S o MM a RIo - I nostri giovani sorridono al futuro
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S o MM a RIo - I nostri giovani sorridono al futuro
Giornalino dell’Istituto Casali di Castel San Giovanni - Anno 2013-2014 - Euro 1,00 sommario n°2 Un evento su cui riflettere......................2 PIllole di... Roman!...................................2 Scuola e mondo del lavoro.....................3 Bullismo & Società...................................4 Una nuova droga la tecnologia.............5 Energia eolica sì o no?.............................6 La Psoriasi non è né contagiosa né infettiva...............................................7 I “Must Have...”...................................... 8/9 Budapest... stiamo arrivando........10/11 Storia del grande Real!..........................12 Karate. No violenza, sì autocontrollo......................................13 Pole dance: mai così di moda...............14 Diabolk il re del terrore.........................15 Ha vinto il migliore................................16 Attualita’ LA SANTIFICAZIONE DEI DUE PAPI Un evento su cui riflettere a cura di Sidori Elia 1° A Domenica 27 aprile 2014 sono stati santificati due Papi importanti, questo giorno, senza dubbio, passerà alla storia. Papa Roncalli e Papa Wojtyla sono stati posti sullo stesso piano, ma se pensiamo alla storia dei due pontefici appare assai originale la scelta di santificare personalità abbasta differenti nel modo di concepire la Chiesa. Il primo, rivoluzionario per i suoi tempi, tenace sostenitore della pace (appello alla pace nel 1962 ed alla lettera inviata a Kruscev in piena “guerra fredda“), sostenitore di una fede genuina e poco incline all’idolatria (pensiamo alla sua differenza nei confronti di personalità come Padre Pio). Il secondo, oltre che 2 Pillole di... Roman! a cura di Roman Buksha 2ªA pastore di anime, ha dato anche un contributo politico con l’appoggio al sindacato “Solidarnosc”. Ciò che appare chiaro, è la diversa interpretazione dell’essere Chiesa da parte dei due Papi. La partecipazione della gente non è passata inosservata per la moltitudine di persone che hanno assistito all’evento. A volte è stata una partecipazione dettata anche dalla curiosità, ma anche e soprattutto una reale testimonianza di fede e di amore nei confronti di due pontefici per certi aspetti diversi ma uguali nel testimoniare le parole di Dio. “Il vizio è una gabbia dove si entra utilizzando un paio di chiavi. Una volta dentro si rovista tra le mensole e si trova un pacchetto di sigarette, tabacco, una bustina di droga e qualche pasticca. E mentre si è intenti ad utilizzare qualcosa dei sopracitati, si appoggiano le chiavi. Inizi così a vedere il mondo da una gabbia. Gli amici e familiari possono allungarti una mano e stringerti forte. Non possono però farti uscire. Solamente tu puoi farlo. Lo puoi fare prendendo una forte rincorsa. Una rincorsa piena di vitalità e forza di volontà per schiantarti contro quella porta e spaccarla, solo così tornerai ad essere forte e libero.” Attualita’ Scuola lavoro e mondo del Questo scritto ha vinto il concorso indetto dall’Associazione “Maestri del lavoro” di Piacenza a cura di HOTI LEDJA 5ªA La mia fortuna è stata quella di avere dei genitori che mi hanno cresciuta con dei valori, facendomi capire che senza sacrifici e senza fatica non si ottengono dei buoni risultati, insegnandomi che per raggiungere un obiettivo non devo mai perderlo di vista. Io sono una ragazza straniera e frequento le scuole italiane da più di 10 anni. I miei genitori hanno abbandonato il loro lavoro, la loro quotidianità, la vita che si erano costruiti per rendere migliore la mia. Sognavano di andare verso un territorio che offriva più servizi, che ti forniva piu basi solide, verso un territorio che veniva visto come l’antico Eldorado. Forse vedere soffrire i propri genitori ti fa crescere e ti da dei valori. Vedere i propri genitori far di tutto per darti la possibilità di studiare è una cosa preziosa perchè non tutti possono proseguire gli studi e io mi sento fortunata e penso che lo studio sia la base del futuro che costruirò. La scuola ti insegna molto, ti insegna a relazionarsi, a comportarti, a rispettare , ti insegna dei valori fondamentali. La fanciullezza è il periodo dell’ingenuità, la senilità quello della saggezza. Nel mezzo però intercorre un lungo periodo di tempo in cui si acquisiscono conoscenze tramite le esperienze personali e l’istruzione scolastica. Ogni individuo quindi si forma per poi agire, anzi agisce, dal momento in cui nasce, nella società. Agiamo però in una società che non si è creata dal nulla ma si è formata nel corso dei secoli, influenzata da altre persone, idee, leggi e speranze. Ciò significa che ognuno di noi, piccolo o grande che sia, necessita di un passato, di qualcosa che lo formi, lo modifichi, lo cambi. Per questo penso che la formazione abbia un ruolo importante per quanto riguarda il futuro. La scelta della scuola è sicuramente un momento importante perché ti permette di iniziare a pianificare la tua vita futura. La scuola ti fornisce infatti le basi su cui costruire il tuo percorso di sviluppo personale e professionale verso la vita adulta.Nella scelta della scuola è molto importante partire dai propri interessi, da ciò che ti piace e che può motivare il tuo studio. Dopo la scuola inizia il lavoro. Oggigiorno la parola lavoro indica tantissime cose : un dovere nei confronti della famiglia, una necessità per vivere.. io invece, lo considero la realizzazione più compiuta dei sogni di un giovane. Nel lavoro devono essere riposte tutte le capacità di una persona e il suo impegno, inoltre deve dare anche felicità e conforto alla persona che si trova ad affrontare il suo impiego con impegno. Purtroppo ancora oggi nella scuola italiana, ma anche nelle famiglie, si considera il periodo di formazione slegato da quello che si farà dopo, da grandi. Si effettua una preparazione astratta, concettuale, teorica, svincolata dalla società e dalle sue esigenze, in molti casi poi non applicabile alla situazione economica e lavorativa. Così, nella scelta del percorso formativo, si privilegia solamente ciò che piace (o, peggio, ciò che socialmente si ritiene più prestigioso), discapito di ciò che serve. Con il risultato, alla fine di un corso di studio (spesso lungo), di accorgersi che quella laurea non la vuole nessuno, quel tipo di formazione non serve all’organizzazione del lavoro di oggi, quel tipo di aspirazione professionale dovrà restare insoddisfatta per anni perché il settore è saturo o sovradimensionato. Il lavoro è dunque una realtà importante. Esso contribuisce fortemente a definire l’identità di una persona. È indispensabile orientare i giovani fin dalla scuola media inferiore per una più sentita scelta degli studi da intraprendere. La scuola dell’obbligo non deve essere solo considerata a livello di contenuti disciplinari, ma fornire risultati in termini di educazione, cultura, educazione civica e sociale, sia per gli studenti che proseguiranno negli studi, sia per quelli che imboccheranno la strada di una immediata professionalità. Bisognerà fare tutto il possibile per cercare di dare ai giovani la certezza del futuro, senza nascondere eventuali possibili incognite. Si dovrà fare molto orientamento, cercando di capire ed esaltare le aspirazioni del singolo. La distribuzione degli studenti nei vari corsi di laurea ci indica la difficoltà futura di collocamento in alcuni particolari settori di preparazione mentre, in altri, i professionisti prodotti risulteranno insufficienti per le richieste del mercato del lavoro. Guardata con realismo, la situazione italiana postula un intervento urgente di riposizionamento. «In verità - ha spiegato Rondi - molto di questa situazione ha le sue radici in un orientamento sbagliato che non sa rispondere a quesiti di fondo come quello relativo alle tendenze dello scenario occupazionale, economico e sociale; quello relativo ai macrotrends per il futuro e, infine, quello sull’allineamento tra il mercato del lavoro e la formazione». Da un lato, l’individuo e, dall’altro, una comunità sempre più multietnica e posta davanti alle sfide dell’integrazione. La società del passatoera caratterizzata da un’immigrazione contenuta, da strutture decisionali geograficamente definite, dall’innovazione materiale e da un mercato del lavoro vicinale. Guardando avanti, di fronte a noi si apre invece uno scenario sociale caratterizzato da alta immigrazione, da partecipazione sociale diffusa, da interdipendenza decisionale, da un’innovazione continua ed immateriale nonché da un mercato del lavoro flessibile. E’ in questo scenario, allora, che vanno rintracciate le direttrici per una formazione che faccia incontrare scuola e impresa, perché fenomeni in atto quali la democratizzazione dell’energia, l’immigrazione, l’innovazione e velocità della comunicazione postulano una formazione sempre più interculturale e ad alta capacità organizzativa. Ignazio Visco afferma: “Se c’è un settore nel quale consiglio di non risparmiare è proprio quello dell’istruzione”. E’ importante occuparsi di scuola, di senso civico, di rispetto per la legalità, perché anche da quei fattori dipende lo sviluppo. Una delle azioni più importanti per la crescita è migliorare le scuole. La scuola è un bene comune e questo comporta la necessità di fare alleanza e rinnovare periodicamente il patto che lega scuola e società. Per far funzionare la scuola, e darle qualità, occorre liberare energie. La società deve dare, a questa sua fabbrica di futuro, tutta l’attenzione e la considerazione che merita, deve garantire tutte le risorse di cui ha bisogno, deve riconoscere e sostenere l’impegno e la fatica di chi ci lavora. Veniamo da anni in cui si è fatto l’esatto contrario e non può stupire, allora, il disincanto e il disamore che possiamo anche trovarci. Chi inizia un percorso scolastico non sa se alla fine troverà un posto di lavoro coerente con la sua formazione. Le persone non devono essere ferme ad aspettare il proprio destino, lo devono compiere, devono agire, devono affrontare gli eventi. 3 Attualita’ Bullismo & Società Pericolosa deriva omofoba fra adolescenti nelle scuole del nostro paese a cura di Quaglia Marika 2ªA Magnani Sharon 2ªA Sempre più giovani sono vittime di bullismo, presi di mira sono soprattutto gli omosessuali e le persone più introverse. Questi ragazzi, si sentono oppressi da situazioni che causano in loro profondo disagio, paura e vergogna. Spesso queste situazioni portano a depressione, droga e alcol o in altri casi fino alla morte. Il 70% degli atti di bullismo viene perpetrato contro gli omosessuali, 4 quest’ultimi sono gli studenti più discriminati nella scuola italiana superiore. Si sono verificati molti casi di ragazzi che si sono tolti la vita buttandosi dai palazzi o impiccandosi perché erano bersagliati dai loro coetanei. In questo anno, a Roma, sono avvenuti molti fatti spiacevoli di suicidi, noi ne abbiamo selezionati tre. • Un ragazzo di 21 anni si è lanciato nella notte dall’undicesimo piano di un palazzo, nel comprensorio Pantanella, in via Casilina a Roma. Il giovane ha lasciato una lettera in cui rivela di essere gay. “L’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza”. • Uno studente 15enne del liceo scientifico Cavour si è tolto la vita impiccandosi con una sciarpa, nel suo appartamento. Era stato additato come omosessuale da alcuni compagni. • Ad agosto si è tolto la vita un ragazzo di 14 anni che si è gettato dal terrazzo di casa, in zona Torraccia: “Mi emarginano perché sono gay”, aveva scritto in un biglietto. Non in tutti i paesi è così, ad esempio in America l’omosessualità è affrontata in modo molto diverso rispetto all’Italia, in America gli omosessuali sono più accettati e liberi di essere se stessi. Noi pensiamo che sia una vergogna discriminare gli omosessuali perché sono persone che provano dei sentimenti come tutti gli esseri umani e non possono essere considerati alla pari di oggetti; occorre salvaguardare la dignità di ognuno e fare del rispetto il nostro punto di forza. Concludendo: più dignità e più rispetto per tutti aumentano il livello di civiltà di ogni società! Attualita’ Una nuova droga la tecnologia I giovani non parlano più come una volta, preferiscono utilizzare mezzi di comunicazione avanzati, sia per comodità che per abitudine a cura di Carmen Di Canio 2ªA Azzurra Ferrara 1ªA Individui di tutte le età stanno sempre più incollati ai propri dispositivi, dimenticando chi hanno accanto. Ma sono soprattutto gli adolescenti che stanno adottando il messaggio digitale come mezzo quasi esclusivo di comunicazione. Cinque giovani su dieci sono convinti che la societa’ faccia troppo affidamento sulla tecnologia. D’altro canto, però, l’86% di loro è convinto che l’innovazione tecnologica renda la vita migliore e addirittura quasi il 60% che aiuti i rapporti personali. Quindi, la tecnologia è un bene o un male? Secondo noi al giorno d’oggi la tecnologia è sempre più presente, anche nei paesi meno sviluppati, ci sono persone che passano intere giornate davanti allo schermo di un computer o di un cellulare, preferendo la vita virtuale a quella reale sprecando la maggior parte del proprio tempo, che potrebbe essere dedicato ad attività all’aperto e ad amici “veri”. La tecnologia è la cosa più utile che si possa usare in questo tempo, essa facilita qualsiasi azione quotidiana, dalla più banale alla più complessa, però ci sono degli aspetti negativi, come il fatto che può procurare dipendenze molto gravi, infatti in tutto il mondo ci sono tantissime persone afflitte da questo tipo di problema, ma ci sono anche effetti positivi, ad esempio grazie alla vastissima rete di internet è possibile effettuare approfondite ricerche che accrescono, ed è possibile avere contatti con il resto del mondo, tutto ciò accresce la cultura di un individuo. Tuttavia la maggioranza usa internet per scopi tutt’altro che intelligenti e culturali e questo nuoce soprattutto alle giovani menti che bruciano il proprio tempo, ma noi non possiamo fare molto per migliorare tutto questo, se non c’è la volontà di cambiare. 5 Ambiente Energia Eolica o si no? a cura di Bianchi Stefano 1ªA Sulla carta l’energia eolica sembra essere l’energia più “pulita”, economica ed efficiente. Le enormi turbine utilizzate infatti non inquinano, ma sono molto contestate. Uno dei maggiori fattori che ostacolano la diffusione dell’eolico è quello economico; infatti in Italia la costruzione di una torre eolica costa il 20% in più degli altri stati, per il costo dei terreni e dei collegamenti alle zone isolate e per iniziare i lavori ci vogliono circa 4 anni a causa delle pratiche burocratiche, inoltre sono stati bloccati gli incentivi a nuovi impianti. Sfruttando i venti di superficie del pianeta si potrebbe ottenere circa 20 volte il fabbisogno energetico dell’umanità. L’Italia in questo campo è molto sviluppata, infatti è il settimo stato nella produzione di energia “pulita”. L’opinione pubblica, in Italia, si trova divisa in due: chi dice si e chi dice no, quindi vediamo un po’ più nello specifico l’energia eolica 6 Perché sì Le turbine non rubano spazio al suolo e non intralciano l’agricoltura, si costruiscono in poco tempo e sono subito utilizzabili. L’eolico è tra le energie pulite più efficienti: le pale convertono in corrente elettrica il 50% dell’energia ricevuta. L’idroelettrico arriva all’80% ma ha un impatto ambientale maggiore, un impianto eolico non emette gas a effetto serra e produce 80 volte l’energia usata per costruirlo e mantenerlo. Il mercato dell’eolico ha un potenziale occupazionale di circa 70mila posti di lavoro, soprattutto nella fase di preparazione e di gestione degli impianti. Gli impianti di solito sono costruiti lontano dalle rotte migratorie degli uccelli e anche se qualche vittima c’è ancora, i decessi sono sensibilmente diminuiti. Perché no Una sola turbina necessita di almeno 500 tonnellate di cemento per crearne la base, senza contare l’impatto visivo sul paesaggio, che è “un bene limitato, prezioso e irrinunciabile: l’aumento dell’eolico comporterà il sacrificio di ulteriori territori tra i più belli e delicati del nostro paese” (fonte Italia Nostra); Inoltre i costi che comporta la costruzione delle torri sono enormi, infatti lo stato deve stanziare circa 2 miliardi all’anno per finanziare i progetti; altri costi sono dovuti all’immissione dell’energia prodotta dall’eolico nella rete elettrica nazionale, che comporta forti investimenti di adeguamento visto che in alcuni punti è molto arretrata. Sugli Appennini e sulle isole, la rete elettrica non è in grado di assorbire il carico proveniente dall’eolico tanto che spesso il gestore della rete nazionale è costretto a rifiutare l’energia prodotta dovendola rimborsare ai produttori. Attualita’ Scienza La Psoriasi non è né contagiosa né infettiva Chi soffre di questa patologia spesso viene ingiustamente isolato ed emarginato a cura di Neghza Laila 4ªA La Psoriasi è una malattia poco conosciuta, ma molto frequente nella popolazione mondiale, si presenta con la comparsa di chiazze di pelle inspessita, arrossata ed infiammata. È quindi una malattia infiammatoria cronica e reci- diva (si ripresenta a distanza di tempo più o meno lungo di un processo patologico precedentemente debellato, a causa del persistere di condizioni predisponenti o facilitanti il riproporsi del fattore patogeno). Nella sua “manifestazione cutanea” intervengono fattori ambientali, genetici o autoimmunitari; la psoriasi sembra essere correlata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, ictus e infarto al miocardio. Esistono diversi tipi di psoriasi: • a placche: la pelle si accumula rapidamente e si ispessisce nelle zone interessate dalle lesioni conferendo un aspetto squamoso bianco-argenteo. Anche se il disturbo può comparire in qualsiasi zona del corpo, in genere si localizza in corrispondenza di gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e parte lombare della schiena, oltre che ai palmi delle mani, alle piante dei piedi ed in regione genitale. La malattia si presenta più frequentemente, ma non esclusivamente, sulle superfici estese degli arti. La malattia, ad andamento cronico e ricorrente, è variabile nell’estensione dell’interessamento cutaneo. Si va da soggetti affetti da un numero molto limitato di piccole chiazze fino a soggetti con il corpo quasi completamente coperto da lesioni. • Ungueale: Le unghie delle mani e dei piedi sono frequentemente interessate dal disturbo, definito distrofia ungueale psoriasica. Approssimativamente circa il 50% dei soggetti con psoriasi sviluppa un interessamento delle unghie. Questa talvolta rappresenta l’unica sede interessata dalla malattia. Le cause di questa malattia sono ancora del tutto sconosciute ma si pensa, come detto prima, che ci sia una base genetica, ambientale e autoimmune. Anche la cura, così come le cause, è ancora molto incerta, viene generalmente curata con farmaci a base di cortisone e betasone, diete centralizzate sulla vitamina C e D, e viene consigliata un’esposizione ai raggi solari e acqua salata perché recenti studi hanno scoperto che aiutano la riproduzione cellulare della pelle. Viene assolutamente sconsigliato il consumo di tabacco e alcool, che favorisce lo sviluppo della psoriasi; anche lo stress fisico o emotivo ne favorisce lo sviluppo. Molte persone affette da questa patologia si sentono a disagio perché pensano che le persone attorno a loro non comprendano fino in fondo questa malattia, quindi molto spesso soffrono di depressione e tendono a non relazionarsi con il prossimo, ma in realtà la psoriasi non è né contagiosa né infettiva quindi non si può trasmettere da persona a persona perché è qualcosa di personale e immunitario. In definitiva chi soffre di psoriasi deve: • Seguire uno stile di vita sano (alimentazione ed esercizio fisico) • Smettere di fare uso di alcool e tabacco • Avere una buona igiene personale • Non stressarsi • Ultimo ma non meno importante non bisogna abbattersi e aver paura di relazionarsi perché se spiegate la situazione alle persone intorno a voi loro capiranno (esperienza personale) 7 Moda & Tendenze Alcuni articoli di moda che non potranno mancare nel tuo armadio in questa primavera/estate a cura di El Aliane Mona 2°A Santoro Rosanna 2°A La moda primavera estate è piena di novità e di tendenze tutte da seguire. tra le vetrine stanno già comparendo i primi capi delle collezioni primavera estate 2014, quindi perché non approfittarne per cominciare a comprare qualche cosa per la nuova stagione 1. Trend metallico Tessuti cangianti e dai toni metallici: sono questa una delle novità delle tendenze primaverili di quest’anno. Dal blu intenso al verde acqua, passando per tonalità più argentate tendenti al bianco. Poco importa il colore, quello che importa è che sia cangiante e metallico. 2. Gonna a ruota Questa è la gonna per- 8 fetta che torna miracolosamente di moda! La gonna anni ’50, ampia e lunga fino almeno a sotto il ginocchio. Il vero punto di forza? Riesce a snellire la figura, nascondere la pancetta e mimetizzare i chiletti di troppo messi sui fianchi. 3. Bomber Mandate in pensione il trench! Quest’anno dovrete puntare tutto su un bomber leggero: il mix tra sportivo ed elegante è uno dei trend di stagione ma per riuscire nell’intento dovrete essere particolarmente abili negli abbinamenti. 4. Trafori Che sia in pelle, in raso o in jeans cercate di trovare t-shirt e abiti traforati. Le trasparenze dovranno essere studiate e bilanciate oppure relegate solo a una parte del capo: le magliette, ad esempio, sceglietele con una trama traforata lungo le maniche o sulla parte alta della maglietta. 5. Pantaloni Basta pantaloni skinny! Aggiungete invece al vostro guardaroba dei pantaloni a gamba ampia. Lunghi fino ai piedi oppure più corti, la versione più chic di questo modello di pantaloni lascia scoperte le caviglie. 6. Stampe floreali Gonne, abiti, maglie e short: tutto è concesso se il tessuto ha una stampa floreale. Osate con le stampe dai colori più accesi e vivaci, con accostamenti coraggiosi e inediti. 7. Pois Grandi o grandissimi, i pois saranno protagonisti di tutta la stagione primaverile. Per gonne o camicette i pois sono una fantasia molto elegante e da abbinare molto facilmente: l’abbinamento più audace? Con le righe orizzontali: quest’anno l’abbinamento non solo è concesso, ma è un vero must! 8. Bermuda Gli short si allungano e si trasformano in bermuda: i pantaloni corti dovranno essere lunghi fino al ginocchio e con la gamba morbida. 9. Camicia bianca Il capo che non deve mancare nell’armadio di nessuna donna sarà un must per tutta la primavera estate. Il dettaglio che rende la classica camicia bianca più alla moda? Il colletto deve essere rigorosamente decorato con perline, paillettes o ricami. Moda & Attualita’ Tendenze Lunghi o corti? Lisci o mossi? Felpe – Tendenza Le felpe sono tornate in testa alle tendenze dell’anno: facili da portare, le felpe si sono rinnovate e possono entrare a far parte dei capi di abbigliamento da indossare per andare in ufficio o per una cena con le amiche. Il segreto per indossare la felpa in modo elegante? Innanzitutto scegliere felpe con stampe: le felpe a tinta unita sono molto più difficili da indossare senza scivolare in outfit scialbi. A impreziosire le felpe sono infatti proprio scritte, stampe e inserti di altri tessuti. La felpa prescelta dovrà inoltre essere non troppo aderente: meglio indossare una felpa leggermente larga che una troppo stretta. Come abbinare quindi la felpa scelta? Un abbinamento molto femminile è con la gonna a ruota: questo abbinamento permette a chi lo indossa di mantenere un look elegante ma allo stesso tempo non eccessivamente serioso. Non esitate inoltre ad indossare i tacchi con questo outfit: optate per un paio di sneakers solo se volete un look più casual. I capelli sono sempre in primo piano, ma quali sono i tagli di tendenza del 2014? Lunghi o corti? Lisci o mossi? I capelli lunghi restano sempre un must per ogni donna, ma il liscio viene scalzato dal mosso. I capelli lunghi dovranno infatti animarsi di morbide onde naturali, o boccoli corposi sulle punte dei capelli che donano all’acconciatura un tocco più movimentato. I capelli lisci saranno invece perfetti per un caschetto: con o senza frangia, questo taglio farà il suo gran ritorno nel 2014/15. La lunghezza varia in base al volto, ma il taglio dovrà essere di ispirazione puramente classica. La frangia è il dettaglio che renderà la vostra acconciatura davvero di tendenza: ampia e corposa se si abbina ai capelli lunghi, più disciplinata e geometrica se abbinata al classico caschetto. La parola d’ordine resta semplicità: le trecce che sono state un must dell’estate lasciano spazio a capelli sciolti e naturali nella forma come nel colore e il balayage ne è la conferma. I capelli corti tengono testa al lungo con tenden- ze ben definite: da un lato l’ispirazione boy, con ciuffi ribelli che si alzano sulla testa. Dall’altro corti iper-femminili dal gusto retrò che incorniciano il viso. Make Up Le tendenze del 2014/15 in fatto di make up sono già ben definite: dal colore degli ombretti ai fondotinta, ma senza dimenticare l’importantissimo rossetto! Dalle sfilate si può già capire quale saranno i trend che saranno seguiti dalle donne di tutto il mondo. Si parte dal colore dell’incarnato che dovrà essere rigorosamente opaco e naturale. Perfette tutte le cc cream che donano uniformità all’incarnato senza appesantire. Una delle tendenze in fatto di make up resta anche per quest’anno il nude look, creato con un sapiente utilizzo di ombretti e rossetti dalle tinte naturali e rosate. Il rossetto potrà essere indossato solo se si opta per un ombretto leggero e non colorato. In alternativa le labbra resteranno del loro colore naturale e sugli occhi si accenderanno colori intensi e metallici. Torna in fatti di gran moda lo smokey eye, ma per renderlo davvero di tendenza meglio scegliere come colore il blu o il viola intenso. 9 Notizie interne BUDAPEST... stiamo arrivando Cronaca di una “gita annunciata” a cura di Giulia Falcone 5ªA Il nostro viaggio verso Budapest iniziò alle 5 del mattino del 31 marzo, le classi 5A, 5B, 4A e 4B sono state accompagnate dalle professoresse Anselmini, Scagni, Scarabelli e Punteri. Appena saliti sul pullman i ragazzi si addormentarono, ma vennero svegliati poco dopo dalla prof.ssa Anselmini che domandò ad alta voce: ”Cosa ha fatto la Juve?”. Dopo vari lamenti e risate tutti si rimisero a dormire e il viaggio proseguì tranquillamente per altre lunghissime e interminabili tredici ore. Arrivati finalmente a Budapest scoprimmo che per accedere al parcheggio dell’hotel, il nostro super autista Mimmo avrebbe dovuto fare una manovra in retromarcia difficilissima, sotto agli occhi terrorizzati di alcuni ungheresi che temevano per le loro macchine, parcheggiate proprio 10 Le Prof. vicino al pullman. Grazie al sostegno morale dei ragazzi e delle prof.sse l’autista riuscì a parcheggiare. Dopo aver consegnato una consistente caparra, l’allegro ma stanco gruppo entrò all’interno dell’hotel Actor, scoprendo, con sorpresa, che la struttura era pulita, spaziosa e ben organizzata. Nessuno fu sorpreso del cibo, molti studenti mangiarono pochissimo altri invece si abbuffarono, soprattutto a colazione, con panini al prosciutto e formaggio. Il primo giorno il gruppo visitò Pest e i monumenti della parte pianeggiante, come la Piazza Degli Eroi, il Bagno Termale Széchenyi e nel pomeriggio si lasciarono incantare dal quartiere ebraico e dalla sinagoga di via Dohany, la più grande d’Europa, con tre navate e più di tremila posti a sedere. Il Secondo giorno passò velocissimo, si visitò Godollo e il castello di Grassalkovich, noto per essere stato uno dei castelli preferiti della principessa Sissi. Dopo una meritata pausa nel centro di Pest si visitò il bellissimo Museo delle Belle Arti, uno dei musei più importanti del mondo. Escludendo il pessimo e antipatico personale, il museo è stata una delle tappe preferite. Il gruppo Notizie interne Il “gruppone” al completo ha scelto di passare la serata sul battello, saliti a bordo, molti studenti sono rimasti delusi dalla mancanza di musica e vitalità, ma si sono subito ricreduti dopo essere saliti nella parte esterna del battello. Appena usciti hanno tutti sfoderato le loro macchine fotografiche, armi tanto potenti quanto meravigliose. Al posto di osservare il magnifico panorama del parlamento illuminato, gli studenti hanno preferito scattare decine di fotografie con il flash, fino a creare un vero e propio gioco di luci pirotecniche da discoteca. A quel punto mancava solo la musica anni ‘80 per vivacizzare la serata. Anche le prof. sse si scatenarono lanciandosi in pista e ballando assieme agli studenti che ancora volevano scattare delle fotografie. Purtroppo il giro sul battello durò poco, ma la festa si trasferì sul pullman e poco dopo in hotel. Il terzo e ultimo giorno gli studenti lo passarono a visitare i monumenti di Buda, nella parte collinosa della capitale, come la chiesa di Mattia e la chiesa di Nostra Signora. L’ultima ma non meno importante tappa della gita fu l’Isola Margherita. L’isola Margherita è attra- versata da un comodissimo sentiero costruito per il jogging e la corsa, dopo averlo testato la prof.ssa Scarabelli decise di sfidare l’alunno Fulcini ad una corsa, ma entrambi abbandonarono la sfida prima ancora di iniziare. Dopo la visita all’Isola tornarono tutti in hotel, stanchi ma soddisfatti. Il giorno dopo, finita la colazione, si ripartì verso l’Italia. Dopo 3 giorni passati nella capitale alcuni studenti avevano finalmente capito di essere a Budapest, altri, invece, pensavano ancora di essere andati in gita a Istanbul. Alcuni genitori invece erano preoccupati perché credevano che la gita si svolgesse a Bucarest. Nel disordine generale, mentre il pullman attraversava la Croazia, un alunno non ancora identificato chiese:” Abbiamo finito di attraversare la Scozia?”. La geografia non era il punto forte del gruppo, che però trascorse una bella gita in una città incantevole. Tutti gli alunni, anche quelli che non sapevano di essere a Budapest, ringraziano le magnifiche professoresse e anche i simpaticissimi autisti. 11 Sport Storia del Palmarès: Real! a cura di Sanda Alexandro 2ªB Stadio Il Real Madrid disputa le partite interne nello stadio Santiago Bernabèu , che ha una capacità di 85.454 spettatori (il 16º al mondo per capienza) e un campo da gioco di 106 per 72 metri. Ideato dall’architetto José María Castell, i lavori di costruzione iniziarono il 27 ottobre1944 . Originariamente chiamato “Nuovo Stadio Chamartin”, fu inaugurato 14 dicembre 1947 e fu ribattezzato con l’attuale nome il 4 gennaio 1955 in onore del grande presidente Santiago Bernabèu . All’interno dell’impianto è presente il museo ufficiale del Real Madrid, oltre i numerosi ristoranti e la sede di Real Madrid Channel. Il Bernabéu è raggiungibile in Metropolitana con l’omonima fermata sulla linea 10. I campi di allenamento sono invece siti nell’avveniristico centro sportivo Ciudad Real Madrid, inaugurato nel 2005 , alla periferia della città. Il Santiago Bernabéu detiene il record mondiale di imbattibilità, essendo rimasto inespugnato per 121 turni di campionato tra il 1957 e il1965 . 12 grande Simbolo Il primo simbolo del Real Madrid aveva un design semplice, che consisteva in un intreccio decorativo delle lettere “MCF”, acronimo di Madrid Club de Fútbol, scritte in blu scuro su maglia bianca. Il primo cambio nello stemma fu apportato nel 1908, quando le lettere adottarono una forma più stilizzata e furono inserite in un cerchio . Un ulteriore cambiamento nel disegno del simbolo fu apportato nel 1920, sotto la presidenza di Pedro Parages . Quell’anno, il 29 giugno Re Alfonso XIII di Spagna concesse al club il titolo di “Real”; ciò consentì alla squadra di aggiungere al disegno originale la corona reale. Con la dissoluzione della monarchia nel 1931, ogni simbolo Trofei nazionali: Campionato Sp agno Coppa di Spagna lo: : Coppa della Liga : Supercoppa di Spagna: Coppa Eva Dua rte: Trofei internazionali: Champions Leag ue: Coppa Uefa: Supercoppa Uef a: Coppa intercontin entale: reale fu eliminato. Dal nome fu tolta la denominazione “Real”; nello stemma la corona fu eliminata mentre nel cerchio contenente le lettere fu aggiunta una banda trasversale violetta, a rappresentare la Castiglia. Nel 1941, due anni dopo la conclusione della Guerra civile spagnola , fu ripristinata la corona reale e la banda trasversale venne mantenuta. Inoltre, tutto lo stemma divenne completamente colorato; l’oro divenne il colore preponderante. Il club tornò anche a chiamarsi “Real Madrid Club de Fútbol”. La modifica più recente al simbolo del club fu apportata nel 2001, quando il club decise di renderlo più moderno e consono al XXI secolo. Storia 62 32 19 1 9 1 9 2 1 3 Il Real Madrid Club de Fútbol, abbreviato in Real Madrid, è una società polisportiva spagnola di Madrid fondata il 6 marzo 1902 e composta dalla nota sezione di calcio e da una cestistica. La squadra di calcio milita nella Primera División spagnola fin da quando è stata creata la Liga; cioè dal 1929, al pari di Barcellona e Athletic Bilbao. La formazione madrilena è la più vincente nella storia del calcio spagnolo e la seconda più titolata nelle competizioni UEFA per club. Detiene il record di 32 titoli nazionali vinti, nonché il primato assoluto di 9 vittorie in Coppa dei Campioni/Champions League. Il club può vantare uno dei palmarès più prestigiosi, che annovera altresì 19 Coppe di Spagna, 9 Supercoppe di Lega, 1 Coppa della Liga, 2 Coppe UEFA, una Supercoppa europea e 3 Coppe Intercontinentali. La denominazione della società era originariamente Madrid Club de Fútbol. La parola “Real” fu assegnata successivamente, nel 1920, dal Re Alfonso XIII di Spagna, insieme alla corona applicata sullo stemma. I giocatori del Real Madrid vengono chiamati merengues per via del colore della maglia che ricorda Sport quello della meringa. Negli ultimi anni i giocatori sono stati soprannominati anche Los Galacticos (I Galattici), per via della presenza di tante stelle nell’organico. In Spagna il club è noto come el Madrid (il Madrid), in contrapposizione con l’Atlético (el Atlético), mentre in Italia è conosciuto come il Real, abbreviazione che nel contesto calcistico spagnolo non sarebbe caratteristica del Real Madrid, essendo il nome “Real” un attributo concesso a molti club spagnoli tra cui Real Saragozza, Real Sociedad e Real Valladolid. A differenza di molte società calcistiche europee, la proprietà del club appartiene ai suoi soci, che ogni quattro anni eleggono il presidente. L’11 dicembre del 2000 il Real Madrid fu nominato dalla FIFA come il miglior club del XX secolo. Nel febbraio 2012, secondo la Deloitte Football Money League, è stato il club più ricco del mondo con 479,5 milioni di euroin entrata, davanti ai rivali sportivi del Barcellona e al Manchester United, il quale era rimasto in vetta per otto anni. Grazie alle sue enormi capacità economiche, la società è riuscita a mettere a segno il colpo di mercato più costoso della storia del calcio: Gareth Bale, acquistato per la cifra di 100 milioni di euro dal Tottenham Hotspur nel 2013. È, inoltre, l’unica società sportiva professionistica al mondo ad istituire un corso di studi universitario post-laurea. Infatti, nel 2006, presso l’Universidad Europea de Madrid è stata creata la Escuela de Estudios Universitarios Real Madrid, prima scuola di specializzazione sullo sport, la sua gestione, la comunicazione e la salute. Il direttore della cattedra è Mario Vargas Llosa, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2010. Karate No violenza, sì autocontrollo a cura di Cassinelli Esterina 2ªA Vivaldi Ambra 2ªA Vivaldi Clara 2ªA Il karate è un’arte marziale che si sviluppa in Giappone a Okinawa. Il termine “karate” significa letteralmente “mano vuota” poiché prevede la difesa a mani nude, senza armi. Questa arte richiede il rispetto delle regole, dei maestri (in giapponese “Sensei”) del luogo dove si pratica (in giapponese “Dojo”) e di tutte le persone che posseggono un grado più elevato (colore della cintura) ( in giapponese “ Senpai”). Nel karate è consuetudine durante l’allenamento indossare un abito adeguato chiamato “karate-gi”, è composto da: una giacca bianca, un paio di pantaloni di cotone bianchi e da una cintura il cui colore indica il grado del “karate-ka”. Si pratica a piedi nudi. Le cinture si suddividono in base al colore: • BIANCA (principiante) • GIALLA • GIALLA AVANZATA • ARANCIONE • ARANCIONE AVANZATA • VERDE • VERDE AVANZATA • BLU • MARRONE • NERA ( con 8 dan) Nelle cinture esiste una parola detta “kyu” che sta ad indicare il grado di cintura, mentre per le cinture nere il grado viene indicato con la parola “dan”. Per sintetizzare, “kyu” e “dan” significano entrambi “grado” ma in modo radicalmente diverso. Il karate è composto da: -KIHON -KATA -KUMITE suddiviso in libero e guidato Il “kihon” significa allenamento di base è composto da sequenze basilari di parata e attacco, su cui si basa il karate. Il “kata” (significa forma) è un combattimento con- tro un avversario immaginario. Serve per perfezionare la forma, esistono vari tipi di kata che variano a seconda del grado e hanno vari significati. Esistono anche bunkai nel kata, che sono applicazioni, cioè varie sequenze del kata, ma con avversari. Il “kumite” è il combattimento vero e proprio con l’avversario, può essere libero e guidato. In questa parte del karate bisogna dare il meglio di sé. Nel karate la parte principale è l’atteggiamento mentale, infatti questo sport ci ha insegnato ad essere forti e ad affrontare le difficoltà a testa alta, ad affrontare gli ostacoli sempre a testa alta senza lasciarci travolgere e a dare il meglio di sé sempre e comunque esercitando l’autocontrollo dei nostri istinti non attraverso la violenza, ma attraverso l’esercizio delle nostre capacità emotive. L’idea di fondo non è solo quella di vincere ma di partecipare dando il meglio. Ah l’ultima cosa “karate” non si pronuncia “karàte” ma “karatè”!!!!! KARATE NON È VINCERE, MA L’ IDEA DI NON PERDERE! 13 Sport & Tendenze Pole dance: moda mai così di a cura di Neghza Laila 4ªA Negli ultimi tempi si sente molto parlare della pole dance ma quasi nessuno sa precisamente che cosa è e viene quindi scambiata per lap dance e stripease, anche se in questa disciplina la sfera erotica centra davvero poco perché al posto di night club e strip club, questa attività viene svolta in palestre e studios con insegnanti qualificati. Inizio spiegando cosa è, la pole dance si basa sull’esecuzione di figure acrobatiche che richiedono forza, scioltezza, coordinazione, agilità, flessibilità e resistenza; quindi combina ginnastica e danza. La nascita certa di questa disciplina è molto incerta perché molti sostengono che si sia sviluppata in Nord America durante gli anni ’20, altri invece sostengono che abbia origini ben più antiche, addirittura all’epoca greca e che ai tempi facesse parte delle olimpiadi greche, ma a differenza di oggi veniva svolta dagli uomini, 14 oggi viene svolta maggiormente dalle donne perché è un’attività che richiede molta forza ma anche molta sensualità da chi la pratica. Esistono diversi pali, dipende dalla propria preparazione fisica e dall’acquisto che si è fatto, prima di tutto si deve decidere tra un palo fisso o girevole, il primo richiede molto esercizio e forza mentre il secondo richiede meno preparazio- ne; successivamente si può scegliere di esercitarsi con pali d’acciaio inox, ottone, gomma o acciaio cromato, ma sostanzialmente le prese e la forza sono simili cambia solo il ritmo che può essere più veloce come, per esempio, con un palo d’acciaio che è scivoloso oppure più lento con un palo d’ottone. Nel 2010 si è svolto il primo campionato Nazionale di pole dance a Roma, promosso dalla Federazione Italiana di Pole Dance, molte federazioni internazionali vorrebbero introdurla nelle Olimpiadi ma per ora il numero di professionisti è ancora basso. Le palestre dove si svolge la pole dance sono molto ricercate perché essendo poco conosciuta si svolge soprattutto in città grandi ed importanti. Richiede un allenamento articolato in diverse fasi. È necessario un riscaldamento che aumenti la temperatura corporea apportando maggiori afflussi di liquidi nell’organismo così da evitare lesioni, strappi muscolari e crampi. Solo dopo il riscaldamento si può passare agli esercizi sul palo. La pole dance è uno sport completo perché fa lavorare muscoli profondi che non vengono allenati con normali esercizi, ma per un lavoro più completo serve un potenziamento muscolare e contorsionismo sul palo. Ed infine è necessario un defaticamento per distendere le vertebre e i muscoli precedentemente affaticati. Attualita’ Fumetti Diabolik il re del terrore Le autrici a cura di Bianchi Stefano 1ªA Nel novembre del 1962 appare in edicola il primo numero del mensile diabolik con il titolo Il re del terrore. In origine Diabolik era fidanzato con Elisabeth Gay, nel terzo numero della serie (considerato uno dei più avvincenti), incontra la bellissima Lady Eva Kant, che da quel giorno in poi diventerà la sua compagna di vita. Il loro obiettivo è assicurarsi denaro e gioielli, sono disposti a fare di tutto per raggiungere il loro scopo finale, alcune volte sacrificando anche vite umane. Riescono a realizzare tutto questo anche grazie all’ingegno di Diabolik che, grazie alle ricchezze raccolte nel corso degli anni, finanzia nuovi e sofisticati metodi per le future rapine, spesso tecnologicamente al limite dell’irreale ma di grande impatto emotivo. Il duo criminale è in costante lotta con l’ispettore della polizia di Clerville, Ginko, e anche se a volte costui riesce a catturarli, essi riescono sempre a farla franca grazie a ingegnosi trucchi e straordinarie fughe, spesso a bordo della famosa Jaguar E-Type o evasioni che si svolgono anche grazie alle famose maschere, così perfette da ingannare chiunque; con tali maschere Diabolik ed Eva Kant riescono ad assumere le sembianze più disparate, riuscendo anche a ricreare volti realmente esistenti. All’inizio della serie le avventure della coppia si svolgevano nella città francese di Marsiglia, per evitare continue documentazioni sulla città gli autori decisero di inventare una città nuova. Sembra che le sorelle Giussani si siano ispirate a Parigi, infatti lo stato di Clerville appare chiaramente ispirato alla Francia. A cinquant’anni di distanza Diabolik viene ancora pubblicato mensilmente, le storie cambiate a causa del tempo e delle mode affascinano ancora i lettori grazie a uno stile classico in cui si fronteggiano il bene e il male. Angela (1922-1987) e Luciana Giussani (19282001) sono considerate le “signore del fumetto italiano”, sia per aver inventato Diabolik e Eva Kant, protagonisti dell’immaginario di più generazioni di lettori, sia per aver creato una casa editrice che ha saputo preservare questo patrimonio di storie, adattandolo ai cambiamenti della società. 15 Notizie interne Ha vinto il migliore Finalmente la giuria ha scelto il logo che rappresenterà il nostro polo scolastico Il gruppo delle vincitrici a cura di Carmen Di Canio 2ªA Azzurra Ferrara 1ªA Il gruppo formato da Sara Bellinzona, Frassinetti Chiara, Orsi Giada, Costantin Maya, Kabashi Agerta, Sullolari Kristiana e Kaur Parveen è stato il più votato e ha sbaragliato gli altri concorrenti. Abbiamo pensato di porre qualche domanda alle nostre compagne per conoscere alcuni particolari. D - Parlateci del vostro logo vincitore. R - Rappresenta un fiore e un omino; il fiore sta a significare allegria, semplicità e originalità, mentre l’omino raffigura un alunno che sta andando a scuola. Il motto del logo, denominato “Payoff” è: “ Fai crescere il tuo domani”. I colori del logo sono : - rosso: l’attenzione, rappresenta il Liceo; - verde: tranquillità, rappresenta l’istituto tecnico; 16 - arancione: ottimismo e allegria, rappresenta l’istituto A. Casali. D - Da chi è stato votato il logo? R - Il logo è stato votato sia da una giuria social (Facebook) che da una giuria esterna formato dalla Preside Maria Luisa Giaccone, dal Presidente della Banca Centro Padana Serafino Bassanetti, dall’art direct Arnaldo Amlesu, dal direttore creativo di “Libertà” Paolo Terzago, dal grafico Matteo Belli, dal docente Marco Castelnuovo, e infine dal tipografo Valter Castagna. D - Quanti loghi erano in gara oltre al vostro? R - Oltre al nostro erano in gara altri 9 loghi. D - Come vi è venuta l’ispirazione di creare questo logo? R - Siamo partite con l’idea di rea- lizzare qualcosa di semplice, colorato che colpisse l’attenzione di chi guarda; per fare in modo che l’osservatore non si dimentichi di noi. D - Avete avuto qualche difficoltà nel coordinare il lavoro di gruppo? R - È andata bene perché siamo già abituate a lavorare in gruppo, anche se ci sono state delle difficoltà sulle decisioni della creazione del logo scolastico. D - Vi aspettavate di vincere? R - No, perché i loghi erano tutti molto belli e sapevamo che la scelta del migliore, era abbastanza complicata. D - Siete fiere del lavoro svolto? R - Sicuramente, perché è stata un’esperienza utile che rifaremmo e siamo orgogliose che il nostro logo rappresenti il polo scolastico. D - Anche noi siamo contente per voi e vi auguriamo un bel percorso per il vostro futuro. R - Vi ringraziamo per il vostro supporto e speriamo anche noi che le competenze sviluppate attraverso questo progetto possano essere applicate in un futuro lavorativo.