galbani vuol dire fiducia? lactalis vuol dire licenziamenti! - Flai-Cgil

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galbani vuol dire fiducia? lactalis vuol dire licenziamenti! - Flai-Cgil
FLAI Cgil
Segreteria Nazionale e Coordinamento BIG
GALBANI VUOL DIRE FIDUCIA?
LACTALIS VUOL DIRE LICENZIAMENTI!
Perché le pubblicità della Galbani degli ultimi anni rappresentano sempre gli uomini
che guidano i furgoni e che conoscono le persone nei comuni più piccoli? Perché la
rete dei Venditori è sempre stato il valore aggiunto del Gruppo.
Si chiama BIG ed' composta da 1041 persone a cui si aggiungono circa 500 agenti,
secondo una proporzione (2 terzi di dipendenti, 1 terzo di lavoratori autonomi)
concordata nei precedenti processi di riorganizzazione tra impresa e sindacati.
Questa volta Lactalis Galbani ha deciso di licenziare 50 dipendenti
La Crisi
Certo che c'è la crisi e negli ultimi anni i processi citati nella procedura di licenziamento
li avevamo ripetutamente affrontati: chiusura dei Punti di Vendita tradizionali,
centralizzazione dei rifornimenti da parte della Grande Distribuzione, calo dei consumi
nei ristoranti, bar e hotel, aumento delle marche associate alla Grande Distribuzione.
Dov'è la novità? Non certo in questi fenomeni economici che hanno carattere
ricorrente e strutturale, non nella concorrenza dei prodotti a basso costo dei marchi
della Grande Distribuzione (Lactalis da tempo ha deciso di rispondere a questa sfida
producendo negli stabilimenti Galbani parte di quei prodotti per la concorrenza e, dopo
l'acquisizione di Parmalat, lo farà anche per il latte a basso costo della concorrenza
della Grande Distribuzione, ribaltando la tradizionale impostazione del gruppo di
Collecchio, ora interamente controllato dai francesi).
La scelta
La novità è rintracciabile nei dati del 2012 e nella scelta di abbandonare la tradizionale
politica di sostegno delle vendite attraverso le promozioni commerciali. Se si
analizzano i dati infatti emerge che sia nella vendita dei formaggi che in quella dei
salumi la differenza è tra i primi 6 mesi e la seconda metà dell'anno: il crollo è dovuto
alla scelta consapevole e sbagliata di ridurre gli investimenti commerciali indispensabili
per sostenere, attraverso le promozioni, i volumi delle vendite anche nel canale
tradizionale, dei Punti di Vendita di prossimità.
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Chi paga?
Sostenere i volumi delle vendite con adeguati investimenti è possibile e, come
dimostrano i dati del primo semestre 2012, utile per contenere le perdite delle quote di
mercato e traghettare l'Azienda fuori dalla crisi in una posizione di vantaggio sui volumi
venduti.
Scelta giusta, utile ma costosa! Meglio investire sul futuro o tirare i remi in barca,
mantenendo alto il livello di redditività per i proprietari francesi?
Meglio, tutto sommato, adeguarsi alle onde e aspettare che le acque si calmino! Certo
c'è un problema di costi: per mantenere alti i profitti bisogna tagliare! Fa niente se si
perde una parte della copertura dei Punti di Vendita e dei Volumi: finita la crisi ci si
potrà tornare.
L'inganno
In realtà Lactalis Galbani sceglie di manomettere gli equilibri diretti/agenti e di puntare
solo sulla crescita degli agenti e della distribuzione indiretta. Tanta retorica sull'uomo
Galbani che guida il furgone con il logo della fiducia, si scontra con la realtà di una
scelta miope e non condivisibile,
Ma gli esuberi ci sono?
Non è' la prima volta che il sindacato partecipa a questa discussione in BIG e Galbani
e abbiamo sempre scelto di non nasconderci la realtà e di non nascondere la testa
sotto la sabbia. Tutte le volte abbiamo affrontato la discussione partendo dall'analisi
della realtà e dai possibili aggiustamenti, mantenendo l'equilibrio diretti/indiretti e
lavorando sulla ricerca di lavoratori pensionabili o volontari all'esodo e alla
ricollocazione su territori liberati dai lavoratori incentivati all'esodo.
Perché questa volta non si può?
Partiamo dai numeri dichiarati dall'Azienda 42 esuberi tra i Venditori e 8 nella sede
centrale: non siamo in grado di esprimerci nel merito dei 42 Venditori perché
servirebbe l'analisi puntuale dei cali di volumi, chiusura dei Punti di Vendita,
centralizzazioni della Grande Distribuzione nei singoli territori. E dall'equilibrio
diretti/indiretti condiviso tra le parti. Quel che sappiamo è che in realtà' tra i 1041
dipendenti ci sarebbero almeno 45 persone pensionabili e che, come già sperimentato
nei precedenti processi di riorganizzazione sarebbe quindi possibile cercare un
accordo!
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Perché no?
Nella sede ci sono 8 esuberi ma tra volontari e blocco del turn over non ci sarebbero
problemi. il nodo riguarda infatti i 42 Venditori sparsi su tutto il territorio nazionale.
Secondo l'azienda solo 16 lavoratori pensionabili coincidono con i territori quindi gli
altri 26 posti liberati dai lavoratori pensionabili devono essere occupati da quei
lavoratori che sono oggi impiegati nei territori dove l'Azienda dichiara gli esuberi.
Le triangolazioni sono possibili?
Secondo noi si! Anzi nei precedenti accordi erano previste e compensate nel Piano
Sociale da un adeguato intervento di sostegno al reddito ma, se superavano i 50 km,
dovevano avere il consenso dei lavoratori, questa cosa evidentemente da fastidio!
Se analizziamo infatti i dati proposti dall'azienda si vede come ci sia una sproporzione
tra esuberi e volontari tra Nord e Sud e le distanze diventano importanti: per evitare di
costruire un meccanismo perverso che consentirebbe a BIG di obbligare un lavoratore
in esubero in Sicilia a "scegliere" di trasferirsi in Val d'Aosta per sostituire un lavoratore
pensionabile (il caso non è teorico ma corrisponde allo squilibrio comunicato
dall'azienda) oppure licenziarsi!
Conviene l'Accordo?
Secondo noi, visti i numeri dei pensionabili e degli esuberi dichiarati dall'azienda,
conviene ricercare un accordo. Basato sulla volontarietà, gli incentivi del Piano Sociale
e gli interventi possibili sulle triangolazioni, senza però limitarsi a quelle territoriali:
abbiamo infatti chiesto di ragionare anche su possibili triangolazioni su funzioni: se un
responsabile di un territorio è pensionabile è possibile, secondo noi, sostituirlo con uno
dei Venditori in esubero con un adeguato piano di formazione; abbiamo anche chiesto
di lavorare su possibili ricollocazioni nella sede e negli stabilimenti del Gruppo;
abbiamo infine chiesto di verificare se in un territorio specifico dove ci sono più agenti
che dipendenti abbia veramente senso di parlare di esuberi tra i diretti, e comunque il
rapporto 1 terzo/2 terzi deve essere salvaguardato e quindi vogliamo capire se, a
fronte della programmazione di 50 tagli tra i diretti, BIG preveda la riduzione della
copertura territoriale o la sostituzione di lavoro diretto con gli agenti. Cosa succederà
dopo i 50 licenziamenti? Chi farà il lavoro di quei Venditori? Come verranno distribuiti i
Punti di Vendita tra i lavoratori che restano? Come cambieranno le rotte, i carichi di
lavoro, gli orari dei Venditori BIG?
Abbiamo chiesto di utilizzare la Cassa Integrazione Guadagni, come nelle precedenti
ristrutturazioni, per avere il tempo utile per l'eventuale maturazione dei diritti
pensionistici e per la gestione delle ricollocazioni ma sia l'Azienda che l'Assolombarda
non ci sentono.
Noi vogliamo l'Accordo
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Lavoriamo per una soluzione condivisa e non traumatica, valuteremo nelle assemblee
con i lavoratori i margini per una trattativa che rischia di essere importante non solo
per questi 50 esuberi ma anche per il futuro. La manovra della Fornero contro le
pensioni ha già fortemente indebolito i diritti e le prestazioni, rendendo più difficile,
rispetto al passato, il ricorso ad ammortizzatori e accompagnamenti alla pensione. Per
questa ragione pensiamo che una soluzione frettolosa e senza garanzie potrebbe
costituire un pericoloso precedente. Anche per questo chiediamo a tutti i lavoratori BiG
di partecipare alle assemblee e sostenere le richieste sindacali: per un Accordo giusto.
Milano, 26 marzo 2013
Flai-CGIL Nazionale
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