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Settimanale d'informazione - Poste Italiane s.p.a.- Spedizione in Abbonamento
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>Fabriano
5
>Fabriano
Fabriano-Matelica euro 1,20
8
>Matelica
14
n. 17 Anno CIV 2 maggio 2015
>Sport
Oratorio dei
Beati Becchetti,
quale futuro?
I nuovi mestieri
dei giovani
in una mostra
Ecco i figli
del partigiano
inglese
Il 10 maggio
la Primavera
Fabrianese!
C
“Non mi lamento. Mi
invento!”, si intitola la
rassegna fotografica allestita a San Giuseppe
Lavoratore per stimolare varie professioni.
A
S
ontinuano a cadere
nel vuoto gli appelli
degli ultimi anni per restaurare questo prezioso
tesoro dimenticato all''interno della città.
Dove stai
di casa?
Stiamo come percorrendo un’età contrassegnata dalla paura. La crisi ha fatto il suo…
lavoro, logorando generazioni disabituate al
bisogno e perciò impreparate a concepire il
sacrificio. Persone scariche affettivamente,
che non sanno più cos’è l’amicizia e non
conoscono nemmeno l’amore che invece ha
rimesso in piedi il nostro Paese in ginocchio
diversi decenni fa da prove ben più dure
di quelle odierne. Ombrosi ed incattiviti,
in molti tentano di difendere quell’esiguo
spazio di benessere, diffidando di tutto e di
tutti, confidando solo nel valore liberatorio
di una pubblica pena da comminare ai colpevoli ed ai nemici. Fuori gli altri, dentro
solo noi stessi. Salvifico artificio del diritto
penale, utopia tecnologica, diritti individuali
sono l’idolatrico surrogato di un giudice
divino, invocato in un tempo che si vorrebbe
riportare ad ogni costo a quella tranquillità
ormai persa e forse mai esistita. Ed il senso
di questo pericolo imminente che può mettere a repentaglio la nostra vita nei grandi
eventi e non solo (Expo, Ostensione della
Sindone, Giubileo) rivela l’inattesa conseguenza dell’enfasi dei diritti che oscura la
considerazione dei doveri. Dove il dovere
più alto è quello della vita e della sua difesa che si palesa ora nella sua più totale
vulnerabilità. Lo stesso Eliot descrive con
lungimiranza la straziante contraddittorietà
di un’età, la nostra, che “avanza all’indietro,
progressivamente”. La casa è instabile e
non basta neppure l’uso della forza a dare
sicurezza, sia perché una pistola in mano ad
un individuo debole e confuso rappresenta
una minaccia, altro che un aiuto, sia perché
è la stessa decisione ad essere piccola ed
infantile. Non si tratta di cercare un rifugio
per la sopravvivenza. La medicina, ad esempio, è potuta progredire grazie alla carità di
uomini e donne che si accostavano ai malati per assisterli, pur sapendo di esporsi al
rischio del contagio e, quindi, della morte.
Potevano farlo perché credevano in qualcosa
di più forte della morte, anche quando non
sapevano cosa fosse. Sapevano però che non
esiste nulla di più importante di un uomo,
sapevano che per un singolo uomo vale la
pena dare la vita, che in lui c’è qualcosa
di sacro, di divino. Chiedere la vita allora
coincide con il quaerere Deum descritto da
Ratzinger come sintesi di ragione e cultura:
“La nostra situazione di oggi è diversa da
quella che Paolo incontrò ad Atene, ma,
pur nella differenza, tuttavia in molte cose
è assai analoga. Le nostre città non sono
piene di are ed immagini di molteplici divinità. Per molti Dio è diventato il grande
Sconosciuto. Quaerere Deum, cercare Dio
e lasciarsi trovare da Lui: (...)
(Segue a pagina 2)
lle celebrazioni del
25 aprile c'erano
anche i figli del sergente maggiore Douglas
Davidson, che fu tra i
partigiani di Roti.
25
i avvicina il classico
appuntamento con
la marcia tra le nostre
belle montagne. Come
sempre due percorsi: 22
o 13 chilometri.
Indesiderati
Q
uesta settimana l’approfondimento non poteva che essere riservato ai risvolti della vicenda
Whirlpool, con i preannunciati
esuberi. Parla il nostro vescovo,
così come parlano gli addetti ai lavori.
Nel frattempo il ministero dello Sviluppo
Economico tenta di scongiurare la chiusura degli stabilimenti e di salvaguardare
l’unità produttiva. Governo, azienda e
sindacati hanno dato il via ad una trattativa. L’augurio è che si arrivi ad una svolta
positiva per i nostri lavoratori.
Servizi a pag. 3 di Don Giancarlo Vecerrica, Alessandro Moscè, Daniele Dolce e Stefano Balestra
Carlo Cammoranesi
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>EDITORIALI<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
I giganti dell'Asia
per il piccolo Nepal
di GIOVANNI LAMBERTENGHI
I
due “giganti” asiatici, Cina e
India, contengono a Nord e a
Sud quel lembo di terra popolato da poco più di 27 milioni
di persone che si chiama Nepal.
Una delle regioni più corrotte - si
stima che le entrate provenienti da
corruzione e lavoro nero, coprano
più del 50% del Prodotto Interno
Lordo – e povere del mondo, con un tasso di alfabetizzazione del 60,3%, una
scolarizzazione primaria
del 71,1%, una malnutrizione infantile che tocca
il 29,1% dei bambini sotto
i cinque anni. L’80%
dei più poveri del Paese
è di origine Dalit – i
“portatori di impurità”
– che vivono una gravissima discriminazione. I
bambini, che rappresentano il 40% della popolazione, soffrono povertà
e malattie e molti di loro
sono esposti a violenze
e abusi all’interno delle
famiglie. Sono costretti a
lavorare – il 34% di coloro che hanno tra i 5 e i 14
anni – perfino in cave di
pietra o vengono sfruttati
sessualmente. In alcuni distretti
del Paese, si può dare in dote una
bicicletta e 7mila rupie alla propria
bambina di 6 anni per farla sposare
con un suo coetaneo. Il fenomeno
delle spose bambine è favorito dal
sistema di schiavitù che colpisce le
ragazze povere e dalla tradizione
culturale e religiosa induista. Il
risultato è che più della metà di tutti
i bambini e giovani di età inferiore
ai 18 anni sono sposati. E’ questo
uno degli esempi più significativi
dell’influenza esercitata dall’induismo, al quale aderisce più dell’80%
della popolazione. La parte restante è di fede buddista (10,3%) e
musulmana (4,6), con una piccola
presenza cristiana (0,5%). In base
alla Costituzione, promulgata nel
Tibet. Gli accordi, rinnovati nel
2001, hanno garantito la difesa e
la sicurezza del Paese ed hanno
anche sancito la sua dipendenza
economica dallo Stato indiano: il
Nepal intrattiene con l’India i 2/3
dei propri contatti commerciali
esteri, le sue poche infrastrutture
sono state realizzate grazie agli
investimenti indiani e persino la sua
moneta è legata alla rupia indiana.
2007 - la libertà religiosa è limitata
ed è fatto divieto di convertire una
persona da una religione all’altra.
Alcuni affermano che i nazionalisti
siano attivi in Nepal “per procura”,
tanto è evidente e stretto il rapporto
con l’India, sancito nel 1950 con
un Trattato di Pace e di Amicizia,
dopo l’invasione cinese del vicino
L’azione dell’India fu determinante
nel 2006 nel sancire l’accordo di
pace tra il Governo nepalese e i maoisti, impegnati in un’insurrezione
durata dieci anni, durante la quale
furono assassinate circa 13mila
persone. Nel 2008, il partito maoista ha preso il potere e dopo 240
di monarchia è stata proclamata
Un 25 aprile
senza retorica
di MARIO BARTOCCI
C
essati da qualche giorno
i clamori della retorica e
spente le luminarie delle
celebrazioni, crediamo si
possa fare qualche considerazione
più tranquilla sul significato simbolico del Venticinque Aprile.
Diciamo “simbolico” non a caso,
perché, com’ è noto, la Storia non
procede per salti improvvisi, ma
Sorta nel 1911
soppressa nel 1925
risorta nel 1945
Direttore responsabile
Carlo Cammoranesi
Autorizz. Tribunale Civile di Ancona
n.11 del 6/09/1948
Amministratore
Giovanni Chiavellini
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per progressione di eventi maturati talvolta in tempi lunghi. Basta
pensare, a questo proposito, che
la Resistenza non comincia con la
primavera del 1945, ma con i primi
passi del cammino verso la dittatura
contrastati da pochi coraggiosi
oppositori. Le date, comunque,
servono soprattutto per fissare la
memoria. Merita, quindi, di scrivere, sulla data del venticinque aprile,
la fine della dittatura, la liberazione
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dalla occupazione nazista, l’inizio
della rinascita di un Paese devastato
e umiliato.
Quella data segna, però, anche
l’avvio di un grande processo di
modernizzazione politica, economica e sociale, che porterà l’Italia
nel novero delle grandi democrazie
europee e delle prime potenze economiche del mondo.
Tutto questo dobbiamo a coloro che
si batterono, nella clandestinità o a
la Repubblica. L’attuale Governo
indiano sembra intenzionato a
rafforzare quest’assetto di potere,
nonostante si sia pronunciato, negli
anni passati – insieme a Stati Uniti,
Gran Bretagna e Cina – a favore del
regime monarchico costituzionale,
più vicino ai sentimenti e alle tradizioni del popolo nepalese.
Negli ultimi anni, è emerso in maniera prepotente l’interesse della
Cina, per la posizione
strategica del Nepal
sia nei confronti del
Tibet, sia rispetto alla
frontiera che la divide
dall’India e che è oggetto di contestazione.
Il grande Paese asiatico
considera il territorio
nepalese la nuova “Via
della Seta economica”
verso le regioni dell’Eurasia, per trasportare
via terra i propri beni,
dietro pagamento del
transito. Il progetto,
che è stato presentato dai cinesi all’inizio
di quest’anno, insieme
al potenziamento delle linee ferroviarie di
collegamento, mirava
ad avviare un accordo anche con l’India,
come aveva dichiarato il ministro
cinese degli Esteri Wang Yi. Con
l’evento terremoto, entrambi i Paesi
si trovano di fronte ad una scelta:
abbandonare il Nepal al proprio
destino – come sostanzialmente
avvenuto negli ultimi decenni - o
cogliere proprio quest’occasione
per “tendergli una mano”.
viso aperto, con la parola o con le
armi, per una Italia libera.
E tuttavia, è triste constatare come
la loro eredità ideale si stia disperdendo nelle vicende del presente.
Loro, soffrendo, combattendo
e morendo, parlavano di Patria,
e intendevano l’Italia, ma oggi,
troppo spesso, la patria finisce, per
molti, al confine dei loro interessi
locali e di parte. Parlavano di democrazia, ma oggi, in molti casi,
la democrazia è intesa come diritto
di perseguire il proprio tornaconto
personale o di fazione.
Parlavano di libera discussione ma
oggi, quasi sempre, la discussione
si risolve in scambio di male parole
o di spudorata diffamazione dell’avversario politico.
Parlavano di onestà ma oggi, quasi
ogni giorno, ci troviamo di fronte
casi clamorosi di corruzione, quasi
che essa sia entrata a far parte integrante della nostra cultura civile.
Questa forse, più che la difesa, certo
meritoria, di una memoria gloriosa,
Impaginazione
Tania Bugatti, Ferruccio Cocco, Daniela Pedica
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Dove stai
di casa?
(...) questo oggi non è meno
necessario che in tempi passati. Una cultura meramente
positivista che rimuovesse nel
campo soggettivo come non
scientifica la domanda circa
Dio, sarebbe la capitolazione
della ragione, la rinuncia alle
sue possibilità più alte e quindi
un tracollo dell’umanesimo”.
Ma non basta il quaerere
Deum. Perché l’intelligenza
non si smarrisca negli abissi
delle altezze divine, finendo
per cedere alla riduzione di
Dio alla propria misura, perché il medico possa conoscere
quale grandezza risplenda sul
volto di questo o quell’uomo,
la storia registra la persistenza
di una possibilità impensabile.
Il quaerere Deum si traduce
in Dove abiti. “Gesù allora si
voltò e vedendo che lo seguivano, disse: ‘Che cercate?’. Gli
risposero: ‘Rabbì, dove abiti?’.
Disse loro: ‘Venite e vedrete’.
Andarono dunque e videro
dove abitava e quel giorno si
fermarono presso di lui: erano
circa le quattro del pomeriggio”. Dove abiti, dove vivi,
dove stai di casa? E’ il nostro
primario interesse di oggi, la
somma domanda, non c’è un
bisogno maggiore di questo.
L’incontro di Giovanni, Andrea, i suoi apostoli, l’incontro
di questa gente, che ha cambiato radicalmente la loro vita, è
possibile ancora oggi. Non è
un ricordo, non è una sensazione, non è una visione, o la
trasposizione di un discorso.
Papa Francesco in quest’ultima
veglia di Pasqua ricordava che
“entrare nel Mistero ci chiede
di non avere paura della realtà.
Non chiudersi in se stessi, non
fuggire davanti a ciò che non
comprendiamo, non chiudere
gli occhi davanti ai problemi,
non negarli, non eliminare gli
interrogativi…”. Tenerli aperti,
gli occhi, i problemi (pensiamo al dramma dei lavoratori
Whirlpool-Indesit), gli interrogativi a maggior ragione
ora, spiazzati come siamo
continuamente da rigurgiti di
violenza anche sotto la porta
di casa. E soprattutto tenere
aperto il cuore. Che ci invita
ad operare di più e parlare
di meno. E superare quindi
quest’età della paura…
Carlo Cammoranesi
è la battaglia ideale da combattere:
il Venticinque Aprile dovrebbe
essere motivo, per tutti, di rigorosa
riflessione e di pacifica rivolta contro il degrado e la decadenza che
attentano alla grande costruzione
sognata, difesa, realizzata dai nostri
padri. Forse è tempo di un nuovo
Venticinque Aprile.
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>INCHIESTA<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Trattativa aperta
contro la chiusura
Lunedì scorso al ministero:
ora previsti due appuntamenti
di ALESSANDRO MOSCÈ
Domenica scorsa, perfino durante la partita del Napoli, erano stati esposti degli striscioni contro la chiusura dello stabilimento Indesit di Caserta. E mentre nel fabrianese
venivano indetti degli scioperi con presidi davanti ai siti produttivi, lunedì, a Roma,
si discuteva animatamente sul piano industriale che prevede 1.350 esuberi. Hanno
partecipato non solo gli operai, ma anche gli impiegati lasciando le loro rispettive sedi
dando vita al pacchetto di 12 ore di sciopero da consumarsi entro maggio, prontamente
indetto dai sindacati. “Chiedo all’azienda di non considerare il piano esecutivo”. E’ stata
questa la secca richiesta che il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha
avanzato all’amministratore delegato di Whirlpool Italia, Davide Castiglioni, nel corso
dell’incontro al Mise. “Il piano per noi è solo un punto di partenza e il ministero è a
disposizione per mettere in campo tutte le azioni necessarie”, ha rimarcato il Ministro.
Sotto la sede del Mise hanno manifestato 700 lavoratori di Caserta. Presenti il Governatore delle Marche Gian Mario Spacca e il Sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola.
Il tavolo per il negoziato sul piano industriale ripartirà dal ministero dello Sviluppo
Economico: sono già stati fissati in calendario altri due appuntamenti di confronto
tra governo, azienda e sindacati per il 5 e l’8 maggio. Si attendono le contromisure da
adottare per la messa in sicurezza dell’unità produttiva, ma sembrano esserci i margini
per la trattativa. L’incontro al Mise di lunedì è dunque solo il primo di una serie che
si preannuncia lunga.
Uno sguardo aperto alla realtà
"Se un lavoratore perde il lavoro ci aiuta ad uscire da questa fase
è come se lo perdessero tutti"
Q
uesto è il tempo in cui siamo tutti chiamati a crescere e non a diminuire,
a dare e non a togliere. Il futuro di questa nostra terra così disastrata
in questo periodo è nelle mani di coloro che rischiano nel positivo, nel
custodire il posto di lavoro per le persone, nel tenere unite le famiglie.
La notizia di esuberi nella Whirlpool, la ex Indesit, mi preoccupa e mi sorprende.
Coloro che hanno ricevuto questa azienda, nata dalla passione di coloro che hanno
amato e valorizzato le persone e il territorio, sono chiamati a rispettare questa storia.
La salvezza dei posti di lavoro è la salvezza delle persone e un’azienda cresce con
le persone. Amici che siete venuti a Fabriano per continuare un’opera, ascoltate il
nostro grido, la paura dei nostri lavoratori, le preoccupazioni delle nostre famiglie.
Non alimentate “la cultura della scarto” (Papa Francesco). Ascoltate questo accorato
appello del Pastore di questo territorio Fabrianese. Nel vostro futuro ci siamo anche
noi, nessuno deve essere escluso: se un lavoratore perde il lavoro, perdiamo tutti.
Non è retorica, è realismo; è umanesimo nuovo; è la civiltà dell’amore portata dal
cristianesimo. Il Vescovo e la Chiesa di Fabriano-Matelica si mettono a disposizione
perché il dialogo vinca sulle trattative; perché i lavoratori siano messi al centro di
ogni realtà di lavoro: essi sono il cuore e la ragione di una azienda, ed anche di una
economia sana, che non “uccide” (Papa Francesco). Come comunità cristiana non
vogliamo più questa opposizione o parallelismo tra chi dirige e chi lavora. La diocesi
invita tutti a pregare e a compiere i gesti di amicizia cristiana per questa situazione
che crea problema nel territorio. Il Vescovo, i sacerdoti e i fedeli si mettono in preghiera perché vinca l’amore vero, che è la radice di ogni buona economia e di ogni
vera azienda umana. Ringrazio tutti coloro che accoglieranno questo mio accorato
appello e questa mia piena disponibilità a collaborare.
+Giancarlo Vecerrica, Vescovo di Fabriano-Matelica
Quando mi è stato chiesto
di scrivere questo pezzo,
oltre a rendermi contento,
mi ha fatto fare un viaggio
indietro nel tempo e tornare
con la mente a quella calda
estate del 2013, se non altro
per l’argomento trattato,
l’allora Indesit e l’odierna
Whirlpool. Anche allora
scrissi su queste colonne e
ancora oggi ricordo il titolo
di quel pezzo: “E’ Melano
story” e ancor più rammento
con piacere i successivi complimenti di tante persone tra
cui tanti colleghi di lavoro
che erano rimasti colpiti
dalle mie parole, parole che
venivano dal mio cuore,
dalla mia anima, una dichiarazione d’amore per un
luogo nel quale ho trascorso
oltre la metà della mia vita,
che dandomi la possibilità
di lavorare mi ha permesso
di crescere e realizzarmi,
anche grazie al ruolo di
sindacalista, in un momento brutto per noi, come
l’annunciata chiusura dello
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Sono un veterano della Indesit-Merloni e figlio di merloniano. Ho lavorato in questa azienda
per 25 anni in due distinti momenti storici. L’azienda ha saputo sempre affrontare e vincere
importanti sfide che le hanno permesso in pochi anni di diventare leader europea nel settore
degli elettrodomestici. Vittorio Merloni ne è stato l’artefice. Indesit era diventata un’azienda
modello come poche dove si coniugava alla perfezione business, internazionalità e benessere
lavorativo. E ve lo dice uno che di aziende ne ha conosciute diverse dal di dentro e dal di
fuori. Di questo dobbiamo esserne tutti grati. In giro si dice (e condivido) che forse questa
storia sarebbe potuta andare a finire in modo diverso con un po’ più di senso di responsabilità di chi è venuto dopo. E’ finita una bella storia. Oggi, a ragione, chi guida è Whirlpool
con approccio da vera multinazionale che a fatica si coniuga con la cultura Indesit, ma che
risponde alle migliori logiche economiche e di sostenibilità nel tempo del business. Questa
è la realtà con cui fare i conti. Opportunità per alcuni, mal di pancia più o meno forte per
altri. Come starci di fronte? Certamente salvando tutto il salvabile in termini di occupazione, aiutando coloro che sono più deboli in questo momento, in uno sguardo per quanto
possibile unitario al di là dei regionalismi o dei livelli gerarchici. Fondamentalmente però
ci sono due possibilità diverse ed opposte di vivere questa faticosa situazione: la prima è la
recriminazione ed il lamento da corridoio o subire passivamente la circostanza. Ciò porta a
frustrazione e violenza. La seconda è che questa situazione scomoda ci spinga a porci delle
domande su quanto responsabilmente stiamo vivendo questa fase della nostra vita lavorativa:
cosa cerchiamo veramente? Cosa desidera veramente il mio cuore e mi rende felice? Il nostro
bisogno vero è lo stesso dell’operaio di Caserta e del naufrago extracomunitario. Niente di
tutto quello che potremmo comunque ottenere basta a riempire il desiderio di pienezza che
ci troviamo addosso. Come c’è chiesto di cambiare, per esempio, nell’opportunità di una
fase transitoria che ci permette di rivedere come lavoriamo, le nostre competenze? Magari
confrontandosi con la nuova situazione in una compagnia di amici e non da soli. In questo
momento solo uno sguardo umano aperto a tutta la realtà, quindi fondato su Cristo, ci può
aiutare ad uscire da questa difficile fase e quindi a vivere da protagonisti all’altezza del
nostro io.
Daniele Dolce, Direttore Pastorale del Lavoro della Diocesi Fabriano-Matelica
Doloroso cancellare un pezzo di storia
stabilimento di Melano. Poi
sappiamo come andò a finire
la storia. Al termine di quei
giorni, di quelle settimane,
di quei mesi di lotta, ognuno dei quali passati a dare
ai colleghi, anche a chi ti
confidava le paure e le ansie
del momento, una speranza,
anche se io nel mio piccolo
ne avrei avuto tanto bisogno
e seppure tra mille incertezze
ed incognite Melano rimase
aperta. In tanti lo davano
per spacciato comunque,
soprattutto anche alla luce
della successiva acquisizione
della Whirlpool. Ma io ho
sempre creduto che avremmo potuto sovvertire ogni
difficoltà e riscrivere una
storia che tante, troppe volte
sembrava scontatamente già
scritta. Eppure in questi giorni in cui la Whirlpool sembra
avere fatto una scelta decisa
e precisa, e questa volta
positiva, sul futuro della
“nostra” fabbrica, le parole
non escono con la stessa
semplicità e facilità di allora.
Non perché non ci sia soddisfazione, ci mancherebbe
altro, inutile essere ipocriti,
ma per tutto quanto ruota
intorno a questa vicenda e su
quanto annunciato nel piano
Italia dalla multinazionale
americana. La disperazione sui volti e nei gesti dei
colleghi di Caserta, perché
sull’orlo del baratro della
perdita del posto di lavoro,
in un territorio fortemente
deindustrializzato e in cui si
può facilmente cadere preda
della malavita, è la stessa
dipinta sui volti dei miei
colleghi allora. Un film già
visto, parole già tristemente
sentite, che avresti preferito
non rivivere più. Ma anche
perché vedere cancellato un
pezzo di storia di Fabriano,
come quello racchiuso nello
stabilimento di Albacina,
luogo simbolo dell’epopea
merloniana è dolorosissimo.
La delusione, la rabbia, la
determinazione sono sempre
le stesse, ma a volte non riescono a sovvertire gli eventi,
a volte aberranti figli di una
feroce e spietata economia
globalizzata, la cui onda
lunga e ineluttabile, e sempre
più spesso non ha riguardo
per la storia industriale, ma
anche umana di un territorio,
di una collettività, tanto da
cancellarne la sua identità.
Quell’identità che a volte anche la durezza della catena di
montaggio, sapeva regalarti,
insieme alla consapevolezza
di avere un bene prezioso e
purtroppo sempre più raro:
il lavoro.
Stefano Balestra
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E’ uno splendore ed ha solo 6 anni.
Maschio, dolce, pacato, bello, bravo con
i bambini, con i cani e i gatti. Rischia il
canile e pensiamo che se lo meriti?
Cerchiamo per lui una famiglia che lo
tenga per sempre e che apprezzi le sue
qualità.
Si regala per seria adozione. Aiutateci a
trovare per lui una casa sicura.
Grazie. 3381159663
Soundsick, un premio musicale:
il contest rock e poi... Sanremo
“Da ieri sera sappiamo che Fabriano, in
provincia di Ancona, non esporta solo
carta e quaderni,
ma anche un sound
d’impatto, un’onda
d’urto sotto il nome di Soundsick, il trio che si è aggiudicato il “contest” Rock in the Casbah 2015, l’unico concorso
che mette in palio un “live” sul palco di San Costanzo,
a Rock in the Casbah, una rassegna ormai storica con i
suoi 16 anni di vita” - così scriveva un editoriale ligure
a margine di una applauditissima rassegna musicale. Il
riferimento è al gruppo fabrianese Soundsick appunto,
composto da Ilario Onibokun, chitarra e voce, Valentino
Teodori, chitarra basso e voce e Alexander Onibokun,
percussioni e voce, non nuovi a successi del genere in
tanti anni di strenua passione ed impegno nel proporre
seriamente i loro generi musicali, che vanno dal rock alternativo, al post grunge, al posto rock, al psichedelico. Il trio
si è aggiudicato dunque il “Contest” ed ora, nel prossimo agosto, potrà presentarsi sul palco di San Costanzo di
Sanremo per il famoso “Rock in the Casbash”, una vetrina unica per tante realtà emergenti. Il gruppo di Fabriano
ha vinto la finale al Babilonia di Cervo. Sono stati i più votati sommando le preferenze della giuria (composta
da: due membri dell’Associazione Fare Musica, un membro dello Spazio Autogestito Babilonia, Ramon Gabardi,
cantautore e speaker radiofonico, Pietro Zampedroni, giornalista, Marco Vallarino, giornalista, Larry Camarda,
direttore artistico, Simone Parisi Radiomandrake, speaker e dj, Encio Cioffi, membro dell’Associazione Fare
Musica e batterista) a quelle del pubblico presente alla serata decisiva. Insieme a loro si sono esibiti in finale gli
Øle RØmer & the Speed of Light e Il Disordine della Domenica, piazzati rispettivamente al secondo e al terzo
posto. I Soundsick hanno vinto anche grazie il voto del pubblico con 12 preferenze, Øle Rømer al secondo
posto con 10, Il Disordine della Domenica terzo con 8. Totale: Soundsick 102, Øle Rømer 80, Il Disordine della
Domenica 71.Una nuova grande soddisfazione per Valentino, Ilario ed Alexander, che ora puntano con decisione
verso Sanremo. La manifestazione è stata ideata nel 2000, da un’idea della Ratamacue Band, è dedicato alla
musica originale, che, spesso non trova spazio nei consueti canali musicali, si svolge nella suggestiva Pigna di
Sanremo, il centro storico dell città dei fiori. Un luogo e un festival che rimane nel cuore del pubblico e degli
artisti per sempre. «Rock in the Casbah» ha ospitato, negli anni, bands come Skiantos, Meganoidi, Alberto
Fortis, Frankie Hi Nrg Mc, Baustelle, Tonino Carotone, Arpioni, Linea 77, Tre Allegri Ragazzi Morti, Casinò
Royale, Almamegretta, Marlene Kuntz, Adam Bomb, Zen Circus, Punkreas, Perturbazione, oltre a decine di
artisti e bands emergenti, rivelandosi il festival rock più amato e longevo della Riviera di Ponente. I vincitori
delle scorse edizioni sono stati, nel 2013 I Brillantina Sprint e, nel 2014 I Dead Man’s Miracle.
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L'Azione 2 MAGGIO 2015
A sinistra l'affresco
"L'albero della vita"
di Lorenzo Salimbeni;
a destra l'entrata dell'oratorio
>CRONACA
La bellezza
e la trascuratezza
di un ambiente
definito il "tesoro nascosto"
Appelli caduti nel vuoto
L'Oratorio dei Beati Becchetti necessita ancora di un intervento di restauro
di ALESSANDRO MOSCÈ
D
ue anni fa “L’Azione”,
di questi tempi, lanciò
un appello affinché ci si
prodigasse, enti pubblici
e privati, per salvare il bellissimo
Oratorio dei Beati Becchetti. La
struttura, come è noto, è situata nel
chiostro della chiesa di Sant’Agostino. “Da Giotto a Gentile”, la grande
mostra-evento della Fondazione
Carifac a cura di Vittorio Sgarbi, ha
consentito, quantomeno, di esporre
i pregevoli legni dell’oratorio al
fianco di importanti capolavori
internazionali. Ma se ci si reca
sul posto, definito dai fabrianesi il
“tesoro nascosto”, lo spettacolo non
è dei migliori. Ancora una volta si
nota che due lati sono utilizzati a
deposito di materiale ospedaliero.
Sotto l’antico portale vengono
ammassati registri con annotazioni
infermieristiche. In fondo al portico, a un metro dalla porticina del
vecchio obitorio, l’ingresso è datato
1400. Per anni e anni migliaia di
persone sono passate senza mai
accorgersi della lapide a ricordo del
primo luogo di sepoltura dei beati
fabrianesi. Una volta tornati dalla
Terra Santa, i due fratelli, nel 1393,
folgorati dalla bellezza spirituale
della terra di Gesù, riprodussero
nell’oratorio il Santo Sepolcro di
Gerusalemme. Il luogo necessita
assolutamente di un restauro. Al
piano di sotto sorge una piccola
cripta con la tomba dei due frati agostiniani. L’intento dei Becchetti era
di offrire ai fabrianesi la suggestione
e il dramma dell’ascesa al calvario,
collocando all’interno dell’area una
rappresentazione lignea. Al centro la
scalinata con dodici gradini, l’altare
centrale del Golgota con affreschi di
Lorenzo Salimbeni di San Severino
dal titolo "L’albero della vita". A
dominare la scena del XIV secolo,
era la figura del Cristo Crocifisso,
profondamente umana, con lineamenti dolci e gracili. Da un arco
in pietra si entra nel chiostro, dove
nella parete sopravvive un portale
in pietra del XIV secolo decorato
con una fascia a zig zag e con una
croce al vertice. Un’iconografia che
meriterebbe di essere valorizzata e
inserita nei percorsi di visita della
città. Da segnalare un blitz di qualche tempo fa guidato dallo storico
e critico d’arte Giampiero Donnini,
con una cinquantina di appassionati,
dal quale scaturì un reportage volto
proprio a mettere in luce la bellezza
e la trascuratezza dell’ambiente. Ma
il segnale, finora, è caduto nel vuoto.
Il centro diventa un "acquarello" da record
Cala il sipario su “Fabriano InAcquarello”, la grande kermesse internazionale dedicata all’acquarello. 27 comunità artistiche, 40 paesi dai cinque
continenti ed oltre 700 opere allestite in 10 location storiche fabrianesi:
Museo della carta e filigrana, Santa Lucia, il complesso storico delle cartiere
Miliani, l’Oratorio del Gonfalone, il Ridotto del Teatro Gentile, il complesso delle “Enrico Fermi” e la Galleria delle Arti. Sin dal primo giorno
di apertura gli artisti di tutte le comunità hanno iniziato ad affollare la città
della carta, colorandola di passione ed amore per l’acquarello. Dalla gioiosa
“rumorosità” della comunità artistica pakistana, orgogliosa di portare la
propria bandiera artistica al di fuori dei confini nazionali, alla precisione
tecnica delle comunità olandese e belga: questi alcuni degli ingredienti che
stanno caratterizzato le giornate dell’esposizione fabrianese. Migliaia sono
stati i visitatori che si sono soffermati ad osservare le oltre settecento opere
arrivate da ogni parte del mondo, rimanendo catturati dall’arte dei maestri
acquarellisti: occhi intensi, scorci suggestivi ed una attenzione assoluta ai
dettagli. Nei primi due giorni di manifestazione moltissimi sono stati gli
artisti “nascosti” in ogni angolo, “armati di tutto punto”, pronti a catturare
ogni minimo dettaglio o alle prese con convegni e dimostrazioni presso le
cartiere storiche o presso la biblioteca multimediale “Romualdo Sassi”.
Attività pensate per far conoscere cosa significhi dipingere con questo
stile, ma anche una grande occasione per far conoscere agli artisti i segreti
della carta fatta a mano e quella industriale, svelando anche la bellezza
dell’archivio storico della Fondazione Fedrigoni Istocarta. Tra le attività
non strettamente legate all'acquarello da citare la serata di venerdì in piazza
del Comune, dedicata alla città e a tutti gli artisti accompagnata dalle note
del saltarello marchigiano. Una comunità unica, artisti e fabrianesi, unita
dalle note della tradizione musicale e culturale di una terra laboriosa e dalla
radici culturali profonde. Ha concluso la manifestazione la realizzazione
dell’acquarello più grande del mondo. Un rotolo di carta di oltre 10 metri
e diverse decine di maestri acquarellisti si sono messi all’opera sin dalla
prima mattina per completare la complessa opera d’arte. I maestri internazionali, pennelli alla mano, si sono impegnati nel riprodurre il centro
storico fabrianese donando colori nuovi a mura ormai diventate familiari
dopo tre giorni di permanenza. Un lavoro gomito a gomito ai piedi del
loggiato San Francesco, accompagnato dagli sguardi dei tanti curiosi che
si fermavano ad ammirare la creazione dell’opera. Scorci del palazzo del
Podestà, di palazzo Chiavelli e di tutta la piazza del Comune sono state rese
nei minimi dettagli, cogliendo sfumature uniche, e particolarità che forse
neanche i fabrianesi sarebbero stati capaci di notare dopo tanti anni in città.
Saverio Spadavecchia
taccuino
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>FABRIANO<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Via alle fiere multiaziendali
Tra gli obiettivi di Urbani per rilanciare il nostro territorio
di GIGLIOLA MARINELLI
U
n territorio, il nostro,
fortemente colpito dalla crisi, un’emergenza
povertà che segnala un
aumento di “nuovi poveri“ anche nel
nostro comprensorio. Ne abbiamo
parlato questa settimana con Urbano Urbani, presidente di Airforce
e di Made in Fabriano Academy,
consigliere comunale, imprenditore
che ci aiuterà a comprendere quali
progetti sono necessari per cercare
di fronteggiare questo periodo di
forte disagio economico e sociale.
Urbani, il nostro territorio sta
affrontando una crisi economica ed occupazionale che riporta
dati inquietanti. Cosa dobbiamo
aspettarci nel breve periodo?
La situazione del nostro territorio è
estremamente grave e preoccupante.
Una crisi come questa potrebbe
essere paragonata a crisi mondiali
vissute anche nel secolo scorso e
solo la volontà congiunta di tutte le
forze sociali e politiche può modificare. Le divisioni non servono. Le
idee possono nascere nei momenti
difficili e ribaltare una situazione
negativa. Sono la volontà e la forza
congiunta a dare corpo e vita ad
un’idea. L’emergenza sociale sta
esplodendo e qui il compito delle
istituzioni deve essere chiaro e rispettoso. Aiutare sì, ma aiutare chi
veramente vive in difficoltà. A volte
i documenti, le dichiarazioni, lo
stato Isee non rappresentano lo stato
reale del bisogno. Voglio ricordare
quello che è stato smascherato in
un campo nomadi finanziato con
soldi pubblici, dove diciassette
famiglie “povere” avevano quasi
quattro milioni di euro depositati
in banca. Chiaramente questa non
sarà la situazione del nostro territorio, ma l’attenzione deve essere
alta. Il Fondo di Solidarietà istituito
dall’amministrazione Sorci non è
riuscito a distribuire tutti i soldi a
disposizione. Molti che avevano
fatto domanda non avevano le caratteristiche per ottenere un contributo.
Cosa significa? Era un’abitudine?
Domandiamocelo e nello stesso
tempo controlliamo.
Parliamo dell’ambizioso progetto
“Fabriano Fabbrica Etica” da lei
fortemente voluto: può spiegarci
in cosa consiste e quali sono gli
obiettivi principali che si propone?
Il progetto “Fabriano Fabbrica Etica” è un’idea che mira alla richiesta
di una Zona Economica Speciale
(Zes) perché è il momento opportuno per richiederla ed ottenerla. Il
progetto mira a creare le condizioni
per una competitività etica, favorendo la rilocalizzazione e creando
nuove attività nel comprensorio.
Questo potrà ridare economia a tutti
gli attori di un sistema industriale,
artigianale, commerciale, turistico,
agricolo e sociale, perché il progetto
non esclude nessuno. E’ stato presentato ed approvato in Consiglio
comunale ed è stato incaricato il
sottoscritto di guidare un gruppo di
lavoro per trasformare l’idea in un
programma tecnico da presentare,
assieme con le associazioni di categoria, al Mise (Ministero per lo
Sviluppo Economico).
La storia economica di Fabriano
è stata costruita da artigiani ed
imprenditori coraggiosi: si riesce
attualmente a creare un sistema
di reti e sinergie tra imprenditori,
artigiani ed amministratori volto
a risollevare il territorio?
La storia economica di Fabriano
è sì caratterizzata da imprenditori
coraggiosi e da tanti artigiani che
A MODO MIO
a cura di Luciano Gambucci
Toaff, perfido giudeo, fratello maggiore
Avrebbe raggiunto il
secolo di vita proprio in
questi giorni essendo
nato a Livorno il 30 aprile
del 1915. Era figlio del
rabbino Alfredo, guida
della ricca e numerosa
comunità israelitica della
città portuale toscana.
Aveva avuto una solida
formazione sia al Collegio rabbinico della città
natale sia all’Università di Pisa dove si era laureato in
giurisprudenza. Un ebreo di cultura, quindi, proveniente
da una storia lontana, ma un italiano come molti altri,
preparato, affidabile.
Elio Toaff se ne è andato quasi in punta di piedi ma dopo
aver attraversato da protagonista la storia italiana degli
ultimi cento anni guidando a lungo, molto a lungo, gli
ebrei della diaspora e subendo le leggi razziali emanate
dal fascismo. E’ stato l’artefice principale della storica
giornata – era il 13aprile 1986 – che vide un papa,
Giovanni Paolo secondo, tornare in una sinagoga. Anzi
il primo papa della storia dopo Pietro perché mai dopo il
Cefa che Gesù indicò come capo nessun suo successore
aveva più calcato le pietre di una sinagoga.
L’anno dopo, il 1987, nel periodo natalizio, mi sono
imbattuto in una libreria in un libro fresco di stampa dal
titolo più che accattivante “Perfidi giudei, fratelli maggiori”
scritto da Elio Toaff con in copertina una enigmatica foto
del rabbino con i suoi classici e sottili baffi e pizzetto.
Lo acquistai e cominciai a leggerlo mentre in treno mi
portavo ad Ancona alla redazione del quotidiano “Il Resto
del Carlino”. Di Toaff sapevo poco o niente. Era un nome
conosciuto ma della sua vita, al momento, mi sfuggiva
praticamente tutto.
Già le prime righe erano illustrative: Toaff parlava di suo
padre allievo del poeta Pascoli e del grande rabbino
liberale Benamozegh, che all’epoca dirigeva il Collegio
rabbinico livornese dove per secoli si erano formati i più
importanti rabbini del mondo.
Lui, Elio, era stato l’ultimo studente perché nell’autunno
del 1939 il fascismo aveva chiuso il Collegio con le
vergognose leggi razziali.
Fin dalle prime pagine il capoluogo della nostra regione
appariva in primo piano perché Toaff era stato destinato
ad assumere il ruolo di rabbino della consistente comunità
ebraica di Ancona in profonda crisi e da alcuni anni senza
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guida; inoltre, avrebbe dovuto seguire anche le comunità
di Senigallia ed Urbino. L’antisemitismo montante nel capoluogo dorico, particolarmente animato dal quotidiano
locale, costrinse successivamente il rabbino, sposato
con Lia e padre del piccolo Ariel a trasferirsi a…Fabriano.
Leggendo mi tornarono in mente vaghi ricordi di una storia
che avevo sentito in casa molti anni prima perché mio
padre, dirigente unico delle Ferrovie, aveva conosciuto
Antonio Bacchi, anche lui ferroviere ed era a conoscenza
di quanto avesse rischiato pur di aiutare una famiglia in
grande difficoltà affittandogli una stanza lungo via Cavour
dove il piccolo Ariel veniva fatto dormire, addirittura, in
un cassetto del comò che veniva aperto per l’occasione.
“Il Resto del Carlino”, in quel periodo, pubblicava
settimanalmente un magazine che veniva venduto in
abbinamento con il quotidiano.
Proposi al capo redattore di approfondire la storia con la
famiglia Bacchi che accettò l’idea. Parlai telefonicamente
anche con Toaff e venne fuori una vicenda fuori dal
comune, con una Fabriano descritta con dolcezza, per i
rischi che Antonio Bacchi ed i suoi corsero nell’ospitare
i Toaff e, ancor più, ad accompagnare successivamente
la famiglia ebrea verso la Toscana. Cosa spingeva Bacchi a rischiare così tanto? Niente di particolare se non
l’impegno preso e il desiderio di essere utili!
L’ampio reportage ebbe una vasta eco anche perché il
magazine era venduto in parecchie diecine di migliaia
di copie. Da allora ho ancor più approfondito la mia
conoscenza della storia dell’ebraismo e frequento con
assiduità il ghetto ebraico di Roma magari semplicemente
per mangiare in una taverna kosher.
Il rabbino Toaff lo ho nuovamente contattato sette o otto
anni fa per invitarlo ad una ipotesi di manifestazione ma
mi venne risposto che, vista la sua avanzata età, non
partecipava più a iniziative pubbliche.
“Il perfidi giudei” del titolo è stata una espressione plurisecolare mentre “Fratelli maggiori” venne pronunciata
da Giovanni Paolo II proprio in quella visita alla sinagoga.
La prima di un papa dopo Pietro anche se papa Giovanni
XXIII a fine anni cinquanta, passando casualmente in
auto sul lungotevere dove si trova la sinagoga di Roma,
fece fermare il corteo per benedire quanti dal tempio
stavano uscendo.
Ho sempre pensato che dei nostri “fratelli maggiori”
sappiamo davvero poco nonostante la nostra cultura
abbia preso a mani piene dalla loro che quindi è la nostra.
Per capire qualcosa di più andare in libreria ed acquistare il
libro di Toaff può essere una piccola ma significativa idea.
li hanno seguiti, ma questo non è
bastato ed è sotto gli occhi di tutti.
Oggi ci sono 350 aziende che si
sono iscritte a Made In Fabriano,
che possono esprimere attraverso
questa rete il loro potenziale e
presentare i loro prodotti o servizi.
Qui, però, lasciatemi dire che il
sindaco e gli assessori hanno spesso
pensato che il Made in Fabriano
fosse un mio personale strumento.
Errore clamoroso. Made in Fabriano
anziché essere osteggiato dovrebbe
essere preso a braccetto per portare
avanti una rete di imprese rappresentativa di tanti settori. Basta con
le gelosie settoriali. Basta con le
invidie e gli sgambetti. Non è più
il momento. Dobbiamo mettere in
piedi fiere multi-aziendali, creare
gruppi di artigiani e piccole aziende che possano condividere spazi
fieristici, soprattutto all’estero, dividendo le spese e unendo le forze
per farsi conoscere al mondo intero,
utilizzando anche gli appropriati
finanziamenti erogati dall’Europa.
Attivare una scuola di formazione
artigianale ed imprenditoriale congiunta, è un altro aspetto importante.
Sento parlare spesso di start up.
Bene, uniamo tutto questo perché
con le frammentazioni non si realizzano cose importanti. Promuoviamo l’artigianato di competenza
nei mercati mondiali, sfruttando il
riconoscimento dell’Unesco “Città
Creativa”. E’ ora di muovere tutte
le leve a disposizione, altrimenti di
creativo, a Fabriano, rimarrà solo la
disoccupazione. La cultura, l’arte
ed il turismo potranno sicuramente
dare un po’ di respiro a Fabriano,
ma non saranno, secondo me, le leve
per ricollocare i seimila disoccupati,
inoccupati, cassaintegrati, specializzati nel settore manifatturiero. Attraverso riqualificazione e formazione
all’interno delle aziende.
Il premio Argignano
ora naviga on line
Il Premio “Castello di Argignano
- Riconoscimento al personaggio”
che si terrà nel prossimo mese di
luglio, ha non soltanto acceso il motore, ma ha inserito anche il… turbo.
Due le importanti novità. La prima:
è già on line il sito interattivo www.
argignano.it/premio. Uno strumento
di grande importanza per questa manifestazione che trova fondamento,
sin dalla sua istituzione (correva
l’anno 2009) nella “fabrianesità”.
Il Circolo Fenalc di Argignano ha
avuto, sin dagli esordi, il patrocinio del Comune di Fabriano e del
Circolo della Stampa Marche Press:
dal 2015 però anche un prestigioso
sodalizio come il Rotary Club di
Fabriano, ha deciso di concedere
la sua tutela. Supporto di non poco
conto quanto autorevole, giacché tra
le sue innumerevoli attività il Club
ogni anno assegna un riconoscimento a un gruppo o un’associazione per
la sua attività. Una manifestazione,
prima del genere nella nostra città,
dedicata a cittadini del capoluogo
e delle frazioni che si sono distinti
per atti, opere, attività, eventi e
quanto altro attiene le peculiarità
della sfera personale e collettiva.
Un premio, meglio ancora tangibile
segno d’identificazione, ricompensa
e lode per quanto ogni residente
illustre e non è riuscito a garantire,
nella migliore maniera, alla propria famiglia, al suo lavoro e più
in generale alla società in cui vive
e s’impegna. In altre parole si dà
lustro a tanti concittadini che hanno
avuto e avranno ruolo preminente
negli innumerevoli ambiti del vivere
quotidiano in città, nel Bel Paese e
fuori dai nostri confini. Obiettivi,
oggi, ben rappresentati e illustrati
dal portale www.argignano.it/premio, realizzato da un esperto come
Aurelio Zenobi. Dalla home page,
si ripercorre seguendo i link: albo
d’oro, ospite d’onore, Indica un
candidato e Foto Gallery, la storia
di una festa della “fabrianesità” che
da diverse edizioni ha consentito di
costruire la prima, unica quanto preziosa in termini di documentazione,
“videoteca” di nostri personaggi,
conservata, quindi fruibile negli
archivi della Biblioteca. Non è tutto,
poiché, a oggi sono già arrivati altri
consensi, sia per la categoria Senior,
sia per la categoria Junior, che va ad
infoltire la robusta lista di nomi (più
di settanta) da prendere in esame e
di conseguenza, per non lasciare
nulla d’intentato, sono iniziate le
riunioni per fluidificare un lavoro
spinoso, complesso e complesso
quale l'indicazione dei nomi da
premiare: due per ogni edizione,
più uno riservato all’ospite d’onore.
Dal 2011 ecco l'ulteriore tassello del
mosaico alla “fabrianesità”, ossia
una figura scelta tra i personaggi
che non rientrano nei parametri o
meglio nei capitolati dello Statuto
che regola l’assegnazione del Premio nelle due sezioni: Senior e Junior, ma hanno nel loro curriculum
una notorietà tutta locale, di lungo
corso e di sicuro richiamo. In buona
sostanza, l’edizione 2015 non soltanto rafforza portata e valenza di
questa rassegna, sotto il profilo dei
patrocini (amministrazione, Circolo
della Stampa Marche Press, sempre
molto attento a tutto quello che avviene nel territorio), ma si amplifica
all’ingresso del Rotary e mantiene
la volontà di contaminazione con
le realtà cittadine, poiché è saldo il
coinvolgimento del Liceo Artistico
“Mannucci” che dal bozzetto degli
alunni e dei professori, elaborerà la
pregevole scultura da consegnare ai
prescelti.
Daniele Gattucci
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L'Azione 2 MAGGIO 2015
>SPECIALE SCUOLA<
7
Buona scuola? Manca
il confronto con i genitori
di LUCA MARINI
U
na nota della dirigente
del liceo di mio figlio
informa, per via analogica (carta), non digitale
(email / registro elettronico), non
si sa mai, che la “buona” scuola ha
bisogno di risorse. Per cui i genitori
sono vivamente consigliati di versare il contributo “volontario” di 80
euro. Giusto. Ma anche una scuola
“non buona” (qual è l'aggettivo da
contrapporre a “buona” scuola?
Scuola “cattiva”? Scuola “scadente”? O semplicemente scuola “non
buona”, come se l'unico modo di
definirla sia “per viam negationis”?), una scuola “non buona” dicevamo – ha bisogno di soldi per
tirare a campare.
Tra le varie strumentalizzazioni del
dibattito sulla “buona” scuola, quello ai fini di marketing ad opera di
dirigenti strozzati dai tagli “lineari”
operati dai vari governi, è l'ultimo
ad entrare nella scena. A fin di bene,
per carità – non si vuole, in questa
sede, strumentalizzare la strumentalizzazione, ma che ci pone di fronte
al grande assente del dibattito che
anche questo giornale sta cercando
di alimentare: la partecipazione dei
genitori.
Sì, certo, il problema ricade sempre
lì – e i miei 25 non-lettori si saranno
certamente stufati – ma la questione
non cambia per il semplice fatto
che non se ne parla. La questione
di fondo è ineludibile: la scuola non
è solo il “luogo” della formazione
di una “cultura” (intesa in senso
più ampio possibile: ognuno ne dia
l'interpretazione che vuole), ma la
formazione di una personalità, di
un essere che deve interagire con i
suoi simili (zoon politikòn, animale
politico, per dirlo con Aristotele) per
essere parte integrante della società.
Tale formazione, a maggior ragione,
non può prescindere dal dualismo
scuola-famiglia, perché è appunto
la famiglia dove la personalità del
bambino prende corpo e inizia a
sperimentare i primi approcci alla
socialità. Ricercare il motivo di
questa distanza – e porvi rimedio – è
la strada maestra per la realizzazione
non solo di una “buona scuola”,
ma di qualsiasi cosa “buona” che
qualsivoglia aggregazione politica
voglia realizzare. Alla luce di queste
considerazioni, è convinzione del
sottoscritto che il dibattito attuale
è semplicemente mal posto. Come
“maestra di vita” (funzione che
Cicerone assegnava alla Storia), la
scuola non deve guardare tanto ai
contenuti, ma al contenitore. Non su
cosa insegnare, ma sul come. Non
sui mezzi, ma sul fine. E il fine non
può essere che la formazione del futuro cittadino come parte integrante
della società, società che speriamo
Bullismo: il frutto avvelenato
di una società malata
Il nascere e il sentire sono
l’inizio e la conclusione di
ogni esistenza, eventi che accomunano persone e cose in
un’innumerevole molteplicità di
forme. Questa legge unisce, in
un’unica sorte, il fiore del campo
e l’essere umano. Per l’uno e per
l’altro, un microscopico seme
racchiude tutta la potenzialità
del suo divenire che, però, sarà
condizionato dall’ambiente in
07 fabriano.indd 2
cui ha l’avventura di nascere e vivere. Il bravo agricoltore sa come
preparare la terra “ne irriga i solchi,
ne spiana le zolle, la bagna con le
piogge e benedice i suoi germogli”
per salvarli dalle erbacce: solo così
potrà godere i frutti del suo lavoro.
Nella comunità civile a chi spetta
il compito di tutelare, proteggere,
guidare, “bonificare” l’ambiente
dalle epidemie di varia natura,
dall’intossicazione dell’aria e del
cibo? Ai genitori? Certamente, ma
dato che l’avvenire di un bimbo,
il futuro uomo, contribuirà in positivo o in negativo al benessere
e al progresso della comunità cui
appartiene, è proprio questa comunità che ha il compito e il dovere
di creare le condizioni favorevoli
al suo sviluppo fisico, culturale e
sociale: nidi, scuole, palestre ma,
soprattutto ordine pubblico, tutela e
miglioramento di quanto di prege-
sia più giusta e, soprattutto, meno
corrotta.
E, dunque, il dibattito sulla buona
scuola sfocia – e non poteva essere
altrimenti – nel dibattito sulla buona società. Le recenti inchieste su
episodi di malaffare e corruzione,
non ultima quella su Mafia Capitale,
hanno dimostrato che il degrado
della società italiana ha raggiunto –
come la crisi economica d'altronde
– il punto di non ritorno. Ma non
perché, come dice Marcello Veneziani sul “Corriere della Sera” la politica ha perso le motivazioni che la
muovono, ma perché i cittadini che
fanno politica (e anche quelli che
non la fanno) hanno perso il senso
civico senza il quale in consorzio
vole esiste nel territorio, contrasto
al gioco d’azzardo, lotta decisa
all’uso e tanto più allo spaccio di
droghe. Ai preposti dell’ordine pubblico spetta una sorveglianza attenta
che sanzioni, senza incertezze, ogni
violazione delle regole esistenti. E
i genitori? Sono indubbiamente i
primi a dover educare i figli, fin da
piccolissimi, al rispetto di alcune
regole, poche ma da non trasgredire
per non sottostare ad una sia pur
piccola punizione. Atti di prepotenza, parolacce non dovranno essere
consentiti; apprezzati e lodati gesti
di gentilezza e sincerità. E’ certo
più facile tollerare, sorridendo,
ogni capriccio, ma ne risulterebbe, per il piccolo, l’abitudine a
tutto ottenere, che poi sarà molto
difficile regolare. Nel difficile e
umano – inteso come equilibrio di
diritti e doveri – non si può reggere.
La scuola non fa eccezione. Anzi,
come specchio della società, ne fa
da cartina al tornasole. La famiglia
– dicevamo – è la grande assente
nel dibattito sulla scuola (almeno
su queste colonne), per il semplice
fatto che il problema scuola “non
esiste”.
C'è un disinteresse di fondo dei
genitori, che rende vano o diluisce di molto l'efficacia formativa
della scuola. In definitiva, come
il fine ultimo dell'educazione è la
consapevolezza, affinché i nostri
ragazzi possano fare scelte responsabili, il fine ultimo della scuola
è di dare strumenti affinché tale
consapevolezza possa esprimersi.
Non importa quali studi i nostri
figli vorranno intraprendere, quale
percorso formativo abbracceranno,
quale lavoro o professione svolgeranno. Non importa quali saranno
i loro interessi o il loro hobby, in
quale paese andranno a vivere. Se
avremo dato loro gli strumenti per
navigare nelle acque procellose
della vita con serietà e onestà, con
correttezza e giudizio, forse allora
gli sforzi congiunti della “buona
scuola” e della “buona famiglia”
avranno avuto successo. Solo allora
il dibattito sulla buona scuola potrà
dirsi concluso.
delicatissimo compito dell’educare, è indispensabile la stretta
collaborazione, in una particolarissima forma di alleanza,
tra la Famiglia e la Scuola, da
concretizzare con lealtà e verità
(il proprio figlio non è sempre
il più corretto, né sempre è
perfetto il docente) nel rispetto
dei diversi ruoli di competenza,
ma con la passione e la tenacia
richieste dalla meta comune da
perseguire. Famiglia e Scuola,
insieme, hanno il diritto e più
ancora il dovere di chiedere agli
enti locali reale attenzione alle
necessità della Scuola anche
rendendo accogliente, ordinato,
direi educante, il contesto civile
in cui vive.
Adele Gioia
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>FABRIANO<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
I nuovi mestieri dei giovani
Una stimolante mostra per la festa di San Giuseppe Lavoratore
I
di ELISA PALLOTTA
l 1° maggio, nella parrocchia
di San Giuseppe Lavoratore,
in occasione della festa del
Santo protettore dei lavoratori,
sarà esposta una mostra fotografica
su un tema attuale e stimolante: i
nuovi mestieri dei giovani a Fabriano, dal titolo “Non mi lamento. Mi
invento!”. Ce ne parla don Tonino
Lasconi, parroco di San Giuseppe
e vicario episcopale della diocesi
Fabriano-Matelica: “Tutti gli anni,
per la festa di San Giuseppe, patrono dei lavoratori, ci proponiamo
di dare spazio alla creatività e
all’operosità della gente riflettendo
sul tema del lavoro. L’anno scorso
l’iniziativa sulla parrocchia creativa ha consentito a più di quaranta
parrocchiani di esporre le loro
creazioni, facendo così emergere
attitudini artistiche sconosciute
praticamente a tutti”. Quest’anno
la proposta punta a far conoscere il
lavoro di giovani fabrianesi (e del
comprensorio, ndr), che, nella scarsa offerta occupazionale che hanno
a disposizione si sono rimboccati
le maniche inventando professioni
nuove o inusuali, oppure che hanno
ripreso attività ormai abbandonate.
Questo per valorizzare il loro impegno e indicarli come stimolo sia per
quei giovani che non siamo riusciti
a contattare e ci rendiamo disponibili a qualche altra iniziativa in
tal senso”, continua don Tonino.
“L’intento della mostra è di parlare
del lavoro giovanile in un contesto
difficile sia per la scarsità delle
proposte, sia per una mentalità
che per motivi comprensibili non
è più come quella dei genitori, dei
nonni e dei bisnonni, disposti ad
affrontare lavori nuovi, passando
dalla campagna alla fabbrica, senza guardare alla fatica che questo
comportava. Vorremmo che questa
i loro coetanei, sia per la società,
l’amministrazione comunale e la
burocrazia. L’idea è nata nel Consiglio pastorale a festa ormai vicina
(ma si sa come sono le idee, anche
le migliori, a volte arrivano quando
vogliono), perciò quasi impossibile
da realizzare. “Per fortuna ci siamo
potuti rivolgere al Fotoclub Arti
Visive che ha accettato nonostante
i tempi ristretti, ed è riuscito con
professionalità a organizzare il tutto”, riferisce don Tonino Lasconi.
La ricerca dei giovani che hanno
intrapreso questi “nuovi” mestieri
è stata fatta empiricamente, per co-
mostra stimoli fortemente e incoraggi i giovani nella loro ricerca e
attività lavorativa, semplificando
la burocrazia e agevolando i costi iniziali, rendendoli proprio a
portata di giovane”. La mostra si
compone di circa 70 foto, realizzate e allestite dal Fotoclub e sarà
ospitata nel teatrino della parrocchia. Sarà aperta a tutti da giovedì
30 aprile alle 17, e per il mese di
maggio il sabato dalle 16 alle 19 e
la domenica mattina prima e dopo
le celebrazioni, dalle 9.45 alle 13.
Il pomeriggio dalle 16 alle 19.
noscenza. Io conosco un falegname,
io un marmista, io un calzolaio”.
In questa catena di conoscenze
sono stati rintracciati e fotografati
tanti giovani alle prese con il loro
mestiere: agricoltori, restauratori di
statue, restauratori del legno, calzolai, marmisti, falegnami ecc. C’è
anche chi fa la scuola di circo, chi
l’apicoltore, chi produce birra artigianale, chi fa montaggi di video,
chi il parrucchiere. Purtroppo, non
avendo avuto il tempo di fare una
ricerca a tappeto, sicuramente è stata lasciata fuori qualche esperienza
interessante. “Ci scusiamo con tutti
25 aprile presso i cippi commemorativi del territorio
70 anni di libertà, 70 anni dalla liberazione dalla barbarie nazifascista: una giornata che anche Fabriano ha voluto
ricordare intensamente. Un programma partito pochi giorni fa con la commemorazione del “partigiano senza
armi” Engles Profili, culminato nella giornata di sabato 25 aprile con la deposizione di tre corone di alloro presso
il loggiato San Francesco, il monumento ai Caduti di tutte le guerre ed infine al monumento alla Resistenza. Il 22
aprile scorso molti fabrianesi si sono ritrovati a Cancelli per ricordare la figura del medico ed il collegamento tra
il Cln, gruppi partigiani e i Gap, ammazzato dai nazifascisti 71 anni fa dopo essere stato catturato e torturato. La
giornata del 25 aprile è invece partita nella primissima mattinata con la deposizione delle corone di alloro presso
i cippi commemorativi di Vallina, Albacina, San Donato e del bivio di Nebbiano. Diverse centinaia di fabrianesi
hanno poi seguito il corteo partito da Piazza del Comune alla volta dei monumenti dei giardini pubblici, seguendo
con emozione la banda cittadina. Forte il richiamo del primo cittadino Giancarlo Sagramola nel ricordare i valori
sbocciati quel 25 aprile di 70 anni fa, mettendo in prima fila l’impegno dei più giovani nel difendere con passione
quella libertà conquistata nella guerra di liberazione. Anche il presidente della sezione dell’Anpi fabrianese Giacomo Scortichini ha posto l’accento sulla libertà riconquistata grazie al sacrificio di tantissime donne e uomini
che si schierarono contro la violenza dei nazisti e dei fascisti. Così come forte è stato il richiamo all’unità per
uscire dalle crisi (economica e morale in primis) che sta affliggendo l’Italia: “Sono fiero di vivere in Italia, forse
mai come ora. Sono contento di appartenere a questo popolo stremato e fragile, ma così tanto vicino alla vita –
ha concluso Giacomo Scortichini - la fragilità è la condizione umana; i nuovi ricchi di questa Europa, i nostri
opulenti dirimpettai, con i ventri obesi e i cuori a forma di salvadanai come diceva Fabrizio De Andrè. Noi siamo
un grande popolo nonostante il colpevole disinteresse delle migliori anime e menti del Paese, che sembrano non
avvertire la gravità del loro disimpegno. Adesso è giunto il vostro tempo, intellettuali, uomini di pensiero, uomini
di scienza, ci appelliamo alla vostra generosità per uscire da questo smarrimento. Insieme, fianco a fianco, operare
nell’interesse del Paese, rimettere le cose al loro posto per cercare il bene comune”.
Saverio Spadavecchia
BREVI DA FABRIANO
~ IL gAtto, stAndo soLo, mIAgoLAvA
Cerreto d’Esi, via Roma, 16 aprile ore 18.15. Un gatto di razza,
chiuso in casa perché i proprietari si erano assentati da due
giorni, si lamentava e qualcuno chiamava i VdF. Costoro, notando il gatto presso una finestra con una grata che miagola
placidamente, non intervengono. Poi, quando stanno per venir
via, giungono i proprietari della casa che aprono il portone e si
prendono cura del gatto.
~ scontro Auto-motocArro
Via Martiri della Libertà, 19 aprile ore 21.30. Nelle vicinanze
della rotatoria, scontro tra un motocarro guidato da un 16enne
ed un’Alfa 147 condotta da un altro giovane. Accorrono il 118,
Polstrada e VdF e il 16enne viene trasportato all’ospedale per
medicazioni e controlli; invece l’autista dell’auto risulta illeso.
~ BrontoLone
Giardini Regina Margherita, 26 aprile. Da una settimana sono
sbarrati con transenne metalliche i gabinetti pubblici con 4 posti
e situati presso la rotatoria del Piano. Sembra che i servizi igienici
siano intasati, ma alcuni, avendo urgenze, hanno spostato gli
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ostacoli e la gente usufruisce del servizio intasandolo maggiormente. Lì vicino c’è il Museo della Carta che accoglie turisti giunti
da tutta Italia e che scesi da bus o autovetture hanno bisogno dei
wc. Perché non si provvede?
~ BImBA cAprIccIosA
Fabriano 24 aprile, ore 20. Una bambina di 10 anni litiga per un
capriccio con la madre al supermercato in cui si trovava con i
genitori. Poco dopo i due la cercano in tutto il negozio, ma non la
trovano. Fuori incontrano una pattuglia di Carabinieri e chiedono
aiuto. Dopo circa mezz’ora, le Forze dell'Ordine rintracciano la
bambina che stava camminando sul marciapiede e lei piangendo
confessa il litigio con la mamma, e che era diretta verso casa. E
tutto finisce con abbracci, lacrime di perdono e di gioia.
~ BArA vuotA In gIArdIno
Viale XIII Luglio, 22 aprile. Nel giardino di una casa disabitata,
operatori di Anconaambiente notano una bara di legno e chiamano
la Polizia di Stato e la Polizia Municipale. Fatto aprire il possibile
contenitore di salma, si nota che è vuoto ed è privo di lastre di
zinco. Indagini in corso.
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L'Azione 2 MAGGIO 2015
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>FABRIANO<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Una Fondazione per Guelfo
Mostre, convegni e seminari nel ricordo dell'artista fabrianese
di ELISABETTA MONTI
N
asce a Fabriano la Fondazione Museo Guelfo.
La città della carta si
arricchisce così di una
nuova e importante istituzione
mirata allo sviluppo di iniziative di
alto valore culturale e sociale. La
presentazione ufficiale alla città è
fissata per sabato 16 maggio alle
ore 11 presso la Cattedrale in occasione della festività di S. Venanzio.
Nella stessa mattinata sarà offerta,
inoltre, la pubblicazione “Arte di
Guelfo in Cattedrale. Omaggio a
San Giovanni Paolo II” (Claudio
Ciabochi Editore). La nuova Fondazione nasce in memoria del Maestro
Guelfo Bianchini (nato a Fabriano
nel 1937 e deceduto a Roma nel
1997) per forte volontà della sorella, la prof.ssa Marisa Bianchini,
presidente, per l’appunto, dell’isti-
tuzione stessa. Partner della
Fondazione la Regione Marche, il Comune di Fabriano,
il Comune di Sassoferrato, il
Comune di Matelica, la Fondazione Cassa di Risparmio
di Fabriano e Cupramontana,
Francesca Merloni, direttore
artistico di Poiesis, il Museo
Diocesano di Fabriano – Matelica, l’Università Popolare
di Fabriano, il Monastero
di San Silvestro Abate, lo
Studio Storico L’Orologio
di Roma, il Centro Studi Marche di
Roma. Tra gli scopi della Fondazione Museo Guelfo (che ha ottenuto
il riconoscimento giuridico dalla
Regione Marche) la promozione
di mostre (di pittura, fotografiche,
di scultura, ecc…), convegni, tavole rotonde, seminari, iniziative
per la tutela dei beni ambientali e
architettonici, congressi, manifesta-
zioni culturali, iniziative editoriali,
ma anche borse di studio rivolte a
giovani particolarmente versati nel
campo artistico. Obiettivo primario
è quello di salvaguardare e tutelare il patrimonio della Collezione
“Museo Guelfo” costituita da opere
su carta di artisti di fama internazionale. Una collezione considerata
degna di grande interesse
da parte del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali
e che costituisce per la Regione Marche un rarissimo
esempio di raccolta di opere
originali di arte grafica, di
grandi maestri internazionali,
moderni e contemporanei,
dall’Impressionismo francese
al Surrealismo, fino ai nostri
giorni. Da sempre Guelfo è
stato attratto dalla tradizione
dell’arte della carta della
sua città natale. Dopo il Premio
assegnatogli dall’Accademia di San
Luca nel 1959 l’artista ha proseguito il suo percorso e la sua ricerca di
artista collezionista, incontrando
artisti di fama internazionale come
Dalì, Afro, Arp, Bartolini, Kokoscka, Guttuso, Matta, Mirò, Chagall
e molti altri. A testimoniare questi
incontri, oltre le opere in collezione,
anche i numerosi ritratti che molti
maestri gli hanno dedicato. Con
Giorgio De Chirico in particolare ci
fu una serie di incontri e di “affinità
elettive” che sono sfociate poi nel
volume d’arte “Il Tic – Guelfo e
Giorgio De Chirico” presente nelle
più importanti Biblioteche e Musei
e in un certo numero di opere di De
Chirico confluite nella collezione
Guelfo. L’artista, nel suo percorso
professionale, non ha mai abbandonato l’idea di far “nascere” un
Museo per la sua città, tanto che
nel 1977 ha costituito legalmente
a Fabriano e a Roma l’Associazione Museo Internazionale d’Arte
Moderna - Collezione Guelfo.
Da non perdere dunque l’appuntamento del 16 maggio alle ore 11 in
Cattedrale per conoscere da vicino
questa nuova realtà pronta a dare un
nuovo impulso culturale alla città
di Fabriano.
Raf, quante emozioni al pubblico del Gentile
Raf torna ad abbracciare il pubblico fabrianese
con la “data zero” di sabato scorso del nuovo
live “Sono Io”. Due ore intense, costruite intorno ad una carriera che ha da poco superato
i trent'anni. Un tour per presentare anche una
manciata di canzoni dell’imminente nuovo
album “Sono io”, anticipato dal fortunatissimo singolo sanremese “Come una favola”.
“Voglio ringraziare tutta la città di Fabriano
per l’ospitalità, dato che sono tornato dopo 12
anni dall’ultimo allestimento – ha dichiarato
presentando l’evento Raf – è stato oggi come
allora un periodo piacevolissimo, capace di
condensare tutto il lavoro di uno o due anni
in pochissimo tempo. Ci aiuteranno questi
giorni di prova, ci hanno aiutato a svolgere
un lavoro sereno anche in vista del tour che
comprenderà anche date oltreoceano e altre
date in autunno”. Raf ha scelto Fabriano per
raccontare ancora una volta la storia di una
carriera decollata a partire dai Cafè Caracas
insieme a Ghigo Renzulli (futuro chitarrista e
leader dei Litfiba insieme a Piero Pelù), con I
mutamenti di un musicista sempre attento alle
evoluzioni della musica italiana e non. “Dai
primi anni della new-wave italiana è cambiato
il mondo e sono cambiato anche io – racconta
Raf – l’ho chiamato tempo fa e mi propose
di tornare a suonare insieme in una pausa
dei Litfiba, ma purtroppo ero e sono ancora
impegnato con gli ultimi dettagli dell’album
che dovrebbe uscire a breve. Dopo la sfortunata bronchite che aveva colpito Raf durante
l’ultimo festival di Sanremo, il cantautore
si è presentato ai fan fabrianesi in perfette
condizioni: voce sicura e grande capacità di
dialogo con il pubblico venuto da ogni parte
delle Marche. Già dale prime canzoni Raf
sceglie subito di incediare il pubblico, piazzando in apertura le hit “Il Battito animale”
e “Due” accolte, come il cantautore, da un
vero e proprio boato. Un palco semplice ed
una band “agile”: batteria, tastiere, basso o
chitarra per riproporre classici (leggermente
riarrangiati in veste moderna) di una carriera
decollata da solista nel 1984. “Dimentica”,
“Sei la più bella del mondo” e tutti gli altri
pezzi storici non hanno tolto spazio alla title
track del nuovo album (annunciato per il prossimo 30 giugno) “Sono io” e alla sanremese
“Come una favola”. Un concerto vissuto con
emozione dal cantautore d’origine pugliese,
tra la tensione degli ultimi dettagli da limare
prima del tour ed il piacere di tornare nella
città della carta dopo 12 anni. Grande sorpresa
con l’omaggio ai 70 anni della Liberazione
con l’esecuzione di “Bella Ciao” dopo la richiesta fatta da una fan, che durante una delle
canzoni precedenti si era avvicinata al palco
del Gentile. Una canzone di libertà, una canzone che parla di tutte le libertà secondo Raf,
una canzone che dovrebbe rappresentare tutti.
Dopo la sopresa di “Bella Ciao”, Raf riprende
a macinare note, avvicinadosi al termine del
live con “Inevitabile follia” e “Stai con me”.
Finale ad effetto con “Infinito” ed il pubblico
sul maxischermo grazie allo smartphone del
cantautore collegato alla regia digitale dello
spettacolo. Applausi, tante strette di mano
ed una promessa: “Torneremo
qui, ma la prossima volta non
sarà una nuova
data zero!”. Il
giro d’Italia di
Raf che, dopo
il debutto di sabato nella città della carta,
si svilupperà
lungo tutto lo
stivale a partire da martedì, quando debutterà all’OBIhall di Firenze per poi toccare
l’Alcatraz di Milano il 29 aprile, l’Atlantico
di Roma il prossimo 15 maggio ed il Gran
Teatro Geox di Padova la settimana successiva. “Non abbiate paura di manifestare i vostri
sentimenti – conclude Raf – c’è bisogno
d’amore e c’è bisogno di artisti che sappiano
parlare di questo”.
Saverio Spadavecchia
Un incontro teorico sull'antiginnastica
Ha suscitato molto interesse a Fabriano sul tema della “filosofia dell’antiginnastica”, una sequenza di movimenti
mirati, uno strumento potente per entrare in contatto con il proprio corpo. Sabato 9 maggio presso la palestra,
Life centro fitness dietro il grattacielo, si svolgerà alle ore 10 un incontro teorico sui benefici dell’antiginnastica, curato dalla fisioterapista Stefania Urbinati di Rimini. Soltanto gli esperti titolari di licenza del marchio
depositato Anti-ginnastica ideato dalla francese Thérèse Bertherat (1931-2014) sono abilitati a praticare questo
metodo con la finalità di risvegliare con piccoli movimenti ogni singolo muscolo, dal più grande al più minuto,
dal più noto al più ignorato, al più dimenticato, al più trascurato. Abbiamo rivolto alcune domande all’esperta
Stefania Urbinati. Ma a cosa serve l’antiginnastica? “Con dei movimenti appropriati possiamo ritrovare l’armonia
e la bellezza del nostro corpo, modificare la postura, che spesso si presenta stanca, con spalle scese e schiena
incurvata e acquistare una posizione più leggera, naturale, conforme alla propria personalità tramite movimenti
studiati e armoniosi, riusciamo ad avere maggiore conoscenza di noi stessi”. Come funziona questo metodo? “Ci
si concentra sulle parti del nostro corpo, dai piedi agli altri muscoli, polpacci, cosce, addome, lavorando sulla
respirazione, liberando il nostro respiro naturale. L’ansia spesso ci fa trattenere il fiato. Sono le emozioni che ci
causano questa sensazione; gioia, paura, insonnia spesso tratteniamo il respiro senza accorgercene. Tramite le
lezioni di antiginnastica riusciamo ad avere più padronanza di noi, partendo proprio dal respiro”. Uno dei più
grandi meriti di Thérèse Bertherat è quello di aver proposto un metodo di cura e guarigione privo di connotazioni
mediche e fisioterapistiche. Nelle sedute di antiginnastica si compiono dei movimenti attraverso i quali si prende
contatto con le sensazioni corporee e le tensioni muscolari. L’incontro è aperto a tutti coloro che desiderano
avere ulteriori informazioni su questa interessante disciplina naturale, adatta ad ogni età.
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>FABRIANO<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Che debutto
d'argento
a Roma!
L'
La scuola di danza Anna Nikolova
è stata premiata con il secondo posto
di due allieve, categoria junior duetti
di VALENTINO TESEI
11 aprile scorso si è svolto a Roma il concorso coreografico internazionale "Ballet-Ex" dove la Scuola di Danza Anna Nikolova
è stata premiata dal secondo posto nella categoria junior duetti
ottenuto dalle allieve Elisa Belardinelli e Federica Crescia. Un
secondo gruppo, composto dalle allieve Natasha Fornaioli, Natalia Maurizi
ed Eleonora Setaro si è invece cimentato nella categoria senior gruppi con
una coreografia di danza classica, ottenendo una meritata borsa di studio.
I risultati raggiunti da questa Scuola di Danza fabrianese vanno letti alla
luce del metodo d’insegnamento adottato dalla maestra Nikolova, orientato verso una continua crescita tecnica e artistica, che offre alle allieve la
possibilità di confrontarsi con diverse espressioni.
Per la partecipazione al suddetto concorso internazionale un grosso plauso
va alle allieve tutte che hanno dimostrato serietà e preparazione nell'affrontare un'esperienza totalmente nuova e ai loro genitori per la disponibilità
dimostrata.
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Due momenti
della coreografia
"Cioccolato"
Elisa Belardinelli
Federica Crescia
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>EVENTI<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Don Chisciotte solidale
Il circolo
del cinema
Al Gentile uno spettacolo a sostegno dell'Oncologica attivissimo
I
di DANIELE GATTUCCI
l progetto teatrale “L’elmo di
Don Chisciotte”, che andrà in
scena al Teatro Gentile domenica 3 maggio alle ore 17, e
il cui incasso sarà devoluto all’associazione Oncologica Fabrianese,
è stato presentato nel corso di una
conferenza stampa (foto) dall’assessore ai Servizi Sociali Giorgio
Saitta, dalla responsabile dell’Unità
Operativa Oncologica di Fabriano
Rosa Rita Silva, da Loredana Bonifazi, coordinatrice infermieristica
dell’Oncologia medica, da Pino
Gasparini segretario dell’Aof onlus, dalla responsabile della sede
di Fabriano del Liceo Artistico
Patrizia Rossi, dal professore Rudy
Trapassi e dai due giovani interpreti
di questo spettacolo la cui regia è di
don Umberto Rotili: Rosario Bova
e Francesca Balduccio. In buona
sostanza il Liceo Artistico, dalle
prime alle quinte classi, si mette
alla prova nella rappresentazione
di una delle vicende
più conosciute della
storia europea, ponendosi però al servizio
di una nobile causa:
la solidarietà verso
chi soffre e attraversa
un’esperienza angosciosa della vita. In altre parole dalla penna
degli insegnanti, dalla
fantasia dei tecnici e
dall’entusiasmo degli
alunni, si potrà gustare un’inedita visione
del mitico cavaliere
errante, eroe al servizio del bene.
“Questi ragazzi - sono parole del
professor Trapassi - hanno raccolto
l’elmo di tante persone che lottano
contro un tumore, realizzando una
storia senza tempo e senza luogo,
una favola che ha la pretesa di
raccontare il coraggio di chi vede
con il cuore, perché l’essenziale
è invisibile agli occhi". “Scuola
non disgiunta dal territorio - ha
commentato Rossi - impegnata a
sviluppare non solo competenze,
ma senso civico nei giovani che si
sono messi in gioco dando il meglio
di sé. Sono davvero soddisfatta
per l’avvicinamento dei ragazzi
all’oncologia, in quanto riusciamo
a far loro comprendere che la nostra
salute da adulti inizia presto, muove
da un percorso salutistico imperniato sull’alimentazione, sul mo-
Prenditi il tuo tempo per la creatività
In occasione dell’apertura di Expo 2015, Fabriano
inaugura una stagione ricca di proposte. Primo appuntamento? Time Out, una manifestazione dedicata alla
celebrazione della creatività e dei linguaggi contemporanei, con eventi diffusi nel centro storico.
Presso la Biblioteca saranno operativi gli
artigiani ed i laboratori di creatività, per
imparare a mettere a frutto la nostra inventiva. Molteplici le attività in programma:
costruire giocattoli, dipingere, imparare
l’arte del merletto e tanto, tanto altro ancora.
I negozi si trasformeranno in tante botteghelaboratorio, dove incontrare abili artigiani
provenienti da tutte le Marche. Spazio anche per gli
appassionati del gusto al Mercato coperto che, per
l’occasione, si trasforma per accogliere l’Accademia
di Tipicità, con un ricco programma di cooking show
interpretati da cuochi del Fabrianese che proporranno
degustazioni dei loro piatti più creativi. Al Mercato
coperto (già da sabato 2 maggio) sarà anche possibile
dedicarsi allo shopping ed all’assaggio di rare squisi-
tezze ed autentiche opere d’arte del gusto, proposte
dai produttori di specialità enogastronomiche più
creativi della regione. La domenica, il 3 maggio, è il
tempo dell’arte! A partire dalle 11, la piazza diventa
atelier a cielo aperto per tanti artisti, che dipingeranno dal vivo per l’intera giornata. Un
grande appuntamento chiuderà, Alle 18.30,
al Loggiato di San Francesco, un grande
appuntamento chiuderà il programma, alla
presenza di autorevoli ospiti, straordinari
esempi di creatività! Comunque, Time Out
continua nei ristoranti di Fabriano, presso
i quali ci sarà l’opportunità di gustare, per
un periodo di tempo limitato, “piatti creativi” proposti
dai migliori locali della città. Nato grazie al contributo
del “Gal Colli Esini” e realizzato in collaborazione
con il Comune di Fabriano e col patrocinio di Anci x
Expo, Time Out vuol rappresentare un valido contributo alla valorizzazione di tutto il territorio compreso
nell’ambito del programma Leader. Per informazioni
www.fab.timeout.it, tel. 339.6113414.
vimento, sull’attenzione,
sui sintomi particolari,
che, se seguiti, aiutano
a prevenire questa patologia, ma soprattutto
ci fiancheggia nel non
far concepire e vedere
la malattia dal punto di
vista terminale e nella sua fase più acuta”.
Quindi è stata la volta
di Bova e Balduccio:
“Un’opportunità fantastica, un lavoro corale
che va dalla recitazione
alle scene, un momento
d’incontro e socialità che ci fa
crescere donando un sorriso a chi
lotta e soffre, di risveglio delle nostre coscienze spesso addormentate
che ci ha fatto raccogliere l’elmo di
tante persone”.
Lo spettacolo (costo del biglietto
10 euro) ha avuto il patrocinio del
Comune di Fabriano, il sostegno del
Rotary Club Fabriano e il contributo
della Tipolitografia Fabrianese, della Faber spa, della Santarelli Onoranze Funebri. La regia è appunto
di don Umberto Rotili, l’aiuto regia
di Paola Angeletti, la sceneggiatura
di Katia Forti, le musiche di Lorenzo Megni e Biagio Ferreri, le
coreografie di Riccardo Costanzi,
Alba Maestrelli e Creta Mancini.
Il direttore esecutivo Rudy Trapassi
ha anche realizzato le scenografie
con Anna Giordano, Stefano Latini
e alunni. Gli oggetti e le sculture di
scena sono del professore Marco
Franchini e degli alunni. Inoltre la
grafica di Lorenzo Megni, Rosario
Bova, Francesca Balduccio e delle insegnanti Patrizia Balducci e
Patrizia Befera. La collaborazione
tecnica è di Michela Cruciani e
Rebecca Montanari. La collaborazione speciale per luci e audio di
Andrea Barbarossa. Va ricordato
che il linguaggio a tratti si colorisce
di vernacolo non solo marchigiano,
incrociandosi con quello altisonante
e arcaico del cavaliere errante.
Dopo quattro mesi di proiezioni di film
d'autore presso la Biblioteca di Fabriano,
con la cadenza di due al mese, il Circolo
del Cinema Fabriano intensificherà a
maggio la sua attività organizzando una
conferenza con dibattito riguardante un
tema cinematografico e partecipando
alla commemorazione della prima
guerra mondiale promossa dal Comune
di Fabriano. Il 9 maggio alle ore 17
presso la sala dell'Avis di Fabriano, in
via Terenzio Mamiani, 43 (salita che da
piazza Garibaldi va verso la chiesa di S.
Benedetto) sarà tenuta una conferenza
da parte del nostro concittadino Marco
Galli, sceneggiatore, regista, presidente
dell'Associazione Formazione Cine Studi
Produzione “Cahiers du Cinema Espressione Image”. Verrà trattato il tema
“La messa in scena e l’evoluzione del
personaggio nel contesto filmico”, cioè
come il percorso registico, la psicologia
di chi sta dietro la macchina da presa,
l’ambiente scenografico, il meccanismo
attoriale, la recitazione, creano, trasformano e mettono in luce l’interiorità del
personaggio in un film. Tale conferenza
è la seconda dopo quella del prof. Massimo Angelucci Cominazzini, docente di
“regia documentaristica” all'Accademia
delle Belle Arti di Macerata, tenuta il 15
novembre scorso presso l'Oratorio della
Carità. L'attività del Circolo del Cinema
Fabriano infatti non consiste solo nella
proiezione di film di qualità, ma anche
nel diffondere la cultura cinematografica
tramite conferenze, dibattiti e inchieste.
Durante il mese di maggio, inoltre, il
Circolo del Cinema Fabriano, in collaborazione con la Biblioteca Multimediale
Romualdo Sassi, proietterà presso la
sala conferenza della Biblioteca nei
giovedì 7, 14, 21 e 28 alle ore 21.15
quattro film sulla grande guerra nei quali
i personaggi, le situazioni e gli ambienti
riguardano i fronti tedesco, francese,
italiano ed inglese. Si tratta di film pacifisti
che rappresentano pietre miliari della
cinematografia di guerra, nei quali viene
denunciato il fanatismo nazionalistico ed
il militarismo esasperato. L'ingresso è
libero per tutti. Chi voglia saperne di più
sui titoli, i registi, gli attori e le sinossi
di ogni singolo film può farne richiesta
mandando una e-mail all'indirizzo [email protected].
Giorgio Silvestrini, presidente
Giornalisti in trincea durante la guerra
L’Ordine dei Giornalisti delle Marche, con il patrocinio del Consiglio
Nazionale Ordine Giornalisti e del
Comune di Ancona, con l’intento di
onorare i giornalisti che pagarono
con la vita l’amore per la Patria,
promuove una manifestazione che
si terrà venerdì 8 maggio nella
sala consiliare del Comune dorico
(inizio ore 9.30). “Grande guerra,
giornalisti in trincea – reporter
marchigiani morti in battaglia” è il
titolo della manifestazione che per
la sua finalità e qualità ha anche ricevuto il riconoscimento di “corso
di formazione” con l’assegnazione
ai giornalisti che si iscriveranno il
riconoscimento di quattro crediti
formativi. L’iniziativa nasce anche
nella nostra regione sulla scia di
Ogni lunedì sera si parla di funghi
Il Gruppo Micologico Naturalistico Fabrianese, presso la propria sede sita in via Mamiani
n. 43, stesso ingresso dell'Avis, si ritroverà tutti i lunedì sera dei mesi di maggio e giugno
alle ore 21 per discutere sul raccolto di fine settimana con esperti micologi allo scopo di
conoscere nuove specie di funghi e condividere quest'interesse tra amici. Tutti sono invitati
a portare esemplari fungini e partecipare a detti incontri che rappresentano un'importante
occasione di conoscenza, promozione e prevenzione della locale sicurezza tossicologica
e quanti sono già possessori di tesserino per la raccolta.
Info: David Monno 393-2351701, Sandro Morettini 348-3985622 o Gruppo Micologico
Fabrianese su facebook.
Origami: l'arte di piegare la carta
Giovedì 7 maggio alle ore 17.30 nella sala conferenze Dalmazio Pilati della Biblioteca
multimediale verrà organizzato un laboratorio di origami, a cura di Lorenzo Farinelli, da
parte del Centro per le famiglie di Fabriano.
12 eventi.indd 2
una approfondita ricerca del giornalista Pier Luigi Roesler Franz che
ha individuato oltre centocinquanta
giornalisti morti partecipando alla
“grande guerra” 1915/18.
Di essi cinque erano marchigiani: Lamberto Duranti di Ancona,
Augusto Agapiti di Pesaro, Gaetano Serrani di Tolentino, Filippo
Corridoni di Corridonia, Amilcare
Mazzini di Mondolfo.
Altri tre Giuliano Bonacci, Gaspare Bianconi, Arturo Caruso
provenivano da altre regioni ma
nelle Marche lavorarono in modo
prevalente.
La manifestazione a cui parteciperanno i sindaci delle città di origine
dei colleghi morti, si svilupperà
su quattro relazioni base: Pierluigi
Roesler Franza, giornalista, storico:
“I giornalisti caduti nella grande
guerra e gli eroi marchigiani;
Massimo Coltrinari, storico: “La
rossa avanguardia delle Argonne”;
Roberto Zalambani, giornalista:
“La guerra di carta, tra informazione e propaganda”; Gianfranco
Ricci, giornalista: “Bianconi, Bonacci, Caruso: tre storie di inviati
al fronte”.
29/04/15 10.40
L'Azione 2 MAGGIO 2015
>SPAZIO LAVORO<
La formazione
per l'eccellenza
Un seminario con i Cavalieri del Lavoro
I
di DANIELE GATTUCCI
l seminario a tema “Ripartire
dal sapere per far ripartire
il Paese”, che ha riunito gli
studenti più meritevoli di oltre
60 scuole delle regioni Marche,
Umbria, Abruzzo (province di Te-
Peraltro gli allievi premiati insieme
ai nuovi Cavalieri del Lavoro, per
l’anno 2015, potranno ora partecipare alle prove di selezione per
l’ammissione al Collegio “Lamaro
Pozzani”, della Federazione dei
Cavalieri del Lavoro, che ospita
gratuitamente a Roma i giovani
vita quotidiana e alle dinamiche
del mercato. Quelle conquiste che
si preparano nelle aule delle nostre
scuole ed università”. Alla relazione iniziale del presidente Antonini
sono seguiti gli interventi dei Cavalieri del Lavoro Francesco Merloni
(l’ingegnere è stato insignito della
13
SPAZIO LAVORO
a cura del Centro Informagiovani della C.M. Esino-Frasassi
~ MULTISERVIZI S.P.A.: AVVISO DI SELEZIONE PER N. 3 ELETTRICISTI A
TEMPO INDETERMINATO
La Multiservizi S.p.a. ricerca n. 3 operai elettricisti da inserire presso la propria
struttura organizzativa con contratto a tempo indeterminato. Requisiti: titolo di
studio della scuola dell'obbligo; maggiore età; esperienza lavorativa di almeno
tre anni nella mansione di operaio elettricista. Le domande di partecipazione alla
selezione, corredate dal curriculum vitae, dovranno pervenire entro e non oltre le
ore 12:00 del 5 maggio e dovranno riportare il codice di selezione: 2015DEP. Il
bando con tutte le informazioni è scaricabile all’indirizzo: www.multiservizi-spa.it.
~ CORSO PER TECNICO ARTISTICO (ARTETERAPEUTA) AD ASCOLI PICENO
E A MACERATA
La Future Consulting, organizza il primo corso nelle Marche per diventare
arteterapeuta. Il corso per Arteterapeuta ha la durata totale di 800 ore e verrà
organizzato nelle Provincie di Ascoli Piceno e Macerata. Al superamento con esito
positivo dell’esame finale, verrà rilasciato l’Attestato di Specializzazione, valido
su tutto il territorio nazionale. Costo del corso: euro 1.500,00 (pagabili anche a
rate). Per maggiori informazioni telefonare allo 0733.290433, inviare una mail
all’indirizzo [email protected] oppure scaricare il bando ufficiale
all’indirizzo www.futureconsulting.it/corso-per-tecnico-artistico-arteterapeutaascoli-piceno/.
~ OFFERTA EURES PER OPERATORI DI IMPIANTI E MACCHINARI SETTORE
LEGNO PER LA BINDERHOLZ (AUSTRIA E GERMANIA)
Una delle più importanti aziende del Tirolo, la ditta Binderholz International, operante nel settore del legno è alla ricerca di personale specializzato (5 persone) in
Italia per lavorare negli stabilimenti aziendali (in Austria e in Germania, Baviera).
Si tratta di lavoro full-time e a tempo indeterminato. L’azienda è disponibile per
un aiuto nella ricerca dell’alloggio, valutando anche la possibilità di aderire al
nuovo programma YFEJ 4.0 (Your First Eures Job 4.0). È richiesta una buona
conoscenza della lingua tedesca. Le persone interessate devono inviare all’indirizzo [email protected]: la candidatura con il cv sia in tedesco
che in italiano, una foto e la lettera motivazionale di accompagnamento scritta
in tedesco (possibilmente in un unico file). I cv non completi delle informazioni
richieste non potranno essere presi in considerazione. Per maggiori informazioni:
ec.europa.eu/eures > CERCA UN LAVORO (il codice di riferimento sulla banca
dati EURES è 6912433).
Per ulteriori informazioni sulle opportunità presentate o su altre offerte,
corsi, concorsi ed eventi, rivolgetevi al Centro Informagiovani della C.M.,
Via Dante 268, Fabriano - tel. 0732.695238 - fax 0732.695251 - e-mail:
[email protected] - o visitate il sito www.cadnet.marche.it/
cig. Orario di apertura: lunedì, mercoledì, venerdì, 9:30/12:30; martedì e
giovedì, 14:30/18:00.
ramo e Pescara), Lazio (province
di Rieti e Viterbo), oltre al successo
di partecipazione ha ben centrato le
finalità dell’iniziativa: consolidare
il rapporto fra la scuola e il mondo
del lavoro evidenziando i punti
di merito che il nostro sistema
informativo, pur fra tante problematiche, è in grado di esprimere.
Ad organizzare anche quest’anno
l’incontro, è stato il Gruppo Centrale della Federazione Nazionale
dei Cavalieri del Lavoro, raggruppando studenti di quattro regioni
segnalati dai dirigenti scolastici
per la partecipazione al Premio
Alfieri del Lavoro-Medaglia del
Presidente della Repubblica, istituito nel 1961. Premio riservato
annualmente a venticinque studenti
italiani che hanno conseguito la
media complessiva più alta nel
ciclo di studi medi superiori,
accompagnata dal massimo dei
voti nell’esame di Stato: un numero significativamente ristretto,
collegato a quello dei Cavalieri
del Lavoro che il Presidente della
Repubblica nomina il 2 giugno in
occasione della Festa della Repubblica. Cavalieri e Alfieri saranno
premiati, insieme, al Quirinale, ad
evidenziare il valore della continuità tra eccellenze nel lavoro e nello
studio, oltre che tra le generazioni.
iscritti ai corsi universitari negli
atenei della capitale. Agli studenti
abruzzesi che supereranno le prove
saranno assegnate di nuovo le borse
di studio del Fondo “Nicola e Perfetta Jacovitti”. La manifestazione
si è svolta a Fabriano nella sala assemblee del Gruppo Ariston Thermo, dove, come detto, si tenuto il
seminario “Ripartire dal sapere per
far ripartire il Paese”, riprendendo
così il filo ideale avviato nelle
passate edizioni. Ad aprire i lavori
il presidente del Gruppo Centrale
Cavaliere del Lavoro Corrado Antonini, che ha sottolineato il valore
dell’investimento in formazione
che è sulla bocca di tutti. Ciò che
manca è un impegno coerente sul
piano delle politiche pubbliche, ma
anche della creazione di un diverso
rapporto di reciproco ascolto e
collaborazione fra mondo della
scuola e imprese. “Siamo dunque
riuniti”, ha detto, “per ribadire
con forza che gli imprenditori
italiani sono attenti all’esigenza
di garantire ai nostri giovani una
formazione di qualità, premessa
insostituibile di ogni lavoro. Intendiamo, con questa espressione,
il lavoro che rispetta e promuove
la dignità delle persone, ma anche
le applicazioni delle conquiste più
avanzate dell’ingegno umano alla
carica nel 1995 quando non era
parlamentare) che ha parlato della
sua azienda, mettendo in luce la
stretta relazione tra ricerca, sviluppo e formazione professionale.
Gian Luigi Tosato ha aggiunto che
bisogna essere ottimisti, perché le
cose nel paese possono migliorare. Si richiede però di porre la
cultura al centro di tutto il sapere.
Ercole Pellicanò si è soffermato
sull’importanza dell’educazione finanziaria ed economica, un settore
in cui Italia, Spagna e Grecia sono
notevolmente indietro rispetto ad
altri paesi. Di conseguenza occorre
recuperare questo gap con azioni
sistematiche e mirate. Stefano
Semplici, direttore scientifico del
collegio universitario Lamaro
Pozzani, dopo aver ribadito l’impegno dei Cavalieri del Lavoro che
pongono al primo posto la formazione d’eccellenza e la promozione
del merito, ha così concluso: “Il
passaggio dalla scuola superiore
all’università è una delle tappe più
importanti dei giovani e va affrontato con la piena consapevolezza di
una situazione difficile, ma anche
delle opportunità che i nostri atenei
sono in grado di offrire in termini
di valori e conoscenze utili per il
futuro delle persone e dell’intera
comunità nazionale”.
Il progetto Policoro,
una realtà in città
Dal gennaio 2015 nella nostra diocesi c’è una novità: il Progetto Policoro!
Il Progetto Policoro prima di tutto è un'opportunità: è un percorso che
aiuta i ragazzi ad orientarsi verso la loro vocazione umana e professionale,
li accompagna nella ricerca attiva del lavoro, li può aiutare a prendere
consapevolezza dei loro talenti personali e a sviluppare idee per creare
impresa. È una piccola risposta di speranza alla depressione della crisi
e della disoccupazione che sta attanagliando il nostro Paese. Tutto ciò
accompagnato dalla Parola, poiché il punto di partenza è il lavoro come
evangelizzazione: i giovani lavoratori sono chiamati ad intraprendere un
processo virtuoso che ridoni dignità alla persona e senso al lavoro.
Il Progetto è nato nel 1995 a Policoro da un incontro tra gli allora
responsabili e direttori nazionali della Pastorale Sociale e del Lavoro,
Pastorale Giovanile e Caritas Italiana per affrontare il grave problema
della disoccupazione giovanile del Sud Italia. Da quel momento, visti i
risultati molto positivi e la nascita di nuove cooperative che hanno dato
e, stanno ancora dando, lavoro a molte persone il Progetto si è sviluppato
anche nelle diocesi del centro-nord, tanto che ad oggi sono 129 su 250 le
diocesi che vi hanno aderito. Abbiamo pensato di promuovere nelle scuole
della nostra diocesi questa opportunità per i ragazzi, in particolare nelle
classi quinte dei Licei e degli Istituti, ovvero proprio quando i giovani
sono chiamati a scegliere cosa fare nella vita, se continuare gli studi o
iniziare a lavorare. In questo contesto il Progetto Policoro vuole guardare
ai giovani come soggetti attivi. Ecco le finalità e gli obiettivi:
• Evangelizzare la vita e il lavoro - annunciare il Vangelo che ridona
dignità e libertà, dare senso compiuto al lavoro e alla vita, infondere la
Speranza nel cuore di ogni ragazzo.
• Educare e formare al lavoro dignitoso,
• Esprimere insieme solidarietà e reciprocità,
• Promuovere le attività rivolte ai giovani presenti nel territorio della
nostra diocesi e renderli partecipi. In particolare nella nostra diocesi l'Animatore di Comunità (Giorgia Rinaldi) con l'equipe diocesana costituita
dal responsabile della Pastorale Sociale e del Lavoro (Daniele Dolce), dal
responsabile Pastorale Giovanile (don Umberto Rotili), dal direttore della
Caritas Diocesana (Edmondo Ercolani) e da Sabrina, Rosalia, Marcello
ed Enrico, si sono dati come obiettivi tre punti fondamentali:
1. la formazione personale dell'Animatore di Comunità.
Questa settimana riportiamo il viaggio di Massimo, un caro amico del Cso di Ancona, che si è trasferito nelle Marche dal Veneto da circa 8 anni.
2. la promozione del Progetto Policoro
nelle scuole e nelle associazioni giova"Mi sono trasferito per amore di mia moglie, che ho conosciuto a Lourdes, lasciando la famiglia e il lavoro che avevo nella provincia di Venili della Diocesi.
rona. Sono venuto qui all'avventura: i primi anni non sono stati facili, perchè di lavoro non ce ne era poichè stava iniziando la crisi e quindi
3. una mappatura che riguardi tutte
la delusione e l'abbattimento stavano prendendo il sopravvento: "non me ne va bene una", "succedono tutte a me", ecc... i classici pensieri
le aziende, imprese, associazioni che
negativi che ti attanagliano quando si passano questi periodi. Un giorno però, tramite un mio amico di Chiaravalle, ho conosciuto gli amici del
operano sul territorio della Diocesi per
Cso e dopo aver fatto un percorso con loro, dopo aver ricevuto degli ottimi consigli, ho iniziato a mandare i curricula vitae ed è venuto fuori
capire quali siano le offerte e i bisogni
un corso gratuito Oss a Jesi. Mi sono iscritto subito ed ho frequentato il corso: sono uscito con la media dell'8 e attualmente sto facendo uno
e creare delle reti tra di esse.
Stage presso la Casa di Riposo di Chiaravalle come Oss. Devo ringraziare davvero mia moglie e i volontari del Cso che mi sono stati vicino
Per contatti: Giorgia 329 9824778,
e mi hanno aiutato a superare questo periodo". Vi ricordiamo che la segreteria del Cso della Diocesi di Fabriano-Matelica, dove potete venire
e-mail: diocesi.fabriano@progettopoa trovarci è situata in via Gioberti 15 a Fabriano, con i seguenti orari: lunedì dalle 18.30 alle 20. Per contattarci [email protected],
licoro.it.
cell. 3290390514.
Giorgia Rinaldi
Uno stage come Oss
13 spazio lavoro.indd 2
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14
>MATELICA<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Dopo settant'anni tornano
i figli del partigiano inglese
L
di DANILO BALDINI
o scorso 25 aprile si è svolta la 12°
edizione della Marcia sui Sentieri
della Memoria, in occasione del 70°
anniversario della Liberazione. Anche quest’anno, centinaia di
persone hanno risalito a piedi
la montagna, provenienti da
Braccano, da Valdiola e dai
Prati di Gagliole e si sono
ritrovate al Monumento del
Capitano Valerio, divenuto ormai il luogo simbolo
della Resistenza partigiana
del monte San Vicino. Il
monumento ricorda infatti
il luogo dove il Capitano
Salvatore Valerio, ufficiale
dell’esercito italiano, che
dopo l’8 settembre si era
unito al gruppo partigiano
di Valdiola, venne ucciso
dalle milizie nazifasciste, nel
corso della grande battaglia
campale di Roti – Valdiola –
Chigiano del 24 marzo del
1944. Quest’anno la cerimonia rievocativa
dell’evento ha visto la partecipazione straordinaria di un gruppo di turisti inglesi molto
“particolari”: i figli, accompagnati dalle loro
mogli e mariti, del Sergente Maggiore inglese
Douglas Davidson, del Tank Corps, che dal
settembre del 1943 fino al marzo del 1944,
insieme ad altri militari inglesi scappati o
liberati dai campi di concentramento italia-
In occasione della celebrazione del 25 aprile
arrivano gli eredi del Sergente Maggiore Davidson
ni, fece parte del Gruppo partigiano di Roti,
partecipando alle numerose operazioni del
gruppo, come il famoso assalto al campo di
concentramento di Villa Spada di Treia. Essi
sono venuti appositamente in Italia per visitare i luoghi dove loro padre aveva combattuto
nel corso della seconda guerra mondiale, ed
hanno visitato naturalmente Roti, sede operativa dell’omonimo gruppo partigiano. Hanno
anche visionato le foto del
Gruppo Roti, riconoscendo
altri militari inglesi, come
il Maggiore Generale John
Cowtan, scomparso qualche
anno fa, che venne personalmente per ben
due volte a Matelica nei decenni scorsi per
rivisitare i luoghi dove aveva combattuto e
rincontrare l’allora comandante del Gruppo
Roti, il Tenente Giuseppe Baldini.
In segno di riconoscenza e di ospitalità nei
loro confronti, il coro della sezione Anpi “24
Marzo” ha cantato appositamente una versione in lingua inglese di “Bella Ciao”! Nel
corso della cerimonia, è stata anche ricordata
con commozione la figura del partigiano di
San Severino Bruno Taborro, appartenente
al Gruppo di Valdiola, che aveva sempre
presenziato alla manifestazione, scomparso
lo scorso anno.
I figli di Douglas Davidson, che non si aspettavano una tale accoglienza, sono rimasti
veramente commossi dall’organizzazione
dell’evento e molto colpiti dalla grande partecipazione della gente alla ricorrenza del 25
aprile e al ricordo, dopo 70 anni, delle gesta
dei partigiani del San Vicino, promettendo di
ritornare anche il prossimo anno.
Si accende Elcito,
il “paese che non c’è”
Una due giorni tra natura, arte e musica
Potete arrivarci, e ve lo consigliamo, dopo aver raggiunto la
meravigliosa faggeta di Canfaito, scendendo giù per strade
boscose, anche un po’ impervie. Se fate quella strada per la
prima volta, vi coglie la vertigine di non avere idea di dove
state finendo. Oppure potete arrivarci (meno poetico ma più
comodo e meno…stressante per la vostra auto) passando
da San Severino. Ma da qualunque parte arriviate, Elcito
suggerisce sempre l’idea di una sorta di…Terra di mezzo, di
quelle immaginate da Tolkien, una terra sospesa, senza tempo
oppure…"il paese che non c'è"... come ci piace chiamarlo,
un paese atipico, quasi senza abitanti (3-4), ostile e impervio,
collocato su una costa rocciosa che, venendo dalla vallata
di S. Severino-Cingoli, quasi mette timore ma allo stesso
tempo irrazionalmente invoglia. Le sue origini, documentate
da manoscritti dell'epoca, risalgono al primo secolo dell'anno
1.000 e appartengono ad insediamenti di Monaci Benedettini
occupanti un grande monastero nella sottostante Valfucina e
dunque come rocca di guardia a protezione del luogo”. A parlare è il matelicese Paolo Cappelletti, uno degli organizzatori
di una due giorni (il 1° e il 2 maggio) imperdibile, l’occasione
per un ponte del Primo maggio davvero diverso, perché…
come dice il titolo: “Elcito, qui le stelle sono più vicine”.
“Questa manifestazione dall'idea di un gruppo di incoscienti
ma volenterosi e fantasiosi amici (proprietari di una casa in
questo luogo), convinti di offrire ai coraggiosi ospiti, per due
sere, una condizione di benessere interiore da vivere tra le
righe, quasi in silenzio e nel rispetto della pace del paese”.
Niente caos, niente della consueta sagra o festa notturna.
“L’1 ed il 2 maggio, a partire dalle 20, accenderemo candele
e bracieri, le case abitualmente chiuse ospiteranno mostre
fotografiche, immagini e filmati. La chiesa poi sarà trasformata, nel rispetto della sua sacralità, in auditorium e qui si
alterneranno vari gruppi musicali (vedi programma) in solo
acustica (musica nè amplificata, nè mixata). Saranno poi
attive due cantine di degustazione il vecchio forno in pietra
e semplici punti di ristoro. D'obbligo percorrere il sentiero
"di sotto" dove le case quasi povere se viste dalla piazzetta,
si trasformano in imponenti costruzioni in pietra”.
Per gli amanti della natura, oltre alle escursioni previste in
mattinata, anche l'onore di ospitare il prof. Ettore Orsomando,
14 matelica.indd 2
eccelso botanico, per delle mini-lezioni su tema. E per tutti,
filmati, spazi relax-ristoro, cantine per degustazioni, proiezioni, visita notturna ecc ecc. Ecco quindi il programma, tra
natura, musica e degustazioni!
1° maggio: per eventuali visitatori nella mattinata e pomeriggio, giro del paese con foto esposte esternamente e punti
ristoro per una piacevole sosta. Dopo le ore 20 il paese si
trasforma (l'ingresso sarà con biglietto). Verso le ore 21 si
esibirà il Sestetto dell’Istituto Musicale Biondi Camerino
con Vincenzo Correnti (clarinetto) Vincenzo Perluca (viola),
Andrea Esposto e Martina Palmieri (violino) Roberto Micarelli (sax baritono) Giacomo Correnti (percussioni). Verso le
23 sarà la volta di un duo hangar (suonatori di hang drum,
curiosare in internet), percussioni e sonorità armoniche dalle
vibrazioni uniche.
2 maggio, mattino alle ore 9.30 passeggiata escursione con
Giovanni, a tema naturalista fotografico "alla ricerca delle
orchidee selvagge", consigliato per tutte le età e gusti. Venire con scarpe comode. Al ritorno poi, come al pomeriggio,
saranno aperti punti ristoro con spazi dedicati e visita al
paese. Dopo le ore 20 poi il paese si trasforma come nella
serata precedente (accessibile con biglietto). Verso le 21 si
esibiranno Maurizio Serafini e Luciano (cornamusa strumenti
a fiato, arpa e percussioni), amici inseparabili e fondatori di
vari gruppi musicali sul genere "celtico" nonché ideatori della
manifestazione Montelago Celtic Night.
Verso le 22.30-23 si esibirà il gruppo Finnengans Wake irish
traditional music, un quintetto Romano di indubbia qualità,
sempre sul tema di musica irlandese.
Nelle due serate spazi aperti alle mostre fotografiche curate
da: Paolo Verdarelli, "le memorie dei nostri luoghi", Maurizio
Caretti, "la fabbrica dei sogni", Samuela Migliozzi, "minimal
ma non troppo". La manifestazione notturna (non proprio consigliata a ragazzini) vuole un pubblico attento, non chiassoso
e alla ricerca di un pizzico di emozione. Consigliamo scarpe
comode e indumenti adatti (vicoli poco illuminati, sentieri
scoscesi e altitudine 820 m).
Per informazioni: Piero (Pietro) Micucci 3296151227 - Paolo
Cappelletti 3477001008 - Graziano Lanzi 3383641146. Ci
si vede su!...
Congratulazioni Gabriele!
Lo scorso 9 aprile, si è laureato con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale Gabriele Spitoni; a soli 24
anni si è distinto per capacità e talento al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Luiss di Roma a coronamento di tutto un percorso universitario davvero impressionante dal punto di vista dei risultati e della velocità.
Ha discusso una tesi dal tema attualissimo: “La detenzione dei richiedenti asilo in attesa del riconoscimento della
protezione internazionale: profili di diritto internazionale e di diritto dell’Unione Europea”.
Un grande e caloroso applauso al termine della discussione ha sciolto la tensione e la concentrazione di Gabriele
ed è seguita una festa nel caldo pomeriggio romano insieme ai numerosissimi intervenuti che hanno raggiunto
Roma da Matelica, con tutti i mezzi possibili, il giorno della discussione della sua tesi.
Dopo anni di sacrifici e impegno totale, il padre Mario, la mamma Manola, la sorella Nastassja, il nonno e i cuginetti
Jacopo e Riccardo, insieme a tantissimi altri parenti e amici, hanno voluto dividere con Gabriele questo giorno
speciale. Tantissimi gli auguri postati dagli amici sul suo profilo Facebook, con nomi noti del mondo della politica
e della cultura, che esprimevano al neo dottore tutta la loro ammirazione.
Grande Gabriele! Un onore per la tua famiglia, per i tuoi amici e per la tua Matelica.
E un grande saluto anche da parte della redazione de L’Azione, di cui è prezioso collaboratore!
29/04/15 11.18
15
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Donne che fanno impresa
di ANTONIO GENTILUCCI
O
ccasione per parlare di imprenditoria femminile e
ostacoli…di genere giovedì pomeriggio,
presso la Sala Multimediale
“Boldrini”. La Cna di Macerata ha infatti organizzato un
incontro in merito, “Noi donne che facciamo impresa”,
facendolo ruotare intorno al
film documentario di Silvia
Luciani “Physique du rôle”,
voluto e prodotto dall’Osservatorio di Genere insieme
con la Regione Marche.
A introdurre l’incontro è stata Lucia Pistelli, coordinatrice Cna Impresa Donna di
Macerata. A fare da…ospite
è stata invece la presidente
di Cna Impresa Donna, la
matelicese Patrizia Tiranti.
Al termine del dibattito, hanno partecipato alle conclusioni anche l’assessore alla
Cultura Cinzia Pennesi ed
il sindaco Alessandro Delpriori. “Physique du rôle”
è un film-documentario che
ha l'obiettivo di raccontare la
condizione della donna
italiana nel mondo del
lavoro. Partendo dall'osservazione delle donne
marchigiane (lavoratrici
dipendenti, imprenditrici
artigiane e agricole),
“Physique du rôle” vuole
accendere i riflettori sui
cambiamenti, le trasformazioni e le criticità che
hanno accompagnato la
presenza della donna
nel mondo del lavoro
(industria, artigianato,
commercio, agricoltura)
in questi anni di crisi. Il
film-documentario, prodotto
dall’Osservatorio di genere
con il patrocinio della Regione Marche e del Comune
di Macerata, è stato realizzato dalla filmmaker Silvia
Luciani in collaborazione
con il team di creativi della
DigiTales srl e dell’artista
Luisa Gianfelici. L’idea di
realizzare questo film-documentario che racconti il
ruolo e la condizione delle
donne lavoratrici nelle Marche era nato soprattutto dalla
necessità di mettere in essere
uno strumento che possa
raggiungere un target il più
ampio possibile di utenti e
che coinvolga in modo particolare i giovani, attraverso
le scuole, e i non addetti ai
lavori. E proprio Patrizia
Tiranti ci dice, in proposito:
“Abbiamo voluto invitare anche la prof.ssa dell’Itc Corrà
e gli studenti del quinto
anno, perché tutti i giovani
devono essere sensibilizzati.
Loro non si rendono conto
perché a scuola non c’è
discriminazione, i problemi
vengono dopo. E ci sono.
Il lavoro fatto dall’osservatorio dimostra che a parità
ruolo, qualifica, ore lavorate,
insomma tenendo uguali
tutti i parametri, la donna
prende di meno. Se sono
imprenditrici invece, devono
invece combattere difficoltà
diverse, ma che ugualmente
rendono più difficile il loro
lavoro: se si vuole andare in
banca a cercare un prestito
per esempio, si deve sapere
che verranno richieste delle
garanzie in più...”. Problemi
e casistiche molto concreti. Sull’Osservatorio
di genere si possono comunque trovare i risultati
di uno studio che è durato un anno intero e che il
documentario ha provato
a descrivere, raccontando
le storie di tante donne
e mamme marchigiane.
“Molte donne, in sala, si
sono ritrovate nella storia dell’una o dell’altra
protagonista. Come ad
esempio il caso di Silvia, una giovane donna
di Macerata che, pur in
presenza di un lavoro che
le piaceva, di fronte alla
maternità, ha dovuto fare
una scelta. E questo è uno
dei messaggi che, anche
durante il dibattito, è emerso con forza e che più ci
interessava far passare: le
donne sono ancora costrette
a scegliere tra la famiglia
e il mondo del lavoro”, ci
dice ancora Patrizia: “Non
solo le lavoratrici dipendenti
che spesso devono lasciare
il proprio lavoro per via di
un bambino. Ci sono molte
imprenditrici, che contano
su se stesse, e che di fronte
alla maternità hanno dovuto
chiudere, per l’assenza di
strutture e servizi che ci sono
in altri Paesi, penso ad esempio al Nord Europa, perché
non possono permettersi
di trovare qualcuno che le
sostituisca per tanto tempo.
Sembra che questa Italia non
riesca a fornire davvero strumenti per aiutare le donne,
quando in Svezia abbiamo
addirittura asili aperti 24 ore,
per venire incontro ad ogni
esigenza. Abbiamo elargizioni estemporanee, quasi
un’elemosina, ma nessun
discorso organico di lungo
periodo. E non si tratta solo
di benefici per le donne, ma
se ne avvantaggiano le famiglie in generale: e se sono
belle e forti, diventano meno
instabili e tutti ne trarrebbero
beneficio. Per questo, al sindaco che si riferiva all’assenza di un assessorato alle Pari
Opportunità ho risposto che
infatti non di un’operazione
di facciata c’è bisogno, ma
di politiche sociali efficaci”.
Tutti i negozi convenzionati
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16
>MATELICA<
Chieste nuove
analisi all'Arpam
L'Azione 2 MAGGIO 2015
L'assessore
Anna Grazia
Ruggeri
Il rilancio dell'assessore Ruggeri per una migliore valutazione
L’
assessore alla Salute Anna Grazia Ruggeri torna
sui risultati epidemiologici effettuati dall’Arpam
a febbraio 2015, che hanno rilevato l’aumento
di alcune patologie come leucemie e tumori,
nell’area territoriale dei comuni di Gagliole, Castelraimondo
e Matelica (quelli potenzialmente più interessati all’attività
del cementificio Sacci). L’occasione è stata l’incontro con il
responsabile di Igiene e Sanità dell’Area Vasta di competenza
e con un dirigente medico dell’Osservatorio Epidemiologico
Regionale.
Successivamente a questo, l’assessore Ruggeri ha diramato un
comunicato teso a spiegare la natura dei dati presi in esame
nell’indagine, le possibili criticità delle stesse e a suggerire,
dunque, ulteriori indagini conoscitive, estendendole anche
ad altri comuni per verifi care se le patologie conosceranno
la stessa curva di andamento.
Ecco il comunicato diramato dalla Ruggeri:
“Alla luce di quanto emerso dallo studio epidemiologico
descrittivo effettuato dall’Arpam, dopo l’incontro richiesto
e avvenuto in data 21 aprile con il responsabile di Igiene e
Sanità Pubblica dell'Area Vasta 3 sede di Camerino e con un
dirigente medico dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, questa amministrazione comunale intende comunicare
alla cittadinanza quanto segue.
Lo studio Arpam è uno studio puramente descrittivo di quanto
accaduto nel periodo di osservazione preso in esame, senza
correlazione alcuna con fattori causali, come le esposizioni
ad inquinanti ambientali. L’analisi descrittiva, infatti, non si
prefigge, per definizione, il fine di fornire informazioni sulla
eziologia degli eventi studiati, che peraltro nella stragrande
maggioranza dei casi riconoscono una causa multifattoriale
o addirittura ancora sconosciuta e sono spesso riconducibili
a fattori individuali o ambientali lontani anni dal periodo di
osservazione. Inoltre su di essa gravano alcune limitazioni
riferite ai dati e alle tecniche utilizzate per la stesura.
DATI: l’indagine utilizza come metodo la consultazione
dell’archivio regionale delle Schede di Dimissione Ospedaliera, che ha il limite di incappare in possibili errori di codifica e
attribuzione diagnostica; semplificando: una stessa patologia
può essere registrata con un codice diverso o diverse patologie
possono essere registrate con lo stesso codice. Per le cause
di decesso una generica definizione da parte del medico
certificatore (per esempio morte per arresto cardiocircolatorio) potrebbe far rilevare degli eccessi per quell’evento nel
Comune osservato. Più attendibile invece, sarebbe quanto
emerge dalla consultazione del registro dei tumori, che si
basa sul referto istologico, dando pressoché la certezza della
patologia in esame.
TECNICHE: un limite è rappresentato per certe patologie,
dalla esiguità dei casi osservati ed attesi, che dà degli eccessi
di incidenza, la cui stima non è statisticamente robusta come
dimostrato dalla ampiezza dell’intervallo di confidenza.
Quest’ultimo (l’intervallo di confidenza è un parametro che
fornisce informazioni sulla precisione dei valori ottenuti) è
utilizzato al 90% anziché al 95%, come nel progetto Sentieri, che si occupa dei siti documentatamente contaminati, e
pertanto deve fornire allo studio una più alta sensibilità per
evitare che si perdano informazioni utili. In realtà l’utilizzo
Delpriori: “Con Sagramola da Renzi
per gli esuberi Whirlpool-Indesit”
Il Comune di Matelica cerca di saperne di più e di fare il
possibile in merito alla mannaia fatta cadere da WhirlpoolIndesit sul futuro di tanti operai attivi nel nostro territorio,
conseguenza del piano industriale che prevede 1.350 esuberi
su scala nazionale, stante la prossima chiusura degli stabilimenti Indesit di Albacina, Carinaro e None.
La Giunta ha spiegato come intende muoversi nell’incontro
che si è svolto venerdì 24 aprile, di pomeriggio, con i vertici
della rappresentanza sindacale, per capire bene la situazione
industriale del polo fabrianese. Per il momento la Whirlpool,
azienda americana che ha assorbito l'Indesit, ha annunciato
627 esuberi con relativa chiusura del sito di Albacina. Gli operai verranno spostati a Fabriano, i macchinari a Varese e poi,
probabilmente, in Polonia. Il rischio però è che nel 2019 venga
presentato un
altro piano,
con ulteriori
esuberi. "La
nostra preoccupazione - spiega
uno dei tre
rappresentanti presenti - è che ci
tengano lì e
poi appena
possono ci
mandino a
casa. Addirittura invece
di fare un piano di contrattazione nazionale, vogliono parlare
territorialmente, per dividerci e per farci massacrare tra Carinaro ed Albacina. Noi però resteremo uniti”. Una cosa che
fa riflettere è che lo stabilimento di Albacina ha aumentato
la sua produzione nell'ultimo anno, specializzandosi peraltro
su settori come lavaggio e cottura, ed era stata proprio la
produttività di questa tipologia di elettrodomestici ad aver
spinto il colosso americano Whirlpool a mettere gli occhi
sull'Indesit. L'azienda italiana infatti era molto più efficiente
e redditizia di quella d'oltreoceano. Voglia quindi di eliminare
un competitor, strategia giusta per ottenere i giusti incentivi,
16 matelica.indd 2
appoggio definitivo del governo italiano: questi i fattori che
avevano portato all'accordo finale tra le due multinazionali,
con 758 milioni di euro versati nelle tasche dei venditori. Una
“operazione fantastica” l’aveva definita il premier Renzi che
oggi, potesse, si rimangerebbe volentieri quella dichiarazione,
scappatagli probabilmente in base al fatto che in un primo
momento l'azienda americana aveva promesso una serie di
investimenti. Poi, giorni fa, la realtà. Da parte sua il sindaco
di Matelica Delpriori ha detto di essersi attivato, insieme a
quello di Fabriano, Giancarlo Sagramola, allo scopo di riunire
la voce di un territorio che rischia di diventare ogni giorno
più povero. "Dobbiamo andare a Roma da Renzi tutti insieme
per chiedere chiarezza e difesa dell'occupazione - afferma
Delpriori - perlomeno venga spiegato a questi operai il loro
dell’intervallo di confidenza al 95%, come accade nella stragrande maggioranza degli studi epidemiologici reperibili in
letteratura medica accreditata, avrebbe avuto nel nostro caso
una più elevata specificità, evitando la registrazione di falsi
eccessi. Sono state prese in considerazione nello studio anche
patologie cardiocircolatorie e respiratorie, che però richiedono
la valutazione di un ventaglio molto ampio di fattori causali,
rendendone così difficile la attribuzione a pressioni ambientali.
In accordo con l’Agenzia Sanitaria Regionale, tenendo
conto sia dei risultati sia dei limiti intrinseci degli studi di
epidemiologia descrittiva, saranno comunque avviati degli
approfondimenti in merito, attraverso la consultazione della
documentazione clinica. Sarà posta l’attenzione sui tumori del
sistema emolinfopoietico, della tiroide, per i quali si registra
un aumento su tutto il territorio nazionale e dello stomaco,
il cui eccesso è da decenni prerogativa del nostro territorio.
Inoltre verrà estesa l’indagine a tutta l’Area Vasta 3, per verificare se gli stessi eccessi segnalati sono riscontrabili anche
in altri Comuni. Sulla scorta di quanto verrà documentato si
deciderà poi come proseguire gli studi epidemiologici per
garantite la tutela della salute dei cittadini”.
Teatro Piermarini,
il Comune titolare
della licenza
Il Comando provinciale Vigili del Fuoco di Macerata, con
comunicazione n. 16629 del 21 aprile scorso, ha trasmesso il Certificato di Prevenzione Incendi per il locale "Teatro Piermarini" per il periodo 21.04.2015/19.08.2018.
Quindi a seguito della riunione della Commissione comunale di Vigilanza e del Certificato di Prevenzione Incendi,
il Comune di Matelica è titolare della licenza di agibilità
per l’attività di pubblico spettacolo e di intrattenimento
presso il
Te a t r o
comunale.
Amministrazione
comunale
taccuino
FARMACIE: Sabato 2 e domenica 3 maggio
futuro. Serve una prospettiva più ampia rispetto a quella
presentata e per ottenerla c'è bisogno di tutti. Proprio per
questo nei prossimi giorni contatteremo il sindaco Sagramola
e comunicheremo le nostre volontà a tutti i primi cittadini
del territorio". "Non ci arrenderemo mai, lo stabilimento di
Albacina è un'eccellenza, non possono portarcela via - concludono i rappresentanti dei sindacati ringraziando il Comune di
Matelica per l'appoggio e l'interesse dimostrato - La prossima
lotta inizierà il 5 maggio con la mobilitazione territoriale. Di
sicuro non ci tireremo indietro alle prime sterili promesse".
Riccardo Antonelli
CENTRALE FERRACUTI: Orari: 8.30-13 15.30-19
Corso V. Emanuele tel 0737 85440
EDICOLE: Domenica 3 maggio
IL GHIRIGORO: Cartoleria Edicola di Stroppa Artemisia
Viale dei Martiri, 66 tel. 0737 787958
APERTURA REDAZIONE MATELICA: Il lunedì e il giovedì
ore 16.30-18.30
Via Parrocchia, 3 - 62024 Matelica (Mc) - Tel. e Fax 0737 787551
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CINEMA MULTISALA GIOMETTI Via Grifoni tel. 0737 787663
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17
L'Azione 2 maggio 2015
Il restauro del Crocefisso
Riaperta al culto la chiesa: una volta all'anno ci sarà una celebrazione
di Egidio MontEMEzzo
D
omenica 19 pomeriggio, con la
presenza di moltissime persone,
è stata riaperta al culto, con
una benedizione e celebrazione eucaristica presieduta
da Mons. Carlo Liberati vescovo emerito di Pompei coadiuvato dal Parroco Mons.
Lorenzo Paglioni ed il suo
vice don Ruben Bisognin,
sostenuta da un coro formato
da una rappresentanza delle
varie parrocchie matelicesi,
la chiesa del Crocefisso
d’Urbani.
Mons. Lorenzo Paglioni ha
accuratamente tracciato la
storia di questa chiesa che
fungeva prima da oratorio
privato della famiglia Zaccagni che poi l’ha venduta alla
famiglia Laureani di Roma
e da questi a Nicola Paglioni
di Gagliole (vedi foto) che
nel febbraio 2013 l’ha poi
donata alla parrocchia di S.
Maria Cattedrale. Non ci
soffermiamo ulteriormente
sulla storia in quanto già
oggetto di uno splendido
articolo di Sabina Biocco
sul giornalino “Insieme” che
viene donato dal parroco in
occasione della benedizione
pasquale ed anche, sempre
ad opera di don Lorenzo, sul
nostro settimanale in sede in
di presentazione dell’avvenimento. Avvenimento che
parte da lontano e da quando
cioè, in occasione di una
benedizione pasquale presso
l’Halley Informatica, don
Lorenzo ricorda l’importanza dei luoghi di culto della
nostra tradizione e fra questi
cita anche questa chiesetta
Il giovane Guerrieri
trionfa al Primavera
E’ Nicolò Guerrieri, anni 15 (secondo da sinistra), il vincitore del
Torneo di Primavera, di categoria 4-NC, che ha animato i campi
del Tennis Club Matelica per una
decina di giorni. Quasi ottanta gli
iscritti alla manifestazione, tutti
i migliori giocatori di categoria
della zona, con una partecipazione che spazia dai più giovani, con
tanti ragazzi delle scuole tennis
locali ai più esperti e conosciuti
elementi. Tanti gli incontri spettacolari, in tutte le fasi del torneo
che si divide in più sezioni in
base alle norme della Fit; proprio queste sezioni portano alla
disputa delle rispettive finali con
i relativi vincitori. Veniamo al
clou del torneo; alla finale sono
arrivati due giovanissimi, Nicolò
Guerrieri di Castelraimondo e Filippo Mariotti del T.C. Matelica.
Numeroso il pubblico presente al
Palatennis ad assistere all’epi-
17 matelica.indd 2
logo; Guerrieri ha iniziato alla
grande con un ritmo impressionante vincendo il primo set
senza problemi mentre la parte
iniziale della seconda partita è
stata equilibrata con Mariotti in
grado di contenere l’esuberanza
dell’avversario. Poi Nicolò ha
preso il sopravvento ed ha chiuso
l’incontro, complice anche un
infortunio finale di Filippo nel
punto finale. I complimenti al
brillante e giovanissimo vincitore ma anche al degno avversario,
Nicolò e Filippo che hanno dimostrato di essere ai vertici della
categoria e a un ‘bravo’ a tutti gli
altri, ragazzi e veterani che hanno animato il circolo matelicese;
complimenti anche al ‘veterano’
Paolo Santarelli che, vincendo
la finale della seconda fase, ha
dimostrato di avere ancora la
grinta giunta per primeggiare.
t.C. Matelica
a poche centinaia di metri
dalla sede dell’Halley stessa
bisognosa però di restauro
improrogabile a causa del
terremoto e delle avversità
atmosferiche. L’idea è lanciata e Giovanni Ciccolini,
insieme alla sua famiglia,
decide di raccoglierla subito
e di farsi carico dell’onere
in quanto, rivolgendosi ai
suoi collaboratori, afferma
che tutti riflettano sul fatto
che “i soldi, la salute e tutto
il resto non hanno senso se
non lasciamo ai nostri figli la
cosa più importante e cioè la
fede, che per lui è stata fondamentale grazie a quanto
trasmessogli dalla famiglia
e dallo zio don Lido, e che
questa però ha anche bisogno di luoghi ed opportunità
con cui esprimersi. Vorrei
quindi che questo piccolo
segno fosse letto in questo
modo”.
Molti i ringraziamenti per la
tenacia di don Lorenzo, la
magnanimità dei Ciccolini,
il brillante restauro di Angela Allegrini, quanti hanno
lavorato per il ripristino del
fabbricato e degli arredi, la
generosità di Nicola Paglioni
che l’ha donata ed infine,
alla famiglia Cruciani che
ha concesso i suoi locali
per permettere ai numerosi
presenti di partecipare alla
merenda offerta dai Ciccolini stessi.
In fondo alla chiesa una delle
due targhe in marmo celebrative dell’evento (vedi foto).
don Lorenzo ha ricordato
che almeno una volta all’anno, e cioè la seconda domenica dopo Pasqua, ci sarà
certamente una celebrazione
eucaristica.
Giuda non ha... tradito la pittura:
la sua arte anche a Milano
Grazie all’attività di “borsista”
presso la Fondazione di Storia
dell’Arte Roberto Longhi (20082009), Stefania Castellani di Lecce,
sotto la guida di Mina Gregoni, ha
dato vita ad una interessantissima
ricerca sul pittore “Lorenzo di
Giovanni de Carris da Matelica,
detto Giuda”. E come matelicesi, le
siamo sinceramente grati. Personalmente ho potuto prendere visione
dello studio grazie alla cortesia di
Enzo Carsetti, ammirevole ricercatore di tutto ciò che è “matelicese”,
dall’arte alla storia, alla letteratura.
La studiosa colloca la data di
nascita del pittore dopo il 1465
e l’attività probabilmente fino al
1533. E’ interessante che si
avvalga del ritrovamento di atti
notarili, a lui relativi, dell’Archivio di Stato di Macerata,
sezione di Camerino, da parte
degli studiosi Alberto Bufali
e Sabina Biocco che hanno
potuto documentare parte della sua attività. Egli, oltre che
inizialmente a Matelica, ha
lavorato per anni a Macerata,
di cui è detto "habitatorum",
cioè abitante, per poi trasferirsi a Recanati. Moltissime le
opere individuate e riprodotte
anche in altri centri marchigiani e umbri. Assume particolare
importanza il dipinto che si trova nel Monastero della Beata
Mattia. Annunciazione con la
Maddalena e la Beata Mattia
Nazzarei, oltre alle opere del
Museo Piersanti: Crocifissione
e dolenti e la Madonna col
Bambino tra i Santi Nicola
da Bari e Francesco (Collezione
privata). Si fa anche riferimento
agli studi condotti sull’artista dal
dott. Alessandro Delpriori, come
ad importanti studiosi del passato
(fra essi Amico Ricci) e del presente come Andrea de Marchi. Le
citazioni sono così numerose che
solo una lettura integrale della
ricerca e della bibliografia rende
possibile una accurata visione
dei tanti riferimenti. Lo studio
è stato pubblicato negli “Annali
della Fondazione Roberto Longhi
– Proporzioni IX-X”. Ecco solo
alcuni flash sulla attività del nostro
artista. Importante il documento
che porta la data del 4 settembre
1493 (San Cristofoco Tassini) in
cui si dice che “Laurentius magistri
Johannis de Carris de Mathelica
pictorum, cioè Lorenzo (figlio) di
Mastro Giovanni de Carris pittore,
riceve l’incarico, davanti alla casa
del committente Mattia di Angelo
Turelli di Matelica, di dar vita ad
una “cona”, cioè ad un’opera che
sarà collocata sull’altare della famiglia Turelli nella chiesa di Santa
Maria della Piazza, oggi Cattedrale.
Seguono riferimenti a molte opere
pittoriche eseguite per Macerata
(Palazzo dei Presidi, chiesa di Santa Maria delle Vergini, opere per
dei privati, stemmi cittadini), San
Liberato, la Madonna del Soccorso
per Civitanova e Recanati, altre nella Pinacoteca
di Brera a Milano e non
solo. Naturalmente questo articolo vuol solo
segnalare uno studio importante per l’arte e per
la nostra città che vede,
attraverso Giuda, numerosi contatti con altri
artisti e altre tendenze,
in un panorama culturale
vivace e ricco di contatti
regionali, nazionali e
internazionali, con artisti
che hanno dato lustro al
mondo dell’arte.
Fiorella Conti
Uno dei dipinti più noti
attribuiti a Giuda de Carris, la Madonna del Latte,
presso Santa Maria delle
Vergini, a Macerata
29/04/15 10.54
18
>SASSOFERRATO<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Il coraggio delle donne
nella mostra Anima Mundi
I
di FRANCESCO IACOBINI
l Mam’s di Sassoferrato ha
ospitato per due settimane,
dall’11 al 26 aprile, Anima
Mundi, la bella mostra dell’artista pistoiese Rossella Baldecchi,
una trentina di opere (pittura e
incisione) per un viaggio nella condizione della donna, tra sofferenze e
riscatto, avversità e coraggio.
Al termine dell’esposizione, che ha
avuto un buon riscontro di pubblico
e l’attenzione di non pochi appassionati, "L’Azione" ha incontrato
l’autrice per un bilancio e un breve
racconto di sé.
Anzitutto, chi è Rossella Baldecchi?
Sono una donna che sin dall’infanzia ha avuto chiaro quale sarebbe stato il suo percorso, l’arte
figurativa. Ho studiato all’Istituto
d’Arte di Pistoia, la mia città, e
poi all’Accademia delle Belle Arti
di Firenze, dove ho conseguito il
diploma in Pittura. La strada era
segnata, indubbiamente, e anche la
mia attività di insegnamento rientra
in questo percorso, dato che da molti
anni sono docente di design al Liceo
Artistico di Pistoia.
Cosa la ispira nella sua ricerca
artistica e nella sua produzione?
Direi il tema del viaggio, il viaggio
da Oriente a Occidente, da Nord a
Sud, e viceversa. In questo andare
per il mondo ho colto tanti spunti
e ho fatto un pieno di emozioni,
che ormai fanno parte del mio
linguaggio narrativo. Sicuramente
il confronto con altre culture mi
ha aiutata a crescere e maturare, e
in particolare l’Estremo Oriente ha
scavato un solco profondo dentro di
me, nelle mie “certezze” da occidentale, aiutandomi a capire meglio il
valore della vita.
Come nascono questi lavori di
Anima Mundi?
Nascono da storie di donne e di
bambine che ho incontrato, in modo
reale o virtuale, verso le quali ho
provato una profonda empatia e che
mi porto nel cuore. Con i dipinti e le
incisioni di Anima Mundi mi sono
unita a loro, come a voler perpetuare
quel vissuto. Inoltre, in questa mostra ci sono delle citazioni di autori
del passato, con i quali ho avuto un
rapporto importante. In definitiva
Anima del mondo, per me, significa
sintonia con tutti gli esseri viventi,
in uno slancio di compassione e
condivisione che tutto unisce.
Come ha conosciuto Sassoferrato,
e il Mam’s? E cosa le rimane
dell’esperienza vissuta qui, in
queste due settimane?
Ho avuto il privilegio di conoscere
Sassoferrato e il Mam’s circa un
anno fa, in occasione di una mia
personale a Fabriano curata da Anna
Massinissa. E’ stata poi Arianna
Rossella Baldecchi
e Arianna Bardelli
(foto Mingo)
Bardelli, una giovane critica di
grande valore, ad aprirmi le porte
e a condurmi con la sua passione
e il suo entusiasmo alla scoperta di
questo splendido Museo e di questi
luoghi. Tanto che, già nell’autunno
scorso ero di nuovo qui, per il Premio Salvi e l’Atelier del Contemporaneo, dove sono state esposte due
mie opere. Di questa esperienza mi
rimarranno, fra l’altro, la grande
professionalità con cui tutto è stato
preparato e curato, l’impegno del
Comune (grazie, in particolare al
Sindaco Pesciarelli, all’Assessore
Varani, ad Antonio Maria Luzi,
agli allestitori), l’accoglienza dei
cittadini e dei visitatori, davvero
cordiale e affettuosa, oltre, di nuovo, alla bravura e alla competenza
di Arianna.
Le sue prossime mostre e iniziative?
Sono già al lavoro per un progetto
che nel prossimo mese di luglio mi
vedrà impegnata, insieme ad otto
artiste italiane e straniere, nella realizzazione di un’installazione nella
foresta dell’Abetone, al confine tra
Toscana ed Emilia, ne “Il percorso
dell’amicizia”. A fine anno poi sarò
a Montale, nel pistoiese, con una
personale. Sono sempre pronta,
comunque, ad “impacchettare” i
miei lavori e a partire per nuove
emozionanti avventure artistiche
che, spero, mi riportino presto
anche nelle amate Marche.
Cinema:
malavita
d'America
Tre appuntamenti con il Cineforum
a Monterosso. Dall'1 al 3 maggio
prossimi, con inizio alle ore 21.30,
nella sala parrocchiale del paese
si terranno tre serate dedicate al
cinema, promosse da altrettanti
appassionati di filmografia: Silvestro Baiocco, Andrea Conti e Giulio
Santoleri. Argomento centrale degli
eventi cinematografici “La malavita
in America”, ovvero il tema visto
da tre diverse generazioni. Si apre
venerdì 1° maggio con “Donne
Brasco”, pellicola del 1997 con
Al Pacino e Johnny Depp, per
la regia di Mike Newell. Il giorno
successivo sarà la volta del film
di Clint Eastwood “Mystic River”,
anno 2003, con Sean Penn, Tim
Robbins e Kevin Bacon. Si chiude
domenica con “Public Enemies”,
anno 2009, di Michael Mann, che
ha quali interpreti principali Johnny
Depp e Christian Bale. L’ingresso
è libero.
Johnny Depp in Public Enemies
A caccia dei rifiuti ingombranti con i volontari: I grandi meriti
ripulite alcune discariche abusive a cielo aperto di Leone XII
Premiato l’impegno dei circa cento volontari che domenica 12 aprile
si sono dati appuntamento in piazzale Castellucci per partecipare alla
13^ edizione della “Caccia…ai rifiuti”, l’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con le associazioni che
operano per la tutela dell’ambiente. La “battuta di caccia” ha infatti
fruttato un ricco bottino di alcune decine di quintali di materiali di
disuso, che sono stati
prelevati da discariche
abusive a cielo aperto
e trasportati all’interno
del Centro Ambiente di
località Fornaci. All’iniziativa hanno preso
parte rappresentanti delle associazioni locali,
a cominciare da quelle
venatorie e della pesca,
agricoltori, cittadini sensibili ai temi ambientali, assessori e consiglieri
comunali e gli studenti del consiglio comunale delle ragazze e delle
ragazzi. Le operazioni di bonifica, condotte con l’ausilio di camioncini,
trattrici con rimorchi e automezzi fuori strada, messi a disposizione dal
Comune e da soggetti privati, si sono concentrate in località Morello,
Valdolmo, Valdibetto, Perticano, San Felice, Casalvento, Cabernardi
e nell’area circostante l’Abbazia di Santa Croce. Armati di guanti,
sacchi e funi, i volontari, divisi in gruppi, hanno operato, non senza
fatica, ma con tanto entusiasmo, per recuperare lungo dirupi, scarpate,
aree boschive e argini fluviali, un consistente numero di materiali ingombranti ed inquinanti: frigoriferi, lavatrici, reti metalliche, gomme
di automezzi, materassi, materiali di plastica, bottiglie, lattine ed altro
ancora. Una giornata di duro lavoro, dunque, che ha
prodotto risultati concreti, con la speranza che, al di là
dell’aspetto puramente pratico, possa essere servita a
sensibilizzare la cittadinanza al rispetto dell’ambiente,
troppo spesso “offeso” da persone totalmente prive di
Il comitato locale di Sassoferrato della Croce
senso civico.
Rossa, domenica 19 aprile scorsa, a Palazzo Oliva, ha impartito una lezione sulla “Disostruzione
pediatrica e sonno sicuro” (foto). In pratica una
lezione per imparare le manovre salvavita per liberare le vie aree di un bambino o di un adulto da un
corpo estraneo ed una su tutti gli accorgimenti da
prendere al fine di ridurre le probabilità di vivere
in famiglia in caso di morte in culla. Lezioni di
vita fondamentali con due bravi insegnanti, Gabriele e Lucio, che si completeranno con un altro
ciclo legato al massaggio cardiaco ed all’uso del
defibrillatore. Corso di nuovo gratuito ed aperto a
tutti, organizzato in collaborazione con il Comune
di cui vi terremo informati.
Qui e sopra, il recupero dei rifiuti ingombranti
Utili manovre salvavita
18 sasso.indd 2
Merito anche di Papa Leone XII se abbiamo
Papa Francesco. Chi conosce bene don Pietro
Fedeli, il parroco di San Pietro, ex parroco di
San Nicolò di Fabriano, sa bene quanto sono
precise ed intelligente le sue analisi della storia
e della nostra odierna società.
E lo ha, di nuovo, dimostrato il giorno
dell’inaugurazione della statua di Leone XII,
ideata da Bruno d'Arcevia e data in dono dal
Club Rotary Altavallesina-GrotteFrasassi ai
gengarini quando ha collegato l’apertura ai
gesuiti di Papa Leone XII all'investitura di
Papa Francesco.
“Perché – spiega – uno dei grandi meriti del
Papa della Genga è proprio quello di aver non
solo riaperto il collegio romano dei Gesuiti ma
anche di aver concesso il permesso al collegio
di formare di nuovo studenti di teologia. Fu
proprio in questa scuola che si formarono il
giovane Gioacchino Pecci, futuro Leone XIII
od ancora padre Curci Sj. Una mossa da collegare alla permanenza di Papa Leone XII in
Germania quando era nunzio dove ha vissuto
il fermento di nuove problematiche ecclesiologiche che non erano in linea con i dettati
delle università pontificie romane. Pertanto
autorizzando quel collegio romano, consentì
ai gesuiti di creare un centro propulsore di
rinnovamento che di fatto aprì nuovi orizzonti
perché avallò il dialogo tra le varie correnti
del pensiero moderno fino allora tenute in
sospetto o in odore di eresia. I gesuiti così
fondarono collegi ed università nel mondo e
in modo particolare nell’America latina. E
lo stupore – conclude - è che il Papa Leone
XII, quello che la storiografia risorgimentale
descrive come retrivo e conservatore, in realtà
si pone come il Papa che ha aperto la strada a
Papa Giovanni per indire il concilio Vaticano
II. Concilio che ha dato inizio al nuovo cammino della Chiesa universale ed a un gesuita
di salire oggi sulla cattedra di Pietro”.
Veronique Angeletti
29/04/15 10.48
>CERRETO D'ESI<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
19
Il
Pcl
alle
elezioni
subito con i lavoratori
Intervenire
sulla Desi Mobili
F
eneal Uil, Filca Cisl e
Fillea Cgil ritengono importantissimo che in tempi
brevi, anzi brevissimi, si
valuti ogni possibile soluzione
per la Desi Mobili e soprattutto
per suoi dipendenti, in contratto
di solidarietà dal giugno 2014 e
con l'azienda in mano al Tribunale
di Ancona a causa di richiesta di
fallimento dai primi di marzo 2015.
Le organizzazioni sindacali chiedono all'assessore regionale e a tutta
l'amministrazione regionale, come
è già stato fatto con il commissario
prefettizio del Comune di Cerreto
d'Esi, di sollecitare il Tribunale di
Ancona per la nomina del curatore
fallimentare, condizione necessaria
per affrontare le emergenze più
impellenti che i dipendenti della
Desi Mobili stanno vivendo.
I lavoratori non percepiscono
salario dal mese di febbraio 2015
in relazione alla retribuzione di
novembre 2014, non percepiscono
ammortizzatori sociali, per cui la
situazione è estremamente delicata
tanto che 80 lavoratori hanno già
deciso di abbandonare l'azienda
utilizzando l'opportunità della
mobilità.
Non di minor importanza la valutazione della situazione per il
salvataggio dell'azienda: la Desi
Mobili una delle ultimissime
realtà del mobile della provincia
di Ancona da più di trent'anni
sul mercato con una produzione
a marchio proprio e anche conto
terzi la quale ha occupato anche
più di 230 dipendenti ha suscitato
l'interesse di altre aziende che, negli ultimi giorni, si sono interessate
alla situazione al fine di elaborare
proposte per l'acquisizione ma tutte
hanno posto la condizione di una
ripresa produttiva il più velocemente possibile per cui anche in
questo ambito la nomina rapida del
curatore fallimentare è una condizione fondamentale. Certo, né le
organizzazioni sindacali, né tanto
meno i lavoratori, hanno bisogno di
un allungamento delle tempistiche
che rischierebbero di far saltare la
possibilità di un acquisto. In uno
degli ultimi incontri avuti con la
Desi Mobili ci veniva confermato
che il valore dell'azienda stessa stava nei contratti con i clienti "buoni" e che gli stessi non avrebbero
potuto attendere per tanto tempo la
ripresa dell'attività produttiva ed è
proprio per questo motivo che si
richiedono tempi strettissimi per
la nomina del curatore fallimentare
il quale potrebbe cedere l'azienda
ai possibili acquirenti e la quale
presenza si rende obbligatoria al
fine di poter recuperare quanto
i lavoratori devono percepire in
merito a mensilità arretrate ed a
quant'altro spettante.
Il Glicobus arriva in piazza
Il Glicobus arriva a Cerreto d’Esi per la sesta volta
consecutiva, iniziativa itinerante sul territorio che si
inserisce nel più ampio piano di prevenzione e di
sensibilizzazione svolto dall’Associazione per la Tutela del Diabetico Atd onlus di Fabriano sui problemi
legati al diabete, alle malattie metaboliche e a tutte le
complicanze ad esse collegate. Il Glicobus è organizzato da Atd in collaborazione con la Croce Azzurra e
con il patrocinio dell’Asur Marche Area Vasta 2 e del
Comune di Cerreto d’Esi. L’iniziativa si terrà sabato
9 maggio a Cerreto d’Esi, in piazza Caraffa, dalle ore
8.30 alle 12.30.
Un’occasione utile per quanti intendono controllare
gratuitamente i propri livelli di glicemia e di pressione. Presso l’infermeria mobile della Croce Azzurra
opererà un team sanitario dell’Unità Operativa di
Diabetologia dell’Ospedale
“Profili” di Fabriano, composta
dal diabetologo dott. Franco
Gregorio, dall’operatrice socio
assistenziale Silvana Piccioni e
dalla dietista dott.ssa Valentina
Marinelli. Oltre alla possibilità
di sottoporsi all’esame per la
verifica dei propri livelli di
glicemia, determinazione della
pressione, peso corporeo e indice di massa corporea, i cittadini
potranno rivolgere alla equipe
medica tutti i quesiti sul corretto
stile di vita e quindi anche di
tipo alimentare.
“Ancora una volta presenti con la stessa determinazione e
voglia di tutelare le condizioni dei lavoratori, dei precari,
dei disoccupati, dei pensionati e di tutte le fasce più deboli della popolazione, in un Comune ormai collassato
e sull’orlo del fallimento”. Queste sono le prime dichiarazioni di
Marco Zamparini, giovane operaio nel settore del commercio, candidato
a sindaco del Partito Comunista dei Lavoratori, che si presenta come unica forza di opposizione e di rottura, con quella classe politica che in un
ventennio, ha portato il nostro comune sull’orlo del baratro. La necessità di
fare emergere anche le vicende passate, che hanno portato poi al commissariamento del comune, spingono ancora una volta il Pcl, a prendere una
dura ed intransigente posizione nei confronti di amministratori e politici
locali, di ogni schieramento e colore politico. Loro sono i veri colpevoli
del buco economico e dell’incredibile indebitamento per mezzo di mutui
insanabili e troppo onerosi per le casse di un piccolo comune come il
nostro. Il candidato sindaco del Pcl dichiara: “La reale e grave situazione, ormai è sotto gli occhi di tutti, come sono chiare ed inconfutabili le
responsabilità. Per troppo tempo la nostra comunità, è stata amministrata
da “piccoli” uomini politici, tutt’altro che capaci, politicamente parlando. Hanno sempre privilegiato politiche a favore degli interessi privati e
non a quelli della collettività, per lo più volte a favorire noti industriali,
burocrati e professionisti del parassitismo politico. Hanno scaricato a loro
volta, tutta la loro incompetenza e “mala fede”, sulle spalle dei lavoratori
e pensionati, vere vittime della crisi economica e sociale che attanaglia
il nostro territorio. La nostra proposta politica è chiara e ben delineata
da anni. Con la differenza che questa volta promesse da fare non ce ne
sono per nessuno. Vista la situazione, abbiamo il dovere di mantenere
vivo il nostro paesello, ed i primi traguardi sono il lavoro, l’ambiente, la
rivalutazione del territorio ed il mantenimento dei pochi servizi rimasti,
rivedendone tutte le gestioni. Poi sulle proposte politiche, ne riparleremo
in seguito. La nostra linea è espressione di onestà e trasparenza politica, ed
è legata ad un principio di fondo. Secondo noi per migliorare le condizioni
dei nostri cittadini, c’è bisogno che vadano fuori dal Consiglio comunale
ogni interesse economico e di potere.
C’è bisogno di creare una giunta comunale formata da lavoratori e da
persone comuni, ovviamente preparate e attive nella vita politica cittadina, e
che sanno cosa significhi sostenere situazioni estreme, anche in alcuni casi
vicine alla soglia della povertà”. Il candidato sindaco conclude: “Ancora
una volta ci presenteremo indipendenti e fuori da ogni forma di alleanza,
soprattutto con chi consapevolmente è complice del fallimento sociale ed
economico del nostro Comune. Cambiano i candidati sindaci, ma il fine
politico di queste persone e di chi li manovra non cambia. Hanno avuto
la loro possibilità di amministrare, chi più e chi meno per vent’anni, tra
finte liste civiche e partiti, ma hanno dimostrato di essere “forse” bravi
nel loro lavoro abituale che però è ben lontano dal saper fare politica, e
questa volta i fatti sono inconfutabili. C’è bisogno di un cambiamento per
Cerreto, vero, serio e coraggioso. C’è bisogno di gente come noi, che da
dieci anni nonostante non siamo mai riusciti né a governare con una lista
del Pcl, né a prendere un consigliere comunale, siamo lo stesso stati
sempre attivi e sempre presenti con le nostre proposte in ogni momento
dell’anno e non solo a ridosso dell’elezioni comunali, anche con il nostro
giornalino e i banchetti in piazza.
I cittadini non devono votare il candidato sindaco in base ai titoli, alle
proprietà, o ad altro, ma devono votare il programma e cosa si vuole fare
realmente per questo paese. Un voto a noi non è sprecato, è un voto che
non tradirà mai le aspettative reali dei cittadini. Votare per noi è scegliere
di ridare dignità al nostro paese”.
Pcl Nucleo montano sezione Ancona
4 maggio 2008 in festa
Riparte anche per questo duemilaquindici la settima edizione della festa del
“4 Maggio 2008”, associazione cerretese nata per volontà del presidente
Alvaro Galdelli, e che mette in campo diversi sport dal 9 al 16 maggio.
Gli eventi si svolgeranno principalmente all’interno del palazzetto dello
sport Palacarifac comunale e nella struttura tennistica del Tennis Club
Atd onlus Fabriano
“Fabrizio Lodovici”. Giornata di
apertura del 4 maggio con la Santa
Messa al Centro parrocchiale “in
Giornata di voto per le primarie
ricordo di..”, con cena finale offerta
del Partito Democratico a Cerdall’associazione. Per lo sport si
reto d'Esi domenica 26 aprile
inizierà nella serata del 9 maggio
per tutti i residenti del paese alla
con l’esibizione delle ragazze del
Sala dello Stemma. Giornata
Twirling “Fantasy”, mentre dal 5
quella di domenica che si è
al 16 si svolgerà per il calcetto il
aperta alle ore otto del mattino
“Memorial Andrea”. Semifinali e
e terminata incirca alle ore venti
finali rispettivamente il 7 ed il 9
della sera stessa e che ha visto contrapposte due figure candidate alle prosmaggio per il torneo di pallavolo
sime elezioni comunali: stiamo parlando di Stefano Stroppa e di Angelo Cola,
femminile, che vedrà impegnate per
entrambi del Pd. Buona l’affluenza alle urne elettorali che ha contato ben 367
quest’ultimo giorno l’Asd Caldarola
votanti. Dopo lo scrutinio dei voti intorno alle ventuno si è decretato vincitore
Volley e il San Severino Volley per
netto Stefano Stroppa con 221 consensi , mentre 141 le preferenze per Angelo
l’incontro di serie D. La giornata
Cola, con alcune schede nulle tra quelle totali. Entrambi i candidati prima delle
conclusiva del 16 maggio vedrà al
elezioni avevano presentato pubblicamente un programma politico da attuare
Circolo Tennis un torneo a gironi
per il paese, con qualche giorno di anticipo prima della domenica. Il vincitore
a partire dal primo pomeriggio. La
ha poi espresso parole di soddisfazione dopo l’esito positivo a suo favore,
settimana si conclude in bellezza
dichiarando “Grazie per la fiducia che mi avete dato, io mi sono candidato, e
con la cena aperta a tutti su prenoavendo a cuore il futuro del mio amato paese, darò, insieme a chi mi affiantazione al Centro parrocchiale, ed
cherà, un forte contributo". Attesa dunque per le prossime elezioni comunali.
estrazione finale con premi.
Gian Marco Lodovici
Primarie Pd
vince Stroppa
Ferito con la motozappa
Un quarantenne è rimasto ferito con la motozappa mentre stava lavorando in un
podere a Cerreto d’Esi. E’ successo mercoledì scorso intorno alle 11 in un terreno
di proprietà dell’uomo. Il quarantenne è rimasto impigliato con la gamba destra nel
mezzo agricolo e se l’è fratturata. Sul posto è subito intervenuta l’eliambulanza che
l’ha trasportato all’ospedale regionale di Torrette dove lo hanno operato per ricomporre la frattura. La prognosi è di 40 giorni. Sul luogo dell’incidente è intervenuta
anche una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Fabriano per i rilievi di legge.
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L'Azione 2 MAGGIO 2015
>CHIESA
Ss. Biagio
e Romualdo diventa
ufficialmente luogo
di culto degli
appassionati d'arte:
anche il Vescovo
presente
Artisti, ecco la vostra chiesa
di FRANCESCA AGOSTINELLI
S
abato 25 aprile la chiesa dei
Santi Biagio e Romualdo
è diventata ufficialmente
“Chiesa degli artisti”.
La chiesa dedicata a questi due
Santi è per Fabriano un vero e
proprio gioiello artistico, culla di
arte e di storia. Rappresenta il migliore esempio di tarda architettura
barocca nelle Marche ed è meta di
tutti i turisti che visitano la città.
“Sarà da oggi un punto di incontro
per tutti gli artisti. La diocesi ha
deciso di concretizzare l’interesse
per l’arte e per gli artisti creando
appunto una nuova sede culturale”.
Queste sono le parole di Don
Andrea Simone che in occasione
dell’inaugurazione spiega l’importanza dell’arte in relazione all’amore di Dio riflettendo su una frase
VIVERE IL VANGELO
di Don Aldo Buonaiuto
Una parola per tutti
di Giovanni Paolo II: “Gli artisti
ci aiutano a scoprire il desiderio
di Dio”.
Presenti alla manifestazione i 300
acquarellisti provenienti da tutto il
mondo per il grande evento “Fabriano in acquarello”, l’esposizione
internazionale che vede la commistione di acquarelli e bellezze del
centro storico.
Non potevano mancare inoltre gli
artisti del Coro Polifonico della
Diocesi Fabriano-Matelica con un
repertorio di musiche a cappella
a quattro voci, il tutto sotto la
direzione del maestro Giuseppe
Papaleo.
E ancora per valorizzare questo
evento si sono scelte alcune letture
dal “Trittico Romano. Meditazioni”. Questo poema, scritto da
Giovanni Paolo II, onora l’arte e le
sue forme. In particolare, per l’oc-
casione, è stata letta la composizione dedicata al conclave che, come
tutti sanno, avviene nella Cappella
Sistina alla presenza quindi del
grande dipinto di Michelangelo che
si trasforma da arte in preghiera.
Il grande artista è come se parlasse
al popolo e indicasse il prescelto.
Una lettura di grande intensità
dunque in occasione di una proclamazione che costituisce per questa
chiesa, per la città e per tutta la Diocesi un nuovo ed importante inizio.
Ad ufficializzare la proclamazione
una targa in ottone che resterà nella
chiesa ed opere in acquarello che
sono rimaste esposte fino a domenica 26 aprile.
“Sicuramente la Diocesi si impegnerà a mantenere attivo questo
centro culturale attraverso l’organizzazione di eventi e manifestazioni”, afferma Don Andrea.
È possibile destinare il 5xmille Irpef a Caritas Italiana per progetti di solidarietà
e interventi di emergenza.
Nei diversi modelli di dichiarazione (Cud, 730, Unico) occorre:
1. firmare nel riquadro "sostegno del volontariato, delle organizzazioni non
lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle
associazioni e fondazioni"
(il primo dei 4 appositamente previsti);
2. indicare il codice fiscale di Caritas Italiana: 80102590587
CARITAS DIOCESANA : E’ POSSIBILE
DONARE PER POVERTA’ LOCALI
ALL’IBAN : IT07U0503521113418570003231
Domenica 3 maggio
dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv 15, 1-8)
In tutta la Bibbia, soprattutto nell’Antico Testamento, sono presenti le immagini della vigna e della vite. Quest’ultima è indicata
proprio per rappresentare Israele. Gesù, fondamento e iniziatore del nuovo popolo di Dio, è l’uomo nuovo che realizza il suo Regno.
Il Padre è l’agricoltore, i tralci della vite sono i discepoli del Maestro. Se la pianta non produce frutti, viene tagliata via, dopo aver
tentato in ogni modo di renderla rigogliosa.
Solo attraverso il Salvatore è possibile portare frutto. Non basta vivere per lui, bisogna vivere in lui perché egli è la grazia salvifica
che ci partecipa questo dono permettendo la nostra unione col suo corpo redento: “Io sono la vite, voi i tralci”.
La Parola di Dio entra nel cuore di chi sceglie di accoglierla, come avviene per i rami dell’albero che ricevono la linfa direttamente
dal tronco.
Nel brano evangelico ricorre più volte il verbo “rimanere” che significa “dimorare”, ossia affidarsi al Signore in ogni momento e in
ogni situazione: nella malattia, nella gioia, nella desolazione, nella solitudine… senza disperare perché il Signore non abbandona
mai l’uomo.
Come la possiamo vivere
- Il Vangelo di questa V domenica di Pasqua ci propone l’immagine dell’uomo come creatura intrinsecamente legata all’Onnipotente.
Cerchiamo, attraverso la preghiera e la meditazione delle Sacre Scritture, la relazione con Dio, accogliendo la sua Parola, elemento
indispensabile per la nostra esistenza.
- La comunione tra noi e la vita del cielo è ben rappresentata con l’immagine della vigna. Il cristiano disobbediente, slegato dalla Chiesa,
dai suoi pastori, è come quel tralcio che diventa secco perché senza dialogo e amore fraterno è impossibile incontrare il Signore.
- Nella comunità cristiana la diversità dei carismi, i talenti di ognuno, diventano necessari affinché si veda la ricchezza e la bellezza
del corpo mistico di Cristo.
Unità non è quindi uniformità; diversità è gioia, opportunità e speranza.
- Chi opera assieme a Gesù anela alla pace, alla riconciliazione e al perdono. Chi vive la fede per un proprio tornaconto o protagonismo diventa occasione di scandalo. Concordia, condivisione e testimonianza di vita sono l’unica via per annunciare il Regno di Dio.
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>CHIESA<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Cinquant'anni di sacerdozio
E' festa grande a Colleponi di Genga per don Renzo Antognoni
S
di VERONIQUE ANGELETTI
abato 11 aprile, don Renzo Antognoni ha festeggiato i suoi cinquanta anni di sacerdozio. Pensava che l’anniversario sarebbe passato inosservato, a ridosso della bellissima festa di Pasqua ma non
aveva fatto i conti con i suoi parrocchiani che si sono mobilitati
per celebrare l’evento. Ed è così che nella chiesa di San Gregorio Papa
(XII-XIV sec) si sono radunati i parrocchiani di Colleponi, Casamontanara, San Fortunato, Trapozzo, Serrabernacchia, Avenale e Trinquelli per
assistere alla messa solenne concelebrata dal vescovo don Giancarlo Vecerrica. “Non mi aspettavo una così bella festa – ha dichiarato commosso
don Renzo dall’altare. Vengo da una famiglia povera che mi ha iscritto
al seminario perché studiarci di quei tempi, era una promozione sociale.
Poi la vocazione e il mio cammino che mi ha portato a festeggiare con
voi i miei cinquanta anni di servizio a Dio”. Parla con il cuore in mano
mentre il suo sguardo fruga ogni angolo della chiesa gremita di gente per
catturare l’attenzione di ognuno e ringraziarlo della sua presenza. Lui,
con il suo modo di fare, fermo ed invitante, che gli ha permesso di essere
sempre vicino ai suoi parrocchiani. Accanto a lui c’è anche l’amico di
sempre, il sindaco Giuseppe Medardoni e il presidente della Pro Loco,
Mario Bonetti. E poi, per sigillare la giornata, uno splendido rinfresco,
con tanto di dolci fatti in casa, organizzato sulla piazzetta.
Il Vescovo Vecerrica con
don Renzo Antognoni
Angelo Bonetti della Pro Loco
Incontro conclusivo
per tutti i catechisti
Maggio di appuntamenti
per l'Unitalsi locale
L’anno catechistico 2014/2015 incentrato sul tema delle Beatitudini sta
giungendo ormai al termine e lunedì 4 maggio alle ore 18.30 presso la
parrocchia di San Giuseppe Lavoratore si terrà l’incontro conclusivo
rivolto a tutti i catechisti ed organizzato dall’Ufficio Catechistico Diocesano. Durante l’incontro verrà consegnato alle catechiste coordinatrici di
ogni parrocchia l’opuscolo realizzato con gli elaborati dei bambini e dei
ragazzi che, con il loro gruppo, hanno partecipato all’iniziativa.
Approfondendo il tema delle Beatitudini Evangeliche, infatti, ogni gruppo
ha presentato i propri lavori di sintesi e gli stessi sono così entrati a far
parte di un libretto dal titolo “Le Beatitudini e i bambini”, degna conclusione di un percorso che ha portato i ragazzi a riflettere sul discorso
della montagna di Gesù.
Scorrendo l’opuscolo si potranno quindi leggere le Beatitudini con gli
occhi dei bambini che, con varie forme, dalla poesia alla riflessione, hanno fornito una lettura di ciò che significa essere beati. Il libretto oltre ad
essere obiettivo è altresì uno stimolo per la valorizzazione dell’attività e
dell’impegno dei ragazzi durante il percorso catechistico dell’iniziazione
cristiana.
Confidando in una nutrita partecipazione l’Ucd dà quindi appuntamento
a lunedì 4 maggio, occasione gradita per scambiarsi gli auguri di una
buona conclusione e di una serena pausa estiva.
Per la sottosezione Unitalsi di Fabriano il mese di maggio sarà ricco
di appuntamenti. Il primo maggio dopo una piccola processione verso
il Santuario Madonna Buon Gesù alle ore 16, in Cattedrale, ci sarà la
celebrazione eucaristica officiata dal vescovo Mons. Giancarlo Vecerrica.
Dall’8 maggio e per tutti i venerdì del mese, presso la sede dell’Unitalsi
nella chiesa di San Giacomo Maggiore in via Berti snc si reciterà il
rosario guidato alle ore 21. L’11 e il 12 maggio sempre nella chiesa di
San Giacomo Maggiore saranno esposte le reliquie di Santa Bernadette
ed in questa occasione tutta la settimana verrà recitato il rosario guidato
sempre alle ore 21. Questi due appuntamenti daranno
la possibilità a tutti i fabrianesi di ammirare una chiesa storica, per molti
cittadini, visto anche il valore degli
affreschi del fabrianese Domiziano
Domiziani (sec. XVI), purtroppo
non in ottimo stato. Il 17 maggio
a Fermo si svolgerà la Giornata dei
Giovani Unitalsi di sezione. Infine
l’1 e il 2 giugno un Pellegrinaggio di
sottosezione a Torino per l’Ostensione della
Sacra Sindone. Per maggiori informazioni potete chiamare in sede al
numero 0732 629326, o recarvi direttamente in sede aperta negli orari
di apertura, lunedì e venerdì dalle 17 alle 19 e sabato dalle 10.30 alle 12.
Antonella Spilli e Antonella Bartolini,
Ufficio Catechistico Diocesano
Ritiro mensile
del Clero
Giovedì 7 maggio, alle
ore 9.30, nel Seminario di Fabriano, sottolinea il Vescovo
Giancarlo Vecerrica
- "ci ritroveremo dopo
l’esperienza comunionale vissuta nella Santa
Messa Crismale, per continuare il nostro cammino di studio e di
attualizzazione dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium". Il
tema è il capitolo IV dell’Evangelii Gaudium, intitolato “La dimensione sociale dell’Evangelizzazione”, sotto la guida dei sacerdoti
della Zona Pastorale della città di Fabriano.
AGENDA LITURGICA
di Don Leopoldo Paloni
~ FESTA DI SAN VERECONDO A PATERNO: venerdì 1° maggio alle ore 9.30, presiede
Mons. Vecerrica.
~ CRESIME A SAN GIUSEPPE LAVORATORE: venerdì 1° maggio alle ore 11.
~ PELLEGRINAGGIO DIOCESANO ALLA MADONNA DEL BUON GESÙ: venerdì 1°
maggio alle ore 16.
~ MESE DI MAGGIO ALLA MADONNA DEL CERRO: venerdì 1° maggio alle ore 17.30,
presiede il card. Edoardo Menichelli.
~ COMUNITA' DEI DIACONI: sabato 2 maggio alle ore 15 a San Filippo.
~ VISITA PASTORALE NELLA ZONA “COLLAMATO-ATTIGGIO”: sabato 2 maggio
in mattinata visita ai malati, ore 17 S. Messa con unzione degli infermi a Collamato.
Domenica 3 maggio ore 11 Santa Messa di chiusura al campo sportivo di Argignano
(unica Messa per tutte le parrocchie della zona pastorale).
~ ADORAZIONE EUCARISTICA NOTTURNA: sabato 2 maggio il Vescovo partecipa
all'inizio, alle ore 21 a San Filippo.
~ PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DELL'ACQUARELLA: domenica 3 maggio ore
10.30 S.Messa con il Vescovo.
~ ASSEMBLEA DEI VESCOVI MARCHIGIANI: mercoledì 6 maggio alle ore 9.30 a Loreto.
~ RITIRO DEL CLERO: giovedì 7 maggio alle ore 9.30 in seminario.
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Federica Stroppa
Adorazione eucaristica
per le vocazioni
• A Fabriano: nella chiesa di San Filippo il primo sabato del mese, il 2
maggio, dalle ore 21 alle ore 6 della domenica.
Nel santuario della Madonna del Buon Gesù: adorazione eucaristica, tutti
i giorni feriali, dalle ore 9 alle ore 19, con la possibilità delle confessioni.
• A Matelica: nella chiesa della Beata Mattia, il primo sabato del mese,
2 maggio, dalle ore 21 alle ore 24. Nella chiesa di san Filippo l’ultimo
venerdì del mese di maggio dalle ore 21 alle ore 24.
Pellegrinaggi con il Vescovo:
dal Cerro a Lourdes
• Pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Buon Gesù: 1° maggio
ore 16.
• Inizio del mese di maggio al Santuario della Madonna del Cerro: 1°
maggio ore 17.30 celebra la S. Messa S.E. il Card. Edoardo Menichelli,
Arcivescovo di Ancona-Osimo.
• Pellegrinaggio alla Madonna dell’Acquarella: domenica 3 maggio, ore
19.
• Pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Cerro a piedi da Cabernardi: sabato 30 maggio ore 20-22.
• Pellegrinaggio a piedi Macerata – Loreto: sabato 6 giugno; iscrizioni
presso la redazione “L’Azione”.
• Pellegrinaggio Diocesano a Lourdes: 17 – 20 agosto, come ringraziamento del 50° di sacerdozio del Vescovo. Le iscrizioni a don Andrea
Simone (cell. 338 3027782).
FERIALI
ore 7.00: - S. Caterina (Auditorium)
ore 7.20: - S. Silvestro
ore 7.30: - M. della Misericordia
- Mon. S. Margherita
ore 7.45: - Monastero Cappuccine
ore 8.00: - Casa di Riposo
- Collegio Gentile
- S. Luca
ore 8.30: - Cripta di S. Romualdo
ore 9.00: - Mad. del Buon Gesù
- S. Caterina (Auditorium)
ore 16.00: - Cappella dell’ospedale
ore 18.15: - Ss. Biagio e Romualdo
ore 18.30: - Cattedrale S.Venanzio
- S. Giuseppe Lavoratore
- Sacra Famiglia
- M.della Misericordia
- S. Nicolò (lun.-merc.-ven.)
- S. Nicolò Centro Com. (mart.-giov.-sab.)
- Oratorio S. Giovanni Bosco
FESTIVE DEL SABATO
ore 18.30: - Cattedrale S.Venanzio
- S. Giuseppe Lavoratore
- Collegiglioni
- Collegio Gentile
- M. della Misericordia
- Sacra Famiglia
- S. Nicolò Centro Com.
- Oratorio S. Giovanni Bosco
FESTIVE
ore 7.00:
ore 8.00:
ore 8.30:
ore 8.45:
ore 9.00:
ore 9.30:
ore 10.00:
ore 10.15:
ore 10.30:
ore 11.00:
ore 11.15:
ore 11.30:
ore 11.45:
ore 16.30:
ore 18.15:
ore 18.30:
- S. Caterina (Auditorium)
- S. Maria in Campo
- M. della Misericordia
- Casa di Riposo
- S. Nicolò (Centro Comunitario)
- Sacra Famiglia
- S. Margherita
- S. Luca
- Cappella dell’ospedale
- Ss. Biagio e Romualdo
cripta
- S. Giuseppe Lavoratore
- S. Caterina (Auditorium)
- Collegio Gentile
- Cattedrale San Venanzio
- Collepaganello
- M. della Misericordia
- Nebbiano
- Cupo
- Attiggio
- Moscano
- S. Silvestro
- S. Nicolò
- S. Giuseppe Lavoratore
- Monastero Cappuccine
- Cattedrale San Venanzio
- Sacra Famiglia
- M. della Misericordia
- S. Maria in Campo
- Melano
- Argignano
- Cattedrale San Venanzio
- Ss. Biagio e Romualdo
- S. Giuseppe Lavoratore
- M.della Misericordia
MESSE FERIALI
7.30: - Regina Pacis
8.00: - S.Teresa
9.30: - Concattedrale S. Maria
18.00: - Concattedrale S. Maria
18.30: - S. Teresa - S. Francesco
- Regina Pacis
MESSE FESTIVE DEL SABATO
18.00: - Concattedrale S. Maria
18.30: - S. Teresa
19.00: - Regina Pacis
Messe FESTIVE
7.30:- Beata Mattia
8.00:- Concattedrale S. Maria
8.30:- Regina Pacis - Ospedale
9.00:- S. Rocco - S.Francesco
9.30:- Invalidi - S. Teresa
10.30:- Concattedrale S. Maria
- Regina Pacis
11.00:- S. Teresa -Braccano
11.15:- S. Francesco
11.30:- Regina Pacis
12.00:- Concattedrale S. Maria
18.00:- Concattedrale S. Maria
18.30:- S. Teresa - Regina Pacis
29/04/15 10.21
22
>DEFUNTI<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
ANNIVERSARIO
ANNIVERSARIO
SEI MESI
TRE MESI
ANNIVERSARIO
ANNIVERSARIO
CHIESA della MISERICORDIA
Lunedì 4 maggio
ricorre il 5° anniversario
della scomparsa dell'amato
ERNESTO BELARDINELLI
La moglie Anna, i figli Sandro e
Orietta, il genero Pietro, i nipoti
Alessio e Simone ed i parenti lo ricordano con tanto amore. S.Messa
lunedì 4 maggio alle ore 18.30. Si
ringrazia chi si unirà alle preghiere.
CHIESA di MARISCHIO
Giovedì 7 maggio
ricorre il 19° anniversario
della scomparsa dell'amata
MARIA FIORI
in MARINELLI
Il marito Enzo, i figli ed i parenti
la ricordano con affetto. S.Messa
giovedì 7 maggio alle ore 18.30. Si
ringrazia chi si unirà alle preghiere.
A sei mesi dalla scomparsa di
CHIESA della MISERICORDIA
Nella ricorrenza dei tre mesi
dalla scomparsa dell'amato
CHIESA di S.NICOLO'
Sabato 9 maggio
ricorre il 1° anniversario
della scomparsa dell'amato
ELIO FORNAIOLI
S.Messa venerdì 8 maggio alle ore
18.30. Si ringrazia chi si unirà alle
preghiere.
"Vogliamo ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, che come allora ci ascolti e ancora sorridi".
La moglie, i figli e i nipoti
Nel 2° anniversario della tua morte
ANNIVERSARIO
CATTEDRALE BASILICA
S. VENANZIO
Martedì 5 maggio
ricorre il 16° anniversario
della scomparsa dell'amata
AMEDEA LEONI ved. GIOIA
Tutti i giorni il ricordo di te è nei
nostri cuori, vivo come sempre!
Sei il nostro Angelo Custode, dolce
e amoroso che vive accanto a noi.
Dal cielo, insieme al babbo continuate ad amarci a vegliare su di
noi. Con l'amore di sempre.
Le tue figlie
Ci ritroveremo nella celebrazione
eucaristica e saremo ancora uniti
martedì 5 maggio alle ore 18.30.
Grazie a chi si unirà nella preghiera
e nel ricordo.
GIUDITTA ANTONINI
ved. FABRIANESI
I nipoti la ricorderanno venerdì
8 maggio nella S.Messa delle ore
7.30 presso la chiesa della Madonna della Misericordia. Si ringrazia
chi si unirà alle preghiere.
ANNIVERSARIO
ANNUNCIO
Giovedì 23 aprile, a 92 anni,
è mancata all'affetto dei suoi cari
INES STROPPA
ved. RUGGERI
Lo comunicano la figlia Claudia, il
genero Gilberto Pierosara, i nipoti
Miki e Marika, i parenti tutti.
Marchigiano
RINGRAZIAMENTO
La famiglia Alcool vuole ringraziare
tutto il personale OSS, l'infermiera
Di Sabato Liliana, le Suore della
casa protetta di Cerreto d'Esi dopo
la scomparsa della nostra amata
mamma SANTA MIRASOLE, per
averla accompagnata a concludere
la sua esistenza terrena, accudita
sempre con la cura e l'affetto di
tutte voi.
I figli
ANNIVERSARIO
CHIESA della MISERICORDIA
Venerdì 8 maggio
ricorre il 2° anniversario
della scomparsa dell'amata
ed indimenticabile
LIDIA GIONCHETTI
ved. MEDICI
La figlia Anna, il nipote Maurizio
con Emanuela, i pronipoti Marco e
Matteo, i nipoti Maria Cleofe e Pietro la ricordano con immenso amore. In occasione della ricorrenza
S.Messa venerdì 8 maggio alle ore
18.30. Si ringrazia chi si unirà alle
preghiere.
22 defunti.indd 2
La moglie, i figli ed i parenti tutti
lo ricordano con affetto. S.Messa
sabato 2 maggio alle ore 7.30. Si
ringrazia chi si unirà alle preghiere.
ANNIVERSARIO
la tua adorata mamma, tutti quelli
che ti hanno voluto bene ti ricordano con tanto affetto e tanto amore.
La S.Messa si celebrerà domenica 3
maggio alle ore 11.30 nella chiesa
della Misericordia. Ringrazio fin da
ora tutti coloro che si uniranno alle
preghiere.
La tua mamma
ANNIVERSARIO
GIOVANNI BIANCHI
ELEONORA SPACCA
01.05.1997
08.05.2003
S.Messa mercoledì 6 maggio alle ore 18.30 nella Chiesa di San Giuseppe
Lavoratore.
"Non piangete, saremo gli angeli invisibili della famiglia.
Dio non saprà negarci niente quando noi pregheremo per voi"
Con eterno amore la famiglia e Lucia
ANNIVERSARIO
TRIGESIMO
CHIESA di S. VENANZIO
Giovedì 7 maggio
ricorre il 5° anniversario
della scomparsa dell'amata
LUCIA MONDATI
in FUOTI
Il marito, i parenti, gli amici, la
ricordano con grande affetto.
S.Messa giovedì 7 maggio alle ore
18.30. Si ringrazia chi si unirà alle
preghiere.
ANNUNCIO
Lunedì 27 aprile, a 81 anni,
è mancato all'affetto dei suoi cari
RINO SCIPIONI
Lo comunicano la moglie Maddalena, il figlio Franco, la nuora Patrizia, le nipoti Martina ed Ilenia, i
cognati ed i parenti tutti.
Onoranze Funebri Belardinelli
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie NUCCI e GIACOMINI
commosse per la grande
manifestazione di affetto
ricevuta per la perdita della loro
cara FELICITA
ringraziano quanti si sono uniti
al lutto.
Marchigiano
ENZO SAGRAMOLA
FABRIZIO LORI
GABRIELE FAGGETI
"Sei partito, ma solo per precederci
non sei assente, non sei lontano,
sei vicino a noi, vivi con noi, ci ami
e ci proteggi dal cielo, sei uscito dalla vita, ma non dalla nostra
vita".
Nel 15° anniversario del ritorno
alla casa del Padre dell'amatissimo
Gabriele ci ritroveremo a pregare
con lui mercoledì 6 maggio alle ore
18.30 nella chiesa di San Venanzio.
Si ringrazia chi si unirà alle preghiere.
CHIESA di SAN NICOLO'
CENTRO COMUNITARIO
Domenica 10 maggio
ricorre il trigesimo
della scomparsa dell'amato
PRIMO COSTANTINI
La moglie, i figli ed i parenti lo ricordano con affetto. S.Messa giovedì 7 maggio alle ore 18.30. Si
ringrazia chi si unirà alle preghiere.
ANNUNCIO
Martedì 28 aprile, a 76 anni, è
mancata all'affetto dei suoi cari
ROSELLA FIORI ved. FIORI
Lo comunicano il figlio Sandro, i
nipoti Stefano ed Antonella con Luciano e Matteo.
Onoranze Funebri Belardinelli
ANNUNCIO
Lunedì 27 aprile, a 93 anni,
è mancata all'affetto dei suoi cari
VANDA GATTI
ved. FRANCONI
Lo comunicano la figlia Giuseppina,
gli adorati nipoti Gabriele e Giulia, i
parenti tutti.
Marchigiano
ANNUNCIO
Lunedì 20 aprile, a 33 anni, a
Roma, è mancato all'affetto
dei suoi cari
MAURO LAMBARDI
Lo comunicano il padre, la madre,
la compagna, la sorella, il cognato
ed i parenti tutti.
Onoranze Funebre Belardinelli
CHIESA di S. VENANZIO
Martedì 5 maggio
ricorre il 2° anniversario
della scomparsa dell'amato
GIULIO ZEPPONI
La moglie, le figlie, i generi, i nipoti e i parenti tutti lo ricordano con
affetto. S.Messa martedì 5 maggio
alle ore 18.30. Si ringrazia chi si
unirà alle preghiere.
ANNUNCIO
Mercoledì 22 aprile, a 82 anni,
è mancata all'affetto dei suoi cari
ELDA FREZZOTTI
ved. MARASCA
Lo comunicano i figli Anna, Franco,
Giancarlo ed Angelo, i fratelli, la sorella, il genero, le nuore, i nipoti, il
pronipote, la collaboratrice Mascha,
i cognati ed i familiari tutti.
Onoranze Funebri Belardinelli
ANNUNCIO
Martedì 28 aprile, a 81 anni,
è mancata all'affetto dei suoi cari
RINA CORSO
in SAGRAMOLA
Lo comunicano il marito Angelo,
i figli Giancarlo con Paola e Rosa
Maria con Maurizio, i nipoti Giulia,
Chiara, Anna, Matteo, Valeria, i parenti tutti.
Marchigiano
La rete Caritas è già in moto per il Nepal
C’era un Paese bello e gentile, una sorta di India minore dove convivono pacificamente tutte le religioni, illuminata dai sorrisi del suo popolo,
povero ma dignitoso, e dallo splendore stupefacente dei suoi templi buddisti e induisti, dei suoi monumenti, delle sue montagne e della natura
spettacolare. Ora in Nepal ci sono lacrime, cadaveri sotto le macerie o
sulle pile di legna per la cremazione, distruzione ovunque, migliaia di feriti negli ospedali già allo stremo e centinaia di migliaia di persone senza
tetto che hanno urgente necessità di assistenza umanitaria. Il governo
ha stimato finora oltre 4.300 morti ma la Caritas ne teme oltre 6.000 e la
popolazione parla addirittura di 10-15mila vittime. Perché molti villaggi
vicini alla zona dell’epicentro del terremoto di sabato, di magnitudo 7,8
della scala Richter, non sono stati ancora raggiunti dai soccorsi. Oltre
alla nota Durbar square di Katmandu - dove si affacciava ogni giorno la
“Kumari”, la dea bambina istruita fin da piccola a fare la vita di una divinità - sono state completamente distrutte anche città storiche bellissime,
come il piccolo centro di Baktapur, che sembrava un gioiellino medievale
fatto su misura per i viaggiatori che fuggivano dall’inquinamento della
capitale, e Patan, la più antica tra le città reali nella valle di Kathmandu.
A Pokhara, la cittadina da cui si partiva per le escursioni sull’Himalaya,
c’è ancora ansia e panico per i tanti alpinisti dispersi. Nel dramma della
popolazione, come già avvenuto durante lo tsunami del 2004, sono infatti rimasti coinvolti anche i turisti, degli alpinisti, ecco perché l’attenzione
dei media è ancora così alta. Al momento sono morti tre italiani, altri tre
risultano dispersi.
La vicinanza del Papa e della Cei. L’aeroporto di Katmandu è ancora inagibile, alcuni ponti sono crollati e molte vie di comunicazione
sono interrotte, manca l’acqua e l’energia elettrica, come spesso capita
in queste drammatiche catastrofi naturali. Domenica Papa Francesco ha
assicurato “vicinanza alle popolazioni colpite”, preghiera “per le vittime,
per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità” e ha
chiesto la mobilitazione della comunità internazionale perché “abbiano il
sostegno della solidarietà fraterna”. La Cei è subito intervenuta con uno
stanziamento di 3 milioni di euro dai fondi 8xmille, che arriveranno tramite monsignor Salvatore Pennacchio, nunzio apostolico in India e Nepal.
Voci da Katmandu. La rete Caritas si è immediatamente attivata per
gli aiuti, anche se in condizioni difficilissime. Piove e la notte fa molto
freddo. “Ho visto tantissima distruzione - racconta padre Pius Perumana,
direttore di Caritas Nepal -, edifici completamente collassati e corpi per
strada. Le persone sono ancora intrappolate sotto gli edifici e non sappiamo se sono vivi e morti. Abbiamo bisogno soprattutto di alloggi, i bambini
dormono ancora all’addiaccio”. Katmandu è già invasa dalle tendopoli
dei senza tetto, che hanno bisogno di tutto. “Speriamo di tornare presto
alle nostre case - dice Magdalene Thakuri, 54 anni, ospitata con altre
famiglie nella Chiesa dell’Assunzione. Santos Kumash Magar, 29 anni,
giovane insegnante, racconta di essersi salvato insieme agli abitanti del
suo villaggio perché erano tutti andati all’ordinazione di nuovi sacerdoti
a Okhaldhunga, in una zona remota del Nepal orientale: “È stata una
esperienza terribile. Tornando verso casa ho visto distruzione ovunque”.
Caritas italiana già operativa. “È stato inviato un team di esperti in
supporto a Caritas Nepal, soprattutto da Caritas India, e dalla sezione
indiana del Crs, la Caritas americana”, spiega al Sir Fabrizio Cavalletti,
responsabile dell’ufficio Asia di Caritas italiana. Anche Caritas Bangladesh
ha offerto il suo contributo. “Sono già in distribuzione tende, teli per ripari temporanei, coperte, cibo e kit igienici. Pur essendo una realtà piccola,
Caritas Nepal riesce ad avere uno sguardo su tutto il Paese”. La priorità
rimane la ricerca dei sopravvissuti e l’assistenza ai senza tetto con beni
di prima necessità, soprattutto acqua e materiale igienico sanitario. Vi è
una preoccupazione particolare per la fasce più vulnerabili, come minori,
anziani, disabili. Caritas italiana ha messo a disposizione un primo contributo di 100mila euro e, grazie anche ai suoi operatori nell’area, resta
in costante contatto con le Caritas dei Paesi colpiti. A breve invierà una
sua missione in zona, per verificare i danni e stabilire un piano d’azione.
Gli aiuti dalle Caritas europee. Nonostante l’immediata mobilitazione
delle Caritas asiatiche perché più vicine ai luoghi del disastro, anche l’Europa non manca di dare il suo contributo.
Mobilitato il Cafod (la Caritas inglese) e Caritas Germany, che manderanno propri specialisti nel settore “water and sanitation” (i servizi igienici e l’acqua). Secours catholique-Caritas France ha immediatamente
devoluto un primo aiuto di 50mila euro ed ha lanciato una raccolta di
fondi. Anche Caritas svizzera ha già versato 500mila franchi in aiuto dei
terremotati.
Patrizia Caiffa
29/04/15 10.19
23
L'Azione 2 MAGGIO 2015
>CULTURA
Uffizi a Firenze
Alcune risposte
che giungono
da Firenze e Fabriano
Come trasmettere l'arte
I
di FRANCESCO MARIA ORSOLINI
n una vignetta pubblicata sul New York Times è scritto
che “Il 60 % del patrimonio artistico mondiale è in Italia,
il resto è al sicuro”. A citarla è stato il direttore degli
Uffizi, Antonio Natali, ad un recente convegno di studi
italo-francese intitolato “Perchè trasmettere la conoscenza
artistica?”, svoltosi nell’aula di San Pier Scheraggio degli
Uffizi e promosso dallo stesso museo, dal Louvre, dall’Institut
Français e dall’Anisa, l’associazione italiana che riunisce gli
insegnanti di storia dell’arte. La vignetta del New York Times
ha suscitato una grande risata priva di allegria, immancabile
nella satira che arriva al bersaglio, ovvero al suo fondo amaro
di verità. E, in effetti, al fondo sembriamo esserci avvicinati
davvero velocemente e pericolosamente, considerando le
conseguenze dei magri investimenti italiani in cultura e per
il patrimonio artistico: biblioteche pubbliche a rischio chiusura al calar del sole, per i costi dell’illuminazione elettrica
incompa-tibili con il budget, o i rovinosi crolli di Pompei, i
cui rimedi sono stati annunciati dal premier Renzi alla Villa
dei Misteri, location emblematica per comunicare un nuovo
corso nella gestione del sito archeologico, senza specificare
come e senza quantificare le risorse aggiuntive per sostenerlo.
Qualcuno ha perciò ipotizzato che si stia pensando al ritorno
bucolico degli armenti, che nell’Ottocento pascolavano tra gli
scavi di Pompei, brucando erbette ed estirpando le temibili
radici delle piante spaccamurarie. Nessun mistero, invece,
sulle cifre da capogiro, ma per inconsistenza, relative alla
gestione dei beni e delle attività culturali in Italia: appena
LA GUERRA E LA FEDE
di Don Leopoldo Paloni
San Pio X
e la Madonna del Grappa
Il 20 agosto 1914 moriva Giuseppe Sarto divenuto papa col nome di
Pio X. La guerra era appena cominciata e questa morte gettò i credenti
in un grande sconforto. Uomo di profonda umiltà pastorale fu pianto
soprattutto dalle genti del Veneto in quanto era stato Patriarca di Venezia.
Memorabile era stata la mobilitazione pastorale dalla raccolta dei fondi
alla messa in opera di una statua della Madonna sulla cima del monte
Grappa che fu proclamata patrona del Veneto. La sua morte non fu
metabolizzata a breve termine e sorsero molte leggende che lo volevano
vivo, magari rapito dai tedeschi o apparso da qualche luogo remoto della
terra. Come tutti sanno sul Monte Grappa per tre volte si giocarono le
sorti dell’Italia. Una cannonata austriaca nel febbraio del 1918 colpì il
fianco della statua aprendole uno squarcio. Gli alpini portarono allora
nella chiesa di Crespano la “Madonna ferita” ed al termine del conflitto
fu ricollocata trionfalmente in cima al monte. Lo squarcio non fu riparato
e da allora divenne la patrona dei feriti e dei mutilati di guerra. Fu il culto
più longevo e profondo originato del conflitto. Pio X era effettivamente
defunto ma attraverso la “sua” Madonnina del Grappa continuò ad
evangelizzare anche dopo morto.
23 cultura.indd 2
un miliardo e 200 milioni nel 2014, a fronte dei 25 miliardi
per spese militari e, soprattutto, a fronte dei 150 miliardi
stimati come costi della corruzione. A citare questi numeri,
così lontani dalla retorica roboante della bellezza italica, è
stato Tomaso Montanari, uno degli storici dell’arte più autorevoli del nostro paese, intervenuto al convegno di Firenze
per ricordare che la vocazione autentica di chi studia e tutela
il patrimonio artistico italiano è incardinata, nell’articolo 9
della Costituzione: diffondere e socializzare la conoscenza
dell’arte come pilastro di cittadinanza, del sentirsi parte di
una grandiosa tradizione storica e culturale da preservare
e tramandare come bene pubblico alle generazioni future.
L’articolo costituzionale in questione va quindi considerato,
questa la proposta tutt’altro che paradossale di Montanari,
parte della letteratura artistica italiana, al pari della famosa
lettera in cui, riferendosi alla Roma antica, Raffaello scrive a
Leone X che: “se ad ognuno è debito la pietà verso i parenti
e la patria, tengomi obbligato di esporre tutte le piccole forze
mie, acciocché più che si può resti viva un poco dell’immagine
e quasi l’ombra di questa, che in vero è patria universale di tutti
li cristiani”. Del resto lo stesso Roberto Longhi affermava che
la conoscenza della lingua figurativa è parte decisiva, al pari
della lingua parlata e scritta, dell’identità storica e culturale
degli italiani. E questa lingua, come l’italiano, deve essere
insegnata a scuola, fin dai primi anni e nei diversi indirizzi.
Ma come? Di questo ha parlato, alla prima assemblea pubblica
della sezione Anisa di Fabriano, svoltasi presso il Liceo Classico “Francesco Stelluti”, lo storico dell’arte, nonché giovane
sindaco di Matelica, Alessandro Delpriori. Condividendo in
pieno quanto affermato a Firenze da Antonio Natali, che ha
esortato gli insegnanti di storia dell’arte a riappropriarsi della
complessità della disciplina come scienza umana, liberandola
tanto dall’autoreferenzialismo filologico, quanto dall’estetismo feticistico, Alessandro Del Priori si è concentrato sulla
natura dell’opera d’arte come oggetto fisico e storico, rispetto
al quale gli studenti debbono porsi interrogativi diversi dai
soliti “Chi l’ha fatto?”, “Quando è stato fatto”, aggiungendo,
ad esempio “A che e a chi serviva?”. Dispiegando un ampio
ventaglio di casi, eclatanti come il cantiere di Assisi e quello
della Basilica di San Nicola a Tolentino, o assai meno conosciuti, come la stirpe dei pittori Sparapane da Norcia e il tesoro
figurativo delle chiese di Campi nell’umbra Valle Castoriana,
Delpriori ha esaltato il nesso conoscitivo arte-storia che nel
contesto educativo scolastico deve essere con-tinuamente
richiamato. Però con un sostanziale ribaltamento della didattica tradizionale, centrato sul processo e sul modello della
ricerca-scoperta, opposto a quello di un apprendimento per
assimilazione-memorizzazione.
Le arti figurative, plastiche e architettoniche sono perciò una
sorta di segnaletica che guida e orienta nell’interpretazione
della storia, ma rappresentano esse stesse le strade lungo le
quali tale interpretazione deve svilupparsi, rendendo riconoscibile ciò che il tempo ha occultato. Il continuo ripresentarsi
come attuale, vivo, palpitante ed emozionante dell’arte, la
dimensione che Cesare Brandi chiamava l’“astanza”, nella
quale conoscenza e sensibilità si accordano, è questa la chiave
per avvicinare i giovani all’arte e ottenere risultati straordinari,
a scuola e nei musei.
A Cesena nel ricordo dei fratelli Latini
L’assessore fabrianese Leonando Meloni ha partecipato, in
rappresentanza della città di Fabriano, lo scorso sabato 18
aprile alla Festa del Partigiano presso il Circolo Arci di Bagnile Cesena in ricordo del 70° anniversario del rastrellamento
fascista del 1944.
Il 19 luglio del 1944 nell’aia della famiglia Zamagna residente
a Bagnile venne compiuta un’azione partigiana contro due
soldati tedeschi; uno venne ucciso, il secondo si salvò grazie
all’intervento di una donna della famiglia che in quel momento
era nell’aia di casa e che assistette al fatto.
Grazie all’intervento della donna il soldato rimasto in vita fece
in modo che la famiglia non subisse ripercussioni. In seguito,
tre sospettati furono arrestati ma non essendo coinvolti nel
fatto vennero rilasciati. Per rappresaglia i nazisti prelevarono
quattro persone rinchiuse nelle carceri e li uccisero ai confini
del paese: Agapito Latini di Fabriano e Virginio Lucci di
Sassoferrato furono uccisi nell’incrocio di Botteghino, Torello
Latini di Fabriano e Pietro Maganza di Vernate nel borgo Fra
San Martino e Bagnile.
Insieme alla rappresentanza della città di Fabriano con il
proprio gonfalone, erano presenti i fratelli Sergio e Romualdo
Latini che hanno voluto ricordare i propri familiari con la
loro presenza.
29/04/15 10.18
24
>CULTURA<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Finalmente un monumento
dedicato a Papa Leone XII
di ILARIA FIUMI SERMATTEI
P
er me è stato un grande
piacere ricevere l’invito, da
parte di Paolo Giuseppetti,
a partecipare all’inaugurazione del monumento che il Rotary
Club dell’Altavallesina GrotteFrasassi ha commissionato a Bruno
d’Arcevia. Ed è stato un piacere
farmi coinvolgere, nei limiti delle
mie capacità, nella preparazione
pratica di questa iniziativa, da un
attivissimo e altrettanto attento
Alvaro Piermattei, nella redazione
della didascalia che accompagna
l’opera.
Questa didascalia, che sarà letta
dai turisti ed escursionisti che
visiteranno Genga e Frasassi, si
propone un obbiettivo ambizioso,
forse troppo, quello di raccontare
in poche parole la vita di un uomo,
Leone XII. E dare il senso di questa presenza monumentale tra le
montagne di Frasassi. Cosa ci fa
un papa, proprio qui? Non credo
di esagerare nel dire che tutta la
vita di Annibale della Genga, che
sarà papa dal 1823 al 1829 con il
nome di Leone XII, ha un senso
proprio in relazione a Genga, suo
paese natale. O meglio, nel dire
che egli stesso percepiva il suo
luogo d’origine come fondante
della sua vita, anche e malgrado
i lunghi anni trascorsi lontano da
Genga, a Roma e poi all’estero, per
la carriera diplomatica. La sua era
stata una carriera rapida e brillante,
sin da giovane si era fatto notare
dal pontefice regnante, Pio VI,
per lo spirito vivace e colto, per i
modi garbati e dolci. Gli incarichi
di nunzio pontificio lo porteranno
lontano, in Germania, quindi in un
paese di fede protestante, nei tempi
difficili della prima occupazione
francese e della prigionia del suo
protettore, Pio VI. Annibale della
Genga si immerge in una attività
febbrile e concitata, per “salvare il
salvabile” in un momento di grande
incertezza politica. Un passaggio
storico che il cardinale Ercole Con-
salvi, segretario di stato di Pio VII,
in una lettera indirizzata proprio a
monsignor della Genga, paragona
al Diluvio Universale, dopo il quale
nulla poteva rimanere immutato.
La consapevolezza delle profonde, irreversibili trasformazioni in
atto accomuna i due prelati. Le
situazioni drammatiche impongono sempre la messa a fuoco di
ciò che è veramente importante, e
di ciò che invece si può e si deve
lasciare andare. In questo processo
storico di purificazione, monsignor
della Genga fa la sua scelta e opta
per una Chiesa universale, che
tralasciando la difesa del potere
temporale si dedichi alla comunità
dei credenti. La storia non seguirà
questa strada, ma la scelta, lucida,
decisa e perdente, per il momento,
di Annibale della Genga rimarrà
in incubazione nel suo animo,
maturerà lentamente per manifestarsi con compiutezza una volta
eletto pontefice, inaspettatamente,
nel conclave del 1823. Il lungo e
faticoso travaglio della missione
in Germania segna Annibale nello
spirito e nel corpo, alla fine, dopo
alcuni anni egli cede. Stanco e
malato chiede di essere esonerato
dagli incarichi, per tornare in Italia
e ritirarsi a Genga. Non per riposarsi, intendiamoci, ma per morire
in pace, perché la consapevolezza
della fine è per lui ora qualcosa di
concreto, tangibile, ineluttabile. Il
papa, Pio VII, e soprattutto il segretario di stato, cardinal Consalvi,
provano a fare resistenza, non ci
stanno a rinunciare ad un valente
diplomatico, lo lusingano, lo forzano, lo strapazzano. Annibale è
fermo nella sua rinuncia. Possiamo
immaginare che la situazione storica così difficile lo abbia forzato
a mettere a fuoco quanto c’è di
essenziale non solo sul piano politico, ma anche su quello personale.
Annibale fa la sua scelta, e torna
a Genga.
Qui si dedica alla comunità parrocchiale, promuove le confraternite laicali, segue l’abbazia di
Monticelli, dove prepara anche la
sua tomba. Come sempre segue
tutto con attenzione, verifica che
la misura del loculo sia adeguata
alla sua notevole altezza; detta
l’epigrafe della lapide, lasciando
in bianco lo spazio della data di
morte e degli anni di vita. Qui,
tra Genga, Frasassi e Monticelli,
sperimenta quella cura delle anime nella quale non aveva avuto
modo di cimentarsi nella carriera
diplomatica, dove invece aveva
messo a frutto le sue naturali doti
di negoziatore. Questo “tirocinio”
gengarino sarà fondamentale per
il suo pontificato, improntato ad
una spiritualità severa e sincera,
che attraverso il giubileo del 1825,
l’unico del secolo, si proponeva di
ricondurre alla fede tutti quanti si
erano dispersi a causa delle vicende
travagliate dell’inizio del secolo,
segnate da uno stato di guerra continuo. Leggendo le sue lettere ci si
rende conto di cosa rappresentasse
Genga per lui: la chiamava il suo
“eremo”, il “deserto”, qui a volte
lo raggiungevano gli amici per
andare a caccia insieme, a mangiare polenta e lumache, di cui era
ghiottissimo. Qui torna, ogni tanto,
anche quando è creato cardinale
da Pio VII e ne diventa il Vicario
a Roma. Qui non tornerà più dopo
l’elezione, inaspettata, al soglio
pontificio nel conclave del 1823.
Non può tornare a Genga, non può
lasciare Roma. I suoi predecessori
erano stati allontanati con la forza
dalla città eterna: Pio VI era morto
in esilio, in Francia; più volte Pio
VII era stato portato in Francia,
ospite forzato e prigioniero di Napoleone. Saranno i gengarini, i suoi
parrocchiani, ad andarlo a trovare
a Roma, in occasione del giubileo:
si tratta un gruppo di circa 100 persone, aggregati alle confraternite
laicali che lui aveva promosso, che
sulla via Flaminia sono accolti da
una delegazione della corte papale.
I giornali dell’epoca ci raccontano
dell’arrivo dei “concittadini” del
papa, che ricevono il sacco – abito
L'inaugurazione del monumento a Papa Leone XII: da sinistra il sindaco
Giuseppe Medardoni, l'artista Bruno d'Arcevia, il vescovo Giancarlo
Vecerrica e Paolo Giuseppetti (presidente del Rotary Alta Vallesina-Frasassi)
(Foto Cico)
per le processioni - fatto preparare
apposta dal papa per ognuno di
loro, la mozzetta di seta – sorta
di mantellina – e una medaglia in
argento. Cosa fa Annibale per Genga? Ancora cardinale commissiona
il Tempio neoclassico costruito
all’interno della grotta di Frasassi
accanto ad un antico santuario.
Splendida statua nel paesaggio naturale
Giusto ricordo di un pontefice
che operò in un difficile periodo
La folla presente all'inaugurazione della statua di Leone XII (foto Cico)
E’ un magnifico dono quello fatto dal Club Rotary Altavallesina-GrotteFrasassi al comprensorio. Per celebrare il trentennale della fondazione
del club, i soci hanno fatto realizzare da Bruno d’Arcevia una statua
di Papa Leone XII. E che statua. Non solo cattura l’attenzione per la
scelta del materiale, la prestanza della figura, la cura dei dettagli del
viso e dei paramenti ma emoziona per la dinamicità della posa con cui
l’artista ha voluto immortalare il Papa. E’ talmente bella da essere alla
pari del fascino del paesaggio in cui s’incastona. Il che non è facile
considerando che è stata posizionata proprio all’entrata del sentiero
24 cultura.indd 2
Opera dell'artista
Bruno d'Arcevia
per iniziativa
del Rotary Club
che porta al santuario della Madonna di Frasassi in un angolo particolarmente bello della gola. Santuario che Leone XII fece lui stesso
erigere. Inaugurata sabato 18 aprile – dal presidente del Club Paolo
Giuseppetti, la statua è stata benedetta da Mons. Giancarlo Vecerrica che
ha voluto sottolineare nella figura storica di Leone XII, il coraggio di
un Papa che operava in un periodo storico difficile e non ebbe paura di
indire il giubileo del 1825, che rimase l’unico Giubileo di quel secolo.
“Una figura che incoraggia la speranza ed è un modello del coraggio
della fede”. Presente anche il Governatore del Distretto 2090 Marco
Bellingacci, il sindaco di Genga Giuseppe Medardoni, gran parte del
suo consiglio comunale, il sindaco di Sassoferrato, Ugo Pesciarelli,
il comandante Iurlaro ed il maresciallo Giuseppe Alesci dell’Arma
dei Carabinieri. Presente – e molto emozionato - il Governatore del
Distretto 2090, Maurizio Maurizi che consegnò la “charter” ossia il
documento di costituzione al primo presidente del Club. La scultura è
stata realizzata in collaborazione con il Comune di Genga, il Consorzio
Frasassi, l’associazione Amici del Presepe Vivente di Genga, la Fondazione Carifac ed ha beneficiato della sponsorizzazione tecnica di Fiori
Costruzioni srl, Artedil Srl, e Cava Gola della Rossa Spa.
Veronique Angeletti
Il progetto dell’elegante edificio,
fortemente influenzato da Giuseppe
Valadier, è di Pietro Ghinelli, in
parte modificato da Carlo Donati
e Savino Natali. La costruzione
sarà completata quando Annibale
è ormai diventato papa, ed è da
lui considerata così importante da
essere raffigurata nella medaglia
del V anno del suo pontificato,
nel 1828. Al Tempio di Frasassi il
papa destina una Madonna con il
Bambino di sua proprietà, scolpita
in marmo nella bottega di Antonio
Canova. La bella scultura è oggi
conservata nel Museo “Arte Storia
Territorio” di Genga, insieme con
i suoi paramenti liturgici, in seta
ricamata con vivaci colori, e i preziosi vasi sacri da lui donati alla sua
patria. Durante il pontificato Leone
XII non dimentica Genga e la sua
comunità. Eleva il paese a comune,
migliora le vie di collegamento
con Fabriano e Arcevia, aprendo
strade e costruendo ponti, avvia la
costruzione di edifici di pubblica
utilità e la decorazione della Chiesa
Nuova, dedicata all’Assunta. Oggi,
con questo monumento di Bruno
d’Arcevia, voluto dal Rotary Club
e realizzato in collaborazione con il
Comune, il papa della Genga torna
a Genga, finalmente. Si compie il
desiderio di un uomo, e si realizza
il senso del suo stesso nome, della
Genga, che lo lega indissolubilmente alla terra dove è nato. Qui a
Genga Leone XII ritrova l’aquila
del suo stemma, che oggi è anche
lo stemma del Comune, l’aquila
che in questi anni è tornata a nidificare e a volare tra le montagne
di Frasassi.
29/04/15 10.17
25
L'Azione 2 MAGGIO 2015
>SPORT
La partenza della Primavera Fabrianese dai Giardini
in una delle passate edizioni
Previsti due percorsi: 22 o 13 chilometri.
Lo scorso anno record con 816 iscritti.
L'obiettivo sulla "lunga" è battere
il record di Sergio Bianchi: 1h 43'...
Documento storico:
la classifica del 1976
MARCIA IN MONTAGNA
Organizzata dal Cai Fabriano
La Primavera fa quaranta!
Domenica 10 maggio il tradizionale evento, amato dai fabrianesi
di FERRUCCIO COCCO
Q
uarant’anni. E non sentirli,
verrebbe da dire. Perché la
“Primavera Fabrianese” – nonostante sia ormai sul punto di svalicare
gli “anta” – è sempre più viva e fresca.
La marcia in montagna per antonomasia
della nostra città torna, puntuale, domenica 10 maggio, organizzata dalla
sezione di Fabriano del Club Alpino
Italiano. La partenza è fissata alle ore
8.30 dai Giardini Pubblici di Viale
Moccia. Due, come sempre, i percorsi
che gli appassionati potranno scegliere:
quello classico e più impegnativo di 22
chilometri (Fabriano, Collepaganello,
Monticelli, Sentiero 100, Capretta,
Forcella Sant’Angelo, Monte Puro,
Monte Rogedano, Valleremita, Pratelle,
Collepaganello, Fabriano), o quello più
breve di 13 chilometri (Fabriano, Collepaganello, Monticelli, Sentiero 100,
Capretta, Pratelle, Monticelli, Collepaganello, Fabriano). Alla manifestazione
possono partecipare piccoli e grandi,
ognuno può affrontare il percorso
come vuole: camminando, marciando
o correndo. L’importante è che si goda
delle splendide sensazioni regalate da
un evento che si svolge interamente tra i
boschi e le montagne della nostra zona.
Anzi, è proprio importante che non si
perda lo spirito della passeggiata per
la stragrande maggioranza dei partecipanti, in compagnia e nel rispetto della
natura. La manifestazione si terrà con
qualsiasi condizione meteorologica.
Un po’ di storia. La prima edizione
della Primavera Fabrianese risale al 16
maggio 1976 e settanta furono i partecipanti. Due degli organizzatori che
“provarono” i 22 chilometri la settimana
precedente, al termine della faticata relazionarono così al Consiglio Direttivo
del Cai: “Il percorso è bello e tremendo
se fatto di corsa… Non pensiamo che
qualcuno possa percorrerla tutta correndo…” (dal libro “Uomini e Montagne”
di Mauro Chiorri). I due ipotizzano che
il tempo minimo possa essere di quattro
ore, non di meno. Ma non fu così. Tra lo
stupore, infatti, Paolo Costanzi e Sergio
Balducci tagliarono il traguardo a pari
merito in 2 ore e 16 minuti, seguiti da
Stefano Teodori (2h 20’). Pur non avendo carattere competitivo, ben presto si
25 sport.indd 2
scatenò il desiderio tra i partecipanti
di correre la Primavera Fabrianese nel
minor tempo possibile. Il buon nome
di questa anomala marcia – che oggi
possiamo tranquillamente annoverare
nella tipologia dei “trail running” - si
diffuse e aumentarono i partecipanti.
“Per i due anni successivi vince Stefano
Teodori (2h 12’ e 2h 10’)… – scrive
Mauro Chiorri nel suo libro, citato sopra – Poi, nel 1979, è la volta di Sergio
Balducci con un tempo eccezionale
(1h 45’ 28”), che rimarrà record fino
al 1987, quando Sergio Bianchi, di
San Severino, ferma il cronometro a
1h 43’ 08 e dopo due anni, nel 1989,
a 1h 43’ 00” a tutt’oggi imbattuto”.
L’entusiasmo intorno alla Primavera
Fabrianese crebbe di anno in anno,
segnando però un periodo di flessione a
metà degli anni Duemila. Tanto che nel
2008 gli organizzatori – soprattutto per
mancanza di un ricambio – ne paventarono l’interruzione. Fortunatamente,
un nuovo gruppo di volontari in seno
al Cai di Fabriano hanno portato nuova
linfa alla manifestazione, che è ripartita
di slancio, crescendo anno dopo anno
fino a segnare il record di partecipanti
la scorsa edizione con ben 816 persone
ai nastri di partenza!
Albo d’oro della 22 km. Sergio
Bianchi guarda tutti dall’alto: è lui,
grande mattatore negli anni Ottanta e
Novanta, ad aver vinto la Primavera
Fabrianese per più volte, ben 11, oltre
a detenere - come detto - il miglior
tempo (1h 43’). Gli si sta avvicinando
sempre di più Marco Pescatori, che ne
ha vinto 10 volte (di cui due ex aequo,
con Francesco e Giuseppe Mingarelli)
ed è tutt’ora in attività. A seguire, tre
successi per Paolo Costanzi (di cui un
ex aequo con Sergio Balducci); due per
Stefano Teodori, Sergio Balducci (di cui
un ex aequo con Paolo Costanzi), Roberto Settimi, Francesco Mingarelli (di
cui un ex aequo con Marco Pescatori) e
Giuseppe Mingarelli (di cui un ex aequo
con Marco Pescatori); una vittoria per
Sauro Bussoli, Sandro Ballelli, Paolo
Rinaldi, Otello Caselli, Alberto Puerini,
Filiberto Menghini, Fabrizio Merli,
Giacomo Sani e Manolo Federici.
Come partecipare. La mattina del 10
maggio è possibile iscriversi sul posto
fino a mezzora prima della partenza al
costo di 8 euro (intero) e 6 euro (ridotto
per i ragazzini fino a 12 anni). E’ possibile prescriversi ad un costo inferiore
nei giorni precedenti alla gara presso i
negozi Monteverde Sport e Bici Sport
(6 euro intero, 5 ridotto) oppure sabato
9 marzo presso la direzione della gara
ai Giardini Pubblici di Viale Moccia
dalle ore 17 alle 20. Informazioni: 335
7802731, 335 8200237, primavera@
caifabriano.it, www.caifabriano.it.
Le novità. Quest’anno, per la prima
volta nella storia della Primavera Fabrianese, ad ogni partecipante verrà
consegnato un “chip” dotato di sensore
elettronico per il rilevamento del tempo
impiegato, come avviene nella maggior
parte delle gare podistiche. Il “chip” è
strettamente personale, non cedibile,
e va agganciato ai lacci di una scarpa.
Al termine della gara dovrà essere
necessariamente riconsegnato agli
organizzatori, pena un addebito di 15
euro. Le premiazioni si svolgeranno
alle ore 15 e saranno precedute (ore
14.30) dal concerto dei cori Città Gentile e Sacra Famiglia. La Primavera
Fabrianese quest’anno è sostenuta dai
partner Conad Fabriano ed UnipolSai
Assicurazioni, in collaborazione con
Radio Gold.
Il podio dal 1976 al 2014: quest'anno chi vincerà?
1976 - Paolo Costanzi e Sergio Balducci
2h 16’ 00”; Stefano Teodori 2h 20’ 00”.
1977 - Stefano Teodori 2h 12’ 00”; Oreste
Aniello 2h 18’ 00”; Bruno D’Agostino 2h
19’ 00”.
1978 - Stefano Teodori 2h 10’ 20”; Mauro
Allegrini 2h 16’ 00”; Paolo Rinaldi 2h
21’ 10”.
1979 - Sergio Balducci 1h 45’ 28”; Alberto
Montesi 1h 59’ 56”; Franco Bianchetti 2h
04’ 10”.
1980 - Sergio Bianchi 1h 46’ 27”; Paolo
Costanzi 1h 52’ 32”; Sauro Bussoli 2h
03’ 20”.
1981 - Sergio Bianchi 1h 51’ 45”; Marcello
Baiocco 1h 58’ 16”; Sandro Ballelli 1h
58’ 37”.
1982 - Sauro Bussoli 1h 53’ 17”; Mauro
Allegrini 1h 56’ 40”; Sandro Ballelli 1h
57’ 30”.
1983 - Sandro Ballelli 1h 50’ 45”; Paolo Rinaldi 1h 58’ 52”; Sauro Bussoli 1h 59’ 00”.
1984 - Paolo Rinaldi 1h 50’ 44”; Mauro
Allegrini 1h 55’ 33”; Stefano Stefanetti
2h 08’ 13”.
1985 - Otello Caselli 1h 57’ 20”; Paolo Rinaldi 2h 03’ 07”; Sauro Bussoli 2h 03’ 51”.
1986 - Paolo Costanzi 1h 54’ 49”; Mario
Cini 1h 58’ 21”; Sauro Bussoli 1h 58’ 25”.
1987 - Sergio Bianchi 1h 43’ 08”; Sandro
Ballelli 1h 50’ 05”; Sergio Balducci 1h 53’
34”.
1988 - Sergio Bianchi 1h 47’ 44”; Paolo Costanzi 1h 49’ 07”; Sauro Bussoli 1h 53’ 45”.
1989 - Sergio Bianchi 1h 43’ 00”; Mario Cini
1h 55’ 33”; Stefano Zampini 1h 56’ 06”.
1990 - Sergio Bianchi 1h 43’ 41”; Paolo
Costanzi 1h 51’ 15”; Stefano Zampini 1h
55’ 54”.
1991 - Sergio Bianchi 1h 43’ 48”; Giorgio
Cini 1h 51’ 19”; Paolo Costanzi 1h 55’ 41”.
1992 - Sergio Bianchi 1h 46’ 00”; Erasmo
Monterobianesi 1h 48’ 03”; Paolo Costanzi
1h 54’ 38”.
1993 - Sergio Bianchi 1h 59’ 48”; Roberto
Strappato 1h 59’ 48”; Paolo Costanzi 2h
01’ 09”.
1994 - Sergio Bianchi 1h 50’ 16”; Roberto
Settimi 1h 50’ 21”; Fabio Bettanin 1h 57’ 02”.
1995 - Sergio Bianchi 1h 47’ 29”; Roberto
Settimi 1h 49’ 22”; Giuseppe Mingarelli 1h
58’ 25”.
1996 - Roberto Settimi 1h 49’ 28”; Francesco Mingarelli 1h 54’ 12”; Fausto Giacchetti
2h 01’ 18”.
1997 - Roberto Settimi 1h 53’ 09”; Maurizio
Della Mora 1h 57’ 44”; Filiberto Menghini
2h 03’ 23”.
1998 - Alberto Puerini 1h 50’ 39”; Filiberto
Menghini 1h 55’ 23”; Marco Pescatori 1h
56’ 48”.
1999 - Filiber to Menghini 1h 53’ 17”;
Roberto Settimi 1h 55’ 35”; Maurizio Della
Mora 1h 57’ 52”.
2000 - Marco Pescatori 1h 49’ 44”; Filiberto
Menghini 1h 59’ 33”; Valentino Eusebi 2h
00’ 12”.
2001 - Fabrizio Merli 1h 49’ 45”; Marco
Pescatori 1h 49’ 46”; Alberto Puerini 1h
49’ 46”.
2002 - Marco Pescatori 1h 46’ 34”; Francesco Mingarelli 1h 47’ 24”; Sandro Mariani
1h 56’ 26”.
2003 - Marco Pescatori 1h 48’ 54”; Giuseppe
Mingarelli 1h 52’ 46”; Alessandro Osimani
1h 58’ 33”.
2004 - Marco Pescatori 1h 46’ 20”; Flavio
Muti 1h 55’ 45”; Roberto Settimi 1h 56’ 23”.
2005 - Francesco Mingarelli 1h 46’ 28”;
Andrea Puerini 1h 58’ 15”; Flavio Muti 1h
58’ 32”.
2006 - Marco Pescatori 1h 55’ 00”;
Flavio Muti 1h 59’ 27”; Filiberto Menghini
2h 00’ 52”.
2007 - Francesco Mingarelli e Marco
Pescatori 1h 56’ 32”; Fabio Bozzo 1h
58’ 51”.
2008 - Giuseppe Mingarelli e Marco
Pescatori 1h 54’ 40”; Sandro Mariani 1h
56’ 06”.
2009 - Marco Pescatori 1h 54’ 34”; Sandro Mariani 1h 56’ 13”; Silvano Sordoni
2h 03’ 31”.
2010 - Marco Pescatori 1h 57’ 07”; Andrea Puerini 2h 05’ 02”; Silvano Sordoni
2h 05’ 42”.
2011 - Giacomo Sani 2h 01’ 10”; Marco
Pescatori 2h 01’ 13”; Silvano Sordoni
2h 02’ 39”.
2012 - Manolo Federici 2h 01’ 15”; Fabio
Nobili 2h 02’ 28”; Mirko Piermartini 2h
02’ 37”.
2013 - Marco Pescatori 2h 03’ 40”; Lorenzo Ferretti 2h 04’ 09”; Silvano Sordoni
2h 05’ 50”.
2014 - Giuseppe Mingarelli 1h 54’ 32”;
Marco Pescatori 1h 58’ 10”; Vittorio
Lanternari 2h 00’ 52”.
29/04/15 10.25
26
>SPORT<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
CALCIO
Serie D
Matelica, addio ai playoff:
una stagione deludente
S
di DIEGO PICIOTTI
confitta di misura per il Matelica nella 32° giornata; l’1-0 di
Agnone stende i biancorossi e li
fa uscire matematicamente dalla corsa
playoff. Gli ospiti si presentano con
una formazione rimaneggiata a causa
delle assenze di Lazzoni, Mandorino e
Iotti ed una panchina composta da ben
sette under.
L’undici iniziale di mister Bartoccetti
è un inedito 4-3-3 nel quale il centrocampo è composto dal Moretti, Scotini
e Borgese, mentre nel tridente offensivo
giocano Api, Ferretti ed Ambrosini. In
difesa Benedetti ritrova una maglia da
titolare come terzino sinistro.
La gara non è spettacolare e le emozioni
scarseggiano durante tutti i 90 minuti.
Il primo squillo è degli ospiti: al 10'
Ambrosini ed Api lavorano un buon
pallone in area, ma vengono fermati
in extremis dalla difesa dell'Agnonese.
Ancora Matelica pericolosa al 21' e
sempre sull'asse Api-Ambrosini con
quest'ultimo che si libera in posizione
defilata ed effettua un traversone invitante a centro area; Api colpisce di
CALCIO
AGNONESE
MATELICA
1
0
AGNONESE - Biasella, Carpentino,
Litterio, Di Lullo, Pifano, Maresca, Lisi
(88' Natalini), Ricamato, Ibe, Cantoro
(70' Saltarin), Santoro (50' Faggiano).
All. Trillini
MATELICA - Spitoni, Girolamini, Benedetti, Borgese, D'Addazio, Cesselon, Moretti,
Scotini (79' Turchi), Api (71' Gadda),
Ferretti, Ambrosini. All. Bartoccetti
RETE - 75' Di Lullo
testa a pochi metri dalla porta, ma il
pallone esce di poco a lato. L'Agnonese
si riorganizza dopo un avvio difficile,
inizia a limitare le sortite offensive del
Matelica e si fa vedere dalle parti di
Spitoni nel finale di tempo. Al 41' Ricamato riceve un buon pallone ai venti
metri, ma il suo tiro termina alto sopra
la traversa. Nel secondo tempo i ritmi
si alzano leggermente e sono sempre i
biancorossi a creare di più dal punto di
vista offensivo. La migliore occasione
Settore giovanile
Un 25 aprile di gioia
per i Pulcini fabrianesi
È stata la Fortitudo Fabriano a portarsi a casa la terza edizione del “Torneo 25
aprile”, che si è svolto durante il settantesimo anniversario dalla Liberazione. Lo
stadio “Rocchegiani” di Falconara Marittima ha ospitato otto squadre appartenenti
alla categoria Pulcini 2004. Sono scesi in campo per la Fortitudo Fabriano, guidati dagli allenatori Gabriele Fiorani e Rossano Poeta: Nicolas Casoni Perugini,
Gustavo Rossi, Adam Kraiche, Andrea Fioranelli, Matteo Giacometti, Filippo
Regni, Matteo Paterniani, Antonio Pariano, Davide Raggi, Mathias Cecchetelli,
Lorenzo Carnevali, Nicolò Rosi, Alessandro Poeta, Francesco Rauso, Filippo Marà,
Tommaso Fiori e Alessio Procaccini.
Saverio Spadavecchia
I Pulcini 2004 della Fortitudo Fabriano guidati da Fiorani e Poeta
per il Matelica arriva al 60': Ambrosini
viene steso in area e l'arbitro concede il
calcio di rigore. Dal dischetto va lo stesso Ambrosini che sbaglia l'esecuzione
spedendo il pallone sopra la traversa.
Mister Bartoccetti cambia subito qualcosa inserendo Gadda (che non giocava
dal 28 settembre per l'infortunio al ginocchio), ma il penalty sbagliato toglie
entusiasmo e freschezza ai biancorossi
che faticano a farsi pericolosi dalle parti
di Biasella. L'Agnonese ne approfitta ed
al 75' trova il vantaggio: gran destro dal
limite di Di Lullo che non lascia scampo
a Spitoni e regala l'1-0 ai padroni di
casa. Il Matelica si sbilancia in avanti
e cambia nuovamente il suo assetto con
l'ingresso del giovane attaccante Turchi
(esordio in prima squadra per lui) a
dieci minuti dalla fine. Il risultato però
non cambia; l'unica occasione per gli
ospiti arriva all'87', ma il palo colpito
da Ambrosini su calcio di punizione
riassume al meglio la giornata (ed il
finale di stagione) storta e sfortunata
del Matelica. In pieno recupero i
biancorossi rimangono anche in dieci
uomini a causa della doppia ammonizione rimediata da Cesselon ed il match
La classifica
Maceratese 74; Fano 70; Sambenedettese 59; Campobasso 55; Chieti 50;
Civitanovese 49; San Nicolò 46; Matelica
e Giulianova 43; Jesina 41; Fermana 39;
Recanatese 37; Termoli e Amiternina
35; Castelfidardo 30; Agnonese 28; Vis
Pesaro 26; Celano Marsica 16.
L'uscita dal campo a capo chino dei giocatori del Matelica
si conclude senza emozioni al termine
di sei minuti di recupero. Il Matelica
subisce la seconda sconfitta esterna
consecutiva ed incrementa a dodici il
numero di partite di fila senza vittorie.
Il pareggio tra Giulianova e Chieti
CALCIO
manda i ragazzi di mister Bartoccetti
fuori dalla zona playoff, a 6 punti di
distanza proprio dal Giulianova che
occupa il quinto posto. Prossimo turno
in casa contro il Celano, domenica 3
maggio ore 15.
Promozione
Al Fabriano Cerreto sfugge ai rigori
la vittoria "platonica" del titolo regionale
I calci di rigore sono fatali al Fabriano
Cerreto per aggiudicarsi una vittoria
storica come il titolo regionale di Promozione. La società avrebbe voluto
mettere in cascina questo risultato, ma
la squadra allenata da Spuri Forotti non
ce l'ha fatta, non per proprio demerito,
ma soprattutto perché ha incontrato un
portiere superstar e un po' di imprecisione nel reparto d'attacco.
Questo insuccesso non cancella la
straordinaria stagione di questi ragazzi
che hanno battuto tutti i record uscendo
sconfitti solo in due occasioni e infilando ben 15 vittorie consecutive. Una
straordinaria stagione per una squadra
che ha saputo rinnovarsi. In due anni
due promozioni e una Coppa vinta. Ritornando alla gara, il Fabriano Cerreto
si arrende all'Helvia Recina solo dopo
i calci di rigore.
La partita è stata bella ed entusiasmante soprattutto nella prima parte della
gara con il Fabriano Cerreto a creare
occasioni a ripetizione e Isidori ad
ergersi come baluardo insormontabile.
Il portiere ospite è stato l'artefice incon-
FABRIANO CERRETO
3
HELVIA RECINA
5
(dopo i calci di rigore)
FABRIANO CERRETO - Latini, Berrettoni, Pierotti, Zuccaro, Galuppa, Boria,
Zaccagnini (15' pt La Mantia), Bartoli,
Marinelli (39' pt Silvi), Piergallini (33' st
Martini), Martellucci. All. Spuri Forotti
HELVIA RECINA - Isidori, Mancini (42'
st Sampaolesi), Scoccia, Conforti (12'
st Pepe), Ballini, Tacconi, Pietrella,
Domizi, Ulivello, Francioni, Cervigni
(37' st Luciani). All. Lattanzi
RETI - 43' pt Martellucci, 44' pt Scoccia
RIGORI - Helvia Recina a segno con
Pietrella, Pepe, Scoccia, Ulivello,
sbaglia Tacconi. Fabriano Cerreto a
segno con Zuccaro e Martini, sbagliano
Bartoli e Silvi.
trastato di questa impresa compiendo
almeno quattro miracoli su tiri ravvicinati di Marinelli, Zuccaro, Piergallini
e Silvi. Finale di tempo al cardiopalma
CALCIO
con due gol di ottima fattura. Correva il
43' quando Martellucci da dentro l'area
con un perfetto diagonale superava
Isidori (1-0) portando in vantaggio i
suoi compagni di avventura. Non c'è il
tempo di gioire che, un minuto più tardi,
Scoccia rovina i piani della squadra di
casa e, con un tiro beffardo dai sedici
metri, supera Latini (1-1) e riporta in
equilibro la gara. Ripresa molto stanca
con tanto gioco a centrocampo, poi al
35' un'incursione di Martellucci serve
su un piatto d'argento un perfetto assist
a Silvi che scivola al momento di tirare
a botta sicura. Nel finale di partita le
due formazioni, ormai stanche, aspettano la roulette dei calci di rigore.
Dal dischetto l'Helvia Recina è più
precisa dei padroni di casa e ne infila
quattro (con Pietrella, Pepe, Scoccia
e Ulivello) contro i due del Fabriano
Cerreto (Zuccaro e Martini). Titolo
regionale all'Helvia Recina che esulta.
Rammarico per il Fabriano Cerreto che,
dopo aver stravinto il campionato, si
aspettava un altro meritato successo.
Angelo Campioni
Il personaggio
Cena bianconera tra calcio e risate
con il grande ospite Stefano Tacconi
Giovedì 16 aprile si è svolta la seconda cena bianconera
presso la Rosa Nera, una cena eccellente grazie alla professionalità del “Cavallo Pazzo Restaurant” di Fabrizio Palanca
e Simone Chiodi. L’entrata di Stefano Tacconi è stata in vero
stile Stadium grazie alla canzone degli AC/DC - “Thunderstruck” - e accompagnata dalle immagini della sua carriera.
Una carriera, quella di Tacconi, costellata di successi a livello
nazionale ed internazionale, tanto che ad oggi è il portiere
di club ad aver vinto tutte le competizioni. Durante la serata
abbiamo conosciuto non soltanto il giocatore, ma anche
l’uomo Stefano, che non si è sottratto a foto ed autografi e
ha scherzato con i tifosi. Non sono mancate le domande sul
“mondo Juve” che, parola di Tacconi, “con Andrea Agnelli,
ed il suo gran lavoro ha riconquistato il proprio stile, riaffacciandosi sui palcoscenici internazionali che contano”.
26 sport.indd 2
Bellissimo il momento in cui, tra le varie domande, Stefano
ha ricordato Gaetano Scirea, amico e compagno di squadra
molto importante per un giovane portiere. Questo Ricordo
ha fatto scattare un caloroso e sentito applauso da parte di
tutta la sala. Stefano si è divertito a guardare con noi le sue
più belle parate e ha preso parte alla nostra piccola lotteria
con in palio gadget della Juventus. Il momento della torta
ha visto tutti i partecipanti festeggiare con Stefano Tacconi
il Club Doc Fabriano che anche quest’anno ha fatto centro
portando ha Fabriano un grande campione. Non possiamo
non ringraziare tutto il direttivo dello Juventus Club Doc
Fabriano che ha reso possibile questo evento, Simone Stroppa
fotografo della serata e tutti gli juventini e le juventine che
hanno partecipato alla cena.
Federica Stroppa
Foto di gruppo
con Stefano Tacconi
29/04/15 10.29
BASKET
World Cup over-50 e over-45 a Zara
Venturi e Zeppa,
"veterani" in azzurro
di FERRUCCIO COCCO
M
ai stanchi di giocare a basket.
I fabrianesi Maurizio Venturi (classe 1965) e Massimo
Zeppa (1970), vestendo la maglia
azzurra, due settimane fa hanno partecipato alla World Cup in quel di Zara
(Croazia), importante manifestazione
internazionale riservata agli atleti
“veterani” (o “maxi basket”, come si
usa dire nell’ambiente). Venturi ha giocato nell’Italia Over 50 conquistando
la medaglia di bronzo, mentre Zeppa
nell’Italia Over 45 ha vinto l’oro.
“Anche questa è stata una bella esperienza, ho giocato molto e mi sono
divertito”, ci ha raccontato Venturi
al ritorno, che nell’ultimo decennio
ha fatto incetta di preziose medaglie
con le Nazionali Over. Nel suo team,
allenato da Alberto Bucci, troviamo
anche Marco Solfrini, Flavio Carera,
Mario Boni, Roberto Bullara, Stefano
Sbarra, Peppe Ponzoni… Dopo una
fase iniziale abbastanza agevole, questi
“terribili vecchietti” si sono trovati di
fronte la formazione “All Stars” in
semifinale e si sono dovuti inchinare
per 53-68. Nella circostanza Venturi
ha segnato 4 punti. “Ci siamo scontrati
con un team davvero forte – riferisce
Venturi - Purtroppo sull’esito della
partita ha pesato una direzione arbitrale
un po’ negativa nei nostri confronti.
E, nel complesso, l’infortunio a Mario
Boni all’esordio del torneo ha viziato
il percorso della nostra squadra”. Nella
GINNASTICA
27
>SPORT<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Ritmica
finale per il 3°/4° posto, tornato disponibile SuperMario (che ne ha infilati
24), gli italiani si sono imposti sulla
Russia per 82-66 (Venturi 2) portandosi
a casa il bronzo.
Cammino molto più agevole per l’Italia Over 45 allenata dal mitico Dan
Peterson, con Massimo Zeppa che ha
bucato la retina a ripetizione com’è
solito fare da una vita. “Ci siamo
presentati con una formazione molto
buona e competitiva, i risultati si sono
visti fin da subito”, racconta Zeppa,
che ha avuto come compagni gente
del calibro di Sylvester Gray, Alberto
Rossini, Max Angeli, Giovanni Dalla
Libera, Luca Silvestrin, Eugenio Capone, Pino Corvo, Steven Carney…
In semifinale gli azzurri hanno fatto
fuori la Croazia per 83-54 (Zeppa 10,
top scorer Angeli con 25), poi hanno
vinto la finalissima 71-56 contro la
Russia (Zeppa 6) aggiudicandosi la
medaglia d’oro. “Di questa esperienza
conserverò il grande carisma di Dan
Peterson – riferisce Zeppa – Fino alla
fine ha voluto concentrazione e concretezza da parte nostra, anche quando eravamo parecchio avanti nel punteggio.
Un esempio di grande professionalità
anche ad ottant’anni”.
Questa World Cup è stata utile ai veterani italiani per oliare i meccanismi
in vista dell’evento più importante di
questo 2015, i Campionati Mondiali
che si svolgeranno a fine agosto ad
Orlando, in Florida. Venturi e Zeppa
ci saranno.
Qui Venturi,
a destra Zeppa
PATTINAGGIO
BASKET
Serie C regionale
La Janus ritrova grinta
ma a Fossombrone
perde la quarta di fila
FOSSOMBRONE
JANUS FABRIANO
76
69
FOSSOMBRONE - Taddei 10, Mancinelli
12, Mariani ne, Battistelli, Nobilini 6,
Donnini 9, Perini 27, Contini, Puleo 12,
Ceppetelli ne, Serafini ne. All. Giordani
JANUS FABRIANO - Carnevali 5, Bugionovo 14, Silvi 10, Nizi 7, Braccini,
Toppi 8, Mustacchio, Ciappelloni ne,
Calandrillo 25. All.Bolzonetti
E’ arrivato il poker di sconfitte per
la Janus Fabriano, che torna a mani
vuote anche dalla trasferta di Fossombrone. La squadra del fabrianese
Gabriele Giordani si impone 76-69
ma arrivano comunque segnali confortanti dai biancoblù, apparsi in ripresa
dopo un paio di partite allarmanti.
L’assenza per squalifica di Paoletti,
che tornerà nel prossimo turno, si fa
inevitabilmente sentire in casa Janus,
tanto più se davanti c’è probabilmente
la coppia di lunghi (Perini-Puleo) più
completa del campionato. Fabriano si
batte comunque da par suo ricavando
dividendi importanti dai quintetti dinamici: Calandrillo, Silvi e Bugionovo
ritrovano la vena dei giorni migliori e la
Janus resta in scia (43-40 al 20’). Perini
vicino a canestro continua a far male
alla difesa fabrianese ma non è sufficiente a Fossombrone per accumulare
un margine di sicurezza: Fabriano resta
col fiato sul collo dei padroni di casa e
Trofei di Marina di Grosseto e Piombino
Coach Bolzonetti istruisce Silvi
addirittura mette la freccia con Nizi sul
finire del terzo quarto (61-62 al 30’). La
profondità del roster a disposizione di
Giordani viene però fuori alla distanza
e Fossombrone rimette il naso avanti
con due canestri pesanti di Mancinelli. La Janus viene stretta nella morsa
difensiva dei biancoverdi e nell’ultimo
quarto segna col contagocce (7 punti in
10’), mentre Donnini e Taddei infilano
i canestri della staffa. Per la Janus, ora
a -4 dalla vetta, arrivano due appuntamenti ravvicinati per interrompere il
digiuno: domenica 3 maggio, alle ore
18, al PalaGuerrieri arriva la Bramante
Pesaro, poi sarà la volta del turno infrasettimanale sul campo di Fermignano
(mercoledì 7 maggio).
Luca Ciappelloni
BASKET
Serie D - Playoff
Qualificate Vanno velocissimi i fratelli Scassellati Il Cerreto ko
per Legnano nel week-end toscano della Fortitudo a Macerata
Questa settimana la terra di conquista è
stata la Toscana, dove - precisamente a
Tirrenia - si è tenuto il concentramento
della fare interregionale del campionato
italiano di serie C. La Fondazione
Carifac Ginnastica Fabriano parte
come società da battere, avendo vinto
il titolo nazionale lo scorso anno. Non
si sono smentite le nostre giovanissime
ginnaste che si aggiudicano la fase
interregionale con il prestigioso primo
posto che le qualifica alla finalissima a
Legnano del 23 e 24 maggio. Protagoniste sono state Giulia Fattorini, Talisa
Torretti, Sofia Raffaeli, Fabiana Pappalardo e Serena Ottaviani, che saranno
sicuramente le ginnaste da battere. Da
annotare anche la larga partecipazione di nostre tesserate a Norcia per il
Campionato Nazionale Confsport. Nel
frattempo la Nazionale Italiana Junior
(tutta "Made in Fabriano" con le ginnaste Agnese Duranti, Daniela Mogurean,
Anna Bajraktari, Lavinia Muccini,
Milena Baldassarri ed Anna Basta) è
partita alla volta della Bielorussia dove
a Minsk dall'1 al 3 maggio rappresenteranno l’Italia al Campionato Europeo
di Ritmica. La loro preparazione è stata
molto sfortunata a causa dei malanni
che hanno coinvolto a turno tutte le
ginnaste nell’ultimo mese. Ma di sicuro
il giorno della gara saranno vogliose di
dimostrare che la loro valenza tecnica è
superiore alla sfortuna che le ha colpite
nel momento cruciale della stagione.
Nei 150 secondi delle loro esibizioni,
sono condensati dodici mesi di intensa
preparazione e di centinaia e centinaia
di ripetizioni dell’esercizio, sotto l’attenta guida delle due allenatrici Ghiurova e Cantaluppi, che cercheranno
di far tesoro della loro esperienza per
trasmetterla alle ginnaste. Sarà per tutti
un’indimenticabile esperienza, qualunque sia la classifica finale.
27 sport.indd 2
Fine settimana vissuto in Toscana,
quello scorso, per la Fortitudo Fabriano Pattinaggio. Primo appuntamento
il 25 aprile a Marina di Grosseto, dove
sono saliti sul podio Cristian Scassellati (primo sia nei 100 sprint sia negli
800 in linea, categoria Giovanissimi
Primo anno, foto) ed Elisa Scassellati
(seconda nei 2000 punti, categoria
Ragazze). Hanno gareggiato, inoltre,
partendo dai più piccoli: nella categoria
Giovanissimi Primo anno, Alessandro
Eleuteri (11° nei 100 sprint e 9° negli
800 in linea), Alessio Pacini (12° nei
100 sprint e 8° negli 800 in linea) e
Riccardo Delpriori (16° nei 100 sprint
e 10° negli 800 in linea); nella categoria
Esordienti Secondo anno, Emma Ninno
(22° nei 200 sprint e 4° nei 1500 in
linea); nella categoria Ragazze, Elisa
Scassellati (6° nei 300 sprint) e Maria
Ninno (19° nei 600 sprint e 21° nei
2000 punti); nella categoria Ragazzi,
Alessandro Carnevali (12° nei 300
sprint e 15° nei 2000 punti) e Nicolò
Delpriori (23° nei 300 sprint e 23° nei
2000 punti); nella categoria Allieve,
Camilla Fattori (5° nei 500 sprint e
17° nei 5000 eliminazione) ed Erica
Greci (8° nei 500 sprint e 18° nei 5000
eliminazione); nella categoria Allievi,
Raimondo Quaranta (30° nei 500 sprint
e 25° nei 5000 eliminazione). Come
società, la Fortitudo si è classificata
all’8° posto su 38 team partecipanti alla
competizione. Il giorno dopo, domenica 26 aprile, la “carovana rossoblù” si
è spostata alle gare di Piombino. E qui
sul podio sono saliti ancora una volta
Cristian Scassellati (1° nei 600 in linea,
categoria Giovanissimi Primo anno) ed
Elisa Scassellati (3° nei 300 sprint e 2°
nei 2000 punti, categoria Ragazze), con
l’aggiunta di Camilla Fattori (3° nei
500 sprint, categoria Allieve). Hanno
gareggiato, inoltre, partendo dai più
piccoli: nella categoria Giovanissimi
Primo anno, Cristian Scassellati (6°
in destrezza), Riccardo Delpriori (9°
in destrezza e 7° nei 600 in linea) e
Alessio Pacini (11° in destrezza e
6° nei 600 in linea); nella categoria
Esordienti Secondo anno, Emma Ninno (11° in destrezza e 6° nei 1000 in
linea); nella categoria Ragazze, Maria
Ninno (13° nei 300 sprint e 13° nei
2000 punti); nella categoria Ragazzi,
Nicolò Delpriori (20° nei 300 sprint
e 19° nei 2000 punti); nella categoria
Allieve, Camilla Fattori (15° nei 3000
punti) ed Erica Greci (4° nei 500 sprint
e 12° nei 3000 punti); nella categoria
Allievi, Raimondo Quaranta (17° nei
500 sprint e 17° nei 3000 punti). Come
società, la Fortitudo è giunta ottava su
ventidue presenti. L’attività prosegue a
ritmi serrati, visto che il primo maggio
gli atleti fabrianesi gareggeranno a
Ferrara, il 2 maggio a Rovigo ed il 3
maggio a Senigallia per i campionati
provinciali.
f.c.
BASKET
71
57
MACERATESE - Antonante 11, Cannas
14, Zamponi, Centioni 2, Core 5, Modou
11, Mazzoleni 3, Piergiacomi 7, Foresi 5,
Severini 2, Tiberi 8, Panaro 3.
CERRETO - Bracchetti C. 1, Beltran,
Rossini 3, Perulli, Cerini 2, Moscatelli 23,
Pecchia 5, Chiarucci 21, Bracchetti A. 2.
Inizia male l’avventura del Cerreto
nei playoff di serie D. La squadra di
Sonaglia va ko 71-57 sul campo del
Basket Maceratese e mercoledì, oltre i
nostri tempi di stampa, sarà obbligata
ad ottenere un successo per portare la
serie alla ‘bella’, che eventualmente si
disputerà sabato 2 maggio a Macerata.
Al Cerreto in gara-1 non sono bastati
i 44 punti in coppia del solito duo
Moscatelli-Chiarucci per contrastare
il collettivo di Macerata che addirittura manda a referto undici giocatori
su dodici.
l.c.
Promozione
Brown ai playoff, Gladiatores no
Svaniscono, in quello che era una sorta di spareggio, le
speranze playoff dei Gladiatores Matelica. La squadra di
Sestili perde 59-76 fra le mura amiche contro Chiaravalle
e dice addio alla possibilità di piazzarsi nei primi tre posti
del girone.
Chiudono la seconda fase invece con un successo, tuttavia
poco rilevante, i Brown Sugar Fabriano che battono 65-63
Acqualagna. Per i gialloviola i playoff erano già assicurati:
MACERATESE
CERRETO
con il settimo posto finale alla squadra di coach Gentili
toccherà nel primo turno della postseason Montegranaro. Si
gioca in partite di andata e ritorno ed in caso di un successo
a testa si terrà conto della differenza canestri. Mercoledì
29 aprile si è giocata gara-1 a Montegranaro, il ritorno è
in programma per lunedì 4 maggio a Fabriano (Palestra
Mazzini, ore 21.15).
l.c.
GLADIATORES MATELICA
CHIARAVALLE
59
76
GLADIATORES MATELICA - Franconi 6,
Torselletti 6, Ricchietti 16, Cingolani 4,
Mencucci 12, Sestili, Gagliardi 2, Massari
2, Luzi 6, Pietrini, Colonnelli 5. All. Sestili
CHIARAVALLE - Fileni 17, Staffolani
24, Petrolati 8, Capobianco 2, Frittelli 2,
Castelli 12, Brunelli, Castellani 3, Fava, Rotiroti 6, Marchini, Smerilli 2. All. Giordani
29/04/15 10.28
28
>SPORT<
CALCIO a 5
Serie C2
Cerreto è secondo
e adesso i play-off!
di FERRUCCIO COCCO
N
el fine settimana scorso si è
giocata l’ultima giornata di fase
regolare nel campionato di serie
C2. Ecco com’è andata e i verdetti.
GIRONE A – Già matematicamente
retrocessa in serie D, la Virtus Fabriano di mister Gianmarco Latini ha perso
in casa per 1-3 contro il Chiaravalle (in
gol Spilli), salutando così la categoria.
E’ stata una stagione difficile, affrontata con un team che ha perso diverse
pedine nel corso dell’anno, ma che
comunque in campo ha sempre messo
grande impegno. La classifica finale:
Dinamis Falconara 73; Pieve d’Ico 64;
Cagli 62; Futsal Ancona 59; Ankon 57;
Casine 51; Jesi 50; San Costanzo 45;
Pianaccio e Chiaravalle 41; Pietralacroce 39; Numana 38; Tre Colli Pinocchio
24; Brecce Bianche 16; Virtus Fabriano
13; Acli Mantovani 8.
GIRONE B – Festa grande per il
Cerreto di mister Kristian Giordani,
che sbanca per 1-4 il campo delle Cantine Riunite Tolentino (reti di Biondi,
Gubinelli e doppietta di Centocanti) e
chiude la stagione al secondo posto,
una posizione che significa play-off per
la prima volta in casa rossonera, per
di più da giocare con il vantaggio del
campo. Il primo spareggio per la pro-
mozione è fissato per sabato 2 maggio
contro il Campocavallo: gara “secca” al
PalaCarifac (ore 15). Si è giocato anche
il derby tra il Cerreto d’Esi di mister
Maurizio Buratti e la Junior Matelica
di mister Antonio Colluto: hanno vinto
per 7-1 i cerretesi, che terminano qui
la loro stagione, all’onorevole sesto
posto in classifica. La Junior Matelica,
invece, si giocherà la salvezza nello
spareggio contro il Santa Maria Nuova,
da giocare in trasferta sabato 2 maggio
VOLLEY
(anche qui gara unica). Per il Cerreto
d’Esi sono andati in gol Baldoni,
Buldrini, Lippera (2), Ottavi (2) e Di
Ronza. Per la Junior, a segno Ferretti.
La classifica finale: Sambucheto 76;
Cerreto 55; Montelupone 52; Futsal
Macerata e Campocavallo 50; Cerreto
d’Esi e San Severino 47; Castrum
Lauri 45; Cantine Riunite Tolentino 44;
Gagliole 40; Osimo 39; Santa Maria
Nuova 36; Junior Matelica e Recanati
29; Fontespina 27; Real Trading 14.
Serie C1
Il Real Fabriano
si prepara per la sfida
che vale una stagione
Nell'ultima giornata di campionato il Real Fabriano, ormai matematicamente condannato ai playout per la salvezza, ha affrontato la Torrese in un match ininfluente.
I fabrianesi così "risparmiano" i titolari e schierano una formazione interamente
juniores, eccezion fatta per Salari. Gli avversari, invece, che saranno gli stessi
dello spareggio playout, non fanno turnover e dominano la partita lasciando a
bocca asciutta i giovani fabrianesi.
La formazione: Mosciatti, Plebani, Laurenzi, Bartal, Pastuglia, Salari, Bello Burzo,
Bisegna, Salari, Coco, Biancini, Passeri, Burini.
Il punteggio finale di 7-0 dice tutto e niente, perchè l'unico verdetto che conta è
quello che arriverà venerdì 8 maggio al termine della sfida "secca" per la salvezza
che si disputerà a Torre San Patrizio alle ore 22.
La classifica finale della fase regolare: Corinaldo 74; Etabeta 59; Bocastrum
United 58; Cus Macerata 53; Nuova Ottrano 51; Montecchio 49; Falconara 48;
Pagliare 46; Sant'Angelo 45; Ascoli 42; Grottaccia 41; Torrese 39; Real Fabriano
31; Castelbellino 26; Urbino 24; Campiglione 8.
Lorenzo Alunni
Ultima di campionato anche in serie D. Il Nebbiano chiude in crescendo e vince anche
contro l’Aspio per 5-3 grazie ai gol di Samuele Farneti (4) ed Emanuele Farneti. Un
successo che qualifica il Nebbiano per i play-off: appuntamento sabato 9 maggio a Villa
Musone. L’Avis Genga si aggiudica per 8-3 il derby di bassa classifica con il Campodonico, relegato all’ultimo posto. Gengarini in rete con Burzacca, Bardella, Boria, Bruffa
David (2), Bruffa Gabriele, Conigli e Sassaroli; per il Campodonico gol di Pellacchia e
Lezzerini (2). La classifica finale: Imbrecciata 66; Cupramontana 56; Villa Musone 49;
Nebbiano 41; Giovane Aurora 40; Casenuove 36; Aspio 35; Dorica 34; Moie e Anconitana 32; Monserra 29; Candia Baraccola Aspio 28; Avis Genga 22; Campodonico 19.
Il Cerreto di mister Giordani che si gioca la promozione ai playoff
Serie D femminile e settore giovanile
che possano riportare la Pallavolo Fabriano dove
merita di essere. Per quanto riguarda la squadra
di Seconda Divisione, il campionato si è concluso
con una netta vittoria delle ragazze di Rossini.
In Terza Divisione, altro risultato utile per le
ragazze di coach Giovanni Faggi (foto) che,
vincendo in trasferta a Castelbellino per 1-3, allungano sulle formazioni inseguitrici, mantenendo
così salda la seconda posizione in classifica, che
permetterebbe loro di accedere ai playoff.
La formazione: Angeletti, Camardo, Cesari, De
Vito, Faggi, Giovannini, Marasca, Nagni, Perini,
Santoni, Tonini, Cecchini (L). Prossimo incontro:
lunedì 4 maggio, ore 20.45, presso la palestra Itis
di Fabriano.
Atletica: Gerini, un lancio record
La stagione di atletica leggera Fisdir Outdoor (rivolta ad atleti con disabilità intellettiva relazionale) è entrata nel
vivo con la prima prova regionale svoltasi ad Osimo sabato 25 aprile. A difendere i colori della Polisportiva
Mirasole, il lanciatore Daniel Gerini che si è trovato di fronte il suo rivale Leocata Francesco della Parco de
Riseis visto che la gara comprendeva due regioni, Marche e Abruzzo. Daniel per la prima volta affronta il lancio
del disco, che riesce a lanciare a 16.98, misura che mostra margini di miglioramento. Il getto del peso è la
sua gara, qui Daniel sa quanto vale, e lo dimostra salendo in pedana e lanciando a 9.29, misura che gli vale il
nuovo record italiano. Con questo lancio Daniel avvera un suo sogno, battere il precedente record di Roberto
Casarin dell’Aspea Padova di 9.16.
Federica Stroppa
28 sport.indd 2
CALCIO a 5
Serie D: Nebbiano e Genga, buon finale
La squadra maggiore è salva
e guarda alla prossima stagione
Finisce senza spareggi il campionato delle ragazze della Pallavolo Fabriano di Serie D, che
ottengono la salvezza come da obiettivo iniziale.
Gli spareggi non sono stati disputati in quanto il
Loro Piceno, squadra militante nella serie C, si è
ritirata prima della seconda fase del campionato
liberando così un posto nella categoria superiore,
rendendo così inutile la disputa delle gare per la
salvezza. Complimenti alle fabrianesi per l'obiettivo raggiunto, ma di sicuro non si può dire
che sia stato un anno facile vista l'alternanza dei
risultati ottenuti e i vari infortuni, che alla fine
del campionato hanno complicato una situazione
già non semplice. Ora si comincia a pensare alla
prossima stagione, cercando di trovare pedine
L'Azione 2 MAGGIO 2015
PODISMO
f.c.
Un fine settimana di corse
L'Avis Fabriano presente ovunque:
a Lucrezia, Deruta, Numana...
E’ stato un weekend molto
intenso, quello scorso, per
la Podistica Avis Fabriano, con atleti impegnati su
tanti fronti.
Il gruppo più numeroso
– diciassette “runners”
– sabato 25 aprile si è
recato a Lucrezia di Cartoceto (Pu) per la classica
“CorriLucrezia”, gara di
10 chilometri alla quale
hanno preso parte ben 467
atleti, con vittoria di Luigi
Del Buono della Stamura
Ancona in 32’ 56”. Il miglior degli avisini è stato
Diego Ferretti, giunto 25°
assoluto con il tempo di
36’ 51”, denotando uno
stato di forma decisamente buono. Questi gli altri
avisini presenti e i relativi
tempi: Lauro Brocanelli 41’ 59”, Mario Santori
42’ 16”, Gabriele Salvatori 43’ 17”, Gianluca Balducci 43’ 51”, Amedeo Bucchi 44’ 47”, Luciano
Angelini 46’ 27”, Daniele Renzi 46’ 33”, Maria
Bornoroni 46’ 45”, Emanuela Pierantoni 47’ 57”,
Mario Gubbiotti 49’ 49”, Marco Spinaci 54’ 29”,
Andrea Tomassetti 54’ 29”, Raffaele Lori 55’ 38”,
Arrigo Berionni 57’ 25”, Rolando Ciampichetti 1h
00’ 56”, Maurizio Del Pio 1h 02’ 36”.
Un altro gruppetto della Podistica Avis Fabriano,
invece, domenica 26 aprile ha puntato il timone
verso l’Umbria andando a correre a Deruta (Pg) la
gara di 12 chilometri “Per le vie della Ceramica”.
Al via 420 “runners”, tra cui sette fabrianesi, che
hanno potuto godere della bellezza di un percorso
principalmente sterrato lungo il Tevere, con arrivo
e partenza dal centro storico della cittadina. Ha
vinto il marocchino Yassin El Khalil di Pietralunga
in 40’ 35”. Il migliore degli avisini in 52’ 28” è
stato Gabriele Salvatori (a lui un elogio particolare
per aver corso due gare in due giorni!), quindi
Romualdo Burattini 55’ 59”, Crescenzo Papale
56’ 11”, Darcisio Esposito 57’ 35”, Anna Rita
Zoppi 58’ 53”, Roberta Rotili 59’ 13” e Patrizia
Cristallini 1h 03’ 09”.
Ancora: un altro gruppetto di avisini - sempre
domenica 26 aprile - ha preso parte alla Conero
Running, mezza maratona (classica distanza di 21
chilometri e 97 metri) con partenza da Numana,
percorso sul lungomare fino a Porto Recanati, e
ritorno. Tra i 435 partecipanti, ha vinto il keniano
Julius Rono dell’Atletica Recanati in 1h 06’ 13”.
I cinque rappresentanti della Podistica fabrianese,
con la passione per questa distanza, sono stati
Massimo Gambella che ha corso in 1h 28’ 10”
(56° assoluto), Marco Frascarello 1h 30’ 26”,
Ferruccio Cocco 1h 31’ 42”, Vincenzo Petrucci
1h 33’ 28” e Arturo Balduccio 1h 44’ 21”.
Il presidente Giorgio Tiberi, invece, ha corso a
Potenza Picena la Marcialonga della Liberazione
(10 chilometri) in 33’ 58”, classificandosi quarto
assoluto (ha vinto Dario Santoro dell’Atletica
Potenza Picena in 33’ 07”).
Infine – ma non per ordine di importanza, anzi - il
nostro “iron-man” Stefano Baioni, amante dei trail
e delle gare sulla lunghissima distanza, domenica
26 aprile ha partecipato alla Tuscany Crossing in
Val d’Orcia: 53 chilometri con dislivello di duemila metri. Stefano è giunto 19° assoluto con il
tempo di 6 ore e 19 minuti (140 gli atleti al via).
Per la Podistica Avis Fabriano, il prossimo appuntamento di gruppo è in programma domenica 3
maggio a Trevi (Pg) con la 10 chilometri “Piazza
Umbra in corsa”.
29/04/15 10.26
29
>FUORI PORTA<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Una terra che sento vicina
Intervista esclusiva a Pupi Avati su Fabriano, cinema e... Pasolini
di SILVIA RAGNI
C
he ricordo ha della nostra città?
Nelle Marche - tra Fermo
e Porto San Giorgio - ho
realizzato “Il cuore grande delle ragazze”, uno dei miei ultimi film. Ho
una sintonia particolare con quelle
terre; per il cinema, inoltre, sono
un territorio molto interessante.
Fabriano è una piccola città di una
bellezza straordinaria. E’ evidente
che il cinema al quale penso è riferito più al passato che al presente,
l’ideale affinché vengano valorizzati la storia e gli scorci architettonici
di quei luoghi.
Il suo cinema si snoda quasi
interamente sul filo dei ricordi
autobiografici. Cosa li rende, a
suo parere, così universali?
Il fatto che attingano il più possibile
alla realtà di ciò che accadde. Per
poter raccontare il mio passato e
soprattutto la mia gente sono stato
costretto a interporre tra me e la
mia città 380 km, perché finchè
mi trovavo a Bologna mi sarebbe
stato molto difficile poter vedere,
ed anche apprezzare, le peculiarità
di quel luogo. Invece, una volta
arrivato a Roma, dopo un periodo
molto difficile ho incominciato
a “riassemblare” una Bologna
all’inizio ideale, come mi sarebbe
piaciuto che fosse stata. Poi via via,
attraverso film più dolorosi e meno
consolatori, una Bologna così come
è stata anche nei suoi aspetti meno
rassicuranti.
Ha inaugurato il filone del Gotico
Padano, del quale “La casa dalle
finestre che ridono” è considerato
un cult. Qual è il valore aggiunto
dell’ ambientazione emiliano-
Pupi Avati, classe 1938, nato a Bologna, jazzista mancato ma regista
di immenso spessore grazie a un talento narrativo innato che traduce
in suggestive immagini e sceneggiature, si dà al cinema dopo essere rimasto
folgorato da Otto e ½ di Fellini. La sua filmografia, densa di lirismo,
è contraddistinta da un’inconfondibile poetica in cui la memoria svolge un
ruolo fondamentale. Premiato a Fabriano nel 2013 con il Premio Gentile
per la sezione “Carlo Bo per l’Arte e la Cultura”, ha rivelato
il proprio feeling con le Marche in svariate occasioni. Lo abbiamo intervistato.
romagnola di quei film?
Il Gotico Padano nasce dalla forma
più infantile di approccio al racconto, il racconto del bambino che si
delizia nello spaventarsi e nello spaventare. E’ con quell’atteggiamento
che ho realizzato i miei primi film,
contestualizzandoli in luoghi che
fino a quel momento non li avevano
mai legittimati: l’Emilia Romagna
era sempre stata raccontata attraverso la positività, la parte al sole della
siepe. Io sono andato a cercare la
parte in ombra.
Come mai, cinematograficamente, al valore della poetica è andato
– in genere - sostituendosi quello
della logica di mercato?
La crisi del cinema è sempre la crisi
degli spettatori, del Paese, della
qualità della domanda: quando il
livello dell’asticella viene posto
molto in basso, è evidente che si
esige qualcosa che non ci impegni più di tanto. Oggi il cinema
italiano di qualità, che ha avuto
il coraggio di uscire da moduli
narrativi rassicuranti è in enorme
difficoltà, in cambio funzionano
commediole con l’unica ambizione
di fare grandi incassi. Fino a trent’
anni fa, le commedie guardavano
al Paese attraverso una riflessione
acuta. Tutto questo oggi è un dato
aggiunto, certamente non richiesto.
Si è definito “un invidioso”:
quale confine intercorre tra una
sana competitività e una forza
distruttiva?
E’ assolutamente naturale vedere
una persona felice, realizzata, che
ha ottenuto quello che tu
non hai ottenuto malgrado
ti sia impegnato, e provare invidia. Altrimenti, è
evidente che non ami il
tuo sogno a sufficienza.
Bisogna amare i propri
sogni, vedere che gli altri
li realizzano e tu no deve
farti soffrire: secondo me
è una sofferenza sana,
perché ti stimola a salire
sul ring sempre con la voglia di farcela. Ogni volta
devi convincerti che sarai
tu a mettere l’altro ko.
Sennò è meglio arrendersi,
chiudersi in una stanza
ed aspettare. Quest’anno
ricorre il quarantennale della
morte di Pier Paolo Pasolini, per
il quale partecipò alla sceneggiatura di “Salò o le 120 giornate
di Sodoma”. Che ricordo ha di
quella collaborazione?
Il film avrebbe dovuto realizzarlo
Sergio Citti, poi Pasolini non riuscì
a chiudere un contratto americano
per fare la vita di San Paolo con
Marlon Brando e la sceneggiatura
passò a lui. Il ricordo è di un paio
di mesi trascorsi a casa di Pasolini
con Sergio Citti e la difficoltà enorme, per me, di scrivere un testo di
una violenza verbale e situazionale
estrema. Ma ero talmente lusingato
di scrivere per Pasolini che portai a
termine l’incarico. Il film non sono
mai riuscito a vederlo per intero:
è quasi profetico, talmente intriso
di morte nel senso più profondo
e definitivo…Pasolini morì più o
meno in quel periodo. Scrivere la
sceneggiatura è stato qualcosa che
voleva essere disperatamente atroce. Quando Citti “censurava” Pier
Paolo, lui enfatizzava i toni. C’era
come un senso autodistruttivo che
temo dalla pagina si sia tradotto
anche nel film.
Parlando di “Le strelle nel fosso”
ha affermato di “avere un problema con la morte”. Che valore ha
assunto, in questo senso, la favola
contadina?
La favola contadina, per i bambini
di campagna della mia generazione,
era l’espediente per farli star
buoni spaventandoli prima di
andare a dormire. “Le strelle
nel fosso” è una summa di
quel tipo di fiaba meravigliosa e visionaria dal ‘700
a fin quando è sopravvissuta
la cultura agreste. Ha come
protagonista la morte, ma per
esorcizzarla. La morte de “Le
strelle nel fosso” è la morte
che ognuno auspica: una bellissima ragazza che arriva, ti
ama, ti nutre, ti accarezza, ti
culla, ti fa addormentare e poi
ti porta via. Ho fatto questo
film per raccontare come, se
la morte fosse così, probabilmente la temeremmo di meno.
Un progetto fotografico
per L'Aquila terremotata
Il fotografo-artista aquilano Roberto Grillo intende
realizzare a L’Aquila: PHOTOFACTORY, uno spazio
fotografico multifunzionale, dove la Fotografia può finalmente essere rappresentata nella forma più completa
e funzionale. Il progetto strutturale ruota attorno ad uno
spazio espositivo, di almeno 100 mq, fruibile all’intera
Città e a tutti i fotografi esterni desiderosi di esporre
le proprie immagini, così da rendere questo luogo
fisico una consuetudine. Attorno allo spazio espositivo centrale, altri spazi di dimensioni minori (per un
totale di altri 100mq almeno), dove realizzare corsi di
fotografia, incontri culturali, una biblioteca fotografica
con annessa sala tè, camera oscura chimica - digitale e
una bottega/atelier del fotografo artista Roberto Grillo.
PHOTOFACTORY intende proporsi come una realtà
unica nel suo genere in Abruzzo e comunque rara nel
territorio italiano, con una valenza importantissima in
una città come L’Aquila che necessita di un recupero
sociale e culturale dopo il sisma del 2009. Sarebbe
auspicabile realizzare PHOTOFACTORY nel centro
della città, ma i tempi incerti della ricostruzione possono spingere verso una soluzione temporanea sita nei
pressi del centro storico di L’Aquila. Roberto Grillo,
ideatore del progetto, si avvarrà delle forze intellettuali
cittadine che ruotano attorno al Mondo della Fotografia, così da dare vita ad un esperimento unico nel suo
genere. “PHOTOFACTORY è un progetto al quale sto
lavorando da oltre tre anni: uno spazio dedicato alla
fotografia, l’unica forma d’arte che a L’Aquila non
ha una casa. Il progetto iniziale prevedeva uno spazio
espositivo, di almeno 100 mq, fruibile all’intera città
e a tutti i fotografi esterni desiderosi di esporre le
proprie immagini, così da rendere questo luogo fisico
una consuetudine.
29 fuori porta.indd 2
La fotografia, grazie
all’avvento del digitale, è diventata
la forma d’arte e d’espressione maggiormente rappresentata e L’Aquila, secondo studi
di settore, è tra le città in Italia con la maggiore
Attorno allo spazio
percentuale
di fotoamatori in rapporto agli abitanti. Il
espositivo centrale,
terremoto del 2009 ha reso la città dell’Aquila, suo malaltri spazi di dimensioni minori (per un
grado, una location unica e fotograficamente interessante
totale di altri 100mq
a causa della trasformazione sociale ed architettonica
almeno), dove realizancora in divenire. L’Aquila, città di cultura, ha semzare corsi di fotograpre avuto rappresentate le maggiori forme d’Arte:
fia, incontri culturali,
una biblioteca fotogramusica, teatro, arti visive, cinema e soltanto la
fica con annessa sala tè
fotografia non ha mai avuto posseduto una
e una mia bottega d’arte.
Casa dove essere rappresentata ed
In questi anni ho cercato la
ospitata.
collaborazione fattiva dell’am-
ministrazione comunale, confidando nel fatto che il mio progetto,
dall’altissima valenza culturale e sociale
avrebbe incontrato il loro favore, vista la necessità di
“riempire” di giusti contenuti L’Aquila. Purtroppo tutto
ciò non è avvenuto e oggi mi ritrovo da solo a portare
avanti questo progetto. Ho individuato uno spazio ma è
di privati, per cui sarò io a pagare affitto e tutto il resto,
come è giusto che sia, visto che in questo luogo ci sarà la
mia Bottega d’Arte, ma sarà possibile realizzarvi anche
la PHOTOFACTORY”. L’appello di Roberto Grillo
che ha fatto agli amici della Fisc durante il convegno
nazionale de L’Aquila dal 16 al 18 aprile è quello di
di sostenere il progetto PHOTOFACTORY con un
contributo di almeno dieci euro all’anno per tre i primi
tre anni, in qualità di amico sostenitore, per ricevere il tesserino e la Questo è l’IBAN del c/c dedicato e intestato a Roberto Grillo Progetto Photofactory:
fotografia del catalogo della mostra IT06J0538703601000002298067. Nel caso di bonifico, girando la propria mail, si riceverà il
“L’(est)etica del dolore”, inoltre il tesserino ed il file della foto, altrimenti si può versare puoi versare fisicamente la quota presso
studio in via Monte Brancastello, 2, a L’Aquila. Contatti: Roberto Grillo 347 8834950 – info@
diritto di partecipare gratuitamente lo
robertogrillo.it.
ad un incontro fotografico.
La cover
del libro
di Roberto
Grillo
29/04/15 10.09
30
>DIALOGO<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Il Piano chiede una piazza
Il luogo ideale potrebbe essere al posto del distributore di benzina
di MAURO GIOMBI
M
i ha fatto piacere e mi ha
quasi stupito
in questa immobilità generale, leggere
qualche settimana fa, sulla
pagina locale dei quotidiani,
l'apertura del sindaco del nostro Comune sulla concreta
possibilità di un trasferimento del distributore di
benzina, inattivo da diversi
mesi, che si trova dinanzi
alla chiesa di San Giuseppe
Lavoratore. Il tutto potrebbe
essere effettuato, continua il
sindaco, una volta cessata la
concessione della compagnia petrolifera, proprietaria
del distributore medesimo.
E' la prima volta che un rappresentante dell'istituzione
comunale ammette indirettamente, essendo possibilista
su un trasferimento in un'altra zona del distributore, che
la sua posizione crea dei
seri problemi di viabilità e
che forse un ampio spazio
libero, di fronte alla chiesa
stessa, potrebbe rivelarsi
utilissimo e vitale come
punto di aggregazione del
quartiere, ora inesistente, ed
anche come parcheggio ordinato durante le cerimonie
religiose e le numerose attività parrocchiali, riducendo
di molto i rischi connessi al
traffico veicolare.
Sono passati diversi anni da
quando il primo Comitato di
Quartiere del
Piano, che ho
avuto l'onore di
presiedere, aveva presentato
questa richiesta
al precedente
Sindaco, non
ottenendo nulla, nonostante
le assemblee
pubbliche ed i
molteplici chiarimenti in merito forniti dal
Comitato stesso
con varie iniziative. Sembra
anche più assurdo, a distanza di
diversi anni, che
l'amministrazione comunale precedente non abbia
minimamente recepito le
richieste del quartiere stesso
ed abbia preferito fare finta
di non vedere i numerosi
problemi, che ancora oggi
ci ritroviamo ad affrontare,
e lasciare il tutto come si
trovava, quasi disprezzando
il lavoro portato avanti con
fatica ed entusiasmo da tutti
gli aderenti del Comitato,
che erano il punto di riferimento del Quartiere del
Piano.
Ora sembra finalmente che
qualche margine di discussione si possa riaprire, anche
perchè il problema è sotto
gli occhi di tutti e trovare
una nuova sede per quel
distributore, può alla fine
essere molto vantaggioso
anche per la compagnia petrolifera, essendo da molto
tempo inattivo.
Penso che sia proprio giunto
il tempo di dare al quartiere un luogo di ritrovo,
di aggregazione, un
miglioramento della
viabilità e sicurezza
ed anche uno spazio
vitale per l'attività
parrocchiale e le funzioni religiose.
Vedremo se ad accenni fin troppo timidi e
possibilisti, seguiranno fatti concreti, che i
residenti del Quartiere ed i fabrianesi tutti
sapranno valutare ed
apprezzare, o se tutto
continuerà come ora,
facendo finta, come
hanno già fatto altri,
che il problema non
esiste o adducendo
mille scusanti o impedimenti per non
fare nulla.
Confronto
sui temi
di fronte
alla gente
La campagna elettorale sta entrando nel
vivo, ma per ora si sta
conducendo solo con i
faccioni, accompagnati
dalle solite frasi buone
per tutte le stagioni,
affissi lungo le strade
e messaggi sui social.
Vorrei evitare che la
campagna elettorale
venga fatta solo in questo modo, per questo
lancio la proposta di
organizzare un dibattito pubblico tra tutti
i candidati fabrianesi
alle elezioni regionali.
Sarebbe bello poter
discutere di fronte ai
Albacina saluta Le alternative all'eolico
il suo "alimentari" Salvaguardare il paesaggio, unico e irripetibile
Sabato 18 aprile ha chiuso lo
storico negozio alimentari
"Mariani" di
Albacina e
quando chiude
un negozio che
abbiamo amato si affronta sempre un
piccolo lutto.
Una cicatrice
in più per il
nostro paese
già penalizzato da tanti
problemi e da
tante e buone
tradizioni popolari.
E pensare che
prodotti così
buoni (salumi di pregio,
formaggi ricercati etc..)
non è facile
trovarli nelle
grandi catene
di distribuzione, dove trovi
tutto e subito, ma non conosci la qualità.
Quale sia il motivo, resta il rimpianto di un luogo dove
si respirava ancora l'amore e lo spirito di sacrificio della
Famiglia Mariani che ha sempre garantito qualità, cortesia
e competenza.
Last but not least, il piacere di un saluto, di una battuta di un
sorriso che sono sempre un punto di aggregazione sociale.
Se è vero che ogni ostacolo potrebbe essere un buon motivo
per ripartire, auguriamo di cuore alla famiglia Mariani di
proseguire e potenziare la loro attività di norceria, presso
il locale "Pompa Magna" - Borgo Tufico Albacina.
Il nostro più vivo ringraziamento per il futuro e... Avanti
tutta!
La famiglia Mariani
ha chiuso il negozio
Nadia Marcellini
e tutta Albacina
30 dialogo.indd 2
Relativamente all’impianto
eolico proposto in localita
Pian Cerreto, e più in generale a tutte le proposte di impianti eolici che al momento
sono al vaglio della Regione
Marche i comitati esprimono
netta e convinta contrarietà
in quanto questi interventi
mettono a repentaglio non
solo il paesaggio montano,
ma anche la nostra qualità di
vita e lo sviluppo economico
del territorio.
Nessuno è contro le rinnovabili, ma esistono molti
tipi di intervento possibili
(fotovoltaico su tetto, idroelettrico, geotermico, micro
eolico nelle aziende agricole), inoltre sarebbe a nostro
avviso intelligente puntare
fortemente anche su azioni
ed investimenti volti al risparmio energetico. Ma prevedere impianti eolici sulle
nostre montagne avrebbe
un impatto troppo grande
a fronte dell'energia prodotta, considerando inoltre
che spesso non sussistono
neanche
le condizioni per una piena
produzione. Gli impianti
eolici installati sui crinali
appenninici rappresentano
uno sfregio all'inestimabile
paesaggio montano della
zona, arricchito dalle preziose testimonianze storico
artistiche delle abbazie e
monasteri in esso incastonati. I nostri ambienti montani
stanno vivendo una crescita
economica legata al turismo
lento, turismo sostenibile ed
escursionismo senza precedenti, sempre più persone
(specialmente dall'estero)
sono disposte a spendere
per godere delle nostre
bellezze e camminare nei
nostri ambienti incontaminati, difficilmente replicabili
altrove. Sempre più giovani
intraprendono la professione di guida naturalistica e
sempre più strutture ricettive
stanno nascendo in case che
erano inutilizzate. Mettere a
repentaglio tutto ciò sarebbe
un suicidio, dato che questo
settore rappresenta ormai
un'alternativa lavorativa
alla crisi del manifatturiero.
Dobbiamo inoltre considerare che le montagne ospitano anche altre importanti
attività come quella delle
comunanze e cooperative
agrarie o come l’attività venatoria, che andrebbero danneggiate da futuri impianti.
Non solo, dal paesaggio
dipende la qualità di vita
delle persone che in esso
vivono influendo sul benessere mentale e fisico. Avere
quindi la fortuna di disporre
di un ambiente montano
come quello dell’Appennino Umbro Marchigiano
ancora intatto rappresenta
una ricchezza inalienabile
ed inestimabile per tutti noi.
La sfida politica è dunque
questa, capire in quale direzione debba andare il nostro
territorio, capire una volta
per tutte quale sia la nostra
vocazione e decidere di
conseguenza se l'interesse
generale delle popolazioni
che lo vivono sia prioritario
a quello dei singoli privati,
come affermato peraltro
dall’art. 41 della Costituzione
Italiana.
Comitato Difesa
Monte Mezzano,
Comitato Difesa
Campodiegoli,
Comitato Tutela
Ambiente
Sassoferrato
cittadini dei temi che
interessano il nostro
territorio a iniziare dal
lavoro e dalla sanità
fino ad arrivare alle
politiche sociali, alla
tutela dei beni comuni
e alla trasparenza nella gestione della cosa
pubblica. Io mi rendo
disponibile. Spero di
ricevere una risposta
entro pochi giorni per
poter organizzare al
meglio un momento
di confronto reale con
l’aiuto di chi vorrà contribuire, radio e testate
giornalistiche locali.
Credo che in questo
momento, soprattutto
nel nostro territorio, ci
sia bisogno di metterci
la faccia e dichiarare
di fronte a tutti senza
intermediazioni di sorta
che tipo di visione si ha
in mente per la nostra
regione.
In quella occasione
sarei anche contento
venisse data risposta
alla proposta di dimezzamento dello stipendio
fatta nei giorni scorsi
dal MoVimento 5 Stelle
agli altri partiti e seguire così il nostro esempio nel caso in cui uno
di noi dovesse essere
eletto consigliere.
Gabriele Santarelli,
MoVimento 5 Stelle
candidato consigliere
regionale
29/04/15 10.07
31
>DIALOGO<
L'Azione 2 MAGGIO 2015
Contro i falsi miti di oggi
Mario Adinolfi ha messo in guardia su questa offensiva antropologica
stinati a esserlo tutti: ma state tranquilli c’è la ricetta anche per questo:
si chiama eutanasia. In alcuni Paesi
europei – approfondisce - è legge da
tempo. «Vogliono farci credere –
ribadisce il giornalista de La Croce
– che la vita senza speranza di cura,
non è degna di essere vissuta. Ma
non esistono i prodotti fallati: esiste
un’ideologia infame, la quale ci
vuole spiegare che noi siamo pronti
a sopprimere bambini e anziani
malati per il bene dei soppressi,
quando invece vogliamo toglierci il
dolore dagli occhi, vogliamo essere
legittimati a pensare che si può fare.
Al contrario la persona umana, la
sua dignità, va difesa sempre, dal
concepimento alla morte naturale,
altrimenti le conseguenze saranno
infernali. Altrimenti, l’alternativa
sarà una persona che diventa cosa,
una cosa fallata che si deteriora e si
butta». «Non c’è – conclude Mario
Adinolfi – un confronto ideologico da costruire: la famiglia non è
un’ideologia e non è uno scontro
tra cattolici e laici. È un confronto
tra persone che si sentono colpite
da questi argomenti. Io sono interessato da italiano. È una questione
di cultura nazionale, per la mia
cultura e per la mia storia, in quanto
sono convinto che nel nostro cuore
è scritta una natura diversa: i figli
non si pagano».
Riconsegna il bancomat
Serve un corrimano
per le scale in biblioteca alla direzione del Conad
Il senso civico
delle persone
non è tramontato
“I
di GIOVANNI e OMBRETTA GIROLAMETTI
n questo momento c’è
un’offensiva antropologica di chi vuole trasformare le persone in cose:
le persone non sono cose, i figli non
si pagano, gli uteri non si affittano, i
malati non si ammazzano, le persone senza voce e deboli a partire dai
bambini anche nascituri e sofferenti
si accolgono, si amano, si curano.
Saremo in tanti a batterci contro i
falsi miti di progresso”.
Lo ha ribadito con forza Mario
Adinolfi, giornalista e direttore
del quotidiano cattolico La Croce,
intervenendo nei giorni scorsi a
Fabriano presso la Sala Ubaldi,
alla presenza di circa 150 persone,
invitato da un gruppo di genitori
e famiglie sensibili al tema della
difesa della famiglia naturale.
“La nascita, l’amore e la morte
sono questioni essenziali per la vita
umana – ha detto il relatore – ma
oggi siamo di fronte a un capovolgimento della realtà. Vogliono
trasformare le persone in cose”. E
Gentilissimo direttore, vorrei
portare all’attenzione dei tuoi
lettori una questione solo apparentemente banale che riguarda la
fruibilità in sicurezza della nostra
biblioteca comunale “Romualdo
Sassi”, frequentatissima dai giovani, ma anche da tante persone
meno giovani, che hanno - data
l’età - problemi deambulatori. In
tal senso, si potrà dire, ci sono i
montacarichi, che però non tutti
possono prendere. Allora qual è
il problema, considerando che
qualcuno ha già fatto la bella
esperienza di cadere per le scale
qual è l’elemento che può trasformare le persone in cose? Il denaro, i
soldi. «Ormai la vita sta diventando
qualcosa che si mercanteggia, sta
diventando una compravendita».
Ha ripreso Adinolfi in riferimento
al matrimonio omosessuale, non abbiamo alcuna ostilità nei confronti
delle persone omosessuali, né nessuna valutazione etica da fare sulla
natura dell'amore omosessuale.
Siamo contro il matrimonio omosessuale, che è un'altra cosa. L'opposizione al matrimonio omosessuale si sostanzia in una frase che
ripeterò sempre ossessivamente: le
persone non sono cose. Il matrimonio rivendica il "diritto a farsi una
famiglia", non a caso il ddl Cirinnà
prevede insieme al matrimonio gay
l’adozione di figli per le coppie
omosessuali. Un bambino non può
avere due papà o due mamme. E' il
culmine, l'obiettivo finale, dell'ideologia gender: maschio e femmina
non esistono, madre e padre non
esistono, esistono solo genitore 1
o di esserci quasi riuscito? Personalmente ritengo che si potrebbero
dotare le scale di “corrimano” per
appoggiarsi o per sostenersi, sia
per salire che per scendere. Per
far sì che non stonino con l’ambiente circostante, come sembra
che sostenga il capo dell’Ufficio
competente, si potrebbero realizzare usando il ferro battuto color
canna da fucile o antracite. Certo
di aver posto alla tua attenzione
un problema che interessa molti
frequentatori della nostra biblioteca, colgo cordiali saluti.
Terenzio Baldoni
e genitore 2, si nasce per atto di
compravendita e i bambini sono
meri prodotti da acquistare e poi
dichiarare all'anagrafe come figli.
Poi aprendo al tema dell'eutanasia
così si è espresso: "prima o poi, con
l’età, un prodotto fallato siamo de-
Mercoledì pomeriggio un signore
anziano di 85 anni, in compagnia
della moglie, effettuava un giro
per Fabriano per svolgere alcune
commissioni: acquistare dei semi
per l’orto e comprare alcuni generi
alimentari in un supermercato (Conad del Borgo). Ad un certo punto,
si accorge di aver smarrito il bancomat, insieme a 200 euro appena
prelevati. Presi dal panico, avvisano
la nuora (in quel momento più
facilmente raggiungibile), la quale
li raggiunge prontamente; insieme
percorrono il tragitto compiuto
precedentemente dai due anziani,
lasciando il numero di telefono ai
Ripulita la "spianata"
Per il ritrovamento di diverse centinaia di cartucce cariche, bossoli e un po’ di
polvere da sparo con relativa conferenza stampa e seguenti indagini della polizia
locale, come da accordi intercorsi, non abbiamo inviato prima le foto scattate in
occasione della giornata regionale per le pulizia di un bosco promossa dai gruppi
micologici delle Marche. Ringraziamo quindi quanti, nonostante sia passato quasi
un mese dal 29 marzo scorso, vorranno ancora pubblicare qualche foto, onde
pubblicizzare il prioritario aspetto educativo-ambientale della nostra importante
iniziativa che si è svolta in un clima di grande simpatia con quanti quella domenica
presenti, anche solo come “turisti in cerca di verde, sole e aria buona”, sui nostri
amati Monticelli. Un paio di cassoni pieni del camion messo a disposizione da un
nostro socio “storico” è stato il nostro “bottino” di raccolta rifiuti, tra i quali, soprattutto vetro e plastica che dovrebbero essere, come rispettoso e dovuto, lasciati negli
appositi bidoni per la
raccolta differenziata
già presenti nei pressi del campo bocce
ovvero della cosiddetta “spianata” dei
Monticelli. Per qualsiasi chiarimento e/o
ulteriore informazione/commento: David
Monno 393-2351701
o Sandro Morettini
348-3985622.
Gruppo Micologico
Naturalistico
Fabrianese
31 dialogo.indd 2
due negozi, in caso di rinvenimento
del bancomat e/o degli euro, senza
però avere troppo speranze di recuperare gli stessi. La sera si conclude
in famiglia, scherzando un po’ sul
fatto accaduto per scongiurare la
depressione/tristezza dei due anziani. Grande la gioia l’indomani
mattina, quando la Direzione del
Conad contatta la nuora per comunicare l’avvenuto ritrovamento non
solo del bancomat ma anche dei
200 euro, consegnati alla cassiera
di turno da una signora cliente del
Conad stesso (che aveva recuperato
il tutto nel piazzale antistante il
Conad). La famiglia dell’anziano
ora si è attivata, con la collaborazione del Conad, per ringraziare
personalmente la signora che ha
restituito il porta documenti con
bancomat e soldi.
Pensavamo, tutti quanti, che non
ci sarebbe mai stato restituito il
bancomat e, soprattutto, mai i
soldi; a volte il senso civico di
alcuni cittadini è migliore di come
l’ineluttabile esperienza quotidiana
ci fa supporre; a volte dovremmo
essere anche orgogliosi di vivere
in un posto come Fabriano, dove
possono verificarsi anche situazioni
insperate come quella descritta.
d.b.
La Cem attenta
ai nostri lavoratori
Ancora una volta
accogliamo con
preoccupazione le
notizie circa nuovi
tagli di posti di lavoro, conseguenti
a ristrutturazioni e
chiusure aziendali
motivati dalla presente congiuntura economica.
La situazione della Regione è drammatica per
tanti e ora per i dipendenti della Whirlpool che
rischiano di perdere circa 500 posti di lavoro. Le
trattative sono iniziate e le parti sociali sono al
lavoro: li incoraggiamo perché si trovi una sintesi
idonea al bene comune e particolarmente al bene
di quelle famiglie e di quei territori interessati. I
diritti di tutti vanno garantiti con un’attenzione
mirata verso quanti vedono compromesso il
proprio futuro e quello dei propri figli. Al tempo
stesso richiamiamo noi stessi, Chiese delle Marche, e i soggetti pubblici e privati interessati, a
dar seguito ai doveri di giustizia e di solidarietà
che emergono da queste situazioni. Invitiamo i
laboriosi lavoratori, di cui non ci sono estranei i
sacrifici e che ben conosciamo anche attraverso
quanto le nostre Caritas e le nostre Parrocchie
ci riferiscono, a non tirarsi indietro dentro un
progetto di impresa e di territorio che li valorizzi.
Invitiamo gli imprenditori, di cui riconosciamo
il ministero sociale, a porre al centro il bene e il
bello della persona che lavora. Sosteniamo quanti
non si lasciano tentare da una finanza che
schiaccia la dignità
dell’uomo; apprezziamo la creatività
propria dell’imprenditoria marchigiana
che è capace di realizzare innovazione e buone prassi esportate in
tutto il mondo. Invitiamo la politica ad assumere
con sempre maggiore responsabilità la domanda
di vita che sta dietro il bisogno di lavoro. E’ sempre più necessario che la virtù della buona politica
elevi se stessa nella tensione morale e si abbassi
nella concretezza delle preoccupazioni legittime
dei cittadini, anche di quelli che saranno i cittadini
di domani ai quali occorre dare fiducia circa la
possibilità di impegno delle proprie capacità nel
territorio in cui hanno intessuto relazioni sociali
e familiari significative. Invitiamo le associazioni di categoria, i sindacati e le università ad
aiutare la maturazione di una cultura del lavoro
e dell’impresa che siano sempre più sinonimo
di autentica promozione umana. E’ insieme alle
nostre comunità cristiane, alle quali rinnoviamo
l’invito a farsi prossime e di cui vediamo anche
un’opportuna conversione verso stili di vita più
sobri ed equi, che incoraggiamo i tentativi da
diverse parti intrapresi per giungere a soluzioni
accettabili.
Conferenza Episcopale Marchigiana
29/04/15 10.05
32
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L'Azione 2 maggio 2015
29/04/15 10.15