Speciale Calcio Napoli - Corriere del Mezzogiorno

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Speciale Calcio Napoli - Corriere del Mezzogiorno
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Lunedì, 12 Settembre 2016
Calcio Napoli
PARTE LA CHAMPIONS LEAGUE: STORIE E PROTAGONISTI
Addio Bilbao, l’attesa è finita
Due anni fa l’eliminazione
nei preliminari in Spagna
Gli azzurri tornano protagonisti
con una squadra più forte
E il San Paolo è pronto a cantare
di Maurizio de Giovanni
R
agazzi, ci siamo. Sono due anni,
minuto più minuto meno, che
aspettiamo. Dalla notte carica di
umidità e aspettative, dal match
che avrebbe dato luogo a un piccolo inferno concretizzatosi nel ritorno basco, quella sera del diciannove agosto del 2014 che
avrebbe prodotto, al termine dei novanta
minuti, uno striminzito e sfortunato pareggio. Quel pareggio non avrebbe costituito una sufficiente garanzia per la società perché facesse investimenti tesi al superamento del preliminare e all’approdo alla
remunerativa fase a gironi, per cui sarebbero stati acquistati solo De Guzman e David Lopez, economici e poco commerciali;
e infatti il Napoli sarebbe stato eliminato,
e col senno di poi le incrinature con Benitez e il centravanti allora azzurro, che legavano forse la permanenza all’entità tecnica
del progetto, probabilmente si produssero allora. Ma prima di tutto questo, quando il futuro sembrava obiettivamente più
roseo e la qualificazione alla portata, il po-
La musica che ci piace
Sul web
È possibile
consultare lo
speciale Calcio
Napoli anche
sul sito
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polo di Napoli e del Napoli lanciò alto nel
cielo di Fuorigrotta il proprio urlo selvaggio che concludeva la meravigliosa musichetta introduttiva. The Champions, urlò
la gente del San Paolo. The Champions, e il
ruggito scosse le fondamenta delle case di
via Manzoni, e fu udibile perfettamente fino a Posillipo.
Che musica suona oggi il Napoli, a distanza di due anni, quando sta finalmente
per ritrovare quell’urlo che, c’è da giurarci,
ci darà il solito meraviglioso brivido? Che
squadra ritrova la massima competizione
internazionale, due stagioni dopo la triste
notte basca? Diciamo subito che ci iscriviamo tra quelli che sono felici, molto feli-
ci della campagna di rafforzamento appena conclusa. Avevamo detto che una rosa
che può contare su non più di quattordici
elementi non ha speranze né ambizioni in
presenza di una sequenza così intensa di
partite senza appello. Oggi il Napoli ha
due squadre sostanzialmente equivalenti,
che al di là di qualche singolo ruolo (il
portiere, gli esterni bassi) non registra
grandi differenze tecniche tra titolari ipotetici e ipotetiche riserve; e non appena
qualche acciacco di inizio stagione sarà risolto (Giaccherini, Tonelli, Chiriches) il
mix pressoché perfetto tra energia giovanile e scafata esperienza potrà essere sapientemente gestito dalle meravigliose
mani dello chef Sarri, il vero fuoriclasse
che milita nelle file azzurre. Ma un’incognita c’è.
Molto più forte nei venticinque, il Napoli è probabilmente più debole negli undici. Perché di uno che mette a segno da solo
quaranta reti in una stagione non si fa a
meno alla leggera, e né Milik (forte in prospettiva ma ventiduenne, e con una preoccupante inclinazione a sbagliare i gol facili) né Gabbiadini (altro tipo di calciatore,
portato alla profondità e poco disponibile
al dialogo stretto coi compagni) sembrano
in grado di portarne il fardello. Il che non
vuol dire, però, che si segnerà di meno:
potrebbe il suddetto peso essere suddivi-
so su più schiene, elevando al rango di realizzatori uomini che fino a ieri facevano
da cavalieri serventi dell’argentino cannibale. Noi lo speriamo fortemente, e siamo
certi che l’orientamento dell’uomo di Figline Valdarno sia per l’appunto questo:
mandare più piedi, e freschi, in zona gol.
Staremo a vedere. Ma nel frattempo, saremo tutti molto felici di esserci ripreso il
ruolo e il rango che ci competono. Noi siamo quelli che cantano, sapete. Lo siamo
sempre stati. Ed è per questo che urleremo
al cielo la gioia di esserci ancora una volta.
Lasciateci cantare. Lasciateci cantare molto, molto a lungo.
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La sfida
La storia
Quando nel ‘99 decise di lasciare la banca per dedicarsi al calcio
Maurizio Sarri è nato a Napoli il 10 gennaio 1959.
Figlio di operai (il padre lavorava all’Italsider di
Bagnoli, quartiere della periferia ovest di Napoli
noto per la sua vocazione industriale con l’Italsider
ma anche per le bellezze naturali), Sarri però è
cresciuto a Figline Valdarno, in provincia di Firenze.
Da giovane ha sempre amato il calcio, così
divideva le sue giornate tra il ruolo di calciatore
dilettante e dirigente di banca per la Montepaschi
in Toscana, a Londra, in Svizzera e Lussemburgo.
Di mattina era in banca, la sera e la mattina invece
al campo. Nel 1999 allenava il Tegoleto e decise di
lasciare la banca per puntare sul calcio.
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Dopo 25 anni da allenatore e tanta gavetta
il tecnico azzurro è pronto alla sfida
con la Dinamo Kiev: l’emozione ma anche
la determinazione di voler imporre il proprio calcio
Emozione
 Maurizio
Sarri guida il
Napoli dallo
scorso anno e
domani
esordisce a 57
anni in
Champions
League con gli
azzurri
 Il tecnico
toscano è nel
momento clou
della sua
carriera
sportiva. E non
nasconde tutta
la sua
emozione
di Monica Scozzafava
È
inutile provare a non farci caso, quello di
domani a Kiev è l’esordio assoluto di
Maurizio Sarri in Champions League. Inedita la sua presenza sulla panchina della
competizione internazionale più prestigiosa,
così come è inedita la sfida tra il Napoli e la Dinamo Kiev nel girone B di Champions League. L’allenatore azzurro alla vigilia non prova neanche a
glissare sull’argomento. Piuttosto, ci scherza su.
E ci marcia anche. Anche quello di focalizzare
l’attenzione sul battesimo personale nel paradiso del calcio può essere un sistema per abbassare la tensione mediatica sulla partita e sul ritorno, grazie proprio a Sarri, del Napoli ai gironi di
Champions. Un secondo posto ottenuto lo scorso anno dietro la Juventus gli ha garantito l’accesso diretto e anche la soddisfazione di esserci
riuscito al primo anno sulla panchina azzurra,
reduce, con il plurimedagliato Rafa Benitez, da
un quinto posto in campionato. Maurizio Sarri è
anche emozionato, se possibile. Mai avrebbe
immaginato di arrivare a certi livelli alla vigilia
del suo sessantesimo compleanno, ma lui ha iniziato la carriera da allenatore senza porsi obiettivi particolarmente elevati. Piuttosto, agli inizi,
ebbe anche l’opportunità di allenare una squadra inglese di seconda divisione e vi rinunciò
senza problemi. L’idea di Sarri non era quella di
arrivare a tutti i costi, ma quella di insegnare
quel calcio di cui anche quando faceva un altro
Sarri a battesimo
nel paradiso
del calcio europeo
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Sono le presenze in Europa come allenatore per
Maurizio Sarri. Si tratta delle gare disputate con il
Napoli nella stagione scorsa in Europa League. Gli
azzurri furono eliminati nei sedicesimi dal Villarreal
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Sono i gol realizzati dal Napoli di Maurizio Sarri nei
gironi di qualificazione dell’Europa League dello
scorso anno. Una grande avventura per gli azzurri,
solo cinque le reti subite
mestiere - lavorava in banca - lo appassionava al
punto da dedicargli i pomeriggi del dopo-lavoro. E la gavetta era iniziata venticinque anni fa.
Nozze d’argento, dunque, festeggiate nella maniera più inaspettata e emozionante possibile:
sulla panchina del Napoli, la squadra per cui tifava da bambino, nel palcoscenico più prestigioso del calcio. Sarri si avvicina al battesimo con
razionalità e lucidità: non promette frizzi e lazzi.
Non immagina neanche intimamente di poter
competere sino alla fine con avversari storici e
blasonati. Di certo, però, vuole che ogni partita
sia giocata al massimo della concentrazione e
dell’intensità. Proponendo quel sistema di gioco
che ha sapientemente cucito addosso a suo Napoli. E che in qualche modo lo rappresenta. Poi,
chi vivrà vedrà. Ma si dica però che il Napoli di
Sarri non ci ha provato.
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La stagione
Il difficile esordio
e la svolta
con Higuain
L’11 giugno del 2015 Maurizio Sarri ha
firmato, negli uffici della Filmauro a
Roma, il contratto con il Napoli,
subentrando a Rafa Benitez. Per il tecnico
toscano un contratto annuale con
opzione annuale da esercitare entro il 31
maggio 2016 da parte della società per
altri 4 anni e ingaggio da 900.000 euro
più dei bonus, tra cui il raggiungimento
della Champions League, per un totale di
Figlio di operai, Maurizio Sarri è nato a Napoli
nel 1959 ed ha vissuto a Bagnoli per i primi tre
anni, dove il padre lavorava sulle gru. Per questo
da bambino ha cominciato a tifare per il Napoli e
poi negli anni ad emozionarsi a distanza con le
prodezze del dio del calcio, Diego Armando Maradona. Reduce dalla trasferta di Palermo,
avrebbe preferito avere qualche giorno in più a
disposizione per perarare la squadra. Dosare
circa 1,4 milioni di euro. L’esordio con il
Napoli è stato difficile: sconfitta in
trasferta a Sassuolo per 2-1 (23 agosto
2015) e pareggio 2-2 in casa con la
Sampdoria (30 agosto 2015). Poi
l’esplosione, il secondo posto in classifica,
i 36 gol di Higuain e l’accesso alla
Champions. Contratto di 4 anni per 2
milioni di euro.
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forze ed energie sul bilancino, così da non trascurare le prossime e ravvicinate gare di campionato. Il Napoli a Kiev sarà un misto di qualità e di
esperienza. Per Sarri, chiunque andrà in campo,
dovrà essere la sua squadra di sempre. Abile a
proporre il suo gioco, rispettando gli avversari. E
non ponendosi alcun limite. Si alzi il sipario: è
Champions.
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In campo
Da sinistra in
senso orario
Sarri con
Rafa Benitez,
Giuntoli,
Aurelio De
Laurentiis
e Higuain
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Gli avversari
Pillole di storia: la prima edizione
1992-1993: quando l’Olympique Marsiglia superò il Milan di Capello
La storia della Uefa Champions League è iniziata nel 1955,
con l’istituzione della Coppa dei Campioni d’Europa. La
Coppa ha mantenuto questo nome fino all’edizione 19911992: dall’edizione 1992-1993 fu rinominata e assunse la
denominazione di Uefa Champions League. Nella stagione
1992-1993, prima edizione (38esima della Coppa dei
Campioni), a vincere il trofeo fu l’Olympique Marsiglia. La
squadra francese superò il Milan di Fabio Capello (che
approdò alla finale forte di 10 successi su altrettante partite)
per 1-0 con rete di Basile Boli. Successivamente l’Olympique
Marsiglia fu escluso dalla Supercoppa europea e dalla Coppa
Intercontinentale in seguito ad uno scandalo di corruzione
denominato Affaire VA-OM, che coinvolse il presidente del
club francese, Bernard Tapie.
La Dinamo Kiev
senza Veloso
ma puntano
su Yarmolenko
Da Julio Cesar a Mitroglou
Così il Benfica si presenta
alla sfida con il Napoli
Gokhan Inler, ceduto alla
squadra turca dagli inglesi dei
Leicester. In rosa anche il brasiliano Adriano, terzino sinistro prelevato dal Barcellona e
l’ex portiere del Dnipro Boyko,
più volte decisivo nella semifinale di Europa League persa
dal Napoli nel 2015. Avversario
decisamente alla portata per
gli azzurri, ma la gara di Istanbul, che si preannuncia caldissima sotto il profilo ambientale, sarà da prendere con le
molle. (m.b.)
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Rui Vittoria fa giocare la squadra con il 4-4-2
Insidiosi anche Luisao e il bomber Eduardo Salvio
L
a storia europea del Benfica a un certo punto si
interseca con l’imperscrutabile. Colpa della
cosiddetta «maledizione di
Guttmann», cioè l’anatema
lanciato dall’ex allenatore dei
portoghesi oltre mezzo secolo
fa. Viene tirato in ballo ogni
volta che i lusitani si avvicinano alla vittoria di un titolo continentale. La storia è questa:
dopo la vittoria della Coppa
dei Campioni nel 1962, la dirigenza del Benfica negò un premio al tecnico Bela Guttmann
che furioso tuonò: «Non vincerete più una coppa internazionale, per almeno cento anni». Da quel momento in poi
otto finali perse su otto. L’ultima due anni fa contro il Siviglia in Europa League. La stagione scorsa, invece, in Champions la squadra allenata da
Rui Vitoria e che ha come direttore sportivo l’ex viola Rui
Costa, si è fermata ai quarti di
finale, eliminata dal Bayern
Monaco, a cui nell’ultima sessione di mercato ha ceduto il
giocatore rivelazione degli ultimi Europei, il giovanissimo
Renato Sanches, per 35 milioni di euro. Altro addio eccellente è stato quello di Gaitàn,
passato all’Atletico Madrid per
25.
Somme in parte reinvestite
per i nuovi talenti. Il Benfica
ha scelto la linea verde. Tra gli
acquisti ecco il ventenne attaccante esterno Andrija Zivkovic, ex Partizan Belgrado, che
in patria chiamano il «Messi
serbo». Dal Rosario Central è
arrivata l’ala argentina Franco
Cervi, dal Vitoria Setubal il
centrocampista Horta. Troveranno posto nel 4-4-2 disegnato da Rui Vitoria, insieme agli
altri protagonisti dell’anno
scorso, concluso con la vittoria
del titolo (il 35esimo della storia) e della Coppa di Lega (la
settima). Su tutti il bomber
greco Mitroglou, riscattato dal
Fulham per 7 milioni, autore
di 25 reti e spalla del brasiliano Jonas, seconda punta
d’esperienza, per lungo tempo
in corsa per la Scarpa d’Oro
con i suoi 32 gol in campionato.
Altro elemento da segnalare
è l’attaccante argentino Eduardo Salvio. Tra i pali staziona
invece l’ex interista Julio Cesar,
uno dei reduci del triplete firmato Mourinho, al centro della difesa lo svedese Lindelof
(accostato anche al Napoli nell’ultima estate) e l’intramontabile Luisao, alla sua quattordicesima stagione con la maglia
del Benfica e in rete al San Paolo otto anni fa, nell’unico precedente tra le due squadre.
Coppa Uefa 2008-2009. Il Napoli all’epoca guidato da Reja
si qualifica al primo turno passando per l’Intertoto (eliminato il Panionios) e superando i
preliminari (ai danni del Vllaznia). Il sorteggio dice Benfica,
in cui milita un giovanissimo
Angel Di Maria, futura stella di
Real Madrid e Paris Saint-Germain.
«È un giorno di festa che dà
il bentornato al Napoli al proscenio sul quale merita di stare» dice il dg Pierpaolo Marino
alla vigilia della partita di andata che porta al San Paolo 60
mila persone. Il Napoli va sotto
al 16’, rete dell’ex interista Suazo, ma reagisce subito e ribalta
la situazione in due minuti
con i gol di Vitale e Denis. Nel
secondo tempo, il tris di Maggio complice un’incertezza del
portiere. Poi arriva il gol di
Luisao. Al ritorno al Da Luz c’è
da difendere un piccolo vantaggio. Il Napoli nel primo
tempo ha l’occasione per chiudere i conti, Cannavaro centra
il palo di testa e Zalayeta calcia
clamorosamente a lato da pochi passi a portiere battuto.
Nella ripresa, il Benfica chiude
i giochi con le reti di Reyes e
Nuno Gomes.
Mario Basile
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Nel Besiktas il più atteso è Inler
L’ex centrocampista partenopeo mai dimenticato dai tifosi
L
Inler Diventato anche citttadino onorario di Napoli
a fase a gironi della
Champions mancava
dalla stagione 20092010. L’anno scorso invece il Besiktas ha vinto il
14esimno titolo. Un successo
su cui c’è la firma di Senol Gunes, ex ct della Turchia, e di
due pedine che però hanno lasciato la squadra: il centravanti Mario Gomez e il fantasista
José Sosa, vecchia conoscenza
del San Paolo. Ora la stella è il
portoghese Quaresma, l’uomo
della trivela, ma il più atteso è
l’ex centrocampista azzurro
L
a sfida è inedita. Napoli e
Dinamo Kiev non si sono
mai incontrate finora. Lo
faranno per la prima volta il 13
settembre, nella prima giornata del girone B di Champions
League. Eppure gli azzurri un
conto da saldare in questa partita ce l’hanno. Si giocherà infatti allo stadio Olimpico, maestoso impianto della capitale
ucraina, dove due stagioni fa
contro il Dnipro terminò ad un
passo dalla finalissima il cammino in Europa League. Un ko
che brucia ancora, la sconfitta
impedì al Napoli di avere la
possibilità di alzare un trofeo
continentale, come accadde
invece nel 1989 con la Coppa
Uefa. Tempi ormai lontani. Come quelli della Dinamo Kiev
schiacciasassi degli anni ‘70 e
‘80, quella del colonnello Lobanovski, al comando anche
una quindicina di anni fa in
uno degli ultimi bagliori di
gloria europea del club, la semifinale di Champions con il
duo d’attacco Shevchenko-Rebrov.
Proprio quest’ultimo siede
oggi sulla panchina della Dinamo e si è tolto la soddisfazione di portare la squadra a
vincere gli ultimi due campionati, fermando così lo strapotere dello Shakthar Donetsk.
Nell’ultima edizione della
Champions hanno sfilato all’ultima giornata il secondo
posto nel girone al Porto per
poi arrendersi agli ottavi al
Manchester City. Rispetto alla
passata stagione però non ci
sono più il difensore Dragovic
(accostato anche al Napoli) e il
centrocampista Miguel Veloso
(tornato al Genoa). Il pezzo
pregiato è Andriy Yarmolenko,
ala destra 26enne dal buon feeling con il gol e tra i pilastri
della nazionale ucraina.
Ranking alla mano, la Dinamo
Kiev sembra la squadra che ha
più chance di insidiare Benfica
e Napoli. La trasferta in Ucraina non sarà semplice, ma gli
azzurri hanno il vantaggio di
averla in agenda quando le
temperature non saranno rigidissime. «Siamo in un girone
molto equilibrato, come l’anno scorso - ha dichiarato l’allenatore Rebrov - dovremo approcciare ogni partita allo
stesso modo, fissandoci gli
obiettivi massimi. Poteva andarci molto peggio. Tutte e
quattro le squadre nel girone
possono qualificarsi. Spero
che i miei ragazzi lo capiscano».
M. B.
Nel 2008
Nelle foto
in alto
e a sinistra
alcune
immagini
della sfida
europea
tra Benfica
e Napoli
nel 2008
Gli azzurri,
da un anno
promossi
in Serie A,
giocarono
contro
i portoghesi
lo spareggio
per l’accesso
ai playoff
Il Napoli
vinse 3-2
la gara
al San Paolo
ma venne
poi sconfitto
nettamente
due a zero
in Portogallo
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I precedenti
I preliminari
2014: i partenopei
furono eliminati
dall’Athletic Bilbao
Ci sono passate anche altre squadre. La
Sampdoria, l’Udinese (due volte), la Lazio e ora la
Roma. Come loro, pure il Napoli si è incagliato sullo
scoglio dei playoff di Champions. Eliminato
dall’Athletic Bilbao, nell’agosto 2014: 1-1 al San
Paolo, 3-1 al San Mamés. «Uscire adesso non
sarebbe una tragedia» disse Benitez alla vigilia
della gara d’andata cercando di allentare la
pressione su una sfida che metteva in palio i gironi
e un bel gruzzolo di soldi, 35 milioni, che avrebbe
fatto decollare il mercato. Per il centrocampo il
sogno era Fellaini, arrivarono invece De Guzman e
David Lopez. Fu riproposto Gargano, titolare già
nella prima a Fuorigrotta, sbloccata da Muniain nel
primo tempo. Un guizzo di Higuain rianimò il
Napoli, in seguito più volte vicino al sorpasso.
Serviva l’impresa al ritorno. Il gol di Hamsik in
apertura di ripresa illuse gli azzurri, poi una serie di
errori difensivi spianò la strada ai baschi, in rete
con Aduriz (doppietta) e Ibai Gomez.
2011-2012: ai gironi dopo 21 anni
2013: il fallimento di Benitez
La favola azzurra
fino agli Ottavi
contro il Chelsea
Dodici punti
e il sogno svanito
solo per un gol
I gol di Cavani e Lavezzi non bastarono
Higuain e la festa rovinata al San Paolo
di Mario Basile
D
N
el fragore della festa il tiro di
Maggio respinto sulla riga da
Cole sembrò solo un dettaglio.
Lo sottolineò subito invece
Mazzarri, precipitatosi al San Paolo dopo aver visto Napoli-Chelsea in albergo
perché squalificato. «Sono arrivato subito perché le strade erano vuote, tutti
a casa a guardare la Champions. Spiace
per il 4-1 salvato sulla linea, saremmo
andati a Londra con più tranquillità. La
qualificazione è sempre a rischio». Tre
settimane dopo, infatti, il Chelsea riuscì a ribaltare il 3-1 del San Paolo.
Cominciò in quel momento la favola
degli inglesi - poi campioni contro i
pronostici della vigilia - e si interruppe
quella del Napoli, tornato nell’Europa
dei grandi e subito capace di centrare
la qualificazione agli ottavi superando
un girone di ferro con Bayern Monaco,
Manchester City e Villarreal. «È stato
un sorteggio di prestigio, faremo sei
bellissime partite con squadre formidabili» commentò il presidente De
Laurentiis. Esordio complicato in trasferta contro il City di Mancini zeppo di
stelle: Dzeko, Aguero, Tevez, Nasri. Il
Napoli, però, non si fa intimorire e trova il vantaggio con Cavani. Il pareggio
di Kolarov su punizione non sminuisce
l’impresa e il punto, alla fine, sta persino stretto agli azzurri.
«Il Napoli mette alle corde il City»
scrive il Daily Star. Contro il Villarreal,
al San Paolo, il primo successo: 2-0, reti
di Hamsik e Cavani, senza troppi patemi. Gli uomini di Mazzarri soffrono invece contro il Bayern. Kroos gela Fuorigrotta. Rimedia Maggio con un cross
che propizia l’autorete di Badstuber.
Poi la scena se la prende De Sanctis che
agguanta il rigore di Mario Gomez. Al
futuro attaccante della Fiorentina va
meglio all’Allianz Arena. La sua tripletta porta avanti il Bayern, ma il Napoli
reagisce e fa 3-2 con una doppietta di
Fernandez. «È una sconfitta che vale
come una vittoria» gonfia il petto De
Laurentiis.
La sfida interna col City è determinante. Agli azzurri serve un successo
per sorpassare gli inglesi al secondo
posto.
Operazione riuscita con una doppietta di Cavani, pari momentaneo di
Balotelli, in un San Paolo strapieno.
«Fu l’unica volta che dopo aver perso
rimasi in campo per godermi lo spettacolo» confidò tempo dopo Yaya Touré.
Con il Villarreal, la tensione gioca un
brutto scherzo a Mazzarri, espulso per
aver spintonato un avversario, poi i gol
di Inler e Hamsik portano il Napoli agli
ottavi. Festa grande in città e 2 mila tifosi all’aeroporto ad accogliere la squadra.
L’ostacolo successivo è il Chelsea del
tecnico portoghese Villas Boas, che al
San Paolo cade dopo essere andato in
vantaggio con Mata. In rete Lavezzi
(due volte) e Cavani. Cole salva il 4-1 e
tiene vive le speranze degli inglesi. Che
al ritorno si presentano con il nuovo all e n a to re , Ro b e r to D i M a t te o . A
Stamford Bridge il Chelsea va avanti
2-0, Inler illude il Napoli, poi Lampard
su rigore allunga la sfida, decisa ai supplementari da Ivanovic. Azzurri fuori,
ma a testa altissima.
La gioia
L’esultanza
di Edinson
Cavani
dopo un gol
realizzato
in Champions
League
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I protagonisti /1
i quella notte di tre anni fa è rimasto nella mente il pianto a
dirotto di Higuain. Lacrime di
rabbia e di sconforto nonostante la vittoria sull’Arsenal, la quarta
in un girone durissimo con gli inglesi,
il Borussia Dortmund e il Marsiglia, ma
che sancì comunque la fine dell’avventura in Champions. Napoli eliminato
con 12 punti, una beffa da guinness, la
prima cocente delusione dell’era Benitez. Con l’ingaggio del tecnico spagnolo gli azzurri avevano cambiato pelle
dopo l’addio di Mazzarri. L’arrivo di Higuain dal Real Madrid aveva rimarginato la ferita aperta dalla cessione di Cavani al Psg. Tra gli altri colpi di mercato: Callejon, Albiol, Reina e Mertens.
«È un gruppo equilibrato, con tre
squadre difficili. Ma anche noi lo siamo per gli avversari» dichiarò Benitez
dopo il sorteggio. Se ne accorse subito
il Dortmund di Klopp, all’epoca vicecampione d’Europa. Il debutto è proprio contro i tedeschi al San Paolo, il 18
settembre. C’è entusiasmo in città, si
respira aria di festa anche tra i tifosi.
Quelli del Borussia invadono il centro
storico, un gruppetto rimane incantato
dai riti delle celebrazioni di San Gennaro e si unisce al corteo di fedeli che
va dalla chiesa di San Giorgio Maggiore
al Duomo.
Tocca a Higuain aprire la grande serata del Napoli. Il bomber argentino fa
gol di testa. Klopp invece, rosso di rabbia, la perde e viene espulso per proteste. Raddoppia Insigne con una punizione gioiello, il portiere Langerak proteso in tuffo va a sbattere sul palo e ci
rimette due denti. Nel finale autorete
di Zuniga, con uno strano colpo di tacco. «Una delle serate più belle da quando sono presidente del Napoli. Grazie a
tutti. Avanti così» twitta felice De Laurentiis. La trasferta a Londra, contro
l’Arsenal, però è amara. Il Napoli, senza
Higuain infortunato, si fa sovrastare
dagli inglesi che chiudono la pratica in
un quarto d’ora, reti di Ozil e Giroud.
«Gare così non si possono sbagliare,
abbiamo regalato l’inizio della partita e
loro ci hanno puniti.
Si può crescere, dobbiamo imparare
da gare così» avverte Hamsik. Messag-
gio ricevuto perché a Marsiglia gli azzurri portano a casa tre punti pesanti
(1-2, Callejon e Zapata) e fanno il bis,
seppur con qualche affanno, al ritorno
con i francesi al San Paolo, 3-2, rete di
Inler e doppietta di Higuain. Gli ottavi
a quel punto sono ad un passo. A Dortmund basta un pari per qualificarsi
con un turno d’anticipo. Invece arriva
un ko (3-1).
L’ultima in casa con l’Arsenal è decisiva, ma gli azzurri per passare devono
vincere 3-0 o sperare che il Borussia
non superi il Marsiglia. Cosa che invece
accade, mentre al San Paolo un Napoli
generoso passa solo a venti dalla fine
con un lampo di Higuain. Inutile il 2-0
di Callejon nel recupero. Arsenal, Borussia e Napoli a 12 punti, la classifica
avulsa condanna i partenopei all’Europa League. «Dobbiamo essere orgogliosi» commenta Benitez. «Abbiamo
fatto 12 punti su 18 e andiamo fuori,
non ci credo - si dispera invece Higuain
- altre squadre con una sola vittoria sono andate avanti e noi con quattro no.
È incredibile».
M. B.
Le lacrime
La rabbia
di Gonzalo
Higuain
dopo
l’eliminazione
del Napoli
contro l’Arsenal
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I protagonisti /2
2
3
1
In campo
Da sinistra in senso
orario un momento
dela sfida con il
Chelsea (1), Walter
Mazzarri (2), il
capitano Paolo
Cannavaro (3)
e l’argentino
Ezequiel Lavezzi (4)
2
4
3
1
In campo
Da sinistra un
momento della
sfida al Marsiglia
(1), il tecnico
spagnolo
Rafa Benitez (2),
Gonzalo Higuain
(3) e Lorenzo
Insigne (4)
4
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I gironi
Il calendario
GIRONE A
GIRONE B
GIRONE C
Psg
Benfica
Barcellona
Ecco tutte le partite
della Coppa che conta
Arsenal
NAPOLI
Manchester City
Basilea
Dinamo Kiev
Borussia
Monchengladbach
Parte la caccia al Real Madrid di Cristiano Ronaldo
Giro da oltre un miliardo di euro. La finale a Cardiff
Ludogorets
Besiktas
Celtic
di Salvatore Avitabile
O
Il campione
Cristiano
Ronaldo
attaccante
del Real Madrid
tto gironi, 32 squadre: le big
d’Europa. È un montepremi
stratosferico: 1,27 miliardi di
euro dei quali 762 milioni per
i risultati e 507 per il market pool. La
Champions League 2016-2017 presenta
numeri impressionanti. È alla 62esima
edizione (la 25esima con la formula attuale), organizzata dalla Uefa. È iniziata
il 28 giugno scorso e terminerà il 3 giugno 2017 con la finale al «Millennium
Stadium» di Cardiff, in Galles.
Dal punto di vista sportivo l’avversario da battere sarà il Real Madrid di Cristiano Ronaldo, fresco campione d’Europa con il Portogallo. I «blancos» spagnoli giocheranno nel girone F con Borussia Dortmund, Sporting Lisbona e
Legia Varsavia. Un girone non particolarmente difficile, almeno sulla carta.
L’altra finalista della passata edizione (la gara fu giocata a Milano), l’Atletico Madrid, è stata invece inserita nel
girone D con Bayern Monaco, Psv Eindhoven e Rostov (Russia). Due le italiane: Juventus e Napoli. I campioni d’Italia, rinforzati dall’arrivo di Gonzalo Higuain, nel girone H affronteranno Siviglia, Lione e Dinamo Zagabria. Il
Napoli, nel girone B, è in seconda fascia. E sfiderà Benfica, Dinamo Kiev e
Besiktas. Sulla carta due gironi facili
che, però, restano molto insidiosi. Nel
girone A il Psg affronterà Arsenal, Basilea e Ludogorets. Il Barcellona di Leo
Messi è stato inserito nel girone C. Ecco
le avversarie: Manchester City, Borussia M. e Celtic. Un girone «tosto».
Molto equilibrato il girone E con
Cska Mosca, il Bayern Leverkusen e
Monaco. Infine il Leicester di Ranieri:
nel girone G con Porto (che ai preliminari di Champions ha eliminato la Roma), Bruges e Copenaghen.
La Champions League resta la competizione più ricca per i club europei. E
i numeri sono eloquenti. Eccoli: la
semplice partecipazione vale 12,7 milioni di euro. Vincere nel gruppo frutterà un milione e 500 mila euro, il pareggio 500 mila euro.
Il passaggio agli Ottavi di finale vale
6 milioni di euro, i quarti 6,5 milioni, le
semifinali 7, la finale frutterà 11 milioni
e la coppa 15,5. In pratica di vincerà la
Champions League potrebbe anche incassare 57,2 milioni di euro che arriverebbero a 100 milioni di euro con il
market pool. Un business straordinario.
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1ª giornata
13 settembre 2016
Psg-Arsenal
Basilea-Ludogorets
1ª giornata
13 settembre 2016
Dinamo Kiev-Napoli
Benfica-Besiktas
1ª giornata
13 settembre 2016
Barcellona-Celtic
Man. City-Borussia M.
2ª giornata
28 settembre 2016
Ludogorets-Psg
Arsenal-Basilea
2ª giornata
28 settembre 2016
Besiktas-Dinamo Kiev
Napoli-Benfica
2ª giornata
28 settembre 2016
Borussia M.-Barcellona
Celtic-Man. City
3ª giornata
19 ottobre 2016
Arsenal-Ludogorets
Psg-Basilea
3ª giornata
19 ottobre 2016
Napoli-Besiktas
Dinamo Kiev-Benfica
3ª giornata
19 ottobre 2016
Celtic-Borussia M.
Barcellona-Man. City
4ª giornata
1 novembre 2016
Basilea-Psg
Ludogorets-Arsenal
4ª giornata
1 novembre 2016
Benfica-Dinamo Kiev
Besiktas-Napoli
4ª giornata
1 novembre 2016
Man. City-Barcellona
Borussia M.-Celtic
5ª giornata
23 novembre 2016
Arsenal-Psg
Ludogorets-Basilea
5ª giornata
23 novembre 2016
Napoli-Dinamo Kiev
Besiktas-Benfica
5ª giornata
23 novembre 2016
Celtic-Barcellona
Borussia M.-Man. City
6ª giornata
6 dicembre 2016
Psg-Ludogorets
Basilea-Arsenal
6ª giornata
6 dicembre 2016
Benfica-Napoli
Dinamo Kiev-Besiktas
6ª giornata
6 dicembre 2016
Barcellona-Borussia M.
Man. City-Celtic
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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 12 Settembre 2016
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GIRONE D
GIRONE E
GIRONE F
GIRONE G
GIRONE H
Bayern Monaco
Cska Mosca
Real Madrid
Leicester
JUVENTUS
Atletico Madrid
Bayer Leverkusen
Borussia
Dortmund
Porto
Siviglia
Psv
Tottenham
Sporting Lisbona
Club Brugge
Lione
OTTAVI DI FINALE
14-15 febbraio
21-22 febbraio 2017
Rostov
Monaco
Legia Varsavia
Copenaghen
Dinamo Zagabria
1ª giornata
13 settembre 2016
Bayern Monaco-Rostov
Psv-Atletico M.
1ª giornata
14 settembre 2016
Bayer L.-Cska Mosca
Tottenham-Monaco
1ª giornata
14 settembre 2016
Real Madrid-Sporting L.
Legia Varsavia-Borussia D.
1ª giornata
14 settembre 2016
Club Brugge-Leicester
Porto-Copenaghen
1ª giornata
14 settembre 2016
Juventus-Siviglia
Lione-Dinamo Zagabria
2ª giornata
28 settembre 2016
Atletico M.-Bayern Monaco
Rostov-Psv
2ª giornata
27 settembre 2016
Cska Mosca-Tottenham
Monaco-Bayer L.
2ª giornata
27 settembre 2016
Borussia D.-Real Madrid
Sporting L.-Legia Varsavia
2ª giornata
27 settembre 2016
Copenaghen-Club Brugge
Leicester-Porto
2ª giornata
27 settembre 2016
Dinamo Zagabria-Juventus
Siviglia-Lione
3ª giornata
19 ottobre 2016
Rostov-Atletico M.
Bayern Monaco-Psv
3ª giornata
18 ottobre 2016
Cska Mosca-Monaco
Bayer L.-Tottenham
3ª giornata
18 ottobre 2016
Sporting L.-Borussia D.
Real Madrid-Legia Varsavia
3ª giornata
18 ottobre 2016
Club Brugge-Porto
Leicester-Copenaghen
3ª giornata
18 ottobre 2016
Dinamo Zagabria-Siviglia
Lione-Juventus
4ª giornata
1 novembre 2016
Psv-Bayern Monaco
Atletico M.-Rostov
4ª giornata
2 novembre 2016
Tottenham-Bayer L.
Monaco-Cska Mosca
4ª giornata
2 novembre 2016
Legia Varsavia-Real Madrid
Borussia D.-Sporting L.
4ª giornata
2 novembre 2016
Copenaghen-Leicester
Porto-Club Brugge
4ª giornata
2 novembre 2016
Juventus-Lione
Siviglia-Dinamo Zagabria
5ª giornata
23 novembre 2016
Rostov-Bayern Monaco
Atletico M.-Psv
5ª giornata
22 novembre 16
Cska Mosca-Bayer L.
Monaco-Tottenham
5ª giornata
22 novembre 2016
Sporting L.-Real Madrid
Borussia D.-Legia Varsavia
5ª giornata
22 novembre 2016
Leicester-Club Brugge
Copenaghen-Porto
5ª giornata
22 novembre 2016
Siviglia-Juventus
Dinamo Zagabria-Lione
6ª giornata
6 dicembre 2016
Bayern Monaco-Atletico M.
Psv-Rostov
6ª giornata
7 dicembre 2016
Tottenham-Cska Mosca
Bayer L.-Monaco
6ª giornata
7 dicembre 2016
Real Madrid-Borussia D.
Legia Varsavia-Sporting L.
6ª giornata
7 dicembre 2016
Club Brugge-Copenaghen
Porto-Leicester
6ª giornata
7 dicembre 2016
Juventus-Dinamo Zagabria
Lione-Siviglia
QUARTI DI FINALE
11-12 aprile
18-19 aprile 2017
SEMIFINALE
2-3 maggio
9-10 maggio 2017
FINALE
3 GIUGNO 2017
CARDIFF
48
pagine
2,50
EURO
10
Lunedì 12 Settembre 2016 Corriere del Mezzogiorno
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Verso il futuro
Pillole di storia
2003: derby d’Italia
all’Old Trafford
Così vinse il Milan
Nella stagione 2002-2003 la finale di Champions
League fu il «derby» d’Italia tra Milan e Juventus. E
a prevalere ai rigori furono i rossoneri di Silvio
Berlusconi. Era il 28 maggio 2003 e la finale si
disputò all’Old Trafford di Manchester, i rossoneri
sconfissero ai calci di rigore la Juventus, priva dello
squalificato Pavel Nedved, nella prima finale della
Coppa dei Campioni-Champions League con
entrambe le contendenti italiane. La partita
terminò a reti bianche dopo i tempi supplementari
e si decise dal dischetto. Poche le occasioni da gol,
tra cui un gol annullato a Shevchenko, una grande
parata di Buffon su Filippo Inzaghi e una traversa
colpita da Antonio Conte. Ai tiri dal dischetto Dida
parò tre conclusioni avversarie, mentre Andriy
Shevchenko trasformò il rigore decisivo che
consegnò al Milan la coppa. Il capitano Paolo
Maldini la sollevò quarant’anni esatti dopo il padre
Cesare, campione d’Europa 1962-1963 con i
rossoneri a Londra.
Dal 2018 ecco la nuova Champions
Anche l’Italia avrà quattro squadre
Così cambia l’Europa:
prove di superlega
voluta dai grandi club
La principale novità
riguarda il ranking
Vincitrici
e record
 Dal 1966 ad
oggi il club più
titolato
d’Europa è il
Real Madrid
che ha vinto
ben undici
edizioni della
massima
coppa
continentale di
calcio
 Poi seguono
il Barcellona (5
vittorie),
Benfica (2
vittorie), Celtic
(1),
Manchester
United (2),
Feyenoord (1),
Aiax (3),
Bayern
Monaco (5),
Liverpool (5),
Nottingham
Forest (2),
Aston Villa (1),
Amburgo (1),
Stella Rossa
(1), Marsiglia
(1), Porto (1),
Chelsea (1) e
infine Borussia
Dortmund (1)
di Pietro Falco
O
ra è ufficiale, la
Champions League
cambia faccia. Non è
ancora la Superlega
auspicata dai grandi club, ma
il nuovo format che il comitato
esecutivo straordinario dell’Uefa ha approvato lo scorso
26 agosto, con 11 voti favorevoli
e un astenuto, rappresenta un
passo deciso verso quella direzione. La principale novità
consiste nel ranking per club.
Di fatto significa che le squadre più blasonate godranno di
un particolare riguardo per la
loro storia nel torneo. E questa
classifica che attualmente attribuisce solo il posto nelle fasce dei sorteggi, dal 2018 avrà
anche un peso economico.
La valutazione verrà effettuata sulla base di un coefficiente che scaturisce da tre
«blocchi» di risultati: dal 1956
(inizio Coppa dei Campioni) al
1993 (inizio Champions); dal
1993 al 2008; e infine l’ultimo
decennio (fino al 2018), che
avrà più valore. C’è stata un pò
di discussione - con la Juve che
spingeva per il criterio degli
ultimi cinque anni, e non dieci
- ma alla fine si è raggiunto
l’accordo. Il nuovo ranking sarà utilizzato nei sorteggi di
agosto (non più i campioni nazionali teste di serie) e in quelli dell’eliminazione diretta, per
evitare scontri come JuveBayern agli ottavi. E soprattutto, servirà per la distribuzione
dei soldi ai club.
Oggi la Champions vale oltre 2,2 miliardi all’anno e ne
Lo stadio
A destra
il sorteggio
del Napoli
e una bella
foto
dall’alto
dello stadio
San Paolo
distribuisce quasi 1,3. L’obiettivo è salire a 3 miliardi di ricavi, aumentando la quota per le
squadre. I premi ai club saranno suddivisi in quattro voci: il
market pool (che dal 40% scende al 15%), il fisso di partecipazione (25%), i risultati della
stagione (30%) e i risultati storici (ranking per club: 30%).
Ovviamente, il ranking per nazioni non scompare, ma resta
per attribuire il numero di posti per nazione. Per il triennio
2018-2021, la massima competizione europea vedrà una più
massiccia partecipazione di
club provenienti dalle leghe
più importanti, compresa la
nostra. Le prime quattro di
questa graduatoria (Spagna,
Germania, Inghilterra e Italia)
avranno 4 squadre ciascuna,
senza passare dai playoff. Ma
scendere al quinto posto del
ranking significherebbe averne solo due sicure, più una che
potrebbe accedere attraverso i
playoff. Quindi, bisognerà stare attenti a Portogallo, Francia
e Russia che ci inseguono.
In ogni caso, 16 squadre su
32 saranno riservate ai grandi
Paesi (nell’attuale edizione sono 14). Mentre sono ancora da
stabilire i criteri di qualificazione delle restanti 16, anche
se è già certa l’inclusione alla
fase a gironi della vincente
dell’Europa League. Inoltre,
nascerà una società di consulenza Uefa-Eca per il torneo: in
pratica, i club saranno maggiormente coinvolti nell’organizzazione. Ma dal 2021, si
cambierà ancora. L’obiettivo è
un torneo più elitario e più ricco, con più partite che potranno giocarsi anche nel fine settimana, spostando così il campionato al mercoledì. E le gare
potrebbero essere disputate
anche in sedi neutre ed extra
europee pronte a strapagare
l’evento: ad esempio, Emirati
arabi, Cina, Qatar. Porte chiuse
infine al discorso del posto per
«meriti storici». Di wild card
si parlerà nel 2021: girava voce
che la Superchampions avrebbe potuto prevedere qualcosa
a discrezione del presidente
già a partire dal 2018, ma i vertici Uefa hanno smentito seccamente.
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Nel 1954 nasce la Coppa Campioni: ecco tutte le svolte
La partita inaugurale si giocò a Lisbona il 4 settembre 1955 tra Sporting e Partizan Belgrado
Le italiane
L’ultimo club
italiano a
vincere la
Champions è
stato l’Inter nel
2010 (l’anno
del triplete). In
totale ne ha
vinte tre. La
Juventus,
invece, ha
trionfato in due
edizioni e il
Milan ha vinto
sei edizioni
L’
idea di una competizione europea per
formazioni di club nacque nel 1954. In
quell’anno sui giornali sportivi francesi, in risposta ad alcuni articoli del Daily
Mail in cui si affermava la supremazia del
Wolverhampton, si aprì un acceso dibattito
su quale fosse la squadra più forte del continente. L’Equipe propose un campionato tra
i maggiori club d’Europa. Nell’aprile del
1955 la Fifa impose alla Uefa – che si mostrava riottosa - l’organizzazione del nuovo torneo. Fu così che venne alla luce la Coppa dei
Campioni d’Europa, alla quale veniva ammessa per ciascun Paese una sola società indicata dalle rispettive federazioni, con la vaga condizione che avesse vinto almeno una
volta il titolo nazionale.
Alla prima edizione presero parte 16 club
provenienti dalle principali federazioni.
Unica assenza di spicco la Federazione inglese, che non riteneva la nuova coppa all’altezza del proprio blasone. La partita inaugurale si giocò a Lisbona il 4 settembre 1955.
Avversari, lo Sporting Lisbona e gli jugoslavi
del Partizan Belgrado. Il successo della pri-
ma edizione convinse cinque nazioni, tra
cui l’Inghilterra, ad entrare nella manifestazione. L’Uefa riuscì a imporre che ciascuna
federazione presentasse il proprio campione in carica. Nel giro di pochi anni aderirono tutte le 32 federazioni europee. L’ultima
fu l’Unione Sovietica nel 1966. La prima modifica alla classica formula fondata sull’eliminazione diretta ci fu nel 1991-92, quando
fu introdotta la fase a gironi. E dall’anno successivo, la manifestazione fu chiamata Uefa
Champions League, con la registrazione del
logo e dell’inno ufficiale. La Coppa si strutturò su una fase a gironi autunnale e una ad
eliminazione diretta primaverile. Ulteriore
svolta nel 1997-1998, quando si aprirono le
porte alle seconde classificate degli otto migliori campionati. Nel 1999, l’Uefa a ridisegnò l’intero impianto delle sue tre coppe. La
Champions venne aperta anche alle terze
classificate delle sei principali federazioni e
alle quarte delle migliori tre, con l’abrogazione della Coppa delle Coppe.
P. F.
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A Milano I calciatori del Real Madrid durante il riscaldamento nel «Meazza» prima della finale di giugno
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Lunedì 12 Settembre 2016 Corriere del Mezzogiorno
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Gli azzurri
L’altra competizione
Youth League: ecco gli impegni della Primavera di Saurini
Il Napoli Primavera affronterà in trasferta i pari età della
Dinamo Kiev domani alle ore 13, nell’ambito del primo
match del girone di Youth League; la partita si terrà allo
stadio «Dinamo Lobanovsky» di Kiev. La squadra di
Giampaolo Saurini giocherà le partite in casa allo stadio
«Ianniello» di Frattamaggiore. Col Benfica si giocherà il 28
settembre alle 16. «La Youth League – ha detto Gianluca
Grava, responsabile delle giovanili - servirà a far fare
esperienza internazionale ai nostri giovani, con la
speranza che alcuni di loro potranno assaporare l’Europa
con la prima squadra. Lorenzo e Roberto Insigne, sono
loro l’esempio. Sono dotati della cultura del lavoro
essenziale se si vuole sfondare in questo sport».
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Da Reina a Milik, il Napoli crede nell’impresa
Nella lista dei 25 presentata dal club partenopeo all’Uefa manca solo Tonelli che è infortunato
Il portierone e l’attaccante polacco saranno i punti di riferimento per puntare alla qualificazione
Esordio
Tra i volti nuovi
della lista c’è
anche Roberto
Insigne (foto),
fratello minore
di Lorenzo.
Per la prima
volta i due
ragazzi di
Frattamaggiore
giocheranno
insieme
nel Napoli
Per Roberto
un’occasione
da non perdere
S
celte dolorose, ma anche necessarie. Maurizio Sarri nel consegnare la lista Uefa per la
Champions ha dovuto rinunciare a Tonelli ed El Kaddouri.
L’ex Empoli, costato 10 milioni, è ancora alla prese con il recupero dell’infortunio al ginocchio. L’arto si infiamma
spesso e gli dà molto fastidio.
Ora i problemi sono superati e
sta allenandosi con i compagni. Un recupero graduale, dopo che la palestra e la fisioterapia lo hanno fatto compagnia
per tutta l’estate. El Kaddouri,
invece, è stato sul mercato praticamente per tutta la sessione
estiva fino a quando non ha
deciso di rimanere, pur sapendo di essere tra gli indiziati a
essere escluso dalla lista dei
25.
Una lista che include tutti i
nuovi arrivi, tranne appunto il
primo rinforzo di quest’anno:
Tonelli. L’elenco prevede anche Rog e Diawara, ovvero giocatori nati dopo il 1995 e che
abbiamo disputato almeno
due anni consecutivi nella
stessa squadra. Nella lista è
presente anche Vlad Chiriches
che si è infortunato al menisco
in allenamento con la nazionale rumena. Operato in artro-
La gioia
I giocatori
del Napoli
esultano
al San Paolo
dopo uno
dei quattro gol
rifilati
al Milan
nella gara
vinta
il 27 agosto
scorso
scopia dovrà rimanere fermo
per un mese. Un contrattempo
che complica un pò le cose nel
reparto difensivo. Sarri, infatti, si troverà a disposizione solo tre centrali: Albiol, Koulibaly e il nuovo arrivato Maksimovic che dovranno, almeno
per un mese tirare la carretta
sia in campionato che in
Champions, visto che Tonelli
non fa parte ancora del gruppo
dei titolari. Negli altri ruoli il
Napoli potrà contare su titolari
e riserve. I difesa sia a destra
che a sinistra ci sono le coperture: Hysaj-Maggio, GhoulamStrinic. Il croato è sempre po-
co presente nelle scelte di Sarri
perché non è abile nella fase
difensiva, ma in nazionale gioca sempre da titolare. A centrocampo c’è ampia scelta. I titolari restano Hamsik, Jorginho e Allan, ma le alternative
sono di lusso: Diawara, Rog e
Zielinski, la meglio gioventù
del calcio europeo. Il polacco
ha mostrato tutte le sue qualità negli spezzoni in cui ha giocato in campionato e si candida per scalzare uno delle due
mezzali.
Diawara può sostituire in
cabina di regia Jorginho e all’occorrenza anche un interno.
Il croato Rog è una garanzia.
Oltre ad aver due piedi con cui
può disegnare abilmente le
sue traiettorie è un fine mediano che può diventare anche
«cattivo» nei contrasti. Se c’è
qualcosa che si può obiettare
alle riserve della mediana è
quello di avere poca esperienza in Champions, ma il carattere e la fame non mancano e
quelli possono sopperire a
questa mancanza. In alternativa c’è Emanuele Giaccherini
che può occupare anche un
ruolo a centrocampo e che di
esperienza ne ha da vendere.
In attacco, in attesa che Gabbiadini ritrovi la luce, c’è
un’ampia scelta. Sugli esterni
ci sono i fratelli Lorenzo e Roberto Insigne con Mertens. A
destra Callejon non teme rivali. A centro dell’attacco si confida molto nel bomber polacco
Milik.
Donato Martucci
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Corriere del Mezzogiorno Lunedì 12 Settembre 2016
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I campioni
Gli allenatori
Da Ancelotti
a Wenger
I guru in panchina
Allenatori debuttanti come Sarri, altri
plurititolati come Carlo Ancelotti del
Bayern Monaco e Joseph Guardiola, ora
passato al Manchester City. Allegri di
nuovo all’esame nella competizione che
la Juventus desidera da molto tempo.
Anche Arsene Wenger ci riprova alla
guida dell’Arsenal. La Champions League
mette in vetrina tutti i guru del calcio
mondiale. Il vincitore uscente è il
francese Zinedine Zidane (Real Madrid)
che ha battuto nella finale dello scorso
anno un altro tecnico di fama: Simeone
dell’Atletico Madrid. Desta curiosità
anche il debutto del Leicester di Claudio
Ranieri che la Champions l’ha giocata col
Valencia e con il Chelsea (semifinale) e
con la Juventus. Infine lo spagnolo Unay
Emery che allena il Psg.
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Tutte le stelle d’Europa
di Donato Martucci
Portieri: attesi Neuer, Buffon e Reina
In difesa: l’ultimo treno di Bonucci
C’è l’imbarazzo della scelta, giocatori
datati ma anche futuri fenomeni. Si
parte da quello che viene considerato il
più forte del mondo, ovvero Manuel
Neuer (30 anni) del Bayern Monaco.
Resta il sempiterno Gigi Buffon che risulta essere sempre decisivo, nonostante abbia compiuto 38 anni. L’ultimo europeo ha confermato il suo stato
di forma. Cosi come Peter Cech (34)
C’è un ampia gamma, oltre ai difensori della Juventus Chiellini, Bonucci e
Barzagli che rappresentano anche l’ossatura della nazionale italiana. Da segnalare i soliti noti che dettano legge
in Europa da anni, il terzino Marcelo
del Real Madrid, Thiago Silva del Psg,
Hummels, Alaba e Boateng del Bayern
Monaco, Dani Alves, al suo primo anno con la Juventus dopo una vita col
dell’Arsenal può rivelarsi tra i migliori
della competizione e anche Pepe Reina se ritrova la forma può rientrare nel
novero dei portieri di sicuro affidamento. Si inserisce tra i numeri uno da
seguire anche Kasper Schmeichel (29)
che difende i pali del Leicester. Il tedesco Marc-André ter Stegen del Barcellona ha soli 24 anni ma è una garanzia
per la porta dei blaugrana.
Barcellona con il quale ha vinto tutto,
Felipe Luis e Godin dell’Atletico Madrid, Sergio Ramos, Pepe e Carvajal
del Real Madrid, Mascherano e Piqué
(Barcellona), Kompany (Manchester
City), Ivanovic (Chelsea), ma anche
Koulibaly (Napoli) molto richiesto
proprio dal Chelsea in questa finestra
di mercato, così come l’albanese Hysaj,
che pure ha avuto molti estimatori.
Centrocampo: ecco Ozil e Iniesta
Esterni: l’anno di Robben e Mertens
Anche qui le stelle sono tante. Partiamo dal croato Luka Modric, faro del
Real Madrid. Ti cambia la partita e verticalizza come pochi. Stessa nazionalità, ma è in forza alla storica rivale del
Barcellona: ovvero Ivan Rakitic. Quantità e qualità. Non si può non menzionare anche Andres Iniesta del Barcellona, un autentico giocoliere, il migliore assist-man del mondo. Da non sot-
Si parte da Neymar del Barcellona.
Un attaccante che come pochi crea superiorità grazie alla sua classe sopraffina. Il brasiliano ha una clausola rescissoria di circa 200 milioni di euro. Un altro calciatore da tenere in debita considerazione è Gareth Bale del Real
Madrid. Il suo trasferimento alle merengues destò scandalo: 100 milioni di
euro versati nella casse del Tottenham.
tovalutare il gallese Ramsey
dell’Arsenal e Renato Sanches, il portoghese, classe 1997, laureatosi campione d’Europa, ora in forza al Bayern
Monaco di Ancelotti. Da citare per classe ed eleganza: Tony Kroos del Real
Madrid, Mezut Ozil (Arsenal), Silva del
Manchester City, Alli (20 anni), l’anno
scorso in doppia cifra con il Tottenham. Infine Verratti del Psg.
Attaccanti: Ronaldo e Messi, Cavani e Higuain
Non si può prescindere da
quelli delle squadre più forti
d’Europa, ovvero Barcellona e
Real Madrid. Lionel Messi e
Luis Suarez, Cristiano Ronaldo e Benzema, il meglio del
calcio mondiale. Cosi come
Edinson Cavani del Psg e anche Gonzalo Higuain della Juventus, Antoine Griezmann
dell’Atletico Madrid, Thomas
Muller e Robert Lewandoski
del Bayern Monaco, Jamie
Vardy del Leicester. Insomma
c’è l’imbarazzo della scelta, in
un campionato dove brillano
le stelle e soprattutto continuano a brillare le squadre
spagnole. Il più atteso, ovviamente, è il portoghese dei
«blancos» del Real Madrid,
Cristiano Ronaldo, che nel luglio scorso si è laureato anche
campione d’Europa con il Portogallo.
E’ considerato una delle ali più forti del
mondo che sa farsi valere anche in fase
difensiva. Aguero del Manchester City
è più di una garanzia. Non è più giovanissimo ma Arjen Robben (32) del
Bayern Monaco fa ancora la differenza
sulla fascia destra, così come Ribery
sull’altra fascia. Infine Marco Reus del
Borussia Dortmund ma c’è per il Napoli
c’è Dries Mertens
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Non solo calcio
Il maestro
Ferrigno e i presepi
«Una statuetta
per gli avversari»
«Ben vengano i match di Champions.
Faremo conoscere la città anche ad altri
turisti». Parola di Marco Ferrigno, uno dei
maestri dell’arte presepiale partenopea.
In occasione delle gare europee del
Napoli, molti tifosi delle squadre rivali di
coppa visitano la sua storica bottega di
San Gregorio Armeno. Per la Champions
Ferrigno ha in cantiere qualcosa di
speciale: «Per le partite con Benfica,
Besiktas e Dinamo Kiev sto pensando di
creare la statuina del loro calciatore più
rappresentativo. I tifosi delle squadre
avversarie in Europa sono sempre venuti
da queste parti in passato». Ferrigno
conclude: «Quest’anno d’estate non
abbiamo chiuso neppure un giorno e le
partite del Napoli attireranno altre
persone». (m.b.)
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Napoli, affari e turismo
«Il business per la città»
Le partite europee sono anche il volano per il territorio
«Facciamo in modo che chi viene se ne innamori»

V
enti milioni. Ecco
quanto ha già fruttato
la Champions al Napoli. La cifra è destinata a salire in base al cammino
nel torneo. Ma la massima
competizione europea porta
benefici anche all’economia
della città. Basti pensare che
quattro anni fa, secondo
un’analisi della Camera di
commercio di Monza e Brianza, l’andata degli ottavi di finale contro il Chelsea valeva circa 6 milioni di euro, calcolando alloggi, ristorazione e altre
voci. Per Napoli e il Napoli è
una grande occasione.
«È una buona opportunità
per aumentare le presenze in
città nel giorno della partita e
in quelli successivi. Ogni gara
in Europa è, infatti, un’occasione per pubblicizzare luoghi
da visitare e per accogliere
ospiti internazionali in settimana quando l’occupazione
delle camere è spesso più bassa rispetto ai weekend», spiega Antonio Izzo, presidente di
Federalberghi Napoli. Per i
numeri è ancora presto, ma
anche stavolta gli alberghi
della Stazione e di Fuorigrotta
dovrebbero riempirsi: «La
Champions è una risorsa in
più per tutti - aggiunge Izzo soprattutto nei periodi di bas-
Antonio
Izzo
Gli alberghi
dovranno
riempirsi

Giancarlo
Carriero
Eventi
che aiutano
a crescere

Pietro
Russo
Per noi
importante
vetrina
sa stagione come i mesi autunnali. Speriamo che il Napoli possa andare più avanti
possibile anche per prolungare i benefici in inverno».
Giancarlo Carriero, presidente della sezione turismo
dell’Unione Industriali e patron dell’hotel Regina Isabella
di Ischia sottolinea invece i
vantaggi sul piano dell’immagine. «La caratteristica di queste trasferte è la brevità - spiega - non possiamo dunque
aspettarci flussi significativi
per uno o due giorni. Dovremo essere bravi a far innamorare della città coloro che verranno per il calcio e resteranno per poco. Però il numero di
persone è la parte meno interessante. Il vero vantaggio è
che le partite europee hanno
grande importanza in termini
di immagine, come tutti gli
eventi culturali». Sulla stessa
lunghezza d’onda Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli: «La Champions è un traino non indifferente, soprattutto se poi la
squadra riuscirà ad andare
avanti nella competizione. Le
partite europee sono importanti per il turismo e per i nostri prodotti. È una vetrina di
grande rilievo per mettere in
campo tutte le nostre poten-
I servizi
Il Comune di
Lecce, con il
sindaco Luigi
de Magistris
(nella foto),
migliorerà e
potenzierà i
servizi per
l’accoglienza
dei tifosi ospiti,
a cominciare
dai trasporti
più efficienti e
sicuri,
soprattutto
di notte
zialità. Se andrà tutto per il
meglio, si parlerà bene di Napoli in tutta Europa». La
Champions vuol dire buoni
affari anche per commercianti
e ristoratori. Come spiega Enrico Durazzo di Napolimania,
negozio specializzato in gadget e souvenir. «Di certo c’è un
incremento di vendite quando
il Napoli gioca in Europa. Per
quanto ci riguarda succede
anche per le trasferte europee
quando sono i napoletani
stessi a comprare i gadget nel
nostro store in aeroporto. In-
Michele Condurro
«Nei giorni delle partite
che giocano gli azzurri
è maggiore
il flusso dei clienti»
somma, il palcoscenico europeo è una cosa positiva non
solo sul piano sportivo».
L’antica pizzeria «da Michele» a Forcella è una tappa fissa
per turisti di tutto il mondo.
«E nei giorni delle partite europee del Napoli il flusso è
maggiore - racconta Michele
Condurro - Siamo contenti
che i tifosi avversari continuino a sceglierci. È un riconoscimento al nostro lavoro. Adesso con la Champions aspettiamo i tifosi di Benfica, Besiktas
e Dinamo Kiev. Spero che non
si lascino condizionare dalle
notizie sulla poca sicurezza
della zona. Ricordo che già
una volta in passato una squadra inglese invitò i propri tifosi a evitare Forcella. Fortunatamente vennero lo stesso».
Mario Basile
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Sicurezza
Il questore di
Napoli, Guido
Marino (nella
foto), metterà a
punto un piano
per la sicurezza
in vista delle
partite
casalinghe del
Napoli in
Champions.
Rischi scontri
con alcune
frange estreme
del tifo
partenoeo
Da Lisbona a Istanbul
In tour con la Champions
Primo viaggio organizzato domani a Kiev, in Ucraina
Occasione per visitare monumenti e beni culturali
I luoghi
Kiev, Lisbona e
Istanbul: ecco
le tre città che
i tifosi azzurri
potranno
visitare
seguendo
il Napoli nelle
trasferte
I
l tifoso del Napoli non è
stato molto fortunato per le
trasferte europee. Non per
la bellezza sia chiaro, ma
perché il debutto a Kiev non
sarà agevole in termini di spostamenti. La richiesta dei tagliandi, almeno quella su Listiticket, non è stata molto alta
ed è rimasta praticamente invenduta la scorta messa a disposizione dalla squadra
ucraina. In primis, una disaffezione, ma anche una difficoltà
oggettiva di raggiungere la capitale ucraina. Diverso il discorso per chi si è affidato all’agenzia di viaggio. Il Napoli
ha inoltre realizzato l’opportunità, d’intesa con la Questura,
di adottare un’ulteriore modalità di distribuzione dei tagliandi, attraverso l’intervento
di un primario tour operator,
Reteeuropa Viaggi, che ha
messo a disposizione dei tifosi
del Napoli, la possibilità di acquistare un pacchetto di viaggio, comprendente biglietto
aereo su volo charter, i trasferimenti in autobus dall’aeroporto allo stadio e viceversa,
ed il biglietto che dà diritto ad
assistere alla gara. Costo: 395
euro a persona. Lo stesso touroperator sta organizzando anche le altre trasferte, quelle di
Lisbona e Istanbul più agevoli
e con maggiore appeal turistico.
La prima trasferta, quella di
Kiev, sarà già caldissima. Ci saranno 70.000 spettatori ad attendere gli azzurri e loro sono
sicuramente più avanti nella
preparazione. Il ricordo non è
piacevole visto che il Napoli ha
già saggiato l’ambiente di Kiev,
quando si giocò lì la semifinale di Europa League, contro il
Dnipro, per la situazione politica ucraina. Kiev è comunque
un gioiellino. Una città funzionale con i trasporti adatti a una
città di 3 milioni di abitanti. Il
Napoli si recherà invece a
Istanbul l’1 novembre per la
quarta gara di Champions.
Una città di oltre 15 milioni di
abitanti, l’unica al mondo che
appartiene ai due continenti
Europa (Tracia) e Asia (Anatolia) divisa dallo stretto del Bosforo. Il centro storico è stato
dichiarato patrimonio dell’Unesco e nel 2010 capitale eu-
Le città
A destra
una veduta
della città
di Kiev,
in Ucraina
In basso
uno scorcio
di Lisbona,
in Portogallo
ropea della cultura. La situazione politica sembra normalizzata dopo il fallito golpe militare del luglio scorso. Non
mancano i posti da visitare:
dalla Basilica di Santa Sofia, la
Moschea Blu alla Chiesa di San
Salvatore in Chora. Il nuovo
stadio è il Vodafone Arena, un
catino infernale di 41.903 posti
tutti a sedere, come solo gli
stadi turchi sanno essere, terminato di ristrutturare nel
2016. Si trova al centro storico
di Istanbul ed è facilmente
raggiungibile dall’aeroporto. Il
6 dicembre il Napoli andrà a
far visita al Benfica. A Lisbonanel 2008, nel primo turno di
Coppa Uefa, gli azzurri furono
sconfitti ed eliminati allo Stadio Da Luz. Sarà la trasferta più
seguita dai tifosi partenopei. E’
la più coperta dalle tratte aeree
e Lisbona è una bellissima città, tutta da visitare. Come non
ammirare la Torre di Belem, la
Praca do Comercio, l’Oceanario, il Castello di Sao Jorge, solo per citare alcune delle bellezze della capitale portoghese, oppure il Barrio Alto, facendosi trasportare dai tipici
tram gialli. Lo stadio del Benfica è il Da Luz, ovvero A Catedral, la cattedrale, dotato di
una capienza di 65.647 posti.
Un gioiellino, molto funzionale che ha ospitato le gare degli
europei nel 2004, situato a una
decina di chilometri dall’aeroporto.
Do. Mart.
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NA
Lunedì 12 Settembre 2016 Corriere del Mezzogiorno