il fondo crivelli serbelloni

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il fondo crivelli serbelloni
GAIA RIITANO
IL FONDO CRIVELLI SERBELLONI *
Nel 1920 la duchessa Antonietta Trotti Bentivoglio, vedova di Giuseppe Crivelli Serbelloni duca di S. Gabrio, donò alla Società Storica
Lombarda questo archivio.
Negli Atti della Società possiamo leggere:
Anche la duchessa Antonietta Crivelli-Serbelloni nata Trotti Bentivoglio
ha arricchito la biblioteca della Società Storica colla recente cospicua donazione
di migliaia di volumi dell’avita sua biblioteca. […] Ma la [sua] benemerenza
[…] va segnalata in modo speciale per il dono dei carteggi e mss. provenienti
dall’antico Archivio Sfondrati. […] Tutto questo materiale storico, forse finora
inesplorato, per una migliore conservazione ora venne ripartito nelle cartelle, in
tutto sono ventuna, che porteranno la segnatura «Carte Sfondrati» e un numero progressivo per la pronta e facile consultazione. Alla generosa donatrice vada
l’espressione della nostra sentita riconoscenza1.
* Questo articolo si inserisce nel progetto di ricerca L’archivio della famiglia Sfondrati: analisi, riordinamento, descrizione e studio dell’intero complesso archivistico della famiglia, nell’ambito del XIX ciclo di Dottorato in “Società europea e vita internazionale nell’età moderna e contemporanea” istituito presso il Dipartimento di Scienze
della storia e della documentazione storica - Università degli Studi di Milano. Esso
fa esclusivo riferimento alla mia tesi di laurea G. RIITANO, Le carte della famiglia
Sfondrati conservate presso la Società Storica Lombarda. Inventario, Università degli Studi di Milano, a.a. 1997-1998, relatore prof. Marco Bologna, correlatore prof. Giorgio Chittolini. Questa tesi è ora in fase di completa revisione, alla luce del progetto
di ricerca in corso.
1 Atti
della Società Storica Lombarda - Elenco delle pubblicazioni pervenute alla Bi-
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Nonostante la decisione presa allora, l’archivio è oggi conosciuto come fondo Crivelli Serbelloni2. Questa denominazione non è però un semplice omaggio alla generosità della donatrice: è invece segno di un importante elemento, ovverosia delle vicende subite dall’archivio Sfondrati,
in particolare nel XIX e XX secolo, dopo la morte del conte colonnello Carlo, ultimo discendente Sfondrati. Indica l’estremo temporale terminale
nella storia di questo archivio.
Quali sono stati gli avvenimenti ereditari che hanno accompagnato le
carte dalla loro formazione sino al loro arrivo in Società Storica Lombarda, grazie alla donazione della duchessa?3
Prendiamo l’avvio dalle vicende conclusive di casa Sfondrati: alla
morte del conte della Riviera Ercole III (q. Giuseppe Valeriano)4, avvenuta nel 1773, nessuno dei suoi due figli maschi – Giuseppe Valeriano II e
Pietro Francesco – è vivo, ragione per cui i titoli e i beni passano a Carlo,
fratello di Ercole III. Militare di carriera nell’esercito austriaco, Carlo non
è sposato, né si sposa negli anni successivi. Alla sua morte senza eredi diretti avvenuta nel 1788, egli nomina erede beneficiario dei beni di famiglia l’amico conte Alessandro Serbelloni.
Il passaggio di proprietà dei beni è però controverso: dopo lunghe
contese giudiziarie con la Regia Camera, Alessandro Serbelloni riesce ad
entrare finalmente in possesso dei beni allodiali ed è autorizzato a portare il cognome Sfondrati, in aggiunta al proprio. I beni feudali – contea
della Riviera, baronia di Vallassina, signoria della Squadra dei Mauri e di
blioteca Sociale nel 2° semestre 1920, “Archivio storico lombardo”, XLVII (1920), pp.
405-406.
2 G. SEREGNI, Il primo cinquantennio di vita della Società Storica Lombarda. MDCCCLXXIII-MCMXXIII, Milano, Tip. S. Giuseppe, 1923, pp. 38-39; C. MOZZARELLI (a cura di), Volti e memorie. I 125 anni della Società Storica lombarda, Bologna, Cisalpino,
1999, pp. 252-253, tav. 3 p. 340; M. BONOMELLI, La biblioteca della Società Storica
Lombarda dalla costituzione ad oggi, in ibidem, pp. 145, 156-157; REGIONE LOMBARDIA,
I fondi speciali delle biblioteche lombarde. I: Milano e provincia, a cura dell’Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, Milano, Editrice Bibliografica, 1995, p. 327.
3 Queste notizie sono reperibili in forma più approfondita nell’introduzione
storico-istituzionale della tesi RIITANO, Le carte della famiglia Sfondrati, cit., pp. 4752. Per una più semplice comprensione, si fa riferimento alla ricostruzione delle linee ereditarie presente in appendice all’articolo, tav. I.
4 Date le numerose ripetizioni dei nomi tra le generazioni, si è reso necessario
indicare la paternità con il termine q - quondam, cioè figlio di. Per ogni riferimento,
si rimanda alla genealogia della famiglia in appendice all’articolo, tav. II.
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Nibionno – vengono invece retrocessi alla Camera5.
Pochi anni dopo, Alessandro eredita anche il titolo del fratello, duca
Giovan Galeazzo di S. Gabrio, poiché morto senza eredi. In questo modo,
i beni della famiglia Sfondrati, compreso il loro archivio, entrano a far
parte del patrimonio del ramo principale della famiglia Serbelloni.
Intorno al 1814, Alessandro fa redigere un inventario del proprio archivio personale, al cui interno un’intersezione è dedicata all’eredità
Sfondrati della Riviera6.
Giungiamo così al 1879, quando l’assenza di eredi maschi in casa Serbelloni dà luogo al passaggio di titoli e beni nelle mani di Marianna
(q. duca Giuseppe). Sposata con il conte Alberto Crivelli, trasmette al loro unico figlio Giuseppe il titolo ducale ed entrambi i cognomi. Giuseppe sposa infine la già citata Antonietta Trotti Bentivoglio, ma dal loro
matrimonio non nascono figli.
Nel 1918 Giuseppe muore e, a breve distanza di tempo, la duchessa
Antonietta dona l’archivio Sfondrati alla Società Storica Lombarda.
L’importanza di queste carte7 si fonda sul rilievo che la famiglia Sfondrati ebbe, particolarmente, nei secoli XVI e XVII, in Lombardia, ma non
solo in questa regione. Ripercorriamo quindi brevemente le vicende di
questa famiglia8.
Originaria di Cremona, alcuni suoi componenti compaiono in documenti del XIII secolo nelle vesti di mercatores e membri della Matricola
popolare di Cremona9. Allo stesso tempo, però, alcuni membri più
5 ARCHIVIO DI STATO DI MILANO (d’ora in avanti ASMi), Feudi camerali p.a., bb.
81, 333, 503.
6 ASMi, Fondo Serbelloni, II serie, b. 21.
7 Per una panoramica degli studi sugli archivi di famiglia e sulla loro importanza ai fini della ricerca storica cfr. Il futuro della memoria. Atti del convegno internazionale di studi sugli archivi di famiglie e di persone: Capri, 9-13 settembre 1991, Roma,
Ministero per i beni culturali e ambientali - Ufficio centrale per i beni archivistici,
1997, 2 voll.; L. CASELLA - R. NAVARRINI (a cura di), Archivi nobiliari e domestici. Conservazione, metodologie di riordino e prospettive di ricerca storica, Udine, Forum, 2000;
M. BOLOGNA, Per un modello generale degli archivi di famiglia, “Atti della Società Ligure di Storia Patria”, XXXVI/2 (1996), pp. 553-588.
8 Queste notizie sono reperibili in forma più approfondita nell’introduzione
storico-istituzionale della tesi RIITANO, Le carte della famiglia Sfondrati, cit., pp. 646. Per una più semplice comprensione, si fa riferimento alla genealogia della famiglia ricostruita in appendice all’articolo, tav. II.
9 W. MONTORSI, La ‘matricola popolare’ di Cremona del 1286, “Annali della Bi-
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insigni risultano tra i notabili della città10.
Solo con il XV secolo sopraggiunge una svolta rilevante: nel 1413, Lodovico viene creato patrizio cremonese11. Da questo momento ha inizio la
progressiva ascesa della famiglia.
Francesco (q. Lodovico) intraprende la carriera diplomatica per la propria città, mentre Giovan Battista (q. Francesco) amplia il proprio raggio
d’azione da Cremona alla capitale Milano, ponendosi al servizio della dinastia sforzesca. Prima il duca Gian Galeazzo e poi Ludovico il Moro gli
affidano incarichi di prestigio12 e gli concedono importanti riconoscimenti13, fino al suo ingresso nel Consiglio segreto nel 149414. Dal matrimonio con Margherita Omodei Trivulzio nascono tre figli, ma la morte lo coglie a soli 38 anni mentre si trova a Venezia in qualità di ambasciatore15.
Sarà il figlio Francesco a seguire le orme paterne, entrando inizialmente al servizio di Francesco II Sforza, e successivamente dell’imperatore
Carlo V d’Asburgo. Francesco persegue anche una precisa strategia familiare attraverso il matrimonio con Anna Visconti e l’investimento in beni e titoli dei crediti che vanta nei confronti della Camera ducale: negli
anni Trenta del Cinquecento acquista la Riviera di Lecco, la Vallassina e
Bellagio, infine elevate a contea e baronia da Carlo V16. Rimasto vedovo,
si pone al servizio di papa Paolo III Farnese: abbraccia la carriera ecclesiastica e diventa rapidamente cardinale e vescovo di Cremona. Alla sua
morte, le figlie sono tutte incamminate verso la monacazione nel mona-
blioteca governativa e Libreria civica di Cremona”, XIII (1960), pp. 50-51; U. MECremona fedelissima, “Annali della Biblioteca governativa e Libreria civica di
Cremona”, X (1957), p. 123
10 BIBLIOTECA COMUNALE DI COMO (d’ora in avanti BCCo), Archivio Sfondrati,
b. 1, fasc. 15.
11 F. CALVI, Famiglie notabili milanesi, Milano, Vallardi, 1881, vol. I fam. Sfondrati, p. 1 e tav. I; B. VIVIANO, Il libro della nobiltà lombarda, Milano 1976, vol. II,
p. 372; ibidem, appendice, p. 151; D.L. CASTANO, Gregorio XIV (Niccolò Sfondrati).
1535-1591, Torino, SEI, 1957, p. 1n.
12 È inviato a Firenze nel 1477, in Francia nel 1483, a Roma nel 1485 e pochi
mesi dopo in Spagna. Nel 1488 si trova a Napoli, nel 1495 è nuovamente in Spagna e nel 1497 è a Venezia, dove muore prematuramente.
13 C. SANTORO, Gli uffici del dominio sforzesco, Milano, Fondazione Treccani degli
Alfieri, 1948, pp. 25, 41, 141, 418.
14 C. SANTORO, Gli offici del Comune di Milano e del ducato visconteo-sforzesco
(1216-1515), Milano, Giuffrè, 1968, p. 25.
15 F. CALVI, Famiglie notabili milanesi, Milano, Vallardi, 1881, Sfondrati, p. 3, tav. I.
16 ASMi, Feudi camerali p.a., bb. 81, 333 e 503.
RONI,
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stero delle Angeliche di S. Paolo in Milano, mentre i due figli Nicolò e
Paolo seguono le orme paterne dedicandosi agli studi giuridici. Nicolò si
avvia però sin da giovanissimo alla carriera ecclesiastica: diviene vescovo
di Cremona nel 1560, partecipa al Concilio di Trento, nel 1584 è creato
cardinale di S. Cecilia e nel 1590 viene elevato al soglio pontificio col nome di Gregorio XIV: morirà dieci mesi dopo. Paolo abbraccia invece la
carriera diplomatica, servendo prima il duca di Savoia Emanuele Filiberto e poi il re di Spagna Filippo II come suo ambasciatore presso la corte
sabauda di Carlo Emanuele I e di sua moglie l’infanta Caterina, figlia di
Filippo II.
I figli di Paolo – Paolo Camillo, Ercole e Francesco – intraprendono
carriere prestigiose grazie allo zio pontefice. Il primogenito Paolo Camillo diviene cardinale di S. Cecilia nel 1590, poi legato in Romagna, vescovo di Cremona e successivamente di Albano. Ercole segue la carriera militare e guida l’esercito pontificio della Lega cattolica contro gli Ugonotti di
Enrico di Navarra; acquisisce anche il titolo di duca di Montemarciano,
feudo marchigiano donatogli dallo zio. Francesco diviene marchese di
Montafia, feudo nell’Astigiano. La loro sorella Anna sposa Ercole Visconti, conte di Saliceto, mentre Barbara diviene monaca nel monastero delle
Angeliche di S. Paolo, dove già sono le zie, col nome di Agata.
Valeriano (q. Ercole) segue le orme paterne intraprendendo la carriera militare, sino a divenire Commissario generale dell’esercito dello Stato di Milano. Così farà anche suo figlio Ercole II, mentre il fratello Luigi
diviene invece principe abate di S. Gallo e cardinale di S. Cecilia nel
1695, un anno prima di morire.
Siamo ormai alla fine del XVII secolo e la parabola della famiglia è in
lento declino. Giuseppe Valeriano17 (q. Ercole II) ed Ercole III18 (q. Giuseppe Valeriano) esplicano la loro attività politica nel solo ambito cittadino milanese.
Come già riferito, ad Ercole III succede il fratello Carlo, dopo il quale
la famiglia si estingue.
Le carte Sfondrati si rivelano specchio fedele di questo caratterizzarsi
della famiglia in ambito sia politico-diplomatico sia religioso.
17 È soprintendente generale della milizia urbana nel 1721, dei XII di provvisione nel 1729, decurione nel 1735, per nomina di Carlo Emanuele re di Sardegna
e riconfermato nel ruolo dagli Austriaci nel 1736, e infine giudice delle strade nel
1747.
18 Come il padre, è dei XII di provvisione e decurione.
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Ciò nonostante, palesano anche una caratteristica peculiare di tutti
gli archivi di famiglia: la non uniformità e la personalizzazione sia della
produzione documentaria, sia della sua successiva gestione.
Esaminiamo, dunque, quali sono state le fasi del lavoro intrapreso per
ordinare ed inventariare il fondo della Società Storica Lombarda.
Ai fini del riordino, la prima operazione da svolgere secondo la dottrina archivistica dovrebbe essere quella di individuare le singole unità archivistiche. Nel nostro caso, questa identificazione è stata ostacolata dal fatto
che tutta la documentazione si presentava rilegata in trentaquattro volumi.
La legatura venne presumibilmente compiuta nei primi decenni del Settecento, a seguito di un probabile riordino dell’archivio19 di cui, però, non
abbiamo notizie dirette. Questa tesi è supportata da una seppur incerta analisi della grafia sulle coperte dei volumi; e potrebbe anche spiegare i motivi per cui le carte non oltrepassano l’ultimo decennio del Seicento.
L’operazione successiva è stata, quindi, la schedatura di ogni volume,
effettuata individuando l’intitolazione originaria (se presente), le segnature precedenti, gli eventuali indici originari, rilevando le caratteristiche
fisiche (misure, numero delle carte, eventuali carte staccate ecc.) e, infine,
effettuando un elenco minuzioso di quanto contenuto.
Solo a questo punto, abbiamo potuto determinare le quattro serie principali dell’archivio: 1. corrispondenza; 2. carte giudiziarie legate
all’amministrazione dei feudi; 3. volumi miscellanei; 4. libri manoscritti.
Riguardo alla prima serie della corrispondenza, abbiamo redatto, per
ogni unità, un indice dei corrispondenti completo di date topiche e croniche (con riferimento solo all’anno e non a giorno e mese). Nel caso di
lettere ricevute, gli indici fanno riferimento ai mittenti, mentre per i due
volumi di copialettere20 l’indice riporta i destinatari. Nei casi dove era
presente un indice originale, questo è stato ricopiato in aggiunta al nostro indice. In un solo caso21, abbiamo provveduto a indicare le date topiche e croniche relative sia al mittente sia ai destinatari, per permettere
agli studiosi di avere un quadro chiaro dei cambiamenti di residenza
19 E. INSABATO, Un momento fondamentale nell’organizzazione degli archivi di famiglia in Italia: il Settecento, in Il futuro della memoria. Atti del convegno internazionale di
studi sugli archivi di famiglie e di persone: Capri, 9-13 settembre 1991, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali - Ufficio centrale per i beni archivistici, 1997,
pp. 289-310.
20 SOCIETÀ STORICA LOMBARDA (d’ora in poi SSL), Fondo Crivelli Serbelloni - Archivio Sfondrati, bb. 8 e 10.
21 Ibid., b. 10.
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dell’autore. La corrispondenza attiene alle sorelle Sfondrati, figlie del barone Paolo, monache in S. Paolo (1 vol. 1578-1610), al barone Paolo e alla sua ambasciata presso il duca di Savoia (5 voll. 1571-1588), ai fratelli
Paolo Camillo ed Ercole I ed alla spedizione in Francia contro gli Ugonotti (4 voll. 1577-1611), al conte Valeriano (q. Ercole I) ed alla guerra
contro la Francia (5 voll. 1636-1645), ed infine al conte Ercole II (q. Valeriano) e ai suoi rapporti col fratello Paolo (1 vol. 1659-1680).
Le unità componenti la serie degli atti di causa sono state dotate di
indici accurati di ogni singolo documento, secondo la disposizione interna al volume, riportando il titolo originale di ciascuno di essi. Una di esse riguarda la causa tra Ercole I e la Camera apostolica per il possesso del
ducato di Montemarciano (1591-1593), mentre l’altra è composta dagli
atti della causa Arridoni-Orrigono per dei beni in Assago (1619-1674).
I volumi miscellanei sono stati schedati documento per documento a
causa dell’assoluto disordine con cui sono state rilegate le carte che li
compongono, e l’indice scaturito da questo lavoro è riportato in ogni
scheda inventariale; in alcuni casi22 l’indice è la riproduzione fedele di
quello originale presente all’inizio o alla fine del volume. Essi coprono un
arco temporale che comprende tutto il Cinque e il Seicento.
I libri manoscritti sono stati schedati attraverso l’individuazione
dell’autore e del titolo. Qualche problema è sorto in merito alla loro datazione, ma ove possibile è stato risolto risalendo all’edizione degli stessi
o, in mancanza di dati sufficienti per identificarli con certezza, alla datazione dei fatti in essi narrati.
Per ordinare le unità archivistiche, abbiamo preso in esame i tre diversi tipi di segnature originarie esistenti sui volumi. La loro presenza è
però discontinua: in alcuni casi sono presenti contemporaneamente tutte
le segnature, in altri casi ve ne sono solo due o solo una, o addirittura non
ce n’è alcuna.
La prima segnatura è composta da una lettera seguita da un numero
(ad es. K33) ed è presente in 16 volumi su 34; risale quasi sicuramente al
Settecento. La seconda è invece composta da un numero seguito da una
lettera (ad es. 8A) e sia la grafia sia l’inchiostro notevolmente più scuro
mostrano la sua origine ottocentesca. È presente in 28 volumi su 34.
La terza segnatura presenta, infine, dei problemi interpretativi: se la
grafia e l’inchiostro riconducono anch’esse al periodo settecentesco, ciò
22
Ibid., bb. 19-20, 22-24.
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che si osserva è la sua diversità dalla prima, poiché composta solo da un
numero, e la sua presenza sporadica: solo 4 volumi sui 34 complessivi.
La presenza irregolare di tutte le vecchie segnature non ha, quindi,
permesso di poterle utilizzare ai fini dell’ordinamento. Le unità sono state così suddivise nelle quattro serie già indicate in precedenza, ed ogni serie è stata poi ordinata al suo interno secondo una disposizione strettamente cronologica.
Quanto segue è uno schema sintetico delle serie individuate e dei volumi che le compongono, con la vecchia numerazione23 tra parentesi e
una sommaria descrizione.
SERIE DELL’ARCHIVIO SFONDRATI:
I.
Corrispondenza
II.
Atti giudiziari
III.
Volumi miscellanei
IV.
Libri manoscritti
CORRISPONDENZA
(X)
Lettere delle Sfondrati suore Angeliche
Corrispondenza del barone Paolo
(XXIV)
Corrispondenza del barone Paolo
(XXVI)
(XXVII)
Corrispondenza del barone Paolo
Corrispondenza del barone Paolo
(XXVIII)
Corrispondenza del barone Paolo
(XXXIV)
Corrispondenza del cardinale Paolo Camillo e del duca
(XX)
Ercole
Copialettere del duca Ercole
(XIX)
(IX)
Lettere al duca Ercole e al cardinale Paolo Camillo
Copialettere del cardinale Paolo Camillo
(II)
Corrispondenza del conte Valeriano
(XXXI)
Corrispondenza del conte Valeriano
(XVII)
(VI)
Corrispondenza del conte Valeriano
Corrispondenza del conte Valeriano
(VII)
(VIII)
Corrispondenza del conte Valeriano
Corrispondenza del conte Ercole II
(XXIII)
23
dino.
Utile al fine di trovare documenti dell’archivio citati in testi anteriori al rior-
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CARTE GIUDIZIARIE
(I)
Atti di causa sul feudo di Montemarciano
“Iura Paului Francisi Arridoni”
(XVIII)
VOLUMI MISCELLANEI
(XXV)
Carte varie (1495-1635)
Carte varie (1531-1607)
(XVI)
Carte varie (1563-1662)
(XXI)
Carte varie (1612-1688)
(V)
(XI)
Carte varie (1635-1669)
Carte varie (1661-1668)
(XII)
LIBRI
(III)
(XV)
(XIV)
(IV)
(XXII)
(XIII)
(XXXII)
(XXXIII)
(XXIX)
(XXX)
“Leonis pape sermones” (XV secolo)
Sermoni di Gregorio XIV (1560-1590)
Storia della cacciata dei mori (II metà del XVÌ secolo)
Conclavi dei papi (XVII secolo)
Diario dell’assedio di Valenza (XVII secolo)
Commentario su potestà temporale (XVII secolo)
“Coronica del Rey Don Enrique IV…” (XVII secolo)
“Traiano Boccalino sopra il terzo libro di Cornelio
Tacito” (II metà del XVII secolo)
“Trattato delle fortificazioni”
“Livre quatriesme d’histoire des Indes”
L’inventario è stato, infine, corredato di indici finali, elencando i nomi di persona, di luogo e di cose notevoli presenti nell’introduzione storico-istituzionale e nelle schede inventariali delle ultime tre serie. Non
sono stati, invece, riprodotti gli indici della corrispondenza poiché già
presenti per ogni unità.
Antonietta Trotti Bentivoglio
Ferdinando (6)
Giuseppe Crivelli Serbelloni (9)
••
Alberto Crivelli
••
Teresa
Fabrizio
Giulia ••
Ferdinando Crivelli
Alessandro (5)
Gabrio Serbelloni (3)
La cifra araba tra parentesi indica l’ordine di successione nel titolo di duca di S. Gabrio.
Maria Luigia
Giovanni Galeazzo (4)
Carlo Sfondrati
TAVOLA I – LINEE EREDITARIE SFONDRATI - SERBELLONI - CRIVELLI
Maria (8)
Giuseppe Marco (7)
Marco
Francesco
Teresa
Paolo
Laura
Ercole III
Giuseppe Valeriano
Sigismondo
Maria Luigia
Giuseppe Valeriano
Ercole
Lucrezia
Francesco
Ercole II
Luigi
Valeriano
Ercole I
Valeriano
Paolo Emilio
Nicolò
Isabella
Anna
Antonia
Francesco
Giulia
Giustina
Paola Francesca
Giovan Battista
Giacomo
Francesco
Ludovico
Giacomo
Giovanni
Corrado
Pietro II
Nicolò
Paolo
Francesco
Caterina
Barbara
Lavinia
Pietro Francesco
Paolo
Nicolò
Ludovico
TAVOLA II – GENEALOGIA DELLA FAMIGLIA SFONDRATI
Carlo
Chiara
Paolo
Cecilia
Francesco
Aurelia
Agnese
Leonora
Paola
Anna Maria