Marca Trevigiana - Federazione Coldiretti Treviso

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Marca Trevigiana - Federazione Coldiretti Treviso
Marca Trevigiana
MONTELLO E COLLI ASOLANI:
ANCHE DUE DOCG
Un territorio straordinario che sa
offrire dei veri capolavori
Nato nel 1985 il Consorzio dei vini
del Montello – Colli Asolani si è
posto come interlocutore, punto
di riferimento e raccordo per le
iniziative miranti alla valorizzazione dei vini, alla tutela della denominazione di origine e alla promozione
dell’immagine. Grazie al crescente impegno, attenzione e consapevolezza dei produttori, negli ultimi anni
si è arrivati al prestigioso riconoscimento delle DOCG
per l’Asolo Prosecco e per il Montello Rosso, della
sottozona di “Venegazzù” e della DOC per i vitigni
tradizionali Bianchetta trevigiana, Manzoni bianco,
Recantina, Carmenère che hanno affiancato le varietà riconosciute fin dal 1977. Le aziende attualmente
socie del Consorzio, di piccole e grandi dimensioni, di produzione diretta ed industriali, sono ampiamente rappresentative
della realtà vinicola locale.
FURONO I BENEDETTINI A DIFFONDERE LA CULTURA DELLA VITE
Proprio su queste colline da cui nelle limpide
giornate estive si vede in lontananza il campanile di San Marco, i monaci benedettini fin
dall’anno 1000 diffusero la profonda cultura
per la vite e il vino che persiste tutt’ora.
I Veneziani venivano ad approvvigiornarsi dei
vini per le proprie tavole e propri commerci
in quelle antiche ville, oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO dove si sviluppò la civiltà
QUI DOVE L’ECCELLENZA SI
RESPIRA QUOTIDIANAMENTE
Dalle opere di Andrea Palladio, ai dipinti di Paolo Veronese e del Giorgione, alle sculture di
Antonio Canova che proprio qui è nato. Sono
dolci i pendii su cui maturano le uve, protetti
dal Monte Grappa e cullati dai venti freschi
che d’estate scendono dalle Dolomiti lungo la
valle del Piave, e il clima è famoso fin dal ‘500,
fondata sull’agricoltura che tutto il mondo ci
ammira. I colli venivano stimati dalle più prestigiose personalità e i vini si confrontavano a
Venezia con quelli portati dalla Grecia e venivano tassati un terzo in più perché considerati
migliori rispetto a quelli di altre zone.
quando la regina Cornaro raccoglieva la sua
corte in cima al colle di Asolo, tanto da attirare ancora secoli dopo i grandi poeti inglesi.
Proprio in questo clima e in questo ambiente,
dove l’eccellenza si respira quotidianamente,
i produttori hanno fatto scelte coraggiose e
controcorrente privilegiando sempre l’eleganza e la finezza all’abbondanza del prodotto.
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Speciale
Consumatori
Marca Trevigiana
ASPARAGI IGP A
CIMADOLMO E BADOERE
Sono due le indicazioni geografiche protette per i
turrioni trevigiani
GLI ASPARAGI (BIANCO E VERDE) DI BADOERE IGP
GARANTITO DAL MINISTERO
DELLE POLITICHE AGRICOLE
ALIMENTARI E FORESTALI AI
SENSI DELL’ART. 10 DEL REG
(CE) N° 510/06
L’asparago di Badoere è coltivato in un’area
compresa tra i corsi dei fiumi Sile e Dese (15
comuni nelle province di Treviso, Padova e Venezia). Ha ricevuto il riconoscimento I.G.P. (Indicazione geografica protetta) da parte dell’Unione Europea. Del prodotto esistono le due
tipologie “bianco” e “verde”. I turioni, ben formati, dritti e mai vuoti, si caratterizzano per un
colore bianco-rosato o verde-intenso, dal sapore
dolce e aromatico.
L’ASPARAGO BIANCO
DI CIMADOLMO IGP
La coltivazione dell’Asparago nei
paesi attraversati dall’alveo del
Piave è una tradizione radicata
profondamente nella storia e nella
cultura di queste zone, che risale
all’alto Medio Evo. Il clima, il terreno reso fertile dal limo lasciato
dal corso del Piave, l’abbondanza
di acqua e la passione dell’uomo
hanno permesso all’Asparago Bianco di Cimadolmo di avere la
certificazione europea IGP. Cimadolmo, piccolo paese nel trevigiano, dà il nome all’asparago bianco medesimo, delicato germoglio che impreziosisce le tavole in primavera, la stagione in cui la
natura, risvegliandosi, diventa un tripudio di colori e di profumi
che si spandono nell’aria.
Campagna
Amica
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...un territorio straordinario
CREIAMO UN ABBINAMENTO?
ECCO LA BIANCA E L’INBRIAGO
CHE GUSTO LA POLENTA BIANCOPERLA
Fino al secondo dopoguerra nel trevigiano si cucinava una polenta bianca. Considerata di maggior pregio, era la polenta che divideva geograficamente la pianura e la collina dalla montagna,
dove era diffusa quella gialla, più rustica e più
adatta alle condizioni agronomiche e pedologiche. Il mais utilizzato è il Biancoperla, una qualità particolare acclimatatasi in questa parte della
pianura veneta da tempo. Giacomo Agostinetti,
agronomo di Cimadolmo, nei suoi Cento e dieci
ricordi che formano il buon fattor di villa, edito a
fine ‘600, segnala la presenza diffusa di un sorgo-
turco bianco, specie nei Quartieri della Piave. Le
pannocchie sono affusolate, allungate, con grandi chicchi bianco perlacei e brillanti, vitrei, che
producono la polenta bianca “di Treviso”, fine,
delicata e saporita. Negli anni ’50 le varietà ibride
farinose, più produttive, soppiantarono le coltivazioni ottenute dalle varietà ad impollinazione
libera, come il Biancoperla, dalle rese più basse…
PRESIDIO. Dal 2002 questo prodotto tradizionale, la cui area di produzione è circoscritta alle
province di Treviso, Padova e Venezia, è uno dei
Presìdi Slow Food del Veneto.
L’INEBRIANTE FORMAJO
INBRIAGO
CHE STORIA!!! Potrebbe essere definito un figlio della guerra e proprio negli eventi legati al
primo conflitto mondiale trova le sue origini,
origini casuali e legate alle necessità del momento. Il metodo di ubriacatura prenderebbe
origine da quanto avvenuto nella Sinistra Piave Trevigiana durante la ritirata di Caporetto.
Per nascondere agli austro ungarici affamati i
formaggi di casa, questi sarebbero stati coperti di vinacce, considerate materiale di scarto e
quindi non sottoposte a particolari attenzioni
e indagini. In fondo era meglio mangiare del
formaggio rovinato, dal gusto cattivo, piuttosto
che morire di fame. Passati i pericoli le “pezze” vennero recuperate, ma nel frattempo avevano cambiato il colore della crosta, divenuta
violaceo scuro e la consistenza, conferendo al
formaggio gli aromi del mosto. Questa inusuale
maturazione risultò però essere molto gradevole, con un gusto molto particolare tra il piccante e il fruttato, una vera delizia per il palato,
tanto che venne attuata anche dopo la guerra.
Col passare degli anni, da casalinga e campagnola, l’ubriacatura si è evoluta a raffinato e
ricercato trattamento e oggi “l’Inbriago” viene
accompagnato dal vino d’origine in una serie di
preparazioni gastronomiche di sicuro successo
e qualità.
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Speciale
Consumatori
Marca Trevigiana
PISELLI E FAGIOLI DI
GRAN MARCA
Nella pedemontana
trevigiana altri
principi della cucina
IL BORLOTTO DI LEVADA, UN NANO DALLE…
GRANDI QUALITÀ
Tra le molte varietà di fagioli coltivati in Veneto e in Italia troviamo il fagiolo Borlotto
Nano Levada. Questo particolare tipo di legume faceva parte della coltura agraria pedemontana già ad inizio secolo, quando veniva
coltivato in file intercalari al mais oppure tra
i filari dei vigneti. Per la fiera d’autunno, ad
Onigo di Pederobba, ai primi di settembre
si svolge la festa del “Borlotto nano di Levada” con l’esposizione di itori Il prodotto
si presenta come
una leguminosa
con portamento
eretto, dai baccelli
lunghi tra i 15 e
IL DOGALE PISELLO DI BORSO
Il Pisello di Borso del Grappa era conosciuto
fin dai tempi della Serenissima Repubblica
Veneta, quando veniva offerto con il riso al
Doge in occasione della festa di San Marco.
Anche nel “Trattato della Natura de’ cibi” di
Baldassarre Pisanelli del 1659 si trovano riferimento ad un pisello particolarmente dolce
proveniente dalla zona di Borso. L’amenità e
il clima pedemontano di Borso del Grappa,
le coltivazioni sui tradizionali terrazzamenti
, a ridosso delle “margiere” (muretti di rami
a secco) e quindi protette dal freddo e ben
esposte al sole, permettevano ai coltivatori di
anticipare la maturazione dei “bisi” e di portarli al mercato verso la fine di aprile.
Campagna
Amica
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i 17 cm, appiattiti e screziati di rosso su un
fondo bianco crema. I fagioli all’interno variano da un numero di sei a otto e si presentano di buone dimensioni, rotondeggianti e
allungati, con una caratteristica buccia molto sottile di colore bianco screziato di rosso.
Con la cottura produce un brodo chiaro ed
acquista un sapore delicato.
...un territorio straordinario
LA CARNE DI CASA TUA, LA
BONTA’ E’ QUALITA’
La Marca trevigiana offre garanzie assolute sulla produzione
zootecnica
La carne di casa tua, la bontà è la qualità è
un progetto che promuove il consumo della carne di casa nostra! Promotrici di questo progetto due cooperative, la Castellana
di Castelfranco veneto e la Montelliana di
Montebelluna. Insieme hanno fatto questo
percorso volto a sensibilizzare i consumatori
di quanto sia importante valutare l’origine
lacarnedicasatua
la bontà è qualità
della carne. Quella trevigiana dal canto suo
ha una grande tradizione di qualità e garanzie per i consumatori. Tornando alle due
cooperative si può sottolineare il grande lavoro svolto per valorizzare i vari tagli della
carne e anche le Piccole produzioni locali
che vengono immesse nel mercato direttamente dalle imprese agricole.
IL POLLO E’ BUONO E RUSTICHELLO
Il pollo ruspante un tempo cresceva e prolificava, libero di razzolare e nutrito in modo
sano, nelle aie delle case di campagna e nei
campi limitrofi, era un animale da cortile
talmente diffuso da costituire una risorsa
alimentare di primaria importanza. Oggi un
progetto, grazie a Istituti preposti, comunità
montane e produttori locali, ci ridà questi
sapori tradizionali con la produzione del
pollo rustichello che avviene nelle aziende agrituristiche e agricole locali nella
Comunità Montana del Grappa, Comunità delle Prealpi Trevigiane e nel Montello). Lo scopo fondamentale di questa
produzione è dunque quello di selezionare le razze più rustiche e resistenti al fine
di garantire un prodotto di alta qualità.
Sono tre le razze di pollo rustichello allevate nella pedemontana trevigiana: New
Hampshire, Razza Maculata, Ermellina di
Rovigo .
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Speciale
Consumatori
Marca Trevigiana
LA CASATELLA TREVIGIANA
DOP, UNICA NEL SUO GENERE
Un prelibato formaggio dal tradizionale sapore contadino
L’unico formaggio italiano a
pasta molle che ha un marchio
Dop (Denominazione di origine
protetta) riconosciuto dall’Unione europea. Stiamo parlando
della Casatella Treviiana. E’ un formaggio
fresco, con un profumo lieve e delicato,
dalla pasta inizialmente compatta,
che con la maturazione si fa morbida e cremosa, mantecata, fondente in bocca e dal colore bianco
o lievemente paglierino. La crosta
è appena percepibile, il sapore è dolce con
caratteristiche venature acidule.
LA STORIA…
Il formaggio di casa, la Casatella. Un formaggio di antiche origini contadine, prodotto
oltre che nei piccoli caseifici, anche dalle
massaie direttamente nelle cucine delle case,
utilizzando il poco latte appena munto e secondo metodologie tradizionali.
OGGI… UNA GARANZIA
La Casatella Trevigiana IGP per essere prodotta occorre rispettare un ferreo disciplinare di produzione che prevede che ogni fase,
dall’alimentazione degli animali alla mungitura ed alle attività in caseificio, avvenga nel
territorio della Marca trevigiana.
UN’IDEA IN CUCINA…
POLENTA A STRATI: 300g di Casatella soda,
100g di formaggio Grana Padano grattugiato, 500g
di farina di polenta gialla, burro, acqua e sale. Preparare una polenta ben cotta, versarla su un tagliere di legno e lasciarla raffreddare. Quindi tagliarla
a fettine e friggerla nel burro. Disporre le fettine in
una pirofila, sovrapporvi uno strato di Casatella e
cospargerle di Grana grattugiato. Così di seguito fino
ad esaurimento degli ingredienti. Cospargere l’ultimo
Campagna
Amica
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strato ancora con il Grana grattugiato. Passare nel
forno a 180°c per 20 minuti. Servire caldo.
RADICCHIO FILANTE: 300g di Casatella morbida, 500g di Radicchio Rosso di Treviso Igp, olio di
oliva extra vergine, sale e pepe. Tagliare a pezzetti il
radicchio e farlo appassire in un tegame a fuoco vivo
nell’olio di oliva. Coprire il radicchio con fettine di
formaggio e farlo fondere per 5 minuti sul fuoco a tegame coperto. Servire subito.
...un territorio straordinario
UN GUSTOSO ITINERARIO TRA
MASER E MONFUMO
La mela e la ciliegia sono produzioni tradizionali di queste terre
LA MELA DI MONFUMO
La mela è originaria dei paesi dell’Asia centrale e occidentale. È un frutto molto antico,
si crede addirittura che risalga al Neolitico.
Le mele coltivate (Malus communis silvestris) nell’area pedemontana della provincia
di Treviso derivano dal melo originario del-
la Transcaucasia: una coltura molto antica,
come testimoniano ritrovamenti di palafitte
in Svizzera, Austria e Svezia risalenti all’inizio
della età della pietra. Nei “broli” (i frutteti) e
nelle “chiusure” (i prati delimitati dagli alberi
da frutto) vengono tuttora coltivati accanto
a mele e pere autoctone, anche fichi, mandorli, susini e marasche. L’evento principale
dedicato a questo frutto è “La Festa della Mela
di Monfumo” che si tiene in centro al paese
nel mese di ottobre. La mela di Monfumo ha
forma tondeggiante, è rossa, piccola, profumata, molto farinosa alla maturazione, di ridotta conservabilità, che va consumata prima
dell’inizio dell’inverno. A Monfumo e dintorni il territorio è ideale per la produzione
perchè i versanti meridionali delle sue vallate
sono protetti dal freddo invernale.
A MASER, UNA TIRA L’ALTRA
“Sono come le ciliegie. Una tira l’altra”. Questo detto la dice lunga sulla bontà di questo
frutto, la cui pianta ha origini asiatiche e che
si diffuse in Egitto sin dal VII secolo a.C. e
venne introdotto in occidente probabilmente da Lucullo, il console romano vittorioso su
Mitridate. A Maser la comparsa del ciliegio è
avvenuta quindi durante l’epoca tardo romana, ma è solamente a partire dal Medioevo
che riusciamo a trovare i primi accenni alla
coltivazione di questo frutto. Oggi la ciliegia
di Maser è un prezioso dono di queste terre e
soprattutto un’ottima occasione per visitare
il territorio e scoprire un vero e proprio paniere di prodotti ticpici. Le cultivar presenti
in questo territorio sono numerose ma la va-
rietà più tipica è la Mora di Maser, di forma
media con la buccia rosso scuro e la polpa
rosa, consistente e succosa.
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Speciale
Consumatori
Marca Trevigiana
LE PERLE DEI COLLI DI
CONEGLIANO
Dai vini del professor Manzoni a quelli di Mozart e le novità di
Fregona
Quella dei Colli di Conegliano è una
D.O.C.G. che si rifà alla grande e antica tradizione degli altri vini delle colline trevigiane e proprio per questo ha dei meriti non
indifferenti. Con questa denominazione è
stato possibile salvare e promuovere alcune
particolarità enoiche di assoluto pregio ed
è stata offerta l’opportunità per premiare
quel capolavoro del professor Luigi Man-
zoni, già Preside della Scuola di Viticoltura
ed Enologia di Conegliano, che è l’ormai
famoso vino bianco ottenuto in un campo
sperimentale. Le perle di questa Denominazione sono date dal vino Bianco Colli di
Conegliano, dal Rosso Colli di Conegliano,
dal Refrontolo Passito e dal Torchiato di
Fregona anch’esso passito.
QUEL MARZEMINO DEL DON GIOVANNI…
Il Marzemino di Refrontolo è un vino diverso
da quello prodotto in altre zone, è un vino
da dessert, da conversazione, di un bel colore
rosso rubino con orli violacei, amabile, sapido, frizzante, ricco di profumi con nota di
mora di rovo e di morasca. Raggiunge i 12-14
gradi. Lo si conosce comre Refrontolo passito. Il grande Mozart ha immortalato questo
vino nella sua opera, il Don Giovanni scritto
dal Da Ponte.
ECCO LA PIERA DOLZA…
E’ nata la cooperativa del Torchiato di
Fregona che si chiama Cantina produttori Fregona. Piera Dolza è, invece, il nuovo marchio che i 7 produttori consorziati
hanno adottato per il loro vino, a significare
il legame che intendono mantenere con il
territorio e la tradizione locale. Infatti, con la
piera dolza - come viene
localmente chiamata la
pietra arenaria estratta
fin dal ‘500 dalle incantevoli Grotte del Caglieron per farne fregi
archittetonici destinati
Campagna
Amica
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alle chiese e ai signorili
palazzi della vicina Vittorio Veneto, nell’800
venne realizzato anche il basamento del
torchio utilizzato dalla
comunità locale per la
spremitura delle uve
appassite e selezionate
per essere trasformate
nel nobile vino ambrato che appunto dal torchio ha tratto anche il
suo nome.
...un territorio straordinario
LA MARCA LEADER
NELL’ALLEVAMENTO DEI CONIGLI
Una tradizione che dal Piave si è trasferita a mezza europa
Il coniglio nel Veneto richiama la tradizione contadina; anticamente l’allevamento
del coniglio costituiva la forma di reddito
integrativo per le famiglie della mezzadria
veneta, che di queste carni si nutrivano e
con le quali esercitavano un piccolo commercio per poter disporre di una certa liquidità di danaro. Da strettamente familiare via
via l’allevamento del coniglio ha assunto
dimensioni maggiori, senza però perdere le
sue caratteristiche di ruralità e il suo legame
con la terra. Questo è il tipo di allevamento
oggi presente nel Veneto, dove esiste la più
importante concentrazione al mondo di allevamenti cunicoli.
VOLPAGO E TREVIGNANO DA RECORD DEL MONDO
E’ universalmente riconosciuto
che l’area del bacino del Piave è
stata la culla della moderna
coniglicoltura, in quanto
nella marca, grazie anche ad una azienda produttrice di attrezzature
cunicole, si sono sperimentate le tecniche di allevamenti attualmente applicate
in tutte le produzioni dell’Eu-
ropa. Questo fermento produttivo ha
portato alcuni comuni della Marca,
quali Volpago del Montello e Trevignano, ad avere la più alta
concentrazione al mondo
di allevamenti cunicoli.
A livello europeo l’Italia
rappresenta il 44% della produzione. Il Veneto
produce circa il 38 % dei
conigli del Bel Paese.
CARNE PER BUONGUSTAI
Una carne, quella del coniglio, che è particolarmente apprezzata, oltre che per la digeribilità, il basso tenore di colesterolo, l’elevato valore nutritivo, il basso tenore di sodio,
anche per il suo gusto che soddisfa i palati
più raffinati. La carne di coniglio per la sua
morfologia e per le tecniche di allevamento
adottate ha mantenuto negli anni una sua
immagine salutista. E’ una carne gustosa,
particolarmente magra, molto ricca di vitamine e sali minerali, come fosforo, magnesio, potassio, ad alto contenuto di acidi grassi
polinsaturi e a bassissimo contenuto di colesterolo e sodio.
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Consumatori
Marca Trevigiana
QUI LA CAPITALE DEI
FUNGHI COLTIVATI
Nella Marca Trevigiana la funghicoltura
ci racconta delle stupende storie di uomini
Treviso è capitale italiana della fungicoltura. Il merito è anche dei suoi emigranti che
al ritorno hanno portato con sé la base del
know how dell’arte del coltivar funghi. Così
nel tempo, nel circondario trevigiano, sono
nate numerose fungaie che hanno cominciato ad evolversi proponendo sistemi sempre più nuovi ed efficienti ricreando in maniera straordinaria le condizioni ideali per
UN CONSORZIO DA PRIMATO
A Treviso esiste il primo polo produttivo
italiano ed è riunito nel Consorzio Funghi
Treviso (www.consorziofunghitreviso.it) che
riunisce 13 aziende e società agricole situate
nelle province di Treviso, Padova e Belluno
con l’obiettivo di incrementare e valorizzare
Campagna
Amica
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la produzione di funghi.
La provincia di Treviso oggi produce circa
22 mila tonnellate di prodotto contro le 62
mila in Italia. In Europa (1 milione le ton
prodotte), invece, il primato spetta alla Polonia con 280 mila ton seguita da Olanda
(250 mila ton) e Francia (120 mila ton). Vale
a dire che questo settore può darci ancora
grosse soddisfazioni.
il sistema di gestione dell’intera filiera produttiva. Nato per soddisfare le richieste dei
partner commerciali più esigenti produce
molti tipi di funghi coltivati come Champignons, Prataioli, Pleurotus, Pioppino,
Cornucopiae, proposti in una gamma di
oltre 50 referenze.
...un territorio straordinario
COMBAI E MONFENERA:
DUE MARRONI IGP
Se c’è un frutto che in Veneto sa socializzare
è il “marrone”
L’area, dove ancora oggi è molto diffusa la
produzione di castagne, è quella pedemontana del veronese, vicentino e trevigiano,
dove dopo secoli di particolari coltivazioni
e selezioni si è ottenuto un frutto che per
qualità e sapore è indubbiamente unico, al
quale è stato dato il nome di “marrone”.
Quest’ultimo si differenzia dalla castagna
per la sua forma ovale allungata, per il colore più chiaro con striature brune ben marcate, per la buccia sottile, che si stacca con
facilità e per la polpa più gustosa e dolce.
IN SCENA LA RASSEGNA DELIZIE D’AUTUNNO
Le aree dove vengono coltivati i marroni,
protetti dal marchio europeo (indicazione
Geografica Protetta) IGP, sono oggi quelle di
Combai e Monfenera (IGP) in provincia di
Treviso, località nelle quali ogni anno si tengono delle manifestazioni (rassegna www.deliziedautunno.tv), nel corso delle quali i marroni vengono proposti in stand gastronomici
e nei ristoranti in innumerevoli varietà di
ricette, dalle semplici “caldarroste” ai piatti
più ricercati e abbinati ai molti vini veneti.
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Speciale
Consumatori
Marca Trevigiana
DOLCI PRESENZE
DAL MONTELLO AL GRAPPA
Nella Marca Trevigiana non mancano di certo dei valorosi apicoltori
Agricoltura e api, miele e territorio, natura
e uomo sono tutti connubi che cercano di
vivere in equilibrio anche nella Marca trevigiana. L’apicoltura nella nostra provincia è
molto diffusa. Le cosiddette “casette” delle
api trovano spazio sia nelle nostre aziende
agricole sia in tutta la pedemontana. Dalla
pianura al Montello ed al Grappa gli apicoltori sono molto attivi in diverse associazioni. E il miele che producono non manca di
qualificarsi ai primi posti nei vari concorsi
nazionali.
ALCUNI TIPI DI MIELE DEL NOSTRO TERRITORIO
Miele di acacia
Colore: paglierino chiaro sapore: dolce e delicato.
Non cristallizza e permane a lungo liquido.
Ricco di fruttosio è, per i diabetici leggeri, preferibile a qualsiasi altro miele.
Miele di tiglio
Colore: diverse gradazioni di giallo; profumo particolarmente marcato, dolce.
Cristallizzazione fine e consistente.
Ottimo l’abbinamento a tisane e infusi, cui conferisce il suo particolare profumo,
agisce come calmante e contro l’insonnia.
Miele di castagno
Colore: scuro, marrone
sapore: da leggermente a marcatamente amarognolo.
Non cristallizza e permane a lungo liquido.
Indicato in casi di cattiva circolazione del sangue.
Campagna
Amica
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...un territorio straordinario
MORLACCO E BASTARDO:
SAPORI DAL MONTE GRAPPA
Formaggi straordinari a latte crudo che nascono in malga
Nel 1881 in “Asolando – note inutili di viaggio”, un breve resoconto di una gita sul
Grappa, lo scrittore Giuseppe Valerio Bianchetti diceva “Ma
eccoci giunti a Borso, che
senz’essere la capitale
della Morlacchia, pur va
famosa per il formaggio
morlacco che vi si confeziona; formaggio di un sapore specialissimo e caro ai
bevitori. Perché un tal cacio
si chiami morlacco, nol mel seppe
dire nemmeno il mio antiquario…
Originario della regione balcanica tra l’Istria e
la Dalmazia, abitata anticamente dalla stirpe
dei Morlacchi, arrivò in queste zone grazie
a quei pastori che qui si stabilirono. In passato questo formaggio era derivato
dal latte della capra, oggi invece
è un formaggio da tavola
prodotto con latte intero
vaccino, un vero cru. E,
infatti, il Morlacco ha
un sapore fortemente
salato, con profumo
intenso che si accentua con la maturazione e
varia dagli alpeggi dove una ricca flora dà sapore al latte.
QUANDO “BASTARDO” E’ UNA
PAROLA GUSTOSA
Grazie ai malgari, ed alle loro transumanze,
oggi esistono ancora prodotti stupendi come
il formaggio Bastardo del Grappa. Deve il suo
nome alla mistura di latte di diversa provenienza animale pecora, capra, vacca - con
cui era prodotto un tempo. Il “bastardo” è
un prodotto tradizionale degli alpeggi del
Grappa da giugno a settembre, e sembra
probabile che la diffusione di tale tipologia
casearia abbia preso sviluppo dopo il secondo dopoguerra con l’affermarsi di condizioni economiche e sociali meno precarie. E’
a pasta gialla che varia tonalità di colore a
seconda della sua stagionatura che apporta
variazioni anche alla consistenza della pasta
diventando progressivamente più granulosa
ma assolutamente compatta. Oggi nella produzione si usa latte vaccino pastorizzato e la
stagionatura media è di un anno.
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Consumatori
Marca Trevigiana
OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA
DEI COLLI TREVIGIANI
Nella Marca trevigiana si produce anche un
prelibato olio “Veneto del Grappa” Dop
L’olio extravergine d’oliva dei Colli Trevigiani
viene prodotto nella Pedemontana Trevigiana,
nell’area compresa tra i confini con le Provincie di Vicenza ad Ovest e Pordenone ad Est.
I Comuni interessati sono quelli della pede-
montana da Asolo a Vittorio Veneto, per i quali è stata concessa anche la Denominazione di
Origine Protetta “Veneto del Grappa”. L’olivicoltura si è sviluppata nella Marca anche come
forma di presidio dei terreni non coltivati.
L’OLIO DI OLIVA NON E’ TUTTO UGUALE
L’olio di oliva non è tutto uguale, ma può variare a seconda della regione di provenienza.
Come per il vino, il terreno, il clima e le altre
condizioni determinano caratteristiche, sapo-
ri e profumi diversi: conoscerli e apprezzarli è
fondamentale nel valutare e stimare un olio.
DENOMINAZIONE E DEFINIZIONI DEGLI OLII OTTENUTI DALLE OLIVE
OLIO VERGINE DI OLIVA:
Olii ottenuti dal frutto dell’ulivo, solamente mediante mezzi meccanici o fisici e segnatamente in condizioni termiche che non comportino alterazioni
dell’olio e che non siano sottoposti ad alcun trattamento diverso dal lavaggio,
decantazione, centrifugazione e filtrazione. Vengono ulteriormente classificati:
OLIO DI OLIVA RAFFINATO:
Olio di oliva ottenuto da oli vergini mediante metodi di raffinazione che
non alterino al struttura gliceridica originaria.
OLIO DI OLIVA:
Olio di oliva ottenuto dalla miscelazione di olio raffinato ed olio vergine,
adatto al consumo tal quale.
OLIO DI SANSA DI OLIVA:
E’ l’olio ottenuto trattando le sanse di oliva con solventi, con l’esclusione
degli olii ottenuti mediante processi di reisterificazione e di qualsiasi miscela con olii di altro tipo.
I DUE FRANTOI DI TAPA OLEARIA
La cooperativa trevigiana olivicoltori Tapa olearia gestisce due frantoi, uno
a vittorio Veneto e l’altro a Cavaso del Tomba. Tapa Olearia ha la sua sede
in quel di Maser.
Campagna
Amica
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...un territorio straordinario
DAL MONTELLO AL QUARTIER
DEL PIAVE
Alcune aree del trevigiano sono specializzate
nella produzione di patate
LA PATATA DEL MONTELLO
Secondo la tradizione, furono le truppe napoleoniche, agli inizi dell’800, a introdurre
la coltivazione della patata nel Montello. Nel
corso del ‘900 vennero introdotte e nuove varietà di patate e i risultati, ad oggi, hanno superato ogni più rosea aspettativa, tanto che la
“Patata del Montello” è sempre più ricercata e
richiesta anche da coloro che abitano lontano
dall’area di produzione. La particolarità della
patata montelliana stà nella natura del terreno
di colore rosso mediterraneo, che è ferrettizza-
to per la dissoluzione dei calcari e argilloso per
cui trattiene a lungo l’umidità e accompagna
in modo ideale la maturazione dei tuberi. Dal
1996 la “Patata del Montello” è commercializzata con marchio registrato come prevede un
severo disciplinare gestito dal gruppo “Amici
Bosco Montello”. Ogni anno, nella seconda
domenica di settembre, presso l’edificio delle
ex scuola di Santa Lucia, Presa 18 sul Montello, in comune di Montebelluna, si tiene la
Mostra-Mercato della Patata del Montello.
LA PATATA BLU DALLE ANDE A MORIAGO DELLA BATTAGLIA
E’ una curiosità che stupisce e che si fa ricordare per il gusto originale e diverso. La patata blu è una varietà storica proveniente
dalle Ande peruviane. E’ definita una varietà primordiale e semiselvatica: un esempio
di prodotto “biodiverso” che l’alta cucina sta
riscoprendo. Si caratterizza per il colore blu
viola della buccia e della polpa. La patata blu,
che fa parte della specie Solanum tuberosum,
non va confusa con la “patata nera” o con la
LA PATATA DEL QUARTIER DEL PIAVE
Nel Quartier del Piave la coltivazione
della patata è ormai una tradizione. La zona di coltivazione più adatta
nella è la piana
di Moriago,
Sernaglia e
Vidor, caratterizzata
da terreni di
“patata violetta”, la cui polpa è gialla.
colorazione rossastra, chiamati ferretti,
particolarmente ricchi di ferro. A Moriago della Battaglia la Pro Loco ormai da
più decenni cura una Festa della Patata
nell’ambito delle celebrazioni di Ferragosto: i visitatori nell’occasione possono
assistere all’esposizione delle varietà pregiate di patate coltivate nella piana circostante, oltre che degustare piatti tipici e
ricette particolari, in cui quest’alimento
svolge il ruolo di protagonista.
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Speciale
Consumatori
Marca Trevigiana
IL POETA SCRISSE DI QUEL
“FIORE CHE SI MANGIA”
Sotto lo stesso tetto tre straordinari radicchi Igp
Il Consorzio Tutela Radicchio Rosso
di Treviso e Variegato di Castelfranco nasce nel 1996 a seguito del riconoscimento dell’indicazione Geografica.
Il Consorzio di tutela vigila sul corretto
uso delle denominazioni, sulla salvaguardia della loro tipicità e sul rispetto
del disciplinare di produzione del Radicchio Rosso di Treviso I.G.P., nelle due
tipologie precoce e tardivo, e del Radicchio Variegato di Castelfranco I.G.P. Allo
stesso modo promuove e valorizza questi
prodotti in Italia e nel mondo.
RADICCHIO DI TREVISO TARDIVO IGP
QUEL GELO INDISPENSABILE…
Il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo
è assai pregiato, in ragione della complessità del processo di produzione. Si presenta
con foglie lunghe e affusolate di color rosso violaceo intenso, con una costa centrale
bianca. Secondo il disciplinare di produzione la raccolta dal campo aperto può iniziare
solo dopo che le piante abbiano subito due
brinate. Una volta raccolto (ancora con il
suo fittone o radice) viene legato in mazzi
e posto con il fittone immerso in vasche di
Info su www.radicchioditreviso.it
Campagna
Amica
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A dx il variegato di Castelfranco IGP
acqua di falda a temperatura costante (1215 gradi) per la fase di imbianchimento.
La temperatura mite dell’acqua favorisce
la ripresa del processo vegetazionale, ma
l’assenza di luce impedisce alla pianta di
produrre clorofilla: da qui il colore tipico e
l’ammorbidimento delle note amare della
cicoria. Dopo un periodo di forzatura in acqua, che varia dai venti ai quindici giorni,
il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP è
pronto per la toelettatura finale.
...un territorio straordinario
ECCO IL RADICIO VERDON
DA CORTEL
Il verdolino appartiene alla
nostra cultura popolare dal
gusto speciale
Un prodotto di nicchia, una graziosa rosellina verde che annuncia la primavera. Si semina nelle cappezagne e curtòi, sotto i filari
delle viti, ai bordi dei campi e negli orti: la
prima verdura fresca che finiva sulle tavole
appena finito l’inverno. Il “Radicio Verdòn
da Cortèl” appartiene al grande gruppo delle cicorie o radicchi, il cui consumo risale a
tempi remotissimi. Va citata la notizia di un
manuale agreste del 1600 circa, che ricorda
un “radicchio scoltellato” quale alimento
povero di gente misera. Stessa dizione appare in “Storia delle Piante”, di Guillaume Luis
Figuier, edito nel 1887, in cui si cita il “Ra-
dicchio selvatico”, che “si mangia nell’inverno e nel cominciare della primavera; e
la povera gente di campagna va ad estrarlo, insieme ad altre radicchielle, col coltello
lungo le ripe e nei luoghi soleggiati, onde il
nome di radicchio scoltellato”.
A TAVOLA. Ottimo gustato con semplici
ricette, con le uova sode e condito con olio
di oliva, o irrorato con sugo di lardo fritto,
come usavano una volta.
IL KIWI A TREVISO E’ DI CASA
Non molti sanno che il Kiwi a Treviso
ha già delle solide tradizioni. E’
un frutto esotico originario della Cina del quale si hanno notizie dalla metà del secolo XIX
a seguito dei viaggi in Oriente. Largamente coltivato da
tempo in Nuova Zelanda è
certamente uno dei frutti di più
recente introduzione nella nostra
alimentazione. La coltivazione del
kiwi è iniziata nella provincia di Treviso
più di 25 anni fa. Da allora sono stati fatti
importanti passi avanti nel miglioramento
sia delle varietà, sia per quanto riguarda i
sistemi d’impianto. Oggi la coltivazione
nella Marca Trevigiana ha raggiunto livelli qualitativi molto elevati. La produzione del kiwi in provincia
di Treviso si concentra nella
zona pedemontana, interessa oltre 300 ettari coltivati ed è contraddistinta da
una colorazione bionda,
da un’assenza del torsolo
centrale e da un equilibrato rapporto zuccheri - acidi
che danno al frutto una sapidità
particolare. Alcune aziende nostrane lo trasformano in succo di frutta e in marmellate che vengono esportate in vari paesi del
mondo.
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Speciale
Consumatori
ZAPI TETRACIP
TRACIP
L’insetticida
ticida concentrato
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multinsetto
TETRACIP ZAPI
APII è un insetticida concentrato ad azione abbattente e residuale,
da diluire in acqua prima dell’impiego. Le sue soluzioni sono caratterizzate da una
lunga azione residuale dovuta alla cipermetrina e da un eccellente potere abbattente
etrametrina sinergizzata dal piperonil butossido unito ad una bassissidovuto alla tetrametrina
caldo
ma tossicità verso gli animali a sangue caldo.
TETRACIP ZAPI svolge quindi un’azione insetticida immediata e lungamente attiva
contro zanzare nella vegetazione e contro mosche, insetti volanti e striscianti negli
ambienti domestici e civili.
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