Record verticale

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Record verticale
Dal cantiere
di Marzio Moschin
Fagioli
Record verticale
Il nuovo impianto EST
(Eni Slurry Technology)
– che rappresenta
l’estensione della
raffineria si Sannazzaro
dè Burgondi (Pv)
– ha richiesto un
sistema particolare
di sollevamento e di
“tailing frame” per
l’installazione di due
reattori di quasi 2.000 t
ciascuno e un modulo
da 2.400 t. Vediamo i
dettagli dell’operazione
C
on un’operazione di engineering straordinaria, lo staff di
Fagioli ha eseguito le attività relative al trasporto, sollevamento e al posizionamento di 10
megastrutture all’interno del progetto di
estensione della raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia,
una delle più efficienti d’Europa grazie
alla sua capacità di raffinazione primaria bilanciata di 170.000 barili al giorno
e un indice di conversione del 46,2%.
Circa sei mesi fa l’ENI ha dato il via,
con una tecnologia innovativa, alle attività per la realizzazione dell’impianto
che consentirà la prima applicazione su
scala industriale della tecnologia EST
(Eni Slurry Technology) per la conversione dei residui petroliferi pesanti in
prodotti pregiati, benzina e gasolio.
Da qui, la necessità di movimentare
e sollevare imponenti strutture di impianto in tempi brevi, per definire l’intera operazione entro la fine del 2011.
Uomini e macchine
Allo scopo di realizzare con efficacia
flessibile l’arco delle operazioni di sollevamento, Fagioli ha messo in atto un
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imponente dispiegamento di risorse,
competenze, personale e attrezzature specializzate. Sono state impiegate
sul campo, in particolare:
• una gru cingolata Liebherr LR 1750,
con una capacità di sollevamento di
750 t;
• una gru Marchetti MG 198, con una
capacità di sollevamento di 200 t; 112
assi di moduli semoventi per il trasporto pesante (SPMT-Self Propelled Modular Trailer);
• un sistema di torri per il sollevamento
formato da 28 sezioni, per un’altezza
totale di 85 m;
• un sistema di sollevamento formato
da 16 “strand-jack” (di cui otto del modello L600 MK5, con una capacità di
sollevamento di 600 t, e altrettanti del
modello L180 MK2, con una capacità
di sollevamento di 150 t cadauno);
• un sistema di “tailing” progettato su
misura, formato da strand jack e skid
system;
• n. 10 “skid shoes” con una capacità
di 600 t cadauno, a 44 sezioni di binari, per una lunghezza totale del sistema di 28 m;
• cinque unità power pack;
• un sistema di controllo computerizzato in grado di gestire simultaneamente le operazioni di più mezzi;
• gru idrauliche e mezzi di supporto
(muletti, travi per il trasporto, blocchi
di ancoraggio).
Fagioli ha eseguito il
trasporto, sollevamento
e posizionamento di 27
megastrutture all’interno
della raffineria di
Sannazzaro de’ Burgondi
Oltre all’ampia gamma di attrezzature specializzate di cui dispone Fagioli, uno dei principali fattori che hanno
permesso di portare a termine il lavoro
con successo è stato lo studio ingegneristico preliminare che l’Engineering Department dell’azienda ha svolto
delineando i criteri operativi da seguire
durante lo svolgimento dei lavori.
Tra le varie attività di notevole impegno eseguite da Fagioli in cantiere dal
personale delle operazioni, le più spet-
Le sezioni delle torri sono state collocate su quattro file di SPMT, per un totale
di 112 assi equipaggiate con travi di trasporto
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Dal cantiere
Le dimensioni dei due reattori “slurry”
La composizione del “tailing system”
• 1.920 t l’uno
• una struttura di tailing
• 56 m di altezza
• una trave di supporto per gli “strand jacks”
• 5,4 m di diametro
• due strand jacks L 600 fissati sulla trave di supporto
Per sollevare le due strutture, Fagioli ha progettato
un impianto su misura (il sistema di “tailing”) per
costituire un valido supporto alle torri durante il
sollevamento.
tacolari hanno riguardato il sollevamento di un modulo del peso di 2400 t,
oltre al sollevamento e al posizionamento - mediante sistema di “tailing”
con “skid shoes” - di due reattori del
peso di 1.920 t e di altre sette strutture (colonne, reattori, separatori) tra
le 90 e le 400 t.
• quattro “skid shoes” per consentire la movimentazione della
struttura di tailing in direzione delle torri di sollevamento
• 28 m di binari per le skid shoes
• un sistema di controllo computerizzato
Modulo strutturale
Le caratteristiche del modulo riportavano 55 m d’altezza per una struttura
formata da tre sezioni del peso di 840 t,
820 t e 740 t (a comporre il totale già
citato di 2.400 t); le dimensioni delle
sezioni singole erano di 30 x 30 m, per
circa 20 m d’altezza cadauno.
La procedura operativa prevedeva
che le sezioni venissero posizionate
su quattro file di SPMT (trasportatori
modulari autopropulsi), per un totale di 112 assi equipaggiate con travi
di trasporto. La prima operazione è
stata dedicata al sollevamento della terza sezione attraverso quattro
“lifting towers”, equipaggiate ciascuna con due strand jacks L 600 fissati sulla sommità delle torri. Una volta
sollevata la terza sezione, la seconda
è stata posizionata sotto di essa attraverso quattro file di SPMT. Una volta assemblate le due sezioni, la stessa procedura è stata eseguita per la
prima sezione: mentre la seconda e
la terza sezione (già assemblate) venivano sollevate, la prima è stata posta
sotto di esse e in seguito assemblata
alla seconda sezione. Infine, l’intero
modulo è stato trasportato - sempre
con l’ausilio degli SPMT - e insediato
sulle fondazioni.
Reattori Slurry
La prima operazione ha riguardato il sollevamento della terza sezione attraverso
quattro “lifting towers” equipaggiate con strand jacks fissati sulla sommità delle torri
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Diverse le fasi che hanno caratterizzato la sequenza operativa. Inizialmente, il reattore è stato collocato
su alcune selle per il trasporto, sostenute da carrelli SPMT; tre coppie di skid shoes sono state messe
a contatto con le selle di trasporto
in senso laterale rispetto ai carrelli
SPMT. Il reattore, progressivamente,
è stato preso in carico dalle sei skid
shoes e i carrelli SPMT, in seguito,
sono stati rimossi.
Le skid shoes, scivolando sui binari di scorrimento, hanno trasportato il reattore in direzione della fondazione, collocandolo in asse con le torri di sollevamento.
Il “tailing frame” (la struttura di tailing), montato precedentemente, ha
Il sistema di “tailing” mediante skid shoes, posizionato all’estremità opposta
dei reattori, ha supportato le due torri di sollevamento alte 80 m
preso in carico gradualmente la coda
del reattore sorretto da due coppie
di “skid shoes”; il reattore, quindi,
è stato sollevato dalle sei skid shoes per consentire l’inserimento della
struttura di tailing sorretta da quattro
skid shoes.
La testa del reattore è stata collegata
allo Swiwel System delle torri di sollevamento; una volta effettuati i collegamenti, il reattore è stato preso
in carico dal tailing frame alla base
e dalle torri di sollevamento in testa.
Le sei skid shoes, quindi, sono state
rimosse insieme alle selle di trasporto
per dare avvio all’operazione di verticalizzazione del reattore.
Questo sistema di tailing mediante
skid shoes - unico al mondo e innovativo per semplicità e capacità
- è stato pensato e costruito da Fagioli con lo scopo di realizzare una
struttura di ritenuta per carichi molto pesanti, ma versatile, sicuro ed
economico. Il sistema (posizionato
all’estremità opposta dei reattori rispetto alle torri di sollevamento) ha
supportato le torri stesse, alte 80 m
ed equipaggiate con quattro strand
jacks L 600 montati sulla loro sommità, nelle operazioni di verticalizzazione. I due reattori in posizione
orizzontale sono stati spinti dal tailing system (supportato da skid shoes che scorrono su binari) in direzione delle torri che al tempo stesso
(grazie al sistema computerizzato),
con l’ausilio degli strand jacks, hanno sollevato la testa dei reattori fino
a portarli in posizione verticale per
poi insediarli sulle fondazioni.
VIDEO
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