focus report - Indeva Group

Transcript

focus report - Indeva Group
01
Un nuovo laboratorio
al Point per l’innovazione
Intellimech tra passato,
presente e futuro
La fabbrica intelligente
“fa notizia”
FOCUS
REPORT
Smart manufacturing:
terminologie e contenuti
I progetti
Intellimech 2016
Prima
Pagina
01
Sommario
3
pag.
Prima Pagina
La comunicazione Intellimech
4
pag.
Il punto
Intellimech: il percorso di sviluppo
A cura di Stefano Ierace
8
pag.
Focus
Smart manufacturing:
terminologie e contenuti
12
32 39
pag.
Report
I progetti Intellimech 2016
A cura di Fabio Floreani
18
a
Intellimech tra passato, presente e
futuro
Gianluigi Viscardi
Presidente Consorzio
Intellimech.
Presidente Cluster
Tecnologico Nazionale
“Fabbrica intelligente”.
Vicepresidente Piccola
Industria Confindustria con
delega all’Innovazione.
Inaugurato il laboratorio
di Bergamo Tecnologica
20 31
da pag.
Sinergie
a
Bergamo Sviluppo
Università di Bergamo
24
Confindustria Bergamo
26
AFIL - Associazione Fabbrica
Intelligente Lombardia
28
Università Politecnico di Milano
30
Marzotto Group
2
da pag.
Interventi
pag.
Eventi
22
Smart News è uno strumento di comunicazione
a cura di Intellimech, realizzato con la
partecipazione attiva dei soci del Consorzio.
Si ringraziano collaboratori, consulenti e
personalità istituzionali e scientifiche che
hanno partecipato alla realizzazione dei vari
interventi.
La comunicazione Intellimech
Ideazione, progetto e realizzazione grafica:
New Target Agency - Bergamo
www.newtargetagency.it
Stampa: Cpz SpA
40
pag.
Monitor
La fabbrica intelligente fa sempre
più notizia
44
pag.
Team
Staff di ricerca Intellimech: un team
giovane per un futuro già presente
47
pag.
Agenda
on la realizzazione di questo
strumento editoriale il
Consorzio Intellimech e le realtà che
ne fanno parte ribadiscono la volontà
di intensificare l’attenzione per la
comunicazione e il dialogo verso tutti
i propri interlocutori, partendo dalle
aziende che si trovano ad essere
sempre più coinvolte e protagoniste
nelle dinamiche della cosiddetta
“smart manufacturing”.
I percorsi della fabbrica intelligente
sono caratterizzati da condizioni
evolutive di grande portata, non
eludibili, destinate a tracciare il senso
stesso di concetti come “efficienza” e
“competitività”.
Non stiamo parlando di un futuro
lontano, ma della contemporaneità.
Le prospettive che oggi stiamo
concretamente vivendo erano
insite nell’idea base che ha portato
alla costituzione del Consorzio
Intellimech nel 2007. In quell’anno
un gruppo di aziende e realtà,
lungimiranti e consapevoli delle
fondamentali trasformazioni
che stavano avvenendo a livello
di applicazione e gestione delle
tecnologie e delle microtecnolgie,
presero una decisione innovativa
ed anche coraggiosa: collaborare
e scambiarsi esperienze tramite
l’attività di un Consorzio di ricerca
dedicato alla meccatronica, anche se
già allora si intravedevano i più ampi
orizzonti della smart manufacturing.
Proprio la velocità e la strategicità
dei cambiamenti avvenuti negli
ultimi anni ci fanno percepire
che la fabbrica intelligente e
l’impegno di Intellimech richiedono
approfondimenti e soprattutto
meritano di essere sempre più
conosciuti. Di fabbrica 4.0 si parla
tanto, anche in abiti divulgativi
spiccatamente rivolti verso il grande
pubblico. Ma spesso, purtroppo, in
modo frammentario e superficiale,
anche quando ci si rivolge alle
imprese, al tessuto economico. Fra
i compiti di Intellimech vi è anche
quello di rendere più chiare le
prospettive, i risultati, le opportunità
(senza dimenticare le criticità
applicative) di uno sviluppo orientato
alla fabbrica Intelligente.
Ad alcuni potrebbe apparire
strano che in uno scenario sempre
più digitale e caratterizzato da
comunicazioni on line, Intellimech
abbia deciso di realizzare uno
strumento cartaceo come Smart
News (proprio in questo scenario,
tra l’altro, un prodotto che nasce in
carta è facilmente pubblicabile anche
in rete).
La scelta è sostenuta da precise
argomentazioni: gli strumenti
in carta sono stati anch’essi
protagonisti di un importante
cambiamento in questi ultimi anni.
Se ben confezionata nei suoi obiettivi
e contenuti, la comunicazione che
utilizza carta si dimostra capace di
mantenere un forte gradimento,
soprattutto nel management delle
imprese; questo è vero in particolare
quando dall’informazione di pronto
consumo, quasi “di cronaca” (terreno
privilegiato dei media digitali), si
passa all’approfondimento, alla
riflessione, a una lettura da business
magazine, appunto.
Uno strumento di comunicazione
in carta può stare sulla scrivania,
può essere sfogliato nel momento
ideale determinato proprio dalla
predisposizione di chi legge. È per
sua natura una comunicazione che
invita anche a essere ripresa e riletta.
Perfino conservata, se vogliamo.
Ma soprattutto, per scelta, invita
a cogliere nella loro profondità i
contenuti che propone. Per questo,
nel decidere di attivare un canale
di comunicazione per Intellimech,
abbiamo deciso per uno strumento
di questo tipo: “classico” nella
forma, ma fortemente innovativo nei
contenuti.
3
Il punto
a cura di Stefano Ierace
Intellimech:
il percorso di sviluppo
Nonostante non esista una
definizione univoca e condivisa del
termine “Industry 4.0”, possiamo
in generale descriverlo come
la completa digitalizzazione dei
processi produttivi utilizzando
e coniugando elementi fisici e
4
controparti digitali (Cyber-Physical
Systems) all’interno della factory.
La tematica predominante è la
possibilità di monitorare e controllare
tutti i processi produttivi utilizzando
al contempo i dati raccolti per
migliorarne la produttività e la qualità.
Integrando gli
aspetti positivi
sia dei progetti
pre-competitivi
che di quelli di
“aggiornamento
tecnologico”,
che formano il
patrimonio storicoesperienziale
del Consorzio,
l’attuale attività di
Intellimech propone
approcci “su misura”
per i soci, essenziali
per la definizione
di successive
piattaforme
dimostrative.
Questo pone il termine Industry
4.0 al centro di una nuova ondata
di innovazione che, come la prima,
la seconda e la terza rivoluzione
industriale, si prevede possa
generare notevoli miglioramenti in
termini di produttività industriale.
Gli obiettivi perseguibili sono
essenzialmente di due tipi: utilizzare
le tecnologie digitali a supporto del
manufacturing per rendere le aziende
più competitive, più produttive e
più reattive; arricchire i prodotti
strumentali di servizi ICT per abilitare
nuove opportunità di business.
Intellimech nasce operativamente
nel 2007, con il lancio di due
progetti pre-competitivi, PROPHET
e MAXUV, che mirano a sviluppare
delle piattaforme dimostrative in cui
le componenti Hardware e Software
hanno un ruolo predominante.
Questi progetti hanno budget e
tempi di sviluppo consistenti, 2
anni per ciascun progetto. Quasi
contemporaneamente alla fine dei
primi due viene promossa un’altra
coppia di progetti della stessa
Fra i temi spicca
la centralità di
Industry 4.0, al
centro di una
nuova ondata di
innovazione che,
si prevede, può
generare notevoli
miglioramenti
in termini di
produttività
industriale.
tipologia, COMETHA ed ESASIM.
Alla conclusione di questi primi lavori
si assiste ad una prima “opportunità”
per il Consorzio: l’interesse suscitato
dai risultati è tale che alcune
aziende decidono di abbandonare
la pre-competitività dei progetti
ed applicare il risultato sul proprio
prodotto/processo, permettendo
la nascita di impegni su commessa,
già regolamentati a statuto anche
da un punto di vista di proprietà
intellettuale. I ricavi derivanti dalla
nascita dei progetti su commessa
rendono possibile la diminuzione
della quota consortile a partire
dall’anno 2010. Questo momento
fornisce un secondo importante
cambiamento di Intellimech:
nel 2011 viene “abbandonato”
l’aspetto pre-competitivo e vengono
lanciati progetti di “aggiornamento
tecnologico”, di dimensioni ridotte, sia
temporali che economiche, progetti
condivisi tra le imprese, finanziati
sempre con la quota consortile e
con il supporto della Camera di
Commercio di Bergamo.
Gli obiettivi strategici
dell’attività del Consorzio
Intellimech sono finalizzati
ad apportare contributi
progettuali originali sui due
percorsi fondamentali della
fabbrica intelligente: da un
lato utilizzo delle tecnologie
digitali a supporto del
manufacturing per rendere
le aziende più competitive,
più produttive e più reattive,
e dall’altro lato arricchire
i prodotti strumentali di
servizi ICT per abilitare
nuove opportunità di
business alle imprese.
5
Il punto
I primi due si chiameranno INTRACE
(tracciabilità – RFId) e COSMIS
(monitoraggio con smartphone),
seguiti negli anni successivi da
altri progetti di scouting relativi a
tematiche tecnologiche di interesse
generale:
- Risparmio e recupero energetico in
macchine ed impianti (POWERSAVE)
- La Fabbrica a basso impatto
ambientale ed efficiente nell’uso
dell’energia e delle risorse (ECOFACTORY)
- Reti wireless per uso industriale
(IWN)
- Software modulare (SOFTMOD)
- Stampa 3D (3DPRINTING)
- Internet of Things (IOT)
- Progettazione integrata di macchine
(IDM)
I nuovi progetti Intellimech
rappresentano un cambiamento
importante nella gestione e nello
sviluppo delle attività consortili.
Nella nuova configurazione, infatti, i
progetti di scouting sono finalizzati
alla definizione di progetti precompetitivi tagliati su misura per i
I nuovi progetti
Intellimech
rappresentano
un cambiamento
importante nella
gestione e nello
sviluppo delle
attività consortili.
soci e rappresentano dunque il punto
di partenza per la definizione delle
successive piattaforme dimostrative.
Il percorso di sviluppo prevede una
prima fase di raccolta delle necessità
aziendali, necessità che non sono
inerenti a tematiche tecnologiche
specifiche, come avveniva nei primi
progetti, bensì a singoli processi
AZIENDE DEL CONSORZIO
aziendali (produzione, logistica,
manutenzione, ecc.). L’idea alla base
è quella di rendere “trasparenti”
le tecnologie alle imprese che in
tal modo avranno la possibilità di
esprimere in modo non vincolato
le proprie necessità; solo in un
secondo momento subentreranno
gli strumenti tecnologici come
mezzo per risolvere le problematiche
aziendali. I ruoli dei differenti
attori risultano in tal modo chiari
e definiti: le aziende esprimono
le proprie necessità e supportano
la controparte scientifica nella
definizione finale dei dimostratori
mentre i ricercatori ed il Comitato
Tecnico Scientifico individuano le
tecnologie di supporto alla base
delle piattaforme pre-competitive.
In una seconda fase i dimostratori
tecnologici verranno progettati e
sviluppati nel laboratorio Intellimech;
il loro sviluppo verrà man mano
presentato ai soci durante degli
incontri intermedi e le piattaforme
dimostrative finali saranno oggetto di
progetti pilota specifici per le singole
imprese.
I macro obiettivi
dell’impegno
Intellimech
Incrementare l’impatto delle attività
consortili, mediante lo
sviluppo concreto di soluzioni tecnologiche.
Sviluppare know-how interno,
formando i giovani ricercatori non
solo dal punto di vista teorico ma
anche pratico.
Costruire piattaforme tecnologiche condivise, sfruttando gli
incontri specifici per raccogliere
interessi comuni.
Massimizzare la fruibilità della
ricerca, attraverso la verticalizzazione delle piattaforme in progetti
pilota specifici.
RICERCATORI E CTS
Problemi
e necessità
Soluzioni
tecnologiche
Idee
progettuali
Dimostratori
tecnologici
Applicazioni
specifiche
6
7
Focus
Smart manufacturing:
terminologie e contenuti
Lo scenario terminologico che caratterizza
il concetto di fabbrica intelligente o di industria
4.0, con le sue diversificazioni e analogie,
appare simbolicamente affine alle condizioni
effettive di applicazione dei modelli,
prima fra tutte la necessità di adottare
linguaggi condivisi.
Per raggiungere gli obiettivi 4.0, saranno
necessari nuovi strumenti intelligenti e nuovo
software per la strutturazione dei flussi di
dati; la maggioranza delle macchine, proprio
come i materiali e le merci con componenti
lavorati, saranno dotate di innovativi
processori miniaturizzati, unità di memoria,
sensori e trasmettitori incorporati.
8
Il moltiplicarsi delle attenzioni verso
la cosiddetta “smart manufacturing”
ha determinato anche uno sviluppo
crescente del dibattito sugli scenari
e i linguaggi della “quarta rivoluzione
industriale”, identificata spesso
dall’ormai celebre paradigma di
industria 4.0. Già questo incrociarsi
di definizioni evidenzia che nello
sviluppo del tema sussiste prima di
tutto la necessità di fare chiarezza sui
linguaggi adottati e sui significati dei
termini. Anche perché, all’interno di
questi modelli interpretativi e scuole
di pensiero, si collocano tanto la
riflessione sul ruolo della tecnologia
nel processo di cambiamento, quanto
le trasformazioni che esso sollecita
alle persone coinvolte, in particolare
agli operatori e ai manager che si
interfacciano con le tecnologie.
Persone che per relazionarsi fra
loro è necessario utilizzino linguaggi
condivisi.
Ricordiamo che la definizione di
industria 4.0 è stata utilizzata per
la prima volta in Germania nel
2011, in occasione di una Fiera ad
Hannover. L’espressione è diventata
rapidamente di uso comune, volta ad
identificare l’evoluzione come “quarta
rivoluzione industriale”. La prima
(Industry 1.0) è giunta in seguito
allo sfruttamento della potenza di
acqua e vapore per meccanizzare la
produzione. La seconda, introdotta
alla fine del secolo XIX, ha dato il via
alla produzione di massa attraverso
l’uso dell’elettricità e delle catene di
montaggio. Industry 3.0 è conosciuta
più in generale come la rivoluzione
digitale o era digitale, capace di
sviluppare i livelli di automazione
avvalendosi di sistemi elettronici
e dell’IT. I modelli di Industria 4.0
puntano ancora maggiormente
sull’informatizzazione evoluta delle
industrie, soprattutto manufatturiere,
ed hanno come loro focus la
creazione di vere e proprie “Smart
Factory”, caratterizzate da grande
capacità di adattamento, flessibilità al
mutare delle condizioni di mercato,
efficienza ed ergonomia proprio a
partire dalla straordinaria capacità
della comunicazione applicata alle
macchine e ai processi.
Si tratta di uno scenario solo
apparentemente semplice, mentre
altresì diventa quasi di giorno in
giorno più articolato. Ad esempio
parlare di evoluzione 4.0 significa
essenzialmente adottare una
nuova architettura di filiera basata
sul concetto di Cyber Physical
Production System, modello che
supera il singolo processo aziendale,
coinvolgendo aspetti identificati
come sinergie “5C”: connection,
conversion, cyber, cognition,
configuration.
Fra gli obiettivi
dell’industria 4.0
si colloca un
ambiente di
produzione molto
più easy, con minore
controllo centrale
e più intelligenza
integrati localmente
nei sistemi
tecnologici.
Molte aziende, anche in Italia, stanno già concretamente adottando metodi, procedure e sistemi
che possono a ragione essere considerati di smart manufacturing, anche se spesso in forma non
articolata. Siamo ben oltre le sperimentazioni applicative.
9
Focus
I dispositivi intelligenti, che per
definizione integrano più tecnologie,
introducono infatti nuove sfide e
richiedono nuove competenze. Fra
gli obiettivi primari dell’industria
4.0 si colloca un ambiente di
produzione molto più easy, con
minore controllo centrale e più
intelligenza integrati localmente nei
sistemi tecnologici. Una condizione
che prevede sempre più l’adozione di
sistemi di fabbricazione cyber-fisici
dove prodotti intelligenti utilizzano
sensori per fornire istruzioni di
lavorazione alle apparecchiature di
produzione automatizzata. In altre
parole: le fabbriche controlleranno e
ottimizzeranno i processi produttivi
in gran parte da sole. Per raggiungere
questo obiettivo, saranno necessari
nuovi strumenti intelligenti e nuovo
software per la strutturazione dei
flussi di dati; la maggioranza delle
macchine, proprio come i materiali
e le merci con componenti lavorati,
saranno dotate di innovativi
processori miniaturizzati, unità di
memoria, sensori e trasmettitori
incorporati. Tutti questi sviluppi
consentiranno a prodotti e
macchine di comunicare meglio
tra loro, direttamente o tramite
Internet delle cose. I dati grezzi
acquisiti forniranno il feedback che
consente il monitoraggio in tempo
reale e la regolazione di diversi
processi, aumentando l’efficienza.
Tutto ciò comporta però di creare
un’infrastruttura che metta meglio
in comunicazione i vari elementi che
partecipano al processo produttivo,
consentendo al sistema complessivo
di usufruire di una miriade di dati
che vengono elaborati e sintetizzati,
innescando automatismi e
retroazioni che vanno ad aumentare
l’efficacia dei processi stessi. Inoltre
l’integrazione tra gli oggetti messi
in rete, coadiuvati da sistemi di
sensoristica e diagnostica, fornirà
agli stessi una forma di “intelligenza”
che per definizione prevede la
capacità di imparare dai propri errori
e permetterà di gestire in automatico
e con una flessibilità virtualmente
senza limiti qualsiasi produzione e
logistica.
Accanto agli aspetti che riguardano
la produzione vi sono poi tutti quelli
funzionano eccellentemente. Ma
si tratta appunto di episodi, di
individualizzazioni. Diverso e ancora
in divenire è l’adozione di metodi e
linguaggi comuni e condivisi. E’ come
se la difformità terminologica che
caratterizza ancora l’identificazione
stessa del futuro della manifattura si
riverberasse anche nelle condizioni
effettive delle fabbriche. Per rendere
concreto un reale scenario di smart
manufacturing, soprattutto più
che stanno a
monte, nelle fasi di
progettazione, prototipazione
e testing, dove l’implementazione
di software di simulazione sempre
più performanti permetteranno di
virtualizzare e dunque velocizzare
estremamente le fasi di definizione
del prodotto. Fin qui la “tecnologia”,
ma quello che spesso non viene
evidenziato e che riveste invece
un’importanza strategica è il ruolo
di chi deve studiare il sistema nel
Internet of Things
interconnessione tra
componenti
Introduzione dell’elettronica
nell’IT per una maggiore
automazione della produzione
Introduzione della produzione
di massa a settori grazie
all’energia elettrica
Introduzione di impianti
meccanici grazie all’energia
idrica e al vapore
FINE XVIII SEC.
1a Rivoluzione Industriale
10
INIZIO XX SEC.
2a Rivoluzione Industriale
INIZIO ANNI ‘70
3a Rivoluzione Industriale
OGGI
4a Rivoluzione Industriale
La definizione di industria
4.0 è stata utilizzata per la
prima volta in Germania
nel 2011. L’espressione
è diventata rapidamente
di uso comune, volta ad
identificare l’evoluzione
come “quarta rivoluzione
industriale”. I modelli di
Industria 4.0 puntano
ancora maggiormente
sull’informatizzazione evoluta
delle industrie, soprattutto
manufatturiere, ed hanno
come loro focus la creazione
di vere e proprie “Smart
Factory”.
suo complesso,
a cominciare dal
tipo di azioni e retroazioni
che le macchine dovranno
implementare una volta letti i
dati. Altrettanto importante è la
capacità di individuare, a monte,
come creare valore per il cliente. Il
valore percepito dal cliente, infatti,
non necessariamente corrisponde
a quello fisico creato dal processo
produttivo, da qui l’importanza delle
attività di ideazione e progettazione
del prodotto, al quale si affiancano
le operazioni di marketing per lo
studio dei mercati e la valorizzazione
del brand. Insomma abbiamo e
avremo sempre più la possibilità di
usufruire di informazioni complete e
dettagliate, ma il vero valore aggiunto
lo darà la capacità di sapere come
utilizzarle e gestirle. Ad oggi siamo
in una situazione di passaggio, di
transito decisamente particolare e
che inevitabilmente dovrà evolvere
ulteriormente in tempi relativamente
rapidi. Molte aziende, anche in Italia,
stanno già concretamente adottando
metodi, procedure e sistemi che
possono a ragione essere considerati
di smart manufacturing, anche se
spesso in forma non articolata e
con difficoltà di reale dialogo fra
le varie componenti. Siamo ben
oltre le sperimentazioni applicative
e già configurazioni individuali
manifatturiere dovrebbero non
solo accogliere senza rallentamenti
e perplessità spesso ingiustificate
il concetto di industria 4.0; ciò
significa passare rapidamente a
comprendere meglio come i progetti
di evoluzione possono essere
adottati concretamente nelle proprie
realtà aziendali. Per questo sono
fondamentali dialoghi e modelli di
confronti. Esattamente quello che
Attualmente
non esiste alcun
accordo su quale
tecnologia standard
verrà utilizzata
per trasmettere i
segnali necessari ad
abilitare il cloud di
Internet delle cose.
facile da adottare e implementare,
devono convergere ancora molti
fattori. Attualmente, per esempio
e prima di tutto, non esiste alcun
accordo su quale tecnologia standard
verrà utilizzata per trasmettere
i segnali necessari ad abilitare il
cloud di Internet delle cose. D’altro
lato, molte delle informazioni
che sarebbero necessarie per
mantenere le macchine in contatto
si muovono per blocchi di dati.
Ancora prima, però, le aziende
distingue e caratterizza l’impegno
del Consorzio Intellimech. Per un
paese ad alta densità manifatturiera
come l’Italia, è importante che ci sia
uno sforzo congiunto per innovare
processi e organizzazioni produttive.
L’obiettivo è di dare nuove
prospettive alla manifattura proprio
là dove si incrociano processi e
prodotti, pensando insieme la
fabbrica intelligente.
11
Report
a cura di Fabio Floreani
Impatto economico potenziale per ambito applicativo (fonte McKinsey)
I progetti
Intellime ch 2016
Ambiti
applicativi
Impatto economico potenziale
(miliardi per anno)
Totale = 1,2 bilioni-3,7 bilioni
Ottimizzazione
operazione
6331,766
Manutenzione
predittiva
240627
Ottimizzazione
magazzini
98342
Salute
e sicurezza
65226
Perfezionamento
raccolto agricolo
52338
Riduzione dei
farmaci contraffatti
(ospedali)
30117
Produttività umana
(realtà aumentata)
Sono state individuate
e attivate tre aree tematiche
di interesse, discusse e concordate durante incontri specifici
tra i ricercatori ed i soci, che sono andate ad identificare
problematiche comuni e tali da rispondere
alla maggior parte delle necessità dei consociati.
Secondo una recente ricerca di
McKinsey il maggior potenziale
della fabbrica intelligente risiede
nell’ottimizzazione delle operation,
con un impatto potenziale stimato
variabile dai 633 ai 1766 miliardi di
dollari entro il 2025. La possibilità è
quella di sfruttare la sensoristica più
che il giudizio umano per regolare le
performance delle macchine e degli
impianti produttivi. Questo implica
12
anche raccogliere ed utilizzare
i dati di processo per regolare
efficientemente i flussi produttivi
tramite il loro monitoraggio locale e
remoto, sia all’interno del medesimo
stabilimento che tra differenti
stabilimenti produttivi. Le tecnologie
alla base della Smart Factory possono
dare alle aziende una comprensione
completa di quello che accade
durante il processo produttivo
abilitando una sua regolazione ed
evitandone interruzioni indesiderate.
General Motors, ad esempio,
utilizza dei sensori di umidità
per ottimizzare le operazioni di
verniciatura; se le condizioni
ambientali sono sfavorevoli, il
semilavorato viene automaticamente
reindirizzato verso un’altra parte
dell’impianto produttivo, evitando
così le operazioni di riverniciatura e
3060
Produttività umana
(supervisione)
2250
Produttività umana
(riprogettazione
strutturale)
1750
Progettazione
usage-based
1057
Logistica della
manutenzione
619
Energia nelle strutture
ospedaliere/Gestione
della sicurezza
610
Dispositivi medici
ottimizzati
214
Controllo
del bestiame
(agricoltura)
13
Analisi pre-vendita
029
massimizzando l’uptime dell’impianto.
Dopo l’ottimizzazione delle
operation, la seconda applicazione
più promettente è quella della
manutenzione predittiva (240-627
miliardi di dollari) delle macchine,
seguita dall’ottimizzazione dei
magazzini (98-342 miliardi di dollari).
L’impatto economico sulle operazioni
manutentive deriva dall’utilizzo
estensivo della sensoristica sulle
macchine per monitorare il loro stato
di salute e prevenire guasti e rotture
indesiderate; nuovi algoritmi di stima
di guasti incipienti, inoltre, possono
essere efficacemente utilizzati
per ottimizzare la schedulazione
degli interventi manutentivi.
Essenzialmente le tecnologie alla
base della smart-factory possono
consentire il passaggio da politiche
di manutenzione “fix and repair” a
Previsione
Utile
potenziale
~ $15 bilioni di costi operativi di
produzione; 50 milioni di personale
infermieristico ospedaliero
5-12,5%
riduzione
dei costi
Impianto di produzione/
attrezzatura e manutenzione
ospedaliera ~ $577 miliardi
10-40%
riduzione
dei costi
Produzione/costo di mantenimento
dei magazzini ospedalieri ~ $857
miliardi; 2% scarto farmaci
20-50%
riduzione
dei costi
~ $1 bilione per anno, costo
assicurazione sanitaria e
infortunistica
10-25%
risparmi
Valore aggiunto agricolo
~ $3 bilioni per anno
10-25% guadagni
nel raccolto
Perdite dovute alla contraffazione
~ $100 miliardi per anno
30-50% riduzione
(su tutti i farmaci)
~ $4.7 bilioni salario per operai e
personale tecnico ospedaliero
10% ottimizzazione
della produttività
~ $5 bilioni salario per operai,
dipendenti ospedalieri e agricoltori
5% guadagno
di produttività
Salario operatori e assistenza
tecnico-specialistica ospedaliera
~ $14.8 bilioni
3-4% guadagno
di produttività
Valore aggiunto macchinari di
produzione ~ $1 bilione
3-4% guadagno di
produttività
Costo smistamento articoli
magazzini ~ $50 miliardi
30% in meno
di tempo di
smistamento
~ $53 miliardi energia e costi
di sicurezza
20-50% riduzione
dei costi (fino al 20%
per l’energia)
~ $600 miliardi per anno dispositivi
medici durevoli
2-6% diminuzione
~ $1 bilione valore del bestiame
Fino al 60%
diminuzione
delle perdite
~ $1.6 bilioni per anno attrezzatura
di valore aggiunto e acquisti
ospedalieri
Fino al 2%
diminuzione
modelli più efficienti “predict and
prevent”.
Partendo da queste considerazioni
sono state individuate le tre aree
tematiche di interesse per i nuovi
progetti Intellimech:
- Area tematica 1: Sistemi e
soluzioni tecnologiche per la
tracciabilità di semilavorati e
prodotti finiti nella logistica e nella
produzione.
13
Report
- Area tematica 2: Sistemi e
soluzioni tecnologiche per i controlli
qualitativi.
- Area tematica 3: Sviluppo
di sistemi ed algoritmi per il
monitoraggio e la diagnostica
predittiva per la manutenzione ed il
service.
Le aree tematiche individuate
sono state discusse durante
incontri/interviste specifiche tra i
ricercatori ed i soci e sono servite ad
identificare problematiche comuni
tra le imprese agevolando così
la definizione di una piattaforma
tecnologica che risponda alla maggior
parte delle necessità dei consociati.
Tale raccolta di informazioni sarà
in seguito il punto di partenza per
identificare le soluzioni tecnologiche
da utilizzare. Parallelamente a questa
fase di raccolta di informazioni è
stato svolto uno scouting relativo
ad ogni singola area tematica, con
l’obiettivo di presentare ai soci casi
di successo e tecnologie abilitanti
nei 3 ambiti di interesse; durante
i vari incontri le aziende ed i
ricercatori hanno avuto la possibilità
di confrontarsi per individuare
congiuntamente la soluzione ottimale
per le problematiche riscontrate. Il
tutto nella consapevolezza che le
tecnologie alla base del paradigma
“Industry 4.0” offrono un’enorme
opportunità sotto questo punto
di vista, risultando fortemente
trasversali ai differenti processi
aziendali e facilmente fruibili anche
per esigenze differenti tra di loro.
Incrementare l’efficienza dei processi
produttivi con bassi investimenti e
a costi contenuti è infatti un driver
fondamentale per restare competitivi
in un mercato globale sempre più
ostile.
14
Smart Monitoring
La digitalizzazione delle imprese
manifatturiere a livello italiano ed
europeo, spinta dalle tecnologie
proprie del paradigma Industry 4.0,
avrà un enorme impatto sul mercato
nei prossimi 10 anni, introducendo
enormi possibilità in termini di
incremento dell’efficienza, riduzione
dei costi e sviluppo di nuovi modelli
di business. Per cogliere tali
opportunità diventa sempre più
importante essere capaci di
raccogliere, gestire, integrare ed
analizzare i dati della produzione
all’interno dello stesso stabilimento o
tra siti produttivi geograficamente
distribuiti. Un possibile approccio è
quello di correlare i dati di processo
con quelli gestionali attraverso una
integrazione diretta tra PLC e ERP.
Tale processo di correlazione passa
necessariamente dall’adozione di un
sistema di tracciabilità completo ed
affidabile delle materie prime, dei
semilavorati e dei prodotti finiti.
Il monitoraggio puntuale dei processi
produttivi comporta notevoli benefici
in termini di razionalizzazione delle
materie prime e dei semi-lavorati,
riduzione dei tempi di fermo
impianto e diminuzione dei prodotti
difettosi; al contempo permette di
avere una conoscenza completa
ed approfondita dei processi e dei
metodi produttivi.
I sistemi e le soluzioni tecnologiche
alla base dello Smart Monitoring
spaziano dagli smart-sensor alle
metodologie di Data Mining, dai
protocolli di comunicazione agli
Analytics e coprono differenti ambiti
ingegneristici e di ricerca.
Obiettivi
Tematiche
Migliore gestione del processo
produttivo e dei servizi postvendita.
Gestione dei resi da parte dei
clienti ed individuazione dei
processi critici.
Monitoraggio, misura, analisi
e controllo puntuale dei flussi
produttivi.
Incremento della flessibilità del
processo produttivo.
Migliore reattività e affidabilità
nella schedulazione della
produzione.
Sviluppo di sistemi di misura
delle performance produttive
anche legate al monitoraggio
in tempo reale dei consumi
energetici e delle risorse
produttive.
Tracciabilità di semilavorati e di
prodotti finiti, anche a livello di
singoli pezzi, per ambienti critici
(temperature elevate, disturbi,
parti metalliche, ecc.)
Analytics e correlazione tra
dati di processo e dati gestionali
(analisi dei trend, controllo
delle deviazioni del processo
produttivo, ecc.) e tra dati di
qualità e di mercato.
Sistemi di
supporto alle
decisioni e
algoritmi
di analisi/
predizione
delle
deviazioni
dei
parametri
nei processi
produttivi.
CONTROLLO DI PROCESSO
(COMPENSAZIONE DELLA DIFETTOSITÀ)
MATERIE
PRIME CON
PARAMETRI
NON
CONTROLLATI
CONTROLLI NON
DISTRUTTIVI
IN-LINE
LINEA DI
ASSEMBLAGGIO
SEMILAVORATO
ASSEMBLAGGIO
FINALE
STAZIONE DI
CALIBRAZIONE
FINALE
PRODOTTO
FINITO
CONFORME
SET-UP STAZIONE DI CALIBRAZIONE
Sistemi e soluzioni tecnologiche per i controlli qualitativi.
Nuovi sistemi di
controllo adattativi
La leadership europea nella
produzione di merci è oggi sempre
più minacciata da soggetti esterni
alla UE. Per affrontare la concorrenza
globale è necessario affrontare e
superare delle vere e proprie sfide:
realizzare prodotti qualitativamente
elevati a basso costo; ottenere
linee produttive senza scarti (Zerodefect); sviluppare la flessibilità nella
produzione senza spese eccessive.
Al giorno d’oggi i controlli qualitativi,
specialmente negli impianti con
elevati tassi produttivi, vengono
ancora effettuati mediante analisi
a campione tipicamente off-line
e gestiti in base al superamento
o meno dei test di QA (fail/pass).
Questo ha conseguenze importanti
sulla quantità di scarti produttivi,
sulla produttività, l’efficienza dei
costi e la gestione degli impianti di
produzione. Tali sfide possono essere
affrontate sviluppando e integrando
Obiettivi
Identificazione automatica dei
prodotti fuori specifica.
Compensazione automatica
della variabilità dei prodotti.
Riconoscimento puntuale
del processo critico e sua
compensazione.
Incremento della qualità dei
prodotti finiti.
Eliminazione dei controlli
qualitativi e delle tarature finali.
Riduzione degli scarti.
Riduzione del costo della
produzione.
Incremento della produttività.
Tematiche
Sistemi di controllo adattativi
delle linee produttive.
Nuovi strumenti e sensori
per la misura on-line delle
caratteristiche meccaniche,
dimensionali ed elettriche dei
prodotti finiti o dei semilavorati.
Identificazione del modello
del sistema produttivo e
ottimizzazione dei parametri di
processo.
15
15
Report
le tecnologie di base (già allo stato
dell’arte) per monitorare e controllare
i KPIs di performance di prodotto
e di processo ottimizzando le linee
produttive multi-stadio in ottica
di produzione «zero-defect». La
necessità è quella di integrare:
la conoscenza dei prodotti e dei
processi con i dati dei sensori e
degli strumenti di misura (classici o
innovativi) in linea. Ciò determina la
raccolta dei dati a livello di sistema
e il controllo real-time delle linee
produttive.
Diagnostica
predittiva per la
manutenzione ed
il service (Smart
Device)
Lo sviluppo tecnologico delle
infrastrutture di comunicazione
è tale da poter pensare ad una
tendenza dell’evoluzione dei
dispositivi e degli impianti verso
sistemi fortemente interconnessi
dalla rete internet (Internet of Things,
Industria 4.0, etc.). In questo ambito
devono svilupparsi anche sistemi
di monitoraggio e diagnostica,
rendendo disponibili le informazioni
richieste in tempo reale e senza
vincoli geografici, aspetto essenziale
per prodotti che conoscono un
mercato globale. D’altra parte,
l’integrazione nei sistemi industriali
di Smart Device, disponibili oggi a
basso costo, apre la strada ad una
serie di applicazioni e servizi dall’alto
valore aggiunto. Dal punto di vista
degli utilizzatori di queste macchine
l’elevato grado di automazione
a bordo può garantire cospicui
vantaggi sia in ottica di maggiore
produzione che di riduzione dei
costi di gestione. Il limite attuale di
questi sistemi è che spesso risultano,
16
anche nei grandi impianti, isolati e
debolmente interconnessi con gli altri
sistemi informativi.
Oltre al monitoraggio, l’ottimizzazione
ed il controllo in tempo reale (in
locale o in remoto) della produzione,
un altro aspetto fondamentale è
la diagnostica dello stato di salute
delle macchine. Oggi, nel mercato,
tali soluzioni diagnostiche hanno
solitamente caratteristiche di base,
pre-programmate e ristrette ad
un numero specifico di target; la
correlazione tra la diagnosi del
guasto ed il suo rilevamento risulta,
quindi, difficile da perseguire.
La tendenza è quella di far leva
sulla possibilità tecnica di valutare
automaticamente lo stato di salute
degli asset e di prevederne il
In questo ambito
devono svilupparsi
anche sistemi
di monitoraggio
e diagnostica,
rendendo disponibili
le informazioni in
tempo reale e senza
vincoli geografici.
Fra i paradigmi della “fabbrica
intelligente” si colloca
anche il tema dello sviluppo
prestazionale delle macchine
in relazione alle loro capacità
di controllo e autocontrollo,
aspetto direttamente collegato
anche alla diagnostica e stato
di salute delle macchine stesse.
In certi casi la performance è
già ottima, ma in molti altri casi
esistono notevoli margini di
miglioramento.
Obiettivi
Politiche manutentive più
performanti senza impatto sui
costi totali della manutenzione.
Diminuzione dei guasti non
previsti con conseguente
incremento dell’efficienza
produttiva, dell’MTBF e della
disponibilità globale degli
impianti produttivi.
Incremento della
disponibilità del service e
riduzione dei suoi costi globali.
Ottimizzazione del
magazzino ricambi.
Incremento del know-how
delle macchine e riduzione dei
tempi di progettazione.
Incremento della
produttività.
Tematiche
deterioramento ed il guasto.
A tal proposito sono oggi disponibili
tecniche evolute di elaborazione
dei segnali (es. pattern recognition,
data mining e reti neurali) che
permettono di supportare in modo
appropriato la manutenzione su
condizione (CBM) e la manutenzione
proattiva (PM). Le tecniche avanzate
di CBM e di PM, d’altra parte,
richiedono di sfruttare al massimo
le nuove tecnologie ICT al fine di
acquisire i dati da sensori intelligenti,
implementare robuste catene di
misura, gestire in modo appropriato
la comunicazione tra le macchine
ed i sistemi di controllo ed in
definitiva abilitare nuove ed efficienti
metodologie per fare manutenzione.
Le nuove metodologie di diagnosi e
di predizione, se opportunamente
sfruttate, sono in grado di generare
enormi opportunità sia per gli
utilizzatori (ottica user-side) che per i
produttori (ottica vendor-side).
Manutenzione proattiva &
zero-maintenance.
Metodologie di integrazione
dei dati di diagnostica
predittiva con quelli di
monitoraggio.
Sistemi HMI avanzati.
Sistemi integrati ed avanzati
di monitoraggio e diagnostica
locale e remota.
Infrastrutture ICT e reti
distribuite di sensori per la
raccolta automatica ed in
tempo reale, sia locale che
remota, di una serie di misure
fisiche conformi al processo
analizzato.
Architetture orientate
ai sistemi di supporto alle
decisioni e framework di
ottimizzazione globale degli
impianti produttivi e del
service.
17
Eventi
L’unità Intellimech
presso il nuovo point
tecnologico
universitario di Dalmine
Inaugurato il
Laboratorio
di Bergamo
Tecnologica
La nuova struttura è allestita presso il
Point-Polo per l’innovazione di Dalmine
e nasce per volontà di Intellimech e dei
suoi soci in collaborazione con Bergamo
Tecnologia. Costituisce un riferimento
per le imprese che vogliono implementare
o semplicemente conoscere alcune
opportunità che la tecnologia offre per
rendere più efficienti i processi e migliorare
i prodotti.
18
L’inaugurazione è avvenuta
nell’ambito dell’evento di
presentazione dei programmi
2016 di Bergamo Tecnologica, il
progetto finanziato dalla Camera di
Commercio di Bergamo per favorire
l’introduzione di nuove tecnologie e
di modelli di adozione tecnologica, in
uno scenario di smart manufacturing.
L’iniziativa è il risultato della
collaborazione fra Bergamo Sviluppo
(Azienda Speciale della Camera
di Commercio) in collaborazione
con il sistema associativo locale
e il supporto tecnico-scientifico
dell’Università degli Studi di Bergamo
e del Consorzio Intellimech. L’area
laboratoriale si propone come
punto di riferimento per le imprese
che vogliono implementare o
semplicemente conoscere alcune
opportunità che la tecnologia offre
per rendere più efficienti i processi o
migliorare i propri prodotti.
Al laboratorio si affianca l’attivazione
di uno Sportello Tecnologico
rivolto alle piccole e medie imprese
del territorio, per supportarle
nel processo di innovazione,
affiancandole nella definizione della
tecnologia e delle metodologie più
opportune. Il progetto è finalizzato a
supportare il sistema imprenditoriale
nell’approcciarsi in modo propositivo
ai temi legati alla Fabbrica
Intelligente, ecco perché si avvale
anche della sinergia con l’Università
degli Studi di Bergamo e il Consorzio
Intellimech, che già opera in tali
ambiti. Come ha sottolineato il
Presidente di Intellimech Gianluigi
Viscardi, il Consorzio della
meccatronica ha deciso di aprire una
propria sede operativa anche presso
il Polo Tecnologico di Dalmine, oltre
a quella già consolidata presso il
Kilometro rosso, per mettere in
evidenza le eccellenze e offrire a
chi ancora non fosse informato gli
strumenti adeguati per aumentare
la capacità innovativa, tutto ciò
ispirandosi al modello della Fabbrica
Intelligente.
Il laboratorio è nato all’interno del
progetto Bergamo Tecnologica
promosso da Bergamo Sviluppo
ed è un’iniziativa territoriale per
la valorizzazione di prototipi e
dimostratori, frutto di lavori di
ricerca congiunti tra Intellimech
ed i suoi soci, già esistenti e
disponibili. In un’ottica di breve
periodo all’interno dell’area
dimostrativa sono messe a
disposizione alcune rilevanti
esperienze di ricerca collaborativa
imprese - enti di ricerca/università
sviluppate e in via di sviluppo.
Al fine di valorizzare al meglio
l’esistente è stato creato un
ambiente interattivo sfruttando
totem/tablet e smartphone;
il visitatore risulta dunque
maggiormente coinvolto
nelle attività dimostrative
comprendendo al meglio le
potenzialità delle tecnologie
presenti. A più lungo periodo
il laboratorio vuole anche
essere un’iniziativa territoriale
che, tramite una visione
multidisciplinare degli ambienti
produttivi, realizzi una “living/
teaching factory” per scopi
didattici e di ricerca; un luogo
dove nuove metodologie e
tecnologie sviluppate, vadano ad
arricchire sia gli aspetti tecnici che
professionali dei giovani coinvolti.
Progetti di ricerca
universitari:
Progetto Touchplant
(monitoraggio smart di macchine e
impianti industriali)
Progetti del Cluster tecnologico
nazionale Fabbrica Intelligente
Dimostratori del progetto
Adaptive
Dimostratori del progetto Smart
Manufacturing
Rilevanti progetti di
ricerca Intellimech:
Web monitoring di impianti
industriali
Manutenzione predittiva di
interruttori di bassa tensione
Controllo e supervisione di
veicoli a guida autonoma (AGV)
Macchine dei soci di
Intellimech installate
presso l’area
dimostrativa:
Macchina Assemblaggio Automatico (Cosberg)
Manipolatore zero-g (Indeva)
Interruttore (ABB)
AGV (Indeva)
Simulatore telaio (Itema)
Gru (Fassi)
19
Sinergie
Bergamo Sviluppo
Bergamo Sviluppo:
al POINT l’innovazione si
declina sotto diverse forme
Per una startup o per un’impresa localizzarsi
all’interno di un Parco Scientifico
rappresenta un’opportunità davvero
notevole: favorisce una contaminazione
di idee che dà vita ad un ecosistema che
può a ragione definirsi “continuamente
generativo”.
Orientamento, formazione e
consulenza, creazione e sviluppo
d’impresa, innovazione e
internazionalizzazione: queste le
aree che caratterizzano l’attività
e i progetti di Bergamo SviluppoAzienda Speciale della Camera di
Commercio di Bergamo - destinati
a imprese e aspiranti imprenditori. A
seguito dell’insediamento a Dalmine,
all’interno del Polo per l’Innovazione
Tecnologica della provincia di
Bergamo (POINT), Bergamo Sviluppo
20
ha spostato qui una delle due sedi
operative e l’Incubatore d’Impresa,
uno dei progetti di eccellenza
gestiti dall’Azienda Speciale, che
all’interno del Parco Scientifico ha
trovato una collocazione ideale. La
condivisione degli spazi lavorativi
con altre realtà in fase di lancio o
già attive sul mercato, la possibilità
di partecipare a eventi formativi/
seminariali su tematiche con
riflessi sull’operatività e la gestione
d’impresa, o ancora, l’opportunità
di usufruire di servizi specifici per
migliorare la propria presenza sul
mercato, sono tutti elementi che
favoriscono una contaminazione
continua di conoscenze e di idee.
Nel POINT trovano spazio aziende,
laboratori e centri di ricerca operanti
in settori innovativi. Bergamo
Sviluppo in questi spazi realizza
una continua attività di animazione
mediante l’organizzazione di iniziative
seminariali sui temi dell’innovazione,
della Proprietà Industriale, dei nuovi
materiali o dell’internazionalizzazione,
e offre al contempo specifici
servizi rivolti a imprese ed enti. Ne
sono esempi il progetto MaTech,
in collaborazione con il Parco
Scientifico Galileo di Padova, che
mette a disposizione delle imprese
locali una serie di attività e servizi
per favorire la diffusione e l’utilizzo
di nuovi materiali/nuove tecnologie
per l’innovazione di prodotto, o
lo Sportello Valorizzazione della
Proprietà Industriale, realizzato
in collaborazione con l’Università
di Bergamo, che offre un servizio
di orientamento utile a ottenere
informazioni e pareri tecnicoscientifici in tema di proprietà
industriale e brevettazione.
Ricordiamo inoltre che Bergamo
Sviluppo fa parte della rete dei Parchi
associati ad APSTI (Associazione
Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani)
e dei circa 400 Parchi in 70 Paesi del
mondo associati a IASP (International
Association of Science Parks).
Al POINT è stata recentemente
avviata una nuova edizione
dell’iniziativa Bergamo Tecnologica,
progetto finanziato dalla Camera
di Commercio di Bergamo e
realizzato da Bergamo Sviluppo
in collaborazione con il sistema
associativo locale, il supporto
tecnico-scientifico dell’Università
degli Studi di Bergamo e del
Consorzio Intellimech. Queste in
sintesi le attività e i risultati che
hanno caratterizzato l’edizione 2015
del progetto:
• ricerca esplorativa per analizzare
l’adozione delle tecnologie additive
nelle imprese bergamasche e
valutarne le applicazioni in uso, le
necessità e i bisogni formativi;
• effettuazione di 30 check-up su
altrettante realtà aziendali locali;
• attività formative (4 seminari, in
totale 16 ore);
• azione consulenziale, per
complessive 1.450 ore, per assistere
un campione di imprese interessate
a identificare/sperimentare nuove
opportunità applicative delle
tecnologie.
Nel 2016 il progetto, oltre a proporre
interventi formativi rivolti a tutte le
imprese locali sui temi dell’advanced
ICT e dell’advanced automation,
offre a 30 PMI bergamasche la
possibilità di usufruire di check-up
e di consulenze personalizzate
(2100 ore in totale, 80 ore max
a impresa) per approfondire
aspetti tecnologici o di supporto
all’introduzione di innovazioni di
processo o di prodotto. Nell’ambito
del progetto è stata anche creata,
in collaborazione con il consorzio
Intellimech, un’area laboratoriale
ed espositiva, che può diventare il
punto di riferimento territoriale per le
imprese che vorranno implementare,
o semplicemente conoscere, alcune
opportunità che la tecnologia offre
per rendere più efficienti i processi
e/o migliorare i propri prodotti.
Bergamo Sviluppo si occupa
dell’animazione tecnologica del
POINT, mettendo a disposizione
delle imprese di tutta la provincia
e degli enti, progetti e servizi
per supportarne la crescita e la
competitività.
All’interno dell’Incubatore le idee
d’impresa selezionate annualmente,
grazie all’accompagnamento fornito
da Bergamo Sviluppo e al confronto
con startup e con imprese già
attive sul mercato, possono in
breve trasformarsi in imprese, ma
la contaminazione avviene anche in
senso inverso e a trarne beneficio
in questo caso sono le imprese già
attive all’interno dell’Incubatore o
del POINT. Ciò che si verifica quindi
è una crescita e una evoluzione
continua dei diversi attori che
operano o frequentano gli ambienti
del POINT e dell’Incubatore,
agevolata anche dalla vicinanza
dell’Università che a Dalmine è attiva
con il Dipartimento di Ingegneria.
E in questo contesto stimolante
il nostro ruolo è quello sia di
agevolare lo startup d’impresa, sia
di generare condizioni favorevoli
per la diffusione, lo sviluppo e il
radicamento sul territorio della
propensione all’innovazione. Per
supportare l’avvio d’impresa sono
numerosi i servizi e i progetti
che realizziamo gratuitamente
per informare e accompagnare
aspiranti imprenditori. Proponiamo
infatti attività mirate che vanno
dalla formazione all’informazione,
dall’accompagnamento alla
consulenza.
NOME
POINT - Polo per l’Innovazione
Tecnologica della provincia di Bergamo
TIPOLOGIA
Polo Tecnologico/Parco Scientifico
NASCITA
1996 (inaugurazione 5 maggio 2004)
PARTECIPAZIONE
Camera di Commercio e Provincia (49% a
testa); Comune di Dalmine (2%)
AREA TOTALE
48.840 metri quadrati
OSPITI A MAGGIO 2016
28 (tra imprese, enti, laboratori, studi
professionali) + 27 idee di impresa
presenti nell’Incubatore d’Impresa di
Bergamo Sviluppo (sezione servizi e
sezione manifatturiero)
LABORATORI (superficie)
4000 mq
ISCRIZIONI
Il Point è socio APSTI – network nazionale
dei Parchi Scientifici e Tecnologici ed è
socio IASP – International Association of
Science Parks
SERVIZI INSEDIATI
Incubatore d’Impresa di Bergamo
Sviluppo (sezione servizi e sezione
manifatturiera: 27 idee d’impresa
presenti)
SERVIZI DI BERGAMO SVILUPPO
a disposizione delle imprese del
territorio Sportello Valorizzazione della
Proprietà Industriale; Sportello MaTech
Point x informazione sui materiali
innovativi, show room espositiva e
attività seminariali dedicate a questi temi;
progetto Bergamo Tecnologica (seminari e
area laboratoriale/espositiva)
COLLABORAZIONI
(create da Bergamo Sviluppo)
APSTI, Università di Bergamo, PST
Galileo di Padova, NIBI – Nuovo Istituto
di Business Internazionale per le attività
relative all’internazionalizzazione,
consorzio Intellimech
SERVIZI DISPONIBILI (al POINT)
Uffici e spazi da affittare a livello singolo
o nella modalità coworking; un centro
conference con sale che possono ospitare
dalle 6 alle 300 persone
21
Sinergie
Università di Bergamo
4.0 in Università:
progetti
e risultati
multidisciplinari
Il Dipartimento di Ingegneria
Gestionale, dell’Informazione e
della Produzione da diversi anni
sta investendo nello sviluppo di
metodologie e tecnologie a supporto
dello Smart Manufacturing.
Lo Smart Manufacturing,
l’innovazione digitale nei processi
industriali, può rappresentare
una svolta significativa per la
competitività del manifatturiero
italiano. Il Dipartimento di Ingegneria
Gestionale, dell’Informazione e
della Produzione dell’Università di
Bergamo da diversi anni è impegnato
per lo sviluppo di metodologie e
tecnologie a supporto dello Smart
Manufacturing in diversi ambiti
d’azione e applicazione. Fra questi, ad
22
esempio, Internet of Things, Big Data
e sicurezza dei dati (Progetto Horizon
2020 Escudo Cloud), macchine
“intelligenti” che reagiscono in
maniera proattiva a problemi durante
la produzione (progetto Industria
2015 Michelangelo), ambienti
collaborativi cloud-based per gestire i
servizi collegati al prodotto (progetto
Horizon 2020 Diversity), nuove
interfacce uomo/macchina e stampa
3D/Additive manufacturing. Alcune
di queste, quali Internet of Things,
sono già pronte per essere utilizzate
proficuamente in ambito industriale,
altre, quali l’Additive manufacturing,
sono molto promettenti e
rappresentano un’evoluzione
delle modalità di produzione ma
richiedono ancora ulteriori sforzi per
poter essere utilizzati su larga scala.
C’è un enorme potenziale da
sviluppare che richiede un
cambiamento importante nel modo
di pensare, produrre e realizzare
i prodotti. In questo contesto,
il Dipartimento, caratterizzato
da un approccio fortemente
multidisciplinare e da una stretta e
proficua collaborazione con il mondo
industriale, partecipa a progetti
di ricerca ed iniziative nazionali
ed internazionali per sviluppare
e promuovere la diffusione di tali
tecnologie non solo nelle grandi
aziende ma soprattutto nelle piccole
medie imprese che devono essere
sempre più innovative per competere
sul mercato globale.
Alcuni esempi sono la partecipazione
al Cluster Tecnologico Nazionale
Fabbrica Intelligente, AFIL
(Associazione Fabbrica Intelligente
Lombardia) ed il progetto Bergamo
Tecnologica nato dalla collaborazione
tra Bergamo Sviluppo (Azienda
speciale di Camera di Commercio),
il Consorzio Intellimech ed il
Dipartimento che si propone di
valutare la possibilità di introdurre
tali tecnologie e nuovi modelli di
business nelle aziende del territorio.
Le sinergie che deriveranno dalla
stretta collaborazione tra le varie
aree di competenza del Dipartimento
e gli enti coinvolti potranno dar
luogo a nuovi progetti di ricerca
industriali. Il nostro obiettivo è quindi
avere un ruolo proattivo e proporre
nuove soluzioni tecnologiche per i
vari comparti industriali, da quello
meccanico a quello aeronautico,
tessile-abbigliamento e medicale.
23
Sinergie
Confindustria Bergamo
Fabbrica Intelligente:
l’impegno di Confindustria
Bergamo
Il Responsabile Area Innovazione,
Organizzazione e progetti speciali di
Confindustria Bergamo, Massimo Longhi,
sottolinea con la concretezza delle attività
già in essere e di quelle previste nel prossimo
futuro, con quanto interesse l’Associazione
guarda al tema dell’industria 4.0.
In occasione della pubblicazione
di questo primo numero di Smart
News è significativo l’interesse
che Confindustria Bergamo ha
dimostrato subito per l’iniziativa
editoriale. Lo testimonia anche
l’autorevolezza e allo stesso tempo la
cordialità con le quali l’istituzione ha
risposto all’invito di essere presente
direttamente con il proprio parere sul
tema della smart manufacturing.
“E’ da una decina di anni che
l’Associazione ha deciso di giocare
un ruolo da protagonista nei servizi
per l’innovazione – afferma Massimo
Longhi - e non solo di promuovere
enti o soluzioni territoriali. A un
certo punto ci siamo detti che
dovevamo dare sostanza al principio
della partnership con le nostre
imprese associate, nella logica
del: non mi limito a dirti come e
cosa devi fare, ma sono con te
mentre lo fai. Anche per la smart
manufacturing abbiamo seguito
i criteri della logica associativa.
24
Innanzitutto la segnalazione
delle opportunità: infatti per noi
è importante presidiare scenari
come le piattaforme tecnologiche
europee (siamo l’unica associazione
del sistema socia di EFFRA), le KICs
promosse dall’istituto Europeo
della tecnologia e la delegazione di
Confindustria di Bruxelles. Poi c’è
l’ambito italiano, con il cluster della
fabbrica intelligente. Sia il cluster
nazionale (CFI) che quello regionale
(AFIL) sono presieduti da due
imprenditori bergamaschi, e questo
ci riempie di orgoglio, anche perché è
evidente oggi il valore dell’intuizione
che abbiamo avuto anni fa con la
partecipazione alla creazione di
Intellimech. Proprio l’esperienza di
Intellimech ci insegna che occorre
diversificare le modalità formative, e
costruire dei veri e propri percorsi il
più possibile uno-a-uno.
Nel 2015 abbiamo investito
diverse centinaia di ore uomo per
un percorso di approfondimento
su industria 4.0 con il supporto
di Frauhofer. Nel 2016 stiamo
progettando un intervento
sull’economia circolare in
collaborazione con il CNR. Nei
cluster desideriamo sperimentare
sempre più l’approccio della
aggregazione stabile finalizzata alle
attività R&D. Intellimech rappresenta
un’esperienza pregiata proprio
perché l’aggregazione è così stabile
da trovare un riferimento giuridico
di tipo consortile. Maggiore è la
stabilità, migliore l’interazione fra
le aziende e l’applicabilità delle
soluzioni, poiché questo permette il
coinvolgimento sia degli imprenditori
sia dei tecnici aziendali. Sempre
sul tema della fabbrica intelligente
stiamo lavorando sulle road map sia
di EFFRA che di CFI.
Naturalmente poi c’è Intellimech, che
è la nostra cinghia di trasmissione
verso queste tematiche. Intellimech
ha importanti percorsi di sviluppo
e Confindustria Bergamo sente
prioritario sostenere e valorizzare
questi progetti di crescita. Intellimech
è un’esperienza che va salvaguardata,
rafforzata e se possibile replicata.
Sarebbe anche un gran risultato
individuare altri ambiti (diversi dalla
meccatronica) dove sperimentare
formule di aggregazione stabili di
imprese, magari anche con altre
formule (diverse dal consorzio)
per maggiore flessibilità attuativa.
Superata la fase di sperimentazione
dei primi anni, con Intellimech
entriamo ora in una fase di maturità
nella quale è giusto dare al consorzio
un’architettura che incentivi la
crescita nel tempo. Vanno in questa
direzione i passaggi degli ultimi mesi:
l’assunzione stabile dei ricercatori,
la patrimonializzazione attraverso
l’aumento del fondo consortile, il
ruolo di organismo di ricerca assunto
attraverso la recente revisione
statutaria, l’inaugurazione del
laboratorio presso il point di Dalmine.
Come ha detto il presidente Viscardi
nell’ultima assemblea, queste scelte
per Intellimech significano valorizzare
il Know how acquisito negli anni
all’interno dello sviluppo dei progetti
di ricerca. Ma non solo: si aggiungono
infatti il consolidato dialogo con
l’Università, la capacità di elaborare i
fabbisogni delle imprese e individuare
spazi di open innovation”.
Ercole Galizzi,
Presidente
Confindustria Bergamo
Guido Venturini,
Direttore Confindustria
Bergamo
“Il tema della smart manufacturing
può essere a ragione considerato
l’ambito strategico più significativo per lo sviluppo dell’imprenditoria nei prossimi anni, soprattutto
per uno scenario come quello del
manifatturiero Italiano e della
Lombardia in particolare. Le aziende ne sono sempre più consapevoli e stanno attuando decisioni
molto importanti per coglierne le
opportunità. Quello che appare
ancora carente è un analogo
livello di consapevolezza da parte
delle istituzioni, che mi sembra
non abbiano ancora colto questa
centralità. Oggi, dopo parecchio
tempo e innumerevoli segnali
giunti dai mercati e dall’Europa,
qualcosa si sta muovendo anche
da questo punto di vista. Fortunatamente. Come Confindustria
stiamo evidenziando con forza
come l’innovazione tecnologica
nel suo complesso contribuisca,
ora più che mai, alla competitività
delle imprese. Un tessuto imprenditoriale, quello Lombardo, che
ha già recepito e assimilato al suo
interno questa consapevolezza,
con numerosi casi di eccellenza.
Non a caso stiamo parlando di
Bergamo come l’area che, insieme
a Brescia, si colloca ai vertici
europei nel campo manifatturiero.
Quello che appare da incentivare
“Sul tema della smart manufacturing Confindustria Bergamo si
sta impegnando con entusiasmo
e risorse adeguate anche nel
mettere a disposizione delle imprese, le PMI soprattutto, un aiuto
concreto nei rapporti con il mondo
del’Università e della Ricerca, per
fare da ponte fra le richieste delle
imprese e il mondo della conoscenza. Senza mai dimenticare che
la fabbrica intelligente è un campo
vastissimo, dove c’è spazio per
tutti in azienda, non è un’esclusiva
della proprietà, ma un argomento
che attraversa molte competenze
e consente a diversi soggetti di essere altamente propositivi. Migliorando il proprio ruolo e allo stesso
tempo sviluppando positività per
tutti. All’interno delle aziende si
può replicare quel circolo virtuoso
di interscambio di esperienze che
è alla base anche dell’attività di
Intellimech. Ritengo che questa
esperienza sia un patrimonio
del manifatturiero meccatronico
bergamasco e non dimentico mai
di ringraziare le aziende che lo
compongono e le persone che si
sono prodigate per realizzarlo. Lo
sviluppo delle sinergie è continuo
e ricco di soddisfazioni, come ad
esempio la recente inaugurazione
dei nuovi laboratori presso il Point
universitario di Dalmine”.
è una visione organica di questa
grande evoluzione tecnologica.
In molte aziende la smart manufacturing è già un processo iniziato
con successo, ma spesso si tratta
di casi gestiti in forma individuale.
Da parte nostra stiamo passando
dalla fase di informazione e sensibilizzazione sull’importanza delle
nuove tecnologie, ad una fase di
concreta applicazione dei progetti
tracciati gli scorsi anni. Intellimech
è un caso esemplare di visione
strategica su questi temi. È uno
straordinario risultato di confronto
e contaminazione di imprese su
alcuni interessi comuni. Confindustria fin dal primo momento
ha voluto esserci e partecipare ai
lavori. Lo sviluppo di questi ultimi
anni ha dimostrato la lungimiranza
di quella visone. In questo senso
l’esperienza Intellimech può anche
essere considerata un eccellente
laboratorio per replicarne l’esperienza anche in altri settori
industriali”.
25
Sinergie
AFIL - Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia
Innovazione: leva strategica per la
competitività del manifatturiero lombardo in Europa
AFIL rappresenta una
concreta opportunità per
le imprese lombarde, con
particolare riferimento
alle PMI, per potere
entrare a far parte delle
filiere più innovative
a livello europeo
destinate a consolidare e
sviluppare ulteriormente
la leadership europea
nell’ambito del
manifatturiero avanzato.
Negli ultimi anni, il mondo ha subito
incredibili accelerazioni dal punto di
vista dello sviluppo tecnologico e
industriale: questo ha avuto riflessi
chiari anche per quel che riguarda il
settore manifatturiero.
L’Italia è una nazione notoriamente
caratterizzata da un tessuto di
Piccole e Medie Imprese, abituate
quindi a ragionare spesso in ottica
26
individualista e a basarsi sul genio e
l’inventiva dei proprietari.
Il paradigma tipico della piccola e
medio impresa italiana ha funzionato
molto bene per decenni, ma,
complice la prolungata e sofferta
crisi economica, non è più possibile
fare affidamento solo sulle proprie
capacità.
È per questa ragione, che negli ultimi
anni si è deciso di sviluppare con
convinzione un sistema di Cluster
tecnologici che fossero strategici per
lo sviluppo di vari settori industriali e
di ricerca: sia a livello nazionale che
internazionale.
AFIL è chiara espressione di questa
volontà ed è il cluster tecnologico
di riferimento per le imprese
che operano nell’ambito del
manifatturiero avanzato.
L’acronimo di AFIL è “Associazione
Fabbrica Intelligente Lombardia”,
una associazione di Imprese,
Centri di ricerca ed Università, che
nasce con l’intento di supportare
la crescita e competitività del
settore manifatturiero lombardo,
promuovendo ricerca e innovazione,
definendo quali siano le tecnologie
più promettenti in quest’ambito
e facilitandone l’adozione da
parte delle imprese interessate
in modo da portare nel tempo
ad un’evoluzione integrata di
prodotti, servizi, processi e sistemi
produttivi. Fondamentalmente,
AFIL si pone l’ambizioso ed
indispensabile obiettivo di generare
un nuovo modello di sviluppo per
il manifatturiero lombardo, che
si presenti sostenibile, altamente
competitivo, flessibile ed intelligente.
Per poter arrivare a simili traguardi
però, ci racconta l’Ing. Alessandro
Marini – Cluster Manager per
AFIL - è necessario svolgere con
coerenza tutta una serie di attività
indispensabili. Per questo motivo
AFIL si propone di costruire intorno a
sé una comunità stabile e proattiva di
imprese, enti di ricerca, associazioni
ed università, in modo che possano
cooperare e generare innovazione
e nuove tecnologie tramite progetti
ed iniziative. Da parte sua, il Cluster
Fabbrica Intelligente Lombardia
svolgerà la fondamentale funzione
di intermediario e referente presso
le istituzioni regionali in modo da
concordare priorità e strategie
d’innovazione per il settore ed
agirà poi a livello europeo ed
internazionale, con l’obiettivo
di ottenere fondi e facilitazioni
necessarie all’avvio dei progetti più
promettenti.
La forza di AFIL è espressa dalla
qualità degli associati, dal livello
di competenze integrate che
interagiscono al suo interno,
ma anche dall’essere viva
rappresentazione di un tessuto
manifatturiero, quello lombardo,
che conosce ben pochi competitor
a livello europeo. L’Italia è la
seconda Nazione manifatturiera
d’Europa, la sesta a livello
mondiale, e la Lombardia è di gran
lunga la più importante regione
nazionale per quel che riguarda il
settore manifatturiero. Questo, di
conseguenza, porta la Lombardia ad
essere la 3° Regione Manifatturiera
d’Europa, subito dietro le due regioni
tedesche di Bayern e del Baden
Württemberg.
AFIL ha potuto quindi beneficiare
di un contesto favorevole, che le ha
consentito di far emergere più di
un’eccellenza fra i Cluster tecnologici
a livello internazionale, non ultima
l’aver ottenuto il riconoscimento
come interlocutore privilegiato con
l’ Europa e le sue istituzioni da parte
di Regione Lombardia, che si affida
quindi al Cluster Fabbrica Intelligente
come propria struttura tecnica
sulle tematiche del manifatturiero
avanzato.
A soli due anni dalla fondazione,
l’obiettivo di AFIL è di cercare
opportunità per lo sviluppo di
collaborazioni nel manifatturiero
avanzato a livello internazionale, ma
anche quello di coinvolgere in modo
sempre più attivo la propria base di
associati (imprese, università e centri
di ricerca), per partecipare alle nuove
catene del valore industriale a livello
europeo.
Sono già molti, ad oggi, i progetti
e le iniziative che AFIL porta
avanti con costanza insieme a
numerose imprese e centri di ricerca,
come i Progetti Interregionali di
cooperazione fra diverse Regioni
Europee, o lo sviluppo di Impianti
Pilota ad alto tasso d’innovatività
presentati all’interno dell’iniziativa
Vanguard, sino ad arrivare al nuovo
ed interessante Progetto Erica, uno
dei due progetti selezionati all’interno
della TREC COMPETITION, che
prevede di mettere al centro proprio
le piccole medie imprese e la
creazione di nuove catene del valore
altamente competitive e capaci
di dominare i rispettivi settori di
riferimento.
27
Sinergie
Università Politecnico di Milano
Presso il Campus Universitario di Milano
vengono attuate le attività di ricerca del Manufacturing Group
del Dipartimento di Ingegneria Gestionale.
Il Manufacturing Group
del Politecnico di Milano
L’obiettivo strategico del Manufacturing Group
del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano
è sviluppare attività di ricerca internazionali sulla fabbrica
intelligente, sostenibile ed efficiente. L’impegno è creare
un’innovazione di valore che abbia un’ immediata e significativa
ricaduta sul mondo industriale.
Negli ultimi mesi il dibattito nei
convegni, nelle sedi istituzionali e sui
media sull’importanza strategica del
manifatturiero come motore delle
economie delle regioni europee ha
quasi monopolizzato l’attenzione.
Temi quali l’Industria 4.0, lo Smart
Manufacturing, l’Internet delle Cose,
28
la digitalizzazione, la gestione della
manutenzione, la servitizzazione e
il reshoring delle nostre fabbriche,
la gestione del fine del ciclo di vita
dei prodotti, per non parlare del
ritorno alla centralità dell’uomo nella
fabbrica sono alcuni dei leitmotiv dei
molti dibattiti di questi tempi.
Temi sicuramente importanti e
che diciamo tornano a rivestire
il giusto interesse, ma sui quali si
concentrano da sempre le attività di
ricerca, innovazione, trasferimento
tecnologico e consulenza, sia a
livello nazionale che internazionale,
del Manufacturing Group del
Dipartimento di Ingegneria
Gestionale del Politecnico di Milano,
che, composto da circa 40 persone,
può essere annoverato tra i gruppi
più importanti nel panorama
europeo.
L’obiettivo strategico del gruppo,
ovvero quello di creare
un’ innovazione di valore che abbia
un’ immediata e significativa ricaduta
sul mondo industriale, è perseguito
attraverso la conduzione di progetti
(25 progetti europei – di cui 6 da
coordinatore - per un finanziamento
pari a 12,9 milioni di euro dal 2009)
sempre in collaborazione con le
aziende leader dei rispettivi settori
industriali, tra le quali si possono
citare a livello internazionale ABB,
COMAU, Dassault Systemés, FCA,
Ferrari, IBM, SAP, Schneider Electric,
Siemens, PTC o quelle più vicine
al territorio locale quali Tenaris
Dalmine, Brembo, Cosberg, Scaglia
Indeva, solo per citarne alcune.
Ulteriore elemento caratterizzante il
gruppo di ricerca sono quelle attività
di organizzazione di workshop,
convegni e seminari a sfondo
industriale, così come la formazione
post-laurea che, occupando una
porzione rilevante dell’impegno
del gruppo, sono parte
fondante della mission
di creare impatto nella
economia reale ed
industriale per una
maggiore competitività
delle imprese del
paese. L’ideazione e
l’organizzazione del World
Manufacturing Forum, evento la
cui importanza cresce di edizione
in edizione, è solo un esempio di
questa strategia di diffusione di
know-how.
Infine, degno di nota è l’impegno
con le istituzioni europee, nazionali e
regionali nel supporto alla definizione
dei programmi strategici e di
finanziamento alla ricerca. Il gruppo
siede infatti nel board della European
Factory of the Future Research
Association (EFFRA) che insieme
alla Commissione Europea definisce
le linee di ricerca del programma
Factory of the Future (FoF), nel
board del Cluster Nazionale Fabbrica
Intelligente e nel cluster regionale
sulla Fabbrica Intelligente.
Tra i temi di ricerca di maggior
attenzione in questo momento
riportiamo, senza la pretesa di
esaustività:
• La virtualizzazione e la
digitalizzazione in ottica di
integrazione e di sviluppo lean
del processo di progettazione di
prodotti/servizi;
• La riduzione del consumo
energetico della fabbrica
attraverso l’adozione di politiche
di pianificazione e gestione della
produzione;
• La progettazione di
architetture informatiche
per la gestione della
fabbrica basate
sull’innovativo concetto
dei cyber-physical
systems;
• L’analisi dell’impatto
ambientale dell’additive
manufacturing;
• I driver che spingono al re-shoring
in Italia, ovvero il rientro di fabbriche
dai paesi a basso costo della
manodopera;
• L’analisi dei benefici e degli ostacoli
derivanti dall’adozione di tecnologie
Industry 4.0 (i.e. Cyber-physical
systems, Internet of Things, Big Data,
Cloud Computing, ecc.).
Per contatti ed approfondimenti:
Prof. Marco Taisch
([email protected]), membro
del Comitato Tecnico-Scientifico di
Intellimech.
29
Sinergie
Fra tecnodiversità
e tecnoplatform
Come esiste
la biodiversità,
così esiste
la tecnodiversità.
Il Gruppo Marzotto,
sottolinea Massimo Lolli,
collabora con Intellimech
anche considerando proprio che
una tecnologia nata in un settore
può applicarsi in un altro.
30
Intervista a Massimo Lolli,
Innovation Manager Marzotto Group
Si parla sempre più spesso di
“fabbrica intelligente” o 4.0,
ma in realtà, concretamente nelle
aziende, come è diffuso e con quali
attuazioni il concetto di smart
manufacturing?
Noto una sempre maggiore
attenzione per l’industria 4.0 e, più in
generale, rilevo un grande interesse
per i temi della innovazione. Si è
radicata la convinzione, anche a
livello di piccole e medie imprese,
che per davvero l’innovazione è
l’unica leva competitiva rimasta.
Per dirla con una battuta, se la ricerca
trasforma i soldi in idee, l’innovazione
trasforma le idee in soldi.
Quanto poi l’industria 4.0 sarà
capace di generare innovazione
effettiva, lo si vedrà nel tempo. Solo il
tempo separerà il mito dal logos.
Nella vostra azienda come si stanno
attuando le evoluzioni verso la
smart manufacturing?
Vediamo il manufacturing come un
sandwich a tre strati: lo strato di base
è la tecnologia di settore incalzata
dalla richiesta di sostenibilità
delle imprese; in mezzo c’è il lean
manufacturing, con le sue analisi
del valore aggiunto di processo e il
coinvolgimento delle maestranze;
sopra c’è lo strato smart, l’industria
4.0, con i suoi marcatori intelligenti
del prodotto in progress, i collection
data, i software di monitoraggio e
controllo della produzione, i device
che espongono i dati.
Quali possono essere, a suo giudizio
e alla luce dalla sua esperienza
professionale, i maggiori sviluppi
determinati dalla integrazione fra
sistemi di comunicazione evoluti e
macchine (meccatronica e non solo)?
E’ più facile esprimere un giudizio
quando si è alla fine di un percorso
che non quando si è all’inizio.
Comunque, direi i sistemi di
comunicazione uomo macchina,
strumenti evoluti di interazione, con
il loro portato di segmentazione sulla
organizzazione e i profili dei ruoli e
delle responsabilità.
Il manufacturing
appare come un
sandwich a tre
strati: alla base
la tecnologia di
settore; in mezzo il
lean manufacturing;
sopra lo strato
smart, l’industria
4.0.
A suo parere quali sono le
dinamiche di fabbrica 4.0 che
saranno più facilmente applicabili
nel contesto del manifatturiero
italiano?
A livello generale, difficile a dirsi.
Posso provare ad indicare quale
sono le dinamiche di Fabbrica 4.0
attrattive per il settore tessile.
La tracciabilità con marcatori chimici
o intelligenti, l’interconnessione fra
macchinari, la realtà aumentata, i
software di monitoraggio e controllo
finalizzati alla gestione dei consumi.
Al termine di questo elenco mi rendo
conto che sono attrattive per il
settore tessile come credo per altri.
Perché un’azienda tessile come il
Gruppo Marzotto collabora con
Intellimech ?
Come esiste la biodiversità,
cosi esiste la tecnodiversità.
Collaboriamo con Intellimech attratti
dalla tecnodiversità.
Una tecnologia nata in un settore
può applicarsi in un altro. I materiali
a memoria di forma sono nati per
fare i paraurti nelle astronavi, e
sono finiti nei materassi e nei divani.
Accanto alla tecnodiversità, poi c’è
la tecnoplatform, un nuovo strato
che puoi applicare in tutti i settori.
Industria 4.0. va bene per tutti.
Il Gruppo Marzotto
Nato nel 1836, storico
protagonista della industria
Italiana, il Gruppo Marzotto è una
azienda leader nel tessile fashion
e per l’arredo. Disegna, produce
e commercializza tessuti di lana,
seta, cotone, velluti, filati di lino
e canapa. I ricavi provengono
per il 70% da mercati esteri. La
sede della Società è a Valdagno
(Vicenza). In Lombardia è presente
con la Ratti Spa (Guanzate,
Como) azienda leader nella seta e
quotata alla borsa di Milano, con
il Linificio e Canapificio Nazionale
(Villa D’Almè, Bergamo), e con
la divisione Tessuti di Sondrio,
attiva nella produzione di tessuti
di cotone per l’abbigliamento
informale.
31
Interventi
Intellimech fra passato,
presente e futuro
In occasione della nascita del nostro strumento di
comunicazione Smart News, abbiamo interpellato
alcuni dei Soci del Consorzio domandando loro i motivi
che li hanno portati ad aderire ad Intellimech, come
giudicano l’attività svolta e come vedono le prospettive
future, anche considerando l’evoluzione complessiva
del tema “smart manufacturing”.
Una raccolta di pareri, simile ad una tavola rotonda,
dalla quale emergono concordanze sugli obiettivi
strategici e specificità che caratterizzano
ogni singolo socio.
32
La realizzazione dello strumento
di comunicazione Smart News
voluto da Intellimech costituisce
un’ottima opportunità per “fare
il punto” sull’evoluzione del
Consorzio stesso visto anche “dalla
parte dei Soci”, aziende e soggetti
istituzionali che hanno creduto
nei principi alla base di una realtà
che se pur ancora giovane ha già
una propria storia, caratterizzata
da fasi di trasformazione e sviluppi
che rendono particolarmente
interessante confrontare le
aspettative di chi vi ha aderito e
le dinamiche concrete dell’attività.
Su questo macro tema abbiamo
interpellato alcuni soci, articolando
il dialogo con loro tramite cinque
specifiche domande: Per quali
ragioni avete aderito al Consorzio
Intellimech? Quali erano le
vostre aspettative al momento
dell’adesione? Quale è il vostro
giudizio sull’attività fino ad oggi
compiuta a livello consortile?
Esistono delle idee, progetti o
iniziative che ritenete debbano
entrare quanto prima nell’attività
progettuale del Consorzio? Cosa vi
aspettate nel prossimo futuro?
Per me personalmente – afferma
Stefano Scaglia, AD di Indeva SpA
- l’adesione al Consorzio ha coinciso
con l’idea stessa di costituzione di
questa realtà. Sono stato infatti il
primo promotore insieme al Dottor
Sancin del Kilometro rosso. Al tempo
33
Interventi
ero Vicepresidente di Confindustria
Bergamo; avevamo recepito e
raccolto un’esigenza da parte delle
aziende di condividere gli sforzi
nell’innovazione. Le aspettative
erano diverse e tutte importanti:
prima di tutto creare un network
di aziende che condividesse gli
stessi interessi e che potesse
quindi interloquire con maggiore
efficacia con le università. Un vero
e proprio laboratorio di idee e
progetti, da scambiare e condividere,
best practice e know how, tra le
aziende stesse. Pensavamo inoltre
di contribuire a formare il personale
dello staff di Intellimech (grazie
alla partecipazione ai progetti e
agli scambi con le università) che
potesse poi contribuire a coprire
ruoli di responsabilità nel settore
della gestione dell’innovazione
anche a servizio delle istituzioni
del territorio, contribuendo così al
suo sviluppo. Essenziale era anche
favorire il dialogo fra università e
imprese, creando un nuovo terreno
di collaborazione dove trovare
e mettere a punto un linguaggio
comune e meglio comprendere i
reciproci obiettivi ed esigenze. Il
mio giudizio sull’attività fino ad oggi
compiuta a livello consortile è di
notevole soddisfazione. Gli obiettivi
sono stati o sono comunque in via
di raggiungimento. Come azienda
Indeva, grazie ad intellimech,
abbiamo partecipato a diversi
progetti, anche finanziati, e abbiamo
introdotto nuove tecnologie.
Abbiamo ampliato il network di
relazioni con università e aziende e il
nostro staff tecnico si è arricchito di
esperienze e anche di competenze.
In senso più ampio sicuramente
il territorio in generale ne ha
beneficiato poiché Intellimech è uno
ei quattro soci fondatori del cluster
Fabbrica Intelligente Lombardia;
inoltre si sono instaurati eccellenti
34
Il Presidente del Consorzio Intellimech
Gianluigi Viscardi in un momento
dell’inaugurazione del nuovo laboratorio del
Consorzio presso il Point Tecnologico
di Dalmine
rapporti con alcune università, in
particolare lombarde, ma non solo,
che sicuramente ora conoscono
meglio le nostre imprese e i loro
obiettivi. Mentre fra gli aspetti da
ottimizzare individuo lo schema di
progetti, che devono essere ancora
più razionali e non dilatati nel tempo,
per invogliare le aziende a passare
dalla teoria all’applicazione pratica di
determinate indicazioni emerse. Per il
prossimo futuro auspico che si possa
ampliare la base di imprese associate,
in modo da arricchire ulteriormente il
già eccellente insieme di competenze
e potere così affrontare progetti
sempre più ampi ed ambiziosi.
L’idea del Consorzio Intellimech
– ricorda e sottolinea Mirano
Sancin, Direttore per lo sviluppo
scientifico e l’innovazione del
Parco Scientifico Tecnologico
Kilometro Rosso, è stata
certamente anticipatrice di scenari
che hanno evidenziato in pochi anni
tutta la loro strategicità, non solo a
livello industriale, ma nella società nel
suo complesso. Basti pensare a quale
diffusione e importanza hanno oggi
le dinamiche che fanno riferimento
direttamente o indirettamente a
ciò che Intellimech rappresenta in
termini di ricerca e progetti. Ma è
soprattutto è stato il “concept”, come
si usa dire, che è stato innovatore e
vincente: creare un circuito virtuoso
di interscambio di esperienze,
aspettative e necessità fra aziende,
strutture di ricerca e università.
La proposta nacque all’interno
del Kilometro Rosso e ne siamo
orgogliosi. Ma era logico che proprio
qui avvenisse la scintilla, perché
lo stesso nostro Parco Scientifico
Tecnologico era nato e ha ottenuto
sempre maggiori consensi sulla base
degli stessi principi: condivisione
di esperienze, contaminazione di
competenze, costante confronto
su progetti innovativi. Ecco
perché fummo fra i promotori
dell’idea, insieme a Confindustria
Bergamo, e caldeggiammo la
nascita del Consorzio Intellimech,
con la soddisfazione fra l’altro
di ospitarne fin dalla sua nascita
sede e laboratorio. Nel 2007
puntammo sulla meccatronica,
perché la consideravamo una delle
espressioni più importanti, forse
la più importante, per il futuro
del manifatturiero, soprattutto
in Lombardia. Del resto il nostro
tessuto industriale era molto
favorevole, con la presenza attiva
o addirittura iperattiva di alcune
delle più dinamiche imprese con
vocazione alla tecnologia evoluta,
Un vero e proprio
laboratorio di
idee e progetti,
da scambiare e
condividere,
best practice e
know how, tra le
aziende stesse.
l’automazione e la robotica, nonché
i sistemi di interconnessione fra
macchine, la comunicazione fra
impianti e il controllo digitale.
Meccanica e sistemi IT e ICT
trovavano nella meccatronica ben
più che la ragione di una coesistenza
funzionale: diventavano realmente
“una cosa sola”, aprendo nuove e
positive prospettive per tanti settori
industriali. Allora non si parlava
ancora di smart manufacturing o
4.0, ma con Intellimech eravamo
già molto in argomento. Non solo
con la teoria o la ricerca pura,
ma con i progetti applicativi. Non
a caso molte delle aziende che
per prime aderirono al Consorzio
avevano al proprio interno già
sviluppato soluzioni che oggi
chiameremmo tranquillamente di
“fabbrica intelligente”. Il principale
scopo e valore del Consorzio è
stato quello di farle emergere, di
porre queste soluzioni all’attenzione
anche di altre aziende, con una
liberalità di collaborazione che
fino ad allora non aveva avuto altri
paragoni. Chiaramente non sono
mancati anche dei problemi, dei
rallentamenti e delle incomprensioni.
Ci mancherebbe! Ma quello che
era stato proposto e costruito era
talmente valido da consolidarsi anno
dopo anno. Intellimech è stato un
vero e proprio “incubatore di 4.0”.
Lo sviluppo dei cluster industriali,
ad esempio, deve molto all’identità
propositiva pilota di Intellimech. Oggi
il Consorzio gode i frutti della sua
intuizione base e sono molto felice
che stia ulteriormente crescendo, sia
per numero di Soci, sia per qualità
e articolazione dei progetti. Ma
anche e soprattutto in autorevolezza
e collaborazioni: il valore più
importante per chi vi fa parte e per
chi dialoga con il suo team”.
Per noi – ci dice Lorenzo Minelli,
Lab Director di ItemaLab –
Itema SpA, già con la nascita del
nostro laboratorio dichiaravamo
apertamente la forte volontà
e convinzione ad investire
sull’innovazione tecnologica a
35
Interventi
360°. Sono state individuate
le migliori competenze interne
e ritenuto Intellimech la più
favorevole opportunità di
scambio e collaborazione in
ambito meccatronico proposte e
vissute sul territorio. Ecco perché
volevamo (e vogliamo) essere
in contatto con le migliori best
practice presenti appunto sul
territorio. Le nostre ambizioni
erano partecipare all’individuazione
di nuovi e partecipati fronti di
ricerca e innovazione, mettere a
fattor comune mezzi e metodi per
raggiungere obiettivi di sviluppo
e quindi risultati di business.
Gli obiettivi condivisi all’interno
di Intellimech sono sempre più
ambiziosi. Abbiamo già collaborato
in progetti concreti e di reciproca
soddisfazione, ma riteniamo che
bisogna fare e lavorare ancora molto
affinché ci sia maggiore conoscenza,
partecipazione e quindi migliori
opportunità per tutti. Guardando al
futuro stiamo già lavorando perché la
nostra anima
36
meccatronica sia tanto “mecca”
quanto “tronica”: in sintesi ci siano
competenze elevate e disponibili
ma eterogenee, in modo da
rappresentare la vera sintesi ai nostri
bisogni tecnologici. Ci aspettiamo
quindi di raggiungere gli obiettivi
prefissati e di diventare un punto
di riferimento nazionale e, perché
no, internazionale per l’innovazione
e la ricerca tecnologica in ambito
meccatronico.
L’adesione al Consorzio Intellimech
– afferma Sergio Paganelli, AD di
Balluff Automation srl – rientra
a pieno titolo nel nostro DNA
aziendale fortemente orientato
all’innovazione e alla ricerca. Ci
siamo approcciati al Consorzio
già nel 2008, tramite contatti ed
eventi promossi dall’Associazione
dei costruttori di macchine per
assemblaggio. Proprio in un
convegno al Kilometro Rosso, il
Dott. Sancin, Presidente del Parco
scientifico e tecnologico, ci presentò
scopi e prospettive di Intellimech.
Un’identità consortile che ci colpì
subito positivamente, tanto da
decidere di aderire. I principi
su cui si basa Intellimech,
infatti, corrispondono
esattamente anche
alla nostra idea di
collaborazione fra
imprese sul tema
dell’innovazione.
In particolare
fare parte del
Consorzio
significa attivare
relazioni e progetti
che esulano dai
tradizionali ruoli di
puro business. Da
un lato troviamo in
Intellimech un continuo
stimolo al confronto, al
recepire aspettative e capire
I principi su cui si
basa Intellimech
corrispondono
esattamente
anche all’idea di
collaborazione fra
imprese sul tema
dell’innovazione.
meglio le richieste delle imprese
nel nostro settore; d’altro lato la
collaborazione su progetti comuni
è molto interessante e ci permette
di approfondire temi che hanno un
valore proprio se affrontati in modo
collaborativo. Vi è inoltre l’aspetto
relazionale, di conoscenza diretta di
aziende e gruppi industriali molto
importanti, un dialogo che per noi
di Balluff si è già tradotto anche in
apertura di collaborazione dirette e
sviluppo di progetti concreti, sempre
con una forte carica innovativa. Per
me personalmente è stato motivo di
grande soddisfazione professionale
potermi relazionare con imprenditori
e gruppi di ricerca di questo livello.
Noto che il tema della smart
manufacturing ci coinvolge tutti
in modo sempre più intenso e in
Balluff lo consideriamo una delle
parti essenziali del nostro futuro;
sempre su questo terreno siamo
convinti che la manifattura italiana
può giocare un ruolo competitivo, se
però saprà cogliere le sollecitazioni
che gli giungono prima di tutto
dalla ricerca. Per questo riteniamo
estremamente importanti i progetti di
ricerca che Intellimech promuove fra
i propri soci. A questa componente
si aggiungono poi, in sinergia, le
relazioni con il mondo universitario,
sempre promosse dal Consorzio e
che contemplano anche strutture
importanti come il laboratorio
recentemente inaugurato presso il
campus di Dalmine.
Abbiamo aderito ad Intellimech –
afferma Antonello Antoniazzi,
Product Manager di ABB Sace
Division – perché da sempre
consideriamo l’innovazione uno
dei pilastri della nostra strategia
e riteniamo la meccatronica una
tecnologia chiave per i nostri
prodotti. Molto importante è il fatto
che alcune delle aziende associate a
Intellimech sono clienti o potenziali
clienti di ABB Sace; capire quali
sono le loro aspettative e necessità
di innovazione può essere utile per
indirizzare i nostri sviluppi. Inoltre
è significativo ricordare il fatto che
nonostante apparteniamo a un
gruppo globale, la SACE è ancora
un’azienda con le radici a Bergamo e
quindi è interessata a promuovere lo
sviluppo del territorio. Nell’aderire al
Consorzio ci aspettavamo di entrare
in dinamiche di partecipazione
di questo tipo, con più frequenti
momenti di confronto e condivisione.
Per quanto riguarda i progetti svolti
in questi anni, non tutte le proposte
erano di totale interesse per noi, ma
alcuni sono stati molto utili in quanto
abbiamo tratto degli ottimi risultati
che abbiamo anche portato nei
nostri prodotti. Questo vale un po’
di meno per gli ultimissimi progetti,
che sono stati a nostro avviso troppo
a carattere divulgativo. Contiamo
molto di recuperare coi nuovi
progetti che si andranno a definire.
Da questo punto di vista posso dire
con soddisfazione che abbiamo
già messo le basi per avere dei
nuovi progetti interessanti. Sempre
guardando al futuro ci auguriamo
che Intellimech possa crescere
con una maggiore massa critica;
questo determinerebbe certamente
l’attivazione di progetti sempre
di più alto livello, creando delle
forti competenze interne, messe
poi a disposizione anche dei soci.
Auspichiamo inoltre che si creino
sempre nuovi spazi per lo sviluppo
delle sinergie fra i soci.
Lo sviluppo del Consorzio passa
anche e soprattutto attraverso
l’aggregazione di nuovi Soci, siano
essi imprenditoriali o istituzionali.
Soggetti e realtà che condividono,
oltre ai valori del Consorzio, il
desiderio di promuovere con
nuove idee attività e progetti. E’
il caso di Servizi Confindustria
Bergamo, società che nell’ambito
dei rapporti Confindustriali ha
un ruolo importante nell’ambito
dell’innovazione, tanto è vero
da essere recentemente entrata
direttamente in Intellimech.
Riteniamo che l’attività di
innovazione tecnologica svolta dal
Consorzio in questi anni – afferma
Paolo Piantoni, AD di Servizi
Confindustria Bergamo - sia uno
strumento fondamentale per le
aziende del nostro territorio. Con il
nostro inserimento nella compagine
societaria si creerà una relazione di
doppio vantaggio: le PMI potranno
avere un centro di raccolta dei loro
37
Interventi
Un momento dell’inaugurazione
del laboratorio Intellimech presso il Point
Tecnologico di Dalmine, evento al quale
hanno partecipato rappresentanti
di tutti i soci Intellimech
gruppo della Servizi che si occupa
di manufacturing e che quindi con
Intellimech può fornire un pacchetto
completo di competenze al territorio,
dalla tecnologia all’organizzazione.
Guardando al futuro – aggiunge
Monica Santini, Vicepresidente
di Confindustria Bergamo –
confidiamo che il Consorzio favorisca
l’estensione della cultura d’impresa in
ambito tecnologico. Riteniamo inoltre
che la collaborazione fra imprese di
diversi gruppi merceologici svolga
un’attività di contaminazione delle
soluzioni operative, portando a
risultati nuovi e inaspettati. Il Consorzio rappresenta
l’avanguardia delle tecnologie;
i bisogni che le imprese ci
manifesteranno saranno le nostre
richieste per le attività future
di Intellimech. Abbiamo piena
fiducia nelle proposte che gli
esperti dipendenti del Consorzio
ci porteranno, queste verranno poi
presentate alle aziende associate
le quali saranno le vere fruitrici, ed
eventualmente promotrici, dei nuovi
progetti. L’industria 4.0 è una nuova
frontiera tecnologica di straordinarie
potenzialità. Intellimech già da
tempo lavora in questo ambito.
L’approfondimento degli argomenti
e la proposta di nuove soluzioni al
servizio delle aziende associate, sono
i motivi che ci hanno portati sia alla
partecipazione al Consorzio sia a
partecipare con entusiasmo al suo
sviluppo.
fabbisogni tecnologici e il Consorzio
avrà un nuovo canale comunicativo
per diffondere le best practices
tecnologiche. Inoltre, Confindustria
darà il suo sostegno al Consorzio
mettendo a disposizione i propri
servizi alle imprese, in particolare il
disegno dei modelli di business delle
soluzioni tecnologiche, e allo stesso
tempo aumenterà i servizi che potrà
38
offrire ai proprio associati. Ci aspettiamo che si sviluppi sinergia
nell’organizzazione e nei processi
orientati allo Smart Manufactoring.
Intellimech si occupa della parte
tecnologica, di applicazione e
sviluppo. La parte tecnologica però
necessita di una parte metodologica /
organizzativa che rende la tecnologia
applicabile. Questo è il tema del
Sempre per quanto riguarda nuovi
Soci che sono entrati recentemente
nel Consorzio, interessante è rilevare
come l’evoluzione dell’attività
Intellimech abbia saputo intercettare
le aspettative di diversi settori.
Conosciamo Intellimech dalla
sua formazione – afferma Giulio
Guadalupi, Direttore innovazione
di Vin Service - infatti già in quella
occasione avevamo valutato di
partecipare a questa interessante
iniziativa. Poi il prodotto nostro di
allora non includeva ancora niente
che fosse prettamente meccatronico.
Situazione che è andata
modificandosi negli anni a seguito
dell’avvento di tecnologie sempre più
connesse che portano il prodotto ad
essere più intelligente e complesso,
e a una evoluzione tecnologica
importante del nostro settore.
Riteniamo pertanto che oggi siamo
maturi anche a livello organizzativo
per gestire e lavorare in una realtà
consortile come quella di Intellimech,
con un apporto di tecnologia e una
collaborazione fattiva. Le nostre
aspettative sono quelle di riuscire
a realizzare ricerca di prodotto
e non solo sviluppo, andando a
innovare la nostra proposta sul
mercato di riferimento, sfruttando
la collaborazione con realtà che si
trovano ad affrontare i medesimi
problemi di sviluppo. Abbiamo già
iniziato incontri preliminari di analisi
dei progetti in corso ai quali per
alcuni aspetti ci siamo già associati.
Abbiamo inoltre in mente un paio di
necessità specifiche per le quali ci
stiamo muovendo affinché avere un
filone di ricerca in merito.
Fra le aziende new entry troviamo
anche Elettrocablaggi.
La nostra azienda – ricorda Dimitri
Buelli, Direttore Commerciale
di Elettrocablaggi - nasce
nel 1978 come fornitore degli
equipaggiamenti elettrici nell’ambito
del meccanotessile bergamasco
e bresciano; negli anni diversifica
la propria presenza sul mercato
andando a toccare tutti i settori
legati al machinery, sviluppando
così un know-how multidisciplinare
e trasversale. L’attività tipica è la
realizzazione, sulla base del progetto
La parte
tecnologica
necessita di una
parte metodologica
organizzativa che
rende la tecnologia
applicabile.
iniziale del cliente, del sistema
elettrico completo della macchina.
Ora è giunto il momento di fare il
passo successivo, affiancare i propri
clienti nelle attività di progettazione,
condividere le scelte e proporre
soluzioni innovative di automazione
e meccatronica. In questa direzione
il consorzio Intellimech può offrire
un valido supporto sia in termini
generali e culturali, sia in termini più
specifici e legati alle applicazioni.
L’anno scorso siamo stati ospitati in
due progetti del Consorzio legati ai
temi dell’internet delle cose e della
progettazione integrata.
Oltre all’aspetto non secondario
della sensibilizzazione delle aziende
partecipanti su temi legati allo
sviluppo tecnologico ed ai trend
che caratterizzeranno lo scenario
economico e manifatturiero dei
prossimi anni, abbiamo visto
realizzate alcune applicazioni
molto interessanti ed innovative.
Speriamo dunque che lo sviluppo a
livello consortile di queste attività,
direttamente, attraverso proposte
di progetto avanzate da noi, oppure
indirettamente partecipando ai
progetti proposti dalle altre aziende,
possa portare allo sviluppo di
soluzioni e applicazioni innovative
spendibili sul mercato.
Fra i progetti che caldeggiamo si
collocano quelli del filone legato
all’industry 4.0 e alla fabbrica digitale,
con temi legati alla rintracciabilità
ed alla manutenzione predittiva,
oppure ai processi di progettazione
e gestione della conoscenza.
Molti di questi temi sono già stati
parzialmente affrontati, come per
esempio la progettazione integrata,
ma su questo tema in particolare ci
sono molti spazi di miglioramento
ancora aperti che richiederebbero
ulteriori approfondimenti.
Concludiamo questo ampio “giro” di
pareri, con una terza realtà aziendale
entrata recentemente nel Consorzio,
che sinteticamente puntualizza e
riassume i significati di Intellimech
soprattutto a livello di interscambio
di esperienze.
Crediamo fermamente nel valore
della sinergia come driver per
la crescita - dice Gianmarco
Lanza, Presidente di FAE – e
vogliamo aprirci al confronto ed alla
condivisione, abbiamo individuato
nel Consorzio Intellimech uno
scenario ideale. Le nostre aspettative
sono proprio quelle di condividere
con aziende del territorio attività di
ricerca ed innovazione, conoscere
realtà e dinamiche imprenditoriali,
allo stesso tempo poter contribuire
all’attività consortile fornendo
l’esperienza della nostra impresa.
Le attività attualmente trattate ci
appaiono come innovative e ben
focalizzate. Aumentando la nostra
conoscenza del contesto consortile,
contiamo di poter contribuire e
fornire ulteriori spunti su progetti e
iniziative.
39
8.232
Dispositivi
e sistemi
1°
SEMESTRE
2014
3.202
8.275
Contenuti
digitali
pubblicità online
Dispositivi
e sistemi
+ 1,5
%
31.103
5.079
Servizi Ict
2.615
Software e
soluzioni Ict
11.975
5.096
Servizi di rete
Servizi Ict
1°
SEMESTRE
2015
3.500
Contenuti
digitali
pubblicità online
31.583
2.732
Software e
soluzioni Ict
11.980
Servizi di rete
Il business cresce - Il mercato digitale in Italia da “Corriere Economia” del 19/10/2015
collegati in rete. Questo è il nodo
centrale della fabbrica intelligente:
il collegamento in tempo reale tra
umani, macchine e oggetti.
Monitor
La fabbrica intelligente
fa sempre più notizia
Si moltiplicano le attenzioni delle testate giornalistiche,
anche quelle non specializzate, per i modelli di manifattura smart
capaci di migliorare performance, efficienza e sistemi di gestione
dell’industria moderna.
L’industria del prossimo futuro
sarà sempre più connessa. Con
più IT e meno capannoni. La Smart
Factory, o industria 4.0, propone
simbolicamente la definizione più
calzante della quarta rivoluzione
industriale. L’idea centrale
della fabbrica intelligente è la
digitalizzazione e l’informatizzazione
della catena di produzione che porta
40
al prodotto finale. In realtà, questo
è un processo iniziato già da tempo,
da quando gli oggetti sono diventati
intelligenti grazie alla comunicazione
via internet. Quindi il fenomeno
Fabbrica smart non è poi così
recente, ma è di stretta attualità che
il manifatturiero stia moltiplicando
l’impegno per uno svecchiamento
del sistema produttivo che si
connette (il termine è quanto
mai calzante!) alle dinamiche 4.0,
decisivo per essere competitivi.
Di pari passo a questo impegno, si
moltiplicano anche le attenzioni degli
organi di stampa sull’argomento.
Sicuramente affascina l’idea che
grazie ai cosiddetti sistemi cyberfisici nel 2020, almeno 60 miliardi
di oggetti intelligenti saranno presto
La sfida della fabbrica intelligente
è dunque quella di affrontare la
variabilità e l’incertezza delle parti
coinvolte lungo tutta la catena del
valore.
Fra gli aspetti che suscitano
maggiore interesse da parte dei
giornalisti, e spostano l’attenzione
dalla semplice curiosità generalista
a una riflessione più analitica e
incalzante, vi è poi il tema di come
la fabbrica intelligente è in grado
di sviluppare un sistema adattabile
al suo ambiente e che riesce a
cambiare il prodotto, in tempo
reale, in modo da diventare il più
competitivo possibile. Ciò significa
che per ottenere una connessione
funzionante tra tutte le parti è
necessaria una comunicazione
fluida e costante, scenario nel quale
ha ovviamene un ruolo strategico
non solo la disponibilità di banda
ultralarga, ma anche di adeguate
infrastrutture di telecomunicazione,
siano esse apparati, software
o device. Ricordando che nella
piramide della nuova automazione
Cyber Fisica, l’informazione fluisce
in entrambe le direzioni, partendo
dal livello aziendale, raggiungendo
il livello di campo e passando anche
attraverso i processi produttivi e
viceversa. In buona sostanza la
piramide produttiva si è capovolta,
dato che le informazioni arrivano
per lo più direttamente dal prodotto,
cambiando continuamente lo
sviluppo del sistema. La filiera
dovrebbe inviare feedback continui
che permetterebbero di migliorare
e modificare costantemente il
prodotto/servizio. L’implementazione
di nuovi sistemi e tecnologie
sta migliorando l’esecuzione dei
processi complessi e ripetitivi grazie
alla capacità delle macchine. Essi
possono trattare grandi quantità di
dati con affidabilità e velocità. Ciò
nonostante, la presenza dell’uomo
è sempre richiesta in quanto ci
saranno sempre delle situazioni
imprevedibili che richiederanno la
capacità e la memoria associativa
umana. L’essere umano sarà inoltre
sempre necessario per la validazione
e la continua analisi e ricerca.
Sempre negli articoli giornalistici più
consapevoli delle varie componenti
che formano lo scenario 4.0, viene
ricordato come l’implementazione
di queste nuove tecniche in azienda
offre nuove prospettive e possibilità
che devono essere studiate per
continuare e migliorare il processo
di ricerca, sviluppo e innovazione. I
vantaggi della fabbrica intelligente,
stanno nella capacità di creare un
sistema produttivo flessibile in grado
La sfida della
fabbrica intelligente
è dunque quella
di affrontare
la variabilità e
l’incertezza delle
parti coinvolte
lungo tutta la
catena del valore.
di tenere il passo con la variabilità
del mercato e dell’ambiente,
aumentando il potenziale di
vendita del prodotto finale. Inoltre,
l’implementazione delle nuove
tecnologie fa sì che l’industria sia in
grado di produrre più velocemente
e in modo più economico. Una vera
e propria re-ingegnerizzazione del
processo produttivo. Ma non è tutto:
molti altri sono infatti i temi fra loro
sinergici e considerati come tali negli
articoli giornalistici. Vediamo qualche
esempio.
Scrive Enrico Netti sul Sole 24 ore
del 28 dicembre 2015: “Un aumento
della produttività del 20%, un’iniezione di flessibilità, una riorganizzazione
che libera spazi produttivi e la riduzione ad un ventesimo degli infortuni. Sono alcuni dei miglioramenti di
cui si avvantaggiano le imprese medio grandi italiane già entrate nell’era
dell’industria 4.0, che per esempio si
sta facendo strada nell’automotive.
(…). In realtà i modelli sono molti.
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Or
Basta seguire i primi germogli dell’industria digitale, un mix di innovativi
processi organizzativi, macchinari
smart per produrre con maggiore
precisione e qualità. E’ un lievito
che fa crescere la produttività grazie
all’intelligenza diffusa della rete di
sensori che dall’interno dell’impresa
dispiega i suoi effetti all’esterno,
verso la catena dei fornitori, i clienti,
la logistica.” L’articolista non manca
però di sottolineare come alle
componenti positive si affianchino
problematiche ancora aperte: “Come
nelle precedenti rivoluzioni emerge
il gap del fattore umano: solo il 20%
dichiara di avere il personale abbastanza preparato: la maggioranza
(77%) non ha ancora pensato a corsi
di formazione.
Di certo ci sarà da lavorare parecchio,
perché la nuova generazione di tute
blu digitali opererà con maggiore autonomia. Le aspettative dei manager
sono elevate: quasi tutte si attendono un’accelerazione dei processi e
una riduzione dei difetti, la possibilità
di coinvolgere i fornitori nella R&S
anche per migliorare il prodotto
e ridurre gli sprechi”. Sempre su
questo tema della dualità tra grandi
prospettive e necessità urgenti di
accogliere l’innovazione, scrive Giulia
Cimpanelli sul Corriere Economia
del 19 ottobre 2015: “L’innovazione
è un processo che si innesta perfettamente con la maggiore tradizione
industriale italiana: il manifatturiero.
Il made in Italy si rinnova grazie alle
tecniche di fabbricazione digitale. (…)
Nonostante le incredibili prospettive
del settore, le aziende italiane hanno
una conoscenza limitata delle nuove
tecnologie. Secondo lo studio del
Rise dell’università di Brescia Digital
Manufacturing Revolution la stampa
3D risulta essere nota solo al 61%
delle aziende nostrane; l’Internet del-
42
le cose raggiunge il 44%, mentre
le altre tecnologie (robotica,
realtà aumentata, realtà virtuale, nanotecnologie) non
superano il 40% di livello
di conoscenza”. Gli fa eco
Stefano Carli su Affari&finanza de La Repubblica
del 16 novembre 2015:
“Siamo indietro, come
mercato italiano, ma la
velocità di crescita degli
oggetti connessi si sente
anche qui e da luogo ad
un mercato che vale già
oltre 1,1 miliardi di euro,
in crescita del 28% sull’anno prima”. Sempre sul tema
delle prospettive evolutive
dello scenario 4.0, sottolinea
Giovanni Mancini sul Sole 24
ore del 1 dicembre 2015: “L’idea
di fondo è integrare e coniugare
creatività e tecnologia per innestare
nuove e diverse logiche produttive
nel sistema della manifattura
nazionale, per dare nuovo slancio e
nuova centralità all’industria italiana.
Per evolversi, però, occorre prima di
Advanced automation
Sono i più recenti sviluppi
nei sistemi di produzione
automatizzati: soluzioni
dotate di elevata capacità
cognitiva, di adattamento,
di auto-apprendimento. I
tratti distintivi sono l’interazione con l’ambiente
e la guida automatica.
Tipici sono i sistemi
di visione, che stanno
uscendo dai laboratori e
stanno diventando opzioni concrete.
Advanced human machine
interface
Sono i nuovi dispositivi
indossabili e le nuove interfaccia
uomo macchina. Entrambi puntano
ad acquisire e veicolare in formato
vocale visivo e tattile, ad esempio
gli occhiali speciali tipo Google
Glasses per gestire le merci di un
magazzino, che usano visori per
la realtà aumentata, con visione
sia sovrapposta che periferica
(Schwarzenegger in Terminator per
capirci, ma per usi pacifici).
tutto sapere da quale punto si parte
e a quale si dovrebbe arrivare”.
L’attenzione dei principali organi di
stampa nazionale rispetto al tema
dell’industria 4.0 si sviluppa a volte in
veri e propri servizi speciali di ampio
respiro; un esempio è l’Osservatorio
Automazione pubblicato dal Corriere
economia il 14 marzo 2016. Nello
speciale, a firma di Edoardo Segantini, vengono ad esempio individuate
alcune delle parole chiave per capire
la quarta rivoluzione industriale:
“ Ecco le parole chiave per capire le
tendenze e gli sviluppi dell’industria
4.0, in cui l’Italia sta giocando un
ruolo da protagonista:
Cloud manufacturing
È l’applicazione del cloud computing
al manufatturiero e consiste
nell’abilitare, tramite internet,
l’accesso diffuso e on demand ad
un insieme di risorse informatiche
a supporto dei processi produttivi.
Risorse che vanno dalle infrastrutture
(macchine virtuali) alle piattaforme
(applicazioni di sviluppo) ai software
applicativi.
Co-bot (robot collaborativi)
Mentre i robot tradizionali sono
grandi e collocati in gabbie, questi
nuovi automi sono più piccoli e
L’innovazione
è un processo
che si innesta
perfettamente
con la maggiore
tradizione
industriale italiana:
il manifatturiero.
progettati per stare al fianco degli
operai, in condizioni di sicurezza.
Danno vita a prime forme di robotica
mescolata in cui le macchine si
alternano agli uomini con cui
collaborano”.
Negli articoli giornalistici non
mancano poi focus di attenzione
rispetto ai cambiamenti sollecitati ai
manager e ai principali ruoli direttivi
delle aziende con l’evoluzione 4.0.
In particolare i manager di nuova
generazione devono sviluppare
capacità nel motivare la squadra
ed integrarle nelle sfide poste dalla
tecnologia. A questo proposito
scrive Stefania Pescarmona su
Affari&Finanza de La Repubblica
il 20 luglio 2015: “Rispetto ad
un AD tradizionale orientato ad
un risultato immediato, il Ceo di
nuova generazione deve possedere
un’elevata abilità di delega, avere
un’ampia attitudine al cambiamento,
essere alla costante ricerca di
nuove idee oltre che orientato ad
un successo sostenibile nel lungo
termine”.
43
Team
Il team di ricercatori che
attualmente costituisce il
gruppo di specialisti che operano
direttamente all’interno di
Intellimech.
Staff di ricerca Intellimech:
un team giovane
per un futuro già presente
I profili e la preparazione della squadra di ricercatori che operano
direttamente in Intellimech esprimono in modo significativo la
vocazione del Consorzio.
Nel tracciare un breve profilo della
squadra di ricerca, cominciamo
doverosamente dal “capitano”, vale
a dire da Stefano Ierace: “Sono nato
a Bergamo nel 1981. Ho conseguito
la laurea in Ingegneria Meccanica
nel 2005 presso l’Università degli
Studi di Bergamo e il Dottorato in
Ingegneria Meccanica nel 2009
presso l’Università degli Studi di
Brescia. Oltre alla mia posizione
44
di responsabile operativo in
Intellimech collaboro con AFIL
come Project Officer e con Servizi
Confindustria Bergamo come
consulente per alcune attività di
trasferimento tecnologico. Il mio
lavoro è strutturato sia nell’ambito
di coordinamento complessivo
del team, sia nel mantenere e
incentivare il dialogo con tutti i vari
riferimenti che formano il Consorzio,
a partire dai Soci naturalmente. Vi
sono poi i vari scenari di relazione
con i partner e più in generale con le
istituzioni, i media… In questo senso
mi posso simpaticamente definire:
ingegnere con specializzazione in…
relazioni pubbliche!”
Un capitano deve avere “in
campo” un riferimento di strategia,
di sviluppo dell’azione; per la
squadra Intellimech questo ruolo
è coperto da Fabio Floreani: “Sono
milanese, classe 1982. Nel 2006
ho conseguito la laurea magistrale
in Ingegneria dell’automazione
presso il Politecnico di Milano e
successivamente, nel 2012, ho
concluso il percorso di Master
Executive del MIP in gestione
della manutenzione industriale.
Lavoro presso Intellimech dal
2007, anno in cui sono entrato
come ricercatore del progetto precompetitivo Prophet; attualmente
sono responsabile delle attività
tecniche del laboratorio e della
realizzazione dei progetti condivisi.
A questo proposito io e i colleghi
stiamo portando a termine le
interviste presso i soci; si concluderà,
dunque, a breve, la fase di raccolta
delle necessità aziendali nelle 3
aree tematiche individuate come
significative per i nuovi progetti.
Parallelamente stiamo svolgendo
uno scouting tecnologico sulle
tematiche più rilevanti dei nuovi
progetti; i risultati di tali indagini
verranno presentati nei pomeriggi
Intellimech di Giugno, Luglio e
Settembre 2016. Per quanto
riguarda i bandi ed i finanziamenti
pubblici, abbiamo aderito tramite 6
proposte progettuali al programma
di finanziamento europeo per la
ricerca e l’innovazione Horizon 2020
e tramite 3 proposte progettuali al
bando di finanziamento R&S per
aggregazioni per la presentazione
delle domande di progetti di ricerca
industriale e sviluppo sperimentale
nelle aree di specializzazione S3”.
La squadra Intellimech si avvale
di ottimi specialisti nei vari ruoli,
un team ben affiatato. Lasciamo
a loro stessi di presentarsi. “Mi
chiamo Luca Fasanotti e sono
nato a Bergamo nel 1983, ho
conseguito la Laurea magistrale in
Ingegneria Informatica nel 2007 e il
dottorato di ricerca in Meccatronica,
informazione tecnologie innovative
e metodi matematici nel 2016;
dal 2007 sono ricercatore
presso il Consorzio Intellimech.
Le mie competenze riguardano
principalmente gli ambiti dello
sviluppo software e firmware, la
progettazione elettronica, i sistemi di
comunicazione industriale e le reti di
comunicazione wireless. Attualmente
mi sto occupando principalmente
della progettazione di diversi sistemi
di interfaccia macchina - sistemi di
supervisione e della gestione remota
di veicoli a guida autonoma”.
Anche negli importanti ambiti del
data analytics, ad esempio, il team
mette in campo uno specialista:
Stiamo svolgendo
uno scouting
tecnologico
sulle tematiche
più rilevanti
dei nuovi
progetti.
“Mi chiamo Valerio Pesenti
Campagnoni e sono nato a Bergamo
nel 1988. Ho iniziato a lavorare nel
Consorzio Intellimech nel Giugno
2014, svolgendo la tesi di laurea
che mi ha permesso di conseguire
il diploma magistrale in Ingegneria
Meccanica. Le mie competenze
riguardano principalmente, oltre
al data analytics, anche quelli
della diagnostica, del 3d printing e
della simulazione a elementi finiti.
Attualmente mi sto occupando
dello sviluppo di un sistema di
monitoraggio scoria in un impianto
di colata continua e dello sviluppo
di algoritmi diagnostici di una
45
Agenda
I servizi di Intellimech riguardano:
lo sviluppo e la realizzazione
tecnica di progetti specifici
o condivisi su commessa, la
formazione su nuove tecnologie
prioritarie, la gestione di progetti
di piccole/medie dimensioni,
la ricerca di partner strategici
per progetti di innovazione
ed il trasferimento
tecnologico.
OG
OL
ICO
INN
OV
21 Giugno 2016
Istituto Mario Negri
Via La Masa 19 - Milano
AZ
E
ION
Elettrotecnica
Elettronica
&F
ZA
TRASF
E
N
INA
RIM
EN
TO
TE
CN
Elettromeccanica
Controllo
Automazione
Meccatronica
Meccanica
Operation
Informatica
piattaforma di Smart Maintenance”.
“Sono laureato in ingegneria
informatica con specializzazione
meccatronica – ci dice Andrea
Piccinini (classe 1990) - e faccio
parte del Consorzio Intellimech
da Novembre 2014, quando sono
stato assunto nell’ambito del
progetto SIDE per occuparmi dello
sviluppo di un controllore predittivo
per l’efficientamento termico.
Da Ottobre 2015 ho iniziato il
corso di dottorato in ingegneria e
scienze applicate, collaborando con
l’Università di Bergamo all’interno
del progetto Adaptive del Cluster
CFI. Le mie competenze riguardano
lo sviluppo di software e firmware
di vario genere e la progettazione
di modelli per simulazione ad
eventi discreti. Attualmente mi
sto occupando della creazione di
un modello di simulazione di un
impianto di produzione e dello
46
GE
ME
NT
E
NA
N
IO
AZ
RM
FO
Modellistica
Simulazione
Il team unisce
specialisti che,
pur giovani,
vantano
competenze
formative e
lavorative ben
mirate.
A
TM
C
JE
PRO
sviluppo di un software basato su
piattaforma web”. Come si può
notare il team unisce professionisti
che, pur giovani, vantano
competenze formative e lavorative
ben mirate. Lo conferma anche Alan
Scarpellini, nato a Bergamo il 24
Ottobre 1990. Lui stesso ci dice:
“Mi sono laureato in Ingegneria
Informatica indirizzo Meccatronica e
lavoro nel Consorzio Intellimech dal
Gennaio 2015. Le mie competenze
riguardano principalmente la
programmazione software, le
tecnologie Web e la gestione dei
database. Attualmente mi occupo
dello sviluppo di un sistema di
monitoraggio su piattaforma Web
per macchine industriali, di soluzioni
tecnologiche per la tracciabilità di
semilavorati e prodotti finiti nella
logistica e nella produzione e di
sistemi per il controllo qualità”.
Convegno di presentazione
dei risultati della Ricerca
dell’Osservatorio Smart
Manufacturing
Il Convegno di presentazione
dei risultati della Ricerca 201516 dell’Osservatorio Smart
Manufacturing, promosso
dalla School of Management
del Politecnico di Milano, sarà
l’occasione per rispondere partendo dall’analisi di oltre
300 aziende italiane ed estere
- a domande come: qual è
lo stato dell’arte delle Smart
Manufacturing Technologies,
e in quali processi trovano
applicazione? Quali basi di
“cultura digitale” sono necessarie
per poter adottare con successo
le Smart Manufacturing
Technologies? Come si evolverà
lo scenario applicativo e quale
ruolo verrà giocato dalle startup
nel processo di innovazione? I
risultati della Ricerca saranno
discussi con i principali player
di questo mercato e con
esponenti di rilievo del mondo
della Manifattura e della Ricerca
Accademica.
www.osservatori.net
22-24 Giugno 2016, RAI
Amsterdam: European
Conference Industrial
Technologies 2016
Evento promosso della Presidenza
del Consiglio Olandese e dal
Consiglio dell’Unione europea.
Una delle più ampie “conference”
Europee nel campo delle nuove
tecnologie di produzione, i
materiali, le nanotecnologie, le
biotecnologie e la digitalizzazione,
con più di 1.250 delegati di
alto livello. Si parla di ricerca,
industria, istruzione, processi
e tecnologie per individuare le
priorità che sono cruciali per
rafforzare l’ecosistema europeo
dell’innovazione industriale.
www.industrialtechnologies2016.eu
13 Luglio 2016
ore 14.30, Kilometro Rosso
Pomeriggio Intellimech:
approfondimento sui sistemi e
le soluzioni tecnologiche per il
controllo qualità.
14 Settembre 2016
ore 14.30, Kilometro Rosso
Pomeriggio Intellimech:
approfondimento sui sistemi
e le soluzioni tecnologiche di
monitoraggio e diagnostica
predittiva per manutenzione e
service.
Il Consorzio Intellimech
ha partecipato a sps ipc
drives a Parma
Nelle giornate dal 24 al 26 maggio
scorso l’evento organizzato
presso il polo fieristico di Parma
ha caratterizzato l’attenzione di
aziende, istituzioni e operatori
professionali dei settori tecnologie
per l’automazione elettricaelettronica, sistemi e componenti
per la smart manufacturing.
L’appuntamento di sps ipc drives
era particolarmente atteso e
ha confermato le aspettative:
forte adesione di imprese e
ampiezza di proposte innovative
in tutti i settori rappresentati.
Positiva quindi la decisione di
Intellimech di essere presente
con un proprio stand, nel quale
sono stati presentati sia i progetti
di ricerca che caratterizzeranno
il prossimo futuro, sia il concept
stesso del Consorzio, giudicato un
riferimento per quanto riguarda
la collaborazione virtuosa fra
imprese, anche e soprattutto in
ambito di industria 4.0.
47
INNOVAZIONE > RICERCA > SINERGIE > APPLICAZIONI
NUOVI PARADIGMI TECNOLOGICI
PER L’INDUSTRIA MANUFATTURIERA
In uno scenario di sviluppo del manifatturiero che guarda con sempre
maggiore coinvolgimento alle sfide e alle opportunità della “fabbrica
intelligente”, spicca l’impegno interdisciplinare e proattivo di Intellimech:
ricerca, consulenza, sperimentazione e applicazioni basate sul confronto
virtuoso e l’interscambio di esperienze fra i soci, per definire percorsi
di crescita che uniscono vantaggi sinergici e risposte mirate
alle singole realtà aziendali.
c / o P a r c o S c i e n t i f i c o Te c n o l o g i c o K i l o m e t r o R o s s o - V i a S t e z z a n o , 8 7 - 2 4 1 2 6 B e r g a m o - Te l . + 3 9 0 3 5 0 6 9 0 3 6 6 - w w w. i n t e l l i m e c h . i t