Quarto incontro: FESTA E RELAZIONI FAMILIARI

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Quarto incontro: FESTA E RELAZIONI FAMILIARI
Comunità Pastorali di Seregno
Catechesi adulti
3 febbraio 2012
LA FAMIGLIA IL LAVORO E LA FESTA
Quarto incontro: FESTA E RELAZIONI FAMILIARI
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
Vincent Van Gogh, I primi passi, 1890, New York, The Metropolitan
Museum
Comunità Pastorali di Seregno
Catechesi adulti
3 febbraio 2012
LA FAMIGLIA IL LAVORO E LA FESTA
Van Ghogh dipinge questa tela, di 72x91 cm, nel gennaio del
1890, sette mesi prima della sua drammatica morte. In questi mesi egli
riflette nella sua pittura gli eventi che segnano la sua vita e quella del carissimo fratello Theo. Il 31 gennaio nasce Vincent Willem, figlio di Theo
e della moglie Johanna. Questo fatto, e l’attesa che lo ha preceduto,
hanno influito positivamente sui fragili equilibri del pittore, da mesi ricoverato nel manicomio vicino a St. Remy de Provence. Egli dipinge I
primi passi quando il nipote non è ancora nato, immaginandolo, come
si fa comunemente, muovere i primi passi e dire le prime parole.
L’attesa della nascita di Vincent Willem coinvolge profondamente e positivamente il pittore, che vede riaccendersi qualche luce nel grigiore della sua malattia. Già nell’agosto del 1889 scriveva al fratello:
«C’è di che riprendere un po’ di gusto della vita, quando penso che passerò allo stato di zio di questo ragazzino che tua moglie sta progettando
[…] Accetta dunque la tua paternità come l’accetterebbe un brav’uomo
delle nostre vecchie brughiere. Accetta la tua paternità nella qualità di
povero, di straniero, di esiliato». A ottobre scrive di nuovo: «Ah, certo
che ora tu sei in pieno nella natura, dato che scrivi che Jo sente già vivere il bambino – è ancora più interessante del paesaggio – e sono
molto contento di questo cambiamento per te. Come è bello il Millet, I
primi passi di un bambino!»
Proprio a Millet si
ispira per realizzare questa
opera che egli definisce non
una semplice copia, ma una
“traduzione”.
Il dipinto di Van
Gogh propone un piccolo
quadro di vita familiare carico di riflessi suggestivi che
scaturiscono dal tema di
fondo: attesa e speranza.
J. F. Millet, I primi passi di un bambino, 1898, Parigi,
Bibliothèque Nationale
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3 febbraio 2012
LA FAMIGLIA IL LAVORO E LA FESTA
La scena riprende un momento piuttosto normale nella vita di
una famiglia contadina: il momento del ritrovo dopo la giornata di lavoro. La madre col figlioletto attende il ritorno del marito, il quale attende
la fine del lavoro per ritrovare la sua famiglia e la sua casa. È questo il
significato più immediato ed evidente, il motivo ispiratore, preso da uno
spaccato di vita quotidiana.
La scelta dei colori (che purtroppo qui non è valutabile) non è
indifferente e riveste la scena di un significato ulteriore. È evidente la
dominanza di toni freddi, prevalentemente blu e verdi, che però non
tolgono alla scena il calore rassicurante del ritrovare la propria famiglia.
Si possono distinguere due livelli: casa alberi e terreno, accomunati dai
toni del verde, sono il luogo della vita di questa famiglia; i due genitori e
il cielo hanno lo stesso colore azzurro intenso. Essi vivono nel proprio
ambiente ma non ne sono dominati, anzi, sono proiettati altrove. Il
bambino è a metà: ha i colori della terra ma è lanciato dal blu-cielo della madre al blu-cielo del padre. Su questo gioco di colori c’è un primo
riferimento al trascendente, che ritroveremo anche in altri elementi.
Pure i personaggi vanno osservati con attenzione. La mamma
sorregge con premura il bambino e lo spinge dolcemente verso il padre,
accompagnando l’incertezza dei primi passi; il piccolo si muove un po’ goffamente mentre abbozza
un sorriso. L’attenzione maggiore però è sul padre, nel quale Van Gogh un po’ si identifica, manifestando la nostalgia dolorosa per quella vita di
relazioni familiari che non è riuscito a realizzare,
ma che vede compiuta nel fratello Theo proprio
con la nascita del piccolo Vincent Willem. Prima
del matrimonio scrive al fratello parole che evidenziano come egli veda nel matrimonio una prospettiva certa nella vita sia personale che sociale
«Certo che da me, tuo fratello, tu non vorrai delle
felicitazioni banali e l'assicurazione che sarai di
colpo trasportato in un paradiso. Ma con tua moglie cesserai di essere solo, è questo che auguro
anche a nostra sorella. Dopo il tuo matrimonio, ce ne saranno forse altri
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LA FAMIGLIA IL LAVORO E LA FESTA
in famiglia, e in ogni modo tu vedrai il tuo cammino tracciato e la tua
casa non sarà più vuota. Qualsiasi cosa pensi su altri punti, è certo che
nostro padre e nostra madre sono stati esemplari come marito e moglie.
E non dimenticherò mai la mamma, in occasione della morte di nostro
padre, quando disse solo una unica parola, che mi ha fatto ricominciare
ad amare ancora di più la vecchia mamma».
Il padre lascia a terra gli strumenti di lavoro e si china all’altezza del
bimbo, proteso verso di lui con un abbraccio rassicurante. È questo gesto il
centro del quadro: è l’attesa rassicurante dei primi passi del figlio, ma dice
anche l’attesa carica di speranza che
precede la nascita. Così Van Gogh
rende visibile anche la tensione e la
gioia dei nove mesi di attesa.
Le braccia aperte del padre e
del figlio mostrano uno slancio verso il futuro, l’apertura alla vita e alla
speranza.
Ritornando a uno sguardo d’insieme e ritrovando la formazione
e l’attività religiosa di Van Gogh in età giovanile, non possiamo non
scorgere un ulteriore significato in questa parabola della vita rappresentata con I primi passi. Il padre e la madre, con i colori del cielo, rivelano
anche la presenza discreta ma rassicurante del Dio-Padre che è meta,
punto di arrivo, della nostra vita, ma anche sostegno insostituibile e discreto per i nostri passi incerti.
Fa riflettere pensare che questa tela così solare, serena, carica di
speranze e di progetti, fu realizzata solo sette mesi prima del suo tragico
suicidio con il quale Van Gogh chiuse definitivamente le braccia.
Don Sergio Dell’Orto