Marca Trevigiana - Federazione Coldiretti Treviso
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Marca Trevigiana - Federazione Coldiretti Treviso
Marca Trevigiana MONTELLO E COLLI ASOLANI: ANCHE DUE DOCG Un territorio straordinario che sa offrire dei veri capolavori Nato nel 1985 il Consorzio dei vini del Montello – Colli Asolani si è posto come interlocutore, punto di riferimento e raccordo per le iniziative miranti alla valorizzazione dei vini, alla tutela della denominazione di origine e alla promozione dell’immagine. Grazie al crescente impegno, attenzione e consapevolezza dei produttori, negli ultimi anni si è arrivati al prestigioso riconoscimento delle DOCG per l’Asolo Prosecco e per il Montello Rosso, della sottozona di “Venegazzù” e della DOC per i vitigni tradizionali Bianchetta trevigiana, Manzoni bianco, Recantina, Carmenère che hanno affiancato le varietà riconosciute fin dal 1977. Le aziende attualmente socie del Consorzio, di piccole e grandi dimensioni, di produzione diretta ed industriali, sono ampiamente rappresentative della realtà vinicola locale. FURONO I BENEDETTINI A DIFFONDERE LA CULTURA DELLA VITE Proprio su queste colline da cui nelle limpide giornate estive si vede in lontananza il campanile di San Marco, i monaci benedettini fin dall’anno 1000 diffusero la profonda cultura per la vite e il vino che persiste tutt’ora. I Veneziani venivano ad approvvigiornarsi dei vini per le proprie tavole e propri commerci in quelle antiche ville, oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO dove si sviluppò la civiltà QUI DOVE L’ECCELLENZA SI RESPIRA QUOTIDIANAMENTE Dalle opere di Andrea Palladio, ai dipinti di Paolo Veronese e del Giorgione, alle sculture di Antonio Canova che proprio qui è nato. Sono dolci i pendii su cui maturano le uve, protetti dal Monte Grappa e cullati dai venti freschi che d’estate scendono dalle Dolomiti lungo la valle del Piave, e il clima è famoso fin dal ‘500, fondata sull’agricoltura che tutto il mondo ci ammira. I colli venivano stimati dalle più prestigiose personalità e i vini si confrontavano a Venezia con quelli portati dalla Grecia e venivano tassati un terzo in più perché considerati migliori rispetto a quelli di altre zone. quando la regina Cornaro raccoglieva la sua corte in cima al colle di Asolo, tanto da attirare ancora secoli dopo i grandi poeti inglesi. Proprio in questo clima e in questo ambiente, dove l’eccellenza si respira quotidianamente, i produttori hanno fatto scelte coraggiose e controcorrente privilegiando sempre l’eleganza e la finezza all’abbondanza del prodotto. 59 Speciale Consumatori Marca Trevigiana ASPARAGI IGP A CIMADOLMO E BADOERE Sono due le indicazioni geografiche protette per i turrioni trevigiani GLI ASPARAGI (BIANCO E VERDE) DI BADOERE IGP GARANTITO DAL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI AI SENSI DELL’ART. 10 DEL REG (CE) N° 510/06 L’asparago di Badoere è coltivato in un’area compresa tra i corsi dei fiumi Sile e Dese (15 comuni nelle province di Treviso, Padova e Venezia). Ha ricevuto il riconoscimento I.G.P. (Indicazione geografica protetta) da parte dell’Unione Europea. Del prodotto esistono le due tipologie “bianco” e “verde”. I turioni, ben formati, dritti e mai vuoti, si caratterizzano per un colore bianco-rosato o verde-intenso, dal sapore dolce e aromatico. L’ASPARAGO BIANCO DI CIMADOLMO IGP La coltivazione dell’Asparago nei paesi attraversati dall’alveo del Piave è una tradizione radicata profondamente nella storia e nella cultura di queste zone, che risale all’alto Medio Evo. Il clima, il terreno reso fertile dal limo lasciato dal corso del Piave, l’abbondanza di acqua e la passione dell’uomo hanno permesso all’Asparago Bianco di Cimadolmo di avere la certificazione europea IGP. Cimadolmo, piccolo paese nel trevigiano, dà il nome all’asparago bianco medesimo, delicato germoglio che impreziosisce le tavole in primavera, la stagione in cui la natura, risvegliandosi, diventa un tripudio di colori e di profumi che si spandono nell’aria. Campagna Amica 60 ...un territorio straordinario CREIAMO UN ABBINAMENTO? ECCO LA BIANCA E L’INBRIAGO CHE GUSTO LA POLENTA BIANCOPERLA Fino al secondo dopoguerra nel trevigiano si cucinava una polenta bianca. Considerata di maggior pregio, era la polenta che divideva geograficamente la pianura e la collina dalla montagna, dove era diffusa quella gialla, più rustica e più adatta alle condizioni agronomiche e pedologiche. Il mais utilizzato è il Biancoperla, una qualità particolare acclimatatasi in questa parte della pianura veneta da tempo. Giacomo Agostinetti, agronomo di Cimadolmo, nei suoi Cento e dieci ricordi che formano il buon fattor di villa, edito a fine ‘600, segnala la presenza diffusa di un sorgo- turco bianco, specie nei Quartieri della Piave. Le pannocchie sono affusolate, allungate, con grandi chicchi bianco perlacei e brillanti, vitrei, che producono la polenta bianca “di Treviso”, fine, delicata e saporita. Negli anni ’50 le varietà ibride farinose, più produttive, soppiantarono le coltivazioni ottenute dalle varietà ad impollinazione libera, come il Biancoperla, dalle rese più basse… PRESIDIO. Dal 2002 questo prodotto tradizionale, la cui area di produzione è circoscritta alle province di Treviso, Padova e Venezia, è uno dei Presìdi Slow Food del Veneto. L’INEBRIANTE FORMAJO INBRIAGO CHE STORIA!!! Potrebbe essere definito un figlio della guerra e proprio negli eventi legati al primo conflitto mondiale trova le sue origini, origini casuali e legate alle necessità del momento. Il metodo di ubriacatura prenderebbe origine da quanto avvenuto nella Sinistra Piave Trevigiana durante la ritirata di Caporetto. Per nascondere agli austro ungarici affamati i formaggi di casa, questi sarebbero stati coperti di vinacce, considerate materiale di scarto e quindi non sottoposte a particolari attenzioni e indagini. In fondo era meglio mangiare del formaggio rovinato, dal gusto cattivo, piuttosto che morire di fame. Passati i pericoli le “pezze” vennero recuperate, ma nel frattempo avevano cambiato il colore della crosta, divenuta violaceo scuro e la consistenza, conferendo al formaggio gli aromi del mosto. Questa inusuale maturazione risultò però essere molto gradevole, con un gusto molto particolare tra il piccante e il fruttato, una vera delizia per il palato, tanto che venne attuata anche dopo la guerra. Col passare degli anni, da casalinga e campagnola, l’ubriacatura si è evoluta a raffinato e ricercato trattamento e oggi “l’Inbriago” viene accompagnato dal vino d’origine in una serie di preparazioni gastronomiche di sicuro successo e qualità. 61 Speciale Consumatori Marca Trevigiana PISELLI E FAGIOLI DI GRAN MARCA Nella pedemontana trevigiana altri principi della cucina IL BORLOTTO DI LEVADA, UN NANO DALLE… GRANDI QUALITÀ Tra le molte varietà di fagioli coltivati in Veneto e in Italia troviamo il fagiolo Borlotto Nano Levada. Questo particolare tipo di legume faceva parte della coltura agraria pedemontana già ad inizio secolo, quando veniva coltivato in file intercalari al mais oppure tra i filari dei vigneti. Per la fiera d’autunno, ad Onigo di Pederobba, ai primi di settembre si svolge la festa del “Borlotto nano di Levada” con l’esposizione di itori Il prodotto si presenta come una leguminosa con portamento eretto, dai baccelli lunghi tra i 15 e IL DOGALE PISELLO DI BORSO Il Pisello di Borso del Grappa era conosciuto fin dai tempi della Serenissima Repubblica Veneta, quando veniva offerto con il riso al Doge in occasione della festa di San Marco. Anche nel “Trattato della Natura de’ cibi” di Baldassarre Pisanelli del 1659 si trovano riferimento ad un pisello particolarmente dolce proveniente dalla zona di Borso. L’amenità e il clima pedemontano di Borso del Grappa, le coltivazioni sui tradizionali terrazzamenti , a ridosso delle “margiere” (muretti di rami a secco) e quindi protette dal freddo e ben esposte al sole, permettevano ai coltivatori di anticipare la maturazione dei “bisi” e di portarli al mercato verso la fine di aprile. Campagna Amica 62 i 17 cm, appiattiti e screziati di rosso su un fondo bianco crema. I fagioli all’interno variano da un numero di sei a otto e si presentano di buone dimensioni, rotondeggianti e allungati, con una caratteristica buccia molto sottile di colore bianco screziato di rosso. Con la cottura produce un brodo chiaro ed acquista un sapore delicato. ...un territorio straordinario LA CARNE DI CASA TUA, LA BONTA’ E’ QUALITA’ La Marca trevigiana offre garanzie assolute sulla produzione zootecnica La carne di casa tua, la bontà è la qualità è un progetto che promuove il consumo della carne di casa nostra! Promotrici di questo progetto due cooperative, la Castellana di Castelfranco veneto e la Montelliana di Montebelluna. Insieme hanno fatto questo percorso volto a sensibilizzare i consumatori di quanto sia importante valutare l’origine lacarnedicasatua la bontà è qualità della carne. Quella trevigiana dal canto suo ha una grande tradizione di qualità e garanzie per i consumatori. Tornando alle due cooperative si può sottolineare il grande lavoro svolto per valorizzare i vari tagli della carne e anche le Piccole produzioni locali che vengono immesse nel mercato direttamente dalle imprese agricole. IL POLLO E’ BUONO E RUSTICHELLO Il pollo ruspante un tempo cresceva e prolificava, libero di razzolare e nutrito in modo sano, nelle aie delle case di campagna e nei campi limitrofi, era un animale da cortile talmente diffuso da costituire una risorsa alimentare di primaria importanza. Oggi un progetto, grazie a Istituti preposti, comunità montane e produttori locali, ci ridà questi sapori tradizionali con la produzione del pollo rustichello che avviene nelle aziende agrituristiche e agricole locali nella Comunità Montana del Grappa, Comunità delle Prealpi Trevigiane e nel Montello). Lo scopo fondamentale di questa produzione è dunque quello di selezionare le razze più rustiche e resistenti al fine di garantire un prodotto di alta qualità. Sono tre le razze di pollo rustichello allevate nella pedemontana trevigiana: New Hampshire, Razza Maculata, Ermellina di Rovigo . 63 Speciale Consumatori Marca Trevigiana LA CASATELLA TREVIGIANA DOP, UNICA NEL SUO GENERE Un prelibato formaggio dal tradizionale sapore contadino L’unico formaggio italiano a pasta molle che ha un marchio Dop (Denominazione di origine protetta) riconosciuto dall’Unione europea. Stiamo parlando della Casatella Treviiana. E’ un formaggio fresco, con un profumo lieve e delicato, dalla pasta inizialmente compatta, che con la maturazione si fa morbida e cremosa, mantecata, fondente in bocca e dal colore bianco o lievemente paglierino. La crosta è appena percepibile, il sapore è dolce con caratteristiche venature acidule. LA STORIA… Il formaggio di casa, la Casatella. Un formaggio di antiche origini contadine, prodotto oltre che nei piccoli caseifici, anche dalle massaie direttamente nelle cucine delle case, utilizzando il poco latte appena munto e secondo metodologie tradizionali. OGGI… UNA GARANZIA La Casatella Trevigiana IGP per essere prodotta occorre rispettare un ferreo disciplinare di produzione che prevede che ogni fase, dall’alimentazione degli animali alla mungitura ed alle attività in caseificio, avvenga nel territorio della Marca trevigiana. UN’IDEA IN CUCINA… POLENTA A STRATI: 300g di Casatella soda, 100g di formaggio Grana Padano grattugiato, 500g di farina di polenta gialla, burro, acqua e sale. Preparare una polenta ben cotta, versarla su un tagliere di legno e lasciarla raffreddare. Quindi tagliarla a fettine e friggerla nel burro. Disporre le fettine in una pirofila, sovrapporvi uno strato di Casatella e cospargerle di Grana grattugiato. Così di seguito fino ad esaurimento degli ingredienti. Cospargere l’ultimo Campagna Amica 64 strato ancora con il Grana grattugiato. Passare nel forno a 180°c per 20 minuti. Servire caldo. RADICCHIO FILANTE: 300g di Casatella morbida, 500g di Radicchio Rosso di Treviso Igp, olio di oliva extra vergine, sale e pepe. Tagliare a pezzetti il radicchio e farlo appassire in un tegame a fuoco vivo nell’olio di oliva. Coprire il radicchio con fettine di formaggio e farlo fondere per 5 minuti sul fuoco a tegame coperto. Servire subito. ...un territorio straordinario UN GUSTOSO ITINERARIO TRA MASER E MONFUMO La mela e la ciliegia sono produzioni tradizionali di queste terre LA MELA DI MONFUMO La mela è originaria dei paesi dell’Asia centrale e occidentale. È un frutto molto antico, si crede addirittura che risalga al Neolitico. Le mele coltivate (Malus communis silvestris) nell’area pedemontana della provincia di Treviso derivano dal melo originario del- la Transcaucasia: una coltura molto antica, come testimoniano ritrovamenti di palafitte in Svizzera, Austria e Svezia risalenti all’inizio della età della pietra. Nei “broli” (i frutteti) e nelle “chiusure” (i prati delimitati dagli alberi da frutto) vengono tuttora coltivati accanto a mele e pere autoctone, anche fichi, mandorli, susini e marasche. L’evento principale dedicato a questo frutto è “La Festa della Mela di Monfumo” che si tiene in centro al paese nel mese di ottobre. La mela di Monfumo ha forma tondeggiante, è rossa, piccola, profumata, molto farinosa alla maturazione, di ridotta conservabilità, che va consumata prima dell’inizio dell’inverno. A Monfumo e dintorni il territorio è ideale per la produzione perchè i versanti meridionali delle sue vallate sono protetti dal freddo invernale. A MASER, UNA TIRA L’ALTRA “Sono come le ciliegie. Una tira l’altra”. Questo detto la dice lunga sulla bontà di questo frutto, la cui pianta ha origini asiatiche e che si diffuse in Egitto sin dal VII secolo a.C. e venne introdotto in occidente probabilmente da Lucullo, il console romano vittorioso su Mitridate. A Maser la comparsa del ciliegio è avvenuta quindi durante l’epoca tardo romana, ma è solamente a partire dal Medioevo che riusciamo a trovare i primi accenni alla coltivazione di questo frutto. Oggi la ciliegia di Maser è un prezioso dono di queste terre e soprattutto un’ottima occasione per visitare il territorio e scoprire un vero e proprio paniere di prodotti ticpici. Le cultivar presenti in questo territorio sono numerose ma la va- rietà più tipica è la Mora di Maser, di forma media con la buccia rosso scuro e la polpa rosa, consistente e succosa. 65 Speciale Consumatori Marca Trevigiana LE PERLE DEI COLLI DI CONEGLIANO Dai vini del professor Manzoni a quelli di Mozart e le novità di Fregona Quella dei Colli di Conegliano è una D.O.C.G. che si rifà alla grande e antica tradizione degli altri vini delle colline trevigiane e proprio per questo ha dei meriti non indifferenti. Con questa denominazione è stato possibile salvare e promuovere alcune particolarità enoiche di assoluto pregio ed è stata offerta l’opportunità per premiare quel capolavoro del professor Luigi Man- zoni, già Preside della Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano, che è l’ormai famoso vino bianco ottenuto in un campo sperimentale. Le perle di questa Denominazione sono date dal vino Bianco Colli di Conegliano, dal Rosso Colli di Conegliano, dal Refrontolo Passito e dal Torchiato di Fregona anch’esso passito. QUEL MARZEMINO DEL DON GIOVANNI… Il Marzemino di Refrontolo è un vino diverso da quello prodotto in altre zone, è un vino da dessert, da conversazione, di un bel colore rosso rubino con orli violacei, amabile, sapido, frizzante, ricco di profumi con nota di mora di rovo e di morasca. Raggiunge i 12-14 gradi. Lo si conosce comre Refrontolo passito. Il grande Mozart ha immortalato questo vino nella sua opera, il Don Giovanni scritto dal Da Ponte. ECCO LA PIERA DOLZA… E’ nata la cooperativa del Torchiato di Fregona che si chiama Cantina produttori Fregona. Piera Dolza è, invece, il nuovo marchio che i 7 produttori consorziati hanno adottato per il loro vino, a significare il legame che intendono mantenere con il territorio e la tradizione locale. Infatti, con la piera dolza - come viene localmente chiamata la pietra arenaria estratta fin dal ‘500 dalle incantevoli Grotte del Caglieron per farne fregi archittetonici destinati Campagna Amica 66 alle chiese e ai signorili palazzi della vicina Vittorio Veneto, nell’800 venne realizzato anche il basamento del torchio utilizzato dalla comunità locale per la spremitura delle uve appassite e selezionate per essere trasformate nel nobile vino ambrato che appunto dal torchio ha tratto anche il suo nome. ...un territorio straordinario LA MARCA LEADER NELL’ALLEVAMENTO DEI CONIGLI Una tradizione che dal Piave si è trasferita a mezza europa Il coniglio nel Veneto richiama la tradizione contadina; anticamente l’allevamento del coniglio costituiva la forma di reddito integrativo per le famiglie della mezzadria veneta, che di queste carni si nutrivano e con le quali esercitavano un piccolo commercio per poter disporre di una certa liquidità di danaro. Da strettamente familiare via via l’allevamento del coniglio ha assunto dimensioni maggiori, senza però perdere le sue caratteristiche di ruralità e il suo legame con la terra. Questo è il tipo di allevamento oggi presente nel Veneto, dove esiste la più importante concentrazione al mondo di allevamenti cunicoli. VOLPAGO E TREVIGNANO DA RECORD DEL MONDO E’ universalmente riconosciuto che l’area del bacino del Piave è stata la culla della moderna coniglicoltura, in quanto nella marca, grazie anche ad una azienda produttrice di attrezzature cunicole, si sono sperimentate le tecniche di allevamenti attualmente applicate in tutte le produzioni dell’Eu- ropa. Questo fermento produttivo ha portato alcuni comuni della Marca, quali Volpago del Montello e Trevignano, ad avere la più alta concentrazione al mondo di allevamenti cunicoli. A livello europeo l’Italia rappresenta il 44% della produzione. Il Veneto produce circa il 38 % dei conigli del Bel Paese. CARNE PER BUONGUSTAI Una carne, quella del coniglio, che è particolarmente apprezzata, oltre che per la digeribilità, il basso tenore di colesterolo, l’elevato valore nutritivo, il basso tenore di sodio, anche per il suo gusto che soddisfa i palati più raffinati. La carne di coniglio per la sua morfologia e per le tecniche di allevamento adottate ha mantenuto negli anni una sua immagine salutista. E’ una carne gustosa, particolarmente magra, molto ricca di vitamine e sali minerali, come fosforo, magnesio, potassio, ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi e a bassissimo contenuto di colesterolo e sodio. 67 Speciale Consumatori Marca Trevigiana QUI LA CAPITALE DEI FUNGHI COLTIVATI Nella Marca Trevigiana la funghicoltura ci racconta delle stupende storie di uomini Treviso è capitale italiana della fungicoltura. Il merito è anche dei suoi emigranti che al ritorno hanno portato con sé la base del know how dell’arte del coltivar funghi. Così nel tempo, nel circondario trevigiano, sono nate numerose fungaie che hanno cominciato ad evolversi proponendo sistemi sempre più nuovi ed efficienti ricreando in maniera straordinaria le condizioni ideali per UN CONSORZIO DA PRIMATO A Treviso esiste il primo polo produttivo italiano ed è riunito nel Consorzio Funghi Treviso (www.consorziofunghitreviso.it) che riunisce 13 aziende e società agricole situate nelle province di Treviso, Padova e Belluno con l’obiettivo di incrementare e valorizzare Campagna Amica 68 la produzione di funghi. La provincia di Treviso oggi produce circa 22 mila tonnellate di prodotto contro le 62 mila in Italia. In Europa (1 milione le ton prodotte), invece, il primato spetta alla Polonia con 280 mila ton seguita da Olanda (250 mila ton) e Francia (120 mila ton). Vale a dire che questo settore può darci ancora grosse soddisfazioni. il sistema di gestione dell’intera filiera produttiva. Nato per soddisfare le richieste dei partner commerciali più esigenti produce molti tipi di funghi coltivati come Champignons, Prataioli, Pleurotus, Pioppino, Cornucopiae, proposti in una gamma di oltre 50 referenze. ...un territorio straordinario COMBAI E MONFENERA: DUE MARRONI IGP Se c’è un frutto che in Veneto sa socializzare è il “marrone” L’area, dove ancora oggi è molto diffusa la produzione di castagne, è quella pedemontana del veronese, vicentino e trevigiano, dove dopo secoli di particolari coltivazioni e selezioni si è ottenuto un frutto che per qualità e sapore è indubbiamente unico, al quale è stato dato il nome di “marrone”. Quest’ultimo si differenzia dalla castagna per la sua forma ovale allungata, per il colore più chiaro con striature brune ben marcate, per la buccia sottile, che si stacca con facilità e per la polpa più gustosa e dolce. IN SCENA LA RASSEGNA DELIZIE D’AUTUNNO Le aree dove vengono coltivati i marroni, protetti dal marchio europeo (indicazione Geografica Protetta) IGP, sono oggi quelle di Combai e Monfenera (IGP) in provincia di Treviso, località nelle quali ogni anno si tengono delle manifestazioni (rassegna www.deliziedautunno.tv), nel corso delle quali i marroni vengono proposti in stand gastronomici e nei ristoranti in innumerevoli varietà di ricette, dalle semplici “caldarroste” ai piatti più ricercati e abbinati ai molti vini veneti. 69 Speciale Consumatori Marca Trevigiana DOLCI PRESENZE DAL MONTELLO AL GRAPPA Nella Marca Trevigiana non mancano di certo dei valorosi apicoltori Agricoltura e api, miele e territorio, natura e uomo sono tutti connubi che cercano di vivere in equilibrio anche nella Marca trevigiana. L’apicoltura nella nostra provincia è molto diffusa. Le cosiddette “casette” delle api trovano spazio sia nelle nostre aziende agricole sia in tutta la pedemontana. Dalla pianura al Montello ed al Grappa gli apicoltori sono molto attivi in diverse associazioni. E il miele che producono non manca di qualificarsi ai primi posti nei vari concorsi nazionali. ALCUNI TIPI DI MIELE DEL NOSTRO TERRITORIO Miele di acacia Colore: paglierino chiaro sapore: dolce e delicato. Non cristallizza e permane a lungo liquido. Ricco di fruttosio è, per i diabetici leggeri, preferibile a qualsiasi altro miele. Miele di tiglio Colore: diverse gradazioni di giallo; profumo particolarmente marcato, dolce. Cristallizzazione fine e consistente. Ottimo l’abbinamento a tisane e infusi, cui conferisce il suo particolare profumo, agisce come calmante e contro l’insonnia. Miele di castagno Colore: scuro, marrone sapore: da leggermente a marcatamente amarognolo. Non cristallizza e permane a lungo liquido. Indicato in casi di cattiva circolazione del sangue. Campagna Amica 70 ...un territorio straordinario MORLACCO E BASTARDO: SAPORI DAL MONTE GRAPPA Formaggi straordinari a latte crudo che nascono in malga Nel 1881 in “Asolando – note inutili di viaggio”, un breve resoconto di una gita sul Grappa, lo scrittore Giuseppe Valerio Bianchetti diceva “Ma eccoci giunti a Borso, che senz’essere la capitale della Morlacchia, pur va famosa per il formaggio morlacco che vi si confeziona; formaggio di un sapore specialissimo e caro ai bevitori. Perché un tal cacio si chiami morlacco, nol mel seppe dire nemmeno il mio antiquario… Originario della regione balcanica tra l’Istria e la Dalmazia, abitata anticamente dalla stirpe dei Morlacchi, arrivò in queste zone grazie a quei pastori che qui si stabilirono. In passato questo formaggio era derivato dal latte della capra, oggi invece è un formaggio da tavola prodotto con latte intero vaccino, un vero cru. E, infatti, il Morlacco ha un sapore fortemente salato, con profumo intenso che si accentua con la maturazione e varia dagli alpeggi dove una ricca flora dà sapore al latte. QUANDO “BASTARDO” E’ UNA PAROLA GUSTOSA Grazie ai malgari, ed alle loro transumanze, oggi esistono ancora prodotti stupendi come il formaggio Bastardo del Grappa. Deve il suo nome alla mistura di latte di diversa provenienza animale pecora, capra, vacca - con cui era prodotto un tempo. Il “bastardo” è un prodotto tradizionale degli alpeggi del Grappa da giugno a settembre, e sembra probabile che la diffusione di tale tipologia casearia abbia preso sviluppo dopo il secondo dopoguerra con l’affermarsi di condizioni economiche e sociali meno precarie. E’ a pasta gialla che varia tonalità di colore a seconda della sua stagionatura che apporta variazioni anche alla consistenza della pasta diventando progressivamente più granulosa ma assolutamente compatta. Oggi nella produzione si usa latte vaccino pastorizzato e la stagionatura media è di un anno. 71 Speciale Consumatori Marca Trevigiana OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA DEI COLLI TREVIGIANI Nella Marca trevigiana si produce anche un prelibato olio “Veneto del Grappa” Dop L’olio extravergine d’oliva dei Colli Trevigiani viene prodotto nella Pedemontana Trevigiana, nell’area compresa tra i confini con le Provincie di Vicenza ad Ovest e Pordenone ad Est. I Comuni interessati sono quelli della pede- montana da Asolo a Vittorio Veneto, per i quali è stata concessa anche la Denominazione di Origine Protetta “Veneto del Grappa”. L’olivicoltura si è sviluppata nella Marca anche come forma di presidio dei terreni non coltivati. L’OLIO DI OLIVA NON E’ TUTTO UGUALE L’olio di oliva non è tutto uguale, ma può variare a seconda della regione di provenienza. Come per il vino, il terreno, il clima e le altre condizioni determinano caratteristiche, sapo- ri e profumi diversi: conoscerli e apprezzarli è fondamentale nel valutare e stimare un olio. DENOMINAZIONE E DEFINIZIONI DEGLI OLII OTTENUTI DALLE OLIVE OLIO VERGINE DI OLIVA: Olii ottenuti dal frutto dell’ulivo, solamente mediante mezzi meccanici o fisici e segnatamente in condizioni termiche che non comportino alterazioni dell’olio e che non siano sottoposti ad alcun trattamento diverso dal lavaggio, decantazione, centrifugazione e filtrazione. Vengono ulteriormente classificati: OLIO DI OLIVA RAFFINATO: Olio di oliva ottenuto da oli vergini mediante metodi di raffinazione che non alterino al struttura gliceridica originaria. OLIO DI OLIVA: Olio di oliva ottenuto dalla miscelazione di olio raffinato ed olio vergine, adatto al consumo tal quale. OLIO DI SANSA DI OLIVA: E’ l’olio ottenuto trattando le sanse di oliva con solventi, con l’esclusione degli olii ottenuti mediante processi di reisterificazione e di qualsiasi miscela con olii di altro tipo. I DUE FRANTOI DI TAPA OLEARIA La cooperativa trevigiana olivicoltori Tapa olearia gestisce due frantoi, uno a vittorio Veneto e l’altro a Cavaso del Tomba. Tapa Olearia ha la sua sede in quel di Maser. Campagna Amica 72 ...un territorio straordinario DAL MONTELLO AL QUARTIER DEL PIAVE Alcune aree del trevigiano sono specializzate nella produzione di patate LA PATATA DEL MONTELLO Secondo la tradizione, furono le truppe napoleoniche, agli inizi dell’800, a introdurre la coltivazione della patata nel Montello. Nel corso del ‘900 vennero introdotte e nuove varietà di patate e i risultati, ad oggi, hanno superato ogni più rosea aspettativa, tanto che la “Patata del Montello” è sempre più ricercata e richiesta anche da coloro che abitano lontano dall’area di produzione. La particolarità della patata montelliana stà nella natura del terreno di colore rosso mediterraneo, che è ferrettizza- to per la dissoluzione dei calcari e argilloso per cui trattiene a lungo l’umidità e accompagna in modo ideale la maturazione dei tuberi. Dal 1996 la “Patata del Montello” è commercializzata con marchio registrato come prevede un severo disciplinare gestito dal gruppo “Amici Bosco Montello”. Ogni anno, nella seconda domenica di settembre, presso l’edificio delle ex scuola di Santa Lucia, Presa 18 sul Montello, in comune di Montebelluna, si tiene la Mostra-Mercato della Patata del Montello. LA PATATA BLU DALLE ANDE A MORIAGO DELLA BATTAGLIA E’ una curiosità che stupisce e che si fa ricordare per il gusto originale e diverso. La patata blu è una varietà storica proveniente dalle Ande peruviane. E’ definita una varietà primordiale e semiselvatica: un esempio di prodotto “biodiverso” che l’alta cucina sta riscoprendo. Si caratterizza per il colore blu viola della buccia e della polpa. La patata blu, che fa parte della specie Solanum tuberosum, non va confusa con la “patata nera” o con la LA PATATA DEL QUARTIER DEL PIAVE Nel Quartier del Piave la coltivazione della patata è ormai una tradizione. La zona di coltivazione più adatta nella è la piana di Moriago, Sernaglia e Vidor, caratterizzata da terreni di “patata violetta”, la cui polpa è gialla. colorazione rossastra, chiamati ferretti, particolarmente ricchi di ferro. A Moriago della Battaglia la Pro Loco ormai da più decenni cura una Festa della Patata nell’ambito delle celebrazioni di Ferragosto: i visitatori nell’occasione possono assistere all’esposizione delle varietà pregiate di patate coltivate nella piana circostante, oltre che degustare piatti tipici e ricette particolari, in cui quest’alimento svolge il ruolo di protagonista. 73 Speciale Consumatori Marca Trevigiana IL POETA SCRISSE DI QUEL “FIORE CHE SI MANGIA” Sotto lo stesso tetto tre straordinari radicchi Igp Il Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco nasce nel 1996 a seguito del riconoscimento dell’indicazione Geografica. Il Consorzio di tutela vigila sul corretto uso delle denominazioni, sulla salvaguardia della loro tipicità e sul rispetto del disciplinare di produzione del Radicchio Rosso di Treviso I.G.P., nelle due tipologie precoce e tardivo, e del Radicchio Variegato di Castelfranco I.G.P. Allo stesso modo promuove e valorizza questi prodotti in Italia e nel mondo. RADICCHIO DI TREVISO TARDIVO IGP QUEL GELO INDISPENSABILE… Il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo è assai pregiato, in ragione della complessità del processo di produzione. Si presenta con foglie lunghe e affusolate di color rosso violaceo intenso, con una costa centrale bianca. Secondo il disciplinare di produzione la raccolta dal campo aperto può iniziare solo dopo che le piante abbiano subito due brinate. Una volta raccolto (ancora con il suo fittone o radice) viene legato in mazzi e posto con il fittone immerso in vasche di Info su www.radicchioditreviso.it Campagna Amica 74 A dx il variegato di Castelfranco IGP acqua di falda a temperatura costante (1215 gradi) per la fase di imbianchimento. La temperatura mite dell’acqua favorisce la ripresa del processo vegetazionale, ma l’assenza di luce impedisce alla pianta di produrre clorofilla: da qui il colore tipico e l’ammorbidimento delle note amare della cicoria. Dopo un periodo di forzatura in acqua, che varia dai venti ai quindici giorni, il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP è pronto per la toelettatura finale. ...un territorio straordinario ECCO IL RADICIO VERDON DA CORTEL Il verdolino appartiene alla nostra cultura popolare dal gusto speciale Un prodotto di nicchia, una graziosa rosellina verde che annuncia la primavera. Si semina nelle cappezagne e curtòi, sotto i filari delle viti, ai bordi dei campi e negli orti: la prima verdura fresca che finiva sulle tavole appena finito l’inverno. Il “Radicio Verdòn da Cortèl” appartiene al grande gruppo delle cicorie o radicchi, il cui consumo risale a tempi remotissimi. Va citata la notizia di un manuale agreste del 1600 circa, che ricorda un “radicchio scoltellato” quale alimento povero di gente misera. Stessa dizione appare in “Storia delle Piante”, di Guillaume Luis Figuier, edito nel 1887, in cui si cita il “Ra- dicchio selvatico”, che “si mangia nell’inverno e nel cominciare della primavera; e la povera gente di campagna va ad estrarlo, insieme ad altre radicchielle, col coltello lungo le ripe e nei luoghi soleggiati, onde il nome di radicchio scoltellato”. A TAVOLA. Ottimo gustato con semplici ricette, con le uova sode e condito con olio di oliva, o irrorato con sugo di lardo fritto, come usavano una volta. IL KIWI A TREVISO E’ DI CASA Non molti sanno che il Kiwi a Treviso ha già delle solide tradizioni. E’ un frutto esotico originario della Cina del quale si hanno notizie dalla metà del secolo XIX a seguito dei viaggi in Oriente. Largamente coltivato da tempo in Nuova Zelanda è certamente uno dei frutti di più recente introduzione nella nostra alimentazione. La coltivazione del kiwi è iniziata nella provincia di Treviso più di 25 anni fa. Da allora sono stati fatti importanti passi avanti nel miglioramento sia delle varietà, sia per quanto riguarda i sistemi d’impianto. Oggi la coltivazione nella Marca Trevigiana ha raggiunto livelli qualitativi molto elevati. La produzione del kiwi in provincia di Treviso si concentra nella zona pedemontana, interessa oltre 300 ettari coltivati ed è contraddistinta da una colorazione bionda, da un’assenza del torsolo centrale e da un equilibrato rapporto zuccheri - acidi che danno al frutto una sapidità particolare. Alcune aziende nostrane lo trasformano in succo di frutta e in marmellate che vengono esportate in vari paesi del mondo. 75 Speciale Consumatori ZAPI TETRACIP TRACIP L’insetticida ticida concentrato setto N° 1 in Italia! multinsetto TETRACIP ZAPI APII è un insetticida concentrato ad azione abbattente e residuale, da diluire in acqua prima dell’impiego. Le sue soluzioni sono caratterizzate da una lunga azione residuale dovuta alla cipermetrina e da un eccellente potere abbattente etrametrina sinergizzata dal piperonil butossido unito ad una bassissidovuto alla tetrametrina caldo ma tossicità verso gli animali a sangue caldo. TETRACIP ZAPI svolge quindi un’azione insetticida immediata e lungamente attiva contro zanzare nella vegetazione e contro mosche, insetti volanti e striscianti negli ambienti domestici e civili. 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