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BIC Notes BIC Notes Quaderno trimestrale su creazione d’impresa e sviluppo locale Dicembre 2004 - Numero 5 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Roma Dicembre 2004 - numero 5 Opportunità d'impresa nella distribuzione agroalimentare Mercati rionali romani: innovazione, razionalizzazione e qualità dei servizi Il CAR - Un grande cambiamento nel sistema distributivo romano e laziale I marchi di qualità: una opportunità per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e dei prodotti locali Indice Quaderno di BIC Lazio - Business Innovation Centre su creazione d'impresa e sviluppo locale Editoriali Articoli 3 Un anno “in crescita” raccontato dai Quaderni BIC Lazio 89 Il CAR - Un grande cambiamento nel sistema distributivo romano e laziale 4 Il settore agroalimentare romano e le nuove opportunità d’impresa 93 La riorganizzazione dei mercati rionali romani Focus 95 I marchi di qualità: una opportunità per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e dei prodotti locali "Mercati rionali romani: innovazione, razionalizzazione e qualità dei servizi" 7 News Introduzione 97 Notizie, iniziative ed eventi in corso 8 1. La struttura del sistema produttivo di Roma e provincia 29 2. Il sistema distributivo della produzione ortofrutticola fresca 46 3. Il Centro Agroalimentare Romano - CAR 48 4. I marchi di qualità 52 5. Metodologia e struttura dell'indagine relativa ai dettaglianti dei mercati rionali di Roma 62 6. Fabbisogni emersi ed ipotesi di miglioramento EDITORIALI Un anno “in crescita” raccontato dai Quaderni BIC Lazio Giancarlo Cremonesi, Presidente BIC Lazio Lo scorso dicembre BIC Lazio inaugurava la collana "BIC Notes - i quaderni di BIC Lazio", con l'intento di diventare in breve tempo fonte d'informazione sulla creazione d'impresa ed in generale, sullo sviluppo dei territori dal punto di vista imprenditoriale. Uno strumento di aggiornamento e di approfondimento sugli aspetti con cui BIC Lazio si confronta quotidianamente, in qualità di interlocutore privilegiato delle piccole e medie imprese in fase di start up, per trovare soluzioni di sviluppo che valorizzino le loro vocazioni naturali. Con il quinto numero di questa collana, che chiude il primo anno di lavoro della nostra redazione, speriamo di essere riusciti nel nostro intento e di aver posto le basi per la crescita di un dibattito sulle strategie di rinnovamento e di sviluppo economico del territorio. La nostra intenzione era anche quella di favorire la creazione di un network d'imprese che si confrontasse su argomenti di interesse comune e sviluppasse uno spirito di collaborazione, al fine di migliorare la posizione competitiva delle singole aziende sul mercato. Siamo consapevoli che molto deve essere ancora fatto. Ma riteniamo di aver compiuto degli importanti passi in avanti in questa direzione. Ed è anche per questo, per venire cioè sempre più incontro alle esigenze delle imprese, che BIC Lazio, consapevole del ruolo che riveste all'interno della Rete delle agenzie regionali, ha ideato nuovi strumenti a sostegno della creazione e sviluppo d'impresa. Come ad esempio il "Forum delle Imprese del Lazio", un luogo di incontro per le giovani PMI del Lazio e soprattutto una occasione di dialogo con la "business community" e con gli interlocutori istituzionali. Il nostro progetto editoriale proseguirà anche il prossimo anno. Crediamo tuttavia che solo attraverso un'azione comune con i diversi attori dello sviluppo locale - operatori sociali ed economici, istituzioni, associazioni di categoria, ecc. - si possa ottenere un vero e proprio sviluppo economico sul territorio. Confidiamo perciò nei vostri suggerimenti, osservazioni ed ovviamente anche critiche costruttive, con l'augurio che la nostra iniziativa confermi gli ottimi risultati fin qui raggiunti. Buona lettura. BIC Notes – dicembre 2004 – Editoriale 3 Il settore agroalimentare romano e le nuove opportunità d'impresa Luigi Campitelli, Direttore BIC Lazio Il settore della distribuzione, in special modo quello alimentare e dei prodotti ortofrutticoli freschi, è considerato tra i più tradizionali, con procedure, modelli, strumenti gestionali ed organizzativi rimasti immutati da decenni. Viceversa i 130 mercati rionali della città di Roma e tutte le attività che intorno ad essi gravitano, sono attraversati da processi di graduale ma radicale trasformazione strutturale. Trasformazioni che sono frutto sia dei cambiamenti nel sistema distributivo in genere, che dell'evoluzione dei modelli di consumo e degli stili di vita. Cambiamenti che, benché vissuti dagli operatori in primo luogo come una minaccia, possono essere la via affinché il sistema dei mercati rionali possa recuperare efficienza e quindi rispondere con maggiore efficacia, rispetto ad altre forme di distribuzione, anche ad alcune delle nuove domande espresse dai consumatori, trovando un nuovo e migliore posizionamento. L'individuazione e l'analisi di questi processi di razionalizzazione ed innovazione è l'obiettivo del "Focus" di questo numero: un'indagine curata dall'Azienda Romana Mercati che intende disegnare il profilo del settore e l'impatto che su di esso stanno producendo sia i più recenti interventi di ammodernamento e razionalizzazione delle infrastrutture di servizio, sia le evoluzioni normative nella direzione della tracciabilità delle produzioni e dei marchi territoriali, conseguenza di una domanda di "qualità" espressa da segmenti crescenti di consumatori. L'avvio operativo della nuova piattaforma logistico-organizzativa del Centro Agroalimentare Romano può infatti essere l'occasione per riorganizzare in maniera più razionale l'intera filiera della distribuzione del prodotto fresco, riducendo diseconomie e quindi accrescendo il valore per gli operatori. Nello stesso tempo la nicchia dei prodotti di qualità, dalle produzioni "tipiche" fino a quelle di agricoltura biologica e biodinamica, è entrata nei canali di distribuzione "ordinaria" e può acquisire un suo spazio stabile anche all'interno del sistema dei mercati rionali che possono diventare terminali di una offerta più ampia e diversificata per fascia di prezzo. Naturalmente tutto ciò richiede agli operatori una migliore organizzazione ed un maggiore contenuto di servizio nel prodotto che arriva al consumatore. Ma questa rappresenta la strada obbligata perché i mercati rionali romani continuino a detenere la tradizionale posizione di centralità sul mercato di consumo al dettaglio dell'ortofrutticolo fresco e non siano schiacciati dalla grande distribuzione. In definitiva, la lettura dei fenomeni in essere in questo segmento della distribuzione nell'area metropolitana romana, deve permetterci di capire quali siano le nuove opportunità d'impresa, verso quali direzioni gli operatori del settore debbano muoversi per accrescere il valore aggiunto e la ricchezza, attraverso quali percorsi si possano favorire forme di aggregazione che accrescano la capacità competitiva anche degli operatori più piccoli. In questo modo intendiamo offrire un contributo al confronto tra i principali attori del sistema, al cui servizio mettiamo il nostro impegno per disegnare strumenti e modelli d’ intervento "su misura", che accompagnino i processi d'innovazione e creazione d'impresa anche in questo settore. 4 BIC Notes – dicembre 2004 – Editoriale Focus Il Centro Agroalimentare Romano - CAR La "città del commercio ortofrutticolo" L'importanza dei marchi di qualità La bontà della produzione romana ed il marchio "Campagna Romana" I risultati di una ricerca nei mercati rionali di Roma Fabbisogni ed ipotesi di miglioramento dei dettaglianti dei mercati rionali romani "Mercati rionali romani: innovazione, razionalizzazione e qualità dei servizi" BIC Lazio, in collaborazione con l'ARM ed il CORIDE, presenta uno studio per individuare le esigenze degli operatori, focalizzare alcune ipotesi di intervento e favorire la modernizzazione del settore agroalimentare romano. Introduzione L'Italia si caratterizza fortemente rispetto ad altri Paesi per il numero e la qualità dei mercati diffusi su tutto il territorio nazionale. Roma non fa certo eccezione a questa tradizione che si fonda su un sentire comune secondo il quale i mercati avvicinano consumatore e venditore e permettono ed, anzi, favoriscono il dialogo tra questi due soggetti. I mercati, insomma, rappresentano il luogo ideale dove il venditore educa il cliente all'acquisto e, nel contempo, il consumatore può confrontare, verificare ed addirittura discutere il prezzo della merce in vendita. Per fornire solo alcuni dati indicativi relativamente ai mercati, secondo una stima nazionale, vi sono circa 500.000 addetti al settore per un volume complessivo pari al 14% delle vendite al dettaglio totali. Inoltre, sempre secondo una stima effettuata negli anni novanta, in Italia si tengono circa 1.500 mercati al giorno che costituiscono una rete di vendita estremamente capillare su tutto il territorio nazionale. Infine, un ultimo dato assai interessante, soprattutto ai fini del presente studio, concerne le principali categorie merceologiche in cui sono specializzati i mercati: in sintesi, ben il 40% del comparto alimentare è formato da punti vendita dell'ortofrutta, mentre nell'extralimentare prevale senza dubbio la vendita dell'abbigliamento. L'Italia, per le sue condizioni storiche e geografiche, è il luogo ideale dove il rapporto tra commercio ambulante e abitudini di vita e di consumo si è consolidato. Tuttavia, in questi ultimi anni tale rapporto sembra essere attraversato da una crisi crescente, una crisi determinata da vari fattori, tutti altrettanto BIC Notes – dicembre 2004 – Focus importanti e determinanti. Infatti, se da un lato il comportamento dei consumatori è mutato nel tempo, soprattutto in riferimento ai consumi alimentari, e la medio-grande distribuzione ha vieppiù rosicchiato quote di mercato alla vendita ambulante, è altresì certo che sempre più le politiche comunali di pianificazione hanno riservato un ruolo di marginalità a questa forma di vendita al dettaglio. Alle prese con problemi di viabilità e di inadeguatezza delle infrastrutture ed al fine di garantire una migliore qualità della vita cittadina, le autorità locali competenti hanno avviato ampi piani di recupero e di riqualificazione urbana. Tali piani si sono spesso tradotti in interventi di delocalizzazione dei nuovi mercati, realizzati sì su aree attrezzate, ma lontani dagli insediamenti abitativi. Inoltre, la crisi dei mercati rionali sembra aggravata da una forte presenza di abusivismo commerciale, che penalizza e danneggia le imprese ambulanti legali. Tuttavia, gli operatori dei mercati svolgono un ruolo imprescindibile nella nostra vita quotidiana, un ruolo calmieratore sull'intero sistema distributivo contribuendo a contenere l'indice generale dei prezzi al consumo e, quindi, l'inflazione e tutelando, conseguentemente, i consumatori, soprattutto quelli appartenenti alle fasce sociali ed economiche più deboli. Come se non bastasse, il settore distributivo dei mercati rionali assorbe una forza lavoro di oltre 30.000 unità. Tutte queste considerazioni aprono la strada ad una serie di riflessioni sul settore, che soprattutto a Roma sperimenta una crisi seria e, purtroppo, perdurante. Una crisi che racchiude in sé tutti gli elementi fin qui enunciati ed è sintomo di una graduale, ma radicale trasformazione strutturale dei mercati a scapito di tradizioni, folklore e specificità distributiva. Il BIC Lazio, coerentemente con il proprio ruolo di soggetto di riferimento per i progetti volti a sostenere lo sviluppo imprenditoriale locale, ha messo a punto - congiuntamente all'Azienda Romana Mercati - una specifica ipotesi di intervento; attraverso un'indagine di mercato sono state identificate le esigenze degli operatori di prodotti orto7 frutticoli freschi dei mercati rionali romani e le loro richieste in termini di servizi da sviluppare, migliorare e perfezionare. Con il presente studio si intende fornire un quadro il più possibile esaustivo della situazione di fatto in cui versano gli ambulanti dei mercati rionali romani Esso si suddivide in 6 capitoli fondamentali: un primo capitolo dedicato all'analisi puntuale del sistema produttivo ortofrutticolo della provincia di Roma con le stime circa i quantitativi di ortofrutta fresca prodotti nell'arco di un anno; un secondo capitolo incentrato sulla struttura del sistema distributivo di ortofrutta romano con una particolare attenzione all'organizzazione generale dei mercati rionali; un terzo capitolo fondato sull'analisi del neonato Centro Agroalimentare Romano e sulla sua capacità di risposta nei confronti del sistema distributivo dei mercati rionali; un quarto capitolo basato sullo studio dei marchi di qualità nell'ottica di evidenziare la bontà della produzione romana rispetto a quella proveniente da altri territori della regione e/o del Paese; un quinto capitolo di esplicazione della metodologia utilizzata per condurre l'indagine di mercato e sulla sua strutturazione; un sesto capitolo, infine, imperniato sull'analisi dell'output derivante dalla metodologia usata per l'analisi del settore. 8 1. La struttura del sistema produttivo di Roma e provincia 1.1 La struttura del comparto ortofrutticolo nella provincia di Roma Il 5° Censimento generale dell'agricoltura 2000 segnala la presenza, nella provincia di Roma, di 3.879 aziende agricole impegnate nelle coltivazioni ortive e di ben 18.629 aziende che effettuano coltivazioni di fruttiferi. A queste vanno aggiunte 946 aziende agricole con coltivazioni di agrumi, alle quali è stato ovviamente dato uno specifico rilievo statistico. Per semplicità terminologica utilizzeremo nel presente lavoro la dizione "ortofrutta" per indicare il complesso di ortive, agrumi e fruttiferi. Il dato censuario non riporta l'eventuale esistenza ed il relativo peso di aziende specializzate all'interno dei comparti produttivi sopra ricordati. Dunque, dobbiamo fare riferimento ad una realtà di aziende agricole che potrebbero essere ad indirizzo esclusivo (ortaggi, frutta o agrumi) così come potrebbero avere un ordinamento misto (ortofrutticolo oppure di altre combinazioni produttive). Si può affermare senza incorrere in errori di valutazione o in una sovrastima che nella provincia di Roma sono presenti 20.000 aziende agricole ortofrutticole. La superficie ad ortofrutta rappresenta poco meno del 6,6% della superficie agricola utilizzata (SAU) dell'intera provincia di Roma. É da evidenziare come l'importanza relativa della SAU ortofrutticola sulla superficie agricola utilizzata complessiva sia diminuita nell'intervallo censuario 1990-2000: nel 1990 il suo peso era infatti del 7,5%. Tale andamento è il risultato di tendenze intercensuarie molto diversificate all'interno del comparto ortofrutticolo. Le ortive ed i fruttiferi sono oggetto di una generale riduzione, sia delle aziende che della superficie investita, mentre gli agrumi sono in aumento, ma questi ultimi rappresentano - come si è visto - una percentuale quasi irrilevante dell'ortofrutta della provincia di Roma. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Grafico 1 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione delle superfici investite a coltivazioni ortofrutticole. Ortive 31,4% Fruttiferi 67,7% Agrumi 0,9% In particolare: superfici (136,4%) e delle aziende dedicate (62,3%). • le ortive perdono più in termini di aziende (-55,1%) che di superficie investita (-34%); • i fruttiferi al contrario vedono restringere la superficie (-31,6%) più del numero di aziende (-21,6%); • gli agrumi segnano un incremento delle Prima di continuare ad analizzare altre caratteristiche dell'andamento della dotazione strutturale del comparto ortofrutticolo della provincia di Roma si vuole fare riferimento all'incidenza che esso riveste nel comparto ortofrutticolo a livello regionale. In termini assoluti, nella provincia di Roma Grafico 2 - Provincia di Roma - 1990 - 2000. Variazioni in percentuale delle aziende e della superficie delle coltivazioni di ortive e di fruttiferi. 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Aziende Superficie Ortive Fruttiferi 9 le ortive hanno perso circa 2 mila ettari di superficie e le coltivazioni di fruttiferi sono diminuite di circa 4 mila ettari. Nella regione Lazio il comparto ortofrutticolo ha perso circa 12.400 ettari. La provincia di Roma ha subito dunque quasi la metà della perdita di superficie ortofrutticola regionale nell'intervallo censuario 1990-2000. Nel 2000 la superficie destinata ad ortofrutta nella provincia di Roma è pari al 22,7% dell'intera superficie investita ad ortofrutta nella regione Lazio. Nel 1990 tale valore era collocato a 27,3%. Anche in questo caso le tendenze intercensuarie si presentano molto diversificate: • in termini di superficie, le ortive della provincia di Roma rappresentano il 24,5% della superficie orticola regionale mentre i fruttiferi sono collocati al 22,2%. Ma quello che preme sottolineare è che, nell'intervallo censuario 1990-2000, le superfici investite ad ortive ed a fruttiferi nella provincia di Roma hanno entrambe ridotto del 17% circa la loro incidenza su quelle con la stessa destinazione nella regione Lazio; • in termini di numero di aziende, invece, l'andamento è stato diverso nel comparto delle ortive ed in quello dei fruttiferi. Le aziende con coltivazioni di ortive hanno visto diminuire il loro peso sul totale regionale del 25,4%, passando da un'incidenza del 30,5% al 22,8%. Le aziende con coltivazioni di fruttiferi hanno incrementato dell'1% il loro peso relativo sul totale regionale, passando da un'incidenza del 43,4% al 43,8%. Gli andamenti sopra descritti rafforzano le differenze nelle struttura delle imprese operanti nel comparto delle orticole e nel comparto delle fruttifere. L'aspetto che si vuole porre in rilievo è quello delle cosiddette "microimprese", cioè le aziende con meno di un ettaro di superficie 10 investita nella coltura. Per le ridotte dimensioni esse sono un oggettivo ostacolo a rapporti professionali con il mercato e con gli stakeholders nella filiera agroalimentare. Solo un particolare impegno associativo o forti politiche di servizi potrebbero dare a queste realtà una diversa prospettiva economica. La distribuzione del numero di aziende con coltivazioni ortive si presenta molto più "robusta" di quella del numero di aziende con coltivazioni fruttifere. Infatti la percentuale di "microimprese" è pari al 40,3% del totale delle aziende con coltivazioni ortive di fronte al ben 64% registrato nel comparto dei fruttiferi. La figura 3 riassume graficamente la composizione percentuale delle aziende con coltivazioni ortive e fruttifere rispetto alle diverse classi di SAU alle quali afferiscono. La figura 4 mostra la distribuzione percentuale della superficie investita in coltivazioni ortive e fruttifere a seconda delle classi di SAU alle quali appartengono le aziende agricole. Si evidenzia la concentrazione delle ortive nelle classi di SAU più elevate: solo il 37,6% della superficie a coltivazioni orticole si trova in aziende inferiori a 5 ettari di SAU. Mentre per i fruttiferi lo stesso riferimento è collocato a 61,1%. La superficie irrigata è tipicamente quella delle coltivazioni ortive che ne occupa poco più di due terzi del totale. La percentuale di superficie irrigata all'interno di ciascun comparto ortofrutticolo è la seguente: ortive 75,7%, agrumi 7,6%, fruttiferi 17,6%. Nella coltivazione di ortive 451 aziende, con superficie investita superiore a 5 ettari ed irrigata, rappresentano il cuore produttivo del comparto occupando ben il 62% della superficie irrigata ed il 47% della superficie totale ad ortive. Nella coltivazione di fruttiferi non è possibile individuare un nucleo produttivo così concentrato. Le aziende con superficie investita superiore a 5 ettari ed irrigata rappresentano anch'esse il 62% della superficie irrigata, ma corrispondono ad appena il 5,1% della superficie totale ad ortive. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Grafico 3 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione in percentuale delle aziende per classi di SAU (ha). Fruttiferi Ortive 0% 20% meno di 1 40% 1-5 60% 5-20 80% 20-50 100% 50 ed oltre Grafico 4 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione in percentuale della superficie per classi di SAU (ha). Fruttiferi Ortive 0% 20% meno di 1 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 40% 1-5 60% 5-20 80% 20-50 100% 50 ed oltre 11 1.2 Gli ordinamenti produttivi del comparto ortofrutticolo nella provincia di Roma L'impianto informativo del 5° Censimento generale fornisce alcune indicazioni sugli ordinamenti produttivi che risultano molto più dettagliate per i fruttiferi di quanto sia possibile riscontrare per le ortive. Le coltivazioni ortive (1) vengono distinte in due grandi categorie: in piena aria e protette. Le coltivazioni ortive in piena aria sono le coltivazioni di legumi freschi e di ortaggi praticate all'aperto sia in pieno campo che in orti stabili o industriali. Si distinguono in: • pieno campo, quando sono in avvicendamento con altre coltivazioni agricole; • orti stabili o industriali, quando sono caratterizzate da un rapido avvicendamento tra di loro e producono ortaggi e legumi freschi normalmente immessi nel commercio con una utilizzazione della superficie di base ripetuta nel corso dell'annata agraria. Le coltivazioni ortive protette sono quelle praticate al coperto per tutto o per la maggior parte del ciclo vegetativo. I dati sulla coltivazione delle ortive protette sono indicati distintamente a seconda che esse siano effettuate in serra oppure in tunnel, campane, ecc. (2) Il questionario del Censimento limita l'informazione disponibile alla distinzione tra pomodoro da mensa, pomodoro da industria ed altre ortive nel caso delle coltivazioni di pieno campo. Mentre, per gli orti stabili o industriali e per le colture protette in serra, viene proposta esclusivamente la distinzione tra pomodoro da mensa ed altre ortive. Sono 3.786 le aziende agricole (pari al 97,6% del totale del comparto ortivo) che praticano la coltivazione in piena aria mentre sono 569 le aziende agricole (pari al 9,4% del totale delle aziende con ortive) che utilizzano metodi di copertura per le coltivazioni protette. In particolare, 349 aziende sono dotate di serre. Le coltivazioni ortive in piena aria rappresentano il 92,8% della superficie e quelle protette il 7,2%. 1. Rientrano in questa voce: - legumi freschi: fagiolo, pisello, fava; - carciofo; - fragola; - pomodoro da mensa; - pomodoro da industria; - altre ortive: acetosella, aglio, asparago, barbabietola da orto, basilico, bietola, broccoletto di rapa, cardo, carota, cavolfiore, cavolo a penna, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo di Bruxelles, cavolo rapa, cavolo rosso, cavolo verza, cetriolo da mensa, cetriolini, cicoria o radicchio (da foglie e da radici); cipolla, cocomero o anguria, crescione, finocchio, funghi (esclusi quelli coltivati in grotte, sotterranei o in appositi edifici), indivia (riccia e scarola), lattuga (cappuccina romana, da taglio), mais dolce, melanzana, melone o popone o cantalupo, pastinaca, peperone, porro, prezzemolo, rapa, ravanello, scalogno, scorzonera, scorzonera bianca, sedano (da coste e da foglie), sedano rapa (da radice), spinacio, topinambur, zucca, zucchine. 2. Per serra si intende una costruzione per la protezione delle coltivazioni, di altezza sufficiente per potervi accedere ed eseguirvi le operazioni colturali in grado di riprodurre un ambiente artificiale che permette di coltivare piante fuori stagione o piante che esigono speciali condizioni climatiche. Fra le serre sono comprese sia le installazioni di tipo tradizionale con struttura in muratura o metallica e con copertura di vetro, sia le costruzioni più semplici, generalmente costituite da intelaiatura di legno con copertura di materiale plastico rigido o flessibile estesa sia al tetto sia alle pareti. Non sono considerate serre le costruzioni la cui copertura è limitata al tetto e/o ad alcune pareti dato che non si realizza quella differenza tra condizioni ambientali interne ed esterne che è caratteristica delle serre vere e proprie. I tunnel sono le coperture installate allo scopo di proteggere file di piante mentre le campane sono quelle installate allo scopo di proteggere un numero limitato di piante. 12 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus All'interno delle coltivazioni in piena aria risulta largamente prevalente la coltivazione in pieno campo (78,5% della superficie investita) rispetto alla coltivazioni in orti stabili o industriali (21,5% della superficie). Certamente quest'ultima modalità rappresenta una realtà estremamente professionale e collegata al mercato ed impegna ben 599 aziende su quasi 800 ettari di superficie. Come evidenzia la figura 6, le coltivazioni di ortive in orti stabili o industriali presentano una composizione percentuale per classi di SAU più concentrata in quelle centrali da 5 a 50 ettari. Nelle coltivazioni di ortive in pieno campo la superficie è così distribuita tra le varie colture: pomodoro da mensa 8%, pomodoro da industria 7,2%, altre ortive 84,8%. Nelle coltivazioni di ortive in orti stabili o industriali la superficie presenta la seguente distribuzione per colture: pomodoro da mensa 3,4%, altre ortive 96,6%. L'analisi dei dati relativi alle coltivazioni di ortive in ambiente protetto evidenzia la larga prevalenza delle serre (che coprono l'89% della superficie protetta) e dell'ordinamento produttivo ad altre colture (81,7% della superficie serricola) anche se il dato relativo al pomodoro da mensa è rilevante (18,3% della superficie serricola) con un peso percentuale più che doppio rispetto alla quota da esso rappresentata nelle coltivazioni in piena aria. Di particolare rilievo sono i risultati dell'analisi intercensuaria 1990-2000 per le colti- Grafico 5 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione delle superfici investite a coltivazioni ortofrutticole. Protette 7,2% In piena aria 92,8% Grafico 6 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione in percentuale delle superfici ortive per classi di SAU (ha). In orti stabili o industriali In pieno campo 0% 20% meno di 1 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 40% 1-5 60% 5-20 80% 20-50 100 50 ed oltre 13 vazioni in piena aria e per quelle protette. Infatti, mentre le prime si presentano in forte calo (soprattutto nelle aziende ma anche nelle superfici) le colture ortive protette manifestano un incremento del 10,5% in termini di numero di aziende impegnate ed un aumento del 34% delle superfici. Si evidenzia, dunque, una realtà aziendale e produttiva solida ed in crescita. Purtroppo non si registrano analoghi risultati per quanto riguarda l'altra componente altamente professionale delle coltivazioni ortive: quella praticata in orti stabili o industriali. Infatti, l'analisi delle variazioni intercensuarie Grafico 7 - Provincia di Roma 1990 - 2000. Variazioni in percentuale delle aziende e delle superfici ortive in piena aria e protette. 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 -70 In piena aria Protette Aziende Superficie Grafico 8 - Provincia di Roma 1990 - 2000. Variazioni in percentuale delle aziende e delle superfici ortive in piena aria. 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 -70 -80 14 Di pieno campo In orti stabili o industriali Aziende Superficie BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 1990-2000 all'interno delle ortive coltivate in piena aria mostra, come evidenziato nella figura 8, un particolare arretramento proprio degli orti stabili o industriali. Con riferimento alle zone altimetriche, la prima considerazione è che le coltivazioni di ortive sono poco presenti in montagna: la superficie coperta è appena di 98 ettari pari al 2,5% del totale. Nella collina e nella pianura le coltivazioni di ortive sono fortemente presenti. Quelle in piena aria sono così ripartite rispetto al totale: collina 44,3% e pianura 53,1%. Quelle protette vedono aumentare il peso della pianura (64,5%) e diminuire quello della collina (35,1%). Merita una sottolineatura anche il confronto tra la ripartizione del numero di aziende agricole per zona altimetrica. La montagna, a fronte della già evidenziata esiguità della superficie impegnata, ha comunque 694 aziende impegnate nella coltivazione di ortive. La collina ha il maggiore peso in termini di aziende (59,7%) a fronte del 43,7% della superficie. La pianura si presenta con caratteristiche competitive, impegnando il 22,4% delle aziende orticole sul 53,9% della superficie. E' interessante anche evidenziare come le colture protette segnalino una discreta presenza di aziende anche in collina. La ripartizione tra zone altimetriche, in termini di numero di aziende con coltura protetta sul totale delle aziende esercitanti le coltivazioni orticole, è la seguente: • montagna 4,1%, pari a 15 aziende; • collina 60,8%, pari a 223 aziende; • pianura 35,1%, pari a 129 aziende. Gli ordinamenti produttivi dei fruttiferi sono largamente dominati dalla frutta fresca di origine temperata (3) (57,8% della superficie investita) anche se un ruolo preminente è ricoperto dalla frutta a guscio (4) (30,3% della superficie investita). La frutta fresca di origine sub-tropicale (5) si estende sul restante 11,9% della superficie. Per superficie investita a fruttiferi si intendono le superfici investite ad albero da frutto, comprendenti sia le forme d'impianto a forte densità, sia le forme d'impianto a densità minima, in consociazione o meno con altre coltivazioni. La superficie a frutta fresca di origine temperata, come si è evidenziato anche nella figura 10, è così ripartita: pesco 33,8%; melo 8,8%; pero 5,2%; albicocco 4,2%; nettarina 2,4%; altra frutta di origine temperata 45,6%. La frutta a guscio presenta una superficie prevalentemente destinata a nocciolo e castagno: appare molto contenuta la presenza del mandorlo e di altra frutta a guscio. Le aziende agricole impegnate nella coltivazione di frutta a guscio sono 5.375, delle quali ben 3.408 sono di entità inferiore ad un ettaro. Riguardo alla limitata realtà della coltivazione di agrumi nella provincia di Roma (946 aziende impegnate su 113 ettari) va segnalato il ruolo dominante del mandarino che occupa 3. Frutta fresca di origine temperata: melo, pero pesca, nettarina (pesca noce), albicocco, susino, ciliegio (ciliegia tenerina e duracina, ciliegia visciola ed amarena o marasca), cotogno, fico, gelso (bacca), giuggiolo, lampone, loto (kaki), melograno, mirtillo, mora di rovo, nespola comune, nespolo del Giappone, ribes comune, ribes nero, sorbo, uva spina. 4. Frutta a guscio: mandorlo, nocciolo, carrubo, noce, pistacchio. 5. Frutta fresca di origine sub-tropicale: actinidia (kiwi), ananas, annone, avocado, babaco, banano, dattero, fico d'India, mango, maracuja, papaia, passiflora. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 15 Grafico 9 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione delle aziende investite a coltivazioni orticole. Montagna 17,9% Pianura 22,4% Collina 59,7% Grafico 10 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Superficie (ha) frutta fresca di origine temperata. 2500 2250 2000 1750 1500 1250 1000 750 500 250 0 Melo Pero Pesco Nettarina Albicocco Altra frutta poco più della metà della superficie investita ad agrumi (51,4%). Segue la coltura dell'arancio (21,3%) e del limone (12,3%, pari a poco più di 7 ettari). Ancora più limitate le strutture produttive rispettivamente dedicate a clementine ed altri agrumi. A conclusione di questo panorama sugli ordinamenti produttivi, sembra interessante evidenziare la presenza di una piccola nicchia, non compresa nella definizione di "ortofrutta" adottata nel presente lavoro, ma che - per la sua contiguità di filiera - può essere trattata senza rischiare di uscire dal tema sviluppato: ci si riferisce alla produzione di piantine per le 16 coltivazioni orticole. Sono interessate 107 aziende agricole per una superficie investita pari a 18,73 ettari. Allo stesso modo, giustificandolo in questo caso per la contiguità di mercato cioè per i canali commerciali spesso comuni a quelli dell'ortofrutta, si vuole fare una breve citazione dei dati strutturali relativi alla coltivazione della patata nella provincia di Roma: sono impegnate 1.089 aziende agricole con una superficie investita di 112,19 ettari. Va segnalato che, nell'intervallo censuario 1990-2000, le aziende che praticano la coltivazione della patata sono diminuite del 60% e la superficie del 54%. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Grafico 11 - Provincia di Roma - Censimento 2000. Composizione in percentuale delle superfici investite a frutta a guscio. Mandorlo 1,5% Altra frutta a guscio 12,5% Nocciolo 44,7% Castagno 41,3% 1.3 La struttura e gli ordinamenti produttivi del comparto ortofrutticolo nei comuni della provincia di Roma Per illustrare le caratteristiche a livello comunale dell'ortofrutta nella provincia di Roma, si è fatto ricorso all'indice di specializzazione (ISP). L'indice di specializzazione è pari a zero nel caso in cui il comune, rispetto al totale della provincia, abbia un'incidenza nella singola coltivazione uguale a quella che si registra per la SAU nel suo complesso. Allo stesso modo, se il peso del comune sulla provincia nella specifica coltivazione è superiore/inferiore a quello complessivo della SAU esso è specializzato/despecializzato; con estremi pari a +1 (massima specializzazione) e -1 (massima despecializzazione). Gli indici di specializzazione, desunti dai dati del 5° Censimento generale dell'agricol- tura 2000 e del 4° Censimento generale dell'agricoltura 1990, sono stati posti in mappe tematiche (6) che evidenziano la posizione ricoperta da ciascun comune. Inoltre, per ottenere una visione dinamica dei cambiamenti intervenuti nell'arco temporale che separa gli ultimi due censimenti dell'agricoltura, si è svolta un'analisi comparata intercensuaria costruendo diagrammi di dispersione, ossia la visualizzazione dei valori delle variabili come punti in un diagramma cartesiano ortogonale, che sull'asse delle X riportano i valori dell'indice di specializzazione dei comuni della provincia di Roma nel 2000 e sull'asse delle Y i valori nel 1990 dello stesso ISP. Gli indici di specializzazione si prestano in modo esemplare a tale scopo per la loro caratteristica di avere un campo di variabilità certo (da +1 a -1). 6. Le mappe tematiche sono state ottenute con il software MapInfo, un potente strumento di desktop mapping, cioè un programma che consente di organizzare e gestire dati utilizzando come base una mappa computerizzata. Creare una mappa tematica ha significato - nella nostra applicazione - assegnare agli oggetti della mappa diversi colori (è possibile anche utilizzare tipi di campitura, tipi di linea o simboli) in relazione al loro valore. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 17 Ortive Per le ortive, la tavola 1 mostra come, nel 2000, i comuni a forte specializzazione sono 11. Il comune di Roma è a debole non specializzazione. A livello più generale si osserva un semicerchio specializzato nella fascia peri-urbana intorno al Comune di Roma nelle aree di pianura e collina litoranea. Un dato importante è che l'Area dei Castelli Romani trova nelle ortive una certa presenza di specializzazione nell'ambito delle colture erbacee, con i valori più alti ad Ariccia e Lanuvio. Tra il 1990 ed il 2000 i comuni specializzati sono aumentati da 23 a 24. Il comune di Roma si è despecializzato. Il diagramma di dispersione delle ortive è molto aperto, a causa soprattutto dei comuni che presentano posizioni "forti". Sia con riferimento alla mantenuta specializzazione (Anzio, Ariccia, Ladispoli) che alla neo-specializzazione (Lavinio, Marano Equo) ed alla despecializzazione (Palestrina, Rocca di Papa). Ortive 1° quadrante comuni specializzati • Numerosità Comuni: 17 • Subquadrante 1A forte specializzazione (3): Anzio, Ariccia, Ladispoli. • Subquadrante 1B forte specializzazione (in Tavola 1 - Ortive - Indice di specializzazione 2000. 18 ISP da -1 a -0,5 (80 comuni) - Forte non specializzazione ISP da -0,5 a 0 (16 comuni) - Debole non specializzazione ISP da 0 a 0,5 (13 comuni) - Debole specializzazione ISP da 0,5 a 1 (11 comuni) - Forte specializzazione BIC Notes – dicembre 2004 – Focus aumento) (5): Anguillara Sabazia, Cerveteri, Fiumicino, Lariano, Nettuno. • Subquadrante 1C debole specializzazione (8): Agosta, Ardea, Castel Gandolfo, Genzano di Roma, Gerano, Pomezia, San Cesareo, Velletri. • Subquadrante 1D debole specializzazione (in diminuzione) (1): Trevignano Romano. 2° quadrante comuni neospecializzati • Numerosità Comuni: 7 • Subquadrante 2A forte neospecializzazione (da debole non specializzazione) (2): Lanuvio, Marano Equo. • Subquadrante 2B forte neospecializzazione (1): Rocca Santo Stefano. • Subquadrante 2D debole neospecializzazione (4): Albano Laziale, Anticoli Corrado, Nemi, Pisoniano. 3° quadrante comuni non specializzati • Numerosità Comuni: 90 • Subquadrante 3A debole non specializzazione (8): Arsoli, Canterano, Ciampino, Grottaferrata, Monterotondo, Santa Marinella, Subiaco, Tivoli. • Subquadrante 3B debole non specializzazione (in diminuzione) (4): Castel Madama, Montecompatri, Ponzano Romano, Sant'Angelo Romano. • Subquadrante 3C forte non specializzazione (62): Allumiere, Arcinazzo Romano, Tavola 2 - Ortive - Indice di specializzazione 1990. ISP da -1 a -0,5 (67 comuni) - Forte non specializzazione ISP da -0,5 a 0 (30 comuni) - Debole non specializzazione ISP da 0 a 0,5 (17 comuni) - Debole specializzazione ISP da 0,5 a 1 (6 comuni) - Forte specializzazione BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 19 Grafico 12 - Ortive - Confronto 1990 - 2000. Indice di specializzazione. 1,00 0,50 1990 0,00 -0,50 -1,00 -1,00 -0,50 Bracciano, Camerata Nuova, Canale Monterano, Capranica Prenestina, Carpineto Romano, Casape, Castelnuovo di Porto, Castel San Pietro Romano, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto Romano, Civitella San Paolo, Colleferro, Colonna, Fiano Romano, Filacciano, Formello, Frascati, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Gorga, Jenne, Licenza, Magliano Romano, Mandela, Manziana, Marcellina, Marino, Mazzano Romano, Monteflavio, Montelanico, Montelibretti, Monte Porzio Catone, Montorio Romano, Moricone, Morlupo, Nazzano, Nerola, Olevano Romano, Percile, Poli, Riano, Rignano Flaminio, Riofreddo, Roccagiovine, Sacrofano, Sambuci, San Gregorio da Sassola, San Polo dei Cavalieri, Sant'Oreste, San Vito Romano, Saracinesco, Segni, Tolfa, Torrita Tiberina, Vallepietra, Vallinfreda, Vicovaro, Vivaro Romano. 20 0,00 2000 0,50 1,00 • Subquadrante 3D forte non specializzazione (in aumento) (16): Affile, Artena, Bellegra, Campagnano di Roma, Capena, Cave, Genazzano, Guidonia Montecelio, Labico, Palombara Sabina, Rocca Canterano, Rocca di Cave, Rocca Priora, Roiate, Valmontone, Zagarolo. 4° quadrante comuni despecializzati • Numerosità Comuni: 6 • Subquadrante 4A debole despecializzazione (da forte specializzazione) (1): Roviano. • Subquadrante 4B debole despecializzazione (3): Civitavecchia, Roma, Mentana. • Subquadrante 4C forte despecializzazione (da debole specializzazione) (1): Palestrina. • Subquadrante 4D forte despecializzazione (1): Rocca di Papa. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Fruttiferi I fruttiferi mostrano una specializzazione concentrata attorno a due poli. Il primo è quello della Sabina (Palombara Sabina, Moricone, Montelibretti, Sant'Angelo Romano e Mentana) relativo a comuni di collina quali Palombara Sabina, Morione, Montelibretti, Sant'Angelo Romano e Mentana, ma anche alcuni comuni limitrofi di montagna (San Polo dei Cavalieri, Marcellina e Castel Madama) evidenziano una media specializzazione. Il secondo polo di specializzazione ha il suo centro nei Comuni di Palestrina, Labico e San Cesareo: si propaga poi fino ai Monti Lepini ed in molti comuni dell'Area dei Castelli Romani (in particolare Rocca di Papa). Interessante il rilievo di Manziana, di Mazzano e di Rignano Flaminio. Il Comune di Roma è non specializzato. La coltura dei fruttiferi è specializzata in 28 comuni, dei quali ben 16 a forte specializzazione. Otto comuni si presentano come neospecializzati e la posizione più interessante è quella di Montelanico: ma anche di Rocca di Cave e di Segni. Tra i comuni de-specializzati (5) la posizione di maggior arretramento la registra Castel Gandolfo ed, a seguire, Cerveteri, Monterotondo e Nerola. Tavola 3 - Fruttiferi - Indice di specializzazione 2000. ISP da -1 a -0,5 (50 comuni) - Forte non specializzazione ISP da -0,5 a 0 (34 comuni) - Debole non specializzazione ISP da 0 a 0,5 (18 comuni) - Debole specializzazione ISP da 0,5 a 1 (8 comuni) - Forte specializzazione BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 21 Tavola 4 - Fruttiferi - Indice di specializzazione 1990. ISP da -1 a -0,5 (54 comuni) - Forte non specializzazione ISP da -0,5 a 0 (33 comuni) - Debole non specializzazione ISP da 0 a 0,5 (17 comuni) - Debole specializzazione ISP da 0,5 a 1 (16 comuni) - Forte specializzazione Grafico 13 - Fruttiferi - Confronto 1990 - 2000. Indice di specializzazione. 1,00 0,50 1990 0,00 -0,50 -1,00 -1,00 22 -0,50 0,00 2000 0,50 1,00 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Fruttiferi 1° quadrante comuni specializzati • Numerosità Comuni: 28 • Subquadrante 1A forte specializzazione (16): Castel Madama, Labico, Lariano, Manziana, Marcellina, Mazzano Romano, Mentana, Montelibretti, Moricone, Palestrina, Palombara Sabina, Rocca di Papa, San Cesareo, Sant'Angelo Romano, Velletri, Zagarolo. • Subquadrante 1B forte specializzazione (in aumento) (1): Cave. • Subquadrante 1C debole specializzazione (11): Albano Laziale, Ariccia, Colonna, Genzano di Roma, Guidonia Montecelio, Lanuvio, Marino, Montorio Romano, Rignano Flaminio, San Polo dei Cavalieri, Sant'Oreste. 2° quadrante comuni neospecializzati • Numerosità Comuni: 8 • Subquadrante 2B forte neospecializzazione (1): Montelanico. • Subquadrante 2C debole neospecializzazione (da forte non specializzazione) (2): Rocca di Cave, Segni. • Subquadrante 2D debole neospecializzazione (5): Carpineto Romano, Gavignano, Nemi, Olevano Romano, San Vito Romano. Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Camerata Nuova, Campagnano di Roma, Canterano, Capena, Casape, Castelnuovo di Porto, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Civitavecchia, Civitella San Paolo, Colleferro, Fiano, Gallicano nel Lazio, Gorga, Jenne, Licenza, Marano Equo, Percile, Pisoniano, Poli, Ponzano Romano, Riofreddo, Rocca Canterano, Roccagiovine, Rocca Santo Stefano, Roiate, Roma, Sacrofano, Sambuci, Santa Marinella, Subiaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Romano, Tolfa. • Subquadrante 3D forte non specializzazione (in aumento) (8): Anzio, Artena, Bellegra, Frascati, Monteflavio, Morlupo, Nazzano, Nettuno. 4° quadrante comuni despecializzati • Numerosità Comuni: 5 • Subquadrante 4A debole despecializzazione (da forte specializzazione) (1): Castel Gandolfo. • Subquadrante 4B debole despecializzazione (3): Cerveteri, Monterotondo, Nerola. • Subquadrante 4C forte despecializzazione (da debole specializzazione) (1): Fiumicino. 3° quadrante comuni non specializzati • Numerosità Comuni: 79 • Subquadrante 3A debole non specializzazione (20): Agosta, Allumiere, Ardea, Canale Monterano, Filacciano, Formello, Gerano, Genazzano, Grottaferrata, Ladispoli, Magliano Romano, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Pomezia, Rocca Priora, Roviano, San Gregorio da Sassola, Vicovaro, Tivoli, Trevignano Romano. • Subquadrante 3B debole non specializzazione (in diminuzione) (10): Bracciano, Capranica Prenestina, Castel San Pietro, Ciampino, Cineto Romano, Mandela, Riano, Saracinesco, Valmontone, Torrita Tiberina. • Subquadrante 3C forte non specializzazione (41): Affile, Anguillara Sabazia, Anticoli BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 23 Allegato statistico al Primo Capitolo. Tabella 1 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole. Anni di censimento 1990 Superficie Aziende 6.033,40 8.646 47,83 583 23.762 12.544,87 1982 Superficie Aziende 7.719,09 12.662 77,74 293 9.893,57 16.658 Ortive Agrumi Fruttiferi 2000 Superficie Aziende 3.983,73 3.879 113,07 946 8.586,64 18.629 Ortive Agrumi Fruttiferi Variazioni intercensuarie percentuali 1982-2000 1990-2000 1982-1990 Superficie Superficie Aziende Superficie Aziende Aziende -48,4 -69,4 -21,8 -31,7 -34,0 -55,1 45,4 222,9 -38,5 99,0 136,4 62,3 -13,2 11,8 26,8 -42,6 -31,6 -21,6 Fonte dati: Istat. Tabella 2 - Lazio. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole. Anni di censimento 1990 Superficie Aziende 28.319 20.423,98 1.145,93 4.894 54.796 46.727,73 1982 Superficie Aziende 43.660 22.409,58 1.064,93 3.392 40.220 36.073,50 Ortive Agrumi Fruttiferi 2000 Superficie Aziende 17.022 16.259,40 918,50 4.317 42.550 38.701,85 Ortive Agrumi Fruttiferi Variazioni intercensuarie percentuali 1982-2000 1990-2000 1982-1990 Superficie Superficie Aziende Superficie Aziende Aziende -27,4 -61,0 -8,9 -35,1 -20,4 -39,9 -13,8 27,3 7,6 44,3 -19,8 -11,8 7,3 5,8 29,5 36,2 -17,2 -22,3 Fonte dati: Istat. 24 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Tabella 3 - Incidenza in percentuale della provincia di Roma sulla regione Lazio. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole. Anni di censimento 1990 Superficie Aziende 29,5 30,5 4,2 11,9 26,6 43,4 1982 Superficie Aziende 34,4 29,0 7,3 8,6 27,4 41,4 Ortive Agrumi Fruttiferi 2000 Superficie Aziende 24,5 22,8 12,3 21,9 22,2 43,8 Ortive Agrumi Fruttiferi Variazioni intercensuarie percentuali 1982-2000 1990-2000 1982-1990 Superficie Superficie Aziende Superficie Aziende Aziende -28,9 -21,4 -14,2 5,3 -17,1 -25,4 68,6 153,7 -42,8 37,9 194,9 84,0 -19,1 5,7 -2,1 4,7 -17,4 1,0 Fonte dati: Istat. Tabella 4 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha). Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 1 1.562 730 11.925 1-5 1.598 179 5.657 Classi di SAU 20 - 50 5 - 20 86 569 5 31 118 875 50 e oltre 64 1 54 Totale 3.879 946 18.629 Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 1 205,05 36,66 1.832,06 1-5 1.296,37 29,49 3.416,36 Classi di SAU 20 - 50 5 - 20 412,33 1.491,31 34,23 12,09 604,05 1.915,35 50 e oltre 578,67 0.60 818,82 Totale 3.983,73 113,07 8.586,64 Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 25 Tabella 5 - Provincia di Roma. Composizione percentuale delle aziende e della superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha). Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 1 40,3 77,2 64,0 1-5 41,2 18,9 30,4 Classi di SAU 20 - 50 5 - 20 2,2 14,7 0,5 3,3 0,6 4,7 50 e oltre 1,6 0,1 0,3 Totale 100,0 100,0 100,0 Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 1 5,1 32,4 21,3 1-5 32,5 26,1 39,8 Classi di SAU 20 - 50 5 - 20 10,4 37,4 30,3 10,7 7,0 22,3 50 e oltre 14,5 0,0 9,5 Totale 100,0 100,0 100,0 Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000. Tabella 6 - Provincia di Roma. Aziende con superficie irrigata (ha) per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha). Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 1 588 37 634 1-5 937 14 489 Classi di SAU 20 - 50 5 - 20 43 375 2 4 25 171 50 e oltre 33 0 16 Totale 1.976 57 1.335 Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 1 106,86 3,20 137,84 1-5 1.023,63 0,92 431,96 Classi di SAU 20 - 50 5 - 20 316,82 1.204,05 4,03 0,45 261,23 494,95 50 e oltre 364,80 0 186,39 Totale 3.016,16 8,60 1.512,37 Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000. Tabella 7 - Provincia di Roma. Incidenza percentuale delle aziende con superficie irrigata (ha) e della superficie irrigata sul totale di aziende e di superficie per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha) Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 1 37,6 5,1 5,3 1-5 58,6 7,8 8,6 Classi di SAU 20 - 50 5 - 20 50,0 65,9 40,0 12,9 21,2 19,5 50 e oltre 51,6 0,0 29,6 Totale 50,9 6,0 7,2 Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 1 52,1 8,7 7,5 1-5 79,0 3,1 12,6 Classi di SAU 20 - 50 5 - 20 76,8 80,7 11,8 3,7 43,2 25,8 50 e oltre 63,0 0,0 22,8 Totale 75,7 7,6 17,6 Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 27 Tabella 8 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortive, suddivise per tipologia. 5° Censimento 2000. Coltivazioni Ortive In piena aria In coltivazioni di pieno campo Pomodoro da mensa Pomodoro da industria Altre ortive In orti stabili o industriali Pomodoro da mensa Altre ortive Protette In serra Pomodoro da mensa Altre ortive In tunnel, campane, ecc. Aziende Superficie 3.879 3.786 3.355 993 106 2.994 599 124 569 367 349 118 306 26 3.983,73 3.697,53 2.900,72 232,27 207,92 2.460,53 796,81 27,32 769,49 286,20 254,71 46,53 208,18 31,49 Fonte dati: Istat del 5° Censimento generale dell' Agricoltura 2000. Tabella 9 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortive, suddivise per tipologia. 4° Censimento 1990. Coltivazioni Ortive In piena aria In coltivazioni di pieno campo In orti stabili o industriali Protette Variazioni % 1990-2000 Coltivazioni Ortive In piena aria In coltivazioni di pieno campo In orti stabili o industriali Protette Aziende 8.646 8.577 6.730 1.951 332 Superficie Aziende -55,1 -55,9 -50,1 -69,3 10,5 Superficie 6.033,40 5.819,83 3.374,52 2.445,31 213,57 -34,0 -36,5 -14,0 -67,4 34,0 Fonte dati: Istat del 4° Censimento generale dell' Agricoltura 1990. 28 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 2. Il sistema distributivo della produzione ortofrutticola fresca 2.1 La struttura della distribuzione dei prodotti ortofrutticoli A livello nazionale, l'indagine ISMEA ci dice che gli acquisti domestici di ortofrutta si sono attestati nell'anno 2002 su di un volume di 5,6 milioni di tonnellate per una spesa pari a 7,6 miliardi di euro. Questo dato significa che il tasso di incidenza di tali acquisti sulla spesa domestica alimentare nazionale è stato del 17,4%, vale a dire la seconda voce in termini d'importanza dietro agli acquisti di carne e derivati (25%) e davanti agli acquisti di latte e derivati (16,6%). La stessa fonte sostiene altresì che la forte crescita registrata dai prezzi al consumo, soprattutto per il segmento del fresco, che si è attestata intorno all'8%, ha penalizzato la domanda dal lato dei volumi, che hanno a loro volta subito una contrazione pari al 10,1%. Inoltre, situazioni oggettive quali le condizioni climatiche hanno fortemente compromesso le principali produzioni ortofrutticole andando ad incidere di conseguenza sulla dinamica dei prezzi del comparto che già risentiva dell'introduzione della nuova moneta europea. L'effetto derivato da questa congiuntura sfavorevole ha determinato una importante contrazione dei volumi d'acquisto per famiglia ed addirittura un calo nel numero delle famiglie acquirenti sebbene solo in alcune tipologie distributive. In effetti, le tipologie maggiormente colpite sono state proprio quelle del dettaglio tradizionale, nella forma fissa ed ambulante, che hanno accusato nel corso dell'ultimo anno una forte perdita proprio nel numero di famiglie acquirenti. E' da sottolineare, in proposito, che l'atteggiamento di difesa dei consumatori nei confronti del caro-ortaggi, accompagnato da uno spirito di cautela nei confronti dell'introduzione dell'euro e di eventuali speculazioni, li ha spinti a preferire il canale moderno. Vi è stato uno spostamento degli acquisti dal dettaglio tradizionale verso gli BIC Notes – dicembre 2004 – Focus iper e verso i supermercati ed altre formule come i discount, poichè proprio il canale moderno ha provveduto ad introdurre tempestivamente, su scaffali e nelle confezioni di acquisto, il doppio prezzo. Tuttavia, gli acquisti del comparto risentono anche di una generale stagnazione dei consumi che interessa l'agroalimentare nazionale. I cambiamenti intervenuti nella struttura sociale, economica e culturale del Paese hanno contribuito a modificare lo stile di vita e le abitudini di consumo delle famiglie italiane. La ricerca di prodotti in grado di far risparmiare tempo, caratterizzati da elevato contenuto di servizio, gusto e sapore di una volta, sicuri dal punto di vista igienico-sanitario, innovativi e rispettosi dell'ambiente, ha avuto riflessi anche sugli acquisti di ortofrutta. E' stata, infatti, registrata una crescita della domanda di ortaggi surgelati e succhi di frutta, prodotti succedanei che grazie ad elementi come praticità e facilità di consumo accrescono la loro pressione concorrenziale sul segmento del fresco. Un altro elemento assai interessante emerso dall'indagine ISMEA consiste nel ruolo crescente di super ed ipermercati nella distribuzione dei prodotti ortofrutticoli. Limitatamente al segmento del fresco, questa tipologia di distribuzione ha registrato un incremento della quota di mercato per gli ultimi 5 anni pari a 4,3% in quantità e 5,6% in valore di acquisti. Parallelamente, per gli ambulanti e mercati rionali si è verificata una contrazione delle vendite pari a 1,2% in quantità e a 1,7% in volume. I mutati stili di vita e la necessità di concentrare gli acquisti in termini di tempo e luogo hanno favorito senza dubbio la grande distribuzione rispetto al dettaglio tradizionale, soprattutto nella forma fissa, il cui elemento peculiare è la vendita assistita. Una più puntuale analisi del comparto ci indica, inoltre, che gli acquisti domestici di ortofrutta fresca rappresentano ben il 70% del totale consumato nel territorio nazionale, mentre il restante 30% è consumato in occasioni extra domestiche, vale a dire in mense, ristoranti, alberghi, ospedali, ecc. La spesa 29 complessiva per tali acquisti ad uso domestico si attesta intorno ai 6,1 milioni di euro per un volume di 4,5 milioni di tonnellate. A livello di nucleo familiare si può dire che l'acquisto medio per famiglia è di 231 kg di prodotti all'anno per una spesa di 309 euro, mentre il singolo atto di acquisto, realizzato con una frequenza di 6 giorni, si attesta mediamente su 3,8 kg di prodotto. A livello geografico, invece, si può affermare che al sud si concentra la maggiore quota di acquisti domestici di ortofrutta fresca (34,6% dei volumi e 29,3% della spesa nazionale). Per quanto concerne il Lazio, il cui dato statistico è contenuto in quello delle regioni centrali, la quantità di prodotti ortofrutticoli freschi assorbita è pari a 22,4% in quantità e 23,1% in valore. Il Centro, inoltre, risulta essere anche l'area le cui famiglie residenti spendono di più rispetto ai nuclei familiari del sud e del nord nell'acquisto di ortofrutta fresca. Dall'analisi dettagliata, infine, risulta che è proprio il Lazio a registrare il maggiore volume di acquisto per famiglie acquirenti. L'esame per fonte di approvvigionamento conferma come i super e gli ipermercati abbiano ormai consolidato il ruolo di principale canale distributivo di prodotti ortofrutticoli freschi erodendo quote di mercato sia ai negozi di frutta e verdura sia agli ambulanti dei mercati rionali. Nel 2002 presso i super e gli ipermercati ha avuto luogo il 38% dei volumi di acquisto domestici nazionali di ortofrutta fresca; il 21,9% presso i negozi di frutta e verdura per quanto concerne la quantità ed il 20,6% in valore; per quanto concerne gli ambulanti dei mercati rionali, infine, l'acquisto è stato del 22% in quantità e del 19,3% in valore. La penetrazione maggiore avviene nei super e negli ipermercati, poiché ben 85 famiglie su 100 almeno una volta l'anno hanno scelto tale formula distributiva per l'acquisto di ortofrutta fresca, mentre per gli ambulanti dei mercati rionali il tasso di penetrazione è del 44,5% con un volume di acquisto pari a 109 kg. I negozi di frutta e verdura, invece, hanno 30 sperimentato un tasso di penetrazione del 56,3% per una spesa in volume pari a 86 kg sempre per famiglia. In sintesi, l'esame sulla dinamica degli acquisti evidenzia come ad essere maggiormente penalizzati dalla contrazione della domanda riscontrata in ambito nazionale sia soprattutto il dettaglio tradizionale, nella forma fissa ed ambulante. Infatti, per i Frutta & Verdura il calo è del -19,3% in quantità e del -12,1% in valore; per gli ambulanti/mercati rionali i tassi di contrazione risultano del -14,5% in quantità e del -7,8% in valore. Entrambe le tipologie distributive hanno accusato il forte abbandono nel numero delle famiglie acquirenti (nei Frutta & verdura, -5,3% e negli Ambulanti/mercati rionali -6,5%) unitamente alla contrazione dei volumi di acquisto riscontrata tra quelle famiglie che sono rimaste fedeli a tali punti vendita (nei Frutta & verdura -14,8% e negli Ambulanti/mercati rionali -8,6%). Per i Super più gli Iper il trend risulta negativo in termini di volumi (-7,7%) mentre resta stabile sul fronte della spesa (-0,3%). Riguardo le altre tipologie distributive, Discounts e Liberi servizi, che hanno quote, rispettivamente, del 4,2% e 3,7% in volume e del 4% e 3,9% in valore, risultano interessati entrambi da una dinamica positiva degli acquisti. I tassi di crescita, su base annua, sono risultati, per i Discounts, del +7% in quantità e del +15,3% in valore, e per i Liberi servizi, del +4,2% in quantità e del +8,5% in valore. In tali canali, comunque penalizzati dall'abbandono tra le famiglie acquirenti (Discounts, -1,4%; Liberi servizi, -8,5%), è stato registrato un forte incremento dei volumi di acquisto da parte di coloro che hanno continuato ad acquistare presso di essi (Discounts, +8,5%; Liberi servizi, +13,8%), in controtendenza con quanto registrato presso le altre tipologie distributive. Sembra non azzardato affermare come per il consumatore la situazione d'incertezza, legata principalmente all'ingresso dell'euro e al timore di eventuali arrotondamenti dei prezzi a suo svantaggio, lo abbia portato a riporre maggiore fiducia nel canale distributivo moderno. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Certo è che alla distribuzione organizzata va il merito di aver provveduto alla doppia esposizione di prezzo con largo anticipo rispetto alla data di introduzione della nuova moneta, politica questa, che sicuramente ha ripagato in termini di fiducia da parte del consumatore. 2.2 Le tendenze del consumatore I consumatori moderni presentano delle caratteristiche nettamente differenti rispetto BIC Notes – dicembre 2004 – Focus al passato: infatti, essi non appaiono più motivati all'acquisto in modo determinante dal "fattore prezzo" nella selezione dei prodotti alimentari che finiscono nel paniere della spesa e fanno riferimento, invece, e ciò con crescente insistenza, a fattori discrezionali per valutare il valore complessivo del prodotto, basato sulla sua convenienza in relazione ad elementi che determinano la relativa qualità e capacità di rispondere a specifiche esigenze d'uso e consumo. 31 La costante attenzione mediatica ai problemi della sicurezza alimentare conduce gli stessi consumatori a riflettere sulle condizioni in cui i prodotti agricoli vengono coltivati o trasformati, oltre che sull'impatto ambientale dell'agricoltura e della produzione alimentare. Così, i moderni stili di vita danno luogo a nuove tendenze alimentari che pervadono il comportamento d'acquisto e l'attenzione nei processi selettivi dei consumatori. D'altronde, in assenza di sforzi concertati da parte dell'industria agroalimentare per informare e guidare i consumatori nella corretta interpretazione della qualità e delle origini dei prodotti agroalimentari, nascono facilmente nuovi preconcetti e preoccupazioni che si riflettono, a valle, nei processi e preferenze d'acquisto delle famiglie. In questo scenario gli operatori della distribuzione alimentare riconoscono sempre di più il ruolo guida del consumatore nell'evoluzione della catena alimentare, cimentandosi con strumenti e processi d'affari sempre più sofisticati nell'intento di monitorare costantemente le nuove tendenze di domanda e riuscire a fornire prodotti e servizi adatti a soddisfare le esigenze, con tempi e costi sempre più ridotti. Di seguito riportiamo una tabella esemplificativa, ma assai interessante, relativa alle principali tendenze rilevate tra i consumatori nei confronti dell'alimentazione. Indagine riferita al mercato internazionale, secondo una rilevazione del 2000 ad opera di una società di indagine statistica: la Xtc Veille Marketing. Principali tendenze dei consumatori nei confronti dell'alimentazione. Tendenza Sicurezza Salute attiva Funzionalità Sofisticazione Cosmopolitismo 32 Descrizione I consumatori cercano ogni possibile forma di rassicurazione che minimizzi i potenziali rischi a danno della loro salute. Si favorisce la produzione biologica e "controllata", nonché i prodotti tipici, in quanto considerati più naturali, sicuri e/o tracciabili. In generale, il consumatore, più esperto e più diffidente di prima, presta crescente attenzione alle informazioni sui prodotti comunicate dai produttori e dai dettaglianti. Si è sempre più consapevoli che mentre alcuni alimenti possano essere nocivi per la salute, altri possono aiutare a combattere certe patologie. I consumatori ricercano nuove promesse salutistiche che differiscono a seconda delle culture e delle regolamentazioni locali. E' prevedibile che l'aumento della popolazione anziana e l'allungamento dell'aspettativa di vita possano accelerare la domanda di prodotti che contribuiscono al benessere. Controllare il proprio corpo, la propria apparenza, la propria vitalità attraverso l'alimentazione è un'aspettativa in aumento presso i consumatori. Controllare il proprio peso senza rinunciare al piacere di mangiare e senza compromettere il proprio equilibrio. A questo riguardo si rileva l'elevato livello di conoscenze acquisite dal consumatore che si aspetta informazione e consulenza nutrizionale da parte del produttore. Mangiare è prima di tutto un atto di piacere, ottenuto anche attraverso la ricerca selettiva dei prodotti di qualità. Oggi, i consumatori scartano i prodotti generici e preferiscono i prodotti di fascia alta, il cui processo produttivo è particolarmente meticoloso, gli ingredienti sono selezionati con cura, ecc. Il piacere della scoperta esotica attraverso l'alimentazione, di gusti sconosciuti e di nuove sensazioni. Questa tendenza si esprime in modi differenti a seconda dei luoghi e si modifica nel tempo: quello che era esotico ieri, non lo è più oggi. Nella sua ricerca di nuove differenze, il consumatore cerca specialità che siano di maggiore qualità. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Tendenza Varietà delle sensazioni Tradizione Facilità della preparazione Prodotti soluzione Civismo Ecologia Descrizione Il piacere è la differenziazione rispetto alla quotidianità. E' la ricerca di prodotti che giocano sul carattere polisensoriale dell'individuo: gusto, colore, forma, consistenza. A questo riguardo si apprezzano i prodotti stagionali perché rendono non banale l'offerta abituale. La tradizione è fonte di riscoperta, quindi di piacere per il consumatore, e una prova di competenza, di qualità. E' la ricerca delle radici, la scoperta di specialità poco conosciute fino ad allora e che appartengono ad un patrimonio individuale. Oggi il consumatore considera il servizio come un dovere. La sua aspettativa di praticità riguarda tutte le fasi della vita del prodotto: il trasporto dal punto di vendita all'abitazione, lo stoccaggio, la preparazione, il consumo. Sempre di più la maggiore facilità d'uso massimizza la soddisfazione del consumatore. Lo sviluppo di comportamenti "nomadi", la destrutturazione dei pasti, la ricerca del risparmio del tempo inducono i consumatori a scartare i prodotti generici a favore dei prodotti specifici adatti all'occasione di consumo: colazione, pranzo, cena, spuntino a casa, al lavoro o in auto, ecc. Il consumatore scegli tra i valori (piacere, forma, praticità, ecc.) a seconda dell'occasione di consumo. E' il bisogno della rassicurazione di buona condotta nella società da parte del produttore o del dettagliante, con prodotti in cui una parte del prezzo è devoluta a favore di associazioni benefiche e/o di valore sociale. Rappresenta una nuova forma di generosità oppure, all'opposto, di nuovo egoismo di un consumatore che rifiuta tutto ciò che potrà influenzare negativamente il suo piacere di mangiare. Le campagne di comunicazione a favore del rispetto dell'ambiente e dello smaltimento selettivo dei rifiuti spingono il consumatore a essere esigente nei confronti dei produttori. Un nuovo valore morale che a lungo termine diventerà altrettanto importante per il consumatore quanto il gusto, la sicurezza o la praticità. 3.3 I mercati rionali di Roma Il presente studio focalizza la propria attenzione sui mercati rionali romani e sulla loro organizzazione, al fine di enucleare le principali esigenze espresse da parte degli operatori su aree pubbliche del settore ortofrutta fresca. Fin qui si è cercato di fornire un quadro di massima relativo alla distribuzione o commercializzazione del prodotto ortofrutticolo fresco a livello nazionale con alcune indicazioni anche più specifiche per quanto concerne la regione Lazio. Si affronta, invece, di seguito l'organizzazione dei mercati rionali romani e la loro struttura oltre che diffusione sul territorio comunale. Per svolgere l'indagine volta a rilevare il numero e la struttura dei singoli mercati rionali specializzati nella vendita al dettaglio dei prodotti ortofrutticoli freschi è stato necessario attingere le informazioni da più fonti (7), tutte assai preziose per un corretto svolgimento del nostro lavoro. Il primo risultato utile di questa indagine è consistito nell'individuare il numero esatto di 7. Comune di Roma, Dipartimento VIII U.O. - Politiche dell'Artigianato e Commercio, Servizio Ispettivo Annonario; CORIDE - Consorzio dei rivenditori dettaglianti; Guida "La Vignarola" - Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Roma e C.C.I.A.A. di Roma; brochure informativa "Roma Spendebene" - Comune di Roma; Pubblicazione "Il nuovo mercato di San Silverio. Una ipotesi pilota per la ristrutturazione e la riorganizzazione dei Mercati di Roma" - C.C.I.A.A. di Roma, Confesercenti Roma e Comune di Roma. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 33 mercati rionali della Capitale, che ammontano a 130, escludendo quelli delle aree suburbane di Ostia e di Vitinia. Attraverso la rielaborazione dei dati, quindi, è stato possibile raggruppare i mercati rionali per circoscrizione/municipio di appartenenza, indicarne la tipologia, evidenziare il numero di attività in esercizio e, rispetto a queste ultime, l'incidenza degli operatori di cui alla ex Tabella VI (8). Sulla base di queste informazioni sono state realizzate delle schede (cfr. allegato n.2) assai dettagliate sulla situazione aggiornata dei mercati rionali romani. Si è trattato di un'attività assai puntuale, poiché basata sul continuo confronto dei dati forniti dalle numerose fonti e complicata dalla differente, e talvolta gergale, attribuzione dei nomi ai singoli mercati di zona, poiché la tradizione, l'uso e la consuetudine degli "addetti ai lavori" hanno spesso indotto ad attribuire nomi "personalizzati" ai mercati, ad esempio usando appellativi afferenti a quartieri e/o reti viarie limitrofe. Pertanto, solo mediante un attento studio ed opportuno confronto dei dati a disposizione e grazie, talvolta, anche all'uso di internet e di alcuni siti specializzati è stato possibile stilare un prospetto presumibilmente aderente alla realtà. Ad ogni modo, analizzando i dati fedelmente riportati nelle tabelle e relativi ai mercati circoscrizionali, è possibile fare alcune considerazioni assai interessanti. In primo luogo, si comprende come il numero di presenze dei rivenditori di prodotti ortofrutticoli freschi, in pratica gli operatori della ex Tabella VI, incida per un valore compreso tra il 20% ed il 50% circa, a seconda del mercato e della circoscrizione, rispetto al numero totale degli operatori delle attività in esercizio. In secondo luogo, è molto interessante la valutazione del dato emerso dal computo delle varie tipologie di mercato ricadenti nei diversi Municipi (c.f.r. Tabella Tipologia mercati 2004): la preponderanza, con un rapporto di 3 a 1, dei mercati all'aperto su sede propria e/o impropria, rispetto ai mercati coperti e attrezzati è, infatti, assai evidente. Questo dato, se letto incrociandolo con i risultati dell'indagine qualitativa e motivazionale (cfr. capp.5 e 6), può fornirci una indicazione ulteriore, vale a dire la necessità di studiare l'opportunità di avviare programmi di riqualificazione dei mercati rionali cosiddetti "precari". Questo progetto, del resto, ha come ambizione ultima quella di rivelare mediante un approccio di tipo bottom-up, le esigenze dei rivenditori ambulanti di prodotti ortofrutticoli freschi, di evidenziarle e di portarle a conoscenza di quegli enti che possono adoperarsi per una migliore strutturazione ed infrastrutturazione dei mercati rionali, e soprattutto intende individuare quelle tipologie di servizi in grado di creare nuova impresa sul territorio di Roma e provincia, favorendo lo sviluppo dell'imprenditoria locale e dell'economia in generale. A tale proposito, occorre porre in rilievo come, seppur complesso ed articolato, il riordino dei mercati e lo sviluppo ed il potenziamento dei servizi agli operatori al dettaglio di prodotti ortofrutticoli, rappresentano il volano di crescita della tradizione e del tesoro ortofrutticolo tipico del territorio di Roma e provincia. Tutto ciò al fine della razionalizzazione dei costi e del miglioramento qualitativo delle merci. 8. Tabelle Merceologiche D.M. 04.08.1988, n. 375. L'allegato 5 al presente decreto elenca il numero di tabelle merceologiche e definisce puntualmente il comparto di attività di riferimento. La Tabella VI, nello specifica, riguarda: "Prodotti ortofrutticoli: freschi, conservati e comunque preparati e confezionati - altri prodotti alimentari comunque conservati, preconfezionati - oli e grassi alimentari di origine vegetale - uova - bevande, anche alcoliche". 34 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Di seguito vengono presentate delle tabelle riassuntive delle informazioni raccolte e successivamente rielaborate. I dati, analizzati, confrontati e verificati mediante l'utilizzazione di diverse fonti, sono suddivisi in tre gruppi di tabelle. In primo luogo, abbiamo le tabelle relative alla tipologia dei mercati rionali per ciascun municipio/circoscrizione di appartenenza. In tali tabelle viene indicato: • la tipologia di mercato; • il municipio di competenza; • il totale di ciascuna delle attività in esercizio e delle attività complessive dei mercati rionali per ciascuna circoscrizione/municipio di appartenenza. • il nome del mercato rionale e l'indirizzo; • il numero delle attività complessive in esercizio per mercato rionale; • il numero delle attività in esercizio ex Tabella VI per mercato rionale; • il numero di attività riservate ed occupate dai produttori per mercato rionale; Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 1° Municipio. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Mercato Tipologia Bocca di Leone - Via Bocca di Leone Campo Marzio - P.zza Monte D'oro Campo Marzio II - P.zza delle Coppelle Castro Pretorio - Via Milazzo Celio - Via SS. Quattro Esquilino - Via Turati Macao - Via Montebello Monti - Via Baccina Regola I - P.zza Campo dè Fiori Regola II - Via della Pace San Saba - P.zza G. L. Bernini Santa Lucia - Vicolo della Moretta Sommeiller - Via G. Sommeiller Testaccio - P.zza Testaccio Trastevere/S. Cosimato - P.zza S. Cosimato Trevi - Via del Lavatore Viminale - Via Cesare Balbo Sede impropria Coperto Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Coperto Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Totale attività BIC Notes – dicembre 2004 – Focus N. Attività in esercizio 6 11 5 10 5 133 12 2 46 3 7 1 10 110 30 5 14 410 N. Attività ex Tab. VI 4 4 2 2 3 66 1 2 19 3 3 0 6 38 8 3 3 167 N. Attività Produttori 0 0 2 1 1 2 5 0 3 0 1 1 3 12 7 1 0 39 35 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 2° Municipio. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Mercato Crati - P.zza Crati Flaminio I - Via Flaminia, 60 Flaminio II - Via Guido Reni Nomentano - P.zza Alessandria Parioli - Via Locchi Pinciano - Via Antonelli Salario - Via Metauro Savoia - P.zza Gimma Trieste - Via Chiana Vescovio - Via Fara Sabina Tipologia Sede impropria Coperto Coperto Coperto Sede impropria Coperto Sede impropria Coperto Coperto Sede impropria Totale attività N. Attività in esercizio 14 9 58 49 28 26 43 70 60 33 390 N. Attività ex Tab. VI 9 2 24 17 9 8 16 32 18 16 151 N. Attività Produttori 1 1 4 2 6 2 6 10 6 3 41 N. Attività ex Tab. VI 39 21 13 14 87 N. Attività Produttori 9 8 10 5 32 N. Attività ex Tab. VI 6 14 5 13 12 13 20 12 10 105 N. Attività Produttori 1 3 1 10 2 3 10 2 4 36 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 3° Municipio. N° 1 2 3 4 Mercato Italia - Via Catania Portonaccio I - Via Vespri Siciliani Stevenson - Via V. E. Stevenson Tiburtino I - Largo degli Osci Totale attività N. Attività in esercizio 114 Coperto 48 Sede impropria 35 Sede impropria 27 Plateatico attrezzato 224 Tipologia Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 4° Municipio. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 36 N. Attività in esercizio 11 Fidene - Largo S. Felicita Sede impropria 30 Gambara -Via Grazia Deledda/Via V.Gambara Sede impropria 16 Monte Sacro - Piazzale Adriatico Coperto 42 Monte Sacro II - P.zza Menenio Agrippa Sede impropria 42 Sacchetti - Via F. Sacchetti Plateatico attrezzato 49 Serpentara II - Via V. Talli Plateatico attrezzato 76 Tufello - P.zza degli Euganei Coperto 42 Val Melaina - Via G. Conti Plateatico attrezzato 22 Valdinievole/Val d'Ossola - Via Val d'Ossola Sede impropria 330 Totale attività Mercato Tipologia BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 5° Municipio. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Mercato Casal dé Pazzi - Via Kant/Via Locke Casal Bertone - Via C. Ricotti Ina Casa - Via dei Crispolti Meda - Via F. Meda Ponte Mammolo - Via Rivisondoli Portonaccio II - Via San Romano Rebibbia - Via G. B. Scanaroli San Basilio - Via Recanati Tiburtino II - Viale G. Stefanini Tiburtino Sud - Via Sacco e Vanzetti/Grotta Gregna Totale attività N. Attività in esercizio 59 Plateatico attrezzato 26 Sede impropria 36 Sede impropria 12 Sede impropria 4 Coperto 31 Coperto 17 Sede impropria 44 Coperto 36 Sede propria 37 Plateatico attrezzato Tipologia 302 N. Attività ex Tab. VI 12 10 16 4 3 11 6 14 9 9 N. Attività Produttori 3 2 9 2 0 4 4 4 3 2 94 33 N. Attività ex Tab. VI 13 5 21 N. Attività Produttori 6 0 4 19 8 13 15 30 124 5 2 3 6 5 31 N. Attività ex Tab. VI 30 3 2 60 6 6 107 N. Attività Produttori 6 2 0 5 2 2 17 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 6° Municipio. N° 1 2 3 Mercato Casilino - Via del Pigneto Casilino 23 - Via Ferraironi Condottieri/Labicano - Via Alberto da N. Attività in esercizio 32 Sede propria 34 Plateatico attrezzato 57 Sede impropria Tipologia Giussano 4 5 6 7 8 Gordiani - Viale Ronchi Olevano Romano - Via Olevano Romano Perestrello - Largo Perestrello Tor Pignattara - Via Ciro d'Urbino Villa Gordiani - Via Rovigno d'Istria Totale attività Sede propria Sede impropria Sede propria Coperto Plateatico attrezzato 38 25 25 41 95 347 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 7° Municipio. N° 1 2 3 4 5 6 Mercato Centocelle - Via degli Olivi Grano - Via del Grano Meli - Via dei Meli Platani - Via dei Platani Quarticciolo - Via Ostuni Tor Sapienza - Via De Pisis Totale attività BIC Notes – dicembre 2004 – Focus N. Attività in esercizio 83 Coperto 7 Sede impropria 7 Sede impropria 125 Sede impropria 19 Coperto 24 Plateatico attrezzato 265 Tipologia 37 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 8° Municipio. N° 1 N. Attività in esercizio 29 Tor Bella Monaca - Via dell'Archeol./L.go Plateatico attrezzato N. Attività ex Tab. VI 13 N. Attività Produttori 3 20 4 13 50 4 6 4 17 N. Attività ex Tab. VI 23 30 22 4 24 2 22 127 N. Attività Produttori 21 12 10 1 17 0 21 82 N. Attività ex Tab. VI 32 N. Attività Produttori 11 26 16 10 36 11 7 53 191 10 6 0 9 4 0 18 58 Tipologia Mercato Brambilla 2 3 4 Torre Maura/Alcioni - P.zza degli Alcioni Sede impropria Torre Spaccata - Viale dei Romanisti Coperto Torre Spaccata II - Via Sisenna Sede impropria Totale attività 35 26 32 122 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 9° Municipio. N° 1 2 3 4 5 6 7 Tipologia Mercato Appio - Via F. Valesio Colli Albani - Via Castel Gandolfo Latino - P.zza Epiro Latino Nuovo - Via Gregorovius Metronio - Via Magna Grecia Ragusa - Via Verbania Tuscolano I - Via Orvieto Totale attività Sede impropria Sede propria Sede propria Sede impropria Coperto Sede impropria Sede impropria N. Attività in esercizio 77 58 56 8 83 3 70 355 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 10° Municipio. N° Mercato 1 Calisse/Bonfante - V.le M. F. Nobiliore/ Via Bonfante Cinecittà - Via Quintilio Varo/ Largo Appio Claudio Cinecittà Est - Via Oberto S. Piscine di Torre spaccata - Via R. Vignali Quadraro - P.zza dei Tribuni Quarto Miglio - Via Menofilo Statuario - Via Polia Tuscolano III - Via del Quadraro 2 3 4 5 6 7 8 Totale attività 38 Tipologia Sede impropria Sede impropria Plateatico attrezzato Plateatico attrezzato Sede propria Plateatico attrezzato Sede impropria Coperto N. Attività in esercizio 69 64 42 18 62 23 11 119 408 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 11° Municipio. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 N. Attività in esercizio 2 Commercio - Via del Commercio Sede impropria 57 Garbatella - Via Passino Coperto 35 Grotta Perfetta - Via Granai di Nerva Plateatico attrezzato 61 La Montagnola - Via Pico della Mirandola Plateatico attrezzato 17 Navigatori - P.zza dei Navigatori Sede impropria 79 Ostiense - Via Corinto Coperto 21 Tor Marancio I - Via R. R. Garibaldi Sede impropria 26 Tor Marancio II - Via C. T. Odescalchi Sede impropria 298 Totale attività Mercato N. Attività ex Tab. VI 1 14 9 22 5 24 7 9 91 N. Attività Produttori 0 0 0 4 3 8 1 4 20 N. Attività ex Tab. VI 6 14 12 7 6 45 N. Attività Produttori 1 2 3 1 1 8 N. Attività ex Tab. VI 4 20 19 N. Attività Produttori 2 2 5 3 12 18 8 84 1 3 1 2 16 Tipologia Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 12° Municipio. N° Mercato 1 2 3 4 5 Decima Incis - Via Sansotta Laurentino - Via F. Sapori Spinaceto - Via Caduti della Resistenza Tor dé Cenci - Via Tor dé Cenci Vigna Murata - Via Meldola Totale attività Tipologia Sede impropria Plateatico attrezzato Plateatico attrezzato Plateatico attrezzato Plateatico attrezzato N. Attività in esercizio 10 55 57 34 41 197 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 15° Municipio. N° 1 2 3 N. Attività in esercizio 12 Casetta Mattei - Via la Contea Sede impropria 48 Macaluso/Enrico Fermi - Via D. Macaluso Sede impropria 76 Magliana/Pian Due Torri - V.le Vico Plateatico attrezzato Mercato Tipologia Pisano/Pescaglia 4 5 6 7 Monte Cucco - Via G. Porzio Portuense II - Via Portuense Portuense III - Largo di S. Silvia Trullo - Via Campagnatico Totale attività BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Sede impropria Sede impropria Sede impropria Coperto 9 25 36 26 232 39 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 16° Municipio. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 Mercato Tipologia Bravetta - P.zza Visconti Donna Olimpia - Via Donna Olimpia Gianicolense - Piazza S. Giovanni di Dio Monreale - Largo di Monreale Sede impropria Sede impropria Sede propria Sede impropria Monteverde Nuovo/G. de Calvi -Via G. de Calvi Sede propria Monteverde Vecchio - Via G. B. Niccolini Sede impropria Portuense I - Via E. Rolli Sede impropria Vascello - Via del Vascello Sede impropria Totale attività N. Attività in esercizio 22 3 126 3 35 42 33 11 275 N. Attività ex Tab. VI 5 1 38 1 10 17 15 4 91 N. Attività Produttori 3 0 23 0 4 4 1 2 37 N. Attività ex Tab. VI 21 8 100 18 147 N. Attività Produttori 8 4 46 7 65 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 17° Municipio. N° 1 2 3 4 Mercato Prati - P.zza dell'Unità Tito Speri - Via Tito Speri Trionfale - Via Andrea Doria Vittoria - Via Monte Santo Totale attività N. Attività in esercizio 125 Coperto 24 Sede impropria 308 Plateatico attrezzato 92 Coperto 549 Tipologia Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 18° Municipio. N° Mercato 1 2 3 4 5 Aurelio - Via S. Silverio Casalotti - Via Borgo Ticino/Via Ovada Irnerio - Via Aurelia Pineta Sacchetti/Urbano II - Via Urbano II Sisto IV - Via Sisto IV Totale attività 40 N. Attività in esercizio 49 Sede impropria 46 Plateatico attrezzato 71 Plateatico attrezzato 81 Sede impropria 6 Sede impropria 253 Tipologia N. Attività ex Tab. VI 17 7 17 40 4 85 N. Attività Produttori 8 2 4 11 2 27 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 19° Municipio. N° Mercato 1 2 3 4 5 6 Belsito - P.zza C. Mazzaresi Monte Mario - P.zza P. Thouar Primavalle - Via Igino Papa Primavalle II - Via Pasquale II Sciamanna/Torrevecchia - Via Sciamanna Vegezio - Via Vegezio Totale attività N. Attività in esercizio 19 Coperto 49 Sede propria 26 Coperto 50 Plateatico attrezzato 5 Sede impropria 7 Sede impropria 156 Tipologia N. Attività ex Tab. VI 10 26 11 11 2 4 64 N. Attività Produttori 1 9 6 2 3 3 24 Schede Mercati Rionali nei Municipi di Roma. 20° Municipio. N° Mercato 1 2 3 4 Flaminio Nuovo - Via Tuscia Ponte Milvio - Viale Tor di Quinto Saxa Rubra - P.zza Saxa Rubra Tor di Quinto - Via Monteleone da Spoleto Totale attività Tipologia Sede impropria Sede impropria Sede impropria Sede impropria Il secondo gruppo di tabelle, riassuntivo a sua volta delle tabelle precedenti, ci fornisce una visione immediata del numero di operatori per circoscrizione. E della tipologia degli stessi, sempre per circoscrizione. In pratica, per quanto concerne gli operatori, si hanno i numeri relativi a: N. Attività in esercizio 68 70 4 20 162 N. Attività ex Tab. VI 27 36 2 8 73 N. Attività Produttori 19 8 2 1 30 Segue un dato complessivo di tutte e tre le tipologie di dati riportati. Per quanto concerne, invece, la tipologia dei mercati rionali per municipio, abbiamo a disposizione i dati così suddivisi: • municipio di competenza; • mercati all'aperto; • attività complessive in esercizio per municipio; • mercati coperti in sede propria o impropria; • attività in esercizio ex Tabella VI; • mercati attrezzati. • attività in esercizio dei produttori. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 41 Operatori per circoscrizione - Anno 2004. Municipio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 15 16 17 18 19 20 N. Attività in esercizio 410 390 224 330 302 347 265 122 355 408 298 197 232 275 549 253 156 162 5275 N. Attività ex Tab. VI 167 151 87 105 94 124 107 50 127 191 91 45 84 91 147 85 64 73 1883 N. Attività produttori 39 41 32 36 33 31 17 17 82 58 20 8 16 37 65 27 24 30 613 Tipologia mercati - Anno 2004. Municipio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 15 16 17 18 19 20 42 Mercati coperti 2 6 1 2 3 1 2 1 1 1 2 0 1 0 2 0 2 0 27 M.all'aperto, sede propria/impropria 15 4 2 4 5 5 3 2 6 4 4 1 5 8 1 3 3 4 79 Mercati attrezzati 0 0 1 3 2 2 1 1 0 3 2 4 1 0 1 2 1 0 24 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Infine, relativamente al terzo tipo di tabella, si ha un elenco dei mercati rionali ordinati in ordine alfabetico, indirizzo e l'indicazione del municipio di competenza. Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio. n° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Nome Appio Aurelio Belsito Bocca di Leone Bravetta Calisse/Bonfante Campo Marzio Campo Marzio II Casal Bertone Casal dé Pazzi Casalotti Casetta Mattei Casilino Casilino 23 Castro Pretorio Celio Centocelle Indirizzo Via F. Valesio Via S. Silverio P.zza C. Mazzaresi Via Bocca di Leone P.zza Visconti Viale M. F. Nobiliore/Via Bonfante P.zza Monte D'oro P.zza delle Coppelle Via C. Ricotti Via Kant/Via Locke Via Borgo Ticino/Via Ovada Via la Contea Via del Pigneto Via Ferraironi Via Milazzo Via SS. Quattro Via degli Olivi Municipio 9 18 19 1 16 10 1 1 5 5 18 15 6 6 1 1 7 Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio. n° 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Nome Cinecittà Cinecittà Est Colli Albani Commercio Condottieri/Labicano Crati Decima Incis Donna Olimpia Esquilino Fidene Flaminio I Flaminio II Flaminio Nuovo Gambara Garbatella Gianicolense Gordiani Grano Grotta Perfetta BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Indirizzo Via Quintilio Varo/ Largo Appio Claudio Via Oberto S. Via Castel Gandolfo Via del Commercio Via Alberto da Giussano P.zza Crati Via Sansotta Via Donna Olimpia Via Turati Largo S. Felicita Via Flaminia, 60 Via Guido Reni Via Tuscia Via Grazia Deledda/Via V. Gambara Via Passino Piazza S. Giovanni di Dio Viale Ronchi Via del Grano Via Granai di Nerva Municipio 10 10 9 11 6 2 12 16 1 4 2 2 20 4 11 16 6 7 11 43 Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio. n° 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 Nome Ina Casa Irnerio Italia La Montagnola Latino Latino Nuovo Laurentino Macaluso/Enrico Fermi Macao Magliana/Pian Due Torri Meda Meli Metronio Monreale Monte Cucco Monte Mario Monte Sacro Monte Sacro II Monteverde Nuovo/G. de Calvi Indirizzo Via dei Crispolti Via Aurelia Via Catania Via Pico della Mirandola P.zza Epiro Via Gregorovius Via F. Sapori Via D. Macaluso Via Montebello V.le Vico Pisano/V. Pescaglia Via F. Meda Via dei Meli Via Magna Grecia Largo di Monreale Via G. Porzio P.zza P. Thouar Piazzale Adriatico P.zza Menenio Agrippa Via G. de Calvi Municipio 5 18 3 11 9 9 12 15 1 15 5 7 9 16 15 19 4 4 16 Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio. n° 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 44 Nome Monteverde Vecchio Monti Navigatori Nomentano Olevano Romano Ostiense Parioli Perestrello Pinciano Pineta Sacchetti/Urbano II Piscine di Torre spaccata Platani Ponte Mammolo Ponte Milvio Portonaccio I Portonaccio II Portuense I Portuense II Portuense III Indirizzo Via G. B. Niccolini Via Baccina P.zza dei Navigatori P.zza Alessandria Via Olevano Romano Via Corinto Via Locchi Largo Perestrello Via Antonelli Via Urbano II Via R. Vignali Via dei Platani Via Rivisondoli Viale Tor di Quinto Via Vespri Siciliani Via San Romano Via E. Rolli Via Portuense Largo di S. Silvia Municipio 16 1 11 2 6 11 2 6 2 18 10 7 5 20 3 5 16 15 15 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio. n° 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 Nome Prati Primavalle Primavalle II Quadraro Quarticciolo Quarto Miglio Ragusa Rebibbia Regola I Regola II Sacchetti Salario San Basilio San Saba Santa Lucia Savoia Saxa Rubra Sciamanna/Torrevecchia Serpentara II Indirizzo P.zza dell'Unità Via Igino Papa Via Pasquale II P.zza dei Tribuni Via Ostuni Via Menofilo Via Verbania Via G. B. Scanaroli P.zza Campo dè Fiori Via della Pace Via F. Sacchetti Via Metauro Via Recanati P.zza G. L. Bernini Vicolo della Moretta P.zza Gimma P.zza Saxa Rubra Via Sciamanna Via V. Talli Municipio 17 19 19 10 7 10 9 5 1 1 4 2 5 1 1 2 20 19 4 Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio. n° 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 Nome Sisto IV Sommeiller Spinaceto Statuario Stevenson Testaccio Tiburtino I Tiburtino II Tiburtino Sud Tito Speri Tor Bella Monaca Tor dé Cenci Tor di Quinto Tor Marancio I Tor Marancio II Tor Pignattara Tor Sapienza Torre Maura/Alcioni Torre Spaccata BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Indirizzo Via Sisto IV Via G. Sommeiller Via Caduti della Resistenza Via Polia Via V. E. Stevenson P.zza Testaccio Largo degli Osci Viale G. Stefanini Via Sacco e Vanzetti/Via Grotta Gregna Via Tito Speri Via dell'Archeologia/L.go Brambilla Via Tor dé Cenci Via Monteleone da Spoleto Via R. R. Garibaldi Via C. T. Odescalchi Via Ciro d'Urbino Via De Pisis P.zza degli Alcioni Viale dei Romanisti Municipio 18 1 12 10 3 1 3 5 5 17 8 12 20 11 11 6 7 8 8 45 Elenco mercati rionali in ordine alfabetico e per Municipio. n° 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 Nome Torre Spaccata II Trastevere/S. Cosimato Trevi Trieste Trionfale Trullo Tufello Tuscolano I Tuscolano III Val Melaina Valdinievole/Val d'Ossola Vascello Vegezio Vescovio Vigna Murata Villa Gordiani Viminale Vittoria Indirizzo Via Sisenna P.zza S. Cosimato Via del Lavatore Via Chiana Via Andrea Doria Via Campagnatico P.zza degli Euganei Via Orvieto Via del Quadraro Via G. Conti Via Val d'Ossola Via del Vascello Via Vegezio Via Fara Sabina Via Meldola Via Rovigno d'Istria Via Cesare Balbo Via Monte Santo 3. Il Centro Agroalimentare Romano - CAR Il CAR è il nuovo Centro Agro-Alimentare di Roma per il commercio all'ingrosso ortofrutticolo ed ittico, che nasce nella Tenuta del Cavaliere sulla Via Tiburtina, al confine tra i Comuni di Roma e Guidonia, con uno svincolo di accesso appositamente realizzato sull'Autostrada Roma-L'Aquila, in posizione strategica rispetto al sistema viario e direzionale che ruota intorno alla capitale. Esso rappresenta, nel settore, la più grande infrastruttura d'Italia e con la sua inaugurazione, avvenuta nel novembre 2002, Roma diviene il maggior centro italiano della distribuzione del fresco. Le motivazioni che hanno indotto alla realizzazione di una infrastruttura di queste dimensioni sono di varia natura. Il mercato agroalimentare si confronta con fenomeni sempre nuovi che condizionano pesantemente le scelte strategiche degli operatori: 46 Municipio 8 1 1 2 17 15 4 9 10 4 4 16 19 2 12 6 1 17 • il consumatore ricerca prodotti sempre più specializzati e personalizzati e chiede maggiore qualità in termini di sicurezza, soddisfazione, salute e servizio; • la Grande Distribuzione sottrae spazio alla vendita al dettaglio rivolgendosi direttamente alla produzione e bypassando l'acquisto all'ingrosso; • il mercato all'ingrosso pubblico svolge un ruolo ancora trascurabile nello scenario attuale, estremamente competitivo, se si considerano le nuove esigenze della produzione e della moderna distribuzione. Il CAR, che ospita i vecchi Mercati Generali dell'Ostiense, chiusi dopo 80 anni di attività, ha avviato una nuova tendenza nella città capitolina: si è passati infatti, allargando nel territorio romano la presenza di soggetti economici interessati alla distribuzione dei prodotti alimentari, dalla vecchia struttura annonaria ad una società per azioni a prevaBIC Notes – dicembre 2004 – Focus lente capitale pubblico. Partecipano al progetto la Regione Lazio, il Comune e la Camera di Commercio di Roma, ma con una significativa presenza privata data da istituti di credito, multiutilities ed operatori commerciali ed edili. Le strutture dei dismessi Mercati Generali erano, infatti, oramai divenute obsolete, inadeguate ed insufficienti. Inoltre, ubicate nel centro cittadino, esse generavano evidenti effetti di congestionamento del traffico a danno della normale viabilità cittadina e, soprattutto, dei quartieri circostanti. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Senza dimenticare i notevoli costi sociali rappresentati dai molteplici disagi cui erano sottoposte le categorie di mercato, costrette ad operare in condizioni di estrema difficoltà ambientale nonché i disagi occorsi agli operatori esterni che trovavano nelle disfunzioni della struttura rilevanti impedimenti alle normali operazioni di approvvigionamento. Conseguentemente, si è generata una vera e propria disaffezione nei confronti della struttura. Oltre alla recente struttura del CAR, nel Lazio sono presenti altri quattro mercati all'ingrosso, Fondi, Latina, Frosinone ed 47 Albano, che, per volumi di merce scambiati, rappresentano un ulteriore elemento di forza del settore. Tra essi è da evidenziare il Mercato Ortofrutticolo di Fondi - M.O.F., che ha saputo trasformarsi da mercato di vendita della produzione a mercato di destinazione alla Capitale divenendo uno dei principali centri nazionali di smistamento di prodotti ortofrutticoli freschi. Rispetto alla tradizionale concezione dei Mercati Generali, il CAR offre, per quanto concerne l'ortofrutta, tre diverse tipologie di servizi in tre aree specifiche del centro, ma solo due di esse rappresentano la fonte di approvvigionamento per la maggioranza degli operatori dettaglianti dediti alla rivendita di prodotti ortofrutticoli freschi nei mercati rionali romani. Infatti, la prima tipologia, il vero e proprio mercato ortofrutticolo con due edifici di 60 box ciascuno forniti di molteplici servizi, è collegata alla città di Roma ed alla sua provincia come funzione di approvvigionamento, mentre la seconda riguarda il Cash & Carry, di 7.000 mq, da considerare come struttura integrativa, soprattutto del mercato ortofrutticolo, attraverso il completamento della gamma offerta da quest'ultimo e nel quale sono previste aree dedicate all'esposizione, deposito e vendita dei prodotti ai dettaglianti. La terza tipologia, infine, denominata Area Grandi Acquirenti, di oltre 12.000 mq, rappresenta la piattaforma destinata alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ed agli Operatori Logistici (smistamento merci). Una vera e propria “città del commercio ortofrutticolo” in grado di movimentare annualmente quantità nettamente superiori ai 6 milioni di quintali di merce con un giro d'affari che si aggira sul miliardo di euro. Infine, uno sguardo agli orari di apertura: gli orari di accesso al CAR da parte degli acquirenti è consentito dal lunedì al sabato dalle ore 02,30 alle ore 08,00 e negli orari di vendita e contrattazione tutti i box devono essere aperti. Tuttavia, secondo recentissime disposizioni, a breve si avrà un cambiamento negli orari di vendita, che non saranno più 48 quelli tradizionali notturni. L'attività, infatti, si svolgerà presumibilmente di giorno permettendo così agli acquirenti di gestire intelligentemente il tempo ed evitando i poco agevoli ed estenuanti orari di accesso al mercato. Insomma, una grande e moderna infrastruttura che, malgrado la nuova localizzazione abbia creato disagi a livello degli operatori sia interni che esterni (acquirenti) non solo in termini di distanza ma anche di viabilità, mette in moto quelle opportunità di crescita legate soprattutto alla valorizzazione dei nostri prodotti tipici locali nonché al valore aggiunto ottenibile dai prodotti ivi acquistati. 4. I marchi di qualità 4.1 L'Europa ed i marchi di qualità Da anni le scelte dei consumatori europei si orientano verso alimenti più sani, più nutrienti, più gustosi e ottenuti con metodi più rispettosi dell'ambiente. Il filo conduttore di questa evoluzione è la qualità, elemento irrinunciabile nella sua complessità. La sicurezza degli alimenti è ovviamente il presupposto di base della qualità; essa costituisce pertanto un elemento obbligatorio. Lo stesso vale per il rispetto delle norme giuridiche in materia di ambiente e di benessere degli animali, in quanto, indipendentemente dalle caratteristiche dei prodotti, tali norme si rapportano alla protezione delle risorse naturali o ad esigenze di ordine etico. Altri aspetti della qualità sono invece facoltativi per il loro carattere in parte soggettivo, ossia legato alle preferenze dei consumatori (gusto, odore, aspetto). Alcuni prodotti presentano infine una valenza supplementare sul piano socioeconomico in quanto ottenuti in una regione o secondo un metodo tradizionale particolari (marchi di qualità) oppure perché nei metodi di produzione si privilegia l'attenzione all'ambiente e al benessere degli animali (in particolare è il caso dell'agricoltura biologica). Il sistema di garanzia dei marchi territoriali dell'Unione europea, in particolare per quel che riguarda l'applicazione in Italia, sta BIC Notes – dicembre 2004 – Focus subendo profonde modificazioni. In special modo si stanno fortemente limitando gli ambiti di intervento di tutte quelle denominazioni commerciali, legate a marchi collettivi, che riportino espliciti riferimenti territoriali o comunque riferimenti all'origine del prodotto. Al contrario l'evoluzione normativa sta dando ampio risalto alla tracciabilità delle produzioni ed alle relative etichette con evidenze di rintracciabilità. Questo ambito operativo necessita comunque fondamentalmente di sistemi di certificazione di prodotto o di processo in grado di fornire comunque le dovute garanzie agli operatori di filiera ed ai consumatori finali. Si va affermando sempre di più la ricerca della qualità e della tipicità, da parte del consumatore finale. La legislazione alimentare, inoltre, preme sul sistema agroalimentare per una maggiore garanzia della qualità igienicosanitaria ed organolettica e l'adozione di metodiche che garantiscano la rintracciabilità lungo tutta la catena. Il consumatore riesce a riconoscere, però, solo le proprietà esterne (apparenza, consistenza ...) dei prodotti, mentre per assicurarsi della loro corrispondenza alle proprie esigenze in termini di caratteristiche intrinseche può solo affidarsi alla certificazione o ai marchi. Questi ultimi sono, quindi, uno strumento per identificare gli standard qualitativi dei prodotti in relazione sia all'area geografica di provenienza che alle tecniche di produzione, trasformazione, commercializzazione. Per quanto riguarda i prodotti freschi occorre poi considerare che nella stragrande maggioranza dei casi questi non sono oggetto di confezionamento e di etichettatura. Le loro caratteristiche commerciali intrinseche sono comunicate al consumatore attraverso un cartello riportante alcuni dati relativi all'origine (a volte indicata con il solo nome del Paese), alle caratteristiche varietali e, non sempre, alla categoria commerciale. Gli strumenti di distinzione a disposizione del consumatore sono quindi limitati, mentre l'evoluzione dei consumi richiede informazioni sempre più complete; questa carenza si evidenzia ancora di più in un luogo come il mercato in cui il consumatore si attende una più ampia rappresentazione di cosa sta comprando. In questo scenario i marchi di qualità possono effettivamente esercitare una funzione essenziale. In generale i marchi svolgono un complesso di funzioni che si possono così ricapitolare: • differenziatrice - identificatrice del prodotto marchiato dagli altri prodotti simili facendolo uscire, quindi, dall'anonimato; • di garanzia dell'origine assicurata dal controllo; • pubblicitaria. Per il consumatore il marchio rappresenta 50 una tutela perché contraddistingue i prodotti con determinate caratteristiche accertate da controlli, rendendo i prezzi più trasparenti. Per i produttori è utile differenziare i prodotti per renderli più competitivi grazie alle garanzie offerte al consumatore e rappresenta un mezzo per tutelarsi da eventuali contraffazioni. Per il mercato, il marchio rappresenta uno strumento per migliorare il livello qualitativo dei prodotti offerti. Da ultimo, il marchio di origine traduce e rende visibile gli sforzi ottenuti a livello di filiera per ottenere la rintracciabilità del prodotto e le materie prime utilizzate. I marchi collettivi non vanno confusi con i cosiddetti marchi individuali, che sono destinati a collegare permanentemente un prodotto od un servizio ad una determinata impresa. La funzione svolta dai marchi collettivi è invece essenzialmente di garanzia qualitativa, in quanto gli stessi assicurano che il prodotto o il servizio contrassegnati presentino: • una determinata provenienza, che sia rilevante per la qualità del prodotto; • natura, intesa come qualità che un prodotto deve avere in base alle materie prime utilizzate; • qualità, espressa nel regolamento d'uso. I marchi collettivi possono essere registrati dai soggetti che svolgono la funzione sopra indicata, che assumono la funzione di garanti della provenienza o della qualità, i quali però non devono compiere attività d'impresa in proprio, contrassegnando, cioè, propri pro- BIC Notes – settembre 2004 – Focus Società Consortile Campagna Romana. Ha per oggetto la tutela dei consumatori e la valorizzazione della qualità delle filiere agricole e agroalimentari attraverso la gestione del marchio collettivo "I Prodotti della Campagna Romana" (www.campagnaromana.it). Il Marchio Il marchio "I Prodotti della Campagna Romana" si propone di: • riconoscere i prodotti romani autentici • distinguere i prodotti in tutte le fasi commerciali I prodotti agroalimentari devono possedere alcuni requisiti fondamentali, secondo precisi standard di qualità I Prodotti Pecorino Romano Mozzarella di Bufala Campana Olio extravergine di oliva della Sabina Mortadella di Bologna Carciofo romanesco (Cynara scolymus) Pane casareccio di Genzano Kiwi Latina Caseus Romae Ricotta Romana Abbacchio Romano BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Tipologia: Prodotti lattiero - caseari Categoria: DOP Definizione:Il Pecorino Romano è prodotto esclusivamente con latte di pecora intero fresco Tipologia: Prodotti lattiero - caseari Categoria: DOP Definizione: Formaggio a pasta filata di latte di bufala Tipologia: Olio di oliva Categoria: DOP Definizione: Olio extravergine di oliva derivante dalle varietà: leccino, frantoio, rosciola, procanico, salviana, moraiolo, raja, carboncella, pendolino e olivastrone Tipologia: Preparati a base di carne Categoria: IGP Definizione: Carni suine macinate finemente, insaccate e cotte Tipologia: Ortofrutta Categoria: IGP Definizione: Pianta erbacea poliennale, provvista di rizoma sotterraneo, dalle cui gemme si sviluppano fusti ramificati. Tipologia: Pane e prodotti da forno Categoria: IGP Definizione:Pane casareccio di farina di grano tenero, acqua, lievito naturale e sale Tipologia: Ortofrutta Categoria: IGP in corso di approvazione Definizione:Frutto dell'Actinidia deliciosa, cultivar Hayward Tipologia: Prodotti lattiero - caseari Categoria: DOP in corso di approvazione Definizione:Formaggio a pasta semicotta e semidura Tipologia: Prodotti lattiero - caseari Categoria: DOP in corso di approvazione Definizione:Ricotta di siero di latte ovino Tipologia: Carni fresche Categoria: IGP in corso di approvazione Definizione:Carne di agnello di razze locali, alimentato con latte materno 51 dotti o servizi. I titolari dei marchi collettivi hanno la facoltà di concedere in uso ad imprenditori diversi i segni distintivi in oggetto. Nel panorama romano è attivo dal 2003 un marchio collettivo promosso dalla Camera di Commercio e partecipato da tutte le associazioni del comparto agroalimentare. La sua denominazione è “Campagna Romana” ed è gestito da una società consortile omonima. La struttura del marchio prevede l'applicazione di disciplinari per la produzione ed i servizi collegati e si traduce in una forma di accreditamento controllato dei punti vendita presso i quali sono presenti in modo significativo i prodotti della gamma tradizionale della gastronomia romana. 5. Metodologia e struttura dell'indagine relativa ai dettaglianti dei mercati rionali di Roma 5.1 Introduzione I primi capitoli del presente studio hanno fornito un quadro di massima del sistema di produzione e di distribuzione dell'ortofrutta fresca nel territorio di Roma e provincia, con un riguardo particolare sia al CAR, il mercato all'ingrosso dell'ortofrutta di Roma, che ai marchi di qualità, intesi come propensione all'acquisto da parte del consumatore di prodotti locali tipici e di qualità. Tuttavia, il tema centrale viene affrontato proprio in questi ultimi due capitoli dedicati, il primo, alla descrizione della metodologia applicata per affrontare l'oggetto dell'iniziativa ed il secondo all'esposizione, all'analisi ed alla valutazione dei dati emersi dall'indagine. L'indagine in sé, come preannunciato nell'introduzione, è volta a rilevare le esigenze espresse dai dettaglianti del settore dell'ortofrutta fresca dei mercati rionali romani al fine di enucleare alcune problematiche di carattere generale e sulla base delle quali impiantare un'azione di sviluppo di nuova impresa. In pratica, grazie al supporto finanziario del BIC Lazio, la cui vocazione è quella di consolidare il proprio ruolo di soggetto promotore di progetti di sviluppo locale e di sostenitore 52 del tessuto imprenditoriale locale, si vuole tentare di intervenire in un campo, considerato ancora come green field (ci scusiamo per il gioco di parole) mediante un'azione di tipo bottom-up. Il settore, infatti, anche in considerazione di quanto sostenuto nell'introduzione e di quanto emerge dai capitoli dedicati alla distribuzione nei mercati rionali ed al CAR, necessita di interventi mirati: l'indagine da noi svolta intende individuare le modalità, i tempi, gli strumenti ed i soggetti potenzialmente coinvolti in tali interventi. 5.2 Metodologia e struttura dell'indagine In generale, secondo i dati a nostra disposizione, sul territorio del comune di Roma vi sono 130 mercati rionali (esclusi quelli di Ostia e Vitinia), mentre il numero degli ambulanti ex Tabella VI operanti presso tali mercati è di 1883 unità. A questi bisogna aggiungere il numero di produttori, che svolgono funzioni di vendita dei propri prodotti negli stessi mercati rionali e che ammontano complessivamente a 613 unità, per un totale di attività in esercizio per il settore ortofrutticolo pari a 2496. Sempre da un punto di vista metodologico, si è provveduto ad elaborare una tabella contenente il numero delle attività ex Tabella VI in esercizio presso tutti i mercati rionali per municipi di riferimento; il numero delle attività intervistate; la distribuzione percentuale delle attività ex Tabella VI per circoscrizione; quale è la distribuzione percentuale delle attività intervistate per circoscrizione. Inoltre, si è elaborato un grafico che esemplifica il processo di somministrazione dei questionari confrontando la distribuzione dei banchi ex Tabella VI e la distribuzione delle attività ex Tabella VI intervistate. L'indagine svolta da ARM in collaborazione con CORIDE, dunque, si è svolta in tre fasi fondamentali: • una prima fase, dedicata alla elaborazione di un questionario da somministrare ai dettaglianti dei mercati rionali di Roma e BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Attività. Municipio N. Attività ex Tab. VI N. Attività intervistate 24 1 167 42 2 151 14 3 87 34 4 105 6 5 94 13 6 124 15 7 107 3 8 50 40 9 127 41 10 191 0 11 91 0 12 45 2 15 84 22 16 91 71 17 147 58 18 85 15 19 64 25 20 73 425 1883 % Attività ex Tab. VI 8,9 8,0 4,6 5,6 5,0 6,6 5,7 2,7 6,7 10,1 4,8 2,4 4,5 4,8 7,8 4,5 3,4 3,9 100,0 % Attività intervistate 5,6 9,9 3,3 8,0 1,4 3,1 3,5 0,7 9,4 9,6 0,0 0,0 0,5 5,2 16,7 13,6 3,5 5,9 100,0 Grafico 14 - Distribuizione delle attività ex Tabella VI per Municipio (n° risposte 425). 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 1 2 3 4 5 6 7 8 Dati effettivi BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 9 10 11 12 15 16 17 18 19 20 Interviste 53 ad una contestuale ricerca volta a delineare il sistema produttivo e distributivo dei prodotti ortofrutticoli freschi, con relativa analisi degli attori e delle forze in campo; • una seconda fase, incentrata sulla somministrazione di detti questionari ad un campione rappresentativo dei dettaglianti dei mercati rionali di Roma; • una terza fase, improntata alla elaborazione delle risposte fornite dagli stessi dettaglianti intervistati ed all'individuazione dei fabbisogni formativi, informativi e di servizio eventualmente emersi durante la rilevazione dei dati. Per quanto concerne la prima fase, è stato elaborato un questionario articolato in tre sezioni per complessive 59 domande. Le sezioni sono: • Anagrafica, volta a rilevare tutti i dati generali circa le risorse impegnate nell'attività, la gamma di prodotti acquistati/venduti, le dimensioni dell'attività in termini di metri quadrati e di quintali di merce acquistati/venduti oltre che di servizi forniti alla clientela (domande da 1 a 28); • Approvvigionamento, relativa a fonti di approvvigionamento, modalità, frequenza e preferenze nella scelta dei prodotti (domande da 29 a 44); • Motivazionale, con la quale si testa l'impegno personale profuso nell'effettuazione degli acquisti in termini di orari, scelta dei prodotti e necessità avvertite in termini di servizi da sviluppare per una migliore condizione di vita professionale e personale (domande da 45 a 57). Per completezza di informazione, il questionario si compone altresì di una tabella allegata, nella quale sono riportate una serie di informazioni: la gamma dei prodotti acquistati dai dettaglianti, la stagionalità negli acquisti effettuati, la quotidianità o meno degli stessi e la preferenza eventuale 54 accordata ai prodotti della campagna romana da parte degli stessi ambulanti. Una volta terminata l'elaborazione del questionario, esso è stato sottoposto all'attenzione del CORIDE, che si è fatto immediatamente carico della fase successiva di distribuzione alle imprese di dettaglianti consorziati. Contestualmente, è stata avviata una ricerca finalizzata a fornire uno profilo del sistema produttivo e distributivo dei prodotti ortofrutticoli freschi e degli attori e delle forze in campo. La seconda fase ha riguardato, quindi, la somministrazione dei questionari da parte di personale incaricato del CORIDE. Lo stesso CORIDE, in qualità di consorzio dei rivenditori dettaglianti dei mercati rionali romani, ha effettuato una campionatura dei mercati e delle persone da intervistare. Complessivamente sono state selezionate 425 imprese distribuite su 84 mercati rionali differenti a coprire l'intero territorio comunale (con l'esclusione di Ostia e Vitinia). Questa attività si è svolta nell'arco di due settimane grazie al supporto di un consistente numero di intervistatori incaricati direttamente dal CORIDE. Essi, dopo un'attenta formazione relativamente alle domande del questionario ed alle modalità di somministrazione delle stesse, si sono recati personalmente presso i mercati di rispettiva competenza ed hanno proceduto ad intervistare singolarmente i soggetti campionati. Contestualmente, è stata avviata da ARM una ricerca finalizzata a fornire uno spaccato del sistema produttivo e distributivo dei prodotti ortofrutticoli freschi e degli attori e delle forze in campo sul territorio della provincia di Roma. Terminata la fase dell'intervista e raccolti tutti i questionari, il CORIDE ha provveduto a trasferire la documentazione ottenuta all'ARM che si è incaricata di procedere all'espletamento della terza fase dell'indagine. La terza fase, infine, ha riguardato la redazione del presente rapporto, inclusa l'elaborazione delle singole risposte fornite dagli intervistati. L'elaborazione è avvenuta soprattuttofocalizzando l'attenzione su quelle parti del questionario che maggiormente interessano BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Questionario distribuito agli ambulanti dei mercati rionali. Sezione "anagrafica" 1 Età: 2 Luogo di residenza (se Roma, specificare il quartiere): 3 Mercato rionale in cui opera: 4 Ha sempre operato in questo mercato? 5 Se no, da quale mercato si è spostato? 6 Quali sono i motivi che l'hanno indotta a spostarsi? 7 Se si tratta di motivi di lavoro, potrebbe specificare quali? 8 Da quanti anni opera al banco del mercato? 9 Che dimensioni ha il suo banco (in mq)? 10 Che tipo di prodotti vende? Compilare scheda allegata 11 Qual è la gamma di prodotti che acquista giornalmente? Compilare scheda allegata 12 Compilare scheda allegata 13 Qual è la gamma di prodotti che non acquista giornalmente? Presso il banco possiede celle frigorifere? Sì No 14 Ha sempre svolto l'attività in un mercato? Sì No 15 E' un'attività di famiglia? Sì No 16 Se sì, quale familiare ha iniziato? 17 Anno di inizio attività: 18 Altre persone operano al banco? Sì No 19 Se sì, si tratta di familiari o altro? Familiare Altro 20 Hanno funzioni di vendita? Sì No 21 Se no, quali attività svolgono? 22 L'attività commerciale ha subito sviluppi da quando ha rilevato il banco? Utilizza mezzi propri per l'approvvigionamento? Sì No Sì No 23 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus < 25 anni tra 25 e 40 anni tra 41 e 55 anni > 55 anni Sì No Personali Di lavoro < 5 anni tra 5 e 15 anni tra 16 e 30 anni > 30 anni 55 Sezione "anagrafica" 24 Se sì, che tipo di mezzo: 25 Se effettua consegne a domicilio, di che tipo di servizio si tratta? Se sì, utilizza mezzi o personale proprio per la consegna a domicilio dei prodotti venduti? Che tipo di mezzi? 26 27 29 Fisso Stagionale Sezione "approvvigionamento" Si approvvigiona totalmente al CAR? Sì 30 Con quale cadenza si approvvigiona al CAR? 31 Quali sono le caratteristiche del prodotto che preferisce (ordinare da 1 a 7 per ordine di importanza)? Se non compera al CAR, quali sono gli altri fornitori? 28 32 33 34 35 36 37 38 39 Qual è la modalità di approvvigionamento da questi fornitori? Con quale cadenza settimanale si approvvigiona presso questi fornitori? Le modalità di approvvigionamento differiscono a seconda della stagione? Ci sono prodotti che abitualmente acquista da un determinato fornitore? Acquista sempre i prodotti seguendo le tendenze di consumo dei propri clienti? Nell'acquisto giornaliero, vengono privilegiati prodotti provenienti dalla campagna romana? Se sì, di quali prodotti si tratta? 43 44 Se no, come gestisce l'invenduto? 41 42 Occasionale Parenti E che tipo di personale? La scelta di tali prodotti deriva da quali di queste caratteristiche? Qual è la quantità media (in kg) di acquisto che effettua giornalmente? Qual è la quantità media (in kg) di acquisto giornaliera di prodotti provenienti dalla campagna romana? Conserva prodotti invenduti alla fine della giornata? 40 56 A clienti fissi (ristoranti, ...) Su prenotazione Sì, mezzi propri No, mezzi propri Sì, personale proprio No, personale proprio No Quotidiana 2/3 volte a settimana Altro Qualità Prezzo Freschezza Provenienza Metodo produz. Stagionalità Produttori Roma Produttori Latina Produttori Lazio Produttori Italia Consegna diretta banco Approvvigionamento diretto Quotidiana 2/3 volte a settimana Altro Sì No Sì, perché mi fido del fornitore No Sì No Sì No Compilare scheda allegata Maggiore freschezza Qualità Sì No Prezzo Lo metto in promozione nel corso dell'ultima ora di acquisto Lo metto in promozione la mattina successiva Altro BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 53 Sezione "motivazionale" Sì Si occupa direttamente degli acquisti dei prodotti? Sì A che ora arriva al CAR di solito per essere sicuro di trovare i prodotti migliori per la propria attività commerciale? Sì Trova pesante doversi occupare personalmente di approvvigionamento e rivendita dei prodotti presso il banco? Sì Il sacrificio di alzarsi di notte è compensato dal profitto che riesce a realizzare? Sì Lo spostamento dei mercati generali da Ostiense a Guidonia Le ha creato disagi? Quanto è importante nella sua attività la scelta personale dei prodotti da acquistare? Sì Se trovasse una convenienza particolare, delegherebbe una struttura terza agli acquisti dei prodotti del suo banco? Se sì, quale percentuale del prezzo del prodotto < 1% destinerebbe a questo servizio? 2 - 5% Sì Avverte la necessità di sviluppo di alcuni servizi? 54 Se sì, potrebbe specificare il tipo di servizio? 55 Sarebbe interessato ad acquistare prodotti della campagna romana certificati ed in vendita presso uno stand al CAR? Specializzerebbe il suo banco con produzione esclusivamente della campagna romana garantita da un marchio di qualità? Ha dei suggerimenti da dare in merito al progetto in oggetto? 45 46 47 48 49 50 51 52 56 57 No No No No No No 1 - 2% > 5% No Sì No Sì No Il sottoscritto dichiara, sotto propria responsabilità, di aver letto preliminarmente al signore/a: l'informativa ex legge 675 secondo la formulazione sopra riportata e di aver ottenuto il consenso espresso e libero dell'intervistato stesso. Data l'oggetto del progetto, vale a dire la sezione “motivazionale”. Da questa emergono, del resto, i fabbisogni informativi, formativi e di servizio sulla base delle esigenze espresse dagli operatori del settore. Come si evince da quanto descritto fino ad ora, il campione intervistato è assai significativo, poiché si tratta del 17% del totale delle imprese attive nei mercati rionali romani, mentre la percentuale sale vistosamente se si BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Firma dell'intervistatore considera il numero dei mercati visitati, che corrisponde al 64,5% del totale dei mercati rionali censiti in questo scritto (escluso il municipio di Ostia e Vitinia). Prima di procedere all'elaborazione dei dati e, dunque, agli output del presente studio, è opportuno fornire ancora qualche indicazione di massima circa la metodologia applicata. Infatti, sempre per quanto concerne la terza fase, è stato necessario approntare un sistema 57 di lettura incrociata dei dati, poiché sarebbe stato sterile fornire semplicemente i dati quantitativi ottenuti grazie alle interviste. Questa operazione non è stata né semplice né rapida, poiché le informazioni ottenute rappresentano una pressoché inesauribile fonte di conoscenza del settore e della condizione in cui si trova l'intera categoria dei det- taglianti dei mercati rionali romani. Il loro approfondimento necessita, pertanto, di tempi più lunghi per un'analisi completa e dettagliata. Inoltre, per quanto concerne le fasi iniziali e soprattutto la prima fase della presente indagine, anche in questo caso si sono presentati dei piccoli ostacoli, facilmente superati, ma che hanno rallentato le attività Tabella allegata al questionario. Ortaggi e frutta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 DOP/IGP Calendario di acquisto previsto* 1 2 3 4 Acquisto giornaliero Acquisto non giornaliero Prodotti romani Pomodoro Peperone Peperoncino Melanzana Patata Funghi coltivati Fragola Cetriolo Zucchina Zucca Melone Cocomero Fagiolo Pisello Fava Lenticchie Ceci Cicerchia Cipolla Porro Scalogno Aglio Indivia Lattuga Rucola Cicoria Valerianella Sedano Finocchio Spinacio *Barrare il trimestre in cui si prevede l'acquisto del prodotto. 58 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus nel complesso. Infatti, l'elaborazione del questionario ha dovuto essere preceduta da una seppur breve ricerca di mercato concernente il “mondo” degli ambulanti di Roma, l'organizzazione comunale dei mercati, le normative di riferimento, ecc., al fine di poter essere in grado di somministrare un questionario efficace, ma soprattutto pertinente. Tabella allegata al questionario. Ortaggi e frutta 31 32 33 34 35 36 37 38 99 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 DOP/IGP Calendario di acquisto previsto* 1 2 3 4 Acquisto giornaliero Acquisto non giornaliero Prodotti romani Barbabietola da coste Cardo Carciofo Cavolo Asparago Carota Rapa Ravanello e ramolaccio Barbabietola da orto Broccolame Mele Pere Pesche Albicocche Susine Arance Limoni Uva Kiwi Ciliegie, amarene e visciole Mele cotogne Fichi Kaki Nespole Castagne Nocciole Mandorle Noci Olive Piante aromatiche e da condimento *Barrare il trimestre in cui si prevede l'acquisto del prodotto. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 59 6 Fabbisogni emersi ed ipotesi di miglioramento 6.1 Introduzione In questo ultimo capitolo saranno esposti per grandi linee i risultati dell'indagine svolta presso i mercati rionali selezionati. Tali risultati sono accompagnati da grafici, diagrammi a torta o istogrammi, che semplificano la lettura della gran mole di informazioni raccolte. In particolare, verranno commentati nell'ordine i grafici per risposta, secondo un metodo di valutazione prettamente rivolto a studiare a fondo, sulla base del campione esaminato, i fabbisogni emergenti e le esigenze in termini di servizi da sviluppare, migliorare e/o creare ex novo per i dettaglianti dei mercati rionali romani. Inoltre, occorre precisare come alcune domande del questionario siano state inizialmente lasciate aperte a causa della non conoscenza approfondita del settore e del campione che sarebbe stato successivamente intervistato, mentre in fase di elaborazione è stato possibile “chiudere” le risposte riassumendole in categorie specifiche. Questa azione ha semplificato notevolmente il processo di elaborazione stesso dei questionari e, conseguentemente, la lettura dei risultati. Per quanto concerne, infine, l'output relativo alle esigenze ed ai fabbisogni avvertiti dai dettaglianti dei mercati rionali intervistati, determinanti sono le risposte ottenute dalla domanda 54. Una domanda che rappresenta la chiave di lettura del presente studio, se valutato nell'ottica del suo obiettivo generale: vale a dire la rilevazione delle esigenze in termini di servizi e/o formazione dei rivenditori ambulanti dei mercati rionali di Roma. 6.2 Analisi delle domande Come riportato fin dall'inizio del capitolo 5, relativo all'esposizione della metodologia e della struttura adottate per condurre l'indagine e completare lo studio, come da progetto, il campione di ambulanti dei mercati rionali operanti nel settore ex Tabella VI è composto da 425 unità, che su un totale di 2496 attività in esercizio, rappresenta ben il 17% del 62 totale delle imprese attive. Sempre riepilogando quanto precedentemente riportato, su 130 mercati rionali presenti sul territorio romano (esclusi quelli di Ostia e Vitinia), ne sono stati visitati 84, vale a dire il 64,5% del totale dei mercati censiti in questo scritto (cfr. tabelle capitolo 2). Di seguito si procederà all'analisi delle singole risposte date dagli intervistati alle domande contenute nel questionario, sottolineando come per ogni commento sarà a disposizione un grafico oltre al numero di risposte sulla base delle quali sono avvenute le elaborazioni. L'analisi sarà, in questa prima fase, suddivisa secondo la ripartizione in sezioni del questionario stesso. Quindi, si procederà inizialmente a riportare le informazioni relative alla sezione Anagrafica, poi Approvvigionamento e, per finire, Motivazionale. E' utile rammentare, infine, che non tutte le domande verranno commentate per questioni di opportunità e, quindi, nelle singole analisi sarà riportata sempre la domanda di riferimento, dalla quale sono sortite le elaborazioni grafiche. Anagrafica La domanda 1 (Età?), alla quale hanno risposto 423 intervistati su 425, evidenzia come si ripartisce il campione per classi di età: in particolare, solo l'1% ha un'età inferiore ai 25 anni, mentre per le altre tre fasce di età tale percentuale sale nettamente. Così, il 28% degli intervistati è di età compresa tra i 25 ed i 40 anni; il 38% tra i 41 ed i 55 anni; il 33% supera i 55 anni (fig.1). La domanda 4 (Ha sempre operato in questo mercato?) che fornisce un'utile indicazione circa l'esperienza di settore in quel municipio da parte del rivenditore intervistato, è la prima di una terna di domande a cascata insieme alle domande 6 e 7. Il 93% di 423 persone che hanno risposto non si sono mai spostate dal mercato in questione, mentre solo il 7%, in effetti, negli anni precedenti ha trasferito la propria attività da un altro mercato (fig.2). La domanda 6 (Quali sono i motivi che BIC Notes – settembre 2004 – Focus Grafico 1 - Età intervistati. (n° risposte 423). < 25 anni 1% > 55 anni 33% Tra 25 e 40 28% Tra 41 e 55 38% Grafico 2 - Ha sempre operato in questo mercato? (n° risposte 423). No 7% Si 93% Grafico 3 - Quali sono i motivi che l’hanno indotta a spostarsi? (n° risposte 25). Personali 36% Di lavoro 64% BIC Notes – settembre 2004 – Focus 63 Grafico 4 - Se si tratta di motivi di lavoro specificare quali (n° risposte 16). Dati %. 40% 30% 20% 10% 0% Soppresso il mercato Mercato in declino Maggiore clientela Altro Grafico 5 - Da quanti anni opera al banco del mercato? (n° risposte 418). > 30 anni 21% < 5 anni 8% Tra 5 e 15 33% Tar 16 e 30 38% l'hanno indotta a spostarsi?) è strettamente legata alla domanda 4 e fornisce un ulteriore dettaglio circa l'esperienza di settore, poiché, tra coloro che si sono spostati da altra zona, si evidenzia come il 36% lo abbia fatto per motivi personali, mentre ben il 64% ha optato per il nuovo mercato per motivi di lavoro (fig.3). La domanda 7 (Se si tratta di motivi di lavoro, potrebbe specificare quali?), anch'essa collegata alle domande 4 e 6, infine, ci dettaglia che, tra coloro i quali hanno risposto di avere spostato la propria attività presso il mercato attuale per motivi di lavoro, il 13% lo ha fatto perché il mercato di provenienza era in declino; il 19% perché il mercato è stato addirittura soppresso; il 38% perché alla ricerca di 64 maggiore clientela; il 31% per motivi altri (fig.4). La domanda 8 (Da quanti anni opera al banco del mercato?), che ci fornisce sempre informazioni di tipo “esperienza di settore”, ha ottenuto risposte piuttosto varie. In particolare, l'8% degli intervistati ha detto di operare presso il banco del mercato da meno di 5 anni; il 33% vi lavora da più di 5 e da meno di 15 anni; tra i 16 ed i 30 anni vi sono impegnati il 38% degli intervistati; il 21% addirittura opera al banco da più di 30 anni (fig.5). La domanda 9 (Che dimensioni ha il suo banco (in mq)?) dà indicazioni utili circa le caratteristiche dimensionali dell'attività: il 19% degli intervistati possiede un banco inferiore ai 9 mq; il 39% ne ha uno di dimensioni BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Grafico 6 - Che dimensioni ha il suo banco (mq)? (n° risposte 415). > 20 mq 7% da oltre 15 a 20 mq 35% < 9 mq 19% da 9 a 15 mq 39% Grafico 7 - Ha sempre svolto l’attività in un mercato? (n° risposte 418). No 5% Si 95% comprese tra 9 e 15 mq; da oltre 15 a 20 mq il 35%; solo il 7% ha un banco di metratura superiore a 20 mq (fig.6). La domanda 14 (Ha sempre svolto l'attività in un mercato?) evidenzia come il 95% ha sempre svolto quel genere di attività (fig.7) e come solo il 5% dei 418 ambulanti che hanno fornito una risposta, ha svolto altre attività prima di iniziare quella dietro al banco di un BIC Notes – dicembre 2004 – Focus mercato rionale. La domanda 15 (E' un'attività di famiglia?), inoltre, ci specifica ulteriormente quanto è radicata l'attività svolta dagli intervistati nella loro vita familiare e da essa si evince che ben il 55% svolge, in effetti, un'attività cosiddetta di famiglia, mentre meno della metà, ovvero il 45%, non proviene da una famiglia con precedenti esperienze nel settore della 65 Grafico 8 - É un’ attività di famiglia? (n° risposte 408). No 45% Si 55% Grafico 9 - Se si quale familiare ha iniziato? (n° risposte 223). Marito o moglie 3% Altro 16% Suocero o suocera 7% Zii o cugini 6% Padre o madre 68% rivendita ambulante di prodotti ortofrutticoli freschi (fig.8). La domanda 16 (Se sì, quale familiare ha iniziato?), a cascata rispetto alla precedente, ci fornisce l'ulteriore indicazione secondo la quale, gli intervistati che hanno risposto positivamente alla domanda 15 e, quindi, che hanno rilevato o continuato l'atti66 vità di famiglia, lo hanno fatto perché attività della moglie/del marito per il 3%; perchè di zii o cugini per il 6%; perché di suocera/suocero per il 7%; direttamente da padre/madre per il 68%. Un ulteriore 16% ha risposto altro, di cui la maggior parte indicando i nonni come originari imprenditori del settore (fig.9). BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Grafico 10 - Anno di inizio attività (n° risposte 420). Dopo il 2000 7% Dal 1995 al 2000 17% Prima del 1975 23% Dal 1985 a prima del 1995 31% Dal 1975 a prima del 1985 22% Grafico 11 - Altre persone operano al banco? (n° risposte 415). Si 42% No 58% La domanda 17 (Anno di inizio attività?) si pone anch'essa nella scia della rilevazione dell'esperienza di settore, come del resto vuole questa specifica sezione del questionario, indagando sulla longevità o meno dell'attività. Il dato interessante riguarda proprio le attività cosiddette maggiormente datate, che risalgono cioè a prima del 1975: esse risultano essere il 23% su un campione di 420 interviste; dal 1975 a prima del 1985 si pone il 22% degli ambulanti intervistati; dal 1985 a BIC Notes – dicembre 2004 – Focus prima del 1995 il 31%; dal 1995 al 2000 il 17%; dopo il 2000 solo il 7% (fig.10). La domanda 18 (Altre persone operano al banco?), dalla quale deriveranno le successive tre domande (19-21), ci fornisce anch'essa una informazione di tipo dimensionale dell'impresa. In particolare, mentre il 58% di 415 interviste ci dice che non vi sono altre persone impegnate nell'attività del banco; il 42% risponde affermativamente (fig.11). 67 Grafico 12 - Se si, si tratta di familiari o altro? (n° risposte 166). Dati %. 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Familiare Dipendente Altro Grafico 13 - Hanno funzioni di vendita? (n° risposte 164). No 6% Si 94% La domanda 19 (Se sì, si tratta di familiari o altro?) entra nel dettaglio sottolineando come, di quel 42% che ha risposto affermando di avere altre persone che operano al banco, ben l'88,6% risponde che si tratta di familiari, mentre il 4,8% che hanno dei dipendenti ed il 7,8% altro, inteso nel senso che si tratta di personale non impe68 gnato nella vendita al banco (fig.12). La domanda 20 (Hanno funzioni di vendita?), infatti, specifica proprio quella tipologia identificata con "altro" e ci informa che il 94% del personale impegnato al banco svolge effettivamente funzioni di vendita, mentre solo il 6% ha altri incarichi (fig.13). BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Grafico 14 - Se no, quali attività svolgono? (n° risposte 8). Aiuto 11% Consegne 11% Facchinaggio 45% Preparazione per la vendita 33% Grafico 15 - L’attività commerciale ha subito sviluppi da quando ha rilevato il banco? (n° risposte 366). Si 31% No 69% La domanda 21 (Se no, quali attività svolgono?) ripartisce ulteriormente quel residuale 6% ottenuto dalla risposta precedente, sottolineando come l'11% del personale è di aiuto; l'11% effettua consegne; il 33% prepara i prodotti per la vendita (quarta gamma, ad esempio); il restante 45% si occupa del facchinaggio (fig.14). BIC Notes – dicembre 2004 – Focus La domanda 22 (L'attività commerciale ha subito sviluppi da quando ha rilevato il banco?), sempre nell'ottica di descrivere le caratteristiche dimensionali dell'impresa con un occhio all'esperienza di settore, ci dice che il 69% non ha modificato il banco da quando lo ha rilevato, mentre il 31% ha risposto affermativamente (fig.15). 69 Grafico 16 - Utilizza mezzi propri per l’approvvigionamento? (n° risposte 419). Auto 10% Altro 2% Camion o furgone 70% No 18% Grafico 17 - Se effettua consegne a domicilio, di che tipo di servizio si tratta? (n° risposte 55). Dati %. 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% A clienti fissi (ristoranti,...) La domanda 23 (Utilizza mezzi propri per l'approvvigionamento?) e la domanda 24 (Se sì, che tipo di mezzo?) vengono analizzate congiuntamente, perché parte integrante l'una dell'altra. Infatti, gli intervistati che hanno risposto affermativamente all'utilizzazione di mezzi propri per l'approvvigionamento, vale a dire l'82% di 419, si distingue in un 70% che utilizza camion o furgone; un 10% che fa uso dell'automobile; un 2% che usa altri mezzi 70 Su prenotazione (fig.16). La domanda 25 (Se effettua consegne a domicilio, di che tipo di servizio si tratta?) ci fornisce una indicazione netta, poiché su 55 risposte rispetto al campione di 425 interviste, l'87,3% effettua consegne a clienti fissi (ristoranti, ecc.) ed il 29,1% su prenotazione. Come si nota, si tratta di percentuali che superano il 100%, poiché il calcolo è stato fatto sul campione di 55 interviste per un'attività che può suddividersi per la medesima impresa sia in consegne a clienti fissi che su BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Grafico 18 - Se si, utilizza mezzi o personale proprio per la consegna a domicilio dei prodotti venduti? (n° risposte 59). Personale proprio Mezzi propri 0% 20% 40% 60% Si 80% 100% No Grafico 19 - Che tipo di mezzi? (n° risposte 45). Dati %. 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% A piedi Scooter prenotazione contemporaneamente (fig.17). La domanda 26 (Se sì, utilizza mezzi o personale proprio per la consegna a domicilio dei prodotti venduti?) specifica come quei banchi che hanno la disponibilità di un servizio di consegna a domicilio lo fanno con personale proprio al 90% circa e con mezzi propri al 92% BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Auto Furgoncino circa (fig.18). La domanda 27 (Che tipo di mezzi?), infine, riallacciandosi alla precedente, ci dice che tali consegne a domicilio vengono effettuate per il 6,7% a piedi; per il 13,3% con uno scooter; per il 20% con l'automobile; per il 66,7% con il furgoncino (fig.19). 71 Approvvigionamento La domanda 29 (Si approvvigiona totalmente al CAR?) tende ad individuare il numero di intervistati che si reca esclusivamente al CAR per gli acquisti per l'approvvigionamento del proprio banco. Ad essa hanno risposto affermativamente il 60% degli intervistati, mentre il 40% ha detto che l'approvvigionamento avviene anche mediante altre fonti (fig.20). La domanda 30 (Con quale cadenza si approvvigiona al CAR?) presuppone naturalmente, che a rispondere siano coloro i quali hanno dato risposta affermativa alla domanda 29. Quindi, si evince che il 65% di essi si reca con cadenza quotidiana al CAR; il 32% lo fa 2 o 3 volte alla settimana; il 3% ha risposto altro (fig.21). La domanda 31 (Quali sono le caratteristiche del prodotto che preferisce per ordine di importanza?) fornisce una informazione assai utile sia se analizzata dal punto di vista del venditore che da quello del consumatore. Il risultato dell'indagine è oltremodo importante, poiché ci dice che la scelta del prodotto da parte del banchista si basa prima di tutto sulla qualità; poi sulla freschezza; a seguire sul prezzo; provenienza; metodo di produzione; Grafico 20 - Si approvvigiona totalmente al CAR? (n° risposte 408). Si 60% No 40% Grafico 21 - Con quale cadenza si approvvigiona al CAR? (n° risposte 309). Altro 3% Quotidiana 65% 2/3 volte a settimana 32% 72 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus stagionalità. Scelta evidentemente guidata dalle preferenze del consumatore (fig.22). La domanda 32 (Se non compera al CAR, quali sono gli altri fornitori?) è anch'essa di primaria importanza ai fini del presente studio, dato che evidenzia i vari canali di approvvigionamento dei dettaglianti dei mercati rionali romani. In particolare, si vede come il 7% degli intervistati si reca al Mercato ortofrutticolo di Fondi (MOF) e grande concorrente del CAR; l'8% lo fa presso grossisti direttamente; il 9% da produttori nazionali; il 21% presso produttori romani; il 28% dai produttori di Latina; il 34% presso produttori regionali (fig.23). La domanda 33 (Qual è la modalità di approvvigionamento da questi fornitori?) ci spiega come avviene detto approvvigionamento. Nello specifico, il 3% vende prodotti propri; il 28% si fa effettuare la consegna dei prodotti da vendere direttamente al banco; il 68% si approvvigiona direttamente dai diversi fornitori; solo un 2% segue altre modalità non meglio specificate (fig.24). Grafico 22 - Quali sono le caratteristiche del prodotto che preferisce? Ordinare da 1 a 7 in ordine di importanza. (n° risposte 364). 7 6 5 4 3 2 1 0 Qualità Prezzo Freschezza Provenienza Metodo Produzione Stagionalità Grafico 23 - Se non compera al CAR, quali sono gli altri fornitori? (n° risposte 170). Dati percentuali. Grossisti 8 M.O.F. 7 Produttori Italia 9 Produttori Lazio 34 Produttori Latina Produttori Roma 28 21 Grafico 24 - Qual’è la modalità di approvvigionamento da questi fornitori? (n° risposte 168). Dati percentuali. 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Consegna Approvvigionamento Prodotti diretta banco diretto propri BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Altro 73 La domanda 34 (Con quale cadenza settimanale si approvvigiona presso questi fornitori - non CAR?) è molto utile per conoscere le abitudini di quei banchisti che non si recano al CAR esclusivamente. Il 36% di questi si recano presso detti fornitori quotidianamente; il 60% con una cadenza di 2 o 3 volte alla settimana; il 4% segue una differente modalità non meglio evidenziata (fig.25). La domanda 35 (Le modalità di approvvigionamento differiscono a seconda della stagione?) effettivamente dimostra che la stagionalità incide sulle modalità di approvvigiona- mento per il 95% degli intervistati circa. La domanda 36 (Ci sono prodotti che abitualmente acquista da un determinato fornitore?) ci fornisce anch'essa un dettaglio di rilievo evidenziando come l'80% circa degli intervistati ammette di acquistare abitualmente prodotti da un determinato fornitore. La domanda 37 (Acquista sempre i prodotti seguendo le tendenze di consumo dei propri clienti?), come la domanda 31, ci conferma che il 94% dei banchisti segue le tendenze di consumo dei propri clienti negli acquisti dei prodotti da vendere sul proprio banco (fig.26). Grafico 25 - Con quale cadenza settimanale si approvvigiona presso questi fornitori? (n° risposte 170). Altro 4% Quotidiana 36% 2/3 volte a settimana 60% Grafico 26 Domanda n. 35 Risp. 379 Domanda n. 36 Risp. 387 Domanda n. 37 Risp. 410 0% 20% 40% Si 74 60% 80% 100% No BIC Notes – dicembre 2004 – Focus La domanda 38 (Nell'acquisto giornaliero, vengono privilegiati prodotti provenienti dalla campagna romana?) si riallaccia direttamente al capitolo 4° di questo rapporto e ci fornisce una assai utile indicazione, poiché, in effetti, il 47% dei 416 intervistati che vi hanno risposto dicono di sì (fig.27). La domanda 40 (La scelta di tali prodotti provenienti dalla campagna romana deriva da quali di queste caratteristiche?), come la domanda 31, fornisce un dato significativo se si considera il target di questo progetto. In effetti, l'output delle risposte ci dice che il prodotto romano viene preferito per la sua maggiore freschezza (52,6%); poi per la sua qualità (48,1%); infine, per il prezzo (27%) (fig.28). La domanda 41 (Qual è la quantità media (in kg) di acquisto che effettua giornalmente?) è anch'essa di fondamentale importanza ai fini del presente studio. Essa ci informa che il 12% degli intervistati acquista quo- tidianamente dai 5 ai 10 quintali di prodotti; il 34% da 3 a meno di 5 quintali; il 46% da 1 a meno di 3 quintali; l'8% meno di 1 quintale di prodotti al giorno (fig.29). La domanda 43 (Conserva prodotti invenduti alla fine della giornata?) è indicativa di una caratteristica dimensionale del banco, poiché ci dice se può conservare o meno prodotti deperibili. Il 67% degli intervistati afferma di conservarli, mentre il 33% risponde negativamente (fig.30). La domanda 44 (Se no, come gestisce l'invenduto?), infine, ci fornisce una indicazione di massima delle modalità di smaltimento dei prodotti invenduti. In particolare, il 92,8 dei banchisti intervistati mette la merce in promozione nell'ultima ora di acquisti, se è rimasta invenduta; il 4,8% la mette in promozione la mattina successiva; mentre solo il 3,2% risponde un non meglio identificato altro (fig.31). Grafico 27 - Nell’acquisto giornaliero vengono privilegiati prodotti provenienti dalla campagna romana? (n° risposte 416). Si 47% No 53% Grafico 28 - La scelta di tali prodotti deriva da quali di queste caratteristiche? (n° risposte 293). Dati percentuali. Qualità Prezzo Maggiore freschezza BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 48,1 27,0 52,6 75 Grafico 29 - Qual’è la quantità media di acquisto giornaliera di prodotti provenienti dalla campagna romana? (n° risposte 119). Da 5 a 10 quintali 12% < 1 quintale 8% Da 3 a meno di 5 quintali 34% Da 1 a meno di 3 quintali 46% Grafico 30 - Conserva prodotti invenduti alla fine della giornata? (n° risposte 393). Si 67% No 33% Grafico 31 - Se no, come gestisce l’invenduto? (n° risposte 125). Dati percentuali. 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Lo metto in promozione nell’ultima ora d’acquisto 76 Lo metto in promozione la mattina successiva Altro BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Motivazionale La domanda 45 (Si occupa direttamente degli acquisti dei prodotti?) è molto indicativa di una tendenza comune a pressoché tutti i banchisti intervistati. In particolare, il 96% degli ambulanti ha risposto a questa domanda in maniera affermativa, mentre solo il restante 4% ha detto no (fig.32). La domanda 46 (A che ora arriva al CAR di solito per essere sicuro di trovare i prodotti migliori per la propria attività commerciale?) rappresenta una porta di accesso alla scoperta dei disagi cui è sottoposta la categoria dei dettaglianti dei mercati rionali. Infatti, come evidenziato nel grafico a seguire, delle 295 persone che hanno risposto a questa domanda, l'81,7% afferma di giungere al CAR nell'orario compreso tra le 2 e le 4 di notte; l'1,4% vi si reca addirittura prima delle due di notte; mentre il 16,9% vi si reca dopo le 4 (fig.33). Grafico 32 - Si occupa direttamente degli acquisti dei prodotti? (n° risposte 425). No 4% Si 96% Grafico 33 - A che ora arriva al CAR di solito per essere sicuro di trovare i prodotti migliori per una propria attività commerciale? (n° risposte 295). Dati percentuali. 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Prima delle 02.00 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Tra le 02.00 e le 04.00 Dopo le 04.00 77 La domanda 47 (Trova pesante doversi occupare personalmente di approvvigionamento e rivendita dei prodotti presso il banco?), come la precedente domanda, è indicativa di una condizione potenziale di disagio. La risposta non confuta questa potenzialità, poiché poco meno del 70% degli intervistati ammette di trovare pesante il doversi occupare personalmente sia della fase dell'approvvigionamento che di quella successiva della vendita. La domanda 48 (Il sacrificio di alzarsi di notte è compensato dal profitto che riesce a realizzare?), come le altre domande di questa sezione, tenta di insinuare qualche perplessità negli intervistati stimolandoli a riflettere e conseguentemente ad esprimere i loro disagi oltre che le esigenze in termini di servizi da sviluppare, potenziare o migliorare. Solo il 25%, del resto, dice che il sacrificio di recarsi in piena notte presso i fornitori è compensato dai profitti. La domanda 49 (Lo spostamento dei mercati generali da Ostiense a Guidonia Le ha creato disagi?) conferma che il 60% e più degli ambulanti dei mercati rionali romani ha vissuto con un certo disagio il trasferimento dei Mercati Generali dal centro della Capitale a Guidonia (fig.34). La domanda 50 (Quanto è importante nella sua attività la scelta personale dei prodotti da acquistare?) si ricollega alla domanda 45, ma va oltre, perché indaga sulla volontà dell'intervistato di scegliere o meno personalmente i prodotti da acquistare. Grafico 34 Domanda n. 47 Risp. 397 Domanda n. 48 Risp. 365 Domanda n. 49 Risp. 390 0% 20% 40% Si 60% 80% 100% No Grafico 35 - Quanto è importante nella sua attività la scelta personale dei prodotti da acquistare? (n° risposte 410). Dati percentuali. 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Moltissimo 78 Molto Abbastanza Poco BIC Notes – dicembre 2004 – Focus In effetti, la risposta assume un certo rilievo ai fini di questo studio, dato che il 71,5% dichiara che tale scelta è molto importante, mentre il 27,3% addirittura le attribuisce moltissima importanza. Solo l'1% dice che la scelta personale dei prodotti è abbastanza importante laddove lo 0,2% dichiara che essa è poco importante (fig.35). La domanda 51 (Se trovasse una convenienza particolare, delegherebbe una struttura terza agli acquisti dei prodotti del suo banco?) entra formalmente nel merito del fine di questo rapporto poiché tende a rilevare se gli ambulanti dei mercati rionali sono pronti o potenzialmente pronti a delegare ad una struttura terza gli acquisti presso il CAR e/o altri fornitori. In effetti, la maggior parte di essi ha risposto negativamente (l'81%), tuttavia il 19% ha dato una risposta affermativa, aprendo la strada alla possibilità di avviare uno studio di fattibilità sulla creazione di una impresa di logistica che agisca da intermediario degli acquisti tra fornitori e rivenditori. Il 19% di un campione di 425 intervistati, infatti, se riportato al numero complessivo di attività in esercizio ex Tabella VI, vale a dire 1883 imprese, costituisce un nucleo sufficientemente ampio di potenziali fruitori del servizio (ben 357 imprese) (fig.36). La domanda 52 (Se sì, quale percentuale del prezzo del prodotto destinerebbe a questo servizio?) compie ancora un piccolo passo avanti, dato che quel 19% della domanda 51 viene stimolato ed incentivato ancora a fornire una risposta precisa circa il margine di guadagno cui sarebbe disposto a rinunciare pur di delegare a terzi l'incombenza della fase dell'approvvigionamento. Anche questo dato ha una sua rilevanza indubbia: mentre il 15,6% destinerebbe a tale servizio meno dell'1% del prezzo del prodotto, il 68,8% destinerebbe ad esso una percentuale che si pone tra 1 ed il 2% del prezzo stesso. Il 14,3% rivela che rinuncerebbe ad un guadagno dal 2 al 5% del prezzo del prodotto, mentre solo l'1,3% destinerebbe al servizio in questione un margine di profitto superiore al 5% (fig.37). La domanda 53 (Avverte la necessità di sviluppo di alcuni servizi?), infine, ci dice apertamente che il 58% degli intervistati reputa necessario sviluppare taluni servizi, poi esplicitati nella domanda 54, che analizzeremo senza grafico nel paragrafo dedicato alle esigenze ed ai fabbisogni formativi, informativi e di servizi espressi dai banchisti (fig.38). Grafico 36 - Se trovasse una convenienza particolare, delegherebbe una struttura terza agli acquisti dei prodotti del banco? (n° risposte 411). Si 19% No 81% BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 79 La domanda 55 (Sarebbe interessato ad acquistare prodotti della campagna romana certificati ed in vendita presso uno stand al CAR?) è anch'essa direttamente volta ad individuare eventuali servizi da sviluppare per facilitare la fase dell'approvvigionamento dei banchisti dei mercati rionali e, nel contempo, favorire la produzione locale. La risposta di tipo affermativo a questa domanda è stata del 64% degli intervistati: risposta che apre ampiamente la strada allo sviluppo di un servizio ad hoc mediante, ad esempio, la creazione di un banco con esclusivamente produzione romana cui approvvigionarsi in maniera agevole e rapida grazie ad un rapporto di fiducia tra ambulante e fornitore. Fiducia basata sulla qualità del prodotto romano, la freschezza, la tracciabilità, il prezzo (fig.39). Grafico 37 - Se si, quale percentuale del prezzo del prodotto destinerebbe a questo servizio? (n° risposte 77). Dati percentuali. 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% < 1% Da 1 a meno del 2% Dal 2 al 5% > 5% Grafico 38 - Avverte la necessità di sviluppo di alcuni servizi? (n° risposte 291). Si 58% No 42% 80 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus La domanda 56 (Specializzerebbe il suo banco con produzione esclusivamente della campagna romana garantita da un marchio di qualità?), come la domanda precedente, tende a sostenere la produzione locale ed è molto interessante vedere come ben il 46% degli intervistati ha risposto affermativamente aprendo la strada ad una concreta implemen- tazione del capitolo 4 concernente i marchi di qualità ed, in particolare, il marchio Campagna romana (fig.40). Relativamente a queste ultime due domande, infine, sono stati elaborati altri due grafici, che ci forniscono un ulteriore dettaglio circa la distribuzione delle risposte affermative o negative per municipio. Questo dato può Grafico 39 - Sarebbe interessato ad acquistare prodotti della campagna romana certificati ed in vendita presso uno stand al CAR? (n° risposte 411). Si 64% No 36% Grafico 40 - Specializzerebbe il suo banco con produzione esclusiva della campagna romana garantita da un marchio di qualità? (n° risposte 413). Si 46% No 54% BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 81 Grafico 41 - Sarebbe interessato ad acquistare prodotti della campagna romana certificati ed in vendita presso uno stand al CAR? Distribuzione per Municipio. (n° risposte 408). 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Si 10 15 16 17 18 19 20 No Grafico 42 - Specializzerebbe il suo banco con produzione esclusiva della campagna romana garantita da un marchio di qualità? Distribuzione per Municipio. (n° risposte 413). 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 1 2 3 4 5 6 7 Si 82 8 9 10 15 16 17 18 19 20 No BIC Notes – dicembre 2004 – Focus tornare utile nel momento in cui si procedesse nello studio di fattibilità relativo alla creazione di uno stand specializzato nella vendita di prodotti certificati della campagna romana ed ubicato presso il CAR e/o alla specializzazione dei banchi dei mercati rionali con produzione esclusivamente della campagna romana garantita da un marchio di qualità (fig.41 e fig.42). 6.4 Fabbisogni informativi, formativi e di servizi dei banchisti dei mercati rionali Senza dubbio è questo il paragrafo cardine intorno al quale ruota il progetto ed il suo obiettivo. Come già accennato nelle pagine precedenti, le risposte alla domanda 54 del questionario hanno fornito le informazioni necessarie per delineare un ipotetico quadro di intervento. Scopo dell'intervento è sostenere la categoria degli ambulanti dei mercati rionali romani la cui funzione, come si evince fin dalle prime pagine di questo rapporto, è di fondamentale importanza: da un lato perché i mercati rappresentano il luogo ideale dove il venditore educa il cliente all'acquisto e, nel contempo, il consumatore può confrontare e discutere il prezzo della merce in vendita; dall'altro, perché i dettaglianti dei mercati svolgono un ruolo imprescindibile nella nostra vita quotidiana, un ruolo calmieratore sull'intero sistema distributivo, contribuendo a contenere l'indice generale dei prezzi al consumo e tutelando, conseguentemente, i consumatori, soprattutto quelli appartenenti alle fasce sociali ed economiche più deboli. Inoltre, ed anche questo è stato ribadito fin dall'inizio del nostro studio, il settore distributivo dei mercati rionali assorbe una forza lavoro di oltre 30.000 unità sull'intero territorio nazionale e, pertanto, è opportuno conoscerne a fondo le problematiche, soprattutto, in questa fase di cambiamento delle abitudini di acquisto per contribuire a favorire la BIC Notes – dicembre 2004 – Focus “modernizzazione” di questa componente così vitale per la nostra economia e per la nostra cultura ed evitare che la moderna distribuzione scalzi i piccoli rivenditori dei mercati, in particolare per quelle tipologie di prodotti quali frutta e verdura fresca. Dunque, dall'analisi puntuale della domanda numero 54 sono emerse un certo numero di esigenze da parte dei dettaglianti dei mercati rionali di Roma sulla base delle quali verranno fatte opportune considerazioni. Tuttavia, prima di passare alla fase dell'analisi vera e propria, è opportuno sottolineare la metodologia adottata in questo processo di comprensione e di approfondimento delle problematiche del settore. In primo luogo, è da sottolineare che circa il 74% degli intervistati ha ritenuto opportuno fornire indicazioni sui disservizi e sulle esigenze più avvertite. Questi dati sono assai utili perché sintomatici del fatto che la categoria, percepisce, nel complesso, dei disagi dovuti a diverse motivazioni. In secondo luogo, la domanda 54 era stata formulata con risposta aperta proprio per lasciare all'intervistato totale autonomia ed indipendenza nella espressione delle proprie esigenze. In questo modo, però, durante l'elaborazione delle risposte ci si è resi conto che queste potevano essere codificate, o meglio, raggruppate in quattro diverse tipologie di esigenze/fabbisogni di formazione, informazione e servizi. Tali tipologie sono state individuate sulla base dei potenziali destinatari delle richieste/esigenze espresse dagli intervistati: destinatari individuati in qualità di soggetti competenti o, comunque, idonei ad intervenire per rispondere ai fabbisogni emersi e, quindi, per sostenere lo sviluppo locale del settore. La quarta delle tipologie individuate non ha potuto essere catalogata e, quindi, non verrà trattata nel corso del presente studio. É stata, quindi, predisposta una tabella riepilogativa che di seguito tratteremo in dettaglio. 83 Tipologia di servizi. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 26 Esigenze espresse Abusivi ovunque; maggiori controlli affinché nel mercato sia tutto in regola Altri generi di vendita (carne, pesce, alimentari) Esigenza di area carico-scarico Maggiore e migliore collegamento mezzi pubblici Migliore disposizione banchi Migliore viabilità Necessità del parcheggio Necessità di celle frigorifere; Magazzini stoccaggio merce Necessità di mettere carrelli per la spesa Ordine; Maggiore controllo in termini di vigilanza e sorveglianza Ristrutturazione mercato/strutture ed infrastrutture migliori; Copertura mercato Servizi: Aumentare servizi del mercato (Banca, Posta); Servizi esistenti non funzionanti; Servizi igienici; Maggiore igiene Servizio di facchinaggio/Prezzi troppo alti Spazi maggiori di vendita Spostamento mercato Troppo dispersivo Zona scomoda/lontana Maggiori servizi Orario: Apertura anticipata; Apertura bisettimanale pomeriggio; Orario compravendita migliore Prezzi: Esposizione prezzi; Prezzi di acquisto migliori Consegna diretta al banco da parte dei fornitori Metodo di acquisto dei prodotti/Qualità e prezzo Personale competente Più iniziative per i mercati rionali Non si vende più niente Categoria 1-15: La prima tipologia di servizi individuata è quella che si può affrontare più facilmente da un punto di vista delle eventuali soluzioni da adottare. Si può affrontare più facilmente non perché i servizi da sviluppare siano di facile creazione o sviluppo, bensì perché ad essere chiamato in causa è direttamente il Comune, unico ente competente per la gestione e soluzione di questo genere di problematiche. Infatti, la questione dell'inadeguatezza delle infrastrutture, della carenza di parcheggi, della scarsa viabilità, di un migliore servizio di collegamento con i mezzi pubblici, di 84 Intervento Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune Comune CAR CAR CAR CAR CAR ARM ARM ARM ARM Altro una maggiore igiene e/o un più attento servizio di sorveglianza e vigilanza durante e dopo le ore di mercato, dello sviluppo di servizi ad hoc per il mercato, quali facchinaggio o carrelli, ecc. sono da considerare come di esclusiva competenza comunale. L'indicazione che noi ne possiamo ricavare in questa particolare circostanza consiste nel fatto che i disagi sembrano essere diffusi un po' in tutte le circoscrizioni della Capitale. Sarebbe utile approfondire, dunque, l'argomento verificando mercato per mercato, municipio per municipio le esigenze emerse, ma esula dal nostro obiettivo attuale. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus Categoria 16-20: Anche la seconda delle tipologie di fabbisogni espressi dagli intervistati e raggruppati per competenza del CAR è sintomatica di una situazione di disagio avvertita da più parti. Questo aspetto era ben noto fin dall'analisi della domanda 49, relativa agli eventuali disagi provocati agli utenti dal trasferimento dei mercati generali da Ostiense a Guidonia, che conferma come il 60% e più degli ambulanti romani non abbia affatto apprezzato la scelta del Comune circa la nuova ubicazione. E questo per una serie di motivi: Guidonia viene considerata per lo più una località periferica della città e, come tale, essa risulta essere scomoda e lontana; molti utenti lamentano la dispersività del CAR ed esprimono il proprio disappunto circa gli orari di apertura dei mercati generali, considerati poco flessibili e passibili di miglioramento; circa la sconveniente esposizione dei prezzi; circa la carenza di opportuni servizi accessori completamente assenti nella nuova struttura. Categoria 21-25: Per concludere, vi è la terza tipologia di servizi richiesti che presentano un certo interesse per le finalità del presente studio, poiché trattasi di servizi che potenzialmente rientrano nell'opera di consolidamento intrapresa da BIC Lazio per affermare il proprio ruolo di soggetto di riferimento per tutti i progetti volti a sostenere la crescita del tessuto imprenditoriale locale e per i quali l'ARM può essere di totale supporto sia nella fase di analisi che di sviluppo. 1. In primo luogo, come si evince dalla tabella, si tratta di fabbisogni piuttosto concreti e che collimano con le finalità dell'ARM. Quest'ultima da sempre sostiene la necessità di indirizzare i consumatori verso una produzione di qualità e quindi, conseguentemente, i rivenditori ambulanti che acquistano la merce presso i mercati generali. Come specificato nel capitolo 4 del presente studio, per il consumatore il marchio rappresenta una tutela perché contraddistingue i prodotti con determinate caratteristiche accertate da controlli, rendendo i prezzi più trasparenti. Per i produttori è utile differenziare i prodotti per BIC Notes – dicembre 2004 – Focus renderli più competitivi grazie alle garanzie offerte al consumatore e rappresenta un mezzo per tutelarsi da eventuali contraffazioni. Per il mercato, il marchio rappresenta uno strumento per migliorare il livello qualitativo dei prodotti offerti. Da ultimo, il marchio di origine traduce e rende visibile gli sforzi ottenuti a livello di filiera per ottenere la rintracciabilità del prodotto e le materie prime utilizzate. Del resto, è possibile ipotizzare un intervento teso alla creazione di un banco ad hoc all'interno del CAR che venda esclusivamente prodotti della campagna romana "marchiati" sulla base, proprio, delle risposte alle domande: domanda 36 (Ci sono prodotti che abitualmente acquista da un determinato fornitore?) che evidenzia come l'80% degli intervistati ammette di acquistare abitualmente prodotti da un determinato fornitore; domanda 37 (Acquista sempre i prodotti seguendo le tendenze di consumo dei propri clienti?), che ci conferma che il 94% dei banchisti segue le tendenze di consumo dei propri clienti negli acquisti dei prodotti da vendere sul proprio banco; domanda 38 (Nell'acquisto giornaliero, vengono privilegiati prodotti provenienti dalla campagna romana?) che si riallaccia direttamente al capitolo 4° di questo rapporto fornendoci una assai utile indicazione, poiché, in effetti, il 47% degli intervistati risponde affermativamente per quanto concerne la preferenza accordata ai prodotti provenienti dalla campagna romana. Il 46% degli intervistati, inoltre, specializzerebbe addirittura il proprio banco con tale produzione, garantita da un marchio di qualità. Questo panorama, seppur sommario, è indicativo di una predisposizione di una gran parte degli ambulanti dei mercati rionali romani a puntare soprattutto sulla qualità e sull'origine dei prodotti che in una città come Roma trova ampio riscontro. In questo senso, è possibile ipotizzare due tipi di interventi mirati al sostegno della produzione tipica proveniente direttamente dalla campagna romana: infatti, lo scenario tracciato giustifica un'azione che possa coinvolgere, da un lato, lo stesso CAR e, dall'altro, i singoli mercati rionali. 85 • Per quanto concerne il CAR, sarebbe ipotizzabile un intervento teso alla creazione di un banco ad hoc al suo interno, un'area specializzata dedicata esclusivamente alla vendita di prodotti della campagna romana contraddistinti da un marchio specifico, a garanzia di qualità e di origine. La localizzazione all'interno del CAR di un'area nella quale procedere alla vendita/acquisto di una produzione specifica, vale a dire il fresco della campagna della provincia di Roma, accelererebbe il lavoro dei banchisti dei mercati rionali poiché questi saprebbero immediatamente dove dirigersi per l'acquisto di una determinata produzione, garantita da un marchio, e contribuirebbe altresì a rendere meno dispersiva la struttura del Centro. Inoltre, la costituzione di un banco attrezzato per la vendita esclusiva di prodotti della campagna romana comporterebbe anche una maggiore trasparenza dei prezzi grazie all'apposizione del marchio, che assicura, per l'appunto, qualità e controlli. • Per quanto concerne i singoli mercati rionali, vi si potrebbe riprodurre lo stesso tipo di intervento del CAR, dedicando un'area alla vendita esclusiva di prodotti provenienti dalla campagna romana con un marchio collettivo riconosciuto e riconoscibile. Anche in questo caso si potrebbero ottenere effetti congiunti sul consumatore, facilitato nella scelta dei prodotti grazie alla localizzazione nell'area attrezzata del mercato rionale di un banco dedicato ai prodotti romani, contraddistinti da un marchio, a garanzia di qualità, origine e prezzo. 2. Un secondo tipo di intervento, sulla base dei fabbisogni emersi durante l'indagine, potrebbe riguardare l'organizzazione di eventi ed iniziative promozionali relative alle attività ed alle produzioni in vendita presso i mercati rionali. In sintesi, sarebbe opportuno promuovere una più mirata pubblicità per favorire un maggiore afflusso di consumatori ed incentivare l'acquisto di prodotti freschi, rivalutando così la vendita al dettaglio presso 86 la tipologia distributiva degli ambulanti che purtroppo risente, più di altre categorie, della competizione sfrenata della grande distribuzione. Inoltre, alcuni intervistati fanno richiesta di servizi formativi, poiché si rendono conto che una maggiore conoscenza dell'andamento del mercato, in generale, e delle tendenze in atto per quanto concerne prodotti e consumatori può essere di notevole ausilio nello sviluppo delle proprie attività. I servizi formativi, comunque, vengono altresì richiesti per avere a disposizione presso i banchi personale più competente che potrebbe risultare utile anche nella gestione della fase dell'approvvigionamento, oltre che della vendita. 3. Infine, sulla scorta delle risposte fornite alle domande relative alla sezione motivazionale del questionario, è stato possibile elaborare il presente paragrafo, dedicato alla creazione e allo sviluppo di una struttura che sia in grado di fornire un servizio ad hoc di consegna diretta al banco della merce ordinata da parte degli ambulanti dei mercati rionali. In effetti, la domanda 51, che recita (Se trovasse una convenienza particolare, delegherebbe una struttura terza agli acquisti dei prodotti del suo banco), entra formalmente nel merito delle possibilità ed opportunità di delegare ad una struttura terza gli acquisti presso il CAR e/o altri fornitori. Tuttavia, presenta un quadro contrastante della realtà dei mercati rionali, poiché se, da un lato, la maggior parte degli intervistati ha risposto di non avere interesse ad un servizio di tale genere (l'81%), dall'altro, il 19% si dimostra assai disponibile ad un approfondimento dell'iniziativa. Iniziativa che apre la strada all'avvio di uno studio di fattibilità sulla creazione di una impresa di logistica con funzioni di intermediario degli acquisti tra fornitori e rivenditori. Il quadro risulta essere contrastante semplicemente perché, se è vero che ben l'81% non reputa opportuno avventurarsi su questa strada, il 19% si dichiara favorevole e su un campione di 425 intervistati, se riportato al numero complessivo di attività in esercizio ex Tabella VI, vale a dire 1883 imprese, costituisce un nucleo sufficientemente ampio BIC Notes – dicembre 2004 – Focus di potenziali fruitori del nuovo servizio (circa 357 imprese). Come ribadito in apertura di paragrafo, inoltre, questo 19% ha potuto essere ulteriormente frazionato in varie categorie: se il 15,6% destinerebbe ad un servizio di logistica di tale natura meno dell'1% del prezzo del prodotto, il 68,8% destinerebbe ad esso una percentuale che si pone tra 1 ed il 2% del prezzo stesso, il 14,3% rivela che rinuncerebbe ad un guadagno dal 2 al 5% del prezzo del prodotto, mentre solo l'1,3% vi destinerebbe un margine di profitto superiore al 5%. Vi sarebbero, quindi, almeno in teoria, anche i presupposti economici per dare concreto avvio all'idea progettuale di costituzione d'impresa. Su questa base, si potrebbe promuovere il costituirsi di una impresa terza incaricata dell'approvvigionamento dei prodotti ortofrutticoli freschi su richiesta dei banchisti presso i produttori presenti al CAR seguendo due diverse modalità: • si potrebbe sostenere la creazione di una struttura per ciascun mercato rionale con modalità, servizi e tempi da stabilirsi sulla base delle esigenze degli eventuali associati all'iniziativa; • si potrebbe sostenere la creazione di una struttura che rifornisse più mercati con modalità, servizi e tempi da stabilirsi sulla base delle esigenze espresse dagli associati dei diversi mercati rionali aderenti. BIC Notes – dicembre 2004 – Focus 87 FOCUS ARTICOLI Il CAR - Un grande cambiamento nel sistema distributivo romano e laziale Il Centro Agroalimentare Romano guiderà i mercati rionali verso l'innovazione. Nel CAR, Centro Agroalimentare di Roma (12 ettari coperti), operano 120 aziende di grossisti ortofrutticoli, 36 del settore ittico e 300 di quello agricolo, che commercializzano nel complesso 6,5 milioni di quintali all'anno di ortofrutta e 350 mila di pesce, garantendo a Roma ed ai territori limitrofi (mercati rionali, ristoranti, supermarket, negozi, mense, catering) approvvigionamenti quotidiani di merci fresche di qualità a prezzi contenuti e convenienti. Il compito principale di un centro agroalimentare come quello del CAR, è offrire merci in quantità adeguate e tali da impedirne accaparramenti, incette e speculazioni al rialzo sui prezzi finali. Più precisamente, il CAR svolge le seguenti funzioni: 1) La formazione del prezzo: concentrando contrattazioni e scambi di grandi quantità di merce, il CAR consente la formazione di prezzi equi e naturalmente già calmierati (dalla concorrenza interna, tra i produttori e i grossisti) che garantiscono equilibrio, efficienza e profitti alla filiera produttiva, tutelando sia i consumatori che i produttori. Bic Notes – dicembre 2004 – Articoli 2) La logistica: con adeguate soluzioni di trasporto, raccolta e stoccaggio delle merci, di carico e scarico, di distribuzione e re-distribuzione, di raggruppamento e consegna, il CAR è un nodo logistico che riduce il traffico urbano di mezzi pesanti e avvantaggia la città come viabilità, qualità dell'aria, costi energetici minori, prezzi finali inferiori. Con il suo sistema logistico, il CAR valorizza l'intera "filiera ortofrutticola" laziale. 3) Valorizzazione dell'agricoltura locale: con le organizzazioni dei produttori, il CAR consente alle produzioni agricole locali (anche se minori) un accesso al mercato, come un autentico "trait d'union" per una commercializzazione diretta del prodotto fresco. 4) La tutela igienico-sanitaria: la concentrazione delle merci e l'impegno dei presìdi sanitari interni consentono controlli giornalieri a vista e di laboratorio su campioni di merci e severi monitoraggi su pesce ed ortofrutta destinati dal CAR ai consumatori. 5) Qualità e freschezza: con una valida logistica, con la professionalità e l'esperienza di chi movimenta, seleziona e lavora le merci, la funzionalità di impianti e tecnologie, il 89 CAR è uno strumento di vigilanza della qualità e della freschezza delle merci perché all'interno si controllano la qualità dei prodotti e il rispetto delle norme di riferimento. 6) Competenze e professionalità: la gestione logistico-distributiva di specie e varietà deperibili come pesce e ortofrutta impone conoscenze e attenzioni accurate, affinché i prodotti commercializzati arrivino ai dettaglianti e ai consumatori nelle condizioni migliori di maturazione, di conservazione, di salubrità e di selezione qualitativa. 7) Elaborazione e diffusione dati: oltre ad una giornaliera rilevazione dei prezzi nelle aziende interne (secondo le procedure ufficiali di Infomercati) il CAR scambia dati con la produzione, i trasporti, la distribuzione ed il consumo come un centro-informazioni nel quale i produttori e i grossisti ricevono conoscenze sui consumatori e i dettaglianti acquisiscono da produttori e grossisti indicazioni da comunicare ai clienti. 8) Orientamento dei consumi: oltre a sostenere il consumo di ortofrutta con le attività di servizio che presta, il CAR ne favorisce lo sviluppo con attività di informazione e di comunicazione relative alla stagionalità ed alla convenienza dei prodotti. 9) Lavorazioni: al CAR avvengono lavorazioni e preparazioni industriali di confezioni di verdure, di insalate o di frutta prelavate, precondite, sbucciate, dette di IV gamma. 10) Stoccaggio: il CAR dispone di centrali di refrigerazione e di celle frigorifere per la corretta conservazione di merci in attesa di essere vendute, redistribuite, trasformate. 11) Attività fieristica: insieme alle aziende interne il CAR partecipa a fiere nazionali o estere e collabora ad iniziative di presentazione, promozione e incentivo alla vendita di prodotti agroalimentari freschi (locali o meno) a marchio e non. 12) Internazionalizzazione e import/export: geograficamente il CAR ha una posizione centrale rispetto alle direttrici nazionali dei trasporti commerciali e strategica per l'evoluzione dei collegamenti navali, aerei, ferroviari e autostradali internazionali ed interni. Farà quindi da piattaforma logistico-distributiva 90 per l'internazionalizzazione dell'agroalimentare laziale e ha già contatti istituzionali e commerciali con l'estero. 13) Educazione alimentare: con decine di scuole romane e 1.500 studenti coinvolti il CAR promuove da sempre iniziative ludiche e formative che avvicinano i giovanissimi all'alimentazione naturale e alla tradizione agroalimentare del Lazio. 14) Ambiente: di intesa con l'Ama, al CAR l'ingente quantità giornaliera di rifiuti solidi raccolti è smaltita con tecniche, processi e strumenti della raccolta differenziata mentre i rifiuti organici finiscono negli impianti di compostaggio Ama a Maccarese. Una gestione meno efficiente dei rifiuti del Car peserebbe sul territorio. 15) Roma Spendebene: il CAR partecipa all'impegno del Comune di Roma per frenare il caro-vita e l'inflazione, offrendo ai mercati rionali costante e continua disponibilità di prodotti freschi a prezzi "naturalmente calmierati" dalla concorrenza tra grossisti e tra produttori. Il sabato dalle ore 8 alle ore 12 i padiglioni dell'ortofrutta e del pesce vengono aperti anche ai consumatori per aiutare le fasce più deboli nella spesa alimentare. 16) Servizi: come "città dei commerci" il CAR sfrutta ed offre un'ampia rete di servizi oltre quelli di supporto diretto alle attività agroalimentari: sportelli bancari, un centro ingressi che gestisce gli accessi, punti ristoro (quattro bar, ristorante, mensa), servizio assistenza-veicoli, un centro direzionale con negozi e uffici (delle misure più diverse) in affitto: "Quarté". E' inoltre candidato ad ospitare un asilo-nido e un ufficio postale. La società di gestione Cargest ha messo a punto un complesso programma di ristrutturazione organizzativa, con effetti tali da configurare - secondo l'opinione del presidente, Giuseppe Biscari - "il più grande cambiamento di vita nel sistema distributivo romano e laziale". Il programma di riorganizzazione operativa - definito d'intesa con le associazioni di categoria dei dettaglianti dei mercati rionali, dei grossisti ortofrutticoli, dei produttori agricoli e delle cooperative di movimentazione delle BIC Notes – dicembre 2004 – Articoli merci - ha come premessa un sempre più profondo radicamento del CAR (Centro Agroalimentare di Roma) nella filiera produttiva e distributiva dell'ortofrutta fresca dell'Italia centrale. E come obiettivo principale ha il consolidamento dei rapporti commerciali con i clienti tradizionali - i dettaglianti dei circa 140 mercati rionali, della categoria dei grossisti di ortofrutta, delle rappresentanze dei produttori agricoli e delle cooperative di movimentazione merci. Ma non è secondaria la volontà di aumentare e allargare la clientela rispondendo alle esigenze della grande distribuzione, delle mense aziendali, della ristorazione, del catering e dell'industria di trasformazione. Nel progetto - in avanzata fase realizzativa rientrano alcune principali novità organizzative e la più interessante per i consumatori è la creazione di una "piattaforma del freschissimo". Si tratta di un nuovo sistema che permette l'arrivo di ortofrutta più fresca nei mercati rionali, 10 o 15 ore prima di quanto accade attualmente e sfrutterà un nuovo servizio di consegna ai punti vendita (nei box dei mercati e non solo), grazie al fondamentale ruolo svolto dai facchini delle cooperative di movimentazione merci in servizio al CAR. In questo modo e grazie ad un rilancio del loro ruolo nei "trasporti a terra", i facchini si aspettano maggiori guadagni, ma anche un aumento di posti di lavoro (se ne prevede almeno il doppio). Queste maestranze hanno recentemente fondato un consorzio con "Fiege Borruso", uno dei maggiori operatori internazionali di logistica. La neonata società, che prende il nome di "CAR-Ostiense", intende sfruttare l'esperienza maturata nel corso degli anni dal "facchinaggio romano" ed i vantaggi legati agli aspetti della moderna logistica. In questo modo, la cultura artigianale del prodotto e della qualità, della conoscenza delle varietà agricole e dell'ambiente di lavoro, del consolidato rapporto di fiducia con gli imprenditori che commissionano il lavoro, della disponibilità ad insegnare ai giovani - fattori preziosi portati in dote al consorzio - si legano con l'efficienza tecnico-organizzativa di una multinazionale. BIC Notes – dicembre 2004 – Articoli E' inoltre previsto che le aziende dei circa 300 produttori agricoli che vendono direttamente i loro prodotti, abbandonino la sede provvisoria nella quale finora hanno svolto le loro attività (la piattaforma logistica "grandi clienti", nella quale tre gruppi di moderna distribuzione gestiscono le loro operazioni di carico, scarico e redistribuzione) per trasferirsi nei due padiglioni ortofrutticoli o nei box nel frattempo liberati dai grossisti. Nella piattaforma continueranno invece a svolgersi le attività di raccolta, di smistamento, di distribuzione e re-distribuzione merci svolte dai tre gruppi della moderna distribuzione che vi operano da sempre. Nelle superfici sgomberate della piattaforma agirà un servizio di "consegna ai punti vendita" più capillare e più agile e più tarato sulle quantità intermedie rispetto a quello attuale. Cargest, sulla base di un accordo raggiunto con le associazioni dei grossisti interni e dei venditori dei mercati rionali, ha previsto un nuovo e più ampio orario di apertura per il CAR, che verrà spostato a titolo sperimentale dalla notte al giorno ed esteso in orario pomeridiano. In questo modo, sfruttando cioè le numerose occasioni commerciali, le cooperative dei facchini aumenteranno le ore lavorate ed il loro reddito, in un generale contesto economico, che rimane comunque difficile per la categoria a causa dell'innovazione tecnologica che ha compresso gli spazi di lavoro di questa categoria. Senza contare che diluendo in un arco orario più ampio la morsa del traffico (della Tiburtina e dell'autostrada A 24) sulle attività commerciali del CAR ci si aspetta, tra l'altro, effetti di decongestione sulla circolazione automobilistica in tutto il quadrante di Roma Est. Sul fronte dei mercati rionali, si prevede che il nuovo orario di apertura del CAR corrisponda ad una prosecuzione pomeridiana e serale delle attività di vendita dei banchi e box operanti in sedi permanenti (plateatici e strutture coperte) adeguatamente dotate di servizi. 91 Commenti e dichiarazioni sulla riorganizzazione del servizio di consegna al punto vendita Giuseppe Biscari, Presidente della società di gestione "Cargest" del Centro Agroalimentare di Roma: "Non è solo una modifica organizzativa, ma un cambiamento culturale, di enorme portata. Per gli operatori si tratta di riappropriarsi in qualche modo della propria vita e di operare nelle ore diurne perché una struttura abituata a funzionare di notte (ed a subire quello che comporta) possa funzionare al meglio di giorno a costi inferiori, dunque con prezzi più competitivi ed in condizioni generali tali da attirare un giro di clientela molto più ampio. Per questo, credo si possa parlare del più grande cambiamento di vita che si sia mai realizzato nel sistema distributivo di Roma e del Lazio" Crescenzo Di Spigna, Direttore logistico e commerciale "Fiege-Borruso": "Solo a Roma assicuriamo già circa 1.000 consegne al giorno e soprattutto agli esercizi della grande distribuzione, in un arco orario di attività che già oggi opera 24 ore su 24. Con il consorzio "CAR-Ostiense", è plausibile una moltiplicazione di consegne sia a livello di pallet che di più piccoli roll, in modo di soddisfare meglio le esigenze dei dettaglianti. Aziendalmente, noi possediamo una cultura industriale focalizzata sul servizio, mentre i nostri amici facchini hanno una cultura artigianale tutta focalizzata sul prodotto. Insieme, siamo in grado di realizzare una piattaforma del freschissimo che sarebbe all'avanguardia della logistica agroalimentare per come ridurrebbe costi e tempi dei rifornimenti giornalieri di mercati, negozi, minimarket" Maurizio Bea, Presidente del consorzio "CAR-Ostiense": "Candidandosi a gestire un servizio così impegnativo come quello garantito dal consorzio, i facchini del Centro Agroalimentare Roma hanno fatto una scelta storica di grande rilevanza professionale. Assumendosi la responsabilità del servizio svolto sanno per primi che per loro non è finito per sempre solo il periodo in cui la categoria "dettava legge" sui mercati generali dell'Ostiense come facevano i "camalli" del porto di Genova. 92 Ma si è conclusa l'epoca in cui la movimentazione merci si faceva con i muscoli e poi con i muletti. Oggi sanno di dover lavorare con la "centralizzazione delle fatture", le norme di qualità "Iso 9001", servizi certificati e penali a carico per le inadempienze, i ritardi, gli errori. Ma se il servizio decollerà, da 160 che sono i facchini in attività nelle cooperative possono raddoppiare o triplicare. E se mesi fa gli esponenti della categoria si sono trovati con appena 500 euro al mese, con il decollo del consorzio "CAR-Ostiense" si può anche pensare ad una scuola di formazione per giovani facchini" Alvaro Bigelli, Presidente della cooperativa "Nuova Libera": "Per trattare l'ortofrutta ci vuole esperienza, competenza e specializzazione. Siccome si tratta di merci facilmente deperibili, bisogna conoscerle. Spostarle richiede cura e attenzioni. Fino al 1972 ai Mercati generali di via Ostiense funzionò un servizio di consegna al punto vendita. Ma poi, i grossisti e i dettaglianti preferirono dotarsi di mezzi propri quando la Fiat incoraggiò l'acquisto dei furgoni a prezzi stracciati. Sono facchino da generazioni e a casa conservo gelosamente la bilancia di mio padre e di mio nonno, "pesatori" ai Mercati generali di via Ostiense. Con la liberazione del piazzale di carico/scarico e l'ingresso degli agricoltori nelle gallerie commerciali del CAR, noi facchini vediamo una concreta possibilità di rilanciare questo nostro lavoro. E' una opportunità che non possiamo perdere". Massimo Pallottini, amministratore delegato di "Cargest": "Oltre ad aver favorito la nascita del consorzio ne seguiamo anche l'evoluzione, in quanto nell'ambito della riorganizzazione avviata al Centro Agroalimentare Roma un soggetto così è una risorsa preziosa per il successo dell'iniziativa". BIC Notes – dicembre 2004 – Articoli FOCUS ARTICOLI La riorganizzazione dei mercati rionali romani Intervista a Franco Gioacchini (Presidente del CO.RI.DE) A suo parere, quali sono le principali cause della caduta di competitività dei mercati rionali? Gli orari di vendita e i servizi. Sempre di più uomini e donne sono impegnati nell'attività lavorativa e dedicano agli acquisti le ore pomeridiane e serali oltre alla giornata del sabato, che da sola non può bastare. E' assolutamente necessario modificare la organizzazione aziendale delle nostre imprese e dare risposte alle esigenze dei consumatori. Altrettanto importanti sono i servizi come i parcheggi, i carrelli, le promozioni, i prodotti preparati. Per tutto questo è indispensabile trasferire i mercati su sedi proprie dove tutto questo è possibile. L'abusivismo come può essere combattuto? Che cosa può essere fatto per migliorare la situazione e per venire incontro alle richieste dei consumatori? L'abusivismo è un fenomeno che ci danneggia due volte: uno perché pratica nei nostri confronti una concorrenza sleale non pagando tasse e vendendo merce di bassissima qualità, l'altro perché ci danneggia sul piano dell'immagine in quanto spesso l'opinione Bic Notes – dicembre 2004 – Articoli pubblica non distingue tra abusivo e regolare. Occorre spiegare tutto questo ai consumatori a cui va pure detto che dietro il fenomeno ci sono sempre più spesso organizzazioni criminali. Ci vuole dunque repressione e maggiore consapevolezza da parte dei consumatori. L'amministrazione comunale sta lavorando secondo una precisa progettualità - vale a dire coordinandosi con quanto stabilito dalle singole circoscrizioni - nella riorganizzazione dei mercati rionali romani? L'amministrazione comunale deve varare il documento programmatico ovvero lo strumento di programmazione e quindi un piano di sviluppo del settore da adottare sentiti i municipi e le organizzazioni sindacali. Crede che sia opportuna una politica di alleanza con il mondo della produzione ortofrutticola romana? Ritengo che una politica di alleanza con il mondo della produzione agricola sia utile per incentivare i consumi di prodotti ortofrutticoli che sono in calo, e soprattutto per valorizzare i prodotti tipici locali attraverso idonee iniziative di tracciabilità e garanzia di prove93 nienza del prodotto che può essere commercializzato attraverso i mercati romani. Esistono delle differenze tra i mercati rionali romani e quelli che si svolgono nei paesi? Si ci sono differenze. I mercati romani sono giornalieri e soprattutto alimentari. Quelli che si svolgono nei centri della provincia sono settimanali e soprattutto non alimentari. Sulla base di queste differenze, la riorganizzazione dei mercati rionali ritiene debba procedere in maniera diversificata? Certamente i mercati rionali romani necessitano di interventi specifici diversi dagli altri proprio per le ragioni prima esposte. Quali sono le prossime iniziative di CO.RI.DE al riguardo? Il CO.RI.DE. si è candidato a guidare questo cambiamento che non è soltanto di strutture ma anche culturale, di mentalità. Occorre sempre più formazione, credito, servizi alle imprese che vogliono crescere e darsi una prospettiva futura. Il CO.RI.DE. si è attrezzato per questo e ritiene suo scopo specifico offrire questa opportunità alla categoria. In termini di immagine e comunicazione del sistema romano dei mercati rionali verso il consumatore, quali azioni sono necessarie (es. informazione, politiche di marchio, sistemi di garanzia?) Certamente il sistema mercati di Roma è stato ed è carente in termini di comunicazione, marketing, politiche di marchio, ecc… Sono tutte cose assolutamente necessarie che il CO.RI.DE. sta cercando di offrire ai mercati romani. 94 BIC Notes – dicembre 2004 – Focus FOCUS ARTICOLI I marchi di qualità: una opportunità per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e dei prodotti locali La tipicità dei prodotti agroalimentari. Le attuali tendenze di mercato premiano sempre di più l'abbinamento tra qualità e territorialità dei prodotti. Questa evoluzione appare favorita da una sempre maggiore diffusione della cultura alimentare e gastronomica nei consumatori moderni. Questi ultimi, però, lamentano spesso una scarsa informazione sui prodotti, sulla loro origine e sulle loro effettive caratteristiche qualitative. In altre parole, si nota una grande crescita della presenza di prodotti imitativi degli autentici prodotti tipici regionali. Gli strumenti di tutela disponibili, in particolare i marchi europei di origine, appaiono in questo senso adeguati solo per una piccola fascia di produzione. Parlando del nostro Paese possiamo citare alcune migliaia di specialità alimentari meritevoli di tutela, di cui solo una minoranza può effettivamente essere protetta da DOP ed IGP. Ecco allora il ruolo dei marchi di qualità volontari, che, in forme diverse, offrono alle imprese di produzione una strada accessibile per qualificare gamme locali di prodotti territoriali. Ed è proprio questa caratterizzazione locale a favorire uno sviluppo integrato tra prodotti alimentari, immagine del territorio, Bic Notes – dicembre 2004 – Articoli servizi turistici e sviluppo di nuove attività, che diviene sempre più una componente essenziale dello sviluppo rurale. La riconoscibilità di un prodotto attraverso un' immagine nota e semplice da ricordare, l'indicazione di informazioni sull'origine delle materie prime, la loro tracciabilità, l'uso dell'alimento nella gastronomia tipica sono tutti elementi esemplificativi di come un marchio territoriale di qualità si presenta al suo pubblico. Se un marchio funziona, cioè se effettivamente garantisce la conformità di un prodotto o di un servizio, e se riesce a colpire l'interesse dei consumatori produce valore aggiunto. Costruisce, quindi, spazi di mercato nuovi, consolida quelli esistenti, aumenta i margini, comporta indotti significativi a livello locale. Un marchio di successo capitalizza l'immagine di un territorio e la trasferisce alle imprese del territorio stesso ponendole in situazione di vantaggio rispetto alla concorrenza. Il sistema di valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, per essere realmente efficace, necessita tuttavia di un complesso di strumenti che non investono solo il contrassegno 95 di produzione. Per progettare e realizzare dei percorsi di sviluppo efficaci servono in particolare specifici servizi di consulenza tecnica volta al miglioramento della qualità della produzione agricola ed agroalimentare. Anche il mondo della ristorazione di qualità diventa sempre più il luogo ideale per formare, educare, sensibilizzare il consumatore moderno, così distratto e combattuto tra atteggiamenti contraddittori, ma sicuramente curioso e disponibile a nuove esperienze, soprattutto se connotate dalla qualità. Non è sempre facile, però, assicurare una adeguata reperibilità presso la ristorazione di qualità dei prodotti territoriali. Questa ipotesi implica, infatti, una vera e propria alleanza a livello locale tra produttori ed utilizzatori, così come nuove tipologie di accordo commerciale sono alla base della proposta di prodotti tipici e territoriali all'interno della distribuzione organizzata. Accanto alle azioni per la tutela e la difesa dell'originalità dei prodotti tipici e territoriali, si segnala l'importanza di molti interventi già attuati, ma che devono essere sicuramente potenziati, e che riguardano i servizi di sviluppo per le piccole imprese, la semplificazione delle norme igieniche, la promozione di cana- 96 li specializzati, la sensibilizzazione dei consumatori, l'educazione alla qualità sensoriale, la corretta utilizzazione gastronomica dei prodotti tradizionali e la promozione dell'acquisto diretto. Si è spesso ritenuto, a torto, che lo sviluppo delle produzioni tradizionali sia alternativo o addirittura contrastante con il grande mercato alimentare: non è così. L'esperienza di questi ultimi anni dimostra che il grande mercato alimentare europeo può solamente avvantaggiarsi da una maggiore caratterizzazione, da una reale crescita della cultura gastronomica. I prodotti tipici, specialmente se contraddistinti da un marchio di qualità e, per questo, facilmente riconoscibili, non sono prodotti per ricchi, ma sono destinati ad un mercato ampio ed eterogeneo. Chiunque può ritrovare nell'alimentazione tradizionale le radici del proprio territorio o scoprire la ricchezza di un luogo che non conosce. La conservazione in vita di un prodotto si ottiene solo salvaguardando l'uomo e il suo lavoro. Per questo il primo passo da fare è certamente culturale, il secondo è assicurare al sistema produttivo le condizioni economiche, tecniche e logistiche per poter operare con successo. BIC Notes – dicembre 2004 – Articoli News E' on line Atlante: i servizi BIC Lazio per la creazione e lo start up d'impresa Atlante è uno sportello virtuale attraverso il quale BIC Lazio offre gratuitamente i propri servizi di consulenza per le neoimprese. Seguendo un percorso differenziato per tipologia di utenti, è possibile accedere alle informazioni relative alle leggi agevolative, selezionate in base alle informazioni fornite dall'utente stesso, nonché comprendere come avviare un'attività, scegliere la forma giuridica più adatta, sapere dove rivolgersi e con chi parlare. Atlante è cofinanziato dal Progetto EDITEP, Programma Comunitario eTen dell'Unione Europea, con l'obiettivo di offrire soluzioni innovative per la diffusione e la gestione di tutte le attività dei parchi tecnologici e degli incubatori d'impresa, per l'implementazione di aspetti legati alla e-economy e per trovare partnership commerciali e di sviluppo. Gli altri soggetti che oltre a BIC Lazio partecipano al progetto sono: BEAZ - Centro de Empresas e Innovación de Bizkaia S.A. - Spagna; Centro Sviluppo Aosta SpA - Italia; BIC Frankfurt (Oder) GmbH - Germania; Zernike Group B.V. - Netherland. Per consultare Atlante: http://atlante.biclazio.it BIC Notes – dicembre 2004 – News Pubblicato il Bando di Gara d'Appalto per la realizzazione dell'Incubatore d'imprese H.T. del Polo Tecnologico del Tiburtino BIC Lazio sta realizzando un incubatore per imprese tecnologicamente innovative all'interno del Polo Tecnologico Tiburtino. L'intervento è cofinanziato dalla sottomisura III. 1.1 del Docup Obiettivo 2 Regione Lazio 2000-2006. Lo stabile che ospiterà l'incubatore è ubicato in un lotto centrale dell'area del Tecnopolo e fronteggia l'area destinata alla sede direzionale di questo e la strada principale d'accesso. L'intervento prevede la realizzazione di un edificio di circa 3.500 mq., suddiviso su due piani più uno interrato, cablato ed ospiterà postazioni informatiche di ultima generazione. Le offerte relative al bando di gara pubblicato lo scorso 13 dicembre, dovranno pervenire, a pena di esclusione, entro le ore 12.00 del 05 gennaio 2005. Il Bando e il disciplinare di gara sono disponibili sul sito di BIC Lazio: www.biclazio.it. 97 "Il diritto societario. Una opportunità per le PMI": quinto workshop tematico del Forum delle Imprese del Lazio BIC Lazio ed il Centro Studi Cives hanno organizzato, lo scorso 14 dicembre a Roma, il quinto workshop tematico del "Forum delle Imprese del Lazio". Una delle principali riforme dell'attuale Governo riguarda la modifica del diritto delle società di capitali non quotate in borsa. E' infatti ora possibile modellare l'organizzazione della società sulla base delle esigenze dell'impresa: da una organizzazione di tipo personalistico a strutture più complesse e articolate. Il tutto mantenendo l'autonomia giuridica e patrimoniale tipica delle società di capitali. La riforma prevede nuove e più ampie possibilità di attivare strumenti finanziari anche per le società di dimensioni medio-piccole, a prescindere dall'entità del capitale sociale versato. Si collega alla riforma anche il nuovo regime tributario per le PMI, finalizzato anch'esso a favorire questa fascia imprenditoriale. Obiettivo dell'incontro era offrire una visione d'insieme del nuovo diritto societario, evidenziandone le opportunità ed i potenziali vantaggi per gli imprenditori. 98 V Bando Legge 215/92: Regione Lazio e BIC Lazio incontrano le nuove imprenditrici Illustrare le modalità di erogazione dei fondi del V Bando Legge 215/92, per evitare i ritardi nella erogazione dovuti ad inesattezze nella presentazione dei documenti. Il 2 dicembre scorso, presso la Sala Savoia dell'Hotel Sheraton in via del Pattinaggio a Roma, si è svolto un incontro rivolto esclusivamente alle imprenditrici ammesse al finanziamento del V Bando della Legge 215/92, alla presenza di più di 450 imprese. All'incontro sono intervenuti, tra gli altri, Francesco Storace, Presidente Regione Lazio; Giorgio Simeoni, Vice Presidente Regione Lazio; Francesco Saponaro, Assessore Attività Produttive Regione Lazio; Giancarlo Cremonesi, Presidente BIC Lazio; Luigi Campitelli, Direttore BIC Lazio. BIC Notes – dicembre 2004 – News Regione Lazio Rivista trimestrale anno 1 - numero 5 - dicembre 2004 Direttore responsabile Luigi Campitelli Cordinamento editoriale Simona De Quattro Segreteria di redazione Giulia Barozzi Progetto grafico Uttinacci & Turano - www.uet.it Fotografie Luca Orilia - www.lucaorilia.com Impaginazione Tracciati architettura e grafica - www.tracciati.it Composizione e stampa Graf 3 - 00040 Pomezia (Roma) - via Carlo Poma, 8 Copyright BIC Lazio 00182 Roma - via Casilina, 3/T telefono +39 069 784 501 fax +39 0697 845 001 www.biclazio.it [email protected] BIC Notes - quaderni di BIC Lazio - Business Innovation Centre è inviato gratuitamente a quanti ne faranno richiesta. Registrazione al Tribunale di Roma n. 487/2003 del 24.11.2003 Spedizione in A. P. - 70% - Roma In collaborazione con