Penombra

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– E accendi quella luce! –
– Continui colla litania della luce? C’è il sole, non vedi? Casomai va ad aprire la persiana. Che senso avrebbe tenere la persiana chiusa e la luce accesa? –
– Sì, sì, poi vado. Comunque ci si vede già abbastanza bene così. –
– Piuttosto di muoversi… Siccome è giorno, cambiare un po’ l’aria non farebbe certo male. –
– Per cambiare l’aria è sufficiente aprire una finestra. –
– Ma a quel punto tanto vale aprire anche la persiana, non ti pare? –
– Tra un momento, tra un momento vado. Dunque quella cosa… E’ stata un fallimento. –
– Si trattava soltanto di un capriccio, uno dei suoi soliti. Purtroppo si comporta come se avesse a che fare con animali e non
con degli esseri umani. –
– Sarebbe disdicevole lo stesso. Causare tanta sofferenza. E in maniera tanto stupida. –
– Fortunatamente sono solo malanni di cuore. Cose da poco. Passeranno. –
– Come fai a dire che le pene d’amore sono cosa da poco? Come fai, spiegamelo? –
– L’organismo non viene danneggiato. –
– La verità è che tu non hai mai amato. Quel tuo cuore rinsecchito non immagina neppure che significhi spezzarsi per amore. L’amore uccide. Uccide gente nel pieno della salute, l’amore. –
– Chi si suicida agisce volontariamente. Non si può paragonare alle persone morte di malattia o dopo incidenti vari. –
– Appunto, tu non hai idea di cosa significhi soffrire per amore. E accendi quella luce! –
– Mi hai stufato. Va bene, andrò io ad aprire finestra e persiana. Non è il mio turno ma ci vado. Come al solito non hai voglia di muovere un passo. –
– No, tocca a me e vado io. Così la smetti di borbottare. –
– Allora muoviti! –
– Un momento! Un momento. Sei insopportabile! La finestra, la persiana, la luce troppo costosa. –
– E’ quasi mezzogiorno! La luce a mezzogiorno la accende solo la gente rimbecillita! –
– Sto andando, non vedi, dammi tregua. Qualche momento e ci sono. Abbi pazienza un momento. Sai sempre solo brontolare. Aprirò la finestra assieme alla persiana e il vento magari butterà tutto all’aria. Poi dove sarebbe questo gran sole? Qui
vedrai che anche con la persiana aperta ci toccherà accendere la luce. Come imbecilli… –
– Sì, sì, ma intanto apri. Tu parli parli ma la persiana rimane chiusa. Mi senti? Apri la persiana una buona volta! –
– E’ aperta… –
– Dunque mi vuoi far imbestialire! Anche le burle dovrei sopportare? Se non intendi aprire la persiana, non aprirla e va
all’inferno. –
– E’ aperta. –
– No, adesso esageri. Adesso vengo lì e capirai che non è tempo di scherzi infantili. Essere pazienti non significa essere deficienti. Comunque io la luce non la accendo, mettitelo bene nella testa. Quella testa vuota. Lamentati fin quando ti pare, io
la luce a mezzogiorno non la accendo neppure se… Ma… come? E… il Sole? –
– Non c’è… –
– Un’eclisse? Però la radio non ha detto nulla. Né i giornali o la televisione. –
– No, guarda, il Sole manca proprio. –
– Notte… Invece di mezzogiorno forse sarà mezzanotte… –
– Impossibile, non abbiamo perso il cervello al punto da confondere il giorno colla notte. E l’orologio segnava le dodici non
le ventiquattro. Prima la hai ben vista la luce che filtrava dalla persiana. Prima era giorno pieno. –
– Sì, prima era giorno, non c’è dubbio. Va a prendere il fucile. –
– Il fucile? Bella idea. E cosa ci facciamo col fucile, dimmi. –
– Non lo so. Meglio essere prudenti. –
– E’ sparito il Sole. Uno stupido fucile non ci servirà a nulla. –
– Notte durante il giorno. Senza eclissi. Vai a prendere il fucile, avanti! –
– Io… preferirei non entrare in casa… –
– Sta qui allora. Me ne occupo io. Al solito devo agire io. –
– Ho paura. –
– Tutti avranno paura in questo momento. E’ sparito il Sole… Ci metto un momento. Potrebbe essere un qualche nemico.
Nasconditi. Pochi istanti e torno imbracciando il fucile. –
– Sì, va. Però continua a parlare. –
– Così potrebbero sentirci. –
– Ma chi ci deve sentire? Se è la fine del mondo è la fine del mondo. –
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– Non alzare la voce. Ti sto parlando, quindi mantieni la calma. Il Sole che sparisce... Sì le dodici. I numeri fosforescenti
non lasciano dubbi. Ahi! –
– Che succede! –
– Niente, che vuoi che succeda. Una testata. Tranne il quadrante dell’orologio non si vede nulla qui dentro. –
– Avessimo acceso la luce non brancoleresti nel buio. Prova a schiacciare un interruttore. –
– Se lo trovo… –
– Ci sei? –
– Silenzio! Parla piano ti dico. Ecco. La luce è accesa. –
– Vieni qui! –
– Silenzio! –
– Vieni, presto! Di nuovo il Sole! Pure il Sole si è acceso. –
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