n°1 anno 2014 - Stazione Sperimentale del Vetro

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n°1 anno 2014 - Stazione Sperimentale del Vetro
RIVISTA della
STAZIONE SPERIMENTALE DEL VETRO
gennaio/marzo 2014 - n. 1 vol. 44
sommario
In questo numero ........................................... 2
Manifestazioni ...............................................
23
Riassunti ............................................................... 3
12th ESG Conference ...............................
29
Studi
Dal mondo del vetro
Lavori di restauro nella chiesa
di Sant’Aniello a Caponapoli ........................................ 5
Restoration and arrangement
of Sant’Aniello at Caponapoli Church
Ugo Carughi
a cura di Erica Ladogana
.................................. 30
Agenda ................................................................. 42
Una nuova soluzione ibrida
per travi strutturali in vetro rinforzato ......................... 9
A new hybrid solution for structural glass reinforced beams
Michel Palumbo, Dominque Palumbo, Teresa Mazzucchelli
Processi di ottimizzazione nei cicli di recupero
del rottame di vetro - il macinato di KPS GLASS
Optimization processes in glass cullet re-cycling:
ground KPS GLASS ................................................... 14
Alessio Bonetto, Piero Daminato
Direttore responsabile
Stefano Manoli
Redazione
Erica Ladogana
email: [email protected]
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1-2014
in questo numero
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
In questo numero della Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro concludiamo la pubblicazione
dei lavori presentati al seminario ATIV tenutosi nel mese di novembre 2012 nella sessione vetro
piano. Gli articoli pubblicati sono: “Restoration and arrangement of Sant’Aniello at Caponapoli
Church” di Ugo Carughi, a pag. 5, e “A new hybrid solution for structural glass reinforced
beams” a firma Palumbo, Palumbo, Mazzucchelli, a pag. 9.
Il terzo articolo che presentiamo ai nostri lettori è “Processi di ottimizzazione nei cicli di
recupero del rottame di vetro - il macinato di KPS GLASS”, di Alessio Bonetto e Piero Daminato
(Eco-Ricicli Veritas srl): il lavoro presenta l’esperienza maturata dagli autori nell’ambito
dell’ottimizzazione del recupero del rottame di vetro cavo. In particolare, si descrive il processo
di trattamento del materiale scartato nel ciclo di produzione del vetro pronto forno (VPF) e il
processo tecnologico per il recupero di materiale da re-immettere nel ciclo di produzione del
VPF o da destinare ad altre applicazioni, quali ad esempio quella per l’edilizia (pag. 14).
Ricordo ai nostri lettori l’appuntamento con la Conferenza ESG - a Parma dal 21 al 24 settembre
2014 - che la Stazione sta organizzando insieme ad ATIV. Le numerose adesioni di tecnici e
studiosi del vetro e i positivi riscontri sin qui raccolti dalle aziende vetrarie e della filiera sono per
noi motivo di soddisfazione e testimoniano l’interesse intorno ai sei temi che saranno proposti
nelle giornate della manifestazione: tecnologia vetraria, vetro e ambiente, proprietà e misure,
vetri speciali, sicurezza ed igiene, vetro in architettura. Sono stati raccolti circa 200 lavori tra
presentazioni orali e poster. Per iscriversi alla conferenza e per qualsiasi altra informazione è
on-line il sito www.esg2014.it
Con la pubblicazione di questo primo numero del 2014, desidero ringraziare il Dottor Antonio
Tucci, per molti anni Direttore Responsabile della Rivista, che con il 2013 ha concluso la
collaborazione con la Stazione Sperimentale del Vetro: il suo impegno, la sua determinazione e
lo stile della sua conduzione hanno valorizzato questa pubblicazione che, nata oltre 40 anni fa,
resta un riferimento importante tra le riviste nazionali a contenuto tecnico-scientifico sul vetro.
Spero di poter dare continuità al suo lavoro con la medesima qualità.
Stefano Manoli
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summaries
riassunti
Lavori di restauro nella
chiesa di Sant’Aniello
a Caponapoli
Restoration and
arrangement
of Sant’Aniello at
Caponapoli Church
Ugo Carughi
Riv. Staz. Sper. Vetro 44
(2014), 1, p. 5-8
Una nuova soluzione
ibrida per travi strutturali
in vetro rinforzato
A new hybrid solution for
structural glass reinforced
beams
Michel Palumbo,
Dominque Palumbo,
Teresa Mazzucchelli
Riv. Staz. Sper. Vetro 44
(2014), 1, p. 9-13
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
La chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, situata sull’Acropoli dell’antica Neapolis, risale ai
primi decenni del XVI secolo. Dopo essere stata danneggiata dai bombardamenti nel 1944, fu
abbandonata per due decenni, soffrendo di saccheggi e danneggiamenti. Negli anni ’60 il tetto e il
nartece (atrio) esterno furono ricostruiti. Alcuni monitoraggi, seguiti da scavi più estesi, rivelarono
importanti scoperte, che furono studiate e documentate nell’attuale contesto.
The Church of Sant’Aniello at Caponapoli, located on the acropolis of the ancient Neapolis, dates
back to the early decades of the Sixteenth Century. After being damaged by bombing in 1944, it was
abandoned for two decades, suffering relevant damage and despoliation. In the 1960s the roof and
the exornarthex were rebuilt. Some tests, followed by extensive excavations, reveled important finds,
that were studied and documented in the constest of the current arrangement.
In genere, la progettazione di travi in vetro segue due approcci principali:
• il primo è basato su travi stratificate costruite a partire da elementi in vetro temprato, per
massimizzare la capacità di ogni singolo elemento di sostenere il carico. In questo caso, maggiore
la resistenza teorica, inferiore la sicurezza in caso di rottura;
• il secondo, invece, è basato sull’idea dell’autore (brevettata all’inizio degli anni 2000) di
rinforzare una trave costituita da lastre di vetro ricotto, in modo da garantire, nell’eventualità di
un danneggiamento del vetro, la sopravvivenza dopo il picco di carico degli elementi in vetro,
che manterranno le loro caratteristiche di resistenza al carico anche se gli strati di vetro vengono
danneggiati.
Nel presente articolo si descrive un terzo approccio ibrido alla stratificazione della trave in vetro, in
grado di raggiungere importanti obiettivi.
Usually there are two main ways to design glass beams:
• The first is based on layered beams made of fully tempered glass elements to maximise the
potential of the load bearing element. In this case, the higher the theoretical resistance, the lower
the safety in case of glass breakage;
• The second, instead, is based on the authors’ idea (patented in the early 2000s) to reinforce an
all-glass beam made of annealed glass sheets to guarantee, in the event of glass damage, the postpeak life of the glass elements, which will maintain their load bearing properties even if the glass
layers are damaged.
We herewith describe a third hybrid glass beam layup that meets important goals.
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summaries
riassunti
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Processi di
ottimizzazione nei cicli
di recupero del rottame
di vetro - il macinato di
KPS GLASS
Optimization processes
in glass cullet re-cycling:
ground KPS GLASS
Alessio Bonetto,
Piero Daminato
Riv. Staz. Sper. Vetro 44
(2014), 1, p. 14-22
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Il presente lavoro intende presentare l’esperienza maturata nell’ambito di Eco-Ricicli Veritas srl
(ERV) nell’ottimizzazione del recupero di rottame di vetro cavo. In particolare, si vuole esporre
il processo elaborato nell’ambito del trattamento del rottame di scarto del ciclo di produzione
del vetro pronto forno (VPF). Nell’ambito di tale ciclo, infatti, soprattutto nella fase di selezione
ottica del materiale, viene scartata una frazione, granulometricamente eterogenea, composta da
refrattari, lapidei, ma anche rottame di vetro scuro o sporco, con presenza di materiale plastico.
L’eterogeneità di tale materiale rende ostico sia il recupero che lo smaltimento. In un’ottica di
aumento delle prestazioni di recupero, ERV ha elaborato un processo tecnologico che da tale flusso
recupera rottame di vetro impropriamente presente per errore strumentale e lo reimmette nel ciclo
di produzione del VPF, mentre il materiale restante viene trasformato in un prodotto utilizzabile o
direttamente in settori quali l’edilizia, o gestibile in ulteriori cicli di recupero di tipo industriale,
risparmiando il ricorso a materie vergini da cava.
Il processo tecnologico consta nella riduzione granulometrica del materiale, la rimozione di corpi
estranei leggeri (plastiche, organico), il materiale risultante è configurabile come una graniglia
silicea che ai test ha rivelato buone doti sia come materiale per sottofondi come parziale sostituto di
sabbie vergini, che come materiale per rilevati in miscelazione ad argille. Al vaglio sono attualmente
ulteriori test per l’impiego in altri settori tecnologici.
This work aims to show the experience built up in Eco-Ricicli Veritas srl (ERV) about the
optimization of hollow glass recovery. More precisely, it will be elucidated the treatment applied
to the reject of the furnace-ready cullet process. In this process, during the optical screening of
the input material a reject is obtained, composed of stones, bricks, ceramic, dark glass and plastic
material of variable grain size. The miscellaneous composition of this reject makes the recovery as
well as the disposal very difficult. In the light of an increase of glass recovery, ERV has applied a
technological improvement to the sorting process which recovers glass cullet incorrectly present in
the rejected material and puts it back in the Furnace-ready cullet treatment process. The remaining
material is then transformed for direct use in building industry, or in other type of industrial
recovery process, saving some amount of virgin raw material.
The technological process consist in the grain size reduction of the material and the removal of
light materials (plastic, organic). The material obtained is a silica-like coarse sand, which has been
tested for the use as partial replacement as background material for road pavements, and mixed
with clay for street’s building. Further tests are under way to check the use of this material in other
technological and industrial fields.
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Restoration and arrangement of
Sant’Aniello at Caponapoli Church
Ugo Carughi
Historical aspects and status of the building
The urban area of Caponapoli is at the highest point
of the Greek town and occupies the inner corner
defined by the northern and eastern limits of the
original nucleus of Neapolis; these limits are still
identifiable today - although with approximation with via Foria to the north and via Costantinopoli
to the west. The original setting resulted from the
necessity of defense, as testified by the successive
lines of defensive walls of Greek time discovered
beneath the church, located in the highest point of
the hill and following a North-West / South-East
axis, roughly parallel to the present via Foria. In this
area also stood other important religious buildings
dedicated to the cult of Diana, Apollo and Ceres,
where solemn rites took place with processions and
sacrifices.
During roman times the area was chosen by patrician
families for their dwellings and consequently lost its
exclusively religious character. Defensive structures
were a still a dominant feature in Angevin times and
during the Spanish viceroyalty. The new defensive
walls built by don Pedro de Toledo at the foot of the
hill, in front of the ravine where the gushing water
of Vergini flew, defined a new configuration of the
area and as a consequence of the filling between the
hill and the new walls the area was extended north
of the fortified plateau.
Following the large transformations of the last century, the once sacred hill is now dominated by the
large buildings of the University hospitals, whilst
many religious buildings have been subject to refurbishment and demolition. The area was a real
monastic citadel when, during the Sixteenth Century, a large nave was built extending the Church
of Sant’Aniello, originally dedicated to the Virgin
Mary in the Sixth Century and subsequently consecrated to Santa Maria Intercede, to commemorate
the birth of the Abbot Agnello.
The Church of Sant’Aniello at Caponapoli, located
on the acropolis of the ancient Neapolis, dates back
to the early decades of the Sixteenth Century. After
being damaged by bombing in 1944, it was abandoned for two decades, suffering relevant damage
and despoliation. In the 1960s the roof and the exonarthex were rebuilt. Some tests, followed by extensive excavations, revealed important finds, that
were studied and documented in the context of the
current arrangement: three successive parallel walls
of the III Century BC Greek city, which acted as
retaining walls for the ridge sloping to the present
Piazza Cavour, were found in the nave and one in
the transept, behind the high altar.
Roman walls made of opus reticulatum dating from
the First Century AD, intersected with tombs of the
Early Middle Ages, were also found. Close to the
high altar, there are traces of the apse belonging to
an early Christian chapel.
Under some chapels - that can now be visited - typical tombs with “draining” seats were discovered.
A multitude of marble pieces found in the church
have been rearranged, as in a giant puzzle, following
their detailed reconnaissance, survey and filing.
The religious complex of Sant’Aniello, which forms
part of the nearby monastery, was completed during
the Sixteenth Century and includes many residential buildings; for more than two centuries it represented one of the major testaments of devotion to
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Sant’Aniello, whose cult in Naples is second only
to San Gennaro. The construction of the complex
was carried out for an unknown number of years
until the Eighteenth Century, with consecutive orna-
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
mentation and restoration, whilst the private chapels
were enriched, particularly during the Sixteenth and
Seventeenth Century, with marble sculptures and
paintings.
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Restoration works
In 1962 the Soprintendenza ai Monumenti di Napoli
started the first works of strengthening and restoration that required the reinstatement of the roof and
of the exonarthex and the strengthening of the external walls.
Following the archaeological excavation beneath the
nave in the 1970s the floor was dismantled and subsequently replaced with large steel beams supporting
a metal deck with reinforced concrete topping.
As part of the same works all the walls were strengthened with reinforced pressure grouting (this technique is no longer used for monumental buildings).
During the 1980s and 1990s, due to the sporadic and
meager ministerial funding assigned to the church,
countless and discontinuous works of strengthening
and restoration were carried out, both internally and
externally.
At the beginning of the 3rd Millennium the interior
has been rearranged; insofar as possible every surviving marble and pictorial fragments have been
recomposed; the archaeological finds have been restored and arranged below ground level; the baluster
of the chancel and altar platforms and gradinos have
been restored and located in the transept where other marble elements of uncertain location have been
exhibited.
The project provided the opening of a rectangular
void (9.65m x 5.15m) in the reconstituted floor of
the nave, with passages of adequate width between
the edges of the void and the side chapels. This arrangement allowed to have inside the church a synchronic view of the whole history of the city, from
its founding to contemporary times, through the
exhibit of finds that are distant in time but close in
space.
On the other hand, unlike the archaeological sites
of the Cathedral and of San Lorenzo Church, here
the extremely variable archaeological layers would
have not allowed an independent visit.
From the nave, through an intermediate step, it is
possible to get to a continuous structural glass walk-
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
way located along the inner perimeter of the great
void, at level -0.40m. The walkway is supported by
structural glass beams, about 2.00m long, attached
to steel beams set back from the edge of the void,
that support the nave floor. Steel corners fixed to the
cantilevered perimeter of the nave floor halve the
free span of the glass beams.
There are no other examples, at least in Italy, of
similar glass cantilevered beams. The clear glass
balustrade is point fixed to the free ends of the glass
beams and both the balustrade and the walkway
have been cut from 6.00m long bars into demountable modules of 1.5m.
Wooden benches are placed on a wooden platform
built on the “cocciopesto” floor. Among the benches, those placed parallel to the longer sides of the
void are formed of two seats that can rotate around a
steel pin with a stop and can be manually positioned
in two different orientations.
When these seats are in a transverse position, a
mechanism allows the backs to rotate and become a
worktop for those sitting on the bench behind.
Size, number and position are determined by the optimum width for the worktop and the platform width
(1.40m), which, in turn, depends on the width of the
side passage (1.20m). The benches located near the
entrance and near the high altar are fixed. Service
cables, including heating pipes, run in the “cocciopesto” floor.
In order to open the large void in the floor, the
transversal UB beams (IPE) had to be cut and three
oblique steel posts had to be introduced (two posts
under one of the long sides of the void and another
post under the opposite side to avoid the archaeological finds); these posts, together with the reinforced concrete sidewalls, can be considered simple
supports of the floor structure and are necessary to
compensate for the structural discontinuity caused
by the cutting of the pre-existing beams.
Dead and live loads of the new glass walkaway act
as forces and couples concentrated in the ends of the
cantilevers and as couples distributed on the steel
beams of the pre-existing floor.
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This structural hypothesis implies the maximum
normal stress in the three posts and the maximum
bending stress in the longitudinal steel beams of the
pre-existing structure, parallel to and set back from
the edges of the rectangular void.
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Author
Ugo Carughi
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il
Paesaggio e per i Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Napoli e provincia, Naples
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
A new hybrid solution
for structural glass reinforced beams
Michel Palumbo, Dominque Palumbo, Teresa Mazzucchelli
Introduction
Although the standard glass design strategy is redundancy, we pursue a safer way to ensure the robustness of transparent glass beam structures. To attain this goal:
the glass beams are calculated according to the different loading conditions, humidity level and structural characteristics of the context to suit the safety
and aesthetic needs of the final user. In Figure 1,
we show an example of the high-strength and toughened glass beam described above.
• the first design principle is to give up using the
traditional all-tempered laminated-glass beams, because the high resistance due to the tempering process entails no post-peak resistance;
• the second design criterion (largely adopted in
the past) is to reinforce annealed glass sheets with
high-strength reinforcing materials (according to a
patented glass-toughening protocol). In this case,
we lose the strength of tempered glass but we gain
substantial post-peak resistance of the whole glass
beam (should all the glass layers fracture, the reinforcing belt would interconnect all the macro glass
shards and sustain the tensile load, whilst the fractured glass would continue to transmit compressive
loads). [1]
• the third guideline is to wisely combine thermally strengthened glass sheets with reinforced annealed glass layers.
Since glass is being increasingly used as a structural
load bearing element, the patented innovation we
describe herewith meets the two most important demands concerning structural glass: to increase the
load bearing capacity of glass beams in conjunction
with a high post-peak mechanical behaviour.
The main idea is to combine a reinforced glass beam
core (to guarantee safety), based on annealed glass
sheets, with the higher-strength resistance of fully
tempered glass. The stacking sequence, the reinforcement and all the materials used to assemble
Figure 1. Underneath view of a hybrid glass beam. Both the
steel reinforcing belt (glued to annealed glass layers) and
glass load-bearing sheets can be seen
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Results and discussion
The beams underwent preliminary four-point bending testing to simulate consistent load conditions.
The tested beam dimensions are reported in Figure 2.
Figure 2. Hybrid glass beam dimensions
Figure 3. Hybrid glass beam test setup
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The force-displacement plot of the four-point bending test is reported in Figure 4.
All the glass layers bear the external loads in standard conditions. As the load increases, the inner glass
panes start to crack in the middle and act as a warning signal. As the load increases, the reinforcing
plate comes into play by redistributing the external
pressure over the sides of the cracks, as described
below in detail [1] (Figure 5).
New cracks appear far from the beam midspan. The
beam system is still able to withstand the loads because of the reinforcing belt and the presence of
tempered glass sheets.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Once the outer glass pane breaks, the hybrid glass
beam system (steel-reinforced glass beam and anchoring brackets) is still able to sustain external
loads because of the presence of the toughened and
reinforced core [1-3].
All the cracks shown in Figure 5 appear in the toughened annealed-glass core.
The beam is still able to withstand loads until the
outer tempered glass layers break. After that, the
glass beam behaves as an annealed-glass reinforced
beam and offers the post-peak resistance as described elsewhere, i.e. [1], [2], [3].
Figure 4. Force - displacement plot of the hybrid toughened, reinforced glass beam
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Figure 5. Cracks progression based on the strain of the core toughened by means of high-strength strips
Conclusions
Glass is and will remain one of the most important
materials in architecture. The results reported in this
paper show the possibilities of adding extra value to
glass if used in special structures. The brittleness of
the material not only requires sophisticated global
structural analyses (managed by the latest software
tools) but also creates new challenges with regard to
the detailing and assembly process.
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Even if glass sizing is the first step to take when
glass is used as a load bearing material, we must
remember that many parameters affect the strength
and the safety of a glass beam, i.e. stress corrosion,
moisture, local defects or scratches, stress concentration, finishing of the loaded edges [4] and … load
transfer between glass and context.
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Anchoring brackets design is a fundamental step of
the glass design process, since they transfer the external loads from the glass beam to the outer structure. It is of the utmost importance to avoid stress
concentration on the glass inside the brackets, since
low global stress may locally increase to unacceptable values for glass. Thus the design of a reinforced,
toughened glass beam can not ignore the design of
the glass layup, the reinforcing strip, the redistribution of the external loads and the supports of the
whole glass system.
References
1. M. Palumbo and al., Structural glass beams supporting a new transparent roof, XXV A.T.I.V. Conference Parma (Italy) November 18-19, 2010;
2. Glass Processing Days - 16-21/06/2005 Tampere
- Finland;
3. Tesi di Laurea Università di Brescia (Italy) “Vetro per gli impieghi strutturali” - 2006 U. Balestrieri
e L. Bartoli;
4. Haldimann, M and Luible, A and Overend, M
(2008), Structural use of glass. Iabse.
Authors
Michel Palumbo, Dominque Palumbo,
Teresa Mazzucchelli
Vetrostrutturale srl - Viale Venezia 220
25123 Brescia
[email protected]
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Processi di ottimizzazione nei cicli di recupero
del rottame di vetro - il macinato di KPS GLASS
Alessio Bonetto, Piero Daminato
Introduzione
Nel 2011 il riciclo del vetro ha raggiunto la cifra di
2.052 Kton di materiale recuperato, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. I settori
del recupero sono vari, ovviamente il comparto più
importante è quello dell’industria del vetro cavo che
assorbe il 75% dei flussi del riciclato, seguono altri
settori vetrari, il settore ceramico e quello edile (L’Italia del Riciclo 2012). Il più facile approvvigionamento di materiale riciclato, dovuto all’incremento
delle raccolte differenziate, una maggior instabilità
dei mercati della materie prime e soprattutto il risparmio energetico (nell’ordine del 20-30%) conseguente, hanno portato ad un aumento della richiesta dell’industria, pur con gli alti e bassi derivanti dalla crisi economica globale. Ciò ha portato di
contro anche una richiesta più stringente in termini
di caratteristiche qualitative sul materiale da parte
dei comparti industriali. Questo ha reso necessaria
un’implementazione dei cicli impiantistici di recupero. Ciò ha scaturito l’insorgenza, nei processi di
produzione di vetro pronto forno, di un flusso secondario di granulometria inferiore ai 10mm, che viene
il più delle volte volutamente rimosso, in quanto la
tecnologia esistente non garantisce da questo l’eliminazione delle impurità, in particolare delle frazioni refrattarie, in quantità sufficienti da garantire il
rispetto dei parametri richiesti dall’industria vetraria. Implementazioni tecnologiche nel settore delle selezionatrici ottiche hanno permesso di ridurre
la pezzatura di tale flusso, ma non ovviamente di
eliminarlo. La presenza di tale tipologia di flusso è
diventata ancora più evidente a seguito dell’entrata
in vigore del regolamento UE 1179/12, il così detto ‘End of Waste’ (EoW) del Vetro, che stabilisce i
parametri minimi perché il rottame di vetro riciclato
sia re-immettibile nell’industria vetraria e superan14
do così la norma italiana, per tale filiera, rappresentata dal D.M. 05-02-1998 e fissando vincoli precisi
sulla qualità della varie classi granulometriche.
Unitamente a tale aspetto, l’incremento di elementi
estranei, la maggior frammentazione del rottame di
partenza, in particolare nei casi di metodiche “porta
a porta”, ha sia incrementato il fenomeno di cui sopra (L’Italia del Riciclo 2012), sia fatto riscontrare
anche la presenza di impurità ‘leggere’ quali plastiche e altro, di pezzatura ridotta, in tali flussi (Bonetto, 2012). Poiché, da un punto di vista quantitativo,
ormai tali flussi non sono più secondari e i costi di
gestione nemmeno, l’esigenza di cicli a questi dedicati è diventata sempre più pressante.
In particolare, i settori di maggior reimpiego sono
quelli edili, per l’utilizzo in sottofondi o opere in
ingegneria stradale, secondo quanto stabilito dalle
norme vigenti D.M. 05-02-1998, DLgs 152/06 e dalla circolare del Ministero dell’Ambiente n. 5205 del
15-07-2005. Tali legislazioni fissano regole stringenti e si rifanno anche a norme UNI (ad esempio la
UNI EN 13242-2008) per il riutilizzo in tali settori
di questi materiali. Nel campo dei cementi, esiste
una ampia casistica di studio delle possibilità offerte
da materiali derivanti dal ciclo di recupero del rottame di vetro, quali additivi o sostitutivi nei cicli di
produzione delle materie cementizie, in particolare
per verificarne le problematiche connesse all’interazione con l’acqua, alla resistenza agli sforzi e ai
processi di maturazione/invecchiamento (International Conference “Sustainable Waste Management
and Recycling: Glass Waste”, Kingston University,
London (UK) - 2004 - Bignozzi et alii - 2004). Il
reimpiego nel settore edile ha avuto un sensibile aumento dal 2008 in poi, in calo nel biennio 2011-12
per il ristagno economico del settore.
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Si hanno poi esperienze di micronizzazione degli
stessi a pezzature di 900 micron per il settore degli
abrasivi oppure di reimpiego nel campo degli asfalti e cementi per la produzione di manufatti e manti
stradali riflettenti, o nel campo dei calcestruzzi per
la produzione di miscele fonoassorbenti e anche, in
particolare nel Nord Europa, nel campo degli isolanti termici con la produzione di “schiuma di vetro” (L’Italia del Riciclo 2012).
Il processo di produzione di vetro pronto forno
(VPF) effettuato presso gli impianti di recupero rottame di vetro di ERV produce, come già detto, un
flusso parallelo di materiale costituito da rottame
di vetro fine (<10mm), e da inerti, refrattari, vetro
scuro, vetro in generale, materiale plastico, derivante dai processi di vagliatura granulometrica e selezione ottica detto Inerte KPS (Keramish, Porzelain,
Steine dal tedesco Ceramica, Porcellana, Lapidei).
Il presente articolo raccoglie l’esperienza maturata in Eco-Ricicli Veritas srl, azienda operante nel
settore raccolte differenziate - recupero materiali,
nell’ambito della gestione di questi flussi secondari
derivanti dalla produzione di VPF (che ERV svolge
tramite proprio impianto) ai fini di una ottimizzazione dei processi di recupero materia e implementazione delle performance di recupero materia dalle
raccolte differenziate.
Si riscontra, quindi, una certa eterogeneità granulometrica e merceologica, che rendono difficilmente trattabile il materiale tal quale in un ciclo
di recupero. Perciò si è progettato e realizzato un
adeguato processo di selezione/raffinazione/omogeneizzazione al fine di produrre dei flussi di materiale omogeneo e con caratteristiche costanti, permettendo così un’ottimizzazione vera nei cicli di
recupero.
Figura 1. Inerte KPS
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Ovviamente, essendo tale processo un trattamento
squisitamente fisico, è necessaria un attento controllo delle caratteristiche chimiche dei flussi in input e
soprattutto in output (test di cessione ai sensi dell’allegato n. 3, DM 05-02-1998 e s.m.i. - in particolare
il DM 186/2006) per garantire che il materiale cessi
di essere considerato nell’ambito della normativa
sui rifiuti.
Nel presente studio si presentano i test condotti
sui lotti conformi ai fini di valutarne le caratteristiche geomeccaniche e i possibili reimpieghi in
tali ambiti.
Descrizione del ciclo impiantistico
Il processo, che si caratterizza per essere completamente a secco, diversamente dalla stragrande maggioranza dei processi di trattamento di materiali
inerti e similari, per sommi capi, dopo varie modifiche e sperimentazioni, prevede che i materiali, divisi
per partite omogenee, stoccati e caratterizzati separatamente (Figura 1), siano caricati nell’impianto
ERV, dopo aver subito un processo di rimozione di
eventuali frazioni metalliche ferro-magnetiche, successivamente sono sottoposti a vagliatura granulometrica: da qui da una parte del materiale compreso
in un intervallo granulometrico definito, è avviato
entro un comparto di selezione ottica, ove avviene
il recupero di rottame di vetro cavo; questo è un rottame di vetro nuovamente gestibile entro i flussi di
produzione VPF (Figura 2).
Il restante materiale scartato dal comparto ottico,
unito alle frazioni granulometriche, entra in un
comparto di macinazione, qui, l’eventuale materiale
organico che si trovasse presente (plastiche, carta,
stracci, legno ecc.) essendo più duttile della componente inerte, rimane sostanzialmente di pezzatura
grossolana, mentre la restante parte, costituita da refrattari, laterizi, materiale lapideo e vetro, essendo
fragile, si sbriciola sino alla granulometria desiderata; tale mix di materiale viene inviato ad un’ulteriore
unità di separazione granulometrica. Qui si separano due granulometrie: la maggiore è quella costituita da materiale misto, organico plastico, identificato
come rifiuto e avviato a cicli di recupero energetico;
l’altra è di pezzatura inferiore rispetto al macinato
16
Figura 2. Rottame di vetro cavo recuperato
misto oggetto del presente studio. Tale materiale è
stato denominato MACINATO di KPS-GLASS (Figura 3).
Metodi e materiali
Il materiale immesso in lavorazione è identificato
con CER 19 12 09, prodotto da processi di selezione
ottica nel ciclo di recupero del vetro cavo, denominato “Inerte KPS (KPS= Keramish, Porzelain, Steine)”, così come già descritto. Si è eseguita una serie
di marce controllate nella linea impiantistica, dopo
un lungo periodo di prove di precontrollo al fine di
valutare le caratteristiche del materiale originato dal
processo.
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UNI 10802:2004, sottoposte ad analisi composizionale secondo metodo certificato, caratterizzazione
ai sensi ai sensi del DM 186/2006;
• 2 campionature di MACINATO di KPS-GLASS
ai fini della verifica delle caratteristiche di cui alla
norma UNI EN 13242-2008;
Figura 3. Macinato di KPS-GLASS
In queste marce si sono eseguiti:
• 6 campionature, su altrettanti lotti (caratterizzati
ai sensi del D.M. 186/2006) secondo metodo PO059
- UNI 10802:2004, sull’inerte KPS immesso nella
linea; i campioni così formati sono stati sottoposti ad
analisi composizionale secondo metodo certificato;
• 3 campioni su rottame di vetro estratto, campionato da laboratorio incaricato con metodo MA1195
rev. 3 (di laboratorio), su cui si è eseguita analisi
merceologica;
• 6 campionature sul materiale MACINATO di
KPS-GLASS prodotto, sempre con metodo PO059 -
• 1 campione di MACINATO di KPS-GLASS per
caratterizzazione geotecnica, classificazione granulometrica, limiti di Atterberg, contenuto Sostanza
Organica classificazione UNI 10006 e formazione
di miscele di prova con terreni naturali per realizzazione di miscele stabilizzate a calce. In particolare,
previa caratterizzazione geotecnica dei materiali, si
sono composte due miscele:
a) Miscela con 15% di KPS-Glass + 85% terre
no naturale + 3% di CaO;
b) Miscela con 15% di KPS-Glass + 85% terre
no naturale + 2% di CaO + 1% di cemento.
Le miscele sono state sottoposte alle prove seguenti:
- Proctor Modificato, con costruzione curva
di costipamento e determinazione peso di volume
massimo (λdmax) e contenuto d’acqua ottimo (wopt);
- Indice di Portanza Immediato (IPI), su provini post Proctor e con 2 ore di maturazione all’aria,
con contenuto d’acqua pari a wopt e con valori del
3% e 6% superiori a wopt;
- Indice CBR, su provino post Proctor, dopo
7 giorni di maturazione all’aria e 4 giorni di maturazione in acqua di provino costipato con Proctor
Modificato con contenuto d’acqua pari a wopt e con
valori del 3% e 6% superiori a wopt;
- Prova di compressione con espansione laterale libera con 28 giorni di maturazione di provino costipato con Proctor Modificato con contenuto
d’acqua pari a wopt; questa prova è stata eseguita
solo sulla miscela B.
Risultati e discussione dei dati
• In Tabella 1 si riportano i risultati relativi alla
caratterizzazione merceologica dell’Inerte KPS, dai
quali si può evincere l’eterogeneità composizionale
dello stesso, che anche di tipo granulometrica, che
fa sì che il materiale sia definibile come una ghiaia
grossolana sabbiosa con ciottoli. Si osserva anche la
significativa presenza di frazione vetrosa.
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Tabella 1. Esiti analisi merceologiche
su inerte KPS tal quale
n.
campione
Vetro
Refrattari e
Lapidei
Metalli
Altro
(plastiche/
organico)
1
29,43%
68,49%
0,09%
1,99%
2
22,74%
75,79%
0,86%
0,61%
3
18,25%
77,44%
0,01%
4,2%
4
24,01%
71,88%
0,12%
3,99%
5
23,11%
73,23%
0,77%
2,89%
6
19,98%
73,19%
0,03%
6,8%
Tabella 2. Esiti analisi merceologiche
su rottame di vetro estratto
n.
campione
Vetro
Frazione
<10,0mm
Metalli
Altro
(plastiche/
organico)
1
82,50%
6,0%
0,2%
11,30%
2
84,20%
5,1%
0%
10,70%
3
86,80%
3,9%
0%
9,30%
• In Tabella 2 si presentano gli esiti delle analisi
merceologiche sul rottame di vetro, reimmesso nel
ciclo di produzione del VPF recuperato dall’INERTE KPS nel comparto di selezione ottica. Ovviamente il rottame presenta delle impurità, ma risulta
comunque un materiale ampiamente trattabile, con
significative performance di recupero entro i cicli
industriali del VPF, consentendo una significativa
ottimizzazione degli stessi. Il rottame in questione,
classificato secondo i parametri COREVE (Allegato
Tecnico Anci-COREVE 2010-2013), presenta un sostanziale assenza di contaminanti di tipo refrattario.
• La caratterizzazione chimica dei campioni di macinato di KPS-Glass prodotto è risultata conforme
DM 186/2006.
• La Tabella 3 presenta i risultati conseguiti sue
due campioni caratterizzati ai sensi della norma UNI
EN 13242-2008, atta alla classificazione di materiali riciclati utilizzabili in opere di ingegneria civile
legati e non legati; in tabella sono anche elencate
18
le prove previste dalla norma UNI in questione, da
cui si evince la conformità alla stessa del materiale,
ai sensi della circolare del Ministero dell’Ambiente
n. 5205 del 15-07-2005; esso però non è utilizzabile tal quale negli aggregati riciclati (per la % di
elementi vetrosi ancora presenti), ma solo come
additivo/sostituivo in percentuali predefinite negli
stessi, nonostante rispetti a pieno le norme tecniche
previste. Tali evidenze impongono una riflessione
sulle norme tecniche del settore, che ormai iniziano
a risultare vetuste rispetto alle potenzialità tecnologiche oggi disponibili nel trattamento di materiale
da aggregati riciclati.
• Prove su miscele:
- Dalla classificazione geotecnica del campione di MACINATO di KPS-Glass risulta che
esso appartiene alla classe A1-B della norma UNI
1006;2002 con indice di gruppo IG=0. Il campione
è risultato non plastico, a granulometria uniforme,
per il 50% assimilabile a ghiaia fine e 50% a sabbia
medio grossa. Il campione di terreno utilizzato per
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Tabella 3. Caratterizzazione macinato di NPS-GLASS ai sensi nonrma UNI-EN 12242:2008
NORMA di Riferimento
UNI EN 13242:2008
Campo di Applicazione
Aggregati di materiali non legati e legati con leganti idraulici da
utilizzare per opere di ingegneria civile e costruzione di strade
Nome commerciale
MACINATO di KPS-GLASS
n. lotto:
1
2
frazione unica
frazione unica
(d/D)
0/4
0/4
(Categoria)
GF85
GF85
(Mg/m3)
2,45
2,45
Indice di appiattimento
(FI)
NPD
NPD
Indice di forma
(SI)
NPD
NPD
(Categoria)
f7
f3
Qualità di fini
(%)
6,22
2,19%
Equivalente in sabbia
(SE)
80
92
Blu di Metilene
(MB)
NPD
NPD
Percentuale di particelle frantumate
NPD
NPD
Resistenza alla frammentazione
NPD
NPD
Resistenza all'usura
NPD
NPD
Stabilità di volume
NPD
NPD
0,14
0,47
Rc 00
Rc 00
Rcug 70
Rcug 90
Rb 10 -
Rb 10-
Ra 1-
Ra 1-
Rg 85
Rg 90
X9
X 1-
FL 2-
FL 5-
Solfati idrosolubili di aggregati riciclati
SS 0,2
SS 0,2
Solfati solubili in acido
AS 0,2
AS 0,2
S1
S1
humus assente
humus assente
conforme D.M.186/06
conforme D.M. 186/06
Contaminanti leggeri
NPD
NPD
Durabilità al gelo/disgelo
NPD
NPD
Durabilità alla reattività alcali/silice
NPD
NPD
0/4 - GF 85
0/4 - GF 85
Determinazione secondo norma
Granulometria
Massa Volumica
Forma dei granuli
Contenuto di fini
Assorbimento d'acqua
(%WA)
Classificazione aggregati grossi:
Zolfo totale
Componenti che alterano vel. di presa
Rilascio di sostanze pericolose
GRANULOMETRIA
(%S)
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le miscele risulta afferente alla classe A6 della norma UNI 1006;2002, con indice di gruppo Ig=5, ossia un limo argilloso marrone con elementi di ghiaia
e sabbia, con indice di plasticità pari al 13%.
- La Prova di costipamento AASHTO MODIFICATO ha dato un λdmax pari a 19,33KN/m3 e wopt
del 9,8%.
- Prove IPI e CBR sono state eseguite, su
ambo le miscele, con contenuti d’acqua pari al 10%
(wopt), al 13% e 16%; nella fase di maturazione in
acqua si sono verificati i rigonfiamenti dei provini e
confrontati i valori con quelli prescritti nel Capitolato Speciale d’Appalto della Regione Veneto; la Tabella 4 riporta i valori riscontrati. Visto il Capitolato
della Regione Veneto che prevede per i rilevati di
altezza inferiore ai 2,0m CBR>60% e rigonfiamento
<1%, i risultati paiono promettenti anche per contenuti d’acqua elevati.
- Le Prove di compressione ELL sono state
eseguite al fine di valutare l’apporto che un’aggiunta
del 15% (in conformità a quanto previsto dalla circolare ministeriale) di MACINATO di KPS-GLASS
può dare, in termini di miglioramento nella resistenza allo sforzo di compressione, a una miscela di
terreno naturale. La Tabella 5 raccoglie gli esiti del
raffronto: come si può osservare, l’apporto di KPSGLASS migliora sensibilmente le caratteristiche di
resistenza della miscela.
Conclusioni
Ai fini di ottimizzare i cicli di recupero del rottame
di vetro cavo, in particolare per poter trattare anche
il materiale di scarto dei cicli di produzione del vetro pronto forno, ERV ha predisposto processo tecnologico a ciò finalizzato, processo essenzialmente
di tipo meccanico e ottico.
Tabella 4. Rigonfiamenti riscontrati in fase di maturazione
in acqua dei provini di miscela
Miscela
2% calce e
1% cemento
3% di calce
w
IPI
CBR
Rigonfiamento
10%
165%
214%
0,08%
13%
83%
158%
0,05%
16%
14%
40%
0,05%
10%
166%
221%
0,02%
13%
83%
180%
0,02%
20%
48%
0,05%
Tabella 5. Valutazione resistenza alla compressione
20
Miscela
Resistenza alla compressione
Terreno naturale
+ 2% calce e 1% cemento
947,5 KPa
Terreno naturale + 15% Macinato KPSGLASS + 2% calce e 1% cemento
1370,0 KPa
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studi
• Il materiale di partenza è un rifiuto CER 19 12 09
- Minerali e Rocce, definito Inerte KPS, costituito
da una miscela eterogenea sia granulometrica che
composizionalmente con elevata presenza di frazione vetrosa, unita a materiale refrattario-lapideo e
con una percentuale residuale di materiale organico
vario; senza alcun trattamento, il materiale in sé sarebbe destinato a smaltimento in discarica.
• Il processo consente di recuperare una frazione
di rottame vetroso, re-immissibile nei cicli di produzione del VPF; ciò permette di ridurre la matrice
vetrosa del materiale di partenza, aumentando quella lapidea.
• Il processo produce un macinato, denominato
macinato di KPS-GLASS, granulometricamente
assimilabile a una ghiaia fine in matrice sabbiosa
media-grossolana, che risulta conforme a:
- Norma UNI EN 13242-2008 atta alla classificazione di materiali riciclati legati e non legati
utilizzabili in opere di ingegneria civile.
- Utilizzato in miscele con terreno, stabilizzate a calce e cemento secondo il Capitolato Speciale
d’Appalto della Regione Veneto per la realizzazione
di rilevati stradali, genera un sensibile miglioramento nei parametri di resistenza alla compressione e
negli indici CBR e Rigonfiamento, anche con contenuti d’acqua del 3 e 6% superiori a wopt.
• Il prodotto così ottenuto rivela perciò ampie
possibilità di reimpiego, ottimizzando i processi di
recupero del rottame di vetro cavo, anche in cicli
diversi da quello strettamente vetrario, con un evidente risparmio al ricorso di materie prime vergini.
• Risulta, altresì, evidente che tale prodotto offre
svariate possibilità di reimpiego tecnico, attualmente non previste dalla normativa vigente; questo perché buona parte della stessa è stata promulgata oltre
10 anni fa, ed è ovvio che in questo lasso di tempo le
tecnologie per il recupero dei materiali siano notevolmente migliorate, così come le pratiche ingegneristiche, e ciò pone la necessità di una loro profonda
revisione.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Ringraziamenti
Si ringrazia: il CDA di Eco-Ricicli Veritas srl per
aver acconsentito alla divulgazione di questo studio;
Geodata sas per il fondamentale supporto nell’esecuzione e elaborazione delle prove geotecniche; Lecher Ricerche&Analisi srl per il prezioso supporto
nelle fasi di caratterizzazione chimica e merceologica; l’Ing. Paolo Tonini per il supporto in fase di
campionamento; l’Ing. Loris DUS per il supporto
tecnico; i dottori Nicola Favaro e Gabriele Falcone,
della Stazione Sperimentale del Vetro, per la disponibilità e il supporto documentale.
Bibliografia
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raccolte di multimateriale pesante”, RS Rifiuti Solidi vol. XXVI n. 3 maggio-giugno 2012
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Recycling: Glass Waste”, Kingston University, London (UK), 14-15 September 2004) [atti di convegno-relazione]
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Waste”, Kingston University, London (UK), 14-15
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Management and Recycling: Glass Waste”, Kingston University, London (UK), 14-15 September
2004) [atti di convegno-relazione]
• I. Girbes, MJ. Lopez-Tendero, C. Suesta, I. Belena, “Recycled Glass Cullet as partial Portland cement replacement” in: Sustainable Waste Management and Recycling: Glass Waste, London, Thomas
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conference “Sustainable Waste Management and
Recycling: Glass Waste”, Kingston University, London (UK), 14-15 September 2004) [atti di convegno-relazione]
• Osservatorio Regionale Veneto Appalti “Capitolato Speciale d’Appalto della Regione Veneto”,
2005.
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Autori
Alessio Bonetto
Eco-Ricicli Veritas srl
via della Geologia, 30176 Malcontenta - Venezia
Piero Daminato
Geodata sas
viale Benelux 1/c, 35020 Ponte san Nicolò (Pd)
manifestazioni
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Glass Furnaces & Environment
XXVIII Convegno A.T.I.V.
Parma, 15 novembre 2013
Si intitola “Glass Furnaces & Environment” il
XXVIII Convegno A.T.I.V. svoltosi lo scorso
15 novembre presso il Centro Congressi Santa
Elisabetta, organizzato dall’Associazione Tecnici Italiani del Vetro in collaborazione con il
Dipartimento di Chimica dell’Università degli
Studi di Parma.
GLASS FURNACES
&
ENVˇRONMENT
Centro Congressi
Santa Elisabetta
Campus Universitario
Parma, 15 Novembre 2013
[email protected]
www.ativ-online.it
L’iniziativa s’inseriva nel quadro delle attività
istituzionali dell’Associazione che promuove
la formazione, la specializzazione e l’aggiornamento tecnico scientifico dei tecnici vetrai. Circa
90 congressisti, provenienti da 10 diverse nazioni, hanno partecipato con interesse all’evento.
Il Congresso dell’A.T.I.V. è stato caratterizzato
dalla significativa presenza di autorevoli esponenti dell’industria vetraria e delle principali
Aziende e delle Università che operano direttamente o indirettamente con essa. Il successo di
questa edizione non è dovuto solo al numero di
iscritti ma, soprattutto, al livello degli argomenti
trattati, tutti centrati sulle problematiche attuali
del settore e, in particolare, sui problemi primari
del controllo e della riduzione del consumo specifico di energia e dell’impatto ambientale.
In apertura, la dottoressa Scalet del Ministero
Italiano dello Sviluppo Economico, esperta di
problematiche ambientali ed energetiche, curatrice della seconda edizione del GLS BREF 2012 riferimento essenziale che definisce i limiti massimi di emissione delle sostanze inquinanti e suggerisce le migliori tecnologie oggi disponibili per
ridurli - ha presentato un interessante confronto
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manifestazioni
fra le proposte e le conclusioni
del GLS BREF 2012 e quelle
pubblicate nel GLS BREF del
2001. Ha chiarito che le nuove
tecnologie, sia per le misure primarie che per quelle secondarie,
potranno consentire in futuro di
ridurre i limiti delle varie emissioni e contenere così in modo
veramente significativo l’impatto ambientale dell’industria vetraria.
La relazione del dottor Battaglia
della Stazione Sperimentale del
Vetro ha spiegato in modo esauriente i criteri che devono essere
adottati per controllare, in continuo, le concentrazioni dei vari
inquinanti nei fumi emessi dalle
ciminiere dei forni per vetro. La
relazione ha chiarito l’importanza di tenere sotto controllo
continuo le emissioni di Polveri,
NOx, SOx ecc. e ha definito le
modalità e le specifiche relative
al posizionamento della sonda
per il prelievo dei fumi e i criteri da seguire per ottenere misure affidabili e corrette. Non
c’è dubbio che il tenere sotto
controllo continuo la qualità dei
fumi emessi a valle delle misure
secondarie consentirà di valutare l’influenza delle condizioni
di esercizio dei forni e quindi di
migliorare ulteriormente il livello qualitativo e quantitativo delle
emissioni.
L’ing. Alexander Sorg ha aggiornato l’uditorio sui risultati
ottenuti con l’applicazione della
soluzione più recente del suo sistema di preriscaldamento della
miscela e del rottame. L’esito di
studi recenti (2011) sullo scambio termico fumi/miscela ottenuto in laboratorio è stato confermato in prove di preriscaldamento su impianto pilota, e più
recentemente è stato realizzato
con soddisfazione su scala industriale. La formazione di polvere
nella camera di combustione del
forno è stata evitata utilizzando
le nuove macchine informatrici a
coclea, mentre il controllo dello
spolverio - che, com’è noto, creerebbe un flusso di sostanze leggere e chimicamente attive verso
i sistemi primari di ricupero del
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
calore dai fumi - è stato realizzato modificando la geometria
della zona di carico della miscela nel forno. Ciò ha consentito di
vetrificare i materiali fini presenti sulla superficie delle isole in
spostamento e pertanto di ridurre sostanzialmente lo spolverio.
Questo nuovo sistema consente
quindi di ridurre il consumo specifico di energia del 15-16% e
di raggiungere, attualmente, una
temperatura della miscela preriscaldata dell’ordine di 300°C.
L’ing. Heidrich della RHI
GLASS GmBH ha presentato un’interessante rassegna dei
materiali refrattari da impiegare nelle varie zone del forno,
esaminandone pregi e difetti e
proponendo soluzioni migliorative rispetto a quelle che, nella
maggior parte dei casi, vengono
attualmente realizzate. La Silice
(Cristobalite) per la costruzione
delle volte dei forni, che resiste
a 1600°C è però soggetta all’attacco chimico generato dall’ossido di Sodio, presente nei fumi
allo stato vapore che condensa,
Bianca Maria Scalet, Environmental Expert at Italian Ministry of Economic Development,
Angelo Montenero, University of Parma
24
manifestazioni
sotto forma di idrossido di Sodio
(NaOH). Questa reazione è tanto più intensa quanto maggiore è
la pressione parziale degli alcali
nell’atmosfera della camera di
combustione del forno e quanto
più elevato è il tenore di CaO
nella Silice impiegata. Nel primo
periodo di produzione, la reazione chimica sottrae il CaO dalla
SiO2 e ciò permette di ridurre
la penetrazione di alcali nello
spessore dei mattoni, rendendoli
conseguentemente capaci di sopportare più elevate temperature e
di consentire quindi prestazioni
superiori in termini di cavato e
di consumo energetico.
Com’è noto, per la costruzione
delle sovrastrutture della camera
di combustione del forno viene
impiegato un materiale elettrofuso (AZS) che contiene il 32%
di biossido di zirconio (ZrO2).
Gli addetti alla progettazione e
alla conduzioni dei forni sanno
che l’elettrofuso contiene quantità significative di fase vetrosa
che, ad alte temperature e specialmente all’inizio della campagna - quando, per la prima volta,
viene raggiunta la temperatura di
regime - viene espulsa per effetto di un fenomeno chiamato essudorazione. Nel corso di questa
inevitabile fase vengano messi
in gioco cristalli di ZrO2 che finiscono nel vetro generando difetti critici nei manufatti. Il problema viene ovviamente esaltato
dall’aumento della temperatura
e dallo stato di ossidazione del
refrattario. Ne deriva infatti che
l’elettrofuso ridotto, che ha un
costo di produzione inferiore,
mostra una maggiore tendenza
al rilascio della fase vetrosa. Un
materiale alternativo all’AZS da
utilizzare nelle sovrastrutture del
forno è un AZS legato con mullite zirconio, che non contiene
fase vetrosa e non è quindi soggetto al fenomeno del rilascio.
Le prime applicazioni industriali
sono state molto soddisfacenti,
in quanto non hanno evidenziato
corrosioni significative dopo due
anni di esercizio.
La relazione del dottor Sebastian Bourdonnais della Saint
Gobain SEPR riguardava un interessante esame dell’evoluzione
della geometria degli impilaggi
cruciformi, mirata a migliorare
l’efficienza del ricupero del calore contenuto nei fumi nelle camere di rigenerazione. La definizione di un modello matematico
capace di tenere conto di tutti
parametri che influenzano l’efficienza dello scambio termico dei
diversi tipi di cruciformi ha permesso di quantificare i vantaggi
derivanti dall’implicazione del
tipo 8. La successiva validazione
del modello effettuata su un forno industriale ha confermato che
l’efficienza energetica del più
recente tipo di cruciformi (tipo
8) è sensibilmente più elevata di
quella del tipo standard (74,8%
contro 69%).
L’ing. Alessandro Monteforte
dell’Area Impianti SpA ha riproposto il ricupero dell’energia
termica presente nei fumi trasformandola in energia elettrica.
Egli infatti ritiene ancora valida
questa tecnologia, sia perché
consente di fruire degli incentivi
governativi e sia perché reputa,
a ragione, che il prezzo dell’energia elettrica tenderà ad aumentare in futuro. Spiega inoltre
che l’efficienza di sistemi molto
collaudati, come i cicli Ranki-
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
ne, non possa oggi prescindere
da un adeguato impianto di depurazione dei fumi che riduca a
livelli accettabili le polveri inerti
e le sostanze acide presenti nei
fumi che trasportano il calore
residuo della combustione. Egli
non sottovaluta il fatto che le
variazioni, anche modeste - che
si verificano normalmente - della temperatura dei fumi uscenti
dai sistemi primari di preriscaldamento dell’aria di combustione dei forni per vetro, riducano
in modo significativo l’energia
elettrica netta prodotta e ritiene
perciò che l’opzione ORC - che
trasferisce il calore per mezzo
di un olio termico che assorbe
le suddette variazioni di temperatura dei fumi - dia maggiori
garanzie rispetto allo scambio
termico diretto. La relazione
sviluppa poi varie soluzioni per
affrontare il problema e chiude
affermando che è possibile un
recupero energetico dell’ordine
del 20-22%.
La relazione tenuta da Andries
Habraken della Celsian Glass
& Solar B.V. Eindoven (Paesi
Bassi) ha trattato i risultati di
uno studio sul bilancio termico
dei forni, condotto in collaborazione con la dottoressa Miriam
del Hoyo Arroyo, Universitad
de Castilla-La Mancha Ciudad
Real, Spagna. Il relatore ha illustrato le caratteristiche del
modello matematico flessibile
che definisce velocemente il bilancio energetico del forno per
la produzione del vetro (EBM) e
ha spiegato i vantaggi del nuovo modello rispetto al precedente (CFD) che richiedeva lunghi
tempi di simulazione, non consentendo di prendere in esame il
25
1-2014
1-2014
manifestazioni
bilancio completo (riferito cioè
all’insieme di tutti i moduli del
sistema) e doveva perciò essere
applicato ai vari moduli, presi separatamente l’uno dall’altro. Ogni bilancio veniva poi
assemblato con gli altri con le
difficoltà connesse all’interpretazione dei molti transitori e con
il dover tenere in conto i diversi
meccanismi di scambio termico coinvolti nei diversi moduli
dell’impianto (preriscaldamento
dell’aria di combustione, della
miscela in alimentazione ecc.).
Utilizzando invece un modello
macroscopico, è stato possibile
ottenere uno strumento per definire i bilanci termici globali
dei forni industriali per qualsiasi
tipo di vetro (EBM) che valuta
i nuovi equilibri di scambio termico causati dai vari sistemi che,
oggi, vengono applicati (camere
di rigenerazione e/o recuperatori
metallici. preriscaldamento della
miscela ecc.). Questa soluzione,
quindi, considera nell’insieme
i vari sistemi che vengono oggi
adottati per migliorare l’efficienza energetica, tiene conto delle
variazioni dei meccanismi di
scambio termico, riduce a livelli
molto bassi gli errori e, soprattutto, definisce valutazioni complete ed esatte con tempi di risoluzione dell’ordine di grandezza
di un minuto. Il modello utilizza
un ricco “data base” che contiene modelli per il calcolo delle
composizioni delle miscele e del
calore di razione per i diversi tipi
di vetro, delle caratteristiche chimico fisiche dei vetri, oltre alle
proprietà dei vari materiali refrattari ed isolanti utilizzabili per
la costruzione del forni. Il nuovo
modello (EBM) è stato validato
in diverse applicazioni industria26
li e consente oggi di valutare
correttamente tutte le perdite di
energia dovute alle cause più diverse (eccessi o difetti di aria di
combustione, umidità della miscela, infiltrazioni di aria fredda
parassita, perdite di fumi caldi
ecc.). La relazione presenta infine una serie di esempi che dimostrano come il nuovo modello
può determinare l’effetto sull’efficienza energetica del sistema al
variare dei suddetti parametri.
L’ing. Simone Tiozzo della Stazione Sperimentale del Vetro ha
presentato il modello matematico per la definizione dei bilanci
termici dei forni adottato dalla
Stazione Sperimentale del Vetro,
che viene continuamente aggiornato dagli esperti dell’Istituto.
Il bilancio tiene conto della geometria del forno, dei materiali refrattari ed isolanti impiegati, della presenza o meno di boosting
elettrico e della sua ubicazione,
del tipo di combustibile e del suo
potere calorifico, della composizione della miscela vetrificabile
in uso e della percentuale di rottame rispetto al vetro cavato dal
forno, delle proprietà fisiche del
vetro ottenuto ecc. Altri importanti parametri vengono poi rilevati direttamente in situ, quali le
quantità di aria fredda infiltrata e
le perdite di fumi caldi, l’analisi
chimica dei gas che lasciano la
camera di combustione del forno
e di quelli che, a valle del sistema di preriscaldamento dell’aria
di combustione e della miscela
e rottame, vengono scaricati in
atmosfera ecc. Successivamente,
tutte queste informazioni vengono elaborate, impiegando appropriati modelli fisici, chimici
e fluodinamici, per ottenere il
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
bilancio termico dettagliato che
quantifica tutte le principali perdite energetiche e le cause che
le hanno originate. Questo strumento è molto importante sia
nella fase di progettazione del
forno e della scelta dei materiali
refrattari ed isolanti, sia nei vari
momenti della vita del sistema
per valutare le perdite di energia
termica e i criteri da seguire per
minimizzarli.
La Glass Service Inc. della Repubblica Ceca è molto nota in
tutto il mondo perché, per prima, ha proposto l’uso dei modelli matematici per simulare
l’andamento dell’elaborazione
del vetro nei forni esistenti e per
indicare alla vetreria le variazioni delle modalità operative
necessarie per migliorarlo. Essa,
più recentemente, ne ha sviluppati di nuovi, capaci di ottimizzare la geometria e i dettagli costruttivi ed operativi di un nuovo
forno per prevederne le prestazioni (cavato specifico, qualità
del vetro, bilancio energetico
ecc), particolarmente utili nel
caso della ricostruzioni dei forni
a fine campagna. Attualmente,
dopo aver considerato che l’aumento del prezzo dell’energia
termica da combustibili fossili e i problemi diretti e indiretti
generati dai fumi ricchi in CO2
e contenenti sostanze sempre
meno tollerate nelle emissioni
giustificano la tendenza crescente, in tutto il mondo, a valutare
la possibilità di ricorrere parzialmente o totalmente all’impiego
dell’energia elettrica, ha studiato
modelli matematici al fine di inserire l’energia elettrica in forni
di alta potenzialità (vetro cavo e
piano) e non solo.
manifestazioni
Secondo l’ing. Erik Muijsemberg, i clienti di tutto il mondo
si domandano già dove sia più
opportuno introdurre l’energia
elettrica, se abbia senso o no
utilizzare elettrodi di molibdeno
di alta qualità, se sia meglio immettere l’energia elettrica dalle
pareti laterali del bacino oppure nella suola in prossimità del
punto caldo e, in ultima analisi, se sia meglio fornire energia
elettrica nella zona di fusione o
in quella di affinaggio. Egli ha
presentato una serie di schemi e
di filmati virtuali elaborati con
un modello matematico, basato
sui principi fisici e della fluodinamica, che innescano i movimenti della massa in elaborazione in modo diverso secondo
come e dove viene alimentata la
corrente elettrica. In pratica, la
documentazione presentata ha
dimostrato con chiarezza che la
posizione degli elettrodi (in parete o nella suola) e la connessione degli elettrodi influenzano
in modo significativo le correnti
convettive e le temperature della
suola del forno.
L’ing. Facca, direttore tecnico
del Gruppo Sangalli, ha presentato i risultati, molto interessanti, ottenuti in una serie di ricuperi energetici e nella gestione razionale dell’energia ricuperata.
Il Gruppo Sangalli è infatti un
esempio che dovrà essere seguito dall’industria vetraria e non
solo, al fine di ottimizzare l’efficienza energetica di una complessa struttura produttiva, per
mezzo di parecchie iniziative diverse fra loro, ognuna delle quali contribuisce per la sua parte,
e che, nel loro insieme, determinano un grande ed encomiabile
risultato sia ambientale sia economico. Il ricupero dell’energia
termica ed elettrica con impianti
ad elevato rendimento, l’impiego di forni ad elevata efficienza, il ricorso alla modellistica
matematica per valutare le varie
possibilità di ricupero, la produzione di energia da fonti rinnovabili (solare ed eolico) sono attentamente seguite nel tempo e,
quando necessario, aggiornate.
Il Gruppo ha istituito una Società di Ingegneria (Sangalli
Technologies ESCO) totalmente
dedicata all’analisi, allo studio e
alla realizzazione degli interventi previsti dal programma, che è
attiva anche per risolvere le problematiche di altre Aziende del
settore e non solo.
Il Gruppo Sangalli fin dal 2007
gestisce impianti ad elevata
intensità energetica e ha dato
all’efficienza un’importanza rilevante, impegnando un gruppo
di tecnici nella definizione delle riduzione possibili per mezzo dell’impiego intelligente di
tutte le nuove tecnologie emergenti nel mercato. Va detto che
l’attività condotta negli ultimi
due o tre anni ha avuto successo in termini sia di riduzione dei
consumi di energia, sia di tempi
di rientro dei capitali immobilizzati.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Il dottor Mola della Stara ha
presentato un interessante aggiornamento del forno ibrido
(Centauro) che, com’è noto, è
basato sul principio di effettuare in due fasi il trasferimento del
calore dai fumi uscenti dalla camera di combustione del forno
all’aria di combustione. La prima avviene in camere di rigenerazione dimensionate in maniera
da abbassare la temperatura dei
fumi dal 1400 a 950°C, mentre
la seconda completa il ricupero
del calore mediante scambiatori
indiretti continui metallici e/o
ceramici.
I vantaggi di questa soluzione,
già collaudata più volte su scala
industriale, sono dovuti al fatto
che entrambi i sistemi operano a
temperature ottimali e consentono perciò recuperi termici maggiori rispetto a quelli possibili
utilizzando uno solo dei due impianti e al minore investimento,
perché le camere di rigenerazione necessarie impiegano la metà
circa del materiale refrattario necessario per realizzare un forno
standard a camere posteriori di
pari capacità produttiva.
Va detto che il forno ibrido Centauro si presta, a differenza dei
forni standard a camere posteriori, per applicare la tecnologia
di abbattimento degli NOx in as27
1-2014
1-2014
manifestazioni
senza di catalizzatore (SNCR),
in quanto la temperatura dei
fumi a monte dello scambiatore
metallico (900-1000°C) è ideale
per sfruttare la reazione di ossidazione degli NOx con l’Ammoniaca (NH3) con formazione
di H2O ed N2.
Va chiarito che nei forni standard
la temperatura che consente di
condurre la suddetta reazione in
assenza del catalizzatore si ha a
metà dell’impilaggio e ciò impone di effettuare la stessa reazione
a temperatura molto più bassa in
presenza di costosi catalizzatori.
I primi esperimenti effettuati,
nelle condizioni sopra indicate,
hanno dato risultati molto incoraggianti con livelli di abbattimento degli NOx dell’ordine del
70-80% con perdite di ammonica molto limitate.
Un secondo studio, altrettanto
interessante, mirato anch’esso
ad abbattere il tenore di NOx nei
fumi, applicabile anche ai forni a camere posteriori standard,
consiste nel riciclare una parte
dei fumi al forno come diluente
dell’aria di combustione.
La diluizione dell’O2 del comburente al di sotto del 21% provoca, da un canto, un allungamento della fiamma e ne abbassa la
temperatura stabilizzandone il
livello e sfavorendo così la formazione degli Nox; dall’altro,
28
incrementa ovviamente il tenore
in CO2 e in H2O dei fumi, migliorando così lo scambio termico tra fumi e l’impilaggio.
L’ultimo intervento è stato tenuto dall’ing. Grègoire Quéré della Società Eurotherm Invensys
sul controllo dell’alimentazione
di sistemi boosting tramite unità intelligenti a tristori per risparmiare sui costi energetici.
Nella sua presentazione spiega
i diversi metodi di controllo alimentazione con semi-conduttori
(tiristori) e ha dato ulteriori informazioni su come i possibili
effetti collaterali negativi, come
potenza reattiva, picco di domanda di potenza e distorsione
armonica possono essere risolti
attraverso intelligenti metodi di
controllo.
In questa circostanza, A.T.I.V.
ha richiamato l’attenzione di
tecnici del vetro e dei materiali
per il vetro di molti Paesi d’Europa e d’oltre Oceano che hanno
trattato temi fondamentali come
il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale
sempre più essenziali, in particolare, per l’industria del vetro.
Questa conferenza ha inoltre
dimostrato che esiste spazio di
miglioramento sia ottimizzando
le vecchie tecnologie con l’aiuto
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
di nuovi e più razionali strumenti di analisi, sia affrontando le
varie possibilità con sistematica
attenzione e razionali priorità,
sia abbandonando i vecchi schemi e attuando sostanziali modifiche che offrono senza dubbio
maggiori opportunità di miglioramento.
Il prossimo Convegno A.T.I.V.
si terrà in concomitanza con il
12° Convegno dell’European
Society of Glass, che si svolgerà
a Parma dal 21 al 24 settembre
2014 (www.esg2014.it).
Piero Ercole
Consulente e Past President
A.T.I.V.
[email protected]
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 1-2014
Together with:
- XXIX A.T.I.V. Conference
- GlassTrend Seminar
- ICG Annual Meeting
- ESG Annual Meeting
- ICG Technical Committees
Parma (Italy)
21-24 September 2014
Organized by
29
1-2014
dal mondo del vetro
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Il vetro Pilkington
per una nuova
realizzazione
commerciale
Un moderno edificio
in Classe A nell’area
metropolitana di Venezia
I progettisti dello Studio Associato Archidea, arch. Aurelio
Zennaro e arch. Lilia Scattolin,
hanno realizzato per conto di
Progetto Immobiliare un moderno edificio in Classe A nell’Area
Metropolitana di Venezia, ottenuto soprattutto grazie ad un utilizzo intelligente delle potenzialità del vetro, sapendo scegliere
in ogni parte della costruzione
la soluzione migliore. L’edificio,
che si trova al numero 2 di via
Rossignago, a Spinea, è destinato ad accogliere nel proprio
interno ambulatori medici e locali commerciali estremamente
funzionali.
Spicca decisamente uno stile architettonico moderno, privo di
murature esterne, sostenuto da
sottili strutture d’acciaio e ampie superfici vetrate, in grado di
offrire un ottimo livello di luminosità interno.
30
Il rigore formale e la razionalizzazione degli spazi descrivono
questo edificio monolitico nel
quale ogni componente è dimensionato e definito nelle sue specifiche prestazionali.
Per l’ottenimento della classe
energetica A, sono state utilizzate vetrocamere composte
con vetri ad elevatissime prestazioni di efficienza energetica. Infatti, nei piani alti le triple
vetrocamere raggiungono valori di trasmittanza termica Ug di
0,6 W/m2K, un fattore solare del
31% e una trasmissione luminosa
del 55%, e l’abbattimento acustico stimato è di 40 dB (-1; -5).
Una attenzione progettuale all’estetica ha fatto preferire l’assenza di tende o protezioni solari
attraverso filtri; anche in questo
caso, la scelta dei vetri ha reso
possibile raggiungere tale scopo.
dal mondo del vetro
Sono stati installati, nei piani superiori
- Pilkington Suncool™ 66/33
Pro T 8 mm;
- Pilkington Optifloat™ 5 mm
temperato;
- Pilkington Optilam™ Therm
S5 8,8 mm.
Nelle vetrine a piano terra invece
- Pilkington Suncool Optilam™
66/33 12,8 mm;
- Pilkington Optilam™ 12,8 mm.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 1-2014
Fonte:
www.edilportale.com
Per ulteriori informazioni:
www.icaris.cz/conf/borate-phosphate-2014
Pilkington Suncool™ Pro T
è una gamma di vetri selettivi
magnetronici temperabili per il
controllo solare. Rappresentano
un grosso vantaggio anche per le
vetrerie, che potranno temprarli
direttamente, dopo deposito del
rivestimento, riducendo pertanto
i tempi di approvvigionamento.
La tempra è necessaria alla maturazione del coating e assicura
le prestazioni e l’aspetto delle
corrispondenti versioni di prodotto non temprabili.
La scelta dei prodotti utilizzati
in questo edificio permetterà di
ridurre le spese di gestione:
- di riscaldamento in inverno,
poiché i vetri basso emissivi installati limitano la dispersione
termica attraverso le vetrate;
- di raffrescamento in estate; il
controllo solare di questi vetri limita al 31% l’ingresso di radiazione energetica del sole;
- di illuminazione artificiale.
L’isolamento acustico completa
il quadro dell’efficienza dell’edificio in grado di offrire il massimo del comfort durante tutto
l’arco dell’anno.
31
1-2014
dal mondo del vetro
A Bolzano
il Centro Culturale
Rosenbach
di Roland Baldi
Calcestruzzo,
vetro e acciaio per
smaterializzare i volumi
Il Centro Culturale Rosenbach,
progettato da Roland Baldi, è
situato sull’area dell’ex caserma
Mignone a Oltrisarco, Bolzano.
Il progetto è frutto di un concorso bandito dall’Amministrazione provinciale per esaminare
la realizzazione del cosiddetto
centro di quartiere con diverse
funzioni pubbliche.
Il centro culturale polifunzionale
delimita il lato nord della piazza
e comprende una grande sala polifunzionale, sale per le associazioni e la biblioteca di quartiere.
La sala polifunzionale al piano
terra è direttamente accessibile
dalla piazza e per questo risulta
particolarmente indicata per manifestazioni, in occasione delle
quali piazza e sala possono essere utilizzate contemporaneamente. Si accede al piano terra attraverso un foyer a doppia altezza,
dal quale si percepisce il volume
della grande sala polifunzionale.
La relazione con l’esterno è ottenuta mediante un'ampia apertura
orizzontale utilizzata come uscita di sicurezza.
Il centro culturale è costituito
da un volume di vetro sul qua-
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
le s’innesta un corpo opaco.
L’involucro vetrato garantisce
permeabilità e trasparenza, sottolineando il volume prismatico
delle sale per associazioni e della biblioteca e conferendo carattere pubblico all'edificio.
I materiali impegnati sono il calcestruzzo, il vetro e l’acciaio. La
sala polifunzionale curvilinea,
che s’innesta sul volume vetrato
del centro, è interamente realizzata con una struttura portante
in acciaio, internamente rivestita con un intonaco speciale con
specifiche qualità acustiche, e in
copertura riporta un rivestimento in lamiera di rame zincato a
caldo che, grazie alle sue caratteristiche tecniche, rende possibile seguire le geometrie curve
della sala.
Il progetto architettonico è improntato a un linguaggio ridotto nella scelta dei materiali, in
modo da favorire il buon inserimento nel contesto e manifestare
al contempo la propria espressione contemporanea. L’architettura riprende materiali e forme presenti sul territorio urbano,
trascrivendoli in un linguaggio
forte e rappresentativo di grande
riconoscibilità. La volumetria
dematerializzata dell’edificio
permette una reciproca compenetrazione di spazio interno ed
esterno ed esprime il carattere
pubblico dell’edificio, permettendo la comunicazione tra gli
spazi interni del centro culturale
e l’antistante piazza di quartiere.
Fonte:
www.edilportale.it
32
dal mondo del vetro
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 1-2014
I vetri AGC Glass
Europe protagonisti di
Ghelamco Arena
Proclamato
Stadio dell’anno 2013
I vetri AGC Glass Europe sono
i protagonisti di Ghelamco Arena di Ghent in Belgio, che è stato proclamato Stadio dell’anno
2013.
La IV edizione della competizione, organizzata da StadiumDB.
com e Stadiony.net, per eleggere
il miglior “stadio dell’anno” a
livello architettonico, ha avuto
luogo dal 20 gennaio al 23 febbraio 2014. La costruzione è stata realizzata con diverse linee di
vetri AGC, tra le quali Stopray
Ultra-50 on Clearvision, scelta
per la facciata esterna.
Stopray Ultra-50 on Clearvision è il rivoluzionario vetro con
rivestimento magnetronico ad
alte prestazioni, con un innovativo triplo strato d’argento che
permette di massimizzare la trasmissione luminosa e di ridurre
al minimo il fattore solare. Per
garantire una maggiore trasparenza e ridurre il rischio di shock
termico, viene sempre realizzato
su Planibel Clearvision, il vetro
extra-chiaro di AGC.
Gli edifici, per essere candidabi-
li, devono rispondere ad alcuni
requisiti, quali: essere stati costruiti o ristrutturati negli ultimi 12 mesi, già completamente
aperti al pubblico e devono essere in grado di ospitare 10.000
spettatori seduti.
Hanno votato complessivamente 27.851 persone per scegliere i cinque stadi preferiti. Ogni
persona aveva a disposizione 15
punti da dividere tra le cinque
preferenze. Ghelamco Arena
si è aggiudicato il 1° posto con
51.024 punti.
Il 2° posto è stato assegnato
allo stadio svedese Tele2 Arena
di Stoccolma, per il quale sono
stati scelti i vetri di AGC Glass
Europe.
Questa prestigiosa reference
conferma la forte vocazione
dell’Azienda e della sua produzione a rispondere alle esigenze
di architetti e progettisti per progetti e grandi forniture in tutto il
mondo.
Fonte:
www.edilportale.com
33
1-2014
dal mondo del vetro
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
La tecnologia
Warm Edge Fenzi
a China Glass 2014
A un anno dall’ultima edizione, il Gruppo Fenzi si presenta
a China Glass 2014 con risultati molto positivi soprattutto
grazie a Duralux, Tempver e
alla linea di prodotti dedicata
al vetro isolante composta da
Chromatech Ultra, Thiover e
Butylver; tutti prodotti top per
il mercato asiatico. Per questi
successi, Fenzi China Paints
and Sealants Company Ltd, filiale cinese del Gruppo, si aggiudica nuovi premi dalle autorità
locali.
34
Raccoglie incoraggianti risultati il lancio sul mercato asiatico
di Chromatech Ultra, primo
distanziatore ibrido di Alu-Pro
e Rolltech realizzato in acciaio
inossidabile e speciali miscele plastiche. Questo innovativo
profilo warm edge garantisce
notevoli benefici in termini di
isolamento termico e facilità di
lavorazione, un mix di performance che risponde alle nuove
esigenze di contenimento energetico degli edifici in territorio
asiatico. Anche qui infatti i pro-
dal mondo del vetro
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 1-2014
duttori di vetro isolante prestano
una sempre maggiore attenzione
alla qualità di ogni singolo elemento dei sistemi in vetrocamera per soddisfare gli standard
richiesti e ridurre il consumo
di energia di uffici e abitazioni;
proprio per questo le caratteristiche di Chromatech Ultra incontreranno di sicuro il favore dei
visitatori a China Glass 2014.
Il continuo aumento di richieste per i prodotti warm edge del
gruppo premia le aspettative del
team di lavoro dedicato a questa tecnologia in Fenzi China
Paints and Sealants Company
Ltd, introdotto circa un anno fa
all’interno della Divisione vetro
isolante, già attiva nella vendita
di Thiover e Butylver.
Award, Refined Management
Demonstration Enterprise 2013
Award, Safety Production Advanced Enterprise 2013 Award.
In fiera, il gruppo sarà inoltre
presente con i prodotti più apprezzati dal mercato asiatico: le
vernici per specchi Duralux, il
primo prodotto Fenzi ad essere
esportato e realizzato in Cina, il
sigillante a base di poliisobutilene indicato per la prima sigillatura di vetrate isolanti Butylver,
le vernici ceramiche Tempver
e la gamma di vernici a freddo
Glassolux, particolarmente apprezzate dall’industria cinese
dell’arredamento.
L’impegno di Fenzi China
Paints and Sealants Company
Ltd sul territorio cinese è riconosciuto anche dalle autorità locali che hanno premiato l’azienda
per il successo imprenditoriale,
per le capacità di sviluppo, il
contributo al territorio e la sicurezza di produzione: Meritorious Industrial Development
2013 Award, Key Taxpayer 2013
Fonte:
www.fenzigroup.com
Ufficio stampa:
[email protected]
35
1-2014
dal mondo del vetro
Il nuovo
Archivio storico
dei Paesi Baschi
by ACXT
Una facciata plissettata
in vetro serigrafato
cita i testi contenuti
nell’archivio
36
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Il nuovo Archivio storico dei
Paesi Baschi progettato dallo
studio ACXT si trova in prossimità della Gran Vía di Bilbao.
Il progetto è organizzato per livelli, in funzione del grado di
controllo dell’accesso alle varie
funzioni dell’edificio. Piano terra, primo piano e parte del seminterrato sono destinati al pubblico con accesso libero, come
la hall principale, la reception,
numerosi padiglioni espositivi e
l’auditorium, che possono anche
essere utilizzati come un spazi
multifunzionali. Attraverso la
hall al piano terra si accede al
patio con giardino, uno spazio
progettato per ospitare diverse
attività come mostre all'aperto,
area di lettura o proiezioni. Al
secondo piano si trova la sala per
la lettura e la consultazione della
documentazione, il cui accesso è
limitato e avviene tramite accreditamento. I restanti piani, il cui
utilizzo è privato, sono destinati
alle attività amministrative, ai
laboratori e alle aree di elaborazione dei documenti.
ta, e ciò aumenta la percezione
dell’edificio e rompe la monotonia della strada evidenziandone la posizione. Si è cercato di
ottenere una grande trasparenza che consenta dall’esterno di
comprendere come funziona e si
struttura l'edificio. Sulla pelle vitrea sono stati serigrafati alcuni
dei testi conservati nell’archivio,
in modo che l'edificio non sia inteso come un luogo chiuso, privato o lontano dal cittadino.
ACXT ha progettato la facciata
principale, in vetro, plissetta-
Fonte: www.edilportale.it
(Cecilia Di Marzo)
La facciata interna è stata progettata con un linguaggio che,
senza rinunciare al carattere contemporaneo dell’edificio, cerca
di stabilire un dialogo formale
con gli altri edifici che affacciano sul cortile. La facciata, così
progettata, e il patio nobilitano
una parte dell’edificio a cui di
solito si presta poca attenzione.
All’interno, i progettisti hanno
optato per doppie altezze e incroci visivi che arricchiscono le
relazioni tra le diverse funzioni
esistenti nell'edificio.
dal mondo del vetro
Ancora una volta l’incontro tra
due professionalità qualificatissime, affinate da precedenti
esperienze, ha prodotto un risultato eccellente, infatti dalla
collaborazione di Provex con
lo Studio Talocci Design è nato
FLAT, il box doccia del futuro.
FLAT riassume tutto quanto è
richiesto in un prodotto innovativo di grande prestigio, adatto
ad un pubblico esigente e sofisticato che ricerca il connubio tra
semplicità e raffinatezza, obiettivo che, in questo caso, si può
affermare sia stato raggiunto.
Il massimo della linearità e rigorosità stilistica per cercare
di dare eleganza e trasparenza
assoluta, senza mai rinunciare
alla semplicità e all'ergonomia,
sono le caratteristiche fondamentali del sistema FLAT, una
sfida tecnologica che la sapiente
lavorazione del vetro, la qualità
delle materie prime e la maestria
esecutiva di Provex ha vinto realizzando un box doccia dall’immagine inedita.
elegante vetro trasparente con
una tecnica d’incollaggio di alta
qualità, anche i profili verticali
silicon-free sono completamente piatti. Il braccetto orizzontale superiore, fissato in parallelo
al vetro e integrato nel profilo
e nella cerniera, è un ulteriore
punto di forza tecnico e di semplicità di montaggio. Tutti questi
elementi convivono in FLAT in
una perfetta simbiosi tra design,
funzionalità e tecnica. Ora è disponibile la versione con una
nuova maniglia in alternativa in
esterno con pomolo e all’interno
liscia con il relativo foro.
L’affidabilità e l’assistenza al
cliente rispecchiano le prerogative fondamentali di Provex,
costantemente testimoniate dal
successo crescente delle soluzioni che ogni volta riesce a proporre conquistandosi, seppure in
tempi non facili, un sempre più
ampio consenso.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 1-2014
Provex presenta
FLAT, il box doccia
del futuro
“TOUCH and FEEL”
Fonte:
www.edilportale.it
“Touch and Feel”, infatti FLAT
lo si apprezza pienamente proprio toccandolo con mano: nessuno spessore e una superficie
completamente liscia rendono
la Serie FLAT unica, facendone
una novità assoluta nel settore
delle cabine doccia. Le cerniere
e la maniglia si integrano perfettamente nel vetro temperato da 8
mm. Una vera e propria novità
mondiale. La scelta di materiali
eccezionali e innovativi ha permesso di sviluppare una cerniera
interna ed esterna senza spessori
rendendo la pulizia facilissima.
Grazie alla combinazione di un
37
1-2014
dal mondo del vetro
AGC si aggiudica
il Cradle to Cradle
CertifiedCM Silver
per la sua gamma
di vetro stratificato
All’inizio di dicembre 2013
AGC Glass Europe ha ottenuto
un’altra certificazione Cradle to
Cradle CertifiedCM Silver, stavolta per la sua gamma di vetro stratificato Stratobel e vetro acustico Stratophone.
Questa certificazione costituisce
un’ulteriore conferma dell'impegno di AGC volto a migliorare
continuamente le prestazioni
ambientali dei suoi prodotti. Già
nel 2010 AGC è stato il primo
produttore europeo di vetro ad
aggiudicarsi l’etichetta Cradle
to Cradle CertifiedCM Silver per
il vetro float e il vetro con rivestimento magnetronico. Nel
dicembre 2012, ha ottenuto la
stessa certificazione per le sue
gamme di vetro decorativo. E
recentemente è stata la volta
dei prodotti in vetro stratificato
Stratobel/Stratophone di AGC
ad aggiudicarsi il terzo “Silver”.
Il rigoroso programma Cradle
to Cradle si propone di valutare
la sostenibilità complessiva dei
prodotti nel loro intero ciclo di
vita. Per ottenere la certificazione, il prodotto deve soddisfare
norme rigorose in cinque categorie relative alla salute, la sicurezza e la tutela dell'ambiente:
materiali, riutilizzo di materiali, energie rinnovabili, gestione
delle risorse idriche ed equità
sociale.
La certificazione Cradle to
Cradle offre garanzie alla comunità crescente di architetti,
specificatori e consumatori che
richiedono prodotti la cui sostenibilità sia stata valutata in modo
trasparente e globale. Questi pro-
38
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
dotti certificati permettono quindi agli architetti, ai progettisti e
agli specificatori che li utilizzano di migliorare la valutazione
dei loro progetti per determinate
certificazioni internazionali. È il
caso del LEED, dove i progetti
che utilizzano i prodotti Cradle
to Cradle CertifiedCM possiedono i requisiti necessari per
ottenere punti nella categoria
“Materials & Resources Credit
4, Building Disclosure and Optimisation - Material Ingredients”
della nuova versione 4.
La certificazione Cradle to
Cradle di AGC si inserisce in
un approccio globale studiato
per migliorare continuamente le
prestazioni ambientali dei suoi
prodotti e processi di produzione, integrandosi con tre altri approcci perseguiti dalla società.
La valutazione del ciclo di vita
è uno strumento di misura per
valutare l’impatto ambientale
dei prodotti e degli stabilimenti di produzione. L’impronta di
carbonio aiuta a definire la performance relativa alle emissioni di gas a effetto serra causate
dalla società, i suoi prodotti e
servizi, e i suoi dipendenti. Allo
scopo di garantire l'adozione di
continui miglioramenti da parte
del gruppo, AGC completa il suo
approccio con la certificazione
dei propri stabilimenti secondo
la norma ISO 14001.
*Cradle to Cradle CertifiedCM
è un marchio di certificazione
rilasciato dal Cradle to Cradle
Products Innovation Institute
dal mondo del vetro
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 1-2014
Per maggiori informazioni sulle attività ecologiche di AGC,
consultare la relazione ambientale della società:
www.agc-glass.eu/environmental_report
Per saperne di più su come i prodotti AGC possano contribuire
all'ottenimento di certificati ecologici come il LEED, visitare il
sito:
www.yourglass.com/tools
Fonte:
www.yourglass.com
Torna a Tecnargilla 2014 la terza
edizione del Tecnargilla Design
Award, il concorso riservato agli
espositori della manifestazione
che premia i progetti innovativi,
frutto delle ultime ricerche su
materiali, applicazioni e decori,
presentati dalle aziende espositrici. Tema di quest’anno: “Lo
spessore”. Sarà un’ottima opportunità per vedere in un’unica
area il meglio dell’innovazione
applicata all’estetica ceramica.
Confermando il suo ruolo di
promotrice dell’innovazione applicata all’industria ceramica,
Tecnargilla sponsorizza il ciclo
di seminari formativi sul processo di produzione ceramica
promossi da Acimac. Il percorso formativo, rivolto ai tecnici
dell’industria ceramica italiana,
approfondirà le tematiche più attuali e sarà suddiviso in cinque
appuntamenti sulle seguenti
tematiche: decorazione digitale
in ceramica, difettologia, materie prime e impasti, photoshop e
stampa digitale, efficienza energetica.
Al via
la terza edizione del
Tecnargilla Design
Awards
Per ulteriori informazioni:
[email protected]
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1-2014
dal mondo del vetro
A Venezia la mostra
I Santillana - Opere
di Laura de Santillana
e Alessandro Diaz
de Santillana
Presso la Fondazione
Giorgio Cini sino al
2 agosto 2014
Il 6 aprile 2014 sull’Isola di San
Giorgio Maggiore a Venezia apre
la mostra “I Santillana - Opere
di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana”
concepita da Martin Bethenod.
La mostra è organizzata nell’ambito del programma espositivo
de Le Stanze del Vetro, progetto di Fondazione Giorgio Cini
e Pentagram Stiftung per valorizzare l’arte vetraria del Novecento e mostrare le innumerevoli
potenzialità e declinazioni di
questa materia.
Dopo le mostre monografiche
dedicate a Carlo Scarpa e Napoleone Martinuzzi, e la mostra
collettiva Fragile?, che raccoglieva le opere in vetro di artisti
contemporanei da Duchamp ad
Ai Weiwei, questa nuova esposizione de Le Stanze del Vetro
sperimenta un nuovo modello
narrativo: quello del dialogo e
del confronto tra le diverse poetiche di due artisti.
La novità, in questo caso specifico, è che gli artisti in questione sono anche fratello e sorella.
La mostra I Santillana, infatti,
esplora il duplice universo dei
fratelli Laura de Santillana e
Alessandro Diaz de Santillana,
discendenti di una mitica dinastia vetraria, formati nel solco
del padre, Ludovico Diaz de
Santillana, e del nonno, Paolo
Venini.
L’esposizione, risultato di un
rapporto di stretta collaborazione e amicale complicità di Bethenod con gli artisti, raccoglie
circa 130 lavori, tra sculture,
opere e oggetti in vetro, selezionati nell’arco di più di due anni
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
di incontri e conversazioni tra
Martin Bethenod e i fratelli Santillana.
Le opere in mostra non sono il
risultato di un lavoro a quattro
mani, ma al contrario indagano singolarmente il linguaggio,
diverso ma intrecciato, dei due
artisti, entrambi legati a un percorso artistico autonomo ma con
una storia familiare e biografica
comune. Questo intreccio biografico, o “memoria condivisa”,
è l’asse centrale della mostra I
Santillana, e il filo conduttore
di tutto il racconto espositivo.
Per l’occasione, infatti, lo spazio espositivo de Le Stanze del
Vetro sarà riadattato e allestito
con l’obiettivo di creare un confronto e un dialogo continuo tra
le opere dei due artisti.
Il corridoio centrale fungerà da
momento di incontro tra l’universo di Laura de Santillana e
quello di Alessandro Diaz de
Santillana, creando un gioco di
corrispondenze e rimandi ma
anche di punti di contrasto, mai
obbligati e forzati, ma al contrario esplicativi delle similitudini
formali, delle peculiarità e delle
differenze artistiche tra le opere
e i processi creativi di Laura e
Alessandro.
“Seguendo un principio mnemonico e della libera associazione,
vetrine e ripiani accostano lavori di periodi differenti e soprattutto di vocazione molto varia.
Opere propriamente dette, schizzi o lavori preparatori, oggetti
d’uso, souvenir, fonti di ispirazione, disegni, fotografie. Un
corpus che compone una sorta
di doppio ritratto in movimento
dal mondo del vetro
dei due artisti. Questa grande
‘Strada’, che privilegia i registri
dinamici della temporalità, del
confronto fra i due artisti, della
diversità delle vocazioni d’uso,
dell’importanza del contesto e
della storia personale, è la vera
spina dorsale della mostra e
l’attraversa da parte a parte”.
(Martin Bethenod)
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 1-2014
Sede della mostra:
Isola di San Giorgio Maggiore,
Venezia
6 aprile - 2 agosto 2014
dalle 10 alle 19
ingresso libero
chiuso il mercoledì
Per ulteriori informazioni:
www.cini.it
Suddivisa nelle otto sale, o stanze, che compongono Le Stanze
del Vetro, la mostra I Santillana raccoglie sculture e opere in
vetro realizzate dai due artisti a
partire dagli anni Ottanta a oggi,
insieme a un corpus di nuovi lavori appositamente pensati e realizzati per questa esposizione.
La mostra si propone come un
racconto espositivo rinnovato
nella modalità di esposizione
e fruizione delle opere, dove a
fianco delle diversità creative e
processuali tra i due artisti si intravedono i segni di una memoria e di un’esperienza condivise.
Il catalogo della mostra è edito
da Skira
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41
1-2014
agenda
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Agenda 2014
May
20-23
Sao Paulo
Brazil
Glass South America
www.glassexpo.com.br/en
Joint Meeting of DGG-ACerS GOMD
May
25-30
Aachen
Germany
This event brings together the 88th Annual Meeting of German Society of Glass Technology
(DGG) and the Glass & Optical Materials Division Annual Meeting (ACerS GOMD),
together with the 10th International Conference on Advances in Fusion and Processing of
Glass (AFPG) and the 2nd International Glass Fiber Symposium.
June
3-6
June
5
June
9-13
Moscow
Russia
Ceram
Stoke-on-Trent
UK
Toledo, Ohio
USA
www.dgg-gomd.org
Mir Stekla 2014
www.mirstekla-expo.ru/en
Furnace Solutions 9
Organised by the Society of Glass Technology
www.furnacesolutions.co.uk.
CelSian-NCNG International Glass Technology course
A five-day highly technical Glass Technology training course focused on industrial glass
production
www.glasstrend.nl/news.php?uid=20
International Conference on Coatings on Glass and Plastics
June
22-26
Dresden
Germany
The focus of the conference is to bring together scientists, technologists, practitioners and
mangers from universities, research institutes, coating manufacturers, material and equipment
suppliers and user industries to discuss the latest developments in the field of large-area
coatings on glass and plastic materials
www.iccg10.de
August
24-28
Jeju Island
South Korea
September
4-6
Edinburgh
Scotland
September
8-10
Las Vegas, NV
USA
September
10-12
Durham
UK
September
21-24
Parma
Italy
October
20-23
Düsseldorf
Germany
November
3-6
Ohio
USA
December
5-7
Mumbai
India
The 19th ISNOG (International Symposium on Non-Oxides and New Optical Glasses)
www.isnog.org/index.php
2014 Symposium of the British Society of Scientific Glassblowers
www.bssg.co.uk
GlassBuild America - Las Vegas Convention Center
www.glassbuild.org
Living Glass and GLASSAC
www.durham2014.sgt.org
ESG 2014:
ATIV (Associazione Tecnici Italiani del Vetro) - Stazione Sperimentale del Vetro
email: [email protected] - www.ativ-online.it
Glasstec
www.glasstec.de
75th Conference on Glass Problems
www.glassproblemsconference.org
Zak Glasstechnology Expo 2014 - MMRDA Exhibition Center
www.zakglasstech.com
Agenda 2015
March
13-15
Mumbai
India
September
9-11
Cambridge
UK
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Glasspex India 2015
www.glasspex.com
Living Glass: The Society of Glass Technology holds a variety of meetings aimed at all
areas of glass, glass science and glass making.
www.sgt.org