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L’AUTOMAZIONE
DEI
SOLLEVAMENTI
IDRICI
PER
UNA
GESTIONE
OTTIMIZZATA DI TUTTE LE RISORSE ENERGETICHE COINVOLTE NEL
PROCESSO DI DISTRIBUZIONE IDRICA DELLA CAPITANATA
Vincenzo Lanave – Amministratore Unico INTESIS – Via Don Guanella 15/G, 70124 BARI
LIFTING PLANT AUTOMATION IN ORDER TO OBTAIN AN OPTIMIZED
MANAGEMENT OF ALL ENERGY RESOURCES ENVOLVED IN CAPITANATA
WATER DISTRIBUTION PROCESS
ABSTRACT
Foggia Compartment is one of the biggest, largest, most important, among all the Units
managed by Acquedotto Pugliese (AQP) in Puglia regions, Southern Italy.
This Compartment was equipped since 2001-2002 by an efficient, advanced and extended
telecontrol system for the management of the 70 most important water tanks distributed all
over Capitanata region in the three sub-areas of San Severo, Foggia and Cerignola, with three
SCADA PC operating in Foggia Compartment Central Office.
This technological system has been revamped and extended through the realization called “II
stralcio” supported by AQP and Regione Puglia economical resources.
The first goal of “II stralcio” was the extension of monitoring from the first 70 water tanks to
the 105 tanks which complete the water reservoir system of Capitanata Region.
The second most important goal of “II stralcio” was the automation of 16 lifting plants which
transport water to the higher and strategic places of Capitanata region, from the west side
called “Sub-Appennino Dauno” to the east side called “Promontorio Gargano”.
“II stralcio” has begun in September 2005 and has been completed in august 2006 allowing
the obtaining of relevant results in terms of:
A)
water resources saving through reduction of water losses and consequent reused of
water lifted and not billed;
B)
reduction of electrical consumption through lifting plants automation;
C)
re-organization and optimization of human resources employed in operating and
maintenance activities.
PREMESSA
Prima dell’anno 2000 la ripartizione e la distribuzione dell’acqua immessa nel complesso
sistema idrico della Capitanata, il cui schema corografico è illustrato in Fig.1, venivano
effettuate nella maggior parte dei casi senza poter contare su idonei ed efficienti organi di
misura e di regolazione.
L’obsoleta ed incompleta dotazione di tali apparecchiature nei punti nodali degli schemi idrici
di adduzione, a monte e/o a valle di serbatoi, partitori, impianti di sollevamento ed altre opere
di disconnessione idraulica, non consentiva il dovuto puntuale controllo della risorsa e ciò era
causa di perdite e diseconomie gestionali.
Nel Progetto Generale di risanamento delle postazioni di misura e controllo dei nodi del
sistema idrico del Compartimento di Foggia presentato da AQP alla Regione Puglia, per
ovviare a queste carenze, sono stati previsti interventi di adeguamento strumentale e di
telemisura su tutti i punti singolari degli schemi idrici di adduzione con acqua a pelo libero
(serbatoi, partitori, impianti di sollevamento, ecc…) che costituiscono le fondamentali
postazioni per il controllo e la misura dei flussi da ripartire.
L’obiettivo primario è stato quello del controllo della razionale ripartizione della risorsa e
della corretta assegnazione delle portate ai singoli abitati, oltre al conseguimento del bilancio
idrico di ciascuna postazione, in ottemperanza alla normativa italiana in materia di risorse
idriche già da qualche anno regolamentata da:
La Legge Galli n.36/1994, che ha dettato “Disposizioni in materia di risorse idriche”
innovando sostanzialmente la disciplina della gestione del ciclo integrale delle acque. In
particolare per favorire il superamento delle diseconomie e delle inefficienze delle
gestioni ha disposto la riorganizzazione dei servizi idraulici utilizzando ogni possibile
misura finalizzata a garantire una gestione secondo criteri di efficienza, efficacia ed
economicità.
Il D.M. n. 99 del 08/01/1997 che, in attuazione di quando disposto dalla legge Galli,
stabilisce le procedure di valutazione delle perdite nei sistemi idrici mediante la precisa
conoscenza dei volumi immessi e dei volumi in uscita in un prefissato arco temporale. Il
suddetto decreto stabilisce, inoltre, il numero minimo di misure e la tipologia dei
misuratori, da adottarsi per l’effettuazione dei bilanci idrici.
Figura 1 - Corografia Compartimento di Foggia
Le dispersioni idriche negli acquedotti, in relazione alla natura dei guasti che le hanno
prodotte, sono imputabili a: invecchiamento o allentamento delle giunzioni, danneggiamento
della tenuta degli apparecchi di manovra, cattivo funzionamento degli apparecchi di sfiato o
scarico, frattura delle tubazioni, formazione di fori dovuta a corrosione.
Le cause che provocano le suddette dispersioni possono così riassumersi:
vetustà delle opere, con conseguente decadimento delle caratteristiche meccaniche di
resistenza (ad esempio per grafittizzazione della ghisa);
sollecitazioni da traffico pesante e/o carichi superiori a quelli di progetto;
aggressività elettrochimica dell’ambiente che circonda il tubo (correnti vaganti, natura
del suolo, atmosfera marina, presenza di elementi corrosivi);
aggressività elettrochimica proveniente dalla struttura delle condotte (correnti
galvaniche, corrosione intergranulare, acque trasportate aggressive);
anormali condizioni di carico sulle condotte che provoca assestamenti differenziati
(situazione caratteristica per le derivazioni trasversali posate in parte in parte su strada
percorsa dal traffico e in parte su marciapiede);
condizioni particolari del piano di posa (cedimenti differenziati di movimenti franosi,
acque alluvionali perdite da fognatura, abbattimenti di edifici ecc.);
sovrapressioni provocate da frequenti manovre sulle condotte (apertura e chiusura di
reti urbane);
tensioni indotte da movimenti violenti o lenti del suolo, da variazioni brusche di
temperatura o da bassissima temperatura;
depressione nelle condotte a causa dei svuotamenti delle stesse;
difetti dei materiali delle tubazioni e degli apparecchi, o insufficienti spessori resistenti;
cause accidentali durante l’esecuzione di lavori effettati nelle immediate vicinanze, in
superficie o in sottosuolo;
inadeguatezza dei materiali, di profondità di posa, di ancoraggi;
giunzioni o pose in opera non effettate a regola d’arte;
assenza o danneggiamento dei rivestimenti protettivi;
eccessiva velocità dell’acqua.
Altra importante causa di perdita idrica, sono le dispersioni dovute a sfiori dei serbatoio,
impianti e accumuli in genere. Tali disservizi sono dovuti essenzialmente ad un tipo di
gestione della risorsa idrica “essenzialmente manuale”, in assenza di controlli automatici sugli
organi di regolazione e monitoraggio in tempo reale del flusso idrico.
Le conseguenze negative provocate dalle dispersioni sono di natura economica, igienica,
sociale ed ecologica. I danni economici implicano:
maggiore costi di produzione del bene acqua e in assenza di opportuni interventi, la
necessità di reperire nuove fonti di approvvigionamento a costi certamente maggiori o
anticipare investimenti programmati per le future esigenze;
indennizzi corrisposti a terzi per i danni provocati dalle dispersioni
Gli aspetti igienici sono conseguenti alla contrazione delle assegnazioni idriche ed alla
possibile indisponibilità di una erogazione continua.
In particolare, l’interruzione dell’erogazione idrica, determinando fenomeni di depressione
nelle condotte, può causare attraverso le soluzioni di continuità l’aspirazione nella stessa di
elementi fluidi o solidi presenti nel sottosuolo; nelle condotte urbane in cui si ha la
consistenza di numerosi sottoservizi, compresa la rete di fognatura, il rischio di inquinamento
è elevatissimo.
Gli aspetti sociali riguardano il disagio che popolazioni sopportano a causa delle restrizione
dell’erogazione, oltre che la riduzione di efficacia rispetto all’obbiettivo sociale di sviluppo
desiderato e programmato.
Il danno ecologico è direttamente legato al vero e proprio spreco di una risorsa limitata.
1. Il primo sistema di telecontrollo
Il progetto Generale di cui alla premessa ha attuato una prima fase che è stata completata con
la realizzazione nel 2001 di un primo sistema di telecontrollo per la Capitanata, che ha
conseguito lo scopo primario di cominciare a migliorare l’efficienza dei sistemi idrici agendo
principalmente sul recupero dei volumi di acqua dispersi nel sistema idrico adduzione –
accumulo.
Tale obiettivo è stato conseguito attraverso l’adozione di un sistema di misurazione e
monitoraggio dei flussi idrici in ciascun nodo o punto singolare del sistema idrico.
L’architettura del primo sistema di telecontrollo realizzato da Intesis nel 2001, illustrata in
Fig.2, mostra sostanzialmente i due livelli operativi attivati:
il livello locale di campo, già precedentemente infrastrutturato con i misuratori dei
parametri idraulici (livelli, pressioni, portate, etc...), equipaggiato con quadri di
acquisizione basati sui PLC delle primarie case costruttrici (Rockwell, Siemens,
Omron) e dotati di modem GSM per la trasmissione dei dati al centro;
il livello di supervisione, ubicato presso il centro di controllo di Foggia, basato su uno
SCADA aperto e comunemente diffuso sul mercato (iFIX) e su un Driver di
comunicazione standard (OPC).
Le scelta delle tecnologie utilizzate all’epoca (PLC-GSM-OPC) si è rivelata vincente e
lungimirante considerato l’impiego massivo che ne è stato fatto nelle applicazioni di
telecontrollo distribuito nel quinquennio 2001-2005 [1]
Tra l’altro l’implementazione dell’architettura suddetta ha dimostrato con successo la
fattibilità dell’impiego in campo di piattaforme hardware e software anche diverse,
possibilmente non proprietarie e riconducibili alle maggiori case costruttrici multinazionali,
perché omogeneizzate a livello centrale attraverso l’utilizzo di piattaforme Software (SCADA
+ DRIVER di comunicazione) aperte e standard.
In questo caso l’utilizzo del Driver OPC, cui le maggiori case costruttrici multinazionali
avevano da tempo già aderito, ha garantito il livello di omogenizzazione necessario per
l’integrazioni dei tre diversi sistemi HW e SW di acquisizione in campo.
Figura 2 –Architettura primo sistema di telecontrollo
Il primo sistema di telecontrollo per la Capitanata ha consentito a partire dal 2002:
il monitoraggio del flusso idrico mediante l’istallazione, in ciascuna postazione, di
apposita strumentazione ed apparecchiature a tecnologia avanzata, idonee per
l’acquisizione, la memorizzazione e la trasmissione via rete GSM dei segnali digitali
(stati ed allarmi) delle grandezze analogiche (livelli, portate, pressioni, etc...);
la supervisione da ciascuna delle tre sedi di Reparto (Foggia, San Severo e Cerignola) di
tutte le postazioni ricadenti nel relativo ambito territoriale, con visualizzazione grafica
dei siti, gestione allarmi ed eventi, trend delle grandezze acquisite, rendicontazione dei
volumi di acqua erogati.
I rilevanti risultati ottenuti attraverso l’utilizzo del primo sistema di telecontrollo quale
prezioso strumento tecnologico di conoscenza dello stato e della dinamica di esercizio degli
schemi idrici della Capitanata, hanno stimolato l’approfondimento e l’analisi delle azioni da
intraprendere per conseguire la ottimizzazione del processo.
E’ noto che il concetto di “ottimizzazione“ di un processo applicato nella generalità degli
eventi gestiti dall’uomo che ha, per obiettivo finale, quello di rendere minimo il rapporto
Costi/Benefici che interviene nell’evoluzione applicativa del processo sotto osservazione.
In particolare nelle applicazioni dei processi idrici, tra l’altro, tale rapporto ottimale deve
essere finalizzato ad una distribuzione ottimale tenendo presente la richiesta dell’utente, sia in
rapporto alle varie esigenze sociali ed ambientali e sia in rapporto alla disponibilità idrica del
momento.
Nell’analisi di un processo è importante determinare quali sono i parametri che influiscono
sui “costi e benefici“ e quindi intervenire su di essi attraverso i procedimenti più opportuni
che possono essere:
di Natura Tecnica ed Economica:
controllo dei livelli d’acqua nei serbatoi, delle pressioni, delle portate;
automazione dei processi (idrici, elettrici, elettromeccanici);
idoneità dell’impiantistica realizzata soprattutto in riferimento ai materiali ed alle
apparecchiature tecnologiche utilizzate in campo;
controllo dei consumi energetici;
di Natura Organizzativa:
regole e mansioni che intervengono nella gestione del personale preposto (c/o gli
uffici centrali, periferici e sul campo) al controllo dei vari settori di attività (flussi
idrici, impianti di sollevamento, depuratori, potabilizzatori, etc..)
di Natura Logistica:
regolamentazione della distribuzione idrica in funzione delle esigenze locali di
carattere industriale, agricolo, turistico, etc..
I criteri consigliati per la scelta e l’analisi dei processi a cui applicare una Gestione
Ottimizzata possono essere:
Focalizzare i processi e le applicazioni che, in base all’esistente configurazione
impiantistica, consentono benefici immediati rivolti all’Utente ed all’Azienda;
Tendere ad oggettivare il più possibile il governo del processo, non farlo cioè dipendere
dalla volontà dell’uomo bensì da parametri fisici rilevati dal campo. L’uomo interviene
soltanto per le decisioni che investono problematiche di ordine superiore, ad esempio
attraverso la definizione del set di parametri variabili da imporre al sistema, etc..
Organizzare l’analisi del processo in modo da coinvolgere gli uomini di campo, con
tutto il loro bagaglio conoscitivo, per lo sviluppo reale e concreto del procedimento.
In tale percorso virtuoso, con riferimento alla situazione particolareggiata della Capitanata e
partendo dalla infrastruttura tecnologica già attivata dal 2001 con il primo intervento, sono
stati individuati gli obiettivi generali da raggiungere prioritariamente con un secondo
intervento tecnologico:
1)
Automatizzare i sollevamenti idrici, che costituiscono la fase più critica del ciclo
distributivo della risorsa idrica per la Capitanata, considerata la particolare situazione
corografica che caratterizza tutta la Provincia di Foggia;
2)
Ottimizzare la gestione del personale preposto a tutte quelle attività di regolazione,
manovra e controllo dei parametri fisici che governano la distribuzione idrica;
3)
Ottimizzare i consumi di energia elettrica.
2. Il secondo intervento denominato “II Stralcio “
Il secondo intervento denominato II stralcio, appaltato nel 2004 e realizzato da Intesis tra
settembre 2005 ed agosto 2006,. ha consentito di andare ben oltre i risultati ottenuti con il
primo intervento, agendo in particolare per il conseguimento degli obiettivi di seguito
indicati:
1.
Potenziamento elettrostrumentale ed ampliamento del sistema di telecontrollo
2.
Miglioramento dell’affidabilità del sistema
3.
Omogenizzazione della piattaforma Hardware e Software di campo
4.
Predisposizione per la nuova centralizzazione c/o il CED di AQP
5.
Automazione dei sollevamenti idrici
2.1 Potenziamento elettrostrumentale ed ampliamento del sistema di telecontrollo
Disponendo il Compartimento di Foggia di un sistema Scada prototipale utilizzato per il
telecontrollo di circa 70 postazioni di misura tra serbatoi e partitori, l’obiettivo del II stralcio
è stato quello di potenziare e completare l’allestimento dei sistemi di campo,
In particolare per le 70 postazioni già telecontrollate si è provveduto ad ottimizzare l’assetto
elettrostrumentale, con aggiunta ed in qualche caso modifica e/o eliminazione di apposita
strumentazione di misura (livelli, pressione, portate, qualità H2O –pH-torbidità-cloro residuoetc..), aggiornarne conseguentemente le funzioni di monitoraggio locale e teleallarme, oltre a
predisporle per la successiva integrazione nel sistema di telecontrollo aziendale in fase di
realizzazione.
In aggiunta ai 70 serbatoi e partitori già telecontrollati si e proceduto all’allestimento di
ulteriori nodi idrici non coinvolti dal primo intervento e soprattutto degli impianti di
sollevamento idrici suddivisi tra quelli ordinari (sollevamenti singoli) e quelli complessi
(sollevamenti multipli integrati in nodi idrici strategici), per un totale di 105 postazioni
periferiche telecontrollate.
2.2 Miglioramento dell’affidabilità del sistema
Sulla scorta dell’esperienza riveniente da oltre 5 anni di esercizio del primo sistema e dei
buoni risultati ottenuti in termini di continuità di funzionamento hw e sw di tutti i componenti
del sistema, gli sforzi di migliorare ulteriormente l’affidabilità del sistema sono stati orientati
ad un potenziamento delle protezioni dalle sovratensioni,. peraltro già utilizzate con ottimi
risultati nel primo intervento.
In fase di progettazione esecutiva [2], attraverso un studio specialistico della problematica,
sono state identificate le caratteristiche tecniche delle protezioni di I – II – III classe e sono
state identificate le apparecchiature di protezione da adottare nelle varie tipologie di
postazioni periferiche da telecontrollare: serbatoi/partitori alimentati da pannelli fotovoltaici o
da allacciamento elettrico, impianti di sollevamento idrico alimentati in BT e in MT.
Di seguito è illustrato lo schema elettrico di un impianto di sollevamento alimentato in MT
con l’identificazione delle apparecchiature di protezione e la relativa collocazione, necessarie
per proteggere le apparecchiature elettroniche di misurazione, acquisizione e trasmissione dati
garantendone la continuità di funzionamento e, in presenza di fenomeni particolarmente
distruttivi interrompere il circuito elettrico di alimentazione e/o segnalazione per evitare i
danni conseguenti alla rottura delle apparecchiature elettroniche suddette.
Figura 3 - Schema Impianto di protezione dalle sovratensioni per un sollevamento idrico con
allacciamento elettrico in MT
2.3 Omogenizzazione della piattaforma HW e SW di campo
La grande maggioranza (52/70) delle postazioni di monitoraggio già equipaggiate con il
primo intervento era dotata di controllori programmabili Allen-Bradley della famiglia SLC500, in particolare i modelli CPU-5/03 16K e CPU-5/05 64K.
Per esigenze di uniformità, semplificazione della gestione del software di comunicazione
(unico driver a livello di Compartimento) e ottimizzazione della manutenzione successiva si è
provveduto ad equipaggiare tutte le nuove postazioni di monitoraggio e di automazione del II
stralcio con PLC della stessa famiglia.
Quindi, sulle postazioni già dotate di controllori programmabili di diversa casa costruttrice
(Siemens ed Omron) si è proceduto on-site alla loro sostituzione nel quadro preesistente già in
opera e al ricablaggio degli I/O.
Le nuove postazioni di monitoraggio ed automazione sono state equipaggiate con PLC
Allen-Bradley modello SLC-500 CPU-5/03 per serbatoi/partitori e ISI ordinari, mentre per i
nodi idrici complessi si è provveduto alla attivazione del PLC modello CPU-5/05.
2.4 Predisposizione per la nuova centralizzazione c/o il CED di AQP sito in BARI
Il Software applicativo residente nei PLC di tutte le postazioni di nuovo allestimento, oggetto
dell’intervento II stralcio, è stato sviluppato in perfetta omogeneità ed uniformità rispetto ai
sistemi già realizzati ed attivati nel Compartimento di Foggia, anche e soprattutto per
predisporre un più agevole sviluppo dell’integrazione del nuovo centro di controllo del
Compartimento di Foggia operante c/o il CED AQP di Bari nel sistema di telecontrollo
aziendale realizzato da altra impresa aggiudicataria dello specifico Appalto.
Particolare attenzione in fase di progettazione esecutiva è stata posta nella emissione delle
specifiche tecniche necessarie per lo sviluppo del nuovo sistema SCADA aziendale
centralizzato a Bari, sia per quanto riguarda la raccolta dati di ciascuna postazione periferica
con gli indirizzi fisici e logici che costituiscono il data-base di impianto del Compartimento di
Foggia sia soprattutto per il logging di misure, stati e allarmi, totalizzazioni.
3. L’automazione dei sollevamenti idrici
L’obiettivo più importante tra quelli attesi e puntualmente centrati dal II stralcio è stato senza
dubbio l’automazione dei sollevamenti idrici che dato l’assetto corografico della Capitanata
costituisce la fase più critica del ciclo completo dell’acqua in questa Provincia Pugliese, in
quanto passibile di ottimizzazione e eventuale fonte di rilevanti benefici tecnici-economici.
La Figura 4 schematizza l’automazione di un nodo idrico di sollevamento costituito da un
impianto di sollevamento ordinario e da un serbatoio di carico.
Figura 4 - Schematizzazione dell’automazione di un sollevamento idrico
Il PLC (Programmable Logic Controller) di automazione operante c/o gli impianti di
sollevamento idrico per gli abitati della Capitanata gestisce il processo del sollevamento in
funzione dei set-point di start/stop provenienti dai serbatoi/torrini di carico, via GSM, con il
consenso della sonda di presenza acqua nella vasca di aspirazione.
Dopo aver ricevuto un messaggio di “stop impianto”, il PLC attende entro un tempo stabilito
e parametrizzato un nuovo messaggio di “start impianto” dal serbatoio remoto, e così a
seguire in linea con la dinamica del diagramma di assorbimento della rete idrica dell’abitato e
con l’obiettivo di abbattere gli sprechi di risorsa idrica e di energia elettrica.
Il risultato ottenuto nella generalità dei casi è quello schematizzato nella Figura 5 che illustra
la dinamica del sollevamento idrico per l’abitato di Orsara.
Figura 5 - Dinamica del sollevamento idrico per l’abitato di Orsara
Il valore aggiunto apportato dal II stralcio è costituito dalla personalizzazione degli algoritmi
di automazione che Intesis, in accordo con la Direzione tecnica AQP, ha elaborato per
ciascuno dei 16 sollevamenti idrici ordinari e complessi automatizzati per la Capitanata
(Ordona, Ascoli Satriano, Castelluccio, Orsara, Troia, Lucera, Fortore, Casone Romano,
Foggia, Torremaggiore, Serracapriola, Apricena, Manfredonia, Posta Montegranata, Borgo
Celano, Ischitella e Vico).
A mò di esempio, tra tutti, si riporta il case study di SerraCapriola e Chieuti [3] che oltre ai
benefici economici di risparmio energetico in senso lato ha apportato l’impagabile beneficio
di grande impatto sociale quale è la certezza di garantire, compatibilmente con la
disponibilità di risorsa idrica, la continuità della erogazione idrica dell’abitato di Chieuti
Nel caso specifico dell’impianto di sollevamento idrico per Serracapriola, costituito da una
elettropompa di taglia più grande e da due elettropompe di taglia più piccola, l’automazione
consente di ottimizzare la gestione del parco macchine in rapporto alla variabilità non
indifferente della erogazione idrica tra il periodo invernale e quello estivo.
In condizioni normali, quando il PLC riceve una comunicazione di start da una prima soglia
impostata c/o il serbatoio di carico, provvede ad avviare una elettropompa (piccola o grande,
in base alla disponibilità e alle ore di funzionamento).
Se il livello del serbatoio di carico scende ulteriormente, al di sotto un’altra soglia
preimpostata per l’avviamento di una seconda elettropompa, allora:
se è in marcia la elettropompa grande, non si avvia nessuna altra elettropompa;
se è già in marcia una elettropompa piccola, il PLC avvia l’altra elettropompa piccola;
in tal caso se l’altra elettropompa piccola non è disponibile oppure è in allarme, il PLC
arresta la elettropompa piccola ed avvia la elettropompa grande, mantenendola in
marcia fino a quando non riceve, dal serbatoio di carico, un messaggio di stop per
massimo livello.
L’automazione (ma questo avviene in generale per tutti i sistemi di automazione) consente
altresì di concretizzare le ottimizzazioni del processo di sollevamento idrico di seguito
indicate:
il PLC avvia sempre UNA pompa per volta scegliendo, tra le pompe disponibili, quella
con meno ore di funzionamento;
il PLC non avvia MAI contemporaneamente la pompa grande e una pompa piccola;
tra l’avvio di una pompa e un’altra, il PLC sempre esegue una pausa parametrizzata;
a impianto fermo, prima di avviare una pompa, qualunque essa sia, il PLC esegue una
pausa parametrizzata al fine di evitare transitori idraulici (colpi di ariete) tipicamente
dannosi per le condotte prementi;
in caso di “mancata comunicazione da serbatoio remoto” viene data priorità alla pompa
grande, arrestando le eventuali pompe piccole (le pompe piccole diventano di scorta per
la pompa grande).
Come illustrato in Figura 6 il torrino di Serracapriola presenta un assetto costruttivo
particolare (a camerette) per garantire l’alimentazione idrica diretta dell’abitato di
Serracapriola e per garantire altresì, tramite il serbatoio interrato, l’alimentazione idrica
dell’abitato di Chieuti.
Figura 6 - Schema idrico del serabatoio/torrino Serracapriola
Precedentemente all’automazione attivata in luglio 2007, le discontinuità periodiche ed
incontrollate del sollevamento, peraltro necessarie per contenere gli sprechi di risorsa idrica
(causate dal troppo pieno del serbatoio interrato), potevano causare una penalizzazione della
erogazione idrica vs l’abitato di Chieuti.
In tal senso in sede di studio ed ottimizzazione dell’algoritmo di automazione si è proceduto
a differenziare i set-point di start e stop impianto (inoltrati dal PLC del torrino),
rispettivamente determinati da un minimo livello del torrino piezometrico ed un max livello
del serbatoio interrato.
Si è potuto così garantire la certezza della erogazione idrica vs entrambi gli abitati di
Serracapriola e Chieuti, unitamente all’abbattimento degli sprechi di risorsa idrica ed
all’ottimizzazione dei consumi di energia elettrica
Il risultato è visibile dal trend storico che illustra la dinamica del processo di sollevamento al
servizio dell’erogazione idrica degli abitati di Serracapriola e Chieuti
Massimo livello interrato
arresto ISI
Minimo livello pensileavvio ISI
Figura 7 - Dinamica del sollevamento idrico per gli abitati di Serracapriola e Chieuti
4. CONCLUSIONI
In definitiva l’intervento denominato II stralcio, dopo un anno di esercizio, ha consentito il
raggiungimento di rilevanti risultati di ottimizzazione in termini di:
recupero di risorsa idrica attraverso l’abbattimento degli sfiori
risparmio di energia elettrica attraverso l’automazione dei sollevamenti
razionalizzazione delle risorse umane impiegate per l’esercizio e la manutenzione
dimostrando tangibilmente che le economie sui costi di gestione, conseguibili con il recupero
di efficienza riveniente dall’applicazione delle tecnologie avanzate, possono rappresentare il
“motore finanziario” necessario per attuare l’intero programma di riorganizzazione del
servizio idrico integrato senza ricorrere ad aumenti delle tariffe.
Bibliografia
[1] V. Lanave, G. Gulletta (2003). “Il telecontrollo nel settore acquedottistico”, Automazione
e Strumentazione, Ottobre 2003, pp. 116-122
[2] V. Lanave, A. Gulletta (2004). “Progetto esecutivo il completamento del risanamento
delle postazioni di misura e telecontrollo dei nodi del sistema idrico del compartimento
AQP di Foggia”, Dicembre 2004, Allegati 1-2-3
[3] V. Lanave, (2007). “Automazione del nodo idrico: impianto di sollevamento–torrino
Serracapriola”, Serracapriola (FG) - Global Information System, www.serracapriola.net