco dello specchio superiore); i raggi luminosi che escono da F si riflettono sullo specchio superiore il quale li rimanda indietro parallelamente all’asse ottico comune ai due specchi; questi stessi raggi convergono poi in F’, fuoco dello specchio inferiore creando così l’immagine del nostro maialino rosa. L’immagine in F’ è reale (non il maialino!) e diritta per quanto riguarda l’alto e il basso, ribaltata per quanto riguarda la destra e la sinistra. 6. Perché alcuni specchi rimpiccioliscono sempre le immagini? Di che tipo di specchio si tratta? Convesso! l’immagine è virtuale q f asse dello specchio L’immagine è sempre virtuale, diritta, rimpicciolita e posta tra vertice e fuoco dello specchio! 7. Prova ad osservare dallo specchio convesso… e a specchiarti in una “pallina” da Natale! Cosa vedi? Mano con sfera riflettente (autoritratto nello specchio sferico) – Escher - 1935 Con specchi convessi è possibile "vedere" oggetti sotto un grande angolo Nel quotidiano: per questo gli specchi convessi sono usati per costruire gli specchietti retrovisori, gli specchi stradali e gli specchi antitaccheggio: 8. E se usassimo come specchio la superficie esterna di un cilindro? Ovviamente l’immagine è sempre virtuale, diritta e rimpicciolita … lo specchio è concavo! Anamorfosi Da sempre l’uomo ha usato gli specchi per creare delle “magie”, come ad esempio far apparire naturali degli oggetti deformati. E’ il caso delle anamorfosi curve (cilindriche, coniche, sferiche). Immagine pubblicitaria di un antico gioco ottico Anamorfosi cilindrica Per disegnare un’anamorfosi cilindrica è necessario disporre di una griglia polare, il cui quadrettato sia costituito da cerchi concentrici e da raggi uscenti dal polo: Anamorfosi cilindrica Posizionando lo specchio cilindrico al centro della griglia si ottiene un’immagine di quadrettato classico ortogonale. Anamorfosi cilindrica Si realizza un disegno su di un quadrettato ortogonale. Si riporta il disegno, riquadro per riquadro, nel quadrettato polare mantenendo la corrispondenza tra le coordinate: disegni di Edoardo Peradotto della 3Ds Fotografia di Edoardo Peradotto della 3Ds per il 3° concorso Concorso Fotografico “La Fisica nei Fenomeni Naturali” Fiocco di luce di Daniela Rissone Installazione artistica in anamorfosi cilindrica realizzata a Torino, sotto la Mole, in occasione dell’Anno Mondiale della Fisica. staff.polito.it Anamorfosi conica di Edoardo Peradotto della 3Ds Questa anamorfosi richiede l’utilizzo di un cono specchiato di raggio r e altezza h, il cui spazio di riflessione è una corona circolare di raggio R = h tan2α (con 2α uguale all’apertura completa del cono) se non si rispetta questa relazione trigonometrica l’anamorfosi non risulterà visibile. Per prima cosa ho disegnato la figura (in questo caso la “E” tridimensionale) all’interno di una circonferenza di raggio r: Anamorfosi conica di Edoardo Peradotto della 3Ds Anamorfosi conica Per creare l’anamorfosi ho utilizzato un particolare pantografo che mi sono costruito da solo, detto del Parrè, formato da due rombi, uno più grande e uno più piccolo, tra le cui diagonali vi è un rapporto costante k. B C A Anamorfosi conica Si fa ruotare il pantografo in modo che B, il punto di unione dei rombi, ricalchi la circonferenza e sia unito al centro da un segmento lungo r e il punto A (vertice opposto del rombo piccolo rispetto a B) ricalchi la figura precedentemente disegnata: così facendo il punto C (vertice opposto di B nel rombo grande), dotato di mina, traccerà l’anamorfosi. Anamorfosi conica di Edoardo Peradotto della 3Ds Questo strumento permette quindi di riportare ogni punto della figura di partenza sulla corona circolare, calcolando la distanza tra il punto e la circonferenza e moltiplicandola per k. Mettendosi a guardare con l’occhio sull’asse del cono, posto sopra la circonferenza, l’anamorfosi torna ad essere la “E tridimensionale”. Anamorfosi conica Disegno e fotografia di Edoardo Peradotto della 3Ds per il 3° concorso Concorso Fotografico “La Fisica nei Fenomeni Naturali”