S o MM a RIo - I nostri giovani sorridono al futuro

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S o MM a RIo - I nostri giovani sorridono al futuro
Giornalino dell’Istituto Casali di Castel San Giovanni - Anno 2013-2014 - Euro 1,00
sommario
n°2
Un evento su cui riflettere......................2
PIllole di... Roman!...................................2
Scuola e mondo del lavoro.....................3
Bullismo & Società...................................4
Una nuova droga la tecnologia.............5
Energia eolica sì o no?.............................6
La Psoriasi non è né contagiosa
né infettiva...............................................7
I “Must Have...”...................................... 8/9
Budapest... stiamo arrivando........10/11
Storia del grande Real!..........................12
Karate. No violenza,
sì autocontrollo......................................13
Pole dance: mai così di moda...............14
Diabolk il re del terrore.........................15
Ha vinto il migliore................................16
Attualita’
LA SANTIFICAZIONE DEI DUE PAPI
Un evento
su cui
riflettere
a cura di
Sidori Elia 1° A
Domenica 27 aprile
2014 sono stati santificati
due Papi importanti, questo giorno, senza dubbio,
passerà alla storia. Papa
Roncalli e Papa Wojtyla
sono stati posti sullo stesso piano, ma se pensiamo
alla storia dei due pontefici appare assai originale
la scelta di santificare personalità abbasta differenti
nel modo di concepire la
Chiesa.
Il primo, rivoluzionario
per i suoi tempi, tenace
sostenitore della pace (appello alla pace nel 1962
ed alla lettera inviata a
Kruscev in piena “guerra
fredda“), sostenitore di una
fede genuina e poco incline all’idolatria (pensiamo
alla sua differenza nei confronti di personalità come
Padre Pio).
Il secondo, oltre che
2
Pillole
di...
Roman!
a cura di
Roman Buksha 2ªA
pastore di anime, ha dato
anche un contributo politico con l’appoggio al sindacato “Solidarnosc”. Ciò che
appare chiaro, è la diversa
interpretazione dell’essere
Chiesa da parte dei due
Papi.
La partecipazione della
gente non è passata inosservata per la moltitudine
di persone che hanno assistito all’evento. A volte è
stata una partecipazione
dettata anche dalla curiosità, ma anche e soprattutto una reale testimonianza di fede e di amore nei
confronti di due pontefici
per certi aspetti diversi ma
uguali nel testimoniare le
parole di Dio.
“Il vizio è una gabbia
dove si entra utilizzando
un paio di chiavi. Una
volta dentro si rovista tra
le mensole e si trova un
pacchetto di sigarette,
tabacco, una bustina di
droga e qualche pasticca.
E mentre si è intenti
ad utilizzare qualcosa dei
sopracitati, si appoggiano le chiavi. Inizi così a
vedere il mondo da una
gabbia. Gli amici e familiari possono allungarti
una mano e stringerti
forte. Non possono però
farti uscire. Solamente tu
puoi farlo.
Lo puoi fare prendendo una forte rincorsa.
Una rincorsa piena di
vitalità e forza di volontà per schiantarti contro
quella porta e spaccarla,
solo così tornerai ad essere forte e libero.”
Attualita’
Scuola
lavoro
e mondo del
Questo scritto ha vinto
il concorso indetto
dall’Associazione
“Maestri del lavoro” di Piacenza
a cura di
HOTI LEDJA 5ªA
La mia fortuna è stata quella di avere dei
genitori che mi hanno cresciuta con dei valori,
facendomi capire che senza sacrifici e senza
fatica non si ottengono dei buoni risultati, insegnandomi che per raggiungere un obiettivo
non devo mai perderlo di vista. Io sono una
ragazza straniera e frequento le scuole italiane
da più di 10 anni. I miei genitori hanno abbandonato il loro lavoro, la loro quotidianità, la vita
che si erano costruiti per rendere migliore la
mia. Sognavano di andare verso un territorio
che offriva più servizi, che ti forniva piu basi solide, verso un territorio che veniva visto come
l’antico Eldorado. Forse vedere soffrire i propri
genitori ti fa crescere e ti da dei valori. Vedere
i propri genitori far di tutto per darti la possibilità di studiare è una cosa preziosa perchè non
tutti possono proseguire gli studi e io mi sento
fortunata e penso che lo studio sia la base del
futuro che costruirò. La scuola ti insegna molto,
ti insegna a relazionarsi, a comportarti, a rispettare , ti insegna dei valori fondamentali.
La fanciullezza è il periodo dell’ingenuità, la
senilità quello della saggezza. Nel mezzo però
intercorre un lungo periodo di tempo in cui si
acquisiscono conoscenze tramite le esperienze
personali e l’istruzione scolastica. Ogni individuo quindi si forma per poi agire, anzi agisce,
dal momento in cui nasce, nella società. Agiamo
però in una società che non si è creata dal nulla
ma si è formata nel corso dei secoli, influenzata
da altre persone, idee, leggi e speranze. Ciò significa che ognuno di noi, piccolo o grande che
sia, necessita di un passato, di qualcosa che lo
formi, lo modifichi, lo cambi. Per questo penso
che la formazione abbia un ruolo importante
per quanto riguarda il futuro.
La scelta della scuola è sicuramente un momento importante perché ti permette di iniziare
a pianificare la tua vita futura. La scuola ti fornisce infatti le basi su cui costruire il tuo percorso
di sviluppo personale e professionale verso la
vita adulta.Nella scelta della scuola è molto importante partire dai propri interessi, da ciò che ti
piace e che può motivare il tuo studio.
Dopo la scuola inizia il lavoro. Oggigiorno la
parola lavoro indica tantissime cose : un dovere
nei confronti della famiglia, una necessità per
vivere.. io invece, lo considero la realizzazione
più compiuta dei sogni di un giovane. Nel lavoro devono essere riposte tutte le capacità di una
persona e il suo impegno, inoltre deve dare anche felicità e conforto alla persona che si trova
ad affrontare il suo impiego con impegno.
Purtroppo ancora oggi nella scuola italiana,
ma anche nelle famiglie, si considera il periodo
di formazione slegato da quello che si farà dopo,
da grandi. Si effettua una preparazione astratta,
concettuale, teorica, svincolata dalla società e
dalle sue esigenze, in molti casi poi non applicabile alla situazione economica e lavorativa. Così,
nella scelta del percorso formativo, si privilegia
solamente ciò che piace (o, peggio, ciò che socialmente si ritiene più prestigioso), discapito
di ciò che serve. Con il risultato, alla fine di un
corso di studio (spesso lungo), di accorgersi che
quella laurea non la vuole nessuno, quel tipo di
formazione non serve all’organizzazione del lavoro di oggi, quel tipo di aspirazione professionale dovrà restare insoddisfatta per anni perché
il settore è saturo o sovradimensionato.
Il lavoro è dunque una realtà importante.
Esso contribuisce fortemente a definire l’identità di una persona.
È indispensabile orientare i giovani fin dalla
scuola media inferiore per una più sentita scelta
degli studi da intraprendere.
La scuola dell’obbligo non deve essere solo
considerata a livello di contenuti disciplinari, ma
fornire risultati in termini di educazione, cultura,
educazione civica e sociale, sia per gli studenti che proseguiranno negli studi, sia per quelli
che imboccheranno la strada di una immediata
professionalità.
Bisognerà fare tutto il possibile per cercare di
dare ai giovani la certezza del futuro, senza nascondere eventuali possibili incognite. Si dovrà
fare molto orientamento, cercando di capire ed
esaltare le aspirazioni del singolo.
La distribuzione degli studenti nei vari corsi
di laurea ci indica la difficoltà futura di collocamento in alcuni particolari settori di preparazione mentre, in altri, i professionisti prodotti risulteranno insufficienti per le richieste del mercato
del lavoro.
Guardata con realismo, la situazione italiana
postula un intervento urgente di riposizionamento.
«In verità - ha spiegato Rondi - molto di questa situazione ha le sue radici in un orientamento sbagliato che non sa rispondere a quesiti di
fondo come quello relativo alle tendenze dello
scenario occupazionale, economico e sociale;
quello relativo ai macrotrends per il futuro e, infine, quello sull’allineamento tra il mercato del
lavoro e la formazione».
Da un lato, l’individuo e, dall’altro, una comunità sempre più multietnica e posta davanti alle
sfide dell’integrazione. La società del passatoera caratterizzata da un’immigrazione contenuta,
da strutture decisionali geograficamente definite, dall’innovazione materiale e da un mercato
del lavoro vicinale. Guardando avanti, di fronte
a noi si apre invece uno scenario sociale caratterizzato da alta immigrazione, da partecipazione
sociale diffusa, da interdipendenza decisionale,
da un’innovazione continua ed immateriale
nonché da un mercato del lavoro flessibile. E’ in
questo scenario, allora, che vanno rintracciate le
direttrici per una formazione che faccia incontrare scuola e impresa, perché fenomeni in atto
quali la democratizzazione dell’energia, l’immigrazione, l’innovazione e velocità della comunicazione postulano una formazione sempre più
interculturale e ad alta capacità organizzativa.
Ignazio Visco afferma: “Se c’è un settore nel
quale consiglio di non risparmiare è proprio
quello dell’istruzione”. E’ importante occuparsi
di scuola, di senso civico, di rispetto per la legalità, perché anche da quei fattori dipende lo
sviluppo. Una delle azioni più importanti per
la crescita è migliorare le scuole. La scuola è un
bene comune e questo comporta la necessità di
fare alleanza e rinnovare periodicamente il patto che lega scuola e società. Per far funzionare la
scuola, e darle qualità, occorre liberare energie.
La società deve dare, a questa sua fabbrica di
futuro, tutta l’attenzione e la
considerazione che merita, deve garantire
tutte le risorse di cui ha bisogno, deve riconoscere e sostenere l’impegno e la fatica di chi ci
lavora. Veniamo da anni in cui si è fatto l’esatto
contrario e non può stupire, allora, il disincanto
e il disamore che possiamo anche trovarci.
Chi inizia un percorso scolastico non sa se alla
fine troverà un posto di lavoro coerente con la
sua formazione.
Le persone non devono essere ferme ad
aspettare il proprio destino, lo devono compiere, devono agire, devono affrontare gli eventi.
3
Attualita’
Bullismo
&
Società
Pericolosa deriva
omofoba
fra adolescenti
nelle scuole
del nostro paese
a cura di
Quaglia Marika 2ªA
Magnani Sharon 2ªA
Sempre più giovani sono
vittime di bullismo, presi di
mira sono soprattutto gli
omosessuali e le persone
più introverse.
Questi ragazzi, si sentono
oppressi da situazioni che
causano in loro profondo
disagio, paura e vergogna.
Spesso queste situazioni
portano a depressione, droga e alcol o in altri casi fino
alla morte.
Il 70% degli atti di bullismo viene perpetrato
contro gli omosessuali,
4
quest’ultimi sono gli studenti più discriminati nella
scuola italiana superiore.
Si sono verificati molti
casi di ragazzi che si sono
tolti la vita buttandosi dai
palazzi o impiccandosi perché erano bersagliati dai
loro coetanei.
In questo anno, a Roma,
sono avvenuti molti fatti
spiacevoli di suicidi, noi ne
abbiamo selezionati tre.
• Un ragazzo di 21 anni
si è lanciato nella notte
dall’undicesimo piano di
un palazzo, nel comprensorio Pantanella, in via
Casilina a Roma. Il giovane ha lasciato una lettera
in cui rivela di essere gay.
“L’Italia è un Paese libero
ma esiste l’omofobia e chi
ha questi atteggiamenti
deve fare i conti con la
propria coscienza”.
• Uno studente 15enne del
liceo scientifico Cavour si
è tolto la vita impiccandosi con una sciarpa, nel suo
appartamento. Era stato
additato come omosessuale da alcuni compagni.
• Ad agosto si è tolto la vita
un ragazzo di 14 anni che
si è gettato dal terrazzo
di casa, in zona Torraccia:
“Mi emarginano perché
sono gay”, aveva scritto in
un biglietto.
Non in tutti i paesi è così,
ad esempio in America l’omosessualità è affrontata
in modo molto diverso rispetto all’Italia, in America
gli omosessuali sono più
accettati e liberi di essere se
stessi.
Noi pensiamo che sia
una vergogna discriminare gli omosessuali perché
sono persone che provano
dei sentimenti come tutti
gli esseri umani e non possono essere considerati
alla pari di oggetti; occorre
salvaguardare la dignità di
ognuno e fare del rispetto il
nostro punto di forza.
Concludendo: più dignità e più rispetto per tutti aumentano il livello di civiltà
di ogni società!
Attualita’
Una nuova droga
la
tecnologia
I giovani non parlano
più come una volta,
preferiscono utilizzare
mezzi di comunicazione
avanzati,
sia per comodità
che per abitudine
a cura di
Carmen Di Canio 2ªA
Azzurra Ferrara 1ªA
Individui di tutte le età stanno sempre più incollati ai propri dispositivi,
dimenticando chi hanno accanto. Ma
sono soprattutto gli adolescenti che
stanno adottando il messaggio digitale come mezzo quasi esclusivo
di comunicazione.
Cinque giovani su dieci sono convinti che la societa’ faccia troppo affidamento sulla tecnologia.
D’altro canto, però, l’86% di loro è
convinto che l’innovazione tecnologica renda la vita migliore e addirittura quasi il 60% che aiuti i rapporti
personali.
Quindi, la tecnologia è un bene o
un male?
Secondo noi al giorno d’oggi la tecnologia è sempre più presente, anche
nei paesi meno sviluppati, ci sono
persone che passano intere giornate
davanti allo schermo di un computer
o di un cellulare, preferendo la vita
virtuale a quella reale sprecando la
maggior parte del proprio tempo,
che potrebbe essere dedicato ad attività all’aperto e ad amici “veri”. La tecnologia è la cosa più utile che
si possa usare in questo tempo, essa
facilita qualsiasi azione quotidiana,
dalla più banale alla più complessa,
però ci sono degli aspetti negativi,
come il fatto che può procurare dipendenze molto gravi, infatti in tutto
il mondo ci sono tantissime persone
afflitte da questo tipo di problema,
ma ci sono anche effetti positivi, ad
esempio grazie alla vastissima rete di
internet è possibile effettuare approfondite ricerche che accrescono, ed
è possibile avere contatti con il resto
del mondo, tutto ciò accresce la cultura di un individuo. Tuttavia la maggioranza usa internet per scopi tutt’altro che intelligenti e culturali e questo nuoce soprattutto alle giovani menti che bruciano il proprio tempo, ma noi non
possiamo fare molto per migliorare
tutto questo, se non c’è la volontà di
cambiare.
5
Ambiente
Energia
Eolica
o
si no?
a cura di
Bianchi Stefano 1ªA
Sulla carta l’energia eolica sembra essere l’energia
più “pulita”, economica ed
efficiente. Le enormi turbine utilizzate infatti non
inquinano, ma sono molto
contestate.
Uno dei maggiori fattori
che ostacolano la diffusione dell’eolico è quello economico; infatti in Italia la
costruzione di una torre eolica costa il 20% in più degli
altri stati, per il costo dei
terreni e dei collegamenti
alle zone isolate e per iniziare i lavori ci vogliono circa 4
anni a causa delle pratiche
burocratiche, inoltre sono
stati bloccati gli incentivi a
nuovi impianti.
Sfruttando i venti di superficie del pianeta si potrebbe ottenere circa 20
volte il fabbisogno energetico dell’umanità. L’Italia in
questo campo è molto sviluppata, infatti è il settimo
stato nella produzione di
energia “pulita”.
L’opinione pubblica, in Italia, si trova divisa in due: chi
dice si e chi dice no, quindi
vediamo un po’ più nello
specifico l’energia eolica
6
Perché sì
Le turbine non rubano
spazio al suolo e non intralciano l’agricoltura, si costruiscono in poco tempo e
sono subito utilizzabili.
L’eolico è tra le energie pulite più efficienti: le pale convertono in corrente elettrica
il 50% dell’energia ricevuta.
L’idroelettrico arriva all’80%
ma ha un impatto ambientale maggiore, un impianto
eolico non emette gas a
effetto serra e produce 80
volte l’energia usata per costruirlo e mantenerlo.
Il mercato dell’eolico ha
un potenziale occupazionale di circa 70mila posti
di lavoro, soprattutto nella
fase di preparazione e di
gestione degli impianti.
Gli impianti di solito sono
costruiti lontano dalle rotte
migratorie degli uccelli e
anche se qualche vittima
c’è ancora, i decessi sono
sensibilmente diminuiti.
Perché no
Una sola turbina necessita di almeno 500 tonnellate
di cemento per crearne la
base, senza contare l’impatto visivo sul paesaggio, che
è “un bene limitato, prezioso
e irrinunciabile: l’aumento
dell’eolico comporterà il sacrificio di ulteriori territori tra
i più belli e delicati del nostro
paese” (fonte Italia Nostra);
Inoltre i costi che comporta la costruzione delle
torri sono enormi, infatti lo
stato deve stanziare circa 2
miliardi all’anno per finanziare i progetti; altri costi
sono dovuti all’immissione
dell’energia prodotta dall’eolico nella rete elettrica nazionale, che comporta forti
investimenti di adeguamento visto che in alcuni
punti è molto arretrata.
Sugli Appennini e sulle
isole, la rete elettrica non è
in grado di assorbire il carico proveniente dall’eolico
tanto che spesso il gestore
della rete nazionale è costretto a rifiutare l’energia
prodotta dovendola rimborsare ai produttori.
Attualita’
Scienza
La
Psoriasi
non è né
contagiosa
né
infettiva
Chi soffre di
questa patologia
spesso viene
ingiustamente
isolato ed
emarginato
a cura di
Neghza Laila 4ªA
La Psoriasi è una malattia
poco conosciuta, ma molto
frequente nella popolazione
mondiale, si presenta con la
comparsa di chiazze di pelle
inspessita, arrossata ed infiammata. È quindi una malattia
infiammatoria cronica e reci-
diva (si ripresenta a distanza di
tempo più o meno lungo di un
processo patologico precedentemente debellato, a causa del
persistere di condizioni predisponenti o facilitanti il riproporsi del fattore patogeno).
Nella sua “manifestazione
cutanea” intervengono fattori
ambientali, genetici o autoimmunitari; la psoriasi sembra essere correlata ad un aumentato
rischio di malattie cardiovascolari, ictus e infarto al miocardio.
Esistono diversi tipi di psoriasi:
• a placche: la pelle si accumula rapidamente e si ispessisce
nelle zone interessate dalle
lesioni conferendo un aspetto squamoso bianco-argenteo. Anche se il disturbo
può comparire in qualsiasi
zona del corpo, in genere si
localizza in corrispondenza
di gomiti, ginocchia, cuoio
capelluto e parte lombare
della schiena, oltre che ai
palmi delle mani, alle piante
dei piedi ed in regione genitale. La malattia si presenta
più frequentemente, ma
non esclusivamente, sulle
superfici estese degli arti. La
malattia, ad andamento cronico e ricorrente, è variabile
nell’estensione dell’interessamento cutaneo. Si va da
soggetti affetti da un numero molto limitato di piccole
chiazze fino a soggetti con il
corpo quasi completamente
coperto da lesioni.
• Ungueale: Le unghie delle
mani e dei piedi sono frequentemente interessate dal
disturbo, definito distrofia
ungueale psoriasica. Approssimativamente circa il 50%
dei soggetti con psoriasi
sviluppa un interessamento
delle unghie. Questa talvolta
rappresenta l’unica sede interessata dalla malattia.
Le cause di questa malattia
sono ancora del tutto sconosciute ma si pensa, come detto
prima, che ci sia una base genetica, ambientale e autoimmune.
Anche la cura, così come le
cause, è ancora molto incerta,
viene generalmente curata con
farmaci a base di cortisone e
betasone, diete centralizzate
sulla vitamina C e D, e viene
consigliata un’esposizione ai
raggi solari e acqua salata perché recenti studi hanno scoperto che aiutano la riproduzione
cellulare della pelle.
Viene assolutamente sconsigliato il consumo di tabacco e
alcool, che favorisce lo sviluppo
della psoriasi; anche lo stress
fisico o emotivo ne favorisce lo
sviluppo.
Molte persone affette da
questa patologia si sentono a
disagio perché pensano che
le persone attorno a loro non
comprendano fino in fondo
questa malattia, quindi molto
spesso soffrono di depressione
e tendono a non relazionarsi
con il prossimo, ma in realtà la
psoriasi non è né contagiosa né
infettiva quindi non si può trasmettere da persona a persona
perché è qualcosa di personale
e immunitario.
In definitiva chi soffre di psoriasi deve:
• Seguire uno stile di vita sano
(alimentazione ed esercizio
fisico)
• Smettere di fare uso di alcool
e tabacco
• Avere una buona igiene personale
• Non stressarsi
• Ultimo ma non meno importante non bisogna abbattersi
e aver paura di relazionarsi
perché se spiegate la situazione alle persone intorno a
voi loro capiranno (esperienza personale)
7
Moda & Tendenze
Alcuni articoli
di moda che
non potranno
mancare nel tuo
armadio in questa
primavera/estate
a cura di
El Aliane Mona 2°A
Santoro Rosanna 2°A
La moda primavera
estate è piena di novità e
di tendenze tutte da seguire. tra le vetrine stanno già
comparendo i primi capi
delle collezioni primavera
estate 2014, quindi perché non approfittarne per
cominciare a comprare
qualche cosa per la nuova
stagione
1. Trend metallico
Tessuti cangianti e dai
toni metallici: sono questa una delle novità delle
tendenze primaverili di
quest’anno. Dal blu intenso al verde acqua, passando per tonalità più argentate tendenti al bianco.
Poco importa il colore,
quello che importa è che
sia cangiante e metallico.
2. Gonna a ruota
Questa è la gonna per-
8
fetta che torna miracolosamente di moda! La
gonna anni ’50, ampia e
lunga fino almeno a sotto
il ginocchio. Il vero punto
di forza? Riesce a snellire
la figura, nascondere la
pancetta e mimetizzare i
chiletti di troppo messi sui
fianchi.
3. Bomber
Mandate in pensione
il trench! Quest’anno dovrete puntare tutto su un
bomber leggero: il mix
tra sportivo ed elegante è
uno dei trend di stagione
ma per riuscire nell’intento
dovrete essere particolarmente abili negli abbinamenti.
4. Trafori
Che sia in pelle, in raso o
in jeans cercate di trovare
t-shirt e abiti traforati. Le
trasparenze dovranno essere studiate e bilanciate
oppure relegate solo a una
parte del capo: le magliette, ad esempio, sceglietele
con una trama traforata
lungo le maniche o sulla
parte alta della maglietta.
5. Pantaloni
Basta pantaloni skinny! Aggiungete invece
al vostro guardaroba dei
pantaloni a gamba ampia.
Lunghi fino ai piedi oppure più corti, la versione più
chic di questo modello di
pantaloni lascia scoperte
le caviglie.
6. Stampe floreali
Gonne, abiti, maglie e
short: tutto è concesso se
il tessuto ha una stampa
floreale. Osate con le stampe dai colori più accesi e
vivaci, con accostamenti
coraggiosi e inediti.
7. Pois
Grandi o grandissimi,
i pois saranno protagonisti di tutta la stagione
primaverile. Per gonne o
camicette i pois sono una
fantasia molto elegante e
da abbinare molto facilmente: l’abbinamento più
audace? Con le righe orizzontali: quest’anno l’abbinamento non solo è concesso, ma è un vero must!
8. Bermuda
Gli short si allungano e
si trasformano in bermuda:
i pantaloni corti dovranno
essere lunghi fino al ginocchio e con la gamba morbida.
9. Camicia bianca
Il capo che non deve
mancare nell’armadio di
nessuna donna sarà un
must per tutta la primavera estate. Il dettaglio che
rende la classica camicia
bianca più alla moda? Il
colletto deve essere rigorosamente decorato con
perline, paillettes o ricami.
Moda &
Attualita’
Tendenze
Lunghi o corti?
Lisci o mossi?
Felpe – Tendenza
Le felpe sono tornate in
testa alle tendenze dell’anno: facili da portare, le felpe
si sono rinnovate e possono
entrare a far parte dei capi
di abbigliamento da indossare per andare in ufficio o
per una cena con le amiche.
Il segreto per indossare la
felpa in modo elegante?
Innanzitutto scegliere felpe
con stampe: le felpe a tinta
unita sono molto più difficili
da indossare senza scivolare
in outfit scialbi. A impreziosire le felpe sono infatti proprio scritte, stampe e inserti
di altri tessuti.
La felpa prescelta dovrà
inoltre essere non troppo
aderente: meglio indossare
una felpa leggermente larga che una troppo stretta.
Come abbinare quindi la felpa scelta? Un abbinamento
molto femminile è con la
gonna a ruota: questo abbinamento permette a chi
lo indossa di mantenere un
look elegante ma allo stesso
tempo non eccessivamente
serioso. Non esitate inoltre
ad indossare i tacchi con
questo outfit: optate per un
paio di sneakers solo se volete un look più casual.
I capelli sono sempre
in primo piano, ma quali
sono i tagli di tendenza del
2014? Lunghi o corti? Lisci
o mossi? I capelli lunghi
restano sempre un must
per ogni donna, ma il liscio
viene scalzato dal mosso.
I capelli lunghi dovranno
infatti animarsi di morbide onde naturali, o boccoli
corposi sulle punte dei capelli che donano all’acconciatura un tocco più movimentato.
I capelli lisci saranno
invece perfetti per un caschetto: con o senza frangia, questo taglio farà il suo
gran ritorno nel 2014/15.
La lunghezza varia in base
al volto, ma il taglio dovrà
essere di ispirazione puramente classica.
La frangia è il dettaglio
che renderà la vostra acconciatura davvero di tendenza: ampia e corposa se
si abbina ai capelli lunghi,
più disciplinata e geometrica se abbinata al classico
caschetto.
La parola d’ordine resta
semplicità: le trecce che
sono state un must dell’estate lasciano spazio a capelli sciolti e naturali nella
forma come nel colore e il
balayage ne è la conferma.
I capelli corti tengono
testa al lungo con tenden-
ze ben definite: da un lato
l’ispirazione boy, con ciuffi
ribelli che si alzano sulla testa. Dall’altro corti iper-femminili dal gusto retrò che
incorniciano il viso.
Make Up
Le tendenze del 2014/15
in fatto di make up sono
già ben definite: dal colore
degli ombretti ai fondotinta, ma senza dimenticare
l’importantissimo rossetto!
Dalle sfilate si può già capire quale saranno i trend
che saranno seguiti dalle
donne di tutto il mondo.
Si parte dal colore
dell’incarnato che dovrà essere rigorosamente opaco
e naturale. Perfette tutte le
cc cream che donano uniformità all’incarnato senza
appesantire.
Una delle tendenze in
fatto di make up resta anche per quest’anno il nude
look, creato con un sapiente
utilizzo di ombretti e rossetti
dalle tinte naturali e rosate.
Il rossetto potrà essere
indossato solo se si opta
per un ombretto leggero e
non colorato. In alternativa
le labbra resteranno del
loro colore naturale e sugli
occhi si accenderanno colori intensi e metallici.
Torna in fatti di gran
moda lo smokey eye, ma
per renderlo davvero di
tendenza meglio scegliere
come colore il blu o il viola
intenso.
9
Notizie interne
BUDAPEST...
stiamo
arrivando
Cronaca di una “gita annunciata”
a cura di
Giulia Falcone 5ªA
Il nostro viaggio verso Budapest iniziò alle 5 del mattino del 31 marzo, le classi
5A, 5B, 4A e 4B sono state
accompagnate dalle professoresse Anselmini, Scagni,
Scarabelli e Punteri.
Appena saliti sul pullman
i ragazzi si addormentarono, ma vennero svegliati
poco dopo dalla prof.ssa
Anselmini che domandò ad
alta voce: ”Cosa ha fatto la
Juve?”. Dopo vari lamenti e
risate tutti si rimisero a dormire e il viaggio proseguì
tranquillamente per altre
lunghissime e interminabili
tredici ore.
Arrivati finalmente a Budapest scoprimmo che per
accedere al parcheggio
dell’hotel, il nostro super
autista Mimmo avrebbe
dovuto fare una manovra
in retromarcia difficilissima,
sotto agli occhi terrorizzati
di alcuni ungheresi che temevano per le loro macchine, parcheggiate proprio
10
Le Prof.
vicino al pullman. Grazie al
sostegno morale dei ragazzi
e delle prof.sse l’autista riuscì a parcheggiare.
Dopo aver consegnato
una consistente caparra, l’allegro ma stanco gruppo entrò all’interno dell’hotel Actor, scoprendo, con sorpresa, che la struttura era pulita,
spaziosa e ben organizzata.
Nessuno fu sorpreso del
cibo, molti studenti mangiarono pochissimo altri invece
si abbuffarono, soprattutto
a colazione, con panini al
prosciutto e formaggio.
Il primo giorno il gruppo
visitò Pest e i monumenti
della parte pianeggiante,
come la Piazza Degli Eroi, il
Bagno Termale Széchenyi e
nel pomeriggio si lasciarono incantare dal quartiere
ebraico e dalla sinagoga di
via Dohany, la più grande
d’Europa, con tre navate e
più di tremila posti a sedere.
Il Secondo giorno passò
velocissimo, si visitò Godollo
e il castello di Grassalkovich,
noto per essere stato uno
dei castelli preferiti della
principessa Sissi. Dopo una
meritata pausa nel centro
di Pest si visitò il bellissimo
Museo delle Belle Arti, uno
dei musei più importanti del
mondo. Escludendo il pessimo e antipatico personale,
il museo è stata una delle
tappe preferite. Il gruppo
Notizie interne
Il “gruppone” al completo
ha scelto di passare la serata sul battello, saliti a bordo,
molti studenti sono rimasti
delusi dalla mancanza di
musica e vitalità, ma si sono
subito ricreduti dopo essere saliti nella parte esterna
del battello. Appena usciti
hanno tutti sfoderato le loro
macchine fotografiche, armi
tanto potenti quanto meravigliose. Al posto di osservare il magnifico panorama
del parlamento illuminato,
gli studenti hanno preferito
scattare decine di fotografie
con il flash, fino a creare un
vero e propio gioco di luci
pirotecniche da discoteca. A
quel punto mancava solo la
musica anni ‘80 per vivacizzare la serata. Anche le prof.
sse si scatenarono lanciandosi in pista e ballando assieme agli studenti che ancora volevano scattare delle
fotografie. Purtroppo il giro
sul battello durò poco, ma la
festa si trasferì sul pullman e
poco dopo in hotel.
Il terzo e ultimo giorno gli
studenti lo passarono a visitare i monumenti di Buda,
nella parte collinosa della
capitale, come la chiesa di
Mattia e la chiesa di Nostra
Signora. L’ultima ma non
meno importante tappa
della gita fu l’Isola Margherita. L’isola Margherita è attra-
versata da un comodissimo
sentiero costruito per il jogging e la corsa, dopo averlo
testato la prof.ssa Scarabelli
decise di sfidare l’alunno
Fulcini ad una corsa, ma
entrambi abbandonarono
la sfida prima ancora di iniziare.
Dopo la visita all’Isola tornarono tutti in hotel, stanchi
ma soddisfatti.
Il giorno dopo, finita la
colazione, si ripartì verso l’Italia. Dopo 3 giorni passati
nella capitale alcuni studenti avevano finalmente
capito di essere a Budapest,
altri, invece, pensavano ancora di essere andati in gita
a Istanbul. Alcuni genitori invece erano preoccupati perché credevano che la gita
si svolgesse a Bucarest. Nel
disordine generale, mentre
il pullman attraversava la
Croazia, un alunno non ancora identificato chiese:” Abbiamo finito di attraversare
la Scozia?”.
La geografia non era il
punto forte del gruppo, che
però trascorse una bella gita
in una città incantevole.
Tutti gli alunni, anche
quelli che non sapevano di
essere a Budapest, ringraziano le magnifiche professoresse e anche i simpaticissimi autisti.
11
Sport
Storia
del
Palmarès:
Real!
a cura di
Sanda Alexandro 2ªB
Stadio
Il Real Madrid disputa le partite interne nello stadio Santiago
Bernabèu , che ha una capacità di 85.454 spettatori (il 16º al
mondo per capienza) e un campo da gioco di 106 per 72 metri.
Ideato dall’architetto José
María Castell, i lavori di costruzione iniziarono il 27 ottobre1944 . Originariamente chiamato “Nuovo Stadio Chamartin”,
fu inaugurato 14 dicembre 1947
e fu ribattezzato con l’attuale
nome il 4 gennaio 1955 in onore
del grande presidente Santiago
Bernabèu . All’interno dell’impianto è presente il museo
ufficiale del Real Madrid, oltre
i numerosi ristoranti e la sede
di Real Madrid Channel. Il Bernabéu è raggiungibile in Metropolitana con l’omonima fermata
sulla linea 10.
I campi di allenamento sono
invece siti nell’avveniristico centro sportivo Ciudad Real Madrid,
inaugurato nel 2005 , alla periferia della città.
Il Santiago Bernabéu detiene
il record mondiale di imbattibilità, essendo rimasto inespugnato per 121 turni di campionato
tra il 1957 e il1965 .
12
grande
Simbolo
Il primo simbolo del Real Madrid aveva un design semplice,
che consisteva in un intreccio
decorativo delle lettere “MCF”,
acronimo di Madrid Club de
Fútbol, scritte in blu scuro su maglia bianca.
Il primo cambio nello stemma
fu apportato nel 1908, quando
le lettere adottarono una forma
più stilizzata e furono inserite in
un cerchio . Un ulteriore cambiamento nel disegno del simbolo
fu apportato nel 1920, sotto la
presidenza di Pedro Parages .
Quell’anno, il 29 giugno Re Alfonso XIII di Spagna concesse al
club il titolo di “Real”; ciò consentì alla squadra di aggiungere al
disegno originale la corona reale.
Con la dissoluzione della monarchia nel 1931, ogni simbolo
Trofei nazionali:
Campionato Sp
agno
Coppa di Spagna lo:
:
Coppa della Liga
:
Supercoppa di
Spagna:
Coppa Eva Dua
rte:
Trofei internazionali:
Champions Leag
ue:
Coppa Uefa:
Supercoppa Uef
a:
Coppa intercontin
entale:
reale fu eliminato. Dal nome fu
tolta la denominazione “Real”;
nello stemma la corona fu eliminata mentre nel cerchio contenente le lettere fu aggiunta
una banda trasversale violetta,
a rappresentare la Castiglia.
Nel 1941, due anni dopo la
conclusione della Guerra civile
spagnola , fu ripristinata la corona reale e la banda trasversale
venne mantenuta. Inoltre, tutto
lo stemma divenne completamente colorato; l’oro divenne
il colore preponderante. Il club
tornò anche a chiamarsi “Real
Madrid Club de Fútbol”.
La modifica più recente al simbolo del club fu apportata nel
2001, quando il club decise di
renderlo più moderno e consono al XXI secolo.
Storia
62
32
19
1
9
1
9
2
1
3
Il Real Madrid Club de Fútbol,
abbreviato in Real Madrid, è una
società polisportiva spagnola di
Madrid fondata il 6 marzo 1902
e composta dalla nota sezione di
calcio e da una cestistica.
La squadra di calcio milita nella Primera División spagnola fin
da quando è stata creata la Liga;
cioè dal 1929, al pari di Barcellona e Athletic Bilbao.
La formazione madrilena è
la più vincente nella storia del
calcio spagnolo e la seconda
più titolata nelle competizioni
UEFA per club. Detiene il record di 32 titoli nazionali vinti,
nonché il primato assoluto di 9
vittorie in Coppa dei Campioni/Champions League. Il club
può vantare uno dei palmarès
più prestigiosi, che annovera
altresì 19 Coppe di Spagna, 9
Supercoppe di Lega, 1 Coppa della Liga, 2 Coppe UEFA,
una Supercoppa europea e 3
Coppe Intercontinentali. La
denominazione della società
era originariamente Madrid
Club de Fútbol. La parola “Real”
fu assegnata successivamente,
nel 1920, dal Re Alfonso XIII di
Spagna, insieme alla corona
applicata sullo stemma. I giocatori del Real Madrid vengono
chiamati merengues per via del
colore della maglia che ricorda
Sport
quello della meringa. Negli ultimi anni i giocatori sono stati
soprannominati anche Los Galacticos (I Galattici), per via della
presenza di tante stelle nell’organico.
In Spagna il club è noto come
el Madrid (il Madrid), in contrapposizione con l’Atlético (el
Atlético), mentre in Italia è conosciuto come il Real, abbreviazione che nel contesto calcistico
spagnolo non sarebbe caratteristica del Real Madrid, essendo il
nome “Real” un attributo concesso a molti club spagnoli tra cui
Real Saragozza, Real Sociedad e
Real Valladolid.
A differenza di molte società
calcistiche europee, la proprietà
del club appartiene ai suoi soci,
che ogni quattro anni eleggono
il presidente.
L’11 dicembre del 2000 il Real
Madrid fu nominato dalla FIFA
come il miglior club del XX secolo. Nel febbraio 2012, secondo la Deloitte Football Money
League, è stato il club più ricco
del mondo con 479,5 milioni
di euroin entrata, davanti ai rivali sportivi del Barcellona e al
Manchester United, il quale era
rimasto in vetta per otto anni.
Grazie alle sue enormi capacità
economiche, la società è riuscita a mettere a segno il colpo di
mercato più costoso della storia
del calcio: Gareth Bale, acquistato per la cifra di 100 milioni
di euro dal Tottenham Hotspur
nel 2013.
È, inoltre, l’unica società sportiva professionistica al mondo
ad istituire un corso di studi universitario post-laurea. Infatti, nel
2006, presso l’Universidad Europea de Madrid è stata creata la
Escuela de Estudios Universitarios Real Madrid, prima scuola
di specializzazione sullo sport,
la sua gestione, la comunicazione e la salute. Il direttore della
cattedra è Mario Vargas Llosa,
vincitore del Premio Nobel per
la letteratura nel 2010.
Karate
No violenza,
sì autocontrollo
a cura di
Cassinelli Esterina 2ªA
Vivaldi Ambra 2ªA
Vivaldi Clara 2ªA
Il karate è un’arte marziale che si sviluppa in
Giappone a Okinawa.
Il termine “karate” significa letteralmente “mano
vuota” poiché prevede la
difesa a mani nude, senza
armi.
Questa arte richiede il
rispetto delle regole, dei
maestri (in giapponese
“Sensei”) del luogo dove
si pratica (in giapponese
“Dojo”) e di tutte le persone che posseggono un
grado più elevato (colore
della cintura) ( in giapponese “ Senpai”).
Nel karate è consuetudine durante l’allenamento indossare un abito
adeguato chiamato “karate-gi”, è composto da: una
giacca bianca, un paio di
pantaloni di cotone bianchi e da una cintura il cui
colore indica il grado del
“karate-ka”.
Si pratica a piedi nudi.
Le cinture si suddividono in base al colore:
• BIANCA (principiante)
• GIALLA
• GIALLA AVANZATA
• ARANCIONE
• ARANCIONE AVANZATA
• VERDE
• VERDE AVANZATA
• BLU
• MARRONE
• NERA ( con 8 dan)
Nelle cinture esiste una
parola detta “kyu” che sta
ad indicare il grado di cintura, mentre per le cinture
nere il grado viene indicato con la parola “dan”. Per
sintetizzare, “kyu” e “dan” significano entrambi “grado”
ma in modo radicalmente
diverso.
Il karate è composto da:
-KIHON
-KATA
-KUMITE suddiviso in libero e guidato
Il “kihon” significa allenamento di base è composto da sequenze basilari di
parata e attacco, su cui si
basa il karate.
Il “kata” (significa forma)
è un combattimento con-
tro un avversario immaginario. Serve per perfezionare la forma, esistono vari
tipi di kata che variano a
seconda del grado e hanno vari significati. Esistono
anche bunkai nel kata, che
sono applicazioni, cioè varie sequenze del kata, ma
con avversari.
Il “kumite” è il combattimento vero e proprio con
l’avversario, può essere libero e guidato. In questa
parte del karate bisogna
dare il meglio di sé. Nel
karate la parte principale
è l’atteggiamento mentale,
infatti questo sport ci ha
insegnato ad essere forti
e ad affrontare le difficoltà
a testa alta, ad affrontare
gli ostacoli sempre a testa
alta senza lasciarci travolgere e a dare il meglio di sé
sempre e comunque esercitando l’autocontrollo dei
nostri istinti non attraverso
la violenza, ma attraverso
l’esercizio delle nostre capacità emotive. L’idea di
fondo non è solo quella di
vincere ma di partecipare
dando il meglio. Ah l’ultima cosa “karate” non si
pronuncia “karàte” ma “karatè”!!!!!
KARATE NON È VINCERE,
MA L’ IDEA DI NON PERDERE!
13
Sport & Tendenze
Pole dance:
moda
mai così di
a cura di
Neghza Laila 4ªA
Negli ultimi tempi si sente molto parlare della pole
dance ma quasi nessuno sa
precisamente che cosa è e
viene quindi scambiata per
lap dance e stripease, anche se in questa disciplina la
sfera erotica centra davvero
poco perché al posto di night club e strip club, questa
attività viene svolta in palestre e studios con insegnanti
qualificati.
Inizio spiegando cosa è,
la pole dance si basa sull’esecuzione di figure acrobatiche che richiedono forza,
scioltezza, coordinazione,
agilità, flessibilità e resistenza; quindi combina ginnastica e danza.
La nascita certa di questa
disciplina è molto incerta
perché molti sostengono
che si sia sviluppata in Nord
America durante gli anni
’20, altri invece sostengono
che abbia origini ben più
antiche, addirittura all’epoca
greca e che ai tempi facesse
parte delle olimpiadi greche, ma a differenza di oggi
veniva svolta dagli uomini,
14
oggi viene svolta maggiormente dalle donne perché
è un’attività che richiede
molta forza ma anche molta
sensualità da chi la pratica.
Esistono diversi pali, dipende dalla propria preparazione fisica e dall’acquisto
che si è fatto, prima di tutto
si deve decidere tra un palo
fisso o girevole, il primo
richiede molto esercizio
e forza mentre il secondo
richiede meno preparazio-
ne; successivamente si può
scegliere di esercitarsi con
pali d’acciaio inox, ottone,
gomma o acciaio cromato, ma sostanzialmente
le prese e la forza sono simili cambia solo il ritmo
che può essere più veloce
come, per esempio, con un
palo d’acciaio che è scivoloso oppure più lento con un
palo d’ottone.
Nel 2010 si è svolto il primo campionato Nazionale
di pole dance a Roma, promosso dalla Federazione
Italiana di Pole Dance, molte
federazioni internazionali
vorrebbero introdurla nelle
Olimpiadi ma per ora il numero di professionisti è ancora basso.
Le palestre dove si svolge
la pole dance sono molto
ricercate perché essendo
poco conosciuta si svolge
soprattutto in città grandi
ed importanti.
Richiede un allenamento
articolato in diverse fasi. È
necessario un riscaldamento che aumenti la temperatura corporea apportando
maggiori afflussi di liquidi
nell’organismo così da evitare lesioni, strappi muscolari
e crampi. Solo dopo il riscaldamento si può passare agli
esercizi sul palo.
La pole dance è uno sport
completo perché fa lavorare
muscoli profondi che non
vengono allenati con normali esercizi, ma per un lavoro più completo serve un
potenziamento muscolare e
contorsionismo sul palo.
Ed infine è necessario un
defaticamento per distendere le vertebre e i muscoli
precedentemente affaticati.
Attualita’
Fumetti
Diabolik
il re del
terrore
Le autrici
a cura di
Bianchi Stefano 1ªA
Nel novembre del 1962
appare in edicola il primo
numero del mensile diabolik con il titolo Il re del
terrore. In origine Diabolik
era fidanzato con Elisabeth
Gay, nel terzo numero della
serie (considerato uno dei
più avvincenti), incontra la
bellissima Lady Eva Kant,
che da quel giorno in poi
diventerà la sua compagna
di vita. Il loro obiettivo è assicurarsi denaro e gioielli,
sono disposti a fare di tutto
per raggiungere il loro scopo finale, alcune volte sacrificando anche vite umane.
Riescono a realizzare
tutto questo anche grazie
all’ingegno di Diabolik che,
grazie alle ricchezze raccolte nel corso degli anni,
finanzia nuovi e sofisticati
metodi per le future rapine,
spesso tecnologicamente
al limite dell’irreale ma di
grande impatto emotivo.
Il duo criminale è in costante lotta con l’ispettore
della polizia di Clerville,
Ginko, e anche se a volte
costui riesce a catturarli,
essi riescono sempre a farla franca grazie a ingegnosi
trucchi e straordinarie fughe, spesso a bordo della
famosa Jaguar E-Type o
evasioni che si svolgono
anche grazie alle famose
maschere, così perfette da
ingannare chiunque; con
tali maschere Diabolik ed
Eva Kant riescono ad assumere le sembianze più
disparate, riuscendo anche
a ricreare volti realmente esistenti. All’inizio della
serie le avventure della
coppia si svolgevano nella
città francese di Marsiglia,
per evitare continue documentazioni sulla città gli
autori decisero di inventare una città nuova. Sembra
che le sorelle Giussani si siano ispirate a Parigi, infatti
lo stato di Clerville appare
chiaramente ispirato alla
Francia.
A cinquant’anni di distanza Diabolik viene ancora pubblicato mensilmente,
le storie cambiate a causa
del tempo e delle mode
affascinano ancora i lettori
grazie a uno stile classico in
cui si fronteggiano il bene e
il male.
Angela (1922-1987) e
Luciana Giussani (19282001) sono considerate le
“signore del fumetto italiano”, sia per aver inventato
Diabolik e Eva Kant, protagonisti dell’immaginario di
più generazioni di lettori,
sia per aver creato una casa
editrice che ha saputo preservare questo patrimonio
di storie, adattandolo ai
cambiamenti della società.
15
Notizie interne
Ha vinto il
migliore
Finalmente
la giuria
ha scelto il logo
che rappresenterà
il nostro
polo scolastico
Il gruppo delle vincitrici
a cura di
Carmen Di Canio 2ªA
Azzurra Ferrara 1ªA
Il gruppo formato da Sara Bellinzona, Frassinetti Chiara, Orsi Giada, Costantin Maya, Kabashi Agerta, Sullolari
Kristiana e Kaur Parveen è stato il più
votato e ha sbaragliato gli altri concorrenti. Abbiamo pensato di porre qualche domanda alle nostre compagne
per conoscere alcuni particolari.
D - Parlateci del vostro logo vincitore.
R - Rappresenta un fiore e un omino;
il fiore sta a significare allegria, semplicità e originalità, mentre l’omino
raffigura un alunno che sta andando
a scuola.
Il motto del logo, denominato
“Payoff” è:
“ Fai crescere il tuo domani”.
I colori del logo sono :
- rosso: l’attenzione, rappresenta il
Liceo;
- verde: tranquillità, rappresenta l’istituto tecnico;
16
- arancione: ottimismo e allegria, rappresenta l’istituto A. Casali.
D - Da chi è stato votato il logo?
R - Il logo è stato votato sia da una
giuria social (Facebook) che da una
giuria esterna formato dalla Preside
Maria Luisa Giaccone, dal Presidente
della Banca Centro Padana Serafino
Bassanetti, dall’art direct Arnaldo Amlesu, dal direttore creativo di “Libertà”
Paolo Terzago, dal grafico Matteo Belli,
dal docente Marco Castelnuovo, e infine dal tipografo Valter Castagna.
D - Quanti loghi erano in gara oltre al vostro?
R - Oltre al nostro erano in gara altri
9 loghi.
D - Come vi è venuta l’ispirazione
di creare questo logo?
R - Siamo partite con l’idea di rea-
lizzare qualcosa di semplice, colorato
che colpisse l’attenzione di chi guarda;
per fare in modo che l’osservatore non
si dimentichi di noi.
D - Avete avuto qualche difficoltà
nel coordinare il lavoro di gruppo?
R - È andata bene perché siamo già
abituate a lavorare in gruppo, anche
se ci sono state delle difficoltà sulle
decisioni della creazione del logo scolastico.
D - Vi aspettavate di vincere?
R - No, perché i loghi erano tutti molto belli e sapevamo che la scelta del
migliore, era abbastanza complicata.
D - Siete fiere del lavoro svolto?
R - Sicuramente, perché è stata un’esperienza utile che rifaremmo e siamo
orgogliose che il nostro logo rappresenti il polo scolastico.
D - Anche noi siamo contente per
voi e vi auguriamo un bel percorso
per il vostro futuro.
R - Vi ringraziamo per il vostro supporto e speriamo anche noi che le
competenze sviluppate attraverso
questo progetto possano essere applicate in un futuro lavorativo.