L`India nella storia
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L`India nella storia
TEMA 5 FRA TRADIZIONE E SVILUPPO Scheda • LEZIONE 2 IL PAESE PIÙ SIGNIFICATIVO: L’INDIA L’India nella storia Una storia millenaria Si ritiene che la prima grande civiltà indiana si sia sviluppata tra il 2400 a.C. e il 1500 a.C. nella valle dell’Indo: da quel momento in poi gli Arii e i Dravida occuparono tutta l’India settentrionale. È in questo periodo che si colloca una ricchissima letteratura in sanscrito, con il culmine nei testi filosofico-religiosi come i Veda o gli Upanishad, in cui era già affermata la società delle caste. Nascevano anche il brahamanesimo – che non è solo una religione, ma una forma di civiltà dove la religione regola ogni aspetto dell’attività umana – e il buddismo. Il periodo indù durò fino al 1192, anno che sancisce l’inizio della lunga e gloriosa dominazione musulmana, con l’apice al tempo dell’impero Moghul. Dalla dominazione inglese all’indipendenza kistan, a maggioranza musulmana, e l’India, a maggioranza indù, le cui frontiere in Bengala e Punjab restavano però ancora da stabilire. La divisione fu accompagnata da enormi migrazioni di profughi e da terribili massacri su entrambi i fronti. Gandhi, che cercava disperatamente di opporsi alla rottura dell’India in due nazioni, fu ucciso da un nazionalista del movimento indù, che lo accusava di essere troppo vicino ai musulmani. L’India oggi La repubblica dell’India nacque nel 1950. Presidente era Jawahrlal Nehru. Il regime delle caste fu abolito ufficialmente; la poligamia combattuta; la condizione della donna migliorò. Oscillando tra socialismo e liberalismo, l’economia indiana sostenne lo sviluppo industriale con un capitalismo di stato, ottenendo mediocri risultati. A parte i successi del programma atomico, l’India potè sorreggersi grazie agli aiuti di Usa, Urss e Gran Bretagna. Complice l’esplosione demografica, lo scarso sviluppo agricolo condusse a numerose carestie. In politica estera l’India si mantenne sulla posizione del non-allineamento, anche se nel 1962 entrò in guerra (persa) con la Cina per una disputa sul Tibet. Sotto il governo di Indira Gandhi (19661977), figlia di Nehru, l’India accettò l’indipendenza del Pakistan orientale, che divenne il Bangladesh, ma non fu in grado di risollevare la propria economia. Durante il suo secondo mandato, nei primi anni Ottanta, Gandhi dovette affrontare anche la rivolta separatista dei sikh nel Punjab. A partire dal 1991 importanti riforme hanno trasformato l’India in uno dei paesi col tasso di crescita fra i più alti al mondo, avviandola a un graduale riscatto da povertà e analfabetismo. E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola Dal XVIII secolo gli inglesi iniziarono a estendere il proprio dominio sull’India, prima attraverso la Compagnia delle Indie, poi direttamente, a partire dal 1858. Sul finire del XIX secolo le pulsioni nazionalistiche cominciarono a emergere. Le richieste di autonomia trovarono la loro voce più autorevole in Mohandas Gandhi, detto il mahatma («grande anima»), che dagli anni Venti del Novecento trasformò la lotta per l’indipendenza in un movimento di massa all’insegna del metodo del satyagraha («resistenza non violenta»). La storia indiana conobbe una svolta nel 1947, quando il Parlamento inglese concesse l’indipendenza. Nacquero due stati: il Pa- L’India dispone di alcune industrie ad alta tecnologia nei settori elettronico, nucleare e aerospaziale. Nella foto, fabbricazione di componenti elettronici alla periferia di New Delhi.