Piano dell`Offerta Formativa Anno scolastico 2015/2016

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Piano dell`Offerta Formativa Anno scolastico 2015/2016
Piano dell’Offerta Formativa
Anno scolastico 2015/2016
MILANO
o VIA GIULIO CARCANO n. 53 tel. 02 89546974 e-mail [email protected]
o PIAZZALE BRESCIA n. 3 tel. 02 48750194 e-mail [email protected]
o VIA BERGOGNONE n. 8 tel. 0248950884 e-mail [email protected]
La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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Sommario
1. IL PROGETTO EDUCATIVO .................................................................................................... 4
1.1.
Il metodo ................................................................................................................................... 4
1.2.
Scuola e famiglia ....................................................................................................................... 6
2. FINALITA’ E METODO DELL’AZIONE EDUCATIVA NELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA ............................................................................................................................... 7
3.
L’ATTIVITA’ EDUCATIVA E DIDATTICA ............................................................................ 9
3.1.
I percorsi di esperienza ............................................................................................................. 9
3.2.
La Comunicazione .................................................................................................................... 9
3.3.
Il gioco, il corpo e il movimento ............................................................................................. 13
3.4.
La scoperta del mondo ............................................................................................................ 15
3.5.
L’esperienza del significato della realtà.................................................................................. 16
4.
VALUTAZIONE E DOCUMENTAZIONE DELL’ATTIVITÀ SVOLTA ............................. 17
5.
LA CONTINUITA’ EDUCATIVA ............................................................................................ 17
6.
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA: TEMPI SPAZI E RISORSE ................................... 19
6.1
Organizzazione dei tempi........................................................................................................ 19
6.2
Le sezioni e gli spazi ............................................................................................................... 20
7.
LA FUNZIONE DOCENTE E LA COLLEGIALITA’ NELLA SCUOLA .............................. 22
INTEGRAZIONI PER L’ANNO SCOLASTICO 2015-2016 AL PIANO DELL’OFFERTA
FORMATIVA-SCUOLA DELL’INFANZIA DI VIA CARCANO ................................................. 23
Accoglienza dei bambini nati entro il 28 febbraio ............................................................................. 26
Organizzazione dei laboratori di sezione e intersezione .................................................................... 27
Il calendario, gli orari, tempi e spazi .................................................................................................. 29
Le attività extra-curricolari ................................................................................................................ 32
INTEGRAZIONI PER L’ANNO SCOLASTICO 2015-2016 AL PIANO DELL’OFFERTA
FORMATIVA SCUOLE DELL’INFANZIA DI VIA BERGOGNONE E PIAZZALE BRESCIA . 32
Accoglienza dei bambini nati entro il 28 febbraio ............................................................................. 35
Organizzazione dei laboratori di sezione e intersezione .................................................................... 35
Il calendario, gli orari, tempi e spazi .................................................................................................. 38
Le attività extra-curricolari ................................................................................................................ 40
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“La crescita è un cammino nel divenire, tuttavia…. non si cammina solo per arrivare, ma
anche per vivere mentre si cammina”
(Romano Guardini ).
“… in ogni passo del cammino c’è la meta.”
(Luigi Giussani)
La scuola cooperativa “La Zolla” è stata fondata nel 1971 a Milano da un gruppo di famiglie,
che coscienti della responsabilità educativa nei confronti dei propri figli, intese proporre una
formazione scolastica e umana che continuasse esplicitamente un itinerario educativo già
avviato in famiglia.
La decisione di creare una scuola fu l’esito di una storia di educazione che tali famiglie
avevano vissuto in prima persona partecipando alla vita della Chiesa.
Come forma giuridica di gestione fu scelta la forma cooperativa ritenuta la più idonea nel
rispondere a due esigenze fondamentali: da una parte favorire un maggior coinvolgimento e
una corresponsabilità di tutti i membri della comunità educante, dai genitori agli insegnanti,
alle direzioni; dall’altra sottolineare il carattere sociale e senza fini di lucro della scuola.
La Zolla rappresenta una possibile attuazione di quanto stabilito nell’articolo 30 della
Costituzione: “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”. Come
soggetto attivo nella società la famiglia esprime così una sua dimensione pubblica ed assume
la propria responsabilità educativa con consapevolezza culturale e compito propositivo verso
la società civile .
Questa responsabilità educativa della famiglia si colloca nel solco della grande tradizione
della chiesa cattolica italiana. L’istituto La Zolla, gestito interamente da laici, fa parte della
Federazione Opere Educative. La Zolla si propone con un’identità cristiana, che viene
trasmessa non come tradizione conclusa, ma come senso ultimo di tutte le cose che unifica
ciò che si incontra nella realtà. La proposta di un “senso del tutto” è congiunta ad una totalità
di apertura alla realtà capace di accogliere tutti i valori umani.
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1. IL PROGETTO EDUCATIVO
1.1. Il metodo
Persona
Nella nostra scuola è fondamentale riconoscere la centralità della persona, sia essa bambino o
adulto e il suo valore ontologico, “non negoziabile”. Nella dinamica educativa infatti le persone
chiamate ad incontrarsi, sono due: l’insegnante e il bambino/ragazzo, considerate con pari dignità,
anche se con diversa maturazione.
“Il vero bambino non è meno uomo del vero adulto. La crescita è un cammino nel divenire,
tuttavia…. non si cammina solo per arrivare, ma anche per vivere mentre si cammina”(R. Guardini).
La consapevolezza da cui si parte nel considerare il soggetto educando è la creaturalità: ognuno è
persona, unica e irrepetibile e porta in sé l’immagine originaria di chi l’ha creata. Per questo la
persona è aperta all’incontro con la realtà, in particolare attraverso il rapporto interpersonale.
Dal punto di vista dell’adulto la relazione è innanzi tutto accoglienza e attenzione alla singola
persona in crescita, infatti primo e principale bene per l’insegnante è la persona dell’educando,
che chiede di essere accolto, stimato e guidato perché le sue potenzialità crescano, la sua ragione si
sviluppi, la sua libertà si realizzi.
“Solo sperimentando la prossimità (cioè immedesimandosi nell’altro) si manifesta in tutta la sue
pienezza il senso della persona, in quanto essere singolare, incarnato, limitato e illimitato,
sproporzionato fra finitudine e infinitudine” (G. Chiosso).
“Le connotazioni peculiari del concetto di persona, dalle quali derivano gli orientamenti
fondamentali dell’educazione personalizzata, sono la singolarità, l’autonomia e l’apertura” (G. Hoz)
Esperienza
La realtà è origine e fine dell’azione educativa, va scoperta, osservata, interpretata, capita,
trasformata: strumento e condizione perché ciò accada è fare esperienza, cioè introdursi (stare)
nella realtà con una domanda di significato.
Il metodo della scuola è quindi caratterizzato dall’esperienza, intesa come fare e riflettere sul fare.
La parola esperienza sta a significare un rapporto diretto con la realtà che coinvolge la totalità
dell’alunno, mente e cuore, intelligenza e affetto. È una modalità concreta per conoscere, non è
però un puro provare né una semplice somma di attività, ma un percorso all’interno del quale il
bambino, e poi il ragazzo, è sollecitato a trovare il significato di ciò che fa e a legarlo alla propria
persona e alla propria storia, in modo da accrescere la consapevolezza di sé insieme alla scoperta di
aspetti peculiari della realtà. [Si tratta di riconoscere che il bambino è un soggetto attivo tanto
quanto l’insegnante, di cui non può fare a meno perché , in ciò che fa, ha bisogno di essere
confermato, guidato , corretto e aiutato a valutarsi.]
In tale esperienza sono fattori indispensabili il coinvolgimento personale e attivo nel lavoro
scolastico comune, il fare insieme all’adulto e ai compagni, l’apporto originale di ciascuno: ogni
alunno viene educato al rapporto con l’altro e con la realtà , perché questa è la modalità attraverso
la quale conoscere sé e il mondo.
A scuola quindi si cresce dal punto di vista umano e cognitivo, avendo a disposizione ed utilizzando
gli stimoli e gli strumenti per riflettere sull’esperienza.
Libertà
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Un bambino/ragazzo scopre di essere libero solo se persegue con chiarezza lo scopo di realizzare
pienamente la propria umanità, assumendosi le responsabilità della vita reale. Perciò la libertà è
una conquista: un bambino/ragazzo non è a priori capace di scelta, ma può maturare una capacità
di scelta. Un alunno non diventa libero affermando a priori la propria autonomia ma seguendo gli
adulti e paragonandosi criticamente a loro.
La massima espressione dell’autonomia è la capacità di autogoverno, la capacità di essere legge a
se stessi, il possesso e l’uso effettivo della libertà. Essa non è soltanto libertà DA ma ha anche il
senso positivo di capacità di autodeterminare le proprie azioni, vale a dire di scegliere in ogni
momento l’opera o il modo di agire che si considera il migliore tra le diverse possibilità che la
situazione offre per realizzare la propria persona; in questo senso positivo la libertà si può
considerare come principio di attività e si esprime come libertà PER . La libertà di iniziativa, la libertà
di scelta, la libertà di accettazione costituiscono, in sintesi, gli obiettivi di un’educazione
personalizzata in funzione dell’autonomia dell’uomo.
Cultura
La scuola è un’opera culturale che vuole rendere chiara e far padroneggiare l’esperienza che il
bambino e il ragazzo vivono, con categorie che sono comuni alla civiltà che noi viviamo: per questo
è attenta , fin dall’inizio del percorso scolastico, ad individuare le modalità più adeguate perché nei
suoi alunni si costruisca cultura, intendendo per cultura lo sviluppo critico e sistematico di
un’esperienza. Infatti fare cultura significa tenere aperto continuamente l’interrogativo sul senso
della vita ed il rapporto di sé con la realtà.
In questa ottica l’imparare non è inteso come sapere meccanico, ma come apprendimento
significativo che modifica e sostiene il modo di porsi nella realtà: gli alunni sono accompagnati ad
essere coscienti di ciò che vivono e conoscono e sono sollecitati a rendersi conto dell’utilità e della
positività di questo per se stessi; per ogni allievo – inteso nella sua unicità irripetibile - la scuola
desidera lo sviluppo di un “sapere”, “saper fare” e un “saper essere” come manifestazione di un
rapporto di partecipazione alla realtà in tutti i suoi fattori.
Realtà e saperi
Ogni oggetto, ogni elemento della realtà, richiede uno specifico metodo di approccio modulato in
relazione all’età dell’alunno.
I percorsi e le discipline costituiscono la possibilità di incontro consapevole e ricco con la tradizione
culturale, secondo il proprio metodo specifico ed i propri strumenti: compito della scuola è quello
di svolgere, in modo organico e sistematico, i nessi e il senso di ciò che si incontra e si conosce,
favorendo la crescita globale della persona, offrendo gli strumenti essenziali alla conoscenza e
garantendo l’acquisizione delle abilità di base.
Nel rispetto e nella valorizzazione di ciò che ciascun allievo é e sa fare, le scelte didattiche ed
educative prediligono ciò che è concreto, percettivo, sensibile come condizione per incontrare il
significato della realtà attraverso la percezione sempre più intensa di essa, e perché il momento
della conoscenza sia esperienza unitaria di senso ed intelletto, di azione e di ragione; secondo tempi
e modi adeguati, si introduce una progressiva sistematizzazione ed astrazione dei contenuti e si
chiama l’alunno ad una sempre maggiore capacità di adesione personale, fatta di azione,
autonomia, responsabilità.
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L’adulto
Decisiva in questa esperienza di confronto con la realtà è la figura dell’adulto, [educatrice, maestro,
insegnante, segretarie, assistenti…], che è chiamato a porre un’ipotesi di aiuto e di risposta alle
domande che l’allievo ha, e a proporre esperienze in cui l’alunno possa coinvolgersi da protagonista
e incontrare una passione con la quale guardare il mondo ed interrogarsi sul senso di ciò che vede.
Ciò implica che occorre operare insieme – adulti e bambini/ragazzi – per condividere il significato
delle azioni che si intraprendono e comprendere ciò che si vive e si fa. Comprendere insieme il
significato è un aspetto necessario dell’impegno educativo e didattico, in quanto tutti coloro che vi
partecipano agiscono per scelta consapevole, libera e volontaria: il vigore, la profondità ed anche
l’efficacia dell’impegno che i soggetti profondono non può prescindere dal coinvolgimento
personale e dalla condivisione.
1.2. Scuola e famiglia
“La collaborazione è resa possibile da uno scopo comune”
“L’educazione è una generazione dell’umano fatta da una persona matura, un adulto. Anche
affermare che il soggetto dell’educazione è la Chiesa non elimina la funzione dell’adulto: la Chiesa si
attua dentro la persona, attraverso la persona, l’attore dell’educazione è la persona nella
comunicazione della propria esperienza come eredità di salvezza dell’uomo e perciò di incremento
dell’umano che passa da una persona adulta ad un’altra.” (Luigi Giussani)
I bambini e i ragazzi prima che della scuola sono della famiglia: un corretto rapporto scuola–famiglia
non può che partire da questa evidenza. La famiglia è il luogo naturale della nascita e della crescita
di ogni persona, la famiglia porta perciò la prima responsabilità di predisporre un percorso e guidare
un cammino favorevole alla maturazione delle potenzialità di un nuovo essere che entra nella vita.
E’ altrettanto evidente che nessuna famiglia può pretendere di essere autosufficiente nell’opera di
educazione dei figli, ha perciò bisogno di collaboratori, fra questi la scuola è forse il più importante.
Una scuola perciò trova il proprio significato nell’”accompagnare” ed integrare l’opera educativa
della famiglia.
Dalla certezza della priorità della famiglia deriva una inevitabile conseguenza operativa: due genitori
che scelgono una scuola per affidare il proprio figlio hanno il diritto–dovere, meglio hanno la
responsabilità, di esigere dalla scuola la massima chiarezza sull’esperienza di vita e di lavoro che in
essa i figli compiono.
La scuola d’altro canto ha un proprio compito specifico ed insostituibile: guidare un alunno alla
conoscenza. Il compito della scuola non è genericamente educativo, ma è educare dentro ad un
terreno specifico, tenendo conto della globalità dei fattori costitutivi di una persona.
Infatti la scuola non è l’unico luogo in cui avviene l’educazione di un bambino/ragazzo. Però la scuola
è un luogo educativo particolarmente importante perché mette in gioco due fattori decisivi nella
crescita di una persona in evoluzione.
Innanzitutto a scuola un bambino/ragazzo fa l’esperienza quotidiana del successo e dell’insuccesso,
si mette cioè stabilmente alla prova. Se è vero che l’io giunge a consapevolezza quando la realtà gli
si pone di fronte come problema, anche a scuola l’esperienza si propone impegnativa per un
cammino verso l’autonomia e la libertà.
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In secondo luogo già il bambino fa a scuola la sua prima esperienza pienamente sociale, si trova cioè
dentro ad un contesto caratterizzato da una forma comune, che contemporaneamente lo limita e
lo valorizza.
Se ne conclude che educare insegnando esige una specifica professionalità, e questa è degli
insegnanti.
Infatti famiglia e scuola agiscono sul soggetto in educazione mettendo in gioco prerogative diverse;
essendo però ogni bambino/ragazzo una persona unica, non scomponibile, è indispensabile che la
collaborazione fra queste due prerogative trovi un fattore unificante non di tipo esteriore.
Solo uno scopo comune può costituire fattore unificante.
E’ quindi importante sviluppare forme di scambio, interazione e sostegno fra genitori e insegnanti
nel segno della costruzione di una comunità adulta di educatori rivolti al perseguimento dello stesso
fine, per costruire, in sintesi, un’ALLEANZA EDUCATIVA.
2. FINALITA’ E METODO DELL’AZIONE EDUCATIVA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
La Scuola dell’Infanzia La Zolla accoglie i bambini dai tre ai sei anni, per accompagnarli a vivere
l’esperienza di introduzione guidata alla realtà.
Il nostro progetto educativo pone al centro il bambino e lo accompagna nella conoscenza di sé e
della realtà, fino alla comprensione del suo significato, in relazione all’età dei bambini che la
frequentano.
E’ un luogo predisposto per l’educazione, che avviene dentro a un rapporto tra persone, adulti e
bambini, che insieme si inoltrano nel cammino di scoperta e di conoscenza. Le insegnanti fondano
questo rapporto ponendo molta cura nell’accogliere ogni bambino e nell’accompagnarlo a diventare
se stesso.
L’attenzione alla persona è una condizione fondamentale per un’educazione autentica, che avviene
assecondando e promovendo lo sviluppo personale, valorizzando le attitudini e le capacità di
ciascuno, nel rispetto dei tempi personali di crescita.
In particolare si vuole offrire ad ogni bambino la possibilità di vivere un’esperienza significativa
stabile, alla presenza di adulti – le insegnanti – che accompagnano costantemente i bambini nel
tempo scuola, che è tutto tempo educativo, compreso quello dedicato alla cura della persona.
(pranzo, riposo ecc.)
Tale attenzione genera nella scuola un clima caratterizzato da un calore affettivo rassicurante, così
che i bambini possono cogliere da subito la presenza positiva degli adulti della scuola e,
gradualmente sentirli non in alternativa ai genitori, ma accanto e insieme ad essi.
Al suo ingresso nella scuola dell’infanzia ogni bambino ha già una sua storia personale e possiede
un suo patrimonio di atteggiamenti, capacità e orientamenti. Egli si presenta come un soggetto
attivo, curioso, interessato a conoscere il nuovo ambiente e a interagire con gli altri, adulti e
coetanei.
Le insegnanti hanno cura di accogliere ogni bambino come un bene grande, consapevoli che
l’accoglienza non è un semplice atteggiamento di cordialità, ma, più profondamente, è l’offerta di
una compagnia educativa che sostiene ogni bambino nel suo cammino di crescita e di maturazione.
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Ogni bambino, infatti, per diventare se stesso e maturare la sua identità, ha bisogno di essere
accolto e costantemente ospitato nel pensiero e nell’affetto delle persone che gli stanno accanto. I
primi per importanza sono i genitori e ad essi seguono gli insegnanti.
La parola “io” il bambino la pronuncia con consapevolezza quando percepisce accanto a sé un “tu”
significativo, capace di far emergere la sua persona.
Il compito dell’insegnante è insieme di essere guida e compagno al bambino nel percorso della
conoscenza. Si sviluppano in questo modo le capacità conoscitive, affettive e relazionali che
costituiscono la vita del bambino stesso, sollecitato e sostenuto ad entrare in rapporto con la realtà
in tutti i suoi fattori.
Luogo dell’incontro con i coetanei
Attraverso gli adulti che sono nella scuola avviene l’incontro con i coetanei.
La possibilità di vivere insieme ad altri bambini un’esperienza stabile e quotidiana di gioco, di
scoperta, di nuove conquiste è resa più interessante dalla possibilità di diventare amici.
L’amicizia è quel legame prezioso che rende più bella e più umana la vita e nasce e si approfondisce
già negli anni della scuola dell’infanzia, è una ricchezza che i bambini possono sperimentare e
maturare perché è un valore anche per le insegnanti e per i genitori e come tale lo comunicano ai
bambini, fino a svelarne l’origine, che si fonda sull’esperienza cristiana.
Si tratta quindi di sostenere l’interesse ad incontrare i coetanei e ad interagire positivamente con
essi, con tutta la gradualità necessaria affinché l’altro non venga colto come rivale, ma come una
risorsa che arricchisce e rende più completa la vita di ognuno.
L’esperienza come metodo
L’esperienza che il bambino vive nella scuola dell’infanzia si fonda sulla qualità di relazione con
l’adulto, è innanzitutto l’esperienza di un rapporto personale che lo introduce ad un modo di
guardare, di scoprire e di conoscere la realtà in modo positivo.
Il bambino coglie solo alcuni frammenti della realtà che hanno uno stretto legame con la sua
esperienza emotiva; l’insegnante lo aiuta a denominare e a distinguere, a collocarsi e a collocare le
cose e gli avvenimenti in uno spazio e in un tempo, a creare nessi e legami fino a scoprirne il
significato. Infatti “l’educazione è l’introduzione alla realtà totale: educazione significa quindi lo
sviluppo di tutte le strutture di un individuo e nello stesso tempo indica la possibilità di
connessione attiva con tutta la realtà” L. Giussani.
In questa ottica l’esperienza del diventar grande per il bambino contiene l’attenzione dell’adulto,
che valorizza e sostiene la posizione originale del bambino di fronte alla realtà, che è quella di
guardare alle cose con stupore e curiosità.
Il metodo quindi è caratterizzato dall’esperienza, parola che indica un rapporto diretto con la realtà,
un rapporto che è conoscitivo, ma anche affettivo, che coinvolge la totalità dell’io, mente e cuore,
intelligenza ed affetto.
E’ una modalità concreta per andare alle cose, per conoscerle, non è un puro provare, è una strada
di scoperta e di implicazione con tutto.
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E’ in questo modo che l’ipotesi educativa della scuola, traducendosi in gesti concreti come il gioco,
l’osservazione delle cose, la riflessione, la narrazione, l’ascolto, i momenti come il pranzo, la cura di
sé, avvia e contestualizza l’esperienza. Un bambino conosce di più se stesso quando trova delle
insegnanti che creano le condizioni affinché un’esperienza possa accadere.
Egli, infatti, desidera essere protagonista tanto quanto l’adulto nel processo conoscitivo e non può
fare a meno di un “tu” che sia testimone di ciò che in lui avviene (tipica è l’espressione “Guarda!”
con la quale il bambino coinvolge l’insegnante ogni qualvolta rimane egli stesso sorpreso di ciò che
è accaduto).
Perciò l’esperienza del bambino nella scuola dell’infanzia non può avvenire senza la presenza e la
conferma dell’adulto.
Le proposte che la scuola dell’infanzia fa devono tener conto della modalità di conoscere del
bambino di quest’età che passa attraverso la corporeità, la sensorialità, il gioco simbolico e la
comunicabilità dell’esperienza.
3. L’ATTIVITA’ EDUCATIVA E DIDATTICA
3.1. I percorsi di esperienza
I percorsi di esperienza sono la traduzione del progetto educativo in proposta didattica: attraverso
di essi si predispone un cammino di cui si conosce il punto di partenza (le condizioni, i bisogni,
l’ambiente), e il punto di arrivo, la meta a cui vogliamo arrivare. Tutto il resto è frutto di una storia
scritta a più mani con il concorso attivo degli adulti – insegnanti, genitori, esperti – e dei bambini.
Ciò che rende educativa l’esperienza attraverso i percorsi è l’attenzione paziente dell’insegnante,
cosciente di sé e della responsabilità condivisa con tutti gli adulti della scuola e, possedendo le
ragioni per cui vale la pena proporre ai bambini un gioco o una fiaba, l’osservazione degli alberi o
l’uso di tempere e pennelli, decide di intervenire o di lasciare benevolmente in pace i bambini,
curiosa di vedere ciò che succede e di osservare anche ciò che non aveva previsto, lasciandosi
interrogare dalla risposta dei bambini.
I percorsi rappresentano quindi la modalità concreta di proposta didattica offerta ai bambini,
raggruppati nella sezione o nei gruppi di età omogenea.
Essi riflettono e sviluppano il tema generale dell’anno e i contenuti scelti dal Collegio dei Docenti;
sono occasioni in cui i bambini si misurano con le loro capacità, imparano a conoscere se stessi e a
impadronirsi di strumenti per ordinare la realtà, per esprimere se stessi, raccontando in vario modo
ciò che man mano scoprono, con la curiosità e con lo stupore caratteristici dell’età infantile.
La personalizzazione richiamata dalla legge di riforma trova nei percorsi di esperienza una concreta
realizzazione in quanto pensati flessibili per favorire la crescita della persona del bambino nella sua
unità e integralità e, in quanto tali personalizzabili da ogni singolo bambino.
3.2.
La Comunicazione
La comunicazione verbale
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Educare i bambini a saper comunicare attraverso la parola e ad acquisire la padronanza della lingua
parlata, è un aspetto imprescindibile per la comunicazione interpersonale e per l’espressione di sé.
Perché ciò avvenga è indispensabile la presenza significativa dell’adulto che, capace di ascoltare,
comprendere e dialogare, accompagna gradualmente i bambini alla scoperta del vasto campo
linguistico, sostenendo la fiducia nelle proprie capacità di comunicazione e di espressione,
stimolandoli all’uso delle varie forme verbali, iniziando dal modo di salutare, di porre domande, di
conversare per poter comunicare sé in un contesto di gruppo qual è la sezione.
Si’ ci sono”: la giornata inizia, radunando i bambini in cerchio nell’angolo dell’ascolto, per cominciare
insieme il cammino: il momento dell’appello non è un momento di routine o burocratico, ma è un
modo per chiamare personalmente ognuno. Dicendo il nome di ogni bambino lo si convoca a vivere
insieme agli altri un’esperienza, dove lui non può mancare anche se è il più piccolo, o se è l’ultimo
arrivato. E il “sì ci sono” che il bambino risponde indica che pian piano sta accogliendo questa
convocazione così personale. Allo stesso modo se qualcuno è assente viene sottolineata la sua
partecipazione all’amicizia comune: chi ha notizie informa tutti.
Dopo l’appello c’è l’occasione per il bambino di comunicare, agli amici e alle insegnanti, le proprie
esperienze vissute nella giornata precedente o durante periodi particolari come le vacanze.
Raccontando, piano piano emergono nomi e ricordi interessanti, di persone, luoghi e cose, facendo
diventare così le proprie esperienze, patrimonio comune. Le insegnanti annotano, incoraggiano,
pongono qualche domanda se è necessario, ma soprattutto ascoltano interessate. Questo è
l’incentivo che il bambino aspetta: il messaggio è “Mi interessa ascoltare le tue parole, per
conoscerti e per sostenerti”.
La conversazione che ne nasce quindi è molto produttiva: poter parlare delle proprie esperienze
personali, riflettere su fatti ed avvenimenti condivisi, porta i bambini a dare un nome alle cose, per
conoscersi meglio, per far memoria e conservare le proprie ed altrui esperienze.
Per essere aiutato a raccontare, spesso i bambini portano a scuola dei materiali, degli oggetti, dei
piccoli tesori: la descrizione più o meno ricca di particolari è completato dal contatto diretto con
l'oggetto, che si può tenere in mano, si può toccare. “Nessun libro può insegnare quello che solo si
può apprendere nell’infanzia se si presta occhio e orecchio attento alle cose e se si trova lì qualcuno
che sappia dar loro un nome” (I. Calvino, da Palomar).
Nella giornata scolastica e come percorso specifico, viene posto il momento della narrazione di una
fiaba o di una storia. La narrazione rappresenta una forma culturale molto ricca e interessante per
incrementare nei bambini il gusto di conoscere se stessi e il mondo, è insieme racconto e stile
comunicativo, che implica almeno due soggetti in azione: uno che narra e l’altro che ascolta.
I bambini si siedono sul tappeto e ascoltano la voce dell’insegnante che narra la fiaba; la maestra
“parla” al bambino non solo della storia e dei suoi personaggi, ma parla di se stessa e del suo modo
di stare di fronte alla vita. Le fiabe sono vere non perché raccontano avvenimenti accaduti, ma
perché affrontano situazioni che anche il bambino incontra nella sua crescita. Per esempio la paura
di perdersi, la paura di affrontare le novità, la malattia e la morte. Nella fiaba le situazioni difficili
vengono affrontate e sempre superate ed è proprio il lieto fine che dà sicurezza al bambino.
Le insegnanti attraverso il racconto e la lettura, vogliono trasmettere il gusto dell’ascolto, che,
soprattutto ai giorni nostri, non è un’abilità spontanea, ma è un atteggiamento che i bambini
apprendono con gradualità.
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Il bambino viene educato all’ascolto che inizialmente non è continuo, (bambini di tre anni) ma che
via via diventa più costante, attento e carico di attesa, (bambini di quattro e cinque anni).
Raccontare significa cercare un ritmo tranquillo e calmo nella lettura, in modo che il bambino possa
interiorizzare ed elaborare ciò che gli viene proposto.
Durante lo svolgimento della giornata sempre viene dedicato del tempo alla frase “C’era una volta”
che, come una porta magica, si apre sul mondo della fantasia, dentro il quale ci si addentra insieme.
I bambini ascoltano con grande partecipazione emotiva: in silenzio, il respiro quasi “sospeso”, sono
i segni del loro coinvolgimento globale.
Dopo questo momento “magico” proponiamo ai bambini di vivere con il corpo le situazioni più
“salienti”.
Proviamo ad entrare in questo o in quel personaggio attraverso il movimento e a compiere le azioni
raccontate che più hanno destato interesse.
Negli anni abbiamo imparato che il linguaggio della fiaba può aiutare il bambino ad affrontare
problematiche, esperienze, sentimenti che incontra e che spesso non riesce ad esprimere in altro
modo.
Primo approccio alla lingua inglese
Questo percorso è proposto secondo il “metodo veicolare”, con la presenza di una insegnante
madrelingua.
Lo scopo è di favorire nei bambini un apprendimento corretto, acquisendo in modo naturale i primi
elementi della nuova lingua, senza mutare il ritmo della giornata e l’impostazione delle attività
ludiche e didattiche.
L’insegnante madrelingua, infatti, entra in classe insieme alla maestra e si affianca a lei, parlando ai
bambini solo inglese. La sua presenza è prevista due volte la settimana in ogni sezione, e si alterna
nei vari momenti della giornata: al momento dell’appello, nelle attività didattiche guidate, nei
momenti di gioco, mentre disegnano o ascoltano una storia e anche nei momenti di routine.
Oltre ad inserirsi con naturalezza e spontaneità nelle diverse attività quotidiane, facendole
concretamente con i bambini, l’insegnante madrelingua ha un suo spazio per un momento
specifico interamente gestito da lei, per una canzone, una breve storia, un gioco. L’obiettivo
fondamentale è che i bambini possano apprendere soprattutto a livello fonologico, ascoltando e
facendo esperienza di suoni: è evidente a questa età una facilità alla pronuncia, al ritmo,
all’intonazione della lingua a cui sono esposti. Attraverso questo primo approccio si intende
favorire un più completo apprendimento che avverrà negli anni successivi.
La comunicazione non verbale
E’ per noi importante considerare, accanto al linguaggio verbale, i linguaggi non verbali, che hanno
un grande valore educativo. E’ quindi importante usarli e proporli correttamente e con
consapevolezza da parte delle insegnanti.
Per i bambini della scuola ”La Zolla” le attività grafiche, pittoriche, plastiche costituiscono la concreta
possibilità di disegnare, dipingere, modellare per dare colore e forma all’esperienza, esprimendo sia
la loro vita interiore, sia la percezione e la conoscenza che essi hanno della realtà.
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Il disegno è parola, è un linguaggio altamente privilegiato ed estremamente comunicativo, come la
pittura che, nella nostra scuola si ispira al metodo di Arno Stern.
Possiamo affermare con certezza che anche il bambino più timido e riservato, attraverso questi
linguaggi, trova sempre degli agganci con la propria esperienza. È un modo per dire “Io esisto, io ci
sono”. Disegnando il bambino lo afferma con libertà e con quella umiltà audace che non si lascia
fermare dalla difficoltà, infatti, il bambino disegna come è capace.
Il disegno è importante, perché è come uno spiraglio o una finestra che si apre sulla loro interiorità:
i bambini non copiano la realtà ma la esprimono, esprimono la realtà che sono loro stessi e quella
in cui sono immersi, a cominciare da ciò che li ha toccati e di cui hanno fatto esperienza personale
e piena di significato.
Il compito dell’adulto di fronte al disegno del bambino è quello di assumere un atteggiamento di
curiosità e di stupore che permetta di conoscere ciò che il bambino vuole raccontare di sé.
Quando il bambino arriva alla scuola dell’infanzia gli vengono consegnati degli strumenti: il pastello
a cera, i colori a dito, il pennello con le tempere, i pennarelli, vari tipi di pasta da manipolare: tutte
cose con cui può esprimersi. Con questi strumenti il bambino nota che la sua mano può lasciare
tracce, fa delle prove e vede quello che succede. Ogni “opera” è diversa dall’altra, questo è talmente
vero da far sì che i bambini riconoscano i loro disegni, perché sono frutto di sé.
L’intervento della maestra deve servire per dare gli strumenti, per innescare un nuovo linguaggio.
Ma deve rispettare un “limite”, perché il bambino con questa espressività dice qualcosa di sé, dice
IO. Quindi la maestra può essere solo testimone di un avvenimento che accade sotto i suoi occhi,
ma che non le appartiene, perché è parte della libertà del bambino.
Le attività drammatico-teatrali sono molto importanti perché aiutano i bambini ad immedesimarsi
in un personaggio, conosciuto nelle fiabe, o in situazioni reali che li hanno colpiti, affascinati o anche
impauriti.
Più delle parole sono proprio i gesti che meglio esprimono la capacità di identificarsi e di rivivere le
situazioni della fiaba, ma anche quelle della loro vita personale e famigliare.
Per drammatizzazione intendiamo la spontanea ricostruzione, anche attraverso il gioco simbolico,
di ciò che i bambini hanno percepito di una narrazione, di un racconto o di un’esperienza personale
e di gruppo.
Per questa attività i bambini possono trovare materiali appropriati in angoli allestiti appositamente
dalle insegnanti: casetta, mercato, angolo dei travestimenti, specchio, che consentono un gioco
drammatico aperto e creativo, prezioso per lasciar esprimere ai bambini dinamiche affettive e
relazionali, che vivono nella realtà.
L’educazione canoro-musicale
L’esperienza musicale viene proposta nella nostra scuola sia come esperienza di ascolto del ritmo,
dei suoni, del ritmo delle parole e dei brani musicali.
Grande importanza viene data anche al canto corale, che costituisce un’occasione educativa per far
percepire ai bambini la possibilità di esprimere, attraverso la voce, sentimenti e vissuti personali e
comunitari, è un modo efficace per imparare a stare insieme senza prevaricare, accorgendosi di chi
sta vicino.
Il canto è occasione ed espressione di festa e di incontro, pertanto permette ai bambini di fare
esperienza del bello, dell’armonia e dell’unità.
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3.3. Il gioco, il corpo e il movimento
Il gioco nella scuola dell’Infanzia per i bambini non è un semplice svago o un passatempo, ma, nel
gioco, imparano a scoprire e a interagire con la realtà. Il gioco è una forma della conoscenza, è
l’operatività del bambino e il modo in cui interviene nella realtà, impegnando tutta la sua iniziativa.
Attraverso il gioco i bambini si pongono come soggetti attivi nella realtà e diventano protagonisti,
perché è il campo in cui riescono spontaneamente a prendere iniziativa per esprimere se stessi,
scoprire le loro capacità e il mondo che li circonda. Ogni bambino può così fare esperienza di gioia
e di felicità ed entrare in relazione con i coetanei in modo soddisfacente e gradualmente costruttivo.
Attraverso il gioco simbolico ha possibilità di rielaborare il proprio vissuto, i propri desideri o le
proprie paure. A scuola avvengono diversi tipi di gioco: nel gioco libero ogni bambino è realmente
libero di scegliersi il gioco che preferisce e anche gli amici. Ecco perché ogni aula è attrezzata con
diversi angoli: quello della casetta, dei travestimenti, del mercato, quello delle costruzioni: gli angoli
strutturati sono già elementi che orientano il bambino nella scelta.
A tre anni un bambino non è sempre in grado di scegliere autonomamente; spesso viene invitato
dai più grandi che lo coinvolgono nei giochi che organizzano.
Il bambino utilizza i giochi di imitazione e finzione, infatti, uno dei giochi più richiesti è quello della
casetta dove imita le attività degli adulti, soprattutto la mamma e il papà. In questo gioco egli libera
le sue tensioni e realizza il suo desiderio di essere grande proprio come i suoi genitori.
E’ utile osservare i bambini in questi momenti in cui si rivelano, per conoscerli di più e per sapere
quali sono le problematiche, le preoccupazioni e le gioie che stanno vivendo in quel momento.
A tre anni c’è il gioco parallelo: i bambini giocano uno accanto all’altro, non sono ancora capaci di
collaborare alla costruzione di un unico progetto; spesso ci sono degli scontri in cui il bambino o
vuole per sé il gioco o distrugge il gioco altrui; infatti, l’oggetto, il giocattolo che ha l’altro è più
interessante e desiderabile del proprio.
Ecco che allora anche nel gioco libero introduciamo delle regole perché non si può distruggere il
gioco dell’altro o usare l’amico come un pupazzo, oppure cambiare gioco continuamente. In questo
senso l’insegnante è garante dello svolgersi positivo, facendo in modo che i bambini si rispettino tra
loro, che il gioco avvenga in modo armonico, che abbia uno svolgimento logico: un inizio e una finee questo si può fare sia osservandoli a distanza e intervenendo al momento opportuno oppure
condividendo ciò che il bambino sta facendo in quel momento, entrando a far parte del suo gioco.
A quattro e cinque anni si possono poi proporre giochi strutturati: tombole, domino, che richiedono
l’applicazione di alcune regole, così il bambino impara ad aspettare il suo turno, a giocare assieme
agli altri, a fare attenzione, a saper anche perdere con serenità, imparando che non si può vincere
sempre.
Nella scuola dell’infanzia questa attività ha uno spazio e tempi adeguati alla sua importanza. In ogni
sezione sono allestiti ampi angoli, nel salone e negli spazi all’aperto trovano posto attrezzature come
scivoli, tunnel, castelli di arrampicata.
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Lo spazio per il gioco non è comunque solo di ordine fisico, ma è anche uno spazio mentale
dell’insegnante che, comprendendo un’esigenza vitale del bambino, la riconosce e la sostiene con
interesse e con benevola curiosità, valorizzando e sviluppando tutto ciò che è utile per il sereno
sviluppo di ogni bambino.
Il movimento nell’età infantile è espressione globale del bambino che incontra la realtà attraverso
l’unità della sua persona, egli è nel mondo con il suo corpo.
L’educazione psicomotoria è quell’attività che contribuisce alla crescita e alla maturazione
complessiva del bambino, promuovendo la presa di coscienza del valore del corpo inteso come una
delle espressioni della personalità.
La forma privilegiata da noi scelta è il “gioco” psicomotorio.
Nel gioco psicomotorio il bambino mette in azione tutte le sue facoltà e capacità: è un’attività
globale, che lo coinvolge interamente.
Possiamo distinguere due aspetti.
Il primo aspetto è quello relazionale, che mette in relazione il bambino con l’ambiente che lo
circonda. Il movimento è influenzato e stimolato dalla relazione che il bambino ha con l’adulto,
dall’attività che sta facendo e dalla relazione che il bambino, muovendosi e giocando, stabilisce con
i coetanei.
Il secondo aspetto fondamentale è quello funzionale, è il modo in cui il bambino organizza e risolve
i problemi utilizzando le sue capacità motorie, attraverso la sua personale risposta alla richiesta di
movimento.
Nella proposta psicomotoria le insegnanti predispongono innanzitutto l’ambiente in modo che sia
stimolante, ricco di opportunità di gioco, per favorire sia la relazione che l’attività autonoma.
A tre anni lo schema corporeo non è ancora ben definito: attraverso i giochi motori inizia pian piano
una scoperta globale di sé e la rappresentazione grafica che ne nasce è il primo abbozzo di figura
umana. Oltre l’aiuto a percepire il proprio sé a livello globale, introduciamo alcuni concetti riferiti
alla propria posizione nello spazio: sopra –sotto, dentro-fuori.
A quattro e cinque anni conoscere sé a livello corporeo significa sapere come si è fatti anche a livello
segmentario (testa, tronco, braccia, gambe); significa saper vivere coscientemente le posizioni del
proprio corpo e saper rappresentare il corpo in movimento, avendo scoperto le articolazioni e il
movimento coordinato e armonico.
A cinque anni la rappresentazione dello schema corporeo è completa e ben strutturata, ricca di
particolari e di espressioni, il bambino differenzia i maschi dalle femmine, gli adulti dai bambini.
Nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia è importante aiutare i bambini a prendere coscienza della
propria lateralità, cioè della parte dominante del proprio corpo, destra o sinistra, fare esperienze
che li orientino nella direzionalità, andando da sinistra verso destra, prima nello spazio reale e poi
nello spazio grafico, per favorire il “verso” corretto della lettura e della scrittura. Infine, sia
attraverso il disegno libero, sia attraverso la grafia di linee guidate, (pregrafismo), si favorisce
l’abilità manuale e il riconoscimento dei segni posti alla base della scrittura.
Le attività psicomotorie vengono rivolte a gruppi di bambini di età omogenea, con cadenza
settimanale e si svolgono in spazi ampi, nella palestra o nel salone della scuola.
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3.4. La scoperta del mondo
Le cose, il tempo e la natura
Per educare i bambini ad osservare e scoprire in modo approfondito la realtà che li circonda ed
interagire con essa in modo esplorativo e costruttivo, proponiamo nell’arco dell’anno scolastico,
attività e uscite didattiche che consentono di avvicinare il vasto mondo della natura.
Queste esperienze accrescono la curiosità, il gusto della scoperta, accostano i bambini alle prime
conoscenze scientifiche, li educano alla cura ed al rispetto delle cose e della natura, aiutandoli ad
apprezzare la loro bellezza e la loro ricchezza.
Alcune esperienze che realizziamo a scuola sono: la semina e la coltivazione delle varie piantine,
(crescione, lenticchie, fiori) la scoperta di materiali naturali come il legno, la carta, le conchiglie, i
fiori, le foglie…
In queste attività entrano in gioco dimensioni di tipo temporale come la ciclicità, l’ordine, la
successione del tempo (ieri-oggi-domani- la settimana, le stagioni) e degli eventi, per esempio il
seme prima germoglia, mettendo radici e foglioline, poi cresce e si sviluppa fino a dare a sua volta il
fiore e poi il frutto.
Le uscite didattiche sono un’opportunità per scoprire e conoscere la realtà esterna, sia quella della
natura che quella sociale-culturale nella quale è inserito il bambino. Esse permettono di compiere
esperienze ricche di stimoli, volte a rispondere alla loro curiosità ed ad ampliare il loro bagaglio
culturale e scientifico.
Le uscite sono sempre programmate e collegate ad argomenti o attività che si svolgono nella
scuola, così ogni esperienza di osservazione, dopo essere stata vissuta sul campo, viene
commentata e ripresa a scuola attraverso il disegno, le foto, i dipinti, per aiutare i bambini a
capire a fondo ciò che hanno vissuto, per ordinare il materiale raccolto e costruire una adeguata
documentazione, che costituisce un utile strumento di memoria.
Lo spazio, l’ordine, la misura
Nel corso dei tre anni della scuola dell’infanzia il bambino viene introdotto alla conoscenza delle
prime situazioni numeriche come valutazione approssimativa delle quantità nel contare gli oggetti
e nel confrontare concretamente le quantità e le grandezze per poi, verso la fine del percorso,
saperle ordinare in serie, e classificarle secondo un criterio dato.
Dentro ad una relazione positiva con il bambino vanno quindi favoriti tutti quegli strumenti di tipo
cognitivo che servono per conoscere la realtà e ordinarla. Per noi la conoscenza non è fine a se
stessa, ma serve ad interagire in modo più personale con il mondo, cosicché il bambino capisca
sempre più il nesso fra sé e la realtà e impari a viverlo creativamente.
Ad esempio, all’inizio dell’anno ogni bambino porta a scuola i tesori raccolti durante le vacanze
estive. Può essere una manciata di sabbia bianca, un cavalluccio marino, una splendida madreperla,
un sasso levigato dal mare, oppure pigne, cortecce, foglie e fiori raccolti in montagna e fatti seccare
per poterli conservare. Ogni cosa diventa preziosa per il bambino che l’ha scelta, raccolta e portata
prima a casa e poi a scuola.
In ogni aula viene predisposto uno spazio, in genere un tavolo o un ripiano con tanti contenitori di
varie misure (scatole, bicchieri di plastica, vassoi…). Ogni bambino potrà decidere dove collocare i
suoi tesori perché siano al sicuro e allo stesso tempo tutti possano vederli, toccarli ed infine
ammirarli.
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Il passo successivo è dare un nome preciso ad ogni cosa, un’operazione importantissima per
conoscere e ricordare. La descrizione più o meno ricca di particolari è completata dal contatto
diretto: possono toccarla, possono tenerla in mano.
Vengono individuate le somiglianze e le differenze e poi gli oggetti vengono raggruppati per famiglie:
mettiamo insieme tutte le conchiglie in un contenitore, i ricci di mare in un altro, gli ossi di seppia in
un altro ancora… Ulteriori raggruppamenti possono essere fatti osservando il colore e la forma, la
superficie che può essere liscia o ruvida.
Incontrare le cose è quindi incontrare la realtà; classificarle e ordinarle vuol dire rendere la
vastissima realtà più facile e più conoscibile dai bambini.
3.5. L’esperienza del significato della realtà
L’educazione religiosa si pone come potenziamento e sviluppo del senso religioso presente in ogni
bambino.
Non è un’attività accanto alle altre, ma la proposta di un significato che investe tutto lo spazio di
rapporto che offriamo ai bambini che ci sono affidati.
Nei gesti quotidiani è già contenuta la dimensione religiosa, che connota il rapporto che si instaura
tra insegnanti e bambini e tra coetanei. Infatti i gesti dell’accogliere e dell’accompagnare ogni
bambino esprimono già la posizione dell’insegnante, che comunica anche in questo modo un
significato e una concezione della vita e determinano un particolare clima umano all’interno della
scuola.
L’itinerario di educazione religiosa si colloca dentro all’attrattiva per la vita e per il suo significato,
che nei bambini è molto forte, come forte è l’esigenza di sapere la loro origine e quella delle cose.
(Io dov’ero quando voi papà e mamma vi siete sposati ?) Questo lavoro richiede degli adulti
impegnati con la propria vita e capaci di coinvolgere i più piccoli in una esperienza, che li apra
all’incontro con una realtà più grande, che è quella della fede. Le insegnanti di sezione svolgono tale
itinerario condividendolo ed essendo abilitate per tale insegnamento.
Il percorso di educazione religiosa inizia per tutti i bambini della scuola il 2 ottobre, con la Festa
degli Angeli custodi. Ad introdurre questa festa e la presentazione degli Angeli custodi sarà il
sacerdote che anche quest’anno seguirà insegnanti e bambini in alcuni importanti momenti
dell’anno, particolarmente in preparazione al Natale e alla Pasqua.
Il calendario liturgico che seguiamo ogni anno offre i temi e i tempi per scandire l’annuncio cristiano:
sono momenti fondamentali sia per le insegnanti che per i bambini ed anche per le famiglie che
condividono l’esperienza religiosa.
Certamente il bambino, più dell’adulto, ha bisogno di gesti e di segni concreti, che gli facciano
comprendere e sperimentare, vivendoli, il significato delle parole che gli vengono proposte. E’
attraverso i gesti che i bambini imparano e vengono educati, perché il gesto vissuto si imprime nella
memoria, entrando a far parte del patrimonio e della storia della persona. Nel gesto viene salvata
anche la comprensione parziale di alcune parole; tutti i gesti che proponiamo ai bambini tengono
comunque conto dell’età che stanno vivendo e partono da ciò che è vero e buono per noi, da ciò
che è frutto di un’esperienza vissuta che si colloca nel contesto culturale ed ecclesiale del popolo
italiano.
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4. VALUTAZIONE E DOCUMENTAZIONE DELL’ATTIVITÀ SVOLTA
La valutazione è un atto forte della responsabilità educativa dell’insegnante e dell’intero Collegio
dei Docenti.
La valutazione è quindi riferita:
- all’insegnante e alla sua proposta educativa e didattica verso i bambini della sua sezione;
- al bambino, alla sua crescita e alla sua formazione globale;
- alle dinamiche relazionali che egli instaura con i coetanei e con gli adulti della scuola;
- ai percorsi di esperienza programmati, alla loro efficacia e correttezza.
La valutazione avviene attraverso una costante osservazione e ascolto del bambino e richiede
l’utilizzo di strumenti di registrazione e di documentazione dei percorsi proposti, sia nella sezione
che nell’intersezione.
Occorre considerare l’andamento di tutti i fattori dell’esperienza educativa della scuola dell’Infanzia,
nello sforzo di migliorarne la qualità per consentire ad ogni bambino di essere felice crescendo.
Nella Scuola dell’Infanzia La Zolla è in atto, da diversi anni, un’attenzione a documentare la storia e
l’esperienza che i bambini compiono nei tre anni della scuola dell’infanzia, in particolare durante
l’ultimo anno, attraverso il “Quadernone”, un dossier in cui viene raccolto ciò che di più significativo
il bambino fa a scuola e che segna la sua crescita e la sua maturazione.
Il portfolio viene introdotto come strumento più sintetico ed essenziale, che chiama a dialogare le
insegnanti, i genitori e la Scuola Primaria..
Viene consegnato alla famiglia al termine del percorso della Scuola dell’Infanzia, che, dopo averne
preso visione, potrà provvedere ad inoltrarlo alla Scuola Primaria per consentire una maggior
conoscenza del bambino stesso e per poter raccordare i percorsi da proporre nel primo anno di tale
scuola.
5. LA CONTINUITA’ EDUCATIVA
La continuità, orizzontale e verticale, deve corrispondere al profondo bisogno di unità che è di ogni
persona. Il bambino che passa dall’ambiente familiare alla scuola e da un ciclo scolastico a quello
successivo, è sempre lo stesso. Riteniamo giusto quindi che l’esperienza e la storia che egli ha vissuto
sia considerata e valorizzata, non messa da parte come cosa superata, ma richiamata e riutilizzata
nel percorso nuovo che inizia. Il nuovo si costruisce così sulla base di ciò che c’è già e questo
consente al bambino di proseguire con più sicurezza e con più fiducia verso nuove conquiste
conoscitive e relazionali.
La continuità investe alla radice il problema educativo e non è riducibile ad un semplice raccordo
tecnico tra diverse agenzie – famiglia e scuola - né tra diversi ordini scolastici.
Il rapporto Scuola – Famiglia
La scuola La Zolla, sia per la sua storia educativa che per la sua forma giuridica (cooperativa di
genitori), pone un’attenzione particolare alla continuità orizzontale, cioè al rapporto con i genitori
dei bambini frequentanti, considerati come i primi e insostituibili educatori.
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La questione centrale della nostra scuola riguarda essenzialmente l’educazione intesa come
vocazione, come risposta libera ad un compito che, per sua natura, non può essere svolto in
solitudine, ma chiede la presenza di una comunità di adulti che accolgano, custodiscano e aiutino a
crescere i bambini dentro ad un orizzonte condiviso di vita e di significato, che trova il suo
fondamento nella appartenenza alla esperienza cristiana.
“Accogliere un bambino nella scuola significa per noi accogliere insieme anche i suoi genitori”: è
questo un preciso compito professionale che nasce dalla consapevolezza che, per arrivare al cuore
di ogni bambino e per fondare con ognuno un rapporto di fiducia, occorre prima arrivare al cuore
di chi lo ha generato, ai genitori che lo accompagnano e ai quali appartiene.
E’ richiesta quindi un’apertura cordiale al dialogo e ad un lavoro che richiede una grande serietà e
impegno sia da parte delle insegnanti che da parte delle Coordinatrici.
Nel corso dell’anno, si dà quindi una particolare cura e attenzione a:
momenti di incontro quotidiani, legati all’accompagnamento dei bambini a scuola. L’affidamento
quotidiano del proprio bambino da parte della madre o del padre e la riconsegna dello stesso, al
termine della giornata, da parte della maestra sono occasioni preziose e ripetute per costruire una
fiducia e un’intesa reciproca. Per questo è indispensabile che possano svolgersi in un ambiente
favorevole, nelle singole sezioni e non in spazi troppo grandi e rumorosi, che ostacolerebbero la
fugace ma significativa comunicazione.
incontri di sezione e di scuola: saranno almeno tre all’anno, uno iniziale (entro ottobre), uno a metà
anno e uno finale (entro maggio). Questi momenti vengono annunciati con anticipo sullo strumento
informativo “Agenda Zolla”, e richiamati con apposita circolare contenente anche l’ordine del
giorno. Spesso tali incontri si svolgono in orario serale per consentire una più ampia partecipazione
e favorire la presenza di entrambi i genitori. Il contenuto degli incontri di sezione non consisterà
soltanto nella comunicazione delle insegnanti e della coordinatrice, che pure dovrà essere puntuale
ed efficace in merito ai percorsi educativi e didattici proposti, ma dovrà prevedere anche la
partecipazione attiva dei genitori, che saranno chiamati a portare il loro contributo di esperienza e
le loro domande, così da contribuire in modo significativo a delineare un cammino di crescita
unitario per i bambini.
Colloqui delle insegnanti con i genitori, che sono essenzialmente di due tipi:
Il colloquio di inizio anno, preliminare alla frequenza dei bambini nuovi iscritti. E’ fissato nella prima
settimana di settembre e costituisce la prima occasione, per i genitori e le insegnanti, per iniziare a
conoscersi, per conoscere la storia dei primi tre anni di vita del bambino e per esplicitare
concretamente la proposta educativa della scuola. La continuità vera si costruisce condividendo il
riferimento culturale che informa il progetto educativo. E’ utile poi raccogliere le informazioni
essenziali sul bambino, sui suoi ritmi e abitudini, avviando così una positiva collaborazione fondata
sulla fiducia e sull’ascolto reciproco.
I colloqui di ripresa, durante il percorso dell’anno scolastico. I giorni di disponibilità delle insegnanti
sono fissati all’inizio dell’anno, con cadenza mensile, dopo l’orario scolastico e comunicato ai
genitori attraverso Agenda Zolla. Si auspica che i colloqui di ripresa con i genitori possano essere
almeno due nell’arco dell’anno per ogni singolo bambino, per poter verificare il cammino personale
che il bambino stesso sta compiendo, individuando insieme gli aspetti di attenzione su cui lavorare.
A questo scopo le insegnanti avranno cura di sollecitare i genitori a fissare i colloqui stessi, e dopo
averli sostenuti, ne cureranno una sintetica trascrizione che servirà a rendere più proficuo e preciso
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il lavoro ed anche a trattenere una documentazione del percorso del bambino che verrà
sinteticamente indicata nel Portfolio.
Partecipazione operativa alla preparazione e allo svolgimento delle feste: festa dell’accoglienza,
di Natale, di Carnevale, di Pasqua e di fine anno.
Raccordi con la scuola primaria
La legge 53/2003 conferma il principio pedagogico della continuità, richiamandolo in modo deciso:
“La scuola dell’infanzia, nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica, realizza la
continuità educativa con il complesso dei servizi dell’infanzia e con la scuola primaria” (art. 2).
Il raccordo con le classi prime della scuola primaria La Zolla prevede un primo approccio alla realtà
della scuola primaria da parte dei bambini “grandi” della scuola dell’infanzia, per iniziare a scoprire
e a conoscere l’ambiente e le proposte. L’opportunità di poter trascorrere alcune mattinate nelle
classi prime, partecipando alle attività didattiche insieme agli alunni, ha la duplice finalità di far
conoscere ai bambini della scuola dell’infanzia sia le novità proprie del livello scolastico, come la
lettura e la scrittura, sia le attività con le quali hanno già familiarità, come il disegno e la pittura
(svolto qui con la specialista di educazione all’immagine), oppure la narrazione , la
drammatizzazione, i giochi motori.
Il raccordo costituisce un’occasione preziosa di crescita non solo per i bambini, ma anche per le
insegnanti dei due diversi livelli: è possibile una conoscenza diretta dei diversi approcci didattici,
per una condivisione di “sguardo” sui bambini, teso a valorizzare il percorso fatto e a conoscere la
tappa successiva sulla quale innestare apprendimenti specifici.
6. ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA: TEMPI SPAZI E RISORSE
6.1 Organizzazione dei tempi
Il calendario
La scuola segue, in linea di massima, il calendario annuale fissato dall’Ufficio Scolastico Regionale,
con alcune variazioni previste dal nuovo decreto legislativo sull’Autonomia (legge 15 marzo 99, n.
59).
L’orario di apertura raggiunge le otto ore giornaliere, dalle ore 8 alle ore 16, dal lunedì al venerdì.
La giornata ha un ritmo stabile, che aiuta i bambini a orientarsi nel tempo e a capire ciò che viene
prima e ciò che viene dopo, anche in vista del rientro a casa. Per i bambini di tre anni è
rassicurante sapere che, dopo pranzo li attende il momento del riposo, oppure che andranno a
casa, mentre per i bambini medi e grandi il tempo dopo il pranzo è interessante perché c’è
sempre uno spazio per il gioco in salone o all'aperto e, in classe, il momento atteso della ripresa
delle attività.
I tempi di permanenza a scuola godono di una giusta flessibilità, e vengono decisi insieme ai genitori
dei bambini . All’inizio della frequenza c’è un’attenzione alla gradualità, per consentire ai bambini
di tre anni di familiarizzare serenamente con il nuovo ambiente, senza soverchiare le loro capacità
di allontanamento dalla casa e dalle figure principali di riferimento; negli anni successivi si presta
attenzione a momenti particolari della vita del singolo bambino e della sua famiglia, in modo che
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ognuno abbia la possibilità di recuperare un rapporto più sereno con se stesso e con gli eventi che
lo coinvolgono da vicino.
6.2 Le sezioni e gli spazi
La struttura per sezioni garantisce la precisione e la continuità dei rapporti tra bambini e insegnante
e tra coetanei, rendendo possibile una ricca e continuativa vita di relazioni.
Le sezioni sono miste, in relazione all’età e al sesso dei bambini.
La scelta della sezione mista è sostenuta dalla convinzione che l’interazione tra bambini di diverse
età offre preziose occasioni di confronto, di arricchimento e quindi di crescita. I bambini di tre anni
sono sollecitati dalla presenza attiva dei più grandi, dai quali sono aiutati sia in modo diretto, sia
attraverso l’esempio che essi offrono. I bambini medi e grandi, a loro volta, spontaneamente o su
invito delle insegnanti, sono sollecitati a coinvolgersi con i più piccoli nei diversi momenti della vita
scolastica, soprattutto nel gioco, e ciò contribuisce a renderli più responsabili e più consapevoli
delle proprie capacità e a maturare atteggiamenti profondi di collaborazione e di solidarietà.
Inoltre l’incontro con bambini diversi ci consente di educare concretamente ad accettare e a
considerare la diversità come una ricchezza e una risorsa: la diversità non è mai una condizione
emarginante, nemmeno quella dei bambini diversamente abili, che da tempo accogliamo nella
nostra scuola.
Non manca, nella programmazione e nelle proposte didattiche, una specifica attenzione ad ognuna
delle tre età.
Le proposte vengono realizzate prevalentemente nella sezione, ma anche in momenti di
intersezione. Essi costituiscono un'occasione di incontro con altri adulti e bambini della stessa
scuola e consentono una più articolata proposta didattica, predisposta in funzione di ognuna delle
tre età.
Anche per le insegnanti i momenti di intersezione sono importanti, perché mettono nella
condizione di intensificare la collaborazione e la condivisione non solo della proposta didattica, ma
soprattutto dell’attenzione a cogliere la domanda dei bambini, anche di quelli che non fanno parte
della propria sezione, e a cercare di rispondervi nei modi più adeguati per la loro crescita.
Gli spazi della scuola dell’infanzia sono pensati in funzione dei bambini, per favorire e promuovere
continue opportunità di incontro con l’insegnante, con i coetanei e con le cose, al fine di renderli
sempre più sicuri nel nuovo ambiente, più responsabili delle scelte che possono operare e più
disponibili a partecipare all’esperienza che viene loro proposta.
L’aula è il primo spazio che il bambino impara a conoscere, dove il gruppo-sezione in cui è inserito
vive la maggior parte della giornata scolastica. Questo spazio è caratterizzato dalla presenza stabile
delle insegnanti e dalla presenza degli altri bambini che costituiscono il gruppo sociale di
riferimento.
L’aula è uno spazio fisico ben identificabile, ogni aula ha il nome di un colore che viene messo
all’esterno di essa.
Lo spazio dell’aula è diviso in angoli, che sono per i bambini un polo di attrazione sicura:
l’angolo della casa, con annessi l’angolo dei travestimenti e la bancarella del mercato per il gioco
simbolico,
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l’angolo della lettura, dove il bambino può, da solo o in compagnia, sfogliare i libri preferiti,
osservare le figure e rivivere le sequenze di una fiaba conosciuta. In questo angolo l’insegnante
raduna i bambini per il momento del racconto;
l’angolo della pittura e del disegno, dove ognuno può utilizzare colori, pennelli, pastelli per
manifestare il suo mondo interiore
l’angolo dell’ascolto, dove ci si raduna tutti, il mattino, per iniziare insieme la giornata, per
conversare ed ascoltarsi reciprocamente
l’angolo delle costruzioni per costruire case, ponti, strade, piste, castelli ecc.
L’angolo delle attività a tavolino: disegno, ritaglio, collage, manipolazione, che serve anche come
spazio per i giochi di società: tombole, domino, puzzle.
Sede di P.le Brescia
Sono funzionanti quattro sezioni, con 6 insegnanti a tempo pieno e 2 part-time
1 Coordinatrice
1 Segretaria
2 Personale ausiliario
La sede è così composta:
Ingresso
Corridoio
Zona armadietti spogliatoi
4 aule-sezioni (3 area inferiore, 1 area superiore)
Spazi nanna (2 in sezione e 1 in salone polifunzionale superiore)
2 saloni polifunzionali
bagni bambini (1 area inferiore, 1 area superiore)
ufficio coordinatrice
segreteria
Ampio spazio verde all’aperto attrezzato
Sede di via Carcano
Sono funzionanti sei sezioni, con 12 insegnanti di cui 5 part-time
1 Coordinatrice
1 Segretaria
2 personale ausiliario
La sede è così composta:
6 aule-sezioni
1 aula nanna polifunzionale
bagni bambini
corridoio
salone
ufficio coordinatrice
segreteria
refettorio
palestra
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La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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cortile alberato
Sede di Via Bergognone
Sono funzionanti due sezioni, con 3 insegnanti a tempo pieno e 1 part-time
1 coordinatrice
1 segretaria part-time
1 cuoca
1 personale ausiliario
La sede è così composta oltre agli spazi delle sezioni:
corridoio ingresso
segreteria
salone ingresso
bagni bambini
salone multifunzionale
refettorio
cucina
aula nanna.
uno spazio all’aperto attrezzato.
7. LA FUNZIONE DOCENTE E LA COLLEGIALITA’ NELLA SCUOLA
Il clima educativo della scuola dell’infanzia La Zolla è caratterizzato dall’accoglienza attiva, e
dall’apertura cordiale verso ogni bambino che la frequenta.
Questo clima è frutto dell’unità tra gli adulti della scuola, che si fonda su uno stesso riferimento
ideale e culturale, unità che va costruita ed espressa quotidianamente.
Ogni insegnante è impegnata direttamente nella sezione che le è stata assegnata, impegno che si
allarga, come sguardo attento e discreto a tutta la realtà della scuola.
C’è uno sforzo per superare un’ottica individualistica, a favore della realizzazione di UNA autentica
comunità scolastica.
Il Collegio dei Docenti è il luogo di rapporti, di confronto, di lavoro tra le insegnanti e con la
coordinatrice, è il primo strumento per esprimere la comune responsabilità, nella costruzione del
contesto educativo e nella progettazione. Da esso dipende la qualità dell’esperienza educativa e
formativa offerta ai bambini.
La sua funzionalità è garantita dalla presenza autorevole e competente di chi guida, ovvero dalla
persona che svolge la funzione di coordinamento didattico.
Questa svolge il suo ruolo innanzitutto accompagnando i singoli docenti nel loro lavoro, proponendo
e garantendo la collegialità come dimensione dell’azione didattica, guidando il collegio nella
realizzazione del tipo di scuola che qui abbiamo descritto.
Il primo compito del Collegio è quello della scelta delle linee e dei contenuti educativi, scelta che
esprime l’identità della scuola e la sua collocazione ideale.
Da queste linee e da un’attenta osservazione dei bambini e delle situazioni delle singole sezioni,
discende la progettazione delle attività didattiche, che vengono proposte con la forma
dell’esperienza, favorendo cioè il diretto e personale coinvolgimento di ogni bambino. Il collegio dei
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La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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docenti si riunisce orientativamente una volta al mese, con possibilità di intensificare gli incontri in
particolari momenti dell’anno scolastico.
La progettazione delle attività educative e didattiche riguarda la scuola nel suo complesso: è aperta
e flessibile, perché l’età dei bambini richiede di poterla rimodulare. Ogni insegnante s’impegna a
declinarla nella programmazione di sezione, al fine di considerare le reali esigenze e domande dei
bambini, per rispondervi nel modo più adeguato, anche in relazione alle doti professionali e
personali di ogni insegnante.
Compito del Collegio dei Docenti è anche effettuare la valutazione e la verifica dei
percorsi, la
loro qualità formativa e gli esiti di maturazione rilevati nei bambini. La valutazione esige una lettura
critica anche delle modalità e dei tempi utilizzati.
“Educa realmente chi si lascia ancora educare”: un ritorno sulla propria azione educativa e sulla sua
adeguatezza, è la condizione indispensabile, insieme alla disponibilità a sapersi correggere, per
creare un cammino di crescita, un legame e una storia profonda con i bambini, e per far crescere la
stima e l’unità tra colleghe.
L’aggiornamento avviene nel corso dell’anno scolastico, sia partecipando a corsi esterni, sia
organizzando autonomamente e insieme ad altre scuole presenti sul territorio momenti di
approfondimento con la presenza di esperti – psicologi, pedagogisti, formatori – per affrontare
problemi contingenti o per impostare nuove proposte didattiche.
Organi di partecipazione
Sono presenti i seguenti organi collegiali per la partecipazione dei genitori alla vita della scuola:
 Rappresentanti di sezione
 Assemblea dei genitori, di sezione, di scuola.
 Consiglio di Istituto
INTEGRAZIONI PER L’ANNO SCOLASTICO 2015-2016 AL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVASCUOLA DELL’INFANZIA DI VIA CARCANO
Il presente documento, contiene le integrazioni al Piano dell’Offerta Formativa per l’anno scolastico
2015-2016.
Dal punto di vista normativo si fa riferimento a:
- Legge 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali
sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale”;
-
Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria, in
vigore con il decreto ministeriale n. 254 del 16 Novembre 2012 (G.U. n. 30 del 5 Febbraio
2013) sostituisce sia le Indicazioni nazionali del 2004 che le Indicazioni per il curricolo del
2007.
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La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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La presente integrazione al POF è stata elaborata dal Collegio dei Docenti e confrontata in momenti
di lavoro congiunto con i responsabili dell’Ente gestore e approvata dal collegio dei Docenti.
L’integrazione riguarda i seguenti aspetti :
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
il rapporto scuola-famiglia
il raccordo con il nido
il raccordo con la scuola primaria
L’accoglienza di bambini nati fino al 28 febbraio 2013;
L’organizzazione dei laboratori didattici di intersezione.
Orari, calendario annuale e tempi della giornata a scuola.
Le attività extra –curriculari.
Il rapporto scuola-famiglia
La scuola La Zolla, sia per la sua storia educativa, che per la sua forma giuridica (cooperativa di
genitori), pone un’attenzione pedagogica particolare alla continuità orizzontale, cioè al rapporto con
i genitori dei bambini frequentanti, considerati come i primi e insostituibili educatori.
Le Insegnanti, la Direttrice e la scuola nel suo complesso, intendono impegnarsi con decisione in
un’azione tesa a maturare una posizione umana e professionale aperta alla collaborazione con i
genitori, riconoscendo la loro primaria responsabilità nell’educazione dei figli, che si esplica anche
attraverso la scelta della scuola.
Riteniamo che il rapporto con i genitori debba avere uno spazio per condividere le ragioni educative
che sostengono l’esperienza che si vive con i bambini a scuola, e che la domanda di educazione che
i genitori pongono alla scuola, debba trovare un’attenzione vigile nelle insegnanti. Per questo, nel
corso dell’anno, ogni insegnante è tenuta ad una particolare cura e attenzione ai seguenti impegni:

Il colloquio di inizio anno, preliminare alla frequenza dei bambini nuovi iscritti. E’ fissato
nella prima settimana di settembre e costituisce la prima occasione per i genitori e le
Insegnanti di iniziare a conoscersi e di scambiarsi le informazioni essenziali sul bambino, sulla
sua crescita ed educazione, avviando così una positiva collaborazione fondata sulla fiducia e
sull’ascolto reciproco.

Momenti di incontro quotidiani, legati all’accompagnamento dei bambini a scuola.
L’affidamento quotidiano del proprio bambino da parte della madre o del padre e la
riconsegna dello stesso, al termine della giornata, da parte della maestra sono occasioni
preziose e ripetute per costruire una fiducia e un’intesa reciproca. Per questo è
indispensabile che possano svolgersi in un ambiente favorevole per permettere una breve
ma utile comunicazione. L’accoglienza dei bambini avviene perciò nelle singole sezioni.

I colloqui individuali, durante il percorso dell’anno scolastico, sono fissati con cadenza
mensile, dopo l’orario scolastico, dalle 16 alle 18 e comunicato ai genitori attraverso Agenda
Zolla. I colloqui tra Insegnanti e genitori, con un impegno orario di 30 minuti circa per
ognuno, sono preziosi per verificare il cammino personale che il bambino sta compiendo,
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La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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individuando insieme gli aspetti di attenzione su cui lavorare. A questo scopo le Insegnanti
avranno cura di sollecitare i genitori a fissare i colloqui stessi, e dopo averli sostenuti, ne
cureranno una sintetica trascrizione che servirà a rendere più proficuo e preciso il lavoro ed
anche a trattenere una documentazione del percorso del bambino.

Incontri di sezione, sono due/tre all’anno e vengono annunciati con anticipo attraverso lo
strumento informativo “Agenda Zolla”, e richiamati con apposita circolare contenente anche
l’ordine del giorno. Tali incontri si svolgono in orario pomeridiano, dalle 17.30 alle 19.30. Il
contenuto degli incontri di sezione non consiste soltanto nella comunicazione delle
Insegnanti e della Direttrice, che pure dovrà essere puntuale ed efficace in merito ai percorsi
educativi e didattici proposti, ma dovrà prevedere anche la partecipazione attiva dei genitori,
che saranno chiamati a portare il loro contributo di esperienza e le loro domande, così da
arricchire il dialogo sia con le Insegnanti che con gli altri genitori e contribuire in modo
significativo a delineare un cammino di crescita unitario per i bambini, pur nella diversità
degli ambiti, famigliare e di scuola.

Incontri generali di scuola, per approfondire tematiche educative, ne sono previsti alcuni,
con la presenza di specialisti, in relazione a domande e bisogni che emergono nel corso
dell’anno.
Il raccordo con il Nido e Primi momenti di accoglienza dei bambini nuovi iscritti
I bambini che frequentano le strutture educative per la prima infanzia sono molti e in costante
aumento. Per conoscere ogni bambino e il loro percorso educativo occorre quindi tener presente
anche la realtà del nido frequentato, pur nella convinzione che la famiglia ha la primaria
responsabilità educativa nei confronti dei figli e che, in tal senso, rimane il nostro interlocutore
privilegiato.
Il raccordo si rende necessario proprio per tener presente che il bambino ha già un’esperienza di
vita di gruppo e che ha bisogno di un adeguato accompagnamento per potersi inserire nel nuovo
ambiente e procedere serenamente nel suo cammino di crescita.
Il nostro progetto di raccordo prevede un primo contatto con i nidi di provenienza dei bambini
nuovi iscritti nei mesi di marzo/aprile, per conoscere la struttura e il loro progetto educativo.
Nel mese di maggio i bambini saranno invitati a trascorrere una mattinata nella nostra Scuola
dell’Infanzia, accompagnati dalle mamme.
Questo primo incontro, proposto comunque a tutti i bambini nuovi iscritti, serve per conoscere
l’ambiente e per avvicinare i bambini mezzani e piccoli, che saranno i futuri compagni di scuola.
Per rendere positivo questo primo approccio, i bambini saranno aiutati dalle insegnanti a svolgere
attività di manipolazione, di gioco e di canto insieme. Il primo incontro si conclude con la consegna
di un dono che diventa anche compito da svolgere durante l’estate, in compagnia di mamma e
papà: un sacchetto colorato e disegnato dai bambini grandi in cui raccogliere i “tesori delle
vacanze”: sassolini, conchiglie, sabbia, pigne, foglie e quanto la natura dei luoghi visitati rende
disponibile. Serviranno a settembre per iniziare le attività e per farsi conoscere, raccontando di sé.
.
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Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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Una riunione con i genitori dei bambini iscritti, organizzata dopo la metà di giugno, darà la possibilità
di comunicare la formazione delle sezioni, conoscere le insegnanti e stabilire con loro
l’appuntamento per il primo colloquio di settembre, indispensabile per organizzare l’inserimento
personalizzato di ogni nuovo bambino.
Questo momento di lavoro è fortemente necessario perché il passaggio è faticoso anche per i
genitori e solo conoscendo le ragioni educative che sostengono i ritmi e l’organizzazione della scuola
dell’infanzia, potranno accompagnare con serenità i loro bambini nella nuova esperienza.
Il raccordo con la scuola primaria
Il raccordo per i bambini dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia con le classi prime della scuola
primaria La Zolla è attuato secondo una modalità che prevede i seguenti incontri:
o Il primo è di confronto e di verifica tra le Insegnanti delle prime classi della scuola primaria e
le Insegnanti della scuola dell’infanzia, da attuarsi tra la fine di ottobre e metà novembre.
o Il secondo incontro tra le insegnanti si attuerà nel mese di marzo per programmare le
mattinate e le attività da proporre a tutti i bambini dell’ultimo anno della scuola dell’Infanzia.
Le attività sono scelte per favorire un primo e positivo approccio alla realtà della Scuola Primaria e
per iniziare a scoprire e a conoscere l’ambiente e le proposte. L’opportunità di poter trascorrere una
mattinata nelle classi prime, partecipando alle attività didattiche insieme agli alunni, ha la duplice
finalità di far conoscere sia le novità proprie del livello scolastico, come la lettura e la scrittura, sia
le attività con le quali hanno già familiarità, come il disegno, la narrazione, la conversazione guidata.
E’ prevista perciò anche la partecipazione ad attività guidate da specialisti, come l’attività motoria,
l’attività musicale, il laboratorio di immagine, il laboratorio di inglese.
Il raccordo costituisce inoltre un’occasione preziosa per le Insegnanti dei due diversi livelli: è
possibile una conoscenza diretta dei diversi percorsi didattici e una condivisione di “sguardo” sui
bambini, teso da una parte a valorizzare il percorso fatto, dall’altro a conoscere la tappa successiva
sulla quale si innestano gli apprendimenti specifici della Scuola Primaria.
Accoglienza dei bambini nati entro il 28 febbraio
La legge 53/03 (art.2, par.e) prevede che “….alla scuola dell’infanzia possano essere iscritti, i bambini
e le bambine che compiono tre anni entro il 30 aprile”.
Nelle nostre sezioni accogliamo alcuni bambini nati tra il 1° gennaio e il 28 febbraio, inseriti nelle
normali sezioni eterogenee.
Questi bambini richiedono alle insegnanti e a tutta la scuola, un lavoro di cura educativa e di
accompagnamento personalizzato, unitamente ad una attenta osservazione da parte delle
Insegnanti di sezione e delle Insegnanti corresponsabili, per offrire ai bambini più piccoli adeguati
percorsi educativi e didattici, anche differenziati nelle modalità e nei tempi.
E’ necessaria inoltre una estrema gradualità nei tempi dell’inserimento, l’inizio dell’inserimento
viene posticipato, in accordo con i genitori, per non soverchiare la reale maturità dei bambini.
Le settimane di frequenza antimeridiana sono prolungate in relazione alla risposta del singolo
bambino.
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Per verificare adeguatamente le situazione dell’anticipo e per offrire a tutti i bambini la possibilità
di vivere un’esperienza educativa positiva, le Insegnanti di sezione in cui sono inseriti i bambini che
hanno anticipato la frequenza sono impegnate in una costante osservazione di tali bambini e delle
loro risposte alla situazione educativa e didattica della scuola.
I genitori sono invitati ad una collaborazione più intensa con le Insegnanti, per cogliere eventuali
difficoltà dei bambini rispetto ai tempi di frequenza e ai ritmi della giornata e confrontarli con le
stesse insegnanti di sezione.
Organizzazione dei laboratori di sezione e intersezione
La personalizzazione trova nelle attività educative e didattiche di intersezione, una concreta
possibilità di esperienza significativa per ogni bambino, anche considerato nella sua specifica età:
tre, quattro e cinque anni.
Normalmente le attività di intersezione vengono condotte dalle Insegnanti della scuola, ma per
alcune ci si avvale dell’apporto specialistico di esperti, che affiancano le Insegnanti in particolari
attività didattiche.
Quest’anno il Collegio dei Docenti ha scelto di approfondire con i bambini il tema della esplorazione
e della scoperta del mondo, iniziando dalla scoperta di sé e delle relazioni umane fondamentali,
sottolineando in particolare la conoscenza e la cura di ciò che ci circonda e che rende possibile e
bella la vita di ciascuno.
Verranno strutturati laboratori di scoperta per consentire ad ogni bambino di vivere esperienze
dirette ed esplorare così la realtà attivando in modo globale e unitario tutte le sue potenzialità,
impegnando MENTE, CUORE, MANI. I laboratori saranno introdotti dalle insegnanti della scuola e
impegneranno, in modo diversificato, tutti i bambini.
L’esigenza di scoprire e di conoscere è molto forte nei bambini dai tre ai sei anni, che desiderano
entrare in relazione attiva con ciò che li circonda: vedere, toccare, manipolare, trasformare. In
questo implicano tutta la loro persona, intelligenza e affettività, mente, cuore, mano. La scoperta
passa attraverso gesti molto concreti, sempre accompagnati dalle insegnanti che aiutano i bambini
a dare un nome ed un senso alle loro scoperte e ad ordinarle per essere interiorizzate e diventare
personale patrimonio conoscitivo.
I “perchè” tipici dei bambini di questa età ci dicono quanto desiderio di scoperta c’è in loro, per
questo non vanno disattesi o banalizzati, ma considerati come occasione preziosa per un cammino
conoscitivo semplice, ma molto pregnante.
Fondamentale è la guida e la presenza dell’insegnante, che sostiene e rilancia la spinta naturale del
bambino, che vuole scoprire sé, il mondo e il suo significato, a partire da aspetti particolari che lo
toccano da vicino e, attraverso quelli, arrivare a tutta la realtà. Per questo saranno proposti percorsi
di esperienza in cui i bambini saranno aiutati a scoprire aspetti particolari, osservando e
verbalizzando ciò che scoprono, riflettendo e ponendo domande, rappresentando le loro scoperte
attraverso disegni e simboli. A livello di metodo non si tratta di “fare tante cose”, ma di “fare
giudicando”, cioè fare e rielaborare, far diventare gradualmente l’azione del bambino un atto
consapevole, quindi ricco di senso.
Il riordino e la documentazione delle esperienze vissute avrà uno spazio e un’attenzione sempre
maggiore, anche in relazione alle diverse età dei bambini.
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Educazione religiosa
I momenti e le attività di educazione religiosa sono strettamente collegate al tema dell’anno, alla
vita e alle attività che si svolgono a scuola e alle feste più importanti del calendario liturgico della
Chiesa cattolica. L’educazione religiosa viene proposta dalle insegnanti di sezione abilitate, e si
svolge nei giorni di martedì mattina e giovedì pomeriggio. Sono previsti nell’anno momenti di
narrazione della Storia di Gesù da parte del sacerdote invitato, che da anni collabora con la nostra
scuola.
Laboratorio Arte e creatività
Il disegno, la pittura, la manipolazione, sono anch'essi “parola”, attraverso cui i bambini esprimono
e narrano le loro esperienze più significative, il loro pensiero e la loro interiorità, dando ad essi forma
e colore.
Sono “narrazioni” di sé, che ogni insegnante impara a riconoscere, a leggere e a custodire come
tracce della storia che il bambino vive a scuola, ma che includono tutta la sua esperienza.
E' importante che si offrano materiali, tempi e uno spazio adeguato per questa forma di espressività
dei bambini così interessante e complementare alla parola orale e i bambini possono svolgere
questa attività ogni giorno.
Si favorirà inoltre l'incontro dei bambini con l'arte, attraverso opere scelte, per scoprire lo sguardo
che l'artista ha sulla realtà e che esprime attraverso l'uso del colore, delle forme e delle tecniche
pittoriche, oltre che dei soggetti rappresentati.
Anche l'arte racconta: scopriremo nel corso dell'anno come i grandi artisti narrano attraverso le
loro opere.
Il laboratorio di arte e creatività, rivolto ai bambini di 5/6 anni – Gruppo dei bambini grandi - si
svolge in uno spazio appositamente attrezzato nel salone della scuola, è condotto da una specialista
e dalle insegnanti di sezione, con cadenza settimanale per tutto l’anno scolastico
Laboratorio di attività psicomotoria
Tale attività inizia in ottobre per il gruppo dei bambini di 5-6 anni (ultimo anno di frequenza) ed è
condotta dalle insegnanti della scuola. Si svolge con cadenza settimanale, IL MERCOLEDI’, dalle ore
9,30 alle 11, nella palestra della scuola.
La stessa attività, con obiettivi diversi, è rivolta anche al gruppo dei bambini mezzani di 4-5 anni e
si svolge, con cadenza settimanale, IL LUNEDI’ E IL GIOVEDI’, dalle 9,30 alle 10.30, in Palestra. La
conduzione dell'attività è affidata alle insegnanti della scuola.
Per il gruppo dei bambini di 3-4 anni (primo anno di frequenza), l'attività psicomotoria inizierà a fine
gennaio, per consentire ai bambini nuovi iscritti di completare con sicurezza il percorso di
inserimento nella scuola dell'Infanzia, in modo da poter accettare serenamente di inserirsi nel
gruppo di intersezione, che comprende coetanei e insegnanti non ancora conosciuti, anche se
facenti parte della scuola.
Sarà condotta dalle Insegnanti e si svolgerà nel salone della Scuola dell'Infanzia.
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Attività di educazione musicale e canto corale
Considerato l’alto livello conseguito nei precedenti anni, si riproporrà, per il gruppo dei bambini
grandi, l’attività di Educazione Musicale, guidato dall’insegnante specialista in compresenza con due
insegnanti della scuola. Il nostro esperto condurrà i bambini in esperienze di educazione all'ascolto
di vari brani di musica classica, scelti in particolare per scoprire che anche la musica evoca e narra
attraverso ritmi e temi diversi. Si procederà alla individuazione dei timbri dei diversi strumenti
musicali, ed infine i bambini saranno invitati a scegliere uno strumento (tra quelli dello strumentario
Orff) per formare gruppi di strumenti a percussione ed effettuare un accompagnamento sonoro di
brani musicali scelti.
Il giorno settimanale è fissato al Lunedì, dalle 14 alle 15, con inizio a metà settembre e la conclusione
è prevista per l'inizio di giugno.
Per quanto riguarda l'educazione al canto corale, si è programmato un'apposita attività rivolta ai
bambini mezzani e piccoli, cui si aggiungeranno, in occasione della preparazione di canti comuni,
anche i bambini grandi. Il giorno è fissato al martedì mattina, nel salone della scuola. Sarà guidato
dalle insegnanti e accompagnato dalla chitarra di una di esse.
Primo approccio alla lingua inglese
Nel corso dell’intero anno scolastico è presente una insegnante madrelingua, con lo specifico
obiettivo di introdurre i bambini ad un primo apprendimento corretto della nuova lingua, senza
mutare il ritmo della giornata e l’impostazione delle attività ludiche e didattiche.
La presenza della specialista, che si affianca alle insegnanti di sezione, è organizzata in due incontri
settimanali, l’attività si svolge in sezione nei giorni di martedì e venerdì.
Sono previsti inoltre momenti settimanali di approfondimento per i bambini di 5 anni, per
narrazione e drammatizzazione di storie in lingua inglese, per l’apprendimento di giochi, canti e
filastrocche, anche in preparazione delle feste che si svolgono nel corso dell’ anno.
Dal corrente anno scolastico, due insegnanti di sezione, dopo adeguata formazione effettuata in
Università Cattolica sul Metodo CLIL, svolgeranno settimanalmente alcune attività in lingua inglese
per offrire a tutti i bambini ulteriori occasioni di apprendimento e di familiarizzazione con la nuova
lingua.
Il calendario, gli orari, tempi e spazi
La scuola segue il calendario annuale fissato dall’Ufficio Scolastico Regionale, con alcune variazioni
previste dal nuovo decreto legislativo sull’Autonomia (legge 15 marzo 99, n. 59).
Il calendario scolastico è definito in base alle disposizioni nazionali e regionali. Le attività sono
iniziate il giorno 7 settembre 2015 e termineranno il 29 giugno 2016.
Sono previsti i seguenti giorni di festività/ vacanza/sospensione scuola:
•
2 novembre 2015 commemorazione dei defunti
•
7 e 8 dicembre 2015 S. Ambrogio e Immacolata
•
Dal 23 dicembre al 6 gennaio 2016 vacanze di Natale
•
•
11 e 12 febbraio 2016 vacanze di carnevale
Da giovedì 24 a martedì 29 marzo 2016 vacanze di Pasqua
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•
•
Lunedì 25 aprile 2016
Giovedì 2 e venerdì 3 giugno 2016 festa della Repubblica e interfestivo
L’orario di apertura raggiunge le otto ore giornaliere, dalle ore 8 alle ore 16, con le diverse possibilità
di uscita dal lunedì al venerdì:
ENTRATA DALLE ORE 8 ALLE ORE 9;
1° USCITA DALLE ORE 13,00 ALLE ORE 13,30
2° USCITA DALLE ORE 15,45 ALLE ORE 16,00.
E’ RICHIESTA AI GENITORI L’OSSERVANZA PUNTUALE DI TALI ORARI, PER PERMETTERE UN SERENO
SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’.
E’ previsto un prolungamento orario fino alle ore 17.30 per le famiglie che ne fanno richiesta.
All’interno delle attività del prolungamento, una volta la settimana, è presente l’insegnante
madrelingua inglese con proposte semplici e adeguate al gruppo di bambini e al momento della
giornata.
Organizzazione dei tempi
Il tempo nella scuola si struttura in tre momenti fondamentali:
 l’accoglienza e la riconsegna dei bambini: arrivo e congedo;
 il gioco libero e strutturato, le attività didattiche strutturate e libere;
 la convivenza e le attività di cura personale (pranzo, sonno, uso dei servizi)
La giornata ha un ritmo stabile, che aiuta i bambini a orientarsi nel tempo e a capire ciò che viene
prima e ciò che viene dopo, anche in vista del ritorno della mamma e del rientro a casa. Per esempio,
per i bambini di tre anni è rassicurante sapere che, dopo pranzo li attende il momento del riposo,
oppure che andranno a casa, mentre per i bambini medi e grandi il tempo dopo il pranzo è
interessante perché c’è sempre uno spazio per il gioco in salone o all’aperto e dopo, in classe, il
momento magico del racconto della maestra e per continuare le attività didattiche.
I tempi di permanenza a scuola godono di una giusta flessibilità, e vengono decisi insieme ai genitori
dei bambini. All’inizio della frequenza c’è una attenzione alla gradualità, per consentire ai bambini
di tre anni di familiarizzare serenamente con il nuovo ambiente, senza soverchiare le loro capacità
di allontanamento dalla casa e dalla figure principali di riferimento; negli anni successivi si presta
attenzione a momenti particolari della vita del singolo bambino e della sua famiglia, in riferimento
ai tempi di frequenza.
Organizzazione dei gruppi sezione e degli spazi
La scuola dell’Infanzia La Zolla di via G. Carcano accoglie 150 bambini, suddivisi in 6 sezioni miste.
La struttura per sezioni garantisce la precisione e la continuità dei rapporti tra i bambini e le
Insegnanti e tra coetanei, rendendo possibile una ricca e continuativa vita di relazioni e di
apprendimenti.
 Le sezioni sono miste, in relazione all’età e al sesso dei bambini.
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La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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La scelta della sezione mista è sostenuta dalla convinzione che l’interazione tra bambini di diverse
età offre preziose occasioni di confronto, di arricchimento e quindi di crescita. I bambini di tre anni
sono infatti sollecitati dalla presenza attiva dei più grandi, dai quali sono aiutati sia in modo diretto,
sia attraverso l’esempio che essi offrono. I bambini medi e grandi, a loro volta, spontaneamente o
su invito delle Insegnanti, sono sollecitati a coinvolgersi con i più piccoli nei diversi momenti della
vita scolastica, soprattutto nel gioco, e ciò contribuisce a renderli più responsabili e più consapevoli
delle proprie capacità e a maturare atteggiamenti profondi di collaborazione di solidarietà.
Inoltre l’incontro con bambini diversi ci consente di educare concretamente ad accettare e a
considerare la diversità come una ricchezza e una risorsa: la diversità non è mai una condizione
emarginante, nemmeno quella dei bambini diversamente abili, che accogliamo nella nostra scuola.
Non manca, nelle proposte didattiche, una specifica attenzione ad ognuna delle tre età.
Le proposte vengono realizzate prevalentemente nella sezione, ma anche in momenti di
intersezione. Essi costituiscono una occasione di incontro con altri adulti e bambini della stessa
scuola e consentono una più articolata proposta didattica, predisposta in funzione di ognuna delle
tre età.
Anche per le Insegnanti i momenti di intersezione sono importanti perché consento di intensificare
la collaborazione e la condivisione non solo della proposta didattica, ma soprattutto dell’attenzione
a cogliere la domanda dei bambini, anche di quelli che non fanno parte della propria sezione, e a
cercare di rispondervi nei modi più adeguati per la loro crescita.
Gli spazi della scuola dell’infanzia sono pensati in funzione dei bambini, per favorire e promuovere
continue opportunità di incontro con le Insegnanti, con i coetanei e con le cose, al fine di renderli
sempre più sicuri nel nuovo ambiente, più responsabili delle scelte che possono operare e più
disponibili a partecipare all’esperienza che viene loro proposta.
Personale docente e non docente:
Le Insegnanti sono 7 a tempo pieno e 5 a tempo parziale
Ogni sezione ha una insegnante stabile, più una seconda a tempo parziale.
Insegnanti 12
Direttrice 1
Segretaria 1
Assistenti 2 a tempo parziale
La sede è così composta:
Salone con angolo lettura, della casa, delle costruzioni e del gioco di movimento
6 aule
1 Laboratorio
Aula nanna polifunzionale
Bagni bambini e adulti
Corridoio
Ufficio Direttrice
Ufficio segreteria
Refettorio
Palestra
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La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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Spazi esterni: cortile alberato.
Le attività extra-curricolari
Ai genitori dei bambini della Scuola dell’Infanzia è data la possibilità di far frequentare ai loro figli
alcune attività opzionali settimanali, dalle 16 alle 17, secondo il programma denominato “Zolla Più”.
Le attività sono proposte direttamente dalla Scuola.
Quest’anno la proposta verte su:
 Primo approccio alla lingua inglese, condotta da insegnante madrelingua, con l’utilizzo di una
metodologia adeguata all’età dei bambini. Giorno fissato: GIOVEDI’, DALLE 16 ALLE 17.
 Laboratorio di Psicomotricità. Giorno fissato: LUNEDI’, DALLE 16 ALLE 17.
La proposta mira a sostenere l’emergere di abilità motorie, di gioco e linguaggio e a consolidare
i prerequisiti per la scuola Primaria. Favorisce inoltre la socializzazione e il confronto con i pari,
attraverso l’espressione e la sperimentazione motoria con i pari e con l’adulto.
Gli incontri saranno tenuti da una Neuropsicomotricista, con esperienza di attività individuali e
di gruppo.
INTEGRAZIONI PER L’ANNO SCOLASTICO 2015-2016 AL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
SCUOLE DELL’INFANZIA DI VIA BERGOGNONE E PIAZZALE BRESCIA
Il presente documento, contiene le integrazioni al Piano dell’Offerta Formativa per l’anno scolastico
2015-2016.
Dal punto di vista normativo si fa riferimento a:
- Legge 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali
sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale”;
-
Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria, in
vigore con il decreto ministeriale n. 254 del 16 Novembre 2012 (G.U. n. 30 del 5 Febbraio
2013) sostituisce sia le Indicazioni nazionali del 2004 che le Indicazioni per il curricolo del
2007.
La presente integrazione al POF è stata elaborata dal Collegio dei Docenti e confrontata in momenti
di lavoro congiunto con i responsabili dell’Ente gestore e approvata dal collegio dei Docenti.
L’integrazione riguarda i seguenti aspetti :
8. il rapporto scuola-famiglia
9. il raccordo con il nido
10. il raccordo con la scuola primaria
11. L’accoglienza di bambini nati fino al 28 febbraio 2013;
12. L’organizzazione dei laboratori didattici di intersezione.
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Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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13. Orari, calendario annuale e tempi della giornata a scuola.
14. Le attività extra –curriculari.
Il rapporto scuola-famiglia
La scuola La Zolla, sia per la sua storia educativa, che per la sua forma giuridica (cooperativa di
genitori), pone un’attenzione pedagogica particolare alla continuità orizzontale, cioè al rapporto con
i genitori dei bambini frequentanti, considerati come i primi e insostituibili educatori.
Le Insegnanti, la Direttrice e la scuola nel suo complesso, intendono impegnarsi con decisione in
un’azione tesa a maturare una posizione umana e professionale aperta alla collaborazione con i
genitori, riconoscendo la loro primaria responsabilità nell’educazione dei figli, che si esplica anche
attraverso la scelta della scuola.
Riteniamo che il rapporto con i genitori debba avere uno spazio per condividere le ragioni educative
che sostengono l’esperienza che si vive con i bambini a scuola, e che la domanda di educazione che
i genitori pongono alla scuola, debba trovare un’attenzione vigile nelle insegnanti. Per questo, nel
corso dell’anno, ogni insegnante è tenuta ad una particolare cura e attenzione ai seguenti impegni:

Il colloquio di inizio anno, preliminare alla frequenza dei bambini nuovi iscritti. E’ fissato
nella prima settimana di settembre e costituisce la prima occasione per i genitori e le
Insegnanti di iniziare a conoscersi e di scambiarsi le informazioni essenziali sul bambino, sulla
sua crescita ed educazione, avviando così una positiva collaborazione fondata sulla fiducia e
sull’ascolto reciproco.

Momenti di incontro quotidiani, legati all’accompagnamento dei bambini a scuola.
L’affidamento quotidiano del proprio bambino da parte della madre o del padre e la
riconsegna dello stesso, al termine della giornata, da parte della maestra sono occasioni
preziose e ripetute per costruire una fiducia e un’intesa reciproca. Per questo è
indispensabile che possano svolgersi in un ambiente favorevole per permettere una breve
ma utile comunicazione. L’accoglienza dei bambini avviene perciò nelle singole sezioni.

I colloqui individuali, durante il percorso dell’anno scolastico, sono fissati con cadenza
mensile, dopo l’orario scolastico, dalle 16 alle 18 e comunicato ai genitori attraverso Agenda
Zolla. I colloqui tra Insegnanti e genitori, con un impegno orario di 30 minuti circa per
ognuno, sono preziosi per verificare il cammino personale che il bambino sta compiendo,
individuando insieme gli aspetti di attenzione su cui lavorare. A questo scopo le Insegnanti
avranno cura di sollecitare i genitori a fissare i colloqui stessi, e dopo averli sostenuti, ne
cureranno una sintetica trascrizione che servirà a rendere più proficuo e preciso il lavoro ed
anche a trattenere una documentazione del percorso del bambino.

Incontri di sezione, sono due/tre all’anno e vengono annunciati con anticipo attraverso lo
strumento informativo “Agenda Zolla”, e richiamati con apposita circolare contenente anche
l’ordine del giorno. Tali incontri si svolgono in orario pomeridiano, dalle 17.30 alle 19.30. Il
contenuto degli incontri di sezione non consiste soltanto nella comunicazione delle
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Insegnanti e della Direttrice, che pure dovrà essere puntuale ed efficace in merito ai percorsi
educativi e didattici proposti, ma dovrà prevedere anche la partecipazione attiva dei genitori,
che saranno chiamati a portare il loro contributo di esperienza e le loro domande, così da
arricchire il dialogo sia con le Insegnanti che con gli altri genitori e contribuire in modo
significativo a delineare un cammino di crescita unitario per i bambini, pur nella diversità
degli ambiti, famigliare e di scuola.

Incontri generali di scuola, per approfondire tematiche educative, ne sono previsti alcuni,
con la presenza di specialisti, in relazione a domande e bisogni che emergono nel corso
dell’anno.
Il raccordo con il Nido e Primi momenti di accoglienza dei bambini nuovi iscritti
I bambini che frequentano le strutture educative per la prima infanzia sono molti e in costante
aumento. Per conoscere ogni bambino e il loro percorso educativo occorre quindi tener presente
anche la realtà del nido frequentato, pur nella convinzione che la famiglia ha la primaria
responsabilità educativa nei confronti dei figli e che, in tal senso, rimane il nostro interlocutore
privilegiato.
Il raccordo si rende necessario proprio per tener presente che il bambino ha già un’esperienza di
vita di gruppo e che ha bisogno di un adeguato accompagnamento per potersi inserire nel nuovo
ambiente e procedere serenamente nel suo cammino di crescita.
Il nostro progetto di raccordo prevede il contatto con i nidi di provenienza dei bambini nuovi iscritti.
Nel mese di maggio i bambini saranno invitati a trascorrere una mattinata nella nostra Scuola
dell’Infanzia, accompagnati dalle mamme.
Questo primo incontro, proposto comunque a tutti i bambini nuovi iscritti, serve per conoscere
l’ambiente e per avvicinare i bambini mezzani e piccoli, che saranno i futuri compagni di scuola.
Per rendere positivo questo primo approccio, i bambini saranno aiutati dalle insegnanti a svolgere
attività di manipolazione, di gioco e di canto insieme. Il primo incontro si conclude con la consegna
di un dono che diventa anche compito da svolgere durante l’estate, in compagnia di mamma e
papà: un sacchetto colorato e disegnato dai bambini grandi in cui raccogliere i “tesori delle
vacanze”: sassolini, conchiglie, sabbia, pigne, foglie e quanto la natura dei luoghi visitati rende
disponibile. Serviranno a settembre per iniziare le attività e per farsi conoscere, raccontando di sé.
.
Una riunione con i genitori dei bambini iscritti, organizzata dopo la metà di giugno, darà la possibilità
di comunicare la formazione delle sezioni, conoscere le insegnanti e stabilire con loro
l’appuntamento per il primo colloquio di settembre, indispensabile per organizzare l’inserimento
personalizzato di ogni nuovo bambino.
Questo momento di lavoro è fortemente necessario perché il passaggio è faticoso anche per i
genitori e solo conoscendo le ragioni educative che sostengono i ritmi e l’organizzazione della scuola
dell’infanzia, potranno accompagnare con serenità i loro bambini nella nuova esperienza.
Il raccordo con la scuola primaria
Il raccordo per i bambini dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia con le classi prime della scuola
primaria La Zolla è attuato secondo una modalità che prevede i seguenti incontri :
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o Il primo è di confronto e di verifica tra le insegnanti delle prime classi della scuola primaria e
le Insegnanti della scuola dell’infanzia, da attuarsi tra la fine di ottobre e metà novembre.
o Il secondo incontro tra le direzioni si attuerà per programmare la mattinata da proporre a
tutti i bambini dell’ultimo anno della scuola dell’Infanzia.
Le attività sono scelte per favorire un primo e positivo approccio alla realtà della Scuola Primaria e
per iniziare a scoprire e a conoscere l’ambiente e le proposte. L’opportunità di poter trascorrere una
mattinata nelle classi prime, partecipando alle attività didattiche insieme agli alunni, ha la duplice
finalità di far conoscere sia le novità proprie del livello scolastico, come la lettura e la scrittura, sia
le attività con le quali hanno già familiarità, come il disegno, la narrazione, la conversazione guidata.
Il raccordo costituisce inoltre un’occasione preziosa per le Insegnanti dei due diversi livelli: è
possibile una conoscenza diretta dei diversi percorsi didattici e una condivisione di “sguardo” sui
bambini, teso da una parte a valorizzare il percorso fatto, dall’altro a conoscere la tappa successiva
sulla quale si innestano gli apprendimenti specifici della Scuola Primaria.
Accoglienza dei bambini nati entro il 28 febbraio
La legge 53/03 (art.2, par.e) prevede che “….alla scuola dell’infanzia possano essere iscritti, i bambini
e le bambine che compiono tre anni entro il 30 aprile”.
Nelle nostre sezioni accogliamo alcuni bambini nati tra il 1° gennaio e il 28 febbraio, inseriti nelle
normali sezioni eterogenee.
Questi bambini richiedono alle insegnanti e a tutta la scuola, un lavoro di cura educativa e di
accompagnamento personalizzato, unitamente ad una attenta osservazione da parte delle
Insegnanti di sezione e delle Insegnanti corresponsabili, per offrire ai bambini più piccoli adeguati
percorsi educativi e didattici, anche differenziati nelle modalità e nei tempi.
E’ necessaria inoltre una estrema gradualità nei tempi dell’inserimento, l’inizio dell’inserimento
viene posticipato, in accordo con i genitori, per non soverchiare la reale maturità dei bambini.
Le settimane di frequenza antimeridiana sono prolungate in relazione alla risposta del singolo
bambino.
Per verificare adeguatamente le situazione dell’anticipo e per offrire a tutti i bambini la possibilità
di vivere un’esperienza educativa positiva, le Insegnanti di sezione in cui sono inseriti i bambini che
hanno anticipato la frequenza sono impegnate in una costante osservazione di tali bambini e delle
loro risposte alla situazione educativa e didattica della scuola.
I genitori sono invitati ad una collaborazione più intensa con le Insegnanti, per cogliere eventuali
difficoltà dei bambini rispetto ai tempi di frequenza e ai ritmi della giornata e confrontarli con le
stesse insegnanti di sezione.
Organizzazione dei laboratori di sezione e intersezione
La personalizzazione trova nelle attività educative e didattiche di intersezione, una concreta
possibilità di esperienza significativa per ogni bambino, anche considerato nella sua specifica età:
tre, quattro e cinque anni.
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Normalmente le attività di intersezione vengono condotte dalle Insegnanti della scuola, ma per
alcune ci si avvale dell’apporto specialistico di esperti, che affiancano le Insegnanti in particolari
attività didattiche.
Quest’anno il Collegio dei Docenti ha scelto di approfondire con i bambini il tema della MERAVIGLIA
DEL CREATO che invita alla scoperta, iniziando dalla scoperta di sé e delle relazioni umane
fondamentali, sottolineando in particolare la conoscenza e la cura di ciò che ci circonda e che rende
possibile e bella la vita di ciascuno.
Verranno strutturati laboratori di scoperta per consentire ad ogni bambino di vivere esperienze
dirette ed esplorare così la realtà attivando in modo globale e unitario tutte le sue potenzialità,
impegnando MENTE, CUORE, MANI. I laboratori saranno introdotti dalle insegnanti della scuola e
impegneranno, in modo diversificato, tutti i bambini.
L’esigenza di scoprire e di conoscere è molto forte nei bambini dai tre ai sei anni, che desiderano
entrare in relazione attiva con ciò che li circonda: vedere, toccare, manipolare, trasformare. In
questo implicano tutta la loro persona, intelligenza e affettività, mente, cuore, mano. La scoperta
passa attraverso gesti molto concreti, sempre accompagnati dalle insegnanti che aiutano i bambini
a dare un nome ed un senso alle loro scoperte e ad ordinarle per essere interiorizzate e diventare
personale patrimonio conoscitivo.
I “perchè” tipici dei bambini di questa età ci dicono quanto desiderio di scoperta c’è in loro, per
questo non vanno disattesi o banalizzati, ma considerati come occasione preziosa per un cammino
conoscitivo semplice, ma molto pregnante.
Fondamentale è la guida e la presenza dell’insegnante, che sostiene e rilancia la spinta naturale del
bambino, che vuole scoprire sé, il mondo e il suo significato, a partire da aspetti particolari che lo
toccano da vicino e, attraverso quelli, arrivare a tutta la realtà. Per questo saranno proposti percorsi
di esperienza in cui i bambini saranno aiutati a scoprire aspetti particolari, osservando e
verbalizzando ciò che scoprono, riflettendo e ponendo domande, rappresentando le loro scoperte
attraverso disegni e simboli. A livello di metodo non si tratta di “fare tante cose”, ma di “fare
giudicando”, cioè fare e rielaborare, far diventare gradualmente l’azione del bambino un atto
consapevole, quindi ricco di senso.
Il riordino e la documentazione delle esperienze vissute avrà uno spazio e un’attenzione sempre
maggiore, anche in relazione alle diverse età dei bambini.
Educazione religiosa
I momenti e le attività di educazione religiosa sono strettamente collegate al tema dell’anno, alla
vita e alle attività che si svolgono a scuola e alle feste più importanti del calendario liturgico della
Chiesa cattolica. L’educazione religiosa viene proposta dalle insegnanti di sezione abilitate.
Sono previsti nell’anno momenti di narrazione della Storia di Gesù da parte di un sacerdote della
nostra parrocchia.
Laboratorio Arte e creatività
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Il disegno, la pittura, la manipolazione, sono anch'essi “parola”, attraverso cui i bambini esprimono
e narrano le loro esperienze più significative, il loro pensiero e la loro interiorità, dando ad essi forma
e colore.
Sono “narrazioni” di sé, che ogni insegnante impara a riconoscere, a leggere e a custodire come
tracce della storia che il bambino vive a scuola, ma che includono tutta la sua esperienza.
E' importante che si offrano materiali, tempi e uno spazio adeguato per questa forma di espressività
dei bambini così interessante e complementare alla parola orale e i bambini possono svolgere
questa attività ogni giorno.
Si favorirà inoltre l'incontro dei bambini con l'arte, attraverso opere scelte, per scoprire lo sguardo
che l'artista ha sulla realtà e che esprime attraverso l'uso del colore, delle forme e delle tecniche
pittoriche, oltre che dei soggetti rappresentati.
Anche l'arte racconta:
scopriremo nel corso dell'anno come i grandi artisti narrano LE STAGIONI attraverso le loro opere.
Laboratorio di attività psicomotoria
Tale attività è condotta dalle insegnanti della scuola.
Si svolge con cadenza settimanale.
La stessa attività, con obiettivi diversi, è rivolta a tutti i bambini.
Per il gruppo dei bambini al primo anno di frequenza l’attività psicomotoria inizierà a fine gennaio,
per consentire ai bambini nuovi iscritti di completare con sicurezza il percorso di inserimento nella
scuola dell'Infanzia, in modo da poter accettare serenamente di inserirsi nel gruppo di intersezione,
che comprende coetanei e insegnanti non ancora conosciuti, anche se facenti parte della scuola.
Sarà condotta dalle Insegnanti e si svolgerà nel salone.
Attività di educazione musicale e canto corale
Considerato l’alto livello conseguito nei precedenti anni, si riproporrà l’attività di Educazione
Musicale in particolare per la preparazione dei momenti di festa della scuola .
Il nostro esperto condurrà i bambini in esperienze di educazione all'ascolto di vari brani di musica e
faremo un approfondimento sul ritmo e gli strumenti a percussione.
Per quanto riguarda l'educazione al canto corale, si è programmato un'apposita attività rivolta ai
bambini. L’attività si svolge nel salone della scuola, è guidata dalle insegnanti ed e accompagnato
dalla chitarra suonata da una di esse.
Primo approccio alla lingua inglese
Nel corso dell’intero anno scolastico è presente una insegnante madrelingua, con lo specifico
obiettivo di introdurre i bambini ad un primo apprendimento corretto della nuova lingua, senza
mutare il ritmo della giornata e l’impostazione delle attività ludiche e didattiche.
La presenza della specialista, che si affianca alle insegnanti di sezione, è organizzata in due incontri
settimanali, l’attività si svolge in sezione.
Sono previsti inoltre momenti settimanali di approfondimento per i bambini di 5 anni, per
narrazione e drammatizzazione di storie in lingua inglese, per l’apprendimento di giochi, canti e
filastrocche, anche in preparazione delle feste che si svolgono nel corso dell’ anno.
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Dal corrente anno scolastico, due insegnanti di sezione, dopo adeguata formazione effettuata in
Università Cattolica sul Metodo CLIL, svolgeranno settimanalmente alcune attività in lingua inglese
per offrire a tutti i bambini ulteriori occasioni di apprendimento e di familiarizzazione con la nuova
lingua.
Il calendario, gli orari, tempi e spazi
La scuola segue il calendario annuale fissato dall’Ufficio Scolastico Regionale, con alcune variazioni
previste dal nuovo decreto legislativo sull’Autonomia (legge 15 marzo 99, n. 59).
Il calendario scolastico è definito in base alle disposizioni nazionali e regionali. Le attività sono
iniziate il giorno 7 settembre 2015 e termineranno il 29 giugno 2016.
Sono previsti i seguenti giorni di festività/ vacanza/sospensione scuola:
•
2 novembre 2015 commemorazione dei defunti
•
7 e 8 dicembre 2015 S. Ambrogio e Immacolata
•
Dal 23 dicembre al 6 gennaio 2016 vacanze di Natale
•
•
•
•
11 e 12 febbraio 2016 vacanze di carnevale
Da giovedì 24 a martedì 29 marzo 2016 vacanze di Pasqua
Lunedì 25 aprile 2016
Giovedì 2 e venerdì 3 giugno 2016 festa della Repubblica e interfestivo
L’orario di apertura raggiunge le otto ore giornaliere, dalle ore 8 alle ore 16, con le diverse possibilità
di uscita dal lunedì al venerdì:
ENTRATA DALLE ORE 8 ALLE ORE 9;
1° USCITA DALLE ORE 13,00 ALLE ORE 13,30
2° USCITA DALLE ORE 15,45 ALLE ORE 16,00.
E’ RICHIESTA AI GENITORI L’OSSERVANZA PUNTUALE DI TALI ORARI, PER PERMETTERE UN SERENO
SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’.
Organizzazione dei tempi
Il tempo nella scuola si struttura in tre momenti fondamentali:
 l’accoglienza e la riconsegna dei bambini: arrivo e congedo;
 il gioco libero e strutturato, le attività didattiche strutturate e libere;
 la convivenza e le attività di cura personale (pranzo, sonno, uso dei servizi)
La giornata ha un ritmo stabile, che aiuta i bambini a orientarsi nel tempo e a capire ciò che viene
prima e ciò che viene dopo, anche in vista del ritorno della mamma e del rientro a casa. Per esempio,
per i bambini di tre anni è rassicurante sapere che, dopo pranzo li attende il momento del riposo,
oppure che andranno a casa, mentre per i bambini medi e grandi il tempo dopo il pranzo è
interessante perché c’è sempre uno spazio per il gioco in salone o all’aperto e dopo, in classe, il
momento magico del racconto della maestra e per continuare le attività didattiche.
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I tempi di permanenza a scuola godono di una giusta flessibilità, e vengono decisi insieme ai genitori
dei bambini. All’inizio della frequenza c’è una attenzione alla gradualità, per consentire ai bambini
di tre anni di familiarizzare serenamente con il nuovo ambiente, senza soverchiare le loro capacità
di allontanamento dalla casa e dalla figure principali di riferimento; negli anni successivi si presta
attenzione a momenti particolari della vita del singolo bambino e della sua famiglia, in riferimento
ai tempi di frequenza.
Organizzazione dei gruppi sezione e degli spazi
Le sezioni sono miste, in relazione all’età e al sesso dei bambini.
La scelta della sezione mista è sostenuta dalla convinzione che l’interazione tra bambini di diverse
età offre preziose occasioni di confronto, di arricchimento e quindi di crescita. I bambini di tre anni
sono infatti sollecitati dalla presenza attiva dei più grandi, dai quali sono aiutati sia in modo diretto,
sia attraverso l’esempio che essi offrono. I bambini medi e grandi, a loro volta, spontaneamente o
su invito delle Insegnanti, sono sollecitati a coinvolgersi con i più piccoli nei diversi momenti della
vita scolastica, soprattutto nel gioco, e ciò contribuisce a renderli più responsabili e più consapevoli
delle proprie capacità e a maturare atteggiamenti profondi di collaborazione di solidarietà.
Inoltre l’incontro con bambini diversi ci consente di educare concretamente ad accettare e a
considerare la diversità come una ricchezza e una risorsa: la diversità non è mai una condizione
emarginante, nemmeno quella dei bambini diversamente abili, che accogliamo nella nostra scuola.
Non manca, nelle proposte didattiche, una specifica attenzione ad ognuna delle tre età.
Le proposte vengono realizzate prevalentemente nella sezione, ma anche in momenti di
intersezione. Essi costituiscono una occasione di incontro con altri adulti e bambini della stessa
scuola e consentono una più articolata proposta didattica, predisposta in funzione di ognuna delle
tre età.
Anche per le Insegnanti i momenti di intersezione sono importanti perché consento di intensificare
la collaborazione e la condivisione non solo della proposta didattica, ma soprattutto dell’attenzione
a cogliere la domanda dei bambini, anche di quelli che non fanno parte della propria sezione, e a
cercare di rispondervi nei modi più adeguati per la loro crescita.
Gli spazi della scuola dell’infanzia sono pensati in funzione dei bambini, per favorire e promuovere
continue opportunità di incontro con le Insegnanti, con i coetanei e con le cose, al fine di renderli
sempre più sicuri nel nuovo ambiente, più responsabili delle scelte che possono operare e più
disponibili a partecipare all’esperienza che viene loro proposta.
Sede di P.le Brescia
Sono funzionanti quattro sezioni, con 6 insegnanti a tempo pieno e 1 part-time
1 Coordinatrice
1 Segretaria
2 Personale ausiliario
La sede è così composta:
Ingresso
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La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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Corridoio
Zona armadietti spogliatoi
4 aule-sezioni (3 area inferiore, 1 area superiore)
Spazi nanna (2 in sezione e 1 in salone polifunzionale superiore)
2 saloni polifunzionali
bagni bambini (1 area inferiore, 1 area superiore)
ufficio coordinatrice
segreteria
ampio spazio verde all’aperto attrezzato
orto didattico
Sede di Via Bergognone
Sono funzionanti due sezioni, con 3 insegnanti a tempo pieno e 1 part-time
1 Coordinatrice
1 segretaria part-time
1 cuoca
1 personale ausiliario
La sede è così composta oltre agli spazi delle sezioni:
corridoio ingresso
segreteria
salone ingresso
bagni bambini
salone polifunzionale
refettorio
cucina
aula nanna.
uno spazio all’aperto attrezzato.
Le attività extra-curricolari
Ai genitori dei bambini della Scuola dell’Infanzia è data la possibilità di far frequentare ai loro figli
alcune attività opzionali settimanali, dalle 16 alle 17, secondo il programma denominato “Zolla Più”.




Sede via Bergognone:
MANINE IN PASTA minicorso di cucina bilingue italiano inglese (lunedì)
GIOCO E SCOPRO laboratorio ludico e didattico (giovedì)
DIRE FARE CREARE laboratorio artistico e creativo(martedì)
LABORATORIO DI INGLESE bambini mezzani a cura di NEW ENGLISH TEACHING (martedì)
 LABORATORIO DI INGLESE bambini grandi a cura di NEW ENGLISH TEACHING (mercoledì)
Sede di Piazzale Brescia
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La Zolla
Piano dell’Offerta formativa Scuole dell’ Infanzia
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



MANINE IN PASTA minicorso di cucina bilingue italiano inglese (martedì)
GIOCO E SCOPRO laboratorio ludico e didattico (lunedì)
DIRE FARE CREARE laboratorio artistico e creativo(giovedì)
CORSO DI DANZA CLASSICA (mercoledì)
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