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BIC Notes
BIC Notes
Quaderno trimestrale su creazione
d’impresa e sviluppo locale
Dicembre 2004 - Numero 5
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Roma
Dicembre 2004 - numero 5
Opportunità d'impresa nella distribuzione agroalimentare
Mercati rionali romani: innovazione, razionalizzazione e qualità dei servizi
Il CAR - Un grande cambiamento nel sistema distributivo romano e laziale
I marchi di qualità: una opportunità per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e dei prodotti locali
Indice
Quaderno di BIC Lazio - Business Innovation Centre
su creazione d'impresa e sviluppo locale
Editoriali
Articoli
3 Un anno “in crescita” raccontato dai
Quaderni BIC Lazio
89 Il CAR - Un grande cambiamento nel
sistema distributivo romano e laziale
4 Il settore agroalimentare romano e le
nuove opportunità d’impresa
93 La riorganizzazione dei mercati rionali
romani
Focus
95 I marchi di qualità: una opportunità per lo
sviluppo e la valorizzazione del territorio
e dei prodotti locali
"Mercati rionali romani: innovazione,
razionalizzazione e qualità dei servizi"
7
News
Introduzione
97 Notizie, iniziative ed eventi in corso
8
1. La struttura del sistema produttivo di
Roma e provincia
29 2. Il sistema distributivo della
produzione ortofrutticola fresca
46 3. Il Centro Agroalimentare
Romano - CAR
48 4. I marchi di qualità
52 5. Metodologia e struttura dell'indagine
relativa ai dettaglianti dei mercati
rionali di Roma
62 6. Fabbisogni emersi ed ipotesi di
miglioramento
EDITORIALI
Un anno “in crescita” raccontato dai
Quaderni BIC Lazio
Giancarlo Cremonesi,
Presidente BIC Lazio
Lo scorso dicembre BIC Lazio inaugurava la collana "BIC Notes - i quaderni di BIC Lazio",
con l'intento di diventare in breve tempo fonte d'informazione sulla creazione d'impresa ed in
generale, sullo sviluppo dei territori dal punto di vista imprenditoriale. Uno strumento di
aggiornamento e di approfondimento sugli aspetti con cui BIC Lazio si confronta quotidianamente, in qualità di interlocutore privilegiato delle piccole e medie imprese in fase di start up,
per trovare soluzioni di sviluppo che valorizzino le loro vocazioni naturali.
Con il quinto numero di questa collana, che chiude il primo anno di lavoro della nostra redazione, speriamo di essere riusciti nel nostro intento e di aver posto le basi per la crescita di un
dibattito sulle strategie di rinnovamento e di sviluppo economico del territorio. La nostra intenzione era anche quella di favorire la creazione di un network d'imprese che si confrontasse su
argomenti di interesse comune e sviluppasse uno spirito di collaborazione, al fine di migliorare
la posizione competitiva delle singole aziende sul mercato.
Siamo consapevoli che molto deve essere ancora fatto. Ma riteniamo di aver compiuto degli
importanti passi in avanti in questa direzione. Ed è anche per questo, per venire cioè sempre
più incontro alle esigenze delle imprese, che BIC Lazio, consapevole del ruolo che riveste all'interno della Rete delle agenzie regionali, ha ideato nuovi strumenti a sostegno della creazione e
sviluppo d'impresa. Come ad esempio il "Forum delle Imprese del Lazio", un luogo di incontro per le giovani PMI del Lazio e soprattutto una occasione di dialogo con la "business community" e con gli interlocutori istituzionali.
Il nostro progetto editoriale proseguirà anche il prossimo anno. Crediamo tuttavia che solo
attraverso un'azione comune con i diversi attori dello sviluppo locale - operatori sociali ed economici, istituzioni, associazioni di categoria, ecc. - si possa ottenere un vero e proprio sviluppo economico sul territorio. Confidiamo perciò nei vostri suggerimenti, osservazioni ed ovviamente anche critiche costruttive, con l'augurio che la nostra iniziativa confermi gli ottimi risultati fin qui raggiunti.
Buona lettura.
BIC Notes – dicembre 2004 – Editoriale
3
Il settore agroalimentare romano e le
nuove opportunità d'impresa
Luigi Campitelli,
Direttore BIC Lazio
Il settore della distribuzione, in special modo quello alimentare e dei prodotti ortofrutticoli
freschi, è considerato tra i più tradizionali, con procedure, modelli, strumenti gestionali ed
organizzativi rimasti immutati da decenni.
Viceversa i 130 mercati rionali della città di Roma e tutte le attività che intorno ad essi gravitano, sono attraversati da processi di graduale ma radicale trasformazione strutturale.
Trasformazioni che sono frutto sia dei cambiamenti nel sistema distributivo in genere, che dell'evoluzione dei modelli di consumo e degli stili di vita. Cambiamenti che, benché vissuti dagli
operatori in primo luogo come una minaccia, possono essere la via affinché il sistema dei mercati rionali possa recuperare efficienza e quindi rispondere con maggiore efficacia, rispetto ad
altre forme di distribuzione, anche ad alcune delle nuove domande espresse dai consumatori,
trovando un nuovo e migliore posizionamento.
L'individuazione e l'analisi di questi processi di razionalizzazione ed innovazione è l'obiettivo del "Focus" di questo numero: un'indagine curata dall'Azienda Romana Mercati che intende disegnare il profilo del settore e l'impatto che su di esso stanno producendo sia i più recenti interventi di ammodernamento e razionalizzazione delle infrastrutture di servizio, sia le evoluzioni normative nella direzione della tracciabilità delle produzioni e dei marchi territoriali,
conseguenza di una domanda di "qualità" espressa da segmenti crescenti di consumatori.
L'avvio operativo della nuova piattaforma logistico-organizzativa del Centro Agroalimentare
Romano può infatti essere l'occasione per riorganizzare in maniera più razionale l'intera filiera
della distribuzione del prodotto fresco, riducendo diseconomie e quindi accrescendo il valore
per gli operatori. Nello stesso tempo la nicchia dei prodotti di qualità, dalle produzioni "tipiche" fino a quelle di agricoltura biologica e biodinamica, è entrata nei canali di distribuzione
"ordinaria" e può acquisire un suo spazio stabile anche all'interno del sistema dei mercati rionali che possono diventare terminali di una offerta più ampia e diversificata per fascia di prezzo. Naturalmente tutto ciò richiede agli operatori una migliore organizzazione ed un maggiore contenuto di servizio nel prodotto che arriva al consumatore. Ma questa rappresenta la strada obbligata perché i mercati rionali romani continuino a detenere la tradizionale posizione di
centralità sul mercato di consumo al dettaglio dell'ortofrutticolo fresco e non siano schiacciati
dalla grande distribuzione.
In definitiva, la lettura dei fenomeni in essere in questo segmento della distribuzione nell'area metropolitana romana, deve permetterci di capire quali siano le nuove opportunità d'impresa, verso quali direzioni gli operatori del settore debbano muoversi per accrescere il valore
aggiunto e la ricchezza, attraverso quali percorsi si possano favorire forme di aggregazione che
accrescano la capacità competitiva anche degli operatori più piccoli.
In questo modo intendiamo offrire un contributo al confronto tra i principali attori del sistema, al cui servizio mettiamo il nostro impegno per disegnare strumenti e modelli d’ intervento "su misura", che accompagnino i processi d'innovazione e creazione d'impresa anche in questo settore.
4
BIC Notes – dicembre 2004 – Editoriale
Focus
Il Centro Agroalimentare Romano - CAR
La "città del commercio ortofrutticolo"
L'importanza dei marchi di qualità
La bontà della produzione romana ed il marchio "Campagna Romana"
I risultati di una ricerca nei mercati rionali di Roma
Fabbisogni ed ipotesi di miglioramento dei dettaglianti dei mercati rionali romani
"Mercati rionali romani: innovazione,
razionalizzazione e qualità dei servizi"
BIC Lazio, in collaborazione con l'ARM ed il
CORIDE, presenta uno studio per individuare le
esigenze degli operatori, focalizzare alcune ipotesi
di intervento e favorire la modernizzazione del
settore agroalimentare romano.
Introduzione
L'Italia si caratterizza fortemente rispetto ad
altri Paesi per il numero e la qualità dei mercati diffusi su tutto il territorio nazionale.
Roma non fa certo eccezione a questa tradizione che si fonda su un sentire comune
secondo il quale i mercati avvicinano consumatore e venditore e permettono ed, anzi,
favoriscono il dialogo tra questi due soggetti.
I mercati, insomma, rappresentano il luogo
ideale dove il venditore educa il cliente all'acquisto e, nel contempo, il consumatore può
confrontare, verificare ed addirittura discutere
il prezzo della merce in vendita.
Per fornire solo alcuni dati indicativi relativamente ai mercati, secondo una stima nazionale, vi sono circa 500.000 addetti al settore
per un volume complessivo pari al 14% delle
vendite al dettaglio totali. Inoltre, sempre
secondo una stima effettuata negli anni
novanta, in Italia si tengono circa 1.500 mercati al giorno che costituiscono una rete di
vendita estremamente capillare su tutto il territorio nazionale. Infine, un ultimo dato assai
interessante, soprattutto ai fini del presente
studio, concerne le principali categorie merceologiche in cui sono specializzati i mercati:
in sintesi, ben il 40% del comparto alimentare
è formato da punti vendita dell'ortofrutta,
mentre nell'extralimentare prevale senza dubbio la vendita dell'abbigliamento.
L'Italia, per le sue condizioni storiche e
geografiche, è il luogo ideale dove il rapporto
tra commercio ambulante e abitudini di vita e
di consumo si è consolidato. Tuttavia, in questi ultimi anni tale rapporto sembra essere
attraversato da una crisi crescente, una crisi
determinata da vari fattori, tutti altrettanto
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
importanti e determinanti.
Infatti, se da un lato il comportamento dei
consumatori è mutato nel tempo, soprattutto
in riferimento ai consumi alimentari, e la
medio-grande distribuzione ha vieppiù rosicchiato quote di mercato alla vendita ambulante, è altresì certo che sempre più le politiche
comunali di pianificazione hanno riservato un
ruolo di marginalità a questa forma di vendita
al dettaglio. Alle prese con problemi di viabilità e di inadeguatezza delle infrastrutture ed
al fine di garantire una migliore qualità della
vita cittadina, le autorità locali competenti
hanno avviato ampi piani di recupero e di
riqualificazione urbana. Tali piani si sono
spesso tradotti in interventi di delocalizzazione dei nuovi mercati, realizzati sì su aree
attrezzate, ma lontani dagli insediamenti abitativi. Inoltre, la crisi dei mercati rionali sembra aggravata da una forte presenza di abusivismo commerciale, che penalizza e danneggia le imprese ambulanti legali.
Tuttavia, gli operatori dei mercati svolgono
un ruolo imprescindibile nella nostra vita
quotidiana, un ruolo calmieratore sull'intero
sistema distributivo contribuendo a contenere
l'indice generale dei prezzi al consumo e,
quindi, l'inflazione e tutelando, conseguentemente, i consumatori, soprattutto quelli
appartenenti alle fasce sociali ed economiche
più deboli. Come se non bastasse, il settore
distributivo dei mercati rionali assorbe una
forza lavoro di oltre 30.000 unità.
Tutte queste considerazioni aprono la strada ad una serie di riflessioni sul settore, che
soprattutto a Roma sperimenta una crisi seria
e, purtroppo, perdurante. Una crisi che racchiude in sé tutti gli elementi fin qui enunciati ed è sintomo di una graduale, ma radicale
trasformazione strutturale dei mercati a scapito di tradizioni, folklore e specificità distributiva. Il BIC Lazio, coerentemente con il
proprio ruolo di soggetto di riferimento per i
progetti volti a sostenere lo sviluppo imprenditoriale locale, ha messo a punto - congiuntamente all'Azienda Romana Mercati - una
specifica ipotesi di intervento; attraverso
un'indagine di mercato sono state identificate
le esigenze degli operatori di prodotti orto7
frutticoli freschi dei mercati rionali romani e
le loro richieste in termini di servizi da sviluppare, migliorare e perfezionare.
Con il presente studio si intende fornire un
quadro il più possibile esaustivo della situazione di fatto in cui versano gli ambulanti dei
mercati rionali romani Esso si suddivide in 6
capitoli fondamentali: un primo capitolo
dedicato all'analisi puntuale del sistema produttivo ortofrutticolo della provincia di Roma
con le stime circa i quantitativi di ortofrutta
fresca prodotti nell'arco di un anno; un
secondo capitolo incentrato sulla struttura del
sistema distributivo di ortofrutta romano con
una particolare attenzione all'organizzazione
generale dei mercati rionali; un terzo capitolo
fondato sull'analisi del neonato Centro
Agroalimentare Romano e sulla sua capacità
di risposta nei confronti del sistema distributivo dei mercati rionali; un quarto capitolo
basato sullo studio dei marchi di qualità nell'ottica di evidenziare la bontà della produzione romana rispetto a quella proveniente da
altri territori della regione e/o del Paese; un
quinto capitolo di esplicazione della metodologia utilizzata per condurre l'indagine di
mercato e sulla sua strutturazione; un sesto
capitolo, infine, imperniato sull'analisi dell'output derivante dalla metodologia usata per
l'analisi del settore.
8
1. La struttura del sistema
produttivo di Roma e provincia
1.1 La struttura del comparto
ortofrutticolo nella provincia di Roma
Il 5° Censimento generale dell'agricoltura
2000 segnala la presenza, nella provincia di
Roma, di 3.879 aziende agricole impegnate
nelle coltivazioni ortive e di ben 18.629
aziende che effettuano coltivazioni di fruttiferi. A queste vanno aggiunte 946 aziende agricole con coltivazioni di agrumi, alle quali è
stato ovviamente dato uno specifico rilievo
statistico. Per semplicità terminologica utilizzeremo nel presente lavoro la dizione "ortofrutta" per indicare il complesso di ortive,
agrumi e fruttiferi.
Il dato censuario non riporta l'eventuale
esistenza ed il relativo peso di aziende specializzate all'interno dei comparti produttivi
sopra ricordati. Dunque, dobbiamo fare riferimento ad una realtà di aziende agricole che
potrebbero essere ad indirizzo esclusivo
(ortaggi, frutta o agrumi) così come potrebbero avere un ordinamento misto (ortofrutticolo oppure di altre combinazioni produttive). Si può affermare senza incorrere in errori di valutazione o in una sovrastima che nella
provincia di Roma sono presenti 20.000
aziende agricole ortofrutticole.
La superficie ad ortofrutta rappresenta
poco meno del 6,6% della superficie agricola
utilizzata (SAU) dell'intera provincia di
Roma.
É da evidenziare come l'importanza relativa della SAU ortofrutticola sulla superficie
agricola utilizzata complessiva sia diminuita
nell'intervallo censuario 1990-2000: nel
1990 il suo peso era infatti del 7,5%.
Tale andamento è il risultato di tendenze
intercensuarie molto diversificate all'interno
del comparto ortofrutticolo.
Le ortive ed i fruttiferi sono oggetto di
una generale riduzione, sia delle aziende
che della superficie investita, mentre gli
agrumi sono in aumento, ma questi ultimi
rappresentano - come si è visto - una percentuale quasi irrilevante dell'ortofrutta
della provincia di Roma.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Grafico 1 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione delle superfici investite a coltivazioni
ortofrutticole.
Ortive 31,4%
Fruttiferi 67,7%
Agrumi 0,9%
In particolare:
superfici (136,4%) e delle aziende dedicate (62,3%).
• le ortive perdono più in termini di aziende
(-55,1%) che di superficie investita (-34%);
• i fruttiferi al contrario vedono restringere
la superficie (-31,6%) più del numero di
aziende (-21,6%);
• gli agrumi segnano un incremento delle
Prima di continuare ad analizzare altre
caratteristiche dell'andamento della dotazione
strutturale del comparto ortofrutticolo della
provincia di Roma si vuole fare riferimento
all'incidenza che esso riveste nel comparto
ortofrutticolo a livello regionale.
In termini assoluti, nella provincia di Roma
Grafico 2 - Provincia di Roma - 1990 - 2000. Variazioni in percentuale delle aziende e della superficie
delle coltivazioni di ortive e di fruttiferi.
0
-10
-20
-30
-40
-50
-60
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Aziende
Superficie
Ortive
Fruttiferi
9
le ortive hanno perso circa 2 mila ettari di
superficie e le coltivazioni di fruttiferi sono
diminuite di circa 4 mila ettari.
Nella regione Lazio il comparto ortofrutticolo ha perso circa 12.400 ettari.
La provincia di Roma ha subito dunque
quasi la metà della perdita di superficie ortofrutticola regionale nell'intervallo censuario
1990-2000.
Nel 2000 la superficie destinata ad ortofrutta nella provincia di Roma è pari al 22,7%
dell'intera superficie investita ad ortofrutta
nella regione Lazio.
Nel 1990 tale valore era collocato a 27,3%.
Anche in questo caso le tendenze intercensuarie si presentano molto diversificate:
• in termini di superficie, le ortive della provincia di Roma rappresentano il 24,5%
della superficie orticola regionale mentre i
fruttiferi sono collocati al 22,2%. Ma quello che preme sottolineare è che, nell'intervallo censuario 1990-2000, le superfici
investite ad ortive ed a fruttiferi nella provincia di Roma hanno entrambe ridotto
del 17% circa la loro incidenza su quelle
con la stessa destinazione nella regione
Lazio;
• in termini di numero di aziende, invece,
l'andamento è stato diverso nel comparto
delle ortive ed in quello dei fruttiferi. Le
aziende con coltivazioni di ortive hanno
visto diminuire il loro peso sul totale
regionale del 25,4%, passando da un'incidenza del 30,5% al 22,8%. Le aziende con
coltivazioni di fruttiferi hanno incrementato dell'1% il loro peso relativo sul totale
regionale, passando da un'incidenza del
43,4% al 43,8%.
Gli andamenti sopra descritti rafforzano le
differenze nelle struttura delle imprese operanti nel comparto delle orticole e nel comparto delle fruttifere.
L'aspetto che si vuole porre in rilievo è
quello delle cosiddette "microimprese", cioè
le aziende con meno di un ettaro di superficie
10
investita nella coltura. Per le ridotte dimensioni esse sono un oggettivo ostacolo a rapporti professionali con il mercato e con gli
stakeholders nella filiera agroalimentare. Solo
un particolare impegno associativo o forti
politiche di servizi potrebbero dare a queste
realtà una diversa prospettiva economica.
La distribuzione del numero di aziende con
coltivazioni ortive si presenta molto più
"robusta" di quella del numero di aziende
con coltivazioni fruttifere. Infatti la percentuale di "microimprese" è pari al 40,3% del
totale delle aziende con coltivazioni ortive di
fronte al ben 64% registrato nel comparto dei
fruttiferi.
La figura 3 riassume graficamente la composizione percentuale delle aziende con coltivazioni ortive e fruttifere rispetto alle diverse
classi di SAU alle quali afferiscono.
La figura 4 mostra la distribuzione percentuale della superficie investita in coltivazioni
ortive e fruttifere a seconda delle classi di
SAU alle quali appartengono le aziende agricole. Si evidenzia la concentrazione delle ortive nelle classi di SAU più elevate: solo il
37,6% della superficie a coltivazioni orticole si
trova in aziende inferiori a 5 ettari di SAU.
Mentre per i fruttiferi lo stesso riferimento è
collocato a 61,1%.
La superficie irrigata è tipicamente quella
delle coltivazioni ortive che ne occupa poco
più di due terzi del totale. La percentuale di
superficie irrigata all'interno di ciascun comparto ortofrutticolo è la seguente: ortive
75,7%, agrumi 7,6%, fruttiferi 17,6%.
Nella coltivazione di ortive 451 aziende,
con superficie investita superiore a 5 ettari ed
irrigata, rappresentano il cuore produttivo del
comparto occupando ben il 62% della superficie irrigata ed il 47% della superficie totale ad
ortive. Nella coltivazione di fruttiferi non è
possibile individuare un nucleo produttivo
così concentrato.
Le aziende con superficie investita superiore a 5 ettari ed irrigata rappresentano anch'esse il 62% della superficie irrigata, ma corrispondono ad appena il 5,1% della superficie
totale ad ortive.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Grafico 3 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione in percentuale delle aziende per classi di SAU (ha).
Fruttiferi
Ortive
0%
20%
meno di 1
40%
1-5
60%
5-20
80%
20-50
100%
50 ed oltre
Grafico 4 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione in percentuale della superficie
per classi di SAU (ha).
Fruttiferi
Ortive
0%
20%
meno di 1
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
40%
1-5
60%
5-20
80%
20-50
100%
50 ed oltre
11
1.2 Gli ordinamenti produttivi del
comparto ortofrutticolo nella provincia
di Roma
L'impianto informativo del 5° Censimento
generale fornisce alcune indicazioni sugli
ordinamenti produttivi che risultano molto
più dettagliate per i fruttiferi di quanto sia
possibile riscontrare per le ortive.
Le coltivazioni ortive (1) vengono distinte in
due grandi categorie: in piena aria e protette.
Le coltivazioni ortive in piena aria sono le
coltivazioni di legumi freschi e di ortaggi praticate all'aperto sia in pieno campo che in orti
stabili o industriali. Si distinguono in:
• pieno campo, quando sono in avvicendamento con altre coltivazioni agricole;
• orti stabili o industriali, quando sono
caratterizzate da un rapido avvicendamento tra di loro e producono ortaggi e legumi freschi normalmente immessi nel commercio con una utilizzazione della superficie di base ripetuta nel corso dell'annata
agraria.
Le coltivazioni ortive protette sono quelle
praticate al coperto per tutto o per la maggior
parte del ciclo vegetativo. I dati sulla coltivazione delle ortive protette sono indicati distintamente a seconda che esse siano effettuate in
serra oppure in tunnel, campane, ecc. (2)
Il questionario del Censimento limita
l'informazione disponibile alla distinzione tra
pomodoro da mensa, pomodoro da industria
ed altre ortive nel caso delle coltivazioni di
pieno campo. Mentre, per gli orti stabili o
industriali e per le colture protette in serra,
viene proposta esclusivamente la distinzione
tra pomodoro da mensa ed altre ortive.
Sono 3.786 le aziende agricole (pari al
97,6% del totale del comparto ortivo) che
praticano la coltivazione in piena aria mentre
sono 569 le aziende agricole (pari al 9,4% del
totale delle aziende con ortive) che utilizzano
metodi di copertura per le coltivazioni protette. In particolare, 349 aziende sono dotate di
serre.
Le coltivazioni ortive in piena aria rappresentano il 92,8% della superficie e quelle protette il 7,2%.
1. Rientrano in questa voce: - legumi freschi: fagiolo, pisello, fava; - carciofo; - fragola; - pomodoro da mensa; - pomodoro da industria; - altre ortive: acetosella, aglio, asparago, barbabietola da orto, basilico, bietola, broccoletto di rapa,
cardo, carota, cavolfiore, cavolo a penna, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo di Bruxelles, cavolo rapa, cavolo
rosso, cavolo verza, cetriolo da mensa, cetriolini, cicoria o radicchio (da foglie e da radici); cipolla, cocomero o anguria, crescione, finocchio, funghi (esclusi quelli coltivati in grotte, sotterranei o in appositi edifici), indivia (riccia e scarola), lattuga (cappuccina romana, da taglio), mais dolce, melanzana, melone o popone o cantalupo, pastinaca, peperone, porro, prezzemolo, rapa, ravanello, scalogno, scorzonera, scorzonera bianca, sedano (da coste e da foglie), sedano rapa (da radice), spinacio, topinambur, zucca, zucchine.
2. Per serra si intende una costruzione per la protezione delle coltivazioni, di altezza sufficiente per potervi accedere
ed eseguirvi le operazioni colturali in grado di riprodurre un ambiente artificiale che permette di coltivare piante fuori
stagione o piante che esigono speciali condizioni climatiche. Fra le serre sono comprese sia le installazioni di tipo tradizionale con struttura in muratura o metallica e con copertura di vetro, sia le costruzioni più semplici, generalmente
costituite da intelaiatura di legno con copertura di materiale plastico rigido o flessibile estesa sia al tetto sia alle pareti. Non sono considerate serre le costruzioni la cui copertura è limitata al tetto e/o ad alcune pareti dato che non si
realizza quella differenza tra condizioni ambientali interne ed esterne che è caratteristica delle serre vere e proprie.
I tunnel sono le coperture installate allo scopo di proteggere file di piante mentre le campane sono quelle installate
allo scopo di proteggere un numero limitato di piante.
12
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
All'interno delle coltivazioni in piena aria
risulta largamente prevalente la coltivazione
in pieno campo (78,5% della superficie investita) rispetto alla coltivazioni in orti stabili o
industriali
(21,5%
della
superficie).
Certamente quest'ultima modalità rappresenta una realtà estremamente professionale e
collegata al mercato ed impegna ben 599
aziende su quasi 800 ettari di superficie.
Come evidenzia la figura 6, le coltivazioni di
ortive in orti stabili o industriali presentano
una composizione percentuale per classi di
SAU più concentrata in quelle centrali da 5 a
50 ettari.
Nelle coltivazioni di ortive in pieno campo
la superficie è così distribuita tra le varie colture: pomodoro da mensa 8%, pomodoro da
industria 7,2%, altre ortive 84,8%.
Nelle coltivazioni di ortive in orti stabili o
industriali la superficie presenta la seguente
distribuzione per colture: pomodoro da
mensa 3,4%, altre ortive 96,6%.
L'analisi dei dati relativi alle coltivazioni di
ortive in ambiente protetto evidenzia la larga
prevalenza delle serre (che coprono l'89%
della superficie protetta) e dell'ordinamento
produttivo ad altre colture (81,7% della
superficie serricola) anche se il dato relativo al
pomodoro da mensa è rilevante (18,3% della
superficie serricola) con un peso percentuale
più che doppio rispetto alla quota da esso rappresentata nelle coltivazioni in piena aria.
Di particolare rilievo sono i risultati dell'analisi intercensuaria 1990-2000 per le colti-
Grafico 5 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione delle superfici investite a coltivazioni
ortofrutticole.
Protette 7,2%
In piena aria 92,8%
Grafico 6 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione in percentuale delle superfici ortive
per classi di SAU (ha).
In orti stabili
o industriali
In pieno campo
0%
20%
meno di 1
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40%
1-5
60%
5-20
80%
20-50
100
50 ed oltre
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vazioni in piena aria e per quelle protette.
Infatti, mentre le prime si presentano in forte
calo (soprattutto nelle aziende ma anche nelle
superfici) le colture ortive protette manifestano un incremento del 10,5% in termini di
numero di aziende impegnate ed un aumento
del 34% delle superfici. Si evidenzia, dunque,
una realtà aziendale e produttiva solida ed in
crescita.
Purtroppo non si registrano analoghi risultati per quanto riguarda l'altra componente
altamente professionale delle coltivazioni ortive: quella praticata in orti stabili o industriali.
Infatti, l'analisi delle variazioni intercensuarie
Grafico 7 - Provincia di Roma 1990 - 2000. Variazioni in percentuale delle aziende e delle superfici
ortive in piena aria e protette.
40
30
20
10
0
-10
-20
-30
-40
-50
-60
-70
In piena aria
Protette
Aziende
Superficie
Grafico 8 - Provincia di Roma 1990 - 2000. Variazioni in percentuale delle aziende e delle
superfici ortive in piena aria.
0
-10
-20
-30
-40
-50
-60
-70
-80
14
Di pieno campo
In orti stabili
o industriali
Aziende
Superficie
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
1990-2000 all'interno delle ortive coltivate in
piena aria mostra, come evidenziato nella
figura 8, un particolare arretramento proprio
degli orti stabili o industriali.
Con riferimento alle zone altimetriche, la
prima considerazione è che le coltivazioni di
ortive sono poco presenti in montagna: la
superficie coperta è appena di 98 ettari pari al
2,5% del totale.
Nella collina e nella pianura le coltivazioni
di ortive sono fortemente presenti. Quelle in
piena aria sono così ripartite rispetto al totale:
collina 44,3% e pianura 53,1%. Quelle protette vedono aumentare il peso della pianura
(64,5%) e diminuire quello della collina
(35,1%). Merita una sottolineatura anche il
confronto tra la ripartizione del numero di
aziende agricole per zona altimetrica.
La montagna, a fronte della già evidenziata
esiguità della superficie impegnata, ha
comunque 694 aziende impegnate nella coltivazione di ortive.
La collina ha il maggiore peso in termini di
aziende (59,7%) a fronte del 43,7% della
superficie.
La pianura si presenta con caratteristiche
competitive, impegnando il 22,4% delle
aziende orticole sul 53,9% della superficie.
E' interessante anche evidenziare come le
colture protette segnalino una discreta presenza di aziende anche in collina.
La ripartizione tra zone altimetriche, in termini di numero di aziende con coltura protetta sul totale delle aziende esercitanti le coltivazioni orticole, è la seguente:
• montagna 4,1%, pari a 15 aziende;
• collina 60,8%, pari a 223 aziende;
• pianura 35,1%, pari a 129 aziende.
Gli ordinamenti produttivi dei fruttiferi
sono largamente dominati dalla frutta fresca
di origine temperata (3) (57,8% della superficie
investita) anche se un ruolo preminente è
ricoperto dalla frutta a guscio (4) (30,3% della
superficie investita).
La frutta fresca di origine sub-tropicale (5) si
estende sul restante 11,9% della superficie.
Per superficie investita a fruttiferi si intendono le superfici investite ad albero da frutto,
comprendenti sia le forme d'impianto a forte
densità, sia le forme d'impianto a densità
minima, in consociazione o meno con altre
coltivazioni.
La superficie a frutta fresca di origine temperata, come si è evidenziato anche nella figura 10, è così ripartita: pesco 33,8%; melo
8,8%; pero 5,2%; albicocco 4,2%; nettarina
2,4%; altra frutta di origine temperata 45,6%.
La frutta a guscio presenta una superficie
prevalentemente destinata a nocciolo e castagno: appare molto contenuta la presenza del
mandorlo e di altra frutta a guscio. Le aziende agricole impegnate nella coltivazione di
frutta a guscio sono 5.375, delle quali ben
3.408 sono di entità inferiore ad un ettaro.
Riguardo alla limitata realtà della coltivazione di agrumi nella provincia di Roma (946
aziende impegnate su 113 ettari) va segnalato
il ruolo dominante del mandarino che occupa
3. Frutta fresca di origine temperata: melo, pero pesca, nettarina (pesca noce), albicocco, susino, ciliegio (ciliegia tenerina e duracina, ciliegia visciola ed amarena o marasca), cotogno, fico, gelso (bacca), giuggiolo, lampone, loto (kaki),
melograno, mirtillo, mora di rovo, nespola comune, nespolo del Giappone, ribes comune, ribes nero, sorbo, uva spina.
4. Frutta a guscio: mandorlo, nocciolo, carrubo, noce, pistacchio.
5. Frutta fresca di origine sub-tropicale: actinidia (kiwi), ananas, annone, avocado, babaco, banano, dattero, fico
d'India, mango, maracuja, papaia, passiflora.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
15
Grafico 9 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione delle aziende investite a coltivazioni
orticole.
Montagna 17,9%
Pianura 22,4%
Collina 59,7%
Grafico 10 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Superficie (ha) frutta fresca di origine temperata.
2500
2250
2000
1750
1500
1250
1000
750
500
250
0
Melo
Pero
Pesco
Nettarina
Albicocco
Altra frutta
poco più della metà della superficie investita
ad agrumi (51,4%). Segue la coltura dell'arancio (21,3%) e del limone (12,3%, pari a poco
più di 7 ettari). Ancora più limitate le strutture produttive rispettivamente dedicate a clementine ed altri agrumi.
A conclusione di questo panorama sugli
ordinamenti produttivi, sembra interessante
evidenziare la presenza di una piccola nicchia,
non compresa nella definizione di "ortofrutta" adottata nel presente lavoro, ma che - per
la sua contiguità di filiera - può essere trattata
senza rischiare di uscire dal tema sviluppato: ci
si riferisce alla produzione di piantine per le
16
coltivazioni orticole. Sono interessate 107
aziende agricole per una superficie investita
pari a 18,73 ettari. Allo stesso modo, giustificandolo in questo caso per la contiguità di
mercato cioè per i canali commerciali spesso
comuni a quelli dell'ortofrutta, si vuole fare
una breve citazione dei dati strutturali relativi
alla coltivazione della patata nella provincia di
Roma: sono impegnate 1.089 aziende agricole con una superficie investita di 112,19 ettari. Va segnalato che, nell'intervallo censuario
1990-2000, le aziende che praticano la coltivazione della patata sono diminuite del 60% e
la superficie del 54%.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Grafico 11 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione in percentuale delle superfici
investite a frutta a guscio.
Mandorlo 1,5%
Altra frutta a guscio 12,5%
Nocciolo 44,7%
Castagno 41,3%
1.3 La struttura e gli ordinamenti
produttivi del comparto ortofrutticolo
nei comuni della provincia di Roma
Per illustrare le caratteristiche a livello comunale dell'ortofrutta nella provincia di Roma, si
è fatto ricorso all'indice di specializzazione
(ISP). L'indice di specializzazione è pari a
zero nel caso in cui il comune, rispetto al totale della provincia, abbia un'incidenza nella
singola coltivazione uguale a quella che si
registra per la SAU nel suo complesso. Allo
stesso modo, se il peso del comune sulla provincia nella specifica coltivazione è superiore/inferiore a quello complessivo della SAU
esso è specializzato/despecializzato; con
estremi pari a +1 (massima specializzazione) e
-1 (massima despecializzazione).
Gli indici di specializzazione, desunti dai
dati del 5° Censimento generale dell'agricol-
tura 2000 e del 4° Censimento generale dell'agricoltura 1990, sono stati posti in mappe
tematiche (6) che evidenziano la posizione
ricoperta da ciascun comune.
Inoltre, per ottenere una visione dinamica
dei cambiamenti intervenuti nell'arco temporale che separa gli ultimi due censimenti dell'agricoltura, si è svolta un'analisi comparata
intercensuaria costruendo diagrammi di
dispersione, ossia la visualizzazione dei valori
delle variabili come punti in un diagramma
cartesiano ortogonale, che sull'asse delle X
riportano i valori dell'indice di specializzazione dei comuni della provincia di Roma nel
2000 e sull'asse delle Y i valori nel 1990 dello
stesso ISP. Gli indici di specializzazione si prestano in modo esemplare a tale scopo per la
loro caratteristica di avere un campo di variabilità certo (da +1 a -1).
6. Le mappe tematiche sono state ottenute con il software MapInfo, un potente strumento di desktop mapping, cioè
un programma che consente di organizzare e gestire dati utilizzando come base una mappa computerizzata. Creare una
mappa tematica ha significato - nella nostra applicazione - assegnare agli oggetti della mappa diversi colori (è possibile anche utilizzare tipi di campitura, tipi di linea o simboli) in relazione al loro valore.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
17
Ortive
Per le ortive, la tavola 1 mostra come, nel
2000, i comuni a forte specializzazione sono
11. Il comune di Roma è a debole non specializzazione.
A livello più generale si osserva un semicerchio specializzato nella fascia peri-urbana
intorno al Comune di Roma nelle aree di pianura e collina litoranea.
Un dato importante è che l'Area dei
Castelli Romani trova nelle ortive una certa
presenza di specializzazione nell'ambito delle
colture erbacee, con i valori più alti ad Ariccia
e Lanuvio. Tra il 1990 ed il 2000 i comuni
specializzati sono aumentati da 23 a 24. Il
comune di Roma si è despecializzato.
Il diagramma di dispersione delle ortive è
molto aperto, a causa soprattutto dei comuni
che presentano posizioni "forti".
Sia con riferimento alla mantenuta specializzazione (Anzio, Ariccia, Ladispoli) che alla
neo-specializzazione (Lavinio, Marano Equo)
ed alla despecializzazione (Palestrina, Rocca
di Papa).
Ortive
1° quadrante comuni specializzati
• Numerosità Comuni: 17
• Subquadrante 1A forte specializzazione (3):
Anzio, Ariccia, Ladispoli.
• Subquadrante 1B forte specializzazione (in
Tavola 1 - Ortive - Indice di specializzazione 2000.
18
ISP da -1 a -0,5
(80 comuni) - Forte non specializzazione
ISP da -0,5 a 0
(16 comuni) - Debole non specializzazione
ISP da 0 a 0,5
(13 comuni) - Debole specializzazione
ISP da 0,5 a 1
(11 comuni) - Forte specializzazione
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
aumento) (5): Anguillara Sabazia, Cerveteri,
Fiumicino, Lariano, Nettuno.
• Subquadrante 1C debole specializzazione
(8): Agosta, Ardea, Castel Gandolfo,
Genzano di Roma, Gerano, Pomezia, San
Cesareo, Velletri.
• Subquadrante 1D debole specializzazione
(in diminuzione) (1): Trevignano Romano.
2° quadrante comuni neospecializzati
• Numerosità Comuni: 7
• Subquadrante 2A forte neospecializzazione (da debole non specializzazione) (2):
Lanuvio, Marano Equo.
• Subquadrante 2B forte neospecializzazione (1): Rocca Santo Stefano.
• Subquadrante 2D debole neospecializzazione (4): Albano Laziale, Anticoli Corrado,
Nemi, Pisoniano.
3° quadrante comuni non specializzati
• Numerosità Comuni: 90
• Subquadrante 3A debole non specializzazione (8): Arsoli, Canterano, Ciampino,
Grottaferrata,
Monterotondo,
Santa
Marinella, Subiaco, Tivoli.
• Subquadrante 3B debole non specializzazione (in diminuzione) (4): Castel Madama,
Montecompatri,
Ponzano
Romano,
Sant'Angelo Romano.
• Subquadrante 3C forte non specializzazione
(62): Allumiere, Arcinazzo Romano,
Tavola 2 - Ortive - Indice di specializzazione 1990.
ISP da -1 a -0,5
(67 comuni) - Forte non specializzazione
ISP da -0,5 a 0
(30 comuni) - Debole non specializzazione
ISP da 0 a 0,5
(17 comuni) - Debole specializzazione
ISP da 0,5 a 1
(6 comuni) - Forte specializzazione
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
19
Grafico 12 - Ortive - Confronto 1990 - 2000. Indice di specializzazione.
1,00
0,50
1990
0,00
-0,50
-1,00
-1,00
-0,50
Bracciano, Camerata Nuova, Canale
Monterano, Capranica Prenestina, Carpineto
Romano, Casape, Castelnuovo di Porto,
Castel San Pietro Romano, Cerreto Laziale,
Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto
Romano, Civitella San Paolo, Colleferro,
Colonna, Fiano Romano, Filacciano,
Formello, Frascati, Gallicano nel Lazio,
Gavignano, Gorga, Jenne, Licenza,
Magliano Romano, Mandela, Manziana,
Marcellina, Marino, Mazzano Romano,
Monteflavio, Montelanico, Montelibretti,
Monte Porzio Catone, Montorio Romano,
Moricone, Morlupo, Nazzano, Nerola,
Olevano Romano, Percile, Poli, Riano,
Rignano Flaminio, Riofreddo, Roccagiovine,
Sacrofano, Sambuci, San Gregorio da
Sassola, San Polo dei Cavalieri, Sant'Oreste,
San Vito Romano, Saracinesco, Segni, Tolfa,
Torrita Tiberina, Vallepietra, Vallinfreda,
Vicovaro, Vivaro Romano.
20
0,00
2000
0,50
1,00
• Subquadrante 3D forte non specializzazione
(in aumento) (16): Affile, Artena, Bellegra,
Campagnano di Roma, Capena, Cave,
Genazzano, Guidonia Montecelio, Labico,
Palombara Sabina, Rocca Canterano, Rocca
di Cave, Rocca Priora, Roiate, Valmontone,
Zagarolo.
4° quadrante comuni despecializzati
• Numerosità Comuni: 6
• Subquadrante 4A debole despecializzazione (da forte specializzazione) (1):
Roviano.
• Subquadrante 4B debole despecializzazione (3): Civitavecchia, Roma, Mentana.
• Subquadrante 4C forte despecializzazione
(da debole specializzazione) (1): Palestrina.
• Subquadrante 4D forte despecializzazione (1): Rocca di Papa.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Fruttiferi
I fruttiferi mostrano una specializzazione
concentrata attorno a due poli. Il primo è
quello della Sabina (Palombara Sabina,
Moricone, Montelibretti, Sant'Angelo
Romano e Mentana) relativo a comuni di
collina quali Palombara Sabina, Morione,
Montelibretti, Sant'Angelo Romano e
Mentana, ma anche alcuni comuni limitrofi di montagna (San Polo dei Cavalieri,
Marcellina e Castel Madama) evidenziano
una media specializzazione. Il secondo
polo di specializzazione ha il suo centro nei
Comuni di Palestrina, Labico e San
Cesareo: si propaga poi fino ai Monti
Lepini ed in molti comuni dell'Area dei
Castelli Romani (in particolare Rocca di
Papa). Interessante il rilievo di Manziana,
di Mazzano e di Rignano Flaminio.
Il Comune di Roma è non specializzato.
La coltura dei fruttiferi è specializzata in 28
comuni, dei quali ben 16 a forte specializzazione. Otto comuni si presentano come neospecializzati e la posizione più interessante è
quella di Montelanico: ma anche di Rocca di
Cave e di Segni.
Tra i comuni de-specializzati (5) la posizione di maggior arretramento la registra
Castel Gandolfo ed, a seguire, Cerveteri,
Monterotondo e Nerola.
Tavola 3 - Fruttiferi - Indice di specializzazione 2000.
ISP da -1 a -0,5
(50 comuni) - Forte non specializzazione
ISP da -0,5 a 0
(34 comuni) - Debole non specializzazione
ISP da 0 a 0,5
(18 comuni) - Debole specializzazione
ISP da 0,5 a 1
(8 comuni) - Forte specializzazione
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
21
Tavola 4 - Fruttiferi - Indice di specializzazione 1990.
ISP da -1 a -0,5
(54 comuni) - Forte non specializzazione
ISP da -0,5 a 0
(33 comuni) - Debole non specializzazione
ISP da 0 a 0,5
(17 comuni) - Debole specializzazione
ISP da 0,5 a 1
(16 comuni) - Forte specializzazione
Grafico 13 - Fruttiferi - Confronto 1990 - 2000. Indice di specializzazione.
1,00
0,50
1990
0,00
-0,50
-1,00
-1,00
22
-0,50
0,00
2000
0,50
1,00
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Fruttiferi
1° quadrante comuni specializzati
• Numerosità Comuni: 28
• Subquadrante 1A forte specializzazione
(16): Castel Madama, Labico, Lariano,
Manziana, Marcellina, Mazzano Romano,
Mentana, Montelibretti, Moricone,
Palestrina, Palombara Sabina, Rocca di
Papa, San Cesareo, Sant'Angelo Romano,
Velletri, Zagarolo.
• Subquadrante 1B forte specializzazione
(in aumento) (1): Cave.
• Subquadrante 1C debole specializzazione
(11): Albano Laziale, Ariccia, Colonna,
Genzano di Roma, Guidonia Montecelio,
Lanuvio, Marino, Montorio Romano,
Rignano Flaminio, San Polo dei Cavalieri,
Sant'Oreste.
2° quadrante comuni neospecializzati
• Numerosità Comuni: 8
• Subquadrante 2B forte neospecializzazione
(1): Montelanico.
• Subquadrante 2C debole neospecializzazione (da forte non specializzazione) (2): Rocca
di Cave, Segni.
• Subquadrante 2D debole neospecializzazione (5): Carpineto Romano, Gavignano,
Nemi, Olevano Romano, San Vito Romano.
Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli,
Camerata Nuova, Campagnano di Roma,
Canterano, Capena, Casape, Castelnuovo di
Porto, Cerreto Laziale, Cervara di Roma,
Ciciliano, Civitavecchia, Civitella San Paolo,
Colleferro, Fiano, Gallicano nel Lazio,
Gorga, Jenne, Licenza, Marano Equo,
Percile, Pisoniano, Poli, Ponzano Romano,
Riofreddo, Rocca Canterano, Roccagiovine,
Rocca Santo Stefano, Roiate, Roma,
Sacrofano, Sambuci, Santa Marinella,
Subiaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro
Romano, Tolfa.
• Subquadrante 3D forte non specializzazione (in aumento) (8): Anzio, Artena,
Bellegra, Frascati, Monteflavio, Morlupo,
Nazzano, Nettuno.
4° quadrante comuni despecializzati
• Numerosità Comuni: 5
• Subquadrante 4A debole despecializzazione (da forte specializzazione) (1):
Castel Gandolfo.
• Subquadrante 4B debole despecializzazione (3): Cerveteri, Monterotondo, Nerola.
• Subquadrante 4C forte despecializzazione
(da debole specializzazione) (1): Fiumicino.
3° quadrante comuni non specializzati
• Numerosità Comuni: 79
• Subquadrante 3A debole non specializzazione (20): Agosta, Allumiere, Ardea, Canale
Monterano, Filacciano, Formello, Gerano,
Genazzano, Grottaferrata, Ladispoli,
Magliano Romano, Montecompatri, Monte
Porzio Catone, Pomezia, Rocca Priora,
Roviano, San Gregorio da Sassola, Vicovaro,
Tivoli, Trevignano Romano.
• Subquadrante 3B debole non specializzazione (in diminuzione) (10): Bracciano,
Capranica Prenestina, Castel San Pietro,
Ciampino, Cineto Romano, Mandela,
Riano, Saracinesco, Valmontone, Torrita
Tiberina.
• Subquadrante 3C forte non specializzazione
(41): Affile, Anguillara Sabazia, Anticoli
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
23
Allegato statistico al Primo Capitolo.
Tabella 1 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole.
Anni di censimento
1990
Superficie
Aziende
6.033,40
8.646
47,83
583
23.762 12.544,87
1982
Superficie
Aziende
7.719,09
12.662
77,74
293
9.893,57
16.658
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
2000
Superficie
Aziende
3.983,73
3.879
113,07
946
8.586,64
18.629
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Variazioni intercensuarie percentuali
1982-2000
1990-2000
1982-1990
Superficie
Superficie Aziende
Superficie Aziende
Aziende
-48,4
-69,4
-21,8
-31,7
-34,0
-55,1
45,4
222,9
-38,5
99,0
136,4
62,3
-13,2
11,8
26,8
-42,6
-31,6
-21,6
Fonte dati: Istat.
Tabella 2 - Lazio. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole.
Anni di censimento
1990
Superficie
Aziende
28.319 20.423,98
1.145,93
4.894
54.796 46.727,73
1982
Superficie
Aziende
43.660 22.409,58
1.064,93
3.392
40.220 36.073,50
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
2000
Superficie
Aziende
17.022 16.259,40
918,50
4.317
42.550 38.701,85
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Variazioni intercensuarie percentuali
1982-2000
1990-2000
1982-1990
Superficie
Superficie Aziende
Superficie Aziende
Aziende
-27,4
-61,0
-8,9
-35,1
-20,4
-39,9
-13,8
27,3
7,6
44,3
-19,8
-11,8
7,3
5,8
29,5
36,2
-17,2
-22,3
Fonte dati: Istat.
24
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Tabella 3 - Incidenza in percentuale della provincia di Roma sulla regione Lazio. Aziende e superficie
investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole.
Anni di censimento
1990
Superficie
Aziende
29,5
30,5
4,2
11,9
26,6
43,4
1982
Superficie
Aziende
34,4
29,0
7,3
8,6
27,4
41,4
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
2000
Superficie
Aziende
24,5
22,8
12,3
21,9
22,2
43,8
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Variazioni intercensuarie percentuali
1982-2000
1990-2000
1982-1990
Superficie
Superficie Aziende
Superficie Aziende
Aziende
-28,9
-21,4
-14,2
5,3
-17,1
-25,4
68,6
153,7
-42,8
37,9
194,9
84,0
-19,1
5,7
-2,1
4,7
-17,4
1,0
Fonte dati: Istat.
Tabella 4 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole,
suddivise per classi di SAU (ha).
Aziende
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Meno di 1
1.562
730
11.925
1-5
1.598
179
5.657
Classi di SAU
20 - 50
5 - 20
86
569
5
31
118
875
50 e oltre
64
1
54
Totale
3.879
946
18.629
Aziende
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Meno di 1
205,05
36,66
1.832,06
1-5
1.296,37
29,49
3.416,36
Classi di SAU
20 - 50
5 - 20
412,33
1.491,31
34,23
12,09
604,05
1.915,35
50 e oltre
578,67
0.60
818,82
Totale
3.983,73
113,07
8.586,64
Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
25
Tabella 5 - Provincia di Roma. Composizione percentuale delle aziende e della superficie investita (ha)
per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha).
Aziende
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Meno di 1
40,3
77,2
64,0
1-5
41,2
18,9
30,4
Classi di SAU
20 - 50
5 - 20
2,2
14,7
0,5
3,3
0,6
4,7
50 e oltre
1,6
0,1
0,3
Totale
100,0
100,0
100,0
Aziende
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Meno di 1
5,1
32,4
21,3
1-5
32,5
26,1
39,8
Classi di SAU
20 - 50
5 - 20
10,4
37,4
30,3
10,7
7,0
22,3
50 e oltre
14,5
0,0
9,5
Totale
100,0
100,0
100,0
Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000.
Tabella 6 - Provincia di Roma. Aziende con superficie irrigata (ha) per le coltivazioni ortofrutticole,
suddivise per classi di SAU (ha).
Aziende
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Meno di 1
588
37
634
1-5
937
14
489
Classi di SAU
20 - 50
5 - 20
43
375
2
4
25
171
50 e oltre
33
0
16
Totale
1.976
57
1.335
Aziende
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Meno di 1
106,86
3,20
137,84
1-5
1.023,63
0,92
431,96
Classi di SAU
20 - 50
5 - 20
316,82
1.204,05
4,03
0,45
261,23
494,95
50 e oltre
364,80
0
186,39
Totale
3.016,16
8,60
1.512,37
Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000.
Tabella 7 - Provincia di Roma. Incidenza percentuale delle aziende con superficie irrigata (ha) e della
superficie irrigata sul totale di aziende e di superficie per le coltivazioni ortofrutticole,
suddivise per classi di SAU (ha)
Aziende
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Meno di 1
37,6
5,1
5,3
1-5
58,6
7,8
8,6
Classi di SAU
20 - 50
5 - 20
50,0
65,9
40,0
12,9
21,2
19,5
50 e oltre
51,6
0,0
29,6
Totale
50,9
6,0
7,2
Aziende
Ortive
Agrumi
Fruttiferi
Meno di 1
52,1
8,7
7,5
1-5
79,0
3,1
12,6
Classi di SAU
20 - 50
5 - 20
76,8
80,7
11,8
3,7
43,2
25,8
50 e oltre
63,0
0,0
22,8
Totale
75,7
7,6
17,6
Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
27
Tabella 8 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortive, suddivise
per tipologia. 5° Censimento 2000.
Coltivazioni
Ortive
In piena aria
In coltivazioni di pieno campo
Pomodoro da mensa
Pomodoro da industria
Altre ortive
In orti stabili o industriali
Pomodoro da mensa
Altre ortive
Protette
In serra
Pomodoro da mensa
Altre ortive
In tunnel, campane, ecc.
Aziende
Superficie
3.879
3.786
3.355
993
106
2.994
599
124
569
367
349
118
306
26
3.983,73
3.697,53
2.900,72
232,27
207,92
2.460,53
796,81
27,32
769,49
286,20
254,71
46,53
208,18
31,49
Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000.
Tabella 9 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortive, suddivise
per tipologia. 4° Censimento 1990.
Coltivazioni
Ortive
In piena aria
In coltivazioni di pieno campo
In orti stabili o industriali
Protette
Variazioni % 1990-2000
Coltivazioni
Ortive
In piena aria
In coltivazioni di pieno campo
In orti stabili o industriali
Protette
Aziende
8.646
8.577
6.730
1.951
332
Superficie
Aziende
-55,1
-55,9
-50,1
-69,3
10,5
Superficie
6.033,40
5.819,83
3.374,52
2.445,31
213,57
-34,0
-36,5
-14,0
-67,4
34,0
Fonte dati: Istat del 4° Censimento generale dell' Agricoltura 1990.
28
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
2. Il sistema distributivo della
produzione ortofrutticola fresca
2.1 La struttura della distribuzione dei
prodotti ortofrutticoli
A livello nazionale, l'indagine ISMEA ci dice
che gli acquisti domestici di ortofrutta si sono
attestati nell'anno 2002 su di un volume di
5,6 milioni di tonnellate per una spesa pari a
7,6 miliardi di euro. Questo dato significa che
il tasso di incidenza di tali acquisti sulla spesa
domestica alimentare nazionale è stato del
17,4%, vale a dire la seconda voce in termini
d'importanza dietro agli acquisti di carne e
derivati (25%) e davanti agli acquisti di latte e
derivati (16,6%).
La stessa fonte sostiene altresì che la forte
crescita registrata dai prezzi al consumo,
soprattutto per il segmento del fresco, che si è
attestata intorno all'8%, ha penalizzato la
domanda dal lato dei volumi, che hanno a
loro volta subito una contrazione pari al
10,1%.
Inoltre, situazioni oggettive quali le condizioni climatiche hanno fortemente compromesso le principali produzioni ortofrutticole
andando ad incidere di conseguenza sulla
dinamica dei prezzi del comparto che già
risentiva dell'introduzione della nuova moneta europea.
L'effetto derivato da questa congiuntura
sfavorevole ha determinato una importante
contrazione dei volumi d'acquisto per famiglia ed addirittura un calo nel numero delle
famiglie acquirenti sebbene solo in alcune
tipologie distributive.
In effetti, le tipologie maggiormente colpite sono state proprio quelle del dettaglio tradizionale, nella forma fissa ed ambulante, che
hanno accusato nel corso dell'ultimo anno
una forte perdita proprio nel numero di famiglie acquirenti. E' da sottolineare, in proposito, che l'atteggiamento di difesa dei consumatori nei confronti del caro-ortaggi, accompagnato da uno spirito di cautela nei confronti dell'introduzione dell'euro e di eventuali
speculazioni, li ha spinti a preferire il canale
moderno. Vi è stato uno spostamento degli
acquisti dal dettaglio tradizionale verso gli
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
iper e verso i supermercati ed altre formule
come i discount, poichè proprio il canale
moderno ha provveduto ad introdurre tempestivamente, su scaffali e nelle confezioni di
acquisto, il doppio prezzo.
Tuttavia, gli acquisti del comparto risentono anche di una generale stagnazione dei consumi che interessa l'agroalimentare nazionale.
I cambiamenti intervenuti nella struttura
sociale, economica e culturale del Paese
hanno contribuito a modificare lo stile di vita
e le abitudini di consumo delle famiglie italiane. La ricerca di prodotti in grado di far
risparmiare tempo, caratterizzati da elevato
contenuto di servizio, gusto e sapore di una
volta, sicuri dal punto di vista igienico-sanitario, innovativi e rispettosi dell'ambiente, ha
avuto riflessi anche sugli acquisti di ortofrutta. E' stata, infatti, registrata una crescita della
domanda di ortaggi surgelati e succhi di frutta, prodotti succedanei che grazie ad elementi come praticità e facilità di consumo accrescono la loro pressione concorrenziale sul
segmento del fresco.
Un altro elemento assai interessante emerso dall'indagine ISMEA consiste nel ruolo
crescente di super ed ipermercati nella distribuzione
dei
prodotti
ortofrutticoli.
Limitatamente al segmento del fresco, questa
tipologia di distribuzione ha registrato un
incremento della quota di mercato per gli
ultimi 5 anni pari a 4,3% in quantità e 5,6% in
valore di acquisti. Parallelamente, per gli
ambulanti e mercati rionali si è verificata una
contrazione delle vendite pari a 1,2% in quantità e a 1,7% in volume.
I mutati stili di vita e la necessità di concentrare gli acquisti in termini di tempo e
luogo hanno favorito senza dubbio la grande
distribuzione rispetto al dettaglio tradizionale, soprattutto nella forma fissa, il cui elemento peculiare è la vendita assistita.
Una più puntuale analisi del comparto ci
indica, inoltre, che gli acquisti domestici di
ortofrutta fresca rappresentano ben il 70% del
totale consumato nel territorio nazionale,
mentre il restante 30% è consumato in occasioni extra domestiche, vale a dire in mense,
ristoranti, alberghi, ospedali, ecc. La spesa
29
complessiva per tali acquisti ad uso domestico
si attesta intorno ai 6,1 milioni di euro per un
volume di 4,5 milioni di tonnellate.
A livello di nucleo familiare si può dire che
l'acquisto medio per famiglia è di 231 kg di
prodotti all'anno per una spesa di 309 euro,
mentre il singolo atto di acquisto, realizzato
con una frequenza di 6 giorni, si attesta
mediamente su 3,8 kg di prodotto.
A livello geografico, invece, si può affermare che al sud si concentra la maggiore quota
di acquisti domestici di ortofrutta fresca
(34,6% dei volumi e 29,3% della spesa nazionale). Per quanto concerne il Lazio, il cui
dato statistico è contenuto in quello delle
regioni centrali, la quantità di prodotti ortofrutticoli freschi assorbita è pari a 22,4% in
quantità e 23,1% in valore. Il Centro, inoltre,
risulta essere anche l'area le cui famiglie residenti spendono di più rispetto ai nuclei familiari del sud e del nord nell'acquisto di ortofrutta fresca. Dall'analisi dettagliata, infine,
risulta che è proprio il Lazio a registrare il
maggiore volume di acquisto per famiglie
acquirenti.
L'esame per fonte di approvvigionamento
conferma come i super e gli ipermercati
abbiano ormai consolidato il ruolo di principale canale distributivo di prodotti ortofrutticoli freschi erodendo quote di mercato sia ai
negozi di frutta e verdura sia agli ambulanti
dei mercati rionali.
Nel 2002 presso i super e gli ipermercati ha
avuto luogo il 38% dei volumi di acquisto
domestici nazionali di ortofrutta fresca; il
21,9% presso i negozi di frutta e verdura per
quanto concerne la quantità ed il 20,6% in
valore; per quanto concerne gli ambulanti dei
mercati rionali, infine, l'acquisto è stato del
22% in quantità e del 19,3% in valore.
La penetrazione maggiore avviene nei
super e negli ipermercati, poiché ben 85 famiglie su 100 almeno una volta l'anno hanno
scelto tale formula distributiva per l'acquisto
di ortofrutta fresca, mentre per gli ambulanti
dei mercati rionali il tasso di penetrazione è
del 44,5% con un volume di acquisto pari a
109 kg.
I negozi di frutta e verdura, invece, hanno
30
sperimentato un tasso di penetrazione del
56,3% per una spesa in volume pari a 86 kg
sempre per famiglia.
In sintesi, l'esame sulla dinamica degli
acquisti evidenzia come ad essere maggiormente penalizzati dalla contrazione della
domanda riscontrata in ambito nazionale sia
soprattutto il dettaglio tradizionale, nella
forma fissa ed ambulante. Infatti, per i Frutta
& Verdura il calo è del -19,3% in quantità e
del -12,1% in valore; per gli ambulanti/mercati rionali i tassi di contrazione risultano del
-14,5% in quantità e del -7,8% in valore.
Entrambe le tipologie distributive hanno accusato il forte abbandono nel numero delle famiglie
acquirenti (nei Frutta & verdura, -5,3% e negli
Ambulanti/mercati rionali -6,5%) unitamente
alla contrazione dei volumi di acquisto riscontrata tra quelle famiglie che sono rimaste fedeli a tali
punti vendita (nei Frutta & verdura -14,8% e
negli Ambulanti/mercati rionali -8,6%).
Per i Super più gli Iper il trend risulta negativo in termini di volumi (-7,7%) mentre resta
stabile sul fronte della spesa (-0,3%).
Riguardo le altre tipologie distributive,
Discounts e Liberi servizi, che hanno quote,
rispettivamente, del 4,2% e 3,7% in volume e
del 4% e 3,9% in valore, risultano interessati
entrambi da una dinamica positiva degli
acquisti. I tassi di crescita, su base annua, sono
risultati, per i Discounts, del +7% in quantità
e del +15,3% in valore, e per i Liberi servizi,
del +4,2% in quantità e del +8,5% in valore.
In tali canali, comunque penalizzati dall'abbandono tra le famiglie acquirenti (Discounts,
-1,4%; Liberi servizi, -8,5%), è stato registrato
un forte incremento dei volumi di acquisto da
parte di coloro che hanno continuato ad
acquistare presso di essi (Discounts, +8,5%;
Liberi servizi, +13,8%), in controtendenza
con quanto registrato presso le altre tipologie
distributive.
Sembra non azzardato affermare come per
il consumatore la situazione d'incertezza,
legata principalmente all'ingresso dell'euro e
al timore di eventuali arrotondamenti dei
prezzi a suo svantaggio, lo abbia portato a
riporre maggiore fiducia nel canale distributivo moderno.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Certo è che alla distribuzione organizzata
va il merito di aver provveduto alla doppia
esposizione di prezzo con largo anticipo
rispetto alla data di introduzione della nuova
moneta, politica questa, che sicuramente ha
ripagato in termini di fiducia da parte del consumatore.
2.2 Le tendenze del consumatore
I consumatori moderni presentano delle
caratteristiche nettamente differenti rispetto
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
al passato: infatti, essi non appaiono più motivati all'acquisto in modo determinante dal
"fattore prezzo" nella selezione dei prodotti
alimentari che finiscono nel paniere della
spesa e fanno riferimento, invece, e ciò con
crescente insistenza, a fattori discrezionali per
valutare il valore complessivo del prodotto,
basato sulla sua convenienza in relazione ad
elementi che determinano la relativa qualità e
capacità di rispondere a specifiche esigenze
d'uso e consumo.
31
La costante attenzione mediatica ai problemi della sicurezza alimentare conduce gli
stessi consumatori a riflettere sulle condizioni
in cui i prodotti agricoli vengono coltivati o
trasformati, oltre che sull'impatto ambientale
dell'agricoltura e della produzione alimentare. Così, i moderni stili di vita danno luogo a
nuove tendenze alimentari che pervadono il
comportamento d'acquisto e l'attenzione nei
processi selettivi dei consumatori.
D'altronde, in assenza di sforzi concertati
da parte dell'industria agroalimentare per
informare e guidare i consumatori nella corretta interpretazione della qualità e delle origini dei prodotti agroalimentari, nascono
facilmente nuovi preconcetti e preoccupazioni che si riflettono, a valle, nei processi e preferenze d'acquisto delle famiglie.
In questo scenario gli operatori della distribuzione alimentare riconoscono sempre di
più il ruolo guida del consumatore nell'evoluzione della catena alimentare, cimentandosi con strumenti e processi d'affari sempre più
sofisticati nell'intento di monitorare costantemente le nuove tendenze di domanda e riuscire a fornire prodotti e servizi adatti a soddisfare le esigenze, con tempi e costi sempre
più ridotti.
Di seguito riportiamo una tabella esemplificativa, ma assai interessante, relativa alle
principali tendenze rilevate tra i consumatori
nei confronti dell'alimentazione. Indagine
riferita al mercato internazionale, secondo
una rilevazione del 2000 ad opera di una
società di indagine statistica: la Xtc Veille
Marketing.
Principali tendenze dei consumatori nei confronti dell'alimentazione.
Tendenza
Sicurezza
Salute attiva
Funzionalità
Sofisticazione
Cosmopolitismo
32
Descrizione
I consumatori cercano ogni possibile forma di rassicurazione che minimizzi i potenziali
rischi a danno della loro salute. Si favorisce la produzione biologica e "controllata",
nonché i prodotti tipici, in quanto considerati più naturali, sicuri e/o tracciabili. In
generale, il consumatore, più esperto e più diffidente di prima, presta crescente
attenzione alle informazioni sui prodotti comunicate dai produttori e dai dettaglianti.
Si è sempre più consapevoli che mentre alcuni alimenti possano essere nocivi per la
salute, altri possono aiutare a combattere certe patologie. I consumatori ricercano
nuove promesse salutistiche che differiscono a seconda delle culture e delle
regolamentazioni locali. E' prevedibile che l'aumento della popolazione anziana e
l'allungamento dell'aspettativa di vita possano accelerare la domanda di prodotti che
contribuiscono al benessere.
Controllare il proprio corpo, la propria apparenza, la propria vitalità attraverso
l'alimentazione è un'aspettativa in aumento presso i consumatori. Controllare il proprio
peso senza rinunciare al piacere di mangiare e senza compromettere il proprio
equilibrio. A questo riguardo si rileva l'elevato livello di conoscenze acquisite dal
consumatore che si aspetta informazione e consulenza nutrizionale da parte del
produttore.
Mangiare è prima di tutto un atto di piacere, ottenuto anche attraverso la ricerca
selettiva dei prodotti di qualità. Oggi, i consumatori scartano i prodotti generici e
preferiscono i prodotti di fascia alta, il cui processo produttivo è particolarmente
meticoloso, gli ingredienti sono selezionati con cura, ecc.
Il piacere della scoperta esotica attraverso l'alimentazione, di gusti sconosciuti e di
nuove sensazioni. Questa tendenza si esprime in modi differenti a seconda dei luoghi e
si modifica nel tempo: quello che era esotico ieri, non lo è più oggi. Nella sua ricerca
di nuove differenze, il consumatore cerca specialità che siano di maggiore qualità.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Tendenza
Varietà delle
sensazioni
Tradizione
Facilità della
preparazione
Prodotti soluzione
Civismo
Ecologia
Descrizione
Il piacere è la differenziazione rispetto alla quotidianità. E' la ricerca di prodotti che
giocano sul carattere polisensoriale dell'individuo: gusto, colore, forma, consistenza. A
questo riguardo si apprezzano i prodotti stagionali perché rendono non banale l'offerta
abituale.
La tradizione è fonte di riscoperta, quindi di piacere per il consumatore, e una prova di
competenza, di qualità. E' la ricerca delle radici, la scoperta di specialità poco
conosciute fino ad allora e che appartengono ad un patrimonio individuale.
Oggi il consumatore considera il servizio come un dovere. La sua aspettativa di praticità
riguarda tutte le fasi della vita del prodotto: il trasporto dal punto di vendita
all'abitazione, lo stoccaggio, la preparazione, il consumo. Sempre di più la maggiore
facilità d'uso massimizza la soddisfazione del consumatore.
Lo sviluppo di comportamenti "nomadi", la destrutturazione dei pasti, la ricerca del
risparmio del tempo inducono i consumatori a scartare i prodotti generici a favore dei
prodotti specifici adatti all'occasione di consumo: colazione, pranzo, cena, spuntino a
casa, al lavoro o in auto, ecc. Il consumatore scegli tra i valori (piacere, forma, praticità,
ecc.) a seconda dell'occasione di consumo.
E' il bisogno della rassicurazione di buona condotta nella società da parte del produttore
o del dettagliante, con prodotti in cui una parte del prezzo è devoluta a favore di
associazioni benefiche e/o di valore sociale. Rappresenta una nuova forma di
generosità oppure, all'opposto, di nuovo egoismo di un consumatore che rifiuta tutto ciò
che potrà influenzare negativamente il suo piacere di mangiare.
Le campagne di comunicazione a favore del rispetto dell'ambiente e dello smaltimento
selettivo dei rifiuti spingono il consumatore a essere esigente nei confronti dei
produttori. Un nuovo valore morale che a lungo termine diventerà altrettanto importante
per il consumatore quanto il gusto, la sicurezza o la praticità.
3.3 I mercati rionali di Roma
Il presente studio focalizza la propria attenzione sui mercati rionali romani e sulla loro
organizzazione, al fine di enucleare le principali esigenze espresse da parte degli operatori
su aree pubbliche del settore ortofrutta fresca.
Fin qui si è cercato di fornire un quadro di
massima relativo alla distribuzione o commercializzazione del prodotto ortofrutticolo fresco a livello nazionale con alcune indicazioni
anche più specifiche per quanto concerne la
regione Lazio. Si affronta, invece, di seguito
l'organizzazione dei mercati rionali romani e
la loro struttura oltre che diffusione sul territorio comunale.
Per svolgere l'indagine volta a rilevare il
numero e la struttura dei singoli mercati rionali specializzati nella vendita al dettaglio dei
prodotti ortofrutticoli freschi è stato necessario attingere le informazioni da più fonti (7),
tutte assai preziose per un corretto svolgimento del nostro lavoro.
Il primo risultato utile di questa indagine è
consistito nell'individuare il numero esatto di
7. Comune di Roma, Dipartimento VIII U.O. - Politiche dell'Artigianato e Commercio, Servizio Ispettivo Annonario; CORIDE - Consorzio dei rivenditori dettaglianti; Guida "La Vignarola" - Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Roma e
C.C.I.A.A. di Roma; brochure informativa "Roma Spendebene" - Comune di Roma; Pubblicazione "Il nuovo mercato di
San Silverio. Una ipotesi pilota per la ristrutturazione e la riorganizzazione dei Mercati di Roma" - C.C.I.A.A. di Roma,
Confesercenti Roma e Comune di Roma.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
33
mercati rionali della Capitale, che ammontano
a 130, escludendo quelli delle aree suburbane
di Ostia e di Vitinia.
Attraverso la rielaborazione dei dati, quindi, è stato possibile raggruppare i mercati rionali per circoscrizione/municipio di appartenenza, indicarne la tipologia, evidenziare il
numero di attività in esercizio e, rispetto a
queste ultime, l'incidenza degli operatori di
cui alla ex Tabella VI (8). Sulla base di queste
informazioni sono state realizzate delle schede (cfr. allegato n.2) assai dettagliate sulla
situazione aggiornata dei mercati rionali
romani.
Si è trattato di un'attività assai puntuale,
poiché basata sul continuo confronto dei dati
forniti dalle numerose fonti e complicata dalla
differente, e talvolta gergale, attribuzione dei
nomi ai singoli mercati di zona, poiché la tradizione, l'uso e la consuetudine degli "addetti ai lavori" hanno spesso indotto ad attribuire nomi "personalizzati" ai mercati, ad esempio usando appellativi afferenti a quartieri e/o
reti viarie limitrofe.
Pertanto, solo mediante un attento studio
ed opportuno confronto dei dati a disposizione e grazie, talvolta, anche all'uso di internet
e di alcuni siti specializzati è stato possibile stilare un prospetto presumibilmente aderente
alla realtà.
Ad ogni modo, analizzando i dati fedelmente riportati nelle tabelle e relativi ai mercati circoscrizionali, è possibile fare alcune
considerazioni assai interessanti.
In primo luogo, si comprende come il
numero di presenze dei rivenditori di prodotti ortofrutticoli freschi, in pratica gli operatori della ex Tabella VI, incida per un valore
compreso tra il 20% ed il 50% circa, a seconda
del mercato e della circoscrizione, rispetto al
numero totale degli operatori delle attività in
esercizio.
In secondo luogo, è molto interessante la
valutazione del dato emerso dal computo
delle varie tipologie di mercato ricadenti nei
diversi Municipi (c.f.r. Tabella Tipologia mercati 2004): la preponderanza, con un rapporto di 3 a 1, dei mercati all'aperto su sede propria e/o impropria, rispetto ai mercati coperti e attrezzati è, infatti, assai evidente.
Questo dato, se letto incrociandolo con i
risultati dell'indagine qualitativa e motivazionale (cfr. capp.5 e 6), può fornirci una indicazione ulteriore, vale a dire la necessità di studiare l'opportunità di avviare programmi di
riqualificazione dei mercati rionali cosiddetti
"precari".
Questo progetto, del resto, ha come ambizione ultima quella di rivelare mediante un
approccio di tipo bottom-up, le esigenze dei
rivenditori ambulanti di prodotti ortofrutticoli freschi, di evidenziarle e di portarle a
conoscenza di quegli enti che possono adoperarsi per una migliore strutturazione ed infrastrutturazione dei mercati rionali, e soprattutto intende individuare quelle tipologie di servizi in grado di creare nuova impresa sul territorio di Roma e provincia, favorendo lo sviluppo dell'imprenditoria locale e dell'economia in generale.
A tale proposito, occorre porre in rilievo
come, seppur complesso ed articolato, il riordino dei mercati e lo sviluppo ed il potenziamento dei servizi agli operatori al dettaglio di
prodotti ortofrutticoli, rappresentano il volano di crescita della tradizione e del tesoro
ortofrutticolo tipico del territorio di Roma e
provincia. Tutto ciò al fine della razionalizzazione dei costi e del miglioramento qualitativo delle merci.
8. Tabelle Merceologiche D.M. 04.08.1988, n. 375. L'allegato 5 al presente decreto elenca il numero di tabelle merceologiche e definisce puntualmente il comparto di attività di riferimento. La Tabella VI, nello specifica, riguarda:
"Prodotti ortofrutticoli: freschi, conservati e comunque preparati e confezionati - altri prodotti alimentari comunque
conservati, preconfezionati - oli e grassi alimentari di origine vegetale - uova - bevande, anche alcoliche".
34
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Di seguito vengono presentate delle tabelle
riassuntive delle informazioni raccolte e successivamente rielaborate. I dati, analizzati,
confrontati e verificati mediante l'utilizzazione di diverse fonti, sono suddivisi in tre gruppi di tabelle.
In primo luogo, abbiamo le tabelle relative
alla tipologia dei mercati rionali per ciascun
municipio/circoscrizione di appartenenza. In
tali tabelle viene indicato:
• la tipologia di mercato;
• il municipio di competenza;
• il totale di ciascuna delle attività in esercizio e delle attività complessive dei mercati rionali per ciascuna circoscrizione/municipio di appartenenza.
• il nome del mercato rionale e l'indirizzo;
• il numero delle attività complessive in
esercizio per mercato rionale;
• il numero delle attività in esercizio ex
Tabella VI per mercato rionale;
• il numero di attività riservate ed occupate
dai produttori per mercato rionale;
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 1° Municipio.
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Mercato
Tipologia
Bocca di Leone - Via Bocca di Leone
Campo Marzio - P.zza Monte D'oro
Campo Marzio II - P.zza delle Coppelle
Castro Pretorio - Via Milazzo
Celio - Via SS. Quattro
Esquilino - Via Turati
Macao - Via Montebello
Monti - Via Baccina
Regola I - P.zza Campo dè Fiori
Regola II - Via della Pace
San Saba - P.zza G. L. Bernini
Santa Lucia - Vicolo della Moretta
Sommeiller - Via G. Sommeiller
Testaccio - P.zza Testaccio
Trastevere/S. Cosimato - P.zza S. Cosimato
Trevi - Via del Lavatore
Viminale - Via Cesare Balbo
Sede impropria
Coperto
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Coperto
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Totale attività
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
N. Attività
in esercizio
6
11
5
10
5
133
12
2
46
3
7
1
10
110
30
5
14
410
N. Attività
ex Tab. VI
4
4
2
2
3
66
1
2
19
3
3
0
6
38
8
3
3
167
N. Attività
Produttori
0
0
2
1
1
2
5
0
3
0
1
1
3
12
7
1
0
39
35
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 2° Municipio.
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Mercato
Crati - P.zza Crati
Flaminio I - Via Flaminia, 60
Flaminio II - Via Guido Reni
Nomentano - P.zza Alessandria
Parioli - Via Locchi
Pinciano - Via Antonelli
Salario - Via Metauro
Savoia - P.zza Gimma
Trieste - Via Chiana
Vescovio - Via Fara Sabina
Tipologia
Sede impropria
Coperto
Coperto
Coperto
Sede impropria
Coperto
Sede impropria
Coperto
Coperto
Sede impropria
Totale attività
N. Attività
in esercizio
14
9
58
49
28
26
43
70
60
33
390
N. Attività
ex Tab. VI
9
2
24
17
9
8
16
32
18
16
151
N. Attività
Produttori
1
1
4
2
6
2
6
10
6
3
41
N. Attività
ex Tab. VI
39
21
13
14
87
N. Attività
Produttori
9
8
10
5
32
N. Attività
ex Tab. VI
6
14
5
13
12
13
20
12
10
105
N. Attività
Produttori
1
3
1
10
2
3
10
2
4
36
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 3° Municipio.
N°
1
2
3
4
Mercato
Italia - Via Catania
Portonaccio I - Via Vespri Siciliani
Stevenson - Via V. E. Stevenson
Tiburtino I - Largo degli Osci
Totale attività
N. Attività
in esercizio
114
Coperto
48
Sede impropria
35
Sede impropria
27
Plateatico attrezzato
224
Tipologia
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 4° Municipio.
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
36
N. Attività
in esercizio
11
Fidene - Largo S. Felicita
Sede impropria
30
Gambara -Via Grazia Deledda/Via V.Gambara Sede impropria
16
Monte Sacro - Piazzale Adriatico
Coperto
42
Monte Sacro II - P.zza Menenio Agrippa
Sede impropria
42
Sacchetti - Via F. Sacchetti
Plateatico attrezzato
49
Serpentara II - Via V. Talli
Plateatico attrezzato
76
Tufello - P.zza degli Euganei
Coperto
42
Val Melaina - Via G. Conti
Plateatico attrezzato
22
Valdinievole/Val d'Ossola - Via Val d'Ossola Sede impropria
330
Totale attività
Mercato
Tipologia
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 5° Municipio.
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Mercato
Casal dé Pazzi - Via Kant/Via Locke
Casal Bertone - Via C. Ricotti
Ina Casa - Via dei Crispolti
Meda - Via F. Meda
Ponte Mammolo - Via Rivisondoli
Portonaccio II - Via San Romano
Rebibbia - Via G. B. Scanaroli
San Basilio - Via Recanati
Tiburtino II - Viale G. Stefanini
Tiburtino Sud - Via Sacco e
Vanzetti/Grotta Gregna
Totale attività
N. Attività
in esercizio
59
Plateatico attrezzato
26
Sede impropria
36
Sede impropria
12
Sede impropria
4
Coperto
31
Coperto
17
Sede impropria
44
Coperto
36
Sede propria
37
Plateatico attrezzato
Tipologia
302
N. Attività
ex Tab. VI
12
10
16
4
3
11
6
14
9
9
N. Attività
Produttori
3
2
9
2
0
4
4
4
3
2
94
33
N. Attività
ex Tab. VI
13
5
21
N. Attività
Produttori
6
0
4
19
8
13
15
30
124
5
2
3
6
5
31
N. Attività
ex Tab. VI
30
3
2
60
6
6
107
N. Attività
Produttori
6
2
0
5
2
2
17
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 6° Municipio.
N°
1
2
3
Mercato
Casilino - Via del Pigneto
Casilino 23 - Via Ferraironi
Condottieri/Labicano - Via Alberto da
N. Attività
in esercizio
32
Sede propria
34
Plateatico attrezzato
57
Sede impropria
Tipologia
Giussano
4
5
6
7
8
Gordiani - Viale Ronchi
Olevano Romano - Via Olevano Romano
Perestrello - Largo Perestrello
Tor Pignattara - Via Ciro d'Urbino
Villa Gordiani - Via Rovigno d'Istria
Totale attività
Sede propria
Sede impropria
Sede propria
Coperto
Plateatico attrezzato
38
25
25
41
95
347
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 7° Municipio.
N°
1
2
3
4
5
6
Mercato
Centocelle - Via degli Olivi
Grano - Via del Grano
Meli - Via dei Meli
Platani - Via dei Platani
Quarticciolo - Via Ostuni
Tor Sapienza - Via De Pisis
Totale attività
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
N. Attività
in esercizio
83
Coperto
7
Sede impropria
7
Sede impropria
125
Sede impropria
19
Coperto
24
Plateatico attrezzato
265
Tipologia
37
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 8° Municipio.
N°
1
N. Attività
in esercizio
29
Tor Bella Monaca - Via dell'Archeol./L.go Plateatico attrezzato
N. Attività
ex Tab. VI
13
N. Attività
Produttori
3
20
4
13
50
4
6
4
17
N. Attività
ex Tab. VI
23
30
22
4
24
2
22
127
N. Attività
Produttori
21
12
10
1
17
0
21
82
N. Attività
ex Tab. VI
32
N. Attività
Produttori
11
26
16
10
36
11
7
53
191
10
6
0
9
4
0
18
58
Tipologia
Mercato
Brambilla
2
3
4
Torre Maura/Alcioni - P.zza degli Alcioni Sede impropria
Torre Spaccata - Viale dei Romanisti
Coperto
Torre Spaccata II - Via Sisenna
Sede impropria
Totale attività
35
26
32
122
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 9° Municipio.
N°
1
2
3
4
5
6
7
Tipologia
Mercato
Appio - Via F. Valesio
Colli Albani - Via Castel Gandolfo
Latino - P.zza Epiro
Latino Nuovo - Via Gregorovius
Metronio - Via Magna Grecia
Ragusa - Via Verbania
Tuscolano I - Via Orvieto
Totale attività
Sede impropria
Sede propria
Sede propria
Sede impropria
Coperto
Sede impropria
Sede impropria
N. Attività
in esercizio
77
58
56
8
83
3
70
355
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 10° Municipio.
N°
Mercato
1
Calisse/Bonfante - V.le M. F. Nobiliore/
Via Bonfante
Cinecittà - Via Quintilio Varo/ Largo Appio Claudio
Cinecittà Est - Via Oberto S.
Piscine di Torre spaccata - Via R. Vignali
Quadraro - P.zza dei Tribuni
Quarto Miglio - Via Menofilo
Statuario - Via Polia
Tuscolano III - Via del Quadraro
2
3
4
5
6
7
8
Totale attività
38
Tipologia
Sede impropria
Sede impropria
Plateatico attrezzato
Plateatico attrezzato
Sede propria
Plateatico attrezzato
Sede impropria
Coperto
N. Attività
in esercizio
69
64
42
18
62
23
11
119
408
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 11° Municipio.
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
N. Attività
in esercizio
2
Commercio - Via del Commercio
Sede impropria
57
Garbatella - Via Passino
Coperto
35
Grotta Perfetta - Via Granai di Nerva
Plateatico attrezzato
61
La Montagnola - Via Pico della Mirandola Plateatico attrezzato
17
Navigatori - P.zza dei Navigatori
Sede impropria
79
Ostiense - Via Corinto
Coperto
21
Tor Marancio I - Via R. R. Garibaldi
Sede impropria
26
Tor Marancio II - Via C. T. Odescalchi
Sede impropria
298
Totale attività
Mercato
N. Attività
ex Tab. VI
1
14
9
22
5
24
7
9
91
N. Attività
Produttori
0
0
0
4
3
8
1
4
20
N. Attività
ex Tab. VI
6
14
12
7
6
45
N. Attività
Produttori
1
2
3
1
1
8
N. Attività
ex Tab. VI
4
20
19
N. Attività
Produttori
2
2
5
3
12
18
8
84
1
3
1
2
16
Tipologia
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 12° Municipio.
N°
Mercato
1
2
3
4
5
Decima Incis - Via Sansotta
Laurentino - Via F. Sapori
Spinaceto - Via Caduti della Resistenza
Tor dé Cenci - Via Tor dé Cenci
Vigna Murata - Via Meldola
Totale attività
Tipologia
Sede impropria
Plateatico attrezzato
Plateatico attrezzato
Plateatico attrezzato
Plateatico attrezzato
N. Attività
in esercizio
10
55
57
34
41
197
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 15° Municipio.
N°
1
2
3
N. Attività
in esercizio
12
Casetta Mattei - Via la Contea
Sede impropria
48
Macaluso/Enrico Fermi - Via D. Macaluso Sede impropria
76
Magliana/Pian Due Torri - V.le Vico
Plateatico attrezzato
Mercato
Tipologia
Pisano/Pescaglia
4
5
6
7
Monte Cucco - Via G. Porzio
Portuense II - Via Portuense
Portuense III - Largo di S. Silvia
Trullo - Via Campagnatico
Totale attività
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Coperto
9
25
36
26
232
39
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 16° Municipio.
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
Mercato
Tipologia
Bravetta - P.zza Visconti
Donna Olimpia - Via Donna Olimpia
Gianicolense - Piazza S. Giovanni di Dio
Monreale - Largo di Monreale
Sede impropria
Sede impropria
Sede propria
Sede impropria
Monteverde Nuovo/G. de Calvi -Via G. de Calvi Sede propria
Monteverde Vecchio - Via G. B. Niccolini
Sede impropria
Portuense I - Via E. Rolli
Sede impropria
Vascello - Via del Vascello
Sede impropria
Totale attività
N. Attività
in esercizio
22
3
126
3
35
42
33
11
275
N. Attività
ex Tab. VI
5
1
38
1
10
17
15
4
91
N. Attività
Produttori
3
0
23
0
4
4
1
2
37
N. Attività
ex Tab. VI
21
8
100
18
147
N. Attività
Produttori
8
4
46
7
65
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 17° Municipio.
N°
1
2
3
4
Mercato
Prati - P.zza dell'Unità
Tito Speri - Via Tito Speri
Trionfale - Via Andrea Doria
Vittoria - Via Monte Santo
Totale attività
N. Attività
in esercizio
125
Coperto
24
Sede impropria
308
Plateatico attrezzato
92
Coperto
549
Tipologia
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 18° Municipio.
N°
Mercato
1
2
3
4
5
Aurelio - Via S. Silverio
Casalotti - Via Borgo Ticino/Via Ovada
Irnerio - Via Aurelia
Pineta Sacchetti/Urbano II - Via Urbano II
Sisto IV - Via Sisto IV
Totale attività
40
N. Attività
in esercizio
49
Sede impropria
46
Plateatico attrezzato
71
Plateatico attrezzato
81
Sede impropria
6
Sede impropria
253
Tipologia
N. Attività
ex Tab. VI
17
7
17
40
4
85
N. Attività
Produttori
8
2
4
11
2
27
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 19° Municipio.
N°
Mercato
1
2
3
4
5
6
Belsito - P.zza C. Mazzaresi
Monte Mario - P.zza P. Thouar
Primavalle - Via Igino Papa
Primavalle II - Via Pasquale II
Sciamanna/Torrevecchia - Via Sciamanna
Vegezio - Via Vegezio
Totale attività
N. Attività
in esercizio
19
Coperto
49
Sede propria
26
Coperto
50
Plateatico attrezzato
5
Sede impropria
7
Sede impropria
156
Tipologia
N. Attività
ex Tab. VI
10
26
11
11
2
4
64
N. Attività
Produttori
1
9
6
2
3
3
24
Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 20° Municipio.
N°
Mercato
1
2
3
4
Flaminio Nuovo - Via Tuscia
Ponte Milvio - Viale Tor di Quinto
Saxa Rubra - P.zza Saxa Rubra
Tor di Quinto - Via Monteleone da Spoleto
Totale attività
Tipologia
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Sede impropria
Il secondo gruppo di tabelle, riassuntivo a
sua volta delle tabelle precedenti, ci fornisce
una visione immediata del numero di operatori per circoscrizione.
E della tipologia degli stessi, sempre per
circoscrizione.
In pratica, per quanto concerne gli operatori, si hanno i numeri relativi a:
N. Attività
in esercizio
68
70
4
20
162
N. Attività
ex Tab. VI
27
36
2
8
73
N. Attività
Produttori
19
8
2
1
30
Segue un dato complessivo di tutte e tre le
tipologie di dati riportati.
Per quanto concerne, invece, la tipologia
dei mercati rionali per municipio, abbiamo a
disposizione i dati così suddivisi:
• municipio di competenza;
• mercati all'aperto;
• attività complessive in esercizio per municipio;
• mercati coperti in sede propria o impropria;
• attività in esercizio ex Tabella VI;
• mercati attrezzati.
• attività in esercizio dei produttori.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
41
Operatori per circoscrizione - Anno 2004.
Municipio
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
15
16
17
18
19
20
N. Attività in esercizio
410
390
224
330
302
347
265
122
355
408
298
197
232
275
549
253
156
162
5275
N. Attività ex Tab. VI
167
151
87
105
94
124
107
50
127
191
91
45
84
91
147
85
64
73
1883
N. Attività produttori
39
41
32
36
33
31
17
17
82
58
20
8
16
37
65
27
24
30
613
Tipologia mercati - Anno 2004.
Municipio
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
15
16
17
18
19
20
42
Mercati coperti
2
6
1
2
3
1
2
1
1
1
2
0
1
0
2
0
2
0
27
M.all'aperto, sede propria/impropria
15
4
2
4
5
5
3
2
6
4
4
1
5
8
1
3
3
4
79
Mercati attrezzati
0
0
1
3
2
2
1
1
0
3
2
4
1
0
1
2
1
0
24
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Infine, relativamente al terzo tipo di tabella, si ha un elenco dei mercati rionali ordinati
in ordine alfabetico, indirizzo e l'indicazione
del municipio di competenza.
Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio.
n°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Nome
Appio
Aurelio
Belsito
Bocca di Leone
Bravetta
Calisse/Bonfante
Campo Marzio
Campo Marzio II
Casal Bertone
Casal dé Pazzi
Casalotti
Casetta Mattei
Casilino
Casilino 23
Castro Pretorio
Celio
Centocelle
Indirizzo
Via F. Valesio
Via S. Silverio
P.zza C. Mazzaresi
Via Bocca di Leone
P.zza Visconti
Viale M. F. Nobiliore/Via Bonfante
P.zza Monte D'oro
P.zza delle Coppelle
Via C. Ricotti
Via Kant/Via Locke
Via Borgo Ticino/Via Ovada
Via la Contea
Via del Pigneto
Via Ferraironi
Via Milazzo
Via SS. Quattro
Via degli Olivi
Municipio
9
18
19
1
16
10
1
1
5
5
18
15
6
6
1
1
7
Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio.
n°
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
Nome
Cinecittà
Cinecittà Est
Colli Albani
Commercio
Condottieri/Labicano
Crati
Decima Incis
Donna Olimpia
Esquilino
Fidene
Flaminio I
Flaminio II
Flaminio Nuovo
Gambara
Garbatella
Gianicolense
Gordiani
Grano
Grotta Perfetta
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Indirizzo
Via Quintilio Varo/ Largo Appio Claudio
Via Oberto S.
Via Castel Gandolfo
Via del Commercio
Via Alberto da Giussano
P.zza Crati
Via Sansotta
Via Donna Olimpia
Via Turati
Largo S. Felicita
Via Flaminia, 60
Via Guido Reni
Via Tuscia
Via Grazia Deledda/Via V. Gambara
Via Passino
Piazza S. Giovanni di Dio
Viale Ronchi
Via del Grano
Via Granai di Nerva
Municipio
10
10
9
11
6
2
12
16
1
4
2
2
20
4
11
16
6
7
11
43
Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio.
n°
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
Nome
Ina Casa
Irnerio
Italia
La Montagnola
Latino
Latino Nuovo
Laurentino
Macaluso/Enrico Fermi
Macao
Magliana/Pian Due Torri
Meda
Meli
Metronio
Monreale
Monte Cucco
Monte Mario
Monte Sacro
Monte Sacro II
Monteverde Nuovo/G. de Calvi
Indirizzo
Via dei Crispolti
Via Aurelia
Via Catania
Via Pico della Mirandola
P.zza Epiro
Via Gregorovius
Via F. Sapori
Via D. Macaluso
Via Montebello
V.le Vico Pisano/V. Pescaglia
Via F. Meda
Via dei Meli
Via Magna Grecia
Largo di Monreale
Via G. Porzio
P.zza P. Thouar
Piazzale Adriatico
P.zza Menenio Agrippa
Via G. de Calvi
Municipio
5
18
3
11
9
9
12
15
1
15
5
7
9
16
15
19
4
4
16
Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio.
n°
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
44
Nome
Monteverde Vecchio
Monti
Navigatori
Nomentano
Olevano Romano
Ostiense
Parioli
Perestrello
Pinciano
Pineta Sacchetti/Urbano II
Piscine di Torre spaccata
Platani
Ponte Mammolo
Ponte Milvio
Portonaccio I
Portonaccio II
Portuense I
Portuense II
Portuense III
Indirizzo
Via G. B. Niccolini
Via Baccina
P.zza dei Navigatori
P.zza Alessandria
Via Olevano Romano
Via Corinto
Via Locchi
Largo Perestrello
Via Antonelli
Via Urbano II
Via R. Vignali
Via dei Platani
Via Rivisondoli
Viale Tor di Quinto
Via Vespri Siciliani
Via San Romano
Via E. Rolli
Via Portuense
Largo di S. Silvia
Municipio
16
1
11
2
6
11
2
6
2
18
10
7
5
20
3
5
16
15
15
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio.
n°
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
93
Nome
Prati
Primavalle
Primavalle II
Quadraro
Quarticciolo
Quarto Miglio
Ragusa
Rebibbia
Regola I
Regola II
Sacchetti
Salario
San Basilio
San Saba
Santa Lucia
Savoia
Saxa Rubra
Sciamanna/Torrevecchia
Serpentara II
Indirizzo
P.zza dell'Unità
Via Igino Papa
Via Pasquale II
P.zza dei Tribuni
Via Ostuni
Via Menofilo
Via Verbania
Via G. B. Scanaroli
P.zza Campo dè Fiori
Via della Pace
Via F. Sacchetti
Via Metauro
Via Recanati
P.zza G. L. Bernini
Vicolo della Moretta
P.zza Gimma
P.zza Saxa Rubra
Via Sciamanna
Via V. Talli
Municipio
17
19
19
10
7
10
9
5
1
1
4
2
5
1
1
2
20
19
4
Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio.
n°
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
105
106
107
108
109
110
111
112
Nome
Sisto IV
Sommeiller
Spinaceto
Statuario
Stevenson
Testaccio
Tiburtino I
Tiburtino II
Tiburtino Sud
Tito Speri
Tor Bella Monaca
Tor dé Cenci
Tor di Quinto
Tor Marancio I
Tor Marancio II
Tor Pignattara
Tor Sapienza
Torre Maura/Alcioni
Torre Spaccata
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Indirizzo
Via Sisto IV
Via G. Sommeiller
Via Caduti della Resistenza
Via Polia
Via V. E. Stevenson
P.zza Testaccio
Largo degli Osci
Viale G. Stefanini
Via Sacco e Vanzetti/Via Grotta Gregna
Via Tito Speri
Via dell'Archeologia/L.go Brambilla
Via Tor dé Cenci
Via Monteleone da Spoleto
Via R. R. Garibaldi
Via C. T. Odescalchi
Via Ciro d'Urbino
Via De Pisis
P.zza degli Alcioni
Viale dei Romanisti
Municipio
18
1
12
10
3
1
3
5
5
17
8
12
20
11
11
6
7
8
8
45
Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio.
n°
113
114
115
116
117
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
Nome
Torre Spaccata II
Trastevere/S. Cosimato
Trevi
Trieste
Trionfale
Trullo
Tufello
Tuscolano I
Tuscolano III
Val Melaina
Valdinievole/Val d'Ossola
Vascello
Vegezio
Vescovio
Vigna Murata
Villa Gordiani
Viminale
Vittoria
Indirizzo
Via Sisenna
P.zza S. Cosimato
Via del Lavatore
Via Chiana
Via Andrea Doria
Via Campagnatico
P.zza degli Euganei
Via Orvieto
Via del Quadraro
Via G. Conti
Via Val d'Ossola
Via del Vascello
Via Vegezio
Via Fara Sabina
Via Meldola
Via Rovigno d'Istria
Via Cesare Balbo
Via Monte Santo
3. Il Centro Agroalimentare
Romano - CAR
Il CAR è il nuovo Centro Agro-Alimentare di
Roma per il commercio all'ingrosso ortofrutticolo ed ittico, che nasce nella Tenuta del
Cavaliere sulla Via Tiburtina, al confine tra i
Comuni di Roma e Guidonia, con uno svincolo di accesso appositamente realizzato
sull'Autostrada Roma-L'Aquila, in posizione
strategica rispetto al sistema viario e direzionale che ruota intorno alla capitale.
Esso rappresenta, nel settore, la più grande
infrastruttura d'Italia e con la sua inaugurazione, avvenuta nel novembre 2002, Roma
diviene il maggior centro italiano della distribuzione del fresco.
Le motivazioni che hanno indotto alla realizzazione di una infrastruttura di queste
dimensioni sono di varia natura. Il mercato
agroalimentare si confronta con fenomeni
sempre nuovi che condizionano pesantemente le scelte strategiche degli operatori:
46
Municipio
8
1
1
2
17
15
4
9
10
4
4
16
19
2
12
6
1
17
• il consumatore ricerca prodotti sempre
più specializzati e personalizzati e chiede
maggiore qualità in termini di sicurezza,
soddisfazione, salute e servizio;
• la Grande Distribuzione sottrae spazio alla
vendita al dettaglio rivolgendosi direttamente alla produzione e bypassando l'acquisto all'ingrosso;
• il mercato all'ingrosso pubblico svolge un
ruolo ancora trascurabile nello scenario
attuale, estremamente competitivo, se si
considerano le nuove esigenze della produzione e della moderna distribuzione.
Il CAR, che ospita i vecchi Mercati
Generali dell'Ostiense, chiusi dopo 80 anni di
attività, ha avviato una nuova tendenza nella
città capitolina: si è passati infatti, allargando
nel territorio romano la presenza di soggetti
economici interessati alla distribuzione dei
prodotti alimentari, dalla vecchia struttura
annonaria ad una società per azioni a prevaBIC Notes – dicembre 2004 – Focus
lente capitale pubblico. Partecipano al progetto la Regione Lazio, il Comune e la Camera
di Commercio di Roma, ma con una significativa presenza privata data da istituti di credito, multiutilities ed operatori commerciali
ed edili.
Le strutture dei dismessi Mercati Generali
erano, infatti, oramai divenute obsolete, inadeguate ed insufficienti. Inoltre, ubicate nel
centro cittadino, esse generavano evidenti
effetti di congestionamento del traffico a
danno della normale viabilità cittadina e,
soprattutto, dei quartieri circostanti.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Senza dimenticare i notevoli costi sociali
rappresentati dai molteplici disagi cui erano
sottoposte le categorie di mercato, costrette
ad operare in condizioni di estrema difficoltà
ambientale nonché i disagi occorsi agli operatori esterni che trovavano nelle disfunzioni
della struttura rilevanti impedimenti alle normali operazioni di approvvigionamento.
Conseguentemente, si è generata una vera e
propria disaffezione nei confronti della struttura. Oltre alla recente struttura del CAR, nel
Lazio sono presenti altri quattro mercati
all'ingrosso, Fondi, Latina, Frosinone ed
47
Albano, che, per volumi di merce scambiati,
rappresentano un ulteriore elemento di forza
del settore.
Tra essi è da evidenziare il Mercato
Ortofrutticolo di Fondi - M.O.F., che ha
saputo trasformarsi da mercato di vendita
della produzione a mercato di destinazione
alla Capitale divenendo uno dei principali
centri nazionali di smistamento di prodotti
ortofrutticoli freschi.
Rispetto alla tradizionale concezione dei
Mercati Generali, il CAR offre, per quanto
concerne l'ortofrutta, tre diverse tipologie di
servizi in tre aree specifiche del centro, ma
solo due di esse rappresentano la fonte di
approvvigionamento per la maggioranza degli
operatori dettaglianti dediti alla rivendita di
prodotti ortofrutticoli freschi nei mercati rionali romani.
Infatti, la prima tipologia, il vero e proprio
mercato ortofrutticolo con due edifici di 60
box ciascuno forniti di molteplici servizi, è
collegata alla città di Roma ed alla sua provincia come funzione di approvvigionamento,
mentre la seconda riguarda il Cash & Carry,
di 7.000 mq, da considerare come struttura
integrativa, soprattutto del mercato ortofrutticolo, attraverso il completamento della
gamma offerta da quest'ultimo e nel quale
sono previste aree dedicate all'esposizione,
deposito e vendita dei prodotti ai dettaglianti.
La terza tipologia, infine, denominata Area
Grandi Acquirenti, di oltre 12.000 mq, rappresenta la piattaforma destinata alla Grande
Distribuzione Organizzata (GDO) ed agli
Operatori Logistici (smistamento merci).
Una vera e propria “città del commercio
ortofrutticolo” in grado di movimentare
annualmente quantità nettamente superiori ai
6 milioni di quintali di merce con un giro
d'affari che si aggira sul miliardo di euro.
Infine, uno sguardo agli orari di apertura:
gli orari di accesso al CAR da parte degli
acquirenti è consentito dal lunedì al sabato
dalle ore 02,30 alle ore 08,00 e negli orari di
vendita e contrattazione tutti i box devono
essere aperti. Tuttavia, secondo recentissime
disposizioni, a breve si avrà un cambiamento
negli orari di vendita, che non saranno più
48
quelli tradizionali notturni. L'attività, infatti,
si svolgerà presumibilmente di giorno permettendo così agli acquirenti di gestire intelligentemente il tempo ed evitando i poco agevoli ed estenuanti orari di accesso al mercato.
Insomma, una grande e moderna infrastruttura che, malgrado la nuova localizzazione abbia creato disagi a livello degli operatori
sia interni che esterni (acquirenti) non solo in
termini di distanza ma anche di viabilità,
mette in moto quelle opportunità di crescita
legate soprattutto alla valorizzazione dei
nostri prodotti tipici locali nonché al valore
aggiunto ottenibile dai prodotti ivi acquistati.
4. I marchi di qualità
4.1 L'Europa ed i marchi di qualità
Da anni le scelte dei consumatori europei si
orientano verso alimenti più sani, più nutrienti, più gustosi e ottenuti con metodi più
rispettosi dell'ambiente. Il filo conduttore di
questa evoluzione è la qualità, elemento irrinunciabile nella sua complessità.
La sicurezza degli alimenti è ovviamente il
presupposto di base della qualità; essa costituisce pertanto un elemento obbligatorio. Lo
stesso vale per il rispetto delle norme giuridiche in materia di ambiente e di benessere
degli animali, in quanto, indipendentemente
dalle caratteristiche dei prodotti, tali norme si
rapportano alla protezione delle risorse naturali o ad esigenze di ordine etico.
Altri aspetti della qualità sono invece facoltativi per il loro carattere in parte soggettivo,
ossia legato alle preferenze dei consumatori
(gusto, odore, aspetto). Alcuni prodotti presentano infine una valenza supplementare sul
piano socioeconomico in quanto ottenuti in
una regione o secondo un metodo tradizionale particolari (marchi di qualità) oppure perché nei metodi di produzione si privilegia l'attenzione all'ambiente e al benessere degli animali (in particolare è il caso dell'agricoltura
biologica).
Il sistema di garanzia dei marchi territoriali
dell'Unione europea, in particolare per quel
che riguarda l'applicazione in Italia, sta
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
subendo profonde modificazioni. In special
modo si stanno fortemente limitando gli
ambiti di intervento di tutte quelle denominazioni commerciali, legate a marchi collettivi, che riportino espliciti riferimenti territoriali o comunque riferimenti all'origine del prodotto. Al contrario l'evoluzione normativa sta
dando ampio risalto alla tracciabilità delle produzioni ed alle relative etichette con evidenze
di rintracciabilità. Questo ambito operativo
necessita comunque fondamentalmente di
sistemi di certificazione di prodotto o di processo in grado di fornire comunque le dovute
garanzie agli operatori di filiera ed ai consumatori finali.
Si va affermando sempre di più la ricerca
della qualità e della tipicità, da parte del consumatore finale. La legislazione alimentare,
inoltre, preme sul sistema agroalimentare per
una maggiore garanzia della qualità igienicosanitaria ed organolettica e l'adozione di
metodiche che garantiscano la rintracciabilità
lungo tutta la catena.
Il consumatore riesce a riconoscere, però,
solo le proprietà esterne (apparenza, consistenza ...) dei prodotti, mentre per assicurarsi
della loro corrispondenza alle proprie esigenze in termini di caratteristiche intrinseche può
solo affidarsi alla certificazione o ai marchi.
Questi ultimi sono, quindi, uno strumento
per identificare gli standard qualitativi dei
prodotti in relazione sia all'area geografica di
provenienza che alle tecniche di produzione,
trasformazione, commercializzazione.
Per quanto riguarda i prodotti freschi
occorre poi considerare che nella stragrande
maggioranza dei casi questi non sono oggetto di confezionamento e di etichettatura. Le
loro caratteristiche commerciali intrinseche
sono comunicate al consumatore attraverso
un cartello riportante alcuni dati relativi all'origine (a volte indicata con il solo nome del
Paese), alle caratteristiche varietali e, non
sempre, alla categoria commerciale.
Gli strumenti di distinzione a disposizione
del consumatore sono quindi limitati, mentre
l'evoluzione dei consumi richiede informazioni sempre più complete; questa carenza si evidenzia ancora di più in un luogo come il mercato in cui il consumatore si attende una più
ampia rappresentazione di cosa sta comprando. In questo scenario i marchi di qualità possono effettivamente esercitare una funzione
essenziale.
In generale i marchi svolgono un complesso di funzioni che si possono così ricapitolare:
• differenziatrice - identificatrice del prodotto marchiato dagli altri prodotti simili
facendolo uscire, quindi, dall'anonimato;
• di garanzia dell'origine assicurata dal controllo;
• pubblicitaria.
Per il consumatore il marchio rappresenta
50
una tutela perché contraddistingue i prodotti
con determinate caratteristiche accertate da
controlli, rendendo i prezzi più trasparenti.
Per i produttori è utile differenziare i prodotti per renderli più competitivi grazie alle
garanzie offerte al consumatore e rappresenta
un mezzo per tutelarsi da eventuali contraffazioni. Per il mercato, il marchio rappresenta
uno strumento per migliorare il livello qualitativo dei prodotti offerti. Da ultimo, il marchio di origine traduce e rende visibile gli
sforzi ottenuti a livello di filiera per ottenere la
rintracciabilità del prodotto e le materie prime
utilizzate.
I marchi collettivi non vanno confusi con i
cosiddetti marchi individuali, che sono destinati a collegare permanentemente un prodotto od un servizio ad una determinata impresa.
La funzione svolta dai marchi collettivi è
invece essenzialmente di garanzia qualitativa,
in quanto gli stessi assicurano che il prodotto
o il servizio contrassegnati presentino:
• una determinata provenienza, che sia rilevante per la qualità del prodotto;
• natura, intesa come qualità che un prodotto deve avere in base alle materie
prime utilizzate;
• qualità, espressa nel regolamento d'uso.
I marchi collettivi possono essere registrati
dai soggetti che svolgono la funzione sopra
indicata, che assumono la funzione di garanti
della provenienza o della qualità, i quali però
non devono compiere attività d'impresa in
proprio, contrassegnando, cioè, propri pro-
BIC Notes – settembre 2004 – Focus
Società Consortile Campagna Romana.
Ha per oggetto la tutela dei consumatori e la valorizzazione della qualità delle filiere agricole e agroalimentari attraverso
la gestione del marchio collettivo "I Prodotti della Campagna Romana" (www.campagnaromana.it).
Il Marchio Il marchio "I Prodotti della Campagna Romana" si propone di:
• riconoscere i prodotti romani autentici
• distinguere i prodotti in tutte le fasi commerciali
I prodotti agroalimentari devono possedere alcuni requisiti fondamentali, secondo precisi standard di qualità
I Prodotti
Pecorino Romano
Mozzarella di Bufala Campana
Olio extravergine di oliva della Sabina
Mortadella di Bologna
Carciofo romanesco (Cynara scolymus)
Pane casareccio di Genzano
Kiwi Latina
Caseus Romae
Ricotta Romana
Abbacchio Romano
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Tipologia: Prodotti lattiero - caseari
Categoria: DOP
Definizione:Il Pecorino Romano è prodotto esclusivamente
con latte di pecora intero fresco
Tipologia: Prodotti lattiero - caseari
Categoria: DOP
Definizione: Formaggio a pasta filata di latte di bufala
Tipologia: Olio di oliva
Categoria: DOP
Definizione: Olio extravergine di oliva derivante dalle
varietà: leccino, frantoio, rosciola, procanico, salviana,
moraiolo, raja, carboncella, pendolino e olivastrone
Tipologia: Preparati a base di carne
Categoria: IGP
Definizione: Carni suine macinate finemente, insaccate
e cotte
Tipologia: Ortofrutta
Categoria: IGP
Definizione: Pianta erbacea poliennale, provvista di
rizoma sotterraneo, dalle cui gemme si sviluppano fusti
ramificati.
Tipologia: Pane e prodotti da forno
Categoria: IGP
Definizione:Pane casareccio di farina di grano tenero,
acqua, lievito naturale e sale
Tipologia: Ortofrutta
Categoria: IGP in corso di approvazione
Definizione:Frutto dell'Actinidia deliciosa, cultivar
Hayward
Tipologia: Prodotti lattiero - caseari
Categoria: DOP in corso di approvazione
Definizione:Formaggio a pasta semicotta e semidura
Tipologia: Prodotti lattiero - caseari
Categoria: DOP in corso di approvazione
Definizione:Ricotta di siero di latte ovino
Tipologia: Carni fresche
Categoria: IGP in corso di approvazione
Definizione:Carne di agnello di razze locali, alimentato con
latte materno
51
dotti o servizi. I titolari dei marchi collettivi
hanno la facoltà di concedere in uso ad
imprenditori diversi i segni distintivi in oggetto. Nel panorama romano è attivo dal 2003
un marchio collettivo promosso dalla Camera
di Commercio e partecipato da tutte le associazioni del comparto agroalimentare. La sua
denominazione è “Campagna Romana” ed è
gestito da una società consortile omonima.
La struttura del marchio prevede l'applicazione di disciplinari per la produzione ed i servizi collegati e si traduce in una forma di
accreditamento controllato dei punti vendita
presso i quali sono presenti in modo significativo i prodotti della gamma tradizionale della
gastronomia romana.
5. Metodologia e struttura
dell'indagine relativa ai
dettaglianti dei mercati rionali di
Roma
5.1 Introduzione
I primi capitoli del presente studio hanno fornito un quadro di massima del sistema di produzione e di distribuzione dell'ortofrutta fresca nel territorio di Roma e provincia, con un
riguardo particolare sia al CAR, il mercato
all'ingrosso dell'ortofrutta di Roma, che ai
marchi di qualità, intesi come propensione
all'acquisto da parte del consumatore di prodotti locali tipici e di qualità.
Tuttavia, il tema centrale viene affrontato
proprio in questi ultimi due capitoli dedicati,
il primo, alla descrizione della metodologia
applicata per affrontare l'oggetto dell'iniziativa ed il secondo all'esposizione, all'analisi ed
alla valutazione dei dati emersi dall'indagine.
L'indagine in sé, come preannunciato nell'introduzione, è volta a rilevare le esigenze
espresse dai dettaglianti del settore dell'ortofrutta fresca dei mercati rionali romani al fine
di enucleare alcune problematiche di carattere generale e sulla base delle quali impiantare
un'azione di sviluppo di nuova impresa.
In pratica, grazie al supporto finanziario del
BIC Lazio, la cui vocazione è quella di consolidare il proprio ruolo di soggetto promotore
di progetti di sviluppo locale e di sostenitore
52
del tessuto imprenditoriale locale, si vuole
tentare di intervenire in un campo, considerato ancora come green field (ci scusiamo per il
gioco di parole) mediante un'azione di tipo
bottom-up.
Il settore, infatti, anche in considerazione
di quanto sostenuto nell'introduzione e di
quanto emerge dai capitoli dedicati alla distribuzione nei mercati rionali ed al CAR, necessita di interventi mirati: l'indagine da noi svolta intende individuare le modalità, i tempi, gli
strumenti ed i soggetti potenzialmente coinvolti in tali interventi.
5.2 Metodologia e struttura
dell'indagine
In generale, secondo i dati a nostra disposizione, sul territorio del comune di Roma vi
sono 130 mercati rionali (esclusi quelli di
Ostia e Vitinia), mentre il numero degli
ambulanti ex Tabella VI operanti presso tali
mercati è di 1883 unità.
A questi bisogna aggiungere il numero di
produttori, che svolgono funzioni di vendita
dei propri prodotti negli stessi mercati rionali
e che ammontano complessivamente a 613
unità, per un totale di attività in esercizio per
il settore ortofrutticolo pari a 2496.
Sempre da un punto di vista metodologico, si
è provveduto ad elaborare una tabella contenente il numero delle attività ex Tabella VI in
esercizio presso tutti i mercati rionali per
municipi di riferimento; il numero delle attività intervistate; la distribuzione percentuale
delle attività ex Tabella VI per circoscrizione;
quale è la distribuzione percentuale delle attività intervistate per circoscrizione.
Inoltre, si è elaborato un grafico che esemplifica il processo di somministrazione dei
questionari confrontando la distribuzione dei
banchi ex Tabella VI e la distribuzione delle
attività ex Tabella VI intervistate.
L'indagine svolta da ARM in collaborazione con CORIDE, dunque, si è svolta in tre
fasi fondamentali:
• una prima fase, dedicata alla elaborazione
di un questionario da somministrare ai
dettaglianti dei mercati rionali di Roma e
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Attività.
Municipio N. Attività ex Tab. VI N. Attività intervistate
24
1
167
42
2
151
14
3
87
34
4
105
6
5
94
13
6
124
15
7
107
3
8
50
40
9
127
41
10
191
0
11
91
0
12
45
2
15
84
22
16
91
71
17
147
58
18
85
15
19
64
25
20
73
425
1883
% Attività ex Tab. VI
8,9
8,0
4,6
5,6
5,0
6,6
5,7
2,7
6,7
10,1
4,8
2,4
4,5
4,8
7,8
4,5
3,4
3,9
100,0
% Attività intervistate
5,6
9,9
3,3
8,0
1,4
3,1
3,5
0,7
9,4
9,6
0,0
0,0
0,5
5,2
16,7
13,6
3,5
5,9
100,0
Grafico 14 - Distribuizione delle attività ex Tabella VI per Municipio (n° risposte 425).
18.0
16.0
14.0
12.0
10.0
8.0
6.0
4.0
2.0
0.0
1
2
3
4
5
6
7
8
Dati effettivi
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
9
10 11 12 15 16 17 18 19 20
Interviste
53
ad una contestuale ricerca volta a delineare il sistema produttivo e distributivo dei
prodotti ortofrutticoli freschi, con relativa
analisi degli attori e delle forze in campo;
• una seconda fase, incentrata sulla somministrazione di detti questionari ad un
campione rappresentativo dei dettaglianti
dei mercati rionali di Roma;
• una terza fase, improntata alla elaborazione delle risposte fornite dagli stessi dettaglianti intervistati ed all'individuazione
dei fabbisogni formativi, informativi e di
servizio eventualmente emersi durante la
rilevazione dei dati.
Per quanto concerne la prima fase, è stato
elaborato un questionario articolato in tre
sezioni per complessive 59 domande. Le
sezioni sono:
• Anagrafica, volta a rilevare tutti i dati generali circa le risorse impegnate nell'attività, la
gamma di prodotti acquistati/venduti, le
dimensioni dell'attività in termini di metri
quadrati e di quintali di merce acquistati/venduti oltre che di servizi forniti alla
clientela (domande da 1 a 28);
• Approvvigionamento, relativa a fonti di
approvvigionamento, modalità, frequenza
e preferenze nella scelta dei prodotti
(domande da 29 a 44);
• Motivazionale, con la quale si testa l'impegno personale profuso nell'effettuazione degli acquisti in termini di orari, scelta
dei prodotti e necessità avvertite in termini di servizi da sviluppare per una migliore condizione di vita professionale e personale (domande da 45 a 57).
Per completezza di informazione, il questionario si compone altresì di una tabella allegata, nella
quale sono riportate una serie di informazioni: la
gamma dei prodotti acquistati dai dettaglianti, la
stagionalità negli acquisti effettuati, la quotidianità o meno degli stessi e la preferenza eventuale
54
accordata ai prodotti della campagna romana da
parte degli stessi ambulanti.
Una volta terminata l'elaborazione del questionario, esso è stato sottoposto all'attenzione del CORIDE, che si è fatto immediatamente carico della fase successiva di distribuzione alle imprese di dettaglianti consorziati.
Contestualmente, è stata avviata una ricerca
finalizzata a fornire uno profilo del sistema
produttivo e distributivo dei prodotti ortofrutticoli freschi e degli attori e delle forze in
campo. La seconda fase ha riguardato, quindi,
la somministrazione dei questionari da parte
di personale incaricato del CORIDE.
Lo stesso CORIDE, in qualità di consorzio
dei rivenditori dettaglianti dei mercati rionali
romani, ha effettuato una campionatura dei
mercati e delle persone da intervistare.
Complessivamente sono state selezionate 425
imprese distribuite su 84 mercati rionali differenti a coprire l'intero territorio comunale
(con l'esclusione di Ostia e Vitinia). Questa
attività si è svolta nell'arco di due settimane
grazie al supporto di un consistente numero
di intervistatori incaricati direttamente dal
CORIDE. Essi, dopo un'attenta formazione
relativamente alle domande del questionario
ed alle modalità di somministrazione delle
stesse, si sono recati personalmente presso i
mercati di rispettiva competenza ed hanno
proceduto ad intervistare singolarmente i soggetti campionati.
Contestualmente, è stata avviata da ARM
una ricerca finalizzata a fornire uno spaccato
del sistema produttivo e distributivo dei prodotti ortofrutticoli freschi e degli attori e delle
forze in campo sul territorio della provincia di
Roma.
Terminata la fase dell'intervista e raccolti
tutti i questionari, il CORIDE ha provveduto
a trasferire la documentazione ottenuta
all'ARM che si è incaricata di procedere all'espletamento della terza fase dell'indagine.
La terza fase, infine, ha riguardato la redazione del presente rapporto, inclusa l'elaborazione delle singole risposte fornite dagli intervistati. L'elaborazione è avvenuta soprattuttofocalizzando l'attenzione su quelle parti del
questionario che maggiormente interessano
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Questionario distribuito agli ambulanti dei mercati rionali.
Sezione "anagrafica"
1
Età:
2
Luogo di residenza (se Roma, specificare il quartiere):
3
Mercato rionale in cui opera:
4
Ha sempre operato in questo mercato?
5
Se no, da quale mercato si è spostato?
6
Quali sono i motivi che l'hanno indotta a spostarsi?
7
Se si tratta di motivi di lavoro, potrebbe specificare quali?
8
Da quanti anni opera al banco del mercato?
9
Che dimensioni ha il suo banco (in mq)?
10
Che tipo di prodotti vende?
Compilare scheda allegata
11
Qual è la gamma di prodotti che acquista giornalmente?
Compilare scheda allegata
12
Compilare scheda allegata
13
Qual è la gamma di prodotti che non acquista
giornalmente?
Presso il banco possiede celle frigorifere?
Sì
No
14
Ha sempre svolto l'attività in un mercato?
Sì
No
15
E' un'attività di famiglia?
Sì
No
16
Se sì, quale familiare ha iniziato?
17
Anno di inizio attività:
18
Altre persone operano al banco?
Sì
No
19
Se sì, si tratta di familiari o altro?
Familiare
Altro
20
Hanno funzioni di vendita?
Sì
No
21
Se no, quali attività svolgono?
22
L'attività commerciale ha subito sviluppi da quando ha
rilevato il banco?
Utilizza mezzi propri per l'approvvigionamento?
Sì
No
Sì
No
23
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
< 25 anni
tra 25 e 40 anni
tra 41 e 55 anni
> 55 anni
Sì
No
Personali
Di lavoro
< 5 anni
tra 5 e 15 anni
tra 16 e 30 anni
> 30 anni
55
Sezione "anagrafica"
24
Se sì, che tipo di mezzo:
25
Se effettua consegne a domicilio,
di che tipo di servizio si tratta?
Se sì, utilizza mezzi o personale proprio per
la consegna a domicilio dei prodotti venduti?
Che tipo di mezzi?
26
27
29
Fisso
Stagionale
Sezione "approvvigionamento"
Si approvvigiona totalmente al CAR?
Sì
30
Con quale cadenza si approvvigiona al CAR?
31
Quali sono le caratteristiche del prodotto
che preferisce (ordinare da 1 a 7 per ordine di importanza)?
Se non compera al CAR, quali sono gli altri fornitori?
28
32
33
34
35
36
37
38
39
Qual è la modalità di approvvigionamento da questi
fornitori?
Con quale cadenza settimanale si approvvigiona
presso questi fornitori?
Le modalità di approvvigionamento differiscono a
seconda della stagione?
Ci sono prodotti che abitualmente acquista da un
determinato fornitore?
Acquista sempre i prodotti seguendo le tendenze di
consumo dei propri clienti?
Nell'acquisto giornaliero, vengono privilegiati prodotti
provenienti dalla campagna romana?
Se sì, di quali prodotti si tratta?
43
44
Se no, come gestisce l'invenduto?
41
42
Occasionale
Parenti
E che tipo di personale?
La scelta di tali prodotti deriva da quali di queste
caratteristiche?
Qual è la quantità media (in kg) di acquisto che
effettua giornalmente?
Qual è la quantità media (in kg) di acquisto giornaliera
di prodotti provenienti dalla campagna romana?
Conserva prodotti invenduti alla fine della giornata?
40
56
A clienti fissi (ristoranti, ...)
Su prenotazione
Sì, mezzi propri
No, mezzi propri
Sì, personale proprio No, personale proprio
No
Quotidiana
2/3 volte a settimana
Altro
Qualità
Prezzo
Freschezza
Provenienza Metodo produz. Stagionalità
Produttori Roma
Produttori Latina
Produttori Lazio
Produttori Italia
Consegna diretta banco
Approvvigionamento diretto
Quotidiana
2/3 volte a settimana
Altro
Sì
No
Sì, perché mi fido del fornitore
No
Sì
No
Sì
No
Compilare scheda allegata
Maggiore freschezza
Qualità
Sì
No
Prezzo
Lo metto in promozione nel corso dell'ultima ora
di acquisto
Lo metto in promozione la mattina successiva
Altro
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
53
Sezione "motivazionale"
Sì
Si occupa direttamente degli acquisti dei prodotti?
Sì
A che ora arriva al CAR di solito per essere sicuro di
trovare i prodotti migliori per la propria attività
commerciale?
Sì
Trova pesante doversi occupare personalmente di
approvvigionamento e rivendita dei prodotti presso il
banco?
Sì
Il sacrificio di alzarsi di notte è compensato dal
profitto che riesce a realizzare?
Sì
Lo spostamento dei mercati generali da Ostiense a
Guidonia Le ha creato disagi?
Quanto è importante nella sua attività la scelta
personale dei prodotti da acquistare?
Sì
Se trovasse una convenienza particolare,
delegherebbe una struttura terza agli acquisti dei
prodotti del suo banco?
Se sì, quale percentuale del prezzo del prodotto
< 1%
destinerebbe a questo servizio?
2 - 5%
Sì
Avverte la necessità di sviluppo di alcuni servizi?
54
Se sì, potrebbe specificare il tipo di servizio?
55
Sarebbe interessato ad acquistare prodotti della
campagna romana certificati ed in vendita presso uno
stand al CAR?
Specializzerebbe il suo banco con produzione
esclusivamente della campagna romana garantita da
un marchio di qualità?
Ha dei suggerimenti da dare in merito al progetto in
oggetto?
45
46
47
48
49
50
51
52
56
57
No
No
No
No
No
No
1 - 2%
> 5%
No
Sì
No
Sì
No
Il sottoscritto
dichiara, sotto propria responsabilità, di aver letto preliminarmente al signore/a:
l'informativa ex legge 675
secondo la formulazione sopra riportata e di aver ottenuto il consenso espresso e libero dell'intervistato stesso.
Data
l'oggetto del progetto, vale a dire la sezione
“motivazionale”.
Da questa emergono, del resto, i fabbisogni
informativi, formativi e di servizio sulla base
delle esigenze espresse dagli operatori del settore. Come si evince da quanto descritto fino
ad ora, il campione intervistato è assai significativo, poiché si tratta del 17% del totale delle
imprese attive nei mercati rionali romani,
mentre la percentuale sale vistosamente se si
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Firma dell'intervistatore
considera il numero dei mercati visitati, che
corrisponde al 64,5% del totale dei mercati
rionali censiti in questo scritto (escluso il
municipio di Ostia e Vitinia).
Prima di procedere all'elaborazione dei dati
e, dunque, agli output del presente studio, è
opportuno fornire ancora qualche indicazione
di massima circa la metodologia applicata.
Infatti, sempre per quanto concerne la terza
fase, è stato necessario approntare un sistema
57
di lettura incrociata dei dati, poiché sarebbe
stato sterile fornire semplicemente i dati
quantitativi ottenuti grazie alle interviste.
Questa operazione non è stata né semplice
né rapida, poiché le informazioni ottenute
rappresentano una pressoché inesauribile
fonte di conoscenza del settore e della condizione in cui si trova l'intera categoria dei det-
taglianti dei mercati rionali romani. Il loro
approfondimento necessita, pertanto, di
tempi più lunghi per un'analisi completa e
dettagliata. Inoltre, per quanto concerne le
fasi iniziali e soprattutto la prima fase della
presente indagine, anche in questo caso si
sono presentati dei piccoli ostacoli, facilmente
superati, ma che hanno rallentato le attività
Tabella allegata al questionario.
Ortaggi e frutta
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
DOP/IGP
Calendario di acquisto
previsto*
1
2
3
4
Acquisto
giornaliero
Acquisto non
giornaliero
Prodotti
romani
Pomodoro
Peperone
Peperoncino
Melanzana
Patata
Funghi coltivati
Fragola
Cetriolo
Zucchina
Zucca
Melone
Cocomero
Fagiolo
Pisello
Fava
Lenticchie
Ceci
Cicerchia
Cipolla
Porro
Scalogno
Aglio
Indivia
Lattuga
Rucola
Cicoria
Valerianella
Sedano
Finocchio
Spinacio
*Barrare il trimestre in cui si prevede l'acquisto del prodotto.
58
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
nel complesso.
Infatti, l'elaborazione del questionario ha
dovuto essere preceduta da una seppur breve
ricerca di mercato concernente il “mondo”
degli ambulanti di Roma, l'organizzazione
comunale dei mercati, le normative di riferimento, ecc., al fine di poter essere in grado di
somministrare un questionario efficace, ma
soprattutto pertinente.
Tabella allegata al questionario.
Ortaggi e frutta
31
32
33
34
35
36
37
38
99
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
DOP/IGP
Calendario di acquisto
previsto*
1
2
3
4
Acquisto
giornaliero
Acquisto non
giornaliero
Prodotti
romani
Barbabietola da coste
Cardo
Carciofo
Cavolo
Asparago
Carota
Rapa
Ravanello e
ramolaccio
Barbabietola da orto
Broccolame
Mele
Pere
Pesche
Albicocche
Susine
Arance
Limoni
Uva
Kiwi
Ciliegie, amarene e
visciole
Mele cotogne
Fichi
Kaki
Nespole
Castagne
Nocciole
Mandorle
Noci
Olive
Piante aromatiche e da
condimento
*Barrare il trimestre in cui si prevede l'acquisto del prodotto.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
59
6 Fabbisogni emersi ed ipotesi di
miglioramento
6.1 Introduzione
In questo ultimo capitolo saranno esposti per
grandi linee i risultati dell'indagine svolta
presso i mercati rionali selezionati. Tali risultati sono accompagnati da grafici, diagrammi
a torta o istogrammi, che semplificano la lettura della gran mole di informazioni raccolte.
In particolare, verranno commentati nell'ordine i grafici per risposta, secondo un metodo
di valutazione prettamente rivolto a studiare a
fondo, sulla base del campione esaminato, i
fabbisogni emergenti e le esigenze in termini
di servizi da sviluppare, migliorare e/o creare
ex novo per i dettaglianti dei mercati rionali
romani.
Inoltre, occorre precisare come alcune
domande del questionario siano state inizialmente lasciate aperte a causa della non conoscenza approfondita del settore e del campione che sarebbe stato successivamente intervistato, mentre in fase di elaborazione è stato
possibile “chiudere” le risposte riassumendole
in categorie specifiche. Questa azione ha semplificato notevolmente il processo di elaborazione stesso dei questionari e, conseguentemente, la lettura dei risultati.
Per quanto concerne, infine, l'output relativo alle esigenze ed ai fabbisogni avvertiti dai
dettaglianti dei mercati rionali intervistati,
determinanti sono le risposte ottenute dalla
domanda 54. Una domanda che rappresenta
la chiave di lettura del presente studio, se
valutato nell'ottica del suo obiettivo generale:
vale a dire la rilevazione delle esigenze in termini di servizi e/o formazione dei rivenditori
ambulanti dei mercati rionali di Roma.
6.2 Analisi delle domande
Come riportato fin dall'inizio del capitolo 5,
relativo all'esposizione della metodologia e
della struttura adottate per condurre l'indagine e completare lo studio, come da progetto,
il campione di ambulanti dei mercati rionali
operanti nel settore ex Tabella VI è composto
da 425 unità, che su un totale di 2496 attività in esercizio, rappresenta ben il 17% del
62
totale delle imprese attive.
Sempre riepilogando quanto precedentemente riportato, su 130 mercati rionali presenti sul territorio romano (esclusi quelli di
Ostia e Vitinia), ne sono stati visitati 84, vale
a dire il 64,5% del totale dei mercati censiti in
questo scritto (cfr. tabelle capitolo 2).
Di seguito si procederà all'analisi delle singole risposte date dagli intervistati alle
domande contenute nel questionario, sottolineando come per ogni commento sarà a
disposizione un grafico oltre al numero di
risposte sulla base delle quali sono avvenute le
elaborazioni. L'analisi sarà, in questa prima
fase, suddivisa secondo la ripartizione in
sezioni del questionario stesso.
Quindi, si procederà inizialmente a riportare le informazioni relative alla sezione
Anagrafica, poi Approvvigionamento e, per
finire, Motivazionale.
E' utile rammentare, infine, che non tutte
le domande verranno commentate per questioni di opportunità e, quindi, nelle singole
analisi sarà riportata sempre la domanda di
riferimento, dalla quale sono sortite le elaborazioni grafiche.
Anagrafica
La domanda 1 (Età?), alla quale hanno risposto 423 intervistati su 425, evidenzia come si
ripartisce il campione per classi di età: in particolare, solo l'1% ha un'età inferiore ai 25
anni, mentre per le altre tre fasce di età tale
percentuale sale nettamente. Così, il 28%
degli intervistati è di età compresa tra i 25 ed
i 40 anni; il 38% tra i 41 ed i 55 anni; il 33%
supera i 55 anni (fig.1).
La domanda 4 (Ha sempre operato in questo mercato?) che fornisce un'utile indicazione circa l'esperienza di settore in quel municipio da parte del rivenditore intervistato, è la
prima di una terna di domande a cascata
insieme alle domande 6 e 7. Il 93% di 423
persone che hanno risposto non si sono mai
spostate dal mercato in questione, mentre
solo il 7%, in effetti, negli anni precedenti ha
trasferito la propria attività da un altro mercato (fig.2).
La domanda 6 (Quali sono i motivi che
BIC Notes – settembre 2004 – Focus
Grafico 1 - Età intervistati. (n° risposte 423).
< 25 anni
1%
> 55 anni
33%
Tra 25 e 40
28%
Tra 41 e 55
38%
Grafico 2 - Ha sempre operato in questo mercato? (n° risposte 423).
No 7%
Si 93%
Grafico 3 - Quali sono i motivi che l’hanno indotta a spostarsi? (n° risposte 25).
Personali 36%
Di lavoro 64%
BIC Notes – settembre 2004 – Focus
63
Grafico 4 - Se si tratta di motivi di lavoro specificare quali (n° risposte 16). Dati %.
40%
30%
20%
10%
0%
Soppresso
il mercato
Mercato
in declino
Maggiore
clientela
Altro
Grafico 5 - Da quanti anni opera al banco del mercato? (n° risposte 418).
> 30 anni
21%
< 5 anni
8%
Tra 5 e 15
33%
Tar 16 e 30
38%
l'hanno indotta a spostarsi?) è strettamente
legata alla domanda 4 e fornisce un ulteriore
dettaglio circa l'esperienza di settore, poiché,
tra coloro che si sono spostati da altra zona, si
evidenzia come il 36% lo abbia fatto per motivi personali, mentre ben il 64% ha optato per
il nuovo mercato per motivi di lavoro (fig.3).
La domanda 7 (Se si tratta di motivi di
lavoro, potrebbe specificare quali?), anch'essa
collegata alle domande 4 e 6, infine, ci dettaglia che, tra coloro i quali hanno risposto di
avere spostato la propria attività presso il mercato attuale per motivi di lavoro, il 13% lo ha
fatto perché il mercato di provenienza era in
declino; il 19% perché il mercato è stato addirittura soppresso; il 38% perché alla ricerca di
64
maggiore clientela; il 31% per motivi altri
(fig.4). La domanda 8 (Da quanti anni opera
al banco del mercato?), che ci fornisce sempre
informazioni di tipo “esperienza di settore”,
ha ottenuto risposte piuttosto varie. In particolare, l'8% degli intervistati ha detto di operare presso il banco del mercato da meno di 5
anni; il 33% vi lavora da più di 5 e da meno di
15 anni; tra i 16 ed i 30 anni vi sono impegnati il 38% degli intervistati; il 21% addirittura opera al banco da più di 30 anni (fig.5).
La domanda 9 (Che dimensioni ha il suo
banco (in mq)?) dà indicazioni utili circa le
caratteristiche dimensionali dell'attività: il
19% degli intervistati possiede un banco inferiore ai 9 mq; il 39% ne ha uno di dimensioni
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Grafico 6 - Che dimensioni ha il suo banco (mq)? (n° risposte 415).
> 20 mq
7%
da oltre 15 a 20 mq
35%
< 9 mq
19%
da 9 a 15 mq
39%
Grafico 7 - Ha sempre svolto l’attività in un mercato? (n° risposte 418).
No 5%
Si 95%
comprese tra 9 e 15 mq; da oltre 15 a 20 mq
il 35%; solo il 7% ha un banco di metratura
superiore a 20 mq (fig.6).
La domanda 14 (Ha sempre svolto l'attività
in un mercato?) evidenzia come il 95% ha
sempre svolto quel genere di attività (fig.7) e
come solo il 5% dei 418 ambulanti che hanno
fornito una risposta, ha svolto altre attività
prima di iniziare quella dietro al banco di un
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
mercato rionale.
La domanda 15 (E' un'attività di famiglia?), inoltre, ci specifica ulteriormente quanto è radicata l'attività svolta dagli intervistati
nella loro vita familiare e da essa si evince che
ben il 55% svolge, in effetti, un'attività cosiddetta di famiglia, mentre meno della metà,
ovvero il 45%, non proviene da una famiglia
con precedenti esperienze nel settore della
65
Grafico 8 - É un’ attività di famiglia? (n° risposte 408).
No 45%
Si 55%
Grafico 9 - Se si quale familiare ha iniziato? (n° risposte 223).
Marito o moglie 3%
Altro 16%
Suocero o suocera 7%
Zii o cugini 6%
Padre o madre 68%
rivendita ambulante di prodotti ortofrutticoli
freschi (fig.8). La domanda 16 (Se sì, quale
familiare ha iniziato?), a cascata rispetto alla
precedente, ci fornisce l'ulteriore indicazione
secondo la quale, gli intervistati che hanno
risposto positivamente alla domanda 15 e,
quindi, che hanno rilevato o continuato l'atti66
vità di famiglia, lo hanno fatto perché attività
della moglie/del marito per il 3%; perchè di
zii o cugini per il 6%; perché di suocera/suocero per il 7%; direttamente da padre/madre
per il 68%. Un ulteriore 16% ha risposto altro,
di cui la maggior parte indicando i nonni come
originari imprenditori del settore (fig.9).
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Grafico 10 - Anno di inizio attività (n° risposte 420).
Dopo il 2000
7%
Dal 1995 al 2000
17%
Prima del 1975
23%
Dal 1985 a prima del 1995
31%
Dal 1975 a prima del 1985
22%
Grafico 11 - Altre persone operano al banco? (n° risposte 415).
Si 42%
No 58%
La domanda 17 (Anno di inizio attività?) si
pone anch'essa nella scia della rilevazione dell'esperienza di settore, come del resto vuole
questa specifica sezione del questionario,
indagando sulla longevità o meno dell'attività. Il dato interessante riguarda proprio le
attività cosiddette maggiormente datate, che
risalgono cioè a prima del 1975: esse risultano essere il 23% su un campione di 420 interviste; dal 1975 a prima del 1985 si pone il
22% degli ambulanti intervistati; dal 1985 a
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
prima del 1995 il 31%; dal 1995 al 2000 il
17%; dopo il 2000 solo il 7% (fig.10).
La domanda 18 (Altre persone operano al
banco?), dalla quale deriveranno le successive
tre domande (19-21), ci fornisce anch'essa
una informazione di tipo dimensionale dell'impresa.
In particolare, mentre il 58% di 415 interviste ci dice che non vi sono altre persone
impegnate nell'attività del banco; il 42%
risponde affermativamente (fig.11).
67
Grafico 12 - Se si, si tratta di familiari o altro? (n° risposte 166). Dati %.
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Familiare
Dipendente
Altro
Grafico 13 - Hanno funzioni di vendita? (n° risposte 164).
No 6%
Si 94%
La domanda 19 (Se sì, si tratta di familiari o
altro?) entra nel dettaglio sottolineando come, di
quel 42% che ha risposto affermando di avere
altre persone che operano al banco, ben l'88,6%
risponde che si tratta di familiari, mentre il 4,8%
che hanno dei dipendenti ed il 7,8% altro, inteso
nel senso che si tratta di personale non impe68
gnato nella vendita al banco (fig.12).
La domanda 20 (Hanno funzioni di vendita?), infatti, specifica proprio quella tipologia
identificata con "altro" e ci informa che il 94%
del personale impegnato al banco svolge
effettivamente funzioni di vendita, mentre
solo il 6% ha altri incarichi (fig.13).
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Grafico 14 - Se no, quali attività svolgono? (n° risposte 8).
Aiuto 11%
Consegne 11%
Facchinaggio 45%
Preparazione per
la vendita 33%
Grafico 15 - L’attività commerciale ha subito sviluppi da quando ha rilevato il banco?
(n° risposte 366).
Si 31%
No 69%
La domanda 21 (Se no, quali attività svolgono?) ripartisce ulteriormente quel residuale
6% ottenuto dalla risposta precedente, sottolineando come l'11% del personale è di aiuto;
l'11% effettua consegne; il 33% prepara i prodotti per la vendita (quarta gamma, ad esempio); il restante 45% si occupa del facchinaggio (fig.14).
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
La domanda 22 (L'attività commerciale ha
subito sviluppi da quando ha rilevato il
banco?), sempre nell'ottica di descrivere le
caratteristiche dimensionali dell'impresa con
un occhio all'esperienza di settore, ci dice che
il 69% non ha modificato il banco da quando
lo ha rilevato, mentre il 31% ha risposto affermativamente (fig.15).
69
Grafico 16 - Utilizza mezzi propri per l’approvvigionamento? (n° risposte 419).
Auto 10%
Altro 2%
Camion o furgone 70%
No 18%
Grafico 17 - Se effettua consegne a domicilio, di che tipo di servizio si tratta?
(n° risposte 55). Dati %.
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
A clienti fissi
(ristoranti,...)
La domanda 23 (Utilizza mezzi propri per
l'approvvigionamento?) e la domanda 24 (Se
sì, che tipo di mezzo?) vengono analizzate
congiuntamente, perché parte integrante
l'una dell'altra.
Infatti, gli intervistati che hanno risposto
affermativamente all'utilizzazione di mezzi
propri per l'approvvigionamento, vale a dire
l'82% di 419, si distingue in un 70% che utilizza camion o furgone; un 10% che fa uso
dell'automobile; un 2% che usa altri mezzi
70
Su prenotazione
(fig.16). La domanda 25 (Se effettua consegne a domicilio, di che tipo di servizio si tratta?) ci fornisce una indicazione netta, poiché
su 55 risposte rispetto al campione di 425
interviste, l'87,3% effettua consegne a clienti
fissi (ristoranti, ecc.) ed il 29,1% su prenotazione. Come si nota, si tratta di percentuali
che superano il 100%, poiché il calcolo è stato
fatto sul campione di 55 interviste per un'attività che può suddividersi per la medesima
impresa sia in consegne a clienti fissi che su
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Grafico 18 - Se si, utilizza mezzi o personale proprio per la consegna a domicilio dei prodotti venduti?
(n° risposte 59).
Personale
proprio
Mezzi
propri
0%
20%
40%
60%
Si
80%
100%
No
Grafico 19 - Che tipo di mezzi? (n° risposte 45). Dati %.
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
A piedi
Scooter
prenotazione contemporaneamente (fig.17).
La domanda 26 (Se sì, utilizza mezzi o personale proprio per la consegna a domicilio dei
prodotti venduti?) specifica come quei banchi
che hanno la disponibilità di un servizio di
consegna a domicilio lo fanno con personale
proprio al 90% circa e con mezzi propri al 92%
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Auto
Furgoncino
circa (fig.18).
La domanda 27 (Che tipo di mezzi?), infine, riallacciandosi alla precedente, ci dice che
tali consegne a domicilio vengono effettuate
per il 6,7% a piedi; per il 13,3% con uno scooter; per il 20% con l'automobile; per il 66,7%
con il furgoncino (fig.19).
71
Approvvigionamento
La domanda 29 (Si approvvigiona totalmente
al CAR?) tende ad individuare il numero di
intervistati che si reca esclusivamente al CAR
per gli acquisti per l'approvvigionamento del
proprio banco. Ad essa hanno risposto affermativamente il 60% degli intervistati, mentre
il 40% ha detto che l'approvvigionamento
avviene anche mediante altre fonti (fig.20).
La domanda 30 (Con quale cadenza si
approvvigiona al CAR?) presuppone naturalmente, che a rispondere siano coloro i quali
hanno dato risposta affermativa alla domanda
29. Quindi, si evince che il 65% di essi si reca
con cadenza quotidiana al CAR; il 32% lo fa 2
o 3 volte alla settimana; il 3% ha risposto altro
(fig.21). La domanda 31 (Quali sono le caratteristiche del prodotto che preferisce per ordine di importanza?) fornisce una informazione
assai utile sia se analizzata dal punto di vista
del venditore che da quello del consumatore.
Il risultato dell'indagine è oltremodo importante, poiché ci dice che la scelta del prodotto da parte del banchista si basa prima di tutto
sulla qualità; poi sulla freschezza; a seguire sul
prezzo; provenienza; metodo di produzione;
Grafico 20 - Si approvvigiona totalmente al CAR? (n° risposte 408).
Si 60%
No 40%
Grafico 21 - Con quale cadenza si approvvigiona al CAR? (n° risposte 309).
Altro 3%
Quotidiana 65%
2/3 volte a settimana
32%
72
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
stagionalità. Scelta evidentemente guidata
dalle preferenze del consumatore (fig.22).
La domanda 32 (Se non compera al CAR,
quali sono gli altri fornitori?) è anch'essa di
primaria importanza ai fini del presente studio, dato che evidenzia i vari canali di approvvigionamento dei dettaglianti dei mercati rionali romani. In particolare, si vede come il 7%
degli intervistati si reca al Mercato ortofrutticolo di Fondi (MOF) e grande concorrente
del CAR; l'8% lo fa presso grossisti direttamente; il 9% da produttori nazionali; il 21%
presso produttori romani; il 28% dai produttori di Latina; il 34% presso produttori regionali (fig.23).
La domanda 33 (Qual è la modalità di
approvvigionamento da questi fornitori?) ci
spiega come avviene detto approvvigionamento. Nello specifico, il 3% vende prodotti
propri; il 28% si fa effettuare la consegna dei
prodotti da vendere direttamente al banco; il
68% si approvvigiona direttamente dai diversi
fornitori; solo un 2% segue altre modalità non
meglio specificate (fig.24).
Grafico 22 - Quali sono le caratteristiche del prodotto che preferisce? Ordinare da 1 a 7 in ordine di
importanza. (n° risposte 364).
7
6
5
4
3
2
1
0
Qualità
Prezzo
Freschezza
Provenienza
Metodo
Produzione
Stagionalità
Grafico 23 - Se non compera al CAR, quali sono gli altri fornitori? (n° risposte 170). Dati percentuali.
Grossisti
8
M.O.F.
7
Produttori Italia
9
Produttori Lazio
34
Produttori Latina
Produttori Roma
28
21
Grafico 24 - Qual’è la modalità di approvvigionamento da questi fornitori? (n° risposte 168). Dati percentuali.
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Consegna Approvvigionamento Prodotti
diretta banco
diretto
propri
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Altro
73
La domanda 34 (Con quale cadenza settimanale si approvvigiona presso questi fornitori - non CAR?) è molto utile per conoscere le
abitudini di quei banchisti che non si recano
al CAR esclusivamente.
Il 36% di questi si recano presso detti fornitori quotidianamente; il 60% con una
cadenza di 2 o 3 volte alla settimana; il 4%
segue una differente modalità non meglio evidenziata (fig.25).
La domanda 35 (Le modalità di approvvigionamento differiscono a seconda della stagione?) effettivamente dimostra che la stagionalità incide sulle modalità di approvvigiona-
mento per il 95% degli intervistati circa.
La domanda 36 (Ci sono prodotti che abitualmente acquista da un determinato fornitore?) ci fornisce anch'essa un dettaglio di
rilievo evidenziando come l'80% circa degli
intervistati ammette di acquistare abitualmente prodotti da un determinato fornitore.
La domanda 37 (Acquista sempre i prodotti seguendo le tendenze di consumo dei propri clienti?), come la domanda 31, ci conferma che il 94% dei banchisti segue le tendenze
di consumo dei propri clienti negli acquisti
dei prodotti da vendere sul proprio banco
(fig.26).
Grafico 25 - Con quale cadenza settimanale si approvvigiona presso questi fornitori?
(n° risposte 170).
Altro 4%
Quotidiana 36%
2/3 volte a settimana
60%
Grafico 26
Domanda n. 35
Risp. 379
Domanda n. 36
Risp. 387
Domanda n. 37
Risp. 410
0%
20%
40%
Si
74
60%
80%
100%
No
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
La domanda 38 (Nell'acquisto giornaliero,
vengono privilegiati prodotti provenienti
dalla campagna romana?) si riallaccia direttamente al capitolo 4° di questo rapporto e ci
fornisce una assai utile indicazione, poiché, in
effetti, il 47% dei 416 intervistati che vi hanno
risposto dicono di sì (fig.27).
La domanda 40 (La scelta di tali prodotti provenienti dalla campagna romana deriva da
quali di queste caratteristiche?), come la
domanda 31, fornisce un dato significativo se
si considera il target di questo progetto.
In effetti, l'output delle risposte ci dice che
il prodotto romano viene preferito per la sua
maggiore freschezza (52,6%); poi per la sua
qualità (48,1%); infine, per il prezzo (27%)
(fig.28). La domanda 41 (Qual è la quantità
media (in kg) di acquisto che effettua giornalmente?) è anch'essa di fondamentale importanza ai fini del presente studio. Essa ci informa che il 12% degli intervistati acquista quo-
tidianamente dai 5 ai 10 quintali di prodotti;
il 34% da 3 a meno di 5 quintali; il 46% da 1
a meno di 3 quintali; l'8% meno di 1 quintale
di prodotti al giorno (fig.29).
La domanda 43 (Conserva prodotti invenduti alla fine della giornata?) è indicativa di
una caratteristica dimensionale del banco,
poiché ci dice se può conservare o meno prodotti deperibili. Il 67% degli intervistati afferma di conservarli, mentre il 33% risponde
negativamente (fig.30).
La domanda 44 (Se no, come gestisce l'invenduto?), infine, ci fornisce una indicazione
di massima delle modalità di smaltimento dei
prodotti invenduti.
In particolare, il 92,8 dei banchisti intervistati mette la merce in promozione nell'ultima ora di acquisti, se è rimasta invenduta; il
4,8% la mette in promozione la mattina successiva; mentre solo il 3,2% risponde un non
meglio identificato altro (fig.31).
Grafico 27 - Nell’acquisto giornaliero vengono privilegiati prodotti provenienti dalla campagna
romana? (n° risposte 416).
Si 47%
No 53%
Grafico 28 - La scelta di tali prodotti deriva da quali di queste caratteristiche?
(n° risposte 293). Dati percentuali.
Qualità
Prezzo
Maggiore freschezza
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
48,1
27,0
52,6
75
Grafico 29 - Qual’è la quantità media di acquisto giornaliera di prodotti provenienti dalla campagna
romana? (n° risposte 119).
Da 5 a 10 quintali 12%
< 1 quintale 8%
Da 3 a meno di 5 quintali
34%
Da 1 a meno di 3 quintali
46%
Grafico 30 - Conserva prodotti invenduti alla fine della giornata? (n° risposte 393).
Si 67%
No 33%
Grafico 31 - Se no, come gestisce l’invenduto? (n° risposte 125). Dati percentuali.
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Lo metto in
promozione
nell’ultima ora
d’acquisto
76
Lo metto in
promozione la
mattina
successiva
Altro
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Motivazionale
La domanda 45 (Si occupa direttamente
degli acquisti dei prodotti?) è molto indicativa di una tendenza comune a pressoché tutti i
banchisti intervistati. In particolare, il 96%
degli ambulanti ha risposto a questa domanda
in maniera affermativa, mentre solo il restante
4% ha detto no (fig.32).
La domanda 46 (A che ora arriva al CAR di
solito per essere sicuro di trovare i prodotti
migliori per la propria attività commerciale?)
rappresenta una porta di accesso alla scoperta
dei disagi cui è sottoposta la categoria dei dettaglianti dei mercati rionali. Infatti, come evidenziato nel grafico a seguire, delle 295 persone che hanno risposto a questa domanda,
l'81,7% afferma di giungere al CAR nell'orario compreso tra le 2 e le 4 di notte; l'1,4% vi
si reca addirittura prima delle due di notte;
mentre il 16,9% vi si reca dopo le 4 (fig.33).
Grafico 32 - Si occupa direttamente degli acquisti dei prodotti? (n° risposte 425).
No 4%
Si 96%
Grafico 33 - A che ora arriva al CAR di solito per essere sicuro di trovare i prodotti migliori per una
propria attività commerciale? (n° risposte 295). Dati percentuali.
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Prima delle
02.00
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Tra le
02.00 e le
04.00
Dopo le
04.00
77
La domanda 47 (Trova pesante doversi
occupare personalmente di approvvigionamento e rivendita dei prodotti presso il
banco?), come la precedente domanda, è indicativa di una condizione potenziale di disagio.
La risposta non confuta questa potenzialità,
poiché poco meno del 70% degli intervistati
ammette di trovare pesante il doversi occupare personalmente sia della fase dell'approvvigionamento che di quella successiva della vendita. La domanda 48 (Il sacrificio di alzarsi di
notte è compensato dal profitto che riesce a
realizzare?), come le altre domande di questa
sezione, tenta di insinuare qualche perplessità
negli intervistati stimolandoli a riflettere e
conseguentemente ad esprimere i loro disagi
oltre che le esigenze in termini di servizi da
sviluppare, potenziare o migliorare. Solo il
25%, del resto, dice che il sacrificio di recarsi
in piena notte presso i fornitori è compensato
dai profitti.
La domanda 49 (Lo spostamento dei mercati generali da Ostiense a Guidonia Le ha
creato disagi?) conferma che il 60% e più degli
ambulanti dei mercati rionali romani ha vissuto con un certo disagio il trasferimento dei
Mercati Generali dal centro della Capitale a
Guidonia (fig.34).
La domanda 50 (Quanto è importante
nella sua attività la scelta personale dei prodotti da acquistare?) si ricollega alla domanda
45, ma va oltre, perché indaga sulla volontà
dell'intervistato di scegliere o meno personalmente i prodotti da acquistare.
Grafico 34
Domanda n. 47
Risp. 397
Domanda n. 48
Risp. 365
Domanda n. 49
Risp. 390
0%
20%
40%
Si
60%
80%
100%
No
Grafico 35 - Quanto è importante nella sua attività la scelta personale dei prodotti da acquistare?
(n° risposte 410). Dati percentuali.
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Moltissimo
78
Molto
Abbastanza
Poco
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
In effetti, la risposta assume un certo rilievo ai fini di questo studio, dato che il 71,5%
dichiara che tale scelta è molto importante,
mentre il 27,3% addirittura le attribuisce moltissima importanza. Solo l'1% dice che la scelta personale dei prodotti è abbastanza importante laddove lo 0,2% dichiara che essa è poco
importante (fig.35).
La domanda 51 (Se trovasse una convenienza particolare, delegherebbe una struttura terza agli acquisti dei prodotti del suo
banco?) entra formalmente nel merito del fine
di questo rapporto poiché tende a rilevare se
gli ambulanti dei mercati rionali sono pronti o
potenzialmente pronti a delegare ad una
struttura terza gli acquisti presso il CAR e/o
altri fornitori.
In effetti, la maggior parte di essi ha risposto negativamente (l'81%), tuttavia il 19% ha
dato una risposta affermativa, aprendo la strada alla possibilità di avviare uno studio di fattibilità sulla creazione di una impresa di logistica che agisca da intermediario degli acquisti
tra fornitori e rivenditori. Il 19% di un campione di 425 intervistati, infatti, se riportato
al numero complessivo di attività in esercizio
ex Tabella VI, vale a dire 1883 imprese, costituisce un nucleo sufficientemente ampio di
potenziali fruitori del servizio (ben 357
imprese) (fig.36).
La domanda 52 (Se sì, quale percentuale
del prezzo del prodotto destinerebbe a questo
servizio?) compie ancora un piccolo passo
avanti, dato che quel 19% della domanda 51
viene stimolato ed incentivato ancora a fornire una risposta precisa circa il margine di guadagno cui sarebbe disposto a rinunciare pur di
delegare a terzi l'incombenza della fase dell'approvvigionamento. Anche questo dato ha
una sua rilevanza indubbia: mentre il 15,6%
destinerebbe a tale servizio meno dell'1% del
prezzo del prodotto, il 68,8% destinerebbe ad
esso una percentuale che si pone tra 1 ed il 2%
del prezzo stesso. Il 14,3% rivela che rinuncerebbe ad un guadagno dal 2 al 5% del prezzo
del prodotto, mentre solo l'1,3% destinerebbe
al servizio in questione un margine di profitto superiore al 5% (fig.37).
La domanda 53 (Avverte la necessità di sviluppo di alcuni servizi?), infine, ci dice apertamente che il 58% degli intervistati reputa
necessario sviluppare taluni servizi, poi esplicitati nella domanda 54, che analizzeremo
senza grafico nel paragrafo dedicato alle esigenze ed ai fabbisogni formativi, informativi e
di servizi espressi dai banchisti (fig.38).
Grafico 36 - Se trovasse una convenienza particolare, delegherebbe una struttura terza agli acquisti
dei prodotti del banco? (n° risposte 411).
Si 19%
No 81%
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
79
La domanda 55 (Sarebbe interessato ad
acquistare prodotti della campagna romana
certificati ed in vendita presso uno stand al
CAR?) è anch'essa direttamente volta ad individuare eventuali servizi da sviluppare per
facilitare la fase dell'approvvigionamento dei
banchisti dei mercati rionali e, nel contempo,
favorire la produzione locale. La risposta di
tipo affermativo a questa domanda è stata del
64% degli intervistati: risposta che apre
ampiamente la strada allo sviluppo di un servizio ad hoc mediante, ad esempio, la creazione di un banco con esclusivamente produzione romana cui approvvigionarsi in maniera
agevole e rapida grazie ad un rapporto di fiducia tra ambulante e fornitore. Fiducia basata
sulla qualità del prodotto romano, la freschezza, la tracciabilità, il prezzo (fig.39).
Grafico 37 - Se si, quale percentuale del prezzo del prodotto destinerebbe a questo servizio?
(n° risposte 77). Dati percentuali.
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
< 1%
Da 1 a meno
del 2%
Dal 2 al 5%
> 5%
Grafico 38 - Avverte la necessità di sviluppo di alcuni servizi? (n° risposte 291).
Si 58%
No 42%
80
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
La domanda 56 (Specializzerebbe il suo
banco con produzione esclusivamente della
campagna romana garantita da un marchio di
qualità?), come la domanda precedente, tende
a sostenere la produzione locale ed è molto
interessante vedere come ben il 46% degli
intervistati ha risposto affermativamente
aprendo la strada ad una concreta implemen-
tazione del capitolo 4 concernente i marchi di
qualità ed, in particolare, il marchio
Campagna romana (fig.40).
Relativamente a queste ultime due domande, infine, sono stati elaborati altri due grafici, che ci forniscono un ulteriore dettaglio
circa la distribuzione delle risposte affermative o negative per municipio. Questo dato può
Grafico 39 - Sarebbe interessato ad acquistare prodotti della campagna romana certificati ed in
vendita presso uno stand al CAR? (n° risposte 411).
Si 64%
No 36%
Grafico 40 - Specializzerebbe il suo banco con produzione esclusiva della campagna romana garantita
da un marchio di qualità? (n° risposte 413).
Si 46%
No 54%
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
81
Grafico 41 - Sarebbe interessato ad acquistare prodotti della campagna romana certificati ed in
vendita presso uno stand al CAR? Distribuzione per Municipio. (n° risposte 408).
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Si
10 15 16 17 18 19 20
No
Grafico 42 - Specializzerebbe il suo banco con produzione esclusiva della campagna romana garantita
da un marchio di qualità? Distribuzione per Municipio. (n° risposte 413).
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
1
2
3
4
5
6
7
Si
82
8
9
10 15 16 17 18 19 20
No
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
tornare utile nel momento in cui si procedesse nello studio di fattibilità relativo alla creazione di uno stand specializzato nella vendita
di prodotti certificati della campagna romana
ed ubicato presso il CAR e/o alla specializzazione dei banchi dei mercati rionali con produzione esclusivamente della campagna
romana garantita da un marchio di qualità
(fig.41 e fig.42).
6.4 Fabbisogni informativi, formativi e
di servizi dei banchisti dei mercati
rionali
Senza dubbio è questo il paragrafo cardine
intorno al quale ruota il progetto ed il suo
obiettivo.
Come già accennato nelle pagine precedenti, le risposte alla domanda 54 del questionario hanno fornito le informazioni necessarie
per delineare un ipotetico quadro di intervento. Scopo dell'intervento è sostenere la categoria degli ambulanti dei mercati rionali
romani la cui funzione, come si evince fin
dalle prime pagine di questo rapporto, è di
fondamentale importanza: da un lato perché i
mercati rappresentano il luogo ideale dove il
venditore educa il cliente all'acquisto e, nel
contempo, il consumatore può confrontare e
discutere il prezzo della merce in vendita; dall'altro, perché i dettaglianti dei mercati svolgono un ruolo imprescindibile nella nostra
vita quotidiana, un ruolo calmieratore sull'intero sistema distributivo, contribuendo a contenere l'indice generale dei prezzi al consumo
e tutelando, conseguentemente, i consumatori, soprattutto quelli appartenenti alle fasce
sociali ed economiche più deboli.
Inoltre, ed anche questo è stato ribadito fin
dall'inizio del nostro studio, il settore distributivo dei mercati rionali assorbe una forza
lavoro di oltre 30.000 unità sull'intero territorio nazionale e, pertanto, è opportuno
conoscerne a fondo le problematiche, soprattutto, in questa fase di cambiamento delle abitudini di acquisto per contribuire a favorire la
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
“modernizzazione” di questa componente
così vitale per la nostra economia e per la
nostra cultura ed evitare che la moderna
distribuzione scalzi i piccoli rivenditori dei
mercati, in particolare per quelle tipologie di
prodotti quali frutta e verdura fresca.
Dunque, dall'analisi puntuale della domanda numero 54 sono emerse un certo numero
di esigenze da parte dei dettaglianti dei mercati rionali di Roma sulla base delle quali verranno fatte opportune considerazioni.
Tuttavia, prima di passare alla fase dell'analisi vera e propria, è opportuno sottolineare la
metodologia adottata in questo processo di
comprensione e di approfondimento delle
problematiche del settore.
In primo luogo, è da sottolineare che circa
il 74% degli intervistati ha ritenuto opportuno
fornire indicazioni sui disservizi e sulle esigenze più avvertite. Questi dati sono assai
utili perché sintomatici del fatto che la categoria, percepisce, nel complesso, dei disagi
dovuti a diverse motivazioni.
In secondo luogo, la domanda 54 era stata
formulata con risposta aperta proprio per
lasciare all'intervistato totale autonomia ed
indipendenza nella espressione delle proprie
esigenze. In questo modo, però, durante l'elaborazione delle risposte ci si è resi conto che
queste potevano essere codificate, o meglio,
raggruppate in quattro diverse tipologie di
esigenze/fabbisogni di formazione, informazione e servizi.
Tali tipologie sono state individuate sulla
base dei potenziali destinatari delle richieste/esigenze espresse dagli intervistati: destinatari individuati in qualità di soggetti competenti o, comunque, idonei ad intervenire
per rispondere ai fabbisogni emersi e, quindi,
per sostenere lo sviluppo locale del settore.
La quarta delle tipologie individuate non
ha potuto essere catalogata e, quindi, non
verrà trattata nel corso del presente studio.
É stata, quindi, predisposta una tabella riepilogativa che di seguito tratteremo in dettaglio.
83
Tipologia di servizi.
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
26
Esigenze espresse
Abusivi ovunque; maggiori controlli affinché nel mercato sia tutto in regola
Altri generi di vendita (carne, pesce, alimentari)
Esigenza di area carico-scarico
Maggiore e migliore collegamento mezzi pubblici
Migliore disposizione banchi
Migliore viabilità
Necessità del parcheggio
Necessità di celle frigorifere; Magazzini stoccaggio merce
Necessità di mettere carrelli per la spesa
Ordine; Maggiore controllo in termini di vigilanza e sorveglianza
Ristrutturazione mercato/strutture ed infrastrutture migliori; Copertura mercato
Servizi: Aumentare servizi del mercato (Banca, Posta); Servizi esistenti non
funzionanti; Servizi igienici; Maggiore igiene
Servizio di facchinaggio/Prezzi troppo alti
Spazi maggiori di vendita
Spostamento mercato
Troppo dispersivo
Zona scomoda/lontana
Maggiori servizi
Orario: Apertura anticipata; Apertura bisettimanale pomeriggio; Orario
compravendita migliore
Prezzi: Esposizione prezzi; Prezzi di acquisto migliori
Consegna diretta al banco da parte dei fornitori
Metodo di acquisto dei prodotti/Qualità e prezzo
Personale competente
Più iniziative per i mercati rionali
Non si vende più niente
Categoria 1-15:
La prima tipologia di servizi individuata è
quella che si può affrontare più facilmente da
un punto di vista delle eventuali soluzioni da
adottare. Si può affrontare più facilmente non
perché i servizi da sviluppare siano di facile
creazione o sviluppo, bensì perché ad essere
chiamato in causa è direttamente il Comune,
unico ente competente per la gestione e soluzione di questo genere di problematiche.
Infatti, la questione dell'inadeguatezza
delle infrastrutture, della carenza di parcheggi, della scarsa viabilità, di un migliore servizio di collegamento con i mezzi pubblici, di
84
Intervento
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
CAR
CAR
CAR
CAR
CAR
ARM
ARM
ARM
ARM
Altro
una maggiore igiene e/o un più attento servizio di sorveglianza e vigilanza durante e dopo
le ore di mercato, dello sviluppo di servizi ad
hoc per il mercato, quali facchinaggio o carrelli, ecc. sono da considerare come di esclusiva competenza comunale. L'indicazione che
noi ne possiamo ricavare in questa particolare
circostanza consiste nel fatto che i disagi sembrano essere diffusi un po' in tutte le circoscrizioni della Capitale. Sarebbe utile
approfondire, dunque, l'argomento verificando mercato per mercato, municipio per municipio le esigenze emerse, ma esula dal nostro
obiettivo attuale.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
Categoria 16-20:
Anche la seconda delle tipologie di fabbisogni espressi dagli intervistati e raggruppati per
competenza del CAR è sintomatica di una
situazione di disagio avvertita da più parti.
Questo aspetto era ben noto fin dall'analisi
della domanda 49, relativa agli eventuali disagi provocati agli utenti dal trasferimento dei
mercati generali da Ostiense a Guidonia, che
conferma come il 60% e più degli ambulanti
romani non abbia affatto apprezzato la scelta
del Comune circa la nuova ubicazione. E questo per una serie di motivi: Guidonia viene
considerata per lo più una località periferica
della città e, come tale, essa risulta essere scomoda e lontana; molti utenti lamentano la
dispersività del CAR ed esprimono il proprio
disappunto circa gli orari di apertura dei mercati generali, considerati poco flessibili e passibili di miglioramento; circa la sconveniente
esposizione dei prezzi; circa la carenza di
opportuni servizi accessori completamente
assenti nella nuova struttura.
Categoria 21-25:
Per concludere, vi è la terza tipologia di servizi richiesti che presentano un certo interesse per le finalità del presente studio, poiché
trattasi di servizi che potenzialmente rientrano nell'opera di consolidamento intrapresa da
BIC Lazio per affermare il proprio ruolo di
soggetto di riferimento per tutti i progetti
volti a sostenere la crescita del tessuto imprenditoriale locale e per i quali l'ARM può essere
di totale supporto sia nella fase di analisi che
di sviluppo.
1.
In primo luogo, come si evince dalla
tabella, si tratta di fabbisogni piuttosto concreti e che collimano con le finalità dell'ARM.
Quest'ultima da sempre sostiene la necessità
di indirizzare i consumatori verso una produzione di qualità e quindi, conseguentemente,
i rivenditori ambulanti che acquistano la
merce presso i mercati generali. Come specificato nel capitolo 4 del presente studio, per il
consumatore il marchio rappresenta una tutela perché contraddistingue i prodotti con
determinate caratteristiche accertate da controlli, rendendo i prezzi più trasparenti. Per i
produttori è utile differenziare i prodotti per
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
renderli più competitivi grazie alle garanzie
offerte al consumatore e rappresenta un
mezzo per tutelarsi da eventuali contraffazioni. Per il mercato, il marchio rappresenta uno
strumento per migliorare il livello qualitativo
dei prodotti offerti. Da ultimo, il marchio di
origine traduce e rende visibile gli sforzi ottenuti a livello di filiera per ottenere la rintracciabilità del prodotto e le materie prime utilizzate. Del resto, è possibile ipotizzare un intervento teso alla creazione di un banco ad hoc
all'interno del CAR che venda esclusivamente
prodotti della campagna romana "marchiati"
sulla base, proprio, delle risposte alle domande:
domanda 36 (Ci sono prodotti che abitualmente acquista da un determinato fornitore?)
che evidenzia come l'80% degli intervistati
ammette di acquistare abitualmente prodotti
da un determinato fornitore;
domanda 37 (Acquista sempre i prodotti
seguendo le tendenze di consumo dei propri
clienti?), che ci conferma che il 94% dei banchisti segue le tendenze di consumo dei propri clienti negli acquisti dei prodotti da vendere sul proprio banco;
domanda 38 (Nell'acquisto giornaliero,
vengono privilegiati prodotti provenienti
dalla campagna romana?) che si riallaccia
direttamente al capitolo 4° di questo rapporto fornendoci una assai utile indicazione, poiché, in effetti, il 47% degli intervistati risponde affermativamente per quanto concerne la
preferenza accordata ai prodotti provenienti
dalla campagna romana.
Il 46% degli intervistati, inoltre, specializzerebbe addirittura il proprio banco con tale produzione, garantita da un marchio di qualità.
Questo panorama, seppur sommario, è indicativo di una predisposizione di una gran parte
degli ambulanti dei mercati rionali romani a
puntare soprattutto sulla qualità e sull'origine
dei prodotti che in una città come Roma trova
ampio riscontro. In questo senso, è possibile
ipotizzare due tipi di interventi mirati al sostegno della produzione tipica proveniente direttamente dalla campagna romana: infatti, lo scenario tracciato giustifica un'azione che possa coinvolgere, da un lato, lo stesso CAR e, dall'altro,
i singoli mercati rionali.
85
• Per quanto concerne il CAR, sarebbe ipotizzabile un intervento teso alla creazione
di un banco ad hoc al suo interno, un'area
specializzata dedicata esclusivamente alla
vendita di prodotti della campagna romana contraddistinti da un marchio specifico, a garanzia di qualità e di origine.
La localizzazione all'interno del CAR di un'area nella quale procedere alla vendita/acquisto
di una produzione specifica, vale a dire il fresco
della campagna della provincia di Roma, accelererebbe il lavoro dei banchisti dei mercati rionali poiché questi saprebbero immediatamente
dove dirigersi per l'acquisto di una determinata
produzione, garantita da un marchio, e contribuirebbe altresì a rendere meno dispersiva la
struttura del Centro. Inoltre, la costituzione di
un banco attrezzato per la vendita esclusiva di
prodotti della campagna romana comporterebbe anche una maggiore trasparenza dei prezzi
grazie all'apposizione del marchio, che assicura,
per l'appunto, qualità e controlli.
• Per quanto concerne i singoli mercati rionali, vi si potrebbe riprodurre lo stesso
tipo di intervento del CAR, dedicando
un'area alla vendita esclusiva di prodotti
provenienti dalla campagna romana con
un marchio collettivo riconosciuto e riconoscibile. Anche in questo caso si potrebbero ottenere effetti congiunti sul consumatore, facilitato nella scelta dei prodotti
grazie alla localizzazione nell'area attrezzata del mercato rionale di un banco dedicato ai prodotti romani, contraddistinti da
un marchio, a garanzia di qualità, origine
e prezzo.
2.
Un secondo tipo di intervento, sulla
base dei fabbisogni emersi durante l'indagine,
potrebbe riguardare l'organizzazione di eventi ed iniziative promozionali relative alle attività ed alle produzioni in vendita presso i mercati rionali. In sintesi, sarebbe opportuno
promuovere una più mirata pubblicità per
favorire un maggiore afflusso di consumatori
ed incentivare l'acquisto di prodotti freschi,
rivalutando così la vendita al dettaglio presso
86
la tipologia distributiva degli ambulanti che
purtroppo risente, più di altre categorie, della
competizione sfrenata della grande distribuzione.
Inoltre, alcuni intervistati fanno richiesta di
servizi formativi, poiché si rendono conto che
una maggiore conoscenza dell'andamento del
mercato, in generale, e delle tendenze in atto
per quanto concerne prodotti e consumatori
può essere di notevole ausilio nello sviluppo
delle proprie attività. I servizi formativi,
comunque, vengono altresì richiesti per avere
a disposizione presso i banchi personale più
competente che potrebbe risultare utile anche
nella gestione della fase dell'approvvigionamento, oltre che della vendita.
3.
Infine, sulla scorta delle risposte fornite alle domande relative alla sezione motivazionale del questionario, è stato possibile elaborare il presente paragrafo, dedicato alla
creazione e allo sviluppo di una struttura che
sia in grado di fornire un servizio ad hoc di
consegna diretta al banco della merce ordinata da parte degli ambulanti dei mercati rionali. In effetti, la domanda 51, che recita (Se
trovasse una convenienza particolare, delegherebbe una struttura terza agli acquisti dei
prodotti del suo banco), entra formalmente
nel merito delle possibilità ed opportunità di
delegare ad una struttura terza gli acquisti
presso il CAR e/o altri fornitori.
Tuttavia, presenta un quadro contrastante
della realtà dei mercati rionali, poiché se, da
un lato, la maggior parte degli intervistati ha
risposto di non avere interesse ad un servizio
di tale genere (l'81%), dall'altro, il 19% si
dimostra assai disponibile ad un approfondimento dell'iniziativa. Iniziativa che apre la
strada all'avvio di uno studio di fattibilità sulla
creazione di una impresa di logistica con funzioni di intermediario degli acquisti tra fornitori e rivenditori. Il quadro risulta essere contrastante semplicemente perché, se è vero che
ben l'81% non reputa opportuno avventurarsi
su questa strada, il 19% si dichiara favorevole
e su un campione di 425 intervistati, se riportato al numero complessivo di attività in esercizio ex Tabella VI, vale a dire 1883 imprese,
costituisce un nucleo sufficientemente ampio
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
di potenziali fruitori del nuovo servizio (circa
357 imprese).
Come ribadito in apertura di paragrafo,
inoltre, questo 19% ha potuto essere ulteriormente frazionato in varie categorie: se il
15,6% destinerebbe ad un servizio di logistica
di tale natura meno dell'1% del prezzo del
prodotto, il 68,8% destinerebbe ad esso una
percentuale che si pone tra 1 ed il 2% del prezzo stesso, il 14,3% rivela che rinuncerebbe ad
un guadagno dal 2 al 5% del prezzo del prodotto, mentre solo l'1,3% vi destinerebbe un
margine di profitto superiore al 5%. Vi sarebbero, quindi, almeno in teoria, anche i presupposti economici per dare concreto avvio
all'idea progettuale di costituzione d'impresa.
Su questa base, si potrebbe promuovere il
costituirsi di una impresa terza incaricata dell'approvvigionamento dei prodotti ortofrutticoli freschi su richiesta dei banchisti presso i
produttori presenti al CAR seguendo due
diverse modalità:
• si potrebbe sostenere la creazione di una
struttura per ciascun mercato rionale con
modalità, servizi e tempi da stabilirsi sulla
base delle esigenze degli eventuali associati all'iniziativa;
• si potrebbe sostenere la creazione di una
struttura che rifornisse più mercati con
modalità, servizi e tempi da stabilirsi sulla
base delle esigenze espresse dagli associati
dei diversi mercati rionali aderenti.
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
87
FOCUS
ARTICOLI
Il CAR - Un grande cambiamento
nel sistema distributivo romano
e laziale
Il Centro Agroalimentare Romano guiderà i mercati
rionali verso l'innovazione.
Nel CAR, Centro Agroalimentare di Roma
(12 ettari coperti), operano 120 aziende di
grossisti ortofrutticoli, 36 del settore ittico e
300 di quello agricolo, che commercializzano
nel complesso 6,5 milioni di quintali all'anno
di ortofrutta e 350 mila di pesce, garantendo
a Roma ed ai territori limitrofi (mercati rionali, ristoranti, supermarket, negozi, mense,
catering) approvvigionamenti quotidiani di
merci fresche di qualità a prezzi contenuti e
convenienti.
Il compito principale di un centro agroalimentare come quello del CAR, è offrire merci
in quantità adeguate e tali da impedirne accaparramenti, incette e speculazioni al rialzo sui
prezzi finali.
Più precisamente, il CAR svolge le seguenti funzioni:
1) La formazione del prezzo: concentrando
contrattazioni e scambi di grandi quantità di
merce, il CAR consente la formazione di
prezzi equi e naturalmente già calmierati
(dalla concorrenza interna, tra i produttori e i
grossisti) che garantiscono equilibrio, efficienza e profitti alla filiera produttiva, tutelando sia i consumatori che i produttori.
Bic Notes – dicembre 2004 – Articoli
2) La logistica: con adeguate soluzioni di
trasporto, raccolta e stoccaggio delle merci, di
carico e scarico, di distribuzione e re-distribuzione, di raggruppamento e consegna, il CAR
è un nodo logistico che riduce il traffico urbano di mezzi pesanti e avvantaggia la città
come viabilità, qualità dell'aria, costi energetici minori, prezzi finali inferiori. Con il suo
sistema logistico, il CAR valorizza l'intera
"filiera ortofrutticola" laziale.
3) Valorizzazione dell'agricoltura locale:
con le organizzazioni dei produttori, il CAR
consente alle produzioni agricole locali
(anche se minori) un accesso al mercato,
come un autentico "trait d'union" per una
commercializzazione diretta del prodotto fresco.
4) La tutela igienico-sanitaria: la concentrazione delle merci e l'impegno dei presìdi sanitari interni consentono controlli giornalieri a
vista e di laboratorio su campioni di merci e
severi monitoraggi su pesce ed ortofrutta
destinati dal CAR ai consumatori.
5) Qualità e freschezza: con una valida
logistica, con la professionalità e l'esperienza
di chi movimenta, seleziona e lavora le merci,
la funzionalità di impianti e tecnologie, il
89
CAR è uno strumento di vigilanza della qualità e della freschezza delle merci perché all'interno si controllano la qualità dei prodotti e il
rispetto delle norme di riferimento.
6) Competenze e professionalità: la gestione logistico-distributiva di specie e varietà
deperibili come pesce e ortofrutta impone
conoscenze e attenzioni accurate, affinché i
prodotti commercializzati arrivino ai dettaglianti e ai consumatori nelle condizioni
migliori di maturazione, di conservazione, di
salubrità e di selezione qualitativa.
7) Elaborazione e diffusione dati: oltre ad
una giornaliera rilevazione dei prezzi nelle
aziende interne (secondo le procedure ufficiali di Infomercati) il CAR scambia dati con la
produzione, i trasporti, la distribuzione ed il
consumo come un centro-informazioni nel
quale i produttori e i grossisti ricevono conoscenze sui consumatori e i dettaglianti acquisiscono da produttori e grossisti indicazioni
da comunicare ai clienti.
8) Orientamento dei consumi: oltre a sostenere il consumo di ortofrutta con le attività di
servizio che presta, il CAR ne favorisce lo sviluppo con attività di informazione e di comunicazione relative alla stagionalità ed alla convenienza dei prodotti.
9) Lavorazioni: al CAR avvengono lavorazioni e preparazioni industriali di confezioni
di verdure, di insalate o di frutta prelavate,
precondite, sbucciate, dette di IV gamma.
10) Stoccaggio: il CAR dispone di centrali
di refrigerazione e di celle frigorifere per la
corretta conservazione di merci in attesa di
essere vendute, redistribuite, trasformate.
11) Attività fieristica: insieme alle aziende
interne il CAR partecipa a fiere nazionali o
estere e collabora ad iniziative di presentazione, promozione e incentivo alla vendita di
prodotti agroalimentari freschi (locali o
meno) a marchio e non.
12) Internazionalizzazione e import/export:
geograficamente il CAR ha una posizione centrale rispetto alle direttrici nazionali dei trasporti commerciali e strategica per l'evoluzione dei collegamenti navali, aerei, ferroviari e
autostradali internazionali ed interni. Farà
quindi da piattaforma logistico-distributiva
90
per l'internazionalizzazione dell'agroalimentare laziale e ha già contatti istituzionali e
commerciali con l'estero.
13) Educazione alimentare: con decine di
scuole romane e 1.500 studenti coinvolti il
CAR promuove da sempre iniziative ludiche e
formative che avvicinano i giovanissimi all'alimentazione naturale e alla tradizione agroalimentare del Lazio.
14) Ambiente: di intesa con l'Ama, al CAR
l'ingente quantità giornaliera di rifiuti solidi
raccolti è smaltita con tecniche, processi e
strumenti della raccolta differenziata mentre i
rifiuti organici finiscono negli impianti di
compostaggio Ama a Maccarese. Una gestione meno efficiente dei rifiuti del Car peserebbe sul territorio.
15) Roma Spendebene: il CAR partecipa
all'impegno del Comune di Roma per frenare
il caro-vita e l'inflazione, offrendo ai mercati
rionali costante e continua disponibilità di
prodotti freschi a prezzi "naturalmente calmierati" dalla concorrenza tra grossisti e tra
produttori. Il sabato dalle ore 8 alle ore 12 i
padiglioni dell'ortofrutta e del pesce vengono
aperti anche ai consumatori per aiutare le
fasce più deboli nella spesa alimentare.
16) Servizi: come "città dei commerci" il
CAR sfrutta ed offre un'ampia rete di servizi
oltre quelli di supporto diretto alle attività
agroalimentari: sportelli bancari, un centro
ingressi che gestisce gli accessi, punti ristoro
(quattro bar, ristorante, mensa), servizio assistenza-veicoli, un centro direzionale con
negozi e uffici (delle misure più diverse) in
affitto: "Quarté". E' inoltre candidato ad
ospitare un asilo-nido e un ufficio postale.
La società di gestione Cargest ha messo a
punto un complesso programma di ristrutturazione organizzativa, con effetti tali da configurare - secondo l'opinione del presidente,
Giuseppe Biscari - "il più grande cambiamento di vita nel sistema distributivo romano e
laziale".
Il programma di riorganizzazione operativa
- definito d'intesa con le associazioni di categoria dei dettaglianti dei mercati rionali, dei
grossisti ortofrutticoli, dei produttori agricoli
e delle cooperative di movimentazione delle
BIC Notes – dicembre 2004 – Articoli
merci - ha come premessa un sempre più
profondo radicamento del CAR (Centro
Agroalimentare di Roma) nella filiera produttiva e distributiva dell'ortofrutta fresca
dell'Italia centrale. E come obiettivo principale ha il consolidamento dei rapporti commerciali con i clienti tradizionali - i dettaglianti
dei circa 140 mercati rionali, della categoria
dei grossisti di ortofrutta, delle rappresentanze dei produttori agricoli e delle cooperative
di movimentazione merci.
Ma non è secondaria la volontà di aumentare e allargare la clientela rispondendo alle
esigenze della grande distribuzione, delle
mense aziendali, della ristorazione, del catering e dell'industria di trasformazione.
Nel progetto - in avanzata fase realizzativa rientrano alcune principali novità organizzative
e la più interessante per i consumatori è la creazione di una "piattaforma del freschissimo".
Si tratta di un nuovo sistema che permette
l'arrivo di ortofrutta più fresca nei mercati
rionali, 10 o 15 ore prima di quanto accade
attualmente e sfrutterà un nuovo servizio di
consegna ai punti vendita (nei box dei mercati e non solo), grazie al fondamentale ruolo
svolto dai facchini delle cooperative di movimentazione merci in servizio al CAR. In questo modo e grazie ad un rilancio del loro
ruolo nei "trasporti a terra", i facchini si
aspettano maggiori guadagni, ma anche un
aumento di posti di lavoro (se ne prevede
almeno il doppio). Queste maestranze hanno
recentemente fondato un consorzio con
"Fiege Borruso", uno dei maggiori operatori
internazionali di logistica. La neonata società,
che prende il nome di "CAR-Ostiense",
intende sfruttare l'esperienza maturata nel
corso degli anni dal "facchinaggio romano"
ed i vantaggi legati agli aspetti della moderna
logistica. In questo modo, la cultura artigianale del prodotto e della qualità, della conoscenza delle varietà agricole e dell'ambiente di
lavoro, del consolidato rapporto di fiducia
con gli imprenditori che commissionano il
lavoro, della disponibilità ad insegnare ai giovani - fattori preziosi portati in dote al consorzio - si legano con l'efficienza tecnico-organizzativa di una multinazionale.
BIC Notes – dicembre 2004 – Articoli
E' inoltre previsto che le aziende dei circa
300 produttori agricoli che vendono direttamente i loro prodotti, abbandonino la sede
provvisoria nella quale finora hanno svolto le
loro attività (la piattaforma logistica "grandi
clienti", nella quale tre gruppi di moderna
distribuzione gestiscono le loro operazioni di
carico, scarico e redistribuzione) per trasferirsi nei due padiglioni ortofrutticoli o nei box
nel frattempo liberati dai grossisti.
Nella piattaforma continueranno invece a
svolgersi le attività di raccolta, di smistamento, di distribuzione e re-distribuzione merci
svolte dai tre gruppi della moderna distribuzione che vi operano da sempre. Nelle superfici sgomberate della piattaforma agirà un servizio di "consegna ai punti vendita" più capillare e più agile e più tarato sulle quantità
intermedie rispetto a quello attuale.
Cargest, sulla base di un accordo raggiunto
con le associazioni dei grossisti interni e dei
venditori dei mercati rionali, ha previsto un
nuovo e più ampio orario di apertura per il
CAR, che verrà spostato a titolo sperimentale
dalla notte al giorno ed esteso in orario pomeridiano. In questo modo, sfruttando cioè le
numerose occasioni commerciali, le cooperative dei facchini aumenteranno le ore lavorate
ed il loro reddito, in un generale contesto
economico, che rimane comunque difficile
per la categoria a causa dell'innovazione tecnologica che ha compresso gli spazi di lavoro
di questa categoria. Senza contare che diluendo in un arco orario più ampio la morsa del
traffico (della Tiburtina e dell'autostrada A
24) sulle attività commerciali del CAR ci si
aspetta, tra l'altro, effetti di decongestione
sulla circolazione automobilistica in tutto il
quadrante di Roma Est. Sul fronte dei mercati rionali, si prevede che il nuovo orario di
apertura del CAR corrisponda ad una prosecuzione pomeridiana e serale delle attività di
vendita dei banchi e box operanti in sedi permanenti (plateatici e strutture coperte) adeguatamente dotate di servizi.
91
Commenti e dichiarazioni sulla
riorganizzazione del servizio di
consegna al punto vendita
Giuseppe Biscari, Presidente della società di
gestione "Cargest" del Centro Agroalimentare
di Roma: "Non è solo una modifica organizzativa, ma un cambiamento culturale, di enorme
portata. Per gli operatori si tratta di riappropriarsi in qualche modo della propria vita e di operare nelle ore diurne perché una struttura abituata a funzionare di notte (ed a subire quello che comporta) possa funzionare al meglio
di giorno a costi inferiori, dunque con prezzi
più competitivi ed in condizioni generali tali
da attirare un giro di clientela molto più
ampio. Per questo, credo si possa parlare del
più grande cambiamento di vita che si sia mai
realizzato nel sistema distributivo di Roma e
del Lazio"
Crescenzo Di Spigna, Direttore logistico e
commerciale "Fiege-Borruso": "Solo a Roma
assicuriamo già circa 1.000 consegne al giorno e soprattutto agli esercizi della grande
distribuzione, in un arco orario di attività che
già oggi opera 24 ore su 24. Con il consorzio
"CAR-Ostiense", è plausibile una moltiplicazione di consegne sia a livello di pallet che di
più piccoli roll, in modo di soddisfare meglio
le esigenze dei dettaglianti. Aziendalmente,
noi possediamo una cultura industriale focalizzata sul servizio, mentre i nostri amici facchini hanno una cultura artigianale tutta focalizzata sul prodotto. Insieme, siamo in grado
di realizzare una piattaforma del freschissimo
che sarebbe all'avanguardia della logistica
agroalimentare per come ridurrebbe costi e
tempi dei rifornimenti giornalieri di mercati,
negozi, minimarket"
Maurizio Bea, Presidente del consorzio
"CAR-Ostiense": "Candidandosi a gestire
un servizio così impegnativo come quello
garantito dal consorzio, i facchini del Centro
Agroalimentare Roma hanno fatto una scelta storica di grande rilevanza professionale.
Assumendosi la responsabilità del servizio
svolto sanno per primi che per loro non è finito
per sempre solo il periodo in cui la categoria
"dettava legge" sui mercati generali dell'Ostiense
come facevano i "camalli" del porto di Genova.
92
Ma si è conclusa l'epoca in cui la movimentazione merci si faceva con i muscoli e poi con i
muletti. Oggi sanno di dover lavorare con la
"centralizzazione delle fatture", le norme di
qualità "Iso 9001", servizi certificati e penali
a carico per le inadempienze, i ritardi, gli errori. Ma se il servizio decollerà, da 160 che sono
i facchini in attività nelle cooperative possono
raddoppiare o triplicare. E se mesi fa gli esponenti della categoria si sono trovati con appena 500 euro al mese, con il decollo del consorzio "CAR-Ostiense" si può anche pensare
ad una scuola di formazione per giovani facchini"
Alvaro Bigelli, Presidente della cooperativa
"Nuova Libera": "Per trattare l'ortofrutta ci
vuole esperienza, competenza e specializzazione. Siccome si tratta di merci facilmente
deperibili, bisogna conoscerle. Spostarle
richiede cura e attenzioni. Fino al 1972 ai
Mercati generali di via Ostiense funzionò un
servizio di consegna al punto vendita. Ma poi,
i grossisti e i dettaglianti preferirono dotarsi di
mezzi propri quando la Fiat incoraggiò l'acquisto dei furgoni a prezzi stracciati. Sono
facchino da generazioni e a casa conservo
gelosamente la bilancia di mio padre e di mio
nonno, "pesatori" ai Mercati generali di via
Ostiense. Con la liberazione del piazzale di
carico/scarico e l'ingresso degli agricoltori
nelle gallerie commerciali del CAR, noi facchini vediamo una concreta possibilità di
rilanciare questo nostro lavoro. E' una opportunità che non possiamo perdere".
Massimo Pallottini, amministratore delegato
di "Cargest": "Oltre ad aver favorito la nascita
del consorzio ne seguiamo anche l'evoluzione,
in quanto nell'ambito della riorganizzazione
avviata al Centro Agroalimentare Roma un soggetto così è una risorsa preziosa per il successo
dell'iniziativa".
BIC Notes – dicembre 2004 – Articoli
FOCUS
ARTICOLI
La riorganizzazione dei mercati
rionali romani
Intervista a Franco Gioacchini (Presidente del CO.RI.DE)
A suo parere, quali sono le principali cause
della caduta di competitività dei mercati rionali?
Gli orari di vendita e i servizi. Sempre di più
uomini e donne sono impegnati nell'attività
lavorativa e dedicano agli acquisti le ore
pomeridiane e serali oltre alla giornata del
sabato, che da sola non può bastare. E' assolutamente necessario modificare la organizzazione aziendale delle nostre imprese e dare
risposte alle esigenze dei consumatori.
Altrettanto importanti sono i servizi come i
parcheggi, i carrelli, le promozioni, i prodotti
preparati. Per tutto questo è indispensabile
trasferire i mercati su sedi proprie dove tutto
questo è possibile.
L'abusivismo come può essere combattuto?
Che cosa può essere fatto per migliorare la
situazione e per venire incontro alle richieste
dei consumatori?
L'abusivismo è un fenomeno che ci danneggia due volte: uno perché pratica nei
nostri confronti una concorrenza sleale non
pagando tasse e vendendo merce di bassissima
qualità, l'altro perché ci danneggia sul piano
dell'immagine in quanto spesso l'opinione
Bic Notes – dicembre 2004 – Articoli
pubblica non distingue tra abusivo e regolare.
Occorre spiegare tutto questo ai consumatori
a cui va pure detto che dietro il fenomeno ci
sono sempre più spesso organizzazioni criminali. Ci vuole dunque repressione e maggiore
consapevolezza da parte dei consumatori.
L'amministrazione comunale sta lavorando
secondo una precisa progettualità - vale a dire
coordinandosi con quanto stabilito dalle singole
circoscrizioni - nella riorganizzazione dei mercati rionali romani?
L'amministrazione comunale deve varare il
documento programmatico ovvero lo strumento di programmazione e quindi un piano
di sviluppo del settore da adottare sentiti i
municipi e le organizzazioni sindacali.
Crede che sia opportuna una politica di
alleanza con il mondo della produzione ortofrutticola romana?
Ritengo che una politica di alleanza con il
mondo della produzione agricola sia utile per
incentivare i consumi di prodotti ortofrutticoli che sono in calo, e soprattutto per valorizzare i prodotti tipici locali attraverso idonee
iniziative di tracciabilità e garanzia di prove93
nienza del prodotto che può essere commercializzato attraverso i mercati romani.
Esistono delle differenze tra i mercati rionali romani e quelli che si svolgono nei paesi?
Si ci sono differenze. I mercati romani sono
giornalieri e soprattutto alimentari. Quelli che
si svolgono nei centri della provincia sono settimanali e soprattutto non alimentari.
Sulla base di queste differenze, la riorganizzazione dei mercati rionali ritiene debba procedere in maniera diversificata?
Certamente i mercati rionali romani necessitano di interventi specifici diversi dagli altri
proprio per le ragioni prima esposte.
Quali sono le prossime iniziative di
CO.RI.DE al riguardo?
Il CO.RI.DE. si è candidato a guidare questo cambiamento che non è soltanto di strutture ma anche culturale, di mentalità. Occorre
sempre più formazione, credito, servizi alle
imprese che vogliono crescere e darsi una prospettiva futura. Il CO.RI.DE. si è attrezzato
per questo e ritiene suo scopo specifico offrire questa opportunità alla categoria.
In termini di immagine e comunicazione del
sistema romano dei mercati rionali verso il consumatore, quali azioni sono necessarie (es.
informazione, politiche di marchio, sistemi di
garanzia?)
Certamente il sistema mercati di Roma è
stato ed è carente in termini di comunicazione, marketing, politiche di marchio, ecc…
Sono tutte cose assolutamente necessarie che
il CO.RI.DE. sta cercando di offrire ai mercati romani.
94
BIC Notes – dicembre 2004 – Focus
FOCUS
ARTICOLI
I marchi di qualità: una opportunità
per lo sviluppo e la valorizzazione
del territorio e dei prodotti locali
La tipicità dei prodotti agroalimentari.
Le attuali tendenze di mercato premiano sempre di più l'abbinamento tra qualità e territorialità dei prodotti. Questa evoluzione appare
favorita da una sempre maggiore diffusione
della cultura alimentare e gastronomica nei
consumatori moderni.
Questi ultimi, però, lamentano spesso una
scarsa informazione sui prodotti, sulla loro
origine e sulle loro effettive caratteristiche
qualitative. In altre parole, si nota una grande
crescita della presenza di prodotti imitativi
degli autentici prodotti tipici regionali.
Gli strumenti di tutela disponibili, in particolare i marchi europei di origine, appaiono in
questo senso adeguati solo per una piccola
fascia di produzione. Parlando del nostro
Paese possiamo citare alcune migliaia di specialità alimentari meritevoli di tutela, di cui
solo una minoranza può effettivamente essere
protetta da DOP ed IGP.
Ecco allora il ruolo dei marchi di qualità
volontari, che, in forme diverse, offrono alle
imprese di produzione una strada accessibile
per qualificare gamme locali di prodotti territoriali. Ed è proprio questa caratterizzazione
locale a favorire uno sviluppo integrato tra
prodotti alimentari, immagine del territorio,
Bic Notes – dicembre 2004 – Articoli
servizi turistici e sviluppo di nuove attività,
che diviene sempre più una componente
essenziale dello sviluppo rurale.
La riconoscibilità di un prodotto attraverso
un' immagine nota e semplice da ricordare,
l'indicazione di informazioni sull'origine delle
materie prime, la loro tracciabilità, l'uso dell'alimento nella gastronomia tipica sono tutti
elementi esemplificativi di come un marchio
territoriale di qualità si presenta al suo pubblico.
Se un marchio funziona, cioè se effettivamente garantisce la conformità di un prodotto o di un servizio, e se riesce a colpire l'interesse dei consumatori produce valore aggiunto. Costruisce, quindi, spazi di mercato
nuovi, consolida quelli esistenti, aumenta i
margini, comporta indotti significativi a livello locale. Un marchio di successo capitalizza
l'immagine di un territorio e la trasferisce alle
imprese del territorio stesso ponendole in
situazione di vantaggio rispetto alla concorrenza.
Il sistema di valorizzazione del territorio e
dei suoi prodotti, per essere realmente efficace, necessita tuttavia di un complesso di strumenti che non investono solo il contrassegno
95
di produzione. Per progettare e realizzare dei
percorsi di sviluppo efficaci servono in particolare specifici servizi di consulenza tecnica
volta al miglioramento della qualità della produzione agricola ed agroalimentare. Anche il
mondo della ristorazione di qualità diventa
sempre più il luogo ideale per formare, educare, sensibilizzare il consumatore moderno,
così distratto e combattuto tra atteggiamenti
contraddittori, ma sicuramente curioso e
disponibile a nuove esperienze, soprattutto se
connotate dalla qualità.
Non è sempre facile, però, assicurare una
adeguata reperibilità presso la ristorazione di
qualità dei prodotti territoriali. Questa ipotesi implica, infatti, una vera e propria alleanza a
livello locale tra produttori ed utilizzatori,
così come nuove tipologie di accordo commerciale sono alla base della proposta di prodotti tipici e territoriali all'interno della distribuzione organizzata.
Accanto alle azioni per la tutela e la difesa
dell'originalità dei prodotti tipici e territoriali,
si segnala l'importanza di molti interventi già
attuati, ma che devono essere sicuramente
potenziati, e che riguardano i servizi di sviluppo per le piccole imprese, la semplificazione
delle norme igieniche, la promozione di cana-
96
li specializzati, la sensibilizzazione dei consumatori, l'educazione alla qualità sensoriale, la
corretta utilizzazione gastronomica dei prodotti tradizionali e la promozione dell'acquisto diretto.
Si è spesso ritenuto, a torto, che lo sviluppo delle produzioni tradizionali sia alternativo
o addirittura contrastante con il grande mercato alimentare: non è così. L'esperienza di
questi ultimi anni dimostra che il grande mercato alimentare europeo può solamente
avvantaggiarsi da una maggiore caratterizzazione, da una reale crescita della cultura
gastronomica.
I prodotti tipici, specialmente se contraddistinti da un marchio di qualità e, per questo,
facilmente riconoscibili, non sono prodotti
per ricchi, ma sono destinati ad un mercato
ampio ed eterogeneo. Chiunque può ritrovare nell'alimentazione tradizionale le radici del
proprio territorio o scoprire la ricchezza di un
luogo che non conosce. La conservazione in
vita di un prodotto si ottiene solo salvaguardando l'uomo e il suo lavoro. Per questo il
primo passo da fare è certamente culturale, il
secondo è assicurare al sistema produttivo le
condizioni economiche, tecniche e logistiche
per poter operare con successo.
BIC Notes – dicembre 2004 – Articoli
News
E' on line Atlante: i servizi BIC Lazio
per la creazione e lo start up d'impresa
Atlante è uno sportello virtuale attraverso il quale
BIC Lazio offre gratuitamente i propri servizi di consulenza per le neoimprese. Seguendo un percorso
differenziato per tipologia di utenti, è possibile
accedere alle informazioni relative alle leggi agevolative, selezionate in base alle informazioni fornite dall'utente stesso, nonché comprendere come
avviare un'attività, scegliere la forma giuridica più
adatta, sapere dove rivolgersi e con chi parlare.
Atlante è cofinanziato dal Progetto EDITEP,
Programma Comunitario eTen dell'Unione Europea,
con l'obiettivo di offrire soluzioni innovative per la
diffusione e la gestione di tutte le attività dei parchi tecnologici e degli incubatori d'impresa, per
l'implementazione di aspetti legati alla e-economy
e per trovare partnership commerciali e di sviluppo.
Gli altri soggetti che oltre a BIC Lazio partecipano al progetto sono: BEAZ - Centro de Empresas e
Innovación de Bizkaia S.A. - Spagna; Centro
Sviluppo Aosta SpA - Italia; BIC Frankfurt (Oder)
GmbH - Germania; Zernike Group B.V. - Netherland.
Per consultare Atlante: http://atlante.biclazio.it
BIC Notes – dicembre 2004 – News
Pubblicato il Bando di Gara
d'Appalto per la realizzazione
dell'Incubatore d'imprese H.T. del
Polo Tecnologico del Tiburtino
BIC Lazio sta realizzando un incubatore per imprese
tecnologicamente innovative all'interno del Polo
Tecnologico Tiburtino. L'intervento è cofinanziato
dalla sottomisura III. 1.1 del Docup Obiettivo 2
Regione Lazio 2000-2006. Lo stabile che ospiterà
l'incubatore è ubicato in un lotto centrale dell'area
del Tecnopolo e fronteggia l'area destinata alla
sede direzionale di questo e la strada principale
d'accesso. L'intervento prevede la realizzazione di
un edificio di circa 3.500 mq., suddiviso su due
piani più uno interrato, cablato ed ospiterà postazioni informatiche di ultima generazione. Le offerte
relative al bando di gara pubblicato lo scorso 13
dicembre, dovranno pervenire, a pena di esclusione, entro le ore 12.00 del 05 gennaio 2005. Il Bando
e il disciplinare di gara sono disponibili sul sito di
BIC Lazio: www.biclazio.it.
97
"Il diritto societario. Una
opportunità per le PMI": quinto
workshop tematico del Forum
delle Imprese del Lazio
BIC Lazio ed il Centro Studi Cives hanno organizzato, lo scorso 14 dicembre a Roma, il quinto workshop tematico del "Forum delle Imprese del Lazio".
Una delle principali riforme dell'attuale Governo
riguarda la modifica del diritto delle società di capitali non quotate in borsa. E' infatti ora possibile
modellare l'organizzazione della società sulla base
delle esigenze dell'impresa: da una organizzazione
di tipo personalistico a strutture più complesse e
articolate. Il tutto mantenendo l'autonomia giuridica e patrimoniale tipica delle società di capitali. La
riforma prevede nuove e più ampie possibilità di
attivare strumenti finanziari anche per le società di
dimensioni medio-piccole, a prescindere dall'entità
del capitale sociale versato. Si collega alla riforma
anche il nuovo regime tributario per le PMI, finalizzato anch'esso a favorire questa fascia imprenditoriale. Obiettivo dell'incontro era offrire una visione
d'insieme del nuovo diritto societario, evidenziandone le opportunità ed i potenziali vantaggi per gli
imprenditori.
98
V Bando Legge 215/92: Regione
Lazio e BIC Lazio incontrano le
nuove imprenditrici
Illustrare le modalità di erogazione dei fondi del V
Bando Legge 215/92, per evitare i ritardi nella erogazione dovuti ad inesattezze nella presentazione
dei documenti. Il 2 dicembre scorso, presso la Sala
Savoia dell'Hotel Sheraton in via del Pattinaggio a
Roma, si è svolto un incontro rivolto esclusivamente alle imprenditrici ammesse al finanziamento del
V Bando della Legge 215/92, alla presenza di più di
450 imprese.
All'incontro sono intervenuti, tra gli altri,
Francesco Storace, Presidente Regione Lazio;
Giorgio Simeoni, Vice Presidente Regione Lazio;
Francesco Saponaro, Assessore Attività Produttive
Regione Lazio; Giancarlo Cremonesi, Presidente
BIC Lazio; Luigi Campitelli, Direttore BIC Lazio.
BIC Notes – dicembre 2004 – News
Regione Lazio
Rivista trimestrale
anno 1 - numero 5 - dicembre 2004
Direttore responsabile
Luigi Campitelli
Cordinamento editoriale
Simona De Quattro
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Giulia Barozzi
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del 24.11.2003
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