Sassi: «Serve una vera svolta a sinistra»
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Sassi: «Serve una vera svolta a sinistra»
Cronaca GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 GAZZETTA 17 VERSO LE PRIMARIE » L’INTERVISTA/2 Sassi: «Serve una vera svolta a sinistra» L’assessore al Welfare e candidato Sel sul voto di domenica: nella coalizione rappresentiamo il motore del cambiamento «La sinistra deve essere il motore del cambiamento». Sembra uno slogan. Ma, in realtà, è una profonda convinzione di Matteo Sassi, assessore al Welfare e candidato in quota Sel alle primarie del centrosinistra, in programma domenica. «Penso di aver dato un buon contributo al governo senza aver perso di vista il senso del cambiamento. Viviamo solo se se ci facciamo interpreti dei cambiamenti necessari», afferma l’assessore, che nel suo pantheon di personaggi di riferimento inserisce il mitico Ernesto “Che” Guevara, la compianta poetessa Alda Merini e «tutti quegli uomini e quelle donne senza nome, che hanno perso la vita facendo il proprio lavoro». Sassi, ormai ci siamo quasi. Domenica si vota. «Su questa campagna elettorale il mio giudizio è positivo, perché le primarie sono un fatto sia democratico che politico in cui ciascuno dei candidati si è messo all’ascolto della città, con modalità e contenuti propri. Un percorso positivo per la prospettiva di valorizzare le competenze dei cittadini e per la loro partecipazione». Magnani ha detto che, in caso di sconfitta, rinuncerà a chiedere assessorati. Lei che farà? «Se perdo, dal 3 di marzo continuerò a fare il mio lavoro quotidiano da assessore, e mi metterò a lavorare per sostenere il vincitore, per fare in modo che alle elezioni di maggio non si affermi solo il centrosinistra, ma si affermi la sinistra all’interno della coalizione, in modo che si possano sostenere culture critiche che non necessariamente devono fare rima con populismo». Quindi niente poltrone? «Non miro ad un assessorato. Saranno le elezioni di maggio a consegnarci anche il dato più politico. Ma ho sempre detto che non penso che le primarie siano un ufficio di collocamento». Sel e Pd. Un’alleanza tutta reggiana, che invece non riesce a realizzarsi a livello nazionale. Lei cosa pensa? «Il centrosinistra può vivere e rinascere solo a partire dai territori, visto lo scenario nazionale. Il compito di Sel non è fare un’azione di testimonianza, ma è quello di promuovere le visioni critiche di sinistra, laiche e ‘‘ ‘‘ ‘‘ Non miro ad avere un assessorato Le primarie non sono un ufficio di collocamento Gli errori della giunta? Penso che talvolta si debba avere più umiltà Dobbiamo sconfiggere i populismi facendoci interpreti di positività e razionalità Matteo Sassi, assessore al Welfare e candidato in quota Sel alle primarie di domenica prossima progressiste, che ci sono in città. E che vanno al di là di Sel. È questo il senso della mia candidatura». Ma l’obiettivo minimo di domenica? «Vincere, con il 50% più 1». E in caso contrario? «Perdere, lasciando aperte la speranza e la possibilità di una affermazione della sinistra». Quali sono le priorità della prossima amministrazione? «Sicuramente diffondere le risorse e non concentrarle. Deve esserci un approccio trasversale, tramite percorsi partecipativi della cittadinanza, condividendo strategie e programmi in modo non retorico. L’altra priorità è sicuramente quella dei beni comuni, portando a compimento non solo la ripubblicizzazione del ciclo idrico, ma lavorando anche sui rifiuti, la tutela del territorio agricolo, la difesa e il rilancio del Welfare. La terza priorità è funzionale al raggiungimento dei primi due obiettivi. E riguarda una riorganizzazione completa del Comune nella direzione di processi decisionali meno verticistici: vuol dire rinun- ciare a numerose posizioni dirigenziali, valorizzare le competenze e motivare i dipendenti per raggiungere obiettivi ambiziosi. C’è grande sfiducia, ora, all’interno dell’ente». Però attualmente lei è ancora al governo della città: che voto a questo mandato amministrativo, nato sotto il segno di Delrio? «C’è chi ha improvvisato un po’ troppo» Pregi e difetti di Luca Vecchi, Franco Corradini ed Emanuele Magnani secondo il candidato di Sel Franco Corradini Emanuele Magnani «Il cambiamento è possibile. Ed è questo il motivo per cui mi dovrebbero votare: dall’altra parte vedo solo persone che hanno lo sguardo rivolto al passato. E parlo anche tra i miei sfidanti alle primarie. C’è chi è un po’ il frutto dell’improvvisazione figlia dei nostri tempi e c’è chi fa della mediazione il fine della politica, siglando patti di potere legittimi». Pregi e difetti. Di Luca Vecchi, Franco Corradini ed Emanuele Magnani, i tre sfidanti che Matteo Sassi affronterà domenica prossima in occasione delle primarie del centro sinistra. «Un pregio di Luca Vecchi? - commenta Sassi - Penso che un suo pregio Luca Vecchi sia quello di essere un grande mediatore. Ma a volte può essere anche un difetto. E lo diventa quando si è troppo mediatori, perchè si corre il rischio di fare della mediazione il fine della politica e non uno strumento, con il pericolo di svilire un po un pensiero forte spesso necessario». Pregi e di- fetti, secondo l’assessore al Welfare, non mancano nemmeno al suo collega di giunta, Franco Corradini, che durante la campagna elettorale non ha trascorso una giornata senza lanciare una polemica all’indirizzo di qualcuno. «Franco ha un pregio: ha suo modo sa essere solidale, ma solo a suo modo scherza Sassi - e soprattutto è capace di gesti di grande umanità quanto meno te l’aspetti. Il difetto? Talvolta si fa prendere troppo dal rancore. E questo atteggiamento non va bene, soprattutto per chi come lui ha una storia politica lunga e importante». Oltre ai due sfidanti del Pd, tra i candidati alla corsa Tutti contro Corradini, ma lui rincara Legacoop Comune e Coopservice lo strigliano per la sua stroncatura al neoministro Poletti “Poletti ministro è un disastro”. L’attacco di Franco Corradini, in corsa alle primarie del centrosinistra, al neoministro del lavoro ed ex presidente di Legacoop, scatena il putiferio. Non uno che si schieri con l’assessore alla coesione sociale. Tutti a difendere il “lavoro” fatto da Poletti per la cooperazione. A partire da Legacoop che, in una nota, precisa come non intenda «mescolarsi con il dibattito elettorale che sembra aver scelto Franco Corradini, caratterizzato dai suoi reiterati attacchi alla cooperazione». «Un voto alla giunta? È un 7+: per avere interrotto in questi anni un modello di sviluppo della città che nel decennio precedente si era basato su quantità e consumo di suolo e per avere difeso i servizi sociali ed educativi in questi anni di profonda crisi». Tutto bene, dunque, secondo lei? «Poi ci sono le note dolenti. E purtroppo qui si può fare un elenco. Penso che si debba avere più umiltà perché spesso il meglio è nemico del bene. E noi dobbiamo lavorare per il bene comune della città, con un agenda politica di cambiamento, per vinceremo la sfida nei confronti del populismo e dell’antipolitica, perchè nel trionfo del populismo sono le persone più deboli a subirne le conseguenze». Quando parla di populismo sembra che lo dica riferendosi al M5S ... «Non penso solo a qualcuno in particolare. È un clima fluido e trasversale che rischia di sommergere la democrazia e quindi coloro che hanno bisogno di democrazia. Il populismo è una passione negativa, noi abbiamo bisogno di positività, facendoci interpreti di razionalità per parlare alla testa e al cuore delle persone». (e.spa.) Anche Coopservice prende le distanze da Corradini. Alle bordate dell'assessore e candidato sindaco alle primarie, ribatte infatti il presidente di Coopservice Roberto Olivi, ricordando che «Corradini è dipendente di Coopservice in aspettativa da oltre vent'anni per incarichi elettivi». Dunque, prosegue Olivi, «si tratta di una circostanza che non coinvolge in alcun modo Coopservice la quale segue con rispetto ed autonomia il confronto tra i candidati nelle varie città, compresa quella di Reggio». E a intervenire, dissociando- si da Corradini, è anche il sindaco vicario Ugo Ferrari : «L' assessore Corradini - sottolinea - parla a titolo personale non coinvolgendo in alcun modo il giudizio della mia giunta». «Si possono naturalmente avere idee diverse - precisa Ferrari - ed è legittimo che un candidato alle primarie spari a zero su questa nomina e che proponga una lettura critica sulla cooperazione a Reggio. Ma deve essere altrettanto chiaro che l'assessore Corradini parla a titolo personale». Di fronte a queste prese di posizione, Corradini non tor- na sui suoi passi. Anzi. «Prendo atto - sottolinea - che due pesi massimi del movimento cooperativo come Coopservice e Legacoop di Reggio mi prendono di mira per le mie dichiarazioni su Poletti. Se, oltre a difendere la “ditta”, cosa più che mai legittima, avessero un po’ più di coraggio o pudore andrebbero cauti nel mostrarsi così entusiasti della promozione di Poletti a ministro del lavoro. Basta che frequentino, non dico soci e lavoratori del movimento cooperativo che neanche sanno cos'ha fatto Poletti, ma i piani alti delle Co- op, quelli dove sono insediate le “teste d’uovo”, e potranno raccogliere i giudizi diffusi sul ruolo di Poletti come presidente della Lega nazionale delle Cooperative». «Io - prosegue Corradini - mi sento profondamente legato al movimento cooperativo per motivi personali e per storia e famigliari, ma in questi anni di intensa attività politica, fuori dalla cooperazione, ho imparato molte cose e per primo che la dialettica, il confronto, sono salutari per tutti i soggetti, compresa la cooperazione. Auspico quindi che le critiche nei miei riguar- per la carica di sindaco anche il giovane esponente dell’Idv, Emanuele Magnani. «Magnani lo conosco meno, lo sto conoscendo in queste settimane. Un pregio è quello di sapere entrare in relazione con gli altri in modo diretto. È una qualità che ho notato molte volte, avendolo conosciuto in queste settimane. È una persona socievole». Quanto al difetto, «secondo quanto ho visto in questa campagna elettorale, Magnani fa fatica a comprendere che l’improvvisazione è l'immediatezza non sono sempre virtù, anche se entra in sintonia con gli altri proprio grazie a queste doti». (e.spa.) di non siano che l’inizio di una nuova stagione dove all’interno della cooperazione si possa parlare liberamente senza il terrore di essere emarginati e dove la Legacoop prenda di mira, oltre al sottoscritto, chi porta al disastro le cooperative e viene poi lautamente pagato, compensato con posti di potere e laute buonuscite». «Del resto - conclude - le Cooperative intrise di valori, che organizzano convegni su etica e impresa, che costruiscono, giustamente, scuole in tutte le parti del mondo, non lesinano finanziamenti ad organi di stampa che svolgono il ruolo di manganellatori di chi non è perfettamente allineato. Tanta generosità a favore del manganellatore e poi ci si inalbera per una critica a Poletti. Un po’ di signorilità suvvia».