programma di sala - Società del Quartetto

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programma di sala - Società del Quartetto
Stagione
2012-2013
Martedì 11 dicembre 2012, ore 20.30
Esther Ebbinge soprano
Lester Lardenoye alto
Guido Groenland tenore
Jasper Schweppe basso
Sala Verdi del Conservatorio
Amsterdam Baroque
Orchestra & Choir
Ton Koopman direttore
Charpentier
Messe de Minuit à 4 H 9
Corelli
Concerto Grosso in sol minore op. 6 n. 8 “Fatto per la notte di Natale”
Corrette
Laudate Dominum de Coelis (Salmo 148)
Daquin
3 Noëls (arr. T. Koopman)
Charpentier
Te Deum in re maggiore H 146
Con il sostegno di
Il concerto è registrato da Rai Radio3
6
Consiglieri di turno
Direttore Artistico
Paolo Arcà
Antonio Magnocavallo
Andrea Kerbaker
Sponsor istituzionali
Con il contributo di
per i 150 anni del Quartetto
Con il patrocinio
e il contributo di
Con il patrocinio di
Sponsor ciclo Beethoven
Soggetto di rilevanza
regionale
È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video,
anche con il cellulare.
Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione.
Si raccomanda di:
• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici;
• evitare colpi di tosse e fruscii del programma;
• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista.
Il programma è pubblicato sul nostro sito web dal venerdì
precedente il concerto.
Marc-Antoine Charpentier
(Parigi 1643 ca. - 1704)
Messe de Minuit à 4 H 9 (ca. 35’)
Kyrie - Gloria - Credo - Sanctus/Benedictus - Agnus Dei
Anno di composizione: 1694 ca.
Arcangelo Corelli
(Fusignano 1653 - Roma 1713)
Concerto Grosso in sol minore op. 6 n. 8 “Fatto per la notte
di Natale” (ca. 9’)
Vivace - Allegro - Adagio - Vivace - Allegro - Pastorale ad libitum. Largo
Anno di pubblicazione: 1714
Michel Corrette
(Rouen 1707 - Parigi 1795)
Laudate Dominum de Coelis (Salmo 148) (ca. 20’)
Motet à Grand Choeur arrangé dans le Concerto de Printemps de Vivaldi
Anno di composizione: 1765
Louis-Claude D’Aquin
(Parigi 1694 - 1772)
da “Nouveau Livre de Noëls” (arr. T. Koopman) (ca. 20’)
Quand Jésus naquit à Noël
A la venue de Noël
Noël Suisse
Marc-Antoine Charpentier
Te Deum in re maggiore H 146 (ca. 25’)
Prélude - Te Deum - Te aeternum Patrem - Pleni sunt - Te per orbem - Tu devicto Te ergo - Aeterna fac - Dignare - Fiat misericordia - In te Domine speravi
Anno di composizione: 1692 ca.
«Les œvres italiennes sont piquantes, fleuris, expressives, les œvres françaises
naturelles, fluides, tendres», scriveva Sébastien de Brossard nel suo
Dictionnaire de musique del 1703. Il programma di questa sera potrebbe essere interpretato nel solco del classico confronto tra lo stile italiano e quello francese. Meglio ancora, potrebbe rappresentare un esempio dei loro Goûts-réünis,
secondo l’espressione usata da François Couperin nel titolo di una sua celebre
raccolta di Nouveaux Concerts per clavicembalo. Il celebre organista della
Chapelle du Roy intendeva infatti rendere omaggio con il suo lavoro alle due
scuole che si contendevano il primato della République de la Musique, sempre
per usare le sue parole. Il volume, pubblicato nel 1724, si chiudeva con una
sonata a tre intitolata Le Parnasse ou l’Apothéose de Corelli, segno tangibile
della profonda influenza esercitata dal violinista e compositore italiano sulla
musica francese del primo Settecento. Roma, in particolare, rappresentava fin
dal Seicento la mèta più ambita per molti artisti francesi, non solo per quanto
riguardava la musica ma anche, e forse ancor di più, per discipline come la pittura, la scultura e l’architettura. Uno dei primi musicisti francesi venuti a studiare in Italia fu Marc-Antoine Charpentier, che soggiornò a Roma alcuni anni
a partire dal 1666. Figlio primogenito di un mâitre écrivain di Parigi,
Charpentier rimase orfano a 18 anni, assieme ad altri quattro fratelli. Non sappiamo quasi nulla della sua formazione, ma il giovane Marc-Antoine doveva
godere senz’altro della protezione di qualche personaggio influente per intraprendere un viaggio così impegnativo, forse di quella stessa Madamoiselle de
Guise che appena rientrato a Parigi gli mise a disposizione uno degli appartamenti del suo magnifico Hôtel nel Marais. Non sarebbe stato possibile altrimenti, per un giovane come lui privo di mezzi e di conoscenze, vivere a Roma e
addirittura entrare nella cerchia di allievi del celebre Giacomo Carissimi, che lo
tenne con sé per tre anni. L’esperienza romana e la conoscenza della musica
italiana contemporanea rimasero un elemento distintivo della produzione di
Charpentier, che si divise in maniera equa tra il servizio liturgico e il mondo
teatrale. Titon du Tillet, pochi anni dopo la scomparsa del musicista, ha schizzato un breve profilo del Maestro di Musica della Sainte-Chapelle, descrivendolo come “un des plus sçavans, & des plus laborieux Musiciens de son temps”.
Gran parte della sua produzione era destinata al servizio musicale delle cappelle private di personaggi di alto lignaggio, come il Delfino, o dei conventi dei
Gesuiti di Parigi. Tuttavia fu all’italofilo Charpentier che si rivolse Molière per
le musiche di scena delle sue commedie, dopo che Lully aveva deciso di interrompere la collaborazione e di dedicarsi in maniera esclusiva al genere della
tragedia. Tra i suoi numerosi lavori di musica sacra, spicca la Messe de Minuit,
scritta attorno al 1694, probabilmente per la Chiesa di San Luigi dei Gesuiti,
dove Charpentier era maestro di musica. Il coro canta a quattro parti e l’organico strumentale prevede un ruolo di spicco per l’organo, che deve improvvisare dopo il primo e il secondo Kyrie un cosiddetto noël, nella fattispecie su
“Joseph est bien marié” e “Une jeune pucelle”. Il termine infatti indicava volgarmente un tipo di canto in onore della festa di Natale basato su melodie
popolari, conosciute da tutti.
Il grande ostacolo di Charpentier sulla via del successo a Parigi fu Jean
Baptiste Lully, che fece in modo di tenere sempre lontano il rivale dalla corte.
Ma Lully fu non solo un potente avversario, ma anche il fondatore di alcune tra
le più importanti tradizioni della musica francese, come quella del Te Deum.
Grazie alla ridondanza sonora della parte strumentale e alla scrittura massiccia
e in gran parte omofonica, il Te Deum offerto nel 1677 da Lully a Luigi XIV
rispecchiava infatti in maniera perfetta in forma musicale il fasto e la grandeur
della corte del Re Sole. Da lì in poi è invalsa l’abitudine di conferire un preciso
significato politico, in genere legato a qualche trionfo militare, alla versione
musicale dell’antico inno ambrosiano. Charpentier ha musicato almeno sei versioni del testo e quattro sono giunte in manoscritto fino ai giorni nostri. La più
conosciuta è di gran lunga quella in re maggiore, o perlomeno le sue prime
battute, che per cinquant’anni hanno accompagnato nelle nostre case le partite
di calcio e gli spettacoli trasmessi in Eurovisione. Il Te Deum risale sempre agli
anni di servizio presso San Luigi dei Gesuiti e forse venne scritto nel 1692, per
festeggiare la vittoria francese di Steenkerque, nelle Fiandre, durante la lunga
e costosissima Guerra della Grande Alleanza. Il celebre “Prélude” introduce
subito l’ascoltatore nel carattere fastoso e solenne del lavoro, nel quale tuttavia
si aprono anche degli squarci di dolorosa meditazione, come la mesta supplica
della peccatrice, “Te ergo quaesumus”, accompagnata solamente da una coppia
di flauti. In ogni caso la musica di Charpentier rimane legata allo stile concertante e alla scrittura vocale degli italiani, che destava in quello scorcio del secolo le prime polemiche tra i sostenitori della musica nazionale. Nel Dizionario
menzionato all’inizio, Brossard osservava a proposito dei legami tra Charpentier
e la musica italiana: «È da questi rapporti avuti con l’Italia nella sua giovinezza
che qualche francese troppo purista, o per meglio dire geloso della bontà della
sua musica, ha preso a sproposito l’occasione di rimproverargli il gusto italiano;
perché si può dire senza far complimenti che egli non ha preso che il buono, la
sua opera è lì a testimoniarlo».
In Italia però Charpentier non ha fatto in tempo a conoscere Arcangelo Corelli,
arrivato a Roma da Bologna solo nel 1675. Per quanto si sa, Corelli non ha mai
messo in musica una sola parola, ma tuttavia è riuscito a conferire alla scrittura
violinistica le qualità espressive e il lirismo della musica vocale del suo tempo.
La semplicità e la chiarezza della sua musica riuscirono a fare breccia persino
nella cerchia di letterati superciliosi riuniti nell’Accademia di Arcadia, cha
accettarono di accogliere Corelli, uno dei pochissimi musicisti ammessi nel
gruppo, con il nome di Arcomelo Arimanteo. L’Accademia, fondata dai letterati
Gian Vincenzo Gravina e Giovan Battista Crescimbeni nel 1690, s’ispirava alla
serena purezza dei pastori poeti della mitica regione di Arcadia, come forma di
reazione all’eccessivo espressionismo del gusto barocco. La musica di Corelli,
così parca di effetti e nitida nelle forme, rispecchiava la svolta estetica propugnata alla svolta del secolo dagli intellettuali romani dell’Accademia, i quali in
genere non amavano molto la musica proprio per gli eccessi virtuosistici degli
interpreti, specie dei cantanti. La finzione pastorale dell’Arcadia potrebbe essere all’origine del Concerto grosso “Fatto per la notte di Natale”, pubblicato nella
raccolta dei Concerti grossi op. VI come n. 8 ma scritto forse proprio nel 1690,
come attesta un ordine di pagamento del cardinale Pietro Ottoboni per un
Concerto da eseguire nella notte di Natale. Il lavoro infatti termina con una
lunga e dolce “Pastorale”, che allude da una parte al racconto del Vangelo di San
Luca, caro alla tradizione popolare italiana, ma dall’altra forse anche ai nuovi
pastori arcadici, desiderosi di rendere omaggio a un nuovo mondo di arte e di
poesia. L’op. VI fu stampata nel 1714, l’anno dopo la scomparsa di Corelli, e
probabilmente contiene una sintesi di un lungo lavoro sulla forma del concerto
grosso, ereditata dai musicisti del Nord come Stradella. Il principio è quello di
applicare il genere della Sonata a tre alla scrittura per orchestra, che viene
divisa in un concertino a tre parti e il resto degli strumenti, “concerto grosso”
appunto, a quattro. Il n. 8 chiude il gruppo dei Concerti cosiddetti da chiesa
dell’op. VI, mentre gli ultimi quattro presentano forme di danza caratteristiche
della sonata da camera. Il Concerto traccia un percorso dalla penombra del sol
minore dei primi cinque movimenti, che alternano sempre un andamento lento
e uno veloce, alla serena luce del sol maggiore della “Pastorale” finale.
Il nuovo stile della musica strumentale di Corelli esercitò una profonda influenza non solo in Italia, ma anche sui musicisti dei Paesi vicini, grazie anche alla
diaspora dei suoi allievi nei maggiori centri artistici internazionali. Il primato
della musica italiana in Europa venne rafforzato nei decenni successivi alla
morte di Corelli anche da altri compositori di musica strumentale, primo tra
tutti Vivaldi. Il musicista veneziano poteva vantarsi “di carteggiare con nove
Principi d’Altezza, e girano le mie lettere per tutta l’Europa”. Un segno indiscutibile della popolarità della sua musica è per esempio la parodia del Concerto
“La Primavera” fatta dall’organista e compositore parigino Michel Corrette,
figlio d’arte e autore nel 1738 di un metodo di violino intitolato L’École d’Orphée
(ne scriverà un altro quasi cinquant’anni dopo, prendendo a esempio molti passi
di Vivaldi), dove s’indicava come distinguere lo stile italiano da quello francese.
Corrette è stato un musicista intraprendente e prolifico, ma di mediocre qualità. I suoi lavori migliori sono quelli di genere leggero e popolare, come le ariette il vaudeville teatrale. Nel 1765 comunque è documentata l’esecuzione del
Laudate Dominum de Coelis, che recava come sottotitolo “Motet à Grand
Choeur arrangé dans le Concerto de Printemps de Vivaldi”. Corrette sovrappone il testo del Salmo 148 cantato dal coro alla musica di Vivaldi, mescolata con
materiale proprio.
Un altro parigino virtuoso della tastiera fu Luis-Claude Daquin o d’Aquin, che
divenne nel 1739 ‘organiste de la Chapelle du Roi’. Il suo talento come compositore invece è meno evidente, tuttavia i suoi Noëls sono rimasti nel repertorio
degli organisti. Daquin ha pubblicato il Nouveau Livre de Noëls in un momento
successivo alla sua nomina, visto che si qualifica come organista della cappella
reale nella dedica al Conte d’Eu. L’autore stesso specificava nel frontespizio che
la maggior parte dei noël poteva essere eseguita anche “sur les Violons, Flutes,
Hautbois & c.”, dando vita alla tradizione di orchestrare a piacimento questi
lavori ispirati dal “chant gracieux de Noëls”, sui quali Daquin improvvisava
variazioni che tanto piacevano ai parigini di ogni estrazione sociale.
Oreste Bossini
M.A. Charpentier
Messe de Minuit à 4 H 9
Kyrie
Kyrie eleison.
Christe eleison.
Gloria
Gloria in excelsis Deo.
Et in terra pax hominibus
bonae voluntatis.
Laudamus te.
Benedicamus te.
Adoramus te.
Glorificamus te.
Gratias agimus tibi
propter magnam gloriam tuam.
Domine Deus, rex coelestis,
Deus Pater omnipotens.
Domine, fili unigenite, Jesu Christe,
Domine Deus, agnus dei, filius patris.
Qui tollis peccata mundi,
miserere nobis.
Qui tollis peccata mundi,
suscipe deprecationem nostram.
Qui sedes ad dexteram Patris,
miserere nobis.
Quoniam tu solus sanctus,
Tu solus Dominus,
Tu solus Altissimus, Jesu Christe,
cum sancto Spiritu,
in gloria Dei Patris.
Amen.
Credo
Credo in unum Deum.
Patrem omnipotentem,
factorem caeli et terrae,
visibilium omnium et invisibilium,
Et in unum Dominum, Jesum Christum,
Filium Dei unigenitum,
Et ex Patre natum ante omnia saecula.
Deum de Deo, lumen de lumine,
Deum verum de Deo vero,
genitum, non factum,
consubstantialem Patri,
per quem omnia facta sunt;
qui propter nos homines
et propter nostram salutem
descendit de caelis.
Et incarnatus est de Spiritu sancto
ex Maria Virgine,
et Homo factus est.
Crucifixus etiam pro nobis
sub Pontio Pilato,
passus et sepultus est.
Et resurrexit tertia die
secundum Scripturas
et ascendit in caelum;
sedet ad dexteram Patris.
Et iterum venturus est cum gloria
judicare vivos et mortuos
cujus regni non erit finis.
Et in Spiritum Sanctum,
Dominum et vivificantem
qui ex Patre Filioque procedit,
qui cum Patre et Filio
simul adoratur et conglorificatur,
qui locutus est per Prophetas.
Et unam, sanctam, catholicam
et apostolicam ecclesiam.
Confiteor unum baptisma
in remissionem peccatorum.
Et expecto resurrectionem mortuorum
et vitam venturi saeculi.
Amen.
Sanctus / Benedictus
Sanctus, sanctus, sanctus.
Pleni sunt caeli et terra gloria tua.
Hosanna in excelsis.
Benedictus qui venit
In nomine Domini,
Hosanna in excelsis.
Agnus Dei
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
miserere nobis.
M. Corrette
Laudate Dominum de Coelis (Salmo 148)
Motet à Grand Choeur arrangé dans le Concerto du Printems de Vivaldi
Laudate Dominum de Coelis,
laudate eum in excelsis.
Laudate eum, omnes angeli ejus,
laudate eum, omnes virtutes ejus.
Laudate eum, sol et luna
laudate eum, omnes stellæ et lumen.
Laudate eum, coeli coelorum et aquæ omnes
quæ super coelos sunt laudent nomen Domini.
Quia ipse dixit, et facta sunt
ipse mandavit, et creata sunt.
Statuit ea in æternum, et in sæculum sæculi:
Præceptum posuit, et non præteribit.
Laudate eum, omnes virtutes ejus.
Laudate Dominum de terra, dracones et omnes abyssi
ignis, grando, nix, glacies, spiritus procellarum,
Quæ faciunt verbum ejus.
Laudate eum, omnes virtutes ejus.
Montes, et omnes colles; ligna fructifera, et omnes cedri;
bestiæ, et universa pecora; serpentes, et volucres pennatæ;
reges terræ et omnes populi; principes et omnes judices terræ;
laudent nomen Domini.
Pastorale
Juvenes et virgines; senes cum junioribus,
laudent nomen Domini
quia exaltatum est nomen ejus solius.
Confessio ejus super coelum et terram,
Et exaltavit cornu populi sui.
Hymnus omnibus sanctis ejus,
filiis Israël, populo appropinquanti sibi.
M.A. Charpentier
Te Deum in re maggiore H 146
Te Deum laudamus:
te Dominum confitemur.
Te aeternum Patrem,
omnis terra veneratur.
Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates.
Tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:
Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae.
Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus.
Te martyrum candidatus laudat exercitus.
Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae majestatis,
venerandum tuum verum et unicum Filium,
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.
Tu Rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes,
in gloria Patris.
Judex crederis esse venturus.
Te ergo quaesumus, famulis tuis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac cum sanctis tuis in gloria numerari.
Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.
Per singulos dies benedicimus te,
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.
Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.
Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quemadmodum speravimus in te.
In te, Domine, speravi,
non confundar in aeternum.
Ton Koopman
Ton Koopman è nato a Zwolle in Olanda. Si è formato alla scuola organistica
di Simon Jansen e a quella clavicembalistica di Gustav Leonhardt. Dopo aver
ricevuto il “Prix d’Excellence” per l’organo e per il clavicembalo e il primo
premio al Concorso Internazionale di Clavicembalo di Bruges, ha intrapreso
la carriera solistica.
Musicologo, noto per il suo costante lavoro di ricerca sulle fonti storiche, ha
lavorato all’edizione completa dei Concerti per organo di Händel, ha curato
l’edizione del Messiah di Händel e del Giudizio Universale di Buxtehude. È
docente di clavicembalo al Conservatorio Reale dell’Aia, professore all’Università di Leiden e membro onorario della Royal Academy of Music di Londra.
Nel 2000 è stato insignito della laurea honoris causa dall’Università di
Utrecht. È inoltre presidente dell’“International Dietrich Buxtehude Society”
e direttore artistico del festival francese “Itinéraire Baroque”.
Ha fondato il complesso “Musica Antiqua” e, nel 1979, The Amsterdam
Baroque Orchestra. Dal 1994 al 2004 ha eseguito e registrato esecuzione l’integrale delle Cantate sacre e profane di Bach con Amsterdam Baroque Orchestra
& Choir, progetto al quale si è affiancata la pubblicazione, in collaborazione
con il musicologo Christoph Wolff, dell’opera editoriale Il mondo delle Cantate
di Bach, pubblicata in italiano a cura de I Concerti del Quartetto in collaborazione con EDT. Dal 2005 lavora alla registrazione dell’integrale dell’opera di
Dietrich Buxtehude. Le sue incisioni hanno raggiunto record di vendita. Ha
meritato il premio Silver Phonograph delle case discografiche olandesi. Nel
2003 ha fondato una propria etichetta discografica “Antoine Marchand”.
Ton Koopman svolge un’intensa attività come direttore ospite con le principali orchestre in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Dal 2011 è “artist in
residence” della Cleveland Orchestra.
Nel 2012 ha ricevuto il “Premio Buxtehude” della città di Lubecca e il “Premio
Bach” della città di Lipsia.
Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir sono stati ospiti
delle Settimane Bach nel maggio e nel novembre 1994 (1º e 2º ciclo), nel maggio
e dicembre 1995 (3º e 4º ciclo), 1997 (7º ciclo), 1998 (10º ciclo), 1999 (12º ciclo,
per le Cantate e l’Oratorio di Natale), 2000 (13º ciclo - Passione secondo Marco
e 14º ciclo), 2001 (16º ciclo), 2002 (18º ciclo), 2004 (22° ciclo), e nel 2007, 2008,
2010 e 2011.
Amsterdam Baroque Orchestra & Choir
L’Amsterdam Baroque Orchestra comprende alcuni fra i migliori specialisti
del barocco in ambito internazionale che si riuniscono con regolarità sotto la
direzione di Ton Koopman per provare nuovo repertorio, dare concerti e completare le loro registrazioni. Sin dalla sua fondazione, l’Amsterdam Baroque
Orchestra si è dedicata allo stile antico, con strumenti autentici (o copie fedeli), e si è esibita nelle maggiori sale concertistiche delle capitali musicali in
tutto il mondo.
Koopman e Simon Schoutens hanno fondato, per completare l’attività
dell’Amsterdam Baroque Orchestra, l’Amsterdam Baroque Choir. Il coro ha
debuttato nel 1992 al Festival di Musica Antica di Utrecht ottenendo grande
successo con il Requiem per 15 voci e i Vespri per 32 voci di Biber entrambi
eseguiti in prima moderna e registrati per Erato meritando il Cannes
Classical Award.
Dal 1994 al 2004 Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir
hanno realizzato il più importante progetto discografico degli anni ’90: l’esecuzione e la registrazione integrale di tutte le Cantate bachiane sacre e profane che ha meritato il Deutscher Schallplattenpreis Echo Klassik 1997 e il Prix
de l’Académie du Disque Lyrique. Nel 2008 hanno ricevuto il BBC Award e nel
2009, di nuovo l’Echo Klassik per il VII volume dell’Opera-Omnia Edition di
Buxtehude.
Catherine Manson, Joseph Tan, John Wilson Meyer, Anna Ryu,
Maite Larburu violini primi
David Rabinovich, Marc Cooper, Ann Roux, Liesbeth Nijs violini secondi
Jane Rogers, Emilia Benjamin viole
Werner Matzke, Esme de Vries violoncelli
Michele Zeoli contrabbasso
Heiko Ter Schegget, Reine Marie Verhagen flauti a becco
Michel Henry, Matthieu Loux oboi
Dave Hendry tromba
Picon Olivier, François Merand corni
Wouter Verschuren fagotto
Luuk Nagtegaal timpani
Kathryn Cok organo
Esther Ebbinge, Mariette Bastiaansen, Gela Birckenstaedt, Sandra Collet,
Henriette Feith, Vera Lansink soprani
Lester Lardenoye, Annemieke Cantor, Stephen Carter, Jonathan de Ceuster,
Hugo Naessens alti
Guido Groenland, Henk Gunneman, Jörg Krause, Joost van der Linden,
Geraint Roberts tenori
Jasper Schweppe, Johan Lippens, Michiel Meijer, Matthijs Mesdag,
René Steur bassi
Esther Ebbinge soprano
Il soprano olandese Esther Ebbinge ha studiato canto al Conservatorio di
Zwolle con Lodewijk Meeuwsen e ha partecipato alle master class di Emma
Kirkby, Nancy Argenta, Charlotte Margiono e Ian Partridge.
Con un repertorio che comprende Oratori, Passioni e Cantate di Bach, opere
di Purcell, Scarlatti e Händel, le Messe di Mozart e Haydn e gli Oratori di
Händel, Esther Ebbinge è ospite regolare di ensemble e orchestre barocche
quali The Northern Consort, Barlheze Consort, Luthers Bach Ensemble e
Collegium Musicum Den Haag e ha lavorato con solisti e direttori quali
Gustav Leonhardt, Erik van Nevel, Peter Dijkstra, Daniel Reuss e Jos van
Veldhoven. Dal 2008 collabora stabilmente con l’Amsterdam Baroque Orchestra
and Choir.
È per la prima volta ospite della nostra Società.
Lester Lardenoye alto
Lester Lardenoye ha iniziato la sua carriera nelle voci bianche e successivamente nel coro del St John’s College di Cambridge, perfezionandosi poi al
Conservatorio dell’Aja con Rita Dams, Michael Chance e Peter Kooij.
Ha collaborato con diversi ensemble quali Monteverdi Choir, Amsterdam
Baroque Choir, Netherlands Bach Society, Kammerchor Stuttgart, Zürcher
Sing-Akademie e con English Voices diretto da René Jacobs e Ivor Bolton al
Festival di Aix-en-Provence e al Beijing Music Festival. In ambito operistico
ricordiamo L’Incoronazione di Poppea di Monteverdi, Agrippina di Händel e
Orfeo di Monteverdi. È stato inoltre ospite del Festival Européen Jeunes
Talents di Parigi e del Utrecht Early Music Festival. All’inizio dell’anno è
stato solista nella Passione secondo Matteo in tournée in Israele con English
Voices e Israel Camerata diretto da Avner Biron. Il suo repertorio include le
Passioni e le grandi opere vocali di Bach, il Messiah di Händel e opere di
Buxtehude, Carissimi, Hasse, Monteverdi, Mozart, Pergolesi, Purcell, Vivaldi,
Bernstein e Zelenka.
È per la prima volta ospite della nostra Società.
Guido Groenland tenore
Il tenore olandese Guido Groenland ha fatto i primi passi nel coro delle voci
bianche di Breda. Ha poi proseguito gli studi ai Conservatori dell’Aja e di
Maastricht e si è specializzato nel repertorio medievale e rinascimentale con
Rebecca Stewart. Ha inoltre seguito le master class in canto barocco di Jill
Feldman e Peter Harvey.
In qualità di solista ha cantato nella Passione secondo Giovanni, nella Messa
in si minore e in molte Cantate di Bach, nel Vespro della Beata Vergine di
Monteverdi, nel Requiem di Mozart e in molte altre opere barocche.
In campo operistico è stato protagonista in Les Fêtes d’Hébé di Rameau, Il
Flauto magico di Mozart, Il Combattimento di Tancredi e Clorinda di
Monteverdi e altre opere di Prokof ’ev e Gershwin. Ha tenuto anche recital
liederistici dedicati a Schubert (Die schöne Müllerin), Schumann e Britten.
Collabora con ensemble e direttori quali Cappella Amsterdam, Amsterdam
Baroque Choir e De Nederlandse Bachvereniging, Frans Brüggen, Andrew
Parrott, Gustav Leonhardt, Daniel Reuss e Erik Van Nevel. Ha fondato e
dirige un ensemble che si dedica al repertorio rinascimentale e barocco.
È per la prima volta ospite della nostra Società.
Jasper Schweppe basso
Jasper Schweppe ha studiato canto con Lodewijk Meeuwsen al Conservatorio
di Zwolle e con Meinard Kraak al Conservatorio dell’Aja, diplomandosi nel
1998. Nel 1999 ha vinto il concorso internazionale “Musicora Découvertes”con
conseguenti recital in Francia e per Radio France.
Il suo repertorio spazia attraverso differenti stili musicali, dal canto
gregoriano alla musica antica, ai Lieder romantici, gli Oratori e la musica
contemporanea. Ha collaborato sia in concerto che in sala d’incisione con
molti ensemble olandesi ospite regolare del Musica Sacra Festival e l’Early
Music Festival di Utrecht; con Frans Brüggen e l’Orchestra of the 18th
Century ha partecipato alla produzione di Les Indes Galantes di Rameau.
Tra le sue numerose registrazioni discografiche ricordiamo “Proba me Deus”
con il liutista Willem Mook e il tenore Harry van Berne e “La Bonne
Chanson” dedicato ai poemi di Verlaine musicati da Fauré. Recentemente ha
fondato “Schweppe Studio”, uno studio di registrazione che vende musica
online.
È per la prima volta ospite della nostra Società.
Prossimo concerto:
Martedì 15 gennaio 2013, ore 20.30
Sala Verdi del Conservatorio
Tetraktis Percussioni
Alessandro Carbonare clarinetto
Il nuovo anno del Quartetto si apre sotto il segno del Novecento e del moderno,
con un concerto che vede salire sul palcoscenico del Conservatorio un ensemble
di strumenti a percussione e uno dei più apprezzati virtuosi italiani di clarinetto,
Alessandro Carbonare. Il dialogo tra il clarinetto e la famiglia di strumenti più vivace e colorata si svolge in maggior parte nel linguaggio musicale del secolo del
ritmo e delle nuove sonorità, il Novecento, che viene percorso per intero da
Stravinskij a Sollima, da Bartók a Steve Reich. Ma anche l’Ottocento, grazie agli
arrangiamenti degli stessi musicisti del Tetraktis, fa capolino con la musica di
Rossini e Rimskij-Korsakov, in un concerto sicuramente divertente e pieno di
energia.
Società del Quartetto di Milano - via Durini 24 - 20122 Milano - tel. 02.795.393
www.quartettomilano.it - e-mail: [email protected]
15/12 IL MATRIMONIO SEGRETO
DIRIGE CARLO GOLDSTEIN
REGIA DI MORGAN
CLASSICA.
LA MUSICA COME NON L’AVETE MAI VISTA
DAL 5 AL 20 DICEMBRE CLASSICA È IN CHIARO
PER TUTTI GLI ABBONATI SKY. IN ONDA SUI
CANALI 728 E 131 DELLA PIATTAFORMA.
• 5/12 LIVE La Traviata di Giuseppe Verdi
• 7/12 La Fanciulla del West di Giacomo Puccini
• 9/12 Franz Welser-Möst e i Wiener Philharmoniker
• 13/12 Daniel Barenboim e la West-Eastern Divan Orchestra
• 15/12 Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa
• 5-19-26/12 Contrappunti: Caroli, Barenboim, Kaufmann
• 17/12 Roméo et Juliette - Opéra Bastille di Parigi
• 16/12 Valery Gergiev e la World Orchestra for Peace
• 25/12 LIVE Concerto di Natale, dirige Mariss Jansons
• 30/12 LIVE Gran Gala da Dresda, dirige Christian Thielemann
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