IPRIMI 100GIORNI DI OBAMA

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IPRIMI 100GIORNI DI OBAMA
I PRIMI 100 GIORNI DI OBAMA
FONDAZIONE ITALIA USA – EURISPES
MAGGIO 2009
Il nuovo Presidente di fronte alla crisi
Dal discorso di insediamento alla presidenza (20 gennaio 2009)
L’economia: «La nostra economia è molto indebolita, per colpa dell’avidità e
dell’irresponsabilità di alcuni, ma anche per la nostra colpa collettiva di non aver
saputo fare scelte difficili e preparare la nazione a una nuova era: c’è chi ha perso la
casa, chi ha perso il lavoro; ci sono imprese che hanno chiuso. La nostra sanità è
troppo costosa, troppi ragazzi vengono lasciati indietro dalla nostra scuola e ogni
giorno che passa ci dimostra che l’uso che noi facciamo dell’energia rafforza i nostri
nemici e minaccia il pianeta».
Il mercato: «Non dobbiamo preoccuparci se il mercato rappresenta una forza positiva
o negativa. Resta ineguagliata la sua capacità di generare ricchezza e di diffondere la
libertà, ma l’attuale crisi ci ricorda che se non si mantiene un occhio vigile, facilmente
il mercato può sfuggire ad ogni controllo e che una nazione non può prosperare a
lungo se favorisce solo i ricchi. Il successo della nostra economia è dipeso sì dall’entità
del nostro Prodotto Interno Lordo, ma anche dalla portata della nostra prosperità,
dalla nostra capacità di estendere le opportunità ad ogni cittadino di buona volontà».
Una nuova giustizia distributiva: Punterò ad introdurre un nuovo paradigma per la
crescita economica dove il “successo non sia solo misurato dal Prodotto Interno Lordo,
bensì dalla capacità di allargare il benessere a tutti”.
Dio ci chiama: «Oggi siamo chiamati ad una nuova era di responsabilità, la
consapevolezza da parte di ciascun americano che abbiamo doveri verso noi stessi, la
nazione e il mondo, doveri che non accettiamo controvoglia, ma che accogliamo con
gioia, nella certezza che non esiste cosa più grata allo spirito, né più temprante per il
nostro carattere, che impegnarci a fondo per risolvere un compito arduo. Questo è il
prezzo e la promessa dell’appartenenza alla nostra nazione. Questa è la fonte della
nostra fiducia: sapere che Dio ci chiama a forgiare un destino incerto» (…) «Rialzarsi,
togliersi di dosso la polvere e cominciare nuovamente a rifare l’America».
La prima legge di Obama: la legge sulla parità salariale
(30 gennaio 2009)
È la prima legge di Obama, denominata “legge Lilly” (prende il nome della signora Lilly
Ledbetter che dopo 19 anni di lavoro alla Good Year scoprì di essere pagata meno degli
uomini ed intentò un causa alla compagnia). L’obiettivo del provvedimento è di
promuovere una parità effettiva sui luoghi di lavoro. Per Obama «questo
provvedimento manda un messaggio molto chiaro: la nostra economia deve basarsi su
criteri di equità. È molto significativo che la prima legge che firmo confermi uno dei
principi su cui si è basata la nostra nazione. Cioè che siamo tutti uguali».
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La parità è stato uno dei temi più controversi durante la campagna elettorale. Secondo
il Census Bureau per ogni dollaro guadagnato dagli uomini, le donne, facendo un lavoro
identico, guadagnano solo 78 centesimi. E le donne afro-americane ancora meno. La
precedente legge sui diritti civili del 1964 cercava di correggere queste discriminazioni,
ma le modalità di applicazione ne vanificavano il contenuto. Di qui la legge
recentemente varata.
Tre ordini presidenziali esecutivi a favore dei sindacati
30 gennaio 2009
La firma di tre ordini esecutivi pone fine alle limitazioni della presenza e delle attività
sindacali nelle aziende. In particolare, le imprese saranno obbligate a informare i
lavoratori sui loro diritti previsti dal National Labor Relations Act. È una notevole spinta
alla ripresa del sindacato ed alla sua diffusione nei luoghi di lavoro.
Obama: «Il movimento sindacale non è responsabile della crisi economica, ma semmai
serve a risolverla. E non è possibile rafforzare la classe lavoratrice senza forti
associazioni sindacali».
I primi interventi di emergenza anticrisi
(gennaio-febbraio 2009)
Nel primo mese di presidenza, Obama ha promosso massicci interventi che hanno
interessato soprattutto le banche, le assicurazioni, il settore automobilistico, le
famiglie non in grado di pagare i mutui.
La prima proposta di bilancio
(24 febbraio 2009)
La “finanziaria” di Obama. Un budget da 3.550 md, per il periodo 2009-2013 (scatterà il
1°ottobre 2009), che promette una svolta politica, per risolvere le crisi finanziarie e
sociali. (Contro le prime stime che a gennaio calcolavano un deficit di 1.200 md di
dollari, a febbraio è stato calcolato un deficit statale record ancora maggiore, pari a
1.752 miliardi di dollari = il 12,3% del PIL. Nel mese di marzo, l’Ufficio del Bilancio del
Congresso – CBO ha fatto sapere che, secondo le sue previsioni, il deficit di bilancio
degli Stati Uniti sarebbe salito ancora per raggiungere, alla fine dell’anno fiscale 2009,
la cifra di 1.845 md di dollari, pari al 13,1% del PIL. Il deficit dovrebbe restare alto
anche nel 2010, a circa 1.380 md, per scendere nel 2011 a 970 md). È un deficit che
ricorda i momenti più drammatici, il precedente più vicino è il 1942). L’obiettivo
dell’Amministrazione è ridurre il deficit a 533 md nel 2013. Per Obama «siamo davanti
a scelte difficili».
Ulteriori fondi di aiuti potrebbero generare un ulteriore aumento del deficit di altri 250
md, aiuti comunque necessari per superare la debacle bancaria. Spariranno gli sgravi di
Bush per le famiglie che guadagnano oltre 250 mila dollari l’anno. Nella proposta, si
prevede di far decollare un piano di assistenza sanitario universale stanziando 634 md
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di dollari in 10 anni: l’obiettivo è di riformare il sistema e di allargare la sua copertura
(negli USA l’assistenza sanitaria è gratuita solo per le fasce più povere. Un altro
importante ambito di intervento è l’istruzione). Per i commentatori era dagli anni ’60,
all’epoca del piano del presidente Johnson, denominato Great Society, che non si
vedeva un impegno così vasto e incisivo dello Stato
Un ordine esecutivo per la ricerca sulle cellule staminali embrionali
9 marzo 2009
L’ordine presidenziale rimuove i limiti al finanziamento pubblico della ricerca sulle
cellule staminali embrionali che erano stati decisi dal presidente Bush nel 2001 e
confermati nel 2007. Il National Institute of Health è incaricato di elaborare entro 120
giorni le linee guida per l’utilizzo dei fondi pubblici. Nel corso della cerimonia della
firma dell’ordine presidenziale, Obama ha confermato la netta contrarietà alla
clonazione: «non ha posto nella nostra società, o in alcuna società». Forti le proteste
del mondo cattolico per questa decisione sulle cellule staminali embrionali, in America
e all’estero.
Il Pacchetto di interventi di sostegno all’economia (piano di stimolo)
Annunciato a gennaio 2009, è stato varato il 26 marzo 2009.
Si tratta di 787md. di dollari destinati alla ripresa economico produttiva, a investimenti
in grandi infrastrutture e assistenza sociale. Il pacchetto comprende, tra l’altro, tagli
fiscali per 310 md di dollari (il doppio dei 174 md messi in campo nei primi due anni da
Bush) in favore di aziende e famiglie con un reddito inferiore a 150-200 mila dollari
l’anno. È l’intervento più grande effettuato da un governo USA dai tempi della Grande
Depressione.
In relazione ai mutui per la casa: Obama: «Il nostro piano ha diverse componenti. Una
di queste mette in piedi un meccanismo per cui la gente può rinegoziare il proprio
mutuo, le banche abbassano i tassi e il governo interviene sulla differenza. Ma ci sono
anche gli aiuti per chi vede il valore della propria casa cadere enormemente». Le
famiglie coinvolte in quest’ordine di difficoltà sono circa 10 milioni (escludendo quelle
che sono già entrate nel vortice dell’esproprio). La ricontrattazione dei muti dovrebbe
garantire che non possono superare il31% dei redditi di una famiglia.
Interventi per l’ occupazione: Obama: «Abbiamo perso molto lavoro negli ultimi mesi e
molto velocemente. Per questo stiamo cercando di risolvere la crisi finanziaria: per
restituire liquidità alle piccole e alle grandi imprese. Ma non tutto il lavoro tornerà
indietro, anche per via della competizione straniera. Perciò quello che dobbiamo fare
è creare nuova occupazione che nessuno ci porterà via. Ed è per questo che il
comparto energetico è così promettente. Stiamo ancora usando una rete che risale a
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150 anni fa; bisogna costruirne una nuova. Ma è un’impresa immensa che coinvolge
tutti e 50 gli Stati. Il futuro è nei pannelli solari, nei biocarburanti e nelle auto-ibride».
Nascerà un’Agenzia per la stabilità delle maggiori istituzioni finanziarie. Alcune società
grandi e interconnesse hanno bisogno di un regime regolatorio più conservativo e
rigido. In questo settore, il piano è articolato in quattro punti: 1°) governare i rischi di
sistema permettendo al governo più poteri d’intervento nelle grandi istituzioni il cui
fallimento metterebbe a repentaglio l’economia; 2°) tutelare i consumatori e gli
investitori; 3°) eliminare i gap esistenti nella regolazione ; 4°) maggiore coordinamento
internazionale. Il segretario al tesoro Geithner punta a regolare anche gli hedge fund
(registrazione obbligatoria alla Sec) e i mercati dei derivati.
Piani di stimolo a confronto
(fonti: Congresso USA, Ufficio del budget, Time)
1935 - Roosevelt
1964 - Johnson
1983 - Reagan
2008/2009 - Bush
2009 - Obama
Legge sugli stanziamenti di emergenza
Legge sulle opportunità economiche
Legge sulla creazione dei nuovi posti di lavoro
Legge sugli stimoli all’economia
Piano per la ripresa economica e gli investimenti
4,9 md $ (75 al valore 2009)
0,948 md $ (6,4 al valore 2009)
9 md $ (19 al valore 2009)
168 md $
787 md $
Prossimi interventi: annunciati dal presidente Obama il 26 marzo 2009
Crisi auto:
«Farò un annuncio nei prossimi giorni. Garantiremo un piano di aiuti, anche se questo
oggi non è argomento troppo popolare. Ma il mio lavoro consiste nel misurare i costi di
un eventuale fallimento. Comunque dobbiamo preservare l’industria dell’auto
americana; non solo Gm, Ford, Chrysler, ma tutto l’indotto. In cambio i produttori
devono ristrutturarsi; servono cambiamenti drastici e in alcuni casi dolorosi. Ci
aspettiamo che lavorino con noi in questo processo di ristrutturazione. Se non vogliono,
sicuro non investiremo a fondo perduto i soldi dei contribuenti. Tutti devono fare la
loro parte, azionisti, lavoratori, fornitori».
Sanità: verso un sistema universale come in Europa?
«Questo è il nostro obbiettivo: io voglio dare l’assistenza sanitaria a tutti. Se poi lo
faremo secondo il modello europeo o canadese, questa è un’altra faccenda. Intanto
bisogna ridurre i costi sanitari attraverso le tecnologie; pagare i medici in base ai
risultati e non al numero di interventi; investire nella prevenzione». In una
dichiarazione precedente, gennaio 2009, per Obama la riforma sanitaria: «può
aspettare». Ha promesso comunque una riforma in un Paese con 70 milioni di persone
con scarsa o nulla copertura.
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Assicurazioni sanitarie
«Ho vissuto questo problema in prima persona. Moltissima gente che ha un attacco al
cuore o a cui viene diagnosticato un tumore o il diabete, da quel momento in poi non
riesce più ad avere un’assicurazione sanitaria. Ma anche chi si era assicurato prima
della malattia, si sente dire dalle compagnie che questa malattia era una “condizione
preesistente” e quindi rifiuta spesso di coprire le spese. Il governo interverrà
garantendo, in caso di “condizione preesistente” un piano di copertura pubblica se non
si riesce ad averla con una compagnia privata oppure imponendo l’assicurazione alla
stessa compagnia».
Scuola:
«Io sono qui solo per l’educazione che ho ricevuto. Non sono nato nella ricchezza e
neppure nella celebrità ma ho avuto dei genitori e dei nonni che si sono preoccupati
della mia educazione facendo dei sacrifici. Troppi dei nostri ragazzi non hanno questa
possibilità. Perché le scuole non hanno abbastanza risorse, perché non ci sono
sufficienti insegnanti e gli edifici sono obsoleti. Me c’è anche altro che il denaro non
può risolvere: il sistema scolastico è stato disegnato per l’era dell’agricoltura. Mettere
soldi in un meccanismo pensato per il XIX sec. mentre siamo nel XXI non ha senso. E
dunque: investiamo nella scuola primaria che funziona, paghiamo meglio i nostri
insegnanti e assicuriamoci che il loro addestramento sia ben aggiornato, investiamo
nella matematica e nella scienza».
Prestiti studenti:
«Stiamo pensando di dare loro dei prestiti garantiti. Oggi le banche finanziano gli
studenti meritevoli e lo stato fa da garante. Noi pensiamo anche a prestiti diretti per gli
studenti. Inoltre ragioniamo sul ricorso a società di servizi finanziari. I loro denari
potranno essere utilizzati per aumentare il numero delle borse di studio».
Piccole e Medie Imprese
«I contribuenti non devono perdere i benefici di un prodotto migliore a un prezzo più
basso. Perciò dico fin d’ora che il governo intende garantire l’accesso agli appalti anche
alle imprese più piccole. E per cominciare comprerà proprio da loro i beni e i servizi
che sono necessari al paese. Questo comportamento consentirà di risparmiare risorse
e di stimolare la concorrenza. Bisogna infatti evitare che due o tre grandi appaltatori si
accaparrino tutti i contratti., magari anche pagando milioni di dollari ai lobbysti per
ottenerli. Questo modo di agire distorce il corretto funzionamento del sistema. La
verità è che più attori ci sono sul mercato e meglio va per tutti, a cominciare proprio
dal contribuente americano».
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Agevolazioni fiscali ai piccoli imprenditori e risparmiatori
«Uno dei punti del nostro programma è la eliminazione alla quale stiamo procedendo
delle tasse che gravano sui capital gain dei piccoli imprenditori. È qualcosa che
abbiamo proposto e messo in pratica. Ma questa detassazione è soltanto uno dei tanti
strumenti tributari che vogliamo utilizzare per invogliare i piccoli imprenditori a
investire e a intraprendere nuove imprese senza le attuali penalizzazioni fiscali.
Un’attenzione particolare sarà posta poi alla situazione dei nostri veterani. Più in
generale voglio ricordare i nostri piani fiscali volti a garantire a regime un taglio delle
tasse che interesserà alla fine il 95% dei cittadini americani».
Obama, il grande comunicatore
(26 marzo 2009)
Obama è il primo presidente USA a tenere conferenze pubbliche su internet. È
successo sul sito della Casa Bianca, con un pubblico dal vivo e 64mila persone
sintonizzate on line. Oltre 100 mila le domande arrivate via e-mail o video e votate da
3,6 milioni di persone. «È stato un esperimento - ha commentato il presidente - ma
anche un’opportunità».
Alcuni dati della crisi USA
Disoccupazione
(gennaio 2009)
Dall’agosto 2007 ad oggi marzo 2009 negli USA i disoccupati sono aumentati di 4.5
milioni e le espulsioni dal mercato del lavoro proseguono ad un ritmo di 600 mila unità
al mese. A fine 2008 i disoccupati sono risultati 5, 5 milioni.
Diversificazione produttiva
(gennaio 2009)
La crisi ha dato un colpo durissimo anche alla diversificazione produttiva: solo
McDonald e Wal-Mart hanno chiuso l’anno 2008 in attivo: sono i “consumi di
recessione”. È andata a rotoli anche la diversificazione geografica: società
d’investimento nei cosiddetti paesi B.R.I.C.-Brasile, Russia, India, Cina hanno perso da 55% a +72%; speravano che non ci sarebbe stata correlazione tra la crisi nei paesi
sviluppati e la situazione dei paesi emergenti.
Deficit USA
(6 gennaio 2009)
Per Obama il deficit viaggia verso i 1.000 md di dollari e potrebbe raggiungere anche
1.200 md di dollari, senza calcolare l’intervento del governo. Equivarrebbe all’8% del
PIL ,il deficit più alto del dopoguerra, superiore al 6% registrato nel 1983.
Un commento giornalistico: I salvataggi dell’auto hanno scosso il principio di
responsabilità su cui si basa l’economia di mercato. In USA il problema del debito
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pubblico potrebbe essere alla base del più grande mutamento di questo scorcio di
secolo, come lo erano stati l’anticomunismo negli anni 50 e i diritti civili negli anni 60.
Crollo del PIL
(dicembre 2008)
Nell’ultimo semestre 2008, la caduta del PIL è pari a -6,8%, il dato peggiore dal 1982.
Crollo della Borsa
(dicembre 2008)
L’indice DOW JONES delle 30 blue chips americane segna una caduta pari a -33,8%. È il
terzo peggior risultato di sempre, superato solo da -37,7% nel 1907 e da -52,7% nel
1931.
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