Slotmob,Loppianolab 2016 Powertà,Loppianolab
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Slotmob,Loppianolab 2016 Powertà,Loppianolab
AIPEC, per un’economia “per” Articolo apparso sul sito focolare.org: http://www.focolare.org/news/2016/05/20/aipec-per-uneconomia-p er/ Diario da Siracusa: un’estate diversa Siracusa Summer Campus 2016. 120 ragazzi da tutta Italia, pronti a battersi, donarsi, dare tempo e amore sincero nelle periferie di Siracusa, per poi tornare a casa carichi dei sorrisi e dell’amore dei bambini ! Un breve video che cerca di raccontare, attraverso le immagini, la bellezza e la profondità di questa esperienza! “C’è bisogno di domani, c’è bisogno di futuro . C’è bisogno di ragazzi che sono al di là del muro.” http://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2016/09/Giov ani-per-un-Mondo-Unito-Italia.mp4 Diario 2 Agosto 2016: arrivo a Siracusa, alla Villa Mater Dei, per il Siracusa Summer Campus 2016. Siamo 120 giovani, da 17 regioni d’Italia! Ciò che colpisce al primo impatto è la nostra diversità: diventerà presto un’arma vincente! E’ come vedere tutta l’Italia che aiuta una città fra le tante: Siracusa. 3 Agosto. Ci rechiamo nei 2 quartieri dove faremo il Campus durante le mattine successive. Sembra di entrare nella periferia della periferia. Di fronte ad un bellissimo mare azzurro, si stagliano palazzi altissimi, simili a casermoni. L’impressione è quella di trovarsi all’interno dei cosiddetti quartieri dormitorio, realizzati con criteri urbanistici che sembrano ignorare il rispetto della dignità umana. Siamo ancora in Italia? Nelle 2 scuole veniamo accolti con grande entusiasmo. Nell‘I.C. Martoglio è il terzo anno che andiamo, mentre nell’I.C. Chindemi è soltanto il primo. Incontriamo alcuni fra insegnanti e rappresentanti delle associazioni operanti nel quartiere, tutti hanno grande fiducia e speranza in noi, percepiamo un forte desiderio di cambiamento. Ma cosa potremo mai fare? Nel pomeriggio, Franco Sciuto, (difensore dei diritti dei bambini per il Comune di Siracusa) e Rosalba Italia (educatore professionale) ci parlano di Siracusa e dei quartieri in cui andremo invitandoci a concepire la periferia come una risorsa per lo sviluppo sociale ed economico, non più come un problema. Saremo educatori per questi bambini! 4 Agosto. Prima mattina nelle scuole. Entriamo in contatto con bambini che vivono in contesti di fragilità sociale e familiare. L’obiettivo è uno: stare con loro in maniera sana. Emerge da un lato l’assenza di regole che innesca atti di violenza e prepotenza, dall’altro un grande affetto dei bambini e la gioia nel vedere qualcuno disposto a scommettere tempo ed energie su di loro. Nel pomeriggio, primo dei 5 momenti formativi del campus, approfondiamo il tema della legalità. Francesca Cabibbo, (giornalista per il Giornale di Sicilia e il quotidiano on line “Lettera 32), ci ha mostrato la vera natura della Mafia, una holding del crimine attiva sia sulla scena nazionale che internazionale; Giusy Aprile (preside dell’Istituto Archimede di Siracusa ed ex esponente di Libera) ci ha dato il suo esempio su come vivere la legalità sia da cittadina attiva che in veste di dirigente scolastico; infine, Gregorio Porcaro, (ex vice parroco di Don Puglisi e attuale responsabile regionale di “Libera”) ci ha raccontato la sua testimonianza: da seminarista la sua vocazione era quella di impegnarsi per i poveri del terzo mondo; proprio per questo motivo fu convinto da Don Puglisi a spendersi nelle attività a favore di quanti vivevano in condizioni di estrema povertà nel quartiere Brancaccio di Palermo: “Puoi fare qualsiasi cosa se ti metti nella prospettiva di amare”. 5 Agosto. Di nuovo a scuola, questa volta nei 5 laboratori: danza, musica e canto, giornalismo, pittura ed educazione alimentare. Ad aiutarci, anche le professioniste del nascente Centro Educativo Multifunzionale “Maninpasta”. Grazie ai laboratori, possiamo creare rapporti personali con i bambini. Nei workshop ci prepariamo anche allo spettacolo finale dell’ultimo giorno. Nel pomeriggio, Maria Chiara Cefaloni e Giuseppe Arcuri inquadrano il tema dell’azzardo in Italia, con i suoi meccanismi cognitivi e matematici per imbrogliare i cittadini e, dando una visione economica alla problematica, introducono Gabriele Vaccaro che ci presenta Banca Etica come una realtà che mette al centro l’uomo. 6 Agosto. Ogni mattina, con i bambini, tiriamo il dado dell’amore e vediamo un video che ci aiuta a stare insieme puntando al bene collettivo e non individuale. Alcuni di noi animatori sono rimasti colpiti dal contesto di esclusione sociale da cui provengono i bambini. E’ chiaro che l’importante non è fare delle attività con loro, ma volergli bene in modo gratuito, e tutto il resto verrà da sé. Il pomeriggio, alla parrocchia Maria Madre della Chiesa di Bosco Minniti (Siracusa), teniamo un momento sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. Antonello Ferrara (ufficiale di Marina) ci fa capire l’importanza del ruolo svolto dalla Marina Militare per soccorrere chi ha bisogno, Noemi Favitta ci porta il suo esempio di vita e lavoro a servizio di minori richiedenti asilo, e infine Padre Carlo d’Antoni, il parroco, ci racconta la realtà di una parrocchia che da sempre, accoglie immigrati, tra loro, molti musulmani. Colpiscono le parole di uno di loro: “Durante la nostra vita, nei rapporti con gli altri, lasciamo segni e non cicatrici”. 7 Agosto. E’ domenica, la scuola è chiusa. Visitando il parco archeologico e l’isola di Ortigia, constatiamo che, a fronte dei quartieri dove abbiamo vissuto, esiste una parte più ricca della città. E’ anche l’occasione per riscoprire i bei legami nati fra noi, per creare gruppo e socializzare, poiché per amare bisogna essere uniti. 8 agosto. Ancora a scuola! Con i nostri sorrisi, al di là delle difficoltà, delle paure, dell’incertezza del domani, continuiamo a riempire le giornate di bambini non troppo fortunati. Stare con loro è una profonda ricerca nella realtà per scoprire la bellezza autentica che vive oltre le apparenze. Nostro obiettivo è portare lo spirito di fratellanza e la cultura del noi, creando quel terreno fertile necessario per far nascere una comunità. In qualche modo, forse, ci stiamo riuscendo. Nel pomeriggio partecipiamo ad un momento di dialogo con Kheit Abdelhafid (Presidente delle comunità islamiche della Sicilia ed Imam della moschea di Catania) e Giusy Brogna (coordinatrice della rete per il dialogo tra cristiani e musulmani per il Movimento dei Focolari in Italia). Da diverso tempo, fra il Movimento dei Focolari e la comunità islamica c’è un dialogo concreto, che ha portato a realizzare insieme varie iniziative, tra cui un doposcuola nella Moschea di Catania organizzato per i ragazzi del quartiere in difficoltà con lo studio. “Grazie a queste attività” -spiega Carla Pappalardo- “la moschea è diventata casa nostra. L’ingrediente principale è la semplicità nei rapporti personali, un dialogo costruito con piccoli gesti, giorno dopo giorno”. Segue l’analisi dell’Imam Abdelhafid: “Cambiare la società è compito nostro e di ciascuno di noi. Da credente, da musulmano, il testo sacro mi indica che devo “dialogare”. Sono fiducioso: la Sicilia oggi è un modello di dialogo.” 9 Agosto. In una delle 2 scuole scoppiano dei litigi, che provocano violenza e desiderio di vendetta nei bambini. Di fronte a ciò e al concreto rischio di veder naufragare quanto costruito finora, cerchiamo di rispondere con amore, parlando ai bambini con razionalità, e spiegando loro che la violenza non può essere la soluzione ad altra violenza. Sulla stessa lunghezza d’onda è Massimo Toschi (Consigliere del Presidente della Regione Toscana su Pace e Dialogo tra le culture), con il quale, neanche a farlo apposta, dialoghiamo nel pomeriggio proprio sul tema del disarmo: “Il perdono – sostiene – è indispensabile per riaffermare la cultura della pace”. Appaiono di grande attualità le parole di Igino Giordani: “Se vuoi la pace prepara la pace e non la guerra. Se prepari la guerra, i fucili ad un certo momento spareranno da soli”. Ad intervenire, anche Francesco La Rosa, sindaco di Niscemi, il quale ci racconta come una comunità intera abbia saputo impegnarsi, facendo rete dal basso, di fronte ad una questione controversa come l’installazione del Muos, il sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare USA. 10 agosto. E’ l’ultimo giorno di attività nelle scuole. Dopo l’evento del giorno prima, che ci ha messo tutti in discussione, cerchiamo di ricomporre il tessuto sociale, raccogliendo i frutti di ciò che abbiamo seminato. Attraverso il dialogo, sia con i bambini, che con alcune mamme, ribadiamo la nostra volontà di stare insieme ai ragazzi senza accettare logiche di vendetta o esclusione, ma coltivando lo spirito di gruppo. Uno dei bambini, riguardo a ciò che era successo si rivolge ai suoi amici dicendo: “Smettiamola di fare i mafiosi, basta violenza e vendetta, adesso siamo cambiati”. Nel pomeriggio partecipiamo all’inaugurazione del “Solarium Vaccamotta”, del quale abbiamo realizzato la segnaletica per favorire la discesa in spiaggia. Infatti in parallelo al campus nelle scuole, abbiamo svolto diverse attività di riqualificazione del quartiere. La sera si tiene la festa finale all’Istituto Chindemi. Durante lo spettacolo, si avverte una duplice sensazione nell’aria: da un lato i grandi e tristi palazzoni “inghiottiti” dal buio trasmettono un senso di sconforto e amarezza, dall’altro ci siamo noi, i bambini e le loro famiglie all’interno del cortile della scuola, pronti a illuminare il quartiere di speranza, ma soprattutto di amore concreto, anche semplicemente cantando e ballando. 11 agosto. La mattina ci riuniamo tutti insieme, per fare il punto sul campus e sugli obiettivi futuri. Durante il pomeriggio assistiamo allo spettacolo finale a cui prendono parte i bambini dell’Istituto Martoglio, nella piazza davanti la scuola, testimoniando ancora una volta a tutti che il bene vince. Al termine del Campus viene da porsi un interrogativo: Cosa abbiamo fatto in questi quartieri? Forse tanto, forse poco. Ma già il fatto di essere lì è una cosa molto preziosa, come a significare che una possibilità c’è, e si trova proprio lì, fra le macerie. Dopo Siracusa, non saremo più gli stessi. Quei bambini ci hanno fatto capire quali sono le cose essenziali della vita. Ma adesso è il tempo di tirare fuori tutto questo, di donarlo, di perderlo, per gli altri! Se i luoghi si giudicano dalle persone e non dalle infrastrutture, Siracusa per noi è la città più bella, per il clima di unità che c’era fra di noi e perché c’erano quei bambini, pieni di amore e da scoprire. Tornando a casa nelle rispettive città, in pullman o in aereo, fra i vari tormentoni che accompagnano le nostre estati, torna in mente un passo tratto dalla canzone del Gen Rosso, “Lavori in corso”, colonna sonora del nostro Campus: “C’è bisogno di memoria, c’è bisogno di pensare, c’è bisogno di coraggio, c’è bisogno di sognare”. Impressioni Ormai da più di una settimana si è concluso il Siracusa Summer Campus 2016 e anche quest’ anno i nostri cuori sono rimasti tra i bambini del quartiere Akradina e Mazzarona con cui abbiamo trascorso dieci giorni indimenticabili. “L’impegno parte dalle periferie”: da quei bambini e dalle loro famiglie con cui abbiamo sperimentato la forza trasformante dell’Amore, un impegno a cui hanno dato spessore di consapevolezza i momenti formativi del pomeriggio, tutti importanti, sentiti, di grande attualità e apertura. In un crescendo di intensità di rapporti, ci siamo trovati anche di fronte alla “durezza” della vita in queste periferie segnate dal degrado, dall’esclusione e dalla legge del più forte: la vandalizzazione di una scuola e nell’altra un litigio tra ragazzi, che ci ha costretto a chiamare ambulanza e Carabinieri; anche alcune mamme erano coinvolte in questo clima di vendetta. Abbiamo provato a rimarginare queste ferite, cercando di pacificare, di parlare e agire dimostrando che c’è la strada del perdono, della riconciliazione. Siamo passati da un clima molto teso ad una grande festa finale in piazza con tutti. A testimonianza di questo qui sotto ci sono alcune condivisioni che ci sono arrivate e che dicono con forza quello che abbiamo vissuto. “L’obiettivo dei Giovani per un mondo unito è portare lo spirito di fratellanza e la cultura del noi, creando quel terreno fertile necessario per far nascere una comunità. Nutriamo una naturale predilezione per quelle ferite non ancora rimarginate presenti nel nostro territorio, per questo motivo abbiamo scommesso sui bambini invisibili della Scuola Martoglio e Chindemi, che vivono spesso ai margini della città, in quartieri estremamente periferici. Ci riempiono di gioia le parole rivolte da un ragazzino ai suoi amici dopo un litigio: “smettiamola di fare i mafiosi, basta vendetta e violenza, siamo cambiati”. I rapporti che abbiamo stretto durante il Campus ci spingono a continuare, anche nei prossimi anni, l’esperienza di servizio concreto nelle periferie, con attività per chi ha più bisogno, per gli ultimi e soprattutto per i bambini. La nostra intenzione è tornare a Siracusa, allo stesso tempo però saremo presenti anche in altre città perché la rete costruita finora diventi un vero e proprio modello sociale” “Volevo ringraziare tutti per questa esperienza che ha fatto rinascere in me la speranza, la speranza che insieme si possa veramente fare qualcosa e che un mondo nuovo è possibile se vi è unione! il rapporto di solidarietà che si è venuto a creare tra gli animatori, l’amore e La responsabilità che ho provato per i bambini me le porterò dentro per sempre! Grazie per la vostra compagnia, per i nuovi amici e per questa luce che avete riacceso dentro il mio cuore!” “Ehi fantastici!!! Volevo dirvi che mi ha appena contattato la mamma di due bambine del quartiere Akradina e ci tenevo a condividere con voi ciò che mi ha detto : ci ringrazia infinitamente e ci considera fantastici , spera davvero in un nostro ritorno il prossimo anno e ovviamente tutto questo perché si è resa conto di quanto le bambine si siano legate a noi !! “Carissimi tutti, Grazie di cuore per questi giorni passati insieme (…) volevo dirvi che a questi bambini abbiamo portato gioia, letizia, speranza!!! E insegnato loro a Perdonarsi!!!! Un abbraccio a tutti!” “Il futuro non esiste”, queste le parole che mi ronzano in testa da quasi una settimana. Appena tornata da quella che considero essere una delle esperienze più importanti che potessi vivere, mi trovo a fare un bilancio degli ultimi dieci giorni, di questa estate e della mia vita. Il futuro non esiste perché non possiamo programmare cosa faremo o cosa saremo tra un certo periodo di tempo, dobbiamo porre le basi giorno dopo giorno, e questo lo si fa soltanto vivendo con gli occhi aperti. Perché è anche e soprattutto questo quello che ho imparato in una delle tante periferie lasciate a se stesse della Sicilia: non chiudere gli occhi davanti a un mondo che sta perdendo la facoltà di amare e rispettare il prossimo, avere Il coraggio di alzarsi e muovere non un dito, non un braccio, ma tutto te stesso per cambiare quello che sai che non va. Nel mio piccolo ho avuto la possibilità di mostrare a bambini e bambine dolcissimi quante opportunità hanno per la loro vita, dentro e fuori il quartiere della Mazzarrona, e se anche solo uno di loro avrà ricevuto il messaggio, questa sarà la mia più grande gioia, io in ogni caso continuerò a provare.. Quindi un grande GRAZIE va a quei bimbi e alle loro famiglie che hanno dato fiducia a 120 giovani sconosciuti venuti da tutta Italia; e un altro GRAZIE, immenso, va ai miei compagni di viaggio, che lascio con la sfida di applicare ogni giorno della nostra vita gli insegnamenti del Siracusa Summer Campus 2016”. “Questa mattina leggo il passaparola, ma non mi fa effetto. Dentro sono talmente pieno di gioia, che non ho bisogno di altro per darmi la carica di vivere, ancora, una giornata per gli altri. Dopo Siracusa, non sono più lo stesso. Quei bambini ci hanno fatto capire quali sono le cose belle della vita, e quanto siamo fortunati ad averle sempre avute dentro di noi. Ma adesso è il tempo di tirare fuori tutto questo, di donarlo, di perderlo, per gli altri!” “Se i posti si giudicano dalle persone e non dalle infrastrutture, Siracusa per me è la città più bella, perché c’eravamo noi, perché c’erano quei bambini, pieni di amore da scoprire” “La verità è che non sono pronto per la vita di tutti i giorni. Ciò che abbiamo vissuto va al di là di tutto, ed è inutile parlarne con altri: niente sarà come esserci stati. Ci sentiamo, rimaniamo in contatto, ma una parte di me è rimasta lì, a Siracusa, fra le mura della Martoglio, nel piazzale della Mater Dei. Il ricordo di Siracusa è ancora troppo forte per sentirmi di nuovo in Calabria”. “E’ come se io mi fossi frantumato, e i miei pezzi fossero lì, fra le macerie di società distrutte, nelle periferie delle nostre città, e anche qui, a casa, quella che era la mia casa. Adesso la mia casa è fuori di qui, in coloro che incontro, in coloro che vivono difficoltà. Durante il casino alla Martoglio, uno dei bambini aveva un coltellino di plastica. Ce l’ho lì, sul comodino, per ricordarmi di quei bambini, ma non come un ricordo che affiora semplicemente la mente. Il coltellino è lì per ricordarmi che quei bambini hanno ancora bisogno di noi”. “Abbracciando quelle mamme segnate dalla durezza della marginalità e dell’esclusione, abbracciando un bambino che singhiozzava dicendo “È un’emozione troppo grande, vi voglio troppo bene”, vedendo con i miei occhi la trasformazione dei bambini più “difficili”, l’anima è piena di luce, di gioia. Chiara Lubich ce l’ha insegnato, Papa Francesco oggi lo incarna, ma io l’esperienza che segna la vita l’ho fatta a Siracusa: nei poveri, nei piccoli, negli ultimi c’è una presenza di Dio. Una fonte di Dio. Sono loro che ce lo hanno donato. E questo Gesù che mi aspettava a Siracusa mi riempie di amore e mi fa dire solo Grazie. Grazie di averci guidato, di averci portato qui, di averci donato il tuo vangelo. Davvero Gesù sei VIA, VERITÀ e VITA”. “Buongiorno ragazzi! Intanto grazie per questi piccole bellissime condivisioni.. Personalmente sono ancora un po’ stordita e non nego che dentro di me ci sia un mix di sensazioni provate: da un lato sono felice per l’esperienza vissuta con tutti voi (“sia vecchi che nuovi”) dall’altro non posso negare di essere un po’ perplessa… Durante la festa alla Chindemi, ho provato questa duplice sensazione: da un lato i grandi tristi palazzoni “inghiottiti” nel buio mi rendevano triste e amareggiata e in un certo senso mi hanno fatto aprire gli occhi dandomi la possibilità di toccare con mano la realtà che vive la gente del posto. Dall’altro c’eravamo noi, i bambini e le loro famiglie all’interno del cortile della scuola e insieme abbiamo un po’ “illuminato di gioia” quel quartiere semplicemente cantando e ballando. Sicuramente mi porto a casa questi sentimenti contrapposti ma anche la certezza che in entrambi quartieri abbiamo “lasciato segni non cicatrici”. “In questi anni, Siracusa e i suoi quartieri mi hanno cambiata e mi hanno fatto crescere sempre di più. Confesso che all’inizio tornando pensavo che l’esperienza che avrei fatto non mi avrebbe arricchita ma sarebbe stata un po’ la stessa cosa degli anni precedenti…ma Qualcuno mi ha “fatto rimangiare le parole” e mi ha dato la possibilità di conoscere un po’ di più il degrado che vivono ogni giorno sia i bambini che le loro famiglie e di conoscere un po’ più da vicino le loro ferite”. “Volevo ringraziarvi uno per uno per avermi dato fiducia, per avermi reso una persona più sicura e per avermi aiutato a dare il meglio di me. Credo che le piccole incomprensioni che si sono create ci abbiano dato la possibilità di rafforzare il nostro rapporto e di renderlo ancora più speciale”. “Sicuramente la frase che porterò sempre con me e cercherò di mettere in atto con il mio prossimo è “lasciare segni non cicatrici” e questo è possibile solo amando”. “Creare una rete di relazioni fra persone è forse l’unico modo per aiutarci a non mollare, a non abbandonarci a cinismo, indifferenza e mentalità mafiosa. Condividere un’esperienza del genere rende uniti, e questa unità si trasforma in forza: forza di volontà, voglia di interrompere un ingranaggio perverso e ingiusto partendo dall’incontro con l’altro, con il dialogo e con il riscoprire in ognuno di noi, in ognuno dei bambini di Siracusa, una persona, un libro che vale sempre la pena di essere letto”. “Noi giovani non possiamo permetterci il lusso di rinchiuderci nel nostro ottuso e ovattato mondo, ma dobbiamo essere linfa rigenerativa di questo mondo: partendo da noi stessi, realizzandoci come persone, avendo coraggio, nonostante la paura, e creando nel nostro presente di ogni giorno il futuro che vogliamo vedere e che già viviamo tra noi”. “Ok…si torna a casa…è l’ora del bilancio. Che cosa ho imparato da questa esperienza? “Avere coraggio”. Coraggio di conoscere ed esplorare realtà nuove. Coraggio di sporcarsi le mani e di non aver paura di perdere perché a spogliarsi del superfluo per aiutare tuo fratello c’è solo da guadagnare. Coraggio di immedesimarsi nel proprio vicino perché dietro ai muri fittizi che sembrano dividerci non c’è altro che un altro pezzo della nostra stessa carne. Coraggio di uscire dal proprio piccolo mondo che non fa altro che ostacolarci la vista di un orizzonte più grande. Coraggio di capire e accettare che senza l’aiutare il prossimo e il dialogare con lui la mia vita non ha senso… un grazie di cuore” Altre foto e video sulla Pagina Facebook Giovani per un mondo unito – Italia Rassegna stampa: Siracusanews Lettera 32: “Fraternità, obiettivo comune”: l’Imam Keith Abdelhafid al Siracusa Summer Campus C O M U N I C A T O S T A M P A. L’Imam di Catania al Siracusa Summer Campus Articolo su Siracusanews Intervista ad una partecipante L’indirizzo mail per contattarci è: [email protected] https://youtu.be/6TrsHxVod7w Lab School EDC per giovani Let the world know! Lab School di Economia di Comunione per giovani dal 4 all’8 settembre 2016! Polo Lionello Bonfanti Loc. Burchio snc 50064 Figline e Incisa Valdarno (FI) L’opportunità non si cerca, si costruisce: CREATIVI IN COMUNIONE • Sei una persona creativa e vuoi mettere in gioco i tuoi talenti? • Sei una persona appassionata e vuoi lavorare insieme ad altri per fare dei tuoi ideali, realtà? • Hai uno spirito imprenditoriale e vuoi trovare modi innovativi per condurre la tua attività? Allora questa LAB –SCHOOL è per te! L’EdC può farti vivere un’esperienza come persona, per scoprire chi sei e cosa vuoi fare nella vita, come migliorare e creare le tue opportunità, come trasformare le idee e sogni che hai nella tua vita; per scoprire un nuovo modo di fare business e lavorare, basato sulla condivisione e l’incontro con persone di culture diverse. Abbiamo qualcosa da dire! Con le nuove tecnologie, la forma è anche sostanza…come comunicare quello che siamo e quello che facciamo? Partecipa insieme a noi al rilancio della nuova stagione EdC 2.0 ! ! ! Cosa troverai? Full immersion nel paradigma EdC Lo stile EdC nel fare business Casi di imprese e storytelling Teambuilding e leadership di comunione Comunicazione e marketing d’impatto EoC-IIN International Incubating Network: il nuovo prodotto EdC Metodologie: Workshop Sessioni intensive Dialogo con esperti Percorsi personalizzati Communion-Labs Lingua ufficiale: Inglese Promotore: Associazione Internazionale per una Economia di Comunione (AIEC) Profilo dei partecipanti: Giovani studenti, imprenditori e professionisti tra i 19 ed i 35 anni, appassionati per l’EdC e spinti a diffondere una nuova economia. Quota: Euro 240 (Include: iscrizione, gita turistica a Firenze, vitto e alloggio dalla cena del 3/09 al pranzo dell’8/09) Polo Lionello Bonfanti: dove siamo Tel.: 055 8330400 – Fax 055 8330444 Arrivi: Sabato 03/9/2016 ore 19.30 Partenze: Giovedì 08/9/2016 ore 14.30 Per maggiori informazioni e iscrizioni visita la pagina: Lab School Summer Civile School di Economia http://www.amectaranto.it/bando-summer-school-di-economia-civi le-2016-17/ bando-summer-school-di-economia-civile-2016-17/ Associazione Città Fraterna – Genova Città Fraterna è una Associazione Onlus, con sede Operativa in P.za Aquileia 5/1 Genova Sestri Ponente e iscritta all’ Albo Regionale Ligure delle associazioni di Volontariato. Si occupa di raccogliere e distribuire generi alimentari a favore di persone disoccupate o in difficoltà economica Negli ultimi anni, l’aggravarsi della crisi industriale genovese ha fatto nascere “Città Fraterna” ONLUS che, oltre ad aprire un nuovo ambulatorio medico in via Pastorino, con le altre organizzazioni della città, raccoglie generi alimentari, in particolare per il numero crescente di famiglie abituate a provvedere a se stesse, ma improvvisamente private di un reddito per la perdita di lavoro nelle grandi industrie e nel loro indotto. Famiglie che mai avrebbero pensato di dover dipendere da altri. I volontari di Città Fraterna offrono il loro lavoro per raccogliere generi alimentari presso supermercati e grandi magazzini, confezionarli in pacchi di viveri e distribuirli a chi è in necessità, chiedendo in cambio, quando possibile, di essere aiutati in questo impegno. Raccogliere, conservare e confezionare viveri comporta però dei costi vivi, per affitti locali e mezzi, energia elettrica, combustibili. Un contributo anche piccolo può rendere possibile un maggiore aiuto. Tutto ciò che Città Fraterna può fare per gli indigenti e per la città di Genova lo deve esclusivamente alla generosità e allo spirito di solidarietà dei suoi volontari e dei suoi donatori. Riferimenti: Silvano Gianti (Presidente), Riccardo Varallo, Maggiolo Corrado….. Depliant Città fraterna 2016 PER SAPERNE DI PIU’, PER VEDERE FOTO E IL VIDEO http://focolareliguria.altervista.org/retisol/citta-fraterna 1.100 attori dell’Economia di Comunione hanno incontrato Papa Francesco Condividete i profitti per combattere l’idolatria del denaro, cambiate “le strutture per prevenire la creazione delle vittime e degli scarti” e donate “di più il vostro lievito per lievitare il pane di molti”. E’ l’invito che Papa Francesco ha rivolto ai 1100 attori dell’Economia di Comunione. Intervista a Maria Voce dopo l’intervento del Papa Testo del discorso del Papa Articolo su Città Nuova Album immagini CSC Sabato 4 febbraio 2017 papa Francesco, nell’Aula Paolo VI, ha incontrato 1100 attori dell’Economia di Comunione (EdC), in maggioranza imprenditrici e imprenditori, che hanno scelto la comunione come stile di vita personale e aziendale. Con loro molti giovani, studenti, studiosi e professori, che attraverso la ricerca e l’attività accademica vogliono dare fondamento teoretico al binomio economia-comunione. La diversità delle provenienze dice che l’EdC trova spazio in qualunque area geografica e culturale, povera e ricca. All’udienza ha preso parte anche Maria Voce, presidente dei Focolari, con il Consiglio generale del Movimento. Un’assemblea eterogenea che ha voluto anzitutto ringraziare papa Francesco per aver messo in luce nel suo magistero e nel suo agire la dignità dei poveri e degli esclusi. Al contempo ha presentato alcuni frutti della storia EdC che, cominciando dai pionieri, ha affrontato le sfide e le crisi che attanagliano il mondo. Oggi l’EdC anima poli produttivi in Europa e America Latina, genera vita di comunione in oltre ottocento aziende, solleva diverse migliaia di poveri, assicura la scuola per i loro figli, sviluppa una riflessione culturale che contribuisce al ripensamento di categorie economiche come reciprocità, dono, gratuità e l’idea stessa di mercato. Sito ufficiale EdC Fare sistema l’accoglienza oltre Vedi anche articolo su focolare.org del 12 luglio 2016 La Sicilia orientale rappresenta una delle mete principali dei migranti (profughi e richiedenti asilo), il cui arrivo dal Mediterraneo costituisce la maggiore emergenza umanitaria del territorio. Molto consistente è la presenza di Minori Stranieri Non Accompagnati (M.S.N.A.), in particolare nella fascia d’età 16-18 anni, sbarcati sulle coste siciliane senza famiglia. I MSNA, arrivati in Italia, hanno come obiettivo primario un rapido inserimento lavorativo, con la finalità di ottenere un minimo reddito da inviare alle proprie famiglie di origine, a discapito di un sufficiente percorso di formazione scolastica. Sito del Progetto: http://www.faresistemaoltrelaccoglienza.it Pagina Facebook https://www.facebook.com/faresistemaoltrelaccoglienza/ Primo corso di formazione http://www.amu-it.eu/2017/02/01/tutti-i-numeri-e-non-solo-delprogetto-fare-sistema-oltre-laccoglienza-parte-prima/?lang=it 70 anni a servizio del bene comune L’invito a festeggiare un compleanno è sempre gradito, e a Marene nel cuneese si festeggiano i settant’anni della Bertola s.r.l. Cromatura Nichelatura Ramatura, azienda fondata nel 1946 da Antonio, papà di Livio Bertola e da due zii. L’azienda è ormai leader nel settore dei trattamenti galvanici e da 70 anni lavora al servizio di importanti industrie specializzate in attrezzature sportive, automobilistiche, motocicli, arredamenti di interni, serramenti per l’edilizia e altro. Tra i suoi clienti annovera importanti aziende quali la Technogym, F.C.A. Chrysler, Ducati, Guzzi, Piaggio. …. Tra gli oltre cinquecento partecipanti in un clima di famiglia, di festa grande e semplice tocca a Livio Bertola e ai figli Caterina, Paolo e Marco attuali titolari dell’azienda, raccontare la storia di questa “avventura” fatta di concretezza e determinazione, di rapporti onesti e trasparenti applicati ai dipendenti. E di scoperte che ogni singolo fa sulla propria pelle e mette a disposizione per migliorare il lavoro e il rapporto con ciascuno di quanti hanno a che fare con la Bertola srl. Ad ascoltare questa bellissima storia c’è il vertice dell’industria piemontese, tanti imprenditori, amministratori comunali, tanti amici di Marene e persone che hanno conosciuto l’azienda e che sono arrivati dai quattro angoli dell’Italia per festeggiare questo compleanno. A tutti Livio spiega cosa ha fatto speciale questa azienda. «Quando all’inizio degli anni novanta sento parlare di Economia di Comunione voglio approfondire e nel 1995 partecipo ad un incontro con persone di diverse convinzioni religiose e dove si parla della spiritualità di comunione». In quell’occasione Livio incontra Chiara Lubich, «La sento parlare ad un gruppo di persone composto da non credenti, agnostici, cristiani. “La cosa più importante nella vita – dice – è amare. Amare tutti, amare per primi, amare mettendosi nei panni dell’altro, ma soprattutto amare senza interessi”». Tratto dal sito http://www.edc-online.org/it/ Leggi tutto: 70-anni-a-servizio-del-bene-comune Terremoto: Aipec è insieme a voi “A.I.P.E.C. Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione è INSIEME A VOI” La terra ha tremato nel Centro Italia. Case, chiese, scuole, fabbriche sono crollate, moltissime persone sono vittime di questa grande tragedia. Un evento drammatico, che getta nel dolore intere famiglie, giovani, anziani. Un giorno di disperazione, ma anche un giorno che ha fatto scattare immediatamente l’intervento e la grande solidarietà verso le persone colpite dal sisma. Si è già fatto molto, ma la cosa più importante è che l’enorme catena di “amore gratuito” non si spezzi, ma continui nel tempo. L’A.I.P.E.C. tende un fortissimo abbraccio a tutti coloro che sono stati coinvolti nel dramma, ricordando ogni socio, amico, simpatizzante della nostra associazione. Per essere maggiormente uniti è possibile utilizzare l’indirizzo della segreteria A.I.P.E.C. ([email protected]) per ottenere dai luoghi del terremoto un contatto, un ascolto o per inviare una richiesta. In questo contesto di condivisione, l’A.I.P.E.C. intende lanciare un appello al mondo delle imprese e a tutti coloro che sentono propri i principi dell’Economia di Comunione, raccogliendo fondi a sostegno delle aziende del posto, che hanno subito danni e che si trovano nella necessità di un aiuto per far ripartire la propria attività. Individueremo e contatteremo una o più imprese coinvolte nel sisma, in modo da poterle adottare ed accompagnare nel cammino di ripresa. Per gli aiuti economici, si può provvedere a versamenti nel seguente conto corrente bancario: BANCA POPOLARE ETICA SUCCURSALE DI FIRENZE IBAN: IT31H0501802800000000150712 BENEFICIARIO: A.I.P.E.C. Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione CAUSALE: Adotta un’impresa terremoto 2016 Il Presidente Livio Bertola e tutto il Direttivo condividono il dolore dei parenti delle persone scomparse ed esprimono tutta la loro vicinanza e affetto a coloro che stanno vivendo questo momento di grande prova. Siamo con voi. Fonte: dal sito dell’AIPEC http://www.aipec.it/emergenza-terremoto-aipec-e-insieme-a-voi/ Il lavoro e la vita dello Spirito – Luigino Bruni La vocazione deve servire e potenziare i talenti umani, perché le attività spirituali non sono superiori a quelle lavorative. La capacità di mantenere le promesse delle vocazioni giovanili dipende molto dall’uso che i responsabili di comunità e movimenti ideali fanno della generosità del tempo della giovinezza. Da Avvenire Loppianolab 2016 Powertà LOPPIANOLAB 2016 – POWERTÁ Jesus Moran_L’umanità_ha_tre_sfide_da_affrontare_ma_può_vincerle www.loppianolab.it Loppianolab 2016 programma generale La povertà delle ricchezze e la ricchezza delle povertà Loppiano (FI), 30 settembre – 2 ottobre 2016 Com’è l’Italia vista da quel milione e mezzo di famiglie “assolutamente povere”? I risultati dello studio di Confcommercio del 9 giugno scorso mettono allo scoperto dati indegni di un Paese civile, come sono stati definiti da molti. Un’Italia dunque che stenta a ripartire, che non può pagarsi cibo e cure mediche, dove i cosiddetti poveri assoluti sono aumentati del 130% in sette anni. La settima edizione di LoppianoLab, laboratorio economico, culturale, politico e sociale nazionale propone il tema delle “Powertà”, in aperta sfida con un significato a senso unico di questi dati: è un cambio di prospettiva che se da un lato evidenzia la tossicità di un sistema che produce ricchezza a danno dell’ambiente, della società e delle persone; dall’altro intende mettersi a fianco di chi l’indigenza la vive sulla propria pelle, facendo emergere le tante forme di ricchezza di cui spesso la povertà è portatrice per i singoli, le società, i popoli. Anche quest’anno i promotori della manifestazione – Gruppo Editoriale Città Nuova, Istituto Universitario Sophia, Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti e Centro internazionale Loppiano assieme ad altri soggetti attivi della società civile – propongono incontri con grandi personalità dell’attualità e società civile, laboratori, dibattiti e tavole rotonde per scorgere e offrire le tante forme di ricchezza di cui spesso la povertà è portatrice. Molti i temi in cantiere: innovazione tecno-scientifica, modelli di sviluppo, economia civile, la questione ecologica, le periferie, le migrazioni, il dialogo tra le Religioni, l’arte come riscatto sociale, giovani e partecipazione politica, scuola e povertà, ecc. Varie anche le proposte e le performances artistiche a margine della manifestazione: show musicali, workshop, eventi letterari. Dalla prima edizione nel 2010, l’appuntamento annuale coinvolge migliaia di cittadini, imprenditori, operatori della comunicazione, studenti e docenti dei diversi livelli della scuola e dell’università, politici impegnati in vari ambiti, genitori e membri dell’associazionismo, tanti giovani, di tutte le regioni italiane, impegnati a rilanciare il Paese, ad alimentare la speranza e salvaguardare la coesione sociale. Gli appuntamenti principali: “POWERTÁ. La povertà delle ricchezze e la ricchezza delle povertà” (1 ottobre ore 15.00), il convegno centrale di LoppianoLab che darà voce alla società civile, alla politica, all’economia e alla cultura. “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri”. Innovazione tecno-scientifica, sviluppo e povertà” (30 settembre ore 21,00) a cura dell’Istituto Universitario Sophia e del Gruppo editoriale Città Nuova. Il 25° dell’Economia di Comunione e il 60° di Città Nuova. In programma laboratori: Ecologia e povertà. Stare nelle periferie. Rifugiati e migranti. Dialogo interreligioso. Dis-Abilità. Giornalismo e migrazioni. Arte come riscatto. Approfondimento n. 1 Povertà e partecipazione in Italia Approfondimento n. 2 Povertà e ricchezze dell’Italia di oggi Vedi anche sito Polo Lionello: http://www.pololionellobonfanti.it/cs4-ll-poverta-ma nifeste-ricchezze-sconosciute-loppianolab-2016-scena-lasocieta-civile/ Ufficio stampa LoppianoLab: Elena Cardinali – [email protected] mob: 347/4554043 – Stefania Tanesini- mob: 338/5658244 – [email protected] Blog: http://www.loppianolab.blogspot.it Facebook: www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab Promotori: Polo Lionello Bonfanti – www.pololionellobonfanti.it – Gruppo Editoriale Città Nuova – www.cittanuova.it Istituto Universitario Sophia – www.iu-sophia.org – Cittadella di Loppiano – www.loppiano.it E’ iniziata così la seconda fase della mia lavorativa . . . vita Dopo circa due anni di lavoro in banca ho iniziato ad avere più di qualche scrupolo di coscienza, che mi faceva chiedere sempre più spesso, se ciò che facevo, fosse giusto oppure no. E’ pur vero che, nella routine lavorativa, nell’andamento che ha sempre caratterizzato un certo modo di fare, tutto sembra normale, ma, nel momento in cui la banca aveva orientato il suo interesse, dal cliente al prodotto, in un’ottica di massimizzazione del profitto, i problemi sono aumentati. E con essi sono aumentati anche i miei scrupoli di coscienza nel seguire un andazzo che poco si adattava al mio modo di vedere, soprattutto nei rapporti con i clienti, con i quali cercavo di tessere rapporti umani veri. E’ stato un periodo molto difficile nel quale non sapevo cosa fare e ho iniziato a pensare che quello del bancario non fosse il lavoro adatto a me. Dopo poco tempo, confidando ad una persona questi scrupoli e chiedendo un parere, con sorpresa mi vedo proporre tre soluzioni: 1) adeguarmi senza pormi domande 2) andarmene cambiando lavoro 3) restare cercando, nel mio piccolo, di cambiare le cose. Aggiungo anche che le prime due soluzioni non avrebbero risolto il mio problema: adeguarmi avrebbe messo a tacere la mia coscienza fino al punto in cui sarebbe esplosa, nell’andarmene avrei ritrovato lo stesso problema anche altrove. Ho deciso così di rimanere dov’ero, iniziando a guardare il mio lavoro di sempre, sotto una nuova luce e viverlo secondo una nuova prospettiva. Soprattutto, con l’ obiettivo che non fosse solo l’arrivo del 27 del mese! Mi sono subito reso conto che, lavorare secondo principi di correttezza, di giustizia e di onestà costava, talvolta anche economicamente, per mancate promozioni e minori premi, e costava ancor più in emarginazione. E questo è l’aspetto che fa veramente male, più ancora di quello economico! Non far parte del giro, significa perdere opportunità, non venire a conoscenza di notizie utili, non essere considerati… e allora che fare? Mi sono ricordato che una volta Chiara Lubich parlando con un giovane aveva detto che sul posto di lavoro dobbiamo cercare di far fruttare al massimo le nostre capacità. Non tanto per far vedere agli altri quanto sei bravo, ma per mettere a frutto i talenti che Dio dona nell’ aiutare chi gli sta intorno, partendo dai colleghi e via via sempre più in là. Sono tornato a casa con le idee chiare! E’ iniziata così la seconda fase della mia vita lavorativa, quella cioè, in cui ho cercato di conoscere a fondo ciò che la banca voleva da me, sia che si trattasse di prodotti di investimento che di analisi di bilancio per valutare affidamenti. Mi sono reso conto che essere professionalmente preparato mi apriva delle possibilità inaspettate e un po’ alla volta, soprattutto per i colleghi più emarginati, iniziavo ad essere il riferimento ed il portavoce. La battuta ironica, il cercare di sdrammatizzare i momenti difficili, l’ atteggiamento di non allineato alla corrente di turno, mi aiutava ad essere me stesso davanti a tutti, senza distinzione di ruoli o gradi. E’ iniziato così un ulteriore periodo di crescita professionale che mi ha portato a lavorare per momenti più o meno lunghi a Padova, a Roma e a Milano. Oggi, dopo trent’anni, sono contento del mio lavoro e continuerò a svolgerlo con coscienza e professionalità. Giorgio EDC/AIPEC a Tv2000 Tv2000 – Beati voi, salvare il pianeta Intervista gli imprenditori Giovanni Arletti e Livio Bertola, dell’Associazione Italiana Imprenditori per un’economia di comunione, il progetto lanciato da Chiara Lubich nel 1991. Trasmissione di Tv2000 – “Laudato Sì – Beati voi, salvare il pianeta” del 8 giugno 2016 Progetto RImPRESA a favore delle imprese colpite dal sisma Le forti scosse di terremoto che si sono verificate a partire dal 24 agosto 2016 nelle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo hanno causato, oltre al crollo delle case e alla perdita di vite, anche il crollo delle piccole attività produttive, commerciali e turistiche presenti sul territorio. Diverse aziende hanno perso i locali dove svolgere la loro attività o i macchinari necessari o le materie prime; molte merci sono rimaste stoccate nei magazzini senza poter arrivare alla loro destinazione finale, con gravi perdite di clientela. In diverse situazioni, i lavoratori delle aziende danneggiate non hanno potuto riprendere il lavoro per gli spostamenti forzati, delle famiglie o delle stesse aziende, che la situazione ha richiesto. Il progetto RImPRESA vuole offrire un sostegno alla ripresa di queste piccole attività, dal punto di vista commerciale e logistico, ma anche relazionale e di prossimità. Si lavorerà con le aziende dei territori lungo la via Salaria, nell’area tra Amatrice ed Ascoli Piceno, nella Val Nerina e in Abruzzo: zone rurali, con una economia basata prevalentemente sull’agricoltura e sull’allevamento ovino e bovino, la cui clientela era costituita dalla popolazione stessa e dai flussi turistici estivi e dei fine settimana. Per questo, al momento è necessario creare anche un bacino di utenza e di consumo fuori dalle aree colpite dal terremoto, affinché le aziende non siano costrette alla chiusura. Il progetto si compone di due azioni complementari: Fornire alle aziende materie prime, macchinari e piccole infrastrutture provvisorie; laddove possibile, rafforzare tra le aziende pratiche e processi virtuosi ispirati ai principi etici dell’economia civile favorendo il gemellaggio con altre imprese sul territorio nazionale; Promuovere l’acquisto di prodotti dalle aziende colpite e la ripresa del turismo locale, nello spirito dell’economia di comunione che lega strettamente l’aspetto commerciale con quello umano, sociale, di relazione. RImPRESA promuove l’avvio di 4 Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) costituiti da famiglie, singoli, comunità: uno ai Castelli Romani, due a Roma (zone Montesacro e Garbatella), uno ad Ascoli Piceno. I soci dei GAS potranno effettuare gli ordini attraverso un’apposita piattaforma informatica, incontrare e conoscere i produttori in appositi eventi o visite guidate alle attività. In questo modo gli acquirenti non saranno solo consumatori, ma cittadini solidali che contribuiranno efficacemente alla RIPRESA sul lungo periodo, garantendo acquisti continuativi. Avendo come orizzonte lo sviluppo sostenibile delle aziende e del territorio, RImPRESA punta a favorire anche l’aspetto di ergoterapia (terapia del lavoro) e di resilienza delle persone coinvolte. Depliant Rimpresa Maggiori informazioni Progetto rimpresa Ri-conoscere dell’impresa i valori COMUNICATO STAMPA RI-CONOSCERE I VALORI DELL’IMPRESA: tracce per un nuovo paradigma organizzativo 17-18 giugno 2016 Polo Lionello Bonfanti Loc. Burchio – Figline e Incisa Valdarno (FI) Seminario per consulenti e manager, con la partecipazione degli economisti Luigino Bruni (LUMSA), Vittorio Pelligra (Università di Cagliari), Renato Ruffini (LIUC), Stefano Zamagni (Università di Bologna). In dialogo anche consulenti, imprenditori, manager. È possibile oggi riorganizzare l’impresa dando precedenza a un sistema di valori quali le relazioni aziendali, la reciprocità e il bene comune e poi al profitto, tenendo conto dei grossi cambiamenti tecnologici e sociali in atto? A questo interrogativo il seminario “Ri-conoscere i valori dell’impresa: tracce per un nuovo paradigma organizzativo” organizzato dalla Scuola di Economia Civile (SEC) che ha sede al Polo Bonfanti (Burchio – FI) cercherà di rispondere con un approccio partecipato e dialogante tra economisti, studenti, manager e consulenti. Parteciperanno gli economisti Luigino Bruni (LUMSA), Vittorio Pelligra (Università di Cagliari), Renato Ruffini (LIUC), Stefano Zamagni (Università di Bologna). «Certo, le aziende oggi non cambiano la propria organizzazione in modo lineare – commenta Silvia Vacca, presidente SEC – e ciò è dovuto a molteplici fattori: prassi consolidate, paura del nuovo, competenze stratificate, dinamiche di potere e non ultima la fatica di adottare nuovi modelli. L’obiettivo di questa due giorni di lavoro è mettere in luce come dal paradigma dell’Economia civile emergano elementi fondanti per la costruzione di un modello organizzativo all’altezza delle sfide in atto». La sfida sarà coniugare i principi del primato dei beni relazionali, del bene comune e della persona – capisaldi dell’Economia civile – con l’esigenza di sviluppo e innovazione anche nel campo dell’organizzazione aziendale. Il seminario si rivolge con particolare attenzione agli imprenditori e ai dirigenti delle imprese, delle organizzazioni senza scopo di lucro, di quelle a movente ideale, della pubblica amministrazione, offrendo un’esperienza di apprendimento capace di generare metodi e modalità di governo fondati sui principi dell’Economia civile. Per maggiori informazioni: Ufficio Stampa: Stefania Tanesini M. 3385658244 www.scuoladieconomiacivile.it Per fare sistema Giovedì 1 dicembre l’Accademia Alfonsiana di Roma ha ospitato il primo dei quattro eventi del percorso di formazione all’economia civile e (Associazione Italiana di comunione promosso da AIPEC Imprenditori per un’Economia di Comunione), EdiC Spa / Polo Lionello Bonfanti e A.P.S. “Nuove Vie per un Mondo Unito”. Un percorso, punto di arrivo di molte collaborazioni esistenti tra soggetti di economia civile, ma anche nodo di continuità di un cammino, che è insieme di formazione, dialogo, scambio di idee ed esperienze, che mira a raffinare la qualità delle relazioni e costruire una rete per il “cambiamento sostenibile” dell’economia attraverso progetti realizzati nella città, sul territorio. Tra i presenti, circa 125 persone provenienti dal mondo dell’impresa, dal mondo accademico, dalle associazioni familiari e di impegno civile e dal mondo dei media, con alcuni rappresentanti di comunità civili e religiose. Varie iniziative frutto di condivisione sono state già avviate, con l’ambizione di creare ponti tra queste realtà da un lato e con le “periferie” dall’altro. Il percorso si inserisce nel panorama di attività della città di Roma come una grande opportunità di crescita insieme, per «far toccare con mano la ricchezza e la bellezza della diversità», dalle parole di Papa Francesco al 6° Festival della Dottrina Sociale della Chiesa: «Essere insieme ci aiuta a vedere l’insieme. […] La vita concreta è possibile perché non è la somma di tante individualità, ma è l’articolazione di tante persone che concorrono al Bene Comune». Temi di grande attualità sono stati scelti per questi quattro eventi di formazione e consentiranno di approfondire, ogni volta, un aspetto di quello che chiamiamo “Sistema EdC”: insieme di soggetti giuridici, aziendali e associativi che rispondono ciascuno ad una specifica esigenza di cambiamento e che sviluppano crescenti sinergie tra loro e con le persone e le organizzazioni che si muovono nell’economia civile e di comunione. In questo primo appuntamento il prof. Luigino Bruni, dopo aver ripercorso brevemente l’esperienza iniziale dell’Economia di Comunione, ha dato una lettura economica di due parabole. Attraverso quella del buon samaritano, ha indagato a fondo il concetto di povertà e il metodo di approccio alla stessa, soffermandosi sull’importanza del mercato come possibile alleato. Attraverso quella del Padre misericordioso, si è poi soffermato su altri aspetti dell’uscita dalla povertà, nella direzione dell’autonomia della persona e di una possibile reciprocità nell’aiuto. Il prossimo appuntamento del percorso sarà giovedì 23 febbraio e affronterà il tema “Migrazioni, Ricchezza, Povertà. Insieme per un’economia inclusiva”, relatore Prof.ssa Laura Zanfrini; la testimonianza che seguirà ruoterà intorno al progetto pilota “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza”, promosso da AMU (Azione per un Mondo Unito onlus), AFNonlus (Azione per Famiglie Nuove onlus), dalla soc. coop. FO.CO. e da numerosi partner, per una completa integrazione sociale ed economica di minori italiani e stranieri. Stefania Nardelli Convegno: “Universalità dei diritti e Sindacato” Laboratorio Sindacale che recuperando il positivo da tutte le tradizioni, culture, radici ed esperienze sindacali nel Mondo vuole portare il proprio contributo culturale per interpretare l’azione, i contenuti, le prassi, l’etica e la proposta sindacale nel Tempo che viene. E’ passato un anno dal Convegno “Liberiamo il Lavoro: alle Radici dell’esperienza sindacale” organizzato dall’Associazione: “Made in the World”, svoltosi a Castel Gandolfo dal 16 al 18 ottobre 2015. Ci troveremo quest’anno, sempre a Castel Gandolfo, dal Venerdì 25 novembre 2016 alla Domenica 27 novembre 2016 per un secondo convegno dal titolo “Universalità dei Diritti e Sindacato”. Obiettivo fondamentale del Convegno sarà affrontare l’universalità di qualsiasi diritto umano che, attraversando correnti culturali diverse, tenta e vuole tornare alla essenzialità dell’esperienza sindacale. Insieme troveremo risposte per aprire prospettive concrete e per riuscire a superare possibili ostacoli e difficoltà. Loppianolab 2016 POWERTA’ La povertà delle ricchezze e la ricchezza delle povertà 30 settembre – 2 ottobre 2016 (Loppiano – FI) Loppianolab 2016 programma generale Sito Loppianolab Pagina Facebook Twitter @LoppianoLab Le prenotazioni a Loppianolab sono chiuse, è comunque ancora possibile partecipare: in che modo? Prenotazioni Pass Ingresso: scrivere direttamente all’accettazione [email protected] specificando il punto di ricezione a cui si preferisce rivolgersi per il ritiro dei pass: Polo Lionello Bonfanti dal 30/09/16 Auditorium di Loppiano dal 28/09/16 Nota: La Performance “Gen Verde + Giovani… In Action!” richiede specifica prenotazione via mail sempre all’indirizzo [email protected]. o prenotazione telefonica 055-9051102. I pass prenotati verranno rilasciati fino ad esaurimento posti. Prenotazioni per vitto e alloggio: rivolgersi direttamente a Alberghi e strutture recettive: Hotel Michelangelo – www.hotelmichelangelovaldarno.com/ Indirizzo: Via Poggilupi, 580A, 52020 Terranuova Bracciolini AR Telefono: 055 973 8557 Hotel Masaccio – hotelmasaccio.com/ Indirizzo: Lungarno Don Minzoni, 38, 52027 San Giovanni Valdarno AR Telefono: 055 912 3402 Pasti: Polo Lionello Bonfanti – Presso “Terre di Loppiano” pasti caldi a prenotazione o snack a buffet a tutte le ore. Per prenotazione o informazioni tel. 055-8330888 email: [email protected] Auditorium di Loppiano – Punti Ristoro e Snack veloci da consumare a buffet sono sempre disponibili, con pagamento sul posto. Vi segnaliamo che è stato pubblicato su www.loppianolab.it una clip del Gen Verde che come sapete animerà cinque workshop e una performance tutti dedicati ai giovani. Questo il link: http://www.loppianolab.it/#loppianolab-giovani Quest’anno LoppianoLab pone un’attenzione particolare alla partecipazione delle famiglie. Vi ricordiamo qui il programma per le nuove generazioni: LOPPIANOLAB GIOVANI & GEN VERDE Laboratori artistici per ragazzi e giovani dai 14 ai 25 anni: I laboratori costituiscono un percorso artistico. È vivamente consigliata la partecipazione a tutto il programma. È necessario prenotarsi indicando il workshop prescelto: [email protected] LOPPIANOLAB KIDS Per bambini e ragazzi da 4 a 13 anni: E’ TEMPO DI DARE. La felicità non dipende da quello che hai. Laboratori sui temi: – Povertà (la felicità non dipende da quello che hai) – Cultura del dare (C’è più gioia nel dare) – Ecologia (curiamo la nostra terra) Per i più piccoli: servizio di baby sitter a pagamento Venerdì:14:00-18:00; domenica: 9:00-11:30. sabato: 9:00-13:00 la scheda di prenotazione http://www.schedaprenotazione.it/ll.asp è /15:00-18:00; on line Per informazioni relative agli alloggi potete rivolgervi all’ufficio accoglienza di Loppiano: mail: [email protected] – tel. 055.9051102. Loppianolab GenVerde2016 L’economia come comunione: povertà, comunità, IMPRESA OBIETTIVI Formarsi, dialogare, fare rete, …. tra cittadini e operatori economici e culturali della città, per: approfondire gli aspetti salienti dell’economia civile e di comunione; ripartire insieme per generare nella città un’economia inclusiva, che ha come protagonisti principali “la comunità”, “l’impresa”, “i poveri”; capire come migliorare l’esperienza lavorativa e la qualità di vita di ogni lavoratore; creare un ponte tra università in uscita e città educante, arrivando a esprimere insieme questa nuova economia in quel prototipo di città nuova che è il “Villaggio per la Terra” di Roma (21-25 aprile 2017), che ospiterà il 3° evento del percorso formativo. LUOGO: Roma c/o ACCADEMIA ALFONSIANA della Pont. Università Lateranense, via Merulana 31 (200 mt. da Metro “Vittorio Emanuele” e 100 mt. da Basilica S.M. Maggiore). Primo incontro il 1 dicembre 2016 orario 17:00-18:30 Per maggiori informazioni e prenotazioni: http://www.aipec.it/leconomia-come-comunione-una-lettura-della -parabola-del-buon-samaritano-e-del-padre-misericordioso/ Slotmob Vedi video da Tg2000 Se questo è un gioco Articolo apparso sul sito www.focolare.org il 9 maggio 2016 Slotmob: una piccola idea che si allarga sempre più Un’iniziativa nata da un piccolo gruppo di giovani romani che si estende come macchia d’olio su tutta l’Italia. È stata presentata durante la Mariapoli di Roma alla presenza di Papa Francesco Era l’estate del 2013, e dalla condivisione tra un gruppo di ragazzi di Roma nasce l’idea di fare qualcosa per frenare il proliferare del gioco d’azzardo. Sempre più capitava di vedere anziani e giovani incollati davanti alle slot machine, presenti in moltissimi bar. Negli ultimi anni, nonostante la crisi economica, l’offerta e il consumo di azzardo in Italia sono cresciuti vertiginosamente: gli italiani spendono 85 mld all’anno e le slot macchine di ultima generazione sono più di 50.000, gli “azzardopatici” stimati sono circa 800.000. Vediamo come l’azzardo stia devastando le nostre città, impoverendo il tessuto sociale, creando solitudine e isolamento. A guidare l’esponente crescita dell’offerta di azzardo c’è una visione dell’economia in cui importa il solo profitto delle multinazionali del settore, con il consenso da uno stato che vede in esso la possibilità di guadagnare. Davanti a questo scenario desolante quel gruppo di ragazzi romani si è domandato cosa poter fare… e da lì è nata l’idea di premiare quei baristi che hanno scelto di non avere l’azzardo nel proprio locale, andando a fare colazione in massa nei loro bar: facendo quindi uno Slotmob. Inizialmente si pensava di proporlo a Roma e Milano, ma l’idea semplice e concreta ha affascinato diverse persone dal nord al sud della penisola. In questi due anni e mezzo sono stati realizzati 120 slotmob, che hanno visto la partecipazione di più di 10.000 persone, mettendo in rete più di 200 associazioni. Si sono creati così rapporti tra realtà molto diverse tra loro, creando spazi di incontro e conoscenza, ritessendo quel legame sociale che l’azzardo aveva disgregato. «A Roma abbiamo concentrato le nostre forze su una zona soprannominata la “Las Vegas” di Italia – racconta Maria Chiara –. In poco tempo si è creata una rete che coinvolge 7 associazioni locali, che si occupano di azzardo sotto diversi profili. È nato un rapporto sincero, non privo delle difficoltà dal lavorare insieme. Così è partito il progetto “Non Azzardiamoci”, che vede coinvolte alcune scuole della città. Parlare con i ragazzi del potere delle nostre scelte e di come possiamo cambiare una realtà ingiusta a partire da noi, non è affatto facile; ma è davvero importante costruire un mondo più giusto e coinvolgere i giovani in questo processo di cambiamento». «Nell’esperienza Slotmob – continua – stiamo incontrando tante persone, tante storie, che ci fanno capire quanto l’azzardo sia una ferita aperta nella nostra società. Durante uno di questi slotmob, un signore che ci aveva aiutato ad organizzare i giochi con i ragazzi, prende il microfono e ci racconta la sua esperienza in quanto assiduo consumatore di azzardo. Ci dice:“La mia vita è fatta di luci ed ombre e quello che mi spinge a giocare d’azzardo è la solitudine, ma oggi che vedo tutti voi qui non mi sento più solo. Quindi mi impegno a non giocare più d’azzardo e se mi doveste trovare davanti ad una slot machine, siete autorizzati a riprendermi ricordandomi questa promessa che vi faccio oggi”». «Se guardiamo indietro – conclude Maria Chiara – abbiamo raggiunto risultati impensabili: sono state bloccate due leggi che avrebbero ridotto i poteri dei sindaci nella limitazione dell’azzardo; abbiamo ottenuto il divieto parziale di pubblicità in televisione ed una maggiore attenzione dei media sull’argomento. Siamo consapevoli che la strada è ancora lunga, vogliamo che la pubblicità dell’azzardo sia vietata totalmente e vogliamo che si rimetta in discussione la possibilità di affidare la gestione dell’azzardo alle multinazionali». Lavorare nella città e per la città CONVEGNO INTERNAZIONALE OnCity: reti di luci per abitare il pianeta Laboratorio internazionale di cittadinanza per il bene comune Atti del Convegno Internazionale Oncity-reti di luci per abitare il pianeta, che dal 1° al 3 Aprile 2016 ha riunito al Centro Congressi di Castel Gandolfo (Rm) 900 partecipanti provenienti da tutto il mondo: tre giorni di lavori, riflessione e confronto su alcuni grandi temi d’attualità legati alla vita nelle città. Il convegno, organizzato dal Movimento Umanità Nuova, AMU e Movimento Giovani per un Mondo Unito, è un’iniziativa che si colloca nel quadro dello United World Project (UWP). Lavorare nella città e per la città Intervento di Stefania Biagini Ghiotti, Referente Comunoteca di Torino (Italia) Ciao a tutti. Sono Stefania. Da quasi diciotto anni sono sposata con Saverio ed abbiamo due figli: Maddalena, di 15 anni, e Nicolò di quasi 12. L’arrivo dei figli è stato per noi un vero “cataclisma” dal punto di vista della comunione dei beni. Non era ancora nata la nostra prima figlia che già avevamo ricevuto tutto quello di cui avevamo bisogno, persino dei ciucci nuovi che non potevano essere più venduti, in quanto un’alluvione aveva rovinato la scatola di cartone che li conteneva e la plastica che li proteggeva non era sufficiente per garantirne la vendita. La situazione ci ha stimolato a mettere anche noi tutto in circolazione, una volta terminato l’uso delle cose. Abbiamo iniziato con un ristretto gruppo di amici; poi la voce si è sparsa così rapidamente, che in pochi anni abbiamo creato una rete di circa 400 famiglie che si tengono in contatto via e-mail e si comunicano esigenze e possibilità circa i beni di prima necessità relativi alla gestione di bimbi piccoli: abbigliamento, passeggini, carrozzine, seggioloni, seggiolini auto, culle… Chi ha bisogno ci segnala via e-mail la propria necessità; noi giriamo a tutte le famiglie tali esigenze e, non appena ci arriva la disponibilità delle cose da parte di qualcuno, mettiamo in contatto chi dà con chi riceve, per effettuare il passaggio delle cose. Cerchiamo di tracciare il percorso dei beni, in modo da saper recuperare le cose in caso ci vengano richieste indietro dal proprietario. Nel caso siano state date a fondo perduto, le facciamo girare finché…non cedono! Tutti sanno che si tratta di cose “in comune”, per cui le si usa finché servono, mantenendole nel miglior modo possibile per chi le userà dopo, e poi si mettono di nuovo a disposizione di chi ha bisogno. In questi quindici anni sono circolate migliaia di cose ed ogni volta rimaniamo stupiti della grande generosità di chi ci è accanto. Abbiamo sperimentato veramente che più si dona generosamente, più si riceve perché si mette in moto una rete di persone che tirano fuori il meglio di loro in generosità, disponibilità, sensibilità… Questa grande comunione dei beni ci aiuta singolarmente e come famiglia su tre differenti livelli: il livello personale, perché ci aiuta a vincere il consumismo, a domandarci ogni volta se l’acquisto di un bene è veramente necessario, oppure può arrivare dalla comunione dei beni; a livello educativo con i figli, perché ci aiuta a trasmettere loro il valore della condivisione, della sobrietà e del riuso. In particolare i figli hanno una capacità di viverla anche con allegria. Ricordo una volta che Maddalena doveva svolgere un testo per la scuola. Una delle domande alle quali doveva rispondere chiedeva “Hai mai utilizzato cose di seconda mano, di altri?”. Maddalena, dalla sua camera, parlando forte mi chiede: _Mamma, devo rispondere sempre o quasi sempre?_. Questa sua semplice espressione mi ha dato tanta gioia! Il terzo importantissimo livello di crescita, caratteristico di questa comunione dei beni, riguarda la relazione con le persone. La condivisione è trasversale ad ogni età, credo, ceto sociale. Per il passaggio dei beni incontriamo e conosciamo le persone più svariate. Un’esperienza significativa, che amiamo raccontare, è successa un sabato mattina. Ricevo la telefonata di una amica che mi dice che mi avrebbe mandato una famiglia che necessitava di alcune cose per il loro bimbo. Acconsento volentieri, sapendo di non avere impegni fino a metà pomeriggio. All’ora di pranzo tuttavia, questa coppia non era ancora arrivata ed io butto la pasta per i miei figli. Suona il campanello. Erano loro. Sospendo ogni attività in cucina e li accolgo. Tra le presentazioni e la visione degli oggetti con loro si fanno le due. A quel punto mi viene spontaneo domandare loro se avevano piacere di pranzare con noi, avendo praticamente tutto pronto. Loro acconsentono e ci ritroviamo intorno al tavolo, tutti noi con loro tre. Nicolò, seduto vicino a me, ad un certo punto mi chiede: _Mamma, ma chi sono queste persone?_. Gli rispondo: _Non lo so, ce li ha mandati Maria, ma non ti preoccupare. Va bene così_. E così, da questo semplice gesto, è nata una bella amicizia che continua a distanza di svariati anni! La comunoteca, dunque, fa aprire le porte di casa, favorisce i legami tra le persone e le avvicina! E’ una caratteristica che sentiamo fondamentale e che non vorremmo si perdesse mai. Siccome ne sono nate varie, sparse in tutta Italia (e sicuramente anche all’estero), una équipe di persone sta studiando come ampliare questa realtà, perché arrivi a sempre più persone e favorisca una rete sempre più ampia. Si sta studiando una formula informatica che velocizzi i contatti. La cosa fondamentale, che ricordiamo in questo lavoro, è di non perdere il legame con le persone, elemento che la contraddistingue e fa la differenza! Grazie. Stefania Ghiotti Fonte: dal sito ufficiale del unitedworldproject Tra i ciliegi: fiori e . . . frutti Dall’ “invasione” alla condivisione. Succede in Puglia. Al turista che desidera visitare la Puglia in aprile, alcune agenzie turistiche propongono un particolare percorso nella famosa terra dei trulli, delle grotte di Castellana, nelle campagne di Conversano e Turi, per assistere ad un meraviglioso spettacolo: una distesa di candidi ciliegi in fiore, inframmezzati da verdi macchie di ulivi, che lascia rapito l’ignaro osservatore. A metà maggio, poi, lo scenario viene affrescato di nuovi colori, il bianco cede il posto al verde delle foglie che, al soffio del vento, lasciano occhieggiare rosse e gustose ciliegie, le più premiate d’Italia. E’ questa generosa campagna la terra della ciliegia ‘’ferrovia’’, il cosiddetto ‘oro rosso’ che ha dato una svolta determinante all’economia di gran parte del territorio, di cui Turi è parte rilevante. Nel periodo della raccolta di questo prezioso frutto, a metà maggio, questa cittadina è ‘’invasa’’ da un gran numero di lavoratori stranieri, immigrati. Per gli agricoltori è un’invasione benedetta, indispensabile per l’insufficiente mano d’opera locale e per un raccolto che occupa un numero limitato di giorni ad un ritmo incalzante. Il tam tam di questa richiesta raggiunge l’interland barese e perfino i campi di accoglienza della Calabria. Gli immigrati ormai sanno di poter contare su alcuni giorni di lavoro sicuro e spesso retribuito a norma sindacale, riducendo sensibilmente le situazioni di sfruttamento e lavoro in nero. Per mancanza di strutture d’accoglienza, i lavoratori sono costretti a ricoveri di fortuna, dalle auto alle panchine dei giardini pubblici, sotto gli archi o nei pressi delle stazioni di servizio, con le comprensibili conseguenze di degrado a livello igienico e dell’immagine stessa di un paese civile. Quest’anno, finalmente nuovi e giovani amministratori hanno accolto le voci di protesta levatesi in particolare dal mondo del volontariato e si sono adoperati in tempo per cancellare questo obbrobrio, offesa alla dignità della persona umana e al decoro di un popolo che nel passato ha vissuto, come emigrato, situazioni di emarginazione e rifiuto. Collocata a breve distanza dall’abitato, con l’intervento della Prefettura di Bari, con la collaborazione della Protezione civile ed alcune associazioni, una tendopoli, con servizi igienici, ha accolto circa cento lavoratori marocchini, in numero inferiore agli anni scorsi, per la ridotta produzione dovuta all’inclemenza del clima. Un’attenzione particolare è stata rivolta al rispetto delle norme stabilite: ordine del campo, orari, documenti di soggiorno ed un controllo continuo dell’assessore ai servizi sociali, dei carabinieri e vigili urbani. Alcuni momenti di questo ‘’soggiorno’’, particolarmente significativi. sono stati Alle 20,30 circa, dopo la preghiera dei musulmani, spesso la vita del campo si è animata ed arricchita di nuovi volti e idiomi. Odori e sorrisi hanno dato uno slancio, un guizzo di ‘’felicità’’ a volti stanchi che hanno visto e subito chissà quante angherie e soprusi. Scouts, giovani di organizzazioni e di partiti, adulti di associazioni di solidarietà come Umanità Solidale Glocal e un gruppo del Movimento dei Focolari, ciascuno con il proprio stile, in men che non si dica, hanno allestito una cena al campo. Se non è mancata talvolta la pasta al forno, più spesso sono arrivate minestre di verdure e legumi, nell’osservanza della fede dei musulmani, sollievo alle membra stanche di lavoro, ma soprattutto espressione d’ interesse umano per la condizione di persone che fame e guerra hanno costretto ad abbandonare la propria terra. Momenti di condivisione e fratellanza in cui vengono espressi anche altri bisogni: le scarpe numero 43 e 44, indumenti per i bimbi o le mogli, medicinali o la cura di una ferita, un frigo, una lavatrice….A tutte le richieste si è cercato di dare risposta; anche un amico medico di Acquaviva è venuto più volte e il loro ‘’grazie Italia’’, comunicato con gli occhi oltre che con le parole, esprimeva un vissuto di dolore ma anche di speranza. Era iniziato da due giorni il Ramadan, quando il prof, Daneo di ‘’Religions for Peace Italia’’, invia la lettera di saluto ed augurio del vescovo mons. Spreafico, Presidente della Commissione per il dialogo interreligioso della CEI a tutti i musulmani per la sacra ricorrenza. Un’attenzione importante per costruire rapporti di conoscenza più profonda, anche sotto l’aspetto religioso, aspetto a cui a Turi Ausg è particolarmente attenta con incontri di conoscenza delle altre fedi, per vincere l’ignoranza, causa spesso di paure e rifiuti. Con gli assessori comunali Orlando e Caldararo, delegati alla Cultura e al Welfare, si preparano fotocopie per ciascuno, aggiungendo anche gli auguri personali e della cittadinanza. Si va al campo dove si legge il contenuto. Un giovane si offre per la traduzione in arabo ed è prezioso il suo intervento per la presenza di giovani che non conoscono affatto l’italiano. Perchè non scriviamo anche noi al Vescovo per ringraziarlo? È la proposta di alcuni giovani, accolta da tutti e, accanto ad una foto che ricorda il momento di particolare condivisione, una lettera ci viene recapitata qualche giorno dopo che inviamo con premura. E’ la testimonianza visibile che, coniugando economia, solidarietà, accoglienza, con l’impegno delle Istituzioni e la collaborazione di cittadini attivi, anche in un momento storico di particolari tensioni, è possibile promuovere una nuova vitalità della città e costruire nuovi percorsi di civiltà. La vittoria sulla paura e la diffidenza, per passare dal timore alla fiducia reciproca. Progetto Cibo Bene Comune L’associazione Il Samaritano di Porto Sant’Elpidio presenta a Tipicità 2016 il progetto CIBO BENE COMUNE – Intervista di Laura Meda al Presidente Antimo Panetta https://youtu.be/pQ3YCeFptxw Sincronie Il seminario civile si terrà a Montecatini- Monsummano dal 6 al 9 sett. 2016. Sono invitati ragazzi dai 17 ai 30 anni interessati alle tematiche trattate, ad un dialogo partecipativo, sia con le relazioni mattutine, sia attraverso il “fare ” pomeridiano, sia negli spazi e momenti comuni con i “ballerini” della scuola Dancelab, che in parallelo svolgerà il suo campus di danza. Sul depliant ci sono le istruzioni per iscriversi: i posti sono limitati e saranno accettati i primi iscritti. Sarebbe auspicabile la partecipazione a tutto il seminario e non solo a giornate singole. vedi depliant Sincronie vedi anche: Seminario Danza 2016