Relazione VII - Comune di Volturara Irpina
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Relazione VII - Comune di Volturara Irpina
Relazione Tecnica Comitato tecnico castanicolo: dott. Gerardo Bruno dott.ssa Simona Carpenito dott.ssa Francesca Ceres ing. Sonia Raimo INDICE PREMESSA CAPITOLO I - Cinipide galligeno del castagno 1.1 Cenni storici del cinipide galligeno 1.2 Caratteristiche biologiche del cinipide galligeno 1.2.1 Ciclo biologico 1.2.2 Diffusione del Dryocosmus Kuriphilus 1.2.3 Reazione della pianta: formazione delle galle 1.3 Danni che provoca al castagno CAPITOLO II – Torymus sinensis Kamijo 2.1. Caratteristiche biologiche del Torymus sinensis 2.2. Come il Torymus sinensis contrasta il cinipide 2.3. Misure di contrasto attuate dai Paesi colpiti 2.3.1. Esperienza del Giappone 2.3.2. Esperienza dell’Europa (Francia ed Ungheria) 2.3.3. Esperienza del Piemonte 2.3.4. Esperienza della Regione Campania 2.3.4.1. Azioni poste in essere dalla Regione Campania a partire dal 2008 al 2014 CAPITOLO III – Lotta biologica nei castagneti di Volturara Irpina 3.1 La pianificazione della lotta biologica: cosa è stato fatto? 3.2 I gruppi di insediamento di Torymus sinensis 3.3 Pratiche colturali da rispettare CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA ALLEGATO Coordinate geografiche dei lanci di Torymus sinensis nel Comune di Volturara Irpina e nei comuni limitrofi 2 PREMESSA L’imponente distesa a castagneti da frutto e a boschi cedui che caratterizza il territorio del comune di Volturara Irpina è stata da sempre fonte di importanti risorse per la popolazione, oltre che fondamentale presidio idrogeologico dei monti che circondano il centro abitato. In seguito alla diffusione del cinipide galligeno del castagno nel Comune di Volturara Irpina si è avuto un netto calo della produzione castanicola, il che ha destato enorme preoccupazione nei castanicoltori locali, i quali hanno trasmesso il loro disagio al Sindaco e all’Amministrazione comunale. Immediatamente Sindaco ed Amministrazione si sono attivati con incontri e dibattiti volti alla risoluzione del problema ed in linea con le indicazioni suggerite dai protocolli generati dal Tavolo Tecnico Nazionale sulla castanicoltura del MIPAAF ed hanno deciso di rafforzare le attività di lotta biologica già iniziate negli anni scorsi. Il risultato di questo impegno comune è stato l’istituzione del comitato tecnico scientifico affiancato dal comitato castanicoltori, con il compito da parte del primo di dare un’impostazione scientifica al programma definendo ed attuando le azioni di intervento e da parte del secondo di raccogliere i fondi per l’acquisto dell’antagonista naturale specifico del cinipide galligeno del castagno e di supportare il Comitato Tecnico durante le attività in campo. 3 CAPITOLO I Cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) Figura 1-Dryocosmus kuriphilus 1.1 Cenni Storici del Cinipide galligeno Il Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, conosciuto come “cinipide galligeno del castagno”, è un piccolo imenottero considerato uno degli insetti più dannosi per il castagno che, come molte altre specie appartenenti alla famiglia Cinipidae è caratterizzato dalla capacità di indurre la formazione di galle (da qui galligeno) sulle piante ospiti. È originario della Cina settentrionale ed è stato segnalato per la prima volta in Giappone nel 1941. Diffusosi anche in Corea, a partire dagli anni ’60 ha causato in entrambi i Paesi gravi danni alle coltivazioni di castagno da frutto, con perdite di produzione notevoli. Nel 1974 il cinipide ha fatto la sua comparsa in Georgia (USA) in coltivazioni di castagno cinese, giungendo con marze di provenienza asiatica non sottoposte a quarantena. Dopo aver compromesso seriamente la produzione di questi impianti da frutto, a partire dal 1992 l’insetto è stato ritrovato anche sul castagno americano. Attualmente, negli Stati Uniti risulta endemico in Georgia e North Carolina ed è presente anche in Alabama, Virginia e Ohio. L’arrivo di questo insetto va ad incrementare il numero di parassiti esotici che, accidentalmente introdotti in passato, hanno arrecato gravi danni alla castanicoltura europea come il cancro della corteccia del castagno. In Europa la specie è stata segnalata per la prima volta in Piemonte nel 2002, in particolare in diverse località della provincia di Cuneo. 4 Figura 2 - Mappa in cui sono riportati i periodi di diffusione mondiale del cinipide. Tale presenza, manifestatasi con formazione di galle, è stata riscontrata sia sugli ibridi eurogiapponesi (la cui coltivazione in zona è iniziata a partire dagli anni’80) e sia sul castagno europeo sia esso selvatico (Castanea Europea) che innestato con le altre specie (Castanea crenata, Castanea mollissima, Castanea dentata). I primi dati sono stati elaborati dopo che nella primavera del 2002 sono stati recapitati, al Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, campioni di castagno provenienti dai Comuni di Boves e Peveragno situati in un’area pedemontana a sud di Cuneo. La sua introduzione in Piemonte, e quindi in Italia è probabilmente imputabile, come negli USA, all’importazione di materiale propagativo di castagno dalla Cina, Giappone e USA, Paesi in cui il cinipide galligeno risulta presente. L’arrivo dell’insetto è sicuramente precedente al 2002, in quanto in quell’anno la sua presenza era già diffusa nei castagneti di alcuni comuni cuneesi ed era tale da rendere improponibili tentativi di eradicazione. Successivamente, in Italia, sono stati rilevati danni, nel 2005 nel Lazio e la presenza in Aprile 2008 anche in Campania ed in particolare nelle provincie di Avellino e Salerno. 5 1.2 Caratteristiche biologiche del Cinipide galligeno Il Dryocosmus Kuriphilus è un imenottero appartenente: ORDINE Hymenoptera FAMIGLIA Cynipidae GENERE Dryocosmus SPECIE D. Kuriphilus È un insetto galligeno, capace cioè di indurre la formazione di ingrossamenti tondeggianti (galle) su germogli e foglie all’interno dei quali si compie il ciclo vitale delle larve. Le femmine, lunghe 2.5 – 3.0 mm., presentano una colorazione nera a carico del torace e dell’addome, mentre gli arti risultano di colore giallo-brunastro, ad eccezione dell’ultimo segmento tarsale che è bruno scuro. Le antenne filiformi sono formate da 14 antennomeri, di cui i primi tre ocracei, mentre i successivi risultano di colore bruno progressivamente più scuro verso l’apice antennale. Le ali anteriori presentano una venatura ridotta, in cui spiccano le nervature subcostale e radiale. L’addome, grande e tondeggiante, è provvisto di una sottile tenebra con cui le femmine inseriscono le uova all’interno delle gemme. Le pupe, exarate, sono di dimensioni analoghe ed inizialmente di colore bianco, per poi diventare bruno scure o nere. Le femmine nei primi giorni vivono senza nutrirsi . Depongono le uova (100/150) nelle gemme a gruppi di 3/5. Più femmine possono ovideporre nella stessa gemma. Le uova ialine, piriformi e dotate di un lungo peduncolo, hanno un diametro di 0.1/0.2 mm. Le uova si schiudono dopo 30-40 giorni. Lo sviluppo del primo stadio larvale è molto lento e prosegue per l’autunno e l’inverno. Queste gemme sono asintomatiche! La formazione delle nuove galle si ha solo alla ripresa vegetativa del nuovo anno ed è molto rapida: un paio di settimane, durante le quali si completa lo sviluppo della larva attraverso altri quattro stadi. 6 Figura 3 - Immagine della gemma parassitizzata e delle uova Le larve, apode e prive di occhi, sono di colore prima ialino, poi bianco a maturità, quando misurano 2.5 mm ca. di lunghezza. Figura 4- Particolari del Cinipide allo stadio Larvale e di Pupa 1.2.1 Ciclo Biologico Il D. kuriphilus presenta una sola generazione annua (univoltina) e la riproduzione per partenogenesi telitoca, con assenza quindi dei maschi. La femmina adulta compare nel periodo estivo compreso fra giugno e luglio e depone all'interno delle gemme della pianta ospite in genere da 3 a 5 uova per gemma; ogni gemma può arrivare a contenere 20-25 uova deposte da più femmine (I STADIO). 7 Tra agosto – settembre nascono le larve che si accrescono lentamente, sempre all'interno delle gemme, senza che queste ultime mostrino esternamente segni visibili della presenza dell'insetto (II STADIO). Solo durante la primavera dell'anno successivo si ha una accelerazione dello sviluppo larvale e alla ripresa vegetativa della pianta le gemme colpite, dietro stimolo dell'insetto, vengono indotte a produrre galle molto appariscenti che compaiono sulle nuove foglie emergenti dalla schiusura delle gemme colonizzate, dove le larve continuano a nutrirsi per circa un mese e dove a maturazione si impupano (III STADIO). Il ciclo biologico si chiude all'inizio del periodo estivo con la comparsa delle nuove femmine adulte, fertili, che sfarfallano dalle galle (IV STADIO). 1.2.2 Diffusione del Dryocosmus kuriphilus Una volta analizzato il ciclo biologico, è facile dedurre che la fase critica per quanto riguarda la sua diffusione è rappresentata dal riposo vegetativo in cui le gemme infestate sono asintomatiche, per cui lo scambio di marze o di astoni può permettere la diffusione dell’insetto in aree anche molto distanti (ad esempio in diversi continenti), infatti, le modalità di diffusione dell’imenottero possono essere attribuite: • al volo delle femmine adulte (favorite dal vento); • al trasporto passivo delle femmine con mezzi di trasporto (trattandosi di aree fortemente antropizzate); • al commercio di materiale di propagazione infestato come marze e astoni. 8 I STADIO OVIDEPOSIZIONE Avviene su gemme nuove in piena estate(luglio-agosto) II STADIO SVILUPPO LARVALE La larva di prima età è in stato quiescente e nella gemma cominciano piccole trasformazioni non visibili esternamente. Alla ripresa vegetativa le larve si accrescono all’interno di una galla formata a carico di differenti tessuti fogliari. III STADIO IMPUPAMENTO Le larve, dopo essersi nutrite per 20-30 gg. all’interno delle singole cellette presenti nelle galle, iniziano a impuparsi dalla seconda metà di maggio. IV STADIO SFARFALLAMENTO Avviene in estate a partire da giugno, le galle disseccano e possono restare sui rami per più anni. 9 1.2.3 Reazione della pianta: formazione della galla La galla dal punto di vista botanico è una malformazione a carattere escrescente che si forma a causa di una proliferazione delle cellule vegetali sulle foglie, sui rami, sul tronco e sulle radici dei vegetali a causa di una parassitosi di funghi, batteri, insetti o acari. In genere è semplice riconoscere il tipo di parassita, in quanto ognuno di essi produce una galla differente in quanto ciascun parassita utilizza un agente diverso per indurre la formazione della galla. Nel caso in fattispecie del cinipide galligeno, le galle si possono localizzare lungo la nervatura mediana delle foglie, alla base degli amenti o coinvolgere tutto il germoglio, determinando l’arresto dello sviluppo vegetativo dei getti colpiti e la riduzione della fruttificazione per la mancata produzione dei fiori femminili e degli amenti maschili. Durante l’autunno le galle dissecano e rimangono visibili sugli alberi anche nell’anno successivo. A volte le galle sono confinate sulle foglie lungo la nervatura centrale. Forti infestazioni riducono la vigoria delle piante che si presentano con la chioma molto diradata e possono causarne la morte (anche se mai scientificamente provato). Le caratteristiche delle galle del cinipide galligeno possono essere così sintetizzate: • coinvolgono direttamente i germogli oppure possono localizzarsi sulla nervatura mediana delle foglie o alla base degli amenti maschili; • hanno diametro variabile da 0,5 a 3-4 cm; • contengono una o più celle (fino a 30-40) in cui si sviluppano gli stadi giovanili del cinipide; • sono di colore verde, sovente con sfumature rossastre anche intense; 10 • disseccano nel corso dell’estate e possono restare sui rami per più anni. 1.3 Danni che provoca al castagno L’insetto attacca unicamente il genere Castanea, provocando la formazione di galle (ingrossamenti di forma tondeggiante e dimensioni variabili da 0,5 a 2 cm di diametro, di colore verde o rossastro) su foglie e germogli e perfino sugli amenti maschili, fino a compromettere lo sviluppo vegetativo delle piante e la fruttificazione. Nel caso di forti infestazioni la formazione delle galle determina un arresto dello sviluppo dei germogli riducendo la crescita delle piante e la produzione di castagne. Mentre le galle risultano facilmente visibili, più subdola è la presenza delle uova e delle larve del primo stadio all’interno delle gemme, che non manifestano sintomi evidenti per tutto il periodo intercorrente tra la deposizione delle uova in estate fino alla ripresa vegetativa nella primavera dell’anno seguente. L’arresto dei germogli e la successiva riduzione della crescita delle piante può condurre sino alla morte se gli attacchi sono gravi e ripetuti. 11 CAPITOLO II Torymus sinensis Kamijo Figura 5- Foto del Torymus sinensis Il Torymus sinensis, è un insetto parassitoide appartenente alla superfamiglia Chalcidoidea, ordine degli Imenotteri, utile nel controllo biologico del cinipide galligeno del castagno. Il Torymus sinensis si comporta come ectoparassita monofago del Dryocosmus kuriphilus. In Cina il fitofago è controllato efficacemente da diversi agenti naturali, fra cui rientrano alcuni Imenotteri calcidoidi torimidi, compreso il Torymus sinensis. Nella seconda metà degli anni settanta e agli inizi degli anni ottanta in Giappone è stato attuato un piano d'introduzione del Torymus sinensis importando alcune migliaia di galle dalla Cina. I monitoraggi effettuati nel corso degli anni ottanta hanno messo in evidenza che il torimide si è acclimatato, espandendosi in un territorio più vasto, ma soprattutto ha ridotto drasticamente l'intensità degli attacchi del Cinipide: nei siti monitorati la percentuale d'infestazione, inizialmente del 43%, si è ridotta al 3% alla fine degli anni ottanta e all'1% agli inizi degli anni novanta. In Italia, nel 2003 e nel 2004 sono state effettuate le prime prove di lotta biologica introducendo materiale di provenienza giapponese. Le prove hanno dato risultati positivi nel primo anno, tuttavia il secondo anno la parassitizzazione non si è stabilizzata, probabilmente a causa di una mancanza di sincronizzazione fra il ciclo del parassitoide e quello del cinipide. 2.1 Caratteristiche biologiche del Torymus sinensis Il Torymus sinensis è un parassito ide appartenente: CLASSE Insecta ORDINE Hymenoptera 12 SOTTORDINE Apocrita SUPERFAMIGLIA Chalcidoidea FAMIGLIA Torymidae GENERE Torymus SPECIE T. Sinensis Kamijo Allo stesso modo del cinipide compie una sola generazione l’anno e la popolazione è costituita sia da maschi che da femmine. È un insetto di circa 2,5 mm di lunghezza, ha il corpo di un colore verde metallico e zampe giallastre. La femmina si distingue chiaramente dal maschio per la presenza dell’ovopositore. Il T. sinensis inizia a sfarfallare dalle galle invernali secche presenti sul castagno tra fine marzo e la prima settimana di maggio con differenze sulla base dell’andamento climatico. Ha una vita media di circa 25 – 35 giorni, nei primi 6 giorni della sua vita si accoppia e si nutre per far crescere le uova che deporrà per dar vita alla generazione successiva. Le femmine accoppiate potranno così deporre fino a 70 uova all’interno delle galle in corso di formazione. Le femmine devono necessariamente accoppiarsi: in caso contrario, esse andranno comunque ad ovideporre nelle galle ma gli individui che sfarfalleranno l’anno successivo saranno solamente maschi. Le uova sono deposte sul corpo del cinipide o comunque all’interno della cella larvale, in questo modo la larva ectoparassita del T. sinensis si nutre della larva del Cinipide. Il parassitoide si impupa durante l’inverno all’interno della galla divenuta secca per diventare adulto in primavera e sfarfallare ricominciando il suo ciclo biologico (Quacchia et. al., 2011). 2.2 Come il Torymus contrasta il cinipide Il Torymus sinensis presenta un’alta specificità per il castagno in quanto: compie una sola generazione per anno, come il Cinipide (specie UNIVOLTINA); fenologicamente affine: lo sfarfallamento è sincronizzato con il germogliamento del castagno e lo sviluppo di nuove galle, per cui la larva di Torymus ha il tempo di cibarsi della larva di cinipide impedendone lo sfarfallamento; biologicamente predisposti: individuano la presenza di larve di cinipide nelle galle fresche con stimoli visivi e olfattivi e la lunghezza dell’ovipositore è adatto alla struttura della galla del castagno. Inoltre è MONOFAGO e vive solo sul castagno. 13 Nel seguito una scheda sinottica in cui vengono messi a confronto, nei vari periodi dell’anno, lo stadio fenologico del castagno, il ciclo biologico del cinipide e quello del Torymus e i principali interventi da attuare. 14 15 2.3 Misure di contrasto attuate dai Paesi colpiti 2.3.1 L’esperienza del Giappone Il cinipide galligeno del castagno è stato introdotto accidentalmente in Giappone dalla Cina intorno al 1940, si è successivamente diffuso molto rapidamente interessando alla fine degli anni ‘50 già gran parte delle superfici del Paese, dove ha causato seri problemi alla castanicoltura. Figura 6 - Diffusione del D. kuriphilus in Giappone diviso per periodo di infestazione Il metodo di lotta adottato è stato l’introduzione nell’agro ecosistema dei castagneti di un parassitoide di origine cinese, il “Torymus sinensis Kamijo”. Tale introduzione è avvenuta mediante il lancio di 260 femmine fecondate, nella primavera del 1982 su castagni giapponesi (Castanea crenata Sieb. e Zucc.) situati nell’area di controllo dell’Istituto Nazionale di Arboricoltura (INA) a Tsukuba, circa 50 km a nord-est di Tokyo. Nel 1989 il numero di femmine di Torymus sinensis sfarfallate per 100 galle era aumentato di 25 volte rispetto al 1983. Da allora, il Torymus sinensis è divenuto il principale parassitoide del cinipide all’INA. L’effetto dell’introduzione del torimide avvenuta nel 1982 sull’infestazione di D. kuriphilus è stata valutata osservando la formazione di galle sulle piante di castagno. Il tasso di infestazione è progressivamente diminuito dal momento del rilascio fino a raggiungere un livello del 3% nel 1988, ed è ulteriormente calato fino a meno dell’1% all’inizio degli anni ’90. 16 Fig. 7- Asse in cui ben si evidenzia in Giappone la regressione costante del cinipide in seguito al lancio del parassitoide. Inoltre, è stato notato come T. sinensis abbia aumentato il suo areale di diffusione dopo il suo rilascio. Il parassitoide si è diffuso gradualmente durante i primi tempi, ad una velocità di meno di 1 km/anno, per aumentare quindi la sua dispersione negli anni successivi. Nella primavera del 1989, T. sinensis è stato rinvenuto in una zona situata a più di 12 km dall’INA. Da allora, l’espansione è stata costante ad un ritmo di circa 60 km all’anno (cioè 60 km per ogni generazione). Di conseguenza, i parassitoidi sembrano essersi diffusi attivamente per centinaia di km dal punto di rilascio. 2.3.2 Esperienza dell’ Europa (Francia ed Ungheria) Sulla base di precedenti operazioni di successo in altri paesi, un controllo biologico classico con il parassitoide T. sinensis è stata attuata in Francia dal 2011. Durante i primi due anni, 42 rilasci di Torymus sinensis sono stati effettuati in diverse parti della Francia (una sola introduzione di 100 ♀ e 50 ♂ invece di due introduzioni di 50 ♀ e 25 ♂ con un intervallo di un anno per ogni sito). I primi risultati indicano che, anche se sono stati rilasciati pochi esemplari di biocontrollo, il tasso di riproduzione di T. sinensis è elevato (circa l’80%) (Borowiec N. et al.). 17 Nel maggio del 2014, il T. sinensis è stato rilasciato anche nella parte sud – occidentale dell’Ungheria, in due siti (Dobri e Kerkateskánd) nella zona di Zala Count, dove la popolazione di D. kuriphilus è in rapida crescita (Szabo G. et al.) Nella zona di Dobri sono state rilasciate 200 femmine, mentre nella zona di Kerkateskánd ne sono state rilasciate 100. I maschi e le femmine provengono da Cuneo. 2.3.3 Esperienza del Piemonte Nella primavera 2002 sono pervenuti al Settore Fitosanitario della Regione Piemonte campioni di castagno provenienti da Boves e Peveragno, comuni situati in un’area pedemontana a sud di Cuneo. Entrambi i campioni erano costituiti da getti interessati da numerose galle verdi o rossastre, di forma tondeggiante e dimensioni variabili da 0,8 a 1,5 cm di diametro. Le galle erano a volte localizzate su singole foglie ma più spesso interessavano i germogli laterali o apicali dei rami, inglobando una parte delle giovani foglie e determinando l’arresto dello sviluppo vegetativo dei getti colpiti. All’interno delle galle erano presenti da 1 fino a 7-8 celle, a seconda delle dimensioni delle galle stesse, ospitanti larve biancastre, prive di zampe e occhi. Dai germogli infestati, raccolti verso l’inizio di luglio e portati in laboratorio, sono sfarfallati gli adulti dell’insetto galligeno. La determinazione di questi esemplari, effettuata presso il Systematic Parasitoid Laboratory di Koeszeg (Ungheria), ha comprovato la comparsa in Piemonte di Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu (AA.VV., 1995; Bounous et al., 1995). Nel 2003 in Italia, grazie alla positiva e ben documentata esperienza giapponese e alla collaborazione con i ricercatori del National Agricultural Research Center di Ibaraki, è stato avviato un progetto di lotta biologica, finanziato dalla Regione Piemonte e svolto dal DIVAPRA (oggi DISAFA) - Settore Entomologia e Zoologia applicate all’Ambiente “C. Vidano” dell’Università di Torino, che prevede l’introduzione e la diffusione, mediante il metodo propagativo, del parassitoide T. sinensis nelle aree castanicole del cuneese infestate. Attraverso tale collaborazione è stato possibile avere a disposizione ogni anno fino al 2008 un certo quantitativo di galle raccolte in Giappone, e quindi, potenzialmente parassitizzate (non è possibile stabilire a priori se una galla è parassitizzata o meno) da T. sinensis. La prima fase del progetto è stata particolarmente delicata. 18 L’allevamento di questi primi nuclei ha richiesto un’attenta selezione del materiale importato e procedure di quarantena (all’interno delle galle, infatti, non è presente solo l’insetto utile, ma possono esserci altri artropodi). Inoltre è stato necessario termocondizionare le galle per sopperire agli sbalzi termici occorsi durante il viaggio e per permettere la sincronizzazione fra il ciclo biologico di T.sinensis e la fenologia del castagno in Italia. Vista anche la situazione di equilibrio, la quantità di galle giunta dal Giappone non era elevata: pertanto le prime ricerche in laboratorio e le introduzioni prima in ambiente confinato e poi in pieno campo sono state condotte con un numero limitato d’individui. La prima introduzione di galle dal Giappone avvenne nel 2003. Dal 2005, grazie al termocondizionamento delle galle provenienti dal Giappone, fu possibile rilasciare il parassitoide in pieno campo in tre siti molto infestati nella provincia di Cuneo. Fino ad allora gli esemplari ottenuti dalle galle giapponesi sono stati utilizzati per rilasci in pieno campo nel territorio regionale infestato dal cinipide e dal 2009 non è stato più necessario il supporto dal Giappone in quanto la raccolta delle galle italiane ha fornito gli esemplari necessari per i nuovi rilasci. Sin dai primi anni di studio, sono stati indagati l’insediamento e la crescita della popolazione del parassitoide in alcuni siti di rilascio, a campione. Ora la popolazione risulta essere ben insediata e cresce rapidamente in tutte le aree in cui sono stati compiuti i rilasci. Grazie a questi risultati incoraggianti, sono nate collaborazioni in diverse regioni italiane per diffondere il parassitoide e proseguire gli studi. I primi positivi risultati ottenuti sulla parassitizzazione del cinipide e l’esperienza maturata hanno permesso di redigere un protocollo d’attuazione della lotta biologica, parte integrante del “Documento di sintesi” del Piano del settore castanicolo 2010-2013 del Mipaaf (Alma et al., 2013). 2.3.4 Esperienza della Regione Campania 2.3.4.1. Azioni poste in essere dalla Regione Campania a partire dal 2008 al 2014 Azioni legislative ed amministrative: Il cinipide galligeno del castagno in Regione Campania è stato riscontrato nella primavera del 2008 in alcuni castagneti sulle pendici di Pizzo San Michele nella catena dei monti Picentini tra i comuni di Montoro Superiore (AV) e Fisciano (SA). Pertanto, le istituzioni regionali consapevoli del risvolto negativo che tale insediamento porta sul territorio, ed 19 anche in virtù di quanto già successo nelle altre Regioni, in ottemperanza al Decreto del MIPAAF datato 30.10.07 che ha ad oggetto “Misure d’emergenza provvisorie per impedire la diffusione del cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica italiana", ha rapidamente ed opportunamente delimitato l’area di rilevanza fitosanitaria emanando il Decreto Regionale del Coordinatore dell’Area n° 13 del 24.04.08. Tale decreto, definisce l’area infestata, la zona focolaio e redige il documento tecnico con gli interventi fitosanitari urgenti da adottare. Istituzione di un tavolo operativo: L'assessorato regionale all'Agricoltura e alle Attività Produttive nel 2008, invece, ha istituito un tavolo operativo per affrontare tale problematica, e nel contempo ha avviato brevemente un monitoraggio accurato delle aree in cui era stata segnalata la presenza del cinipide, per conoscere la reale diffusione. Il tavolo operativo, ha visto impegnati: l'assessorato del servizio fitosanitario regionale, i settori provinciali dell'agricoltura e delle foreste, il settore foreste caccia e pesca, il Corpo Forestale dello Stato, gli Enti territoriali, le Comunità Montane e le organizzazioni professionali agricole. Attività di Ricerca e sperimentazione: Nel mese di giugno 2008, la Giunta Regionale con propria deliberazione n°1049 ha, tra l’altro, affidato alla AGC Sviluppo Attività Settore Primario l’incarico di potenziare le linee di ricerca e sperimentazione per ricercare soluzioni per il contenimento dell’insetto. A tal fine è stato approvato il progetto di ricerca proposto dall’Istituto per la Protezione delle Piante (IPP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Portici, in quanto ritenuto coerente con lo spirito e con gli obiettivi della D.G.R. n° 1049/08. Il progetto prevede il coinvolgimento di quattro Istituzioni di Ricerca nazionali (CNR – IPP, Università di Torino, Università del Molise ed Università di Foggia, Unità di Ricerca per la Frutticoltura del CRA di Caserta), ciascuna delle quali con comprovata e documentata esperienza di ricerca sulla tematica. Il progetto aveva 4 scopi fondamentali: a) monitoraggio (attraverso dissezione di materiale vegetale e trappole cromotropiche) e studio della biologia del cinipide in territorio campano (tutti i dati disponibili erano infatti stati raccolti in Piemonte, e quindi necessitavano di una validazione); 20 b) individuare le sostanze chimiche che determinano l'attacco del castagno da parte del cinipide (al fine di mettere a punto metodi di campionamento più precisi ed affidabili); c) introduzione del nemico naturale specifico del cinipide, il torimide Torymus sinensis; d) caratterizzare i nemici naturali autoctoni del cinipide provenienti dai cinipidi di piante forestali limitrofe ai castagneti (es.: querce). Nel 2008 i tecnici dell’Assessorato e i ricercatori dell’IPP–CNR della sezione di Portici hanno effettuato per la prima volta il lancio di 100 coppie di Torymus sinensis, in un castagneto ceduo nel comune di Montoro Superiore (AV). Nel 2009 sono stati individuati 5 siti nei comuni di Roccadaspide e Calvanico in provincia di Salerno, Serino e Solofra in provincia di Avellino e Roccamonfina in provincia di Caserta ritenuti idonei per il lancio nell’ambiente di 500 coppie di Torymus sinensis. I siti sono stati scelti in modo che, grazie alla loro ubicazione, fossero in grado di assicurare una diffusione naturale “dell’insetto utile” in areali molto ampi già interessati dall’infestazione del cinipide. Nel corso del 2011 si sono realizzati altri 6 lanci: Roccamonfina (CE), Montoro Inferiore (AV), Bagnoli Irpino (AV), Calvanico (SA), Summonte (AV) ed Acerno (SA). Interventi attraverso la LR n. 4/2002 “Emergenze fitosanitarie conclamate”: Si è fatto inoltre ricorso ai fondi stanziati con la Legge Regionale n. 4 del 28 marzo 2002 ad oggetto “Incentivazione di interventi a carattere territoriale per le emergenze fitosanitarie conclamate”. Nel corso del 2008 è stato infatti riaperto il bando previsto dalla norma (DGR 1049 del 19.06.08), inserendo anche il cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) nell’elenco dei parassiti che causano emergenze fitosanitarie in Campania. A tale bando hanno partecipato 22 soggetti, i progetti ammissibili sono stati 16, di cui 9 afferenti all’emergenza cinipide. I progetti approvati per l’emergenza cinipide facevano capo a tre comunità montane e ad all’Associazione Castanicoltori Campani che ha presentato cinque progetti su diversi ambiti territoriali. Ciascun progetto contemplava azioni di assistenza tecnica, di prevenzione e monitoraggio nonché misure per eventuali compensazioni di danni da parte dei castanicoltori. Le Comunità Montane e l’Associazione Castanicoltori Campani hanno provveduto all’azione divulgativa e di monitoraggio del territorio: questa seconda attività, svolta di concerto anche con l’IPP-CNR, ha contribuito ad una migliore conoscenza del ciclo biologico dell’insetto in questi areali ed è stato così 21 possibile programmare adeguate strategie di difesa di natura biologica, chimica e/o integrata. I Progetti attengono: la Comunità Montana “Monte Santa Croce”, la CM “Monte Maggiore”, la CM “Terminio Cervialto”, l’Associazione Castanicoltori Campani per gli ambiti territoriali “Irno-Monti Picentini”, “Alta Irpinia”, “Vallo di Lauro Baianese”, “Lambro Mingardo - Vallo di Diano - Tanagro”, “Alburni - Alto e Medio Sele - Calore Salernitano”. Nel corso del 2012 sono stati effettuati altri 102 lanci del Torymus sinensis in tutto il territorio regionale, ai quali vanno aggiunti almeno altri 160 realizzati da soggetti 22 beneficiari di incentivi regionali derivanti dalla legge regionale n. 4/2002 sulle emergenze fitosanitarie. Le attività programmate per il biennio 2013/2014 hanno previsto il proseguimento delle attività di studio e di ricerca avviate con il coinvolgimento di istituzioni scientifiche che hanno la massima competenza per i singoli aspetti considerati, prevedendo: a) l'introduzione diretta, per due anni, di T. sinensis, forniti dal DISAFA - UNITO, in un numero di 100 coppie per lancio, in 80 siti per anno (totale 160 lanci nei due anni) preventivamente individuati e monitorati dal personale regionale per l'individuazione del momento ideale del rilascio; b) l'introduzione diretta, per due anni, di T. sinensis ottenuto in loco da galle fornite preventivamente dal DISAFA - UNITO, che dovranno consentire un minimo di 65 lanci annui (con un numero di 100 coppie per lancio, per un totale di 130 lanci nei due anni) in siti preventivamente individuati e monitorati dal personale regionale per l'individuazione del momento ideale del rilascio. 23 CAPITOLO III LOTTA BIOLOGICA NEI CASTAGNETI DI VOLTURARA IRPINA 3.1 La pianificazione della lotta biologica: cosa è stato fatto? La prima attività realizzata è stata delimitare le aree investite a castagneto da frutto e a cedui castanili dell’intero territorio del comune di Volturara Irpina ed estesa ai comuni limitrofi per le sole zone gestite e/o di proprietà di volturaresi come Salza irpina e Santo Stefano del Sole e Montemarano, (contorno giallo in figura 8). Figura 8- Area castanicola Successivamente è stato sovrapposto all’area delimitata un reticolo cartografico con maglia 600mt x 600mt (rete rosa in figura 9), calcolata in modo tale da avere nel minor tempo possibile sull’intero territorio l’insediamento di Torymus sinensis e stabilire una distribuzione omogenea sul territorio. 24 Figure 9-10: Reticolo geografico 600 mt x 600 mt Sono stati quindi individuati il numero di lanci necessari per coprire l’intero territorio nell’intersezione delle rette del reticolo (punto rosa –fig.11) pari a 49 postazioni. Altri 5 lanci di rinforzo sono stati distribuiti equamente in 10 postazioni (rappresentate in figura dalla x nera- fig.11), poiché è stato verificato che l’insediamento è più efficace se il sito di lancio viene rafforzato con un ulteriore rilascio di insetti a distanza di alcuni giorni. In definitiva i gruppi di insediamento rilasciati sono stati complessivamente 54, distribuiti come nel seguito: • n. 34 siti di lancio di cui 8 rinforzati nel comune di Volturara Irpina nelle località o frazioni : Cerreta; Faito; San Michele; Tavernole; Costa; Folettine; Pioppeto; Acqua delle Noci; Piano dei Monti; Acqua di zia Maria; Cerropanno; Folettine; Tuoro; Raione; Cotrazzulo; Faggeto; Acqua dei Meroli; La Tufara; Vene; Mezzane; Grottola; Acqua delle Logge; Mortariello; Macchie; Piano della Guardia; Toppolo; Foresta. • n. 6 siti di lancio di cui 1 rinforzato nel comune di Santo Stefano del Sole; 25 • n. 6 siti di lancio di cui 1 rinforzato nel comune di Sorbo Serbico; • n. 1 sito di lancio nel comune di Salza Irpina; • n. 1 sito di lancio nel comune di Montemarano; • n. 1 sito di lancio nel comune di Montella. Figura 11: Individuazione teorica dei siti di lancio I tecnici incaricati, in collaborazione con i membri del comitato castanicolo, in campo, prima di effettuare il lancio del Torymus sinensis, hanno valutato l’adeguatezza del sito, effettuato il lancio e rilevato le coordinate geografiche per la registrazione definitiva dei siti di lancio del piano di lotta biologica. Per l’eterogeneità orografica del territorio volturarese la pianificazione dei lanci ha subito delle modifiche a causa delle complessità della catena montuosa in modo da ricoprire gli innumerevoli versanti. Inoltre, sono stati individuati dei lanci strategici per la loro posizione geografica (punto a quota più alta), facilitando la propagazione dell’insetto dando loro la possibilità di spostarsi verso il basso del versante, come naturalmente inclini. 26 Figura 12 - Cartografia finale dei lanci reali di Torymus sinensis La cartografia finale dei lanci effettuati, concretizza il passaggio tra la fase di pianificazione e la realizzazione in campo delle linee di attività proposte e dimostra il lavoro di adattamento della originaria rete teorica di siti di lancio alla reale situazione orografica dei monti di Volturara Irpina. 27 3.2 I gruppi di insediamento di Torymus sinensis Il Gruppo di insediamento è l’insieme degli insetti di Torymus sinensis che viene rilasciato in un sito di lancio. Ciascun gruppo contiene un numero di insetti tali da garantirne la sopravvivenza in condizioni ambientali favorevoli. Ogni lancio è composto da un totale di circa 140 - 160 individui così suddiviso: • 100-110 femmine ; • 40-50 maschi. opportunatamente certificati dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR. Dalle galle sfarfallano prima gli insetti maschi per cui vengono opportunamente alimentati e conservati in laboratorio fino alla nascita delle femmine. Le femmine nei primi 5/6 giorni di vita vengono quindi alimentate e fatte accoppiare, in modo da essere pronte all’ovideposizione nel momento del rilascio in natura. I gruppi di insediamento utilizzati erano formati da femmine già fecondate, in ogni caso la presenza nei gruppi di rilascio di una percentuale di circa il 30% di maschi assicura l’accoppiamento in natura delle eventuali femmine non fecondate. Gli insetti vengono conservati in borse frigo tra i 12/15 °C durante il trasporto dal laboratorio ai campi. Per effettuare il rilascio vengono avvicinate le provette contenenti gli insetti ai rami con galle fresche e si attende che spontaneamente gli stessi fuoriescano. Figura 14 – Torymus sinensis su galle dopo aver effettuato il lancio 28 La metodologia di rilascio utilizzata è quella diffusiva cioè ogni gruppo di insediamento è rilasciato su almeno tre/cinque diverse piante prossime tra loro. Gli insetti sono stati rilasciati dapprima nei cedui e successivamente nei castagneti da frutto a seguito di un controllo dello stadio fenologico delle piante di castagno. 3.3 Pratiche colturali da rispettare A seguito dei numerevoli gruppi di insediamento di Torymus sinensis rilasciati nei fondi castanicoli, sia da frutto che cedui, del comune di Volturara Irpina e di alcuni comuni limitrofi (Salza Irpina, Santo Stefano del Sole, Montella, Sorbo Serpico e Montemarano) è necessario adottare alcune pratiche colturali che ne favoriscono la diffusione, limitando quella del cinipide ed in particolare: • Non bruciare materiale vegetale tra fine marzo e metà giugno. Il fumo disorienta i maschi che non si accoppiano e le femmine non fecondate deporranno uova che produrranno solo maschi, riducendo il rateo di crescita. Le femmine, inoltre, investite dal fumo non riescono più ad usare le loro particolare capacità olfattive e visive che consente loro di individuare con puntuale precisione la posizione ed il numero di larve di cinipide presenti nelle varie galle pertanto disorientate non effettueranno ovideposizione con naturale efficienza, riducendo la velocità di contrasto al cinipide; • Non distruggere e allontanare gli scarti di potatura prima della fine di maggio, gli antagonisti potrebbero essere presenti nelle galle vecchie. 29 CONCLUSIONI L’obiettivo primario delle attività del Comitato Tecnico è quello di riuscire nell’insediamento di una fitta rete di focolai di Torymus sinensis e di riuscire a ridurre seppure sensibilmente i tempi di propagazione e di diffusione dell’antagonista del Cinipide su tutto il territorio castanicolo voltura rese attraverso un oculato posizionamento dei siti di lancio. Ciononostante la lotta biologica e la propagazione naturale degli insetti richiedono tempi fisiologicamente medio/lunghi, basterà aspettare che la natura faccia il suo corso per rivedere i castagneti floridi come qualche anno fa. La pianificazione di tutto questo lavoro programmato è stato veramente impegnativa in quanto è stata realizzata in un territorio vasto e diversificato orograficamente. Le difficoltà sono state affrontate in maniera professionale e non hanno creato ulteriori ostacoli, anzi ne hanno destato entusiasmo e alla fine soddisfazione per il lavoro svolto. Con grande impegno e competenza, entrambi i comitati hanno assolto bene il loro compito. 30 BIBLIOGRAFIA AA.VV. (1995) - Chataigne et marrons. Ctifl, Paris: 1-237; Alma A., Ferracini C., 2013 - Il controllo biologico mediante Torymus sinensis. Supplemento di Agricoltura 54”La gestione biologica del castagno da frutto”; Borowiec N., Thaon M., Brancaccio L., Warot S., Vercken E., Fauverge X., Ris N., Malausa J. 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