benvenuto! sislej xhafa

Transcript

benvenuto! sislej xhafa
BENVENUTO!
SISLEJ XHAFA
Una grande retrospettiva dedicata a un artista ironico e sovversivo
che trae ispirazione dalla complessità e dalle contraddizioni della realtà
in occasione dei 70 anni della nascita della Repubblica Italiana
2 giugno - 2 ottobre 2016
Giovedì 2 giugno 2016, ore 18.00 | AGAIN AND AGAIN
Performance di Sislej Xhafa con l’Orchestra d’archi Roma Sinfonietta
MAXXI Galleria 1 | Ingresso con il biglietto del museo
www.fondazionemaxxi.it | #SislejXhafa
La realtà è più forte dell’arte.
Come artista non m’interessa riflettere la realtà,
ma voglio interrogarla e metterla in discussione.
Sislej Xhafa
Roma, 1 giugno 2016. Ha arredato come un grande palazzo la sala di attesa di una stazione di polizia a
Gent, ha proposto un padiglione albanese clandestino alla Biennale di Venezia, ha utilizzato la stazione di
Ljubljana come fosse una Borsa in cui al posto delle azioni si vendono desideri e speranze delle persone, è
Sislej Xhafa artista che trae ispirazione dalla complessità delle relazioni sociali cui il MAXXI dedica la mostra
BENVENUTO! Sislej Xhafa a cura di Hou Hanru e Luigia Lonardelli dal 2 giugno al 2 ottobre 2016.
L’esposizione comprende circa 30 opere, di cui una realizzata dall’artista per la mostra e pensata in
relazione agli spazi del museo, che abbracciano tutto l’arco della sua produzione dagli anni Novanta fino ad
oggi, restituendo le sfaccettature della sua produzione artistica, che trae ispirazione dalle contraddizioni della
realtà contemporanea.
La mostra prende il titolo dalla grande installazione realizzata dall’artista nel 2000, nell’ambito del progetto
Arte all’Arte, sulle colline di Casole d’Elsa nel senese: una gigantesca scritta Benvenuto, un invito
all’apertura, all’accoglienza degli altri intesa come un necessario, inevitabile progresso che nel tempo porti a
un cambiamento sociale e culturale.
Questo lavoro insieme ai molti altri in mostra, evidenzia dunque temi drammaticamente attuali come la
coesistenza pacifica di culture e religioni e la ridefinizione del concetto di migrante in un mondo globale.
Allestita negli spazi della Galleria 2 del MAXXI, BENVENUTO! Sislej Xhafa comprende opere molto diverse
tra loro, scelte dai curatori insieme all’artista, con un allestimento che non segue un ordine cronologico, ma
alterna ampi spazi semivuoti ad altri in cui le opere vengono accostate in modo serrato, con un ritmo
sincopato che in parte restituisce l’identità stratificata dell’artista.
I temi che l’artista affronta, spesso legati al suo vissuto, sono quelli dell’identità, la nazionalità, le migrazioni,
la legalità, le istituzioni, ogni volta affrontati con toni che vanno dall’ironico al sovversivo, e facendo ricorso
alle tecniche più disparate.
Tra le opere esposte Association in yellow (2005) una giacca oversize su cui è stampato l’elenco degli
avvocati di New York preso dalle Pagine Gialle, lavoro che critica la rappresentazione del potere tentando di
umanizzarlo.
Beh-Rang (2004) un video girato a Kabul con una bicicletta che brucia che è un chiaro riferimento alla poetica
della violenza e Giuseppe (2003 - 2007) una scultura in marmo nero che riproduce Garibaldi con una busta di
plastica e alcune zollette di zucchero in mano: una riflessione sul concetto di eroe moderno, sul tema
dell’identità e sull’idea contemporanea di monumento celebrativo.
E ancora This Call May Be Recorded For Quality Service (2012) in cui l’artista recupera circa 2400 cellulari di
vecchia generazione, che vengono utilizzati come tasselli di un mosaico che va a comporre il simbolo dello
Yin e lo Yang in rosso e nero.
Sunshade (2011) un ombrellone da spiaggia piantato nel muro sulla cui asta sono appoggiati dei vestiti usati,
è il simbolo spiazzante di una terra promessa, una riflessione nello stesso tempo poetica e amara sul tema
della migrazione.
In mostra anche My Garden (2011 - 2016) che vede sparsi sul pavimento del museo pezzi di carta, buste,
bottiglie vuote, posate di plastica, oggetti comunemente considerati immondizia, che nell’immaginario
dell’artista diventano un giardino dall’estetica ribaltata rispetto alla tradizione. Sempre sulla stessa linea
formale anche Paradiso (2003), allestita sulla piazza del museo, in cui un tavolo di plastica con quattro sedie
e un ombrellone sotto la scritta al neon “Paradiso” creano uno strano contrasto di immaginari.
BENVENUTO! Sislej Xhafa è un viaggio visivo attraverso le complessità del mondo contemporaneo, in cui
ogni opera spinge lo spettatore a riflettere, sia sul piano personale che sociale e collettivo, sui fenomeni
sociali, economici e politici del nostro mondo.
In occasione del primo giorno di apertura della mostra, giovedì 2 giugno alle ore 18.00 nella Galleria 1 del
MAXXI (ingresso con il biglietto del museo) si terrà la performance dal titolo Again and Again.
Un’azione pensata dall’artista che coinvolge l’Orchestra d’archi Roma Sinfonietta e che come altri suoi lavori
gioca sullo scardinamento dei valori tradizionali e sul ribaltamento della percezione.
In occasione della mostra il MAXXI presenta CLANDESTINI. Oltre le frontiere dell’arte un ciclo di tre Lectio
Magistralis tenute da filosofi, antropologi e sociologi, per riflettere sul significato ed il valore di temi di attualità
e in continua ridefinizione come l’identità, l’accoglienza, la globalizzazione, le frontiere, l’integrazione e il ruolo
dell’arte.
Sislej Xhafa è nato nel 1970 a Pejë (Kosova). L’artista abbandona ventenne il paese natale per trasferirsi in
Europa. La sua formazione artistica si svolge in Italia dove studia presso l’Accademia di belle arti a Firenze.
Tappa seguente del suo itinerario è New York, che sceglie «per le sue contraddizioni e le sue incertezze», e
dove risiede stabilmente dall’inizio degli anni Duemila. Xhafa ha esposto in alcuni dei principali musei di arte
contemporanea del mondo fra cui: Kanazawa, Toronto, Istanbul, Francoforte, Roma, Tokyo, Londra,
Amsterdam, Barcellona, Parigi, New York. Ha partecipato alle Biennali di Venezia (1997, 1999, 2005, 2013),
Istanbul (2001), Gwangju (2002) e l’Havana (2009). Fra i riconoscimenti ricevuti il primo Premio Querini
Stampalia - Furla per la giovane arte italiana nel 2000 assegnatogli in considerazione del suo rapporto con il
paese che lo ha accolto negli anni della formazione.
La mostra è stata realizzata grazie al supporto di Galleria Continua, San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Habana
La cartella stampa e le immagini della mostra sono scaricabili nell’Area Riservata del sito della
Fondazione MAXXI all’indirizzo http://www.fondazionemaxxi.it/area-riservata/ inserendo la password
areariservatamaxxi
MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
www.fondazionemaxxi.it - info: 06.320.19.54; [email protected]
orario di apertura: 11.00 – 19.00 (mart, merc, giov, ven, dom) |11.00 – 22.00 (sabato) | chiuso il lunedì,
Ingresso gratuito per studenti di arte e architettura dal martedì al venerdì
UFFICIO STAMPA MAXXI +39 06 324861 [email protected]
BENVENUTO! Sislej Xhafa
2 giugno – 2 ottobre 2016
Introduzione
Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI
Benvenuto! è un invito alla partecipazione e alla condivisione, un’enorme scritta, un’installazione ambientale
creata nel 2000 da Sislej Xhafa per riflettere sul tema dell’accoglienza e della multiculturalità.
“Benvenuto!” è un grido che parte dal cuore vedendo i volti dei profughi che arrivano sulle nostre coste e che,
come ha detto Papa Francesco, non sono numeri ma volti, nomi, storie.
Benvenuto! è anche il titolo, eloquente ed esplicito, della retrospettiva che il MAXXI dedica a questo artista
che da tempo riflette sui temi delle migrazioni e dell’accoglienza.
Una mostra che riunisce circa trenta opere, dai primi lavori della fine degli anni Novanta fino a una nuova
opera appositamente concepita per il museo.
A cura di Hou Hanru e Luigia Lonardelli, la mostra abbraccia tutta la produzione dell’artista, soffermandosi
però in particolare sui lavori che affrontano appunto il tema dell’identità, della violenza e della migrazione,
come Sunshade (2011), composta da un ombrellone piantato su un muro e degli abiti usati, Dressed Tone
(2007), un microfono ricoperto di nastro adesivo che fa riferimento al tema della censura e Fifteen Centimeter
High Tide (2016) un’enorme gabbia, una cella di ferro da cui fuoriescono soltanto delle mani.
Con ironia e leggerezza Xhafa parla di un mondo globalizzato in cui non ci sono regole né punti di riferimento;
persino gli eroi perdono la propria sacralità per diventare insicuri e fragili.
Così Garibaldi, tradizionalmente ritratto trionfante a cavallo, assume le sembianze di Giuseppe (2007), una
scultura a grandezza naturale, un uomo comune ritratto in piedi, con in mano una busta di plastica e delle
zollette di zucchero, intento a cercare il proprio cavallo.
L’universo di Sislej Xhafa trova un suo riscontro nel catalogo, concepito in stretta collaborazione con l’artista.
Oltre ai saggi dei curatori e di Marco Scotini, il volume raccoglie un’intervista di Hans-Ulrich Obrist, una ricca
appendice bio-bibliografica e la documentazione di tutte le opere presentate in mostra, con particolare
attenzione al nuovo lavoro Fifteen Centimeter High Tide.
Con questo progetto il MAXXI conferma il proprio impegno per la promozione di artisti mid career come Lara
Favaretto, Fiona Tan, Grazia Toderi e Clemens von Wedemeyer, protagonisti della creatività internazionale,
le cui opere sono divenute un punto di riferimento per le generazioni più giovani. Benvenuto! poi rappresenta
un’occasione preziosa per riflettere su alcune delle tematiche più urgenti come la multiculturalità, la
migrazione, la guerra e la coesistenza pacifica tra popoli e religioni diverse.
Nell’anno del Giubileo della Misericordia abbiamo scelto di focalizzare la nostra programmazione su questi
temi, che riteniamo di particolare attualità: da Jimmie Durham, che in A Proposal for a New International
Genuflexion in Promotion of World Peace propone un gesto reverenziale, un invito alla riconciliazione e alla
pace, a Chronicle of an Assassination Foretold di Amos Gitai, una riflessione sui traumi e i conflitti della
società israeliana, alle opere di Shahzia Sikander che affrontano il tema del colonialismo e i rapporti di potere
tra Oriente e Occidente.
La mostra di Sislej Xhafa rappresenta un esempio di ciò che vogliamo essere al MAXXI: una fabbrica di idee
e un luogo dove l’Arte si offre di gettare ponti fra culture diverse e alimentare utopie multiculturali, ben
sintetizzate nelle parole dell’artista: “Sogno un presidente bulgaro o senegalese, un primo ministro albanese
per l’Italia. È questo il vero meticcio che attualmente rimane un’utopia”1.
1 Teresa Macrì, Una vita clandestina, “Il Manifesto”, 20 gennaio 2001.
BENVENUTO! Sislej Xhafa
2 giugno – 2 ottobre 2016
BENVENUTO NELL’OSCURITÀ
Hou Hanru e Luigia Lonardelli
L’allestimento della mostra di Sislej Xhafa è stato concepito in un modo davvero particolare: il visitatore può
scegliere di iniziare la visita tuffandosi nell’oscurità più totale e di concluderla con un’esperienza molto simile,
dopo aver attraversato una complessa sequenza spaziale composta di ambienti densi e di uno spazio aperto
e ampio. In questo percorso, si accede alla prima sala attraverso Future of Old (2001), un’“installazione” in
una sala totalmente vuota e buia. Qui nulla è visibile. Si potrebbe usare la fiammella di un accendino per
guardasi attorno. E si scoprirebbe, al termine della parete, la foto di un uomo che dorme. L’immagine non è di
particolare interesse. In fondo è solo l’immagine un po’ ordinaria di un uomo che dorme. Ma l’uomo è
marocchino e la cornice è dorata. Qui emerge qualcosa di irrilevante. E poi, pochi secondi dopo, quando
l’accendino si spegne, tutto si dilegua. Restano invece alcune domande intriganti: “Cosa ho visto? Chi è
quell’uomo? Perché è rappresentato come un santo? E perché è sparito di nuovo?”. Non è un caso che la
mostra si apra con un’immagine di vicinanza affettiva ad un migrante. Uscendo da Future of Old ci rimane la
sensazione di aver assistito per un attimo ad una storia che si ripete sempre uguale a se stessa, se non con
piccole silenziose variazioni che non modificano il corso delle cose. Un futuro dell’antico che ci viene rivelato
da Xhafa attraverso lievi e poetici segnali di resistenza, provocazione e umorismo. Alla fine del percorso –
dopo aver attraversato varie zone con installazioni che narrano una grande varietà di interventi nella vita
quotidiana – provocatori e a volte sovversivi – ci si ritrova nell’ultima sala. Qui, in un’oscurità quasi totale, al
centro, è stata sospesa una giacca gialla, fuori misura, su cui sono stati stampati i nomi degli avvocati di New
York – città in cui risiede l’artista da più di un decennio. “Perché gli avvocati? Sono davvero loro a difendere
gli individui e pertanto la democrazia? O sono loro a perpetuare l’establishment?”.
Sislej Xhafa è un illusionista capace di trasformare la banalità del quotidiano in opere d’arte di straordinaria
bellezza. Quando abbiamo iniziato a lavorare con lui non sapevamo esattamente dove questo progetto ci
avrebbe portato, ma avevamo chiaro da dove partisse la sua ricerca e quanto fosse vicina alle problematiche
che stiamo affrontando al museo in questi anni. Xhafa lavora in un territorio di mezzo che rivela la tendenza
alla “nostalgia del sacro” individuata da Massimiliano Gioni nell’ultima generazione di artisti albanesi1.
Kosovaro, di etnia albanese, nato in un paese che non esiste più, la Jugoslavia, formatosi nell’Europa degli
anni Novanta – un altro paese che forse non esiste più? – e ora cittadino americano, l’artista ci racconta di
nuove possibilità di esistere, vite che non possono che essere clandestine, nascoste prima che a tutti gli altri
a loro stesse. La mostra Benvenuto! è al tempo stesso un anelito, una speranza, una riflessione, un invito e
non potevamo che iniziare all’esterno del museo: il luogo appunto dell’accoglienza. Nella piazza il visitatore è
accolto da Paradiso che rimanda a un campo apparentemente slegato da ogni logica umana, in realtà un
tentativo utopistico e poetico di suggerire un territorio libero, affrancato, in cui si possa uscire dall’impasse fra
identità nazionali e sovranazionali per raggiungere una situazione che tenga conto dei desideri e delle istanze
di ognuno di noi. Sul vetro di ingresso un’opera, concepita per questa occasione, ha lo stesso titolo della
mostra e riporta in braille la parola “Benvenuto”. Giocato tutto sulla trasparenza, questo lavoro si pone
esattamente sul limite fra interno e esterno, pubblico e privato, aperto e chiuso, mettendo sottilmente in
questione l’esistenza di un confine e ponendo l’attenzione sull’elemento della porta, come territorio in cui si
confrontano le funzioni di salvaguardia e di accoglienza. Non è un caso che il museo moderno abbia
tradizionalmente delle porte vetrate a sottolineare la possibilità di apertura all’esterno. Il linguaggio braille si
pone quindi a ipotetico suggello di una tradizione che si vorrebbe di accoglienza, ma che deve fare i conti con
la sicurezza delle opere di cui è custode, una metafora perfetta della nostra società. Benvenuto potrà essere
letto da chi non vede ed essere immaginato da chi vedrà solo la sua resa formale, senza intenderne
direttamente il significato.
Ad ogni modo, Sislej suggerisce di pensare in questi termini: cercare nel buio potrebbe essere l’unica via per
trovare la luce vera. È una lotta costante per la libertà e la giustizia, anche se le nostre teste potrebbero non
passare mai attraverso i 15 centimetri che separano l’una dall’altra le sbarre di una cella, come mostra il suo
nuovo lavoro per il MAXXI. E’ una lotta incessante. Benvenuti sul campo di battaglia! Nel 2000 Xhafa ha
realizzato un’opera di arte ambientale per Arte all’Arte, a Casole d’Elsa. I caratteri cubitali della parola
1
Massimiliano Gioni, Adrian Paci, in Rosa Martinez (a cura di), Sempre un po’ più lontano, catalogo della mostra (51.
Esposizione Internazionale La Biennale di Venezia, 12 giugno-6 novembre 2005), Marsilio, Venezia 2005.
“Benvenuto!” coprono una collina. Un’opera monumentale che lentamente sparisce. E per farla riaffiorare
occorre mettersi alla guida di un trattore e scavare. È destinata a sparire. Ma “Benvenuto non è un istante di
vita. È sempre in progressione e in mutamento”2. Ora, lo stesso termine diventa il titolo di una mostra. Ma lo
si trova solo per caso – totalmente trasparente, pertanto invisibile – quando, entrando o uscendo dall’edificio,
si spinge la porta a vetri dell’ingresso. È scritto nell’alfabeto braille. Riuscite a leggerlo?
2
Sislej Xhafa, in Hans-Ulrich Obrist, Blue Tongue. Intervista con Sislej Xhafa, nel catalogo pubblicato in questa occasione,
pp. 60.
BENVENUTO! Sislej Xhafa
2 giugno – 2 ottobre 2016
INTRODUZIONE
La mostra Benvenuto! presenta i lavori di Sislej Xhafa, artista kosovaro attivo dalla fine degli anni ‘90 sulla
scena internazionale e presente nelle collezioni permanenti del MAXXI. Il titolo è un invito scritto in braille
sulla vetrata d’ingresso del Museo e rappresenta la complessità, ma anche l’urgenza di comunicare con
l’Altro. La trasparenza della porta, inoltre, è metafora dell’accoglienza: poter guardare attraverso è il primo
passo per riuscire ad oltrepassare le ancora persistenti barriere che ci circondano. L’allestimento – che
riunisce lavori dagli esordi ad oggi – si snoda tra la piazza del Museo e la Galleria 2. Alternando spazi bui e
illuminati, la mostra vuole suscitare differenti emozioni nello spettatore.
Xhafa rifiuta qualsiasi tipo di categorizzazione formale e fa uso di molteplici linguaggi espressivi – dalla pittura
alla fotografia, dal video alla performance – combinando materiali poveri e oggetti industriali in
giustapposizioni inaspettate. Allontanatosi dalla sua terra d’origine, negli anni ‘90 l’artista ha vissuto tra l’Italia
e il resto d’Europa, fino a trasferirsi a New York nel 2000. Xhafa riporta nella sua ricerca artistica queste
esperienze di nomadismo per oltrepassarle, concentrandosi sulla complessità dei rapporti geopolitici e
esplorando i concetti di clandestinità, legalità e autorità. Con atteggiamento ironico e provocatorio, riflette
sulla condizione umana e sulle relazioni sociali, in una dialettica continua tra l’Io e l’Altro. Per Xhafa l’opera è
in costante dialogo con il tempo e lo spazio che la ospita: i suoi lavori, infatti, risentono della dimensione
spaziale e temporale in cui si trovano, così come lo spazio si trasforma grazie alla loro presenza. In questa
relazione tutti i nostri sensi, non solo la vista, sono chiamati attraverso il percorso della mostra a creare un
nuovo immaginario di riferimento.
PARADISO (2003)
Nella piazza del Museo un’insegna luminosa con la scritta “Paradiso” fa da cornice a un tavolo con
ombrellone e sedie da giardino. Non è questa la rappresentazione del Paradiso a cui si pensa di solito: lo
spazio non è illuminato dalla luce spirituale di cui parla Dante nella Divina Commedia, ma da una lampada a
neon. Questo materiale, molto utilizzato dagli artisti sin dagli anni ‘60, richiama le insegne dei bar e dei negozi
che attirano l’attenzione dei passanti. Il paradiso presentato da Xhafa è smontabile e mobile e la sua
comprensione cambia a seconda dei momenti della giornata, poiché il neon è acceso anche di notte. Come
afferma lo stesso artista, è parte della sua ricerca indagare come lo spazio possa “evidenziare l’attitudine più
profonda” dell’opera e abbia “la responsabilità di reinventare un altro tempo, oltre che essere altro luogo”.
Paradiso appare così luogo di arrivo ma anche di attesa nella duplice concezione di sosta e aspettativa, tanto
da portare con sé un’altra drammatica riflessione: in che misura l’Europa è un paradiso deludente per i
migranti e persino per noi stessi?
FUTURE OF OLD (2001)
L’installazione Future of Old, in una delle estremità della Galleria 2, invita ad entrare in una sala buia
portando con sé una piccola fonte di luce che sia d’aiuto per orientarsi nella ricerca di qualcosa. Ciò che
appare sulla parete è l’immagine di un uomo che dorme. Il soggetto fotografato è infatti un uomo marocchino,
colto in un momento intimo ma consueto, tanto che ci si chiede perché sia ritratto in primissimo piano e
messo in risalto da una cornice dorata, rappresentato quasi come un santo. Il ritratto, poi, non indica nel titolo
un nome che possa dare un’identità all’uomo. Questa sorta di paradosso riporta l’attenzione sull’invadenza
dello sguardo che disturba l’uomo inconsapevole di essere stato fotografato, ma anche sull’aspetto
esperienziale della ricerca dell’immagine nel buio della sala: come appare, scompare subito appena si
spegne la luce. Le curiosità suscitate dalla fotografia, quindi, non trovano risposta. Ciò che rimane è una
sensazione di staticità, immutabilità e silenzio nel trascorrere del tempo.
SUNSHINE (2015)
Dei cavi elettrici, da cui pendono decine di lampadine accese, si intrecciano intorno al ferro arrugginito di un
vecchio aratro e lo tengono sollevato in alto sul soffitto del Museo. Si percepisce subito una dissonanza tra la
robusta materialità dell’aratro e il suo essere sospeso in aria, come se levitasse. Xhafa attua quindi un
rovesciamento concettuale dell’oggetto e della sua funzione per realizzare l’opera Sunshine e così “celebrare
l’unione tra le persone e il loro amore per la terra”, come egli stesso afferma. L’artista ricorre alla luce diretta
delle lampadine, che illumina lo spazio e si moltiplica come immagine di vita fatta di singole esistenze. Xhafa
dona nuovo significato agli oggetti e sorprende l’osservatore: recupera uno strumento dell’attività agricola
come reperto di archeologia rurale e lo combina alla modernità della luce elettrica, dando vita a un’immagine
poetica e simbolica dell’eterogeneità delle relazioni umane.
FIFTEEN CENTIMETER HIGH TIDE (2016)
In occasione della mostra, Xhafa ha concepito una nuova installazione per gli spazi del Museo, attratto dalla
grande parete curva e inclinata della Galleria 2. Questa particolarità della struttura, infatti, crea una
complessità spaziale che l’artista ha voluto mettere in evidenza, rendendola punto nodale dell’intero
allestimento per dare voce, così, allo spazio. L’opera si presenta come una gabbia in acciaio che si sviluppa
lungo la parete, come la cella di un penitenziario, e si mostra in tutta la sua materialità, isolata all’interno dello
spazio. Delle coppie di mani escono dalle sbarre e vi si appoggiano con gesti diversi, testimonianze di
presenze umane di cui non si conosce nient’altro. Non c’è un’unica storia da leggere attraverso queste mani,
bensì molteplici narrazioni che parlano in modi diversi del limite, inteso come costrizione e separazione.
ASSOCIATION IN YELLOW (2005)
Xhafa presenta un’opera immersa in uno spazio buio ad un’estremità della Galleria 2, come fa con l’opera
Future of Old nell’estremità opposta. Association in Yellow è una giacca fuori misura in tessuto giallo su cui è
stampato un elenco, in ordine alfabetico, di circa duemila nomi di avvocati, estratto dalle Pagine Gialle di New
York – città in cui l’artista vive da più di un decennio. L’opera è legata alla performance Yellow Associates in
Motion, realizzata a New York nel 2005, in cui un gruppo di performers vestiti come avvocati girava per le
strade di Manhattan su un camion degli anni ‘50, urlando i nomi presenti sulle Pagine Gialle alla voce
“Avvocati”. Attraverso l’espediente ludico e l’ironia caratteristica del suo fare artistico, Xhafa affronta il tema
delle rappresentazioni del potere e della giustizia: quali relazioni intercorrono tra il potere che gli avvocati
rappresentano e lo stato di diritto che dovrebbero difendere?
BENVENUTO! Sislej Xhafa
2 giugno – 2 ottobre 2016
ELENCO OPERE IN MOSTRA
Padiglione Clandestino, 1997
Collezione privata/Private collection
Casa senza titolo, 1999
Stock Exchange, 2000
3'
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Tombino, 2000
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Future of Old, 2001
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Skinheads Swimming, 2002
3'43''
Collezione/Collection Agi Verona
Broodthaershood, 2003
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Paradiso, 2003
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Beh Rang, 2004
4'04''
Collezione/Collection Giuliani, Roma
Association in Yellow, 2005
Nomas Foundation, Roma
Giuseppe, 2003 - 2007
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, dono/donation Remuzzi Marmi, 2007
Passion Fruit, 2007
3'34''
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
No Dumping Here, 2008
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Moulin Rouge, 2009
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Shy Grey, 2009
Collezione/Collection Alessandra e/and Paolo Barillari
Whispering Ink, 2009
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Boy with Green Gloves, 2010
Collezione/Collection Alessandra e/and Paolo Barillari
My garden, 2011 - 2016
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Rocket Ship, 2011
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Sunshade, 2011
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Dish Monument, 2012
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
This Call May Be Recorded For Quality Service, 2012
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Landscape Q, 2013
Courtesy dell'artista e/the artist and Blain Southern
Mother, 2013
Courtesy dell'artista e/the artist and Blain Southern
Sunshine, 2015
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Fifteen Centimeter High Tide, 2016
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Benvenuto, 2016
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Relazioni con i Media
T +39 06 8305 5699
F +39 06 8305 3771
[email protected]
enel.com
ENEL PRIMO SOCIO FONDATORE PRIVATO DEL MAXXI – MUSEO
NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO
Enel è il primo socio fondatore privato della Fondazione MAXXI. L’adesione alla Fondazione MAXXI
comporta da parte di Enel un contributo sociale per tre anni. Enel, inoltre, affianca la Fondazione MAXXI
in un ambizioso piano di efficientamento energetico del museo, all’insegna della sostenibilità e del
risparmio.
Cultura, valore e responsabilità sono le linee guida che spingono Enel a sostenere partnership con le più
importanti istituzioni nazionali e internazionali nella realizzazione di progetti innovativi che intendono
offrire ai cittadini una visione dell’energia orientata al futuro. In particolare Enel è impegnata nella
promozione dell’arte e della grande musica e dei giovani artisti: è socio fondatore dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia e del Teatro alla Scala dal 2003 e del Maggio Musicale Fiorentino dal 2015.
L’impegno di Enel è da sempre quello di trovare le migliori soluzioni per lo sviluppo economico e sociale
nei Paesi in cui opera, delle imprese che ne producono la ricchezza e delle persone che ne
rappresentano il motore. Nel rispetto per l’ambiente e per le comunità che ospitano le sue attività.
Il mondo è cambiato. Sempre più persone accedono a tecnologie più potenti che mai. La nostra vita è
sempre più connessa, l'energia deve consentire a tutti di poter fare di più. È per questo che Enel si
impegna ad aprire l'energia a più persone, tecnologie, usi e partner.
Grazie alla sua presenza globale, Enel è perfettamente posizionata per fornire energia in tutto il mondo.
Operiamo in oltre 30 paesi in Europa, Nord America, America Latina, Africa e Asia. Fornisce energia
sempre più sostenibile e più affidabile a più di 61 milioni di clienti, contando su una capacità netta
installata di oltre 89 GW. Gestisce 1,9 milioni di chilometri di rete, con fornitura alla più grande base di
clienti di qualsiasi società energetica europea.
1
Enel SpA – Sede Legale: 00198 Roma, Viale Regina Margherita 137 – Registro Imprese di Roma e Codice Fiscale 00811720580 – R.E.A. 756032
Partita IVA 00934061003 – Capitale sociale Euro 9.403.357.795 i.v.
SKY ARTE HD
- CANALI 110, 130 e 400 di SKY –
PITTURA, SCULTURA, MUSICA, LETTERATURA,
TEATRO E DESIGN, FORME ESPRESSIVE ANTICHE E
CONTEMPORANEE:
L’ARTE E IL SAPERE AL CENTRO DELLA
PIATTAFORMA
SKY ARTE HD, il primo canale televisivo italiano dedicato all’Arte in tutte le sue
declinazioni, è visibile a tutti gli abbonati Sky (che dispongono dell’HD nel proprio
abbonamento) alle posizioni 110, 130 e 400 della piattaforma. Pittura, scultura, architettura,
musica, letteratura, teatro, design e tutte le forme di espressione artistica trovano spazio in
un unico palinsesto dedicato sia agli appassionati, che hanno l’opportunità di approfondire i
loro interessi, sia ai semplici curiosi che possono avvicinarsi all’arte in un modo nuovo
attraverso le grandi produzioni internazionali (Sky Arts, BBC, Channel 4, Arte, PBS,
Sundance Channel) e quelle originali del canale. Con un linguaggio contemporaneo e mai
didascalico, che trova nella contaminazione dei generi la sua chiave narrativa, Sky Arte HD
racconta le infinite risorse del patrimonio artistico mondiale, con un occhio di riguardo alla
straordinaria tradizione italiana e al talento dei nostri artisti.
Dalla Cappella Sistina, presentata su Sky Arte HD in tutta la sua potenza espressiva nella
produzione originale Michelangelo – Il cuore e la pietra, che su Sky 3D è stata
accompagnata, proprio il 1° novembre, da un esclusivo documentario sulla Cappella
Sistina, alle provocazioni di Marina Abramovic, dal fascino di maestri del calibro di Daniel
Baremboim alle leggende del rock come Jim Morrison, dai talenti eclettici alla Tom Ford
alla regina della fotografia Annie Leibovitz, il canale ospiterà i mille linguaggi dell’arte.
Tra le produzioni originali ci sono programmi appositamente creati per i più piccoli, come
L’arte non è marte, che porta con allegria i bambini e i genitori alla scoperta dell’Arte come
un elemento che può far parte della vita di tutti, e viaggi nel mondo dell’arte contemporanea,
come Potevo farlo anch’io, condotto da Alessandro Cattelan e Francesco Bonami, che ci
guidano con un approccio ironico tra le meraviglie e i paradossi dei maggiori capolavori
della contemporaneità. Uno spazio importante è dedicato agli eventi sul territorio: rassegne,
mostre e retrospettive saranno raccontate nel reportage Grandi Mostre, in cui il complesso
meccanismo della realizzazione di una mostra viene raccontato passo dopo passo, dal
trasporto delle opere al vernissage. Ed ancora Sky Arte HD in occasione del Salone e
Fuorisalone 2013 ha realizzato la produzione originale De.sign che ha portato gli spettatori
nel cuore della design week milanese con le pillole quotidiane dedicate al Fuorisalone,
con un reportage finale su tutta l’edizione 2013, e con un’importante serie di documentari
dedicati alla storia del design. Un’altra produzione originale di Sky Arte è Bookshow,
interamente dedicato ai libri e che li racconta attraverso una semplice ma esaustiva
struttura tripartita: un libro, un luogo, un ospite. Ed ancora Destini Incrociati Hotel, un
cartoon spensierato e colorato che racconta, ambientandoli in un Hotel dove le porte delle
camere si aprono e si chiudono sui destini dei protagonisti, incontri che hanno cambiato la
storia. Nel mese di giugno Sky Arte Hd ha presentato Contact un’altra produzione originale
che in 10 episodi compie un viaggio straordinario e affascinante nella città proibita dei
provini, a contatto dei celebri fotografi della Magnum Photos, la leggendaria agenzia
fondata nel 1947.
Nel mese di ottobre Sky Arte presenta Capolavori Svelati: Greta Scacchi mostrerà come
un grande artista, oltre che uno straordinario interprete artistico, sia anche un vero e
proprio narratore del suo tempo. Nel mese di novembre tornerà su Sky Arte una nuova
serie di Contact e di Street Art una produzione originale interamente dedicata al mondo
dell’arte di strada.
Sky Arte HD si avvale del contributo di Enel, main sponsor del canale e dei suoi programmi
di punta, come è accaduto per Michelangelo – Il cuore e la pietra, e che partecipa
attivamente alla realizzazione di produzioni ad hoc come Corti di luce e gli speciali dedicati
a Enel Contemporanea, il progetto di arte contemporanea promosso dall’azienda e giunto
alla sesta edizione.
Sky Arte HD ha inoltre stretto delle importanti partnership con l’Istituto Luce-Cinecittà e con
festival, mostre e fiere per raccontare i principali eventi culturali italiani, quali il
Festivaletteratura di Mantova, Roma Europa Festival e Artissima. Ancora, Sky Arte HD sarà
media partner del MAXXI, dal mese di ottobre delle produzioni originali racconteranno le
principali mostre della stagione del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.
In linea con il linguaggio moderno della programmazione, il canale ha una forte presenza
sul web e sui social network (Facebook, Twitter e Instagram), grazie al sito www.skyarte.it e
a Sky Go, il servizio di streaming dei programmi che permette di vedere Sky su pc e
smartphones. I contenuti principali di Sky Arte HD sono disponibili anche sul servizio
Sky on Demand.
«Quello che ci prendiamo è un grande impegno - spiega Roberto Pisoni, direttore di Sky
Arte HD - perché raccontare l’Arte in televisione, in tutte le sue sfaccettature e in maniera
nuova e originale, è una grande scommessa. Ma l’Arte, nelle sue molteplici espressioni, sia
antiche che contemporanee, sia colte che popolari, è un’esperienza che migliora della vita e
offre un serbatoio infinito di storie appassionanti che siamo fieri di offrire al pubblico di Sky.»
Ufficio stampa Sky Arte HD
MN – Cristiana Zoni – [email protected] Marilena D’Asdia – MN [email protected] Tel 06.853763
Ufficio Stampa Sky – Elena Basso [email protected] Tel 02.308015837