Scarica Grillo Bramante n. 1 Dicembre 2014
Transcript
Scarica Grillo Bramante n. 1 Dicembre 2014
e t n a m a r B o l l i r Il G Periodico del Liceo Bramante di Magenta Anno XXIV Scopri la tua città ideale, con il test a pagina 18! Le foto d’Arianna, a pagina 30! N. 1 Dicembre 2014 ne! colori onli a e n io s r e V vorresti dise o e r e iv r c s to a Ti piace ei interessa S i? tt e m fu gnare in quall Giornalino a e r a ip c rote r pa ai qualche p H ? o d o m o r siasi alt TATTACI! te.it posta? CON ceobraman ante@li grillobram Editoriale Alice Gambaro, Bianca Stan Buongiorno Bramantini! La scuola è ormai iniziata da tre mesi e le vacanze natalizie sono alle porte, speriamo, quindi, che nessuno abbia già perso l’entusiasmo, cedendo alla depressione… Diamo il benvenuto ai nuovi arrivati: agli studenti che sono qui per il primo anno, alla nostra nuova Preside, la dottoressa Venneri e alle new entry tra i docenti, in particolare al professor Bianchi che collabora con la professoressa Marcogiuseppe come referente del nostro Grillo. Auguriamo a tutti voi, inclusi i veterani, un nuovo anno pieno di soddisfazioni e preferibilmente poco costellato da esaurimenti nervosi. Pur fra tante difficoltà il Grillo ritorna alla carica per tenervi compagnia durante i lunghi mesi che si prospettano. L’inevitabilità dello stress scolastico verrà mitigata dalle consuete perle di professori e studenti (quelle, siamo sicure, le leggete tutti) e dalle vignette. Non fatevi mancare però i nostri articoli più seri: nella sezione attualità tratteremo della recente riforma della scuola e, visto che siamo in tema, delle rivolte giovanili, quindi articoli su problemi come per esempio il terrorismo. I primini avranno lo spotlight con un sondaggio sull’accoglienza (un must di stagione), mentre per gli sportivi ci saranno un pezzo sulle attività promosse dal nostro Istituto e un altro su un evento sportivo del passato; poi tutto quello che c’è da sapere sulla nuova iniziativa, il Bramante Day, con un’intervista agli organizzatori dell’evento che ha riscosso uno straordinario successso. Potrete poi trovare un articolo relativo alla serata a tema “Il linguaggio e la parola”, tenutasi presso il Cinemateatro Nuovo su Alda Merini che ha visto l’intervento di un docente del nostro Istituto, il professor Chiodini. Un altro articolo riguarda invece la mostra di Van Gogh al Palazzo Reale. Se avete voglia di accrescere la vostra cultura scientifico-linguistica, lo potrete fare mediante le informazioni sui segreti del cervello, nella sezione Scienze, e mediante i limerick in lingua. Ovviamente non possono mancare le consuete rubriche: potrete scoprire nuovi libri, film e musica grazie alle recensioni, imparare a cucinare qualcosa di edibile grazie alle ricette di Bramante ai Fornelli e affidarvi alle stelle con l’Oroscopo , anche se ancora non si conoscono le fonti a cui attingono le nostre veggenti – sarà[…] (Continua nella pagina seguente) Pagina 2 Il Grillo Bramante […] un segreto a cui non possiamo accedere noi comuni mortali. Per concludere, proponiamo i Pensieri in Libertà di uno dei nostri redattori e, nella sezione Opinioni, cercheremo di capire se è possibile bilanciare scuola e sport mentre nel Paginone centrale ci interrogheremo sulle mete predilette dei nostri viaggi, quelli dei nostri sogni. E con questo, vi lasciamo alla lettura: speriamo che non usiate le nostre pagine come munizioni nelle guerre intra/inter-classe! La redazione 1^B: Luca Donato, Alessandro Machniz 1^C: Amanda D'Angelo, Marta De Chiara, Daniel Lacidogna, Alessia Nolli, Marco Ottaiano 1^G: Davide Forgiarini 1^I: Alessia Ariti 3^A: Alice Fortunati 3^B: Matilda Guizzardi 4^A: Martina Albano, Luigi Casella, Alice Gambaro, Sonia Garavaglia, Sara Gussoni, Eletta Nava, Cristina Pelizzari 4^D: Camilla Alberti, Chiara Paleni, Bianca Stan 4^G: Andrea Tenconi, Giorgia Cacioppo 5^A: Francesco Colombo, Francesco Marcolli 5^B: Luca Bonasegale, Giorgia Colombo, Francesca Gambini, Alessandra Guaglio, Andrea Lo Sardo, Camilla Oldani, Martina Pedroli, Arianna Segaloni 5^E: Marco Cozzi 5^F: Lorenzo Motta, Valeria Pastori, Amedeo Pellegrini, Blerina Suka, Maria Grazia Tavera Impaginatori: Luigi Casella, Luca Donato, Alice Gambaro, Chiara Paleni, Bianca Stan Immagine di copertina: Marta De Chiara Vignettisti: Marta De Chiara, Alessandro Machniz Docenti referenti: Luigina Marcogiuseppe, Roberto Bianchi Pagina 3 Il Grillo Bramante In questo numero La nostra scuola Amarsport Benvenuti al Bramante! 5 An history made of star and stripes Lo sport dentro di noi 6 Grillobox E chi più ne, ha più ne metta 7 The Maze Runner 22 Bramante Day 8 Come non passare la notte di San Silvestro 23 Il favoloso mondo di Ameliè 24 Dal territorio 21 Alda Merini 10 Ah no… sono i Pink Floyd 25 Romanzo vs film 11 Niente haiku, siamo inglesi 26 Indietro tutta! 27 Scienza/Scienze I neuroni specchio e l’empatia 12 Il Racconto “Dejà vu”, già visto.. 13 Vero o Falso? 28 Fabiola Gianotti, direttrice del CERN 14 Break! 29 Bramarte Il pennello dell’interiorità Foto d’Arianna 15 Attualità Legno, pietra, metallo 30 Rubriche La buona scuola 16 Pensieri in libertà 31 Occupy 17 Bramante ai fornelli 32 Top Ten 33 Oroscopo celtico 34 Pagina centrale Quale città ti rappresenta? Il Test! 18 Isis 20 Pagina 4 La nostra scuola Siate entusiasti Un caro saluto della Dirigente al “Grillo” e all'istituto Cari ragazzi, come sapete sono arrivata a dirigere il vostro liceo solo all’inizio di questo anno scolastico. Tra le tante attività del nostro istituto ho appreso del progetto del Giornalino d’istituto “Il Grillo Bramante”, le cui attività sono egregiamente coordinate dalla prof.ssa Marcogiuseppe coadiuvata, quest’anno, dal prof. Bianchi. Un Giornalino scolastico può sembrare anacronistico. E invece no! È un progetto dal sapore antico ma sempre attuale che permette a voi ragazzi di dimostrare quanto abbiate appreso e quanto sappiate mettere in pratica ciò che sapete. Scrivere un articolo di giornale è un esercizio di competenza (dal latino cum-petere), bisogna appunto mettere in atto ciò che si è appreso, è il riconoscimento della padronanza di capacità specifiche acquisite tramite le conoscenze disciplinari e messe in pratica in un determinato contesto qual è l’attività di redazione di un giornale: dalla struttura, alla definizione dei contenuti fino alla grafica. Le competenze chiave di cittadinanza che vengono richieste agli studenti si leggono “in filigrana”, “in trasparenza”, tramite la dimostrazione delle competenze linguistiche e redazionali, tramite la capacità di analisi, di riflessione, di pensiero critico sulla realtà circostante e tramite la capacità di lavorare in team. L'ordinaria attività didattica ha infuso tali competenze che vengono poste in atto nella partecipazione alle attività del “Grillo Bramante”. Scrivere non è facile e lo è sempre meno in questo mondo di comunicazioni rapide e frammentate, sincopate, indotte dall’uso pervasivo dei social media ad ogni livello della vita privata, sociale e pubblica. Educare oggi significa prima di tutto cercare "luoghi in cui non correre", creare momenti per riflettere, discernere e comunicare. Chiamare “Il Grillo” semplicemente “giornalino”” è riduttivo, ciò anche alla luce degli apprezzamenti conseguiti a livello nazionale durante l'anno scolastico 2013/14. C’è tanta voglia di continuare con la voglia di guardare la realtà. Apprendo con orgoglio che ogni anno sono sempre più numerosi gli studenti desiderosi di partecipare a quest’attività giornalistica, che offre loro la possibilità di sentirsi parte viva sia della scuola, sia dell’ambiente esterno. I giovani studenti avvertono le problematiche e le attese dei nostri tempi. Il “Grillo” offre la possibilità di esprimere le proprie riflessioni, le proprie esperienze e, perché no, i propri sentimenti ed emozioni attraverso la scrittura nelle sue varie forme: intervista, commento, racconto, componimento poetico, elaborazione grafica. Auguro a tutti i “giornalisti in erba” di continuare con lo stesso entusiasmo iniziale e a tutti gli studenti del nostro Liceo di approdare a risultati sempre più brillanti, sia in ambito scolastico, sia extrascolastico. Pagina 5 La nostra scuola Benvenuti al Bramante! Le iniziative rivolte agli studenti di prima Alessio Nolli, Marco Ottaiano, Davide Forgiarini L’ impatto con le Superiori è spesso uno scoglio difficile da superare per gli studenti di prima, ma grazie alle iniziative promosse dal nostro Istituto il passaggio é stato sicuramente meno traumatico. Sono stati previsti, quindi, nell’ambito dell’Accoglienza alcuni momenti in cui gli alunni delle classi prime, accompagnati dai loro docenti e da studenti tutor, hanno effettuato il giro della scuola, hanno partecipato a un’uscita di trekking urbano e infine hanno avuto l’opportunità di assistere a una rappresentazione teatrale nell’Aula Magna del Liceo, messa in scena appositamente per loro! Il giro della scuola ha consentito ai ragazzi di conoscere in modo dettagliato l’Istituto nei suoi spazi più importanti, quelli che erano già stati visitati durante gli open day; i tutor hanno inoltre avuto un momento di confronto in classe con i primini per dare loro alcuni consigli e favorire quindi un’ambientazione più semplice. I nuovi arrivati hanno sfruttato questa opportunità per manifestare i loro dubbi con domande a cui gli studenti tutor hanno risposto in modo esaustivo e sorridente . Il trekking urbano per Magenta si è svolto in mattinata e ha dato modo di conoscere la città in cui risiede la Scuola soprattutto agli studenti provenienti dai paesi limitrofi che hanno apprezzato proprio per questo l’iniziativa. La rappresentazione teatrale tenutasi in Aula Magna è durata circa due ore e sono stati coinvolti i ragazzi del gruppo teatrale dell’ Istituto: la rappresentazione, basata su una giornata tipo di uno studente del nostro Liceo, ha riscosso tra il pubblico un notevole successo, tanto che molti ragazzi hanno deciso di partecipare al progetto teatrale. Abbiamo interpellato alcuni i ragazzi di prima, prendendo come campione 5 alunni di ogni classe: le domande a cui hanno dovuto rispondere sono le seguenti: è stata utile l’Accoglienza? Consiglieresti altro da proporre per i prossimi anni? Qual è stata l’ iniziativa che hai preferito maggiormente? Sulla base dei risultati del sondaggio possiamo concludere dicendo che la maggior parte degli studenti ha ritenuto utili le attività d’ Accoglienza in quanto li hanno aiutati ad integrarsi in una nuova realtà scolastica, inoltre la maggior parte crede che si potrebbe integrare queste iniziative con altre quali trekking al di fuori del territorio di Magenta o attività più coinvolgenti e innovative senza però precisarne la tipologia. Con l’ ultima domanda del sondaggio abbiamo registrato i seguenti dati riportati nel grafico: Pagina 6 La nostra scuola Lo sport dentro di noi Le attività sportive del nostro istituto Lorenzo Motta, Amedeo Pellegrini Carissimi lettori del Grillo Bramante siamo lieti di annunciarvi e presentarvi le iniziative sportive che si svolgeranno quest’anno all’interno del nostro Istituto. Come ogni anno queste iniziative sono molteplici e coinvolgono la maggior parte del corpo studentesco. La prima gara che si svolge è la corsa campestre nel mese di novembre ed essa è divisa in biennio e triennio; i migliori corridori delle due fasce di età rappresenteranno il nostro istituto nella gara provinciale. La nostra scuola vanta una grande tradizione vittoriosa nelle competizioni con le altre scuole. Fino all’anno scorso la corsa campestre insieme alla gara di sci e a quella di mountain-bike era inserita nel “trofeo città di Magenta” dove la nostra scuola si è sempre distinta vincendo le prime edizioni. Un altro sport su cui si punta molto è lo sci; infatti anche quest’anno, in preparazione alla gara con le altre scuole, si farà lo stage di sci che è giunto alla quindicesima edizione. Il cospicuo numero di anni da cui si fa mostra la sua importanza nel migliorare la disciplina e come esso sia anche una occasione per una crescita umana nel contatto con altri ragazzi. Lo stage, organizzato e diretto dal prof. Moscatelli, quest’anno per la prima volta sarà diviso in due periodi. Esso si tiene a Chiesa Valmalenco e nel primo periodo saliranno i ragazzi del liceo scientifico sportivo e poi , dal 17 dicembre al 20, gli altri che hanno aderito all’iniziativa. Si ricorda che è aperto a tutti gli alunni che però abbiano almeno qualche anno di esperienza sciistica. Lo stage ha la finalità di migliorare le capacità di ognuno in vista della gara che si svolge l’ultimo giorno; questa gara serve a selezionare gli allievi che parteciperanno alla competizione con gli altri istituti a Pila. Anche in questa competizione, come nella cora campestre, gli allievi del nostro istituto si distinguono sempre piazzandosi nei primi posti. Questo dimostra la preparazione propedeutica dello stage e la sua importanza nel contesto scolastico (è infatti la manifestazione a cui più alunni partecipano e la più sentita). In primavera cominceranno anche i tornei interni: calcetto per i ragazzi e pallavolo per le ragazze, suddivisi per classi. Questi tornei si concluderanno con le finali durante l’ultimo giorno di scuola in palestra. Saranno come ogni anno divisi tra biennio e triennio e ogni classe è automaticamente iscritta. Alcune di queste sono invece già cominciate o si sono già svolte interamente. Il torneo di pallavolo misto, inserito all’interno del progetto SPORT 4 PEACE è uno di questi. Questo torneo è aperto a ogni squadra formata da ragazzi di 3°-4°-5°. Oltre alla squadra vincitrice del torneo sarà anche premiato il team che ha incarnato maggiormente lo spirito del progetto, che prevede regole tra le quali il rispetto per l’avversario e l’accettare anche la sconfitta. Così anche le squadre che hanno meno possibilità di vittoria dal punto tecnico potranno mettersi in mostra per un punto di vista umano e educativo. La competizione che chiude l’attività sportiva del Bramante è la gara di mountainbike, organizzata in primavera (solitamente maggio); che consiste nell’effettuare due giri attorno alla nostra scuola per il biennio e tre giri per il triennio. Registriamo inoltre la proposta fatta da alcuni studenti di organizzare un torneo di basket 3 contro 3; speriamo che questa bella idea venga accolta in modo da ampliare ancora di più l’offerta sportiva all’interno della nostra scuola. Ci auguriamo di avervi chiarito maggiormente le idee riguardo le attività che si svolgeranno durante l’anno scolastico, vi salutiamo e vi diamo Pagina 7 La nostra scuola E chi più ne ha, più ne metta! Se la scuola non vi basta (o vi basta troppo!), ecco cosa potete fare! Andrea Lo Sardo, Luca Bonasegale La scuola vi affatica? Non ce la fate più? Avete una “raffica” di verifiche e interrogazioni tutte concentrate in una settimana (magari l'unica di sole da tempo)? Domenica volevate andare allo stadio ma vi ha bloccati il compito in classe di Fisica? No problem! La soluzione c'è ed è alla portata di tutti. “E quale sarebbe?” potrebbe chiedere uno studente in affanno. La soluzione è trasformarsi Superman o Wonder Woman! Cercando di ritornare seri, ma non troppo, vi proponiamo qui di seguito una intervista doppia (modello Le Iene) a due studenti che sono riusciti a conciliare le fatiche scolastiche con le attività extrascolastiche svolte a livello semiprofessionistico. I due intervistati potrebbero essere un modello per tutti coloro che desiderino coltivare le loro passioni ad alti livelli, senza sacrificare lo studio. “Ciao belli, come vi chiamate e qual è la vostra classe?” Marta: “Ciao, sono Marta della I C”. Marco: “Ciao, mi chiamo Marco, sono della II A”. “Quali sono le vostre passioni?” Marta: “Mi dicono che gioco a scacchi, poi non so, ahahah!”. Marco: “Nuoto e pianoforte”. “Qual è la disciplina in cui siete riusciti maggiormente a distinguervi? A che livello?” Marta: “Sempre negli scacchi, anche se fra i miei amici scacchisti mi distinguo più per essere femmina, sono davvero poche le ragazze a giocare. Per quanto riguarda il livello, sono arrivata quinta ai campionati nazionali di due anni fa e prima nel campionato provinciale femminile a squadre di quest'anno”. Marco: “Nuoto, ho vinto diverse volte e in diversi stili i campionati nazionali”. “Quando e in che modo avete iniziato?” Marta: “Casualmente. Alle scuole elementari hanno proposto un corso e mi ci sono buttata, l'ho iniziato per stare con i miei amici ai tornei, poi la storia è continuata”. Marco: “Ho iniziato all'asilo a fare i primi corsi di nuoto. Dalla prima elementare sono entrato nell'universo del nuoto agonistico”. “Puntate a fare questo nella vita? Se no, cosa vorreste fare?” Marta: “Per ora è la mia piccola passione, non punto a questo nella vita ma la vedo come una cosa molto stimolate: conosco un sacco di persone, ho costruito la mia vita sugli scacchi fino ad ora”. Marco: “Spero vivamente di sì? Anche se sarà un po' improbabile vista la richiesta sempre maggiore di allenamento e di tempo. In alternativa, non so ancora cosa vorrei fare”. “Quanto tempo investite nella vostra passione?” Marta: “Quasi tutto il weekend e qualche ora nel resto della settimana; è impegnativo ma, come ho già dett,o se lo si fa in compagnia, ci si diverte molto.” Marco: “Tra il nuoto e il pianoforte, sono impegnato tutti i giorni”. “Trovate che sia difficile conciliare lo studio bramantino con un'attività sportiva a questi livelli?” Marta: “In realtà mi trovo molto bene, riesco a studiare e a giocare a scacchi tranquillamente. Di certo non mi metto a fare matematica mentre gioco ma, se fosse una partita poco seria, potrei anche farlo. Ahahahah!” Marco: “Per ora non ho trovato diffi- coltà” (è in seconda il ragazzo n.d.r.). “Come fate ad eccellere nella vostra passione e almeno sopravvivere nella scuola?” Marta: “Se lo sapessi, ve lo direi.” Marco: “Basta impegnarsi: se ci tieni a una cosa vai fino in fondo, non devi fermarti al primo ostacolo che incontri". “Quale materia non riuscite proprio a digerire?” Marta: “Non riesco proprio in Fisica, già. Che roba brutta!” Marco: “Nessuna in particolare”. “Partendo dalla vostra esperienza, che consigli dareste agli studenti per conciliare la scuola con le attività esterne?” Marta: “Stabilitevi degli orari, niente scuse e “robe varie”, puntate una sveglia a una certa ora e, dopo aver studiato, dedicatevi a quel che davvero vi piace. È semplice!” Marco: “Per me, se una cosa ti piace, non devi arrenderti mai e non devi mollare per paura di non riuscire con la scuola”. “Grazie di averci concesso questa intervista doppia “vostre eccellenze”, fate un saluto ai nostri lettori e in bocca al lupo per competizioni e soprattutto verifiche!” Marta: “Un saluto a tutti, soprattutto ai miei splendidi intervistatori, grazie di tutto e auguri anche a voi, ne avrete più bisogno di me mi sa quest'anno!” Marco: “In bocca al lupo a tutti!” Pagina 8 La nostra scuola Bramante Day, una giornata che rimarrà nel ricordo di tutti In occasione delle celebrazioni della scuola nasce anche l’associazione Amici del Bramante Alessandra Guaglio, Camilla Oldani, Francesca Gambini Il 27 settembre 2014, iniziato il nuovo anno scolastico da pochi giorni, si è tenuto il 1° Bramante Day, un momento di festa e di convivialità condito da ottime pietanze (la paella cotta nel padellone da 5 metri e la torta lunga oltre 6 metri solo gli esempi più eclatanti) e accompagnato dalla band Gente in Comune, il gruppo dei Sindaci del Magentino. Il Bramante Day è stato soprattutto un incontro con la storia recente (quasi cronaca) e lontana del nostro istituto (che mosse i primi passi nel 1972): professori, genitori, allievi ed ex allievi che hanno contribuito a costruire "il Bramante" come lo vediamo oggi. Tutto è stato promosso dall'associazione "Amici del Bramante". Alle ore 15:00 “hanno avuto inizio le danze”, ma è stata la cerimonia presentata dal professor Sergio Garavaglia ad inaugurare l’evento alle ore 19:00. Egli ha poi lasciato la parola a diverse autorità. Il sindaco; Marco Invernizzi, ha elogiato la formazione impartita dal liceo Bramante e ha sottolineato l’importanza di intensificare queste iniziative culturali. La nuova preside, Angela Venneri, si è detta contenta dell’iniziativa e molto colpita dal vedere l’affetto che gli ex studenti hanno per il loro liceo. Hanno poi preso la parola il sig. Frascarolo, il sig. Sesta e il sig. Del Giudice i quali hanno condiviso, con i presenti, i piacevoli ricordi del “periodo bramantino”, auspicando che “questa giornata segni il passaggio del testimone alle nuove generazioni. Noi vecchi diciamo: avanti così!”. Un caloroso pensiero è stato dedicato a coloro che non ci sono più e ai loro parenti sono state assegnate le targhe progettate dal professore Egidio Luciano. Sono stati poi premiati i professori che hanno lasciato il segno al liceo Bramante tra cui il professor Luciano, la professoressa Battaglino, il professor Moscatelli, il professor Cattaneo, il professor Garavaglia, la professoressa Vanzulli ed il professor Raffanini. Anche gli studenti maturati con cento e lode nell'ultimo Esame di Stato - Luca Leopardi, Marco Bigatti, Alessandro Lattuada e Martina Mazzariol - hanno ricevuto la targa di riconoscimento così come Elia Altimani per la progettazione del logo del liceo. Questa giornata, caratterizzata anche dal sapore nostalgico, ha visto prendere la parola l’avvocato Marina Marinoni e lo scrittore Emanuele Torregiani, ex bramantino che al liceo ha dedicato un libro (Liceo, addio). La festa è proseguita all’insegna del divertimento e il grande momento conviviale ha visto la partecipazione di centinaia tra ragazzi, genitori ed insegnanti che hanno gustato la paella per mille persone cucinata nella pentola di cui si è detto. Il tut- to è stato addolcito dalla torta king size raffigurante il logo del liceo. Il sottofondo musicale della band Gente in Comune, di cui il professor Sergio Garavaglia è membro, ha movimentato la serata con la musica giovanile degli anni Settanta mentre il dj set dei ragazzi del Bramante ha concluso una giornata che rimarrà nei ricordi di tutti. A proposito di quest’evento Alberto Ragusa, uno studente di 5°B, ha tirato le fila della giornata, dicendo: “Il Bramante day è stato utile per riunire insegnanti ed ex studenti, inoltre gli organizzatori sono riusciti pienamente nel loro intento di raccogliere fondi in un evento piacevole per tutti”. L'iniziativa non avrebbe però avuto un successo così forte se non si fosse costituita l'associazione “Amici del Bramante”. Questa è stata voluta soprattutto per scopi che vanno al di là della convivialità e del ricordo, l'associazione si propone cose più concrete ed essenziali per la vita di uno studente: il sostegno e l'appoggio. Per capire com'è nata l'idea di costituire l'associazione e quali saranno i programmi del suo primo anno d'attività, abbiamo incontrato i tre soci fondatori (tutti rappresentanti dei genitori in Consiglio d'Istituto) che l'hanno ufficialmente costituita: Davide Noè (Presidente del Consiglio d'Istituto), Nicola Bizzarro e Gianpaolo Casella. Pagina 9 La nostra scuola D: “Com'è nata l'idea dell'Associazione?” Davide Noè (DN): “In Consiglio d'istituto abbiamo pensato ad un modo nuovo di iniziare l'anno scolastico, abbiamo così lanciato l'idea di una grande festa di apertura d'anno che potesse rappresentare il legame tra i ragazzi di prima e quelli delle altre classi, questa festa è stata l'occasione d'incontro con alcuni ex allievi che hanno raggiunto successi nella didattica, nella ricerca e nel mondo del lavoro”. loro una forma giuridicamente accettabile e se qualche altro avesse già fatto esperienze analoghe (di associazioni genitori ne esistono in quasi tutti i licei scientifici)”. Gianpaolo Casella (GC): “...e così abbiamo pensato che, se la festa avesse creato occasioni d'incontro, quegli incontri non sarebbero dovuti rimanere semplicemente occasionali”. GC: “Davide e Nicola hanno proprio colto nel segno: maratona, bicicletta e gite in montagna. Sono tutte esperienze accomunate da un aspetto: la condivisione del lavoro! Ecco allora i contatti con altri genitori, insegnanti ed ex allievi e, al tempo stesso, i rapporti (iniziali) con alcune aziende che ci hanno assicurato il loro sostegno (per ora stiamo studiando forme di convenzioni o sconti a favore degli associati). Il desiderio principale è che, attraverso il lavoro dell'associazione, possano essere aiutati e sostenuti tutti i "bramantini" che ne avessero bisogno (con delle borse di studio, con il sostegno al reddito per somme da versare nelle attività parascolastiche, con l'aiuto nello svolgimento dei compiti). Nicola Bizzarro (NB): “Abbiamo così deciso di fondare l'associazione ma poi ci siamo fatti prendere la mano ed allora....”. D: “Cos'è successo?” GC: “Abbiamo pensato che la cosa più importante non fosse l'associazione in sè ma gli scopi che, attraverso l'associazione, volevamo raggiungere”. DN: “Sì, gli scopi: coinvolgere nella passione per la scuola frequentata dai nostri figli (ma anche da molti genitori: io sono un ex allievo) tutte le parti che concorrono a "fare la scuola"!” NB: “...a cominciare dagli insegnanti! Vedete: chi vi risponde, oltre ad avere una figlia al Bramante, frequenta il Bramante nella sua funzione di professore di storia e filosofia.” D: “Passione, scopi, incontro tra generazioni: mettere assieme questi concetti sembra assai difficile; pensate di riuscirci?” NB: “Non abbiamo affrontato quest'avventura da soli! Vedete, nel suo piccolo, l'associazione mi ricorda un'uscita in bici: si parte con una meta precisa; poi lungo il percorso ti fermi per un caffè, una foto e due chiacchiere; fai una deviazione perchè ti hanno raccontato di un castello da visitare e magari incontri altri che stanno facendo la stessa strada. Così è stato per noi l'inizio dell'attività: stimolati da alcuni amici e (per me) colleghi di lavoro, abbiamo messo assieme le idee, poi abbiamo cercato di capire se qualcuno poteva dar DN: “Tra telefonate, incontri, spuntini ed altro è nato lo statuto. Nicola (il prof. Bizzarro, n.d.r.) ha fatto l'esempio della bici; io la vedo più come una maratona dove non conta tanto la velocità ma la costanza lungo il percorso, aiutati da qualcuno che ti dà il ritmo”. D: si iscrivono solo i genitori? DN: “Abbiamo preparato il Diploma di "Bramantino doc", pensandolo innanzitutto per gli studenti di oggi e di ieri, per questo confidiamo che si iscrivano all'associazione anche gli studenti (se minorenni, con l'autorizzazione dei genitori)”. NB: “...ma si sono già iscritti anche molti insegnanti!” GC: “...e i genitori non mancano!” D: come è possibile raggiungere l'Associazione? GC: “Tramite il sito internet www.amicidelbramante.it; tramite la mail [email protected]; tramite il profilo facebook che potete scoprire online. Cosa manca? Praticamente nulla! Vi aspettiamo numerosi; l'invito è esteso a tutti i genitori e studenti!”. Pagina 10 Dal territorio Alda Merini, una serata per ricordarla Le celebrazioni dell’arte poetica arrivano spesso postume Arianna Segaloni, Giorgia Colombo, Mariagrazia Tavera Il 15 Ottobre presso il Cineteatro Nuovo di Magenta si è tenuto in anteprima il primo degli incontri sul linguaggio e la parola, anche quest’anno per iniziativa dell’associazione culturale magentina UrbanaMente. Protagonista assoluta della serata è stata Alda Merini, poetessa dei Navigli. Elio Del Monaco e Katia Lippolis hanno reso omaggio alla Merini, recitando alcune sue poesie tra cui Genesi, La Terra Santa, Vicino al Giordano e Il manicomio è una grande casa. L’intervento del professor Chiodini al termine della lettura ha fatto luce sulla biografia della poetessa. Molti ricordano soprattutto l'esperienza delle cure psichiatriche, che lasciarono un forte segno sulla Merini. Ci duole ricordare come la poetessa ricordasse, in un noto talk show televisivo (condotto da Maurizio Costanzo), la dura vita dei reparti psichiatrici degli ospedali. Già nel 1948, a soli 17 anni, era in grado di scrivere un testo come Il Gobbo, del quale i critici più avveduti si sono accorti. Tra questi, Giacinto Spagnoletti aveva inserito la poesia in una raccolta Poetesse italiane contemporanee (1949). I contatti culturali della poetessa sono importanti e vantano personaggi del calibro di Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo. La frequentazione dell'ambiente intellettuale eperò purtroppo inframezzata dai continui problemi legati al suo disturbo psichico dovuto forse a una sindrome bipolare (della quale soffrirono pure altri grandi letterati: Baudelaire, Hemingway, Fitzgerald). La produzione della scrittrice è molto vasta e racchiude sia testi in prosa, sia testi poetici. Alcune pubblicazioni sono addirittura fatte in collaborazione con artisti di diverse discipline (pittura e fotografia). Tematiche costanti nelle sue produzioni sono la religione e la passione amorosa, in cui prevalgono le inquietudini, le lacerazioni e gli abbandoni. Nella raccolta Tu sei Pietro dedicata al medico Pietro Pascali si conclude la fase giovanile della sua poetica. Gli stessi editori che negli anni precedenti si erano interessati a lei, ora si defilano e non vogliono più pubblicarle nulla. La sua vita privata, scossa da altri eventi, la porta a trasferirsi a Taranto per amore, dove verrà internata per la seconda volta. In lei matura l’idea si trasferirsi definitivamente a Milano, dove muore nel 2009. Pagina 11 Dal territorio Romanzo vs film Al via al Cinemateatro Nuovo di Magenta la decima edizione di “Ti racconto un libro” Giorgia Colombo, Arianna Segaloni Un’altra iniziativa culturale di successo presente a Magenta è” Ti racconto un libro” che ormai è giunta alla decima edizione, raccogliendo sempre più consensi; una programmazione decisamente avvincente quella di quest’anno perché ha previsto romanzi che sono diventati film ma poi sono pressoché scomparsi, perché le trasposizioni filmiche hanno avuto più successo dei romanzi dai quali è stato tratto il soggetto. L’obiettivo dell’iniziativa di quest’anno è stata quella di strappare queste narrazioni dal grande schermo e tor- nare a sfogliare le pagine del romanzo, in una narrazione che avvincesse tanto quanto le immagini del film. Gli incontri si sono tenuti presso il Cinema Teatro Nuovo di Magenta e sono stati preceduti da un momento introduttivo di circa 10-15 minuti che, di norma, in una presentazione sintetica ha offerto agli spettatori l’inquadramento storicoculturale dell’opera mentre la compagnia ha interpretato fedelmente il copione elaborato. L’iniziativa è nata perché, spesso, è proprio la curiosità suscitata dal racconto di un amico a spingerci in una lettura magari impegnativa, consentendoci di conoscere il valore di uno scrittore, e la grandezza di una capolavoro della letteratura. Esistono romanzi tali da comunicarci emozioni diverse ogni volta che li leggiamo, in cui il lettore scopre sempre qualcosa di nuovo e parlarne può aiutare a comprendere aspetti particolari e dettagli che non si erano notati durante la lettura. Pagina 12 Scienza/Scienze I neuroni specchio e l’empatia Una scoperta tutta italiana Martina Pedroli, Giorgia Cacioppo Nonostante le difficoltà dell’Università italiana, l’amore per la ricerca continua a dare i suoi splendidi frutti nel nostro Paese. È recente la scoperta dei cosiddetti neuroni specchio, una classe di neuroni che si attivano quando un individuo compie un'azione e quando l'individuo osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto. La scoperta di questi neuroni, che dimostra la natura sociale della nostra specie, si deve a Giacomo Rizzolatti e alla sua equipe dell’Università di Parma, ed è una scoperta di portata eccezionale: lo studio dei neuroni specchio, infatti, ci dà la possibilità di capire cosa sia l'empatia e cosa c’entri coi processi affettivi e di apprendimento. Empatia significa “sentire dentro” ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana; si tratta, infatti, di un potente legame interpersonale: andare non solo verso l’altro, ma anche portare questi nel proprio mondo. Essa rappresenta, inoltre, la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d'animo di un'altra persona: l’empatia costituisce un modo di comunicare nel quale il ricevente mette in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stesso le esperienze e le percezioni dell'interlocutore. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. L’empatia, dunque, è alla base dell’intera vita sociale: rende solide e proficue le relazioni di accudimento, fa in modo che le relazioni affettive attecchiscano e creino coppie, famiglie e amicizie, infine, rende possibili le più complesse relazioni che si hanno col mondo storico-sociale in quanto individui di un certo gruppo e cittadini di una nazione. Imitare le emozioni del simile, ad esempio, dà al bambino l’opportunità di identificarsi, stabilendo col proprio simile un contatto immediato senza mediazioni, portando così dentro di sé i modelli familiari, gli schemi e i linguaggi di interazione e di riconoscimento; permette di capire la distinzione tra il bene e il male in virtù dei senti- menti che egli legge sul volto degli adulti e, inoltre, l’imitazione gli consente di dare valore agli insegnamenti sia morali che intellettuali, che così gli indicano la via per integrarsi nella famiglia e nella società. Ma l’empatia non è solo un dono; in parte essa può divenire una disgrazia. Il bambino empatico, infatti, acquisisce modelli di condotta che funzionano dentro di lui come dei “comandi”: legge con singolare immediatezza i desideri degli adulti, si identica con loro, pertanto può solo compiacere le attese di coloro che ama o da cui dipende. Se invece avverte la necessità di porre in atto pensieri e comportamenti diversi dai modelli appresi, cade dapprima nell’ansia, poi, se è abbastanza autonomo, nella vergogna e nel senso di colpa, quindi nel blocco e nell’inibizione; se invece non lo è, in luogo della vergogna e della colpa, cade in un drammatico senso di paralisi depressiva o in atti di protesta distruttivi e antisociali. Per questo la scoperta dei neuroni specchio è importante : spinge a indirizzare sempre di più la prassi psicoterapeutica ad analizzare le relazioni affettive, le identificazioni e i modelli interiorizzati, al fine di risolvere i conflitti interni alla personalità. Pagina 13 Scienza/Scienza “Dèjà vu”: già visto... La spiegazione scientifica di un fenomeno decisamente inquietante Sonia Garavaglia, Camilla S. Alberti “Questa scena l'ho già vissuta” è la ricorrente frase che accompagna il fenomeno del déjà vu. Il déjà vu è un fenomeno psichico, chiamato anche paramnesia, che consiste nella sensazione di aver già vissuto una determinata situazione. Sette persone su dieci provano normalmente questa esperienza. Le persone anziane sono maggiormente esposte a questa paramnesia, in quanto portano sulle spalle un bagaglio di ricordi più esteso, mentre i bambini ne sono immuni: essi non hanno ancora raggiunto un livello celebrale abbastanza sviluppato. Il déjà vu appare principalmente in momenti di tensione emotiva, in situazioni di stress o di cali energetici e la possibilità che si presenti cresce considerevolmente nei soggetti schizofrenici o ansiosi. Il termine è stato ideato dal ricercatore francese Emile Boirac, ma studi precedenti erano stati svolti dal dottor Arthur Ladbroke Wigan: egli avanzò l'ipotesi di una mancata sincronizzazione degli emisferi celebrali. Secondo la sua teoria, a volte un emisfero percepisce inconsciamente una scena prima dell'altro il quale, una volta ricevuto lo stimolo, lo elabora come “già visto”. Molti studiosi hanno trattato questo argomento, in particolare lo psicologo Alan Brown nel suo libro 'The Déjà vu experience' formula trenta teorie ulteriormente suddivise in quattro gruppi fondamentali: Teoria neurologica: consiste in una breve e circoscritta epilessia (perdita di coscienza) che causa una disfunzione del sistema nervoso. Teoria del processamento duale: momentanea disattivazione del sistema di recupero della memoria. Esistono due sistemi neurali all'interno del nostro cervello: uno di memoria e uno di familiarità. Nel momento del déjà vu il primo si arresta per qualche istante facendo così prevalere il secondo. Teoria attenzionale: si presenta come una temporanea perdita di attenzione chiamata black out. Durante questa fase però permane la sensazione della percezione che, una volta recuperata la concentrazione, viene rielaborata attraverso un senso di familiarità. Teoria mnestica: recupero di una situazione realmente accaduta, o di un sogno, di cui non riusciamo a ricordare il contesto a causa di un errore di memoria. Ciò è sufficiente per innescare una sensazione di vaga conoscenza. Oggi il pensiero comune fa ricadere la responsabilità di questo fenomeno sui sogni. Infatti, se un sogno non viene ricordato prima del risveglio è probabile che, contrariamente al solito, lasci un segno all'interno della memoria a lungo termine. In questo caso il déjà vu viene percepito come una rievocazione del sogno dimenticato per la presenza di aspetti comuni con la situazione attuale. L'ultima teoria diffusa tra alcuni degli scienziati contemporanei è quella dell'esistenza, oltre del tempo e dello spazio tridimensionale, di altre sei dimensioni spaziali ognuna delle quali corrisponde ad un universo governato dalle proprie leggi fisiche. Per questo si parla di universi paralleli, e il fenomeno del déjà vu viene spiegato attraverso il salto da un universo all'altro. Nonostante i déjà vu non siano una nuova scoperta la ricerca delle cause è resa difficile dall'impossibilità della loro riproduzione in laboratorio. Gli studi comunque proseguono per cercare una spiegazione scientifica e universale a questo tipo di paramnesia. Pagina 14 Scienza/Scienze Fabiola Gianotti, primo direttore donna del Cern Una quota rosa numero uno a Ginevra Maria Grazia Tavera La fisica italiana Fabiola Gianotti è stata da pochi giorni nominata come direttore generale del CERN, acronimo di “Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare”, con sede a Ginevra. La carica sarà ufficialmente investita a partire dal 1° gennaio del prossimo anno. Nata a Roma il 29 ottobre del 1962, ha cominciato ad interessarsi alle materie scientifiche, ed in particolare alle fisica, fin dai primi anni degli studi liceali. Si è laureata in Fisica sub-nucleare a Milano dove1989 ha conseguito il dottorato di ricerca. Il CERN ha visto il suo primo ingresso nel 1987e lì ha lavorato a diversi esperimenti, tra cui quello chiamato UA2. Il 1° marzo del 2009 la carica di coordinatrice dell’esperimento ATLAS (A Toroidal LHC Apparatus), uno dei sei rilevatori di particelle costruiti per Lhc (Large Hadron Collider), l’acceleratore di particelle del CERN. Nei panni di referente del progetto, Fabiola Gianotti ha annunciato a tutto il mondo l’osservazione di una particella compatibile con il Bosone di Higgs. Il Bosone è una particella che potrebbe essere più pesante del protone, e in grado di spiegare come vengono create tutte le altre particelle. Con queste parole la ricercatrice ha definito il nucleo centrale del progetto: «Il meccanismo di Higgs entrò in azione dopo un centesimo di miliardesimo di secondo dalla esplosione del Big Bang e diede massa ad alcune particelle lasciandone altre senza massa. Dal Modello Standard, che è l’insieme delle nostre conoscenze che finora meglio descrivono la composizione della materia e le forze che fanno interagire le particelle, sapevamo che ci sono particelle come il fotone che non hanno massa ma sono pura energia e viaggiano alla velocità della luce e altre invece che hanno massa. La ragione era un mistero. Adesso abbiamo capito che questo fatto dipendeva dalle differenti interazioni che queste particelle avevano con il bosone.». I progressi raggiunti nella ricerca di questo bosone, ottenuti da un team, composto da più di tremila scienziati provenienti da trentotto Paesi di tutto il mondo, e capitanato dalla stessa Gianotti, le hanno assicurato la candidatura alla dirigenza. In varie interviste la ricercatrice italiana ha confessato che la Fisica non è la sua unica grande passione : è amante di letteratura, passione ereditata dalla madre , una letterata, di musica, si è diplomata anche in pianoforte al Conservatorio di Milano, e si diletta anche a cucinare.. Fabiola Gianotti un anno fa è stata inserita al settantottesimo posto nella classifica stilata dalla rivista Forbes, tra le cento donne più potenti al mondo; il settimanale statunitense Times le ha affidato la quinta posizione nella classifica “Uomo dell’anno”. Come molti, la ricercatrice ha dovuto abbandonare l’Italia appena laureata per trasferirsi in un luogo in cui le sue capacità fossero sfruttare al meglio: l’impegno è stato senza dubbio ripagato Non ci resta che augurarle buona fortuna, sicuri che la futura dirigenza sarà segnata dalla stessa professionalità e forza di volontà che hanno contraddistinto la fisica italiana nei progetti affrontati negli anni passati. Pagina 15 BramArte Il pennello dell’interiortà Palazzo reale, Van Gogh: il colore che segnò un secolo Francesco Colombo, Francesco Marcolli Il 27 luglio 1890 in un piccolo villaggio vicino a Parigi, Ravoux preoccupato aprì la porta dalla stanza dell’amico, trovandolo agonizzante sul letto con una pallottola nel cuore. Due giorni dopo sarebbe morto uno degli artisti più celebri e affascinanti di tutti i tempi, che dava vita ai suoi soggetti con le sue caratteristiche pennellate danzanti ed energiche. Era Vincent van Gogh. Concepì la pittura in modo innovativo (iniziò a dipingere a 28 anni, anche se fin dalla giovinezza disegnava), mentre l’animo sensibilissimo e fragile lo avvicinava ai miseri, ai poveri operai e contadini, tutti soggetti che compaiono nelle sue opere, e che la mostra di Palazzo Reale aperta sino al 18 ottobre ha inteso esaltare. Quasi un antipasto a Expo 2015, vista l’affinità di tematiche. Lascia sconcertati notare, nella vita dell’artista, l’alternanza di eccessi di rabbia, di auto punizione (il famigerato orecchio, tagliato dopo un litigio con l’amico e coinquilino Gauguin e, si dice, donato ad una prostituta), e di generosità, forse altrettanto folle e smisurata. Si può dire che proprio l’assenza di misura renda la sua arte e il suo stile così personale: “Impasti, pezzi di tela lasciati qua e là, angoli incompiuti, brutalità”, diceva del suo stile l’autore stesso. Dopo tutto, l’arte era cambiata molto negli ultimi tempi: prima si cercava la rappresentazione l’opera ragionata; adesso, a partire dal Romanticismo, un ribol- lire di emozioni, con artisti istintivi ed egocentrici che mettevano in mostra tutte le loro emozioni attraverso l’arte. L’artista doveva dipingere quello che lui solo vedeva. Per la realtà c’era la macchina fotografica. E qui entrano in gioco gli Impressionisti. Davanti alle loro tele vedevi un’alba, una montagna, un bosco in un mondo nuovo, fresco e coinvolgente. Van Gogh, che gli Impressionisti li aveva conosciuti, apprezzati e criticati, non cercava la superficialità dei sensi, ma l’essenza stessa. Van Gogh ha anche un triste primato: il dramma dell’artista escluso dalla società, inconsapevole del proprio valore artistico, e perciò portato alla rassegnazione fino alla follia. Pochi, pochissimi gli apprezzamenti della sua arte durante la vita: solo in una mostra nazionale, esponendo dieci quadri con gli impressionisti, si guadagnò l’ammirazione di Monet e dell’amico Gauguin. Anche un grande critico del tempo, Albert Aurirer, in verità, apprezzava i suoi quadri, benché pensasse che non sarebbero mai stati apprezzati dal grande pubblico, ma solo da intenditori. La mostra a Palazzo Reale, già un successo, dimostra quanto Aurier avesse torto: un percorso gioioso, sognante, luminoso di un artista dolce e tormentato riscattato dal tempo. Pagina 16 Attualità La buona scuola Una ripartenza, l’ennesima... Blerina Suka, Valeria Pastori Il piano del Governo per rivoluzionare la scuola italiana è un work in progress che dovrebbe interessare tutti. Sembra però che il dibattito lanciato dal Governo nell'apposito sito (www.labuonascuola.it) non abbia riscosso il successo auspicato. Sebbene gli interventi degli addetti ai lavori sul piano del Governo siano stati molteplici, forse ci si sarebbe aspettati un maggiore interesse da parte della componente studentesca la quale, se non stimolata all'intervento dai docenti, non è parsa più di tanto interessata. Gli studenti hanno subìto negli anni, col susseguirsi dei governi e dei ministri, tagli alla scuola, riduzione dell'organico, affollamento delle classi, cambi in corso di programmi o indicazioni nazionali e chi più ne ha più ne metta. Oggi proviamo a fare il punto della situazione su ciò che propone il Governo, partendo proprio dalle pubblicazioni ufficiali. La Buona Scuola è il piano che il Governo offre a tutti i cittadini come proposta di riforma della scuola, una scuola che sviluppi nei ragazzi la curiosità per il mondo e il pensiero critico, queste “in soldoni” sono le parole del Ministero. In realtà si presume che tutti gli stati europei abbiano gli stessi principi di base e, fino a qui, niente di nuovo sotto il sole. Le novità più grosse sembra debbano riguardare i docenti: ne saranno assunti in ruolo 150 mila entro il Settembre del 2015. Oltre a questa novità, si annuncia che il nuovo canale di reclutamento sarà il concorso a cattedra. Anche qui potremmo dire che nulla di nuovo si sta dicendo, dal momento che il concorso è sempre stato il sistema per reclutare gli impiegati statali. L'innovazione grossa sta nel fatto che gli aumenti dello stipendio dei docenti non avverranno secondo le antiche regole dello “scatto di anzianità”, ma secondo nuovi criteri di merito. La meritocrazia diviene quindi il criterio per l'avanzamento di carriera, così come nel settore privato, e su questo punto i sindacati si sono espressi con una fumata nera. Gli studenti probabilmente potranno vedere che la “buona nuova” che è presente nel programma di riforme è il fatto che non sono previsti, almeno apertamente, dei tagli all'istruzione. Ci saranno docenti presenti dall'inizio dell'anno scolastico fino alla fine e non ci sarà più, molto probabilmente, l'antipatico “gioco” della “roulette del supplente” che dura da Settembre fino a data da definirsi. Come sempre rimaniamo in trepidante attesa, soprattutto saranno curiosi gli studenti delle classi quinte delle scuole secondarie di secondo grado di sapere come sarà il loro Esame di Stato. Dalla scuola è tutto. Dallo Stato? Pagina 17 Attualità Occupy Diciamolo in inglese... ma la “solfa” non cambia Alice Gambaro " Gli studenti di Hong Kong si preparano a disertare le lezioni per una settimana per chiedere una maggiore democrazia." La notizia è del 22 settembre: il governo cinese ha concesso a Hong Kong di votare per eleggere un governatore, generalmente nominato da Pechino. I votanti, però, potranno scegliere solo fra una rosa di candidati scelti dal governo: questa è una chiara violazione di diritti, secondo il popolo di Hong Kong, che è sceso in piazza per una protesta pacifica a favore della democrazia. Studenti in primis. Sì, perché l'idea è stata proprio dei ragazzi di 24 scuole, che hanno spostato le proprie lezioni all'aperto, in una rivolta pacifica. Il gesto degli studenti ha causato tanto scalpore che a loro si sono associate persone di tutte le età e di tutti gli strati sociali. Anche l'associazione Occupy Central, che difende la democrazia e desidera una maggiore indipendenza da Pechino, ha sostenuto la pacifica dimostrazione. È interessante notare, però, come la rivolta sia partita proprio dai giovani. La storia insegna: spesso sono gli studenti ad opporsi per primi ai poteri forti. Nemmeno la Cina è nuova a questa formula: di fronte alle immagini da Hong Kong è impossibile non ricordare la rivolta di piazza Tienanmen a Pechino, del 1989. In seguito alla morte del leader comunista Hu Yaobang, centinaia di studenti si radunarono nella - ormai tristemente - famosa piazza per manifestare il proprio lutto. L'adunata si sarebbe trasformata poi in una rivolta per chiedere al governo una maggiore libertà di parola e di informazione. Le azioni e le immagini di quegli studenti del 1989 fecero il giro del mondo. La rivolta si risolse, purtroppo, nel sangue: dopo due mesi di trattative, i nuovi capi del partito comunista ordinarono un intervento militare, che si tradusse nel massacro di moltissimi studenti (secondo alcune fonti, più di 2500). Una fotografia in particolare, dal titolo "Il Rivoltoso Sconosciuto", è diventata in tutto il mondo un simbolo della lotta per la libertà e la democrazia: ritrae un giovane, solo e disarmato, in piedi di fronte a una colonna di carri armati. E nel mondo occidentale? Pensando al tema delle rivolte studentesche negli USA e in Europa, ci vengono subito alla mente i moti rivoluzionari del Sessantotto, così denominati perché l'anno di massima attività di questi movimenti fu, per l'appunto, il 1968. Il movimento nacque negli USA a metà degli anni Sessanta, per protestare contro la guerra in Vietnam, che in quegli anni mieteva numerosissime vittime; si estese negli anni successivi e i sessantottini rivolsero una protesta contro ogni forma di divisione, razziale, sessuale, di equilibri di potere. La rivolta si espanse in tutta l'Europa, travolgendo in particolare Francia e Italia; nel nostro Paese furono soprattutto gli studenti, uniti agli operai delle fabbriche, a scagliarsi contro i cosiddetti poteri forti. Gli studenti richiedevano, nella scuola, preparazione e programmi migliori, l'estensione del diritto allo studio anche ai ragazzi più disagiati e in generale si desiderava una maggiore influenza nelle decisioni riguardanti la scuola. In questo periodo furono occupate per la prima volta delle Università e l'opposizione della polizia e del governo non fece altro che fomentare ancora di più la violenza. Alla protesta si unirono anche noti esponenti della cultura, fra cui i fratelli scultori Giò e Arnaldo Pomodoro e Ernesto Treccani. I moti del Sessantotto si sfaldarono, in realtà, dopo pochi anni: erano formati da un gruppo di persone molto eterogeneo, il cui unico denominatore comune era la lotta contro il potere di pochi. Le proteste ebbero però il merito di sensibilizzare l'opinione comune su temi fino ad allora poco considerati, quali i diritti delle donne, il rispetto per l'ambiente, il pacifismo e l'antirazzismo. Negli ultimi anni si è sviluppato anche il movimento internazionale Occupy, ancora una volta partito dagli studenti: i primi a manifestare sono stati infatti alcuni ragazzi californiani, che protestavano contro i tagli alla scuola. Il movimento si è poi diffuso in tutto il mondo: i manifestanti di Occupy protestano contro le ineguaglianze sociali ed economiche, lo slogan usato è: "Noi siamo il 99%" (la ricchezza mondiale è, secondo alcuni studi, detenuta da poco più dell'1% della popolazione). Possiamo dire che gli studenti e i giovani in generale hanno sempre giocato un ruolo importante nelle rivoluzioni che hanno fatto la storia dell'ultimo secolo. Sta a noi il compito di far valere i principi di uguaglianza, di libertà e di accettazione che dovrebbero già essere universalmente condivisi. Come dissero gli studenti in rivolta in piazza Tienanmen, nella loro Dichiarazione di protesta: "Benché le nostre spalle siano ancora giovani ed esili e benché la morte sia per noi un fardello troppo pesante, noi andiamo. Dobbiamo andare. Perché la storia ce lo chiede. Se non facciamo qualcosa, chi lo farà per noi?" Pagina 18 Quale città ti rappresenta? Bentornati Bramantini! Quest’anno abbiamo un novità! Il nostro Grillo Bramante è diventato anche Grillo esploratore! Ha visitato per voi alcune città europee ed è pronto a trovare quale più vi rappresenta con questo semplice test. Ami la vita frenetica o tranquilla? Preferisci un piatto di carbonara o un veloce fish and chips? Ami l’estate o preferisci visitare la tua città in un altro periodo? Insomma, cosa aspetti a scoprire qual è la tua città in base alla tua personalità, alle tue esigenze e alle tue caratteristiche! Ecco il quiz del Grillo Esploratore! 4. Che stile di vita preferisci? A. Impegnato B. Frenetico C. Tranquillo D. Quanto basta 5. Quale sport preferisci: A. Calcio B. Tennis C. Rugby D. Barca a vela 1. In che stagione partiresti alla scoperta della tua città? A. Autunno B. Inverno C. Primavera D. Estate 6. Che professione ti entusiasma maggiormente? A. Politico B. Business Man C. Chef D. Artista di strada 2. Cosa conta di più per te in una città? A. Il patrimonio storico e culturale B. La novità e l’avanguardia C. L’atmosfera D. La vita mondana 7. Un pomeriggio nella città dei tuoi sogni: cosa faresti? A. Visita ai monumenti storici e shopping nelle vie delle grandi firme B. Visita alle grandi cattedrali e ai grandi parchi C. Una passeggiata romantica e visita D. Visita alla scoperta dell’architettura e shopping 2. Scegli tra i seguenti il piatto che preferisci A. Spaghetti alla Carbonara B. Fish and chips C. Antipasto a base di ostriche condite con il limone D. Tipici piccoli assaggi sia con ingredienti semplici, sia con ingredienti particolari, le tapas 3. Che musica ti piace ascoltare? A. La Lirica B. La musica pop C. La musica classica D. La musica Gipsy Pagina 19 Scoprilo con il nostro test! Pelizzari Cristina MAGGIORANZA RISPOSTE A: ROMA MAGGIORANZA RISPOSTE C: PARIGI Tutto il piacere di una grande città, incorniciata da un panorama che gli storici monumenti rendono unico al mondo. Dopo una stancante giornata di visite alle grandi costruzioni del passato, si può passeggiare per le vie dello shopping delle grandi firme di via Condotti, e infine sedersi a gustare il deliziosi piatti della tradizione romana. Per gli amanti del calcio non può mancare la visita allo stadio Olimpico, palcoscenico ogni fine settimana di interessanti sfide tra le maggiori squadre. Dalla magia del Louvre, alla maestosità della torre Eiffel, alla solennità della cattedrale di Notre Dame che si appezzano mangiando un gelato comodamente seduti su un bateau mouche sulla Senna, trascorre una giornata romantica nella Ville Lumière. È altrettanto romantico concludere la giornata, dopo una cena in un caratteristico bistrot, passeggiando tra gli artisti di Montmartre . MAGGIORANZA RISPOSTE B: LONDRA Città cosmopolita, internazionale, sempre all’avanguardia, spesso molto piovosa. Città dei manager e della regina, di Wimbledon e dei grandi eventi della pop music. La giornata londinese non può non iniziare con una colazione da Starbucks, una visita alle grandi Cattedrali, una passeggiata nei parchi e, infine, un divertente tour al museo delle cere e un emozionante giro sul London Eye per ammirare la città dall’alto. MAGGIORANZA RISPOSTE D: BARCELLONA Se hai un carattere solare, socievole e ami andarti a divertire dopo una giornata intensa, Barcellona è la città giusta per te. Perfetta per chi ama la barca vela o semplicemente ama passare qualche ora al mare. In un giro alla scoperta della “tua città” non puoi certo non visitare le grandi opere, capolavori dell’architettura di Gaudì, passeggiare per le vie dello shopping come Passeig de Gracia, tra gli artisti di strada nella movimentata Rambla, tra le bancarelle affollate del colorato mercato della Boqueria, e gustare le sfiziose tapas, piccoli assaggi di ogni genere, nei ristoranti tradizionali. Pagina 20 Attualità ISIS Le origini del gruppo jihadista che minaccia il Medio Oriente Matilda Guizzardi Recentemente, uno dei gruppi islamici sunniti più estremisti in circolazione, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, noto anche con la sigla “ISIS” ha fatto molto parlare di sé in tutto l’Occidente. Ma è da più di due anni che l’ISIS combatte nella guerra civile siriana per annientare il presidente sciita Bashar al Assad; negli ultimi mesi è giunto a conquistare più di un terzo dell’Iraq. L’ISIS ha davvero scosso l’Occidente da quando il 19 agosto diffonde un video dove è mostrata la decapitazione del giornalista americano JAMES FOLEY. Il reporter si trovava in ginocchio nel deserto, con indosso una tuta arancione, affiancato da un terrorista interamente vestito di nero e col volto coperto, che gli puntava un coltello alla gola. Questo è solo il primo messaggio diretto all’America da parte dell’ISIS; il secondo viene rilasciato il 2 settembre e presenta l’l'esecuzione del cittadino americano STEVEN SOTLOFF. Purtroppo gli avvertimenti dell’ISIS non sono solo indirizzati agli U.S.A, ma anche al Regno Unito e a tutto l’Occidente: il 14 settembre viene diffuso il video dell’ uccisione del cittadino britannico DAVID HAINES, e il 2 ottobre quello dell’esecuzione di ALLEN HENNING; la prossima vittima ha già un nome: EDWARD KASSIG. La risposta dell’America e dell’Europa a questo massacro inaccettabile è stata quella di cominciare una vera e propria guerra contro l’ISIS, utilizzando la potenza distruttiva dei raid aerei per annientare gli obiettivi più importanti nelle regioni controllate dai terroristi. L’offensiva della coalizione occidentale, guidata da Stati Uniti e Regno Unito, ha avuto inizio a settembre e continua da allora. Dalle ultime notizie pare che il leader del gruppo jihadista, Abu Bakr al Baghdadi, sia stato gravemente ferito in un attacco. Al-Baghdadi aveva preso il posto di Abu Musab alZarqawi, fondatore dell’ISIS, quando quest’ultimo era stato ucciso da una bomba americana nel 2006. Nel 2000 Zarqawi decise di fondare un suo proprio gruppo con obiettivi diversi da quelli di Al Qaida, per il quale Bin Laden aveva posto come obiettivo principale la difesa dei territori musulmani dall’invasione occidentale, cominciata con l’invio di truppe statunitensi per la Prima Guerra del Golfo. Invece Zarqawi voleva provocare una guerra civile su larga scala, interna all’Islam, e per farlo voleva sfruttare la complicata situazione religiosa dell’Iraq, Paese a maggioranza sciita ma con una minoranza sunnita al potere da molti anni con Saddam Hussein. Il suo vero intento era creare un califfato islamico esclusivamente sunnita per poi proseguire la Guerra Santa (jihad) contro gli infedeli. L’ISIS cominciò ad agire attivamente con attacchi terroristici nel 2003, solo cinque mesi dopo l’invasione da parte degli Stati Uniti dell’Iraq. Nel 2004 Zarqawi aveva sancito un’alleanza con Al Qaida, nonostante la differenza tra i fini delle due organizzazioni, e aveva chiamato il suo gruppo Al Qaida in Iraq (AQI). Dopo la morte del fondatore, nel 2007, il gruppo posto sotto la guida di Baghdadi subì un notevole indebolimento, soprattutto grazie alle azioni americane in Iraq. Tuttavia nel 2011 si rafforzò nuovamente e liberò alcuni detenuti del governo iracheno. Infine nel 2013 l’organizzazione jihadista cambiò il suo nome in Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS), dopo che la guerra in Siria gli diede nuove possibilità di espansione anche in territorio siriano. Attualmente l’ISIS è formato da circa ottomila uomini, solamente in Iraq, ma il loro numero va aumentando anche grazie alla propaganda dei video che ha portato molti giovani islamici occidentali ad unirsi alle sue fila, affascinati dalla Guerra Santa. Inoltre Baghdadi si è alleato con le tribù sunnite e con gruppi baathisti (cioè sostenitori del partito Baath, lo stessa cui apparteneva Saddam Hussein). È quindi evidente che con la sua espansione l’ISIS è sicuramente diventato una minaccia concreta in Medio Oriente, e preoccupa persino la Turchia la sua avanzata che fino a poco tempo fa pareva irrefrenabile; è cominciato un nuovo conflitto tra un gruppo islamico e l’Occidente, come era accaduto con Al Qaida e gli U.S.A solo pochi anni fa; ma questa volta si riuscirà a fermare definitivamente? Pagina 21 AmarSport A history made by stars and stripes La nazionale di pallacanestro americana tra gioia e dolori Andrea Tenconi “Remember Munich”. Ogni volta che Robert Montogomery Knight, coach di Indiana University e di quel Team USA, ripeteva quelle due parole con tono militaresco, i giocatori ridevano. Ridevano nervosamente, perché sapevano che quella era la loro grande occasione (quella delle Olimpiadi di Los Angeles ‘84) per cancellare definitivamente quello che, ancora oggi, agli occhi degli Americani, rimane il più grande furto della storia della pallacanestro a stelle e strisce: la finale delle Olimpiadi del 1972. Su quella partita si sprecarono commenti, articoli e rivendicazioni di vario genere, poi tutto è andato ad alimentare la leggenda sportiva. Come andarono le cose a Monaco nel ‘72? Come detto, le squadre sovietica e americana si trovarono faccia a faccia nella finale del torneo olimpico. Gli USA si ostinavano nello schierare solamente gli universitari e non i professionisti, quasi a dimostrare la propria superiorità. Non avevano però fatto i conti con il crescendo del movimento della “palla a spicchi”. La partita vide sostanzialmente una sola squadra in campo, quella sovietica, fino all’ultimo minuto di gioco. Quando gli americani recuperarono palla a centrocampo sotto di un punto, il punteggio era fino a quel momento di 48 a 49, avevano a disposizione poco meno di 3 secondi, la partita sarebbe finita. In quei “last three seconds” Doug Collins portò per la prima volta in vantaggio la squadra americana con due tiri liberi: aveva l’antigelo nelle vene quel ragazzo tanto era freddo. Poi inizia la storia, anzi la leggenda. Nell'ordine si susseguirono: un time-out chiamato irregolarmente dai sovietici a un secondo dalla fine, una rimessa ripetuta tre volte, l'esultanza degli americani convinti della vittoria dopo la prima ripetizione, l'intervento plateale di William Jones, che chiese di ridare i tre secondi a Sergej Belov e ai suoi compagni russi, quindi il canestro finale del sovietico Aleksandr Belov. Il punteggio finale fu di 50 a 51 a favore dei sovietici, gli imbattibili americani furono battuti, ci furono polemiche a non finire e ricorsi. Gli atleti americani si rifiutarono di ricevere la medaglia d'argento, boicottando il podio e quelle medaglie d’argento sono ancora là, ad aspettare i loro proprietari. Le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 furono quelle del controboicottaggio sovietico: dal momento che gli Americani non avevano partecipato a quelle di Mosca del 1980 per protestare contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan, la squadra della falce e del martello non partecipò alle olimpiadi californiane. Il team dei cestisti statunitensi arrivò alla finale contro la Spagna che era già stata massacrata nel girone eliminatorio. Non ci fu mai partita, gli americani stravinsero: tornarono sul trono olimpico dopo otto anni, ma soprattutto si distinse in quella squadra un ragazzo della Carolina del Nord, egli aveva una capacità di gestire le proprie forze mai vista prima: era Michael Jordan. E rieccoci, corsi e ricorsi della storia. Siamo a Seul, è l'anno 1988, è in programma la semifinale del torneo olimpico. Chi si ritrovarono a scontrarsi per andare a giocarsi la medaglia d’oro? USA e URSS, neanche a dirlo. La vittoria va ai sovietici, gli americani si devono accontentare del bronzo. Ma ora basta. Non ci stavano più. Erano stufi di perdere le partite contro la loro nemesi russa. Fu proprio dalle ceneri della Corea del sud che nacque la più forte squadra di pallacanestro che abbia mai calcato un campo da basket: il dream team. In quella squadra c'era ancora Michael Jordan, c'era poi Earvin “the Magic” Johnson, l’unico uomo capace di sorriderti mentre ti umiliava, c'era la coppia “Stockton-toMalone”, i due giocatori che vivevano, cestisticamente parlando, in strettissima simbiosi. Si potrebbe andare avanti per almanacchi a descrivere quel tripudio di genio sportivo. Quelle del dream team non erano solo partite, erano delle esibizioni. Ci furono 44 punti di scarto di media a partita tra la squadra dei sogni e gli avversari di turno, non si sentì mai il bisogno di chiamare un timeout per riordinare le idee. La superiorità fu a tratti imbarazzante. I tempi erano ormai cambiati, il mondo sovietico si avviava verso il declino politico e gli Stati Uniti stavano uscendo anch'essi dai meravigliosi anni Ottanta che li avevano visti protagonisti in molte vicende politiche, culturali e di costume. Forse, se ancora se ne parla, la sconfitta brucia ancora e una vera e propria rivincita non c'è stata e non potrà mai più esserci. Pagina 22 Grillo box-libri&film The Maze Runner: il labirinto Il romanzo fantascientifico più avvincente del momento diventa un film Alessia Ariti, Daniel Lacidogna The MazeRunner è una trilogia scritta da James Dashner (1972). Essa si sviluppa su tre titoli: Il Labirinto (2009), La Fuga (2010) e La Rivelazione (2011). Il libro è un romanzo fantascientifico e post apocalittico di cui sono state vendute oltre 7 milioni di copie tradotte in oltre 20 lingue. La trama del racconto è basata sulla storia di alcuni ragazzi rinchiusi al centro di un labirinto controllati da scienziati appostati all’esterno di esso. I ragazzi hanno dai 12 ai 19 anni e ad essi è stata cancellata la memoria. Ogni mese al gruppo si aggiunge un nuovo componente che ha con sé delle provviste. I ragazzi hanno creato una sorta di civiltà all’interno della cosiddetta Radura e ognuno ha il proprio lavoro: dal cuoco al medico, dal contadino al velocista. Quest’ultimo ha l’arduo compito di addentrarsi nel Labirinto per mapparlo e così tro- vare una via di uscita. Tutto procede “tranquillamente” fino a quando nel gruppo si aggiunge Thomas, ragazzo intelligente e curioso. Thomas diventa velocista dopo essere riuscito a rimanere vivo all’interno del Labirinto dopo la chiusura delle porte, le quali si chiudono al tramonto, salvando due suoi amici dai Dolenti: esseri mostruosi che abitano il labirinto di notte. La situazione si sconvolge con l’arrivo di una ragazza (la prima): Teresa la quale dà inizio alla fine. Al suo arrivo il cielo si oscura e le porte non si chiudono più al tramonto, permettendo ai Dolenti di entrare nella Radura. I ragazzi, uno alla volta, muoiono fino a quando Thomas scopre una probabile via di fuga portando con sé chiunque lo desideri. Questi ultimi finalmente escono e scoprono di essere più intelligenti di chiunque altro e di non essere altro che cavie per esperimenti. Il finale molto avvincente è pieno di colpi di scena e tiene il lettore o chi vede il film in uno stato di suspense, costringendolo a continuare a leggere o ad assistere alla proiezione. Il film ha una sceneggiatura magnifica che fa sentire lo spettatore parte di esso. Logicamente il libro ha particolari non inseriti nel film che permettono al lettore di entrare nel vivo del racconto. Al momento è reso pubblico il primo film ma dei restanti due si sa solo che nel Settembre 2015 uscirà La Fuga prodotta dalla 20th Century Fox. Del terzo invece non si sa molto. Pagina 23 Grillobox-libri Come non passare la notte di San Silvestro Recensione del best seller Non Buttiamoci giù, di Nick Hornby Alice Fortunati «Se posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo? Certo che posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo. Cavolo, non sono mica deficiente. » Inizia proprio così il libro, con una freddura. La storia narra delle vite molto complicate di quattro persone che casualmente si incontrano sul tetto di un palazzo a Londra. Il soprannome affibbiato al palazzo (Palazzo dei suicidi) lascia a intendere cosa ci facessero quattro persone la notte di capodanno su quel tetto del destino. Jess è figlia del ministro dell’istruzione, anche se non fa molto onore al lavoro del padre, dal momento che l'atteggiamento della ragazza è l'esatto opposto dell'istruzione: impreca sempre. Sua sorella è scomparsa tempo fa, ma il corpo non è mai stato ritrovato. Martin invece è un uomo divorziato, ha due bambine di cui non ricorda quasi il volto. È stato in prigione per quasi un anno poiché ha avuto un rapporto sessuale con una minorenne. Maurren poi è una ragazza timida, molto religiosa, ma triste per il figlio portatore di un handicap molto grave che non gli permette nemmeno di intrattenere una conversazione. JJ invece è americano ed è venuto in Inghilterra per seguire la sua ragazza e la band. Dopo alcuni me- si la band si scioglie e la fidanzata lo lascia. I quattro si ritrovano a scrutarsi in cima al palazzo per decidere a chi sarebbe spettato l’onore di buttarsi per primo. Un uomo sbuca all’improvviso sulla terrazza e si butta. Questo fatto turba così tanto gli aspiranti suicidi da decidere di suggellare un patto secondo il quale avrebbero dovuto aspettare fino a San Valentino per suicidarsi. L’autore scrive di come, dopo quella fatidica, notte tra i quattro nasca un sentimento di amicizia. Grazie proprio a questa amicizia ognuno di loro riesce ad affrontare quei problemi che la notte di capodanno erano sembrati insormontabili. Nonostante la trama sia costruita a partire da fatti dolorosi e nonostante i personaggi siano percorsi da una vena di tristezza, la storia è avvolta da un umorismo nero molto esilarante che rende la narrazione scorrevole e piacevole. Alla fine del fine del libro Jess, Martin, Maurren e JJ riescono ad accettare i propri problemi e, cosa più importante, trovano qualcuno con cui condividerli, qualcuno con cui lamentarsi e con cui ridere addirittura: è nata una amicizia. È l’amicizia secondo l’autore che ci permette di affrontare la vita a testa alta, con la consapevolezza di avere sempre qualcu- no al nostro fianco che ci vorrà bene. La cosa sorprendente di questo libro è la capacità di Hornby di trattare di temi molto difficili e delicati, quali la depressione e il suicidio, in modo leggero ma, allo stesso tempo, profondo. Nonostante l’assurdità delle situazioni in cui si ritrovano i personaggi, la storia risulta molto credibile e non cade mai nel morboso, grazie soprattutto all’ironia e al sarcasmo sempre presenti. Le personalità dei personaggi e i loro caratteri sono delineati con grande precisione e in ognuno di loro il lettore riesce ad immedesimarsi. L’autore scrive infatti i dialoghi tra i personaggi con molto ironia e riesce così a trattare di uno dei temi più difficili: la scelta della vita o della morte. Recentemente è stato fatto l’adattamento cinematografico di questo libro (la regia è di Pascal Chaumeil; principali interpreti sono Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul e Imogen Poots). Il confronto tra il libro e il film appare inevitabile. Nel film si è persa forse un po’ dell’ironia di cui il libro è carico e di cui l’autore si è servito per alleggerire la trama. Il film resta fedele al romanzo, anche se, ovviamente sono presenti delle differenze. NICK HORNBY, Non buttiamoci giù, Guanda, 2012 (ottava edizione) Pagina 24 Grillobox-film Un invito alla visione di un mondo favoloso, quello di Amélie Il film del francese Jean-Pierre Jeunet è ormai un classico Eletta Nava Siamo a Parigi. Amélie Poulain ha trascorso un’infanzia diversa da quella degli altri bambini. Creduta dai genitori affetta da una malattia al cuore, Amélie non ha mai potuto frequentare la scuola, né avere amici. Con un padre inaffettivo e una madre ossessiva che muore quando lei è ancora piccola, la protagonista si crea un mondo tutto suo, basato sull’immaginazione. A causa del rapporto distaccato con il padre, appena possibile Amélie lascia la sua casa e si trasferisce a Montmartre, dove trova lavoro come cameriera in un caffè. Come faceva da piccola, continua a vedere i fatti della realtà sotto un aspetto fantasioso, ha una spiccata sensibilità per i particolari e i fatti della vita quotidiana. Il 30 agosto 1997, succede qualcosa di importante per Amélie: per caso, trova all’interno di un muro della sua casa una scatolina arrugginita contenente i ricordi di un bambino che abitava proprio lì circa cinquanta anni prima. Cerca il proprietario per restituirgliela e vedere quindi la sua reazione. Dopo averlo individuato, gli fa trovare il cofanetto in una cabina telefonica e, nel vedere di nascosto la sua felicità, Amélie decide di passare la sua vita aiutando gli altri segretamente, così da non rischiare di esporsi in caso di fallimento. Un giorno, però, si innamora di Nino Quincampoix, un ragazzo strano che come lei vive fuori dal mondo. Egli colleziona fototessere strappate e gettate via nel cestino di una cabina fotografica. Anche con lui Amélie non vuole rivelarsi ma cerca di farsi notare in tutti i modi, progettando stratagemmi e comunicando con lui attraverso bigliettini per programmare appuntamenti che lo incuriosiscano. Alla fine Amelie uscirà dal suo favoloso mondo? Arrivato nei cinema italiani nel 2002, Il favoloso mondo di Amélie è un film francese del regista Jean-Pierre Jeunet, che vede come attrice principale la giovane Audrey Tautou, nei panni della bella e dolce Amélie. Il film si regge su un numero ridottissimo di attori principali, che devono essere capaci di sostenere tutta la struttura. Vicende di personaggi secondari si alternano, come piccole storie, all’interno di quella principale. La narrazio- ne avviene con descrizioni per immagini di fatti reali e poi ci sono i fatti immaginari, frutto della fervida fantasia della protagonista che ha paura della realtà e non vuole fallire nelle relazioni con le persone reali. Il film è ricco di scene ironiche e divertenti, ma anche di simboli e di metafore. Ci sono pure riferimenti anche a fatti realmente accaduti (quasi a sottolineare la cruda realtà della vita) come la morte della principessa Diana, il 30 Agosto 1997. Gran parte delle scene sono accompagnate da un sottofondo musicale, molto francese. La colonna sonora, scritta da Yann Tiersen (compositore e polistrumentista francese), dopo la pubblicazione ha ottenuto, da sola, un ottimo successo commerciale. I brani ricordano il clima francese e sono capaci di esprimere l’incanto e la leggerezza del mondo favoloso di Amélie. Si consiglia fortemente la visione di un film così interessante, per tutti i palati e con un cast di attori francesi molto bravi e molto divertenti. Pagina 25 Grillobox-musica Ah no… sono i Pink Floyd Il “nuovo” lavoro della band divide o delude? Luigi Casella Alla notizia del nuovo album dei Pink Floyd, devo ammetterlo, ho avuto paura. Sono passati quasi tre anni da quando ho scoperto nella casa natale di mio padre il vinile di Wish You Were Here e, da quel momento, i Floyd sono rimasti il mio punto di riferimento musicale. Sono cosciente del fatto che gli ultimi due album del gruppo (quelli del cosiddetto periodo Gilmour) non fossero nemmeno lontanamente all'altezza dei tempi di The Dark Side of the Moon e di The Wall (album del cosiddetto periodo Waters), ma tutto rimane (con i suoi altissimi e i suoi non troppo bassi) nella storia della musica. Ho sperato fino all'ultimo che The Endless River non si trasformasse nella macchina da soldi tipica dell'artista ormai non più fresco che, nonostante la mancanza di ben due dei membri fondamentali della storia della band (Waters che dopo The Final Cut lasciò la band negli anni ottanta e Wright che ci ha lasciati nel 2008), rispolvera vecchie registrazioni rimaste nel cassetto. Sarebbe stato bello per i fans avere un lavoro che rimanesse nei limiti dell'accettabilità. E invece no. Francamente, dopo aver ascoltato il “nuovo” prodotto, la domanda che sorge è essenzialmente: “Perchè? Perchè i sedicenti Pink Floyd di questo album (il “Dinamico duo” Gilmour – Manson) hanno deciso di dare alle stampe 'sta roba?”. Sì, dare alle stampe sarebbe il termine più giusto perchè di nuovo in questo album non c'è nulla. I pezzi proposti sono tutti (e non lo dico io, lo dicono loro stessi) scarti di The Division Bell, album che già così è piaciuto sol ai fan provvisti di paraocchi che, al grido di “Ma sono i Pink Floyd!!!”, elogiano qualunque cosa venga loro proposto. Per l'occasione è stata scritta solo Louder than words, sulla quale mi soffermerò più avanti. L'album è quindi quasi tutto strumentale (a parte appunto il singolo appena nominato) non però nell'accezione classica del termine. Questo è quasi più un album di “atmosfere”. Tre quarti d'ora di atmosfere che tentano di scimmiottare i migliori Pink Floyd. Si sentono più volte richiami all'album The Wall, al pezzo Shine on You Crazy Diamond (sulla quale bisogna precisare che anche quella era una canzone che creava una sorta di ambiente, che però veniva spezzato all'inizio dal celebre riff; era poi soprattutto una tensione emotiva che si voleva creare per esprimere un augurio a Syd Barrett, il compagno di band dei primi tempi che purtroppo è impazzito a causa dell'abuso di acidi) e all'al- bum The Dark Side of the Moon, ma questi richiami spesso troppo palesi e simili all'originale e probabilmente tentano di nascondere una mancanza di idee. Un paio di volte fanno anche capolino le “famose” voci piazzate, dal mio punto di vista, totalmente a caso. Userò una definizione che ho letto in un'altra recensione che, secondo me, spiega egregiamente come ci si sente alla fine dell'ascolto della parte strumentale: questo album è la versione musicale della fantozziana “Corazzata Potemkin”. Poi arriviamo a Louder Than Words, che è il giusto compimento di questo album. “Na canzonaccia!”. È un misto di tutto il citazionismo possibile e della scontatezza che è questo album. Resta solo da capire perchè si è sentito il bisogno di fare questo album. Soldi? Tutti smentiscono. I Pink Floyd non sono una band che fa musica progressive che vende poco. Ai tempi, l'album The Dark Side of the Moon rimase in classifica negli Stati Uniti per 750 settimane circa (quasi quindici anni). Di soldi ne hanno fatti e con questo disco ne faranno ancora, viste le prenotazioni su iTunes. Il marketing poi è stato eccezionale: cartelloni giganteschi in tutte le città, interviste a più non posso, il singolo che ha creato grande attesa. Dunque la domanda sorge spontanea: “Ci prendono in giro presi da manie megalomani o sono convinti di quello che fanno?” Ai posteri l'ardua sentenza. Pagina 26 Dotte curiosità Niente haiku, siamo inglesi! Conciso e ferreo: il limerick 4D/4E Come il sonetto è il metro principe della letteratura italiana, come l'haiku è la forma tipica della poesia orientale, alla stessa maniera il limerick è un breve componimento tipico del Regno unito. Una delle caratteristiche è il sottile humor che contiene, anche se, nella buona tradizione regale, tutto deve seguire delle regole piuttosto coercitive. Cinque versi, schema metrico quasi sempre fisso (AABBA), tre piedi per il primo il secondo e l'ultimo verso, solo due piedi per i restanti. Queste sono le regole, buon divertimento a chi si vuole sentire poeta! Questi sono i componimenti delle classi IV D e IV E. There was an old cook from New York Who cooked exclusively pork. He cooked it with pleasure, And no sense of measure, That fanatic old cook from New York There was a great cook from Milan Who fried his two hands in a pan There was an old man from Magenta “I’m getting too old, Who spent the whole night in the centre And I feel very cold” It was desert there Said the insensitive cook from Milan But he didn’t care That lonely old man from Magenta There was an explorer from Rome Who made expeditions at home There was a nice girl from Buscate “It’s not very far: Who gave every day a big party I won’t need a car” It was really a success Said the lazy explorer from Rome But her house was a mess. How untidy’s that girl from Buscate! There was a young sportsman from Venice Who played football and baseball and tennis; There was a bad girl from Cerello Who told every boy: “Oohh, hello!” He played them all together, Most of them were surprised, With any kind of weather That crazy young sportsman from Venice Some of them paralysed, The shy boys who passed by Cerello Pagina 27 Dotte curiosità Indietro tutta! I' ch'ebbro tornai I palindromi, chi erano costoro? Iniziamo subito col dire che non si tratta di antichi popoli conquistatori, non si tratta neppure di brutte operazioni matematiche con conti che non tornano mai. Volendo ben vedere, però, il palindromo è un po' storia e un po' matematica, una fusione di due discipline che ora andremo a spiegare. Fin dai tempi remoti l'uomo è stato affascinato dal potere magico che poteva avere la parola, ma anche ai nostri tempi, nei ricordi di tutti noi risuona un “abracadabra” o un “sim salabim” (per i più maturi) pronunciato da qualche mago pasticcione o da un impomatato prestigiatore della tv. Gli antichi latini credevano addirittura che conoscere il nome di una persona e pronunciarlo fosse un po' come possedere quella persona, molte iscrizioni trovate su reperti antichi sono la testimonianza di pratiche magiche che si attuano tramite il pronunciamento di una frase ad effetto. Il palindromo (ed ora diciamo quindi che è una parola o una frase che si può leggere indifferentemente da sinistra verso destra o viceversa) affonda le sue radici, come frase magica, nei recessi della storia; uno dei più antichi e celebri palindromi è il cosiddetto “quadrato del sator” (SATORAREPOTENETOPERAROTAS), ma ce ne sono alcuni attribuiti addirittura a Virgilio. In tempi più recenti, ma parliamo del secolo scorso, vennero indetti addirittura concorsi che premiarono famosi componimenti palindromi; ce ne sono di molto interessanti e complessi, che richiedono un calcolo minuzioso e una disciplina incredibile (ecco la parte matematica). Modestamente proponiamo qui alcune brevi composizioni che hanno tolto allo scrivente parecchie ore della sua vita, ma forse non hanno tolto nulla, visto che il palindromo può essere letto al contrario, quindi, se rileggerò le frasi partendo da destra, tornerò indietro nel tempo. Provateci! Una farneticante amante S'Anna ama Annas Amo? Cotta? Motto matto, coma! E temo...citi sette siti...come te mai siede l'ora. Parole? Dei siam! Ramo recido. Odi? C'ero mar, odo l'eco, voce lodo. No! Solo sotto l'oro! L'otto solo! Sonni! I nervi o i pié? Ei, Pio IV? Reni in asse, Mida re! Anna era dimessa. …e per i latinisti... Erit ac sono noscat ire Atla! Tela alet alta, telis si homo his silet. (ci sarà un'Atla e sappia marciare a tempo di musica! Nutrirà alti dardi, se un uomo sta in silenzio di fronte a questi strali) Pagina 28 Il Racconto Vero o falso? La capacità di scegliere Marta De Chiara, Amanda D’Angelo Ciao, mi chiamo Samanta e ho 15 anni. Sono abbastanza alta, diciamo che, come fisico, sono giusta, non sono né grassa né “uno stecchino”, ho gli occhi verdi, i capelli castani e una bocca molto fine. Solo il mio naso detesto, un po' a patata. Oggi vi voglio raccontare una storia, la mia storia. Tutto ha avuto inizio in un giorno come un altro per me, uno in cui suona la sveglia e nemmeno ti va di spegnerla. Mi sono alzata e la prima cosa che ho fatto è stata quella di guardarmi allo specchio, certamente non mi trovavo perfetta. Non lo sono mai stata. Ho guardato l'ora, era davvero tardissimo, così ho aperto l'armadio e mi sono messa le prime cose che mi capitavano “a tiro”. Ho preso lo zaino, ho scelto le scarpe e, in fretta e furia, sono uscita di casa, senza nemmeno fare colazione, nella speranza di non perdere il pullman. Sono arrivata a scuola con un leggero ritardo ma, per fortuna, la professoressa non era ancora in classe, nulla di fatto, ero salva. Mi sono seduta al mio banco accanto alla mia migliore amica, Lola. "Come mai in ritardo?", mi dice lei. "Svegliata tardi come al solito, te lo chiedi anche?" Ride, lei è l'unica persona in questa odiosa scuola a volermi bene. Prof odiosi, compagni odiosi, tutto odioso. Ma la persona peggiore di tutti è Lorenzo. Fermiamo un secondo la storia: parliamo di Lorenzo. Voi non avete nemmeno idea di quanto io lo detesti. Non ve lo immaginate proprio. Fin dalla prima media mi ha sempre presa in giro per come sono fatta, per quello che dicevo, per tutto insomma. Io con lui non avevo diritto di parlare. Lui non mi voleva fra i piedi, ecco tutto. Ma ora torniamo a quel giorno. Iniziata la lezione di matematica, la noia mi pervade. Mentre la prof spiega, la mia mente è altrove. I miei pensieri convergono in un'unica persona, lui: Matteo. È alto, ha un fisico perfetto, ma il suo vero punto forte sono gli occhi azzurri e i capelli biondi. È il tipo di ragazzo che le ragazze solitamente definiscono “principe azzurro” o “stramegabello”. Dipende da come sei e quali sono i tuoi gusti, diciamo. Mi arriva all'improvviso, inaspettata, una notifica di Facebook. Grazie a Dio la suoneria era stata disattivata. Mi metto a leggere: si tratta di una richiesta d'amicizia da parte di una certa Caroline Rossi. Mai sentita nominare. Chi sarà mai? Decido di aspettare per scriverle, decido che doveva essere lei a farlo dato che, a quanto pare, questa Caroline è curiosa di conoscermi. L'ora vola in un attimo e la seguente ora, buca, passa stancamente. In questo tempo ho avuto modo di parlare a Lola di questa ragazza, che ho conosciuto un po' “girando” per il suo profilo. Non ho trovato molte foto, il profilo sembrava nuovo, nessun post, nessun video, nulla. Era la ragazza dei misteri. Lola mi è sembrata molto perplessa e confusa. Credo non le piacesse l'idea che io potessi trovare altre amiche, ma non mi è importato molto. La giornata, di conseguenza, l'ho passata così, pensando. Sono ormai le sette di sera ed ecco un messaggio. “Ciao, sono Caroline!” Al primo impatto ho sorriso, ma la mia testa si è riempita subito di dubbi. Da dove spunta questa? Perché vuole parlare proprio con me? “Ciao, sono Samanta. Ci conosciamo?” le rispondo. “No, mi sono appena trasferita, cerco solo di conoscere delle persone di qui.” “E come fai a sapere di me?” “Ho visto a scuola che sei nella squadra di pallavolo.” “Ah, wow, sì sì. Mi piace molto. Ma quanti anni hai? Da dove vieni?...ho tante domande.” Mi parla di sé e io rimango incantata. Nel giro di una settimana Caroline sa tutto di me, anche se a Lola questo non va giù. La detestava quasi, era evidentemente gelosa. Dopo vari messaggi e dopo vario tempo passato a messaggiare con Caroline, Lola, che ovviamente si sente messa da parte, diventa “una bestia”. È incavolata nera, è stufa di sentirmi sempre parlare solo di Caroline e Matteo. “Sono stanca!” mi urla dietro Lola, “Stanca di te e di tutti i tuoi problemi!”. Non fa in tempo a finire la frase e se ne va correndo verso in bagno, non mi ha rivolto la parola per settimane. Intanto io e Caroline diventiamo inseparabili, il vero problema è che lo eravamo solo via internet. Non c'eravamo ancora mai viste, ma io le volevo bene lo stesso, le sue parole ogni sera riempivano la mia testa di pensieri felici che mi distraevano da tutto. Passato ormai un mese, Caroline mi chiede un incontro nella biblioteca della scuola, esattamente all'intervallo. Non ho perso nemmeno un secondo. Appena suona la campanella mi precipito in biblioteca, è stato lì che è successa la vera tragedia. Caroline, che poi non so se si possa dire così, era in realtà Lorenzo che, con i suoi amici, ha iniziato a urlare :“A SAMANTA PIACE MATTEO! A SAMANTA PIACE MATTEO!”. Sono scoppiata in lacrime. Lola è arrivata giusto in tempo a fermarli. Mi aveva seguito per chiarire. Ragazzi non fidatevi di internet. Potete trovare chiunque dall'altra parte dello schermo. Pagina 29 Break! DISASTRI QUOTIDIANI Alessandro Machnitz, Marta De Chiara Pagina 30 Foto d’Arianna Legno, pietra, metallo Arianna Segaloni Pagina 31 Rubriche Pensieri in libertà Marco Cozzi Corrono, saltano, ridono. Camminano, cadono, riflettono. Giocano, fantasticano, osservano. Lavorano, pragmatizzano, guardano, crescono e invecchiano… L’immaginazione dei bambini è senza tempo… Walt Disney, uno dei più grandi “filosofi” del ‘900, cercava di unire gli adulti ai bambini; molti ritenevano i bambini e gli adulti separati come se fossero due elementi estranei. Con la costruzione dei parchi e la distribuzione di molti film è riuscito a dimostrare l’opposto: i bambini e gli adulti sono più uniti che mai da un pensiero eterno… Pagina 32 Rubriche Bramante ai fornelli La parmigiana, tra pancia e testa Giorgia Cacioppo, Martina Pedroli Alcuni le friggono, altri invece preferiscono grigliarle, altri ancora, per non sprecare troppo tempo, le comprano congelate e già grigliate. Di cosa si sta parlando? Delle melanzane. Vi chiederete cosa ci sarà mai di così speciale in questo piatto...la risposta potrebbe essere: tutto e niente. Da buoni Italiani “pizza e mandolino”, per non citare il resto, tutti capiamo benissimo che una rubrica di cucina potrebbe scatenare un putiferio: nonne che si arrabbiano criticando la ricetta, mamme che affermano che “così proprio no! Non si deve fare!”. Le ricette per gli Italiani devono sempre contenere quel minimo di mistero e di personalizzazione che le rende uniche, diverse da famiglia a famiglia. Ogni ricetta sembra debba essere customizzata, come una moto americana. La melanzana, ortaggio di origine asiatica, è stata probabilmente introdotta in Europa ad opera di mercanti arabi durante il Medioevo. Una parmigiana senza il pomodoro però, sarebbe come la Coca Cola senza le bollicine (sempre per rimanere in ambito di paragoni col mondo americano). Ecco appunto che, in un certo momento, arrivano in Europa tanti pomodori, tutti di importazione (e non vogliamo dire da dove siano stati importati, lo sanno tutti!). Evviva la cucina fusion, evviva il meltin' pot! Gli Italiani allora sono gli antesignani dei cuochi stranieri che oggi compaiono in tv e che, a volte, si danno tante arie. Per molti storici della cucina la comparsa della parmigiana è da collocare tra la seconda metà del XVIII secolo ed i primi decenni del XIX secolo. Da questo periodo, quindi, la ricetta ottiene e mantiene una certa stabilità. L'invenzione della parmigiana, però, come sempre in Italia, viene contesa tra diverse città: Napoli, Parma e altre località siciliane. In Italia, non molto tempo fa, qualcuno ha addirittura detto che il panettone, visto che contiene la frutta candita, è da attribuire alla Sicilia: non ci basta litigare in Parlamento per cose più serie, bisogna anche litigare per i dolci natalizi. Il termine "parmigiana", secondo alcuni, deriverebbe dalla parola siciliana parmiciana, questo è il termine con cui sono chiamate le liste di legno delle persiane, la forma è richiamata dalle fette di melanzana fritte e sovrapposte. In Emilia però dicono “melanzane alla parmigiana”. Per altri invece sarebbe giusto e filologico dire “parmigiana di melanzane”. Gli emiliani amano sostenere le loro tesi dicendo che la parmigiana va servita ricoperta di parmigiano, è vero forse, però le ricette più antiche del piatto consigliano il pecorino. E allora? Allora altri tagliano la testa al toro ed affermano che il piatto sia di origine turca o greca. Se dovessimo dire come si prepara la vera parmigiana potremmo, come detto prima, scatenare un putiferio. Allora si è deciso di proporre delle ricette rivisitate della parmigiana, giusto per non offendere nessuno. Visto che siamo digitali, ecco a voi i link! La parmigiana di Cracco: http://ricettepensierieidiozie.wordpress.com/2013/03/10/laparmigiana-di-melanzane-di-cracco/ La parmigiana di peperoni di Benedetta Parodi: http://www.la7.it/i-men%C3%B9-di-benedetta/ricette/ parmigiana-di-peperoni-08-12-2013-109624 Pagina 33 Sezione Top Ten Studente: “non è una cosa che viene dal mondo in terra...” Prof.: “Quale sostantivo italiano deriva dal verbo latino petere?” Stud.: “Peto” Prof.: “Sicuramente conoscete il cantautore Lucio Dalla?” Stud.: “Ma prof...mica è morto?” Prof.: “Il vino va bevuto con parsimonia.” Stud.: “Chi è parsimonia?” Prof. (parlando dell'Orlando Furioso) :“...e quando Zerbino trova l'armatura di Orlando, mette una scritta...” Stud.:“Vendesi”. Prof.:“Per alcuni l'adolescenza prosegue in maniera sterminata, come la Russia dopo gli Urali.” Prof.: “Il congiuntivo obliquo è come un'anguilla che sfugge, non è mai chiaramente afferabile” Prof.: “Ricompare quel mostro marino del mos maiorum, prima o poi lo si avvista sempre!” Prof.: “Ragazzi, non fatemi urlare che ho il giubbotto perchè fa freddo” Stud.: “Prof, ma lei non voleva fare la rapper?” Prof. : “Noooo! Io odio lo sport!” Pagina 34 Rubriche Oroscopo Celtico Martina Albano, Sara Gussoni Sapevate che anche il popolo dei Celti, esattamente i Druidi, avevano un loro zodiaco formato da 21 segni? Paragonavano le persone a diversi alberi e piante. Vuoi sapere il tuo segno celtico? Vi insegneremo a calcolare, trovare il vostro segno celtico di nascita. Data di nascita Albero di apparte- Data di nascita 02 gennaio-11 gennaio ABETE 05 luglio-14 luglio Albero di appartenenza ABETE 12 gennaio-24 gennaio OLMO 15 luglio-25 luglio OLMO 25 gennaio-03 febbraio CIPRESSO 26 luglio-04 agosto CIPRESSO 04 febbraio-08 febbraio PIOPPO 05 agosto-13 agosto PIOPPO 09 febbraio-18 febbraio BAGOLARO 14 agosto-23 agosto BAGOLARO 19 febbraio-28 febbraio PINO 24 agosto-02 settembre PINO 01 marzo-10 marzo SALICE 03 settembre-12 settembre SALICE 11 marzo-20 marzo TIGLIO 12 settembre-22 settembre TIGLIO 21 marzo QUERCIA 23 settembre QUERCIA 22 marzo-31 marzo NOCCIOLO 24 settembre-03 ottobre NOCCIOLO 01 aprile-10 aprile SORBOLO 04 ottobre-13 ottobre SORBOLO 11 aprile-20 aprile ACERO 14 ottobre-23 ottobre ACERO 21 aprile- 30 aprile NOCE 24 ottobre-02 novembre NOCE 01 maggio-14 maggio PIOPPO 03 novembre-11 novembre PIOPPO 15 maggio-24 maggio CASTAGNO 12 novembre-21 novembre CASTAGNO 25 maggio-03 giugno FRASSINO 22 novembre-01 dicembre FRASSINO 04 giugno-13 giugno CARPINO 02 dicembre-11 dicembre CARPINO 14 giugno-23 giugno FICO 12 dicembre-21 dicembre FICO 24 giugno BETULLA 22 dicembre BETULLA 25 giugno-04 luglio MELO 23 docembre-01 gennaio MELO Per questo popolo l’albero rappresentava il ciclo della vita e la possibilità di mettere in relazione le tre parti del cosmo: il sottosuolo ( le radici), la terra (il tronco) e il cielo (la chioma). Pagina 35 Rubriche ABETE: personalità misteriosa e di umore particolarmente mutevole. È molto ambizioso e si può contare su di lui. ACERO: sicuro di sé ad oltranza, in lui trovano posto fantasia, originalità e riservatezza. Ama vivere nuove esperienze e… può tradirlo solo il suo nervosismo. BAGOLARO: ha uno spiccato spirito di adattamento, è un grande lavoratore. È ottimista e sa prendere le decisioni al volo. BETULLA: equilibrato, ama la vita calma e a contatto con la natura. Preferisce restare lontano da tutto ciò che può indurre all’agitazione. CARPINO: cura il suo aspetto fisico nei minimi particolari, è molto generoso e gentile. Tendenzialmente ha poco fiducia nella gente. CASTAGNO: è la personificazione dell’onestà e della giustizia. Affascinante e poco diplomatico, tende ad irritarsi facilmente e può dare l’impressione di essere suscettibile, ma solo perché teme di non essere compreso. CIPRESSO: fedele, detesta la solitudine ed è molto passionale. Sa accontentarsi ed essere riconoscente, ma a volte è un po’ indisciplinato. È ottimista e ambizioso. FICO: pratico, testardo e pigro. È però amabile con gli animali e ha un buon senso dell’umorismo. FRASSINO: impulsivo ed esigente, non teme le critiche e spesso è narcisista. È un compagno molto fedele. MELO: fragile e molto affascinante. Ha uno spiccato talento per le materie scientifiche, ma è anche un sentimentale filosofo. NOCCIOLO: è tollerante, sensibile e poco esigente. A volte è un po’ capriccioso, ma è onesto e sa come fare buona impressione. NOCE: aggressivo , generoso e spontaneo. È sorprendente in tutto quello che fa, molto geloso e passionale, non accetta compromessi. OLMO: fedele e generoso. È l’eleganza fatta persona, ma è anche severo: tende infatti a non perdonare gli errori, ama dirigere, ma non obbedire. PIOPPO: molto affidabile e di buona volontà, ma probabilmente non lo sa! Ha una forza inclinazione per la filosofia e le arti. PINO: non sa stare tanto fermo , ama la compagnia e si innamora facilmente. Con il fisico molto robusto riesce a rendere la vita confortevole. QUERCIA: se c’è una tempesta, un ciclone, una bufera la quercia sopravvive comunque. È ragionevole, robusto e coraggioso; ha la testa sulle spalle e i piedi per terra! SALICE: malinconico, seducente, viaggiatore e sognatore. È onesto, ma anche molto esigente. È amante di tutto quello che è bello e di buon gusto . SORBOLO: ama le complicazioni, l’agitazione e attirare l’attenzione. È pieno di fascino e talento, ma c’è un unico problema: difficilmente perdona. TIGLIO: si commuove con facilità, si sacrifica per i suoi amici, ma è particolarmente geloso. Detesta lo stress e la pigrizia. Se ci chiedi chi noi siamo che seduti ora stiamo, rispondiamo per le rime: "Non siam tutti delle cime". Siamo tanti ma son uno, son l'unione di ciascuno. Non "Il resto del Carlino", del Bramante il giornalino. Della scuola son coscienza, del giornal non puoi star senza. Del Bramante il giornalino sono il Grillo salterino, son coscienza di Pinocchio, ma vi tengo tutti d'occhio!