il giorno migliore della tua vita

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il giorno migliore della tua vita
IL GIORNO MIGLIORE
DELLA TUA VITA
COME RAGGIUNGERE SUCCESSO E FELICITÀ IN 24 ORE
di Michele Mocciola – www.michelemocciola.it
Questo manuale contiene materiale protetto dalle leggi sul Copyright nazionale ed internazionale.
Qualsiasi riproduzione senza il consenso scritto dell’autore è strettamente proibita.
INDICE
Indice
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Chi è Michele Mocciola e come nasce questo progetto?
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Una Promessa: Oggi sarà il Giorno Migliore della tua Vita
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Come scoprire cosa Desideri Davvero nella Vita
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Ricapitolando, cosa devi fare?
Come Sentirti Bene all’Istante e Portare il Tuo Umore alle Stelle
Cosa devi fare da adesso in poi?
Come Diventare il Te Stesso Migliore Possibile
Tre abitudini sane per diventare una persona migliore
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Come saper sempre cosa fare
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Come aumentare esponenzialmente i tuoi Risultati
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IL RIFERIMENTO: tanto semplice quanto potentissima LEVA DEGLI OBIETTIVI 36
Come portare la Tua Autostima alle Stelle
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Come Smettere per Sempre di Rimandare
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Ricorda...
Come Essere Felice ORA: la Formula Decodificata
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Impara a formulare i tuoi obiettivi
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Umore alle stelle
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Elimina i confronti
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Non criticare
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Niente lamentele
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Sii esageratamente positivo
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Il Giorno Migliore della Tua Vita – Michele Mocciola
CHI È MICHELE
MOCCIOLA E COME NASCE
QUESTO PROGETTO?
Ciao, innanzitutto mi chiamo Michele Mocciola e ti stringo virtualmente la mano :). E’
un enorme piacere fare la tua conoscenza, e spero anche per te. Comincio subito a
parlarti con il cuore e cercare di pormi nella maniera più onesta possibile nei tuoi
confronti. Non ti mostrerò titoli, onorificenze o curriculum. Ti dirò invece questo.
Non possiamo controllare tutto quel che accade nella nostra vita. Quello che possiamo
però senz’altro fare, e abbiamo il sacrosanto dovere morale nei confronti di noi stessi di
provarci fino in fondo una volta per tutte, è questo: POSSIAMO DECIDERE COME
RISPONDERE A QUELLO CHE CI ACCADE E POSSIAMO ESSERE PADRONI DEI
NOSTRI STATI D’ANIMO, di conseguenza dei nostri PENSIERI e di conseguenza
possiamo impadronirci di tecniche che applicate sistematicamente generino
un’altissima probabilità di realizzare gli obiettivi che ci stanno più a cuore, nel tempo
minore possibile, e minimizzando gli sforzi, senza disperderli e investire malamente
tempo e fatica.
La missione di questo Super Report (e del progetto www.michelemocciola.it in
generale) è quella di trasmetterti quanto funziona, in materia di FELICITA’
ISTANTANEA e REALIZZAZIONE PERSONALE. E’ frutto di anni e anni di
approfondimenti e studio di innumerevoli testi di settore.
Non c’è niente di più importante nella tua vita per definizione della tua felicità e di
realizzare quanto desideri. Avendo il controllo su questi due fattori avrai il controllo
gerarchico sugli altri vari ambiti della tua vita. Se deciderai di applicare i principi e le
tecniche qui approfondite, ti garantisco che sarai al posto di guida e felice
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Michele Mocciola
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istantaneamente, pronto ad aggredire la vita e pronto a realizzare il tuo primo
obiettivo. Non si parla di certezze ma di ragionevole altissima probabilità. E’ un
percorso che va appreso nel tempo, fatto proprio, e assimilato passo dopo passo. Così
come alleneresti per anni il tuo fisico se volessi primeggiare in una gara di body
building, alla stessa stregua devi allenare la tua mente. La mente va allenata come e più
del fisico.
Qualcuno diceva che l’uomo non è altro che l’insieme dei suoi pensieri dominanti. A
mio avviso l’uomo è l’insieme dei suoi stati d’animo dominanti. O meglio: tutto ciò che
l’uomo realizza è determinato in massima parte dai risultati che derivano da stati
d’animo produttivi.
Per capire meglio e visualizzare questo concetto nel concreto prendiamo ad esempio
una persona clinicamente assai depressa. Non è in grado di alzarsi da un letto. E in
quel lasso di tempo, brevissimo o lungo che sia, questa persona realizzerà ben poco
nella sua vita. Anche per definizione, una persona depressa non è neanche consapevole
dei suoi desideri.
La felicità è invece un sentimento, uno stato d’animo, che implica movimento, che
ricorda movimento. L’Universo stesso è la massima espressione del movimento. E’
l’essenza stessa del movimento. E’ un divenire. La creazione deriva dal movimento.
Una persona felice è assai energica; una persona felice è massimamente attiva; una
persona felice tende a compiere azioni massicce e decise.
Il Dott. Wayne Dyer, eminente psicologo e filosofo statunitense, nel suo capolavoro Le
Vostre Zone Erronee, afferma che “una persona felice è intelligente”.
Le azioni decise, massicce e ordinate derivano dalla capacità di porsi, il più a lungo
possibile, in “stati d’animo di felicità”, o più tecnicamente in stati d’animo produttivi.
Più è alta la nostra capacità di porsi in un determinato stato d’animo NONOSTANTE
gli eventi che non posso controllare (così come quelli che posso controllare e che non
sono stato in grado di deviare nella direzione desiderata) e maggiore è la mia
probabilità di raggiungere quel che desidero.
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Preparati, perché oggi sarà il giorno più importante della tua vita :).
Ti faccio un grosso in bocca al lupo e benvenuto a bordo.
Michele
P.S se vuoi entrare in contatto con me scrivimi pure un’email a [email protected]
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UNA PROMESSA: OGGI
SARÀ IL GIORNO
MIGLIORE DELLA TUA
VITA
Caro/a amico/a,
ho la tua attenzione e ti ringrazio, ti faccio subito la mia Promessa: oggi sarà il giorno
migliore della tua vita :). Voglio che tu acquisisca la conoscenza attraverso la quale
imparerai a raggiungere il tuo personalissimo successo e soddisfazione personale in 24
ore. Il metodo è semplice e spietato, ti chiedo solo apertura mentale e buona volontà,
oltre che massima attenzione: è quanto di più importante puoi fare per te stesso nella
vita. Ripeto: massima attenzione.
Ripeto ancora: questo report nasce da una decennale esperienza di formazione, errori,
ricerche, errori, errori e ancora errori. Alla fine del processo, posto che la tua attenzione
e il tuo impegno siano massimi e che tu tenga la tua mente e il tuo cuore aperti e
ricettivi, varcherai la soglia che porta alla felicità ISTANTANEA. L’assunto si basa su
una semplice quanto potente filosofia: la felicità non è alla fine di un sogno, la felicità è
il percorso stesso di questo sogno.
Immagina un uomo che abbia un desiderio ardente nella sua vita, il suo più grande
sogno di vita. Non è importante cosa in questo esempio: può essere possedere un
milione di euro, una villa enorme, la copia del suo primo libro stampata, una barca a
remi, un pezzo di terra da coltivare. Non è questo il punto. Immagina che l’uomo in
questione conduca una vita disperata, alla ricerca continua di questo sogno di vita; gli
anni passano, si avvicina al suo sogno, senza mai raggiungerlo. Tanta acqua scorre
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sotto i ponti, lo specchio che un tempo rispondeva con i lineamenti di un ragazzo,
riflette ora le rughe e la saggezza di un vecchio stanco. All’improvviso quest’uomo ha,
finalmente dopo lunghi anni, il dono di vedere realizzato il suo sogno, la sua è una
felicità immensa; quel giorno stesso si spegne di vecchiaia, sereno. Nei suoi 95 anni di
vita, è stato felice solo il suo ultimo giorno.
E’ uno scenario paradossale voluto, sono proprio gli esempi di situazioni estremizzate
che aiutano il ragionamento negli scenari di vita reali. 95 anni sono 35675 giorni.
Preferisci vivere 34674 giorni nella ricerca disperata di un sogno e 1 giorno di felicità
assoluta o viceversa? A Tal proposito c’è una massima molto saggia e sottile che recita:
”Ti auguro di vedere realizzati tutti i tuoi desideri tranne l’ultimo”. Che in altre parole
significa: ”Ti auguro di essere felice ogni santo giorno, ultimo compreso”. Perché
ultimo compreso? Perché la felicità non va ricercata alla fine della strada, non si trova
alla fine di un desiderio (meglio chiamarli obiettivi). La felicità è e deve essere la strada
stessa del percorso. Ok, benissimo, certo che vorrei essere sempre in stato di estasi e
motivato... ma come si fa? Continua a leggere ;-)...
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COME SCOPRIRE COSA
DESIDERI DAVVERO
NELLA VITA
Che tu abbia 20 anni, o che tu ne abbia 70, e non sai ancora cosa fare da grande, non
preoccuparti innanzitutto e manda al diavolo chi ti critica. Non si tratta affatto di un
peccato grave. E’ una situazione assai diffusa e per lo più creata dalla nostra cultura,
che fin dall’infanzia ci bombarda di messaggi sbagliati e fuorvianti. Innanzitutto i
nostri genitori hanno la tendenza, giusta a loro modo di vedere e in assoluta buona
fede naturalmente, di desiderare qualcosa per i propri figli. Frasi come “Francesco da
grande vuole fare l’avvocato”, oppure “Sarai un ottimo bancario”, o ancora “Tutto
come il papà, sarai un ottimo notaio”, sono, non a caso, luoghi comuni assai diffusi.
Non è una critica naturalmente, le intenzioni di una madre e di un padre sono le
migliori possibili. Questo non significa che, a volte o assai spesso, si possano fare danni
anche con le migliori intenzioni.
La televisione ci spinge inoltre a voler essere divi del cinema, tronisti, modelli, sportivi
che guadagnano un sacco di soldi e circondati da macchine di lusso, veline, modelle al
limite dell’anoressia. Non ho nulla personalmente contro questi desideri, sia chiaro,
purché nascano dal cuore e non dal condizionamento e bombardamento quotidiano
che sistematicamente subiamo.
Il nostro cervello è un sistema, che reagisce a ingressi e produce uscite. Specie quando è
ancora vergine, ossia in tenera età, è condizionabile e plasmabile in massima parte. Il
desiderio naturale di un bambino è un pallone e un campetto di calcio. Mettetelo di
fronte ai cartoni animati, e come per magia dopo qualche tempo desidererà piuttosto il
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giocattolo più pubblicizzato o quello più comune tra gli amichetti. Si tende a desiderare
ciò che si dà in pasto al nostro cervello. Anche i comportamenti compulsivi, derivano
da una serie di scelte infinitesimali, ma continue, ripetute nel tempo. E alla fine il
cervello risponde con uscite che sono della stessa natura degli ingressi.
La nostra cultura inizia fin dalla tenera età la sua missione di condizionamento. Se
credi di essere immune, nel bene e nel male, all’immersione culturale, come reagiresti
se vedessi un uomo che si aggira nudo per strada? Be, in alcune culture, la stranezza
sarebbe esattamente il contrario: il vederlo vestito. Alcune culture si cibano di carne
bovina, in altre è considerato un sacrilegio. Così come quella suina del resto. Gli
orientali hanno prelibatezze a base di insetti, noi occidentali troviamo la cosa
repellente. La religione dominante in Italia è per il 95% quella cristiano-cattolica, in
Arabia saudita è quella musulmana per percentuali ancora maggiori. E’ frutto di una
scelta libera? Sarebbe un’offesa a scienze come matematica e statistica: queste
percentuali schiaccianti ci dicono che di libero non c’è un bel niente in questo caso.
Non voglio entrare nel merito di giusto o sbagliato, dico solo che è lapalissiano che
subiamo forti condizionamenti culturali fin da piccoli. Nel bene e nel male, nessun
giudizio, solo consapevolezza della cosa.
E’ del tutto umano e naturale sentirsi disorientati in questo contesto. Sono ben poche le
persone che sono in grado di sapere, genuinamente, cosa vogliono dalla vita, e di
essere in grado di prendere delle decisioni serene e durature in tal senso.
Ti rinnovo la mia promessa: i suggerimenti scritti in questo capitolo, se applicati
SISTEMATICAMENTE, non solo ti risolveranno per sempre il problema di cosa fare
nella vita, ma avranno il corollario naturale di renderti una persona migliore, ricercata
da tutti, e con una sana e precisa direzione :).
Ti senti un fallito perché non sai cosa fare?
Se qualcuno ti dà del fallito, mandalo a quel paese. Chiunque esso sia. Punto. Ti ripeto:
sono pochissimi coloro i quali sanno esattamente cosa fare nella vita. E questo vale tu
abbia 20 anni, o 60.
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In quest’articolo sul mio blog, aprilo soltanto e leggilo dopo (puoi lasciare anche un
commento alla fine, ti risponderò sul blog stesso), ci sono alcuni punti in tal senso,
punti che riprendo qui.
Partiamo dall’assunto “peggiore”.
Diciamo tu sia sei nella situazione in cui la tua vita è un casino, come tanti del resto
anche se appaiono splendidi e luccicanti, e parti da qui. Vedi la tua vita come un
completo disastro e non sai neanche qual è il primo passo per raccogliere i cocci e
metterli insieme OK. Capisco. Ah. Hai anche una pila di piatti da lavare, della sera
prima. Ok. Capisco anche questo. Bene.
Il prossimo passo è questo: quello che devi fare nella vita ORA, il tuo obiettivo
tassativo, è lavare quei “fottuti piatti” sporchi. SUBITO e BENE. E’ l’unica cosa che
conta. Certo, ti è concesso distogliere ragionevolmente l’attenzione dal tuo obiettivo se
il tuo idolo o partner ideale chiunque lui sia, passi di lì per caso e ti chieda di prendere
un caffè insieme. Ok ci sta. Ti è concesso. Stesso dicasi se devi spostare la macchina ed
evitare la multa di 250 euro di rimozione coatta. Ci sta anche questo. Qualsiasi altra
SCUSA che non sia una questione di vita o di morte e che ti distolga dall’obiettivo
lavaggio piatti, è appunto una SCUSA. Non ascoltare quella vocina nel cervello. Non
aprire facebook. Non aprire l’email. Lava solo quei fottuti piatti sporchi. Potrai
pensare: questo mi promette felicità e soddisfazione in 24 ore e mi sta dicendo di lavare
i piatti? Continua a leggere...
Ti garantisco che finito questo compito (metaforico, si applica a qualsiasi compito
simile), la tua autostima aumenterà di una frazione di punto percentuale.
Assolutamente insufficiente per ritenerti una persona migliore e che avanza nella vita
in cerca di una direzione. Certo. Ma UN INIZIO.
OK, piatti lavati, cosa devo fare ora?
Hai una vastissima scelta. Comprare il paio di scarpe che ti servono. La felpa che ti
serve. Cambiare l’orologio dall’ultima ora solare. O anche lavare il water. UN
OBIETTIVO C’E’ SEMPRE. E se il tuo orologio è indietro o avanti di un’ora rispetto
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all’ora ordinaria, non ti iscriverai al corso di brokeraggio a cui ha partecipato il broker
di azioni più di successo del 2015. Non ha senso. Anche perché potrai scoprire che non
te ne frega nulla. Anche dei soldi sì. I soldi sono sufficienti per la missione a cui hai
scelto di assolvere nella vita. Funziona più o meno così. Assai spesso. Naturalmente
non c’è niente di male nel desiderarli, purchè non ne diventi schiavo. Il TUO
AVVERSARIO SARA’ IL TE STESSO DI IERI. Quello che non cambiava le lancette
dell’ora. E che adesso l’ha appena fatto ed è, seppure per una frazione di punto
percentuale, una persona migliore rispetto a quella di un minuto fa.
“E cosa devo fare dopo aver spostato le lancette?” Potrai giustamente obiettare.
Devi iterare il procedimento e applicarlo ad ogni piccolo tassello da ordinare e mettere
a posto nella tua vita. Un tassello per volta. Senza mai SGARRARE. Il problema non è
tanto avere obiettivi grandi o piccoli. Il problema è IMPARARE A REALIZZARE UN
OBIETTIVO FINO IN FONDO. Ed è più facile imparare quanto più piccoli sono gli
obiettivi. Per quanto piccolo, non te ne deve fregare nulla. I CONFRONTI UCCIDONO
LA FELICITA’. E LA PERSONA PIU’ INTELLIGENTE AL MONDO E’ QUELLA CHE
DECIDE DI ESSERE FELICE, non di certo chi si occupa di meccanica quantistica per
dimostrare la sua intelligenza, e non perché ami il proprio lavoro.
Se non sai cosa ti faccia felice è normale: siamo infettati dalla nostra cultura che ci dice
che per essere COOL bisogna guadagnare X, indossare la firma Y, frequentare il locale
di tendenza Z. Guadagnare ALFA. Andare a letto con X donne/uomini. Poi se questi
sono davvero desideri di cuore, tanti auguri, non è mica sbagliato a prescindere. E’
sbagliato se è inconsciamente imposto dalla società, cultura e pubblicità, che sono
strutture che emanano dei segnali continui che nutrono ogni giorno il nostro cervello,
lo infettano, e l’infezione è tanto più estesa quanto più ne siamo esposti (specie in
giovane età) e più manchiamo di personalità. Il risultato sarà quello di sembrare, ed
esserlo, una persona senza personalità, che interpreterà male il suo ruolo, e non sarà in
grado di attirare le persone veramente giuste per lui e gli amici veramente giusti per
lui. E peggio ancora, decidere di lavorare per ciò che vuole. Neanche saprà cosa vuole.
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Le persone che attiriamo e frequentiamo sono uno specchio di chi siamo. Attenzione
non ho detto positivo o negativo. Solo uno specchio.
Invece di lamentarti di coloro che frequenti o del tuo partner, la cosa più saggia da fare
è LAVORARE SU SE STESSI E DIVENTARE PERSONE MIGLIORI. E grossa parte di
questo lavoro è data proprio dai singoli piccoli obiettivi che non hanno un senso vitale.
Per ora. Perché se non sei in grado di gestire te stesso e di mettere a posto la tua vita
nelle piccole cose, non sarai in grado di sapere cosa vuoi. E anche se sai cosa vuoi, che è
già moltissimo del processo di realizzazione personale di un individuo, assai spesso
non lo realizzerai. Avrai talmente tanta confusione per un continuo rimandare, che
diventerà la tua abitudine di vita. E qualcun’altro, o peggio ancora IL CASO,
decideranno per te. E ti faranno vivere la vita che non vuoi.
Prendi la decisione delle decisioni: DIVENTA UN ARTISTA DEGLI OBIETTIVI.
Continua a leggere!
All’inizio laverai i tuoi fottuti piatti. E’ quello il tuo obiettivo. E ti aggrapperai a quello
come la cosa più importante al mondo. Sarà piccolo, poco motivante. Ma a breve
termine. Preciso. Specifico. Tassativo. E ti darà una retroazione immediata. Un atomo
di autostima in più. Applicherai questo procedimento via via a cose più significative.
Qualsiasi cosa rimandi e che non necessiti più di un giorno per essere realizzata. E
sarai categorico con te stesso. Categorico. Scriverai il tuo obiettivo su un pezzo di carta.
E lavorerai solo per questo.
Primo obiettivo: lavare fottuti piatti (Mezzora). Atomo di autostima guadagnato.
Secondo obiettivo: comprare quelle fottute scarpe che so che mi servono. Due ore.
Scarpe TASSATIVAMENTE COMPRATE. Due atomi di autostima in più. Terzo
obiettivo: montare quella fottuta mensola. 4 ore. Quattro atomi di obiettivi guadagnati.
Quarto obiettivo. Fare 10 flessioni. Fottute, dimenticavo. Tassativamente. 1 Atomo
guadagnato. Decidi e fai. Tutto quello che rimandi.
Metti a posto tassativamente queste cose. Chi sei e cosa vorrai nella vita lo saprai dopo
qualche giorno. Non ho detto mese, anno. Qualche giorno. Di allenamento. Di sano
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allenamento nel realizzare piccoli compiti. Prima quelli, poi sempre più grandi. Sempre
un piccolo tassello in più.
Non sei in grado di avvicinare una ragazza per strada? Avvicina un ragazzo e chiedigli
l’ora. Non sei in grado di fare neanche questo? No problem, nessun giudizio. Avvicina
un vecchio, se questo ti dà meno ansie. Non sei in grado di fare neanche questo e
chiedergli l’ora? Avvicina un insetto. E procedi, avanza velocemente, con la legge
dell’avvicinamento progressivo. Piccoli passi. Piccolissimi. MA TASSATIVI. Nel giro di
qualche giorno, e ripeto, giorno, sarai pronto per passare all’obiettivo: COSA DEVO
FARE DA GRANDE? Un approfondimento in tal senso lo trovi anche in quest’altro
articolo sul blog. (da leggere quando finisci questo documento). Ne riprendo alcuni
punti salienti.
Il punto di partenza da cui dovresti iniziare è innanzitutto fare chiarezza con te stesso,
capire cosa desideri dalla vita (a prescindere dai soldi), e prendere coscienza che la
qualità di vita è inestimabile come costo. E la qualità di vita è strettamente correlata a
come si impiega il proprio tempo. A cosa si sceglie di fare la maggior parte del tempo.
Se è qualcosa che per noi ha significato, o per lo meno è in direzione di un qualcosa che
per noi abbia grande significato, allora è un’ottima scelta questo qualcosa.
Dai un’occhiata alla tua libreria, alle tue letture. Ai film che guardi. Ai discorsi più
ricorrenti che ti capita di fare con gli amici e colleghi di lavoro. Prenditi tassativamente
soli 5 giorni di tempo per decidere. Anche perché appena finito di leggere questo
Report e applicate le relative strategie, ti sentirai assai felice e motivato dopo le 24 ore
promesse, per cui il lavoro sarà molto piacevole.
Prendi un grande foglio bianco e una penna e vai in un posto tranquillo, sia un parco,
una panchina, un paesino vicino al posto in cui vivi, la tua scrivania; insomma un
qualsiasi posto in cui puoi passare un’onesta ora solo con i tuoi pensieri. Comincia a
buttar giù una lista di attività piacevoli che ti piacerebbe svolgere, una lista di pensieri,
sogni di vita. Cerca di mantenere anche una certa concretezza. Non curarti in questa
fase di quello che scrivi e lascia piuttosto che la penna faccia il lavoro per te.
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Vai in un bosco, nella natura, con un semplice foglio di carta e una penna, e comincia a
scrivere cosa ti caratterizza la tua vita, una lista che dirà chi sei e cosa ti piace fare.
Hai bisogno di rievocare emozioni. In tal senso può aiutarti la tua musica preferita e un
calice di buon vino. Non sentirti stupido e non sottovalutare questo momento perché si
tratta di quanto di più importante tu possa fare per te stesso. Considerando che in
passato ti hanno letteralmente obbligato a studiare materie che non t’interessavano
minimamente ed ad assistere alle relative lezioni, è davvero il minimo dedicare questo
tempo a te stesso.
E’ finalmente il modo di mettere nero su bianco cosa vuoi dalla vita e cosa ti definisce
come persona. Assicurati di dedicare almeno un’ora al giorno dei cinque giorni in
quest’attività e prendi la cosa con serietà assoluta. Non è un percorso in cui tornerai
indietro. Devi essere pronto a bruciare le tue navi da guerra, dopo che sei salpato e hai
deciso di attaccare l’isola. Devi entrare in modalità: non posso fallire se non smetto di
tentare. Emozionati e scrivi la tua lista dei desideri. Assicurati di scrivere tutto quello
che riveste un significato per te. In termini di lavoro, passioni, attività piacevoli.
Alla fine dei cinque giorni, fai una cernita delle voci più importanti, più concrete e più
significative che escono fuori dalla tua lista e che abbiano attinenza con la scelta di una
professione. Con la massima ragionevolezza di cui disponi, fai un’ottima intersezione
tra quello che può essere un lavoro/professione reale e attività che siano il più possibile
congruenti con la tua personalità e con quello che desideri.
Scegli il tuo campo con il cuore e non con la mera convenienza.
Scegli di occuparti delle tue passioni; o per lo meno trova un onesto compromesso tra
le due cose: un lavoro/professione vendibile, che risponda ad esigenze e bisogni, e che
sia il più possibile in linea con la tua personalità e con quello che ami fare, con le
attività caratteristiche che ti definiscono come persona e che vengono fuori dalla tua
lista dei 5 giorni; una volta scelto il campo, sia quello delle vendite, della musica, delle
consulenze aziendali, non avrai, per definizione, remore a buttarti a capofitto e senza
voltarti indietro.
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E’ meglio cercare subito un lavoro in quel campo, piuttosto che spendere una fortuna
in formazione: in questo modo verrai pagato, e l’azienda ti darà la possibilità di
formarti gratuitamente. A volte non sarà certo il lavoro più calzante e perfetto, ma sarà
un buon inizio. Nel tempo libero leggi tutto quel che puoi relativamente al tuo campo e
non smettere mai di formarti in tal senso, partecipando a corsi, seminari, fiere di
settore, incontrando i più bravi professionisti del tuo campo, stringendo alleanze
strategiche. Non ti peserà perché è esattamente quello che vuoi fare. Con il tempo
acquisirai maggiori competenze, i tuoi servizi assumeranno maggiore valore, la tua
figura professionale acquisirà sempre più stima, e potrai spiccare il volo e fare il salto
di qualità.
Quando una persona lavora per la propria passione, non ci sono confronti da temere.
Fare il venditore soltanto per i soldi, e basta, se non c’è la passione di migliorarsi,
diventare un venditore migliore, capire la psicologia delle persone, significa
condannarsi a scarse probabilità di riuscita e all’infelicità di passare il proprio tempo
schiavo dei soldi. Per poi vedere che c’è un mucchio di gente che guadagna e
guadagnerà più di te, sempre e comunque.
La società ci dà un messaggio sbagliatissimo e non ci insegna a trovare le nostre
passioni, si accetta un “posto fisso” a caso, che fisso non lo è neanche più, e ci si
trascina tra precariato e aspettare le feste. Francamente preferirei rischiare di finire
barbone piuttosto che invischiarmi in tali meccanismi. Un barbone con dignità che non
si adagia ma che ha in testa il proprio sogno. Avere in testa un sogno aiuta a scegliere
di Vivere la Vita nonostante la pioggia, la morte di una persona cara, la crisi
economica, l’apparente non senso dell’esistenza, gli umori neri. Un sogno o un
obiettivo danno significato alla Vita stessa.
Quando si sceglie con il cuore, l’unico confronto e l’unico paragone che la persona fa,
non è con il calciatore che guadagna 10 milioni di euro l’anno (quando del resto per
questo qualcuno ci sono 10 milioni di aspiranti calciatori che guadagnano ZERO euro
l’anno), né con il vicino con la Mercedes, né con il vip o valletta di turno. Quando la
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persona sceglie con il cuore, non puoi convincerla a barattare nulla in cambio della
rinuncia al proprio lavoro. Se ne infischia dei confronti.
Il confronto devi farlo esclusivamente fa il te stesso di ieri; è stupido accontentarti di
un’ipotetica felicità, se la felicità è alla fine del percorso. La felicità è E DEVE ESSERE la
strada stessa, del tuo percorso.
Ricapitolando, cosa devi fare?
Metti a posto la tua vita iniziando da un qualsiasi compito PICCOLO. Come,
metaforicamente, lavare una pila di piatti, acquistare il jeans che ti manca, pulire la
soffitta, iniziando a portare un compito X FINO IN FONDO SENZA SE E SENZA MA.
Scoprirai che sarà un modo di procedere che atomo, dopo atomo, aumenterà la tua
autostima a mille e che potrai applicare a compiti sempre più complessi.
Questi compiti ben presto assumeranno il nome di OBIETTIVI. Per te diventerà una
seconda natura portare a termine le cose e il senso di soddisfazione sarà immenso. La
difficoltà crescente degli stessi sarà molto graduale e il modo di portare a termine le
cose diventerà parte delle tue abitudini. Dopo non più di qualche giorno che compi
questo processo alla perfezione per le piccole cose, puoi porti l’obiettivo: ”Trovare cosa
desidero fare nella vita, il mio più grande sogno di vita”.
A quel punto, in non più di 5 giorni come tempo limite, ti doterai di un foglio e di una
penna che porterai con te e scriverai frasi e desideri, piccoli e grandi, che ti
caratterizzano come persona. Ti potranno aiutare le tue letture (i libri che leggi, i film
che guardi dicono qualcosa di te). Potrai aiutarti con della buona musica o un calice di
vino e lasciarti emozionare. Scrivi ciò che ti emoziona. Potrai anche usare
intelligentemente due fogli. Uno per i desideri puri (come “fare un giro in una barca a
remi nel lago X”, oppure “fare bungee jumping” oppure “fare un giro in mongolfiera”,
qualsiasi cosa desideri da sempre o ti incuriosisce) e uno per plausibili attività
lavorative, anche semplici attività che ritieni solo piacevoli ed essendo anche generico
in questa fase “vorrei occuparmi di qualcosa che abbia a che fare con le persone”
“vorrei stare di fronte a un computer” “vorrei scrivere email” “vorrei progettare case”
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“vorrei viaggiare”, per poi diventare sempre più specifico con il passare dei giorni.
Ricorda: pensieri che sono stati ricorrenti nella tua vita, sono obiettivi che non
mentono. Un’idea è una serie di pensieri e informazioni correlate, quindi va bene
essere generici all’inizio, non preoccuparti. Meglio di un foglio bianco ;).
Se sei una persona a cui è sempre piaciuto disegnare, includerai questo nella lista
tassativamente. Quanto più una cosa sei disposto a farla anche gratis, tanto più è un
obiettivo sincero, che viene dal cuore e per il quale non ti pentiresti mai.
Devi occuparti di attività in cui sei in grado di dare valore, soddisfare bisogni, e che
quindi sono in linea con la tua personalità. Anche se al momento sei sprovvisto di
tecnica, non importa. E’ molto più importante la passione che le conoscenze attuali, dal
momento che le stesse si possono ottenere, la passione no. Se sei una persona
tendenzialmente solitaria, e la cosa ti piace, non ha senso fare il PR o qualcuno che a
tutti i costi deve snaturarsi e parlare in pubblico (a meno che non sia qualcosa che
desideri e che ti sta a cuore cambiare); insomma un conto sono i desideri, un conto è la
campana di vetro della zona di confort.
Dedica diverse ora al giorno a questa attività, con una scadenza di cinque giorni,
scrivendo la tua lista preferibilmente anche in ambienti diversi: la tranquillità della tua
casa, un bar, una biblioteca, un prato, un ristorante di un paesino vicino, una panchina
di un parco, la tua automobile, una piazza. Con la pioggia e con il sole. Di giorno e di
sera. Cerca di variare il più possibile le condizioni in cui operi, per quanto possibile
naturalmente.
Alla fine dei cinque giorni, dovresti avere uno, o due, documenti che dicono molto di
te. Cerca di operare una scelta che sia una ragionata intersezione di cuore, cervello e
buon senso. Se ti piace fare la ballerina, ma sei adulta, potresti decidere di occuparti
dell’organizzazione di eventi vicini al mondo del ballo, non avrebbe senso mettersi a
studiare danza per lavoro. E’ un esempio stupido, ma spero si capisca il senso. Un
misto di cuore, cervello e buon senso sono preferibili.
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Una volta che avrai fatto la tua scelta, sarà sicuramente buona, ragionata e di cuore.
Non si può sbagliare per definizione. Già questo singolo punto è molta parte del
processo. Impara a portare a termine piccolissimi compiti SEMPRE E COMUNQUE.
Una volta che hai scritto un obiettivo su un foglio di carta, entrerai in modalità
OSSESSIONE REALIZZATIVA. Non potrai tirarti indietro per nessuna ragione e scusa.
Diventerai un CAGNACCIO che non molla la presa neanche se viene bastonato ma
solo quando strappa completamente il lembo di carne. E’ così che si diventa tosti. Che
non si baratta la propria felicità in cambio di nulla. Avendo l’umiltà di partire dalle
piccole cose. E di acquisire un’abitudine che ti porterà da piccoli successi fino a grandi
imprese. Sarà graduale e assai piacevole come processo. Ti basta solo questo per
diventare una persona di gran lunga migliore del te stesso di ieri. E il mio obiettivo che
perseguirò come il peggiore dei cagnacci è che tu sia felice e diventi ciò che desideri
diventare.
Devi diventare un artista degli obiettivi, piccolissimi all’inizio. Fregatene e non fare
confronti. Il riflettore sarà acceso solo su di te e l’obiettivo del momento. Il resto del
mondo andrà a farsi fottere. Esisti solo tu e il piccolissimo spazio che esiste tra ciò che
hai scelto di fare in quel momento e l’equivalente fisico. Non esisteva nello spazio
tempo prima che tu lo pensassi, la tua forza di volontà porterà a materializzarsi
fisicamente. Esisti solo tu. Il mio piccolo grande obiettivo sei TU. E non accetto
fallimenti. Da me o da te. Fallire, oggi, non è un’opzione.
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COME SENTIRTI BENE
ALL’ISTANTE E PORTARE IL
TUO UMORE ALLE STELLE
Questo è uno dei capitoli e argomenti a me più cari. Probabilmente il più importante
dell’intera area Crescita Personale, un capitolo che ti consiglio di leggere, rileggere,
studiare a fondo e incidere per sempre nella tua mente e nelle tue azioni. Ne hai tutto
da guadagnare, credimi.
Per compiere una qualsiasi impresa e avanzare con successo nella vita, devi diventare
un esperto dello stare bene. L’umore non è una conseguenza del successo ma ne è la
causa stessa. L’umore è direttamente proporzionale alle azioni efficaci. Umori neri
portano all’inazionismo più completo. Umori alle stelle portano a innumerevoli azioni,
e, come corollario, ti sentirai BENISSIMO. Scusa se è poco! Due ragioni fondamentali
per imparare le tecniche per portarlo letteralmente alle stelle.
Cosa devi fare per stare alla grande ogni giorno?
Ci sono tre fattori determinanti. Analizziamoli.
Il Linguaggio. L’umore è enormemente influenzato dal tuo linguaggio. Le parole
hanno potere. Le parole hanno avuto il potere di smuovere popoli, scatenare guerre e
portare pace, hanno il potere di scatenare l’amore e l’odio. Parole che denotano
entusiasmo hanno potere sull’umore. Moltissimo potere. Parole scoraggianti idem.
Immagina di avere un problema X. Un problema di natura economica. Potrai dire a te
stesso la cosa in mille modi diversi. Agli estremi dello spettro dei modi ci sono
pressappoco:
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1) Ho un problemino da nulla e temporaneo di natura economica che risolverò
prestissimo ed è anche divertente perché è una sfida.
2) Ho dei gravissimi problemi economici, sono disperato, abbattuto, a terra e non so
proprio come potrò mai risollevarmi.
Le due frasi possono descrivere la stessa situazione. La prima addolcisce tantissimo la
stessa, la seconda la appesantisce oltremisura e ti porta a un drastico e repentino
peggioramento dell’umore.
Idem per un altro esempio in positivo. Ossia:
1) Oggi non ho nessun dolore, non sono sicuro duri, che farò se mi si presenta? Ahimè.
2) Oggi sto straordinariamente bene, mi sento benissimo, alla grande, forte come un
toro.
Il modo di parlare/pensare ti porterà a stare ancora meglio, porterà il tuo umore di un
enorme gradino più in alto rispetto alla frase 1 che invece lo porterà a terra. Bada bene:
non si tratta di raccontarsela, quanto di essere esageratamente ottimisti. Le
esagerazioni non sono il massimo nella vita, l’eccezione puoi farla proprio qui. Non
dico che devi battere cinque agli sconosciuti per strada, dico che devi ABITUARTI a
vedere le situazioni nella maniera più positiva possibile e a descriverle con un
linguaggio il più positivo possibile, non tanto per fare un esercizio sterile: ma perché il
linguaggio è potente e migliora l’umore insieme ad altri fattori che vedremo ora. E
l’umore è responsabile diretto del successo e della felicità istantanea!
Le Credenze. Credere o non credere possibile qualcosa è un potentissimo mezzo per
migliorare l’umore. Henry Ford affermava in tal senso “Che tu lo creda possibile o no,
avrai comunque ragione”. Prendiamo un obiettivo parecchio ambizioso. “Imparare
l’inglese in tre mesi”. Posso prendere due decisioni in merito. Crederlo possibile. NON
crederlo possibile.
Nel primo caso avrò le ali ai piedi: lo crederò appunto possibile e tenderò a ricercare
corsi e testimonianze di chi ce l’ha fatta, mi metterò consciamente e inconsciamente in
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condizione di reperire le informazioni migliori, il cuore della lingua che serve per il
90% delle conversazioni, prenderò in considerazione il fatto di fare un corso intensivo
in terra straniera, occuperò il mio tempo libero con un ascolto continuo passivo,
scriverò testi, email e mi sforzerò di intensificare il processo, perché CREDO
L’OBIETTIVO POSSIBILE e mi comporto CONGRUENTEMENTE con quella credenza!
Idem, se non ritengo possibile l’obiettivo, la stessa congruenza farà sì che io tenda
all’inazionismo più completo e a non impegnarmi affatto per l’obiettivo, con differenze
prestazionali incommensurabili rispetto al caso uno. Le credenze sono un interruttore
potentissimo per l’umore e, sapute usare in positivo, saranno in grado di moltiplicare
le tue azioni in maniera esponenziale, portandoti da un risultato all’altro nel corso
della tua vita.
Naturalmente non devi sforzarti di credere le cose più assurde. Le credenze vanno
corroborate dalla tua autostima. Man mano che diventi un artista degli obiettivi, che
porta a termine con efficacia ciò che ha deciso, automaticamente stai rafforzando
prepotentemente la fiducia in te stesso, la tua autostima, e il tuo livello di credenze.
Se finora sei stato pigro e inconcludente con l’apprendimento, per la tua
personalissima e sbagliatissima scelta di ritenerti scarso, è normale che non darai
sostanza alla credenza e all’obiettivo “imparare l’inglese in tre mesi”.
Potrai comunque partire dal basso, dicendo a te stesso: ”Finora ho creduto di essere
scarso nell’apprendimento di una qualsiasi disciplina, ora sto per dimostrare a me
stesso quanta sia falsa questa credenza e comincerò da un compito a tiro portandolo
fino in fondo al 100% senza possibilità di scelta”.
Partirò magari dall’apprendimento delle mie prime 10 parole, TASSATIVAMENTE. E
dimostrerò a me stesso che ce l’ho fatta. Atomo di autostima in più. Credenza
corroborata. Livello successivo. Altre 30 parole in più. Altro grosso atomo di autostima
in più. Credenza maggiormente corroborata. Le prime 10 frasi complesse in inglese. E
così via.
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L’umiltà e la costanza dei piccoli passi portano a traguardi inimmaginabili. Impara a
sfruttare questa potentissima arma delle credenze, rafforzando secondo dopo secondo
la tua autostima, grazie ai piccoli obiettivi portati tassativamente a termine.
Il Focus. Il Focus è il terzo fattore principe che è in grado di migliorare l’umore
all’istante. Immagina di essere in uno stadio, dove si sta svolgendo una manifestazione
olimpica. Tutta la folla è in estasi, è una splendida giornata di sport e le emozioni si
susseguono per tutto il giorno. Sugli spalti ci sono 80.000 persone, tutte euforiche ed
eccitate per la manifestazione. Però, tra la folla, scorgo un paio di giovani che litigano
animatamente. Decido di puntare il mio binocolo per tutto il tempo della
manifestazione, su questi due giovani. Durante tutta la giornata non fanno altro che
litigare.
Avrei potuto osservare l’evento, in cui 79.998 persone sono in estasi nel godersi lo
spettacolo più bello del mondo. Invece decido di osservare solo i due giovani che
litigano. Alla fine della manifestazione il mio cervello giudicherà l’evento come
assolutamente negativo, essendosi tutto il tempo concentrato e nutrito di ingressi
negativi. Elaborerà il tutto come esperienza da cancellare, e il mio umore di
conseguenza andrà a terra.
Viceversa, posso abituarmi a concentrarmi sul positivo in esperienze totalmente
negative e appunto a interiorizzare quest’abitudine. Ripeto, non come esercizio sterile e
fatto ad ogni costo per essere ottimista, ma perché il focus positivo migliora l’umore
esponenzialmente. E un alto umore produce azioni esponenziali che aumentano a
dismisura le probabilità di realizzazione certa dei tuoi obiettivi.
Una persona felice è una persona che agisce. L’azione è una conseguenza, e anche una
causa stessa, della felicità. “L’azione è il miglior antidoto contro l’inquietudine”, scriveva
Wayne Dyer. Una persona ansiosa lavora di testa, una persona di sostanza si dà da
fare, ed è l’azione stessa che contribuisce a far scomparire un’ansia paralizzante.
Cosa devi fare da adesso in poi?
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Le tre regole d’oro: abituati ad usare il linguaggio, mentale ed effettivo, migliore
possibile in ogni situazione, negativa o positiva che sia. Specie ad alta voce, quando
puoi naturalmente, rafforza ulteriormente l’umore.
Abituati a formulare i tuoi obiettivi permeandoli di credenze positive e potenzianti e
dai sostanza alle stesse aumentando a dismisura la tua autostima grazie alle
realizzazioni stesse portate fino in fondo TASSATIVAMENTE.
Abituati a focalizzarti e a enfatizzare solo gli aspetti positivi delle situazioni che ti si
presentano e di quelle che riguardano i tuoi obiettivi. Avrai sempre un umore alle
stelle e diventerai una persona che moltiplica le sue azioni. Umore alle stelle significa:
ESSERE FELICI e, gratis praticamente, avvicinarsi alla probabilità certa di raggiungere
i tuoi obiettivi di vita. Si vince due volte. E la felicità è ISTANTANEA.
Insisto ancora; da oggi abituati tassativamente a fare questi esercizi ogni santissimo
istante; non dire: va bene, dici piuttosto: sono entusiasta, sto alla grandissima. Se va
malissimo, dici: andrà alla grande. Funziona! Credi possibile ciò che desideri, e dà
sostanza alle credenze attraverso i piccoli compiti portati a termine senza
compromessi, TASSATIVAMENTE.
Punta la tua lente, il tuo focus solo sugli aspetti positivi della tua vita e di ogni
circostanza. Anche in noiosissime riunioni di condominio in cui si fa polemica
piuttosto che risolvere problemi, fai i tuoi esercizi: punta la tua lente su pensieri su
come svignartela, simula una telefonata, ridi sotto i baffi, trova un complice per farti
due risate sulla situazione, come quando a scuola guardavi la faccia di un compagno e
scoppiavate a ridere al solo guardarvi. Forza :)!
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COME DIVENTARE IL TE
STESSO MIGLIORE
POSSIBILE
Se ti senti bloccato nella vita, c’è sempre qualcosa che puoi fare. Puoi agire nella
maniera migliore possibile per quella situazione e non lasciarti paralizzare dagli eventi.
Tutti gli uomini si trovano di fronte a situazioni su cui non hanno alcun controllo.
Quando si ha un problema tieni presente sempre questa grande verità. Nel suo libro
“Elementi di Motivazione alla Vita” il professor Giancarlo Baggio fa una lucida analisi
inerentemente a problemi e preoccupazioni che affliggono il genere umano. In pratica
secondo l’autore il 92% delle preoccupazioni che occupano sono INFONDATE. L’8% fa
parte di preoccupazioni legittime. Di questo 8%, il 95% dei problemi possono essere
risolti. Il rimanente 5% fa parte di problemi che sono al di là delle capacità e possibilità
di qualsiasi persona. Si tratta, a mio avviso, di un’analisi molto lucida e verosimile.
La differenza tra le persone che realizzano i loro sogni e chi non è abituato a farlo o non
ne è ancora capace è questa: le persone del secondo tipo sono paralizzate da ansie e
problemi e di conseguenza non agiscono, dando modo a questi di diventare come un
cancro della loro mente; le persone del primo tipo hanno capito che i problemi fanno
parte della condizione umana, e agiscono nonostante paure e problemi stessi; la
differenza è l’azione, ripeto, l’antidoto contro ogni inquietudine.
Tieni presente questa grande verità: se le cose che ti affliggono sono risolvibili non ha
senso preoccuparsene. Se le cose che ti affliggono non sono risolvibili, non ha
comunque senso preoccuparsene, dal momento che le tue preoccupazioni non
cambiano lo stato delle cose.
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La maniera migliore di rispondere è l’AZIONE, sia che tu affronti problemi risolvibili
(con l’azione direttamente canalizzata verso ciò che posso fare), e sia con problemi
irrisolvibili, scegliendo, il più possibile, di concentrarti verso cose su cui hai maggior
controllo e accettando ciò su cui non hai effettivamente controllo.
A volte ci tormentiamo per questioni su cui nessun essere umano ha risposte,
affibbiandocene indirettamente e inconsciamente la colpa.
A tal proposito viene in aiuto questa meravigliosa massima di Mark Twain, saggista,
scrittore e docente americano: “Ho attraversato momenti terribili in vita mia, alcuni dei
quali sono realmente accaduti”.
Senza un pensiero negativo, non esiste il corrispondente stato d’animo negativo
provato. La cosa che devi fare è sostituire ogni scampolo di pensiero negativo con il
corrispondente in positivo. E abituarti a farlo ogni santo secondo, come un culturista
della mente. Devi essere un culturista per la tua mente. Un professionista instancabile
che si allena ogni secondo della sua vita. Devi essere un drogato di pensieri positivi.
Devi essere un tossico del sorriso. Devi abbondare ed esagerare in questo. Euforia.
Entusiasmo. Azione. Realizzazioni. Soddisfazioni personali.
L’unica preoccupazione che ti è concessa: devi preoccuparti di essere semplicemente la
versione migliore possibile della splendida persona che sei. Come fare?
Il già citato Wayne Dyer, ha individuato in 4 punti tale processo: Pensiero Lucido,
Buon Umore, Lavoro Sodo, Fiducia in Se Stessi.
Nell’ambito delle realizzazioni personali il pensiero è lucido quanto più è chiaro il
nostro obiettivo principale di vita (e la lista degli altri obiettivi), il quale è in grado di
dare una direzione, un senso e un ordine a tutte le nostre azioni.
Per il buon umore ti rimando al capitolo relativo, in cui vengono analizzati i tre punti
principali che portano l’umore alle stelle (Linguaggio-Pensiero, Credenze, Focus) e
conseguenti abitudini per massimizzarlo giorno per giorno.
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Il lavoro sodo è un diretto corollario della definizione di obiettivi che ci stanno a cuore
e dell’umore: quanto più il nostro umore è alle stelle, tanto più tenderemo a compiere
azioni efficaci in direzione dell’obiettivo stesso. Umore infinito porta a obiettivi certi.
Umore nullo, lascia l’obiettivo al caso (valore vicino allo zero, per desideri anche di
minima complessità).
Il quarto fattore, la fiducia in se stessi, deriva sostanzialmente dall’autostima, la quale
deriva dai risultati. Più risultati ottieni, più atomi di autostima guadagni, giorno per
giorno. Abituarsi a svolgere al 100% anche piccolissimi obiettivi non farà altro che
innalzare il tuo valore agli occhi di te stesso, e automaticamente agli occhi del
prossimo.
La conseguenza naturale di questo processo sarà quella di essere il te stesso migliore
possibile in ogni situazione di vita, sarai una persona decisa, solare, assertiva, che non
prevarica il prossimo e non si lascia allo stesso modo prevaricare, libera dal bisogno di
approvazione, e con la massima consapevolezza del suo valore.
Ripeto: devi solo tenere in testa la configurazione migliore possibile dei tuoi pensieri,
della persona che desideri diventare, e dei tuoi desideri, partendo da piccolissimi
obiettivi. Ricorda: Pensiero Lucido, Buon Umore, Lavoro Sodo, Fiducia in Se Stessi.
Con le relative strategie sopra descritte.
Puoi decidere di applicare il tutto ORA, non domani. Sono concetti alla fine
semplicissimi, è l’abitudine che richiede costante attenzione almeno nella fase iniziale.
Ti posso assicurare che entrare in questa modalità di pensiero-azione, ti porterà una
soddisfazione crescente ISTANTANEA. E’ un videogame della realtà. Non hai bisogno
di altro per essere felice qui e ora. Godrai del processo di raggiungimento dei tuoi
sogni e della persona che stai per diventare, secondo per secondo. Desideri una villa
con giardino e piscina? Quanto è più bello partire dal progetto della stessa e godersi
tutto il processo gustandosela mattoncino dopo mattoncino? Quanto è più bello il
Natale perché c’è tutto il periodo prenatalizio con luminarie, tradizioni, cibi natalizi e
tutto quanto viene prima e durante?
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Impara a goderti il processo che colma il vuoto tra il te stesso di oggi, la persona che
desideri diventare, il tuo obiettivo definito su un foglio di carta e nei tuoi pensieri, e
l’equivalente fisico del domani. Goditi secondo per secondo della tua splendida VITA
:)!!!
Tre abitudini sane per diventare una persona migliore
Elimina i confronti.
Ho scritto più volte: i confronti uccidono la felicità. Fu un caro amico, Johan, anni fa, a
dirmi questa frase. E non a caso. Perché a mia volta ero solito fare i confronti, nel bene
e nel male. Quella frase si scolpì letteralmente nella mia mente. Aveva ragione, faceva
senso. Siamo abituati a fare i confronti, quando non abbiamo desideri autentici propri.
Questo settore si chiama crescita personale non a caso. Riguarda la TUA persona. I
confronti vanno sì fatti. Ma con il te stesso di ieri. La vita è una corsa su se stessi, e il
tuo unico avversario è il te stesso di ieri. E’ la tua ombra nella corsia adiacente. Le
persone più sane sono quelle che sono solite guardare a se stessi, fanno sana
autocritica, liberandosi da sensi di colpa e ansie paralizzanti.
Non dico non ci debba essere competizione con un “avversario”. Dico solo che quando
questa competizione diventa malsana, come ricerca esclusiva di vincere per battere
l’avversario, e non per migliorare se stessi, per apprendere dall’avversario altre
tecniche, con rispetto e accettazione, allora è il caso di rivedere le cose. La competizione
serve, stimola gli sforzi e l’allenamento, è uno sprone enorme. Ma solo quando è sana e
quando ci si libera dal desiderio di prevaricare l’avversario o il prossimo, e si lotta
invece per migliorare se stessi.
Elimina le critiche.
Criticare il prossimo non serve assolutamente a nulla, se non a peggiorare i rapporti, e
l’umore stesso. Assai spesso, anche se difficilmente lo ammetterai, si tratta di un
meccanismo psicologico secondo il quale si tendono a criticare i difetti e le mancanze
che ravvisiamo negli altri e che in realtà sono NOSTRI difetti e mancanze.
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Un esempio? Non puoi pretendere che la tua ragazza sia in perfetta linea se tu stesso
sei un pappamolle. Comincia a fare palestra e a curare il tuo corpo invece di criticare,
avrai infinite probabilità in più di ottenere dagli altri, ironicamente, proprio quel che tu
voglia con IL TUO ESEMPIO. Sarà a regime come se l’altro “non si sentisse alla tua
altezza”, in questo specifico esempio, e DECIDA IN PRIMA PERSONA, di cambiare in
meglio, o meglio allinearsi a ciò che tu sei diventato. Questo vale a maggior ragione
con i propri figli e amici. Gli altri guardano chi sei, cosa fai, non ciò che dici.
Anche nell’attirare le persone giuste, bisogna in massima parte lavorare su se stessi. Se
si desidera una persona puntuale, dobbiamo esserlo noi stessi in primo luogo. Se si
desidera una persona piacente, è un imperativo categorico curare anche il nostro
aspetto fisico e essere cultori del proprio corpo. Se si desidera una persona gentile al
nostro fianco, faremo della gentilezza la nostra arma migliore. Questo farà sì che
automaticamente la persona che è già al vostro fianco decida pacificamente di
migliorare a sua volta gli aspetti mancanti e allinearsi al nuovo te stesso, oppure la
cosa finirà naturalmente e in maniera indolore, va bene in entrambi i casi.
Elimina le lamentele.
A mio modo di vedere lamentarsi è umano. Non sopportavo quando qualcuno diceva:
”Ok, ti lamenti? Ma a che serve?” Be, ma non è che qualcuno si lamenta di vita o
situazioni perché vuole che la cosa serva. E’ piuttosto una reazione umana e naturale
quando le cose non vanno.
Non è che non bisogna lamentarsi perché la cosa non serve: non bisogna lamentarsi
perché è, purtroppo, addirittura dannoso. L’umore va a terra, e che succede quando
l’umore va a terra? Azione zero. Zero risultati. Zero obiettivi. Lamentarsi è umano e
comprensibile (entro certi limiti), tuttavia non permette di procedere in maniera
funzionale al nostro percorso.
Il fatto che le persone possano cambiare drasticamente la propria vita cambiando
atteggiamento è una realtà ormai accertata. Qualcuno diceva che è addirittura la più
grande scoperta della nostra generazione, il fatto che si possa cambiare la propria vita
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cambiando il proprio atteggiamento. (William James, Harvard University). Se proprio
bisogna reagire, l’arrabbiatura è molto più salutare della lamentela. Specie se
canalizzata contro il problema (e mai contro una persona!)
Il dottor Dyer scriveva che quando siamo inclini a lamentarci, dovremmo piuttosto
indagare su cosa stiamo evitando in quel momento. Sicuramente è un esercizio più
produttivo e che induce all’azione.
Essere positivi.
Partiamo da questo assunto. Supponiamo vogliate metter su un fisico da paura. Chili e
chili di muscoli. Quel che serve in sostanza è: un programma di allenamento crescente
e professionale; mangiare in un certo modo, quantità, tempi; ore di sonno in cui i
muscoli crescono e si rigenerano. Per anni.
La mente funziona allo stesso modo. Serve allenamento. Nessun aspirante culturista
pretende di avere risultati dalla sera alla mattina. Va in palestra decine e decine di
volte, prima di vedere i primi risultati. Lo sa e lo accetta. E molti ottengono il successo,
altri lasciano. Con la mente il problema è questo. Leggiamo un articolo che parla
dell’importanza del pensiero positivo. Rimaniamo colpiti e pensiamo “Sì, fa senso, da
oggi voglio essere così”. Ci svegliamo il giorno successivo, e l’articolo è dimenticato.
Proprio dimenticato. Passano di mente non solo l’articolo stesso, ma proprio l’impegno
che si è preso, e le vecchie abitudini, positive o negative che siano, prendono il
sopravvento.
In questa fase del processo quel che devi tenere a mente è questo: cambiare mentalità è
un processo quotidiano, che richiede all’inizio sforzo, attenzione e determinazione.
Così come lunghe ore alleneresti il tuo fisico o le tue mani, se ad esempio desideri
diventare pianista, alla stessa stregua e con maggiore intensità, devi allenare la tua
mente (in realtà anche il pianista allena la mente allenando le “mani”, ma questo è un
altro discorso).
Il miglior esercizio che puoi fare è sforzarti letteralmente di trovare il positivo in ogni
situazione, secondo per secondo. Come una specie di videogioco. Questo per essere
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stupidamente positivi tanto per? Anche quando le cose vanno male? No,
semplicemente perché l’ottimismo induce all’azione, e l’azione è quanto di più
importante ci sia per realizzare i tuoi obiettivi. Una vita fatta di ottimismo produce una
quantità di lavoro e azioni efficaci esponenzialmente più grande rispetto a una vita con
pensiero neutro. E’ sicuramente un esercizio che vale la pena fare. Da questo momento
in poi ricordati due cose:
1) Devi allenare la mente come alleneresti il tuo fisico se decidessi di essere un
campione di bodybuilding.
2) Devi sforzarti di trovare il positivo in tutte le situazioni, come se fosse un
videogioco, distaccato dalla situazione stessa.
La tua efficacia ne beneficerà enormemente!
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COME SAPER SEMPRE
COSA FARE
Non è sempre facile attuare delle scelte. Spesso la vita ci mette in condizione di non
sapere quale sia la cosa migliore per noi. In passato ero solito calcolare al millesimo
tutte le potenziali possibilità. Come un computer impazzito. Ero solito immaginare
tutte le possibili configurazioni e sottoconfigurazioni di scelte, con il risultato di avere
un mare di possibilità, e allo stesso tempo, non averne nessuna. La realtà dei fatti è che
in fatto di scelte, da un lato fai benissimo ad avere per iscritto obiettivi a lungo termine;
d’altra parte è sempre meglio navigare a vista e scomporre gli obiettivi in sottoobiettivi, in modo che sappiamo sempre qual è il prossimo passo da fare.
Se sei in una situazione di stallo apparente, e non sai assolutamente come muoverti, il
miglior consiglio che ti posso dare è questo: non prendere decisioni importanti in una
condizione di ansia, agitazione, disperazione, noia, depressione. Rimandale. A
quando? Ora vediamo.
Poniti in questo caso obiettivi minimi, orari: pulire i vetri, lavare i piatti, cambiare le
lenzuola, riparare il rubinetto che perde da anni, montare la mensola che devi montare
da anni, finché non avrai più compiti pratici che ti saranno rimasti (dopo giorni,
settimane).
Può sembrare una madornale fesseria: ”ma come, io mi trovo disorientato e questo mi
dice di pulire il water?” La realtà è che molto spesso nessuno sa cosa fare in una
determinata situazione. Esistono situazioni intricate nella vita che vanno messe a
cuocere a fuoco lento, per cui è meglio entrare in modalità di azione, e affrontare tutto
l’affrontabile nel frattempo. Leggasi: prenderò la decisione migliore possibile IN QUEL
DATO MOMENTO, senza confronti alcuni con le altre persone. Se la mia situazione è
tale che sono bloccato da fattori esterni e scarsamente controllabili, è meglio mollare la
presa per un periodo e investire le proprie energie, mentali e fisiche, su qualcos’altro.
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Un obiettivo raggiungibile in quel dato momento. Come un laser che si concentra su un
compito molto specifico, cancellando dalla mente tutto il resto. Naturalmente quando
dico di pulire il water è metaforico. Si può iniziare pure da qui, ma è bene che a piccoli
passi ti sposti verso compiti sempre più complessi e inizi a definire i primissimi
obiettivi. Semplici, e poi sempre più composti, con spirito realizzativo positivo e
sempre più entusiasta. Ti bastano 24 ore credimi!
Questo ti permetterà di uscire dallo stallo mentale di inazionismo e di sentirsi bloccati,
e pensare a cose che provocano ansia e su cui è bene non prendere decisioni al
momento, per canalizzare se stessi verso qualcosa che “fa più senso” in quel momento,
o che comunque è attuabile e va comunque fatta. Non a caso non stupirti che “Chi ha
tempo non aspetti tempo” e “Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi” siano
perle di saggezza popolare da tempi immemori.
COME PER MAGIA, usciranno sempre compiti e obiettivi più disparati che daranno
ben presto una direzione, un senso e un ordine alla mia vita, e moltissimi problemi
scompariranno assolutamente da soli, senza che tu abbia sprecato tempo e investito le
proprie energie su cause perse :)! GARANTITO! Spariranno Senza investirci e sprecare
energie mentali! Non a caso è celebre questa citazione di Albert Einstein: ”I problemi
non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha generati“.
Molti cultori del pensiero positivo citano a tal proposito la Legge di Attrazione,
secondo la quale rispondere a una situazione problematica con ansie, porta ancora ad
ansie. Io preferisco pensarla nella maniera pratica di Wayne Dyer: da sempre il miglior
antidoto contro l’ansia e la preoccupazione è L’AZIONE. A tal proposito un filosofo e
scrittore italiano, Salvatore Brizzi, afferma:” Non sei ansioso perché sei povero, sei povero
perché sei ansioso. Non devi lavorare sul discorso ricchezza/povertà, ma è sull’ansia stessa che
devi lavorare”. Sono d’accordo. E il miglior sistema per eliminare l’ansia (a meno che
non parliamo di particolari situazioni cliniche) è una sana dose di AZIONISMO.
Come fare per passare all’azione? Porsi un obiettivo minimo, portare il proprio umore
alle stelle lavorando sulle credenze, linguaggio e focus (leggi le strategie del capitolo
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relativo), realizzarlo e migliorare la propria autostima. Iterare il procedimento con
obiettivi sempre crescenti e a tiro mi raccomando.
Non voler strafare, sii piuttosto costante in questa fase. La costanza è una forza molto
più potente dello sforzo intenso ma sporadico. OG Mandino, nel suo capolavoro “Il
Miglior Venditore del Mondo” afferma a tal proposito “Devi essere come la goccia che
scalfisce la roccia” o anche “Anche la quercia più possente cadrà dopo una serie di fendenti
infantili”.
Abituati a scomporre un obiettivo anche di minima complessità in sotto-obiettivi.
Saprai SEMPRE COSA FARE. Alla fine il risultato di questa scomposizione è che avrai
un piano composto da azioni sequenziali da svolgere passo passo, con un certo ordine,
e che vanno affrontate al cento per cento, come se fossero obiettivi a se stanti, in modo
che non ci siano eventuali falle di non completezza che possano propagarsi infettando
l’obiettivo che le contiene. Questo è molto importante e determina la riuscita di un
qualsiasi obiettivo.
A volte esistono obiettivi e situazioni in cui, per definizione e per mancanza di dati,
non si può redigere un piano che comprenda già tutti i passi e sotto-obiettivi. Non si sa
magari neanche da dove cominciare. In questi casi ciò che suggerisco di fare è AGIRE,
anche a caso, facendo un passo casuale per volta, di un’ipotetica sequenza. Ad esempio
se il nostro obiettivo è scrivere un curriculum perfetto e non sappiamo da dove
cominciare, esistono sicuramente dei passi che andranno fatti (come dotarsi di una foto
professionale), ricercare dei modelli già pronti via dicendo. Uno di questi passi è assai
probabile rompi la catena dell’inazionismo e dia un ordine a una sequenza che
all’inizio si ignora.
Normalmente un obiettivo consta sempre di un nocciolo duro. Ossia diciamo che è
scomposto in 10 sotto-obiettivi. E’ assai probabile che esista un nocciolo duro di 3-4
sotto-obiettivi portanti, ed altri secondari. Il mio consiglio è, a parità di priorità e
quando non esiste una sequenza ben precisa, di abituarsi a svolgere sempre per prima i
passi più “scomodi” e importanti, sempre avendo cura di completarli al 100% e non al
95%, per quanto la cosa richieda sforzi maggiori naturalmente. Una volta interiorizzata
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quest’abitudine le differenze di realizzazioni, nel corso di un’intera vita, saranno
ENORMI. Di ORDINI DI GRANDEZZA SUPERIORI, rispetto al modo di agire medio.
Ricorda: c’è sempre qualcosa che puoi fare. Sempre. Comincia da lì, e non curarti di
cose su cui, al momento, hai scarso o nessun controllo. Aggredisci e focalizzati su
quello che puoi fare. Assai spesso molte situazioni che ti bloccavano si aggiusteranno e
chiarificheranno da sole, come per magia.
Sii consapevole solo di una cosa: da questo momento in poi inizia il tuo videogioco; i
punti si fanno così: concentrarsi su quello che puoi fare; deve essere qualcosa di molto
piccolo e specifico all’inizio; farlo tassativamente; sforzarsi di tenere in testa pensieri
esageratamente ottimisti, abituandosi ad usare un linguaggio positivo, un focus verso
il solo obiettivo e il positivo, e credenze potenzianti. In questo modo di creerai un
micromondo in cui le decisioni sono assai facili da prendere e non possono mai essere
sbagliate per definizione: sono sempre in direzione di un qualcosa di sensato che puoi
fare in quel momento, sono permeate di ottimismo e positività, tendono verso il
movimento, l’azione, qualcosa che prende l’ansia di petto e la distrugge. Come in
qualsiasi altro videogioco l’obiettivo è fare più punti possibile. Ripeto i punti si fanno:
Scegliendo piccoli obiettivi che puoi fare in un dato momento;
Sforzandosi di tenere in testa pensieri esageratamente ottimistici e positivi;
Sforzandosi di orientare il focus esclusivamente verso ciò che puoi fare e la versione
positiva del tutto;
Corroborando il tutto con credenze potenzianti;
Usando un linguaggio esageratamente ottimistico;
Nota quanto la parola “sforzo” è usata, a sottolineare che è questione di allenamento
costante e progressivo. Non si torna indietro, fallire non è più un’opzione :)!
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COME AUMENTARE
ESPONENZIALMENTE I
TUOI RISULTATI
Nel tuo personalissimo piano di miglioramento personale in cui i confronti vanno
evitati come la peste, ti è concessa un’unica eccezione: devi diventare il più grande
perdente di tutti i tempi. Sì, hai capito bene. Se vuoi eccellere in un campo e migliorare
esponenzialmente (ripeto ESPONENZIALMENTE) i tuoi risultati (quindi significa
moltiplicarli per se stessi N volte) devi imparare a perdere alla grande, e per tantissime
volte. Se desideri diventare bravissimo a basket, nei tiri da tre punti (o nei tiri liberi) ci
sono due strade per arrivarci:
la prima è cercare di far canestro 30 volte in una sessione di allenamento;
la seconda è quella di sbagliare almeno 1000 volte, in una sessione di allenamento
(altrimenti lì resti!), cercando di fare canestro il più possibile delle volte.
Quindi paradossalmente diventerà sempre più difficile il tuo obiettivo, perché sul
taccuino, segnerai i punti sbagliati, non quelli fatti. Il che significa che rimarrai sempre
più a lungo sul campo di allenamento e sarai libero solo dopo l’obiettivo raggiunto.
1000 fallimenti in una sessione, cercando e sforzandosi, ovviamente, di non sbagliare.
Questa strategia folle è un acceleratore incredibile di risultati. In pratica abitua ad
essere sempre soddisfatti: o per il canestro andato a segno, o per l’errore che consente
di avvicinarsi ai 1000 fallimenti in una sessione: si vince sempre!
Il fallimento non esiste: si vince sempre. Il fallimento è una lezione da imparare. Si
producono sempre RISULTATI. Celebre è lo scherno subìto da Edison sulla strada
lungo l’invenzione della lampadina. La sua risposta? “Ho fallito 10.000 volte? Non
proprio: conosco ben 10.000 modi per come non deve essere fatta una lampadina”.
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Il vero fallito è chi schernisce il prossimo. L’atteggiamento da “falliti” è quello di non
provare; l’atteggiamento, non la persona, giudizi facili non m’interessano, ci possono
essere tantissimi motivi per cui una persona è temporaneamente bloccata, non uscirà
mai dalla mia bocca un giudizio facilone e critico nei confronti di una persona in
difficoltà che va solo spronata e motivata a dovere. Non esistono persone senza risorse,
esistono solo stati d’animo senza risorse, recitano i cultori della PNL. Ed è proprio per
questo che è importante imparare a motivarsi e a potenziare il proprio stato d’animo.
Nel capitolo dello stato d’animo hai letto di come potenziare giorno per giorno lo stato
d’animo: questo è FONDAMENTALE per aumentare ESPONENZIALMENTE le tue
AZIONI e i tuoi RISULTATI. Quindi il paradigma è:
portarsi in uno stato d’animo potenziante, eseguire il maggior numero possibili di
azioni EFFICACI nell’unità di tempo, e PERDERE IL PIU’ POSSIBILE :)! Effettuare il
maggior numero di tentativi nell’unità di tempo (ammesso che il tuo obiettivo sia:
diventare infallibile nei tiri da tre punti nel Basket).
Tieni presente che il tuo cervello è un SISTEMA. Più sono gli ingressi, più il modello è
parametrizzato verso la perfezione di quel che gli si chiede. Devi tentare, tantissimo. E’
così che si migliora in qualsiasi cosa.
Idem se sei un venditore. Impara a perdere, perdere tantissimo. E a desensibilizzarti. E
a migliorare i tuoi ingressi, ossia i tuoi tentativi. Sarai un sistema che migliora sempre
di più. Più tentativi, più retroazioni, più uscite migliorate.
Come ho evidenziato in quest’articolo sul blog, l’essere umano è come un sistema nella
sua accezione matematica: ingresso, uscita, retroazione a correzione dell’ingresso, e poi
ancora uscita migliorata, e così via.
Non ci credi? Questa è pura matematica e quindi non applicabile alla mente umana?
Sotto, in corsivo, la definizione che Wikipedia dà di RETE NEURALE.
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L’essere umano è come un sistema nella sua accezione matematica: ingresso, uscita, retroazione a
correzione dell’ingresso, e poi ancora uscita migliorata, e così via.
“In molti organismi viventi pluricellulari sono presenti complesse organizzazioni di cellule
nervose, con compiti di riconoscimento delle configurazioni assunte dall’ambiente esterno,
memorizzazione e reazione agli stimoli provenienti dallo stesso. Il cervello umano rappresenta
probabilmente il più mirabile frutto dell’evoluzione per le sue capacità di elaborare informazioni.
Al fine di compiere tali operazioni, le reti biologiche si servono di un numero imponente di
semplici elementi computazionali (neuroni) fittamente interconnessi in modo da variare la loro
configurazione in risposta agli stimoli esterni: in questo senso può parlarsi di apprendimento ed
i modelli artificiali cercano di catturare questo tratto distintivo della biologia.”
Quindi è l’informatica e la matematica che COPIANO LA BIOLOGIA e non è una
forzatura al contrario. (O meglio la matematica è solo un modello implementativo
funzionale alle altre discipline).
Ricordatelo sempre quando effettui tentativi.
Vediamo un’altra strategia potente in merito all’aumento esponenziale di azioni e
risultati efficaci.
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Abbiamo parlato dell’importanza di perdere e dell’importanza di agire con stati
d’animo potenzianti. Un'altra grande mossa che puoi effettuare è quella del
RIFERIMENTO che è parente diretto del concetto di SCADENZE (o deadlines).
Quando ero al liceo, ero solito essere critico con il sistema scolastico perché mi
imponeva di essere pronto, per un’interrogazione o un compito in classe, ad una data X
per una data materia ecc. Ribattevo ai professori che i voti che ricevevo, non
riflettevano il valore assoluto, quanto un valore relativo e avrei voluto che mi
interrogassero quando fossi stato veramente pronto. Sono invece oggi arrivato alla
conclusione che le date e le scadenze sono FONDAMENTALI, per due motivi.
In primis perché “Gli esami non finiscono mai”, inoltre le scadenze mettono pressione e si
tende a lavorare moltissimo. Inoltre bisogna saper dimostrare a se stessi (e non agli
altri) che si è in grado di svolgere un dato compito per una data X. Se non si hanno
scadenze e pressioni si lavora, consciamente e inconsciamente, molto meno. Le
scadenze sono un concetto fondamentale per quanto riguarda le realizzazioni. Un
obiettivo deve avere sempre una scadenza, altrimenti non è un obiettivo. Un obiettivo
deve essere scomposto in sotto-obiettivi che abbiano essi stessi scadenze tassative.
Un parente stretto delle scadenze è il RIFERIMENTO. Riporto parte di quest’altro
articolo del blog, che ti consiglio di leggere e commentare se vuoi, in cui viene ben
spiegato, con un esempio pratico che s’intende per RIFERIMENTO.
IL RIFERIMENTO: tanto semplice quanto potentissima
LEVA DEGLI OBIETTIVI
Cerco di spiegartelo con un esempio che ho sempre trovato tanto assurdo quanto
rivelatrice e che la dice lunga sulle nostre potenzialità inespresse. UN ESEMPIO
PRATICO.
Conosci le gare a cronometro di ciclismo? No?
Come dice giustamente wikipedia: “Nel ciclismo, la corsa a cronometro (o “contro il
tempo”) è una gara in cui ogni corridore parte separatamente dagli altri e la classifica viene
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stilata in base al tempo impiegato da ciascuno, misurato dai giudici di gara: vince il corridore
che copre il percorso nel minor tempo.”
Ok, fin qui tutto ok.
Quel che aggiungo io: ogni corridore, a seconda della gara in essere, parte dopo 2-3
minuti rispetto al precedente.
Quindi prendiamo questa situazione per semplificare: CORRIDORE A che parte alle
ore 13:00 e CORRIDORE B che parte alle 13:03.
Quando un corridore è particolarmente forte (e/o l’altro particolarmente debole) capita
spesso che raggiunga chi lo precede. In realtà, specie per le prime posizioni, questo
capita piuttosto per la bravura di chi raggiunge, quindi del corridore B, quello che
parte dopo, perchè magari è uno specialista di queste particolari corse. I due corridori
hanno passi letteralmente diversi. B ha un suo passo personale fortissimo, è uno
specialista delle cronometro, A ha il suo passo naturale.
Ascoltami bene ora.
Quando B supera A accade spesso e volentieri che il passo di A, pur non essendo
specialista di questa disciplina CAMBIA completamente, MIGLIORA notevolmente,
perchè HA UN RIFERIMENTO A VISTA ORA, e quindi la sua cronometro diventa
incredibilmente PARAGONABILE a quella del corridore più forte, dello specialista
delle cronometro. Di norma A riesce a tenere il passo di B fino alla fine della gara. Solo
perchè ha un RIFERIMENTO A VISTA, va di gran lunga al di là delle sue possibilità
normali che sarebbero quelle in cui si trova solo con se stesso, senza un RIFERIMENTO
in questo caso VISIVO, in cui fa la sua “onesta” gara come ha sempre fatto. Senza
uscire dalla sua personalissima “zona di comfort sportiva”.
Torniamo a noi. Cominci a capire qual è la differenza tra il procedere a testa bassa e
senza un RIFERIMENTO per ogni tua azione quotidiana, rispetto a quella di avere una
leggera pressione continua e un riferimento, una data, un sotto-obiettivo da rispettare?
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Vediamo come avere il proprio RIFERIMENTO PERSONALE per ogni azione della tua
vita, la strada che moltiplicherà i tuoi successi.
Quasi ogni attività della tua giornata, per non parlare di quelle inerenti a sogni,
obiettivi, lavoro, DEVE ESSERE DA ORA IN POI SCANDITA DA UN RIFERIMENTO:
i tuoi risultati MIGLIORERANNO ESPONENZIALMENTE e realizzerai, già solo con
questo piccolo suggerimento applicato in maniera costante, una quantità
esponenzialmente superiore di azioni e quindi di obiettivi.
Datti una scadenza per un qualsiasi compito, una scadenza RAGIONEVOLE. E non
scendere a patti con niente e con nessuno tranne RAGIONEVOLI eccezioni. E’ per
questo che devi iniziare con piccolissimi compiti: per abituarti a tutto il processo.
Esempio. Necessiti di un paio di scarpe e stai rimandando da tempo la cosa?
Benissimo. Questo è il tuo primo obiettivo. Datti una scadenza di quattro ore.
Ragionevolissima e ampia, ma TASSATIVA.
Devi fare una telefonata importante? Benissimo, questo è il tuo obiettivo: datti una
scadenza di un giorno (ossia che includa tutti i contrattempi, come numeri non
raggiungibili, assenze del destinatario ecc.) mettendoti ad intervalli regolari anche una
sveglia, un allarme con vibrazione sul cellulare, qualsiasi cosa.
Scadenza sì ragionevole, ma OBIETTIVO TASSATIVO. Pena di perdere autostima e la
faccia con te stesso. Un solo obiettivo per volta è il principio. Abituarsi a realizzare
SISTEMATICAMENTE OGNI COSA CHE DECIDI (piccola per ora, mi raccomando!!)
e aumentando volta per volta la difficoltà intrinseca di un obiettivo. Gradualmente ma
costantemente. Senza strafare. Costanza e tassatività. Imperativi categorici. La politica
dell’umiltà e dei piccoli passi con costanza e continuità porta molto lontano. Scalerai
montagne nel giro di poco tempo, godendo di tutto il processo finalmente. Pensiero
lucido, lavoro sodo, buon umore, fiducia in te stesso. Gli obiettivi non mentono: fallire
non è un’opzione.
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COME PORTARE LA TUA
AUTOSTIMA ALLE STELLE
L’autostima è uno dei temi più dibattuti nella crescita personale. Praticamente è inclusa
sistematicamente nei libri di motivazione, crescita personale, scienza del pensiero.
Assai spesso si è soliti guardare all’autostima come un qualcosa da ottenere
istantaneamente, un insieme di frasi da ripetersi allo specchio, o di volersi bene per
forza, eliminare sensi di colpa derivanti da azioni passate, volersi bene nonostante
tutto.
Non discuto questi autori, ognuno ha i suoi metodi. Io non avevo capito mai veramente
innanzitutto cosa volesse dire di preciso e come fare per “autostimarsi”, queste
metodologie con me non hanno mai funzionato. Le vedevo e le vedo abbastanza
astratte, non prevedono un approccio pratico, che porta a un vero cambiamento della
persona, cambiamento in positivo naturalmente, senza snaturarsi. E’ solo la mia
opinione naturalmente. Non sono approcci MISURABILI.
Ho cercato di investigare sul concetto e di scomporlo. Innanzitutto autostima è
composta da due parole: auto e stima. Auto è riferita banalmente a “se stessi” e stima al
concetto di stimare, apprezzare. Ok fin qui, molto semplice. Ho provato a investigare
sulla parola “stima”, togliendo banalmente “se stessi” e vedere quindi quali erano le
persone che stimassi, guardando per ora oltre.
Erano, e sono, persone che sostanzialmente avevano tratti caratteriali che volevo
possedere, che agivano a fin di bene, mosse da un profondo senso di altruismo,
avevano successo nel loro campo, persone altamente motivate, entusiaste; persone che
portano a termine i propri obiettivi, quanto hanno deciso deliberatamente.
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Ogni uomo è attirato per natura da coloro che aumentano le sue probabilità di
sopravvivenza/riproduzione. Atteggiamenti di aiuto, positività, altruismo, lavoro sodo,
bontà, fiducia, statisticamente parlando, aumentano le probabilità di sopravvivenza del
prossimo. Quindi naturalmente ogni uomo tenderà a provare benevolenza e stima
verso una persona di questo genere.
Se ti imponessero di stimare una persona a caso, un passante, con il solo schiocco delle
dita, non funzionerebbe solo perché qualcuno te lo dice. Vuoi avere prove che queste e
altre qualità siano effettivamente presenti.
Idem funziona con te stesso. Non puoi stimarti solo perché qualcuno ti dice che è
importante stimare se stessi. Se fino a ieri ero solito abusare del prossimo e rapinare
vecchiette, che faccio, comincio a stimarmi solo perché in un libro di crescita personale
trovo frasi come “sei un essere speciale, devi volerti bene, sei una persona
meravigliosa?”. Non proprio. Se ho una coscienza, e funziona a dovere, è un ossimoro.
Per stimare te stesso devi diventare quella persona che ogni tanto fa capolino nella tua
stessa, che possiede le caratteristiche che vuoi possedere, mettendoci grandissimo
lavoro e grandissima determinazione, passo dopo passo.
Se sei una persona disordinata (che non è affatto un male assoluto) e l’ordine ti sta a
cuore ma non hai mai preso la decisione di cambiare in tal senso, comincerai con
piccoli obiettivi, ma tassativi. Il tuo primo obiettivo sarà di ordinare la scrivania in 10
minuti, TASSATIVAMENTE. E prenderai l’impegno con te stesso che la stessa sia
sempre PERFETTA, come la desideri. Con piccole ma rigorose regole da rispettare da
qui a SEMPRE. Guadagnerai un atomo di autostima in più.
Itererai questo procedimento con il tuo letto, ponendoti sempre le stesse regole, il tuo
bagno, il tuo armadio, il tuo portafogli/borsa, la tua auto e così via, creando la tua
prima molecola di autostima. Secondo dopo secondo, giorno dopo giorno, senza mai
voltarti indietro. Comincia da ADESSO. Subito, prima di leggere la riga successiva.
Comincia ad ordinare la tua scrivania e poi torna a leggere.
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In pratica tutta la tua vita PRATICA, ma anche il modo emotivo di come affronti le
situazioni, può essere intelligentemente scomposta in questa formula circolare:
stabilisci ciò che vuoi;
parti da obiettivi semplicissimi;
trova un paradigma motivazionale per portare il tuo umore alle stelle;
agisci;
realizza;
riparti da capo.
Ognuno di questi processi può e deve essere migliorato e avrai tutti gli strumenti che ti
servono in tal senso. Quante più volte applichi questa formula all’interno della tua
giornata (anche per i sotto-obiettivi in cui puoi scomporre un obiettivo) tanto più sei
verso la strada che porta verso l’efficienza e la massima realizzazione personale.
E’ passo dopo passo che si costruisce la stima di se stessi, non rimanendo esattamente
chi sei e imponendoti di stimare quella persona. Un conto è non colpevolizzarsi e
accettare i propri limiti con umiltà e non abbattimento, un conto è prendere ciò come
scusa per rimanere come si è e non voler rompere in mille pezzi la comoda campana di
vetro che ti tiene ancorato a un te stesso che non ti piace a 360 gradi.
Il talento è solo una stupida invenzione per accettare passivamente i propri limiti.
Esistono indubbiamente persone più dotate in determinati campi, ma è altrettanto vero
che il talento da solo non porta molto lontani. Normalmente il talento è una
predisposizione iniziale condita da tantissimo impegno ed esperienza. Non ci credi?
Di solito i talenti sono persone che amano tantissimo ciò per cui sono additati di tanta
magnificenza. Se non lo amassero, rimarrebbero eterne promesse, non dedicherebbero
un numero di ore e di intensità incredibile nelle cose che fanno. E’ rarissimo che un
qualcuno si ritrovi bravo in qualcosa che odia. Un calciatore di successo, non odierà
mai tirare calci a un pallone. Un pittore di successo non odierà mai dipingere un
quadro. Un giocatore di pallacanestro di successo avrà dedicato infinite ore nei
fondamentali. Così come uno scultore, un ciclista, un architetto, un avvocato, uno
scrittore, eccetera, eccetera, eccetera.
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La cosa più importante è trovare ciò che si ama e, qualora questo tu voglia tramutarlo
in una professione, assicurarsi che risponda a dei bisogni e delle necessità. Che sia
“vendibile” in sostanza. E la scelta più intelligente è investirci tempo, sforzo ed
esperienza. Saranno fattori che peseranno il meno possibile. L’autostima crescerà più
facilmente e più velocemente. E’ stupido invischiarsi in cose che non amiamo solo
perché vanno di moda o perché fa figo socialmente, se in realtà non ce ne frega nulla.
Senza amore per ciò che si fa non baratteremo alla lunga il nostro tempo e le nostre
energie.
Il primo passo che porta all’autostima è individuare le attività in cui siamo disposti ad
investire molto del nostro tempo. Attività che faremmo anche gratis. Il talento sarà una
conseguenza naturale dell’impegno. Non sto dicendo che non esistano geni o persone
che hanno più facilità di altre in una determinata materia. Tutt’altro. Dico solo che,
guardacaso, nella stragrande maggioranza dei casi, sono talenti in campi e attività che
amano e a cui hanno dedicato del tempo. Tantissimo tempo a volte.
Prendi ad esempio una lingua. Per padroneggiare una lingua, ci vuole un tempo
ENORME. Sono stato personalmente un anno in Germania per “imparare” il tedesco,
studiandolo con un impegno serio per lunghe ore al giorno e frequentando un corso
intensivo per circa 6 mesi. Sono LONTANISSIMO dal parlarlo decentemente, anche a
volerci dedicare anni e anni non sarà neanche lontanamente paragonabile a un
madrelingua. Perché?
Ci sono ricerche che dicono che l’età massima per imparare una lingua come un
madrelingua sia 13 anni o giù di lì, perché poi il cervello cambia, diventa più
parametrizzato e subentra un’altra area del cervello delegata all’apprendimento di una
lingua straniera.
Non discuto le ricerche, ma a mio avviso il VERO motivo per cui non si impara alla
perfezione una seconda lingua, è perché il numero di ore investite rispetto alla propria
madrelingua non è neanche lontanamente paragonabile. Quando siamo piccoli siamo
soliti anche andare a scuola(per ben 5 ore al giorno almeno), studiare e leggere ore e
ore libri di testo, fare riassunti, temi, dettati, ore di cartoni animati, la presenza costante
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dei genitori (o tutori) che ci bombardano ripetendoci frasi e parole più usate milioni di
volte.
E’ tutto un bagaglio di esperienza e orario che è, per mille motivi, difficilmente
replicabile, simulabile e paragonabile a quello della nostra madrelingua in età adulta e
per un’altra (o addirittura più di una) lingua.
Cosa voglio dire con questo?
Che a volte il numero di ore dedicato da persone che giudichiamo di talento in una
data attività è INCREDIBILMENTE ALTO e il tutto sfugge ad una prima analisi logica.
Una persona italiana media, quindi non parliamo di certo di un letterato, ha un
“”talento”” enormemente superiore rispetto a uno straniero amante della letteratura,
scrittore e oratore, che si cimenta per qualche anno nello studio della nostra lingua
(specie se parliamo di ascolto, uso delle preposizioni, e quant’altro).
Se un ragazzo italiano di 25 anni trascorre 5 anni in Inghilterra INTERI, SENZA
INTERRUZIONE E SEMPRE E SOLO con madrelingua inglesi, leggendo, studiando,
ascoltando, scrivendo ecc. (e sono condizioni improbabili) pur se facesse tutto questo
sono solo 5 anni in paragone ai 25 di bombardamento costante nella propria
madrelingua. Parlerà l’inglese sicuramente benissimo, ma di qui a padroneggiarlo...
Questo solo per dire che il fattore tempo è un po’ ingannevole e che spesso la parola
TALENTO, nasconde semplicemente un incredibile numero di ore che si può
avvicinare, e superare, solo con una genuina PASSIONE e COSTANTE IMPEGNO e
SFORZO verso quel che si fa. Anche perché, quando si ha passione, subentra
sicuramente un apprendimento incredibilmente più veloce ed efficace (la memoria di
una persona dipende fortemente dalle emozioni associate, e quindi tempo enorme
dedicato ad attività di cui non ce ne frega nulla, sarà tempo sprecato).
Il succo di tutto ciò?
Decidi CON IL CUORE e come spiegato precedentemente chi vuoi essere, quali qualità
possedere, ciò di cui ti vuoi occupare nella vita. Interiorizza il paradigma
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motivazionale che porta il tuo umore alle stelle. Inizia da piccoli obiettivi. Scomponili il
più possibile in sotto-obiettivi. Tratta ogni sotto-obiettivo come obiettivo a se stante.
Agisci. Completa ogni passo. Goditi il processo di realizzazione. Sii felice per le
realizzazioni. Stimati per l’atomo di autostima EFFETTIVO in più guadagnato.
L’autostima deriverà da una consapevolezza sempre crescente di essere una persona
che porta TASSATIVAMENTE a termine ciò che ha deciso.
Man mano avrai un’autostima sempre crescente, questa diventerà parte effettiva di te,
non per magia, ma perché sei consapevole dell’impegno costante quotidiano, sei
consapevole che sei una persona che decide e realizza, decide e realizza, partendo da
un obiettivo puntiforme, fino a scalare l’intera piramide rovesciata delle realizzazioni.
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COME SMETTERE PER
SEMPRE DI RIMANDARE
Procrastinare è umano. E’ una delle zone erronee più diffuse descritta nel capolavoro
del dott. Dyer (Le Vostre Zone Erronee). A volte si procrastina per pigrizia (spesso
mentale), assai spesso per evitare, inconsciamente, critiche e fallimenti. Siamo così
sicuri nella nostra zona di comfort, perché sforzarmi di crescere?
Andiamo sul PRATICO.
Prendi tre fogli bianchi, una matita, una gomma, un pastello rosso. Fai una lista di tutte
le cose che stai rimandando, su un foglio scriverai piccole cose di natura pratica
(lavandino che perde, stanza da imbiancare, mensola da montare, documento specifico
da chiedere in Comune) e sull’altro cose più complesse che procrastini (scrivere la
tesina, realizzare il sito web del tuo studio, stampare le fotografie in un album
fotografico, ripulire il garage, ecc.) Insomma una con compiti semplici (ma non per
questo non fastidiosi o che rimandi comunque da tempo) e uno con compiti/obiettivi
più grossi, qualsiasi cosa.
Ora prendi il pastello rosso e fai un pallino a fianco ai compiti/obiettivi che sono
prioritari. Ricopia sul terzo foglio tutti quelli con i pallini rossi, cancellandoli con la
gomma o così in modo che siano visibili. scegli UN SOLO OBIETTIVO, possibilmente
quello più semplice e immediato tra tutti i prioritari, e inizia da lì. Naturalmente
aggiungerai sempre nuove cose sui fogli originari, man mano che ti vengono in mente.
Supponiamo che ciò che hai scelto sia un’attività urgente e sgradevole che va fatta
subito: la cinghia della tapparella si sta consumando e devi cambiarla da mesi, e ora si
sta strappando. Delegare è sempre la cosa migliore, in pratica ti permette di sbrigare il
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tuo obiettivo con un investimento minimo del tuo tempo, che è sempre una scelta
saggia (se te lo puoi permettere naturalmente). Hai diverse scelte:
0) procrastini ulteriormente; e questa non è un’opzione;
1) fai tu il lavoro;
2) chiami un amico che lo faccia per te;
3) chiami un professionista;
l’opzione 1 presuppone che tu abbia un minimo di “passione” e dimestichezza con
queste cose, altrimenti lascia proprio stare, investiresti tempo prezioso inutilmente;
l’opzione due prevede di chiamare un amico che abbia “passione” e dimestichezza con
i lavori manuali e che ricompenserai con una cena, altrimenti lascia stare anche
quest’opzione. L’opzione migliore è quella che ognuno debba fare il proprio mestiere e
quindi, con una telefonata e con un minimo di accordo (meglio se ti fai segnalare la
persona da un conoscente, amico e che ti assicuri che sappia il fatto suo, in modo da
non perdere tempo ulteriore) sistemi un compito sgradevole in 2 minuti di colloquio e
mezzora/un’ora di tempo effettivo, cancellando per sempre dalla testa, e dalla lista,
questo problema scomodo.
L’esempio è stupido e banale naturalmente, ma moltissima gente rimanda
quotidianamente un numero spropositato di faccende del genere che si accumulano,
boicottando la propria vita pratica.
La procrastinazione può essere affrontata in due modi:
1) una brutta abitudine da cambiare con sforzo e pazienza;
2) una brutta abitudine da cambiare attraverso un sistema più intelligente: diventando
un drogato di obiettivi.
Se impari ad essere dipendente dalla droga obiettivi, sarai tu stesso ad andare a caccia
delle cose che procrastini, trovandole divertenti, giochetti da sistemare, sfide. Le rogne
che procrastini possono benissimo essere un eccellente allenamento nel tuo percorso di
artista degli obiettivi.
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Un desiderio per volta, un obiettivo per volta. Una rogna per volta, un obiettivo per
volta. Iniziando con la rogna-obiettivo più urgente e semplice, fino a finire tutte le liste
e andare a caccia dei VERI obiettivi. Con la lista delle procrastinazioni VUOTA. Questa
è una soddisfazione IMMENSA. Terminare la lista di ciò che si procrastina (un
lavandino che perde, una telefonata sgradevole da fare, una lettera da scrivere,
un’analisi medica sgradevole da fare, una mensola da montare) porta la propria
autostima a mille! Ci si può ridefinire da procrastinatore inconcludente, a persona
decisa che realizza ciò che ha deciso di realizzare. Non c’è droga più sana e piacevole
del portare a termine SISTEMATICAMENTE ciò che si decide. A regime, corrisponde a
realizzare CON CERTEZZA i propri sogni più intimi. Godendo di tutto il processo
realizzativo, essendo FELICE OGNI GIORNO, e con un PICCO DI FELICITA’ al
raggiungimento PIENO del proprio obiettivo.
Un’arma importante nella nostra lotta alla procrastinazione è quella di imparare a
scomporre un obiettivo in sotto-obiettivi. Più piccoli sono questi sotto-obiettivi e più
sai cosa fare e il processo è fluido.
Trappola da evitare! Non scomporre quando questo ti porta ad essere perfezionista.
Non devi essere un perfezionista, devi essere un realizzatore di cose da fare che hai
deciso di fare. Se l’obiettivo è quello di sostituire il tuo pavimento con un parquet
moderno, non farai una selezione di 20 professionisti con 20 preventivi, ti bloccherebbe
e sarebbe un perfezionismo che non apporta miglioramenti benché minimi al tuo
risultato. Ne sceglierai saggiamente al massimo 3 (tra quelli che ti convincono di più),
bastano e avanzano: un paio che ti hanno consigliato amici che hanno già avuto
risultati ottimi, e uno che cercherai con il tuo istinto su internet, ad esempio,
guardando le foto delle realizzazioni. Stop.
Non ipercomplicare il sistema. Ricordati che il tuo scopo è L’OBIETTIVO. Devi essere
RAPIDO e PRATICO. E’ un processo di allenamento ai sogni, non un corso di
perfezionismo.
Non a caso il dott. Dyer scriveva: ”Perfezione uguale Paralisi”.
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Rompere la trappola della procrastinazione significa migliorare notevolmente come
persona. Importi di svuotare la lista di ciò che procrastini ti impone di uscire pian
pianino e gradualmente dalla tua zona di comfort. Avrai una leggerissima pressione
crescente e ti allenerai gradualmente, passo dopo passo, diventando colui che realizza
tutto ciò che è realizzabile.
Il tutto deve portarti, a regime, verso questo risultato: quando scrivi qualcosa su un
foglio, puoi esserne già FELICE, perché hai raggiunto un livello di efficienza talmente
avanzato, che già il solo fatto di scriverlo su un foglio di carta, significa
REALIZZAZIONE CERTA.
Ogni compito, gradevole o “sgradevole” che sia, ha un nocciolo duro, attaccando il
quale, hai già fatto il grosso. La legge di Pareto recita che l’80% dei risultati deriva dal
20% dei fattori (è una delle sue formulazioni, in realtà la legge afferma che la maggior
parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause, ma il succo è quello).
La procrastinazione, a volte, è una bestia ancora più subdola. Può darsi che tu sia una
persona impegnatissima nella tua professione e faccende in generale, uno stakanovista;
in realtà tantissime persone che sono eccellenti procrastinatori sono lavoratori
instancabili. Procrastinazione non necessariamente è sinonimo di pigrizia. Tutt’altro.
La procrastinazione può essere così subdolamente radicata nel tuo essere da risultare
un’amica: tu sei impegnato tutto il giorno, e questo fatto stesso diventa una
giustificazione plausibile onde evitare compiti e azioni che ti farebbero sì crescere, ma
che i tuoi impegni socialmente ben visti ti aiutano coscienziosamente ad evitare.
Esempio banale e comune al 99,95% dei maschietti? Vedi una ragazza che ti piace per
strada, a fianco a una vetrina di un negozio, al supermercato, in spiaggia, sul bus, in
metropolitana, in palestra o in una qualsiasi circostanza sociale, e diventi
improvvisamente il professionista delle scuse e degli impegni; non ho tempo, sarà
sicuramente di fretta, sarà fidanzata, ho già visto che non sono il suo tipo, magari è solo
carina ma è antipatica, magari la incontro nuovamente domani, magari me la faccio
presentare. La lista continua all’infinito. La “scusa” più costruttiva da darsi è:”me la
faccio sotto al pensiero di fermarla e parlarle, devo lavorare su me stesso perché non
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voglio limiti di nessun tipo nella mia crescita”. Faccio un primo passo microscopico e le
dico solo “ciao” e passo oltre. Molto meglio di cercare scuse come inizio, non credi?
Altro esempio che riguarda un po’ tutti. Siamo impegnati fino a sera con il lavoro. Non
ci piace, ma stiamo facendo il nostro dovere e questo dà soddisfazione di essere
impegnati. Questa può essere solo una giustificazione socialmente plausibile, ossia è
socialmente accettato e ben visto il fatto che tu abbia un lavoro e sia così tanto
impegnato. Magari dentro di te, consciamente e spesso inconsciamente, non hai il
coraggio, in tutto quest’impegno, di sederti in silenzio cinque minuti e chiederti: “Che
sto facendo? E’ questo che voglio davvero? Quali sono i miei sogni? Cosa voglio fare da
grande? Ho degli obiettivi ben precisi? So come realizzarli?“
Anche questa è procrastinazione! La peggiore perché invisibile e che ha riprova sociale
(sei impegnato, lavori, quindi tutto ok!). Se fai l’architetto e progetti case perché hai
scelto la cosa e la cosa ti piace, BENISSIMO! Se hai studiato architettura, il tuo
desiderio è quello di fare l’architetto, e lavori in un ufficio amministrativo, forse è il
caso di fermarsi 5 minuti in silenzio e farsi quelle domande. Non significa mollare tutto
all’improvviso. Si tratta di avere un pensiero. Tutto nasce da un pensiero. Un pensiero
apre un varco nello spazio tempo. Più è intenso e continuato e più massimizza le
probabilità di tramutarsi nel suo equivalente fisico. Se non ci fermiamo le probabilità
che il nostro sogno si concretizzi sono lasciate al caso, assai spesso sono vicine allo
zero, a seconda dei passi necessari.
A tal proposito viene in aiuto questa storiella :)...
Un giorno un uomo con seri problemi economici si reca in chiesa per chiedere aiuto a Gesù e
prega: Gesù, io e la mia famiglia ti abbiamo sempre onorato; in questo momento ti chiediamo
aiuto, abbiamo questi gravi problemi economici, ti prego, fammi vincere alla Lotteria!
L’indomani l’uomo si reca nuovamente in chiesa, sempre più preoccupato, e prega mettendosi in
ginocchio davanti all’altare: Signore Gesù, tu che puoi tutto, ti prego in ginocchio, ti scongiuro,
vedi come sono indebitato, per favore, fammi vincere alla Lotteria! Il giorno dopo, disperato,
l’uomo torna in chiesa, si butta letteralmente davanti l’altare strappandosi i capelli e piangendo:
Gesù, Gesù, Gesù, perché ci hai abbandonati, vedi come siamo ridotti in povertà, ti prego, fammi
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vincere alla Lotteria! All’improvviso una voce riecheggia dall’alto: ”Certo che ti faccio vincere
alla Lotteria, ma compra almeno il biglietto...”
Il tuo biglietto in questo caso corrisponde al tuo foglio bianco. Se non fai un passo in
direzione di ciò che desideri, lo concretizzi e raffini via via come obiettivo, e non orienti
i tuoi pensieri e azioni con un piano ben preciso e con un allenamento gioioso passo
passo, le probabilità che realizzi ciò che vuoi sono le stesse di vincere alla lotteria senza
nemmeno comprare il biglietto.
Parlando di procrastinazione in senso stretto una tecnica formidabile per “obbligarsi” a
portare a termine il primo obiettivo della lista, è quella di mettersi in condizione di non
poter fare altro. Il patto con te stesso che devi fare è: va benissimo stare senza fare
nulla, questo è concesso, ma non farai qualsiasi altra cosa a meno che non sia quella
scritta in quel foglio e solo quella. E’ come quando ti rechi in biblioteca: non puoi
guardare la tv, sentire musica, parlare al telefono: o studi/lavori, o fissi il tavolo.
Ricordati di festeggiare i tuoi successi, in maniera proporzionale a quanto realizzato; se
hai appena montato la mensola, concediti mezzora della tua musica preferita e/o un
“peccato di gola”. Devi autocondizionarti in tal senso. Il piacere deve sempre essere
associato in questi casi alla condizione di portare a termine un compito. Se hai superato
un esame universitario dopo un lungo periodo di studio, e non hai lezioni e impegni
improrogabili di questo genere, fermati qualche giorno e FESTEGGIA. Non essere
scioccamente stakanovista. L’equilibrio è un qualcosa di molto più prezioso ed è
indispensabile lungo la strada dell’efficienza massima.
Una regola d’oro in materia di procrastinazione: a meno che non lavori nel campo del
customer service e l’email è il tuo strumento di lavoro fondamentale, controlla la stessa
SOLO due volte al giorno e come fosse un lavoro/compito da svolgere in determinati
intervalli di tempo. Non deve essere MAI la prima cosa da fare di mattina, per aprire la
tua giornata di lavoro. Specie se sei il proprietario del business, è fondamentale tu
definisca prima quali sono i tuoi obiettivi del giorno su carta e inizi da lì. Meglio ancora
sarebbe prendere questa abitudine d’oro: scrivi tre cose che potrebbero dare un
miglioramento netto al tuo business, e INIZIA DA QUELLE. Ogni giorno! Bandirai, a
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meno che non li utilizzi per lavoro naturalmente, strumenti come facebook, siti web di
notizie, messaggeria e peggio ancora le chat. Durante il tuo lavoro sono veleni per
l’efficienza e tra le primissime cause di procrastinazione per moltissime persone.
Naturalmente ci sono casi in cui è legittimo procrastinare. Sarebbe stupido ad esempio
non rimandare la sessione di allenamento in palestra se stai male. Sarebbe un
accanimento stupido e controproducente. Allo stesso tempo, non è che il minimo
malessere devi usarlo come scusa plausibile per non terminare un compito, deve essere
un’eccezione ragionevole, non la regola. Una guida è questa: se il malessere ti
impedisce di fare anche qualcosa che per te è piacevole, allora è segno che forse è
opportuno rimandare l’impegno. Se invece con quello stesso malessere faresti
volentieri qualcosa che piacevole lo è, allora sei entrato nella modalità SCUSE ed è bene
entrare in azione!
Ricorda...
Prendi due fogli bianchi e scrivi a matita ciò che stai rimandando, piccole e grandi cose
su due fogli differenti; prendi un pastello rosso e fai un pallino rosso al fianco di tutte
le attività urgenti. Ricopi le voci col pallino sul terzo foglio, cancellandole dai fogli
d’origine, con una gomma o meglio ancora con una riga sopra, in modo rimanga
visibile, a questo punto scegli, sempre nella lista di questo terzo foglio, una sola voce,
possibilmente la più semplice possibile e ti concentri subito solo su quella. Cominciato
a svolgere, il compito si rivela, assai spesso, molto più piacevole del previsto, dal
momento che, anche in fisica classica, l’attrito statico è una forza molto più intensa
dell’attrito dinamico; tenderai ad avere inerzia e ciò che cominci sarà più facile per
inerzia portarlo a termine.
Dal momento che l’ansia è un prodotto della procrastinazione, agendo sulla
procrastinazione agirai automaticamente anche sull’ansia, che scomparirà come per
magia.
Sii consapevole che non esiste il momento migliore, non sarai mai pronto per un
determinato compito; è l’azione il miglior antidoto per sviluppare la fiducia in se stessi;
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il miglior sistema per non procrastinare è diventare un drogato di obiettivi, un
cacciatore di cose da fare. Se prendi ogni rogna e la trasformi in “obiettivo da
realizzare” sarai tu che andrai a caccia di problemi, perché le vedrai come SANO
ALLENAMENTO, per quelli che sono i tuoi veri sogni di vita.
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COME ESSERE FELICE
ORA: LA FORMULA
DECODIFICATA
Wayne Dyer scriveva nelle Vostre Zone Erronee:” La felicità è semplice, imparare ad essere
infelici può essere un’ardua impresa”.
Eccoci qui, ci siamo, nel capitolo finale di questo piccolo viaggio, alla fine del quale o
anche durante la lettura stessa, comincerai il tuo personalissimo percorso verso la
pienezza della vita e la massima efficienza personale. Goditi il processo, è
fondamentale. Il risultato è questione di “un attimo”, è il processo che rappresenta la
gran parte del tempo.
Impara a formulare i tuoi obiettivi
I tuoi desideri, i tuoi sogni, i tuoi OBIETTIVI sono quanto di più stimolante ed
emozionante ci possa essere nella vita; il pensiero di un sogno da realizzare è un
qualcosa che ci dà quella sensazione di avere le farfalle nello stomaco: EMOZIONE. E’
ciò per cui vale la pena vivere. I momenti difficili ci sono per tutti nella vita, proprio in
virtù di questo devi abbondare nelle tue richieste; la vita non fa sconti e va ripagata con
la stessa moneta: non facendo sconti nella lista delle ordinazioni; devi essere guidato
dai tuoi sogni nella vita, dopo che li hai trasformati in OBIETTIVI e PROGETTI. Devi
sapere il perché ti alzi al mattino, perché hai un sogno nel cuore da realizzare.
Se non sai cosa vuoi dalla vita è un peccato veniale, non grave. Devi solo avere
consapevolezza che è un passo fondamentale da fare. Sia che tu sappia cosa desideri
nella vita e abbia le idee ben precise, e sia che tu non sappia assolutamente da dove
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cominciare, ti consiglio il seguente metodo: prenderai qualche foglio bianco e una
penna, e ti recherai in un posto tranquillo, come un paesino nei pressi di casa tua, un
caffè, una biblioteca, la tranquillità di una stanza. Potrai usare anche della buona
musica e un calice di vino. Scrivi tutto quanto ti rende felice, pensieri e desideri di un
qualsiasi genere, anche essendo molto generico all’inizio. Cerca di cristallizzarli pian
pianino, butta giù qualsiasi cosa. Datti una scadenza di non più di 5 giorni. All’inizio
saranno poche idee e confuse, via via la lista prenderà sempre più vigore e i pensieri si
faranno chiarificatori. Potrai anche naturalmente, cancellare voci insignificanti e
ricopiare solo quelle valide su un foglio.
Alla fine il risultato sarà quello di avere tre fogli: uno con una lista di piccoli grandi
“desideri” (come fare un giro in mongolfiera, un pellegrinaggio, un tramonto da
osservare seduto sul ciglio di una strada, un arrampicata in montagna, provare il
paracadutismo, qualsiasi cosa ti aggrada e tu voglia sperimentare); un altro foglio sarà
orientato verso chi sei e ciò che desideri fare nella vita professionalmente: sarà il
miglior compromesso possibile tra qualcosa che ami e qualcosa che incontri bisogni e
necessità del prossimo (leggasi VENDIBILE). Su un altro foglio scriverai obiettivi sotto
forma di “compiti” e faccende di varia grandezza da sbrigare.
Comincia dal più piccolo degli obiettivi che vengono fuori da quest’analisi, dal terzo
foglio. Scegline solo uno mi raccomando! Il più piccolo, e parti da lì in maniera molto
umile e saggia. Come avrò la spinta? Giocando sul tuo UMORE.
Umore alle stelle
Il tuo umore sarà sempre altissimo. C’è l’intero capitolo sull’umore che ti invito a
rileggere periodicamente. La sostanza è che puoi influenzare stesso principalmente
giocando su questi tre grossi fattori: linguaggio/pensieri, focus, credenze. Userai un
linguaggio esageratamente ottimistico ogni giorno, con te stesso e con gli altri, nei tuoi
scritti e nei tuoi pensieri. Ti è concesso esagerare in tal senso. Se va bene dici “va alla
grande”, se va male pensa “sta per andare alla grande”.
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Concentrati sempre sulla configurazione potenziale migliore di un risultato. Tieni in
testa solo l’esito positivo dell’evento. Abituati ogni singolo secondo a guardare solo il
positivo di una qualsiasi situazione, come fosse un videogioco e anche quando sembra
difficile.
Orienta il tuo focus solo sugli aspetti positivi di una qualsiasi situazione. Permea i tuoi
obiettivi di credenze potenzianti; che tu lo creda o meno avrai sempre ragione. Queste
abitudini faranno sì che il tuo umore sia sempre altissimo e di conseguenza il numero
delle tue azioni efficaci si moltiplicherà così come i tuoi risultati. Come corollario
naturale sarai felice all’istante: umore alto uguale felicità! Obiettivo realizzato uguale
autostima crescente.
Elimina i confronti
L’unico confronto che devi fare è con il te stesso del giorno precedente. Ogni giorno
devi sforzarti di essere una persona migliore del giorno precedente, in quella che è una
sana evoluzione verso il te stesso migliore possibile. La ricetta è la stessa: migliorare
l’umore, migliorare l’autostima, orientare positivamente il focus, usare un linguaggio
iper-positivo, usando delle credenze potenzianti. Quando hai un desiderio proprio te
ne freghi letteralmente dell’erba del vicino. Il centro del mondo diventa la tua vita,
sprizzi energia e felicità da tutti i pori, e diventi automaticamente e senza neanche
volerlo o farci caso, una guida e un punto di riferimento per il prossimo, senza
elemosinarne l’approvazione.
Sarai così concentrato e felice del tuo personale percorso che la tua vita di sembrerà
ambientata in una dimensione leggera, dove regna solo l’entusiasmo e la
soddisfazione. E’ questo che deve essere la tua vita da questo stesso istante. Già solo
per il fatto che hai la possibilità di esercitarti in tal senso. Non ti serve altro per ora. Poi
passerai naturalmente a tutti i tuoi obiettivi, godendo del processo di realizzazione.
Non criticare
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Quando critichi il prossimo in realtà, assai spesso, stai dicendo qualcosa di te stesso.
Normalmente sentiamo il bisogno di criticare, e ammetterlo è molto difficile, aspetti
altrui che in realtà nascondono dei nostri difetti ben peggiori. Non a caso qualcuno
disse qualche millennio fa: “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello,
mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo?”. Quando ti accorgi che stai per fare una
critica morditi la lingua e pensa a che cosa stai giudicando di te stesso in quel
momento.
Quando qualcosa del prossimo non ti piace è segno che sei tu a dover cambiare,
altrimenti avremmo solo un sentimento di indifferenza, non di fastidio. Eliminare del
tutto le critiche, specie quando queste non portano a nulla e non sono costruttive, è una
sana abitudine che porta solo a guardare a se stessi e a focalizzarsi sul proprio
cambiamento.
Niente lamentele
Lamentarsi è umano e comprensibile (entro certi limiti); tuttavia è un inutile spreco di
energie, senza che la situazione cambi di un atomo. Molto meglio essere arrabbiati e
sfogarsi ad esempio con lo sport, se proprio si deve biasimare una situazione, è molto
più salutare.
L’abitudine alla lamentela porta all’alienazione, poche sono le persone che accettano di
buon grado lo sfogo e normalmente è un voler approfittare di queste persone, dal
momento che assorbono la negatività. Non dico che non si debba parlare di un
problema quando l’altro può essere di qualche conforto o aiuto pratico, anzi! Ma
parlare con il primo che capita di un problema burocratico, senza che l’altro abbia la
possibilità di aiutare ma solo sorbirsi la lagna, è un inutile spreco di energie per il
lamentante e l’infelice ascoltatore. Molto meglio in questi casi fare l’esercizio del focus
come gioco: ossia prendo una qualsiasi situazione, e mi diverto esercitandomi a cercare
solo i lati positivi, che praticamente ci sono sempre.
Del resto le cose che ti affliggono sono risolvibili non ha senso lamentarsene o
preoccuparsene. Se le stesse non sono risolvibili, nessuna lamentela o preoccupazione
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cambierà lo stato delle cose, anzi avrà la conseguenza di portare l’umore a terra, quindi
zero azioni, zero obiettivi. Molto più salutare e furbo utilizzare il giochetto del focus e
della positività ad ogni costo. Aumenterà istantaneamente il livello di umore, con
benefici alla lunga incommensurabili, quelli che derivano da una nuova abitudine
positiva radicata.
Sii esageratamente positivo
Essere positivi e ottimisti NON COSTA NULLA. Se sei una persona fondamentalmente
negativa e pessimista e non credi che la positività e l’ottimismo ti portino da qualche
parte, ti faccio questa domanda: cosa ti costa provare? Al massimo rimani dove sei, no?
Se proprio devi scegliere, tanto vale nutrire il proprio essere di pensieri esageratamente
positivi e ottimisti. Tutto questo avrà il beneficio di innalzarti istantaneamente l’umore,
con tutte le conseguenze sul numero di azioni intraprese e risultati raggiunti.
Ogni realizzazione nasce da un pensiero e ogni obiettivo dipende sostanzialmente da
due fattori assoluti: il tempo e l’intensità di pensiero. Tempo infinito o intensità di
pensiero infinita corrispondono ad obiettivo certo. Tempo nullo o intensità di pensiero
nulla corrispondono a obiettivo non raggiunto. Per portare l’equazione nello stato a noi
più conveniente quel che dobbiamo fare è massimizzare l’intensità di pensiero e
cercare di diminuire il tempo il più possibile. Sono fattori mutuamente dipendenti:
basse e costanti intensità di pensiero corrisponderanno a un tempo più lungo per
raggiungere un dato obiettivo, intensità folli di pensiero (leggasi AZIONI
ESPONENZIALI) accorceranno prepotentemente il tempo di realizzazione.
Naturalmente per massimizzare l’intensità di pensiero devi massimizzare le tue
credenze, il tuo linguaggio, orientare il tuo focus in positivo, e avere PENSIERI
POSITIVI. L’equazione non mente.
Potrei scrivere mille altre cose che sostanzialmente andrebbero a bilanciare la “formula
della felicità” (come “bere molta acqua, fare sport, meditare ecc.....................”) ma sono
argomenti che un qualsiasi bravo autore ha già abbondantemente trattato; ho voluto
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affrontare la questione con un approccio più pratico e legato agli obiettivi, quel che mi
piace studiare e di cui mi occupo. Cosa c’è di più bello di decidere qualcosa e vederlo
realizzato FISICAMENTE? Trasportarlo dal mondo dei pensieri a quello reale,
letteralmente forgiandolo dal nulla?
Comincia ad esercitarti pesantemente sul tuo importantissimo cambiamento di
mentalità. Parti con obiettivi a tiro, scegli un obiettivo realizzabile in un’ora. Il primo.
Poi aumenti gradualmente il tutto. Goditi il processo. Sii felice ed entusiasta
istantaneamente. Non vivere una vita nel futuro o nel passato. Stai scrivendo una
storia; le storie sono bellissime quando leggi delle pagine che ti cambiano la vita, e
decidi di iniziare il processo. Il primo passo. Per scrivere le tue pagine. Della tua
incredibile, meravigliosa, straordinariamente unica esperienza sul pianeta Terra. Gli
obiettivi non mentono. Fallire oggi non è un’opzione.
In bocca al lupo ;-)
Michele
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