Nota inviata

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Nota inviata
Roma, 19 marzo 2009
Prot. n. 861/2009/F/rb
Ill.mo
Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Silvio Berlusconi
Ill.mo
Ministro politiche agricole, alimentari e
forestali On.Luca Zaia
Ill.mo
Ministro ambiente, tutela del territorio e del
mare
On. Stefania Prestigiacomo
p.c.
Sen. Franco Orsi
Oggetto:
Disegno di legge per la riforma della Legge n. 157/92 sull’attività
venatoria – Osservazioni
L’11 marzo 2009 presso la XIII Commissione Territorio e Ambiente del Senato è stata
presentata una bozza di testo di legge che riunisce una dozzina di DDL depositati lo scorso anno,
aventi come tema comune la riforma della 157/92, la Legge che ha finora disciplinato l’esercizio
dell’attività venatoria e la tutela della fauna selvatica omeoterma.
La Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani (FNOVI), organo esponenziale
della categoria, richiamati i contenuti dell’art. 1 del proprio Codice Deontologico (Il medico
veterinario … … in particolare dedica la propria opera … … alla conservazione ed alla salvaguardia
del patrimonio faunistico ispirata ai principi di tutela delle biodiversità, dell’ambiente e della
coesistenza compatibile con l’uomo) evidenzia quanto di seguito.
La proposta inizia con l’importante premessa che “l'esercizio dell'attività venatoria è
consentita purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna selvatica, in particolare
di quella tutelata dalle direttive comunitarie”. La premessa è importante perché negli anni scorsi lo
Stato Italiano ha accumulato quattro procedure d’infrazione da parte della Comunità Europea per
decisioni in materia di caccia prese dalle Regioni che aprivano la caccia a specie non cacciabili
entrando in contrasto con le direttive europee.
Negli articoli seguenti però la proposta di legge si contraddice perché non solo chiede che le
Regioni possano autorizzare la caccia in deroga a specie non cacciabili, ma addirittura che le stesse
possano autorizzare tale esercizio anche all’interno dei parchi.
Le contraddizioni con la premessa iniziale non si fermano qui. È sufficiente considerare
quanto proposto in materia di caccia alla fauna migratoria. Si propone la possibilità di sparare agli
uccelli migratori mezz’ora dopo il tramonto, nelle fasi cruciali di spostamento degli uccelli tra i punti
di alimentazione e i punti di riposo notturni, aumentando le probabilità di errore conseguenti alla
scarsa possibilità di distinguere fra specie protette e cacciabili. Si propone di consentire la caccia nei
valichi montani alla fauna stanziale con grave pericolo di abbattimento anche della fauna migratoria.
La proposta sconvolge la normativa in materia di detenzione dei richiami vivi utilizzati come
esche per attirare altri uccelli. Si propone di permettere alle province di autorizzare anche l’utilizzo di
specie non cacciabili come richiami vivi e ai cacciatori di avere un numero illimitato di richiami vivi
detenuti senza gli anelli identificativi previsti dalla 157/92. Si chiede cioè di eliminare l’unico
strumento che finora ha consentito di attuare un minimo controllo sul commercio e la detenzione di
questi animali. Gli anelli che permettevano di appurare la legittima provenienza degli animali saranno
sostituiti da un certificato di provenienza che non sarà in nessun modo ricollegabile al singolo
animale.
La proposta si spinge molto oltre chiedendo di reintrodurre la barbara pratica degli animali
utilizzati come zimbelli. Ad esempio sarà consentito utilizzare una civetta, legata per le zampe o le ali
e lasciata appesa ad agitarsi per ore, come esca per attirare altri uccelli che, per scacciarla, si
avvicineranno agli appostamenti dei cacciatori dove verranno facilmente abbattuti.
La proposta ridimensiona anche l’importanza della ricerca scientifica nella gestione
faunistica. Si propone la possibilità di creare osservatori faunistici regionali sottraendo le competenze
in materia di caccia e di tutela della fauna all’ISPRA (ex Istituto Nazionale della Fauna Selvatica),
l’autorità scientifica di riferimento per lo Stato. Gli istituti regionali avranno la possibilità di rilasciare
pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria, creando in questo modo l’impossibilità di
individuare standard uniformi per tutto il territorio nazionale.
L’ISPRA viene privata anche della possibilità di esprimere parere vincolante sui piani di
abbattimento degli animali “problematici”. La proposta, infatti, prevede che l’attività di controllo
faunistico cioè di contenimento numerico, di allontanamento e di eradicazione effettuata sulla fauna
selvatica che si rende necessaria per il soddisfacimento di un primario interesse pubblico sia
autorizzata dal Prefetto o dal Presidente della Regione senza sentire il parere dell’ISPRA se gli
abbattimenti durano meno di 7 giorni, anche se si tratta di abbattere animali appartenenti a specie
protette. La proposta estende il controllo faunistico anche a specie non selvatiche, cioè potranno
essere abbattuti a fucilate, anche cani e gatti e altre specie domestiche, se considerati “fastidiosi”.
Quanto sopra, in armonia con il Codice Deontologico della nostra professione, ci trova in
disaccordo e ci induce a prendere formalmente le distanze dalla proposta.
Chiediamo pertanto ai loro dicasteri di prestare la massima attenzione agli argomenti sopra
illustrati, manifestando fin d’ora la più ampia disponibilità di questa Federazione e dell’intera
categoria per qualsiasi contributo possa essere ritenuto utile.
Cordialmente
Il Presidente
(Dott. Gaetano Penocchio)