n 76 palermoparla
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SOGNANDO FEDERICO di Irina Hale PALAZZO DEI NORMANNI Sale Duca di Montalto dal 6 al 17 marzo 2010 DA LUNEDÌ A SABATO dalle 8,15 alle 17,45 (ultimo biglietto emesso ore 17,00) DOMENICA E FESTIVI dalle 8,15 alle 13,00 (ultimo biglietto emesso ore 12,15) INGRESSO MOSTRA € 3,00 INGRESSO MOSTRA E CAPPELLA PALATINA € 9,00 INGRESSO MOSTRA, CAPPELLA PALATINA E PALAZZO REALE € 10,00 con la partecipazione Presidenza della Regione Siciliana Via Nicolò Garzilli, 36 90141 Palermo Tel. +390916262833 - Fax +390916262962 GRAFICA Rosy Ingrassia INGRESSO MOSTRA PER SCOLARESCHE € 1,50 A PERSONA PALERMO di Germano Scargiali In frantumi la sindacatura di sinistra a Bologna Cammarata regge in bellezza e Delbono va a pezzi Flavio Delbono La stessa sinistra definisce sulla stampa nazionale come “figura di merda” quella di Flavio Delbono, sindaco della proverbiale Bologna, la città simbolo del governo di marca socialcomunista, oggi marcato Pd. Interessante: la parola socialcomunista viene data per inesistente dal vocabulary del computer. Infatti, il socialcomunismo non esiste più. Perchè mai Delbono “…si sottrae a un confronto pubblico? Ha mai distratto fondi pubblici per persone a lui vicine? Ha mai usato auto blu per uso personale, per lui o per la sua famiglia? Ha mai usato foresterie della Regione per uso abitativo? È lo stesso professore accusato di plagio nel 1996 finendo sulla prima pagina del Corriere? Ha mai ricevuto finanziamenti occulti in questa campagna, ad esempio dalla signora Mantovani?”, la vedova di Luciano Pavarotti. E “Quanto è costata ai cittadini bolognesi la campagna elettorale di Flavio Delbono in termini di manifesti, spot elettorali, volantini e costosissime sedi di comitati elettorali?”. Le domande di cui sopra vengono poste da un suo avversario politico: dal sindaco che avrebbe governato Bologna se la città della degli Asinelli e della Garisenda fosse tornata a votare liberale come è avvenuto negli anni 90. Si tratta di Alfredo Cazzola, candidato sindaco di Bologna sostenuto da Pdl e Lega. Contro di lui, un certo Merighi – ma non Michelangelo, quello detto il Caravaggio – riconosciuto numero uno dei “grandi elettori” di Delbono scarica in risposta una caterva di meri insulti personali, senza fornire alcuna prova, né alcun argomento logico. Zero concetti, ma solo parole, parolacce. Le solite infamità. Così è nello stile di ciò che resta della sinistra italiana… Che schifo! Al sindaco di Messina bastò usare l’auto per recarsi con la moglie in automobile, partendo per il viaggio di nozze. Era del Pdl. Oggi è di nuovo sindaco. Delbono non sarà mai più niente, come Marrazzo. Ed ecco che cosa ne dice laconicamente un privato elettore di sinistra. “Se ne va dopo sette mesi, alla vigilia della discussione 4 del suo primo bilancio, sapendo di aver fatto una …leggerezza, come avvicinare vita personale e amministrativa, ma con la convinzione di essere innocente e di star facendo la cosa giusta, per quanto faticosa, dato che …Bologna per me viene prima di tutto. Il crollo di Flavio Delbono, da giugno al timone della città che fu di Cofferati (che schifo…) e ora dimissionario, perché indagato per peculato, abuso di ufficio e truffa aggravata, è diventato realtà nel pomeriggio in consiglio comunale. A farlo cadere l’inchiesta nata dalle accuse della sua ex compagna e segretaria Cinzia Cracchi, anche lei indagata per peculato e abuso d’ufficio”. Che vergogna! Frattanto, a Palermo, occulti e palesi opinion leader gettano fango su Diego Cammarata. Peccati veniali i suoi. Grande abilità, carattere, cultura, la sua. Contro i detrattori, Cammarata guida un’intera corrente o sotto corrente nell’ambito dei più incorruttibili appartenenti a Forza Italia sin dal primo giorno e fedeli a Silvio Berlusconi. Cammarata è uno dei leali, non dei lealisti, parola che non esiste nel vocabulary del pc (leggi personal computer e non partito comunista). La sindacatura di Cammarata durerà 10 anni e non 7 mesi come quella di Delbono. Che differenza! Dopodichè Diego diverrà deputato o senatore, oppure andrà all’Ue a ricoprire incarichi di responsabilità, correttezza e onestà. Nessuno ha mai accusato Diego di furto. Meglio un po’ di monnezza per strada che tanta merda sotto il tappeto. Ma, a proposito, il problema della Monnezza Cammarata lo ha risolto, per qual che riguarda ciò che è di sua competenza: il bilancio dell’Amia per evitarne il fallimento. Detto questo, il sindaco di Palermo, al timone di una delle città con più verde d’Italia, cui egli ha contribuito in alta percentuale, rimane al proprio posto a continuare sulla strada del risanamento del centro della periferia e della fascia a mare: il “water front” che vedeva separata la città dal mare da tempi immemorabili. Pubblichiamo una lettera e delle foto ricevute in redazione qualche mese fa da un palermitano colto e libero. Ieri ho avuto occasione di visitare l’area del Castello a mare, recentemente restaurata e resa pubblica dal Comune e dalla Sovrintendenza. E’ uno spazio, per la posizione i ruderi e la sua ampiezza, di grande impatto. La visita era stata organizzata da una associazione di medici in pensione guidata dal Professor Balsamo. Io sono stato invitato come esterno. Allego alcune foto che non danno assolutamente l’idea della suggestione del luogo, una foto ritrae il professore, guida della visita, ed un’altra una vista dall’alto dal balcone dell’appartameto della figlia del professor Balsamo. In una parte dell’area è stato allestito anche un palcoscenico dove si stanno svolgendo una serie di spettacoli musicali. Credo che potrebbe essere ancora maggiormente sfruttato, sia per la potenzialità di ricezione di grandi numeri di spettatori sia per la suggestione del luogo, con spettacoli di grande richiamo. Penso, se vuoi, che potresti pubblicare qualcosa. ciao Salvatore. Al posto di un immenso mondezzaio splende oggi la realtà bonificata dell’area archeologica del Castello a Mare. Trattasi di uno dei siti topici all’estremità settentrionale della storica città murata. Dà anche il nome ad uno dei 4 mandamenti: assieme a Tribunale, Palazzo Reale e Monte di pietà. L’area bonificata è in buona parte quella recuperata dalla “ex Sailem”, l’impresa di costruzioni portuali che per molti anni nel dopoguerra realizzò le maggiori strutture in Sicilia e lavorò fino in medio oriente. La bonifica è iniziata con la rimozione dal fondo della cala delle vecchie carcasse abbandonate di bastimenti e scafi di vario genere accumulatisi sul fondo dagli anni di guerra in poi. E’ seguita, ad opera del Comune, la bonifica delle acque della Cala stessa, con la chiusura di tutte le uscite fognanti. Se “Porta Carbone” (fu una porta della città presso il mercato ittico, non sarà più sinonimo di fetore, anche l’area del Castello è divenuta un museo in plein air, visitabile da un paio d’anni, mentre l’area della ex Sailem è stata restituita ai primi usi civici: passeggiata, spettacoli... Tutto ciò fa parte del recupero programmato del water front cittadino, che si sta occupando di riportare la città verso il mare, una realtà dalla quale per la povertà, le guerre e la generale grettezza che ne conseguì, si era fisicamente allontanata. Naturalmente tutti i lavori del water front sono avvenuti e sono in corso nel “vituperato” decennio guidato dal sindaco Diego Cammarata. Invano, con accuse infamanti, indagini stupide, calunnie belle e buone, ostacoli burocratici, si è cercato di fermare l’opera della pubblica amministrazione. Spesso colpevole, ma spesso anche vittima della vera mafia cittadina e del peggior conservatorismo. Quello che accetta il degrado per tutelare il privilegio di pochi. In concreto l’intera opera di bonifica e valorizzazione del water front è frutto della sinergia, di Comune, Autorità portuale e Soprintendenza ai monumenti. I lavori di rifinitura sono ancora in corso. Altre opere grandi e piccole seguiranno. Presto sarà pronta la passeggiata attraverso la cala, a ridosso delle barche da diporto. Prossimamente, verrà realizzata una lunga banchina d’ormeggio dal molo trapezoidale al molo sud e sarà aperto un varco per il turismo nautico, alla base dello stesso molo sud (o Bersagliere). Alla fine disporremo di una lunga passeggiata a mare attrezzata a verde pubblico che correrà dal fiume Oreto fino al porto commerciale e offrirà alcune strutture aperte alla città, cioè all’uso civico e turistico. 5 LA SICILIA CHE PRODUCE Giornalisti ed esperti ospiti dell’Ente Vite e Vino alla presentazione di Roma A Palermo il Concours Mondial de Bruxelles Il Concours Mondial de Bruxelles, manifestazione enologica da quasi 6000 vini e 400 spirits provenienti da tutto il mondo approda a Palermo. L’evento, giunto alla 17ma edizione, dopo quella dello scorso anno che si concluse a Valencia, sarà ospitato nel capoluogo siciliano nei giorni 23, 24 e 25 aprile. La presentazione è avvenuta a Roma nei locali dell’Associazione stampa estera dove giornalisti di ogni provenienza sono stati ospiti del presidente del Concours Baudouin Havaux e del presidente dell’Ente regionale della Vite e del Vino Leonardo Agueci. E’ intervenuto anche il direttore del concorso Thomas Costenoble. Presenti innumerevoli tecnici e alcuni personaggi politici fra i quali il presidente Lombardo. Fra i personaggi “di casa”, Giorgio Calabrese, presidente dell’Onav, l’organizzazione nazionale assaggiatori di vino, che ha assunto una competenza particolare sulle doc nazionali. Un grande successo questa presentazione a Roma,che ha riunito 50 giornalisti di tutto il mondo, accolti con ogni riguardo dell’addetto stampa Nando Calaciura. Si tratta di cronisti specializzati in campo eno gastronomico, che rappresenteranno una parte degli “esperti”, essendo gli occhi puntati sui 250 degustatori professionisti che giudicheranno i vini. Creato nel 1994, il Concours Mondial de Bruxelles si é eretto, in qualche modo, a campionato del mondo del settore vino e alcolici. Tutti insieme i campioni dei prodotti esposti rappresentano più di 500 milioni di bottiglie messe in commercio. Composta unicamente da professionisti, la giuria del Concours Mondial, riunisce ogni anno i più grandi personaggi del settore. Le circa 40 nazionalità rappresentate dalla giuria costituiscono una diversità che contribuisce alla unicità dell’evento. In alto, un momento della manifestazione dello scorso anno a Valencia. Accanto la medaglia e il calice 6 LA SICILIA CHE PRODUCE Wine and spirits protagonisti a Palermo Concours Mondial ospite (23 - 25 aprile) dell’Ente Regionale Vite e Vino Certamente un plafond, per l’Ente regionale della Vite e del Vino, l’aver ottenuto il “passaggio” dalla Sicilia del Concours Mondiale de Bruxelles. Saranno tre giornate esaltanti in cui il magico mondo del vino si troverà a confronto ai massimi livelli internazionali. I 6000 vini, ottenuti nelle varie parti del mondo da innumerevoli uve su innumerevoli terroir e con svariate tecniche, si troveranno di fronte a 600 giurati, oltre che a tutto il pubblico, il vero arbitro nel decretare alla fine ciò cui tutti aspirano: il successo. E’ la prima volta che la grande kermesse sbarca in Italia. Trattandosi di vini d’eccellenza, questo è un riconoscimento di valore storico al livello raggiunto da questa terra nel panorama enologico internazionale. Adesso l’organizzazione del Concorso mondiale di Bruxelles punta su Palermo per decretare il successo di questa 17ma edizione che assegna un prestigioso e storico premio. Il Concorso di Bruxelles, infatti, è sempre stato un appuntamento di straordinaria importanza per il vino di qualità. Nato nel 1994 ha accresciuto la propria importanza a partire dall’edizione 2006, quando ha abbandonato i confini del Belgio, divenendo itinerante e onorando i paesi europei, grandi produttori di vino di qualità. Ha, quindi, attraversato Portogallo, la vicina Olanda, Francia e Spagna. Al ritardo dell’Itala sopperisce questa edizione palermitana che suggella l’escalation dei vini siciliani, il successo mondiale dei rossi guidati dal Nero d’Avola. L’Italia è adesso il primo paese al mondo nel produrre ed esportare il vino. Secondo i dati ufficiali Oiv, si trova al terzo posto per superficie vitata, preceduta, però, da paesi molto più vasti. La vite, insomma, è parte integrante del territorio nazionale e siciliano in particolare. Essendo anche stata indicata la provincia di Trapani come la più vitata del mondo. Che cosa hanno detto LEONARDO AGUECI Ospitare a Palermo il Concorso mondiale di Bruxelles assume un valore di grande significato ed è un traguardo importante conquistato dalla Sicilia del vino di qualità. E’ il segno di una maturità raggiunta e riconosciuta alla Sicilia enologica e alle sue istituzioni ed offerte, sotto il profilo organizzativo, a tutti i produttori d’eccellenza del nostro Paese, che, speriamo, partecipino in gran numero e con i loro migliori. La Sicilia, nell’edizione 2009 a Valencia in Spagna è stata la regione d’Italia con il più alto numero di medaglie assegnate, confermando ancora una volta un ruolo di primo piano tra le regioni di produzione di grande tradizione ed eccellenza. Nel 2010 vogliamo consolidare la posizione, consapevoli che i nostri vini potranno confrontarsi sugli stessi livelli delle migliori etichette del mondo. Ospitare il Concorso è anche un’importante occasione che ci consentirà di aggiornare il patrimonio di relazioni e di conoscenze che questo Concorso porta in dote alla nazione ospitante. BAUDOUIN HAVAUX. L’Italia è il primo produttore di vino al mondo ed è impegnata da anni nella produzione di vini di qualità. Era logico e naturale che la manifestazione facesse tappa in Italia. La scelta della Sicilia è stata consequenziale, dovuta anche al fatto che abbiamo trovato nell’Istituto Regionale della Vite e del Vino un partner affidabile ed entusiasta. La Sicilia, grazie alla propria posizione nel cuore del Mediterraneo e al suo essere crocevia di culture e popoli, è da sempre terra d’elezione per la coltivazione della vite e per la produzione del vino. Ma è il presente e il futuro delle enologia dell’Isola che ci interessa e su cui vogliamo investire: territori viticoli di straordinaria unicità, produzioni qualitativamente superiori, caratterizzate dalla tipicità dei vitigni autoctoni, un tessuto produttivo fortemente motivato e orientato all’export, fanno della Sicilia una sede adeguata e prestigiosa, per ospitare l’edizione 2010 del Concorso in Italia. 7 EDITORIALE Un’allegoria dei porti mediterranei nella copertina di Francesco Italia Anno IX - n. 76 marzo 2010 Tutti i testi indistintamente giunti al nostro giornale possono essere riassunti e modificati in armonia con la linea formale e morale della nostra pubblicazione. Le edicole di “PalermoParla” Politeama: Mondadori, Turati, Bingo via Amari , R. Settimo (Randazzo); Piazza Massimo. P. Pretoria. Via Libertà: Matteotti e Fiamma. Via Calvi. Edicole Mercurio: Roccaforte, Pacinotti. Via Pr. Villafranca: Kilt bar e Schillaci. Via Intorcetta: ang. via P.pe Camporeale. Via Sicilia: Bar Sicilia, V.le Campania: ang. V. Emilia. V.le Strasburgo: Belgio, Aldisio. P.zza Leoni. V.le del Fante: P.le del Fante, Villa Sofia, P.zza Niscemi. P.zza Acquasanta. Mondello: Paese, P.zza Castelforte. Cefalù: V. Roma. Carini: Piazza e bivio Foresta. Trapani: Villa comunale. Edicole Roma: “Caporali & Caporali” edic. n. 4, Stazione Termini (fronte bin. 14); “Magliano Fiammetta” via S. Pincherle, Mun. XI; Viale Marconi (ang. piazza della Radio (Mun. XV); Mondini Luciano “Edicola Giornali” - Piazza Colonna (Portici Veio); “Ascensi” via Ponzio Cominio, 50 (Mun. X) Edicola-tabacchi “Shangri-La Corsetti” via Algeria, 141 (Mun. XII); Eur: 2G s.a.s. di Ciocari Giovanni , via Pietro Maffi, 72 (Mun. XIX) . da chi ricerca l’interesse proprio: le multinazionali, il nord Italia, l’Europa stessa. L’Ue afferma di avere tutta l’intenzione di aiutare il Mediterraneo. Ma quale Mediterraneo, se poi come capitale si candidano Parigi, Milano o Bologna? Così posti come la Sicilia rimarrebbero due volte “fregati”: prima dallo spostarsi dell’asse economico sull’Atlantico, poi dal lasciare il “pallino” in mano a quella stessa Europa già cresciuta grazie all’oceano. Ma qualche segno positivo è nei fatti: la realtà mediterranea torna a trovarsi sulla “via delle Indie” (far east) e la crescita si allarga a macchia d’olio sotto i paesi frontalieri. Si fanno vivi i paesi del medio oriente (Libano) e quelli del Mar Rosso (Giordania, Siria, Oman…) attorno all’Italia e al potente Egitto, alla Libia e a tutto l’evoluto Magreb. Per questo ci azzardiamo ad inventare l’inserto “Riviere” (vedi all’interno) che vorrebbe divenire una rivista a sé, mentre ad alto livello – altro segno di chiara avversione – si parla di diminuire, anziché aumentare la presenza mediatica sul Mare Nostrum… Apriamo al Mediterraneo 4 Cammarata regge in bellezza e Delbono va a pezzi 6 A Palermo il Concours Mondial de Bruxelles sommario Direttore responsabile: Germano Scargiali Direttore editoriale: Lydia Gaziano Redattori: Gregorio Napoli, Aldo Librizzi, Grazia Gulino, Chiara Scargiali, Francesco Italia, Vincenzo Scargiali, Andrea Uzzo, Riccardo Picone Relazioni esterne: Antonella Gullo Redazione romana: M. Antonietta Gaziano Sarao, Nino Macaluso, Salvatore Ragozzino Maria Concetta Di Lunardo Collaboratori: Giulio Ambrosetti, Vincenzo Baglione, Benito Bonsignore, Giulio Cusumano, Sara Favarò, Erwin de Greef, Gioacchino Guccione, Giuseppe Lo Verso, Tina La Loggia, Guido Guida, Amedeo Lo Cascio, Marcello Malta, Andrea Uzzo, Marco Vaccarella, Roberto Gueli, Anna Maria Ingria, Rory Previti, Bartolo Scalici, Marcello Scurria, Francesca Tamburello, Nino Martinez, Armando Vaccarella, Franco Verruso, G. Zimmerhofer Corrispondenti: G. Loy Puddu, Giulio Biasion, Vincenzo Lombardo, M. Carola Tuzzolino Vincenzo Agozzino, Gaetano Messina, G. Di Quattro Fotografi e Agenzie: FrancescoItalia. it Progetto grafico: FrancescoItalia.it Impaginazione: Vincenzo Scargiali Direzione e redazione: Tel. 091 520971 - 339 4928353 e-mail: [email protected] www.palermoparla.it Edizione e Stampa: Euroservice Puntografica Trib. Palermo n. 42/1997 Cerchiamo di ampliare l’orizzonte di Palermoparla, estendendolo oltre il mare che circonda la Sicilia estendendolo al Mediterraneo. Un sogno impossibile il nostro? I problemi del Mediterraneo, dell’Area di libero scambio, che avrebbe dovuto decollare entro l’anno, ma di cui si parla poco o nulla, sono paralleli a quelli della Sicilia. Si scrive a fiumi sulla mafia. Noi ne abbiamo sempre parlato senza troppi timori e “a modo nostro”, cioè alla maniera dei “Siciliani veri”, che hanno interagito nel mondo del lavoro e dell’impresa. Ma ci riferiamo solo alla vita d’ogni giorno “a livello stradale”, vissuta subendo l’onta dei “raccomandati”, della mafia che non sempre uccide, ma che più spesso deruba del pane, della possibilità di lavorare e di esprimersi “…se non si è del giro”. Ma un’altra verità sul problema è che la prepotenza agisce con metodi analoghi ad ogni livello. Lo sviluppo del Mediterraneo meridionale, comunque in atto per motivi epocali (un neo rinascimento è comunque in corso), viene ostacolato di Germano Scargiali 10 E no Sacconi ti sbagli 11 Il diritto di accesso dei deputati agli atti della Regione Fallimentare la politica di Lombardo 12 Stanno cambiando i pentiti 14 Le false dichiarazioni di Cimino 15 Ennesima sconfitta, la Ue esclude la Sicilia 16 Uno sportivo al timone dell’Università 17 Giuseppe Agrusa fra turismo e cultura 18 Parla Polverini donna in positivo 19 Roberto Rastelli (Pdl) dal Campidoglio alla Regione 20 La Fiumetorto-Castelbuono presto completata 21 La politica per il sud e la Sicilia 22 Mani che parlano Da e-Governament e e-Democracy 23 Nicolosi: “Puntare su natura e cultura per il rilancio del turismo” 24 Promossa una petizione popolare 25 Riviere mediterranee 26 Libero scambio solo una speranza 28 Iniziative in corso per il Mediterraneo 30 L’eccellenza. Il Distretto della Pesca 32 Nautica. Appuntamento a San Nicola La qualità sposa l’innovazione 33 Impasse e ostruzionismo non fermano i porti 35 Le splendide nozze Maccarone Cumbo 36 Una palermitana a Shanghai 37 Quei giovani di Guaschino 38 Storia del Circolo Velico Mazara Jousha 39 Ma allora il segreto è proprio “Zampa” Ustica Lines un caso di Eccellenza 40 A.s. Atletica Mondello 41 Giovanni Caramazza addita il problema degli impianti L’analisi di biomarcatori sierici nei giovani calciatori 42 Dieci titoli in Sicilia otto a Palermo Il siciliano Vacirca vince il “Children” di Manerbio 43 A Catania la tappa dei Maschili 2010 44 Si affermano ai tricoli Wtka gli atleti della Roy Team Palestre 45 Il movimento per la vita: aiutiamo i più deboli 46 A Les Cayes portando le stampelle a Klossome 48 La Grandi navi veloci parte con un grande 2010 49 Apre i battenti l’hotel Piazza Borsa 50 Cresce Palermhotels 51 Travelexpo tra new entry e conferme 52 In un contesto difficile possibili soluzioni per la ripresa 53 Decreto salvaprecari Università europea del tempo libero 54 Al Garibaldi si parla del trattato di Lisbona Il liceo Scaduto di Bagheria va al Ministero 55 Al Don Bosco il valore del latino 57 Giovanni Massa evoca la film-utopia siciliana Annarita Campo. Autoprodurre è bello 58 Welcome ma è quasi come dire addio 59 Il cinema in versione originale 60 Gastronomia, premiato Filippo La Mantia 61 Dove andiamo stasera 9 EDITORIALI E no Sacconi ti sbagli I politici del Sud non sono cattivi per natura I politici del Sud Non si può immolare Italia e della Sisull’altare del federalicilia hanno insmo fiscale l’intera solnovato, sperivibilità morale del sud. mentato e goverPuò mai, un ministro nato sempre a liSacconi, buttare la crovello nazionale. ce addosso alla classe Anche a livello politica del Sud Italia locale non tutti e della Sicilia, come se hanno tradito, fosse tutta marcia. non tutti hanno Molti concetti si posdeluso. Hanno sono opporre a tale geanche incontraneralizzazione, purto difficoltà spestroppo frequente non so insormontasolo nello spirito leghibili, per motivi sta, che è, al riguardo, geografici, storiquanto di peggio si posci e …politici. sa civilmente immagiCiò che ha delunare. Vi sono verità – so è l’intero esiper inciso – che anche to di questo dose hanno un fondamenpoguerra e delto, non possono essere l’intera unità sostenute. E una di qued’Italia. Nel corste è che un popolo sia so degli anni si è “cattivo per natura”, fatto ben poco che sbagli per abitudiper un corretto ne o per principio. Per- Ilministro Maurizio Sacconi sviluppo del Sud, chè questo è razzismo. Ma le obiezioni che noi opponiamo deci- anzi si è cercato di evitarlo. Il sud si è risamente alla logica espressa da Sacconi fugiato nell’economia in nero e nella masono altre, scendono sul piano pratico, di lavita organizzata, il cui comportamenuna concretezza storica inoppugnabile. to, intendiamoci, è di ribellione al sisteSe gli uomini politici meridionali e sici- ma, alla legalità, anche e soprattutto per liani hanno deluso, la loro maggior colpa la poca fede che essa ha ispirato negli aniè di aver fatto i vicerè – vedi De Roberto mi più ribelli, negli strati più poveri ed – cioè di essersi contentati dell’investitu- emarginati della popolazione meridionara dal Centro e di aver letteralmente “ven- le. O si dimenticano le colpe della socieduto” la Sicilia e il Sud agli interessi co- tà nella scaturigine della criminalità stradale. Combattiamola con i mezzi più adelonialistici del Nord Italia. C’è il sud che subisce ogni angheria, co- guati, sul piano della repressione, ma sul me l’importazione di prodotti dell’agroa- terreno dello sviluppo, prima ancora che limentare e della pesca in particola- culturale. Continuare a gettare la croce re da paesi stranieri, dalle multinaziona- addosso ai “cattivi per natura”, ai “crili, ovvero dai paesi poveri limitrofi (Spa- minali per vocazione”, ai “riottosi per tengna e Grecia) e del terzo mondo, ma co- denza” è solo stolidanza, stupidità assostretto a comprare macchine utensili di luta. ogni tipo di fabbricazione nazionale (al E non si faccia lo stesso con l’Africa, lasciata nel sottosviluppo per la paura delnord). C’è quello che subisce l’onta di strade fer- la probabile concorrenza che essa esercirate e vie di comunicazione insufficienti, terebbe se …crescesse. Ma non è vero: di treni lenti e decrepiti, di mancati inter- una mente che abbia un minimo di lunventi sul costo del biglietto sui mezzi che gimiranza capisce benissimo che lo sviluppo del vicino è, nella sommatoria, mocomunicano con il nord del mondo… Ma c’è anche una terza osservazione inop- tivo di sviluppo per tutti. Né possiamo pugnabile: la classe politica nazionale è continuare a tenere alla fame i popoli consempre stata ricchissima di uomini del sud finati. Si esca dunque dall’ignoranza e dale della Sicilia, che hanno ricoperto cari- la stupidità di certi assiomi ripetuti papche di ministro e capo del governo, oltre pagallescamente contro ogni verità, conche di Presidente della Repubblica. Si po- tro ogni cultura. trebbe infierire affermando che hanno Sacconi in particolare ha scaraventato stapuntualmente mantenuto della propria mani su Rai 1 alle 8,30 circa una caterorigine solo una punta di dialetto e l’abi- va di stupidaggini di infimo profilo. Bertudine a fare le corna scaramantiche die- lusconi non deve e non può mantenere in tro la schiena come il vecchio presidente carica ministri di tale basso livello. Leone. Lydia Gaziano 10 di Gesse Prosegue la fallimentare politica di Raffaele Lombardo, che svolge il compito di bloccare tutto in attesa che vengano …tempi migliori. E quali sarebbero questi tempi migliori? Quelli in cui i vecchi notabilati isolani potranno controllare nuovamente la situazione. Esiste un mese “ottembre” che non verrà mai e una famosa data latina “le calende greche”. Una realtà come quella della Prima Repubblica non tornerà mai più in essere per mille motivi: l’avvento della “odiata” logica dello sviluppo sposata da Forza Italia e oggi dal Pdl, la maturazione della mentalità corrente, la presenza attiva dell’Ue… E’ stato notato a ragione che “nonostante siano già stati sottoscritti tra Stati e Regioni i protocolli di intesa per avviare i bandi necessari per attivare le misure su innovazione, ricerca scientifica e integrazione tra pubblico e privato nei settori della formazione, attività produttive e agricoltura fino ad oggi nessuna iniziativa è stata realizzata per consentire l’utilizzo delle somme”. Salvino Caputo, opportuno presidente della Commissione legislativa Attività produttive dell’Ars ha subito disposto con urgenza l’audizione in Commissione dei Dirigenti generali degli assessorati Attività produttive, Formazione e Industria per conoscere quali siano gli ostacoli che ancora oggi impediscono l’utilizzo di oltre 120 milioni di euro destinati alla Sicilia. “In un momento in cui – ha dichiarato Caputo – il mondo economico e produttivo siciliano, in particolare il comparto agrico- EDITORIALI Il diritto di accesso dei deputati agli atti della Regione Lo reclama Francesco Cascio presidente dell’Ars Cascio scrive a Lombardo, ancora una volta per riportarlo alla ragione e alla correttezza politico amministrativa. “La invito a voler dare opportune indicazioni agli Uffici della Regione e agli amministratori degli enti da essa dipendenti e/o controllati, affinché la loro attività sia improntata al principio di leale collaborazione con il Parlamento siciliano, fornendo le notizie e le copie degli atti che vengono di volta in volta richiesti dai singoli deputati nell’esercizio del proprio mandato parlamentare”. Questo il contenuto di una nota inviata al Presidente della Regione Raffaele Lombardo dal presidente dell’Ars Francesco Cascio, che ha accolto una richie- sta dell’onorevole Davide Faraone. Il deputato del PD, infatti, aveva sollecitato l’intervento del Presidente dell’Ars, lamentando la mancata risposta da parte degli amministratori degli enti sottoposti al controllo o partecipati dalla regione, in merito alle sue richieste di accesso ai provvedimenti amministrativi della stessa e dei soggetti ad essa collegati. “Esorto il Presidente Lombardo – afferma Cascio – a porre in essere tutti gli atti necessari e opportuni per evitare che venga leso il legittimo diritto dei parlamentari all’accesso dei provvedimenti amministrativi della regione, posto che diversi deputati mi hanno rileva- to il disinteresse e il comportamento assolutamente negativo di alcuni Enti controllati dalla stessa, in riferimento all’esibizione di atti amministrativi riguardanti il conferimento di incarichi di consulenza, l’affidamento di servizi e le dotazioni organiche, confidando nella sensibilità del Governatore in tema di trasparenza amministrativa e diritto di accesso”. Cascio, sul punto, ha sottolineato, altresì, che: “La conoscenza degli atti amministrativi adottati dall’amministrazione regionale rientra nell’esercizio delle funzioni parlamentari e, a tal proposito, la legge regionale 16 aprile, 2003, n. 4, individua le modalità attraverso le quali tale diritto di accesso e di informazione deve essere assicurato a favore dei deputati regionali e delle commissioni parlamentari”. Cascio non esita ad accogliere le giuste sollecitazioni dei “più puliti” fra i Ds che, non essendo conniventi con il potere, fanno sentire la propria voce contro un governo assurdo basato sul nulla. Ancora una volta la presidenza Lombardo fa acqua, assume comportamenti limitativi dell’ordine democratico e dei diritti dei siciliani e dei loro legittimi rappresentanti all’Ars. Resta da chiedersi unicamente quando cadrà il governo Lombardo, in piedi miseramente solo perché molti parlamentari aspettano la pensione che discende dalla durata della legislatura. (D.) Fallimentare la politica di Lombardo Quali ostacoli impediscono l’utilizzo di oltre 120 milioni lo, vive una fase di gravissima crisi economica oltre che di mercato, appare grave ed immotivato che queste risorse, ingenti e strategiche, rimangano bloccate. È indispensabile che sui temi dell’occupazione e dello sviluppo venga data dal Governo della Regione l’assoluta priorità per sollevare l’economia della Sicilia che a causa della crisi è stata messa in ginocchio con ripercussioni negative sull’intero sistema produttivo della regione”. I 120 milioni destinati al settore della Ricerca e della Competitività sarebbero utili per il rilancio delle piccole e medie imprese e renderebbero le imprese più adeguate alle condizioni di mercato ed in grado di rispondere con adeguatezza al sistema di concorrenza nazionale ed estero. Frattanto lo stesso establishement regionale si impappina. Mentre veniamo a sapere con quale disinvoltura (circostanza di per sé positiva, prova che non tutto va male, che lo sviluppo c’è) un giovane imprenditore siciliano possa spendere 2 milioni e mezzo di euro per dragare il fondo di Porto Empedocle, l’assessore Venturi riesce a fare l’ennesima frittata, spingendo l’imprenditore Moncada a fare marcia indietro. Ciascuno dei due accusa l’altro di coltivare interessi nascosti. Moncada risponde che il suo interesse era solo quello di accelerare la percorribilità delle acque portuali empedoclino, aprendo la strada all’attività del martoriato degassificatore e a navi di proprio interesse. Che male ci sa- Salvino Caputo e, a sinistra, Porto Empedocle rebbe? Perché chiedere se il gatto e bianco o nero, visto che mangia il topo? Chiedetelo a Venturi, uno dei tanti uomini enigmatici, anzi misteriosi, dell’entourage elefantiaco messo su dal più incomprensibile uomo politico siciliano d’ogni tempo: Raffaele Lombardo da Grammichele (Ct). 11 POLITICA Son dolori nella Sicilia in cui nulla dovrebbe cambiare STANNO CAMBIANDO I PENTITI Tanto tuonò che piovve. Dopo aver tenuto fra i denti le verità di base sull’organigramma mafioso, i pentiti cominciano ad uscire dai binari. Per anni solo poche allusioni colpivano di striscio una verità che tanti conoscono, accennandovi come a fatti episodici, exploit quasi casuali… Tanti o tutti? Noi diciamo da tempo: la conoscono tutte le persone “vere”, intese come coloro che hanno realmente interagito nella realtà siciliana o anche extra isolana. Noi abbiamo recentemente definito come “il segreto di pulcinella” quello che oggi emerge qua e là in modo sempre più minaccioso, ma finora vano. Perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e, per di più, coloro che dovrebbero sentire non hanno neppure il potere di prendere atto della realtà. Non lo hanno fatto per decenni, come e quando potrebbero iniziare a farlo? Ci spieghiamo meglio. Finora la verità sul modo di muoversi della malavita organizzata, pur trasparendo tante volte da vari scritti e da vari film, soprattutto americani e francesi, ma anche italiani, veniva considerata Totò Riina “a latere” della cosiddetta “lotta alla mafia”. Quando si parla di quest’ultima, infatti, si va dritti verso i Riina, i Provenzano, i Capi dei capi, i Papi… Ma Papi di che? Può un pecoraro, per quanti milioni muova, essere il bandolo della matassa del problema? Al massimo sarà uno dei bandoli della matassa… Può un uomo politico, per quanto in alto, essere lui ad inventare e reinventare un fenomeno di queste proporzioni? Le maggiori verità sulla malavita organizzata sono state sempre l’ asso nella manica che per anni ha fatto sì che i malvi- osservatorio Nucleare sì grazie La Sicilia poteva esprimersi in un lampo di originalità, nel non opporsi al nucleare. La sicurezza (unico incidente il vecchio Cernobyl, ma si pensi ai tanti dell’idroelettrico, il minimo impatto ambientale (il combustibile entra in un valigia, lo “spegnimento” delle scorie durerebbe 200 mila anni, ma con la tecnologia di oggi, non con quella disponibile domani, le emissioni sono di vapor d’acqua). Invece la Sicilia si ostina all’atteggiamento ottuso che abbiamo ascoltato. Differente potrebbe e essere la reazione se l’Isola è scelta ancora una volta come “agnello sacri- 12 venti caduti nelle mani della legge mantenessero una reticenza di base, pentiti o meno che fossero. E’ sempre stato come un gioco a rimpiattino, che confermava la verità che il sistema “voleva” ascoltare: da una parte la società “buo- Bernardo Provenzano na”, dall’altra quella cattiva. Da una parte i rei, dall’altra gli innocenti. Una reticenza cui non sono estranei personaggi come Cutolo e Riina. Ed è questo rispetto di un residuo “codice d’onore” che salva i loro patrimoni. Che differenza fa che da 100 scendono a 50 quando si tratta di milioni di euro. L’importante e che non si avvicinino a zero… E a zero – fateci caso – non si riduce nessuno. Quindi l’ovvio sistema …funziona. La realtà malavitosa non si ferma certamente a quella definita ufficialmente dalle comuni fonti. Occorre tener conto del fatto che la malavita organizzata è un male, fra epidemico ed endemico, presente in tutto il mondo. Ed è fondamentale anche ammettere che, se non fosse così, si darebbe spazio alla “malavita disorganizzata”. E – chiediamo venia per la battuta – potrebbe esser peggio. In tale realtà si procede – come abbiamo altre volte scritto – per pacificazioni (vedi pax Gaspare Spatuzza mafiosa), sgarri e rappresaglie. Questo è il fondamentale metro di lettura di tutto ciò cui assistiamo nella cosiddetta lotta alla mafia o, altrove, alla malavita organizzata. Che cosa sta avvenendo adesso? Quale la novità? La novità è che sempre più “esperti” del problema – cioè pentiti o diretti protagonisti della lotta alla mafia o malavitosi stessi – spesso escono dai binari. Vedi ora Spatuzza, Messina, Ciancimino. Nel costume espressivo siculo si direbbe meglio: pisciano fuori rinale. Prima o poi doveva succedere che qualcuno non avesse motivo di fermarsi, cioè di darsi la classica regolata, nell’aggiungere il proprio tocco di colore alla rappresentazione oleografica di quella “famigerata” realtà. Leonardo Messina Leonardo Messina è colui che ha affermato candidamente che “…quando i mafiosi diventano importanti, allora fanno parte di logge massoniche”. Pur in presenza di tale affermazione, nuova solo perché lapidaria, si continua a generalizzare sulle “rive- ficale”. E’ il caso del rigassificatore di Priolo. A differenza di quello di Porto Empedocle, non servirà alla Sicilia, ma a rifornire il resto d’Italia. Per quel che riguarda la quantità d’energia prodotta non ci sono paragoni. I motivi di aprire al nucleare sono mille, anzi “millanta”. gas si tratta? Cogliamo al volo una cifra: 12 miliardi di metri cubi l’anno. E la pubblica opinione ha idea di quante navi approderanno e ripartiranno per rifornire il rigassificatore e quanto sono grandi le gasiere? Da molti anni il massimo porto d’Italia per tonnellaggio è Augusta: “grazie” a petroliere e soprattutto gasiere. Il danno ecologico che questi giganti del mare apporteranno al Mediterraneo, più la complicazione del traffico marittimo, che è già in crescita esponenziale, sarà certo sopportabile, ma notevole. Chi fra noi è in grado tecnicamente di azzardare un paragone con i danni, supposti, del nucleare? Il rigassificatore di Priolo Non vogliamo suggerire nulla a chi marcia, quasi sempre a sproposito, contro il progresso. Ma la pubblica opinione ha idea di quante navi approderanno e ripartiranno per rifornire il rigassificatore di Priolo? Sa di quanto Massimo Ciancimino merita un discorso a parte. E’ partito in quarta per essere il campione di quanto noi auspichiamo nell’articolo a lato e di quanto ci si dovrebbe augurare per poter procedere ad una vera cura del fenomeno mafioso. Non a caso l’Unità stessa si dimostra stupita e un po’ sconcertata. Perché, ricordiamolo, la descrizione oleografica del fenomeno malavitoso fa comodo un po’ a tutti. Ciascuno ne trae commenti e conclusioni, a proprio vantaggio. La sola ad essere penalizzata è la verità, quindi la società. E non è poco. Attenersi alla oleografia della mafia è come giocare senza il banco: conoscete quei giochi col piattino? Ecco le parole significative con cui apre un articolo su Ciancimino proprio l’Unità. …Ma chi è questo Ciancimino junior? Da dove sbuca? Da dove prende tante verità? Sono le domande che si pone il cro- POLITICA lazioni” di Messina sui rapporti fra mafia e massoneria. Insomma, per quante evidenze emergano, l’ufficialità le rifugge. In una recente rievocazione biografica d’uno dei più importanti imprenditori palermitani, l’articolo più osé, ma anche negativo e impietoso, nel descrivere i successi di quel personaggio, dava per scontato che l’ammontare annuo del “pizzo” da pagare da parte della premiata ditta in questione venisse stabilito nel corso di riunioni massoniche: si concordava, per quel che si capisce, quanto fosse “il giusto”. Cioè …né troppo, né poco. Ecco un quadro verosimile della realtà mafiosa. Tuttavia si continua a descrivere il fenomeno del pizzo in ben altro modo. Cioè, ripetiamo: da una parte la Sicilia “bene”, dall’altra “la mala” per eccellenza. Da evidenze come queste, due fra tante, si deduce quale sia la realtà da noi spesso agitata: non v’è soluzione di continuità fra logge massoniche e mafia. E’ all’interno di accolite del genere, massoniche o di tipo massonico, che si manovrano le fila del fenomeno mafioso. Tanto più che all’occorrenza c’è persino chi se ne vanta in società… Vittorio Sgarbi, siciliano improvvisato, molto colto da una parte, un po’matto dall’altra, incarnazione del mito di genio e sregolatezza, ma certamente personaggio evoluto, non poteva non aggiungerci del suo. Salemi sarà pittoresca, ma è una Vittorio Sgarbi piazza calda. Non dimentichiamo che era la patria dei Salvo. Mafiosi forse, ma del tipo insolito: non campieri, “peri incritati”, bensì fini gestori delle esattorie, personaggi dell’ufficialità, imprenditori. C’è chi ha sempre visto con sospetto l’incriminazione dei Salvo. Ed è proprio su questi casi “anomali” che occorrerebbe riflettere di più. Approfondire. Perché mai, infatti, i colletti bianchi – in quella realtà di sgarri e rappresaglie, se è vero che le più importanti decisioni vengono prese lontano dalle campagne e Ignazio Salvo Il fenomeno Ciancimino junior nista. Poi si chiede letteralmente: “…e chi glielo fa fare di dirle tutte insieme, una dietro l’altra, in un processo pubblico, concedendo perfino che le telecamere lo riprendano? E perché osa sfidare le ire del generale Mario Mori, petto stracolmo di medaglie pesanti, elargite da prima e seconda Repubblica, e imputato per favoreggiamento a Cosa Nostra, avendo, secondo l’accusa, fatto scappare Bernardo Provenzano, ma, comunque sia, uno fra gli uomini dei servizi segreti più potenti e informati d’Italia?” Non c’è dubbio che le verità di Massimo Ciancimino vadano singolarmente ben filtrate. Perché il giovane palermitano procede comunque anche lui a tentativi, nel ricercare la verità che gli risulti più utile, Complimenti di Alongi a Castiglione Giuseppe Castiglione, coordinatore del Pdl in Sicilia (assieme a Nania), contestato da Lombardo, è certamente un uomo di spessore. Notevole la sua opera a favore dell’agricoltura siciliana. Ma chi lavora bene, per misteriosi motivi, non dura troppo in carica. Adesso castiglione è stato nominato presidente di tutte le province nazionali .Così è stata commentata la nuova nomina da un addetto ai lavori. “Sono certo che l’esperienza, la capacità e l’equilibrio politico di Giuseppe Castiglione rafforzeranno il ruolo strategico delle province, smentendo i preconcetti sull’utilità di questi come del resto tutti i pentiti. Ciancimino junior, fra faccia tosta e rivelazioni a sensazione, rischia di diventare simpatico, di fronte ad un establishement che cerca sempre più maldestramente di ammantarsi di perbenismo. Adesso che accusa indirettamente e direttamente anche Berlusconi sconcerta tutti e può perdere il pallino del gioco. Perché è pur vero che nella vita non si può professare verità contraddittorie. Anche se occorre ammetterlo: la realtà è contraddittoria. Ma ciò che rimane in piedi è il quadro complessivo della situazione che il figlio di Vito Ciancimino – non dimentichiamolo, considerato un vero diavolo, un’anima dannata della mafia, il referente politico in per- enti”. Sono parole del vicepresidente della Provincia di Palermo Pietro Alongi, congratulandosi con Castiglione per la sua elezione alla Presidenza dell’Upi (Unione Province d’Italia). Assessore di Capodicasa mafioso Un filo legava Di Maria Mendolia e Papania. Filippo Di Maria cade nella rete dell’Operazione Dioscuri. Autista e cassiere del boss di Alcamo Nicolò Melodia e factotum del senatore del Pd Nino Papania, ex assessore regionale al Lavoro nella giunta di centrosinistra guidata da Angelo Capodicasa tra il ‘98 e il 2000, svolgeva un doppio ruolo. Filip- dai parlamenti politici – si liberano di alcuni fra loro? Questa è, infatti, la realtà palmare di tante incriminazioni. Specie quelle del reato da operetta: partecipazione esterna in associazione mafiosa. Ma quale esterna? Ma che cosa significa? Che Sgarbi potesse un giorno sbattere la porta era facile predizione. Non ci voleva un mago. Infatti l’ha sbattuta. Ed ecco che cosa ha detto: “Mafia? Ma quale mafia? Con quella che dite voi non ho avuto problemi. Se mai i problemi vengono dall’anLeonardo Sciascia ti mafia!” Una affermazione che si allinea alla logica maturata da Leonardo Sciascia. E lo scrittore di Racalmuto non era l’ultimo arrivato. Come non lo è Sgarbi. Personaggi, ambedue, al di fuori della mischia. Scomodi come un Pasolini. Gente che non ha paura di perdere… Ben vengano. Germano Scargiali sona degli odiati corleonesi – fornisce, nell’inquadrare le sue verità particolari. Tale quadro, uno scenario che viene dato per scontato da un esperto “patentato” della mafia come lui, è ciò che resta, ciò di cui si può e si deve prendere atto. Occorrerebbe, finalmente, farlo. E’ un quadro spoetizzante, quanto aderente a una diagnosi sempre più chiara e comunque utile, per azzardare cure meno vaghe ai mali che sappiamo. Come quelle dimostratesi sin qui praticamente vane. osservatorio po Di Maria fa parte dei 10 arrestati nell’operazione antimafia condotta dagli agenti della mobile di Trapani, coordinata dalla Dda di Palermo: l’operazione Dioscuri. Dalle indagini è emerso che Di Maria, 46 anni, ospite abituale dei summit di mafia, faceva da giardiniere nel giardino della villa e si occupava dell’auto del parlamentare di cui frequentava anche la segreteria politica. Le intercettazioni hanno rivelato anche il compito di “porta voti” dell’indagato che, in occasione delle primarie dell’Unione del 2005 per la candidatura alla presidenza della Regione, lavorava per Ferdinando Latteri, candidato della Margherita. Così si chiama- > 13 POLITICA Ma Godot non arriverà Il governo Lombardo non può che essere agli sgoccioli. Diteci in quale parte del mondo chi ha stravinto le elezioni viene relegato all’opposizione. Nella Sicilia “difficile” (Sciascia) è stato possibile in questi mesi che ciò si verificasse. Prova che nell’Isola i fiumi potrebbero scorrere al contrario e salire dal mare ai monti. Tutto è possibile, ma per quanto tempo? La conferma alle europee di personaggi come Iacolino, sostenuto da Francesco Cascio e la sconfitta senza eccezione di chi sosteneva Lombardo non ha sortito effetto alcuno,. Ovviamente Lombardo, come si dice in separata sede, si sente ben protetto. Ma se la democrazia ha un minimo di capacità di funzionamento, questo ribaltone, il più ignobile mai verificatosi, perché il più contrario ai numeri, quello maggiormente “indotto” da poteri nascosti, venga meno a favore di ciò che i siciliani vogliono realmente. Come abbiamo detto più volte, non si tratta tanto di “sconfitte” del governo Lombardo. Il suo compito è quello di bloccare tutto, per il momento. Ma in attesa di che? …Aspettando Godot? Cioè che sorgano le fantomatiche condizioni, per i decrepiti notabilati, di dominare la Sicilia come negli anni più bui? Il Godot dei sostenitori di Lombardo non arriverà mai, esattamente come quello della famosa pièce di Samuel Becket. > Le False dichiarazioni di Cimino Denunciate dal deputato Ue, Giovanni La Via Riceviamo e pubblichiamo un significativo comunicato di Giovanni La Via, di cui si rimpiange in Sicilia l’opera già svolta da assessore all’agricoltura. Adesso, com’è noto, La Via è stato “promosso” parlamentare europeo, ma, come si vede, non manca di interessarsi ai gravi problemi in cui versa l’agricoltura isolana, cui, a quanto pare, porranno ben poco rimedio certe tendenziose dichiarazioni dell’attuale assessore Michele Cimino. E’ a poco tempo dalla morte del grande Claude Levy Strauss, padre della storiografia strutturalista che certi concetti relativi all’interpretazione dei fatti riemergono riuscendo anche a trovare evidenti casi applicativi. Uno di questi é rappresentato dal comunicato diramato dall’Assessore per l’Agricoltura e per le Foreste della Regione Siciliana, onorevole Michele Cimino, nel quale viene “narrato” in maniera molto evenementielle (come direbbe il defunto studioso) un tema di cruciale importanza per gli agricoltori europei. Spesso é facile parlare di numeri e fatti inerenti a procedure molto più complesse e non alla portata di tutti. Sarebbe stato auspicabile, prima della redazione del suddetto articolo, leggere - nemmeno in maniera molto attenta - la pag. 14 del quotidiano “La Sicilia” dell’ 1 novembre u.s. per rendersi meglio conto della tematica trattata. Ma procediamo con ordine, e, comunicato alla mano, ci permettiamo di evidenziare qualche “incomprensione di fondo”. In primis, questo provvedimento rientra nel lungo percorso volto alla risoluzione della crisi del comparto lattiero-caseario; una tappa del quale é rappresentato da un emendamento presentato dagli On.li Giovanni la Via e Maria Patrao Neves nella seduta plenaria di Strasburgo ed ivi votato il 17 settembre u.s. Quindi, raddoppio del livello degli aiuti concedibili in regime di ‘de minimis’ ed estensione di tale provvedimento a tutti i comparti agricoli, non solo a quello lattiero-caseario; la Commissaria Fischer Boel ne tiene conto e lo comunica ufficialmente sulla G.U.U.E il 31 ottobre scorso. Fatta la cornice, andiamo ai fatti illustrati nell’articolo in questione. Avremmo potuto giustificare tale “orrore” con qualche problema di valuta se non ci osservatorio va allora lo stesso partito cui apparteneva Papania. Alle primarie emerse poi Rita Borsellino, la sfidante. Ma l’impegno di Di Maria non si limitò, secondo gli inquirenti, ad esse. L’autista del boss lavorò anche nella battaglia contro il raggiungimento del quorum al referendum elettorale del 2005. “…Lui mi ha detto, muovetevi, perché siamo in mezzo a una strada”, diceva Di Maria agli amici… Caputo: intervenga Berlusconi “Si è aperto il balletto del disimpegno e lo scarica barile per fare ricadere su altri le responsabilità del fallimento del- 14 fosse l’euro, ma per fortuna l’UE é anche unione monetaria e poco si spiega l’indicazione del livello di aiuto che passerebbe da ben 7 milioni e mezzo di euro a ben 15 milioni di euro. Magari! La realtà é un po’ più ridimensionata, poiché i corretti numeri parlano di un aumento dei livelli in regime di ‘de minimis’ che passano da 7.500 a 15.000 euro per le imprese agricole attive nella produzione primaria e arrivano fino a 500.000 euro per le imprese operanti nel settore della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli. Procedendo nella lettura del comunicato dell’Assessore Cimino ci imbattiamo in un altro numero: 21, 5 milioni di euro che a suo dire verrebbero destinati alle imprese siciliane e che lui stesso si impegna a fare arrivare in tempi brevi facendo “pressing” in sede di Conferenza Stato-Regioni. Nulla di più falso !! Infatti, questi 21,5 milioni di euro, cui si riferisce, non sono relativi a nuove risorse e comunque l’impegno in regime di ‘de minimis’ é stato già destinato con il D.A. da lui stesso firmato il 28/08/2009 e pubblicato sulla Gurs del 23/10/2009. Nel complesso, quindi, non vi sono risorse nuove ma solo la possibilità di utilizzare, con modalità diverse, quelle che eventualmente la Regione vorrà destinare al settore agricolo. Adesso alla luce di qualche verità, finora omessa per ignoranza o per dolo, come definireste queste affermazioni? “Atti concreti” o parole evanescenti? Non ci sembra affatto corretto promettere moneta sonante ai nostri agricoltori in difficoltà, non solo ignari di quanto sta dietro la complessa macchina per l’erogazione dei fondi ma spesso fuorviati da siffatte affermazioni, tra le quali, in ultimo, anche la prevista panacea di tutti i mali dell’agricoltura siciliana attraverso la dichiarazione della crisi di mercato, strumento pressoché inutile come la storia di oltre un paio di anni fa ci ha insegnato. Ma forse l’Assessore Cimino non crede nella storia: povero Levy Strauss! Bruxelles, lì 04/11/2009 l’azione del Governo della Regione nella gestione della programmazione dei fondi Comunitari. Scaricare l’ormai certa perdita di 300 milioni di euro dei fondi Por sulla complessità dei bandi e sui ritardi burocratici è una operazione scellerata che sottrae risorse economiche allo sviluppo della Sicilia e non potrà esimere nessuno dall’assunzione di responsabilità politiche e gestionali”. On.le Giovanni la Via Deputato al Parlamento europeo Lo ha dichiarato Salvino Caputo (nella foto), Presidente della Commissione Attività Produttive dell’Ars, che ha scritto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e ai Parlamentari Europei eletti in Sicilia per evitare la perdita dei 300 milioni per la mancata attivazione dei bandi. “Apprezzo la buona fede del Presidente della Commissione Regionale Ue, Francesco Musotto – ha continuato Caputo – ma proporre ai siciliani la modifica dei bandi e addossare le colpe alla loro farraginosità è una critica di basso profilo politico che serve solamente a diluire e confondere le responsabilità”. La vera causa dei ritardi nella gestione POLITICA Non può passare inosservata un’affermazione così perentoria da parte di un presidente di commissione dell’Ars nei confronti del governo Lombardo, della cui coalizione lo stesso uomo politico fa parte. L’Onorevole Salvino Caputo (Pdl) in queste settimane non ha lesinato accuse nei confronti del governo. “Dopo l’ordinanza del Presidente della Provincia Regionale di Palermo, Giovanni Avanti, con la quale veniva disposta l’apertura della discarica di Partinico e consentire alle Società d’ambito di Partinico e Monreale ed al Coinres Bagheria di smaltire i rifiuti, è esploso lo scontro tra gli Amministratori Pubblici, che ha comportato la chiusura della discarica. Conseguentemente i rifiuti continueranno ad invadere le strade ed a creare gravissimi problemi all’ordine, alla sicurezza ed alla salute pubblica. Questo è il risultato della incapacità del Governo Regionale ad affrontare con serietà ed immediatezza la riforma degli ATO che Il governo siciliano sta mettendo l’Isola in ginocchio avrebbe dovuto pianificare la politica ambientale in Sicilia”. Questa la perentoria dichiarazione di Caputo, Presidente della Commissione legislativa Attività produttive dell’ARS che, dopo lo scontro istituzionale esploso tra gli amministratori locali per l’utilizzo della discarica di Partinico ha chiesto l’immediato intervento del Presidente della Regione e ha disposto l’immediata convocazione della Commissione Attività Produttive per l’audizione dell’allora Assessore regionale al Territorio Mario Milone ed dell’Assessore con delega alla Protezione Civile, Gaetano Armao affinché il Governo della Regione intervenisse con la massima determinazione sul problema rifiuti. “Siamo di fronte – ha continuato Caputo – ad un comportamento irresponsabile del Governo della Regione che ha lasciato in solitudine i Sindaci a fronteggiare una emergenza senza precedenti. La tanto annunciata riforma degli Ato rifiuti, così come le altre riforme, viene continuamente rinviata per gli scontri politici e per la inadeguatezza del Governo ad affrontare questa emergenza”. Poi Caputo conclude: “Ho chiesto al Presidente della Regione nella sua qualità di delegato per l’emergenza rifiuti di ordinare l’immediata apertura della discarica di Bellolampo per liberare le strade dalla immondizia e di adottare i provvedimenti immediati per uscire da questo stato di gravissima emergenza”. Ma noi ci chiediamo che cosa se ne sia fatto dei termovalorizzatori, la cu costruzione, quasi in ato, è stata bloccata da Lombardo. Che cosa è stato capace di fare in alternativa? Estensione del limite dei livelli d’inquinamento Ennesima sconfitta, la Ue esclude la Sicilia L’inquinamento dell’Isola non interessa più all’Europa, che nega ogni aiuto. “Ancora una volta la Sicilia, a differenza delle altre regioni d’Italia, viene esclusa dai benefici e dalle agevolazioni da parte dell’Unione Europea. E’ di ieri la notizia del disimpegno di oltre 500 milioni di euro del fondo del POR 2007/2013, perché non spesi nei termini. Adesso l’esclusione della Sicilia dall’estensione del limite di riduzione del livello di pm 10 in alcune zone del territorio Siciliano. Mentre la Regione Campania ha ottenuto il richiesto beneficio per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle polveri sottili, la Sicilia viene esclusa perché non ha rispettato le condizioni imposte dall’Unione Europea”. Ad insorgere contro questo ennesimo smacco è l’onorevole Salvino Caputo, presidente della Commissione Attività produttive (Ars), che ha subito presentato una interrogazione parlamentare al Presidente della Regione ed all’Assessore Regionale all’Ambiente e Territorio, per chiedere spiegazioni in merito alla mancata concessione della estensione. “Ancora una volta – ha dichiarato Caputo – la Sicilia paga la inefficienza degli apparati amministrativi e burocratici della Regione in un settore delicato e vitale come quello relativo all’inquinamento dell’aria, che ha un impatto serio sulla salute dei cittadini. È assurdo che al di là degli annunci verbali e degli slogan sui temi importanti come la Sanità, la Salute e lo Sviluppo Economico la Sicilia venga sempre penalizzata per lo scarso interesse dei suoi Governanti”. Non è possibile continuare sulla strada dell’inefficienza e dell’assenteismo dai problemi più importanti per la vita e lo sviluppo economico e civile della Sicilia. L’unico compito cui assolve Raffaele Lombardo è quello di continuare a tener tutto in un sorta di stand by. Ma ciò dipende da un preciso mandato – il suo vero job politico – che include l’obiettivo di impedire al Pdl e alla sua miglior parte, che ha stravinto tute le elezioni, di poter governare. Il “blocco” d’ogni reale progresso è una condizione che i siciliani ben conoscono e sono certamente stanchi di questo andazzo, convinti che in questo momento l’urgenza dell’Isola sia, soprattutto, la rapida fine del governo Lombardo e la scomparsa di “Don Raffaele” dalle stanze che contano, cioè da ogni e qualsiasi potere decisionale. osservatorio della programmazione dei fondi comunitari – secondo Caputo – è da imputare a Lombardo che incredibilmente continua a variare i direttori della programmazione. Infatti, dopo avere sollevato dall’incarico la dottoressa Paolocci alla vigilia della presentazione dei bandi ha nominato Robert Leonardi il quale come premio per i danni alla Sicilia è stato promosso a Bruxelles. Ora il neo direttore Felice Bonanno si trova a gestire una situazione compromessa. “Ho chiesto – ha concluso Caputo – al Presidente Lombardo ed all’Assessore alla Programmazione Gaetano Armao di riferire in Commissione Attività Produttive i motivi e le cause della per- dita dei fondi comunitari e sui provvedimenti che il Governo intenderà adottare”. Scusi lei è favorevole o contrario? La disputa tra “favorevoli e contrari” si ripropone ad ogni piè sospinto. Ma a ben vedere, all’una e all’altra categoria appartengono sempre le stesse persone o quasi. Vi sono i favorevoli per natura e i contrari. Antonino Zichichi è lo scienziato a noi più noto, favorevole al nucleare: “non c’è nessun motivo per preferire di far viaggiare tonnellate di combustibile tradizionale al posto di una valigetta di combustibile nucleare”, > 15 POLITICA GENTE NOSTRA Magnifico rettore a Palermo Lagalla coordina gli atenei isolani Uno sportivo al timone dell’università di Germano Scargiali Mentre Palermo si chiede se sarà questo “il nostro eroe” che riuscirà a guarire l’Università, Roberto Lagalla, messosi in chiara luce – pur da improvvisato uomo politico – sulla poltrona rovente della sanità regionale, ci riceve con molta cordialità in salotto nella magnifica sede universitaria allo Steri. Non è difficile intervistarlo: è bastato un veloce appuntamento tramite la segreteria. Lei ha giocato a basket… “No a pallavolo, ma i migliori risultati li ho ottenuti da dirigente”. La domanda sorge spontanea, data l’altezza inusitata per un siciliano. Ricordavamo male, ma il magnifico rettore dell’Università di Palermo è uno sportivo e si vede. Da assessore stava cercando un contatto con lo sport, visto anche come salute pubblica. Stava compiendo un buon lavoro… “Credo proprio di sì. Molte delle impostazioni di chi sta riformando la sanità sono ancora le mie, ma adesso eccomi qua”. Sembra vi sia una sorta di rassegnazione ai trasferimenti, ma scevra da pessimismi. Beh, un successo anche qui. Anche con la nuova nomina a dirigere tutta la realtà universitaria siciliana. “Sì, sono stato chiamato a coordinare le attività del Crus, il comitato che riunisce le università siciliane. Il mio mandato non è annuale, ma varrà per il 2010 e il 2011. Dovrò garantire continuità al lavoro di concertazione con il governo regionale e permettere la redazione di un progetto organico di rilancio dell’offerta formativa complessiva delle università siciliane”. Che cosa si può fare in proposito? “L’idea è di puntare sull’innovazione tecnologica, lo sviluppo locale e la valorizzazione dei beni culturali e dei valori umani- osservatorio > sono le sue parole da noi spesso pubblicate e da lui pronunziate fino a quest’estate. Probabilmente, Zichichi è favorevole anche al Ponte sullo Stretto, mentre il professore di geografia politica Gigii Cusimano (Università di Palermo) fa notare che i luoghi (naturali e artificialmente attrezzati) sono importanti, quanto più contribuiscono a far incontrare gli uomini tra loro. C’è chi dice che gli scienziati del pessimismo siano una minoranza (500 contro 5000) al mondo. Ma la voce degli ottimisti trova spazio sui media solo negli incisi. Questo è uno dei motivi di sospetto: una delle prime cose che dovrebbe far suonare un campanello d’allarme. L’ottimismo, del re- 16 stici della cultura siciliana, attraverso un sognosa di aiuto, perché opera in un conconfronto istituzionalizzato fra le universi- testo difficile, in presenza di un territorio tà e il governo regionale. Ciò per raziona- ancora povero di possibili sbocchi e forme lizzare l’impiego delle risorse a disposizio- di collaborazione con le imprese. Poi vi sone con i fondi strutturali per la ricerca e lo no i parametri… Le faccio un esempio: non sviluppo”. si può giudicare il valore di una università Vi sarà un comitato… dal numero dei laureati che trovano imme“L’attività del comitato sarà articolata in diata occupazione. Trovarsi lontani dai luoquattro gruppi di lavoro: didattica e offer- ghi dove è concentrata la possibilità d’imta formativa, coordinato dall’università di piego fa sì che l’inserimento di un laureaCatania; ricerca scientifica e trasferimento to del sud sia comunque più laborioso e tecnologico, coordinato dall’università di richieda tempi maggiori. Occorre giudicaMessina; internazionalizzazione, affidato all’università di Enna; policlinici universita- Professore ordinario di Diari, coordinato dal- gnostica per immagini e radiol’università di Pa- terapia nella facoltà di medicilermo”. na dell’ Università degli Studi Nord e sud, di Palermo, il 1° novembre 2008 nuova ottica in si è insediato come rettore delparallelo alla lo stesso ateneo. Laureatosi in cura Gelmini. medicina e chirurgia nel 1979 “Ritengo che la all’Università degli Studi di Paqualità dei nostri lermo, si è specializzato in Ralaureati non sia se- diologia diagnostica e Radioconda a nessuno. terapia oncologica (1983). È staParlo dei migliori to, per anni, direttore del Diparcervelli, che trova- timento di Biotecnologie Medino impiego imme- che e Medicina Legale dell’Unidiato in tutto il versità degli Studi di Palermo mondo. Ma il pro- prima e direttore del Dipartiblema è più com- mento di Scienze Radiologiche plesso. Occorre de- del Policlinico universitario di finire i parametri Palermo poi. Fra gli altri incaper giudicare il va- richi ricoperti si evidenzia quello di Assessore alla Sanità della lore di ciascuna Regione Siciliana nella XIV Legislatura (2006/2008). Un’occasioUniversità, perché ne che gli ha dato notorietà pubblica, dovuta anche alla grave siè questo ciò che si tuazione di deficit del sistema sanitario siciliano che si è adoperavuol fare. Non è to a risanare con successo. Tanto che è stato subito chiamato a un facile, perché una nuovo delicato incarico di grande contenuto culturale oltre che amuniversità del sud ministrativo. può essere più bi- Chi è Roberto Lagalla sto, difficilmente rende al singolo. Perché non necessita di …rimedi. Le due ideologie Lo spieghiamo ogni volta che possiamo, ma val la pena ripeterlo a lungo. Che le ideologie siano scomparse è una falsa opinione. Essa è dovuta a scarsa cultura. Ne nasce un’illusione, che si scontra con la dura realtà: che possa subentrare l’era di un perfetto accordo sulle “soluzioni pratiche” dei problemi. Ma la pratica distinta dalla teoria non esiste. Se la teoria è buona è sempre pratica e, se la pratica non è teoricamente corretta non funziona. C’è una dicotomia assoluta fra due ideologie di base. E varie posizioni le distinguono davanti a troppi bivi. Forse quella fondamentale è che i liberali accettano un mondo ancora per lungo tempo imperfetto. Gestire il continuo e molteplice ripresentarsi dell’imperfezione è, per i liberali, la virtù. Nel pensiero “di sinistra”, invece, il mondo potrebbe correggersi rapidamente sol che la volontà dell’uomo lo decidesse. Quest’atteggiamento è in linea con il pensiero della rivoluzione francese e dell’illuminismo e si inquadra nella mentalità idealistica di Platone. In questa visione, la soluzione dei problemi basta pensarla perché la si possa realizzare: per gli idealisti, infatti, le idee sono più vere dei POLITICA re in base ad osservazioni più duttili e diversificate”. In ogni caso occorre risparmiare e anche competere. “Il risparmio va realizzato a livello nazionale per tutta la pubblica istruzione. E’ un must, un obiettivo necessario, una strada obbligata. Ma si può ricorrere ad una migliore organizzazione, al taglio dei rami secchi, una volta individuati. E’ ciò che stiamo facendo”. Lei tende a stabilire un colloquio con il vecchio establishement universitario, assolutamente contrario alla maggior parte delle novità… “Certamente. E’ proprio così. Tuttavia, sono anche molto risoluto nell’introdurre l’innovazione. Una serie di soluzioni sono improcrastinabili e vanno adottate. Ripeto occorre individuare dove intervenire ed anche i modi e, infine, i tempi”. Per la sperimentazione e la ricerca, quali prospettive. Le ricerca rappresenta magna pars della realtà universitaria e non va assolutamente penalizzata. Bisogna intervenire in altri modi, se mai per incentivare, razionalizzando il tutto, motivando e anche finanziando il settore, grazie ad altri risparmi e alla concentrazione delle risorse sulle ricerche più necessarie, più utili e funzionali alla crescita dell’Università e della società civile”. Politica e cultura. Lei ha ricoperto due ruoli a stretto giro. Che ne pensa del suo incarico di assessore e di questo impegno universitario? Due poltrone calde… Troppo? Quale le pesa di più? “No, non parliamo di peso. Bensì di un grande interesse, legato all’impiego di tante energie. Già come politico non ho mai perso la fiducia e il buon umore. Adesso, da rettore, potrei dire che sono felice, persino che mi diverto. Non arrivo a tanto, ma osservo solo, dentro me stesso, che divenire il rettore dell’università in cui ci si è laureati è una delle maggiori soddisfazioni che potevo aspettarmi”. Roberto Lagalla sorride, con il volto solare da eterno ragazzone, fra i più giovani che abbiano ricoperto l’austera carica di …Magnifico. fatti, contano più dell’osservazione. La “botta finale” all’idealismo la diedero i positivisti (Comte, Saint Simon) e seguì una scienza come la statistica che è l’opposto del platonismo, ma è oggi di eccellente utilità. Vi sono altre differenze: i liberali e i cristiani pensano che l’uomo sia l’ospite d’onore della natura, sia lo scopo stesso dell’evolversi naturale, dello stesso organizzarsi della cellula vivente per garantirsi la sopravvivenza con ogni mezzo. Nel pensiero di sinistra l’uomo è l’ospite scomodo e invadente, la cui sostanziale cattiveria rischia di distruggere il creato. Sarebbe stato, quindi, un bell’errore da parte di Dio e/o della natura… Giuseppe Agrusa fra turismo e cultura CARINI. E’ uno dei papabili alla carica di sindaco Una lunga militanza nella politica locale e nell’amministrazione fra Carini e Palermo. Giuseppe Agrusa è un assessore “scelto” della giunta uscente del sindaco Gaetano La Fata con l’incarico alla promozione turistica e alla cultura. Lo incontriamo nel suo ufficio, quasi un nido d’aquila, ricavato nella parte alta del Castello. “Si è fatto molto – esordisce – per migliorare il patrimonio artistico monumentale della città in questi ultimi anni. Abbiamo aperto da poco l’ala ovest del Castello. Parlo di apertura perché i lavori sono stati eseguiti con fondi Ue, ma al momento avevamo disponibilità per una inaugurazione in grande stile come merita il sito”. L’ala ovest riveste particolare interesse… “Comprende la stanza dove si consumò il delitto della Baronessa. Adesso non solo è aperta al pubblico, ma all’interno i visitatori possono assistere periodicamente alla teatralizzazione itinerante dello storico evento”. Come avviene? “La recita è curata dalla locale compagnia Cialoma. E’ possibile assistere a cento spettatori per volta, che stanno nelle stanze insieme agli attori”. Carini ha grosse potenzialità per incentivare le visite… “A parte le bellezze dei luoghi , della città, il belvedere, adesso possiamo dire di poter offrire un circuito turistico e devo dire che molte agenzie hanno imparato a fruirne”. Ci parli di questo percorso. “Comprende il castello, le catacombe, il museo nel chiostro del Carmine e almeno tre chiese. La chiesa Madre, la cappella del Serpotta e la chiesa degli Agonizzanti, appena aperta al pubblico. E’ la chiesa del castello stesso” Le catacombe… “Sono a Villagrazia. La scoperta è recente, ma antiche sono le origini, probabilmente intorno al III sec. d. C. E’ noto anche il sito abitativo di Hiccara, a circa un chilometro da esse. Simile a quella delle catacombe di Roma, situate fuori le mura dell’abitato. Alcune lettere di Gregorio Magno testimoniano l’esistenza di una sede vescovile presso Hiccara…” Che cosa c’è dietro l’angolo? “Dice bene. Abbiamo vari progetti in corso e stiamo reperendo i finanziamenti…” L’assessore con un gesto del braccio ci mostra compiaciuto un progetto che fa bella mostra dietro la scrivania. “Vede – riprende – abbiamo progettato una scala mobile che da un grande parcheggio alla base della collina, fra l’altro sistemato a giardino, porterà i visitatori fin sotto al Belvedere, quindi al castello e al centro storico. Non siamo nel mondo dei sogni. Lo realizzeremo”. Ma lei è anche uno sportivo… Chi è Giuseppe Agrusa. Giuseppe Agrusa, 51 anni, è sposato con 3 figli e da oltre 30 anni è in politica. Infatti, a soli 18 anni è già Segretario Provinciale dei “Giovani Dc”. Nel 1990 la prima elezione a consigliere comunale tra le fila della Dc, seguita dall’elezione del 1994 con la lista civica “Democrazia e Liberta”. Nel 2005 è stato eletto tra le fila della lista “Azzurri per Carini” con 176 preferenze. Molti gli incarichi in amministrazioni varie. Dal maggio 1991 al maggio 93 è Componente del Comitato dei Garanti della Azienda Ospedaliera “V. Cervello” ex USL n.60; Dal 96 al 97 è stato Componente del Collegio Sindacale della Banca Popolare di Carini. Fra il 97 e il 99 è stato componente del Consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Carini. Dal 19/06/00 al 30/09/01 ha l’incarico di Consigliere di amministrazione delegato del Ciem spa ( Centro per l’Internazionalizzazione dell’impresa e la Promozione della Piccola e media impresa nello spazio del Mediterraneo) rappresentante della Provincia Regionale. Con D. A. n.28/ Gab. del 26/03/2003 è stato designato dalla Regione Siciliana Assess.to Turismo Sport e Spettacolo, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Aapit di Palermo. Carica ricoperta sino al 30/06/06. Con Determina Sindacale n. 117 del 28/06/05 è adesso Assessore Comunale allo Sport / Beni Culturali/Promozione Turistica del Comune di Carini. “Sì, ho giocato a pallavolo con impegno e devo dire con un certo successo…” Tutta Carini è una città sportiva… “Sì. Ho anche la delega allo sport. L’impiantistica qui non è certo all’anno zero. Disponiamo di una palestra e di un palazzetto dello sport che presto sarà agibile al pubblico e a manifestazioni ufficiali, ma è aperto per gli allenamenti. Ma è solo la più imminente aggiunta a vari siti ben attrezzati…” Si dice che lei pensi ad una carica di sindaco… “Spero di essere candidato dal Pdl e di poter coronare una carriera già lunga sul piano locale con il massimo spirito di servizio nei confronti della mia amata città e dei suoi cittadini”. Germano Scargiali 17 POLITICA Parla Renata Polverini donna in positivo Un enfant prodige pronta a guidare la Regione Lazio Renata Polverini proviene dal sindacato Ugl, legato storicamente ad Alleanza Nazionale. Nonostante tale sindacato sia oggi molto vicino al governo, non ha smesso di battersi per i diritti dei lavoratori. La Polverini, data l’età media dei politici italiani, può considerarsi un enfant prodige. Ancor giovane, tenta adesso la scalata alla Regione Lazio, la cui presidenza, cui lei aspira, ha attraversato brutte esperienze. Abbiamo, quindi, ascoltato le idee di questo personaggio emergente, certamente coraggioso e forte di un alone di simpatia e fiducia. Lei parla anzitutto di innovazione… “Non sopporto più una politica che parla …al passato, che ha volti, linguaggi, colori invecchiati. Voglio affrontare le sfide del presente, del lavoro che non c’è, dell’economia in crisi, dei servizi inadeguati, della sanità che non funziona, dei piccoli centri abbandonati a se stessi. Ma soprattutto voglio costruire il futuro, dar fiducia ai giovani, valorizzare talenti ed energie, forze imprenditoriali e centri di eccellenza di cui il Lazio è ricco”. Soluzioni, dunque, non problemi? “Certamente. Non sopporto infatti una politica che parli soprattutto di problemi irrisolti. E’ vero, sono sempre tanti, ma non vanno meramente agitati e discussi in eterno…” Tanti problemi permangono… “I problemi di questa nostra terra li conosciamo ormai bene e, se ci si pensa, sono gli stessi di 5 anni fa. Mi sono candidata per dare una soluzione a tali problemi. Con concretezza, pazienza, determinazione. Così sono abituata a lavorare, da sempre. Forse anche perché, come donna, ben conosco bene la fatica della vita quotidiana”. Lei parla di una nuova storia. Non le sembra eccessivo? “No. Intendo costruire, con l’aiuto dei cittadini, una nuova storia per la nostra regione per farla diventare, fra cinque, quella in cui si vive meglio in Italia. L’obiettivo è eccellere per trasparenza e partecipazione, puntando sul lavoro di squa- Renata Polverini dra. Voglio costruire una regione che sia prima per sviluppo e servizi pubblici. Dalla sanità a quelli per la famiglia. Voglio che i milioni di turisti che arrivano a Roma conoscano le altre bellezze della nostra terra, le sue culture e le tradizioni uniche. La sua campagna ha anche un motto… “Vivere meglio tutti, questo è il mio impegno”. Emma Bonino la nemica delle donne Si è anche vantata di avere abortito Della Bonino, recentemente candidata dalla sinistra a presidente della Regione Lazio, si dice di tutto e di più. Eroina dei diritti umani, paladina delle donne, simbolo di progresso… Ma il buonismo di cui cerca d’ammantarsi le si addice ben poco. La verità è che poche persone hanno fatto tanto male alle donne (e agli uomini ) quanto lei e questo fino all’ultima sua campagna, quella per l’elevazione dell’età pensionabile per le donne. Non la peggiore tra le sue scelte politiche, ma comunque abbastanza emblematica. Grazie alla Bonino e ad altre teste pensanti come la sua, oggi le donne italiane non hanno né lavoro, né marito né bambini. Grazie a lei, e ad altre donne della sua levatura, non solo non si è tenuto minimamente conto della situazione reale in cui le donne italiane si trovano, ma per di più si è scelto di render loro la vita sempre più difficile. Ma la Bonino appartiene a quella schiera di donne “liberate” (ma da che cosa? Forse da se stesse), che supportano scelte fondamentalmente maschili e maschiliste, per schiacciare tante poveracce che devono pensare a campare e che non fanno parte della dorata cerchia radical chic cui appartiene la deputata abortista. 18 Sembra a queste forsennate – oggi sempre meno numerose – che il problema della donna sia il suo bambino. “Uccidi il tuo bambino e sarai una donna libera e felice.” Questo il viatico degli anni settanta – ma la storia ha dato torto a queste teorie. E i plotoni di illuministi, positivisti atei che allignano nel nostro paese, se coerenti con le loro teorie, dovranno ammettere che la loro politica è stata un fallimento da ogni punto di vista. La Bonino si è più volte vantata di aver abortito personalmente. Mentre l’aborto è comunque un trauma per ogni donna normale che vi ricorra. Oggi la donna italiana rischia di non avere più una famiglia, che le è stata scippata, il partner è ormai un incidente di percorso, i figli solo un rischio da evitare. Per finire, non ha più una carriera, riservata solo ai maschi ben raccomandati. E neppure ha un lavoro. E, se pure ce l’ha, il lavoro è sempre a rischio ed è tanto faticoso che non le dà il tempo di occuparsi di altro. A tale traguardo hanno condotto i “caritatevoli” intenti di socialisti e radicali, promotori, fra l’altro, nel corso degli anni, del taglio della scala mobile, nonché di una serie di leggi che sostenevano un tempo la famiglia! Alla Bonino non è riuscita neppure la bat- taglia contro la violenza alle donne, perché anche questa oggi è più presente che mai. Ma come meravigliarsi, se chi predica la violenza e agisce con violenza non ottiene alcun risultato positivo? Chi ha messo sistematicamente contro l’uomo e la donna, propagandato l’aborto, chi ha deriso e osteggiato la famiglia, irriso alla religione, giustificato l’uso di droghe “cosiddette leggere” che razza di persona è? Come può convincere gli altri? Diceva Madre Teresa di Calcutta che solo salvando i bambini si evitano le guerre. E che questa sia la pura verità non è difficile da capire per chi abbia anche un’intelligenza minima. Le donne, grazie alla Bonino e company, hanno fatto enormi passi indietro in ogni campo. Non hanno quasi più tutele per la gravidanza e il puerperio, non possono andare in pensione qualche anno prima, non possono far carriera, perché l’assenza di politiche familiari lo rende possibile solo alle donne benestanti. La Bonino, con le sue teorie e pratiche, ha contribuito a rendere la vita delle donne del nostro paese più dura, le ha rese più tristi e insicure. E, per colmo d’ironia, a tante donne, per cercare un po’ di benessere, oggi non resta altro che il marciapiede. Lydia Gaziano POLITICA Roberto Rastelli (Pdl) dal Campidoglio alla Regione Nel Lazio un nome a sostegno della Polverini Dalla redazione romana, in particolare dal suo coordinatore Nino Macaluso, riceviamo notizia di un giovane uomo politico particolarmente valente che si prepara ad affrontare le imminenti elezioni regionali del Lazio. Si tratta di Roberto Rastelli, attuale consigliere comunale in Campidoglio – e per tanto onorevole – nelle fila del Pdl. Il percorso politico di Roberto Rastelli affonda le radici nel 1980 ed è scandito da numerose date, ognuna delle quali rappresenta una tappa importante per la sua maturazione di amministratore ed uomo pubblico. Infatti, a soli 23 anni, viene eletto consigliere comunale per il comune di Sant’Oreste. Cinque anni dopo, viene nominato assessore ai lavori pubblici ed al commercio sempre nel comune di Sant’Oreste. Nel 1992, si candida, con successo, nelle liste della Dc. a Consigliere della XIII Circoscrizione del Comune di Roma e viene anche nominato presidente della Commissione Urbanistica. Il 2000 è l’anno della sua prima consiliatura in Campidoglio per il gruppo Ccd. Quattro anni dopo torna ad impegnarsi in provincia di Roma e viene nominato assessore ai lavori pubblici presso il Comune di Cerveteri. Sempre nel 2004 viene designato per ricoprire l’importante incarico di Consigliere di Amministrazione della Cotral spa. L’onorevole Roberto Rastelli è eletto, nelle elezioni amministrative del maggio 2006, Consigliere comunale di Roma e ricopre anche la carica di Presidente della Commissione speciale Controllo Garanzia e Trasparenza e Vice presidente della Commis- sione Sicurezza sul lavoro, oltre ad essere membro della Commissione Turismo, della Commissione Urbanistica e della Commissione Cultura. Ecco come la pensa l’onorevole Rastelli sui principali temi del governo regionale. Sanità. Rimettere al centro le persone, che non sono numeri ma destinatari di servizi che esse stesse finanziano. I posti letto non si tagliano: meno sprechi di denaro pubblico, meno enti inutili, fuori la politica dalla gestione. Eliminare le consulenze super-pagate attraverso la valorizzazione delle professionalità interne. Rilanciare una rete di assistenza domiciliare per una nuova sanità di prossimità. Valorizzare ed ampliare i punti di eccellenza del sistema sanitario laziale. Lavoro. Lotta al precariato garantendo la continuità del lavoro nel fisiologico avvicendamento delle realtà imprenditoriali. Usare la leva fiscale a favore delle imprese, soprattutto medie e piccole, che decidono di assumere a tempo indeterminato. Rilanciare la sinergia tra formazione e lavoro, perchè il momento dello studio non resti fine a sé stesso e chi esce dal mercato del lavoro riceva un’adeguata riqualificazione per la propria professionalità. Trasporti. Rispetto rigoroso del contratto di servizio da parte del gruppo FS. Ottimizzare la rete di trasporto su ferro e su gomma con particolare attenzione alle tratte a maggiore incidenza di pendolarismo. Privilegiare il know how dei soggetti privati che già operano nel Lazio. Ampliare e rendere più efficiente la rete di interscambio per i fruitori del trasporto pubblico su ferro e su gomma. Tu r i smo. Valorizzare le ricchezze storiche artistiche e paesaggistiche di Roberto Rastelli cui è ricca la nostra regione per farne il volano della ripresa economica del Lazio. Dotare il Lazio di una rete alberghiera e di ricezione turistica di livello europeo. Fare dei 360 km di coste laziali le nuove autostrade del mare per l’indotto industriale e il polo crocieristico e nautico da diporto come Fiumicino, Civitavecchia, Anzio, Nettuno, Gaeta. Ottimizzare il sistema aeroportuale esistente – Fiumicino e Ciampino – con il futuro scalo di Viterbo. Agricoltura. Il “made in Lazio” come garanzia della provenienza e della qualità dei nostri prodotti. Rilanciare la capacità della Regione Lazio di eccellere nelle produzioni ortofrutticole, casearie, di allevamento di ovini equini e suini, di olio vini e vigneti di alta qualità. La regione degli enti locali. Sburocratizzazione e snellimento delle procedure per avere spese certe a fronte di entrate certe. Certezza dei tempi nel trasferimento di risorse dal governo centrale alla regione agli enti locali. La regione dei cittadini. La Regione Lazio come un “palazzo di vetro” sotto il controllo continuo dei cittadini elettori. La trasparenza come cardine dell’azione amministrativa regionale. Città2.0 organizza Centrostorico2.0 aperto a tutti Un Concorso di idee per Piazza Kalsa Il centro storico di Palermo, con i suoi 240 ettari, è uno dei più vasti in assoluto e uno dei più ricchi e complessi dal punto di vista architettonico. Le potenzialità artistiche e urbanistiche dell’area, tuttavia, rimangono inespresse, causa la disattenzione delle istituzioni e l’incuria dei cittadini, che negli anni hanno frenato la crescita di quello che un tempo era il cuore della città. Con il patrocinio dell’Assessorato al centro storico del Comune di Palermo, Città2.0, organizza Centrostorico2.0, un concorso di idee per Piazza Kalsa. L’iniziativa si articolerà in due fasi: entro il 15 marzo i partecipanti potranno inviare disegni, schizzi, immagini, video, documenti in formato word o altro tipo di materiale, su supporto informatico o cartaceo, fornendo degli input, anche superficiali, attraverso i quali esprimere le proprie idee per la riqualificazione di Piazza Kalsa, porta di accesso alla città murata dal lato mare. Il comitato organizzatore renderà pubbliche le idee più brillanti, e ciascun cittadino potrà sviluppare ancora i progetti di base, scegliendone uno tra quelli pubblicati sul sito www.cittaduepuntozero.it e predisponendo, sulla base del progetto prescelto, un’elaborazione grafica, da inviare entro il 15 maggio 2010. L’indirizzo a cui inviare i file è: [email protected]. In caso di allegati cartacei, o comunque su supporto non informatico, essi vanno recapitati in Via Locarno 16, 90146, Palermo. La cerimonia finale si svolgerà domenica 23 maggio 2010 nell’ex noviziato dei Crociferi di via Torremuzza 20. 19 SICILIA La Fiumetorto-Castelbuono presto completata Passerà un treno ogni 10’ e alleggerirà anche Cefalù La ripresa dei lavori per strade e ferrovie in Sicilia prosegue sotto il governo Berlusconi. Altro segno dell’attaccamento alla Sicilia e alla determinazione di rafforzare le infrastrutture in linea con la logica del Ponte e dell’asse viario Berlino – Palermo. La notizia è che Entro il 2010 saranno appaltati i lavori per il raddoppio della linea ferrata dalla contrada Ogliastrillo di Cefalù fino a Castelbuono, in provincia di Palermo. Lo ha reso noto il sottosegretario di stato per le infrastrutture Mario Mantovano, rispondendo ieri in Senato, ad una interrogazione parlamentare presentata dalla senatrice Simona Vicari (Pdl) con il collega del Pd Francesco Ferrante. In realtà si tratta di una linea nuova che sostituirà la precedente risalente al Regno d’Italia. “Sono molto soddisfatta - ha dichiarato la Vicari - della risposta che il Governo oggi ha fornito su un problema la cui risoluzione sta molto a cuore alla città di Cefalù e ai centri vicini. Esso dota quest’area della Sicilia di un’infrastruttura indispensabile allo sviluppo turistico ed economico”. “Per dare impulso a tale tratto di raddoppio, nell’ambito dell’aggiornamento 2009 del contratto di programma 2007-2011 – ha detto in Aula il sottosegretario Mantovano – è stato programmato di anticipare la realizzazione dell’opera e quindi di consentire l’affidamento dell’appalto principale entro il 2010”. Il costo per la tratta di 12 chilometri da Ogliastrillo a Castelbuono, compresa la realizzazione della nuova fermata in galleria di Cefalù, è di 530 milioni di euro. L’attivazione della tratta da Fiumetorto a contrada Ogliastrillo (20 km di rete ndr) – ha anche riferito il sottosegretario – è programmata per il 2011. Qui i lavori per un importo complessivo di 414 milioni di eu- Ed anche Scajola se ne accorge e conferma 20 ro sono iniziati a maggio del 2008. Fondamentale il tratto di strada ferrata in oggetto per molti motivi. Da 50 anni si attendeva che il doppio binario, che da Palermo si arrestava alla piccola stazione di Fiumetorto, in aperta camDai politici più attenti notizie rassicuranti per l’imminente futuro dell’Isola e per l’intero Meridione senza il cui sviluppo non cresce neppure l’Italia Simona Vicari pagna dopo Termini Imerese, proprio presso la zona industriale (Fiat etc.), sviluppatasi attorno al 1960, proseguisse in direzione Messina, nell’attesa del completo raddoppio. Adesso si lavora con impegno ad un radicale spostamento della strada ferrata il cui tracciato risaliva all’800. Inoltre, come aveva notato la Vicari nel corso di una precedente interpellanza, Pronto con l’apporto tecnico di Giulio Tremonti il Piano Berlusconi per il Sud. Non tarda a manifestarsi l’interesse del governo Berlusconi e del premier in particolare per l’economia del Sud e della Sicilia, dove il Pdl vanta, assieme a Milano, il suo maggior elettorato. Sull’argomento si è espresso a chiare lettere il ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola, confermando la massima, ripetuta da molti che non può esserci sviluppo in Italia se non s’innesca anche al Sud e se questo non “cresce”. “Il Sud – ha affermato il ministro – rappresenta una priorità assoluta del governo. Per questa ragione in questi mesi una task force, da me coordinata su indicazione del Consiglio dei ministri, ha lavorato alacremente alla de- il tratto da Ogliastrillo in poi è più importante del primo, perché è quello che baipassa Cefalù, evitando i passaggi a livello di Gallizza e del bivio Castelbuono, laddove transiteranno nei momenti di punta nei due sensi treni al ritmo di quasi dieci minuti, con complicazioni enormi per il traffico stradale. Complicazioni che dureranno, adesso, solo per un breve purgatorio. Infine, la nascita della stazione sotterranea di Cefalù renderà possibile l’utilizzo a parcheggio dell’area dell’attuale stazione ferroviaria. Un ultima nota per chi combatte ancora il ponte ritiene il traffico ferroviario relativo: solo così potrà giungere in sicilia l’alta velocità. Inoltre il traffico su rotaia è in notevole aumento ed è chiaro come questo sia un bene Lydia Gaziano finizione del Piano Berlusconi per il Sud, che verrà presentato nella sua interezza tra qualche settimana dal presidente del Consiglio. Abbiamo impostato il Piano insieme ai colleghi ministri sul rilancio dell’impresa, del lavoro e dell’iniziativa dei cittadini meridionali, soprattutto verso le centinaia di migliaia di giovani diplomati e laureati costretti ad un’emigrazione di necessità che fiacca senza speranza il Mezzogiorno”. Tali affermazioni vengono riportate su tutta la stampa nazionale. I dati recenti, uniti all’aumento del gettito fiscale, secondo Scajola, in merito ad un’eventuale riduzione delle tasse, evidenziano una sperequazione a danno dei lavoratori dipendenti, che va corretta. Uno dei cardini del programma del Gover- SICILIA x La politica per il sud e la Sicilia Non vive solo del Ponte A parte l’indispensabile e provvidenziale realizzazione del Ponte sullo Stretto, attesa dall’Europa, ma anche da tutti i veri operatori economici e dagli stessi responsabili dei sistemi portuali (Professor Rodolfo De Dominicis in testa) giungono continue conferme dell’interesse che verte attorno al Sud e alla Sicilia. “C’è una grande opportunità, da subito, per le regioni del Mezzogiorno costituita dall’attuazione del Programma operativo nazionale 2007-2013 sulla ricerca e la competitività. Ha una dotazione finanziaria di 6 miliardi di euro e potrà consentire al tessuto produttivo del sud Italia di colmare una parte del di- Rodolfo De Dominicis vario esistente con le regioni del Centro-Nord”. Queste le parole della senatrice Simona Vicari (Pdl) che interviene in Commissione Industria del Senato come relatrice al documento di programmazione economica finanziaria 2007-2013. “Per favorire l’impiego di queste risorse – ha aggiunto la parlamentare - occorre potenziare gli interventi che favoriscono le aggregazioni delle imprese, superando i limiti dimensionali di piccole realtà, spesso a gestione familiare che hanno una scarsa propensione a investire nella ricerca e sviluppo”. “Nel 2008 – ha sostenuto la Vicari – il Governo ha aumentato le risorse a favore del Mezzogiorno con alcuni strumenti come il credito d’imposta per le aree svantaggiate che ha concesso 4,5 miliardi di euro per le imprese che hanno investito e che stanno tuttora investendo nel sud del Paese”. Nella relazione in commissione industria del Senato, Simona Vicari, ha infine sostenuto “l’impegno dell’Italia, insieme ad altri partner europei, per porre maggiore attenzione alle realtà delle piccole e medie imprese”. Claudio Scajola no Berlusconi è la riduzione della pressione fiscale. Essa va conciliata con l’enorme debito pubblico accumulato nel passato. Ora che il peggio della crisi è passato, il ministro Tremonti PERCHÉ STUPIRSI? “L’assegnazione dei fondi per opere infrastrutturali ed investimenti al Sud e in Sicilia non deve meravigliare nessuno ma dimostra come, ancora una volta, il presidente Berlusconi, abbia mantenuto gli impegni presi con gli elettori”. Lo ha detto la senatrice del Pdl, Simona Vicari, commentando l’assegnazione dei fondi Cipe per la Sicilia “per cui ci stupiamo che oggi ci sia ancora qualcuno che si meravigli”. “Berlusconi – ha aggiunto la senatrice – ha sempre sostenuto che l’Italia si risolleva se cresce il Sud. Lo sviluppo del mezzogiorno è uno dei primi punti di Berlusconi, del Popolo della Libertà, della Lega e della maggioranza degli italiani. A Palermo cala la criminalità Drastica diminuzione della criminalità in tutta Palermo e nella sua provincia. Il dato è netto e viene comunicato quasi per inciso anche dai media anti governativi. Il ministro Maroni e il prefetto di Palermo Trevisone hanno illustrato i dati del fenomeno nel corso di una conferenza stampa. “L’andamento della microcriminalità – ha detto Maroni – è risultata in forte diminuzione nel 2009 rispetto agli anni precedenti. E ciò non può che dipendere dall’azione di governo”. I dati forniti dalle forze dell’ordine, del resto, parlano da soli. Sono circa 44555 mila i reati commessi. La diminuzione, in percentuale è a due cifre (quasi il 30%). Le rapine nel 2009 sono state solo 1256 contro le 1936 del 2008. In calo anche i furti: Anche qui nel 2009 il decremento li porta da 29.275 a 23609. La notizia merita più spazio di quanto noi stessi non ne stiamo dando qui. E’ un fenomeno da seguire e comunicare. E’ importante che si sappia che la criminalità stradale diminuisce, a tutto vantaggio della tranquillità della vita, delle attività economiche e del lavoro in genere. Perché maggior sicurezza provoca crescita, attrae nuove attività, toglie preoccupazioni e paure. Significativa la politica del governo che non ha avuto cedimenti sul rigore carcerario per i rei della criminalità organizzata ed ha operato retate ovunque. C’è una crescita culturale in atto, ma sono molti i segni a Palermo di questa avversione contro la criminalità: vedi apertura di nuove strade, l’eliminazione dei “tappi stradali”, circonvallazioni e by pass… ha preannunciato una riforma fiscale che deve tener conto del federalismo e deve avere come obiettivo la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulla famiglia. “Il clima di fiducia – conclude Scajola – è molto migliorato già in questo inizio 2010, come dicono le indagini di Unioncamere sulle imprese, soprattutto piccole e medie. E il buon andamento dei consumi e dei saldi nelle ultime settimane lo conferma. Un clima politico più sereno e un dibattito tra i partiti sulle riforme e non sulla demonizzazione dell’avversario favorirà il clima di fiducia, necessario per ben operare e innescare finalmente uno sviluppo concreto, un progresso reale. Ciò di cui l’Italia e gli italiani hanno necessità immediata e fin troppo hanno atteso” Stanziati 16 milioni di euro per le Zone franche a Catania, Gela ed Erice Prosegue la politica per lo sviluppo della Sicilia da parte del governo in carica. L’ultima novità viene dal “via” alle zone franche, cui l’Isola è particolarmente interessata. “Verrà dato un forte impulso alla realizzazione delle zone franche urbane con la semplificazione dell’iter procedurale”. Lo ha detto la senatrice del Pdl, Simona Vicari, al termine della Commissione Industria del Senato che ha esitato favorevolmente la norma approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso dicembre (Ddl 1955). “La misura adottata dal Governo – ha sottolineato la parlamentare – è anche finalizzata a rendere disponibili le risorse finanziarie per tutte le zone franche. In particolare occorre sottolineare che in Sicilia sono stati destinati per Catania 7.349.992 euro, per Gela 5.718.855 e per Erice 3.797.252”. La Commissione ha ribadito la necessità di mantenere lo strumento delle zone franche urbane. In Italia sono 22, di cui queste 3 in Sicilia, pensate per agevolare e incentivare la nascita di nuove piccole imprese, aumentare l’occupazione e rivitalizzare le aree a più alto tasso di disoccupazione. “Abbiamo anche evidenziato – ha concluso la Vicari – la necessità di semplificare le procedure e di confermare tutti gli incentivi già previsti per queste aree”. Non è da escludere che nuove zone franche possano essere concesse sulla scia della nuova apertura politica. 21 SICILIA Mani che parlano Un Albo Regionale per il riconoscimento degli interpreti della Lingua Italiana dei Segni Sordi ancora una volta protagonisti a Palermo nel corso del meeting regionale dal titolo “Mani che parlano”, il cui sottotitolo – Quale futuro per la lingua dei segni? – lasciava già presagire quale tematica sarebbe stata affrontata: il riconoscimento della figura degli interpreti della lingua dei segni attraverso l’istituzione di un Albo Regionale. Organizzato dal Cciss-onlus (Centro Comunicazione Informazione dei Sordi Siciliani), nella splendida location della Sala Gialla di Palazzo dei Normanni di Palermo, ha visto l’alternarsi di rappresentanti istituzionali e di docenti universitari. All’apertura ha portato i saluti l’on. Francesco Cascio – presidente dell’ARS, il quale ha sottolineato l’impegno da parte del Parlamento Siciliano di riflettere sul futuro della Lingua dei segni, e dei risvolti socio-educativi ed economico-occupazionali che l’istituzione di un Albo regionale comporterebbe. Il meeting è stato moderato dal dottor Giovanni Barbaro. Interessante l’intervento della professoressa Giovanna Perricone della Facoltà di Scienze della Formazione di Palermo, che ha parlato dell’interprete della lingua dei segni e del suo percorso di formazione, soffermandosi sul “ruolo di guida” appunto degli interpreti. La competenza genitoriale e la Lis è stata trattata dalle dottoresse Cettina Polizzi e Maria Regina Morales della Facoltà di Scienze della Formazione di Palermo, da dove è emerso che nella relazione tra genitore-figlio sordo, la Lis non è semplicemente un terzo elemento della re- lazione, ma finisce con il diventare parte integrante della relazione stessa. In ultimo ha portato la sua testimonianza un’interprete della lingua dei segni, la dottoressa Marcella Poma, che ha messo in luce l’importanza di dare dignità a una professione che permette a chi è privo di udito di comprendere e di integrarsi nella società. Gli interpreti, mediatori della comunicazione, permettono una comunicazione integrata e plurima, ed è giusto che si riservi alla Lis la stessa dignità normativa di qualsiasi altra lingua. Certamente per troppo tempo si è trascurato che la Lis, al pari delle altre lingue, è uno strumento attraverso cui il sordo costruisce la propria identità. L’evento è stato interamente tradotto da due interpreti della lingua dei segni: Patrizia Scaletta e Maria Pravatà che con Percorsi innovativi nella pubblica amministrazione professionalità e dedizione si sono alternate perché tutto il meeting fosse compreso dai sordi presenti in Sala. Infine da sottolineare la presenza dell’on. Marianna Caronia, sensibile da sempre a questa tematica, che ha presentato un disegno di legge sul riconoscimento della figura dei mediatori linguistici per sordi (interpreti della lingua dei segni) e la conseguente istituzione di un Albo a livello regionale che raccolga tutte le professionalità in questo campo. Giuseppina Bassi Da e-Governament a e-Democracy Il momento in cui tutti i cittadini potranno avvicinarsi alla vita e politica e sociale è ormai giunto. E’ grazie, infatti, all’impegno di Sicilia e-Servizi, la società di servizi della Regione Siciliana, che si potrà parlare di una nuova era della comunicazione trasparente, che permetterà a ciascun cittadino di “colloquiare” con la Pubblica Amministrazione, rendendosi in tal modo attore della comunità sociale. Non è casuale il titolo del convegno: “Da e-Governament a e-Democracy”,organizzato da Sicilia e-Servizi in collaborazione con Oracle, svoltosi nell’austera Sala delle Capriate, dove esponenti dell’Università e delle imprese hanno a lungo dissertato sul da farsi. 22 Emanuele Spampinato(nella foto), presidente di Sicilia eservizi, ha avviato una riflessione sull’attuale funzionamento della pubblica amministrazione e sul ruolo che la nuova tecnologia può assumere per migliorarla. Ha preannunciato l’avvio di un Parco progetti che impegnerà 63 milioni di euro, già in cantiere a partire da gennaio, ed ancora ha sottolineato l’impegno della società, strumento della Regione, atta al reperimento di fondi finalizzati all’attuazione di progetti per l’innovazione. La Sicilia sembra, dunque, avere nuove possibilità di crescita anche in termini di comunicazione. All’ingegnere Spampinato ab- biamo voluto chiedere qual è lo stato dell’arte… “Stiamo lavorando – ha detto l’ingegnere – su questi nuovi modelli di democrazia elettronica che cercano di avvicinare il cittadino alla pubblica amministrazione. Sarà ragionando su quelli che sono i modelli attuali che vanno sicuramente innovati che si farà in modo che tra la pubblica amministrazione, i cittadini, le università e le imprese si attivino innovativi canali di comunicazione. Sicilia e-Servizi, dunque, vuole avere un ruolo di facilitatore nei confronti della Pubblica amministrazione, e inoltre abbiamo grandi eccellenze da valorizzare per fare arrivare nel territorio siciliano risorse im- portanti per l’innovazione”. Quale sarà il rapporto con il governo centrale? “Intendiamo avviare a livello nazionale un’interlocuzione con il governo centrale, ma anche con l’estero, avviare relazioni, in particolar modo con il nord Africa dove vogliamo portare le nostre imprese”. Largo spazio, dunque,non solo alla speranza, ma anche ai fatti! Grazia Gulino SICILIA Nicolosi: “Puntare su natura e cultura per il rilancio turistico” FARE AMBIENTE. Ecco 20 siti siciliani dove coniugare ambiente e mito Sono venti, secondo Fare Ambiente i siti siciliani di maggior rilievo, nei quali poter coniugare la bellezza dei luoghi con il fascino del mito. Sono stati individuati e proposti a conclusione della manifestazione “I luoghi e il mito”, organizzata dal noto movimento ambientalista assieme all’Ente Parco dell’Alcantara, che si è svolta a Randazzo. Nell’occasione sono state visitate le aree più belle del Parco stesso (Castiglione di Sicilia, Gole dell’Alcantara e Taormina). In una pubblicazione ideata dall’antropologo Antonino Buttitta e con testi dei docenti Mariny Guttilla , Nicola Cusumano, e dell’archeologa Marta Granà, Fare Ambiente indica quindi venti luoghi da visitare, laddove la cultura, la storia e il mito si sposano con la bellezza dei paesaggi. Un’indicazione che diventa anche una proposta di rilancio turistico del territorio. “La Sicilia – afferma Nicolò Nicolosi, Le Gole dell’Alcantara. In alto, Nicolò Nicolosi coordinatore regionale di Fare Ambiente – può vivere di turismo. Per questo occorre puntare da un lato sulla natura e in par- In via Gioacchino Di Marzo sarà faro di cultura cittadina Nuova sede per l’Unione Filatelica Un angolo di cultura cittadina rimasto inalterato nel tempo. Ora il suo storico animatore e presidente Nino Aquila cede il testimone ad un successore, Giulio Perricone, che ha tutti i numeri per essergli di valido aiuto. Perché Nino Aquila è sempre attivo ed è lui ancora una volta l’ideatore di un nuovo spazio: una piccola ma ben concepita club house in via Gioacchino Di Marzo 40. Sarà la nuove sede dell’Ufs, l’Unione filatelica siciliana. Ecco come il filatelico Giuseppe Di Bella, in un suo scritto, ricorda la fi- Benito Bonsignore, Nino Aquila e Giulio Perricone questi ultimi gura di Nino Aquila al tempo della stori- past president e presidente dell'Ufs ca sede dell’Ufs in via Ruggero Settimo: “…Il dottor Nino Aquila, sempre estrema- gonisti, ma che cos’è un filatelico se non mente determinato, attivo e volitivo, si av- l’innamorato di quel condensato di storia vicinava sempre a curiosare tra le cose si- e notizie che egli colleziona? stemate sui tavoli e spesso trovava di che Un primo “atto” della nuova attività in sesoddisfare l’innata curiosità filatelica; si scor- de è la celebrazione della riedizione di gevano i segni del rigore metodologico e un volume, stampato da Flaccovio, autol’inclinazione allo studio che l’avrebbe con- ri Rosario La Duca e Giulio Perricone: dotto a collezionare, coi risultati che tutti Cinquant’anni di vita della città di apprezziamo, ben altre rarità e a dare alla Palermo, Saluti da Palermo 1890 – 1940. filatelia siciliana il lustro di un ulteriore Al- E’ la raccolta di 1500 cartoline illustrate. bo d’oro e alla letteratura filatelica interna- Gli angoli topici della città rivivono testizionale un pilastro quale l’opera I Fran- moniati dalle immagini, alcune delle quacobolli degli ultimi Re”. li introvabili altrove. La prima edizione Adesso in via Di Marzo l’intenzione di di questo libro si dovette all’estro culturaAquila e del nuovo presidente Perricone, le di Salvatore Fausto Flaccovio. Il noto una figura di sportivo oltre che di intellet- personaggio palermitano, molto caro ad tuale (ci dice fra l’altro che ama la vela), è Aquila – che lo ha di recente commemoquella di fare del club un centro di cultura rato a Villa Magnisi – da giovane di tipoe d’incontro, una sede per vernissage, con- grafia divenne un colto editore, in grado ferenze e dibattiti senza preclusione di te- di lanciare Tomasi di Lampedusa e Luigi mi. I francobolli resteranno sempre prota- Natoli (William Galt). ticolare sui parchi e le riserve, e dall’altro sull’importanza storica, culturale e mitologica che questi luoghi hanno avuto nel corso dei millenni. Solo componendo questo meraviglioso mosaico si potrà puntare alla rinascita della nostra regione e alla sua crescita economica. In questo modo vogliamo indicare una strategia di valorizzazione del territorio che possa attirare nuovi turisti in Sicilia”. Di seguito un estratto della pubblicazione con l’indicazione dei siti: La Sicilia è terra di miti e di leggende, che rispecchiano in modo fedele la storia dell’Isola: colonizzazione greca, l’incontro e l’integrazione dei coloni con gli indigeni, espansione territoriale delle città, dominazioni, guerre e scambi commerciali. Prova eloquente è la stessa cultura religiosa, che si è nutrita di sincretismi orientali.Gli antichi scelsero la Sicilia come luogo ideale dove ambientare non solo vicende che riguardavano le grandi divinità olimpiche, venerate in tutta l’Isola con splendidi templi, ma anche importanti saghe mitologiche aventi come protagonisti Eracle, Odisseo ed Enea. Storia di eroi, amori fra dei, ninfe e pastori. Di ciò fa fede, oltre ad un ricco patrimonio mitico attestato nelle fonti, anche la toponomastica: diversi luoghi, infatti, hanno il nome di divinità e figure del mito oppure sono legati a leggende di carattere eziologico. Così pure i nomi di monti e fiumi, venerati come dei e popolati da ninfe. Non c’è luogo della Sicilia in cui non ci sia traccia del mito. La stessa fertilità dell’Isola, nell’immaginario mitico, era legata al sangue di Urano evirato da Crono con una falce caduta a Zancle, l’antica Messina, o secondo un’altra leggenda, a Depranum, cioè Trapani.Per esemplificare quanto detto, segue l’elenco, in ordine alfabetico: Agrigento, Catania, Cefalù, Enna, Eolie, Erice, Etna. Imera, Lentini, Lilibeo, Milazzo, Mozia, Ortigia, Paternò, Peloro, Pollina, Segesta, Solunto, Stretto di Messina, Tindari. 23 SICILIA Promossa una petizione popolare A Campofelice si torna a parlare dell’ex acciaieria Afem La riqualificazione del sito dell’ex acciaieria è l’argomento principe di cui si discute in ogni casa di Campofelice di Roccella. Infatti, al riguardo, l’amministrazione comunale ha indetto un’assemblea popolare dove si è discusso del tema. Negli anni del boom economico il paese “Porta delle Madonie” ha vissuto un momento di espansione e sviluppo con la costruzione di due opifici industriali che per vent’anni hanno dato lavoro a centinaia di famiglie. Il sindaco del tempo, il compianto Avv. Giuseppe Corsello, sposò l’idea di uno sviluppo industriale a Campofelice dove per la prima volta le donne uscivano dal focolare domestico e diventavano operaie. Erano gli anni sessanta, il paese uscito dalle miserie del dopo guerra affrontava una sfida di rinascita economica, innovativa moderna e popolare. Il sindaco del tempo, assumendosi una grande responsabilità, sceglieva la via industriale e dava vita al “consorzio per la zona industriale di Campofelice”. I terreni su cui vennero realizzati gli opifici (ma.te.si. e a.fe.m) erano in possesso dei contadini che li avevano ricevuti dopo anni di dure lotte, lotte che videro l’illustre avvocato Pasquale Cipolla battersi per dare al popolo le terre del Barone Cammarata. Dopo venti anni di attività industriale le due fabbriche chiusero i battenti e al popolo di Campofelice rimasero le macerie, le tragedie e le malattie prodotte da anni di inquinamento. Diverse amministrazioni comunali iniziarono una battaglia legale per il riscatto e la reintegra di quei terreni, (amministrazione Fatta, amministrazione Longo e l’attuale), una battaglia che ha già prodotto due pronunciamenti dai tribunali amministrativi di Palermo (Tar e Cga) che, decidendo sulla richiesta di sospensiva dell’efficacia degli atti prodotti dall’attuale amministrazione comunale, ha in prima istanza accolto le istanze della proprietà ed, in appello, ribaltando l’ordinanza del Tar, accolto le ragioni del Comune. Da quel momento è iniziata una serie di incontri per arrivare ad un’ipotesi di accordo che attualmente è in una fase di stallo. La bozza negoziale prevede la realizzazione di una struttura produttiva con la realizzazione di un Outlet, che è una nuova e moderna forma di commercio, collaudata a livello mondiale, di capi di abbigliamento e accessori di grandi firme della moda, che sono messi sul mercato dopo due stagioni a prezzi scontati, o che durante la produzione hanno subito delle piccole imperfezioni che li rendono di seconda scelta. Nella bozza è prevista la riqualificazione ambientale del sito mediante lo smantellamento e la bonifica dello stesso, l’abbattimento quindi dell’ecomostro sul mare che per cinquanta anni ha rappresentato una cappa ed un freno ad ogni possibilità di ordinato e compatibile sviluppo 24 economico dell’intero territorio lungo gli otto chilometri di costa. Nell’ipotesi di accordo è prevista la realizzazione di un grande parco pubblico periurbano, quasi cinque ettari di verde fruibile a tutto il comprensorio, la donazione a titolo gratuito della villa settecentesca La Lumia, un gioiello storico di 1100 mq che il Comune potrà utilizzare per sede di rappresentanza e servizi. E’ prevista, inoltre, la costruzione di una nuova viabilità efficiente e moderna che dovrebbe smaltire il milione e mezzo di visitatori che ogni anno si prevede possano arrivare a Campofelice di Roccella. Gli studi fatti dalla proprietà evidenziano che il bacino di utenza della struttura commerciale si estende a più province, Palermo, Enna, Catania, Messina, Caltanissetta ed è questa, secondo noi, la ragione principale che ha indotto gli investitori privati a scegliere il territorio madonita. Campofelice di Roccella si trova, infatti, a 25 minuti da Palermo, 40’ da Caltanissetta, 1 ora da Enna, 1 ora e 20’ da Catania e 1 ora e 45’ da Messina, senza contare che lo snodo autostradale di Pistavecchia è considerato da tutti gli operatori economici il più importante punto strategico dell’isola. Ora se il territorio che si estende da Termini Imerese a Cefalù è effettivamente l’asse strategico della viabilità isolana, noi siamo convinti che la realizzazione della struttura commerciale sarà impiantata su questa fetta di territorio. Ed allora Campofelice di Roccella può perdere questa grande opportunità? Può permettersi di mancare l’appuntamento con la storia, rinunciando alla riqualificazione del sito, alla realizzazione del parco pubblico e verde e alla creazione di nuovi posti di lavoro? Riteniamo che le domande siano di vitale importanza per tutta la comunità, le espressioni in favore dell’iniziativa sono parecchie, i cittadini intravedono la possibilità di una grande rinascita del Paese, per uno sviluppo economico atteso da oltre trent’anni, e così è nata una petizione popolare in favore dell’iniziativa, ancora in corso, per favorire le decisioni dell’Amministrazione Comunale. Di contro, quasi tutti i commercianti hanno manifestato le loro perplessità, per la paura che il nuovo insediamento possa recare danni alle loro attività e all’intera economia del paese. Ma cosa pensa l’amministrazione comunale e cosa ha deciso di fare? Il sindaco si dice soddisfatto della grande partecipazione dei cittadini a questa scelta che interessa il futuro della comunità, il primo cittadino ha già incontrato due volte i commercianti ed ha organizzato un’assemblea popolare per sentire le opinioni di tutti. Interpellato sull’iniziativa non nasconde il proprio consenso alla stessa, ma si dice preoccupato per l’eventuale impatto negativo che può produrre all’economia del paese. L’amministrazione comunale, insediatasi nel 2006, ha da sempre manifestato un particolare interesse alla riqualificazione del sito che considera un sogno che, se realizzato, completerebbe il programma elettorale della lista che ha vinto le elezioni, ma il Sindaco Francesco Vasta ha ribadito più volte che la realizzazione di questo grande sogno non deve e non può distruggere i sogni delle famiglie che vivono con il reddito dei diversi negozi del settore già in crisi. L’amministrazione comunale cercherà in tutti i modi di tutelare e salvaguardare l’economia locale, perché l’intento della stessa è quello di migliorare e far progredire un paese che era nel ristagno socio-economico e tutte le iniziative messe in campo in questi tre anni di amministrazione vanno esclusivamente in questa direzione. I cittadini hanno preso a cuore l’argomento, si parla in piazza, nelle case, nei negozi ed anche attraverso i blog sui siti internet, è una comunità viva che si interroga sul proprio futuro che è già presente. La politica nicchia, tentenna, nessuno (o quasi) prende posizione, è chiaro che si aspetta la decisione dell’Amministrazione, ma è pur vero che tra i politici comincia a serpeggiare una grande paura, se questa operazione dovesse andare in porto si toglierebbe ai “politicanti” di turno l’ultima possibilità di cavalcare argomenti che per 50 anni sono stati bandiere di tante battaglie elettorali che hanno visto il popolo spettatore ma mai beneficiario. Gaetano Messina L’ECCELLENZA Il Distretto della pesca MEDITERRANEO Libero scambio solo una speranza INIZIATIVE in corso nel Mare Nostrum attualità MEDITERRANEO Libero scambio solo una speranza SI APRONO LE PORTE DI UN NUOVO RINASCIMENTO n di Germano Scargiali on si nota una particolare scioltezza di linguaggio nelle note scritte che riguardano l’ Area di Libero Scambio del Mediterraneo. A voce, frattanto, se ne parla troppo poco. Quasi niente. L’impressione netta, confermata poco più d’un anno fa dal Ministro Frattini (nella foto), nel corso di una visita alla Presidenza della Regione Sicilia, è che se ne parlasse di più anni or sono di quanto non se ne sia fatto negli ultimi tempi. Il ministro degli esteri si rendeva conto, in effetti, di quanto l’Isola potesse essere interessata e potenzialmente coinvolta da tale iniziativa, ma sottolineava come, non muovendosi, l’intera macchina rischiava di non avviarsi. Rimane da capire che cosa una sola regione, sia pure così ben identificata e posta nel cuore del Mediterraneo, possa fare per smuovere un meccanismo che coinvolge tanti stati sovrani, fra cui al contempo Israele e la Palestina. Ma occorre tener presente che il possibile “risorgimento” del Mediterraneo si compie su due piani: il primo è quello spontaneo e, se è in atto, chi lo ostacola sarà probabilmente sconfitto. Il secondo è il terreno della politica, sul quale la lotta è aperta, ma soprattutto è sorda, sotterranea, da indagare, da esorcizzare… L’anno 2010 dovrebbe essere quello del “via” per l’Area di Libero Scambio del Mediterraneo. Le parole esatte dicono “entro il 2010”. Dal primo gennaio, quindi, si dovrebbero avere 12 mesi di alacre lavoro, ma dove sono le premesse? L’istituzione di tale “area” viene definita come di “importanza capitale” già nelle fonti ufficiali, che la indicano come la più grande iniziativa del mondo nel suo genere. Il Congresso di Barcellona del 1995 rappresenta il momento topico, quasi epico ormai, in cui è stato deciso di N 26 marzo 2010 istituire l’Area. L’estensione è stata anche definita in quell’occasione da un elenco preciso di nazioni aderenti. Esso include i paesi dell’Ue più i 12 seguenti: Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia, Turchia. Rimane la Libia che partecipa alla partnership, ma con un ruolo di osservatore. Ma i reali confini di tale area sono ancora da definire per molti motivi: da una parte i limiti alla partnership di alcuni paesi meno allineati, addirittura in guerra, dall’altra la volontà di paesi non proprio rivieraschi – ad esempio dell’area del Mar Rosso, o ancora più a Sud, di svolgere anch’essi un ruolo nel mercato mediterraneo se non di partecipare alla pari. Sono, infatti, coinvolti commercialmente e civilmente, oltre che legati da vari trattati. Bisogna aver chiaro, che, a valle di isolati trattati internazionali di natura politica e di contatti spontanei fra imprenditori, esiste da sempre una serie di interrelazioni fra tutti questi stati, Libia compresa, di cui l’Italia è, ad esempio, la maggiore interlocutrice commerciale. Tali rapporti dovrebbero rinsaldarsi notevolmente dopo la recente concessione di risarcimento per i danni di guerra concessa dall’Italia. Questo anche il parere dell’ambasciatore a Tripoli Trupiano. La Libia è al contempo l’interlocutore più interessante e più difficile per l’Italia, data la personalità del premier Gheddafi. Lo sbloccarsi della Libia aprirebbe certamente verso una nuova realtà di rapporti. Ma è per l’armonia e l’equilibrio generale che si sta lavorando. Non bisognerebbe, quindi, esagerare nel pessimismo, né ritenere che interagire fra stati rappresenti un fatto assolutamente nuovo. Questo per far luce su rapporti che, non avendo valenza politico demagogica, vengono comunemente trascurati dai media. Spesso, del resto, gli stessi interessati stentano a comunicarli per motivi di privacy commerciale, semplice prudenza e simili. Ma in che cosa dovrebbe consistere in pratica quest’area di libero scambio è tutto da attualità vedere. Si parla di Banca del Mediterraneo, mentre si fa avanti, per attesa decisione del ministro Tremonti una nuova banca del Sud. Sopravvivono frattanto alcune banche regionali, sfuggite al gigantismo – che presenta per la verità lati sospetti – delle banche nazionali ed europee, le quali sono ormai della sopportate, quasi un male necessario, da parte del settore imprenditoriale o comunque operativo della società civile. Un grande sostenitore della politica mediterranea è stato Cuffaro, ma il governatore pare non ci sia più. Niente a che vedere con quello che si sente e ancor meno si vede oggi. Da qui l’azione sporadica di iniziative che si sommano a quelle singole di privati ed enti nei confronti dei paesi rivieraschi. Il Distretto produttivo della pesca Cosvap di Mazara del Vallo, collegato all’Osservatorio della pesca del Mediterraneo del Cnr che ha sede nella tonnara concessa presso Capo Granitola. Al VI Forum organizzato proprio in quella sede si è lanciato il concetto della Blue economy e registrata la partecipazione di ben altre nazioni rispetto a quelle indicate nell’elenco dell’area di libero scambio. Molti paesi dal mar Rosso all’Africa, oltre che al medio oriente sono interessati alla nuova attività. Tutto si basa sulla fede che sia in atto, per un cambiamento politico economico a livello planetario con relativa valorizzazione di tutto l’est e del sud del mondo, un nuovo Rinascimento del Mediterraneo, simile a quello che, alla vigilia della scoperta dell’America, vide sorgere tutte le componenti della rivoluzione moderna dell’economia: le banche, la partita doppia, la scienza galileiana… n ARIA DI PACE FRA PALESTINA E ISRAELE Secondo fonti Ansamed, è lecito nutrire ottimismo sull’imminente sviluppo dei rapporti tra Israele e la Palestina. L’annosa contesa potrebbe essere finalmente ad una svolta, grazie alla ragionevolezza degli attuali protagonisti, guidati da Abu Mazen e Netanyahu, e alla maturazione della situazione a livello locale e internazionale. L’inizio del nuovo anno, secondo Ansamed, fa registrare un risveglio di attività diplomatiche per rilanciare i negoziati di pace israelo-palestinesi e vede leader arabi impegnati in una serie di incontri, come quello di Sharm El-Sheikh, dove il presidente Hosni Mubarak ha ricevuto il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) e re Abdallah di Giordania. E, mentre a Gerusalemme il premier israeliano Benyamin Netanyahu dice di “avvertire nelle ultime settimane un cambiamento nell’aria che spero possa maturare e portare alla ripresa del processo di pace”, il quotidiano Maariv di Tel Aviv riferisce che gli Stati Uniti avrebbero formulato un piano per portare entro due anni israeliani e palestinesi a un accordo su tutto il contenzioso e alla fine del conflitto. Secondo Maariv gli Stati Uniti propongono l’immediata ripresa delle trattative. Nei primi 9 mesi dovrebbero stabilire i confini di un futuro Stato di Palestina e nei successivi 15 mesi risolvere le altre questioni chiave, come il futuro di Gerusalemme e la questione dei profughi palestinesi. Gli Stati Uniti darebbero ai palestinesi una lettera di garanzia che il periodo di due anni non sarà prorogabile e che in caso di insuccesso delle trattative Washington sosterrà la richiesta palestinese di un territorio la cui superficie in Cisgiordania – nell’eventualità di uno scambio di terre – non sia inferiore a quella di questa regione prima dell’occupazione israeliana nel 1967. A Gerusalemme il premier Netanyahu ha detto di essere pronto all’immediata e incondizionata ripresa delle trattative mentre il suo ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha detto “di non ritenere realistica” la prospettiva di un accordo con i palestinesi in due anni. L’odierno colloquio di Mubarak con Abu Mazen appare legato a quello che egli ha avuto la scorsa settimana con Netanyahu. Quest’ultimo si era recato al Cairo con sue proposte per facilitare la ripresa dei negoziati che avevano, a quanto pare, favorevolmente colpito i governanti egiziani. Non è chiaro quali esiti abbia avuto l’odierno colloquio. Abu Mazen non ha dato indicazioni di una prossima ripresa delle trattative e non ha segnalato un ammorbidimento della richiesta palestinese di totale, non solo parziale, arresto dell’ edilizia negli insediamenti ebraici in Cisgiordania come condizione per il ritorno al tavolo delle trattative. Fonti palestinesi, commentando le voci di un piano Usa e di altre iniziative, hanno detto che si tratta solo di idee in via di formazione e nulla di più. Mubarak ha ricevuto anche re Abdallah di Giordania che voleva essere aggiornato sugli ultimi sviluppi diplomatici in campo israelopalestinese. Nella regione è attesa la visita dell’ inviato Usa George Mitchell, ma prima di lui saranno a Washington due inviati di Mubarak per riferire sui colloqui con Netanyahu e Abu Mazen. Fra i due contendenti, dopo tanta guerra, potrebbe, dunque, scoppiare la pace. marzo 2010 27 attualità SONO TANTE MA I RISULTATI SONO POCHI E POCO CHIARI Una veduta della moderna Tripoli INIZIATIVE in corso per il Mediterraneo n alto numero di iniziative sono state intraprese dal dopoguerra per lo sviluppo in comune dell’area mediterranea, ma esse sono spesso rimaste sul piano di mere occasioni di contatto, per quanto non siano da ritenere inutili. Il terreno è stato preparato. Non c’è paese che non sia convinto della opportunità di collaborazioni sempre più intense. Frattanto la vicinanza geografica ha tenuto vivi determinati rapporti economici e non bisogna credere che le varie nazioni siano come pianeti vaganti in un firmamento sconosciuto. Qualcosa è in corso, specie sul piano della privata iniziativa imprenditoriale e commerciale, anche in contrasto con l’assenteismo e la poca incisività dei governi. Eppure vari ostacoli si frappongono allo sbocciare di una nuova era di collaborazione: si è incerti su come, dove e quando iniziare a collaborare, mentre talvolta il nemico è proprio la diffidenza, di chi si preoccupa più dei rapporti di concorrenza che si possono creare fra paesi che producono beni similari e possono fornire i medesimi servizi al grande traffico che è tornato a provenire dal Far East. La storia rivalorizza infatti la vecchia via delle Indie, fondamentale in epoca anteriore alla scoperta dell’America. Cioè, vedi caso, fino al momento della splendida esplosione del Rinascimento. Fu allora che si gettarono le basi dell’era moderna, compresa quella industriale. Il Rinascimento contribuì alla U 28 marzo 2010 scoperta dell’America, ma provocò, a più lunga scadenza, la stessa crisi del Mediterraneo. L’asse dei traffici e dello sviluppo si spostò sugli oceani. L’area di Libero scambio rappresenta oggi l’obiettivo principale da realizzare, in concreto (doveva avvenire entro il 2010): un’autentica Area di libero scambio. I ministri dei Paesi dell’Unione Europea hanno fatto il punto della situazione a Bruxelles, nel corso della VII Conferenza Ministeriale sul Commercio Euro Mediterraneo. L’occasione è stata proficua anche per discutere i metodi da adottare per incentivare l’integrazione e la diversificazione economica, nonché per promuovere il commercio e gli investimenti Euro - Mediterranei. I 13 Ministri per il Commercio dei 13 paesi della regione mediterranea insieme ai Ministri del Commercio degli Stati Membri dell’Unione europea, hanno esaminato i progressi fatti verso un’Area Euro - Mediterranea di Libero Scambio, con il coinvolgimento di una rete di Accordi di Libero Scambio Nord-Sud e Sud-Sud. La Euro-Mediterranean Road Map (Tabella di Marcia Euro-Mediterranea) fino al 2010 ha delineato, in sostanza, le ulteriori azioni per promuovere l’Area Euro-Mediterranea di Libero Scambio. Secondo i partecipanti alla conferenza, la Road Map vuole includere sia misure concrete da indirizzare verso il superamento degli attuali punti di debolezza del- le relazioni e proposte economiche e commerciali dell’area Euromed, al fine di trasformare gradualmente gli Accordi Euro Mediterranei di Associazione in Accordi integrali e profondi. Questi ultimi saranno utili per comprendere e rafforzare i provvedimenti intrapresi su questioni come le agevolazioni commerciali, gli accordi riguardanti Tbt e Sps, public procurement, concorsi, diritti sulla proprietà intellettuale, problematiche relative allo sviluppo commerciale e sostenibile o alla trasparenza. I Ministri hanno approvato inoltre la Convenzione regionale del sistema Pan Euro-Mediterraneo delle regole di origine per determinare la provenienza dei prodotti che vengono immessi in commercio. Ciò rappresenta un passo avanti rispetto ai contenuti della storica Conferenza Euro Mediterranea dei Ministri degli Affari Esteri tenutasi a Barcellona il 27-28 novembre 1995, considerata un punto di partenza del Partenariato Euro - Mediterraneo (Processo di Barcellona). Si cerca di legare l’intera Ue allo sviluppo del Mediterraneo… L’iniziativa del Presidente Sarkozy per la creazione di una Unione per il Mediterraneo, istituita con il Vertice di Parigi (luglio 2008), ha rappresentato la più recente evoluzione delle relazioni euro-mediterranee. La nuova struttura, denominata Processo di Barcellona, Unione per il Mediterraneo, costituisce un valore aggiunto rispetto all’esistente quadro, sotto i profili della “co-ownership”, ovvero di un maggiore coinvolgimento dei Paesi della sponda sud nel processo decisionale; del livello degli incontri, con i Vertici dei Capi di Stato e di Governo a cadenza biennale; dei contenuti progettuali, attraverso il lancio di progetti in macrosettori prioritari (infrastrutture, ambiente, energia, sicurezza, cultura), aperti alla partecipazione di attori e capitali privati. Tra le maggiori novità istituzionali dell’Unione per il Mediterraneo c’è la creazione di una co-Presidenza, esercitata congiuntamente da un Paese UE e uno della sponda sud, e di un Segretariato, incaricato della promozione dei progetti. Nel quadro della cooperazione sub-regionale vanno segnalati i due fori del Dialogo 5+5 (Paesi del Mediterraneo occidentale) e del Forum Mediterraneo (esercizio informale a livello intergovernativo tra 11 Paesi rivieraschi), ma anche del Partenariato G8-Bmena (Broader Middle East and North Africa), l’iniziativa sul Grande Medio Oriente avviata nel 2004 nell’ambito del G8. Le maggiori organizzazioni regionali già attive nella regione sono la Lega Araba e l’UMA (Unione del Maghreb Arabo), i cui Stati membri sono in larga parte Paesi mediterranei. Il Partenariato Euromed copre un quadro esteso di collabora- attualità zione, articolato in 4 volet: 1) politico e di sicurezza; 2) economico-finanziario; 3) socio-culturale e umano; 4) cooperazione in materia migratoria. Essi rientrano in iniziative e programmi specifici finanziati dall’Unione Europea. In questo quadro è essenziale l’attività di coordinamento con la rappresentanza italiana presso l’UE dei Ministeri italiani, che valorizza l’apporto dell’Italia al processo euro-mediterraneo. La creazione dell’Unione per il Mediterraneo e il particolare rilievo assunto dalla componente progettuale ha reso necessario allargare il coordinamento anche alle Regioni e al mondo delle imprese. Il dialogo interculturale, per il quale in ambito Euromed è stata istituita la Fondazione Anna Lindh per il dialogo tra le culture. Il rafforzamento, a seguito di emendamenti allo Statuto, degli organi direttivi della Fondazione, attraverso la recente nomina del Presidente, del Direttore e dei membri del Consiglio Consultivo, ha posto le premesse per una sua più incisiva azione quale strumento propulsore di attività per il dialogo interculturale. La Fondazione si avvale dell’apporto delle reti nazionali e di istituzioni impegnate nel dialogo fra le società civili dei Paesi Euromed. Il 2008, proclamato Anno Europeo ed Euro-mediterraneo per il Dialogo interculturale, vede in prima linea la Fondazione Anna Lindh con un programma di eventi di grande visibilità in tutti i Paesi Euromed, realizzato in collaborazione con le reti nazionali. Il rafforzamento della cooperazione regionale e multilaterale rappresenta uno strumento prioritario ai fini della pace, della stabilità e dello sviluppo economico, politico e sociale. Poiché condividiamo le medesime sfide globali (ambiente, energia, cooperazione economica, sviluppo, istruzione, dialogo interculturale, migrazioni), i fori multilaterali costituiscono il contesto per affrontarle efficacemente in collaborazione. Il Sud Italia, e la Sicilia in particolare, devono farsi parte attiva della propria presenza in tutti i consessi mediterranei e dovrebbero promuovere anche iniziative autonome. Perché è evidente il rischio che sia nuovamente l’Europa continentale, a partire dalle regioni del nord Italia fino agli stessi paesi atlantici a voler gestire la nuova realtà. Tutto ciò rischia di rasentare l’assurdo, perché tali regioni si sono avvantaggiate in questi secoli della loro presenza atlantica, traendone notevoli vantaggi, ma oggi vorrebbero gestire anche l’atteso Risorgimento del Mediterraneo. La Sicilia, il sud Italia, ma anche la Grecia e la stessa Turchia, come gli stati del Nord Africa, non devono cadere nella trappola. Infine, sarebbe interessante appurare – e troppo poco se ne parla – che ruolo giocherà Israele. DUE ESPONENTI DEL COPPEM AI VERTICI DELL’ARLEM Il Coppem è il Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo dei Poteri Locali e Regionali. Il presidente del Coppem è attualmente il presidente della Regione Sicilia. È di estremo interesse perché guarda alle realtà regionali, potendo quindi assecondare realmente lo sviluppo delle aree che ne hanno più diritto, oltre che bisogno, superando di fatto certe generalizzazioni di cui potrebbero godere regioni che mediterranee non sono. Di recente, il presidente Lombardo e il segretario generale Carmelo Motta, hanno espresso soddisfazione per l’avvenuta elezione ai vertici dell’Arlem (Assemblea regionale e locale Euro-Med), il nuovo organismo dell’Unione per il Mediterraneo, di due autorevoli esponenti del Coppem. Si tratta del Presidente della Regione Taza-Al Hoceima (Marocco), onorevole Mohamed Boudrà e del Governatore di Qalyubiya (Egitto), sua Eccellenza Adly Hussein. I due rappresentanti del Comitato saranno, per i prossimi cinque anni, co-presidenti dell’Arlem. Il presidente espresso dai paesi europei è Luc Van den Brande, attuale presidente del Comitato delle regioni. L’Arlem rappresenta i poteri locali e regionali dei 43 paesi che fanno parte dell’ Upm (l’Unione per il Mediterraneo) e si propone di rafforzare il ruolo delle città, delle province e delle regioni del partenariato euromediterraneo. In altri termini, protagoniste divengono le singole realtà locali, non le nazioni nel loro insieme. Ai lavori dell’Arlem ha preso parte una delegazione del Coppem formata dal vice presidente della Regione siciliana, on. Michele Cimino, dal segretario generale Carmelo Motta e dal responsabile progetti Michele Raimondi. marzo 2010 29 attualità LA NOVITÀ MAZARA UNA CAPITALE DELLA REALTA’ MEDITERRANEA Un esempio di politica mediterranea – economica ma non solo – si individua certamente a Mazara del Vallo. A parte l’esperienza locale nell’accoglienza dei lavoratori che provengono dall’Africa e soprattutto dal Magreb, di cui la città del fiume Mazaro rappresenta un caso pilota, ottima è l’azione del Distretto produttivo della pesca Cosvap. Diremmo che è proprio l’articolarsi di tale attività, con i successi ottenuti, che ci dà la forza di destinare queste pagine al grande problema dello sviluppo del Mediterraneo. Alla pigrizia delle nazioni, alle preoccupazioni dell’Europa settentrionale, nonché di tutti coloro che paventano più i problemi della concorrenza, invece di confidare nei gran- di benefici della collaborazione, si sostituisce il processo storico in sé, che è in atto. E di questo processo fanno parte tutte le azioni che partono “dal basso”, cioè dal piccolo al grande. Il moltiplicarsi delle iniziative spontanee, anche a livello minimo è fondamentale. Contribuisce al risultato positivo della sommatoria di bene e di male. Perché, come tutti i fenomeni, questa crescita ha dei nemici … Il Mediterraneo, in seguito alla crescita dell’Asia (il Far East) si ritrova, dopo mezzo millennio di difficoltà, in una posizione di vantaggio. Ciò ha innescato fenomeni di crescita generale che, se non si apprezzano a “vista d’occhio”, sono comunque in atto. I vantaggi di posizione gene- rano sempre sviluppo e ciò sta già avvenendo e sempre più dovrebbe avvenire nel prossimo futuro. Si richiede più portualità, organizzazione più moderna dei trasporti e articolata in modo intermodale. Occorre capire, ad esempio, perché il Ponte sullo Stretto serva anche alle navi e agli aeroporti. Occorre sapere che la Sicilia esporta e ancor più vuole esportare, ma è anche una grande importatrice. Molti dati importanti del problema sfuggono alla pubblica opinione, che oggi ha sempre più importanza. Perché, per vari motivi, facili demagoghi ostacolano visibilmente il progresso. E ogni opinione viene sostenuta “in cordata” da chi vi ha interesse o da chi vi si adegua per mentalità o ideologia. L’ECCELLENZA Il Distretto della pesca n di Germano Scargiali Giovanni Tumbiolo Fra tutte le esperienze in corso da parte dei distretti produttivi, innescate da una precisa volontà pubblica, quella del distretto della pesca Cosvap di Mazara del Vallo sta certamente funzionando. Da poco il distretto ha confermato il suo consiglio d’amministrazione con Giovanni Tumbiolo a presidente e Nicolò Lisma – che è anche assessore provinciale (TP) alle politiche del mare – vicepresidente. Il distretto della pesca si muove letteralmente a 360 gradi all’interno e all’estero. Cioè, sia in direzione della Regione – governo e Ars – sia verso Roma – vedi ministri Scajola e Urso – sia in direzione di tutto il Mediterraneo e oltre. I successi si possono riscontrare su tanti fronti. I pescherecci ad Alessandria. Si dice che l’atto più concreto sia stato l’accordo con Il Cairo per inviare sei pescherecci di grosso tonnellaggio a pescare nel golfo di Alessandria, nel cui porto fanno scalo. L’accordo, come gli altri tentati in tal senso, mira a ricambiare l’ospitalità con il 30 marzo 2010 trasferimento del know how. Infatti, a bordo dei pescherecci sono stati imbarcati alcuni giovani pescatori egiziani, perché apprendano le più recenti tecniche della pesca e della conservazione a bordo del pescato. L’Osservatorio della pesca in Mediterraneo può sembrare il più importante degli “strumenti” messi in atto dal Distretto. E’, infatti, una sorta di braccio operativo, creato incentivando l’azione e la presenza del centro del Cnr presso Mazara. Diretto dal professor ingegner Giuseppe Pernice fornisce monitoraggi e studi sulla realtà del mare. Si dice abbia capovolto una tradizione: di solito tali istituzioni chiedono dati alle imprese e li rielaborano. Questo osservatorio, invece, fornisce i dati alle imprese della filiera del pesce e a chiunque opera sul mare. L’ufficio è a disposizione di tutti i paesi rivieraschi, cui invia i risultati delle continue indagini. Di recente il lavoro si è concretizzato nel primo Rapporto annuale (2009) sulla pesca e sull’ac- quacoltura. L’osservatorio ha trovato una degna sede nella mega tonnara di Capo Granitola da poco riconvertita. Infine la Regione, soprattutto per interessamento dell’onorevole Salvino Caputo (commissione Attività produttive), ha promesso tutto il proprio appoggio a questa istituzione, di cui ha compreso la grande valenza nazionale e internazionale. Il Forum, giunto alla sesta edizione è stata l’occasione per la presentazione. Ma ciò che ha stupito è stata la partecipazione corale di istituzioni nazionali e, soprattutto, di ospiti dall’estero. Fra questi, oltre all’immancabile Egitto, rappresentato dal ministro Fathi Osman, molto gradito il Libano, con la presenza di un personaggio di grande impatto come Adel Cortaz. Ma quello che si nota sempre più è l’estendersi del numero degli stati coinvolti dai mazaresi, tramite queste iniziative. Per cui risulta che l’area mediterranea si estenda ormai idealmente anche sotto le riviere, mentre si fanno vivi paesi in via di sviluppo. D’estremo interesse la Giordania e di recente anche la Siria. Ecco un elenco de partecipanti al VI Forum: Italia, Egitto, Tunisia, Marocco, Libia, Siria, Libano, Giordania, Malta, Angola, Gabon, Yemen Equatoriale, Oman. Ma l’adesione dei paesi del Mar Rosso, del Medio oriente e della stessa Africa è crescente. Quindi la collaborazione mediterranea va ben oltre gli orizzonti intravisti dall’Ue nella logica dei trattato di Barcellona. La Libia è una delle mete più ambite dai contatti intercorsi. Notevoli le potenzialità di pesca nel golfo della Sirte. Notevoli anche le difficoltà con questo paese che sicuramente è un paese amico, ma con cui proseguono le incomprensioni. E la politica europea (Ue e singoli stati) non LA BLUE ECONOMY. C’è un concetto che il distretto della pesca e l’osservatorio di Mazara vogliono imporre accanto a quello della green economy. E’ quello della Blue economy, una economia che tragga dal mare il suo sostentamento, senza offenderlo o depauperarlo. Anzi, vegliando su di esso e la sua salute. Dal governo di Mubarak proviene una affermazione: “nella collaborazione di pesca e nella sua incentivazione vediamo una grande opportunità per l’apporto di proteine al nostro popolo”. Questa affermazione la dice lunga sulla consapevolezza della ricchezza di pesce che si trova nel mare nord africano. Ciò cozza contro chi propaganda l’idea di un Mediterraneo sempre più povero di vita e di pesca. Anche la presenza di pescherecci oceanici (giapponesi e coreani, non soggetti ad alcun controllo) prova la ricchezza di tonno nel Mare Nostrum. Giova il recente rapporto dell’Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale) che nega che sia lo sforzo di pesca il “nemico” dei banchi di pesce. Sono, se mai, le immissioni da terra (scarichi industriali) e dal mare ( gigantismo navale, gasiere e petroliere). Il rappresentante di quest’organo ministeriale italiano, Franco Andaloro, è stato chiaro in proposito al Forum, rilasciando dichiarazioni che hanno, finalmente, trovato spazio sui media. La Blue economy vuole insomma occuparsi della risorsa mare in tutti i suoi risvolti. Non ritiene che la retta via sia quella di “ritirarsi” dal mare, ma quella di razionalizzarne le ingenti risorse. attualità ci aiuta… Ma intensi sono i contatti da parte della troupe di Tumbiolo con il governo di Tripoli, l’ottimo ambasciatore Francesco Trupiano e i tanti amici già presenti presso il governo di Gheddafi. Gli obiettivi prevedono a breve una politica economica battezzata Blue economy (di cui parliamo a parte in questo servizio) che si estenda tramite un Medi district a tutti i paesi. Tale progetto trova appoggio anche dai Maltesi, recentemente rappresentati da Michael Rendo, da poco a Palermo. Ma fondamentale è la volontà di estendere l’attività a tutto l’agroalimentare: dal cerealicolo all’olio, agli agrumi (arancia rossa). Un progetto a tutto campo che non è più un sogno, ma trova applicazione nei primi trattati: vedi i rapporti con la Giordania in materia di grano. L’aspetto economico risulta anch’esso fondamentale. Prova che nulla è stato lasciato d’intentato da parte del Distretto pesca. Se ne occupa il Professor Vincenzo Fazio, ordinario di Salvino scienza economica all’Università di Caputo Palermo. In collaborazione con il collega di Reggio Calabria Antonio Ricciardi ha anche prodotto un volume dal titolo Il Distretto della Pesca di Mazara del Vallo, Una buona pratica di cooperazione tra aziende internazionali. Anche l’Ircac, con il suo attivo presidente Antonio Carullo è stata coinvolta e ha ospitato incontri e convegni, mettendo a disposizione la propri capacità finanziaria. L’ATTEGGIAMENTO DELL’UE. Senza troppi patemi, l’ingegner Giuseppe Pernice si è espresso nei confronti della politica dell’Ue, che mira a “proteggere il Mediterraneo” imponendo una drastica diminuzione dello sforzo di pesca, applicando la mera massima: niente nuove licenze, niente nuove barche. Ciò ha già provocato perdita di posti di lavoro e disoccupazione. “L’Ue – sottolinea Pernice – ha innescato un meccanismo perverso. Il nostro rapporto relativo al 2009 fornisce dati freschi. Circa 1000 pescherecci italiani sono andati perduti. Occorre razionalizzare la pesca, diminuire le perdite, migliorare i sistemi di conservazione, trasformazione e distribuzione. Quel che abbiamo assodato è la presenza di grandi stock esistenti e non sfruttati. Mentre il vero problema è il costo energetico – il gasolio – che giunge al 52% del fatturato”. L’Ue fa una politica che favorisce l’arrivo in Mediterraneo e nel resto del mondo di pesce di peggior qualità, pescato in oceano e distribuito dalle multinazionali. Limita fortemente la pesca del tonno da parte dei pescherecci mediterranei, che vengono pesati alla partenza e all’arrivo, lasciando man salva a Giapponesi e Coreani. Una politica che i rappresentanti dell’Italia e degli altri paesi dell’Ue devono assolutamente modificare drasticamente, perché basata su dati impropri. Salvino Caputo ha dichiarato in proposito: “ in un momento in cui l’Ue sta creando fortissime limitazioni alla nostra pesca, i rapporti privilegiati con i paesi africani sono un’alternativa fondamentale di ricerca e sviluppo”. IL PROGETTO GAMBERO. Grazie ad un’altra iniziativa il Gambero rosso di Mazara otterrà presto la Dop. Un atto quasi dovuto per un prodotto di tanta fama e qualità unica al mondo. Perciò Tumbiolo ha inviato da poco una nota di sollecito agli istituti di ricerca impegnati nel progetto, affinché questi presentino al più presto il risultato dei loro studi per consentirne l’acquisizione. Frattanto, pur reclamando la mano dura nei confronti delle frodi, che sono estranee allo spirito della pesca mazarese, votata alla qualità, Tumbiolo ha anche accusato di disinformazione la cronaca recente che addita alcuni operatori “puliti” per aver venduto per fresco il prodotto surgelato: “ciò dipende – chiarisce Tumbiolo – dalla scarsa o nulla conoscenza delle attuali tecniche di conservazione del pesce fresco per la grande distribuzione organizzata”. Fondamentali sono le tecniche di conservazione del pesce, tramite sistemi che curano al massimo l’igiene e ricorrono a mare a tecniche del freddo come gli abbattitori di temperatura. A chi loda i risultati della pesca moderna, della conservazione e lavorazione a bordo etc, dicendo “…voi mazaresi preparate il miglior pesce surgelato del mondo”, Tumbiolo risponde con una battuta più seria di quel che sembra: “…Noi portiamo in tavola il miglior pesce del mondo”. marzo 2010 31 NAUTICA Dal 10 al 18 aprile organizzata da Calogero Marino Appuntamento a San Nicola con la Fiera Nautica L’inaugurazione della scorsa edizione In alto Calogero Marino Compie 14 anni la Fiera Nautica di San Nicola, divenuta la più grande expo di barche in Sicilia. Farà porta – si fa per dire, perché trattasi di una mostra in plein air, con prove a mare – dal 10 al 18 aprile. L’alveo del porto di San Nicola L’Arena a Trabia è molto cambiato dal tempo della prima edizione di questo evento. Il porticciolo turistico, di cui la Mare Sud di Calogero Marino, infaticabile motore organizzativo, è la maggiore ospite,è divenuto adulto. Da sempre, per la verità, ha rappresentato un “saggio tecnico” di quel che doveva essere in Sicilia la portualità turistica: banchine moderne, ben assistite, un paio di scivoli per le barche carrellate, gru per il varo e l’alaggio, un distributore di carburante, presenza su internet… Adesso il porto ha anche una elegante sistemazione della banchina di riva, che non manca di originalità, grazie alle strutture in legno pregiato, e alla sopravvivenza dell’antica battigia, salvata a tutto favore della tranquillità delle acque interne (niente onda di ritorno). Insomma il porto, pur nelle sue dimensioni, continua ad essere un esempio. Come lo è il grande bar ristoro gestito a terra sempre ad opera di Ma- rino. Una meta anche per un gelato eccezionale, sia che lo si acquisti al bar, sia nella storica gelateria Cicciuzzo. Ma il porto, grazie anche all’alacre presenza della Mare Sud, che ha stimolato e vegliato sugli interventi di Comune, Provincia e Regione, ha anche tutta quella serie di servizi e norme di sicurezza che oggi l’esigente evolversi delle leggi prevede. E’ in questo contenitore, ormai interamente pavimentato, anche nel grande parterre che ospita il bar e serve solitamente per le auto e le barche in alaggio, che si svolge la Fiera Nautica. Un appuntamento da non perdere fra quelli dell’imminente primavera. Un’anticipazione dell’estate, che serve ai visitatori per riprendere dimestichezza con l’amato tema… Infatti ne vengono da ogni dove, creando qualche problema nello svincolo autostradale. Anche perché l’evento è reclamizzato in vari modi, fra cui i tabelloni della ditta Alessi. I week end sono pienissimi e ciò dovrebbe spingere chi può a visitare la fiera con più calma anche negli altri giorni. Vi si trovano barche usate e nuove a non finire. Il nuovo è esposto dai migliori costruttori e dealer presenti sul mercato. Perché, certamente, disertare la Fiera di san Nicola non è un buon segno di vitalità... La qualità sposa l’innovazione MASTER GOMMONI. Il gommone siciliano naviga fino alla Nuova Caledonia Al salone di Genova il “gommone per tutti” aveva un divo. Era il 540 magnum della Master. Più vetroresina, lungo tutti i tubolari a 360 gradi: nessun compromesso al riguardo, ma a tutto favore della massima rigidità longitudinale e torsionale. Una garanzia di tenuta e velocità , una inaffondabilità assoluta. Un prezzo accessibile, per un gommone personalizzabile e dalla grande abitabilità. Caratteristiche da walk around, insomma. Qualcosa di versatile, una barca d’arrivo, non una “di passaggio”, per affrontare qualunque mare e poter volare già con i fatidici 40 hp. Ma master Gommoni non è solo questo ultimo nato. Produce entrobordo e fuori bordo per tutte le tasche e le esigenze. Val la pena di preferire questo prodotto siciliano. Un caso di eccellenza del made in Sicily in assoluto. Val la pena, ripetiamo, di conoscere meglio il cantiere, che , dopo aver fatto fortuna in Lombardia, certo della acquisita fama internazionale, è tornato al caldo sole dell’Isola, nella zona industriale di Carini. Master Gommoni, specializzata nella produzione di battelli in vetroresina solidi e affidabili, propone ai subacquei la serie Diving, totalmente personalizzabile negli allestimenti. Master Story. Un’ampia gamma di battelli in vetroresina solidi e affidabili, utilizzati da semplici amanti del mare, ma anche da centri di immersione ed enti militari, nazionali e stranieri. Questo il biglietto da visita di Master Gommoni, azienda che commercializza le sue imbarcazioni in Italia, ma anche in Francia, Siria, Guadalupe, Nuova Caledonia, Spagna, Malta, Tunisia, Norvegia, Grecia. Un viaggio iniziato 32 nel 1985 a Segrate, in provincia di Milano. “All’epoca l’azienda era attiva nel settore del terziario, producendo fino a mille battelli all’anno – racconta Annalisa Gargiulo, responsabile commerciale di Master Gommoni –. La svolta è avvenuta negli anni ’80, quando il mercato è stato rivoluzionato dall’ingresso della vetroresina: Pietro Gargiulo, il fondatore di Master, ha creato i primi modelli con una particolare carena in doppia stampata, in grado di consentire un miglior bilanciamento della struttura e di eliminare il problema dell’appoppamento...”. Da allora Master ha continuato a crescere. Nel 1997, infine, i Gargiulo sono tornati nella loro Sicilia. La Master si è trasferita in una nuova sede con stabilimento produttivo a Palermo e ha ampliato progressivamente il numero dei battelli in catalogo, fino a raggiungere gli attuali 40 modelli, le cui dimensioni vanno dai 4,5 ai 10 metri. I battelli di Master Gommoni sono progettati per adattarsi anche alle condizioni meteomarine più ostili. Non è un caso che vengano utilizzati in mari particolarmente “difficili”, come la Nuova Caledonia e il Nord della Francia. Ogni fase costruttiva viene seguita con un’attenzione “custom”, dalla stampata, all’assemblaggio, fino all’allestimento. Le resine, le fibre di vetro, coremat e compensati sono della massima qualità. “… Anche per la costruzione dei tubolari – sottolineano in cantiere – adottiamo i migliori materiali, come il neoprene hypalon Orca della Pennel & Flipo”. Ma quali sono i prodotti di punta di Master Gommoni? Il Master 540 Magnum “Il nostro catalogo – spiega il titolare Gargiulo – comprende le serie Open, tradizionali battelli da turismo, Magnum e Diving. I Magnum sono battelli a doppia stampata, con il piano di calpestio che si estende per tutto il perimetro dell’imbarcazione. Sono progettati per durare nel tempo, per questo li commercializziamo con ben 5 anni di garanzia. La serie Diving, invece, è pensata appositamente per la subacquea. Include le versioni Master 570, 620, 660 fuoribordo e 660, 730, 750, 780, 870, 33 Fuoribordo ed entrofuoribordo, tutte completamente personalizzabili: il cliente sceglie liberamente non solo il colore dell’imbarcazione, ma anche dove alloggiare gavoni, consolle, rastrelliere. Una caratteristica, questa, che ha decretato il successo della serie per chi del gommone fa un uso intenso e professionale”. Master Gommoni, strada statale 113 est n. 100 Carini (Palermo). Tel 091/8691592. E-mail: [email protected], www.mastergommoni.it. PORTI TURISTICI Impasse e ostruzionismo non fermano i porti Incredibile Balestrate segna il passo, ma Trappeto già sogna Sempre più si dimostra come occorra dare pronto e pieno appoggio a chi cerchi di portare a termine un’opera in Sicilia, attaccato da ogni parte. Anche nel campo dei porti turistici. Ma il tempo fa giustizia: costruire è l’arte più difficile in Italia e in Sicilia. L’arte più diffusa è quella di ostacolare, bloccare, distruggere e le maggiori difficoltà le incontrano proprio i migliori di noi. Motomar e Marina Villa Igiea hanno oggi un bilancio risanato, ingenti restauri portati a termine, ma quante difficoltà ha incontrato il manager Gioacchino Guccione… Per anni chi, da San Nicola l’Arena a Riposto aveva denaro e progetti per realizzare grandi opere portuali riceveva vaghe risposte: “manca un piano dei porti”. Ora ce ne sono persino due. Se poi ci si chiede, approfondendo l’indagine, da che parte vengano i famosi “bastoni fra le ruote”, ci si imbatte negli assessorati e nelle soprintendenze (che in Sicilia si moltiplicano) o negli enti che sarebbero preposti nientemeno che ad incentivare il turismo, quello nautico in particolare, lo sviluppo e via dicendo. Se Balestrate tardava ad andare in gestione, adesso tarda a mettere mano al lavoro, perchè Motomar e Marina Villa Igiea – che in due detengono il 49% della società, dopo aver vinto la gara d’appalto – si imbattono in una nuova fonte di problemi: li crea Italia Navigando, socio al 51%. Non bastavano i siciliani stessi… Così si supera il limite dell’assurdo: un porto pronto da anni, realizzato con i fondi europei, che tutti dicono vadano sprecati (anche quando non è vero) rimane nell’abbandono. Nulla cambia. Ed ecco che cosa avviene a Balestrate. Frattanto, la locale delegazione della capitaneria fa multe salate a chi, alla meglio, lega le cime a terra, comunque in acque protette. Il Comune balestratese non riesce ad illuminare il porto e l’Hotel Marina Holiday si stanca di prestare luce e acqua a chi utilizza la struttura fra una multa e l’altra. Anzi, pare che la multa più salata l’abbia pagata proprio il signor Palazzolo, il lungimirante proprietario dell’hotel, quello che prestava gratis acqua e luce… Colui che attende, nella perfezione dell’arredo realizzato con soldi propri, che il territorio tutt’intorno si renda “decente”. Storie di normale isolanità siciliana, ma anche di riottosità nazionale, nel caso della famosa – ormai – Italia Navigando. Ma più famosa nel male che nel bene. Almeno per quel che qui al Sud vedono i nostri occhi e ascoltano le nostre orecchie. E la Sicilia è un posto …d’onore. Non tanto perché è patria degli uomini d’onore, quanto perché è l’astro nascente, l’eterna promessa di qualcosa che solo da due o tre anni chiamiamo – final- mente – turismo nautico. Il “Turismo nautico”, sottolineiamolo, tale non è per la legge italiana. Prendiamo l’Iva: è ancora al 20%, mentre il turismo ne paga la metà, e comunque più che in Francia e Spagna. Errata è l’applicazione che ne fa la burocrazia Licata, la banchina e, in alto, una casetta nazionale: “chi glielo dice che uno che arriva da solo in barca è un turista?”. Incredibile. Mentre al Salone di Genova ancora tre anni or sono in un convegno dell’Elba si parlava di escursionismo nautico: una “roba” da boy scout, insomma, una arcana atti- Marina di Ragusa vità, in cui Croazia, Turchia, dopo mamma Grecia, ci han- mune che stanno lottando, perché il solito no, però, surclassato! Lì i turisti li chia- “braccio a maestrale”, da eterna incompiumano turisti. ta, divenga un rifugio, un porticciolo turiFrattanto, il porto della pubblica ammini- stico e peschereccio. Così i pescatori locali, strazione, perché tale è ai nostri occhi l’Au- anziché tenere le barche altrove, le ormegtorità Portuale – cioè Sant’Erasmo di Paler- geranno finalmente vicino casa. Saranno, mo – trova nemici giurati anche nella stes- forse, troppi i porti nel golfo (Balestrate, Casa p.a. stellammare, Trappeto fanno 3), famoso per Superato l’ennesimo confronto con la la bellezza e per la itticoltura? Vi si “coltiSoprintendenza ai monumenti – pardon, ai va” dal tonno rosso, gigante del mare, fino beni culturali e ambientali – incontra, sul ring alle piccole ostriche. Ma anche il mare, da della lotta senza quartiere, un ulteriore av- sé, non è mai stato avaro. versario di turno: la Soprintendenza del ma- Troppi porti, dunque? Troppi gli alberre, recentissima invenzione del siculo perfe- ghi? Non sarà mai così, finché i turisti non zionismo. E’ quello dell’ottusa legge Galas- avranno la convinzione – se non proprio so. E quello che non ha capito che le coste so- la certezza – che, giungendo in aereo a Punno qui sabbiose, lì a strapiombo, che non ci ta Raisi, non trovino in questa splendida cosa neppure dire che cosa sia una struttura sta una bella stanza ove alloggiare e un po“per la diretta fruizione del mare”. Secondo sto barca ove tenere uno yacht all’ormegla più ristretta interpretazione, tale struttura gio. Fino ad oggi, dopo decenni di parole, si ridurrebbe all’ombrellone. l’ospitalità nel golfo non è certa, né buona, Ecco l’Isola ancorata al sottosviluppo, al né, soprattutto, sufficiente. nulla, ovvero all’abusivismo dilagante. Per- Però, nonostante tutto, i porti siciliani non ché, laddove lo Stato dice no a tutto, pro- sono più l’araba fenice: Riposto e Marina di sperano l’abuso e anche ...la mafia. Per- Ragusa sono gli ultimi nati e lavorano. Menché quest’ultima i permessi “li dà” e le co- tre a Sant’Agata, Licata, Siracusa, Porto Pase, quando c’è “quel sì”, si fanno. Ecco il lo di Menfi i lavori procedono. Ovunque lapoco che si vede… Ciò che qualcuno te- vorano, a dispetto di tutto e di tutti, operame realmente è l’evoluzione, il progresso, tori alacri e ben attrezzati. Lo stato che avrebla civiltà. be dovuto aiutarli, nella sommatoria, fa Frattanto, nel golfo di Castellammare, an- più danno che altro, ma i disfattisti e “i neche Trappeto vuole il proprio porto e ne mici dei porti” ne escono sconfitti. Germano Scargiali ha pieno diritto. Qui sono i pescatori e il Co- 33 EVENTI Massimiliano e Giuseppina super festeggiati e felici Le splendide nozze Maccarone Cumbo Gli sposi Massimiliano Maccarrone e Giuseppina Cumbo Nozze felici fra due giovani di valore: simpatici, disponibili, sportivi, laureati, ingegneri già al lavoro. Lui è Massimiliano Maccarone, un tecnico presso il porto di Messina. Suo padre, già ufficiale di marina, è adesso fra i massimi dirigenti di Gioia Tauro. Lei, Giuseppina Cumbo lavora a Siracusa, ma è stata anche giocatrice di pallanuoto. E’ cresciuta a Cosenza, con la mamma calabrese, professoressa, e il papà, neanche a dirlo, ingegnere, proveniente da Agrigento e Palermo. Dopo la cerimonia alla Catena, tutti nella elegante cornice di Palazzo Butera, gremita per l’occasione, dove i cuochi del ristorante La mattanza hanno stupito gli ospiti per qualità e quantità. Si è andato dalle ostriche fino ai liquori e ai sigari, al suono di una simpatica orchestrina con il terrazzo illuminato dalle fiaccole. Una gran festa. Ma non è bastato. Appena tornati dal viaggio di nozze si è voluta fare una sorpresa a Gianni, il papà di Giuseppina, per i suoi 70 anni, con la partecipazione di una parte della numerosa parentela, fra cui il fratello Mario Cumbo, la cognata Anna e i quattro figli, più la cognata Rosa, moglie del compianto Piero e due dei tre figli. L’organizzazione è stata curata dai figli Tommaso, Salvatore e Chiara. Il ristorante “Ai vecchietti”, gestito dal dinamico amico Castiglia, è stato suggerito da Palermoparla. E la festa continua… Con i genitori. In basso gli invitati a Palazzo Butera Gianni Cumbo spegne le 70 candeline 35 REPORTAGE Una palermitana a Shanghai Una carrellata della giovane giornalista nella Cina di oggi di Tiziana Gulotta Son partita per la Cina con tante speranze: io moderna Marco Polo o Ibn Battuta, il marocchino che, anche lui nel Medio evo, vi giunse da esploratore. Entrambi i viaggiatori descrissero città e popolazione di una fantastica Cina nelle loro opere: Il Milione e la Rihla (Il viaggio). Da sempre, i loro racconti hanno offerto un affascinante sfondo per i visitatori contemporanei. Oggi arrivare in Cina è ben più semplice. Con i moderni jet si atterra a Pechino, Shanghai e Canton, principali “porte” del Paese. Per un primo incontro con la Cina viene consigliata ShanGhai, che significa “sul mare” o “verso il mare”. In passato, è stata primo centro del capitalismo cinese e fulcro letterario e politico. La metropoli asiatica conta 18 milioni di abitanti ed è un ottimo posto non solo per organizzare una vacanza ma anche per capire dove andrà il mondo. A 12 ore di aereo da Milano, Shanghai può contare su 2 aeroporti, Honqiao e Pudong. Nel 2002, è arrivata anche la prima ferrovia a levitazione magnetica del mondo: il treno Maglev che collega l’aeroporto di Pudong alla stazione cittadina di Long Yang Road ad una velocità di 431 Kmh. Shanghai è il cuore pulsante dell’economia cinese. E’ un risveglio iniziato con le riforme del 1992, che hanno ridotto il gettito fiscale a carico delle municipalità, e consentito una vera rinascita. Testimonianza di questa vivacità economica sono i dati dell’ufficio di statistica tedesco che annovera la Cina quale primo paese nel settore delle esportazioni. Sorpassata la Germania. Questo dinamismo economico è rappresentato nella zona di Pudong, dove svettano grattacieli come il Jin Mao tower fiancheggiato dallo Shanghai world financial center (Swfc), l’osservatorio realizzato nel 2008, alto 492 metri su 101 piani da cui è possibile ammirare una suggestiva panoramica. Sempre a Pudong, una visita merita il museo della storia di Shanghai, posizionato al primo piano dell’Oriental pearl television tower. Uno dei simboli di Shanghai è la zona del bund sulle rive del Huangpu, il fiume che attraversa la città. Nella zona ovest del bund, è la cosiddetta “galleria mondiale dell’architettura”: 52 edifici coloniali europei di differenti architetture e stili, da quello gotico al barocco, al neoclassico e al rinascimentale. Primo porto della Cina, Shanghai conserva il Tempio di Longhua, il maggiore, e la città vecchia avvolta in un’atmosfera magica con bazar e antichi quartieri, un tempo, frequentati dai mandarini be- 36 nestanti. In zona, si trova il giardino di Yu, uno dei più rinomati del Paese, la cui costruzione risale alla dinastia Ming. Il giardino riproduce scenari naturali, sculture di roccia, canali d’acqua, con tipiche costruzioni a pagoda. Nel cerchio delimitato dalle strade di Renmin e Zhonghua si trova la casa del tè Wuxing, un rito per i cinesi. Una visita merita anche la Nanjing road, rinomata per lo shopping e il quartiere Xin Tian Di, con una zona chiusa al traffico e vicoli in cui si possono ammirare le tipiche abitazioni “Shikumen”: edifici a 2due e 3 piani con mattoni neri e grigi, risultato di elementi occidentali e stili del basso Yangtze. L’Expo 2010 è l’appuntamento cui Shanghai si prepara. Hanno già aderito 192 paesi, 50 organizzazioni internazionali e si prevedono 70 milioni di visitatori. L’area interessata è di quasi 6 Kmq lungo le rive del fiume Huangpu. Il tema della manifestazione sarà “Better city, better life” cioè migliore città per migliore vita. Testimonial dell’expo 2010, è Haibao, un pupazzo di colore azzurro che ritrae un ideogramma cinese che ricorda una V rovesciata. che significa gente, persone. Sono proprio le persone che devono relazionarsi col mondo. L’expo sarà l’occasione per esplorare la vita nelle città del 21mo secolo ed il suo frenetico sviluppo. I cantieri già da mesi lavorano giorno e notte. Shanghai è anche un’ottima partenza per mete come Hangzhou e Suzhou. La “Venezia d’Oriente”è il soprannome di Suzhou, antica 2500 anni e si caratterizza proprio per i pittoreschi canali, ponti e archi, stradine pavimentate. La prosperità deriva dall’essere uno dei maggiori centri di produzione della seta. Hangzhou, invece, provincia del Jiangsu, è sede del lago dell’Ovest con le varie isolette e pagode. In mezzo al lago, spunta l’isola della collina solitaria. A questa isola appartiene la triste leggenda della cortigiana Su Xiaoxiao, vissuta nel regno di Qi (479-502). La povera Su, incantevole fanciulla di sedici anni, costretta a crescere in un bordello di quei tempi, si innamorò perdutamente di Yuan Yu, figlio di un dignitario di corte. Quand Yuan Yu dovette partire, la povera Su passò il resto della vita a rimpiangere l’innamorato perduto, fino a morire col cuore spezzato. Sul Lago dell’Ovest, in serata, si può assistere ad una performance che racconta questa triste storia d’amore diretta da Zhang Yimou, il regista della cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Pechino. Una visita, infine, merita il tempio Lingyin con la statua del Budda Maytreya mentre ride e il gigantesco Budda Sakyamuni ( 24 metri di altezza). I giornalisti in Cina con la Fijet Il viaggio a Shanghai da parte di un gruppo di giornalisti specializzati, era motivato dal 51esimo congresso mondiale della Federazione di giornalisti e scrittori del turismo (Fijet), ospitato nell’Hotel Portman Ritz-Carlton e organizzato con il contributo dell’amministrazione nazionale del turismo cinese, dell’amministrazione municipale del turismo di Shanghai, del coordinamento dell’Expo mondiale di Shanghai, degli uffici Provinciali del Turismo di Jiangsu, Zhejiang e Suzhou e della commissione turistica di Hangzhou. All’evento hanno aderito delegati provenienti da 50 Paesi, tra cui l’Italia. L’appuntamento di Shanghai è stato il più importante congresso di 55 anni di storia della Federazione. Tra i delegati c’era anche un gruppo di giornalisti siciliani coordinati dal presidente Fijet Italia, Giacomo Glaviano. Ad aprire i lavori, a Shanghai, il presidente della Federazione mondiale, Tijani Haddad, ex ministro del Turismo in Tunisia e il presidente dell’amministrazione nazionale del turismo cinese, Shao Qiwei. “Il turismo è un simbolo di pace nel mondo e una via per promuovere l’amicizia e la cooperazione tra i popoli - ha sottolineato il presidente Qiwei ed esso gioca un ruolo vitale facilitando la comprensione tra paesi e regioni di tutto il mondo. L’industria del turismo cinese ha fatto significativi passi avanti negli ultimi 30 anni. Nel 2008, i giochi olimpici di Pechino hanno attirato l’attenzione del mondo intero. Adesso il Paese si prepara ad ospitare l’Expò 2010 a Shanghai”. “Ormai è inevitabile una riflessione su come promuovere nuove forme di turismo - ha affermato Glaviano - su come organizzarsi in modo coordinato, puntando sulla qualità ed evitando sovrapposizioni. È necessario anche agire sull’offerta e riflettere su pacchetti/prodotti idonei ad intercettare le nuove esigenze, anche in contesti di crisi, laddove il turismo stesso, potrebbe rappresentare il volano di una politica sociale offrendo opportunità di lavoro”. Su iniziativa della municipalità di Shanghai e del comitato Organizzatore, i rappresentanti Fijet hanno fatto un tour della capitale economica cinese, visitato i cantieri dell’expo 2010 (1 maggio - 31 ottobre 2010), facendo tappa nella Provincia di Zejiang. ARTE Quei giovani di Guaschino costretti a lavorare Ma i suoi personaggi lo fanno con passione “Guaschino l’eclettico”, ma sempre impegnato a descrivere il tema che deriva da una precisa ispirazione. Svariati sono i motivi d’ispirazione del pittore palermitano, ma l’impegno sociale mantiene un ruolo primario. E questo, come già è stato notato, non è roba da poco per un artista “non di sinistra”. Ed è vero che anche il tema degli extracomunitari è stato interpretato da questo autore con un anticipo quasi profetico. Fra il rifiuto delle etichette e un trasporto che deriva da una predisposizione del cuore, Emilio Guaschino affronta da sempre il problema del lavoro, visto dal basso dei lavoratori minimi, a volte detentori di tecniche artigianali, altre volte spinti dal bisogno verso le attività più umili come il commercio più minuto. Ecco il venditore di aglio intrecciato, fortemente siculo. Poi l’arricogghi cartuna, cioè il “cartonaro”, come dicono a Roma. Siamo ai livelli minimi dell’impegno per far soldi: pochi, quelli che bastano, quando tutto va bene, per sopperire alle necessità primarie. Eppure, c’è sempre, assieme al velo di tristezza, una passione lavorativa, in questi personaggi, che Guaschino colora, ovvero ritrae con semplici fili di china. In effetti questi lembi d’umanità, che appaiono come di passaggio nelle scene di piccole tele da 50x60, sembrano venir fuori dalle chine similari dell’autore, come altrettanti bronzetti di Vincenzo Gemito. Nei piccoli e grandi popolani di Guaschino c’è l’accettazione – un probabile atteggiamento religioso – di una condizione e c’è la voglia di lavorare. Alcune volte, come dicevamo, la passione e l’abilità, com’è il caso dello Stigghiularo, che rigira e sistema gli spiedi e la carne sulla brace con dedizione e pazienza. Il ragazzino verdumaio pesa i pomodori fa- “Ninuzzu arricoghi cartuna!”, in basso: “Ninu guardianu di porci!” “Lo strillone!” cendo scorrere il peso sull’antica stadera, ma, al contempo, “abbannìa” la merce che il padre o il datore di lavoro ha sistemato sul carretto siciliano. Qui c’è una realtà che rischia di scomparire. Infatti i mestieri che scompaiono sono un altro leit motiv di questo pittore. Un po’ più cosmopolita appare il panettiere che porta Grandi famiglie Gruppo patriarcale di Ciccio Davì e Rosaria Varvarotto in occasione delle Nozze d’oro un cesto di sfilatini al rivenditore. E i “parigini” sembra quasi di poterli mangiare, di sentirne la temperatura, il calore che emanano: il panificio è lì ad un metro, accennato con cura sul marciapiede deserto con la vetrina ancora vuota, da riempire con altri sfilatini …caldi. Il pane fresco piace a tutti, ma a Palermo, come un po’ in tutta la Sicilia, è frutto di una articolata cultura, un alimento fondamentale in una terra mai ricca, ma patria indiscussa dei campi di grano. Che poi per motivi di import export si sia costretti a panificare grano americano è un’altra storia. Per non divagare, posiamo gli occhi su “Ninu, guardiano di porci”, uno dei più noti di questi quadretti che formano certamente una precisa serie. Ninu, stavolta, è veramente contrariato. Un mestiere pesante il suo, un modo difficile, per un ragazzo, d’interpretare duramente il mestiere di vivere. Infine, ecco l’universale strillone di giornali, un mestiere “di passaggio” per molti, ma che il ragazzo di Guaschino interpreta col massimo trasporto. Merita proprio che i passanti acquistino una copia… Alisciarg 37 SPORT Storia del Circolo Velico Mazara Jousha C.V.M.J. Si chiama Joshua, il nuovo club del panorama velico siciliano. Nasce a Mazara del Vallo nel 2001, l’iniziativa di un ricco gruppo di appassionati di nautica e in particolare della vela agonistica, che hanno deciso di associarsi nel CVMJ, che ha come scopi sociali la promozione della cultura marinara e la pratica dello sport vela. Sin dai primi anni di attività i soci fondatori, tra cui alcuni spiccano per partecipazione ad attività agonistica nazionale e internazionale, s’impegnano a favore della promozione tra i più giovani, organizzando corsi di iniziazione e regate promozionali su derive a cabinati. Nel 2005, sulla spinta di un interesse sempre in crescita, nasce l’idea di organizzare un Trofeo velico d’altura che fosse attinente e di richiamo verso la città. Satirocup è il nome che viene dato al 1° Trofeo velico d’altura disputato a Mazara. La Satirocup è una manifestazione sportiva organizzata dal C.V.M.J. in collaborazione con aziende leader nel campo della nautica da diporto. Un’occasione di incontro ed aggregazione a Mazara del Vallo città al centro del Mediterraneo già famosa in Europa quale 38 capitale della pesca. Nel 1998 Mazara si fa conoscere anche nel Mondo come Città del Satiro Danzante; a conferma di ciò la statua bronzea che risale al III° secolo A.C. raffigurante una figura mitologica legata a Dionisio, il dio del vino, è stata in mostra presso l’Esposizione Universale di Aichi in Giappone a rappresentare l’Italia. La Satirocup è dunque un Trofeo velico riservato alle imbarcazioni d’altura, dedicato al Satiro Danzante e alla sua Città. La sfida sportiva è arrivata alla 5^ edizione, ed ha visto nelle precedenti edizioni un notevole incremento sia di partecipanti e visitatori, che del tasso tecnico degli equipaggi provenienti da diverse parti d’Italia. Il successo della manifestazione è dato anche dall’eccellente riuscita dell’organizzazione di attività collaterali al termine delle giornate di gara e da iniziative culturali, quali la visita al Museo del Satiro con i partecipanti alla manifestazione. Molti di essi, grazie all’invito offerto dall’organizzazione, hanno potuto ammirare la statua bronzea che ha suscitato notevole interesse nei visitatori. Nel corso di questi anni la manifestazione è stata sposata e promossa, dal Comune Di Mazara del Vallo, dalla Provincia Regionale di Trapani e dall’Assessorato Regionale Sport e Turismo perché ritenuta di richiamo turistico nonché veicolo di promozione per il territorio della Provincia di Trapani. La manifestazione, che è anche inserita nel calendario ufficiale della Federazione Italiana Vela, ha fatto sì che l’organizzazione stipulasse importanti partnership con aziende Siciliane e non per la promozione dei propri prodotti e/o servizi. Ciò che ha contraddistinto in questi anni di lavoro gli organizzatori, Direttivo e gruppo sportivo del CVMJ sono state una scrupolosa attenzione nel curare l’aspetto promozionale dell’evento utilizzando i canali pubblicitari più importanti e gli obbiettivi della associazione, la vela un meraviglioso veicolo per arricchire e tramandare cultura marinara. Viva la Vela, dunque, in una città in crescita come la storica Mazara, capitale della pesca, in vista della copertura dell’intera costa siciliana in fatto di vela. Un fenomeno ancora in fieri di cui l’Italia – ma qualche regione lo teme – dovrà necessariamente tener conto. SPORT Ma allora il segreto è proprio “Zampa” Il connubio inatteso con la città è la sinergia vincente Cavani Un Palermo che vince e che perde, ma che sempre ci diverte. E’ la squadra che ormai non può dirsi di nuovo formato – il formato Zamparini – perché gli anni passano e ci siamo abituati ad una certa realtà. Il metro si è avuto con l’arrivo di Guidolin. E’ vero, l’attuale allenatore del Parma, fu, assieme a Zampa l’artefice del cambiamento, della rinascita, di un miracolo quasi da non credere. Ma nello sport c’è qualcosa di impalpabile che sfugge alla logica e all’osservazione. Qual è il segreto di questo Palermo? Evidentemente c’è qualcosa che va al di là degli allenatori. Come mai anche gli acquisti rimangono folgoranti, non avendo sofferto del passaggio del testimone da Rino Foschi a Walter Sabatini? Non si può non pensare che sia proprio Zamparini, questo ma- Pastore xi bottegaio dei supermercati, che era nato senza saperlo per fare il presidente. Succede in Inghilterra: un ex macellaio, neppure di una nazione tanto vocata per il ciclismo, rivoluzionò la forma dei manubri delle biciclette e stabilì record che erano appartenuti a fior di campioni, come ci sembrava potesse avvenire solo in certi film americani. Ma non c’è dubbio che Zampa abbia trovato per altri misteriosi motivi il clima ideale in questa strana Palermo. Per i protagonisti del mondo del Pallone, la città funge sempre da calamita: si pensi a Vicpaleck, De Bellis, De Grandi, Raffin, ma persino il catanese Di Bella si palermitanizzò a lungo… Zamparini s’era messo in luce a Venezia, più vicino a casa sua, ma non è che avesse fatto faville. Lui è il primo a vantare Pa- Blasi lermo: “mi trovo bene, è la sola grande città in cui mia moglie si ritira in piena notte senza tremare…” I soliti menagrami hanno più volte previsto ( e augurato) la ripartenza, l’abbandono, il ritorno a casa. Ma Zamparini le valigie non le ha mai fatte. E, ogni giorno che passa, diviene sempre più palermitano. Il contestato nuovo stadio di calcio “si farà”. E’ come un piccolo ponte sullo stretto dello sport palermitano. E questo legherà Zamparini definitivamente alla città, alla sua patria d’adozione. Per i menagrami non c’è rimedio, a quanto sembra. Si parla di “meridionali del nord” e il vecchio Zampa è uno di questi. Per una volta non è un siciliano a far fortuna fuori dall’isola, ma, al contrario, un “nordista” a far faville qui “da noi”. Che sia l’ennesimo frutto della globalizzazione? Comunque Kjaer ben venga, se è vero che, come diceva Mao, non importa se il gatto è bianco o nero: basta che prenda il topo. A proposito di colori sono quelli rosa nero, neanche a dirlo, a trarne maggior vantaggio. Il Palermo ci diverte sempre e onora la città come, per il tifo, è giusto che sia. Dopo la vittoria con il Parma e l’imbattibilità in casa, la sconfitta di Roma ha restituito dimensione umana ai grandi Miccoli, Cavani, Kjaer, Simplicio, Sirigu, Liverani, Pastore, Bresciano, Cassani Blasi e company. Per il primo tempo, la squadra ha tenuto. Poi lo squadrone, guidato dal “Pupone”, al momento in ascesa, ha soverchiato i rosa straripando oltre misura. Ma il Palermo non manca di divertire e di presentarsi a testa alta su ogni e qualsiasi campo di gioco. Il miracolo continua. (Gesse) Nel panorama imprenditoriale siciliano Ustica Lines un caso di eccellenza L’aliscafo Laura è l’ultimo nato della flotta per il trasporto veloce di passeggeri della Ustica Lines. La linea di navigazione nata dall’esperienza del napoletano Vittorio Morace, ha rilanciato gli aliscafi, preferendoli ai catamarani, che pure utilizza nelle sue numerose tratte per le isole siciliane. Così ha realizzato questo nuovo mezzo con tecnologia Rodriguez. Una tecnologia unica al mondo. “Se qualcuno ha preferito i catamarani – afferma Morace – ciò dipende soprattutto dalla difficoltà di costruire gli aliscafi. Questi, però, risultano più veloci e più economici per quel che riguarda l’importante voce del consumo di carburante”. L’esperienza di Morace proviene dalle linee da Napoli per Capri e le isole dell’arcipelago campano, dove lavorò per la flotta Lauro. Si è sempre occupato della materia, poiché già suo padre, ingegnere, lavorava nel settore portuale. Ma la Ustica Lines non è solo questo. Azzardiamo una breve descrizione della compagnia, in base alle notizie da noi raccolte. L’Ustica Lines, solida realtà nel panorama imprenditoriale siciliano, inizia la propria attività dei trasporti in aliscafo nel 1994, collegando Trapani a Napoli, facendo scalo a Ustica e Favignana. Oggi la Ustica lines collega la Sicilia con tutte le sue isole minori e con Napoli. Importante sottolineare è l’avvio nel 2010 delle nuove linee veloci stagionali, come la linea “Mazara del ValloPantelleria”, Porto EmpedocleLinosa-Lampedusa” e”Lampedusa-Linosa-Pantelleria”. Inoltre di grande importanza per gli abitanti di Ustica è stata la recente introduzione della linea in aliscafo “Palermo – Ustica” e viceversa che rappresenta una sicura opportunità per gli isolani per raggiungere la terraferma in tempi brevi. Grazie all’aggiudicazione del nuovo Bando del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, la società effettuerà anche un nuovo collegamento ro-ro/pax (gommato più passeggeri, ndr) tra i porti di Catania e Corigliano Calabro, che affiancherà i già preesistenti collegamenti ro-ro da “Trapani per Livorno” e da “Civitavecchia per Alicante e Almeria”. Insomma, dopo il trasporto veloce passeggeri, Ustica Lines è passata a solcare il mare con le navi sulle rotte dei grandi traghetti. La Ustica Lines si avvale della collaborazione di uno staff di circa 340 persone, tra personale marittimo ed amministrativo e nel 2009 ha trasportato circa 1.300.000 passeggeri. 39 SPORT Campionato dei 10 km alle Palme Domenica 18 Aprile l’Atletica Mondello, con la collaborazione dell’As Borghi Marinari di Palermo, organizza il Campionato regionale e provinciale dei 10 km (mt 10000). Una gara open (benvenuti gli ospiti purché in regola col tesseramento) cui si attendono oltre 200 partenti delle varie categorie maschili e femminili. All’uopo, nella mattinata sarà riservato l’intero Stadio delle Palme. Seguirà una spaghettata all’aperto con la festa di premiazione. La gara rientra nel programma Sportaporteaperte che comprende la Wind Cup, regata velica di Cefalù (prima domenica di ottobre) e parte dell’intensa attività pesistica svolta a Carini dalla Vlassov 200, animata dal tecnico federale Giacomo Farina, della moglie Carola Tuzzolino (corrispondente della rivista Palermoparla) e figli atleti. Annullati i contributi regionali ai Centri di avviamento allo sport giovanili…ma l’Atletica Mondello del prof. Marcello Ruggiero continua a crescere sull’ala dell’entusiasmo! Puro dilettantismo, non costa nulla all’erario. Nella foto una “piccola rappresentativa” del centro di avviamento all’atletica leggera e triathlon (fascia 7-9 anni) dell’Atletica Mondello: collaboratori istruttori Dario Terrana e Dario Iervolino. Elenchiamo di seguito alcuni nomi che il prof. Marcello è riuscito a ricordare tra i numerosi bambini del centro: Davide Ceserani, Agostino, Marta, Alessandro Cavataio, Stella, Valentina e Sabrina Di Piazza, Arturo Adelfio, Carlo Filippone, Francesco e il fratellino sempre dietro, Mattia Giardinieri, Francesco e Flavia Giordano, Lorenzo Marciante, Giuliana Monti, Ginevra, Arianna Noera, Giorgia Ribolla, Veronica Russo, Salvatore Vassallo, Marco ed Alessandro, Sara, Giuseppe, Tancredi. Ma “ci sono tanti, anzi tantissimi talenti” ci dice il prof. “che è veramente un’impresa impossibile ricordarli tutti e mi scuso in anticipo con i genitori dei bimbi non citati. Un’immagine di alcuni elementi di spicco della squadra amatoriale maschile e femminile al Campionato Regionale Amatori di Corsa Campestre che si è svolto l’anno scorso a Misilmeri e che si ripeterà il 28 febbraio nello stesso percorso. Da oltre vent’anni sempre nelle primissime posizioni nel settore femminile guidato da Patrizia Iervolino (nella foto in basso a destra) moglie del prof. Marcello Ruggiero, nonché atleta-istruttore ancora in attività in campo nazionale. In alto da sin.: Giuseppe Nicolosi, Marcello Ruggiero, Teresa Ferro, Antonella Scaglione, Marilena Ferrante, Fabrizio Ingrassia,Lorena Marino,Tina Mosca, Merusk Mae, Mariella Lo Bianco, Salvatore Verace,Maria Grazia Prestigiacomo, Paolino. In Basso da sin.: Filippello, Vittoria Spoto, Antonella Casgnola, Giovanna Martorana, Rosa Lumetta, Gabriella Faulisi, Rosy Cammarata e Patrizia Iervolino. 40 La squadra ragazzi e ragazze (’97-’98) che ha partecipato il 24 gennaio 2010 a Piazza Armerina al Campionato Regionale di Corsa Campestre giovanile con ottimi piazzamenti. Nella foto da sinistra in alto: Anna Canestro, Elisa Benfante, Giuseppe Infantino, Federico Rivolo, Giorgio Maisano, prof. Marcello Ruggiero. In basso da sinistra: Francesco Manno, Alessandro Cavataio e Silvia Scaglione. SPORT Giovanni Caramazza addita il problema degli impianti Per il presidente provinciale Coni soluzione ormai alla portata Quello degli impianti sportivi è un problema ancora sostanzialmente irrisolto. Un tempo non esistevano neppure. Ora gli impianti ci sono, ma non si riesce a farli funzionare. Lo scottante problema è quello che più preme, al momento, per il presidente provinciale del Coni, Giovanni Caramazza. “Gli impianti a disposizione del Comune – esordisce Caramazza - versano in uno stato di degrado sia sotto il profilo della struttura che della gestione corrente e necessitano di interventi significativi. Ad esempio l’adeguamento alle norme, il rifacimento degli spogliatoi sia interni che esterni… Ma soprattutto necessitano di una più efficace strategia gestionale…” Ma a fronte di tutto ciò il bisogno di impianti da parte di società sportive e federazioni è grande… “La domanda di sport in generale è alta. Da tempo come Coni provinciale e anche regionale indichiamo le strade percorribili, anche sulla falsariga di esperienze che hanno avuto successo altrove. La finalità che ci proponiamo è soprattutto quella di affiancare l’amministrazione comunale nella risoluzione dei problemi di gestione degli impianti sportivi palermitani. Ma per gli altri comuni il problema è identico. Detto apporto può consistere sopratutto nella gestione diretta degli impianti” Cosa proponete, dunque? “Che si giunga a bandi di gestione. Ma deve trattarsi di gestione gratuita. Non si illudano i comuni di poter lucrare suolo sport. Perché i bandi a pagamento sono già andati deserti ovunque. Incapaci di gestire tecnicamente e in modo economico gli impianti direttamente, i Comuni si accontentino di vederli funzionare. Il che è il primario dovere da assolvere nei confronti della comunità dei cittadini. Viceversa si giunge a situazioni come quella della piscina comunale che, pur essendo in funzione, versa in uno stato quasi pietoso. Oppure a fatti come quelli di Borgonuovo. Cioè vandalizzazioni dell’esistente, in conseguenza di perio- di d’abbandono…O ancora alla chiusura di un impianto prezioso di per sé, come il palazzetto di Bagheria”.” Che cosa si attende dunque? “Si attendono, a partire da Palermo, da parte dell’assessore alle opere pubbliche Sergio Rappa, l’emissione di bandi adeguati. Affinché i servizi resi dagli impianti sportivi vengano adeguatamente esternalizzati, evitando danni ad un patrimonio comune che già esiste e rendendo quel pubblico servizio di cui la comunità fa pressante richiesta”. A chi dovrebbe andare, dunque, la gestione? “A soggetti competenti e assistititi anche da passione sportiva. Quindi le stesse società sportive. In taluni casi direttamente, con determinate garanzie e condizioni, ma anche a Coni, Federazioni, Enti di promozione, per cui possano poi procedere alle assegnazioni finali per una gestione diretta, responsabile, opportuna...” Vi sono esempi in proposito… Giovanni Caramazza “Certamente. Per esempio a Ragusa il Palazzetto è stato assegnato al Coni e a Parma abbiamo visitato una realtà virtuosa. Tramite bandi si è giunti a tipi di gestione come quelli da noi ipotizzati con assoluto successo e in buona armonia generale”. In conclusione? “Il Coni Regionale, quello Provinciale e le Federazioni stesse, preso atto del grave contesto, insopportabile per l’avvenire hanno individuato ormai la necessità di avviare un percorso virtuoso finalizzato alla risoluzione dei problemi. Essa consiste nel mantenere gli impianti aperti e funzionali, realizzando anche un risparmio per il comune, che eviterà, oltre ai disservizi, le ingenti perdite del passato”. Vincenzo Scargiali Un lavoro di ricerca al Dipartimento Scienze Motorie L’Analisi di biomarcatori sierici nei giovani calciatori Sempre attivo il dipartimento di Scienze Motorie di Palermo, anche nel campo della ricerca. Un lavoro sperimentale è stato realizzato con i calciatori. Esso ha coinvolto il Dipartimento di Scienze Motorie (DISMOT) e la Cadipe Associati che annualmente organizza l’Equipe Sicilia, un raduno estivo precampionato per calciatori. La Cadipe Associati è una società appositamente creata per dare informazioni e soluzioni specifiche a supporto della gestione delle Società e/o Associazioni Sportive, ma anche per i tantissimi aspetti legati al diritto sportivo, alle normative fiscali e al possibile implemento dell’attività svolta e degli obbiettivi da raggiungere. Il Progetto Scientifico fortemente voluto dai professori Antonio Palma, Marcello Traina e dai dottori Francesco Pomara, Marco Petrucci, Gabriella Schiera, Patrizia Proia, Patrizia Saladino e Antonino Bianco da un lato e da Umberto Calaiò e la Cadipe dall’altro ha già dato vita ad una interessante comunicazione al 1°Congresso nazionale di Scienze Motorie SISMES, svoltosi a Noto Marina (Siracusa) il 2-3 ottobre 2009. In modo particolare i Ricercatori del DISMOT si sono occupati dello specifico protocollo precampionato somministrato agli atleti (età 20.5 + 2.3 anni) nel periodo estivo (luglio-agosto 2009). La ricerca ha dimostrato che in 2 settimane di preparazione atletica i giovani calciatori hanno fatto registrare significative variazioni del profilo lipidico e dell’espressione di due principali biomarkers muscolari la (CK) Creatin Kinasi e (LDH) Lattico Deidrogenasi. L’analisi dei campioni di sangue è ancora in corso e i risultati preliminari sono molto interessanti. Il progetto è intitolato Analysis of Serum Biomarkers in young soccer players before and after a two week precompetitive training: Analisi di biomarcatori sierici in giovani calciatori sottoposti a due settimane di preparazione atletica. Va sottolineato che il Dipartimento DISMOT ha sostenuto e sta sostenendo economicamente il progetto di ricerca suddetto. Umberto Calaiò, ex giocatore di calcio di serie A e fratello di Emanuele Calaiò, attualmente giocatore del Siena, è il punto cardine dell’attività tecnico-organizzativa della Cadipe Associati. Oggi è un professionista molto stimato ed è un riferimento importante per i calciatori assistiti e per quei giovani cresciuti nelle piccole realtà e poi introdotti e divenuti calciatori del campionato italiano professionistico. Per info e foto: http://www.cadipesoccer.it/foto_gallery_2009.php http://www.cadipesoccer.it/imago/equi pe.png 41 SPORT Dieci titoli in Sicilia otto a Palermo Pesistica Campionati italiani assoluti di Catania La stagione agonistica del calendario di pesistica è terminata in Sicilia con i Campionati italiani assoluti maschili e femminili. Li ha ospitati, per la prima volta, la città di Catania presso il Centro Federale La Playa, che si è rivelato location ideale per la gara nazionale più importante in calendario, manifestazione che si è deciso di dedicare al giovane dirigente ed ex atleta della Fipcf Alessio Muscas, recentemente scomparso. Ben 15 i record nazionali battuti in tutte le categorie di età, sia maschili che femminili. Delle dieci medaglie conquistate dalla Sicilia, otto sono andate alla provincia di Palermo. Le ragazze portano così a casa due medaglie d’argento con Giovanna D’Alessandro (cat. Kg.48) e Jennifer Lombardo (cat. Kg.58) della Dynamo club di Bagheria che si assicura il terzo posto nella classifica nazionale delle società femminili. La medaglia di bronzo è, invece, appannaggio di Roberta Buttiglieri (cat. Kg.+75) della Cleading. Per i ragazzi due sono le medaglie d’argento, una a Massimiliano Rubino (cat. Kg.62) della Jogging e l’altra a Domenico Marzullo (cat. Kg.69) della Dynamo club Bagheria, mentre quelle di bronzo sono due, una per Angelo Farina (cat. Kg.105) della Vlassof 200 di Carini e l’altra per Manlio Di Salvo (cat. Kg.+105) dell’Athletic Power club. Presente alla manifestazione il presidente del Coni Sicilia, avvocato Massimo Costa, che ha evidenziato la prontezza della nostra regione ad accogliere competizioni di rilievo nazionale come questa, ricordan- Equitazione Il siciliano Vacirca vince il “Children” di Manerbio 42 Angelo Farina (il primo da sinistra) sul podio dello strappo. Accanto Massimo Costa do come la Sicilia, ed in particolare la provincia di Palermo, diano un contributo importantissimo alla nazionale italiana di pesistica, poiché la maggior parte degli atleti proviene da queste. I riconoscimenti non sono mancati neanche per i dirigenti nazionali della Fipcf palermitani. Al vicepresidente e membro della commissione tecnico-scientifica della Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica, Flavio Dimitri, è stata assegnata dal Coni Palermo la medaglia di bronzo al Merito Sportivo per l’anno 2006. La Top Ten della classifica nazionale per l’anno 2009 conferma gli ottimi risultati raggiunti dalle società siciliane di pesistica, che ne annovera tre tra le prime die- ci sulle 189 presenti, due delle quali della provincia di Palermo la Dinamo club Bagheria e la Vlassof 200 Carini, che occupano rispettivamente la prima e la seconda posizione di quella regionale che conta 74 società. Con queste premesse ci si aspetta un 2010 in crescita e qualche probabile convocazione per le prossime Olimpiadi Giovanili di Singapore. M.Carola Tuzzolino Il giovane Ernesto Vacirca in sella al suo Voila ha vinto il Gran Premio riservato ai children, in occasione del concorso ippico internazionale che ha chiuso i battenti, domenica 14 febbraio, a Manerbio (Bs). Il giovane cavaliere catanese figlio d’arte (il papà Turi è il suo istruttore) è stato l’unico dei dieci binomi partenti nella gara più prestigiosa della categoria a riuscire a inanellare due percorsi netti, nel tempo di 39.59, prestazione che ha consentito al giovane Vacirca di guadagnare con facilità la prima piazza del gran premio su ostacoli da 1.25 metri. Ernesto Vacirca, classe 1997, seguendo le orme del padre-l’istruttore Salvatore, sta attraversando un momento molto favorevole e nelle tre giornate della kermesse bresciana è uscito dal campo senza toccare neanche una barriera. Al gran premio ha preso parte anche l’altro catanese Renato Agosta, che in sella a Somana M ha chiuso la competizione al decimo posto con 11 penalità. Proprio questi due binomi nella prova a fasi consecutive del giorno precedente sono stati autori di due buone prestazioni: Vacirca/Voila hanno chiuso al secondo posto senza errori agli ostacoli nel tempo di 20.51, mentre Agosta/Somana M hanno ultimato in settima posizione (0/4; 21.34). Ancora un successo è arrivato per Ernesto Vacirca nella giornata di domenica, grazie alla prima posizione conquistata nella categoria 120 cm a tempo riservata ai children. Sempre in sella a Voila, Vacirca ha chiuso la sua gara con un percorso senza errori nel tempo di 46.75, relegando il secondo classificato ben tre secondi indietro. Durante lo stesso concorso buone le prestazioni degli altri binomi siciliani: Umberto Sambataro su Kaline D’Annoeullin 0/0; 27.58, ottavo nella prova a fasi consecutive del venerdì, Eugenio Risicato su Vera, quinto nella Accumulator del sabato (44; 45.43) e Ilaria Porto su Replay W, seconda nella prova mista (h. 115 children) del venerdì con un doppio netto nel tempo di 38.73 e seconda nella prova a tempo della domenica (0; 50.09). Vincenzo Agozzino SPORT A Catania la tappa dei Maschili 2010 Campionati Mondiali di Pallavolo di Vincenzo Scargiali Bussa alla porta della Sicilia Il grande volley. Si risveglia un’eterna passione. Finalmente torna nell’isola la grande pallavolo internazionale. E’ stata presentata infatti a Palermo, nella sala Alessi di Palazzo d’Orleans, la tappa di Catania dei Campionati del Mondo di Pallavolo Maschile Italia 2010 che si disputerà il 24settembre-10 ottobre. La città siciliana ospiterà sei Nazionali nella seconda fase della rassegna iridata che, con molto probabilità, vedrà anche l’Italia protagonista in Sicilia. Il Mondiale è il giusto riconoscimento per la nostra terra ha sottolineato Nino Strano, presidente del Comitato Organizzatore Locale e assessore regionale allo Sport la Sicilia ha da sempre una grande tradizione pallavolistica e sportiva in generale e questo evento sarà l’occasione per dimostrare ancora una volta come la nostra Regione sia credibile a livello internazionale e capace di organizzare manifestazioni di questa importanza. E un grande riconoscimento del lavoro svolto negli anni in Sicilia arriva anche dal Presidente della Federpallavolo Carlo Magri. “Che il Mondiale passasse da qui era una fatto dovuto a questa terra – ha spiegato – questa è una regione con una grande tradizione, una grande storia e una professionalità che metterà in campo per far sì che si realizzi un grande evento”. Quello che si sta facendo e si farà, dovrà rimanere come esempio per il futuro. “Per il Mondiale quella di oggi è un’altra giornata importante – ha spiegato Carlo Salvatori, presidente del Comitato Organizzatore – e la Sicilia è da sempre una regione dove la pallavolo è più radicata e grazie all’impegno della federazione, gli enti locali e tutte le istituzioni sono sicuro che daremo vita ad un grandissimo avvenimento. Un grazie sincero va al Comitato Locale per l’impegno che da tempo sta dando, lo stesso che tutti i Comitati stanno mettendo in ogni città sede di gara per un Mondiale che attraverserà l’Italia da Nord a Sud”. Alla conferenza stampa di presentazione, è intervenuto anche Antonio Scalia, assessore allo Sport di Catania: E’ un’occasione unica per la nostra città ha detto Scalia soprattutto per la possibilità che abbiamo di rinnovare e ammodernare le nostre strutture. Catania, secondo una recente ricerca, è la città più sportiva del Meridione e lo dimostreremo anche questa volta. Non poteva mancare Andrea Anastasi, il tec- nico che guiderà la Nazionale italiana al Mondiale: Venire in Sicilia è per me come tornare a casa, ha sottolineato il coach azzurro, provo sempre un’emozione particolare visto che proprio in Sicilia ho iniziato la mia carriera. Sono orgoglioso e felice di poter giocare il Mondiale qui, anche se ovviamente dobbiamo prima superare il primo turno che sicuramente è alla nostra portata. La Sicilia merita che la Nazionale giochi a Catania e ogni volta che siamo venuti qui la gente ci ha accolto con un entusiasmo pazzesco. Non solo Catania, dunque, ma tutta la Sicilia si prepara a vivere l’emozione Mondiale: Saranno tanti gli eventi che verranno organizzati su tutto il territorio – ha annunciato Renato Arena, membro del Comitato Organizzatore e vicepresidente CEV – da ora fino al Mondiale sarà un susseguirsi di manifestazioni che ci accompagneranno per tutti questi mesi. Ai piedi del vulcano, si respira già aria di grandi eventi. All’ennesima organizzazione di una competizione pallavolistica internazionale, Catania ed i catanesi, si preparano ad accogliere la carovana mondiale. I cinquemila cuori del PalaCatania, che hanno spinto la nazionale italiana il 21 Giugno 2009 per l’impegno di World League contro i campioni olimpici in carica degli Stati Uniti, descrivono nel miglior modo possibile il calore, tipico da queste parti, ma soprattutto la fame di eventi sportivi di primissimo livello internazionale. La macchina organizzativa etnea non è prima a manifestazioni di elevato spessore tecnico: sede delle gare di World League del 2009 (Italia-USA), 2006 (Italia-Cina), 2005 (ItaliaFrancia), 2002 (Italia-Spagna), 1999 (ItaliaPolonia), 1998 (Italia-Argentina), 1997 (Italia-Spagna), del Torneo di Prequalificazione Olimpica del 2007 e di numerosi altri eventi, gli sportivi appassionati, ed in maniera particolare gli amanti del volley, pregustano già il grande evento, contraddistinto certamente dalla spettacolarità e dai grandi numeri, elementi base di un Campionato del Mondo di Pallavolo. A Milano nella prima fase dell’evento la nazionale azzurra guidata dal tecnico Andrea Anastasi ed inserita nel gruppo A, sarà opposta a Giappone, Egitto ed Iran. Poi da nord a sud, l’Italia di capitan Vermiglio, viaggerà ITALNAUTICA s.r.l. Cantieri e uffici: 90133 Palermo - Molo Trapezoidale Via F. Patti - Tel. e fax 091 325277 - e mail: [email protected] Alberto Cambiano Ingegnere Navale e Meccanico Progettazione e costruzione di repliche di imbarcazioni d’epoca e classiche. Riparazione e restauri imbarcazioni in legno L’assessore Nino Strano con ogni probabilità verso la Sicilia, per il secondo turno, quello decisivo (Catania, Milano ed Ancona saranno le città che ospiteranno la seconda fase). Saranno 18 le squadre che prenderanno parte al secondo segmento del torneo, divise in 6 gironi da 3 squadre. Le prime 12 otterranno il pass per il terzo turno, le restanti 6 torneranno invece a casa. A guidare le operazioni tecniche la macchina organizzativa composta in buona percentuale dai dirigenti del comitato provinciale FIPAV di Catania: tante ed interessanti, saranno le manifestazioni collaterali, eventi di ogni genere che accompagneranno il popolo siciliano al Mondiale 2010 di pallavolo maschile. Una fitta programmazione infatti che coinvolgerà tutto il movimento pallavolistico isolano, dalle gare alle finali, passando per le manifestazioni, i campionati di serie e di categoria, e chiudendo con i vari corsi di aggiornamento tecnico e gli eventi extra sportivi. Si spera insomma che questo passaggio del volley d’alto livello giovi alla ripresa dell’attività di base, sulla spinta d’una passione mai sopita per questo sport. ZANCA SPORT s.a.s. Accessori per la Nautica da Diporto e Professionale Per la vela sartiame di ogni diametro Via Simone Gulì, 232 - Palermo - Tel./Fax: 091544505 e-mail: [email protected] 43 SPORT Si affermano ai tricolori Wtka gli atleti della Roy Team Palestre Partita la Maratona Italiana con i palermitani sugli scudi Nuovo grande successo per gli allievi che si allenano presso la Roy Team Palestre di Palermo, che si confermano ai Campionati Italiani WTKA Open 2010, svoltisi al Palauditore di Palermo a fine gennaio. Il circuito di gare nazionali denominate Maratona Marziale Italiana, che è iniziata proprio a Palermo. Numerosa la partecipazione, a riprova di come Palermo sia sempre più vicina alle arti marziali ed agli sport da combattimento. Atleti provenienti dalle diverse parti d’Italia hanno fatto entusiasmare i numerosi presenti sugli spalti del Palauditore. Nove sono stati gli atleti della Roy Team Palestre, allenati dal Maestro Rosario Carraffa, che hanno preso parte all’importante appuntamento: Ferdinando Caprì, Stefano Di Gregoli, Tayary Mohamedali, Ruggero Caprì, Andrea Gambino, Aldo Caputo, Francesco Paolo Rizzuto, Franco Taormina ed Elio Spatola. Ferdinando Caprì alla sua prima gara in assoluto è riuscito a conquistare il 3° posto, dimostrando nella sua categoria di continuous fight, -1,25 di avere ampi margini di miglioramento. Nel fight point è arrivato 4°, penalizzato però da un errore nell’assegnazione dell’ultimo punto, che gli poteva consentire di disputare la finale per il 1° ed il 2° posto. Di Gregoli anche lui alla sua prima gara in assoluto è riuscito a conquistare il 1° posto nella categoria continuos fight -1,35, dimostrando un grande carattere ed una buna combattività, cose che lo potranno far diventare un grande atleta. Tayari che è ormai un fighter affermato, ha conquistato il 2° posto nel continuos fight 1,35 cinture alte, perdendo in finale solo per preferenza, dimostrando ancora una volta d’essere in crescita e di poter andare lontano nel Mondo della kick boxing, anche se deve anno il 2° posto nel continuos fight +1,55 ed arrivando 4° nel fight point. Deve sicuramente cercare di utilizzare di più durante i round le tecniche di calcio, anche se ha già un buon bagaglio tecnico. Rizzuto nel continuos fight – 70 kg ha conquistato il 1° posto nelle cinture alte ed il 1° posto in un’altra categoria del continuos fight, confermandosi e migliorandosi. Ha dimostrato di essere uno dei combattenti più promettenti che ci sono in giro, usando in maniera perfetta tecniche di pugno e di calcio, mettendo alle corde i propri avversari. Gli avversari nelle due categorie dove è stato presente Rizzuto, si sono dovuti accontentare di lottare per la conquista dell’argento, vista la cercare di utilizzare di più le tecniche di calcio. Ruggero Caprì, alla sua prima in assoluta partecipazione ad una gara di kick boxing ha conquistato il 4° posto in classifica, nel continuos fight e nel fight point – 1,45, dimostrando di poter crescere tecnicamente e di essere già entrato nell’ottica di un fighter. Gambino, superato ormai lo scotto degli esordi, ha dimostrato di trovarsi in una grande forma, mettendo alle corde i propri avversari sia nel fight point che nel continuos fight – 1,55 cinture alte, conquistando il 2° posto, confermandosi come uno dei fighter più promettenti della propria categoria. Caputo si è riconfermato conquistando come lo scorso gran forza del fighter allenato da Carraffa. Taormina, non è riuscito a risalire sul podio come nella precedente edizione dove era arrivato al 3° posto, raggiungendo il 4° posto in classifica nel continuos fight –1,45, però questa volta tra le cinture alte. Il debuttante Spatola, nel fight point -70 kg, non ha messo la giusta determinazione uscendo nel primo incontro, ma per uno che si allena da davvero poco tempo, può essere concessa una seconda opportunità per poter esprimere un vero e proprio giudizio su di lui. Si è assistito davvero ad una bella giornata di sano sport con un pubblico che si è davvero divertito. PALERMO 44 ATTUALITA’ 10 febbraio l’olocausto di fiumani istriani e dalmati Una data per ricordare martirio ed esodo degli italiani Finalmente da qualche anno c’è una data, il 10 febbraio, per ricordare la diaspora degli italiani che abitavano le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Erano la terra natale di quegli italiani da secoli (erano appartenute alla Repubblica di Venezia, poi erano passate alla Austria e, dopo la prima guerra mondiale, erano finalmente italiane). Il maresciallo Tito, creatore dello stato comunista Jugoslavo, che altro non fu che l’unione forzata di tante nazioni differenti per lingue, religioni e costumi approfittò allora della situazione politica a lui favorevole per ordinare eccidi di massa allo scopo di costringere i sopravvissuti a scappare e ad abbandonare tutto, case, terre attività industriali. Il debole governo italiano di allora non seppe opporsi alle ottuse e ingiuste scelte dei vincitori americani, inglesi e francesi. Alle migliaia di martiri torturati e gettati vivi nelle foibe si aggiunsero i tanti profughi costretti ad abbandonare tutto per salvare almeno la vita. La conclusione è nota: il regime comunista jugoslavo, dopo tanti crimini perpetrati, è crollato, così come gli altri similari degli altri paesi dell’est europeo, la miseria nera si abbatté sulle belle e ricche terre italiane e agli abitanti rimasero solo povertà e oppressione, oltre alle guerre che hanno sconvolto fino a qualche anno fa quei popoli e quei territori. Ci volle, insomma, il procedere della storia e la sua inesorabile giustizia per poter riparlare dell’accaduto. Non saremo certo, noi italiani, a dimenticare le vittime di tanti altri conflitti, sia che si tratti di ebrei, di polacchi, russi, armeni… Ma noi che siamo, appunto, italiani, non commettiamo l’errore di dimenticare i torti subiti dai nostri fratelli. Siamo vicini, quindi ogni anno ai profughi e ai loro eredi trasferitisi a Palermo che commemorano il loro olocausto. Il movimento per la vita: aiutiamo i più deboli Con Salvatore Crisafulli testimonial Davanti alla presidenza della Regione Siciliana, in piazza Indipendenza, si sono riuniti molti volontari, associazioni e semplici simpatizzanti, per chiedere rispetto e aiuto per i più deboli in assoluto. In pieno duemila, nell’Italia opulenta, ci sono ancora situazioni di miseria e di abbandono veramente impressionanti. Ha voluto partecipare anche Salvatore Crisafulli, giunto in autoambulanza. Crisafulli è divenuto il simbolo di chi lotta per la vita dei malati terminali. E’ divenuto famoso per aver dichiarato di essere stato perfettamente cosciente in una fase della sua malattia in cui, invece, veniva considerato dall’equipe medica in stato vegetativo. Quel che più impressiona è il fatto che chi cercava di sostenere questa tesi veniva scoraggiato oppure ostacolato. Infatti, la signora Maria Rita Calogero che attualmente lo assiste con amore, si licenziò dalla cooperativa per cui lavorava proprio in seguito a questa vicenda. La Calogero sosteneva contro tutti che Crisafulli capiva… La vicenda ricorda quella vissuta dallo psichiatra Basaglia, il medico veneziano che lottò per ridare dignità di esseri umani ai malati di mente, considerati allora niente più che rifiuti umani e trattati come tali. L’ignoranza e la disumanità sono minacce sempre incombenti, come dimostra anche il testo, chiamato testamento biologico, presentato in parlamento e che mira in modo subdolo a considerare gli esseri umani come oggetti. Fra i presenti anche alcune persone di Scordia (provincia di Catania). La signora Egiziana Cusumano dichiara: “Io sono malata di tumore, mia figlia ha la sclerosi multipla, mentre mio marito è morto 9 anni fa di leucemia. Come se non bastasse, siamo sotto sfratto, perché non possiamo pagare la casa.” Ma come mai tanti malati di tumore nello stesso luogo? “Pare che nella zona tra Scordia, Ramacca, Lentini siano stati depositati rifiuti tossici ospedalieri. E’ una cosa di cui non si vuole parlare, ma i casi di tumore sono più diffusi che altrove. Inoltre non riceviamo alcun aiuto dall’amministrazione comunale. Solo il dottor Salvatore Consoli, con la Caregives ci aiuta gratuitamente”. Un’altra storia drammatica ce la racconta la signora Liliana Cocimano, pure di Scordia: “Io soffro di distrofia musco- Crisafulli uscito dal coma irreversibile lare. Mio marito, oltre che gravemente malato, è pure disoccupato. Abbiamo due figli di tre e sei anni, anche loro affetti da distrofia muscolare. Dovrebbero fare delle terapie, ma non le fanno più dal 2008 perché non abbiamo la macchina. Non ci danno alcun sussidio (solo 350 euro l’anno) e abbiamo pure la luce ridotta, perché non la possiamo pagare, e lo sfratto. Diteci se possiamo tirare avanti così.” Un appello corale dai disabili e dalle loro famiglie: “considerateci persone e trattateci con amore”. Creiamo, dunque, una sanità più efficiente e funzionale, soprattutto non abbandoniamo i più deboli. Alla manifestazione di protesta ci conduce Rosa Rao, instancabile protagonista del movimento per la Vita. 45 ATTUALITÀ A Les Cayes portando le stampelle a Klos HAITI. CON TERRE DES HOMMES AIUTI A UNA GIOVANE CHE HA PERSO UN PIEDE MA Da Haiti riceviamo, tramite Concetta Di Lunardo della redazione romana, questa voce diretta dall’Isola di Haiti, dove la presenza del Male, sotto forma di catastrofe mette a dura prova la resistenza, il carattere e la stessa fede dell’uomo. Pubblichiamo, dunque, come di dovere, facendo eco a chi ci parla dal vivo. QUESTO IL MESSAGGIO DA OLTRE OCEANO. ...Ecco l’ultimo aggiornamento del nostro Paolo Ferrara da Les Cayes (Haiti), con la storia di Klossome, prima paziente a ricevere le stampelle donate da Terre des Hommes nella cittadina. Sfollata da PaP subito dopo il terremoto, aveva creduto i figli periti ma per una volta tanto il finale è positivo... Un caro saluto, Rossella Panuzzo. Ufficio stampa Terre des Hommes. LA CORRISPONDENZA. Haiti, 28 gennaio 2010. Oggi le zanzare di Port au Prince dovranno accontentarsi della metà del mio sangue. Sveglia alle 4.30 del mattino, dopo 4 ore di sonno, doccia veloce e via. Oggi io e Andrea (il collega italo-svizzero logista della nostra missione) andremo a Les Cayes. Ci accompagnano Andrea Nicastro, inviato del Corriere della Sera e una troupe di operatori di Rai 2. Sono 4 ore e mezza ad andare e altrettante a tornare, lungo quella che in questi giorni è stata la via degli sfollati. Nella Port au Prince ancora al buio si succedono le macerie, dal Palazzo Presidenziale fino a Carrefour, piccolo centro al confine della capitale. Ingolfano le strade le case crollate, le condotte dell’acqua esplose sotto la pressione del terremoto, i cumuli di terra accumulati in questi giorni di lenta, lentissima pulizia della città. Dopo PaP, Carrefour, Leogane, Grande Goave, Petite Goave, uno dopo l’altro i centri più colpiti, non luoghi dove fino all’80% delle case è stato spazzato via e dove iniziano a organizzarsi i primi campi, molti spontanei, alcuni, finalmente, attrez- pallini Ciò che in particolare notiamo dalla nostra lontana redazione è quanto Haiti fosse già bisognosa di aiuto e di come varie organizzazioni assistenziali si trovassero già sul posto. Eventi del genere servano, dunque, a far pensare che cosa ci sia di più urgente al mondo: cioè alle “famose” priorità. Fra queste l’autentico sviluppo dell’economia in genere è il primo passo. La priorità spetterà, al contempo, alla solidarietà sociale, in loco e nel mondo meno sviluppato. Anche perchè ciò contribuisca anch’esso allo sviluppo dell’insieme. Ciò che serve allo sviluppo generalizzato dovrebbe precedere (priorità) soprattutto la politica dei politicanti, cioè la politica di parte. Questa va surclassata dalla coscienza, dalla cultura e dall’intelligenza democratica del popolo, che dovrebbero essere più preparate a discernere già il bene dal male e le scelte opportune, dall’interesse e dalla menzogna. Libere, però, da invidia sociale e demagogia di tanta politica bugiarda e fuorviante. (D.) zati dalle molte organizzazioni che si sono subito attivate, anche se le tende sono ancora poche, troppo poche, per soddisfare i bisogni di tutti. Ci vogliono più di 2 ore, cento km circa, per allontanarci dalla devastazione e riprendere il percorso lungo la strada di questa spoglia isola dei Caraibi. Viene tristezza a quanta bellezza sia stata consumata. Guardi le spiagge, le isolette che istoriano il paesaggio, gli sprazzi di vegetazione lussureggiante e immagini l’eden. Attorno invece è tutto brullo, abbandonato, spesso sporco. Mi sembra che non ci sia povertà maggiore, disperazione maggiore di quella di chi ha rinunciato alla sua bellezza, ma so che di fronte a tanto urlante dolore questa è solo retorica. Ora bisogna salvare delle vite e non c’è spazio per la filosofia, l’estetica o per le polemiche che pure sento arrivare dall’Italia. Raggiungiamo Les Cayes che sono passate da un po’ le 10. Qui, nella capitale del distretto Sud del paese, sembra si siano riversate oltre 65.000 persone. E’ un calcolo fatto a spanne, intervistando ogni giorno per 2/3 ore chiunque entri nella città e moltiplicandolo per le ore utili della giornata e i giorni trascorsi dal terremoto. Ma non è un numero irrealistico. Qui si è riversato soprattutto chi aveva familiari o paren- ti lontani. Per questo non ci sono tendopoli a Les Cayes, ma non per questo non ci sono tensioni. Con uno dei nostri operatori di comunità abbiamo incontrato 5 famiglie con sfollati. Quello che emerge nei loro racconti è sempre la paura, a volte il terrore, la mancanza di qualsiasi idea del proprio futuro. Ma si respira anche la tensione. Lì dove c’erano 7 persone in una o 2 stanze, ora ce ne stanno fino a 10/11, senza servizi igienici, con un piccolo pozzo all’esterno. Molti di questi devono pagare un affitto, ma per quanto tempo potranno farlo se non ricominceranno a lavorare? E per quanto potranno essere accettati se non saranno in grado di portare un sia pur piccolo contributo a queste famiglie poverissime? Oggi, in mancanza di un piano di accoglienza degli sfollati le incognite sono molte e le possibilità che l’intera vita dell’isola venga sconvolta anche da questa migrazione biblica, fin nelle sue fondamenta sociali, mettono paura per il futuro. Les Cayes è il posto dove Terre des Hommes è presente da oltre 20 anni. Qui personaggi come Michel Roulet (di cui vi ho parlato ieri) hanno lavorato a lungo per migliorare le condizioni di vita di migliaia di donne e bambini con meno di 5 anni, a cura del redattore capo Conservazione e conservatorismo In Italia è prassi demonizzare i conservatori. Il termine conservatore è equiparato a “fascista”. Ma è un errore. I conservatori inglesi hanno portato avanti nel tempo un partito moderno, efficiente e perfettamente inserito nella società. Nell’ottocento i Tories di Disraeli facevano approvare leggi che erano all’avanguardia nel sociale, anche rispetto a quanto proposto dai liberali dell’epoca, come, ad esempio, la legge per le abitazioni dei lavoratori, abitazioni che dovevano rispettare alcune norme igieniche molto importanti. 46 Che cosa è accaduto ad Haiti Al contrario, non va dimenticato che furono i socialisti di Craxi (col beneplacito dei comunisti), a cancellare in Italia la scala mobile e a varare altre norme in danno dei lavoratori. Che poi lo Stato non ce la facesse più a sostenere certi oneri è un altro discorso, da fare in altra sede. Ma ciò, in ogni caso, dipese da tanti altri errori di politica economica. Solo il conservatorismo è un errore. Un conto è conservare ciò che va conservato (conservazione), un conto mantenere ciò che è negativo, dannoso, obsoleto (conservatorismo). Così, si confonde il rispetto per le religioni altrui, in nome di un supposto spirito innovativo, con la difesa di costumi che la nostra coscienza o cultura rifiutano. Un esempio è stato il riconoscimento della poligamia in Italia. Sono state accordate addirittura 2 pensioni a 2 mogli dello stesso uomo. La giornata della vita Vogliamo, noi della Redazione di Palermoparla, lanciare un augurio per il nuovo anno: che si inizi a dare valore alla vita, in tutte le sue età, in tutte le sue forme. Che l’umanità del terzo millennio giri le spalle agli odi e alle guerre e costruisca finalmente un mondo di pace e di autentico svilup- ATTUALITA’ ssome A RIABBRACCIA I FIGLI cambiandone le abitudini alimentari e igieniche; insegnado loro la virtù della profilassi e di un consulto medico in gravidanza; avvicinandole alle vaccinazioni e, quando necessario, integrando nella dieta dei bambini supporti alimentari come il Plumpy’nut. Qui a Les Cayes il nostro team infermieristico, la nostra psicologa e gli operatori di salute, coordinati dalla splendida Eleonore Chiossone, responsabile di progetto purtroppo avvezza ai campi di Sudan, Afghanistan e Kenya, sin dalle prime ore hanno organizzato l’accoglienza dei malati, la distribuzione tra i casi più gravi, quelli da operare presso l’ospedale pubblico, e i feriti meno gravi, portati alla clinica Brenda, dove abbiamo allestito due grandi tende da campo oltre a organizzare le cure. Siamo qui per vedere il lavoro svolto dai miei colleghi, 59 persone di cui 5 espatriati, ma anche per consegnare le prime stampelle e deambulatori. Ed è qui che incontro Klossome. Klossome ha 28 anni e le sue belle gambe sono deturpate dall’amputazione di metà piede, regalo offertole dal terremoto nella sua casa di Port au Prince. E’ arrivata qui 3 giorni dopo il terremoto, con il piede ormai infettato, perchè qui aveva la mamma. C’è venuta dopo aver perso i sensi e grazie all’aiuto dei vicini che l’hanno salvata da morte quasi certa. Soprattutto, è venuta qui convinta di aver perso anche i figli, sepolti sotto le macerie della casa. Fortunatamente a Les Cayes sono riusciti a intervenire e a fermare l’infezione, ma ormai il piede era perso. Non i figli però. E Klossome ha un attimo di emozione quando i 2 bambini, che l’hanno raggiunta dopo più di 10 giorni le si avvicinano: li ha ritrovati un vicino dopo qualche ora, ma ci sono voluti 5 giorni finché, ripristinati almeno in parte i collegamenti telefonici, Klossome ha scoperto che erano vivi. La loro voce, insieme alla presenza della sua mamma e alla tenerezza delle nostre po. L’immagine di un bimbo che apre gli occhi alla vita sia impressa nei nostri cuori e nelle nostre menti. Cominciamo a guardare il mondo a partire da quel bambino. E poi continuiamo a pensarlo più grande, più maturo più vecchio, fino alla morte. Ma la morte di quella persona non sia un momento triste, ma sereno. Immaginiamo la morte di un padre, di una madre, attorniati dai propri cari, un po’ tristi ma non distrutti. Il momento della morte non è più una fine ma un inizio: l’amore che la nostra persona cara ci ha dato si riversa su di noi e sui nostri figli. Il passato non scompare, ma è trasmesso alle generazioni che ver- operatrice sono state per giorni la sua unica ancora di salvezza. Klossome è la prima paziente curata da Terre des Hommes a ricevere delle stampelle. Dovrà abituarcisi, dopo tutto questo tempo stesa su un materassino, e mentre prova ad appoggiarvisi il dolore è fittissimo, atroce... Ma nei prossimi giorni, con un po’ di sforzo, ci si abituerà e finalmente potrà tornare a muoversi, a camminare. Un piccolo, ma prezioso barlume di speranza in tanta disperazione. Cara Klossome, è tempo di andare, ma a te e agli altri: promettiamo di non lasciarvi da soli! Trascriviamo utili informazioni Il 12 gennaio 2010 alle ore 21:53:09 GMT, una prima scossa di 7.3° della Scala Richter ed altre di minore intensità ma sempre di grande potenza hanno colpito la capitale Port-au-Prince, devastando la città. I maggiori edifici - compresi 3 dei 4 ospedali, la cattedrale, il Palazzo presidenziale, il parlamento, diversi ministeri, il “Montana” (famoso albergo) - sono andati distrutti o gravemente danneggiati. Dalle ultime ufficiali stime, sono oltre 100.000 le vittime. Dal Blog “Angeli in Astronave – Sintomi di Luce” si apprende che era previsto già da diversi anni un possibile terremoto di devastanti proporzioni che avrebbe potuto colpire l’isola di Haiti. Nonostante le previsioni non esoteriche o di qualche profezia Maya, ma legate a studi geologici seri e scientifici, nessuna potenza occidentale pensò d’investire denaro per rendere l’Isola più sicura: Nota della ns redazione. E’ veramen- ranno. Il lavoro iniziato sarà portato avanti da chi resta. Nulla scomparirà, nulla si perderà, ma tutto avrà un seguito perché l’amore non muore mai. Pagheranno 450 mila euro i violentatori Una condanna esemplare che chiude un’epoca. Quel che colpisce nella sentenza di Milano non è la cifra record del risarcimento stabilita dai giudici per il danno alla povera ragazza, quanto la motivazione: i genitori degli stupratori non sono stati capaci di educare i propri figli. Questi, infatti, trattando l’adolescente come un oggetto, costringendola ad abusi e mo- te strano, un po’ assurdo, parlare di aiuti da parte delle potenze occidentali verso certi stati – ormai rari per fortuna – che si ostinano a chiudersi nel socialismo reale, divenendo per questo miserabili come gli abitanti di questa “mezza Haiti”. La realtà del mondo deve insegnarci che il Male esiste e la catastrofe è una delle sue manifestazioni. Esso non può essere, fino ad oggi, evitato al 100%. Neanche nelle realtà evolute. Il Male le pensa tutte: vedi il caso di Ground zero. E, pur tuttavia, dobbiamo aver fede che il modello occidentale, nonostante i difetti, sia il migliore da seguire. Ricordiamo Churchill: il nostro è il peggiore dei mondi, tolti gli altri… Occorre comunque persuadere uomini e nazioni che aiutare il vicino è non solo edificante e in linea con gli insegnamenti di Dio, ma anche d’interesse generale e, quindi, proprio. Come spesso avviene con il “fare il bene”. Ultime testimonianze (da Androkronos). “Eravamo molto preoccupati” ha ricordato Paul Mann, ricercatore dell’università del Texas., sottolineando comunque quanto sia “difficile predire” l’esatto verificarsi di una scossa di questa intensità. “Fenomeni di questo tipo possono rimanere silenti per centinaia di anni” ha aggiunto. I sismologi sottolineano come il terremoto appena avvenuto sia il più potente degli ultimi 200 anni. Nel 2004 altri due geologi avevano invece sottolineato i rischi di un’altra faglia, che si trova nella parte nord dell’isola, lungo la valle di Cibao nella repubblica Domenicana. “Questa è una delle zone sismische più attive del mondo, i sismologi non dovrebbero restare sorpresi… “( Jian Lin - Woods Hole Oceanographic Institution, Massachusetts). fonte ADNKRONOS pallini lestie ripetute con violenze e ricatti, hanno dimostrato non solo di non avere alcun rispetto per l’altro sesso ma di non essere neppure capaci di provare sentimenti. Grazie alla valenza di quanto sentenziato dai giudici, finalmente il compito educativo dei genitori non si riduce a quello del semplice mantenimento della prole (alcuni di questi genitori risultavano separati) oppure alla mera cura della salute e dell’istruzione. Ai genitori tocca il compito di educare i figli in un senso più ampio e completo. Educazione, infatti, non è solo acquisizione di saperi, ma crescita effettiva nell’ambito psicologico e del sentimento. > 47 ATTUALITA’ La Grandi navi veloci parte con un grande 2010 Su Grandi Navi Veloci sconti per famiglie e gruppi, intrattenimenti per i bambini, cabine animali, una nuova unità sulla Civitavecchia – Palermo e un innovativo servizio di telefonia, web e telemedicina. A febbraio 2010 Grandi Navi Veloci ha aperto le prenotazioni per il nuovo anno, confermando tariffe competitive e servizi imbattibili su tutte le linee servite. La convenienza è garantita ancora una volta dal sistema di pricing dinamico, che consente di visualizzare in ogni momento il prezzo migliore sulla base del periodo e dei flussi di prenotazioni. Le nuove tariffe sono pensate per offrire convenienza a tutti i target, famiglie, passeggeri con auto al seguito, gruppi, camperisti. Continua con riscontri crescenti l’impegno della compagnia verso il Maghreb, le cui linee vantano una regolarità nel servizio unica in tutto il mercato. Anche per il 2010 rimane valida l’opzione BLOCCA PREZZO che, a fronte di un diritto fisso, consente di prenotare oggi e pagare 30 giorni prima della partenza bloccando il posto ed il prezzo. Qualche esempio per per chi viaggia in coppia e in famiglia (tasse, diritti e suppl. carburante INCLUSI): GENOVA–PORTO TORRES/OLBIA: 2 adulti e un bambino in cabina + AUTO 78.6 euro pallini > GENOVA–PORTO TORRES/OLBIA: 2 adulti e animale in cabina + AUTO 141.2 euro GENOVA-PALERMO: 2 adulti e un bambino in cabina + AUTO 283 euro ROMA-PALERMO: 2 adulti in cabina + auto 170.2 euro Le iniziative per le famiglie non si limitano agli sconti: a bordo anche aree giochi attrezzate per le diverse fasce di età (dai 3 ai 6 anni e fino ai 12), menu dedicati in caffetteria. I più piccoli possono vivere al meglio il viaggio grazie a una nuovissima dotazione di accessori comodi e funzionali: Non si hanno cittadini adulti e maturi senza valori e sentimenti nei confronti degli altri. Questa sentenza apre un nuovo capitolo nel rapporto tra i sessi. Forse non sentiremo più parlare di sesso in senso strettamente materialistico e inizieremo a intendere l’educazione in un senso più alto e più adeguato alla natura umana. Morgan patetica vittima a Sanremo Le dichiarazioni del cantante Morgan, a proposito dei positivi effetti terapeutici sulla sua salute (fisica e mentale) della cocaina, sono state poi sostitui- 48 seggioloni, lettini, fasciatoi, scaldabiberon. Grandi Navi Veloci punta anche sull’innovazione tecnologica: su tutte le navi è infatti attivo il servizio GSM on the Ship, che consente di collegarsi a Internet, telefonare, inviare e ricevere sms durante la navigazione. A ciò si affianca l’esclusivo servizio di telemedicina per il monitoraggio e l’assistenza cardiologica da remoto, una novità all’insegna della sicurezza e della qualità del viaggio. E infine, GNV pensa anche ai passeggeri a quattro zampe con il servizio “Pets, welcome on board”, ovvero la di- te, dati gli effetti scatenati sulla gente e sui media, da lacrimevoli dietrofront da pare del suo autore, con espressioni del tipo: “ho sbagliato, ma mi voglio redimere, mi voglio disintossicare” e simili. Naturalmente i media, un attimo dopo non hanno esitato a dipingere Morgan come una vittima innocente, una persona sincera che non meritava di essere punita dalla Rai. Anzi, caso mai, dovrebbe essere Morgan a punire la Rai, rea di crudeltà … Che al centro della questione vadano, invece, collocati i giovani e le famiglie questi “paladini” non ci pensano. Perchè la società civile deve subire tali “maestri di vita”? sponibilità, sulle navi La Superba, La Suprema, Fantastic, Excellent, Majestid, prevalentemente impiegate sulle linee per la Sardegna e sulla Genova-Palermo, di aree esterne per la sosta ed il passeggio e di cabine allestite ad hoc per i compagni a 4 zampe. GNV effettua tredici linee: Genova-Porto Torres, Genova-Olbia, Genova-Palermo, Livorno-Palermo, Civitavecchia-Palermo, Genova-Barcellona, Genova-Tunisi, Civitavecchia-Tunisi, Palermo-Tunisi, Genova-Tangeri e Barcellona-Tangeri, Livorno-Malta e Palermo-Malta. Chi lenirà il dolore di chi perderà un figlio in seguito alle sane pratiche consigliate da Morgan? Chi restituirà mai alle famiglie il denaro buttato, consumando droga e alimentandone il turpe mercato. Infine, volendo dare consigli salutistici di tipo “miracoloso”, perché non parlare d’una corsa all’aria aperta, di una nuotata, d’una passeggiata in montagna, di una serata in compagnia, di uno spettacolo interessante. Sant’Agostino e il dramma del male La vita del grande santo di Tagaste (odierna Tunisia), recentemente tra- ATTUALITA’ Apre i battenti l’hotel Piazza Borsa Un 4 stelle superior ospite d’un antico monumentale palazzo Finalmente si è giunti all’apertura del nuovo Gran Hotel Piazza Borsa a Palermo. La proprietà, la Costa degli Ulivi spa ha celebrato con i giornalisti e i più intimi, a nome di Salvatore e Giovanni Di Giovanni, consiglieri delegati della società, l’evento con una cena di benvenuto che ha avuto luogo a Palermo Venerdì 22 gennaio, direttamente presso il Grand Hotel in Piazza Borsa con ingresso da Via dei Cartari,18. Si tratta di un immobile che occupa tutto il fronte della piazza lato mare (guardando a nord est), un palazzo famoso che ha ospitato nel dopoguerra la sede centrale della Sicilia della Cassa di Risparmio V.E. Il palazzo storico, nato come convento, è molto antico ed è noto per il bellissimo patio a portico in stile neoclassico. Conteneva una chiesa seicentesca collocata all’interno, che è stata interamente riarredata dal Basile. Nella Cassa di Risparmio ospitava le casse, oggi è la grande sala restaurant, nello splendore di uno stile liberty un po’ austero, ma certamente elegantissimo. Lungo è stato il cammino per ottenere permessi e licenze di trasformazione e di esercizio. Protagonisti del restauro e della integrale trasformazione in hotel 4 stelle superior i due esperti albergatori palermitani, Salvatore e Giovanni Di Giovanni, eredi dei titolari dello studio notarile Di Giovanni, per decenni punti di riferimento ai 4 canti della Via Ruggiero Settimo. Ma anche delle strutture alberghiere della famiglia presso la Torre di Mondello, l’isola di Vulcano e la Torre Normanna. Nonché, appunto, della società Costa degli Ulivi. Il Grand Hotel Piazza Borsa apre, quindi, dopo cinque anni di lavori di restauro in un sito monumentale storico, che ha ospitato la sede centrale della Cassa di Risparmio e prima ancora un convento. Grazie all’investimento di 30 milioni di euro effettuato dalla società Costa degli Ulivi, i cui capofila sono i fratelli Di Giovanni, torna dunque a rivivere l’antico quartiere di Palermo che è contenuto fra corso Vittorio Emanuele – l’antico cassero perpendicolare al mare – e la via Roma – frutto di uno sventramento dopo l’Unità d’Italia – arteria del centro storico. Dopo anni di purgatorio, contrassegnati da chiusure di ristoranti, pasticcerie e altri pubblici esercizi, quest’angolo della città, in cui sono siti palazzi aviti e la basilica romanica di San Francesco. La zona riceverà adesso un impulso sostanziale, mentre l’esperienza di gestione della Costa degli Ulivi e dei Di Giovanni ga- rantirà la presenza di ospiti e di eventi all’interno della struttura, che rispetta esteticamente stile e volumetrie dell’antica piazza e della facciata di questo storico palazzo, in stile neoclassico con varianti liberty, elemento fondamentale della memoria storica all’interno della Città murata. Camere e suite sono tutte differenti per grandezza, articolazione e prezzo, fino alle suite da 700 euro a notte e alle stanze con balcone in piazza San Francesco. Preferita dalla gestione la collocazione a quattro stelle superior, per un albergo che potrebbe avere facilmente la quinta stella. (G.Scargiali) smessa in tv, ci fa riflettere sul perenne dramma del male. La stessa esistenza di Sant’Agostino, prima della conversione, come da lui stesso raccontato ne Le confessioni, era stata tutt’altro che edificante. E’ l’incontro con Dio che lo cambia, non il frutto di una decisione razionale. E, d’altra parte, non può essere diversamente, perché l’uomo non può trovare la Verità da solo, con le proprie sole forze. E questo non perché l’intelligenza umana sia inutile, tutt’altro. L’intelligenza umana esce potenziata dall’incontro con Dio, perché Dio è Amore infinito. Il male, però, non scompare mai del tutto, neppure dopo l’incontro con Dio. Quella contro il Male è una lotta durissima, che si protrae nel tempo, ma non è eterna. Dura fino al giorno del giudizio universale, quando finalmente regnerà solo la Città di Dio. La città di Dio è l’opera di Agostino che sintetizza ed esprime in forma magnifica il suo pensiero. Egli dice, infatti, che mentre l’uomo, sulla terra, costruisce la sua città, cioè uno stato organizzato secondo le leggi umane, Dio ne costruisce un’altra, di natura spirituale. E’ una città felice, di pace e di benessere autentico, non come quello che l’uomo produce con le sue sole forze. L’uomo, però, ha un compito sulla terra: costruire la città celeste. L’uomo deve, quindi, collaborare con Dio per il trionfo del bene sul male. E’ importante notare che la concezione manichea (il bene nettamente separato dal male) è respinta, come inconcepibile. Quale merito assegnare a chi fosse buono per natura? E, allo stesso modo, quale castigo a chi fosse cattivo per natura? Si hanno vari esempi di quest’errore. Vediamo di recente “cattivi” che collaborano con la giustizia, si pentono, cercano di riparare e “buoni” che tradiscono gli amici, fanno condannare > gli innocenti… pallini 49 ATTUALITA’ L’associazione nata per iniziativa di Attinasi, Farrugio e Coraci sarà anche un portale Cresce Palermhotels Diventa operativa Palermhotels, l’associazione nata con intenti promo - pubblicitari, per incentivare l’incoming a Palermo. In particolare quello alberghiero. Se è necessario tuttoggi esorcizzare il problema della bassa stagione – ma l’unica via è quella di risolverlo – non c’è dubbio che in Sicilia, solo Taormina e pochi altri siti come Cefalù siano presenti in modo adeguato presso i target “giusti”, godendo di scelte e arrivi con buona continuità… Palermohotels si presenta come una struttura più agile – vuol essere duttile e operativa – e nasce dall’iniziativa di tre operatori palermitani, che hanno coagulato subito un buon numero di iscritti. I tre protagonisti dell’operazione sono Nicola carruggio, proveniente da Federalberghi (Confocommercio), Massimo Coraci esponente di Federturismo (Confindustria) e Mario Attinasi rappresentante di Assotel (Confesercenti). Trae forza quindi da ciò che esiste, ma si propone di combinare gli sforzi al fine di dare ulteriore impulso al settore turistico alberghiero. Un settore che ne ha certamente bisogno, sottolineiamo noi. Se è vero che, al di là di ogni discorso, pur trovandoci di fronte ad albergatori e alberghi molto belli moderni, attrezzati e dotati di adeguate professionalità, il vuoto in certi momenti di “bassa” è allucinante. Oggi, il viaggiatore e il turista non vengono da soli. O, per lo meno, non giungono con quei ritmi che ci si attenderebbe, distratti dalla concorrenza di altre mete, diffidenti, timidi. Palermhotels sta studiando modi, luoghi e tempi sui quali concentrare gli sforzi, la presenza dell’offerta, la via più consona di pubblicizzarla e promozionarla. Non sfugge la valenza “locale” dell’iniziativa, che mira esclusivamente a Palermo e provincia, certamente un punto di arrivo e anche un punto obbligato passaggio, in grado di sollecitare la apertura a ritmo continuo di nuove strutture per l’ospitalità “a stelle”, pallini > Il caso Bertolaso insegna Se ce ne fosse bisogno, il “caso Bertolaso” prova che c'è un'Italia che gioca allo sfascio, che sogna d'essere Sansone - ma per fortuna non lo è - e di buttar giù le colonne. Ma l'Italia meriterebbe, dunque, la fine dei Filistei? Di caso Bertolaso si parla da anni come un caso di eccellenza. Trattasi di un personaggio che si è fatto notare da tempo. Nelle dispute fu lui sempre a sembrare e ad essere dalla parte della ragione. Ora si parla dell'Aquila come la sua prima performance, ma è stata la centesima. Chi gioca allo sfascio spera che tutto vada male. 50 ma, pur essendo il capoluogo dell’Isola – che pur ne condivide tanti problemi – rimane una sorta d’eterna promessa. Aperta a tutte le categorie alberghiere la nuova organizzazione si prepara a fiere e workshop, eventi pubblici e privati. Palermhotels sarà anche un portale on line, destinato soprattutto alla promozione di eventi, iniziative tendenti ad attirare turisti in genere e di nicchia. Il presidente della provincia Giovanni Avanti ha già assicurato il sostegno del proprio ufficio e di tutta l’amministrazione, mentre gli intenti dei tre promotori hanno ricevuto di recente il dichiarato elogio del ministro Michela Brambilla. L’attuale dirigenza vede Nicola Farrugio presidente e Massimo Coraci vice presidente. Metro del successo, le adesioni, giunte nell’ultimo elenco a quota 26, ma prossime a superare le 30 unità. Camere a fronte dei primi 26 scritti: 1406. Non è, certo, uno scherzo. Germano Scargiali L'Aquila doveva essere la Waterloo del governo, invece è stata la Austerlitz. E di tante vittorie è fatta la storia di personaggi come Berlusconi, Tremonti, Bertolaso… e anche altri personaggi che stanno facendo la seconda repubblica, a dispetto delle cure di medici corrotti e assassini, antichi e moderni. Questa è la realtà dell'Italia di oggi. Questa è la verità nuda e cruda. Distinguere i buoni dai cattivi è ogni ora più facile. Di fronte alla tracotanza di chi augura il male persino a se stesso, pur di vederci incappare anche gli altri, il linguaggio lapidario diviene un must. Per tutto ciò le prossime regio- • La Germania si pre- occupa dei lavoratori italiani che hanno prestato la propria opera in terra tedesca. L’Ambasciatore tedesco Michael Steiner (nella foto) incontrerà la stampa italiana presso l’Ambasciata di via San Martino della Battaglia, 4, Roma, il 10 marzo alle ore 11.00. L’incontro è appunto dedicato alla questione della pensione cui hanno diritto i lavoratori italiani che hanno lavorato in Germania. Per informazioni ulteriori. Deutsche Botschaft Rom / Ambasciata della Repubblica Federale di Germania. Pressereferat / Ufficio Stampa via San Martino della Battaglia, 4 I-00185 Roma. Tel. +39 06 49 213 284. Fax +39 06 49 213 252 www.rom.diplo.de nali saranno una strepitosa vittoria della destra liberale finalmente al governo. Il rispetto delle istituzioni C’è da chiedersi come ci si dispera per il mancato rispetto degli italiani per le istituzioni. Ma i primi ad infangare senza ritegno le istituzioni sono la magistratura e i media. Nessun segreto istruttorio, nessun pudore, anche quando si tratta di massime cariche dello stato. E’ un bene? No di certo. Occorrerebbe aspettare prima di ingiuriare, all’interno e all’estero, il capo del governo italiano, il presiden- ATTUALITA’ Travelexpo tra new entry e conferme La dodicesima manifestazione dal 9 all’11 aprile all’Hotel Village Città del Mare Pronta al via la XII edizione di Travelexpo, il salone del turismo mediterraneo, (www.travelexpo.it) nella tradizionale location dell’Hotel Village Città del Mare di Terrasini. La borsa del turismo made in Sicily, promossa e organizzata interamente da Logos srl Comunicazione e Immagine di Palermo, rappresenta un appuntamento consolidato fra gli eventi di settore. E infatti, ad appena 60 giorni dall’inizio della manifestazione, il 90% degli spazi espositivi disponibili, compresa l’area Vip Lounge, sono già stati impegnati e l’organizzazione pensa, come già fatto lo scorso anno, a riproporre e raddoppiare l’Area Foyer, in una accogliente tensostruttura all’ingresso dell’hotel. “Travelexpo è ormai considerato un appuntamento strategico per sistema distributivo ed operatori turistici interessati al mercato siciliano, ma principalmente – spiega Toti Piscopo, patron della manifestazione – costituisce un termometro per verificare lo stato di salute del settore. Travelexpo infatti pur essendo un appuntamento rigorosamente riservato agli addetti ai lavori, riesce – grazie ad un’azione di comunicazione costante e mirata – ad orientare i consumatori verso scelte da effettuare presso le agenzie di viaggio. Quindi – conclude Piscopo – non solo casuale appuntamento borsistico, ma punto di partenza ed arrivo di una grande operazione di co-marketing orientata verso il mercato individuato per area geografica e segmento d’interesse”. Tra le novità di quest’edizione, da segnalare il debutto a Travelexpo dell’Ente nazionale della Repubblica Ceca, dei tour operator Press Tours e MetaMondo, della compagnia crocieristica Royal Caribbean, e del gta Travelcube. Inoltre anche quest’anno Costa Crociere ha deciso di riconfermare la propria partecipazione. Con la compagnia tornano anche Eden Viaggi, Holiday Malta, Sogni nel Blu, Fe- vi Tour, Top Viaggi, Land Tour, Agesind Viaggi, Chiariva, Mantione Travel, Kenobi, Open Travel Network, Alpitour, Vacanze by Virtus, Digital Tours, Gim Tours, I Viaggi dell’Airone, Oby Whan, Sprintours, Welcome Travel; I grandi Viaggi, la compagnia aera Air Malta; le compagnie di navigazione Grimaldi Lines e Virtu Ferries e il cruise operator Gioco Viaggi; il parco di divertimenti Gardaland e l’Ente del Turismo di Stoccarda; le società di servizi Mondial Assistance e Formica Rappresentanze. Un’offerta sempre più ricca, dunque, a disposizione degli adv che come ogni anno giungeranno nella struttura di Terrasini per conoscere tutte le novità commerciali in vista della stagione estiva. Ma anche per aggiornarsi su alcuni dei temi ‘caldi’ che ri- te della Protezione civile, che il mondo ci invidia. Ma anche tutte le altre cariche per le quali non si ha nessuna accortezza. Un cristiano resta sempre perplesso e addolorato, davanti alla manifestazione del male. Si ricorda, infatti, che l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio, ovvero istintivamente ha pudore per la parte peggiore della nostra natura, cui il male si appiglia. Niente di questo giudici e media nazionale. Per loro scoprire il male è una sorta di festival, l’orgia del potere: sembra siano felici di scovare il male, forse perché esso giustifica tutto il male che proprio essi hanno dentro. Si indirizzi anche lo zoom verso tutto il bene che scorre attraverso la storia e che la realtà attuale contiene, Ma non ci si illuda di trovarlo scevro da difetti. Che cale, del resto, se ciascuno ha un difetto, se poi è proprio lui a fare il bene meglio e più degli altri? Nessuno è perfetto. guardano il settore con i consueti open forum e seminari. Un grande momento d’incontro in cui la Logos ripropone la consueta formula: un agente di viaggio per ragione sociale, potrà godere dell’ospitalità gratuita in pensione completa offerta dall’organizzazione per una notte. Immancabile, per finire, il concorso “Penne all’Agrodolce”, decima edizione, gara prevista per il venerdì sera 9 aprile, per i giornalisti-cuochi. (www.travelexpo.it) [email protected] Un saluto ad Antonio Arcidiacono Palermo ha perso un brillante ingegnere. Gli amici numerosissimi, oltre che i parenti, hanno perso una persona cara. E’ Antonio Arcidiacono, una presenza affabile per tutti coloro che hanno avuto il piacere di conoscerlo. Un gran signore, come si diceva un tempo. Avemmo modo di apprezzarne a lungo le doti di cultura e al contempo di tratto e cordialità. Era sempre in movimento, iperattivo nel lavoro e nello star vicino ad una famiglia articolata e numerosa. Una bellissima famiglia palermitana. Antonio Arcidiacono aveva un sorriso per tutti. Era comunicativo e solerte verso i bisogni degli altri e della città, avendo ricoperto varie cariche con funzioni tecniche di rilievo. Tramite conoscenza diretta e grazie alla comune amicizia con il professor Benito Bonsignore, collaborò anche alla rivista Palermoparla. Avremmo voluto dargli più spazio. Ma il continuo correre, nella vita moderna, ci impedì di conoscerlo meglio e di fruire dei suoi consigli e delle sue conoscenze tecniche. Ce ne rammarichiamo. Ma noi, come i tantissimi altri amici, non lo dimenticheremo. Le strade fra via Valdemone e via Liguria hanno perso una delle presenze più care. pallini Fra differenziata e chiusure Mentre non si trovano (in tutta Italia da parte dei comuni) i fondi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, scatta la differenziata. Sembra, in giro, che sia il top del bene e si opponga al male assoluto. Ma la pubblica opinione dovrebbe sapere che la raccolta differenziata è un lusso. Il ricavato della raccolta dell’umido, del vetro etc non ripaga assolutamente del costo della differenziata. Questo perché sia chiaro. Occorrerebbe avvertire che solo i termovalorizzatori avrebbero risolto il problema con un risparmio per tutti. Quanto all’inquinamento di Palermo, speriamo che un giorno qualcuno faccia giustizia della taratura delle “macchinette” che decretano la salute dell’aria. Ripetiamo che Palermo, città di mare e di monti (brezze continue), esposta al Maestrale, non può essere inquinata. Si è giunti all’assurdo per “far contenta l’Ue”, ma è il festival della stupidità: vedi anche le piste ciclabili. 51 SALUTE In un contesto difficile possibili soluzioni per la ripresa Lettera aperta di un siciliano alla classe politica Sono andato in giro per la Città ed ho provato a chiedere pareri e informazioni a colleghi e amici, ma soprattutto alla gente comune, anziani e ragazzi con il problema del presente e del futuro: sbarcare il lunario, crearsi una opportunità di lavoro, una famiglia... Gente che vive in città convulse e caotiche, spesso tormentata, ma anche gente generosa, con un cuore che palpita. Gente che ha sviluppato negli anni uno spirito di adattamento eccezionale. Gente fiera, abituata a sopportare… E mi riferisco, soprattutto, agli anziani. Siamo arrivati al capolinea ed occorre cambiare. La crisi finanziaria ha appesantito le condizioni di vita e si è creato un clima di sfiducia che non giova. Il dipendente pubblico ha problemi alla quarta settimana, il commerciante privato aspetta i saldi e, questi alla fine non decollano. La Fiat di Termini chiude. E la pentola potrebbe anche esplodere! I problemi della Sicilia e dei siciliani sono grandi, enormi, atavici, ma adesso s’intravede una ripresa alle porte. Come smuovere la sfiducia che attanaglia le nostre generazioni? Il disinteresse alla vita civica della maggior parte dei giovani? L’accettazione ineluttabile di vivere in una regione al di fuori del mondo, gravata dall’impossibilità, l’impotenza dell’iniziativa privata, le pastoie burocratiche ed il fatale asservimento al potere politico. Estirpare la piovra mafiosa che tarpa le ali all’iniziativa privata privandola dello spirito d’impresa? Occorre una visione lungimirante, ma che possa dare frutti anche nell’immediato. Partiamo dalla città capoluogo: Palermo. Punto primo, la viabilità. La paralisi quo- tidiana del traffico imprigionato nello smog. Occorre investire in infrastrutture: in primis strade e ferrovie. Portare a termine i progetti di finanziamento, sia fondi europei sia nazionali affidando l’incarico a gente capace e consapevole riprendendo la figura del general contractor che porta a termine l’impegno senza considerare ostacoli di sorta, spesso legati a interesse di lobby od a rivendicazioni politiche e sindacali. È vergognoso che un viaggio in ferrovia tra Palermo e Catania, che potrebbe assorbire gran parte del trasporto merci, duri sei, sette ore come succedeva 50 anni fa. Palermo, gravata com’è da una struttura urbanistica poco modellabile e gestibile, necessita della realizzazione di enormi parcheggi alla periferia della città. È impossibile as- sistere giornalmente all’ingresso ed all’uscita di corriere e mezzi pesanti che bloccano sistematicamente il traffico. Grandi parcheggi multipiano in fondo alla via Oreto (ingresso autostrada per Catania), Viale delle Scienze, porto, svincolo via Belgio. Con navette ogni 3-4 minuti che trasportano i passeggeri nei punti nevralgici. Commercianti che possano offrire biglietti e pasti gratuiti per una giornata di shopping scontato nei propri negozi. Liberalizziamo gli sconti, gli orari di apertura dei negozi; se occorre anche sette giorni su sette no stop e con chiusura serale protratta (ore 22 ed oltre: vedi la positiva esperienza di Catania). Musei e siti culturali affidati a cooperative giovanili competenti. Penso alla Favorita, polmone verde di Palermo, attrezzata come Central Park o Villa Borghese con strutture sportive, musei, aree di svago. Questo potrebbe essere creato a costo zero affidandone la realizzazione e la gestione a cooperative e società private. Occasioni di lavoro grazie a quel principio di sussidiarietà che sta ad indicare il primato della persona nei confronti dello Stato. Uno Stato che controlla, che detta le regole di un vivere civile e responsabile, ma che non gestisce con carrozzoni di municipalizzate occasioni di clientele e disservizi (Amat ed Amia docent). Liberalizziamo i servizi! Creiamo quelle benedette zone franche o con tassazione ridotta (10-20%) che hanno fatto la fortuna di tanti stati degli USA (Florida, New Jersey) e di alcuni paesi europei (Irlanda) per attrarre capitali nazionali e stranieri. Guido Francesco Guida [email protected] Il San Raffaele Giglio in Burundi incontra il presidente L’intervento umanitario della Fondazione Istituto San Raffaele Giglio di Cefalù in favore del Burundi ha riscosso l’apprezzamento del presidente della Repubblica dello stato africano, Pierre Nkurunziza. A margine di una tappa della campagna elettorale per le presidenziali, Nkurunziza ha ricevuto il presidente della Fondazione siciliana Stefano Cirillo con la delegazione presente in Burundi (l’ingegnere Giuseppe Franco, il medico Rosario Squatrito e il giornalista Vincenzo Lombardo), accompagnata dal presidente dell’Associazione internazionale umanitaria per le terre d’Africa, mons. Serapion Bambonanire. L’incontro si è tenuto a Rutega, piccolo comune a circa 30 minuti da Gitega. “La vostra attività – ha detto il presidente Nkurunziza – serve al nostro popolo. Posso trasferivi il nostro programma per la formazione, per l’educazione scolastica, per la sanità e potrete partecipare alla vita di questo paese. La sapienza è la ricchezza fondamentale per la nostra gente…”. L’invito è stato accolto dalla Fondazione siciliana. “Abbiamo constatato – ha detto Cirillo – la situazione drammatica in cui versano alcuni ospedali, mentre qualche altro offre un livello sanitario 52 accettabile, ma migliorabile. Oggi possiamo meglio pianificare il nostro contributo”. Il San Raffaele Giglio, infatti, in base a quanto constatato, rivedrà il proprio impegno in favore del paese africano che in un primo momento era destinato solo alla organizzazione di un’area materna infantile nell’ospedale di Mabayi. “Una delle priorità – ha affermato Cirillo – è la formazione che incide direttamente nel tessuto culturale. Negli ospedali mancano infermieri e medici. Per tale ragione prenderemo in seria considerazione l’invito del vescovo di Bubanza Ntagwarara, per una collaborazione con la scuola di infermieri della Diocesi, la cui costruzione terminerà a settembre”. La delegazione del San Raffaele Giglio ha visitato più strutture sanitarie e dispensari (poliambulatori di medicina territoriali ndr) in particolare di Muyinga, Muramba, Gasura, Bubanza, Cibitoke, Kaburantwa, Gitega e Ruyigi dove la Regione Siciliana ha finanziato la costruzione di un ospedale, che sarà gestito dalla diocesi. “La prossima settimana – ha detto il vescovo Joseph Nduhirubusa – un aereo italiano, della Presidenza del Consiglio dei ministri, porterà strumentazioni e arredamenti.”. ATTUALITA’ Decreto Salvaprecari. Questa volta la Gelmini non si salva La riforma della scuola superiore, avendo prodotto una grandissima riduzione del numero dei docenti, ha di fatto escluso dall’insegnamento molti professori che sono rimasti del tutto disoccupati, non potendo neppure accettare un altro lavoro perché in attesa di un’ipotetica chiamata. E questo è un altro “colmo”, perché si risolve in una sorta di fabbrica della disoccupazione… Col Decreto Salvaprecari tutti quei professori che avevano insegnato nelle scuole paritarie private sono stati scavalcati da colleghi con appena qualche mese di esperienza di lavoro nelle scuole statali, che avevano un punteggio inferiore. Cioè, di regola, meno esperienza, meno professionalità, meno istruzione. Qualcuno potrebbe pensare che una possibilità di lavoro si possa ancora trovare tramite i progetti scolastici. Va detto, invece, che i progetti scolastici di fatto vengono quasi sempre realizzati da coloro che già lavorano nelle scuole statali, dove tali progetti vengono attuati. Il punteggio degli istituti paritari, inoltre, è più basso di quello che si ottiene insegnando nelle scuole pubbliche. In che cosa, dunque, consiste, anzi consisterebbe, la parità di questi istituti, se poi alla fine tanti anni di lavoro non contano più niente? Si parla da anni di dar spa- zio all’insegnamento privato, ma poi non se ne traggono le conseguenze, la logica non si declina se non per quel tanto che interessa alla demagogia complessiva del provvedimento. Va inoltre ricordato che gli insegnanti delle scuole private sono sottopagati e accettano condizioni di lavoro pesanti per cercare di fare punteggio. Perché mai ciò si verifichi in una Italia in cui i sindacati e la legge stessa sono spietati con qualsiasi altro datore di lavoro di ogni settore? Insomma, siamo in una nazione in cui la legge è disuguale, applicata a “spizzichi e bocconi”, mentre la scuola è la cenerentola della realtà occupazionale. Che genere di pubblica istruzione pretendiamo, dunque, di avere in Italia? Ci si lamenta che la scuola va male? Ma è una sorta di morto vivente: è un miracolo o, nella sostanza, è un malato in coma. Adesso al danno si aggiunge anche l’ennesima beffa. Chi ha lavorato di più a condizioni più gravose si trova scavalcato da chi ha avuto la fortuna di poter lavorare per un tempuscolo in una scuola statale. Da anni ci si chiede se i ministri della PI siamo mai andati a scuola. Cioè sappiano di che cosa si tratti. Tant’è… Il Decreto Salvaprecari ha perciò creato nuove discriminazioni, diviso la categoria, penalizzato L’Università europea del Tempo Libero di Palermo svolge un’intensa attività, organizza corsi di letteratura italiana, lingue straniere, recitazione, disegno, danza, ginnastica, cultura alimentare. Promuove, inoltre, visite guidate ai monumenti artistici, conferenze, gite, viaggi. Dopo il periodo lavorativo, queste Università consentono ai soci di dedicarsi a interessi che prima non avevano avuto modo di coltivare, socializzando nello stesso tempo con altre persone. In quanto “europea” , l’Utle di Palermo ha partecipato anche a un progetto europeo in collaborazione con altre Istituzioni dello stesso genere degli altri paesi. Tra le sue attività, l’Università europea del tempo libero una ha avuto particolare successo: un concorso dal titolo “Tra i miei ricordi di vita cittadina”. Ma già nel 2005 aveva bandito un concorso su un tema simile “Ricordi del tempo di guerra in Sicilia”. Gli elaborati pervenuti erano stati raccolti in un bel volumetto , che aveva consentito, attraverso i ricordi dei partecipanti, di conoscere aspetti inediti di quel periodo non citati dai libri di storia. Il nuovo concorso si è ispirato agli stessi principi. Oggi si diffonde sempre più l’interesse per quelle picco- le storie che fanno la Storia, per quei personaggi che testimoniano la vita quotidiana di un paese e il cui ricordo, se non viene tramandato in un testo scritto, rischia inevitabilmente di perdersi. Questo concorso ha consentito un’opera di recupero di aspetti e personaggi della Palermo di un tempo. L’autore di uno dei lavori premiati, Francesco Brucoli, ha parlato dei suoi ricordi legati a Piazza Magione e ad altri siti del centro storico. Con uno stile in cui il lirismo si alternava alle descrizioni realistiche e folkloristiche, ha fatto rivivere la vita che si svolgeva un tempo nei quartieri popolari, con vivaci e vivide rievocazioni di alcune tipiche figure. La Commissione ha premiato altri tre lavori che hanno offerto un quadro della vita cittadina di un tempo quanto mai interessante, anche perché legato a personaggi e figure note colte in aspetti assolutamente insoliti. Tra questi, due personaggi ben noti nella Palermo degli anni trenta: il Magnifico Rettore dell’Università Nicola Leotta, chirurgo di fama internazionale e grande umanista, capace di creare durante le sue lezioni profondi parallelismi tra la bellezza dell’arte e l’equilibrio del corpo I premiati del concorso Università europea del tempo libero La giuria del Concorso: Alfio Inserra Angela Plazzotto, Ida Rampolla Sara Castelluzzo Elio Giunta i più preparati: un caos. Si parla tanto di meritocrazia, ma a restare fuori sono adesso proprio quegli insegnanti che hanno aumentato il proprio punteggio tramite la partecipazione a master e ottenendo abilitazioni e diplomi di vario tipo. Vedi Sissis. E’ vero: la Sissis rappresentava un orpello in una realtà malata. Ma formava, arricchiva certamente il bagaglio culturale, carente per le “colpe” dell’università. Finalmente, a quasi 30 anni di età, almeno i più bravi pretendono un lavoro. Niente! Ricordate quanto fosse difficile essere ammessi alla Sissis? Ebbene, è ovvio che l’Italia è un paese in cui i titoli non contano niente. Abbiamo troppi “brocchi” nelle cattedre? Ce lo meritiamo! Le continue riforme ci impediscono, come accennato sopra, di svolgere e, quindi, di cercare altri lavori, perché la burocrazia ci costringe a continui studi di materiale legislativo e burocratico e di riforme continue e imprevedibili che non ci consentono di programmare né il nostro lavoro né la nostra esistenza. Noi insegnanti vogliamo soltanto lavorare, non vogliamo né regali né elemosine. Non vogliamo più aspettare né pregare, specie in casi come il mio in cui abbiamo tutti i titoli per farlo. Vincenzo Scargiali umano, e il prof. Maurizio Ascoli, Preside della Facoltà di Medicina, anche lui dottissimo e clinico di grande fama. I due sono descritti dall’Autrice del testo, Antonella Leotta Calefati di Canalotti, in un momento quanto mai difficile e imbarazzante, quando, dopo un bagno mattutino in una Mondello deserta e priva di capanne, non avevano trovato più in macchina abiti e scarpe. Spinti dal desiderio di essere puntuali all’Università, si erano messi in auto avvolti negli asciugamani, ma un esterrefatto vigile urbano aveva fermato quell’unica macchina che passava e, non volendo credere alle loro spiegazioni, li aveva accompagnati al posto di polizia. La descrizione, ricca di humour, ricostruisce la personalità dei due illustri clinici e la Palermo d’un tempo. Un altro racconto premiato, “A casaccio…a casaccio..” di Edoardo Perollo presenta un gustoso bozzetto di vita cittadina, in una Palermo in cui , sul finire della II guerra mondiale. E’ rappresentata con grande spirito e abilità descrittiva la figura di un ciabattino, arguto, abilissimo nel suo lavoro, la cui bottega è un luogo d’incontro e di scambi d’opinioni. Si dimostra come artigiani e popolani rappresentassero la vita autentica della città. L’Autore, recentemente scomparso, aveva già pubblicato un libro di ricordi legato alla sua esperienza universitaria in Fuci, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Il libro ha come epigrafe un elogio della memoria. Altro riconoscimento a “Premiata sartoria Moncada”, di Alba Coglitore, che ricostruisce l’atmosfera di una famosa sartoria palermitana, rievocata sia nelle sue decorazioni liberty sia nella sua importanza legata ad usi e costumi. La figura del sarto, i suoi giudizi sulla personalità dei clienti e le sue reazioni davanti alle trasformazioni di gusti e abitudini rivelano i cambiamenti della società Ida Rampolla 53 SCUOLA Al Garibaldi si parla del trattato di Lisbona Il preside Martorana riceve l’onorevole Jacolino Incontro - dibattito al Liceo Garibaldi di Palermo sul tema “Il trattato di Lisbona. Per un’Europa più unita e più integrata: realtà e prospettive”. L’Aula Magna del Liceo è stata ancora una volta teatro di un interessante evento culturale. L’incontro è stato organizzato dall’Associazione Culturale Sirius e costituisce un momento di informazione e di confronto con gli studenti e il Il preside Martorana mondo della scuola, per comprendere quanto le novità del Trattato avranno il merito di avvicinare i giovani e i cittadini all’Ue, in virtù dei mutamenti e delle necessità che l’Europa introduce in campo economico, sociale, ambientale, culturale e della tutela dei diritti umani. Al dibattito è intervenuto l’euro parlamentare e Vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, Salvatore Iacolino Dopo un intervento introduttivo della prof.ssa di Storia e Filosofia, Silvia Sansone e i saluti del dirigente scolastico, Antonio Martorana, si darà spazio agli interventi degli studenti. “L’obiettivo di questi incontri informativi – ha affermato l’Onorevole Iacolino – è quello di far comprendere agli studenti che l’Europa è più vicina ai giovani, al mondo della scuola e ai cittadini dell’Ue in virtù del processo di integrazione introdotto dal Trattato di Lisbona”. “L’incontro – ha dichiarato il dirigente Antonio Martorana – ha costituito un importante momento di informazione che deve tradursi in un percorso formativo in quanto gli studenti saranno chiamati a confrontarsi, con i temi dell’integrazione Europea, in un dibattito che consentirà loro di fare il punto della situazione in virtù dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona”. Il trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° Salvatore Jacolino dicembre 2009, dota l’Unione europea di istituzioni moderne e di metodi di lavoro ottimizzati per rispondere in modo efficace ed efficiente alle sfide del mondo di oggi. In una realtà in rapida evoluzione, per affrontare temi quali la globalizzazione, i cambiamenti climatici, l’evoluzione demografica, la sicurezza e l’energia, gli europei guardano all’UE. Il trattato di Lisbona rafforza la partecipazione democratica in Europa e la capacità dell’UE di promuovere quotidianamente gli interessi dei propri cittadini. Il Liceo F. Scaduto di Bagheria va al Ministero Scuole e Istruzione “I come innovazione, invenzione e inclusione” Si è da poco concluso a Roma con l’evento finale il progetto “I come innovazione, invenzione e inclusione” promosso dalla rete di scuole Educare all’Europa e approvato dal Ministero dell’istruzione e dell’Università e della ricerca. Anche il Liceo F. Scaduto, rappresentato dalla professoressa Maria Civello (collaboratrice esterna dell’istituto), dagli alunni Ivan Barone (II B), Noemi Blando (II E) e Rosalba Potenzano (II E), ha preso parte all’incontro. Già dal 2006 il liceo rientra in questa rete di scuole che si propone di ideare competenze chiave per un nuovo tipo di apprendimento per il XXI secolo. Nel corso di questi anni lo Scaduto, con il sostegno del Dirigente Domenico Figà, ha portato avanti questa iniziativa curata dalle professoresse 54 Il dirigente Domenica Figà Maria Civello e Caterina Lentini. Questa ha coinvolto attivamente le proprie classi, mentre una collaborazione tecnica è stata fornita dal professor Roberto Martorana. Quello che si è appena concluso è l’ultimo dei tre incontri dopo quello di Castel Gandolfo, tenutosi a Marzo, e quello di Torino a fine Settembre. Importante esperienza quella vissuta dai ragazzi, che non solo hanno avuto la possibilità di socializzare con coetanei di altre scuole di altre regioni, ma anche di partecipare a convegni tenuti da importanti membri istituzionali. Ad aprire i lavori presso “Spazio Europa” (sede della rappresentanza in Italia della Commissione Europea e dell’Ufficio di Informazione per L’Italia del Parlamento Europeo), è intervenuto il rappresentante della Commissione Europea per gli Affari Internazionali Antonio Giunta La Spada, seguito dalla dott.sa Maria Grazia Nardiello, Dirigente Istruzione e Formazione Tecnica Superiore delle Regioni. Al secondo incontro presso il Ministero dell’ Istruzione, è avvenuta la cerimonia di premiazione delle scuole “Label”. In entrambi i giorni le conferenze sono state trasmesse in diretta su www.radio-attiva.eu, dove ancora adesso è possibile ascoltare le registrazioni degli interventi tenuti. Seguite e commentate da alcuni fra i ragazzi più validi, tra i quali gli alunni dello “Scaduto” - per l’occasione speakers di una web radio-, le dirette radio si sono articolate con ospiti, interviste e curiosità. Rosalba Potenzano II E Noemi Blando II E Liceo Classico “F. Scaduto” Bagheria SCUOLA Al Don Bosco il valore del Latino Mentre è in cantiere l’Edipo re Diverse sono le iniziative attivate dal Dipartimento di latino/greco dell’Istituto Don Bosco Ranchibile, sostenuto da quest’anno nelle sue proposte dall’agenzia editoriale Pietro Vittorietti: oltre al già consolidato Laboratorio teatrale, che si è fatto conoscere e apprezzare per la messa in scena negli scorsi anni delle tragedie “Eumenidi” e “Baccanti” (e che quest’anno metterà in scena una trasposizione dell’Edipo re di Sofocle) , in questa fase l’attenzione è stata diretta in particolare sulla formazione dei docenti. Per dare inizio alle attività, presso il teatro dell’Istituto si è svolta una conferenza sul tema Insegnare Latino oggi, tenuta dal prof. Nicola Flocchini. Il relatore, già docente di Italiano e Latino e Preside nei Licei, è autore di diversi libri e di una grammatica latina molto diffusa nelle scuole italiane. Partendo dall’interrogativo se sia ancora valido lo statuto della lingua latina, priva ormai di una funzione comunicativa in una società complessa in cui prevale il “saper fare” sul “sapere”, il professor Flocchini ha escluso che il problema della didattica delle lingue classiche, dai risultati notoriamente alquanto deludenti, sia di I proff. Flocchini e Di Girolamo natura tecnica, cioè relativo alla ricerca di nuove metodologie. Il relatore ha piuttosto posto l’accento sul ripensamento di finalità ed obiettivi, individuandoli nell’educazione dei giovani al ragionamento, all’acquisizione di un metodo scientifico e ad un controllo della comunicazione sia in ricezione sia in trasmissione proprio attraverso lo studio della madrelingua, senza una fossilizzazione sulle norme grammaticali. Il docente, fautore di uno studio organico del “sistema” lingua ispirato ad un “cauto eclettismo”, ha sostenuto la necessità di un parziale abbandono di certe impalcature sintattiche, di una prospettiva contrastiva fondata su un modello grammaticale comune al Latino e all’Italiano, di una tecnica di traduzione “laboratoriale”, nonché l’importanza dell’utilizzo di media interattivi. Senza fornire facili ricette, l’intervento dell’insigne professore ha lasciato in un uditorio ristretto, ma particolarmente coinvolto, la confortante impressione che lo studio delle nostre radici rimanga un strumento prezioso e valido, da difendere strenuamente, anche per la lettura della complessità del mondo contemporaneo. A tal proposito, il Dipartimento di latino/greco del Don Bosco ha tratto ulteriore motivazione per portare avanti le proprie iniziative, in particolar modo per coinvolgere sempre più i giovani in questa passione per le lingue classiche, attraverso varie proposte, che saranno via via presentate alla città. A breve, ad esempio, sarà pubblicato il bando di partecipazione ad un Certamen – una competizione di traduzione – a livello cittadino. Si tratta di una scommessa difficile, ma esaltante. È proprio il caso di dire: alea iacta est... I docenti del Dipartimento di latino e greco dell’Istituto Don Bosco L’INAUGURAZIONE DELLA FILDIS DI MONREALE Foto ricordo della inaugurazione della sede Fildis di Monreale, presenti il sindaco Filippo Di Matteo e il vice sindaco Salvino Caputo. La nuova Fildis Monrealese è presieduta da Grazia Turdo, moglie di Caputo, l’ex sindaco, ora impegnato come deputato regionale, presidente della commissione Attività produttive. Presente all’evento anche la mazarese Liana Tumbio- lo, giunta alla presidenza nazionale (in carica) che è stata la promotrice di questa nuova sede della Fildis, assieme a tutto il direttivo e le socie di Palermo. La Fildis (Federazione italiana donne laureate e diplomate) è attiva dagli anni 20 e ha combattuto battaglie continue per la cultura e la valutazione della professionalità al femminile. 55 LETTERE Le lettere di Giovanna Messina All’attenzione del Presidente della III sezione Tar Sicilia Giudice Calogero Adamo Stimatissimo Signor Giudice, Il mio grido rimane inascoltato ormai dal lontano 2000. Dopo la Sentenza da Lei firmata per la ripresa dei lavori, il Direttore dei lavori e la Ditta appaltatrice, impediti dal Comune di Pollina a gettare il cemento già pronto dentro la struttura in legno, scompaiono. E, con essi, la struttura appena accennata ed il materiale che circonda la villetta: ferro, rete metallica, blocchi di cemento, recinzione in ferro del terreno, attrezzatura deposita della fossa Imof, come dalle fotografie allegate alla presente. Ho somatizzato il depredamento, lacrimando sino ad asciugare per sempre i miei occhi, ma non cessa la mia volontà di continuare a lottare per la verità e la giustizia. Ho iniziato a scrivere ai Vari Personaggi della politica italiana e non, inviando alcune lettere alla rivista Palermoparla Sicilia. E intanto provvedo alle ripetute recinzioni del terreno, alla pulizia annuale dell’erbaccia infestante e a togliere i frigoriferi e le encine distrutte, e le bottiglie di vetro e di plastica ed altro, gettati dai proprietari delle villette vicine. Che fare? Rodolf Steiner mi direbbe: “donna, l’evoluzione della tua esperienza umana e sociale, dolori e delusioni, coraggio e fiducia e la volontà che dimostri nel chiedere aiuto, hanno dischiuso i tuoi orecchi e i tuoi occhi spirituali e sei divenuta chiaroveggente”. Gli uomini di Buona Volontà sono pochi, ma esistono. Essi ti sorreggeranno e trionferà la Giustizia da te tanto amata e invocata! E mentre ringrazio, l’illustre personaggio, del sostegno umano, invoco la Divina Prov- videnza che faccia trionfare la Verità, affinché possa esclamare: vale la pena soffrire! Ho raggiunto, finalmente, la libertà da me tanto amata. Ed è con questa fiducia che Le porgo, Signor Giudice, i miei deferenti saluti. Giovanna Messina P.S. Ho allegato alla presente il rilievo effettuato su incarico del Comune di Pollina il 18/03/2004 del geometra Vincenzo Faramo, iscritto al Collegio dei Geometri della provincia di Messina al numero 1729 ed iscritto all’albo dei consulenti tecnici del tribunale di Messina al numero 967, con studio professionale in Messina. Il geometra così ha scritto: peraltro debbo aggiungere che, mentre sul catastale la linea di demarcazione tra la proprietà privata e il demanio coincide perfettamente con l’aerofotogrammetria e con il rilievo da me effettuato, invece con la linea di battigia si trova avanzata verso la proprietà dei privati, per cui risulta ridotta. Tutto questo era prevedibile visto che l’amministrazione aveva realizzato una scogliera per il ripascimento della spiaggia. E’ da ritenersi quindi che alla data di cui si tratta, lo stato di fatto era come quello rilevato. Il ricorso al Tar è stato presentato il 19 luglio 2001 dall’avvocato Nicola Messina. Allego, inoltre, alla presente alcune lettere, pubblicate e non, della Rivista Palermoparla Sicilia e fotografie già inviate all’Assessorato Territorio e Ambiente, con la risposta ricevuta in data 9 ottobre 2009,che allego alla presente. Il 26 gennaio 2010 dal Territorio e Ambiente, Prot. N. 4611, una seconda lettera in merito viene inviata al Signor Prefetto di Palermo, alla Capitaneria di Porto di Palermo; al Comune di Pollina; al Servizio Demanio Marittimo Sede. Sanità inchinati all’Eterna santità! Studi il corpo umano pensando a come guarirlo con il bisturi e gli elementi chimici, mentre, con la tua presunzione di studi scientifici, le povere membra degli indifesi, distrutti dalla fame, dallo sforzo continuo per la sopravvivenza guizzano e si torcono come anguille, per sfuggirti! Uomini della Sanità, pieni di vitalità, anche Voi vi spegnerete lentamente…Inchinatevi all’Eterna Santità! Solamente allora capirete come, vivendo da egoisti, avete distrutto la vita degli “Altri e anche la Vostra”, per non aver tenuto conto della Scienza Divina che è impressa nel nostro corpo e nell’armonia dell’Universo. Vivere significa godere dell’armonia della società civile, liberata dalla vita di stenti e 56 di privazioni. Politici, siete ancora in tempo! Riflettete sui Vostri errori. Imprimete sul Vostro Cuore la volontà di creare una società umana civile, oggi! Non domani! Rimandare tutto a “domani” è peccato mortale, del quale le nostre anime renderanno conto al nostro Creatore. All’Aria Condensata La Mafia è come una nube tossica prodotta dai vari punti nevralgici dell’apparato burocratico del nostro Paese. Se un bel giorno, aprissimo le finestre delle nostre case e tutti insieme soffiassimo con tutta la forza dei nostri polmoni e più forte soffiassero“quelli che stanno in alto” questo attributo del popolo siciliano svanirebbe nell’aria, purificandola. Il Condominio è simile al parapiglia di teneri ranocchietti, cui non rimane che brontolare e disapprovare, rumorosamente, le parole dell’oratore di turno. Ferie significa trascorrere dei giorni dedicandoli a se stessi, liberi dal condizionamento e dall’espletamento dei doveri civici. Il Cittadino è Colui che partecipa a doveri e diritti di uno Stato. La Cittadinanza, quindi, impone di obbedire alle leggi. SPETTACOLI / CINEMA Frenetica passion a cura di Gregorio Napoli Giovanni Massa evoca la film-utopia siciliana Matar e Pino Mercanti “cinema irresistibile sirena” Non è mai troppo tardi per far risplendere un vecchio monile sepolto nella polvere del tempo. Giovanni Massa frequentava le produzioni del papà Antonino, luminoso dirigente del Banco di Sicilia, che anche il sottoscritto ricorda per il tratto squisito e formativo onde si intratteneva coi semplici impiegati. La seconda vocazione del dottor Antonino Massa era la settima arte, cui si dedicava con manageriale passione. Esordisce su quella straordinaria figura di bancario “illuminato” il documentario Matar es mi destino, che Giovanni presenta in sagace approccio storicistico e, naturalmente, nel lieve afflato di malinconia sempre connesso con l’apertura di un antico baule. Oltre all’avventura dell’Ofs Organizzazione Filmistica Siciliana, finanziata dal Banco (il sottoscritto dismise le poche scenografie legate al pegno, suggerendo di regalarle ad un museo), Matar evoca l’utopia del cinema in Sicilia, di cui Pino Mercanti (Palermo 16 febbraio 1911 Roma 3 settembre 1986) fu insieme l’apostolo ed il poeta. Giovanni Massa ha dato al suo film il titolo dell’estrema, non fortunata esperienza registica del Mercanti, in terra di Spagna, anno 1970. Nelle nostre orecchie risuona la voce fievole di Pino, afflitto ci scriveva in una lettera del 3 aprile 1979 dall’ennesima influenza” ma ancora vivace e combattivo, ricco di progetti, come nell’età dei suoi capolavori Turi della tonnara, I cavalieri dalle maschere nere, Il principe ribelle (1946-49). E nelle riprese di Turi, alla Sala degli Specchi, piano terra nel Teatro Massimo, la voce del Mercanti era ben vibrata, imponendo ad Otello Toso una decina di ciak poiché l’ardente attore padovano sgarrava la battuta: “avanti”, di “andiamo”. Erede di quella civiltà, Giovanni Massa regala allo spettatore immagini “non perdute” bensì vivificate dalla virtù della proiezione. I fratelli Gorgone, il principe Alliata, Turi Vasile dànno impulso all’esegesi degli eventi; Antonio Pica e Pepe Calvo, visitati in Spagna, testimoniano la professionalità di Mercanti; e dappertutto, sulla palpebra bianca dello schermo, rifulge il bianco/e/nero di un maestro. Matar è un manufatto insigne, una pagina veneranda su Pino Mercanti “vinto vincitore”, per l’Utopia che afferma George San- tayana - è un dramma recitato esclusivamente nell’immaginazione. Con qualche taglio a saccenteria inutile, il documento potrà rappresentare un altro versante della questione meridionale: pensare, progettare, fabbricare per poi essere collezionisti dalla mano pesante del cinema romanocentrico”. Riusciranno i giovani cineasti siciliani ad orientare la barra per l’inversione di rotta? Giovanni Massa sembra già un buon nocchiero. Autoprodurre è Bello L’ Estetica/Estatica di Annarita Campo Nel caso di Annarita Campo si può parlare di Estetica/Estatica nel far cinema. Questa sacerdotessa della Settima Arte alterna ironia, sarcasmo, gioia di creare ed usa la macchina da presa per esprimere quel che ditta dentro, ma soprattutto per affermare la propria indipendenza. L’ancor breve (per età) sua carriera nasce all’insegna del free, ossia nel disdegno delle formule produttive correnti. Lei supera il ricatto del committente (il film deve essere come dico io; è indispensabile che tu, regista, traduca sullo scher mo la mia ideologia, i miei interessi, la mia visione della vita; ed occ o r r e , caro/a-amico/a, che il tuo manufatto esalti la mia strategia Annarita Campo insieme a Gregorio Napoli per la conquista dell’agorà, si insomma, esalti/assalti…) Lei, Annarita, ignora codeste coercizioni. Appena può, impugna un bagaglio leggero (ieri la cinepresina, poi strumentazioni via via più sofisticate e tecnologicamente in linea col moderno linguaggio) e filma ciò che le garba. Se risaliamo indietro, nella storia dell’Arte Lumière, possiamo giungere alla new wave inglese, all’underground nuovaiorchese, a verune tendenze della poetica canadese nei decenni 1950 e 1960; o, per restare in Italia, all’esperienza dei fratelli Vergine, di Alberto Grifi, di Mario Schifano, se non vogliamo toccare le sponde ruscellanti di Franco Piavoli. Ci troviamo ad analizzare, dunque, un’Estesegue a pagina 58 57 SPETTACOLO segue dalla pagina 57 tica ascrivibile, grossomodo, a quel ramo del pensiero che si occupa del Bello e dell’Arte; e che senza scomodare Alexander-Gottilieb Baumgarten, nella lettura di Annarita è fomite di Estatica, èkstasis, ovvero comunione di sé con qualcos’altro: diciamo il mirino della camera raffrontato al desiderio di concludere coerentemente una sequenza, vigilare un carrello, espungere dall’attore la microfisionomia adatta a sollecitare un’emozione, far scorrere un luccicone, o soltanto indurre al sorriso. Questa filosofia dell’autoprodurre ha conquistato - lo ritengo fermamente – anche il notissimo Gigi Marzullo. Ideatore e conduttore della rubrica RaiUno Cinematografo, Marzullo mi telefona (anzi, mi fa telefonare dalla giornalista sua assistente Rosellina Mariani lui è sempre così impegnato…) e mi chiede se conosco Annarita Campo, una cineasta siciliana che impugna la macchina da presa, e fa film, dall’età di 14 anni. Non la conosci? Intervistala. Mi metto in contatto telefonico con Annarita, mi faccio inviare il dvd Nel cuore di una diva, ed il venerdì successivo… mi ritrovo la signorina Campo sul monitor durante la registrazione della puntata di Cinematografo. Cosa aveva fatto, la nostra? Aveva acceso il motore della sua Bmw e, alternandosi al volante con la mamma Marilena, aveva raggiunto Roma, gli studi di via Teulada 66, e si era assisa accanto ai nomi famosi onde va fiero il mazzulliano programma. Da Palermo, viale Strasburgo, espressi il mio parere ampiamente positivo su Nel Cuore, esaltando non soltanto la purezza narrativa, la concinnitas e la pietas della cineasta, bensì anche le doti canore ed il magnifico pentagramma con cui lei, musicista, condisce la colonna sonora. E’ tempo di stilare un commento al film, non prima però di aver illustrato meglio il “clima” di Cinematografo, unico appuntamento con la Settima Arte: ricordate… su Raiuno. Stanotte, se non avete ancora voglia di dormire… Gregorio Napoli 58 Recensione del film Welcome a cura di Concetta Di Lunardo Welcome ma è quasi come dire addio Scrivo poche righe soprattutto per i miei studenti e i miei figli, per invitarli a vedere un film commovente che non predilige slanci patetici, non distilla una lacrima, ma che rapisce e dà voce alla coscienza creando sintonie psicologiche. Pungente. Difficile trovare titolo più ironico e amaro per un film compatto ed efficace come pochi, che concentra molteplici vissuti dei nostri giorni in un pugno di figure e conflitti tanto essenziali da togliere davvero, rieccoci, il respiro e il sonno. Non si attarda in condanne inutili, non predilige il patetico, forse non rilascia gratificazioni all’etica, non distribuisce i torti e le ragioni, non offre soluzioni immediate alla mediocrità umana. E’ una storia d’amore e di amicizia, a tratti ingenua, dove si intrecciano il realismo politico, la speranza e il disincanto, e sinergicamente la giusta forza del “poter fare” grandi imprese, per “poter essere”. Sono i giusti ingredienti? Forse, Bilal per esempio non ce la fa, eppure ha un fisico d’atleta e un sogno impossibile. Il sogno è raggiungere Londra, dove vive la fanciulla che ama e dove gioca la sua squadra del cuore, il Manchester United. Ma per ora è arrivato dal Kurdistan, sua città natale, solo a Calais, sulla costa francese, ha traversato 4000 chilometri pattugliati di militari anti - immigrati e ogni tipo di inferni, tutti via terra. però, mentre fra Calais e Londra c’è la Manica. La storia di Bilal si colora nel confronto con un personaggio più vicino a noi: Simon. Un ex-campione di nuoto che vive facendo l’istruttore in piscina e che, per varie vicissitudini compie un gesto imprevedibile. Nel tentativo di misurarsi con i problemi di un diciassettenne immigrato clandestino e per questo emarginato, finisce per trovare se stesso. Accoglie Bilal e un compagno di fuga in casa. Li aiuta, li sfama e per questo attira l’odio dei vicini e le minacce della polizia. Mica è facile aiutare un clandestino in Francia e non rischiare fino a 5 anni di prigione. Non a caso il regista Philippe Lioret, presentando la pellicola, ha definito degna di Vichy la legge promulgata dal ministro Eric Besson. A costo di restare ore e ore in un’acqua a 10 gradi, inizia ad allenare Bilal, che vuole andare in Inghilterra a nuoto sfidando venti miglia di ma- re e correnti gelide , battute da petroliere e motovedette. Perché Simon, interpretato dallo straordinario Vincent Lindon, fa una cosa così pericolosa? Forse per lanciare segnali alla ex moglie,molto impegnata in organizzazioni umanitarie, che lo ha lasciato, ma continua ad amare? Perché si sente solo? Perché non ha figli e Bilal ha appena diciassette anni? O perché quando bruciano i fallimenti si comprende meglio dove stia il giusto e che cosa bisogna “fare”, oltre regole e parole, qualcosa di giusto? Anche sfidare le leggi? “Lui ha fatto 4000 km a piedi per rivedere la sua ragazza”, dice Simon alla moglie. “Tu sei andata via e io non ho nemmeno attraversato la strada per fermarti”. Sullo zerbino del vicino che denuncerà Simon alla polizia c’è scritto Welcome, Yes ragazzi il titolo è in inglese e loro sono gli stessi cittadini francesi dell’Ancien regime che hanno sognato la rivoluzione francese. Welcome! Regia: Philippe Lioret. Sceneggiatura: Philippe Lioret, Emmanuel Courcol, Olivier Adam. Uscita ITA: 11/12/2009 Uscita Originale: 11/3/2009. Cast: Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi, Thierry Godard, Selim Akgul, Firat Celik, Murat Subasi, Olivier Rabourdin, Yannick Renier (tutto il cast...) SPETTACOLI Il cinema in versione originale Al Centro Culturale Francese Una presenza a Palermo che fa ormai tradizione. Attivo anche quest’anno, nel tessuto culturale cittadino, il Centre culturel francais. Con l’inizio del nuovo anno il Centro Culturale Francese di via P .Gili riprende la sua attività con un programma di film in lingua originale. Dice a tal proposito il selezionatore Eric Biagi: “Parte del pubblico ritiene che non esista in Francia un cinema di fantascienza”. Ma si sono dovuti ricredere dopo aver visto il film “Les yeux sans visage”, occhi senza il viso, vero capod’opera del film fantastico ed è con questo film che il cinema francese ha conosciuto un buon successo con spettacoli che per qualità e suggestione di immagini avrebbero dovuto essere notati sin dal loro apparire. Il cinè-club presenta una serie di film del genere fantastico, sicuramente non completo, ma che danno una idea del genere in questione. Il 29 gennaio viene presentato, La citè de l’indicible peur, (1964) di Jean Pierre Mocky, protagonisti Bourvil e Jeans Luois Barrault, il 5 febbraio un film di Alain Resnais, regista ottantenne mai sufficientemente elogiato, dal titolo Je t’aime, je t’aime. (1968) attore Claude Rich, il 12 febbraio è in programma, Litan: la citè des spectres verts, un film del 1981 con Marie Josè Nat ed il cantante attore Nino Ferrer, il 19 febbraio La riviere du hibou. La serie dedicata ai film fantastici si conclude con Ils (essi) del 2006, co-prodotto da Francia e Romania. A marzo viene dedicata una breve retrospettiva dedicata a Denis Geherbrandt, il sorvolatore. Denis è uno dei grandi documentaristi del nostro secolo; cineasta, viaggiatore, realizzatore e cameraman, da oltre trent’anni sorvola la Francia, in solitario, documentando con le sue riprese la parte debole della popolazione di cui impressiona anzitutto la dignità nel vivere. Su territori spesso attraversati da crisi egli ferma lo sguardo della sua cinepresa su ciò che rimane, i sogni che riemergono, i desideri di una società che non si abbatte. Denis Geherbrandt presenta ope- “Ils” di Xavier Palud e David Moreau re fra le più calde ed umane del cinema francese, da artista e da artigiano. I docu-film vengono proiettati nel seguente ordine: il 5 marzo Et la vie, il 12 marzo L’amour rue de Lappe, il 19 marzo Le voyage à la mer. Il cinema di animazione o quelli che un tempo venivano chiamati, i cartoni animati, è l’ultimo genere che il cinè-club presenta a fine inverno. Gli Americani hanno dato vita a questo genere rallegrando adulti e bambini, i pro- “Persepolis” di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud duttori francesi, invece, si sono dimostrati restii a produrre film di que- serie il cartone Crying Freeman, che prensto tipo. Il Centro francese ne presenta quat- de spunto dai personaggi creati dal giappotro come esempio: Bleuberry, L’esperienza nese KazuoKoike. Aldo Librizzi segreta, Persepolis, Iznogoud. Conclude la Lode al Teatro Al Massimo che porta in città una prosa spigliata e spettacoli leggeri, ma di pregio, movimentando le serate. La città è ricca di teatri, ma questo riesce ad essere il numero uno, subito dopo le tre gradi realtà di Massimo, Politeama e Biondo. Ottimo il passaggio di tre spettacoli di pregio come la Coggi di Spa, la Laurito di Tutti insieme abbondantemente e soprattutto del grande Franco Castellano. Quello che è ormai uno dei nostri migliori interpreti in assoluto, si affianca ad Eleonora Giorgi, la bellissima che accetta lo scorrere degli anni, in Fiore di cactus, di Neil Simons. Una ricetta infallibile, anche se sarebbe bello vedere qualcosa di nuovo. E la coppia Castellano Giorgi ha grosse potenzialità. Perché non dar fiducia agli autori italiani degli anni di Pirandello? C’è una produzione che va dalla Maschera e il volto di Chiarelli ad autori come Giacosa, Nicodeme e De Filippo. Lelio. Chi sperimenta in proprio è il teatro di Giuditta Lelio, che ha prodotto un’opera impegnativa come Letto Matrimoniale ed è in grado di esportarlo. Teatro vero, quello della Lelio, che quando può ospita anche i migliori attori e autori. Più mezzi e un pubblico più atten- to e competente sarebbero necessari e questo teatro ricavato da un ex “Cinema Paradiso” della affollata zona Parlatore-Aurispa. Li merita. Che dire di un prezzo di soli 80 euro per 8 spettacoli? Il teatro dimostra grande tenuta e la stagione prosegue. La novità è stata il Progetto Don Chisciotte, spettacolo rivoluzionario, come quello anch’esso recente tratto da un Amleto rivissuto e rivisto su più piani in contemporanea. Domenica 11 aprile è la volta dello storico gruppo musicale agrigentino I Dioscuri, con il recital Voci e suoni di Sicilia, e il 18 aprile ecco lo spettacolo di danza Liberi percorsi, con le coreografie di Marisa Benassai. Domenica 9 maggio torna Letto matrimoniale, confessioni erotico-piccanti di una coppia, con Virginia Alba e Dino Spinella, regia della Lelio. Vito Zappalà. Il teatro di Vito Zappalà è rinato grazie al recupero (fatta giustizia finalmente) della struttura di proprietà di Vito in viale Galatea. Lì il teatro è di casa da sempre nelle fresche serate mondellane. Ma l’inverno riporta la compagnia super familiare al teatro Savio. Ultima opera in scena, Uomo arzillo cerca moglie giovane e bella: Tutto in casa, tutto in fami- Fra successi difficoltà e sperimentazione prosegue la stagione teatrale glia, Vito Zappalà, la scrive, la dirige e la recita con i parenti stretti. Non è la prima volta. Franco Zappalà. Il teatro tenda di Franco Zappalà di via Autonomia sostiene sempre una stagione ricca di ospiti ed è un benemerito con la propria presenza nel cuore della città nuova. Non ti pago, 3 atti di E. De Filippo e regia di Nino Zappalà è in scena fino al 7 marzo. Segue l’operetta La Baiadera di Emmerich Calman con Silvia Felisetti e Anita Venturi. Altri teatri. Non può dirsi che a Palermo manchino i palcoscenici. Il Golden rimane sede di grandi sorprese, capace di ingaggiare le vedette. Il teatro Libero si distingue per la sperimentazione. In viale Strasburgo il grande teatro Metropolitan si caratterizza anch’esso per l’impegno artistico. Ma lodi vanno al Teatro Spicuzza di via Don Orione e a tante altre iniziative. Il cabaret si distingue Al Convento, dove è spesso di scena Gianni Nanfa. Segnaliamo un nuovo teatrino di cui ci hanno intessuto le lodi: è il teatro Alle Balate, ovviamente, nel centro storico, dove si è esibita di recente la coppia Moschella e Mulè, in partenza per la Sicilia con Scarafaggi/Beatles. Antonella Gullo 59 Gastronomia Il palermitano Filippo La Mantia tra i “Best 12 in Sicily 2010” Premiato il miglior ambasciatore siciliano del gusto nel mondo La cucina siciliana cresce anche grazie ai suoi migliori interpreti. Il cuoco palermitano Filippo La Mantia – titolare dell’omonimo ristorante presso l’Hotel Majestic di Roma – è stato insignito ieri del titolo di “Miglior Ambasciatore Siciliano del gusto nel mondo” nell’ambito del Premio Best in Sicily 2010. Il Premio è andato alle 12 eccellenze dell’enogastronomia e dell’accoglienza siciliana. I 12 premiati sono professionisti impegnati nella produzione di servizi e prodotti di alta qualità che innalzano il prestigio della Sicilia nella loro terra natìa e nel mondo e contribuiscono così allo sviluppo della Regione. “Sono davvero onorato per l’assegnazione di questo Premio – ha commentato La Mantia – perché mi sento legato indissolubilmente alla mia terra; fin dall’inizio della mia attività di cuoco. La Sicilia è stata protagonista dei piatti della mia cucina e ho trasferito nelle mie ricette la cultura dell’isola. Dopo anni di duro lavoro questi riconoscimenti attestano la professionalità dell’attività svolta finora”. Dopo diversi anni di attività nella ristorazione, in Italia e all’estero, Filippo La Mantia ha da pochi mesi aperto l’omonimo Ristorante presso il prestigioso Hotel Majestic in via Veneto a Roma, dove ha portato la filosofia della sua cucina e le tradizioni della sua amata Sicilia. Nel suo Ristorante, Filippo utilizza per la maggior parte ingredienti che arrivano IL RISTORANTE DEL MESE Filippo La Mantia direttamente dall’isola, dagli ortaggi al pesce, dai vini alla frutta. E’ famosa la cucina di Filippo La Mantia, perchè si basa sui profumi mediterranei di ingredienti semplici quali il basilico, la menta, i capperi, i limoni, le arance: niente soffritti, dun- que, ma pesti a crudo a base di agrumi per insaporire ed inebriare le pietanze che traggono ispirazione dalle più antiche ricette siciliane. La caponata, la pasta alla norma, il cous cous, la cassata sono tra i piatti che non mancano mai nel menù del Ri- storante, che si completa con molti altri piatti che La Mantia varia in continuazione per non annoiare mai sé stesso né il commensale. Anche la tradizione, infatti, si evolve e la fantasia è protagonista della buona tavola. La redazione di Cronachedigusto.it ha scelto 12 nomi che si sono distinti nel loro settore di riferimento. Vino, olio e formaggi: Marco de Grazia (Tenuta delle Terre Nere – Randazzo, provincia di Catania) per il vino, Francesco Pellegrino (Terre di Shemir – Trapani) per l’olio e Mario Mirabile (Santa Lucia del Mela, provincia di Messina) per il formaggio. Antonio e Giuseppe La Rosa per il loro ristorante (Locanda di Don Serafino Ragusa), mentre il riconoscimento come miglior bar andrà a Giuseppe Denaro (Bar Irrera - Messina). Il premio per la migliore pizzeria spetterà Al Giardino (Palermo). Ritirerà il premio il pizzaiolo Dario Genova. Migliore pasticceria Salvatore Cappello (Pasticceria Cappello - Palermo) migliore fornaio Francesco Vescera (Forno Parisi – Lentini, provincia di Siracusa). Per la migliore macelleria riconoscimento ad Aldo Blasco (Il Punto della Carne – Cefalù, provincia di Palermo). Per il migliore albergo vince Vincenzo Scrofani (Hotel Poggio del Sole - Ragusa). Infine, al sindaco di Ragusa Angelo Dipasquale il premio come miglior Comune per l’offerta enogastronomica sul territorio. LA RUOTA. Per mangiare bene “alla romana”, in piena capitale, è bene spesso andare dagli abruzzesi. I romani lo fanno. In via Enrico Fermi 90, La Ruota ha un grande prospetto e un gestore di quelli con la ristorazione e l’accoglienza nel dna. Parliamo di Fernando Cattani coadiuvato dalla moglie Alberta. Gentilezza e versatilità sono alla base di un buon pranzo. Ma il menù non è da meno. Ampia scelta. La “casa” si vanta del pesce fresco, sempre presente in grande quantità e varietà, neanche fossimo sul mare. Ma noi della Sicilia preferiamo le classiche carbonare e le amatriciane, l’abbacchio a scotta dito, le fritture, i carciofi alla giudìa… Una cucina più “di terra” da gustare e cercare di imitare …al ritorno in Sicilia. Questo locale, un po’ fuori mano, ma ben servito dalle strade romane è in via Fermi, zona piazzale della Radio, raggiungibile dalla Cristoforo Colombo ovvero anche da Porta Por- Il titolare del ristorante con i nostri redattori romani Concetta Di Lunardo e Antonitese. Tel. 065586301 no Macaluso 60 D ove andiamo stasera? I RISTORANTI IN CITTA’ IN PROVINCIA AI GAGINI. In via Casciari, praticamente alla Cala, questo locale, elegante e raccolto da sempre, ha da un po’ di tempo una gestione molto qualificata curata dai signori D’Amato e Lupo. Si pregia del sottotitolo “music restaurant”. Aspettatevi il meglio dal menu, dalla musica e …dal conto. 091 321518 TRATTORIA AI NORMANNI. Tradizione e professionalità si sommano in questo locale collocato in un edificio medievale accanto al Palazzo reale e dove “si parcheggia” come nel tempo che fu. Ricavato nell'antica stalla, dove sono visibili vecchi abbeveratoi in pietra. Veramente caratteristico. Cucina “a la carte” di livello e, una tantum, una buona cantina. Un locale da graduatoria. 091 6516011. IL GABBIANO A MONDELLO. In testa alla classifica, per rapporto prezzo/qualità, resiste questo ristorante gestito da una famiglia “magica” del settore ristorazione. Si mangia sul mare con pesce e crostacei pescati la notte prima, i gamberoni da gustare anche crudi con un po’ di limone e …ostriche sempre disponibili. Fidatevi dei locali zeppi di gente e del signor Biondo. 091 450313. LA ROSA DEI VENTI a pochi metri dal mare di piazza Acquasanta, questo locale in stile marina riserva le sorprese suggerite dal vulcanico titolare Emanuele Riccobono, un tuttologo, un simpatico iperattivo che fa di questo locale un lavoro, una passione e un’espressione artistica. Le sorprese non mancano, tra cui la salsiccia …ovviamente “di pesce”. 091 6377825. AI VECCHIETTI (di “minchiapititto”). Un ristorante “al centro”, a due passi dal Politeama. Menu variato e intelligente, include il pesce azzurro, i piatti della tradizione cittadina… Ma non rinunzia all’innovazione. Via Paternostro 091 585606. IL COVO DEI BEATI PAOLI. Non ci sono proprio i beati paoli, antenati di mafie e massonerie, ma un po’ di mistero sì e qualche pupazzo che simula gli antichi “fratelli”. Niente paura: scegliete i famosi arrosticini e, se per voi è serata da pizza, continuate così. Ovvero alla carta. 091 6166634. EXÈ. Lo abbiamo provato per voi senza sconti: giudizio imparziale. E’ bello pranzare in un hotel di lusso come l’Excelsior e ci sono due scelte a prezzo fisso. Originalità, servizio premuroso, porzioni dimensionate da alta cucina, per chi non vuole appesantirsi… Soluzioni a prezzo fisso per il mezzogiorno, la sera, il brunch domenicale. 091 7909146. LA MATTANZA. Fra i prediletti di Palermoparla che vi ha tenuto più d’una festa di redazione. Dai signori Prestigiacomo è passato a nuova gestione, ma sempre all’altezza delle aspettative, sul mare della Vergine Maria, a piazza Tonnara, si pranza sul Golfo, bene e a buon prezzo. 091 6376298. DA NINO AL BORGO. Scatenati dalla voglia di mangiare un boccone (o due) a mezzodì, rimane un dei posti dove si casca meglio. I due pazienti proprietari, ai tavoli fra mille avventori, sono cortesi e veloci, ma deliziosamente severi con chi non sa stare al gioco. Tutto è “popolare autentico”: una taverna senza trucchi, ma romantica come poche. Si mangia ai tavoli tutti insieme, ma non se ne soffre. Piatti tradizionalissimi, ma leggeri. Perché …si torna al lavoro. E' in piazza Sturzo lato mare. Non prenotate: è sempre pieno e c'è sempre posto. ANDREA IL PIRATA. Sempre a Terrasini, ma in territorio di Cinisi, accanto al Florio P. Hotel, ecco questa grande e frequentatissima sala ristorante, consigliata anche dai “tassinari”. Non smentisce le promesse per qualità e prezzo. Pesce. 091 8682725. TURIDDU. A Terrasini, sul lungomare. Ecco uno dei ristoranti più panoramici d’Italia. Uno spettacolo: aerei (P.Raisi), pescherecci e un cormorano. Garganelli con vongole e zucchinette. Ora la gestione è diretta, curata dai proprietari. 0918682193. AL PALAZZACCIO. A Castelbuono, in pieno corso (via Umberto I, 23) a pochi metri da Fiasconaro, si scopre questo ristorantino ben arredato e molto raccolto. Tutto buono, dagli antipasti in cui primeggia non isolato lo sformatino di ricotta ai porcini ai secondi di tagliata di carne e alle paste fatte in casa. 0921 676289. www.ristorantepalazzaccio.it LA ROTONDA. Un locale veramente all round. Peccato ve ne sia uno solo in tutta la provincia. Perché la formula adottata dai geniali gestori di Casteldaccia rimane unica, al top di un modo di servire il pubblico. Si direbbe “all’americana”, ma non riferito alle specialità culinarie, che sono locali e internazionali. Si trova contemporaneamente di tutto: menù, gelateria, cocktail. Lo abbiamo battezzato: un locale che vale qualche km di strada in più. In tanti, infatti la percorrono. E’ proprio sul mare. 091 953717. NELL’ISOLA DA GIANNINO a Santo Stefano di Camastra: una scoperta. Pienissimo ogni giorno anche a pranzo, ma veloce nel servirvi. Freschezza e fantasia sono parole che ci venivano in testa fra le proposte del menu, i consigli di chi ci accoglieva al tavolo e il piato di maccarruna alla marinara che abbiamo gustato. Buoni anche i secondi e …i prezzi. 0921 331748. A CANNATA. A Salina (Lingua), ecco un grande ristorante, con mille tavoli, dove il pesce è un must e si mangia nella splendida cornice della seconda delle Eolie, che, come tutte le 7 “ninfee”, ha la propria spiccata personalità esclusiva. È un’isola nell’isola. Vengono a prelevarvi in auto a Santa Marina telefonando al 090 9843161. AI BASTIONI. Un nuovo ristorante a Trapani. Nuovo l’arredo, nuovo il menu e il buffet, per chi non vuol perdere tempo, perché il servizio, anche per i piatti espressi è velocissimo. C’è di tutto, anche il polpo fresco, ma la carne è un must: il “patron” viene dal settore. Via XXX Gennaio al centro, dietro la villa, 0923 20579. L’APPRODO. A Castellammare, lungo il porticciolo che sarà arredato al meglio, sotto il castello è un punto d’arrivo. Da Palermo vale due passi in più. Attraverso i vetri, la vita del porto, mentre gusti il couscous. 0924 31525 A ROMA LA RUOTA. A Roma in via Enrico Fermi 90, il gestore, abruzzese, uomo di grande esperienza nel settore, cucina alla romana e secondo la terra d’origine. Piatti ricchi di sapori, notevole carrello degli antipasti. Tutto buono fino al dolce. Da segnalare una grande carbonara e, ovviamente, l’amatriciana. 06 5586301. Lamovida TINA PICA. Fra San Domenico e il mare, neanche a dirlo, uno dei più famosi e attrezzati pub della città. Una meta sicura, di qualità TRIBECA. Difficile la sosta in auto, ma il Tribeca di via Stabile è sempre gettonato. Una sosta d’obbligo per la miglior movida cittadina. SOPHIE. In via Empedocle Restivo, angolo via Sardegna, un nuovo arredo accoglie gli ospiti con cortesia e signorilità. Gradevol- Dalle polpettine di pesce spada e cernia alle grappe di Bonamente. Maxi schermi. Si cena. ventura maschio. Per gli amanti della buona tavola, del buon bere, della buona musica, a Palermo si può andare da “Gli 091 513902. Amanti” un locale veramente polifunzionale, pronto per voi GLI AMANTI. Si va sul sicuro. Mo- a tute le ore, in piazzetta Colonna, angolo via Cavour (nella fodernità e tradizione si armoniz- to i titolari Samuele e Mauro Mannino) zano nella professionalità di due giovani “figli d’arte” della stirpe Collica. Così questo locale assolve all’unisono a varie funzioni: consente a coppie o gruppetti affiatati di riunirsi attorno ad un tavolo e in tanti separè. Gastronomia, vini, birre e cocktail sono protagonisti. E’ un pub – ristorante, in Piazzetta Colonna (ang. via Cavour). GENESI. L’originalità è di casa in questo angolo sceltissimo della movida palermitana. E’ un pub-ristorante, si mangia alla tedesca, tanta ottima carne. All’Uditore. FUSO ORARIO. Nella seicentesca piazza Olivella riappare lo storico nome di questo locale, che cresce sempre più nella considerazione cittadina. Non esitiamo a raccomandare questo pub originale e ben gestito. 61 ATTUALITA’ Aggredito dalla grande distribuzione è comunque necessario Viva il negoziante di fiducia La “guerra” alla piccola distribuzione era stata preceduta dal “passaggio dell’aviazione e dell’artiglieria” e anche da una vera campagna di propaganda presso la pubblica opinione, in linea con la più alta tradizione moderna. Ci spieghiamo meglio. L’introduzione dei registratori di cassa, auspicata da tanta popolazione, è stata una mazzata alla piccola e piccolissima distribuzione. E’ giunta dopo l’avvento dell’Iva, che già l’aveva messa in ginocchio. Se si considera il rincaro e il moltiplicarsi di tasse, obblighi e balzelli locali (enorme tassa per le insegne…), il registratore di cassa assomigliò visibilmente al fatidico colpo di grazia. E per molti lo è stato, in questi anni. Ma ecco la professionalità del negoziante. Però, è di altro ancora che vogliamo parlare. Il discorso – che come accennavamo è enorme – è mirato per il momento al negoziante professionale, al buon negoziante, quello che ci accoglie con un sorriso, ci serve a puntino, ci consiglia e non ci appioppa la fregatura. Sia per un fatto umano (la diretta conoscenza), sia perché mira a quella che forbitamente si definisce la “fidelizzazione” del cliente. La campagna d’opinione. Quale è stata la campagna di opinione di stampo propagandistico politico? E’ quella sostenuta dai soliti opinion leaders a voce e per iscritto. I tuttologi che dichiarano le verità assolute. 62 La famiglia Cangelosi commercianti di abbigliamento e tessuti del negozio “Zio Saro” in via Montalbo Il frequente signor “ve lo dico io” che va in giro, affermando: “il negozio d’angolo è destinato a sparire”. Il dettagliante è necessario. Creare una situazione artificiosa in cui la piccola distribuzione scompaia, come stava avvenendo ad un certo punto, è un errore madornale. Infatti la grande distribuzione non arriverà mai presso tutti i posti e tutte le persone. Perché il territorio è vasto e frastagliato e le persone hanno differenti bisogni, età, gusti… E’ stato, quindi, già necessario porre dei correttivi: licenze più facili, regimi forfetari (Berlusconi). Frattanto, il “sistema” finisce per tollerare, anche a torto, tanto abusivismo che dà spazio anche ai sopravvissuti analfabeti. E i mega store non hanno partita vinta. La grande distribuzione non ha mai avuto partita vinta per i motivi che abbiamo già elencato e altri che diremo fra poco. Ma è evidente che anche la grande distribuzione ha avuto i suoi problemi. A livello mondiale, la Monsanto, la più grande e più “cattiva” delle multinazionali del settore, è stata svenduta in stato fallimentare. La grande distribuzione si è sgretolata in un numero notevole di operatori, assicurando la concorrenza. Il fenomeno degli Hard ha calmierato i supermarket, così come questi avevano fatto con il dettagliante tradizionale. Ciò ha finito per avvantaggiare anche il negoziante. Inoltre, la grande distribuzione si è difesa, ricorrendo a forme intermedie con soluzioni del tipo del franchising. Ed è un nuovo modo per il piccolo di sopravvivere. Il negozio si caratterizza. Sono nati, frattanto, molti marchi che danno l’esclusiva, anche per zona, alla piccola distribuzione, assumendo un’aria di maggior ricercatezza. Insomma, il “negozio d’angolo” che si era cercato di stendere al tappeto si è dimostrato comunque un ottimo incassatore e, facendo leva su tutti quei motivi naturali per cui “non poteva” morire, ha colpito a sua volta, ed è sopravvissuto meglio di quanto ci si potesse aspettare. Ciò non toglie che abbia sofferto e soffra per ogni nuova apertura di grandi magazzini. Ma anche questi spesso sono andati a gambe all’aria. Anche i nomi più altisonanti sono scomparsi o hanno cambiato rotta. La realtà, quindi, si dimostra ben più complessa di quanto la faciloneria degli occhiuti opinion leaders non volesse contrabbandare. Molti elementi si intersecano con realtà umane di così ampia portata. La realtà sociologica è variegata, imprevedibile, sorprendente. La storia non manca di stupire e oggi scorre velocissima. Plaudiamo al “nostro” negoziante. Ma qui cogliamo l’occasione per sottolineare il fenomeno e per plaudire alla vitalità di realtà a misura di uomo. Inoltre, non si può che esortare noi stessi a coltivare la salute del negozio di pregio, come di quello vicino casa. Alla prima categoria appartengono, in tutti i settori merceologici, i negozi più raffinati, anche quelli di lusso, ma anche coloro che sanno trovare, nella realtà variata di cui parlavamo, lo spazio per servire il cliente al meglio, con più grazia, più duttilità, più onestà. Anche perché nessun commerciante che voglia sopravvivere può consentire che si dica in giro che è un imbroglione. La garanzia della bontà del servizio e del prodotto il negozio a misura d’uomo lo fornisce anche agli acquisti successivi. Si stabiliscono rapporti umani impossibili, se non difficili, nella grandissima distribuzione. Altre volte, su queste pagine siamo giunti a propagandare gratuitamente i mercati tradizionali da Ballarò a via Montalbo. Acquistiamo, quindi, dal negoziante di fiducia, contenti di spendere anche pochi euro in più, ma consapevoli di alimentare una presenza indispensabile alla buona qualità della nostra vita.