Risoluzione di problemi di dischi e file system

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Risoluzione di problemi di dischi e file system
C A P I T O L O
2 7
Risoluzione di problemi
di dischi e file system
Gli errori di dischi rigidi e di file system possono essere generati da diversi problemi, ad esempio
guasti hardware, interruzione dell’alimentazione, scarsa manutenzione del sistema, virus e errori
umani. In questo capitolo vengono presentati riferimenti per la risoluzione di problemi relativi a
dischi e a file system, viene illustrato l’utilizzo degli strumenti adeguati a tale scopo e riportate
informazioni sulle condizioni di errore di volume e di disco, sui virus e sui messaggi di arresto.
È inoltre possibile esaminare questo capitolo per ottenere descrizioni accurate del record di avvio
principale (MBR, Master Boot Record), della tabella di partizione GUID (GPT) e dei settori di
avvio.
Contenuto del capitolo
Novità nella risoluzione dei problemi di dischi e di file system .........................................................30
Strumenti di manutenzione e di risoluzione dei problemi..................................................................31
Descrizioni dello stato di dischi e volumi..............................................................................................55
Virus che influenzano il record di avvio principale e i settori di avvio ..............................................60
Riparazione di record di avvio principale e settori di avvio su computer
basati su processori x86 .........................................................................................................................64
Messaggi di arresto per dischi e file system........................................................................................69
Altri problemi del disco............................................................................................................................70
Settori del disco fondamentali per l'avvio ............................................................................................71
Risorse aggiuntive ................................................................................................................................ 103
Informazioni correlate
■
Per ulteriori informazioni sulla tabella di allocazione file (FAT, File Allocation Table) e sui
file system NTFS, consultare “File System” nel presente Resource Kit.
■
Per ulteriori informazioni sulla gestione di dischi e volumi, consultare “Gestione dei dischi”
nel presente Resource Kit.
■
Per ulteriori informazioni sugli strumenti per la risoluzione di problemi forniti da Microsoft®
Windows® XP Professional, consultare “Strumenti per la risoluzione dei problemi” nel
presente Resource Kit.
■
Per ulteriori informazioni sui metodi di risoluzione di problemi, consultare “Concetti e
strategie per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.
30 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Novità nella risoluzione dei problemi
di dischi e di file system
Con Microsoft® Windows® XP Professional vengono forniti strumenti avanzati per la risoluzione di
problemi relativi a dischi e a file system. Nella tabella 27.1 sono riepilogati i miglioramenti
apportati in Windows XP rispetto a Professional Microsoft® Windows® 2000.
Tabella 27.1 Miglioramenti e modifiche rispetto a Windows 2000
Nuova funzionalità
Descrizione della funzionalità
Ripristino automatico di
sistema (ASR, Automated
System Recovery)
ASR rappresenta un metodo in due parti mediante il quale è possibile
effettuare il ripristino dello stato del sistema operativo utilizzando file salvati su
supporto a nastro e configurazioni del disco rigido salvate su un disco floppy.
Nuove caratteristiche di Utilità
di deframmentazione dischi,
inclusa un’opzione di riga di
comando.
In Windows XP Professional sono disponibili due tipi di metodi di
deframmentazione dei dischi: lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi e
una nuova versione di riga di comando dello strumento (Defrag.exe). È
possibile, tramite entrambi gli strumenti, deframmentare volumi NTFS con
dimensioni di cluster superiori ai 4 KB e file inferiori a 16 cluster. È possibile
inoltre deframmentare la Tabella file master (MFT, Master File Table) su volumi
NTFS.
Risoluzione dei problemi di
dischi e volumi dalla riga di
comando utilizzando DiskPart.
L’utilizzo del nuovo strumento di riga di comando DiskPart per la risoluzione dei
problemi di dischi e volumi dalla riga di comando rappresenta un’alternativa
allo snap-in Gestione disco.
Creazione di dischi con tabella
di partizione GUID su
computer Itanium.
In Windows XP 64-Bit Edition è supportato un nuovo stile di partizione
denominato GPT (Tabella di partizione GUID, GUID Partition Table). Nei dischi
GPT sono presenti tabelle di partizione ridondanti per una maggiore integrità
strutturale della partizione.
Utilizzo dello strumento
Fsutil.exe per individuare se un
volume è segnalato come
danneggiato.
Tramite lo strumento di riga di comando Fsutil.exe sono forniti numerosi
comandi utilizzabili per la gestione del funzionamento del file system.
È possibile, ad esempio, utilizzare il comando fsutil dirty per determinare se un
volume è danneggiato. In tal caso, si sono verificati errori del file system e
occorre eseguire Chkdisk sul volume per porre rimedio al problema. È inoltre
possibile utilizzare il comando fsutil dirty per contrassegnare un volume come
danneggiato.
Se la migrazione viene eseguita dalla versione 4.0 di Microsoft® Windows NT®, oltre ai
miglioramenti descritti nella tabella 27.2 sono disponibili i miglioramenti indicati nella tabella 27.1.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 31
Tabella 27.2 Miglioramenti e modifiche rispetto a Windows 4.0
Nuova funzionalità
Descrizione della funzionalità
Chkntfs.exe
Chkntfs.exe è uno strumento di riga di comando utilizzabile per la disattivazione
dell’esecuzione automatica al riavvio di Chkdsk sui volumi danneggiati. Inoltre,
è possibile utilizzare Chkntfs per annullare una sessione pianificata di Chkdsk
in modo che non venga eseguita durante il riavvio del computer.
Nuovi parametri di Chkdsk
In Chkdsk sono presenti due nuovi parametri, /c e /i, per la riduzione del
tempo richiesto per l’esecuzione di Chkdsk su volumi NTFS.
Console di ripristino
La Console di ripristino è un ambiente di avvio di riga di comando che consente
l’accesso al disco rigido per la risoluzione dei problemi di base e per la
manutenzione del sistema.
Dmdiag.exe
Dmdiag.exe è uno strumento di riga di comando per la visualizzazione della
posizione e del layout di dischi e volumi dinamici. I dischi dinamici sono stati
introdotti con Windows 2000 e non utilizzano il layout tradizionale di partizione
utilizzato dai dischi nelle versioni di Windows NT 4.0 e precedenti.
Strumenti di manutenzione e di
risoluzione dei problemi
Con Windows XP Professional sono forniti numerosi strumenti utili per la manutenzione e la
risoluzione di problemi di dischi e di file system. Di seguito sono elencati gli strumenti descritti in
questa sezione.
■
Chkdsk
■
Utilità di deframmentazione dischi
■
Console di ripristino
■
Ripristino automatico di sistema
■
DiskProbe
■
Dmdiag
Per ulteriori informazioni sulla risoluzione di problemi con Windows XP Professional, consultare
“Strumenti per la risoluzione dei problemi” e “Concetti e strategie per la risoluzione dei problemi”
nel presente Resource Kit.
32 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Chkdsk
Chkdsk.exe è uno strumento di riga di comando utilizzato per la verifica dell’integrità logica di un
file system su un volume Windows XP Professional. Nel caso in cui le strutture del file system
risultino danneggiate, in Windows XP Professional sarà automaticamente pianificata l’esecuzione
di Chkdsk al successivo riavvio del computer. In qualsiasi momento è possibile eseguire
manualmente Chkdsk dal prompt dei comandi oppure da Esplora risorse o da Risorse del computer.
Per ulteriori informazioni sull’esecuzione della versione grafica di Chkdsk, consultare “Esecuzione
di Chkdsk da Risorse del computer o da Esplora risorse” in questo capitolo.
I volumi in cui si sono presentati errori del file system sono denominati volumi danneggiati. Per
indicare il verificarsi di un problema nel file system e il danneggiamento del volume, in
Windows XP Professional viene visualizzato un messaggio simile al seguente nel momento in cui
viene effettuato il tentativo di aprire, eliminare oppure rinominare un file o una cartella tramite
Esplora risorse oppure tramite il prompt dei comandi.
La directory o il file nomefile è danneggiato e illeggibile. Eseguire l'utilità
Chkdsk.
È inoltre possibile visualizzare messaggi presenti nel registro eventi di sistema nello snap-in
Visualizzatore eventi. Nella figura 27.1 è illustrata una voce di Chkdsk nel registro eventi di
sistema.
Figura 27.1 Messaggio di Chkdsk nel registro eventi di sistema in Visualizzatore eventi.
È anche possibile determinare se un volume è danneggiato tramite l’utilizzo dei comandi fsutil
dirty query oppure chkntfs.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 33
Per determinare, ad esempio, se il volume C è danneggiato, è possibile digitare
fsutil dirty query c:
oppure
chkntfs c:
Esecuzione di Chkdsk per la riparazione dei file system
È possibile eseguire Chkdsk in due modalità differenti:
■
Chkdsk senza parametri. Quando si esegue Chkdsk senza inserire parametri, il programma
viene eseguito in modalità di sola lettura. In tal modo il disco viene esaminato e sono elencati
eventuali errori del file system senza però che essi vengano riparati.
■
Chkdsk con parametri. Quando si esegue Chkdsk con parametri, come ad esempio /f oppure /r,
gli errori relativi alle strutture del file system vengono riparati.
Prima di eseguire Chkdsk per riparare un volume, attenersi alla procedura riportata di
seguito.
Prima di eseguire Chkdsk per riparare un volume, occorre effettuare le operazioni riportate di
seguito.
■
Effettuare una copia di backup dei file di dati fondamentali oppure assicurarsi di averlo già
effettuato.
■
Prepararsi al completamento del processo di Chkdsk.
Il completamento del processo di Chkdsk potrebbe richiedere una notevole quantità di tempo nel
caso in cui vengano utilizzato il parametro /f oppure /r su un volume di grandi dimensioni, ad
esempio di 70 GB, oppure su un volume contenente un grande numero di file (milioni). Durante
l’esecuzione il volume non è disponibile, dato che non viene rilasciato fino al termine di Chkdsk.
Se il volume viene esaminato durante il processo di avvio, il computer non sarà disponibile fino al
termine dell’esecuzione di Chkdsk.
In Chkdsk non sono inclusi parametri per l’eliminazione del processo. Tuttavia, durante la sua
esecuzione, è possibile specificare i parametri per abbreviare il processo. Per ulteriori informazioni
sul modo in cui ridurre al minimo i tempi di inattività durante l’esecuzione di Chkdsk, consultare
“Riduzione del tempo richiesto per l’esecuzione di Chkdsk su volumi NTFS” nel presente capitolo.
Esecuzione di Chkdsk sul volume di avvio
Il messaggio riportato di seguito viene visualizzato nel momento in cui è utilizzato il parametro /f
oppure /r durante l’esecuzione di Chkdsk sul volume di avvio.
Impossibile eseguire chkdsk. Il volume è utilizzato da un altro processo.
Programmare il controllo di questo volume al riavvio successivo del sistema?
(S/N)
L’utilizzo esclusivo del volume di avvio non può essere concesso a Chkdsk dato che in esso sono
presenti i file del sistema operativo Windows XP. Occorre pertanto riavviare il computer per
esaminare il volume. Nel caso venga selezionato S, sarà eseguita una versione di Chkdsk
denominata Autochk durante il successivo avvio del computer. Una volta controllato il volume di
avvio, il computer sarà riavviato automaticamente.
34 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Esecuzione di Chkdsk su un volume diverso dal volume di avvio
Nel caso in cui il parametro /f oppure /r sia utilizzato su un volume differente dal volume di avvio,
questo volume sarà utilizzato esclusivamente da Chkdsk fino al termine della riparazione degli
errori al suo interno. Se il volume presenta file o programmi aperti, verrà visualizzato il messaggio
riportato di seguito.
Impossibile eseguire chkdsk. Il volume è utilizzato da un altro processo.
Smontare il volume per eseguire chkdsk. TUTTI GLI HANDLE DEL VOLUME APERTI
CESSERANNO IN QUESTO MODO DI ESSERE VALIDI. Forzare lo smontaggio sul volume?
(S/N)
Se viene selezionato S, Chkdsk tenterà di chiudere tutti gli handle e di bloccare il volume. Se tale
operazione viene effettuata con successo, avrà inizio il processo di riparazione. La durata di tale
processo è determinata dal numero di file e di cartelle presenti sul volume e dal grado di
danneggiamento, se presente.
Nel caso in cui non sia possibile chiudere il volume oppure nel caso in cui venga selezionato N, è
possibile specificare se si desidera analizzare il volume tramite l’esecuzione di Autochk durante il
successivo riavvio del computer. Per ulteriori informazioni su Autochk, consultare “Esecuzione di
Autochk durante il riavvio del computer” in questo capitolo.
Sintassi di Chkdsk
Di seguito è illustrata la sintassi della riga di comando di Chkdsk.
chkdsk [volume[[percorso] nomefile]] [/f] [/v] [/r] [/x] [/i] [/c]
[/l[:dimensioni]]
Parametri di Chkdsk
Nella tabella 27.3 sono elencati tutti i parametri della riga di comando di Chkdsk.
Tabella 27.3 Parametri di Chkdsk
Parametro
volume
Descrizione
Viene specificato il volume che si intende analizzare con Chkdsk. È possibile specificarlo
utilizzando uno dei formati illustrati negli esempi seguenti.
Per eseguire Chkdsk sul volume C, inserire
c:
Per eseguire Chkdsk su un volume di nome data installato su C, inserire
c:\data
Per eseguire Chkdsk su un altro volume, è possibile inserire il nome simbolico del volume,
come ad esempio
\\?\Volume{2d9bd2a8-5df8-11d2-bdaa-000000000000}
È possibile determinare un nome di collegamento simbolico di un volume tramite il
comando mountvol. Per ulteriori informazioni su mountvol, consultare la Guida in linea
di Windows XP Professional.
percorso
Esclusivamente FAT/FAT32. Viene specificato il percorso di un file o di un insieme di file
all’interno della struttura di cartelle del volume.
(continua)
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 35
Tabella 27.3 Parametri di Chkdsk (continua)
Parametro
Descrizione
nomefile
Esclusivamente FAT/FAT32. Viene specificato il file o l’insieme dei file da analizzare per la
frammentazione. È possibile utilizzare caratteri jolly (* e ?).
/f
Vengono riparati gli errori sul disco. Il volume deve essere bloccato. Nel caso non sia possibile,
verrà consentito di analizzarlo al successivo riavvio del computer.
/v
Su FAT/FAT32: viene visualizzato il percorso e il nome completi di ciascun file presente sul
disco. Su NTFS: vengono visualizzate informazioni aggiuntive oppure messaggi di pulitura, se
presenti.
/r
Individua i settori danneggiati e recupera le informazioni leggibili (richiede la presenza di /f).
Nel caso non sia possibile bloccare il volume, verrà consentito di analizzarlo al successivo riavvio
del computer.
Dato che in NTFS, inoltre, vengono identificati e ricollegati i settori danneggiati durante
l’esecuzione delle normali operazioni, di norma non occorre utilizzare il parametro /r a meno
che non si sospetti la presenza di settori danneggiati sul disco.
/x
Viene prima obbligato lo smontaggio del volume, se necessario. Tutti gli handle aperti presenti
sul volume sono quindi non validi (richiede la presenza di /f). Questo parametro non funziona
sul volume di avvio. Occorre riavviare il computer per smontare il volume di avvio.
/i
Esclusivamente NTFS. Viene effettuato un controllo meno accurato delle voci d’indice, riducendo
in tal modo il tempo di esecuzione di Chkdsk.
/c
Esclusivamente NTFS. Viene ignorato il controllo dei cicli interni alla struttura di cartelle,
riducendo in tal modo il tempo di esecuzione di Chkdsk.
/l:dimensioni Esclusivamente NTFS. Viene modificata la nuova dimensione, in kb, del file di registro. Viene
visualizzata la dimensione attuale nel caso non ne venga inserita una nuova.
Nel caso in cui il sistema si spenga, si arresti oppure venga riavviato inaspettatamente, sarà
eseguito da NTFS un processo di recupero in grado di accedere alle informazioni nel file di
registro nel momento in cui verrà riavviato Windows XP Professional. La dimensione del file di
registro varia in base alla dimensione del volume. Nella maggior parte dei casi, non occorre
modificare la dimensione del file di registro. Tuttavia, nel caso in cui la quantità di modifiche sia
così elevata da imporre a NTFS di riempire il file di registro prima che tutti i metadati vengano
scritti su disco, occorre che NTFS obblighi la scrittura dei metadati su disco e l’aumento dello
spazio disponibile su registro. Nel momento in cui tale condizione ha luogo, è possibile notare
un arresto temporaneo di Windows XP Professional per 5 o più secondi. È possibile eliminare le
operazioni di scrittura obbligata dei metadati su disco aumentando le dimensioni del file di
registro. Per ulteriori informazioni sulla possibilità di recupero di NTFS, consultare “File System”
nel presente Resource Kit.
/?
Viene visualizzato l’elenco di parametri di Chkdsk.
Per ulteriori informazioni sui parametri di Chkdsk, consultare la Guida in linea di Windows XP
Professional. Per ulteriori informazioni sull’esecuzione della versione grafica di Chkdsk, consultare
“Esecuzione di Chkdsk da Risorse del computer o da Esplora risorse” nel presente capitolo.
36 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Esempi di Chkdsk
Per eseguire Chkdsk per la riparazione di errori sul volume D, digitare:
chkdsk d: /f
Se occorre eseguire Chkdsk su un volume D di grandi dimensioni e si intende completare il
processo più rapidamente possibile, digitare:
chkdsk d: /f /c /i
È possibile eseguire gli script di Chkdsk e di Autochk utilizzando le classi Win32_LogicalDisk,
Win32_AutoChkSetting e Win32_OperatingSystemAutoChkSetting di Strumentazione gestione
Windows (WMI, Windows Management Instrumentation). Per ulteriori informazioni su WMI,
scegliere il collegamento Microsoft Windows Management Instrumentation (WMI) SDK nella
pagina delle risorse Web all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources
(informazioni in lingua inglese).
Processo di Chkdsk su volumi NTFS
Durante l’esecuzione di Chkdsk su volumi NTFS, il processo viene diviso in tre fasi principali e
due fasi (quarta e quinta) facoltative. L’esecuzione di ciascuna fase viene visualizzata da Chkdsk
con i messaggi illustrati di seguito.
Verifica
Verifica
Verifica
Verifica
Verifica
Verifica
dei file in corso (fase 1 di 3)...
file completata.
degli indici in corso (fase 2 di 3)...
indici completata.
dei descrittori di protezione in corso (fase 3 di 3)...
descrittori di protezione completata.
Di seguito sono descritte le fasi di Chkdsk.
Fase 1: verifica di ciascun segmento record file nella tabella file master
Durante la fase 1, Chkdsk esamina ciascun segmento record file nella tabella file master (MFT) del
volume. Un segmento record file specifico presente nella MFT identifica in maniera univoca
qualsiasi file e directory presenti su un volume NTFS. La percentuale visualizzata da Chkdsk
durante questa fase rappresenta la percentuale di MFT verificata.
Fase 2: analisi delle directory presenti nel volume
Durante la fase 2, Chkdsk esamina ciascuno degli indici (directory) sul volume per valutarne la
consistenza interna e verifica che ciascun file e directory rappresentato da un segmento record file
nella MFT faccia riferimento ad almeno una directory. Chkdsk conferma, inoltre, che ciascun file o
sottodirectory di cui si fa riferimento in ciascuna directory sia attualmente esistente come segmento
record file valido nella MFT e analizza riferimenti circolari a directory. Viene inoltre confermato
che le informazioni sulla data e l’ora e le informazioni sulle dimensioni dei file associati ai file
siano aggiornati negli elenchi delle directory corrispondenti a tali file.
La percentuale visualizzata da Chkdsk durante questa fase rappresenta la percentuale del numero
totale di file analizzati sul volume. In caso di volumi con molte migliaia di file e di cartelle, il
completamento di tale fase può richiedere molto tempo.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 37
Fase 3: verifica dei descrittori di protezione per ciascun volume
Durante la terza fase viene esaminato ciascun descrittore di protezione associato a ogni file e
directory presenti sul volume verificando che la struttura di ciascun descrittore sia corretta e
coerente all’interno. La percentuale visualizzata da Chkdsk durante questa fase rappresenta la
percentuale del numero di file e directory analizzati sul volume.
Fasi 4 e 5 (facoltative): lettura di tutti i settori sul volume per confermarne la stabilità
Le fasi 4 e 5 vengono effettuate nel caso sia specificato il parametro /r all’avvio di Chkdsk. Tale
parametro conferma che i settori in ciascun cluster sono utilizzabili. La specificazione del
parametro /r non è di norma necessaria, dato che NTFS identifica e ricollega i settori danneggiati
durante il corso delle normali operazioni, ma è possibile utilizzarlo se si sospetta la presenza di
settori danneggiati nel disco.
Durante la fase 4 vengono verificati tutti i cluster utilizzati, mentre durante la fase 5 vengono
verificati tutti i cluster non utilizzati.
La percentuale visualizzata da Chkdsk durante la fase 4 rappresenta la percentuale di cluster
utilizzati analizzati, mentre la percentuale visualizzata da Chkdsk durante la fase 5 rappresenta la
percentuale di cluster inutilizzati analizzati. L’analisi dei cluster utilizzati richiede, di norma, più
tempo rispetto all’analisi dei cluster inutilizzati, pertanto la fase 4 ha una durata maggiore rispetto
alla fase 5 nel caso di un volume con un numero uguale di cluster utilizzati e inutilizzati. Nel caso
di un volume con una quantità di cluster inutilizzati maggiore della quantità di cluster utilizzati, la
fase 5 durerà più a lungo rispetto alla fase 4.
Durante le fasi 1 e 3 l’indicatore di percentuale avanza in maniera relativamente fluida, sebbene
possa aver luogo qualche ritardo durante la progressione di queste fasi. I segmenti record file non
utilizzati, ad esempio, richiedono un minor tempo di elaborazione rispetto a quelli utilizzati, e i
descrittori di protezione di maggiori dimensioni richiedono un tempo di elaborazione maggiore
rispetto a quelli di minori dimensioni. La percentuale di completamento del processo costituisce un
metodo abbastanza accurato di rappresentazione del tempo occorrente al completamento della fase.
La durata della fase 2 è variabile, dato che la quantità di tempo necessaria ad analizzare una
directory è relativa alla quantità di file e di sottodirectory presenti in essa. Per questo motivo
l’indicatore di percentuale potrebbe non avanzare fluidamente durante la fase 2, sebbene continui
anche in caso di directory molto grandi. Pertanto la percentuale di completamento, in questa fase,
non rappresenta un metodo di determinazione attendibile della durata della fase.
Per ulteriori informazioni, consultare la sezione “Determinazione della durata di esecuzione di
Chkdsk” nel presente capitolo.
Esecuzione di Autochk durante il riavvio del computer
Autochk.exe è una versione di Chkdsk eseguita esclusivamente prima dell’avvio di Windows XP
Professional. Autochk viene eseguito in una delle situazioni elencate di seguito.
■
Autochk viene eseguito nel caso si tenti di eseguire Chkdsk sul volume di avvio. Chkdsk
non è in grado di smontare il volume di avvio, pertanto viene permesso di eseguire il processo
di riparazione mediante Autochk nel momento in cui il computer è riavviato. Nel caso venga
selezionato S durante la pianificazione di Autochk, sarà possibile cancellare il processo di
riparazione entro 10 secondi dopo il riavvio premendo un qualsiasi tasto. Se Autochk viene
cancellato prima che i 10 secondi siano trascorsi, non verrà eseguito al successivo riavvio del
computer. Se si desidera eseguire Chkdsk nuovamente, sarà possibile eseguire questa
operazione tramite la riga di comando.
38 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
■
Autochk viene eseguito nel caso in cui Chkdsk non riesca a ottenere l’utilizzo esclusivo del
volume. Se non viene concesso a Chkdsk l’accesso esclusivo a un volume durante la sua
esecuzione dalla riga di comando, verrà offerta la possibilità di smontare tale volume. Nel caso
in cui venga selezionato S e Chkdsk non sia ancora in grado di smontare il volume oppure nel
caso in cui venga selezionato N, Chkdsk offrirà la possibilità di eseguire il processo di
riparazione utilizzando Autochk al riavvio del computer. Nel caso venga selezionato S per
pianificare Autochk, sarà possibile cancellare il processo di riparazione entro 10 secondi dal
riavvio premendo un tasto qualsiasi. Se Autochk viene annullato prima del trascorrere dei 10
secondi, non verrà eseguito al successivo riavvio del computer. Se si desidera eseguire Chkdsk
nuovamente, sarà possibile eseguire questa operazione tramite la riga di comando.
■
Autochk viene eseguito se il volume è contrassegnato come danneggiato. Se il volume viene
contrassegnato dal file system come danneggiato, la riparazione viene eseguita da Autochk
all’avvio. I volumi sono contrassegnati come danneggiati nel momento in cui il file system
individua su di essi un errore. Se Autochk individua un volume danneggiato, viene effettuato
un intervallo di 10 secondi prima che il processo di riparazione venga avviato. Nel caso in cui
Autochk venga annullato in presenza di un volume danneggiato, il tentativo di riparazione
verrà effettuato dopo dieci secondi dal riavvio del computer.
È possibile utilizzare lo strumento di riga di comando Chkntfs.exe per modificare l’intervallo di
Autochk da 0 secondi fino a 3 giorni (259.200 secondi). Un lungo intervallo comporta, tuttavia, che
il computer non venga avviato fino alla scadenza del termine o finché l’operazione non viene
annullata premendo un tasto qualsiasi.
Nel caso venga selezionata l’esecuzione di Autochk, è possibile consultare il report di Autochk nel
registro applicazioni di Visualizzatore eventi. Le informazioni di Autochk sono registrate dal
servizio Winlogon, pertanto vanno esaminate le voci con Winlogon elencato come loro origine.
Nota
È possibile utilizzare il comando fsutil dirty per effettuare una query e per
impostare il volume come danneggiato, ma occorre utilizzare il comando
chkntfs per evitare che il volume danneggiato venga riparato da Autochk.
Per ulteriori informazioni sull’utilizzo del comando fsutil dirty, consultare la
Guida in linea di Windows XP Professional.
Utilizzo di Chkntfs per annullare l’esecuzione di Autochk
È possibile utilizzare lo strumento di riga di comando Chkntfs.exe per escludere i volumi
danneggiati dal processo di riparazione di Autochk in computer molto frequentemente utilizzati che
non possono essere disattivati per un periodo equivalente a quello richiesto per il completamento
della riparazione. Chkntfs può essere inoltre utilizzato per eliminare sessioni precedentemente
pianificate di Autochk e per controllare lo stato di un volume.
Digitando, ad esempio, chkntfs c: nel prompt dei comandi è possibile ottenere le informazioni
elencate di seguito.
■
Se l’esecuzione di Autochk è stata pianificata manualmente sul volume C per il successivo
riavvio del computer.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 39
■
Se il volume C sia danneggiato o meno; in tal caso Autochk viene eseguito automaticamente al
successivo riavvio a meno che non venga eseguito Chkdsk manualmente su C, cancellato
Autochk all’intervallo dell’avvio oppure escluso il volume C tramite il parametro /x.
Attenzione
Se un volume viene contrassegnato come danneggiato, non è consigliabile
rinviare Chkdsk per un periodo indeterminato di tempo. I danni del file system
possono aumentare nel corso del tempo, per cui i volumi danneggiati vanno
considerati a rischio finché non sottoposti a Chkdsk. Utilizzare Chkntfs soltanto
se occorre controllare in che momento viene eseguito Chkdsk.
Sintassi di Chkntfs
La sintassi di riga di comando di Chkntfs è mostrata di seguito.
chkntfs volume […]
chkntfs [/d]
chkntfs [/t[:tempo]]
chkntfs [/x volume […]]
chkntfs [/c volume […]]
Parametri di Chkntfs
Nella tabella 27.4 sono elencati tutti i parametri di riga di comando di Chkntfs. Con Chkntfs è
possibile specificare soltanto un parametro alla volta.
Per ulteriori informazioni sui parametri Chkntfs, consultare la Guida in linea di Windows XP
Professional. Per ulteriori informazioni sulle modifiche al Registro di sistema che avvengono
durante l’utilizzo di Chkntfs, consultare l’articolo Q218461, “Enhanced Chkdsk, Autochk, and
Chkntfs Tools in Windows 2000”. Questo articolo può essere trovato tramite il collegamento
alla Knowledge Base di Microsoft sulla pagina delle risorse Web all’indirizzo
http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).
40 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Tabella 27.4 Parametri di Chkntfs
Parametro
volume […]
Descrizione
Viene specificato il volume che si intende analizzare È possibile specificarlo
utilizzando uno dei formati illustrati negli esempi seguenti:
per eseguire Chkntfs sul volume C, inserire
c:
per eseguire Chkdsk su un volume di nome data installato su C, inserire
c:\data
per eseguire Chkntfs su un altro volume, è possibile inserire il nome simbolico
del volume, come ad esempio
\\?\Volume{2d9bd2a8-5df8-11d2-bdaa-000000000000}
È possibile determinare un nome di collegamento simbolico di un volume
tramite il comando mountvol. Per ulteriori informazioni su mountvol, consultare
la Guida in linea di Windows XP Professional.
[/d]
Vengono ripristinate tutte le impostazioni predefinite di Chkntfs eccetto il tempo di
conteggio alla rovescia di Autochk. Il parametro /d svuota l’elenco dei volumi
esclusi mediante /x e cancella, inoltre, qualsiasi sessione di Autochk pianificata in
precedenza, per essere eseguita al riavvio del computer. Una volta utilizzato questo
parametro, Autochk viene eseguito su volumi contrassegnati come danneggiati al
riavvio del computer.
[/t[:tempo]]
Viene modificato il tempo di conteggio alla rovescia di Autochk, specificandolo in
secondi. Il conteggio predefinito è impostato a 10 secondi. Se il parametro /t viene
utilizzato senza impostare :tempo, verrà visualizzato l’ultimo tempo di conteggio alla
rovescia utilizzato.
[/x volume […]]
Viene escluso il volume specificato per l’analisi all’avvio del computer. Con questo
parametro possono essere esclusi soltanto volumi danneggiati; i volumi pianificati
manualmente verranno ancora analizzati da Autochk.
[/c volume […]]
Viene pianificata l’esecuzione di Autochk all’avvio del computer sui volumi specificati nel
caso siano danneggiati, escludendo i volumi segnalati dal parametro /x.
Utilizzo del parametro /x per l’esclusione dei volumi
Il parametro /x deve essere utilizzato per impedire l’esecuzione all’avvio di Autochk sui volumi
danneggiati. Sebbene non sia raccomandato l’utilizzo di tale parametro per rimandare l’esecuzione
di Autochk a tempo indeterminato, è possibile utilizzarlo per impedirne l’esecuzione. Quando si è a
conoscenza, ad esempio, che un volume è danneggiato, è possibile utilizzare il parametro /x per
rimandare l’esecuzione di Autochk fino a quando si verifica un periodo di scarsa attività del
computer, come ad esempio durante la notte oppure durante il fine settimana.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 41
Il parametro /x non è cumulativo. Ogni suo utilizzo più recente sostituisce i precedenti. Digitando
chkntfs e: /x, ad esempio, seguito da chkntfs f: /x, si esclude dall’analisi soltanto il volume F.
Per escludere molteplici volumi, elencarli tutti in un solo comando. È possibile, ad esempio,
escludere sia E che F digitando
chkntfs e: f: /x
Nota
È possibile configurare le risorse di dischi fisici in dischi cluster in modo
che Chkdsk sia ignorato nel momento in cui il disco viene montato dal
sistema. È possibile, inoltre, configurare il sistema per montare il disco
anche nel caso Chkdsk incontri errori. Per ulteriori informazioni sulla
configurazione di Chkdsk per l’esecuzione su un disco cluster, consultare
l’articolo Q223023, “Enhanced Disk Resource Private Properties Using
Cluster Server”. Per la ricerca dell’articolo, vedere il collegamento della
Knowledge Base di Microsoft alla pagina Web Resources all’indirizzo
http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni
in lingua inglese).
Utilizzo del parametro /c per l’esecuzione di Autochk su volumi esclusi
Se Chkntfs viene utilizzato per specificare quale volume venga contrassegnato come danneggiato e
se si intende eseguire Autochk su tale volume all’avvio del computer, occorrerà utilizzare il
parametro /c. Questo parametro sostituisce il parametro /x, in tal modo è possibile eseguire Autochk
su volumi in precedenza esclusi. Una volta eseguito Autochk, il volume rimane nell’elenco degli
esclusi.
Nota
È inoltre possibile utilizzare i comandi chkdsk /f oppure chkdsk /r per
analizzare i volumi in precedenza esclusi mediante il comando chkntfs /x.
Tramite il comando chkntfs /c Autochk viene eseguito esclusivamente
all’avvio e soltanto se il volume è contrassegnato come danneggiato.
Il parametro /c è cumulativo. È possibile, ad esempio, specificare molteplici volumi digitando
chkntfs c: /c
chkntfs d: /c
chkntfs e: /c
È possibile specificare molteplici volumi contemporaneamente digitando
chkntfs c: d: e: /c
42 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Riduzione del tempo richiesto per l’esecuzione di Chkdsk
su volumi NTFS
NTFS è un file system di journaling, dato che garantisce la coerenza del volume mediante l’utilizzo
della registrazione standard di transazione e delle tecniche di ripristino. Se un disco risulta
danneggiato, sarà eseguita da NTFS una procedura di ripristino che accederà alle informazioni
archiviate in un file di registro di transazione. La procedura di ripristino di NTFS garantisce il
ripristino del volume a uno stato coerente. Per tale motivo, i volumi NTFS risultano raramente
danneggiati.
Attenzione
Con NTFS non viene garantita l’integrità dei dati degli utenti seguenti
un’istanza di danneggiamento del disco, anche immediatamente dopo
l’esecuzione di Chkdsk nel momento in cui viene individuato un
danneggiamento. Chkdsk potrebbe non recuperare tutti i file e i file
recuperati potrebbero essere danneggiati internamente. Occorre pertanto
proteggere i dati importanti effettuando backup periodici.
Occorre eseguire Chkdsk per la riparazione di danni provocati da errori del file system su un
volume NTFS. È consigliabile eseguire chkdsk /f appena possibile, ma si può eseguire anche una
versione più rapida di Chkdsk utilizzando i parametri /c e /i. Questi parametri sono stati designati
per amministratori che gestiscono volumi NTFS eccezionalmente grandi e che per i quali è richiesta
flessibilità nella gestione del tempo di inattività durante l’esecuzione di Chkdsk.
Attenzione
Dopo l’utilizzo di Chkdsk con i parametri /c e/i il volume può restare
danneggiato. Occorre pertanto utilizzare tali parametri soltanto in situazioni
in cui occorre ridurre al minimo il tempo d’inattività del sistema.
Nella tabella 27.5 vengono forniti brevi cenni generali su ciascun parametro e sulla potenziale
riduzione di durata dell’esecuzione di Chkdsk. La riduzione attuale varia in base a una
combinazione di fattori, quali la proporzione di file per directory e la relativa velocità di
input/output del disco rispetto alla velocità di CPU, rendendo complesso il calcolo del tempo
necessario.
Tabella 27.5 Cenni generali sui parametri /c e /i di Chkdsk
Parametro
Funzione
Potenziale riduzione di
tempo in Chkdsk
/c
Viene ignorato il processo che individua i cicli nella
struttura delle directory.
Dall’uno al due per cento
/i
Viene ignorato il processo di confronto tra le voci di
directory e i segmenti record file corrispondenti a tali voci.
Dal cinquanta al settanta per
cento
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 43
Utilizzo del parametro /c
Il parametro /c può essere utilizzato per ignorare il processo di individuazione dei cicli nella
struttura di directory. I cicli rappresentano una rara forma di danneggiamento in cui una
sottodirectory considera se stessa come directory padre. Questo parametro può causare cicli di
directory su un volume NTFS se utilizzato, sebbene possa permettere anche di incrementare la
rapidità di esecuzione del processo di Chkdsk. Questi cicli potrebbero risultare inaccessibili dal
resto della struttura delle directory e potrebbero causare il generarsi di file orfani. II file possono
diventare orfani nel momento in cui i segmenti record file sono presenti ma non fanno più
riferimento ad alcuna voce di directory. Il file rappresentato dal segmento potrebbe essere intatto in
ogni senso, sebbene sia invisibile a tutti i programmi, inclusi i programmi di backup.
Utilizzo del parametro /i
Il parametro /i viene utilizzato per ignorare il processo di confronto tra voci della directory e
segmenti record file corrispondenti a queste voci. Un segmento record file presente nella tabella file
master identifica in maniera univoca ciascun file e directory presente in un volume NTFS. Nel
momento in cui viene utilizzato il parametro /i, le voci di directory vengono analizzate per
verificarne la coerenza, sebbene non siano necessariamente coerenti con i dati archiviati nei
segmenti record file corrispondenti.
Tramite l’utilizzo di questo parametro, i file possono diventare orfani nel caso rimangano le voci di
directory, ma le voci fanno riferimento a segmenti incorretti. In tal caso i file esistono ma i
programmi incontrano errori nel momento in cui tentano di accedere ad essi.
Per ulteriori informazioni sull’utilizzo dei parametri /i e/c, consultare l’articolo Q187941,
“An Explanation of CHKDSK and the New /C and /I Switches”. Per la ricerca dell’articolo, selezionare
il collegamento alla Knowledge Base di Microsoft nella pagina Web Resources all’indirizzo
http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).
Esecuzione di Chkdsk su computer d’importanza strategica
Se, durante l’utilizzo degli strumenti Chkntfs o Fsutil, si rileva che un computer di importanza
strategica è contrassegnato come danneggiato, sarà fondamentale agire in uno dei modi elencati di
seguito.
Non intervenire La scelta di non intervenire può risultare necessaria se si tratta di un computer che
deve essere in linea ventiquattro ore su ventiquattro. L’aspetto negativo di questa opzione consiste
nel fatto che un danno relativamente minore può aggravarsi se non si interviene appena possibile
nella riparazione. Considerare pertanto questa opzione esclusivamente se il mantenimento in linea
del computer è più importante dell’integrità dei dati archiviati nel volume danneggiato al suo
interno. Tutti i dati devono essere considerati a rischio finché non viene eseguito Chkdsk.
Eseguire la versione completa di Chkdsk Con tale opzione vengono riparati tutti i dati del file system,
ripristinando tutti i dati degli utenti recuperabili tramite una procedura automatica. L’aspetto
negativo dell’operazione è rappresentato dal fatto che il computer potrebbe dover essere
inutilizzabile per alcune ore, cosa inopportuna per certi computer d’importanza strategica.
Eseguire una versione abbreviata di Chkdsk utilizzando una combinazione dei parametri /c e /i. Con
questa opzione vengono riparati danni minori che possono aggravarsi molto più rapidamente
rispetto al caso in cui venga eseguita la versione completa di Chkdsk; tuttavia tale opzione potrebbe
non riparare tutti i danni. L’esecuzione completa di Chkdsk è necessaria per garantire un ripristino
di tutti i dati recuperabili.
44 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Determinazione della durata di esecuzione di Chkdsk
Il metodo migliore per valutare la durata di esecuzione di Chkdsk su un determinato volume è
quello di effettuare un’esecuzione di prova in modalità di sola lettura durante un periodo di scarso
utilizzo del volume. Occorre, tuttavia, prestare attenzione durante l’utilizzo della modalità di sola
lettura per la determinazione della durata, per i motivi elencati di seguito.
L'esecuzione in modalità di sola lettura di Chkdsk potrebbe non riuscire oppure segnalare falsi errori
La procedura di esecuzione di Chkdsk in sola lettura è divisa in tre fasi. Se vengono individuati
errori nelle prime fasi, il programma potrebbe interrompersi prima di averle completate tutte.
Chkdsk talvolta segnala falsi errori durante la modalità di sola lettura e potrebbe segnalare il
danneggiamento del volume anche quando quest’ultimo non è danneggiato. Potrebbe essere
segnalato un danno, ad esempio, nel caso in cui NTFS modifichi una sezione del disco in base alle
operazioni effettuate da un programma nello stesso tempo in cui tale sezione viene esaminata da
Chkdsk. Un volume deve essere statico durante la verifica, e il solo modo per garantire ciò è
bloccarlo. Il volume viene bloccato solamente con la specificazione dei parametri /f, /r oppure /x.
Occorre pertanto eseguire Chkdsk per più di una volta in modo che tutte le fasi nella modalità di
sola lettura vengano completate.
Il carico del sistema può influenzare il tempo di durata di Chkdsk Per eseguire Chkdsk è richiesto un
utilizzo intensivo della CPU e del disco. Se sono in esecuzione intense operazioni di I/O ed esiste
un elevato utilizzo della CPU durante l’esecuzione di Chdksk in modalità di sola lettura, il tempo
richiesto per il completamento dell’operazione diventerà maggiore.
Chkdsk e Autochk non richiedono lo stesso tempo per completare le operazioni Chkdsk viene eseguito
durante l’esecuzione di Windows XP Professional, mentre Autochk viene eseguito prima di essa.
Sebbene l’esecuzione di Autochk all’avvio conferisca l’utilizzo esclusivo delle risorse di CPU e
disco I/O a Chkdsk, lo priva anche del beneficio di sfruttare la memoria virtuale. Pertanto, sebbene
Autochk venga eseguito di norma più rapidamente rispetto a Chkdsk, i sistemi con una quantità di
RAM relativamente bassa potrebbero causare rallentamenti maggiori nell’utilizzo di Autochk
rispetto a Chkdsk.
La riparazione dei danni richiede maggior tempo Il processo in sola lettura di Chkdsk può essere
completato soltanto nel caso in cui non vengano individuati danni maggiori. Nel caso siano presenti
errori minori, la loro riparazione richiederà una quantità di tempo maggiore rispetto a quelle
necessaria all’esecuzione in modalità di sola lettura di Chkdsk. Se il volume presenta, tuttavia,
danni maggiori, il tempo necessario potrà aumentare in proporzione al numero di file danneggiati.
Ripristino di cluster perduti su volumi FAT
Dato che alcune riparazioni sui volumi FAT, come ad esempio la correzione di cluster (noti anche
come unità di allocazione) perduti oppure di file con collegamenti incrociati, modificano la tabella
di allocazione file del volume e possono causare la perdita di dati, viene prima richiesta conferma
da Chkdsk con un messaggio simile al seguente.
10 unità di allocazione perse rilevate in 3 catene.
Convertire i concatenamenti persi in file? (S/N)
Premendo il pulsante N, saranno riparati da Windows XP Professional gli errori sul volume ma
non saranno salvati i contenuti dei cluster perduti.
Premendo il pulsante S, si tenterà di identificare la cartella a cui appartengono. Nel caso la cartella
venga identificata, concatenamenti dei cluster perduti verranno salvati come file.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 45
Nel caso in cui Windows XP Professional non possa identificare la cartella o le cartelle non
esistano, ciascun concatenamento di cluster perduti sarà salvato in una cartella Found.xxx, con xxx
corrispondente a un numero sequenziale che ha inizio con 000. Nel caso non esista una cartella
Found.000, ne verrà creata una nella directory principale. Se sono presenti una o più cartelle
sequenziali di nome Found.xxx (con inizio da 000), sarà creata una cartella con il successivo
numero in sequenza.
Queste cartelle vengono create come cartelle di sistema nascoste. Per visualizzare un elenco delle
cartelle Found.xxx trovate, digitare dir /a nel prompt dei comandi della directory principale. Per
informazioni sulla visualizzazione delle cartelle di sistema nascoste in Risorse del Computer oppure
in Esplora risorse, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.
Una volta identificata oppure creata la cartella di archiviazione, uno o più file con nome in formato
Filennnn.chk vengono salvati al suo interno. Il primo file salvato viene denominato File0000.chk, il
secondo File0001.chk, e così via. Al termine di Chkdsk è possibile esaminare il contenuto di tali
file con un editor di testo, ad esempio Blocco note, per verificare l’eventuale presenza di dati
necessari. Se i concatenamenti convertiti provengono da file binari danneggiati, non saranno più di
alcun valore. È possibile eliminare i file chk una volta salvati i dati utili.
Attenzione
Dato che altri programmi potrebbero creare e utilizzare file con estensione
chk, occorre prestare attenzione nel cancellare esclusivamente i file chk
presenti nelle cartelle Found.xxx
Esecuzione di Chkdsk da Risorse del computer o da Esplora risorse
Oltre a una versione di riga di comando di Chkdsk, è possibile eseguire il programma da Risorse
del computer oppure da Esplora risorse. La versione grafica di Chkdsk offre l’equivalente dei
parametri di modalità di sola lettura, /f e /r.
Nel caso non sia possibile bloccare il volume, verrà consentita l’esecuzione di Autochk al
successivo riavvio del computer. Non è possibile smontare il volume allo stesso modo in cui si
effettua tale operazione con la versione di riga di comando, né è possibile utilizzare altri parametri
di Chkdsk, come ad esempio /c oppure /i. Occorre utilizzare la versione di riga di comando di
Chkdsk per poter usufruire di tutti i parametri.
Per eseguire Chkdsk da Risorse del computer oppure da Esplora risorse, attenersi alla
procedura riportata di seguito.
1.
In Risorse del computer oppure in Esplora risorse, fare clic con il pulsante destro del mouse sul
volume che si intende esaminare, quindi fare clic su Proprietà.
2.
Nella scheda Strumenti scegliere Esegui ScanDisk.
3.
Eseguire uno dei passaggi riportati di seguito.
■
Per eseguire Chkdsk in modalità di sola lettura fare clic su Avvia.
■
Per eseguire Chkdsk utilizzando il parametro /f, selezionare la casella Correggi
automaticamente gli errori del file system, quindi fare clic su Avvia.
■
Per eseguire Chkdsk utilizzando il parametro /r, selezionare la casella Cerca i settori
danneggiati e tenta il ripristino, quindi fare clic su Avvia.
46 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Utilità di deframmentazione dischi
A causa della frammentazione, il disco effettua un numero maggiore di ricerche dei dati al suo
interno, provocando rallentamenti nel trasferimento di questi e nelle prestazioni del disco. Il metodo
di archiviazione dei file sul disco può richiedere una deframmentazione periodica. La
frammentazione può aver luogo a causa dei seguenti motivi.
■
Viene creato un file ma il volume non dispone di un gruppo di cluster contigui liberi
abbastanza grandi da contenere l’intero file. Pertanto quest’ultimo è spezzato in vari frammenti
e diviso tra i cluster non contigui.
■
Il file viene modificato in modo da poter essere distribuito nello spazio esistente su disco. Nel
momento in cui un file utilizza tutti i cluster in un gruppo di cluster liberi contigui, viene diviso
in frammenti archiviati in cluster liberi altrove sul disco.
Sebbene i volumi FAT e NTFS siano designati per fornire un’archiviazione dei dati più rapida e più
efficiente nel momento in cui vengono salvati, i file system richiedono un tempo maggiore nel
leggere e per scrivere su file frammentati rispetto che su file non frammentati. Nel momento in cui i
file su disco diventano molto frammentati, le prestazioni subiscono notevoli peggioramenti, dato
che le testine del disco devono muoversi su diverse tracce per individuare tutti i frammenti del file.
Tramite gli strumenti di deframmentazione questo problema viene risolto trasferendo i file in
cluster contigui sul disco. La riduzione della frammentazione riduce la quantità di movimenti
meccanici necessari per l’individuazione di tutti i cluster di un file, in tal modo le prestazioni del
disco migliorano.
Con Windows XP Professional sono forniti due metodi per la deframmentazione dei volumi FAT
e NTFS:
■
Lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi (Dfrg.msc).
■
Il nuovo strumento di riga di comando di Utilità di deframmentazione dischi (Defrag.exe).
Entrambi gli strumenti possono riorganizzare file, cartelle, programmi e spazio inutilizzato sul
disco rigido del computer allo scopo di ottimizzarne le prestazioni. Questi strumenti sono inoltre
migliorati in Windows XP Professional, ed è possibile effettuare le operazioni elencate di seguito.
■
Deframmentare volumi che utilizzano qualsiasi dimensione di cluster
■
Deframmentare file minori di 16 cluster
■
Deframmentare la tabella file master (MFT).
La quantità di tempo necessaria al processo di deframmentazione varia in base a diversi fattori,
quali le dimensioni del volume, il numero e le dimensioni dei file sul volume, la quantità di
frammentazione e quanto il sistema sia impegnato in altre operazioni durante la deframmentazione.
Prima di utilizzare gli strumenti di deframmentazione dischi
Vi sono alcune limitazioni che occorre tenere in considerazione prima di effettuare la
deframmentazione.
■
È possibile deframmentare esclusivamente i volumi locali, e soltanto un volume alla volta.
■
Occorre avere accesso in qualità di amministratore o come membro del gruppo Administrators
per poter effettuare la deframmentazione.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 47
■
Non è possibile utilizzare lo strumento di riga di comando Defrag.exe mentre lo snap-in Utilità
di deframmentazione dischi è aperto.
■
Non è possibile effettuare la deframmentazione di volumi contrassegnati dal file system come
danneggiati. Occorre eseguire Chkdsk sul volume danneggiato prima di poterlo
deframmentare. Per determinare se un volume è danneggiato utilizzare il comando fsutil dirty
query. Per ulteriori informazioni su Chkdsk, consultare le sezioni precedenti di questo
capitolo.
Per ottenere, inoltre, i migliori risultati con gli strumenti di deframmentazione, occorre seguire le
direttive elencate di seguito.
■
Assicurarsi di disporre di almeno il 15% di spazio libero su disco prima della
deframmentazione. Questo spazio libero viene utilizzato da Windows XP Professional come
area di riorganizzazione dei frammenti dei file.
Sebbene sia possibile deframmentare parzialmente i volumi con meno del 15% di spazio libero
su disco, è consigliabile eliminare file non indispensabili o trasferirli su un altro volume per
incrementare lo spazio libero a un minimo del 15%. È possibile, inoltre, utilizzare lo strumento
Pulitura disco per eliminare i file non indispensabili. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di
Pulitura disco, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.
■
Non eseguire Backup (manuale o pianificato) contemporaneamente con l’esecuzione degli
strumenti di deframmentazione, dato che l’utilizzo di Backup mette in pausa il processo di
deframmentazione.
Nel programma Backup incluso con Windows XP Professional vengono utilizzati snapshot che
consentono agli utenti oppure alle applicazioni di continuare a lavorare durante il backup. Il
processo di deframmentazione viene riavviato dopo la rimozione degli snapshot di volume da
parte di Backup. Per ulteriori informazioni sugli snapshot di volume, consultare “Backup e
ripristino” nel presente Resource Kit.
Esecuzione dello snap-in Utilità di deframmentazione dischi
Utilizzando lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi è possibile analizzare il volume prima di
deframmentarlo, in modo da visualizzare quanti file e cartelle frammentati esistono. Se gli elementi
frammentati rappresentano almeno il 10% degli elementi totali nel volume, Utilità di
deframmentazione dischi consiglierà di effettuare la deframmentazione. Se gli elementi
frammentati rappresentano meno del 10% degli elementi totali nel volume,è possibile effettuare la
deframmentazione oppure visualizzare il rapporto della frammentazione.
Per avviare lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi, attenersi alla procedura riportata
di seguito.
■
Fare clic su Start, quindi su Esegui, digitare dfrg.msc e fare clic su OK.
Nella figura 27.2 viene mostrata la divisione dello snap-in in due aree principali. L’area superiore
elenca i volumi presenti sul computer locale e consente la selezione di un volume da analizzare e
deframmentare. Nell’area inferiore viene visualizzata una rappresentazione grafica dello stato di
frammentazione del volume. Con i colori vengono indicate le condizioni del volume.
■
I settori rossi indicano i file frammentati.
■
I settori blu indicano i file contigui (non frammentati).
48 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
■
I settori bianchi mostrano lo spazio libero sul volume. Sui volumi NTFS i settori bianchi
possono anche rappresentare la zona di MFT. Per ulteriori informazioni sulla zona di MFT,
consultare “File System” nel presente Resource Kit.
■
Le sezioni verdi rappresentano i file che non possono essere spostati. Di norma in essi viene
incluso il file di paginazione, ma sui volumi NTFS i settori verdi potrebbero anche
rappresentare lo spazio utilizzato dal journal delle modifiche e dal file di registro di NTFS.
Figura 27.2 Lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi
Confrontando la barra Stima utilizzo disco prima della deframmentazione con la barra Stima
utilizzo disco dopo deframmentazione è possibile osservare i benefici apportati al volume dopo la
deframmentazione Il rapporto di deframmentazione fornisce ulteriori dettagli sullo stato di
frammentazione del volume. È consigliabile analizzare periodicamente i volumi e deframmentarli
quando è consigliato dall’Unità di deframmentazione dischi.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 49
Deframmentazione di volumi mediante l’utilizzo del comando
Defrag
Il metodo di deframmentazione dei volumi funziona in maniera uguale per lo strumento di riga di
comando e lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi. Lo strumento di riga di comando
differisce dallo snap-in, tuttavia, per i motivi riportati di seguito.
■
Il comando non fornisce un’analisi grafica dello stato di frammentazione di un volume, ma
mostra un riepilogo.
■
Tramite il comando non viene fornito un indicatore di stato.
Per visualizzare un elenco di parametri di Defrag.exe, digitare dal prompt il seguente comando.
defrag /?
Per deframmentare un volume specificare la lettera dell’unità. Per deframmentare il volume C, ad
esempio, digitare il seguente comando.
defrag c:
Per deframmentare il volume C e visualizzare un rapporto dettagliato simile al rapporto mostrato
nello snap-in Gestione disco digitare il seguente comando.
defrag c -v
Per analizzare il volume C e visualizzare un rapporto dettagliato di analisi digitare il seguente
comando.
defrag c: -a -v
Durante l’analisi e la deframmentazione di un volume dalla riga di comando, viene visualizzato un
cursore lampeggiante. Una volta terminata l’analisi, viene visualizzato il rapporto. Al termine della
deframmentazione di un volume, viene visualizzato il rapporto di deframmentazione. Una volta
completato il processo, Unità di deframmentazione dischi esce dal prompt dei comandi.
Per interrompere il processo di deframmentazione, premere CTRL+C dalla riga di comando.
Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di Defrag.exe, consultare la Guida in linea di Windows XP
Professional.
Suggerimenti per l’utilizzo di Utilità di deframmentazione dischi
Di seguito sono elencati i suggerimenti per una migliore deframmentazione dei volumi.
■
Prima di deframmentare un volume eliminare qualsiasi file non indispensabile, come ad
esempio i file temporanei. È possibile utilizzare Pulitura disco per eliminare i file non
necessari. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di Pulitura disco, consultare la Guida in linea
di Windows XP Professional.
■
Deframmentare un volume prima di aggiungervi una grande quantità di file, come, ad esempio,
prima dell’installazione dei programmi. In tal modo vengono occupati spazi contigui e i file
non vengono frammentati una volta aggiunti.
■
Deframmentare un volume dopo aver eliminato una grande quantità di file.
50 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
■
■
■
Deframmentare un volume dopo avervi installato programmi.
Deframmentare il sistema e i volumi d’avvio dopo aver installato Windows XP Professional.
Deframmentare volumi durante i periodo di scarsa attività del sistema.
Ottimizzazione dei tempi di avvio mediante gli strumenti
di deframmentazione
In Windows XP Professional vengono controllati i file utilizzati all’avvio del computer e delle
applicazioni. Tramite questo controllo è possibile pre-ricercare questi elementi. La pre-ricerca dei
dati è un processo per cui i dati che saranno richiesti all’avvio vengono letti all’interno della
memoria. La pre-ricerca dei file di avvio e delle applicazioni riduce il tempo necessario all’avvio di
Windows XP Professional e delle applicazioni.
La pre-ricerca è ulteriormente incrementata nel caso in cui i file sono residenti l’uno vicino all’altro
nella parte più esterna del disco. In Windows XP Professional viene ottimizzata la posizione dei file
d’avvio e delle applicazioni mentre il computer è in stato d’inattività. L’ottimizzazione ha luogo in
background e dura soltanto uno o due minuti; durante questo periodo è possibile sentire i rumori di
accesso al disco rigido. Dopo aver effettuato l’ottimizzazione iniziale, vengono effettuate le
successive ottimizzazioni; tale operazione viene eseguita ogni tre giorni circa.
Nel momento in cui vengono eseguiti gli strumenti di deframmentazione forniti con Windows XP
Professional, è possibile effettuare qualsiasi modifica all’ottimizzazione automatica che avrà luogo
durante il successivo periodo di inattività del computer. Gli strumenti di deframmentazione non
influiscono sul layout esistente delle applicazioni e dei file di avvio ottimizzati.
Nota
Anche sui computer su cui è installato Windows XP Home Edition viene
attivata la funzione di pre-ricerca e di ottimizzazione di file e applicazioni di
avvio.
File non deframmentabili
Dopo la deframmentazione è possibile consultare il rapporto per osservare i risultati. Nel rapporto è
incluso un elenco di file che restano frammentati (formati da due o più frammenti). Un file può
rimanere frammentato a causa dei motivi riportati di seguito.
■
Nel volume manca lo spazio contiguo adeguato per deframmentare tutti i file. L’Utilità di
deframmentazione dischi richiede almeno il 15% di spazio libero su disco per deframmentare
completamente un volume.
■
Durante la deframmentazione viene creato un nuovo file sul volume nello spazio di disco in
precedenza libero. In questo caso, se l’Utilità di deframmentazione dischi tenta di spostare un
file in quello spazio per deframmentarlo, lo spostamento non avrà successo e il file resterà
frammentato.
■
Il file è la tabella file master (MFT) su un volume NTFS. Dato che il primo frammento di MFT
non può essere spostato, quest’ultimo è tipicamente contenuto all’interno di due frammenti in
caso di spazio sufficiente su volume disponibile. Se la tabella file master è contenuta in tre o
più frammenti, l’Utilità di deframmentazione cerca uno spazio libero in cui è possibile
allocarla. Nel caso tale spazio esista, la tabella viene spostata interamente, eccetto il primo
frammento. In caso di spazio non disponibile, la tabella non sarà deframmentata.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 51
■
Il file viene escluso in maniera permanente, e in tal caso potrebbe comparire nel rapporto della
deframmentazione anche se ancora frammentato, indipendentemente dalla quantità di
deframmentazioni del volume. I file elencati di seguito sono esclusi in maniera permanente dal
processo di deframmentazione.
■
Bootsect.dos
■
Safeboot.fs
■
Safeboot.csv
■
Safeboot.rsv
■
Hiberfil.sys
■
Memory.dmp
■
File di paginazione
Il file di paginazione è un file nascosto nel disco rigido e utilizzato da Windows XP Professional
per mantenere parti di programmi e file di dati per cui non vi è abbastanza spazio in memoria. Il file
di paginazione e la memoria fisica creano la memoria virtuale. In Windows 2000 le dimensioni del
file di paginazione erano moderate e talvolta occorreva aumentarle, e per tale motivo il file di
paginazione diventava frammentato. In Windows XP Professional viene creato un file di
paginazione di dimensioni molto maggiori a quelle del file in Windows 2000, pertanto risulterà
alquanto raro che possa frammentarsi.
È possibile determinare se il file di paginazione sia frammentato o meno analizzando il volume
che lo contiene e poi visualizzando il rapporto dell’analisi. Nel rapporto sono mostrate le
dimensioni del file di paginazione e il numero di frammenti. Non è possibile eseguire l’Utilità di
deframmentazione per deframmentare il file di paginazione, dato che viene tenuto aperto da
Windows XP Professional per uso esclusivo. È possibile, tuttavia, ridurre il grado di
frammentazione eliminando il file di paginazione e creandolo da capo. Occorre disporre di
almeno due volumi per effettuare questa operazione.
Per deframmentare il file di paginazione, attenersi alla procedura riportata di seguito.
1.
Dal menu Start fare clic su Pannello di controllo, quindi su Prestazioni e manutenzione e
fare clic su Sistema.
2.
Sulla scheda Avanzate, in Prestazioni, fare clic su Impostazioni.
3.
Nella scheda Avanzate fare clic su Cambia per aprire la finestra di dialogo Memoria
virtuale.
4.
Nell’elenco delle unità selezionare un volume in cui archiviare un file di paginazione
temporaneo.
5.
Fare clic su Personalizza, digitare una lettera iniziale e le dimensioni massime per
corrispondere al file di paginazione attuale e fare clic su Imposta.
6.
Fare clic su Personalizza, digitare una lettera iniziale e le dimensioni massime per
corrispondere al file di paginazione attuale e fare clic su Imposta.
7.
Riavviare il computer in modo che il sistema utilizzi il nuovo file di paginazione.
8.
Eseguire la deframmentazione del volume originale in modo da consolidare i segmenti di
spazio libero creati spostando il file di paginazione.
52 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
9.
Creare nuovamente il file sul volume originale.
10. Ridurre le dimensioni minime e massime del file di paginazione temporaneo a 0 MB.
11. Riavviare il computer.
Console di ripristino
La Console di ripristino è un interprete di riga di comando in modalità testo utilizzabile per la
risoluzione di problemi basilari e per la manutenzione del sistema. È possibile eseguire la Console
di ripristino direttamente dal CD del sistema operativo Windows XP oppure, per sistemi basati su
processori x86, installarla come opzione d’avvio. La Console di ripristino è separata dal prompt dei
comandi di Windows XP Professional e conferisce un accesso limitato al disco rigido locale per
volumi NTFS e FAT.
Dato che l’avvio dell’interfaccia utente grafica (GUI) di Windows XP Professional non è un
prerequisito per l’utilizzo della Console di ripristino, la sua utilità si rivela di grande importanza
durante il ripristino di computer basati su Windows XP Professional che non possono essere avviati
in modalità sicura o normale. Se, ad esempio, il computer non dovesse partire a causa di un
danneggiamento del record di avvio principale (MBR) o del settore di avvio, sarà possibile
utilizzare la Console di ripristino per riparare tali elementi.
Nota
Alcuni comandi della Console di ripristino non sono totalmente funzionali su
dischi dinamici o GPT.
Per ulteriori informazioni sull’utilizzo della Console di ripristino per la riparazione di errori di
MBR e di settori di avvio, consultare la sezione “Riparazione di record di avvio principale e di
settori di avvio su computer basati su processori x86” presente in questo capitolo.
Per ulteriori informazioni sull’installazione e sull’utilizzo della Console di ripristino, consultare
“Strumenti per la risoluzione di problemi” nel presente Resource Kit.
Ripristino automatico di sistema
Se le modifiche al sistema operativo dovessero causare instabilità o problemi all’avvio, sarà
possibile utilizzare lo strumento Ripristino automatico di sistema (ASR, Automated System
Recovery) per ripristinare lo stato del sistema e tutti i file archiviati sul volume del sistema. Il
termine stato del sistema si riferisce a tutti i componenti che determinano lo stato attuale del
sistema, inclusi i seguenti.
■
Informazioni sugli account degli utenti, configurazione del disco rigido, informazioni sul
Registro di sistema che includono impostazioni di applicazioni, hardware, rete, video e
software.
■
I file del sistema operativo richiesti per l’avvio del sistema, inclusi quelli presenti nella
directory principale del sistema e i file d’avvio come Ntldr oppure IA641dr.efi.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 53
Il Ripristino automatico di sistema rappresenta l’ultima risorsa nel caso sia stato tentato qualsiasi
altro metodo di ripristino, come ad esempio il ripristino allo stato precedente dei driver, da backup,
l’esecuzione di installazioni parallele e l’utilizzo di Ripristino configurazione di sistema. Mediante
Ripristino automatico di sistema vengono ripristinati i file e le impostazioni di stato del sistema e la
possibilità di avviare il sistema. Il danneggiamento del disco rigido, ad esempio, potrebbe impedire
l’avvio di Windows XP Professional e il danno potrebbe essere talmente grave da impedire anche
l’utilizzo della modalità provvisoria, di Console di ripristino oppure dell’ultima configurazione
sicuramente funzionante. Mediante il Ripristino automatico di sistema viene automatizzato il
processo di backup e di ripristino delle informazioni e dei file di stato del sistema necessarie al
volume per avviare Windows XP Professional.
Ripristino automatico di sistema è accessibile mediante l’applicazione di backup di Windows XP
Professional NTBackup.exe e tramite altri programmi creati da produttori indipendenti di software
(ISV). Ripristino automatico di sistema sostituisce l’opzione Disco di ripristino presente in
Windows 2000 e Windows NT 4.0. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di Ripristino automatico
di sistema, consultare “Backup e ripristino” nel presente Resource Kit.
DiskProbe
DiskProbe è uno strumento di editor di settore di Windows XP Professional mediante il quale gli
utenti membri del gruppo Administrators possono modificare, salvare e copiare dati sul disco fisico.
Tramite un accurato utilizzo di DiskProbe è possibile sostituire il record di avvio principale (MBR),
riparare le informazioni danneggiate della tabella di partizione e riparare o sostituire settori d’avvio
danneggiati o altri dati del file system. Può essere utilizzato anche per salvare gli MBR e i settori di
avvio come file binari di backup nel caso in cui i settori originali siano stati danneggiati da virus,
errori umani, problemi hardware, interruzioni dell’alimentazione oppure eventi simili. È
consigliabile utilizzare altri strumenti di risoluzione di problemi quali, ad esempio, Console di
ripristino, prima di utilizzare DiskProbe se non si ha un’elevata dimestichezza con il programma.
Attenzione
Occorre prestare molta attenzione quando si effettuano modifiche alle
strutture del disco rigido. Dato che DiskProbe non convalida le modifiche
proposte per i record, valori incorretti nelle strutture principali dei dati
possono rendere impossibile l’accesso al disco oppure impedire l’avvio del
sistema operativo. Se tali modifiche non possono essere corrette, occorrerà
ricreare e riformattare tutti i volumi sul disco.
Con DiskProbe è possibile modificare i valori dei byte individuali in qualsiasi settore di un disco
dinamico, sebbene non sia possibile esplorarne la struttura. È pertanto consigliabile utilizzare
DiskProbe esclusivamente su dischi di base. È possibile, comunque, utilizzare DiskProbe per
effettuare backup e ripristinare settore di avvio e MBR dei dischi dinamici.
54 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
DiskProbe fa parte degli Strumenti di supporto di Windows. Per ulteriori informazioni su
DiskProbe, fare clic su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare clic su
Strumenti di supporto di Windows.
Attenzione
Non utilizzare DiskProbe su dischi GPT presenti in computer Itanium. Le
strutture sui dischi GPT sono in grado di ripararsi autonomamente.
Modifiche dirette alle strutture GPT possono causare l’invalidità dei
checksum delle tabelle di partizione, rendendo il disco inaccessibile. Per
ulteriori informazioni sui dischi GPT, consultare la sezione “Settori del disco
su dischi GPT” in questo capitolo.
Dmdiag
Dmdiag.exe è uno strumento di riga di comando utilizzato per la visualizzazione della posizione e
del layout dei dischi dinamici (MBR e GPT) e dei volumi dinamici. Tali informazioni vengono
utilizzate principalmente nelle operazioni con il supporto tecnico Microsoft per la risoluzione di
problemi inerenti ai dischi dinamici e ai volumi.
Dmdiag.exe fa parte degli Strumenti di supporto di Windows e può essere eseguito dalla riga di
comando utilizzando la sintassi riportata di seguito.
dmdiag [-f nomefile] [-v] [/?]
Se nessun parametro viene utilizzato, saranno visualizzate le informazioni sui dischi dinamici e sui
volumi installati sul computer. Nella tabella 27.6 sono descritti i parametri di Dmdiag.exe.
Tabella 27.6 Parametri di Dmdiag.exe
Parametro
Descrizione
-f nomefile
Viene specificato il nome del file in cui verranno memorizzate le informazioni sui
dischi e sui volumi. Se non viene specificato alcun nome, il file sarà salvato
come Dmdiag.txt nella stessa cartella in cui è stato eseguito Dmdiag.exe. Se
non sarà specificato il parametro -f, il risultato sarà visualizzato nel prompt dei
comandi.
-v
Dmdiag viene eseguito in modalità dettagliata e saranno fornite informazioni
aggiuntive sui dischi dinamici e sui volumi. Questa modalità viene utilizzata per
ottenere un rapporto utilizzabile dal supporto tecnico per la risoluzione dei
problemi dei dischi dinamici e dei volumi.
/?
Viene visualizzata una schermata di guida che illustra il corretto utilizzo della
sintassi.
Per ulteriori informazioni su Dmdiag.exe, fare clic su Strumenti in Guida in linea e supporto
tecnico e quindi fare clic su Strumenti di supporto di Windows.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 55
Descrizioni dello stato di dischi e
volumi
I membri del gruppo Administrators possono utilizzare lo snap-in Gestione disco per visualizzare lo
stato di dischi e volumi.
Per aprire lo snap-in Gestione disco, attenersi alla seguente procedura.
1.
2.
Nel menu Start, fare clic su Esegui.
Nella finestra Apri, digitare diskmgmt.msc e quindi fare clic su OK.
Come mostrato nella figura 27.3, se non sono presenti errori sul disco, lo snap-in visualizzerà uno
stato Pronto per i dischi e uno stato Integro per i volumi.
Figura 27.3 Stato Pronto e stato Integro
È possibile utilizzare le informazioni contenute in questa sezione per analizzare e risolvere i
problemi individuati da Gestione disco, in cui è presente un grande numero di descrizioni di stati
predefiniti che indicano la presenza di problemi su dischi e volumi. In molti casi un problema
inerente a un disco comporta una condizione di errore anche in un volume ad esso corrispondente.
Nella figura 27.4 viene mostrato, ad esempio, un disco che presenta la condizione di errore Pronto
(Errori) e un volume che presenta la condizione di errore Integro (A rischio).
Figura 27.4 Condizioni di errore Pronto (Errori) e Integro (A rischio)
È inoltre possibile utilizzare lo strumento DiskPart per visualizzare lo stato di dischi e volumi.
DiskPart è un interprete di comandi in modalità testo separato dal prompt di comandi di Windows
XP Professional. Mediante DiskPart è possibile gestire dischi fissi (non removibili) e volumi
utilizzando script o input diretti.
Per eseguire questa operazione, alla riga di comando digitare:
diskpart
Per visualizzare lo stato dei dischi, alla riga di comando di DiskPart digitare:
list disk
Per visualizzare lo stato dei volumi, alla riga di comando di DiskPart digitare:
list volume
Per visualizzare un elenco dei comandi di DiskPart, alla riga di comando di DiskPart digitare:
commands
Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di DiskPart, consultare la Guida in linea di Windows XP
Professional.
56 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Descrizioni dello stato del disco
Le descrizioni di stato elencate di seguito si presentano nel caso in cui Gestione disco individui un
problema inerente a un disco oppure nel caso in cui non riesca a riconoscere il disco stesso.
Esterno
Lo stato Esterno viene visualizzato nel momento in cui un disco dinamico è installato sul computer
locale. Occorre fare clic con il pulsante destro del mouse sul disco e selezionare Importa dischi
esterni prima di poter accedere ai dati presenti al suo interno. Se non si intende importare il disco, è
possibile fare clic con il pulsante destro del mouse e selezionare Converti in disco di base. Sarà
visualizzato un messaggio di avviso prima di effettuare la cancellazione di tutti i dati del disco e
convertirlo in disco di base. Per ulteriori informazioni sull’importazione dei dischi esterni,
consultare “Gestione dei dischi” in questo Resource Kit.
Mancante
Lo stato Mancante si verifica nel momento in cui un disco dinamico è danneggiato, spento oppure
disconnesso. Dopo la riconnessione o l’attivazione del disco mancante, eseguire Gestione disco,
fare clic con il pulsante destro del mouse sul disco e selezionare Riattiva il disco specificato.
Non inizializzato
Lo stato Non inizializzato indica che il disco non contiene una firma disco corretta nel record di
avvio principale (MBR) oppure un GUID disco non valido nella tabella di partizione GUID. Dopo
aver installato un nuovo disco, la tabella di partizione MBR oppure GUID deve essere scritta da
Windows XP Professional prima di poter creare partizioni sul disco.
Quando si avvia lo snap-in Gestione disco per la prima volta dopo aver installato un nuovo disco,
viene eseguita una procedura guidata che fornisce un elenco dei nuovi dischi individuati da
Windows XP Professional. Se si interrompe la procedura guidata prima che la tabella di partizione
MBR oppure GUID, lo stato del disco resta Non inizializzato finché non si fa clic col pulsante
destro del mouse sul disco e quindi su Inizializza disco.
Non in linea
Lo stato Non in linea viene mostrato nel momento in cui un disco non è accessibile. Il disco
potrebbe essere danneggiato oppure non disponibile in alcuni momenti. Lo stato Non in linea viene
inoltre visualizzato se si tenta di importate un disco esterno (dinamico) e l’importazione non ha
successo. Viene visualizzata una icona di errore sul disco non in linea. Lo stato Non in linea viene
mostrato soltanto per i dischi dinamici.
Se lo stato del disco è Non in linea e il nome del disco diventa Mancante, il disco è stato
disponibile di recente ma il sistema non è più possibile individuarlo o identificarlo. Il disco
mancante potrebbe essere danneggiato, spento oppure disconnesso.
Per riportare in linea un disco non in linea e mancante, attenersi alla procedura riportata di
seguito.
1.
Risolvere eventuali problemi di dischi, controller o cavi e assicurarsi che il disco fisico sia
acceso e collegato al computer.
2.
In Gestione disco fare clic con il pulsante destro del mouse e selezionare Riattiva il disco
specificato per ripristinare il disco allo stato in linea.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 57
Nel caso persista lo stato Non in linea e il nome del disco continui a essere Mancante, e il disco
presenti un problema che non può essere risolto, è possibile rimuoverlo dal computer.
Una volta rimosso, gli altri dischi dinamici in linea presenti nel computer mantengono nel database
dei dischi dinamici le informazioni inerenti al disco rimosso e ai volumi corrispondenti. È possibile
eliminare tutti i riferimenti al disco rimosso aggiornando il database, utilizzando Gestione disco per
rimuovere tutti i volumi sul disco mancante. Una volta rimossi tutti i volumi, fare clic con il
pulsante destro del mouse sul disco mancante e selezionare Rimuovi il disco. Il disco mancante
non apparirà più in Gestione disco.
Attenzione
L’eliminazione di un volume distrugge i dati al suo interno, pertanto occorre
rimuovere un disco soltanto se si è assolutamente certi che il disco sia
danneggiato e inutilizzabile.
Per riportare in linea un disco non in linea ma non mancante, attenersi alla procedura
riportata di seguito.
1.
In Gestione disco utilizzare il comando Riattiva disco specificato per riportare in linea il
disco.
2.
Nel caso lo stato Non in linea dovesse persistere, controllare i cavi e i controller del disco e
assicurarsi che il disco fisico sia integro. Correggere tutti i problemi e tentare nuovamente di
riattivare il disco.
Se la riattivazione avviene con successo, tutti i volumi sul disco saranno riportati automaticamente
allo stato Integro.
Pronto (Errori)
Lo stato Pronto (Errori) indica che sono stati individuati errori di I/O in una sezione del disco.
Viene visualizzata una icona di errore sul disco che presenta errori. Lo stato Pronto (Errori) viene
mostrato soltanto per i dischi dinamici.
Se gli errori di I/O sono transitori, riattivare il disco facendo clic con il pulsante destro del mouse su
di esso e selezionare Riattiva disco specificato per riportarlo allo stato Pronto.
Illeggibile
Lo stato Illeggibile si manifesta nel momento in cui il disco non è accessibile per le ragioni elencate
di seguito.
■
Il disco è in rotazione.
■
Il disco potrebbe aver subito un errore hardware, un danneggiamento oppure un errore di I/O.
■
La copia del disco del database potrebbe essere danneggiata.
Viene visualizzata una icona di errore sul disco che visualizza lo stato Illeggibile. Lo stato
Illeggibile viene mostrato sia per i dischi dinamici che per i dischi di base.
I dischi potrebbero mostrare lo stato Illeggibile mentre sono in rotazione oppure durante una nuova
analisi di tutti i dischi sul sistema da parte di Gestione disco. In alcuni casi un disco illeggibile non
è ripristinabile. Nel caso dei dischi dinamici, lo stato Illeggibile si manifesta di norma a causa di un
danneggiamento o di errori di I/O su una parte del disco anziché sulla sua intera superficie. È
possibile analizzare nuovamente il disco mediante il comando Ripeti analisi dischi nel menu
Azione, oppure riavviare il computer per controllare se lo stato del disco cambia.
58 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Descrizioni dello stato del volume
Le descrizioni di stato seguenti vengono visualizzate se Gestione disco individua un problema nei
volumi dinamici oppure se non riesce a riconoscerli, come nel caso dei volumi creati da sistemi
operativi non Windows.
Non riuscito
Lo stato Non riuscito si manifesta nel momento in cui il disco dinamico o il file system sono
danneggiati. Lo stato Non riuscito può indicare una perdita di dati, a meno che non sia possibile
riparare il disco o il file system.
Per risolvere il problema assicurarsi che il disco fisico corrispondente al volume sia accesso e
collegato al computer. Tentare di riportare il disco allo stato Pronto mediante il comando Riattiva
disco specificato. Se la riattivazione avviene con successo, il volume viene riavviato
automaticamente e riportato allo stato Integro.
Se il disco torna a stato Pronto ma il volume non torna a stato Integro, è possibile riattivare
quest’ultimo manualmente utilizzando il comando Riattiva volume specificato.
Lo stato Non riuscito, in alcuni casi, non indica la perdita di dati anche se i comandi Riattiva disco
specificato e Riattiva volume specificato non hanno successo. Una situazione del genere può aver
luogo a causa di uno dei motivi elencati di seguito.
■
È stato importato un volume RAID-5 oppure in mirroring in un computer su cui viene eseguito
Windows XP Professional oppure Windows XP 64-Bit Edition. Questi sistemi operativi non
supportano volumi in mirroring oppure RAID-5. Occorre trasferire nuovamente i dischi al
computer originale per accedere ai dati presenti nei loro volumi.
■
Viene effettuata l’installazione di Windows XP Professional per aggiornare un computer su cui
è presente Windows NT 4.0 Workstation e contenente volumi multidisco. Dato che Windows
XP Professional non può accedere a volumi multidisco creati mediante Windows NT 4.0,
occorre utilizzare Ftonline.exe per ripristinarli allo stato Integro in modo da poter accedere ai
dati contenuti all’interno. Per ulteriori informazioni sulla gestione dei volumi multidisco
durante l’installazione di Windows XP Professional, consultare “Gestione dei dischi” nel
presente Resource Kit. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo del comando Ftonline.exe, fare
clic su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare clic su Strumenti di
supporto di Windows.
Integro (A rischio)
Lo stato Integro (A rischio) si manifesta nel momento in cui vengono rilevati errori I/O nel volume
dinamico causati da settori danneggiati sul disco fisico. Il disco ricollega i settori danneggiati
utilizzando settori riservati esclusivamente per il ricollegamento. Se gli errori sono transitori, è
possibile utilizzare il comando Riattiva disco specificato in Gestione disco per ripristinare lo stato
Integro al volume. Se lo stato A rischio persiste, il disco potrebbe essere danneggiato. Effettuare
una copia di backup dei dati e sostituire il disco appena possibile.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 59
Integro (Partizione sconosciuta)
Lo stato Integro (Partizione sconosciuta) si manifesta nel momento in cui Windows XP
Professional o Windows XP 64-Bit Edition non riconoscono l’ID di sistema di una partizione di un
disco MBR. Le partizioni che presentano lo stato Integro (Partizione sconosciuta) potrebbero
essere state definite dalla casa produttrice del sistema hardware originale (OEM, Original
Equipment Manufacturer) oppure essere partizioni create da sistemi operativi differenti da
Windows o da utilità di terze parti. Non è possibile formattare, assegnare lettere di unità o percorsi
alle partizioni con stato Integro (Partizione sconosciuta), né accedere ai dati al loro interno. È
comunque possibile eliminarle mediante Gestione disco oppure tramite il comando DiskPart.
Attenzione
Se Windows XP Professional riconosce una partizione OEM, Gestione disco
visualizza lo stato della partizione come Integro (Configurazione EISA). Non
è possibile utilizzare Gestione disco per formattare, eliminare, assegnare
lettere di drive o percorsi di drive a partizioni Integro (Configurazione EISA),
né accedere ai dati al loro interno. È comunque possibile utilizzare DiskPart
per eliminare le partizioni OEM mediante il comando delete partition e
specificando il parametro override. L’eliminazione di una partizione OEM
può impedire l’avvio di Windows XP Professional ed è pertanto consigliabile
non eliminare queste partizioni.
In Windows XP 64-Bit Edition vengono riconosciute le partizioni su dischi GPT che utilizzano i
GUID di un tipo di partizione conosciuto. Se Windows XP 64-Bit Edition non riuscisse a
riconoscere il GUID di tipo di partizione, quest’ultima verrà visualizzata con lo stato Integro
(Partizione sconosciuta).
Windows XP 64-Bit Edition riconosce le partizioni su dischi GPT elencate di seguito e le visualizza
nell’interfaccia di Gestione disco.
■
Partizione di sistema EFI (Extensible Firmware Interface)
■
Partizione primaria su un disco di base
Windows XP 64-Bit Edition riconosce e visualizza, inoltre, le partizioni primarie, estese e le unità
logiche sui dischi MBR.
Windows XP 64-Bit Edition riconosce le partizioni su dischi GPT elencate di seguito ma non le
visualizza nell’interfaccia di Gestione disco.
■
Partizione riservata Microsoft (MSR)
■
Partizione di metadati di Gestione disco locale (LDM) su un disco dinamico
■
Partizione di dati LDM su un disco dinamico
Se una partizione primaria è stata creata su un disco GPT da una casa produttrice del sistema
hardware oppure se si utilizza un sistema operativo differente da Windows XP 64-Bit Edition per
creare una partizione primaria su un disco GPT, Windows XP 64-Bit Edition potrebbe non
riconoscere il GUID del tipo di partizione. Se il GUID di tipo di partizione non viene riconosciuto,
Windows XP 64-Bit Edition visualizza la partizione senza consentire l’assegnazione di una lettera
di unità o di un percorso di unità, né è permesso l’accesso ai dati al suo interno. È comunque
possibile eliminarle mediante Gestione disco oppure tramite il comando DiskPart.
60 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Per ulteriori informazioni sui tipi di partizioni riconosciute da Windows XP Professional,
consultare “Record di avvio principale su dischi di base”. Per ulteriori informazioni sui tipi di
partizioni riconosciuti da Windows XP 64-Bit Edition, consultare “Intestazione della tabella di
partizione GPT” nel presente capitolo. Per ulteriori informazioni sulle partizioni su dischi GPT,
consultare “Gestione dei dischi” in questo Resource Kit.
Sconosciuto
Lo stato Sconosciuto si manifesta nel momento in cui il settore di avvio del volume è danneggiato
e non è più possibile accedere ai dati al suo interno. Il settore di avvio potrebbe essere infettato da
un virus. Per ulteriori informazioni sulla pulitura di un computer su cui è presente un virus,
consultare “Virus che influenzano il record di avvio principale e i settori di avvio” nel presente
capitolo. Per ulteriori informazioni sulla riparazione di errori dei settori d’avvio, consultare la
sezione “Riparazione di record di avvio principale e di settori d’avvio su computer basati su
processori x86” presente in questo capitolo.
Virus che influenzano il record di avvio
principale e i settori di avvio
È sempre importante proteggere il computer e i dati al suo interno dai virus. Molti virus sfruttano le
strutture del disco utilizzate dal computer per effettuare l’avvio per sostituire, reindirizzare oppure
danneggiare il codice e i dati fondamentali per l’avvio del sistema operativo.
Per ulteriori informazioni sul record di avvio principale (MBR) e il settore di avvio su computer
basati su processori x86, consultare “Settori del disco su dischi MBR”.
Virus del record principale di avvio
I virus del record principale di avvio sfruttano il codice di avvio principale all’interno del record
principale di avvio (MBR) eseguito automaticamente all’avvio di ciascun computer basato su
processore x86. I virus del record principale di avvio sono attivati nel momento in cui il codice di
avvio principale viene attivato dal BIOS, prima che il caricamento del sistema operativo sia
completato.
Molti virus sostituiscono il settore del record con un loro codice e trasferiscono il record originale
in un’altra posizione del disco. Dopo la sua attivazione, il virus resta in memoria e ordina
l’esecuzione del record di avvio principale originale in modo che l’avvio sembri normale.
Alcuni virus non consentono l’individuazione del record di avvio principale originale dopo averlo
trasferito, in tal modo tutti i volumi presenti sul disco diventano inaccessibili. Se l’elenco della
partizione primaria attiva presente nella tabella di partizione viene distrutto, il computer non può
essere avviato. Altri virus spostano il record di avvio principale nell’ultimo settore del disco oppure
in un settore inutilizzato nella prima traccia del disco. Se il settore contenente il record non viene
protetto dal virus, il normale utilizzo del computer potrebbe causare la sovrascrittura di file sul
record, rendendo impossibile il riavvio.
Per ulteriori informazioni sul codice di avvio principale, consultare “Settori del disco su dischi
MBR” in questo capitolo.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 61
Virus del settore di avvio
Così come per il codice di avvio principale, anche il codice eseguibile del settore di avvio viene
eseguito all’avvio del computer, creando in tal modo un altro punto debole sfruttabile dai virus.
I virus del settore di avvio vengono attivati prima del caricamento e dell’esecuzione del sistema
operativo nel momento in cui il codice di avvio principale nel record MBR identifica la partizione
primaria attiva ed esegue il codice eseguibile del volume.
Molti virus aggiornano il settore di avvio inserendo il proprio codice e trasferiscono il settore
originale in un’altra locazione del disco. Dopo la sua attivazione, il virus resta in memoria e ordina
l’esecuzione del settore di avvio originale, in modo che l’avvio del computer sembri normale.
Nel caso di alcuni virus non è consentita l’individuazione del settore di avvio originale dopo averlo
trasferito, in tal modo tutti i volumi presenti sul disco diventano inaccessibili. Se il volume su cui è
presente il virus è la partizione primaria, il sistema non potrà essere avviato. Altri virus spostano il
settore di avvio nell’ultimo settore del disco oppure in un settore inutilizzato nella prima traccia del
disco. Se il settore contenente il settore di avvio non viene protetto dal virus, il normale utilizzo del
computer potrebbe causare la sovrascrittura di dati sul settore, rendendo inaccessibile il volume o
impossibile il riavvio.
Effetti dei virus di record principale di avvio e di
settore di avvio su Windows XP Professional
I modi in cui un computer può contrarre un virus di record principale di avvio oppure di settore di
avvio sono principalmente due: tramite avvio da un disco floppy infetto oppure da un programma
infetto, operazioni che consentono al virus di inserire nel disco rigido una versione alterata del
record MBR oppure del settore di avvio.
L’attività dannosa di uno di questi virus si manifesta, di norma, dopo l’avvio di Windows XP
Professional. Se il payload (l’attività dannosa del virus) non viene eseguito durante l’avvio del
sistema e se il virus non altera MBR e settore di avvio originali, Windows XP Professional
impedirà l’autoriproduzione del virus su altri dischi.
Durante le normali operazioni, Windows XP Professional è immune all’attacco dei virus su queste
strutture del disco dato che accede ad esso soltanto attraverso driver di periferica in modalità
protetta. I virus colpiscono, di norma, le routine di accesso al disco di BIOS INT 13h, ignorate dopo
l’avvio di Windows XP Professional. Tuttavia, su computer con configurazioni di avvio multiple,
come ad esempio Windows XP Professional con Microsoft MS-DOS®, Microsoft® Windows® 95,
Microsoft® Windows® 98 oppure Microsoft® Windows® Millennium Edition (Me), un virus di
record di avvio principale o di settore di avvio potrebbe infettare il computer durante l’esecuzione
di un altro sistema operativo. In un caso del genere Windows XP Professional diventerà
vulnerabile.
I payload eseguiti dai virus durante l’avvio rappresentano una minaccia per i computer su cui è
presente Windows XP Professional, dato che il virus viene eseguito prima che il sistema operativo
assuma il controllo del computer. Una volta attivati i driver di periferica in modalità protetta, il
virus non può più riprodursi su altri dischi rigidi o sui dischi floppy dato che il meccanismo di
BIOS, facilmente influenzabile dal virus, non viene utilizzato per accedere al disco.
62 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Istruzioni per la prevenzione contro i virus
È consigliabile seguire accuratamente le istruzioni riportate di seguito per impedire l’introduzione
di un virus sul computer.
■
Installare sul sistema almeno un programma commerciale di individuazione di virus e
utilizzarlo periodicamente per controllare la presenza di virus. Assicurarsi di aggiornare
regolarmente i file delle definizioni dei virus. Una volta installato un programma di antivirus,
aggiornare immediatamente il file delle definizioni dei virus scaricandolo dal sito Internet della
casa produttrice dell’antivirus. Controllare eventuali istruzioni specifiche presenti nella
documentazione fornita dalla casa produttrice dell’antivirus.
Importante
È estremamente importante aggiornare regolarmente il programma di
antivirus. In molti casi questi programmi non possono individuare e
rimuovere in maniera affidabile i virus di cui non sono a conoscenza. Molte
case produttrici di software commerciale di antivirus distribuiscono
aggiornamenti frequenti. È consigliabile scaricare sempre gli ultimi
aggiornamenti in modo che il sistema sia sempre protetto contro i virus più
recenti.
■
Prima di installare Windows XP Professional in configurazione di avvio multiplo, analizzare
gli altri sistemi operativi per ricercare l’eventuale presenza di virus.
■
Effettuare backup in periodi di bassa attività o nei momenti in cui occorre maggiormente, in
modo da ridurre al minimo eventuali danni causati da virus.
■
Analizzare ogni disco floppy prima di aprire un file al suo interno oppure avviare il computer
tramite esso.
■
Non aprire allegati di posta elettronica inviati da mittenti sconosciuti. Eliminare
immediatamente la posta elettronica che presenta allegati.
■
Nel momento in cui si riceve un messaggio di posta elettronica con allegato da qualche
conoscente, accertarsi che il mittente intendeva effettivamente inviare tale allegato. La
semplice analisi dell’allegato può non essere sufficiente, dato che un nuovo virus potrebbe
propagarsi nel computer senza che il mittente ne sia a conoscenza. Un programma di ricerca di
virus non aggiornato potrebbe non individuare i virus più recenti.
Nel caso il mittente non aveva intenzione di inviare l’allegato, cancellare immediatamente il
messaggio senza aprirlo.
■
Non eseguire mai un file con estensione vbs oppure js a meno che non se ne conoscano le
esatte origini.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 63
■
Consultare periodicamente i siti Web di Microsoft Windows Update e di Microsoft Office
Update per eventuali patch di modifica dei punti vulnerabili del sistema e di incremento del
fattore di protezione. Fornitori di software indipendenti potrebbero, inoltre, fornire patch di
protezione per altri programmi installati sul computer. Per ulteriori informazioni, consultare i
collegamenti a Windows Update e Microsoft Office Update sulla pagina Web Resources
all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua
inglese).
■
Configurare le impostazioni di protezione di Microsoft Internet Explorer per impedire il
download di file infetti oppure di script dannosi. Per ulteriori informazioni sulla protezione dei
computer da software potenzialmente dannoso, consultare la Guida in linea di Internet
Explorer.
■
Non consentire agli utenti di accedere al sistema come membri del gruppo Administrators dai
loro computer, dato che i virus possono arrecare una maggiore quantità di danni se attivati da
un account con autorizzazioni di amministratore. Consentire agli utenti l’accesso come membri
del gruppo Users, in modo che siano autorizzati a effettuare soltanto le operazioni necessarie
per i loro compiti.
■
Configurare Esplora risorse e Risorse del computer in modo da mostrare le estensioni di tipi di
file conosciuti, mostrare file e cartelle nascosti e file protetti del sistema operativo. Un file
dannoso di nome Report.doc.vbs, ad esempio, viene visualizzato in Esplora risorse e in Risorse
di computer come Report.doc, a meno che non venga deselezionata l’opzione che nasconde le
estensioni dai tipi di file conosciuti. Per modificare tali impostazioni in Risorse del computer
fare clic sul menu Strumenti, quindi su Opzioni cartella e selezionare la scheda Visualizza.
Trattamento di un’infezione da virus del record
principale di avvio o del settore di avvio
L’utilizzo di un buon programma commerciale di antivirus compatibile con Windows XP
Professional permette la rimozione di un virus dal computer. Oltre a esaminare i dischi rigidi
presenti sul computer, assicurarsi di esaminare tutti i dischi floppy utilizzati nel computer su cui è
presente il virus, in qualsiasi altro computer oppure con altri sistemi operativi in una configurazione
di avvio multiplo infetta. Analizzare i dischi floppy anche se non si suppone che siano infetti. Molte
infezioni si presentano nuovamente perché non tutte le copie del virus sono state individuate ed
eliminate.
Se il computer presenta effettivamente un virus del settore di avvio e Windows XP Professional
viene installato in una configurazione di avvio multipla, i programmi standard di antivirus
potrebbero non riuscire a eliminare completamente l’infezione, dato che Windows XP Professional
copia il settore di avvio originale di MS-DOS in un file di nome Bootsect.dos e lo sostituisce con il
proprio settore di avvio. L’installazione di Windows XP Professional non è inizialmente infetta, ma
nel caso in cui l’utente decida di avviare MS-DOS, Windows 95, Windows 98 oppure Windows
Me, sarà applicato nuovamente il settore colpito dal virus, con la conseguenza che il sistema sarà di
nuovo infettato.
64 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Nelle operazioni di trattamento del virus evitare l’utilizzo del comando Fdisk /mbr
Non affidarsi al comando Fdisk /mbr di MS-DOS di riscrittura del record MBR su disco per
eliminare il virus. Molti virus recenti presentano sia la capacità di infettare i file che le proprietà dei
virus del record di avvio principale, pertanto un ripristino di quest’ultimo non risolverà il problema
se il virus infetta nuovamente e immediatamente il sistema. Inoltre l’esecuzione di Fdisk /mbr in
MS-DOS su un sistema su cui è presente un virus del record di avvio principale e che non protegge
né crittografa la tabella di partizione MBR originale previene in maniera permanente l’accesso alle
partizioni perdute. Se il disco è stato configurato con un programma di sovrapposizione delle unità
per consentire il supporto per dischi di grandi dimensioni, l’esecuzione di questo comando
eliminerà tale programma e non sarà più possibile eseguire l’avvio dal disco.
Attenzione
Prima di eseguire il comando Fdisk /mbr, tenere in considerazione le
seguenti informazioni:
■
l’esecuzione di Fdisk /mbr non è supportata su dischi dinamici oppure GPT.
■
l’esecuzione di Fdisk /mbr in MS-DOS sovrascrive soltanto i primi 446
byte del record di avvio principale, la parte nota come codice di avvio
principale, lasciando intatto il resto della tabella di partizione. Tuttavia,
se la signature word (gli ultimi due byte del record) che indica i dati di
identificazione è stata cancellata, le voci della tabella di partizione
saranno sovrascritte con i caratteri di zero. Se la signature word viene
sovrascritta da un virus del record di avvio principale, sarà perduto
l’accesso a tutte le partizioni e a tutti i volumi.
Nelle operazioni di trattamento del virus evitare l’utilizzo del comando Fixmbr
Mediante Console di ripristino, uno strumento di risoluzione di problemi di Windows XP
Professional, viene fornita una funzione chiamata Fixmbr. Il suo funzionamento è tuttavia identico
al comando Fdisk /mbr di sostituzione del codice di avvio principale senza influenzare la tabella di
partizione. Per tale ragione anche tramite Fixmbr risulta difficile correggere un record infetto.
Per ulteriori informazioni sulla Console di ripristino, consultare “Strumenti per la risoluzione dei
problemi” nel presente Resource Kit.
Riparazione di record di avvio
principale e settori di avvio su
computer basati su processori x86
Durante l’avvio del computer dal disco rigido, il BIOS identifica il disco di avvio e legge il record
di avvio principale. Viene effettuata una ricerca delle partizioni attive su disco dal codice di avvio
principale nel record MBR. Se il primo disco del sistema non presenta una partizione attiva oppure
se il codice di avvio principale non riesce a individuare il settore di avvio del volume di sistema in
modo da avviare il sistema operativo, il record MBR visualizzerà messaggi simili ai seguenti.
Tabella delle partizioni non valida
Errore nel caricamento del sistema operativo.
Sistema operativo mancante.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 65
Se è presente la partizione attiva e il settore di avvio del volume di sistema viene individuato dal
record principale di avvio, il codice caricherà il settore di avvio della partizione attiva e trasferirà
l’esecuzione della CPU in quell’indirizzo di memoria. Su computer su cui viene eseguito Windows
XP Professional viene effettuato il caricamento di Ntldr dal codice di avvio eseguibile, caricato in
memoria e quindi è trasferita l’esecuzione a quel file. Tuttavia, se non è possibile trovare Ntldr,
ovvero il file di caricamento del sistema operativo dal volume di avvio, non può avere luogo l’avvio
di Windows XP Professional. Le circostanze in cui potrebbe risultare impossibile individuare Ntldr
sono elencate di seguito.
■
Se Ntldr è stato spostato, rinominato oppure eliminato.
■
Se Ntldr è danneggiato.
■
Se il settore di avvio è danneggiato.
■
Se viene installato Windows XP Professional e in un secondo momento viene installato, sullo
stesso computer, uno dei seguenti sistemi operativi: MS-DOS, Windows 95, Windows 98
oppure Windows NT 4.0. Per ulteriori informazioni sulla configurazione di un sistema di avvio
multiplo, consultare “Pianificazione delle distribuzioni” nel presente Resource Kit.
Se si manifesta una delle circostanze appena descritte, il computer potrebbe non rispondere
all’input oppure visualizzare uno dei messaggi illustrati di seguito.
Errore lettura da disco.
NTLDR mancante.
NTLDR compresso.
Ripristino del record principale di avvio
Il record principale di avvio deve essere riparato nel caso venga danneggiato e non sia più possibile
accedere ad alcun volume sul disco. La riparazione può essere effettuata mediante diversi strumenti.
La scelta dello strumento adeguato viene effettuata tenendo conto anche di eventuali danni alla
tabella di partizione e alla procedura di avvio di Windows XP Professional.
■
Utilizzo di Console di ripristino Il comando fixmbr di Console di ripristino può essere
utilizzato per riparare il record. È possibile eseguire Console di ripristino dal CD del sistema
Windows XP Professional; con questo metodo è anche possibile avviare il sistema operativo
nel caso questo non riesca a essere eseguito né in modalità normale né provvisoria. Non è
possibile, tuttavia, utilizzare Console di ripristino per riparare tabelle di partizione danneggiate
da virus o da altri tipi di errori.
■
Utilizzo di DiskProbe DiskProbe può essere utilizzato per ripristinare sia record principale di
avvio che tabella di partizione, ma occorre che le informazioni di tali elementi siano state
salvate in una copia di backup prima di utilizzare questo strumento e deve essere possibile
avviare Windows XP Professional.
■
Utilizzo di un editor del disco fornito da terze parti È possibile utilizzare un editor del disco
di basso livello basato su MS-DOS prodotto da terze parti per effettuare la riparazione della
tabella di partizione nel caso sia impossibile avviare Windows XP Professional. Tale metodo è
consigliato soltanto agli utenti più esperti e comporta la modifica manuale della tabella di
partizione.
66 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Utilizzo di Console di ripristino per modificare il record principale di avvio
Il comando fixmbr di Console di ripristino può essere utilizzato per riscrivere il record principale di
avvio e quindi risolvere il problema di un record danneggiato presente sul disco di avvio.
L’esecuzione di fixmbr sovrascrive, comunque, soltanto il codice di avvio principale, lasciando la
tabella di partizione intatta. Se il danno subito dal record influisce anche sulla tabella di partizione,
l’esecuzione di fixmbr potrebbe non risolvere il problema.
Attenzione
Si consiglia di utilizzare questo comando con cautela, dato che può
danneggiare la tabella di partizione nel caso si manifesti una delle situazioni
elencate di seguito.
■
Sullo stesso computer sono presenti un virus e un sistema operativo di
terze parti.
■
È stato installato un record non standard da un’utilità per disco di terze
parti.
■
Si è manifestato un problema di hardware.
È consigliabile l’esecuzione di un software di antivirus prima dell’utilizzo del
comando fixmbr.
Per avviare il computer e utilizzare Console di ripristino per la sostituzione del record
principale di avvio, attenersi alla procedura riportata di seguito.
1.
Inserire il CD di installazione di Windows XP Professional nell’unità CD-ROM.
2.
Riavviare il computer. Premere il pulsante appropriato se richiesto per l'avvio del computer da CD.
3.
Confermare le richieste presentate nella parte di testo dell’Installazione. Premere il tasto R per
riparare un’installazione di Windows XP Professional.
4.
Se viene riparato un computer su cui è presente più di un sistema operativo installato,
selezionare in Console di ripristino l’installazione di Windows XP Professional da riparare.
Nota
Se viene premuto INVIO senza avere prima digitato un numero, Console di
ripristino verrà chiusa e il computer sarà riavviato.
In Console di ripristino potrebbero essere visualizzate anche installazioni
valide di Windows NT 4.0. L’accesso all’installazione di Windows NT 4.0
potrebbe tuttavia sortire effetti imprevedibili.
5.
Quando richiesto, inserire la password di amministratore. Se non si dispone della password
corretta, oppure se il database di protezione dell’installazione di Windows XP Professional a
cui si accede è danneggiato, Console di ripristino non consentirà l’accesso ai dischi locali e
non sarà possibile riparare il record.
6.
Per sostituire il record, digitare il comando mostrato di seguito nel prompt dei comandi di
Console di ripristino.
fixmbr
Assicurarsi di voler proseguire nell’esecuzione del programma. In base alla posizione e alla causa
del danno del record, questa operazione può comportare l’inaccessibilità dei dati sul disco. Premere
S per continuare, N per annullare.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 67
Utilizzo di DiskProbe per la sostituzione del record principale di avvio e della tabella di
partizione
Con DiskProbe è possibile effettuare un backup del record e il successivo ripristino su qualsiasi
disco non utilizzato per l’avvio del computer Mediante il ripristino del record di backup l’intero
settore, inclusa la tabella di partizione, viene riscritto. DiskProbe viene tuttavia eseguito soltanto in
Windows XP Professional, Windows 2000 e Windows NT 4.0. Non è possibile eseguirlo in MDDOS, Windows 95, Windows 98 oppure Windows Me.
Se nel disco di avvio di Windows XP Professional è presente un record danneggiato, il sistema
operativo non sarà avviato. È impossibile, in tal caso, utilizzare DiskProbe e occorre utilizzare
Console di ripristino per sostituire il record di avvio principale.
Per ulteriori informazioni sul ripristino del record salvato in backup mediante DiskProbe, fare clic
su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare clic su Strumenti di supporto di
Windows.
Utilizzo di un editor di terze parti per la sostituzione della tabella di partizione
Prima di riparare la tabella di partizione, è indispensabile conoscere i valori esatti da utilizzare per
ripararla. Se il record e la tabella di partizione sono state salvati in una copia di backup tramite
DiskProbe e il backup è disponibile su un disco floppy oppure su un altro computer, è possibile
utilizzare DiskProbe per visualizzare i valori corretti da utilizzare per ricreare manualmente la
tabella.
Sostituzione del settore di avvio
È possibile risolvere, utilizzando Console di ripristino, il problema di danneggiamento o di
mancanza di Ntldr oppure di danneggiamento del settore di avvio.
Per avviare il computer e utilizzare Console di ripristino per la sostituzione del settore di
avvio, attenersi alla procedura riportata di seguito.
1.
Inserire il CD di installazione di Windows XP Professional nell’unità CD-ROM.
2.
Riavviare il computer. Premere il pulsante appropriato se richiesto per l’avvio del computer da
CD-ROM.
3.
Confermare le richieste presentate nella parte di testo dell’Installazione. Premere il tasto R per
riparare un’installazione di Windows XP Professional.
4.
Se viene riparato un computer su cui è presente più di un sistema operativo installato,
selezionare in Console di ripristino l’installazione di Windows XP Professional da riparare.
Nota
Se viene premuto INVIO senza avere prima digitato un numero, Console di
ripristino verrà chiusa e il computer sarà riavviato.
In Console di ripristino potrebbero essere visualizzate anche installazioni
valide di Windows NT 4.0. L’accesso all’installazione di Windows NT 4.0
potrebbe tuttavia sortire effetti imprevedibili.
68 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
5.
Quando richiesto, inserire la password di amministratore. Se non si dispone della password
corretta, oppure se il database di protezione dell’installazione di Windows XP Professional a
cui si accede è danneggiato, Console di ripristino non consentirà l’accesso ai dischi locali e
non sarà possibile riparare il settore di avvio.
6.
Per sostituire il settore, digitare il comando mostrato di seguito nel prompt dei comandi di
Console di ripristino.
fixboot [unità:]
Se non viene specificata alcuna lettera di unità, verrà sostituito il settore del volume del sistema. Per
sostituire il settore di avvio di un volume differente da quello di sistema occorre specificare la
lettera corrispondente.
Utilizzo di un editor di terze parti per la sostituzione del settore di avvio
Se il settore di avvio non fa parte del volume di avvio del disco, sarà possibile utilizzare diversi
metodi per sostituirlo. È possibile utilizzare DiskProbe per salvare una copia di backup del settore e
ripristinarlo successivamente. Questo è il metodo più rapido.
Per la sostituzione del settore su un volume NTFS è possibile utilizzare un altro metodo. Nel
momento in cui un volume esistente viene creato o riformattato come volume NTFS, un duplicato
del settore viene scritto in una delle locazioni elencate di seguito.
■
Al termine del volume su volumi formattati con Windows XP Professional, Windows 2000 e
Windows NT 4.0.
■
Al centro logico del volume su dischi formattati con Windows NT 3.51 e versioni precedenti.
DiskProbe può essere utilizzato per individuare e copiare un duplicato del settore all’inizio del
volume. Esistono anche strumenti per il disco basati su MS-DOS prodotti da terze parti che possono
essere utilizzati per individuare e copiare il settore di backup al posto del settore di avvio principale
presente sul volume.
Non sempre DiskProbe rappresenta la migliore scelta per sostituire i settori di avvio danneggiati
presenti sui volumi di avvio. Non è possibile eseguire Windows XP Professional, requisito
fondamentale per DiskProbe, a meno che non sia stato creato in precedenza un disco floppy di
avvio. È possibile utilizzare un editor del disco di basso livello basato su MS-DOS prodotto da
terze parti per la riparazione del settore di avvio.
Per ulteriori informazioni sulla creazione di un disco floppy di avvio, consultare l’articolo
Q119467, “How to Create a Bootable Disk for an NTFS or FAT Partition”. Per ricercare l’articolo,
scegliere il collegamento alla Knowledge Base di Microsoft disponibile nella pagina delle risorse
Web all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua
inglese).
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 69
Messaggi di arresto per dischi e file
system
Nel momento in cui Windows XP Professional individua un errore irreversibile, le informazioni
riguardanti vengono visualizzate in modalità testo a pieno schermo. Questi messaggi, noti anche
come errori irreversibili o schermate blu, forniscono informazioni specifiche del problema
individuato dal kernel di Windows XP Professional.
I messaggi di arresto elencati di seguito possono essere visualizzati in caso di errori del file system,
danneggiamento del disco rigido oppure problemi del controller.
Stop 0x00000024 oppure NTFS_FILE_SYSTEM
Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x24, indica che si è manifestato un
problema all’interno di Ntfs.sys, il file di driver che consente la lettura e scrittura del sistema sui
volumi NTFS.
Stop 0x00000050 oppure PAGE_FAULT_IN_NONPAGED_AREA
Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x50, si manifesta nel momento in cui i dati
richiesti non vengono trovati in memoria. Viene generato un errore indicante un errato riferimento
alla memoria del sistema. Tale errore può presentarsi a causa di un gran numero di condizioni,
come ad esempio un bug nel software antivirus, un volume NTFS danneggiato oppure un hardware
difettoso (di norma relativo alla RAM, sia essa la memoria principale,cache di secondo livello
oppure video).
Stop 0x00000077 oppure KERNEL_STACK_INPAGE_ERROR
Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x77, si manifesta nel momento in cui la
pagina di dati kernel richiesta dal file di paginazione non può essere letta in memoria. L’Arresto
0x77 può essere causato da diversi problemi, elencati di seguito.
■
Presenza di settori danneggiati sul disco.
■
Cavi di collegamento difettosi oppure allentati, terminazioni SCSI non adeguate oppure
problemi del controller nel riconoscere il disco rigido.
■
Errore di conflitto delle risorse tra il controller di memoria di massa e un’altra periferica.
■
RAM danneggiata.
Stop 0x0000007A oppure KERNEL_DATA_INPAGE_ERROR
Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x7A, si manifesta nel momento in cui la
pagina dei dati del kernel richiesta dal file di paginazione non può essere letta in memoria.
Il manifestarsi dell’Arresto 0x7A può avvenire a causa di problemi quali un settore danneggiato in
un file di paginazione, un virus, un errore nel controller del disco, hardware difettoso oppure RAM
danneggiata. In alcuni casi rari, il manifestarsi dell’Arresto 0x7A avviene per l’esaurimento delle
risorse di pool non di paging.
70 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Stop 0x0000007B oppure INACCESSIBLE_BOOT_DEVICE
Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x7B, si manifesta nel momento in cui
Windows XP Professional perde l’accesso al volume del sistema oppure al volume di avvio durante
la fase di avvio. Questo errore si presenta sempre durante la fase di avvio del sistema e le cause
sono elencate di seguito.
■
Problemi di hardware
■
Driver di archiviazione danneggiati o incompatibili
■
Problemi nel file system
■
Virus del settore di avvio
■
Firmware scaduto
Durante l’inizializzazione I/O del sistema, questo errore può manifestarsi nelle occasioni elencate di
seguito.
■
Errore di inizializzazione dell’hardware necessario da parte del controller oppure dal driver
della periferica di avvio (di norma il disco rigido).
■
Errore nell’inizializzazione del file system dovuto al mancato riconoscimento dei dati sulla
periferica di avvio.
Per ulteriori informazioni su questi e altri messaggi di errore, consultare “Messaggi di arresto
comuni per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.
Altri problemi del disco
Possono manifestarsi problemi del disco non riguardanti il record di avvio principale, la tabella di
partizione oppure il settore di avvio. Tali problemi non sono di norma risolvibili con gli strumenti
di Windows XP Professional.
Problemi CMOS
L’utilità di configurazione di CMOS è accessibile durante la fase di avvio. In CMOS sono di norma
archiviate le informazioni di configurazione degli elementi principali del computer, come ad
esempio RAM, video e periferiche di archiviazione. Può risultare impossibile avviare il computer se
il CMOS viene danneggiato oppure perde la capacità di mantenere in archivio i dati di
configurazione.
Ogni casa produttrice e fornitrice di BIOS può decidere quali impostazioni possono essere
modificate nell’utilità CMOS e quali restano standard. È possibile accedere all’utilità CMOS con la
combinazione di tasti visualizzata durante l’avvio oppure mediante strumenti software a seconda
delle direttive specificate dalla casa produttrice. È consigliabile registrare o stampare tutte le
informazioni contenute in CMOS.
Il computer utilizza il checksum di CMOS per determinare se ciascun valore CMOS è stato
cambiato oltre a quelli modificati tramite il programma di configurazione di CMOS. Se il checksum
non è corretto, il computer non potrà essere avviato.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 71
I problemi inerenti a CMOS presenti dopo la sua corretta configurazione possono originare da una
delle condizioni elencate di seguito.
■
Batteria poco carica a causa di un lungo periodo di inattività del computer.
■
Un collegamento allentato o errato tra CMOS e batteria.
■
CMOS danneggiato a causa di una scarica di elettricità statica.
Cavi e connettori
Un’altra causa dei problemi del disco può essere rappresentata da errori inerenti ai cavi e ai
connettori. I cavi possono essere difettosi ma, di norma, se un cavo funziona all’inizio, tenderà a
funzionare per molto tempo. È consigliabile controllare eventuali problemi dei cavi in caso di
aggiunta di nuovi dischi al computer. Nuovi problemi potrebbero manifestarsi a causa di un
connettore in precedenza inutilizzato su un cavo esistente oppure a causa di un nuovo cavo più
lungo, ma difettoso, utilizzato per collegare tutti i dischi. Controllare, inoltre, le connessioni ai
dischi. Se i cavi vengono allungati, uno o più connettori potrebbero allentarsi nel corso del tempo,
causando intermittenza nell’utilizzo dei dischi.
Se nel computer sono presenti adattatori SCSI (Small Computer System Interface), è consigliabile
contattare la casa produttrice per i driver aggiornati di Windows XP Professional. Provare a
disattivare sync negotiation nel BIOS SCSI, controllare gli identificatori SCSI di ciascuna
periferica e confermare la terminazione adeguata. Per le periferiche AT attachment definire la porta
IDE onboard come Solo primario. Controllare, inoltre, che ciascuna periferica ATA disponga di
un’adeguata configurazione master, slave oppure autonoma. Provare a rimuovere tutte le periferiche
ATA eccetto i dischi rigidi. Per i dischi USB (Universal Serial Bus) e IEEE 1394 verificare che i
cavi e la scheda di espansione (se utilizzata) siano collegati correttamene.
Per stabilire se i nuovi dischi e i controller corrispondenti sono compatibili con Windows XP
Professional, selezionare il collegamento Hardware Compatibility List nella pagina Web Resources
all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua
inglese).
Settori del disco fondamentali per
l’avvio
Il settore è un’unità di archiviazione su disco rigido e il suo spazio è di norma di 512 byte. Durante
l’avvio i computer accedono ad alcuni settori sul disco per determinare quale sistema operativo
avviare e la posizione delle partizioni. I dati archiviati in questi settori variano a seconda della
piattaforma del computer.
72 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Nei computer basati su processori x86 la procedura di avvio inizia dai dischi contenenti un record
di avvio principale e sono noti come dischi MBR. Sui computer Itanium la procedura inizia da
dischi contenenti una tabella di partizione GUID e sono noti come dischi GPT. Nei dischi MBR e
GPT sono presenti settori fondamentali per l’avvio, sebbene le differenze tra i settori siano invisibili
in un’interfaccia utente grafica. Occorre, invece, utilizzare uno strumento di editing del disco, come
ad esempio DiskProbe, per osservare la diversa strutturazione di questi settori. Per ulteriori
informazioni su DiskProbe, consultare la sezione “DiskProbe” di questo capitolo.
Attenzione
La possibilità di modificare e riparare questi settori byte per byte dopo un
danneggiamento si è rivelata importantissima, ma l’utilizzo di uno strumento
di editing del disco richiede una profonda conoscenza del metodo di
organizzazione dei dati nei settori. Un semplice errore può danneggiare
oppure sovrascrivere in modo permanente strutture dei dati fondamentali,
rendendo definitivamente inaccessibili tutti i dati sul disco o su un volume.
È pertanto consigliabile utilizzare le informazioni presenti in questo capitolo
per esaminare i settori utilizzati per l’avvio e quindi analizzarli sul proprio
disco per approfondire la loro strutturazione.
Settori del disco su dischi MBR
I due settori fondamentali per l’avvio nei computer con processore x86 sono esaminati in seguito.
■
Il record di avvio principale (MBR), sempre residente nel settore 1 del cilindro 0, testina 0,
ovvero il primo settore di un disco rigido.
■
Il settore di avvio, residente nel settore 1 di ciascun volume.
In questi settori sono contenuti sia il codice eseguibile che i dati necessari alla sua esecuzione.
Record di avvio principale su dischi di base
Il record di avvio principale (MBR, Master Boot Record), la struttura di dati più importante del
disco, viene creata alla partizione del disco. Il record contiene una piccola quantità di codice
eseguibile (il codice di avvio principale), la firma disco e la sua tabella di partizione. Al termine del
record è presente una struttura di 2 byte chiamata signature word oppure marcatore di fine settore,
impostata sempre su 0x55AA. La signature word marca inoltre la fine di un record di avvio esteso
(EBR, Extended Boot Record) e del settore di avvio.
La firma disco, un numero univoco nell’offset 0x01B8, fornisce al sistema operativo un metodo
d’identificazione del disco. La firma del disco viene utilizzata da Windows XP Professional come
indice per l’archiviazione e il recupero delle informazioni sul disco, come ad esempio le lettere
delle unità, nel Registro di sistema.
Codice di avvio principale
Il codice di avvio principale effettua le operazioni elencate di seguito.
1.
Ricerca la partizione attiva nella tabella delle partizioni
2.
Trova il settore iniziale della partizione attiva
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 73
3.
Carica in memoria una copia del settore di avvio della partizione attiva
4.
Trasferisce il controllo al codice eseguibile presente nel settore di avvio
Se il codice di avvio principale non può completare queste operazioni, il sistema visualizzerà un
messaggio simile a uno dei seguenti.
Tabella delle partizioni non valida
Errore nel caricamento del sistema operativo.
Sistema operativo mancante.
Nota
I dischi floppy e i dischi removibili, come i dischi Iomega Zip, non contengono
un record di avvio principale. Il primo settore di questi dischi è il settore di
avvio. Sebbene ogni disco rigido contenga un record MBR, il codice di avvio
principale viene utilizzato soltanto se sul disco è contenuta la partizione
primaria attiva.
Per ulteriori informazioni sulla risoluzione di problemi del record principale di avvio, consultare la
sezione “Riparazione di record di avvio principale e di settori di avvio su computer basati su
processori x86” presente in questo capitolo.
Tabella di partizione su dischi di base
La tabella di partizione, una struttura di dati di 64 byte utilizzata per identificare il tipo e la
posizione delle partizioni su un disco rigido, si conforma a un layout standard indipendente dal
sistema operativo presente. Ogni voce della tabella di partizione è di 16 byte, pertanto è possibile
un massimo di quattro voci. Ciascuna voce inizia in un offset predeterminato dall’inizio del settore,
come elencato di seguito.
■
Partizione 1 0x01BE (446)
■
Partizione 2 0x01CE (462)
■
Partizione 3 0x01DE (478)
■
Partizione 4 0x01EE (494)
L’esempio illustrato di seguito mostra una stampa parziale di un record principale di avvio,
mostrando la tabella di un computer con tre partizioni. Quando sono presenti meno di quattro
partizioni, i campi rimanenti sono impostati a 0.
000001B0:
000001C0:
000001D0:
000001E0:
000001F0:
01
81
C1
00
00
0A
FF
00
07
07
05
00
FE
FE
FE
00
BF
FF
FF
00
09
FF
FF
00
3F
8A
C7
00
00
F5
1B
00
-
00
7F
1C
00
00
00
01
00
4B
3D
D6
00
F5
26
96
00
7F
9C
92
00
80 01
00 00 00
00 00 00
00 00 00
00
..
......?...K.....
..........=&....
................
..............
74 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Nella figura 27.5 viene illustrato un esempio di come interpretare la stampa parziale della tabella
delle partizioni utilizzando la tabella 27.7. I valori relativi all’indicatore di avvio (Boot Indicator),
ID di sistema (System ID), settori relativi (Relative Sectors) e settori totali (Total Sectors)
corrispondono alla tabella 27.7.
Figura 27.5 Interpretazione dei dati nella tabella delle partizioni
ID di sistema
Settori relativi
Settori totali
Indicatore di avvio
Nella tabella 27.7 sono descritti i campi presenti in ciascuna voce della tabella delle partizioni.
I valori corrispondono alla prima voce della tabella mostrata nell’esempio. I valori Byte Offset
corrispondono agli indirizzi della prima voce della tabella. Vi sono altre tre voci aggiuntive i cui
valori possono essere calcolati aggiungendo 10h al valore di offset del byte specifico per ciascuna
voce aggiuntiva della tabella, ad esempio 20h per la voce 3 e 30h per la voce 4.
Le sottosezioni seguenti la tabella 27.7 forniscono ulteriori dettagli riguardo questi campi.
Tabella 27.7 Campi della tabella delle partizioni
Offset del
byte
Lunghezza
del campo
Valore di
esempio
0x01BE
1 byte
0x80
Boot Indicator. Indica se il volume è la partizione attiva.
I valori consentiti sono:
00. Da non utilizzare per la procedura di avvio.
80. Partizione attiva.
0x01BF
1 byte
0x01
Starting Head.
0x01C0
6 bit
0x01 *2
Starting Sector. Vengono utilizzati solo i bit da 0 a 5. I due bit
superiori, 6 e 7, vengono utilizzati nel campo Starting Cylinder.
0x01C1
10 bit
0x00 *
Starting Cylinder. Viene utilizzato un byte oltre ai due bit
superiori del campo Settore iniziale per determinare il valore
del cilindro. Starting Cylinder è un numero a 10 bit con un
valore massimo di 1023.
0x01C2
1 byte
0x07
System ID. Definisce il tipo di volume. Consultare la tabella
27.8 per esempi di valori.
0x01C3
1 byte
0xFE
Ending Head.
0x01C4
6 bit
0xBF *
Ending Sector. Vengono utilizzati solo i bit da 0 a 5. I due bit
superiori, 6 e 7, vengono utilizzati nel campo Ending Cylinder.
Nome del campo e definizione
(continua)
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 75
Tabella 27.7 Campi della tabella di partizione (continua)
Offset del
byte
Lunghezza
del campo
Valore di
esempio
0x01C5
10 bit
0x09 *
Ending Cylinder. Viene utilizzato un byte oltre ai due bit
superiori del campo Ending Sector per determinare il valore del
cilindro. Ending Cylinder è un numero a 10 bit con un valore
massimo di 1023.
0x01C6
4 byte
0x3F000000
Relative Sectors. L’offset dall’inizio del disco all’inizio del
volume, indicato in settori.
0x01CA
4 byte
0x4BF57F00
Total Sectors. Il numero totale di settori nel volume.
Nome del campo e definizione
1. Numeri di dimensioni maggiori di un byte sono riorganizzati in formato little-endian oppure secondo ordine invertito di
byte. Il formato little-endian rappresenta un metodo di archiviazione di un numero che visualizza per primo il byte meno
importante nella notazione numerica esadecimale. Il valore del campo Relative Sectors, 0x3F000000, illustrato nella
presente tabella è, ad esempio, una rappresentazione in little endian di 0x0000003F. L’equivalente decimale di questo
numero little-endian è 63.
2. I valori contrassegnati da un asterisco (*) non rappresentano accuratamente il valore dei campi, dato che questi ultimi
sono di 6 oppure 10 bit e i dati sono registrati in byte.
Campo Boot Indicator
Il primo elemento della tabella di partizione, il campo Boot Indicator, indica se il volume è la
partizione attiva. Questo campo può essere impostato per una sola partizione primaria del gruppo.
Consultare la tabella 27.7 per esaminare i valori consentiti.
È possibile disporre di sistemi operativi e file system su differenti volumi. Il campo Boot Indicator
viene impostato all’interno della tabella sulla partizione primaria designata come attiva tramite
strumenti di configurazione del disco quali Gestione disco e DiskPart per Windows XP
Professional e Fdisk per MS-DOS.
Campo System ID
Il campo System ID rappresenta un altro elemento della tabella di partizione. Tramite esso viene
definito quale file system (ad esempio FAT16, FAT32 oppure NTFS) è stato utilizzato per
formattare il volume. Il campo System ID, inoltre, identifica una partizione estesa, nel caso ve ne
sia una definita in tal modo. Questo campo viene utilizzato da Windows XP Professional per
determinare quali unità periferiche di file system caricare durante l’avvio. Nella tabella 27.8 sono
descritti i valori del campo System ID.
Tabella 27.8 Valori di System ID
Tipo di
partizione
Valore ID
0x01
Partizione primaria o unità logica FAT12 (meno di 32.680 settori nel volume)
0x04
Partizione primaria o unità logica FAT16 (32.680-65.535 settori oppure 16MB-33MB)
0x05
Partizione estesa
0x06
Partizione primaria o unità logica BIGDOS FAT16 (33 MB-4 GB)
(continua)
76 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Tabella 27.8 Valori di System ID (continua)
Tipo di
partizione
Valore ID
0x07
File system installabile (partizione o unità logica NTFS)
0x0B
Partizione o unità logica FAT32
0x0C
Partizione o unità logica FAT32 che utilizza le estensioni BIOS INT 13h
0x0E
Partizione o unità logica BIGDOS FAT16 che utilizza le estensioni BIOS INT 13h
0x0F
Partizione estesa che utilizza le estensioni BIOS INT 13h
0x12
Partizione EISA oppure OEM
0x42
Volume dinamico
0x84
Partizione con modalità sospensione di Risparmio energia
0x86
Volume multidisco FAT16 creato utilizzando Windows NT 4.0
0x87
Volume multidisco NTFS creato utilizzando Windows NT 4.0
0xA0
Partizione in modalità sospensione laptop
0xDE
Partizione Dell OEM
0xFE
Partizione IBM OEM
0xEE
Partizione GPT
0xEF
Partizione EFI System su un disco MBR
In Windows XP Professional non sono supportati volumi multidisco creati utilizzando Windows
NT 4.0 e versioni precedenti e che utilizzano valori ID di sistema 0x86, 0x87, 0x8B oppure 0x8C.
Se viene eseguito l’aggiornamento da Windows NT Workstation 4.0 a Windows XP Professional,
occorre prima creare un backup di tutti i volumi multidisco e quindi eliminarli prima di effettuare
l’aggiornamento. Dopo aver completato l’aggiornamento, creare dei nuovi volumi dinamici e
ripristinare i dati. Se i volumi multidisco non vengono eliminati prima dell’inizio dell’installazione,
occorre utilizzare Ftonline, un programma che fa parte degli Strumenti di supporto di Windows, per
accedere al volume dopo il completamento dell’installazione. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo
del comando Ftonline.exe, fare clic su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare
clic su Strumenti di supporto di Windows.
Se si effettua l’aggiornamento da Windows 2000 a Windows XP Professional, occorrerà convertire
i volumi multidisco in volumi dinamici prima di avviare la fase di installazione, altrimenti
quest’ultima non potrà continuare. Per ulteriori informazioni sui volumi multidisco e
sull’installazione, consultare “Gestione dei dischi” nel presente Resource Kit.
MS-DOS può accedere soltanto a volumi che presentano un valore System ID di 0x01, 0x04, 0x05
oppure 0x06. È comunque possibile eliminare mediante Gestione disco, DiskPart oppure Fdisk di
MS-DOS i volumi che presentano gli altri valori elencati nella tabella 27.8.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 77
Campi Starting e Ending Cylinder, Head e Sector
I campi Starting Cylinder e Ending Cylinder, Starting Head e Ending Head, Starting Sector e
Ending Sector, chiamati anche campi CHS, sono elementi aggiuntivi della tabella di partizione.
Questi campi sono essenziali per l’avvio del computer. I campi CHS vengono utilizzati dal codice
di avvio principale per trovare e caricare il settore di avvio della partizione attiva. I campi Starting
CHS delle partizioni non attive puntano al settore di avvio delle restanti partizioni primarie e al
record di avvio esteso (EBR) della prima unità logica presente nella partizione estesa, come
illustrato nella figura 27.6.
Nella risoluzione di problemi di basso livello del disco è molto importante conoscere il campo
Settore iniziale di una partizione estesa. Nel caso di danneggiamento del disco, occorre operare
anche sul punto di partenza della partizione per recuperare i dati archiviati.
Le dimensioni di un campo Ending Cylinder nella tabella di partizione sono di 10 bit e il numero
di cilindri descrivibili all’interno della tabella varia quindi da 0 a 1.023. Le dimensioni dei campi
Starting Head e Ending Head sono di un byte ciascuno, per cui l’intervallo del campo varia da 0 a
255. Le dimensioni dei campi Starting Sector e Ending Sector sono di 6 bit, pertanto l’intervallo
varia da 0 a 63. Tuttavia la numerazione dei settori di questi ultimi campi parte da 1, non da 0 come
per gli altri campi, per cui il numero massimo di settori per traccia è 63.
Dato che tutti i dischi rigidi sono formattati a basso livello con un settore standard di 512 byte, la
massima capacità del disco descritta dalla tabella di partizione viene calcolata nel modo riportato di
seguito.
Capacità massima = dimensioni del settore x cilindri (10 Bit) x testine (8 bit) x settori per traccia (6 bit)
Utilizzando i massimi valori possibili si otterrà il risultato illustrato di seguito.
512 x 1024 x 256 x 63 (o 512 x 224) = 8,455,716,864 byte o 7.8 GB
In Windows XP Professional e negli altri sistemi operativi Windows su cui vengono supportate le
estensioni BIOS INT 13h è possibile accedere a partizioni del disco superiori a 7.8 GB ignorando i
campi Starting e Ending CHS e tenendo in considerazione invece i campi Relative Sectors e
Total Sectors.
Nei sistemi Windows 2000 e Windows XP Professional i campi Starting e Ending sono ignorati,
indipendentemente dal fatto che la partizione superi o meno i 7.8 GB del disco. In Windows XP,
tuttavia, occorre assegnare i valori appropriati nei campi Starting e Ending, dato che questi settori
vengono utilizzati in Windows 95, Windows 98 e Windows Me (sistemi che supportano le
estensioni BIOS INT 13h) nel caso in cui la partizione non occupi uno spazio maggiore dei primi
7.8 GB del disco. La presenza di tali campi è fondamentale, inoltre, per gestire la compatibilità con
BIOS INT 13h all’avvio.
In MS-DOS e negli altri sistemi Windows in cui non vengono supportate le estensioni BIOS INT
13h le partizioni che superano il limite di 7.8 GB vengono ignorate, dato che tali partizioni
utilizzano un ID di sistema riconosciuto esclusivamente da sistemi operativi in cui le estensioni
BIOS INT 13h sono supportate.
Per creare partizioni superiori a 7.8 GB occorre che sistema operativo e computer supportino le
estensioni BIOS INT 13h.
Campi Relative Sectors e Total Sectors
Il campo Relative Sectors rappresenta l’offset, in settori, dall’inizio del disco all’inizio del volume
descritto dalla voce della tabella di partizione. Il campo Total Sectors rappresenta il numero totale
di settori presenti nel volume.
78 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Nella rappresentazione totale dei settori, l’utilizzo dei campi Relative Sectors e Total Sectors (un
numero in 32 bit) fornisce otto bit in più rispetto allo schema CHS per rappresentare il numero
totale di settori. In tal modo è possibile creare partizioni contenenti fino a 232 settori. Nel caso di
dimensioni standard di settore corrispondenti a 512 byte, i 32 bit utilizzati per rappresentare i campi
Relative Sectors e Total Sectors risultano in una dimensione massima di partizione di 2 terabyte,
ovvero 2.199.023.255.552 byte.
Nella figura 27.6 sono illustrati i settori di MBR, tabella di partizione e di avvio di un disco di base
con quattro partizioni. Le definizioni dei campi nella tabella di partizione e nella partizione estesa
sono identiche.
Figura 27.6 Rappresentazione dettagliata di un disco di base con quattro partizioni
Disco
di base
Record
di avvio
principale
Tabella
di partizione
Codice di avvio principale
Prima voce della tabella
di partizione
Seconda voce della tabella
di partizione
Terza voce della tabella
di partizione
Quarta voce della tabella
di partizione
0x55AA
Partizione
primaria
uno
Settore di avvio
Partizione
primaria
due
Settore di avvio
Partizione
primaria
tre
Settore di avvio
Partizione
estesa
Dati
Dati
Dati
Record
di avvio
esteso
Tabella di partizione
estesa
Unità
logica
0x55AA
Settore di avvio
Dati
Record
di avvio
esteso
Tabella di partizione
estesa
0x55AA
Settore di avvio
Dati
Unità
logica
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 79
Nota
Per ulteriori informazioni sulle dimensioni massime di partizione supportabili
da ciascun file system, consultare “File System” nel presente Resource Kit.
Record di avvio esteso su dischi di base
In ogni unità logica presente nella partizione estesa è presente un record di avvio esteso (EBR),
formato da una tabella di partizione estesa e dalla signature word del settore. In esso sono presenti
soltanto le informazioni del primo lato del primo cilindro di ciascuna unità logica della partizione
estesa. Il settore di avvio in una unità logica è di norma posizionato nel settore relativo 32 oppure
63. Tuttavia, se sul disco non è presente alcuna partizione estesa, non saranno presenti neanche
EBR né unità logiche.
Figura 27.7 Rappresentazione dettagliata di una partizione estesa su un disco di base
Prima voce di tabella
di partizione estesa
Partizione
estesa
Prima
unità
logica
Seconda voce di tabella
di partizione estesa
Attuale
Successivo
Terza voce di tabella
di partizione estesa
Non utilizzato
Quarta voce di tabella
di partizione estesa
Fine marcatore di settore
(dati di identificazione)
Non utilizzato
Tabella
di partizione
estesa
Record
di avvio
esteso
Tabella
di partizione
estesa
Record
di avvio
esteso
Tabella
di partizione
estesa
Record
di avvio
esteso
0x55AA
Settore di avvio
Dati
Primo
Secondo
Seconda
unità
logica
Attuale
Successivo
Terzo Non utilizzato
Quarto Non utilizzato
0x55AA
Settore di avvio
Dati
Primo
Secondo
Ultima
unità
logica
Attuale
Terzo
Non utilizzato
Non utilizzato
Quarto
Non utilizzato
0x55AA
Settore di avvio
Dati
80 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
La prima voce in una tabella di partizione estesa della prima unità logica punta al proprio settore di
avvio. La seconda voce punta al record di avvio esteso della successiva unità logica. Se non sono
presenti ulteriori unità logiche, la seconda voce non sarà utilizzata e sarà registrata come una serie
di zero. Se non sono presenti ulteriori unità logiche, la prima voce della tabella di partizione estesa
della seconda unità logica punterà al proprio settore di avvio. La seconda voce della tabella di
partizione estesa della seconda unità logica punta al record di avvio esteso della successiva unità
logica. La terza e la quarta voce di una tabella di partizione estesa non vengono mai utilizzate.
Come illustrato nella figura 27.7, i record di avvio estesi delle unità logiche di una partizione estesa
sono collegati tra di loro. Nella figura sono illustrate tre unità logiche in una partizione estesa: nelle
tabelle di partizione estesa viene mostrata la differenza tra le unità logiche precedenti e l’ultima
unità.
A eccezione dell’ultima unità logica nella partizione estesa, il formato della tabella di partizione
estesa, descritto nella tabella 27.9, è ripetuto per ciascuna unità. Con la prima voce viene
identificato il settore di avvio dell’unità logica e con la seconda voce il record di avvio esteso
dell’unità successiva. Nella tabella di partizione estesa dell’ultima unità logica sono elencate
soltanto le proprie partizioni. La seconda, terza e quarta voce dell’ultima tabella di partizione estesa
non sono utilizzate.
Tabella 27.9 Contenuti delle voci della tabella di partizione estesa
Voce
Contenuti della voce
Prima
Informazioni sull’unità logica corrente nella partizione estesa, incluso l’indirizzo iniziale dei dati.
Seconda
Informazioni sulla successiva unità logica nella partizione estesa, incluso l’indirizzo del settore
contenente il record di avvio esteso dell’unità seguente. Se non esistono unità logiche aggiuntive,
tale campo non sarà utilizzato.
Terza
Non utilizzata.
Quarta
Non utilizzata.
I campi di ciascuna voce della tabella di partizione estesa sono identici alle voci della tabella di
partizione del record principale di avvio. Consultare la tabella 27.7 per ulteriori informazioni sui
campi della tabella di partizione.
Nel campo Relative Sectors in una tabella di partizione estesa è mostrato il numero di byte di
offset dall’inizio della partizione estesa al primo settore dell’unità logica. Il numero presente nel
campo Total Sectors rappresenta il numero di settori che costituiscono l’unità logica. Il valore del
campo Total Sectors equivale al numero di settori dal settore di avvio definito dalla tabella di
partizione estesa alla fine dell’unità logica.
Data l’importanza dei settori MBR e EBR, è consigliabile eseguire periodicamente gli strumenti di
analisi ed effettuare regolarmente backup di tutti i file di dati, così da evitare la perdita di accesso a
un volume oppure all’intero disco.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 81
Record di avvio principale su dischi dinamici
Allo stesso modo dei dischi di base, nei dischi dinamici è presente un record di avvio principale che
include il codice di avvio principale, l’identificatore del disco e la sua tabella di partizione.
Tuttavia, nella tabella di partizione di un disco non è presente una voce per ciascun volume
contenuto, dato che le informazioni sul volume sono archiviate nel database del disco dinamico.
Nella tabella di partizione, invece, sono presenti le voci del volume di sistema, del volume di avvio
(nel caso non lo sia il volume di sistema) e una o più partizioni aggiuntive che occupano lo spazio
non allocato sul disco. Per tutte queste partizioni viene usato l’ID di sistema 0x42 che indica che
tali partizioni sono su un disco dinamico. Il posizionamento delle partizioni aggiuntive nella tabella
delle partizioni impedisce che le utilità dei dischi basati su record principale di avvio considerino
questo spazio come disponibile per nuove partizioni.
Nota
In Windows 2000 le voci di partizione dei volumi di base esistenti venivano
conservate nella tabella delle partizioni nel momento in cui il disco di base
veniva convertito in dinamico. Con tali voci è stato impedito il passaggio dei
volumi dinamici convertiti a volumi estesi. Tale limitazione è stata rimossa
da Windows XP Professional per tutti i volumi convertiti eccetto i volumi di
avvio e di sistema. Le voci di partizione di tutti gli altri volumi convertiti sono
rimosse dalla tabella, e pertanto questi volumi possono essere estesi.
Nell’esempio seguente è illustrata una stampa parziale di un record di avvio principale su un disco
dinamico contenente quattro volumi semplici: il volume di sistema, il volume di avvio e due volumi
di dati. La prima voce rappresenta il volume di sistema, marcato come attivo. La seconda voce
rappresenta il volume di avvio e la terza rappresenta il volume di contenimento di tutti i volumi
semplici sul disco. Tutte le voci sono di tipo 0x42, con volumi dinamici specificati.
000001B0:
000001C0:
000001D0:
000001E0:
000001F0:
01
41
C1
00
00
05
03
00
42
42
42
00
FE
FE
FE
00
7F
FF
FF
00
04
02
FF
00
3F
C5
43
00
00
FA
FF
00
-
00
3F
BC
00
00
00
00
00
86
7E
58
00
FA
04
53
00
3F
7D
54
00
00
00
00
00
80
00
00
00
55
01
00
00
00
AA
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A.B.....?.~.}...
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..............U.
Settori di avvio su dischi MBR
Il settore di avvio, residente nel settore 1 di ciascun volume, è una elemento fondamentale del disco
per l’avvio del computer. Al suo interno è presente il codice eseguibile e i dati ad esso necessari,
incluse le informazioni utilizzate dal file system per accedere al volume. Il settore di avvio viene
creato al momento della formattazione del volume. Al termine del settore di avvio è presente una
struttura di 2 byte chiamata signature word oppure marcatore di fine settore, impostato sempre su
0x55AA. Su computer su cui è presente Windows XP Professional, il settore di avvio nella
partizione attiva viene caricato in memoria e provvede all’avvio di Ntldr, che a sua volta carica il
menu di avvio nel caso siano installate più versioni di Windows, altrimenti carica l’unico sistema
operativo installato.
82 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
In un settore di avvio sono presenti gli elementi elencati di seguito.
■
Un’istruzione di salto alla CPU basata su processore x86.
■
Il codice d’identificazione del produttore del sistema originale (OEM ID).
■
Il blocco di parametri di BIOS (BPB), una struttura dati.
■
Il BPB esteso.
■
Il codice eseguibile di avvio, o codice bootstrap, che consente l’avvio del sistema operativo.
In tutti i settori di avvio di Windows XP Professional sono presenti tutti gli elementi analizzati in
precedenza indipendentemente dal tipo di disco, sia esso di base oppure dinamico.
Nota
Gli strumenti di editing del disco quali DiskProbe e strumenti di terze parti
funzionanti con Windows NT 4.0 e NTFS potrebbero non supportare settori
di avvio e volumi FAT32.
Nel BPB sono descritti i parametri fisici del volume. Il BPB esteso inizia immediatamente dopo il
BPB. A causa dei tipi differenti di campi e della quantità di dati al loro interno, la lunghezza del
BPB varia tra i settori di avvio FAT16, FAT32 e NTFS.
I driver di periferica del disco utilizzano le informazioni presenti nel BPB esteso per leggere i
volumi e configurarli. Nell’area successiva al BPB esteso è presente, di norma, il codice di avvio
eseguibile che effettua le operazioni necessarie per continuare la procedura di avvio.
Procedure del settore di avvio
Nei computer il settore di avvio viene utilizzato per eseguire istruzioni durante l’avvio. La
procedura iniziale di avvio è riepilogata nei passi elencati di seguito.
1.
Il BIOS di sistema e la CPU avviano la verifica automatica di attivazione dell’alimentazione
(POST, power-on self test).
2.
Il BIOS trova la periferica di avvio, di norma il primo disco trovato, a meno che il controller
non sia configurato in modo da effettuare l’avvio da un disco differente.
3.
Viene caricato in memoria il primo settore fisico della periferica di avvio e trasferita
l’esecuzione della CPU in quell’indirizzo di memoria.
Se la periferica di avvio è su un disco rigido, il BIOS caricherà il record principale di avvio. Il codice di
avvio principale carica il settore di avvio della partizione attiva e trasferisce l’esecuzione della CPU
a quell’indirizzo di memoria. Su computer su cui viene eseguito Windows XP Professional viene
effettuato il caricamento di Ntldr dal codice di avvio eseguibile, caricato in memoria e trasferita
l’esecuzione a quel file.
Nota
In Windows XP Professional non è possibile eseguire l’avvio da un volume
con spanning o striping sui dischi dinamici. Queste strutture non possono
essere registrate nella tabella di partizione di MBR; pertanto, un volume di
sistema che utilizza tali strutture non può essere avviato.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 83
Se nell’unità A è presente un disco floppy, il BIOS di sistema caricherà il primo settore (il settore di
avvio) del disco floppy in memoria. Se il disco floppy è un disco floppy di avvio (formattato da
MS-DOS e su cui sono stati copiati i principali file di avvio del sistema operativo), il settore di
avvio sarà caricato in memoria e il codice eseguibile verrà utilizzato per trasferire l’esecuzione
della CPU a Io.sys, un file principale del sistema operativo MS-DOS. Se il disco floppy non è un
disco floppy di avvio, il codice eseguibile di avvio visualizzerà il messaggio illustrato di seguito.
Non-system disk or disk error.
Replace and press any key when ready.
Nota
Questi messaggi non vengono visualizzati su sistemi normalmente funzionanti
configurati in modo da cercare i file di avvio prima sull’unità C. Su molti
computer, un’opzione del programma di configurazione CMOS consente
all’utente di impostare l’ordine di ricerca dei file di avvio sui dischi installati.
Se nel momento in cui si tenta di avviare il computer dal disco rigido vengono visualizzati messaggi di
errore simili, allora il settore di avvio potrebbe essere danneggiato. Per ulteriori informazioni sulla
risoluzione di problemi inerenti al settore di avvio, consultare “Riparazione di record di avvio
principale e di settori di avvio su computer basati su processori x86” in questo capitolo.
Inizialmente la procedura di avvio è indipendente dal formato del disco e dal sistema operativo. Le
caratteristiche uniche di sistema operativo e di file system diventano importanti nel momento in cui
viene avviato il codice di avvio eseguibile.
Componenti di un settore di avvio
Il record di avvio principale trasferisce l’esecuzione della CPU al settore di avvio, in modo che i
primi tre byte del settore vengano considerati come istruzioni valide e eseguibili per CPU basate su
processori x86. Tra queste è inclusa un’istruzione di salto che ignora i successivi byte di istruzioni
non eseguibili.
Di seguito all’istruzione di salto è presente l’OEM ID di 8 byte, una stringa di caratteri
d’identificazione del nome e del numero di versione del sistema operativo mediante il quale è stato
formattato il volume. Per preservare la compatibilità con MS-DOS, Windows XP Professional
registra “MSDOS5.0” in questo campo su dischi FAT16 e FAT32. Su dischi NTFS Windows XP
Professional registra “NTFS”.
Nota
È possibile inoltre osservare gli OEM ID “MSWIN4.0” su dischi formattati da
Windows 95 e “MSWIN4.1” su dischi formattati da Windows 95 OEM Service
Release 2 (OSR2), Windows 98 e Windows Me. In Windows XP Professional
non viene utilizzato il campo OEM ID nel settore di avvio, eccetto per la
verifica dei volumi NTFS.
Successivamente all’OEM ID è presente il BPB in cui sono presenti informazioni che consentono al
codice di avvio eseguibile di individuare Ntldr. Il BPB viene sempre avviato nello stesso offset, in
modo che i parametri standard siano in una posizione conosciuta. Le variabili di dimensioni e
geometria del disco sono incluse nel BPB. Dato che la maggior parte del settore di avvio è
un’istruzione di salto x86, il BPB può essere esteso in un secondo momento aggiungendo nuove
informazioni alla fine. Per effettuare questa operazione, occorre soltanto modificare in minima
parte l’istruzione di salto. Il BPB è archiviato in un formato compresso (non allineato).
84 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Settore di avvio FAT16
Nella tabella 27.10 è descritto il settore di avvio di un volume formattato con il file system FAT16.
Tabella 27.10 Sezioni del settore di avvio su un volume FAT16
Offset del byte
Lunghezza del campo
Nome del campo
0x00
3 byte
Jump instruction
0x03
8 byte
OEM ID
0x0B
25 byte
BPB
0x24
26 byte
BPB esteso
0x3E
448 byte
Codice di bootstrap
0x01FE
2 byte
End of sector marker
Nell’esempio mostrato di seguito viene illustrata una stampa in formato esadecimale del settore di
avvio di un volume FAT16. La stampa è formattata in tre sezioni:
■
I byte 0x00 e 0x0A sono le istruzioni di salto e l’OEM ID (evidenziati in grassetto).
■
I byte 0x0B e 0x3D sono il BPB e il BPB esteso.
■
La sezione rimanente rappresenta il codice di bootstrap e il marcatore di fine settore
(evidenziati in grassetto).
Physical Sector: Cyl 0, Side 1, Sector 1
00000000: EB 3C 90 4D 53 44 4F 53 - 35 2E
00000010: 02 00 02 00 00 F8 FC 00 - 3F 00
00000020: 01 F0 3E 00 80 00 29 A8 - 8B 36
00000030: 4D 45 20 20 20 20 46 41 - 54 31
00000040: 8E D0 BC 00 7C 68 C0 07 - 1F A0
00000050: 03 06 0E 00 50 91 B8 20 - 00 F7
00000060: 00 03 C3 48 F7 F3 03 C8 - 89 0E
00000070: 33 DB 8F 06 13 02 89 1E - 15 02
00000080: 33 DB 8B 0E 11 00 8B FB - 51 B9
00000090: A6 59 74 05 83 C3 20 E2 - ED E3
000000A0: B8 01 00 68 00 20 07 33 - DB 0E
000000B0: 8D 36 0B 00 8D 3E 0B 02 - 1E 8F
000000C0: 1E 8F 45 06 C7 45 04 0E - 01 8A
000000D0: 00 20 BE 86 01 EB 03 BE - A2 01
000000E0: E8 03 00 FB EB FE AC 0A - C0 74
000000F0: CD 10 EB F2 C3 50 4A 4A - A0 0D
00000100: 06 08 02 83 D2 00 A3 13 - 02 89
00000110: 02 A1 13 02 8B 16 15 02 - 03 06
00000120: F7 36 18 00 FE C2 88 16 - 06 02
00000130: 88 16 25 00 A3 04 02 A1 - 18 00
00000140: 06 07 02 76 05 A0 07 02 - 32 E4
00000150: 02 C0 E5 06 0A 2E 06 02 - 86 E9
30
40
52
36
10
26
08
0E
0B
37
E8
45
16
E8
09
00
16
1C
33
2A
50
8B
00
00
4E
20
00
11
02
E8
00
26
48
02
24
09
B4
32
15
00
D2
06
B4
16
02
3F
4F
20
F7
00
68
90
BE
8B
00
C7
00
00
0E
E4
02
13
F7
06
02
24
40
00
20
20
26
8B
00
00
DC
57
72
05
EA
BE
BB
F7
58
16
36
02
8B
00
01
00
4E
33
16
1E
10
72
01
1A
28
F5
03
C1
07
E2
A2
1E
1A
40
0E
CD
00
00
41
C0
00
0B
07
57
F3
52
5B
00
00
01
00
03
07
00
00
3A
04
13
.<.MSDOS5.0..@..
........?.@.?...
..>...)..6RNO NA
ME
FAT16
3.
....|h......&..
....P.. ..&.....
...H........h...
3.............rW
3.......Q.......
.Yt... ...7&.W.R
...h. .3...H.r([
.6...>....E.....
..E..E.....$....
. ..............
.........t......
.....PJJ...2....
.............X..
................
.6........3..6..
..%.......*...@:
...v....2.P.....
............$...
(continua)
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 85
(continua)
00000160:
00000170:
00000180:
00000190:
000001A0:
000001B0:
000001C0:
000001D0:
000001E0:
000001F0:
0F
01
90
64
0A
72
00
6E
52
00
83
06
A2
6E
00
20
50
6F
20
00
05
13
07
27
42
72
6C
74
20
00
00
02
02
74
4F
65
65
68
20
00
83
83
F8
20
4F
61
61
65
20
00
C4
16
CB
66
54
64
73
72
20
00
02
15
42
69
3A
69
65
20
20
00
F9
02
4F
6E
20
6E
20
64
00
00
-
CB
00
4F
64
49
67
69
69
00
00
58
F7
54
20
2F
20
6E
73
00
00
28
26
3A
4E
4F
64
73
6B
00
00
06
0B
20
54
20
69
65
00
00
00
07
00
43
4C
65
73
72
4E
00
00
02
03
6F
44
72
6B
74
54
00
00
76
D8
75
52
72
0D
20
4C
00
55
11
EB
6C
0D
6F
0A
61
44
00
AA
.........X(...v.
..........&.....
......BOOT: Coul
dn't find NTLDR.
..BOOT: I/O erro
r reading disk..
.Please insert a
nother disk.NTLD
R
.........
..............U.
Nelle tabelle 27.11 e 27.12 è illustrato il layout di BPB e BPB esteso per i volumi FAT16. I valori
utilizzati corrispondono ai dati mostrati nell’esempio precedente.
Tabella 27.11 Campi del BPB per volumi FAT16
Offset del Lunghezza
byte
del campo
Valore di
esempio
Nome del campo e definizione
0x0B
2 byte
0x0002
Bytes Per Sector. Le dimensioni di un settore hardware. I valori
decimali consentiti per questo campo sono 512, 1024, 2048 e
4096. Per molti dischi utilizzati negli Stati Uniti, il valore di questo
campo corrisponde a 512.
0x0D
1 byte
0x40
Sectors Per Cluster. Il numero di settori in un cluster. Dato che
FAT16 può tenere traccia esclusivamente di un numero limitato di
cluster, ovvero fino a 65.524, è possibile supportare volumi molto
grandi aumentando il numero di settori per cluster. Le dimensioni
predefinite del cluster variano in base alle dimensioni del volume.
Per questo campo sono consentiti valori decimali 1, 2, 4, 8, 16, 32,
64 e 128.
0x0E
2 byte
0x0100
Reserved Sectors. Il numero di settori precedenti l’inizio del primo
FAT, incluso il settore di avvio. Il valore di questo campo è di norma 1.
0x10
1 byte
0x02
Number of FATs. Il numero di copie di FAT sul volume. Il valore di
questo campo è di norma 2.
0x11
2 byte
0x0002
Root Entries. Il numero totale di voci relative a nomi di file e di
directory in 32 byte archiviabili nella directory principale del
volume. Il valore tipico di questo campo, su un disco rigido, è 512.
Una delle voci può essere utilizzata come etichetta di volume,
mentre file e cartelle con nomi lunghi utilizzano voci multiple per
file. Il massimo numero possibile di voci di file e di directory è 511.
Nel caso, tuttavia, vengano utilizzati nomi lunghi per i file, le voci
termineranno di norma prima di aver raggiunto tale numero.
(continua)
86 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Tabella 27.11 Campi del BPB per volumi FAT16 (continua)
Offset del
byte
Lunghezza
del campo
Valore di
esempio
0x13
2 byte
0x0000
Small Sectors. Il numero di settori presenti sul volume
rappresentati in 16 bit (< 65.536) In caso di volumi con numero di
settori superiore a 65.536, questo campo assumerà valore 0 e verrà
utilizzato al suo posto il campo Large Sectors.
0x15
1 byte
0xF8
Media Descriptor. Vengono fornite informazioni sui supporti
magnetici utilizzati. Il valore 0xF8 indica un disco rigido e 0xF0
indica un disco floppy da 3,5 pollici ad alta densità. Le voci Media
Descriptor corrispondono a dischi precedenti MS-DOS FAT16 e
FAT12, per cui non vengono utilizzate in Windows XP Professional.
0x16
2 byte
0xFC00
Sectors Per FAT. Il numero di settori occupato da ciascun FAT nel
volume. Questo numero viene utilizzato dal computer insieme al
numero di FAT e di settori riservati per determinare il punto d’inizio
della directory principale. È inoltre possibile determinare il punto
d’inizio dell’area dati dell’utente basandosi sul numero di voci nella
directory principale (512).
0x18
2 byte
0x3F00
Sectors Per Track. Parte della geometria apparente del disco
utilizzata su un disco formattato a basso livello.
0x1A
2 byte
0x4000
Number of Heads. Parte della geometria apparente del disco
utilizzata su un disco formattato a basso livello.
0x1C
4 byte
0x3F000000
Hidden Sectors. Il numero di settori sul volume precedenti il settore
di avvio. Tale settore viene utilizzato durante la sequenza di avvio
per calcolare l’offset assoluto della directory principale e delle aree
di dati.
0x20
4 byte
0x01F03E00
Large Sectors. Se il valore del campo Small Sectors è uguale a 0,
in questo campo sarà presente il numero totale di settori nel volume
FAT16. Se il valore del campo Small Sectors non è uguale a 0, il
valore di questo campo sarà 0.
Nome del campo e definizione
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 87
Tabella 27.12 Campi del BPB esteso per volumi FAT16
Offset
del byte
Lunghezza
del campo
Valore di
esempio
0x24
1 byte
0x80
Physical Drive Number. Relativo al numero dell’unità fisica del BIOS.
Le unità floppy sono identificate come 0x00 e i dischi fisici sono
identificati come 0x80, indipendentemente dal numero di unità disco
fisiche. Di norma tale valore è impostato prima di effettuare una
chiamata BIOS INT 13h per specificare la periferica a cui accedere.
Tale valore è rilevante soltanto se la periferica è di avvio.
0x25
1 byte
0x00
Reserved. I volumi FAT16 sono sempre impostati a 0.
0x26
1 byte
0x29
Extended Boot Signature. Un campo il cui valore deve essere 0x28
oppure 0x29 in modo che venga riconosciuto da Windows XP
Professional.
0x27
4 byte
0xA88B3652
Volume Serial Number. Un numero di serie, generato casualmente nel
momento in cui il volume viene formattato, che serve a distinguere
quest’ultimo dagli altri dischi.
0x2B
11 byte
NO NAME
Volume di avvio. Un campo utilizzato in passato per archiviare
l’etichetta del volume. L’etichetta di volume è attualmente archiviata
come file speciale nella directory principale.
0x36
8 byte
FAT16
Non utilizzato da Windows XP Professional.
Nome del campo e definizione
Settore di avvio FAT32
Il settore di avvio FAT32 è molto simile per struttura al settore di avvio FAT16, ma nel BPB del
FAT32 sono contenuti campi aggiuntivi. Il BPB esteso del FAT32 utilizza gli stessi campi del
FAT16, ma gli indirizzi di offset di questi campi interni al settore di avvio sono differenti da quelli
trovati nei settori di avvio del FAT16. I volumi formattati in FAT32 non sono leggibili da sistemi
operativi incompatibili con FAT32.
Nella tabella 27.13 è descritto il settore di avvio di un volume formattato con il file system FAT32.
Tabella 27.13 Sezioni del settore di avvio su un volume FAT32
Offset del byte
Lunghezza del campo
Nome del campo
0x00
3 byte
Jump instruction
0x03
8 byte
OEM ID
0x0B
53 byte
BPB
0x40
26 byte
BPB esteso
0x5A
420 byte
Codice di bootstrap
0x01FE
2 byte
End of sector marker
88 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Nell’esempio illustrato di seguito è contenuta una stampa in formato esadecimale del settore di
avvio di un volume FAT32. La stampa è formattata in tre sezioni:
■
I byte 0x00 e 0x0A sono le istruzioni di salto e l’OEM ID (evidenziati in grassetto).
■
I byte 0x0B e 0x59 sono il BPB e il BPB esteso.
■
La sezione rimanente è il codice di bootstrap e il marcatore di fine settore (evidenziati in
grassetto).
Physical Sector: Cyl 878, Side
00000000: EB 58 90 4D 53 44 4F
00000010: 02 00 00 00 00 F8 00
00000020: 1D 91 11 01 2A 22 00
00000030: 01 00 06 00 00 00 00
00000040: 80 00 29 F1 9E 5E 5E
00000050: 20 20 46 41 54 33 32
00000060: 7B 8E C1 8E D9 BD 00
00000070: CD 13 73 05 B9 FF FF
00000080: B6 D1 80 E2 3F F7 E2
00000090: C9 66 F7 E1 66 89 46
000000A0: 2A 00 77 32 66 8B 46
000000B0: 01 00 E8 2B 00 E9 48
000000C0: 84 C0 74 17 3C FF 74
000000D0: EE A0 FB 7D EB E5 A0
000000E0: 66 60 66 3B 46 F8 0F
000000F0: 53 66 68 10 00 01 00
00000100: 41 BB AA 55 8A 56 40
00000110: AA 0F 85 14 00 F6 C1
00000120: 42 8A 56 40 8B F4 CD
00000130: 66 58 EB 2A 66 33 D2
00000140: C2 8A CA 66 8B D0 66
00000150: 56 40 8A E8 C0 E4 06
00000160: 0F 82 54 FF 81 C3 00
00000170: 4E 54 4C 44 52 20 20
00000180: 00 00 00 00 00 00 00
00000190: 00 00 00 00 00 00 00
000001A0: 00 00 00 00 00 00 00
000001B0: 6E 6E 6F 74 20 73 74
000001C0: 6F 76 65 20 6D 65 64
000001D0: 6B 20 65 72 72 6F 72
000001E0: 61 6E 79 20 6B 65 79
000001F0: 72 74 0D 0A 00 00 00
0, Sector 1
53 - 35 2E 30 00 02 10 24 00
00 - 3F 00 FF 00 3F 00 00 00
00 - 00 00 00 00 02 00 00 00
00 - 00 00 00 00 00 00 00 00
4E - 4F 20 4E 41 4D 45 20 20
20 - 20 20 33 C9 8E D1 BC F4
7C - 88 4E 02 8A 56 40 B4 08
8A - F1 66 0F B6 C6 40 66 0F
86 - CD C0 ED 06 41 66 0F B7
F8 - 83 7E 16 00 75 38 83 7E
1C - 66 83 C0 0C BB 00 80 B9
03 - A0 FA 7D B4 7D 8B F0 AC
09 - B4 0E BB 07 00 CD 10 EB
F9 - 7D EB E0 98 CD 16 CD 19
82 - 4A 00 66 6A 00 66 50 06
80 - 7E 02 00 0F 85 20 00 B4
CD - 13 0F 82 1C 00 81 FB 55
01 - 0F 84 0D 00 FE 46 02 B4
13 - B0 F9 66 58 66 58 66 58
66 - 0F B7 4E 18 66 F7 F1 FE
C1 - EA 10 F7 76 1A 86 D6 8A
0A - CC B8 01 02 CD 13 66 61
02 - 66 40 49 0F 85 71 FF C3
20 - 20 20 20 00 00 00 00 00
00 - 00 00 00 00 00 00 00 00
00 - 00 00 00 00 00 00 00 00
00 - 00 00 00 00 0D 0A 43 61
61 - 72 74 2E 20 20 52 65 6D
69 - 61 2E FF 0D 0A 44 69 73
FF - 0D 0A 50 72 65 73 73 20
20 - 74 6F 20 72 65 73 74 61
00 - 00 AC CB D8 00 00 55 AA
.X.MSDOS5.0...$.
........?...?...
....*"..........
................
..)..^^NO NAME
FAT32
3.....
{......|.N..V@..
..s......f...@f.
....?.......Af..
.f..f.F..~..u8.~
*.w2f.F.f.......
...+..H...}.}...
..t.<.t.........
...}....}.......
f`f;F...J.fj.fP.
Sfh.....~.... ..
[email protected]
.............F..
[email protected]
fX.*f3.f..N.f...
...f..f....v....
[email protected]
[email protected]..
NTLDR
.....
................
................
..............Ca
nnot start. Rem
ove media....Dis
k error...Press
any key to resta
rt............U.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 89
Nelle tabelle 27.14 e 27.15 è illustrato il layout di BPB e BPB esteso per i volumi FAT32. I valori
utilizzati corrispondono ai dati mostrati nell’esempio precedente.
Tabella 27.14 Campi del BPB per volumi FAT32
Offset Lunghezza
del byte del campo
Valore di
esempio
Nome del campo e definizione
0x0B
2 byte
0x0002
Bytes Per Sector. Le dimensioni di un settore hardware. I valori
decimali consentiti per questo campo sono 512, 1024, 2048 e
4096. Per molti dischi utilizzati negli Stati Uniti, il valore di questo
campo corrisponde a 512.
0x0D
1 byte
0x10
Sectors Per Cluster. Il numero di settori in un cluster. Le dimensioni
predefinite del cluster variano in base alle dimensioni del volume.
Per questo campo sono consentiti valori decimali 1, 2, 4, 8, 16, 32,
64 e 128. L’implementazione FAT32 per Windows XP Professional
consente la creazione di volumi di dimensioni massime di 32 GB.
Volumi di dimensioni maggiori, tuttavia, creati da altri sistemi
operativi (Windows 95 OSR2 e successivi) sono accessibili tramite
Windows XP Professional.
0x0E
2 byte
0x2400
Reserved Sectors. Il numero di settori precedenti l’inizio del primo
FAT, incluso il settore di avvio.
0x10
1 byte
0x02
Number of FATs. Il numero di copie di FAT sul volume. Il valore di
questo campo è sempre 2.
0x11
2 byte
0x0000
Root Entries (FAT12/FAT16 only). Per volumi FAT32 tale valore
deve essere sempre impostato a 0.
0x13
2 byte
0x0000
Small Sectors (FAT12/FAT16 only). Per volumi FAT32 tale valore
deve essere sempre impostato a 0.
0x15
1 byte
0xF8
Media Descriptor. Vengono fornite informazioni sui supporti
magnetici utilizzati. Il valore 0xF8 indica un disco rigido e 0xF0
indica un disco floppy da 3,5 pollici ad alta densità. Le voci Media
Descriptor corrispondono a dischi precedenti MS-DOS FAT16, per
cui non vengono utilizzate in Windows XP Professional.
0x16
2 byte
0x0000
Sectors Per FAT (FAT12/FAT16 only). Per volumi FAT32 tale valore
deve essere sempre impostato a 0.
0x18
2 byte
0x3F00
Sectors Per Track. Al suo interno è contenuto il valore geometrico
“sectors per track” per dischi che utilizzano INT 13h. Il volume è
diviso in tracce da testine e cilindri multipli.
(continua)
90 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Tabella 27.14 Campi del BPB per volumi FAT32 (continua)
Offset Lunghezza
del byte del campo
Valore di
esempio
Nome del campo e definizione
0x1A
2 byte
0xFF00
Number of Heads. Al suo interno è contenuto il valore geometrico
“count of heads” per dischi che utilizzano INT 13h. Il valore per un
disco floppy da 3,5 pollici è, ad esempio, uguale a 2.
0x1C
4 byte
0x3F000000
Hidden Sectors. Il numero di settori sul volume precedenti il settore
di avvio. Tale valore viene utilizzato durante la sequenza di avvio per
calcolare l’offset assoluto della directory principale e delle aree di
dati. Questo campo è di norma rilevante soltanto per supporti visibili
sull’interrupt 13h. Su supporti non sottoposti a partizione tale valore
deve essere sempre 0.
0x20
4 byte
0x1D911101
Large Sectors. Il numero totale di settori nel volume FAT32.
0x24
4 byte
0x2A220000
Sectors Per FAT (FAT32 only). Il numero di settori occupato da
ciascun FAT nel volume. Questo numero viene utilizzato dal
computer insieme al numero di FAT e di settori riservati (descritti in
questa tabella) per determinare il punto d’inizio della directory
principale. È inoltre possibile determinare il punto d’inizio dell’area
dati dell’utente basandosi sul numero di voci nella directory
principale (512).
0x28
2 byte
0x0000
Non utilizzato da Windows XP Professional.
0x2A
2 byte
0x0000
File System Version (FAT32 only). Il byte alto rappresenta il numero
di revisione maggiore, mentre il byte basso rappresenta il numero di
revisione minore. Tramite questo campo viene abilitata la possibilità
di estendere in futuro il tipo di supporto magnetico FAT32 per i
vecchi driver FAT32 che montano il volume. Entrambi i byte
assumono valore 0 in Windows XP Professional, Windows 2000,
Windows e sistemi operativi precedenti.
0x2C
4 byte
0x02000000
Root Cluster Number (FAT32 only). Il numero del primo cluster
della directory principale. Il valore di questo campo è di norma, ma
non sempre, 2.
0x30
2 byte
0x0100
File System Information Sector Number (FAT32 only). Il numero di
settore della struttura FSINFO (File System Information) nell’area
riservata del volume FAT32. Il valore corrisponde di norma a 1. Una
copia della struttura FSINFO è mantenuta in Backup Boot Sector ma
non è aggiornata.
0x32
2 byte
0x0600
Backup Boot Sector (FAT32 only). Un valore diverso da 0 specifica
il numero di settore nell’area riservata del volume dove viene
archiviata una copia del settore di avvio. Il valore di questo campo è
di norma 6. Si consiglia di non utilizzare altri valori.
0x34
12 byte
0x0000000000
00000000000
000
Reserved (FAT32 only). Spazio riservato per future espansioni. Il
valore di questo campo deve essere sempre 0.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 91
Tabella 27.15 Campi del BPB esteso per volumi FAT32
Offset
del byte
Lunghezza
del campo
Valore di
esempio
0x40
1 byte
0x80
Physical Drive Number. Relativo al numero dell’unità fisica del
BIOS. Le unità floppy sono identificate come 0x00 e i dischi fisici
sono identificati come 0x80, indipendentemente dal numero di
unità disco fisiche. Di norma tale valore è impostato prima di
effettuare una chiamata BIOS INT 13h per specificare la periferica
a cui accedere. Tale valore è rilevante soltanto se la periferica è di
avvio.
0x41
1 byte
0x00
Reserved. I volumi FAT32 sono sempre impostati a 0.
0x42
1 byte
0x29
Extended Boot Signature. Un campo il cui valore deve essere
0x28 oppure 0x29 in modo che venga riconosciuto da Windows XP
Professional.
0x43
4 byte
0xF19E5E5E
Volume Serial Number. Un numero di serie generato casualmente
nel momento in cui il volume viene formattato in modo da
distinguere quest’ultimo dagli altri dischi.
0x47
11 byte
NO NAME
Volume Label. Un campo utilizzato in passato per archiviare
l’etichetta del volume. L’etichetta di volume è attualmente
archiviata come file speciale nella directory principale.
0x52
8 byte
FAT32
System ID. Un campo di testo con un valore di FAT32.
Nome del campo e definizione
Settore di avvio NTFS
Nella tabella 27.16 è descritto il settore di avvio di un volume formattato con NTFS. Nel momento
in cui un volume NTFS viene formattato, il programma di formattazione effettua l’allocazione dei
primi 16 settori del settore di avvio e del codice di bootstrap.
Tabella 27.16 Sezioni del settore di avvio su un volume NTFS
Offset del byte
Lunghezza del campo
Nome del campo
0x00
3 byte
Jump instruction
0x03
8 byte
OEM ID
0x0B
25 byte
BPB
0x24
48 byte
BPB esteso
0x54
426 byte
Codice di bootstrap
0x01FE
2 byte
End of sector marker
92 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Sui volumi NTFS i campi di dati successivi al BPB formano un BPB esteso. Tramite i dati in questi
campi viene abilitato Ntldr per trovare la tabella file master (MFT) durante l’avvio. Su volumi
NTFS la tabella file master non è posizionata in un settore predefinito, come invece avviene nei
volumi FAT16 e FAT32. Per questo motivo i volumi NTFS possono spostare la tabella file master
se il settore in cui si trova è danneggiato. Se, tuttavia, i dati sono danneggiati, la tabella file master
non potrà essere individuata e Windows XP Professional riconoscerà il volume come non
formattato.
Nell’esempio illustrato di seguito viene mostrato il settore di avvio di un volume NTFS formattato
mediante Windows XP Professional. La stampa è formattata in tre sezioni:
■
I byte 0x00 e 0x0A sono le istruzioni di salto e l’OEM ID (evidenziati in grassetto).
■
I byte 0x0B e 0x53 sono il BPB e il BPB esteso.
■
Il codice rimanente è il codice di bootstrap e il marcatore di fine settore (evidenziati in
grassetto).
Physical Sector: Cyl 0, Side 1, Sector 1
00000000: EB 52 90 4E 54 46 53 20 - 20 20
00000010: 00 00 00 00 00 F8 00 00 - 3F 00
00000020: 00 00 00 00 80 00 80 00 - 1C 91
00000030: 00 00 04 00 00 00 00 00 - 11 19
00000040: F6 00 00 00 01 00 00 00 - 3A B2
00000050: 00 00 00 00 FA 33 C0 8E - D0 BC
00000060: 8E D8 E8 16 00 B8 00 0D - 8E C0
00000070: 10 E8 53 00 68 00 0D 68 - 6A 02
00000080: 08 CD 13 73 05 B9 FF FF - 8A F1
00000090: 0F B6 D1 80 E2 3F F7 E2 - 86 CD
000000A0: B7 C9 66 F7 E1 66 A3 20 - 00 C3
000000B0: 16 24 00 CD 13 72 0F 81 - FB 55
000000C0: 74 04 FE 06 14 00 C3 66 - 60 1E
000000D0: 03 06 1C 00 66 3B 06 20 - 00 0F
000000E0: 00 66 50 06 53 66 68 10 - 00 01
000000F0: 0F 85 0C 00 E8 B3 FF 80 - 3E 14
00000100: B4 42 8A 16 24 00 16 1F - 8B F4
00000110: 66 58 66 58 1F EB 2D 66 - 33 D2
00000120: 66 F7 F1 FE C2 8A CA 66 - 8B D0
00000130: 1A 00 86 D6 8A 16 24 00 - 8A E8
00000140: 01 02 CD 13 0F 82 19 00 - 8C C0
00000150: FF 06 10 00 FF 0E 0E 00 - 0F 85
00000160: C3 A0 F8 01 E8 09 00 A0 - FB 01
00000170: B4 01 8B F0 AC 3C 00 74 - 09 B4
00000180: EB F2 C3 0D 0A 41 20 64 - 69 73
00000190: 20 65 72 72 6F 72 20 6F - 63 63
000001A0: 0D 0A 4E 54 4C 44 52 20 - 69 73
000001B0: 6E 67 00 0D 0A 4E 54 4C - 44 52
000001C0: 6D 70 72 65 73 73 65 64 - 00 0D
000001D0: 20 43 74 72 6C 2B 41 6C - 74 2B
000001E0: 20 72 65 73 74 61 72 74 - 0D 0A
000001F0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 83 A0
20
FF
11
11
7B
00
33
CB
66
C0
B4
AA
06
82
00
00
CD
66
66
C0
05
6F
E8
0E
6B
75
20
20
0A
44
00
B3
00
00
01
00
82
7C
DB
8A
0F
ED
41
75
66
3A
80
00
13
0F
C1
E4
20
FF
03
BB
20
72
6D
69
50
65
00
C9
02
3F
00
00
CD
FB
C6
16
B6
06
BB
09
A1
00
3E
0F
66
B7
EA
06
00
07
00
07
72
72
69
73
72
6C
00
00
08
00
00
00
7B
B8
06
24
C6
41
AA
F6
10
1E
14
84
58
0E
10
0A
8E
1F
FB
00
65
65
73
20
65
20
00
00
00
00
00
00
82
C0
0E
00
40
66
55
C1
00
66
00
61
5B
18
F7
CC
C0
66
EB
CD
61
64
73
63
73
74
00
55
00
00
00
00
14
07
00
B4
66
0F
8A
01
66
6A
00
00
07
00
36
B8
66
61
FE
10
64
00
69
6F
73
6F
00
AA
.R.NTFS
.....
........?...?...
................
................
........:.{..{..
.....3.....|....
..........3.....
..S.h..hj....$..
...s......f...@f
.....?.......Af.
..f..f. ...A..U.
.$...r...U.u....
t......f`..f...f
....f;. ...:..fj
.fP.Sfh.....>...
........>.....a.
.B..$......fX[.
fXfX.-f3.f.....
f......f..f....6
......$.........
........... ...f
..........o..fa
................
.....<.t........
.....A disk read
error occurred.
..NTLDR is missi
ng...NTLDR is co
mpressed...Press
Ctrl+Alt+Del to
restart........
..............U.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 93
Nella tabella 27.17 sono descritti i campi di BPB e BPB esteso sui volumi NTFS. I campi che
iniziano a 0x0B, 0x0D, 0x15, 0x18, 0x1A e 0x1C corrispondono a quelli sui volumi FAT16 e
FAT32. I valori utilizzati corrispondono ai dati mostrati nell’esempio precedente.
Tabella 27.17 Campi del BPB e del BPB esteso sui volumi NTFS
Offset
del byte
Lunghezza
del campo
0x0B
2 byte
Valore di esempio
Nome del campo e definizione
0x0002
Bytes Per Sector. Le dimensioni di un settore hardware. In
molti dischi utilizzati negli Stati Uniti il valore di questo
campo è 512.
0x0D
1 byte
0x08
Sectors Per Cluster. Il numero di settori in un cluster.
0x0E
2 byte
0x0000
Reserved Sectors. Viene assunto sempre il valore 0 dato
che NTFS posiziona il settore di avvio all’inizio della
partizione. SE il valore non corrisponde a 0, NTFS non
potrà montare il volume.
0x10
3 byte
0x000000
Il valore deve corrispondere a 0 oppure NTFS non potrà
montare il volume.
0x13
2 byte
0x0000
Il valore deve corrispondere a 0 oppure NTFS non potrà
montare il volume.
0x15
1 byte
0xF8
Media Descriptor. Vengono fornite informazioni sui
supporti magnetici utilizzati. Il valore 0xF8 indica un disco
rigido e 0xF0 indica un disco floppy da 3,5 pollici ad alta
densità. Le voci Media Descriptor corrispondono a dischi
precedenti MS-DOS FAT16, per cui non vengono utilizzate
in Windows XP Professional.
0x16
2 byte
0x0000
Il valore deve corrispondere a 0 oppure NTFS non potrà
montare il volume.
0x18
2 byte
0x3F00
Non utilizzato oppure selezionato da NTFS.
0x1A
2 byte
0xFF00
Non utilizzato oppure selezionato da NTFS.
0x1C
4 byte
0x3F000000
Non utilizzato oppure selezionato da NTFS.
0x20
4 byte
0x00000000
Il valore deve corrispondere a 0 oppure NTFS non potrà
montare il volume.
0x24
4 byte
0x80008000
Non utilizzato oppure selezionato da NTFS.
0x28
8 byte
0x1C91110100000000
Total Sectors. Il numero totale di settori nel disco rigido.
0x30
8 byte
0x0000040000000000
Logical Cluster Number for the File $MFT. Viene
identificata la posizione della tabella file master
utilizzando il suo numero logico di cluster.
0x38
8 byte
0x1119110000000000
Logical Cluster Number for the File $MFTMirr. Viene
identificata la posizione della copia in mirroring della
tabella file master utilizzando il suo numero logico di
cluster.
(continua)
94 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Tabella 27.17 Campi del BPB e del BPB esteso sui volumi NTFS (continua)
Offset
del byte
Lunghezza
del campo
0x40
1 byte
0xF6
Clusters Per MFT Record. Le dimensioni di ciascun
record. Viene creato un record file per ogni file e un record
di cartella per ogni cartella creati all’interno di un volume
NTFS. I file e le cartelle minori di queste dimensioni sono
contenuti all’interno della tabella file master. Se tale
numero è positivo (fino a 0x7F) allora rappresenterà i
cluster per record della tabella file master. Se tale numero
è negativo (da 0x80 a 0xFF) allora le dimensioni del record
equivalgono a 2 elevato al valore assoluto di questo
numero.
0x41
3 byte
0x000000
Non utilizzato da NTFS.
0x44
1 byte
0x01
Clusters Per Index Buffer. Le dimensioni di ciascun buffer
indice, utilizzato per allocare spazio per le directory. Se
tale numero è positivo (fino a 0x7F) allora rappresenterà i
cluster per record della tabella file master. Se tale numero
è negativo (da 0x80 a 0xFF) allora le dimensioni del record
equivalgono a 2 elevato al valore assoluto di questo
numero.
0x45
3 byte
0x000000
Non utilizzato da NTFS.
0x48
8 byte
0x3AB27B82CD7B8214
Volume Serial Number. Il numero di serie del volume.
0x50
4 byte
0x00000000
Non utilizzato da NTFS.
Valore di esempio
Nome del campo e definizione
Protezione del settore di avvio
Dato che un sistema funzionante si affida al settore di avvio per accedere a un volume, è
consigliabile eseguire Chkdsk quando occorre ed effettuare periodicamente backup di tutti i file di
dati per evitare la perdita di dati nel caso si perda l’accesso a un volume. Per ulteriori informazioni
su Chkdsk, consultare la sezione “Chkdsk” in questo capitolo. Per ulteriori informazioni sulla
riparazione dei settori di avvio, consultare la sezione “Sostituzione del settore di avvio” nel presente
capitolo.
Settori del disco su dischi GPT
Nei dischi GPT vengono utilizzate strutture di partizione primarie e di backup per fornire la
ridondanza. Tali strutture sono posizionate all’inizio e alla fine del disco. Queste strutture vengono
identificate in GPT mediante il loro indirizzo di blocco logico (LBA) piuttosto che mediante i loro
settori corrispondenti. Tramite questo schema i settori su un disco sono numerati da 0 a n-1, dove n
è il numero di settori sul disco.
Come mostrato nella figura 27.8, la prima struttura su un disco GPT è il record di avvio principale
di protezione nell’indirizzo di blocco logico, seguito dall’intestazione della tabella di partizione
GUID (GPT) primaria nell’indirizzo di blocco logico 1. L’intestazione GPT è seguita dall’array
della voce di partizione GUID primaria, in cui è inclusa una voce di partizione per ciascuna
partizione del disco.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 95
Le partizioni del disco sono posizionate tra gli array delle voci di partizione GUID primaria e di
backup. Le partizioni devono essere posizionate all’interno dei primi e ultimi indirizzi di blocco
logico utilizzabili, come specificato nell’intestazione della partizione GUID.
Figura 27.8 Strutture di partizione su un disco GPT
Record di avvio principale di protezione
LBA 0
Intestazione di tabella GUID primaria
LBA 1
Voce di partizione GUID 1
Array di voce
di partizione
GUID primaria
Voce di partizione GUID 2
LBA 2-LBA 33
Voce di partizione GUID...
Voce di partizione GUID 128
Partizione 1
Partizione 2
Partizione n
Voce di partizione GUID 1
Array di voce
di partizione
GUID di backup
Voce di partizione GUID 2
Voce di partizione GUID...
Voce di partizione GUID 128
Intestazione della tabella
di partizione GUID di backup
LBA n
96 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Record di avvio principale di protezione
La specifica dell’interfaccia EFI (Extensible Firmware Interface) richiede che l’indirizzo di blocco
logico 0 sia riservato per il codice compatibile e per un record di avvio principale di protezione. Nel
record di avvio principale di protezione è presente lo stesso formato di un record esistente, e al suo
interno è contenuta una voce di partizione con un valore di System ID di 0xEE. In questa voce
viene riservato l’intero spazio del disco, incluso lo spazio utilizzato dall’intestazione GPT, come
una partizione singola. Il record di avvio principale di protezione viene incluso per evitare che
utilità del disco designate per dischi MBR considerino disponibile lo spazio e sovrascrivano le
partizioni GPT. Il record di avvio principale di protezione è ignorato dall’EFI; nessun codice del
record principale di avvio viene eseguito.
Nell’esempio seguente viene mostrata una stampa parziale di un record principale di avvio di
protezione.
000001B0:
000001C0:
000001D0:
000001E0:
000001F0:
00
02
00
00
00
00
00
00
00
00
00
EE
00
00
00
00
FF
00
00
00
00
FF
00
00
00
00
FF
00
00
00
00
01
00
00
00
00
00
00
00
00
-
04
00
00
00
00
06
00
00
00
00
04
FF
00
00
00
06
FF
00
00
00
00
FF
00
00
00
00
FF
00
00
00
00
00
00
00
55
00
00
00
00
AA
................
................
................
................
..............U.
Nella tabella 27.18 sono descritti i campi per ciascuna voce del record principale di avvio di
protezione.
Tabella 27.18 Record di avvio principale di protezione nei dischi GPT
Offset del
byte
Lunghezza
del campo
Valore di
esempio
Nome del campo e definizione
0x01BE
1 byte
0x00
Boot Indicator. Deve essere impostato a 0x00 per indicare che tale
partizione non può essere avviata.
0x01BF
1 byte
0x00
Starting Head. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico di avvio
della singola partizione.
0x01C0
1 byte
0x02
Starting Sector. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico di avvio
della singola partizione.
0x01C1
1 byte
0x00
Cilindro iniziale. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico di avvio
della partizione GPT.
0x01C2
1 byte
0xEE
System ID. Deve corrispondere a 0xEE per specificare che la singola
partizione è una partizione GPT. Se il disco GPT viene trasferito su un
computer su cui è presente Windows 2000 con Service Pack 1 o
superiore oppure Windows XP Professional, la partizione sarà
visualizzata come GPT Protective Partition e non potrà essere
cancellata.
0x01C3
1 byte
0xFF
Ending Head. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico finale della
singola partizione. Se l’indirizzo è troppo grande per essere
rappresentato al suo interno, questo campo sarà impostato a 0xFF.
0x01C4
1 byte
0xFF
Ending Sector. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico finale della
singola partizione. Se l’indirizzo è troppo grande per essere
rappresentato al suo interno, questo campo sarà impostato a 0xFF.
(continua)
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 97
Tabella 27.18 Record di avvio principale di protezione nei dischi GPT (continua)
Offset del
byte
Lunghezza
del campo
Valore di
esempio
Nome del campo e definizione
0x01C5
1 byte
0xFF
Ending Cylinder. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico finale
della singola partizione. Se l’indirizzo è troppo grande per essere
rappresentato al suo interno, questo campo sarà impostato a 0xFF.
0x01C6
4 byte
0x010000
00
Starting LBA. Sempre impostato a 1. L’indirizzo di blocco logico di
avvio inizia nell’intestazione della tabella di partizione GPT,
residente nell’indirizzo 1.
0x01CA
4 byte
0xFFFFFFFF
Size in LBA. Le dimensioni della singola partizione. Deve essere
impostato a 0xFFFFFFFF se il valore è troppo grande per essere
rappresentato al suo interno.
1. Numeri di dimensioni maggiori di un byte sono riorganizzati in formato little-endian oppure secondo ordine invertito di
byte. Il formato little-endian rappresenta un metodo di archiviazione di un numero che visualizza per primo il byte meno
importante nella notazione numerica esadecimale.
Intestazione di tabella di partizione GPT
Mediante l’intestazione GPT viene definito l’intervallo degli indirizzi di blocco logico utilizzabili
dalle voci di partizione. Tramite l’intestazione GPT viene inoltre definita la sua posizione su disco,
il suo GUID e un checksum del controllo di ridondanza ciclico a 32 bit (CRC32) utilizzato per
verificarne l’integrità.
I dischi GPT utilizzano un’intestazione di tabella di partizione GUID (GPT) primaria e di backup:
■
l’intestazione GPT primaria è residente nell’indirizzo di blocco logico 1, direttamente dopo il
record di avvio principale di protezione.
■
l’intestazione GPT di backup è residente nell’ultimo settore del disco. Non vi sono ulteriori
dati dopo l’intestazione GPT di backup.stazione GPT di backup.
In EFI l’integrità delle intestazioni GPT viene verificata mediante un checksum CRC32, un valore
calcolato utilizzato per individuare la presenza di errori nei dati. Se l’intestazione GPT primaria è
danneggiata, il sistema esaminerà il checksum del backup dell’intestazione. Se il checksum del
backup risulta essere valido, verrà utilizzato per ripristinare l’intestazione primaria. Il processo di
ripristino funziona in maniera opposta nel caso l’intestazione primaria sia valida ma quella di
backup sia danneggiata. Se entrambe le intestazioni sono danneggiate, Windows XP 64-Bit Edition
non potrà accedere al disco.
Attenzione
Non utilizzare strumenti di editing del disco come DiskProbe per apportare
modifiche ai dischi GPT, dato che qualsiasi modifica effettuata annulla la
validità del checksum, causando probabilmente l’inaccessibilità al disco. Per
apportare modifiche ai dischi GPT effettuare una delle due operazioni
seguenti.
■
Utilizzare Diskpart.efi nell’ambiente firmware.
■
Utilizzare Diskpart.exe oppure Gestione disco in Windows XP 64-Bit
Edition.
98 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Nell’esempio seguente viene mostrata una stampa parziale di un’intestazione GPT.
00000000:
00000010:
00000020:
00000030:
00000040:
00000050:
00000060:
45
27
37
17
A1
80
00
46
6D
C8
C8
F4
00
00
49
9F
11
11
04
00
00
20
C9
01
01
62
00
00
50
00
00
00
2F
80
00
41
00
00
00
D5
00
00
52
00
00
00
EC
00
00
54
00
00
00
6D
00
00
-
00
01
22
00
02
27
00
00
00
00
A2
00
C3
00
01
00
00
DA
00
F3
00
00
00
00
98
00
85
00
5C
00
00
9F
00
00
00
00
00
00
79
00
00
00
00
00
00
C0
00
00
00
00
00
00
01
00
00
00
EFI PART....\...
'm..............
7.......".......
.............y..
...b/..m........
........'.......
................
Nella tabella 27.19 vengono descritti i campi presenti nell’intestazione GPT.
Tabella 27.19 Campi dell'intestazione della tabella di partizione GUID
Offset
del byte
Lunghezza
del campo
0x00
8 byte
0x4546492050415254
Signature. Utilizzato per identificare tutte le intestazioni
GPT compatibili con EFI. Il suo valore deve corrispondere
sempre a 0x4546492050415254.
0x08
4 byte
0x00000100
Revision. Il numero di revisione della specifica EFI a cui
l’intestazione GPT aderisce. Nella versione 1.0, il suo
valore è 0x00000100.
0x0C
4 byte
0x5C000000
Header Size. La dimensione, in byte, dell’intestazione
GPT. La dimensione è sempre 0x5C000000 o 92 byte. I
byte rimanenti nell’indirizzo di blocco logico 1 sono
riservati.
0x10
4 byte
0x276D9FC9
CRC32 Checksum. Utilizzato per verificare l’integrità
dell’intestazione GPT. L’algoritmo di controllo di
ridondanza ciclico a 32 bit (CRC) viene utilizzato per
effettuare tale calcolo.
0x14
4 byte
0x00000000
Reserved. Deve essere corrispondente a 0.
0x18
8 byte
0x0100000000000000
Primary LBA. L’indirizzo di blocco logico contenente
l’intestazione GPT primaria. Il suo valore deve sempre
essere equivalente all’indirizzo di blocco logico 1.
0x20
8 byte
0x37C8110100000000
Backup LBA. L’indirizzo di blocco logico del backup
dell’intestazione GPT. Il suo valore deve sempre essere
equivalente all’ultimo indirizzo di blocco logico presente
su disco.
0x28
8 byte
0x2200000000000000
First Usable LBA. Il primo indirizzo di blocco logico
utilizzabile che può essere contenuto in una voce di
partizione GUID. In altri termini la prima partizione inizia in
questo indirizzo di blocco logico. In Windows XP 64 Bit
Edition questo valore è sempre LBA 34.
0x30
8 byte
0x17C8110100000000
Last Usable LBA. L’ultimo LBA utilizzabile che può essere
contenuto in una voce di partizione GUID.
0x38
16 byte
0x00A2DA989F79C001
A1F404622FD5EC6D
Disk GUID. Un numero univoco che identifica
l’intestazione della tabella di partizione e il disco stesso.
Valore di esempio
Nome del campo e definizione
(continua)
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 99
Tabella 27.19 Campi dell'intestazione della tabella di partizione GUID (continua)
Offset
del byte
Lunghezza
del campo
0x48
Valore di esempio
Nome del campo e definizione
8 byte
0x0200000000000000
Partition Entry LBA. L’indirizzo LBA iniziale dell’array della
voce della partizione GUID. Tale numero è sempre LBA 2.
0x50
4 byte
0x80000000
Number of Partition Entries. Il numero massimo di voci di
partizione che possono essere contenute nell’array della
voce di partizione GUID. In Windows XP 64 Bit Edition
questo valore è uguale a 128.
0x54
4 byte
0x80000000
Size of Partition Entry. La dimensione, in byte, di ciascuna
voce di partizione nell’array di voce di partizione GUID.
Ciascuna voce di partizione è di 128 byte.
0x58
4 byte
0x27C3F385
Partition Entry Array CRC32. Utilizzato per verificare
l’integrità dell’array di voce di partizione GUID. L’algoritmo
di controllo di ridondanza ciclico a 32 bit (CRC) viene
utilizzato per effettuare tale calcolo.
0x5C
420 byte
Reserved. Deve essere corrispondente a 0.
Array di voce di partizione GUID
Simile alla tabella di partizione sui dischi MBR, l’array di voce di partizione GUID contiene voci
che rappresentano tutte le partizioni presenti sul disco. In Windows XP 64-Bit Edition viene creato
un array di 16.384 byte, per cui il primo blocco utilizzabile deve iniziare a un LBA uguale o
maggiore di 34. In LBA 0 sono contenuti il record di avvio principale di protezione, in LBA 1 è
contenuta l’intestazione GPT e gli indirizzi LBA da 2 a 33 sono utilizzati dall’array di voce di
partizione GUID.
In ogni disco GPT sono presenti due array di voce di partizione GUID:
■
l’array primario è posizionato dopo l’intestazione della tabella di partizione GUID e termina
prima del primo LBA utilizzabile
■
l’array di backup è posizionato dopo l’ultimo LBA utilizzabile e termina prima del backup
dell’intestazione della tabella di partizione GUID.
Un checksum CRC32 dell’array di voce di partizione GUID è archiviato nell’intestazione GPT. Nel
momento in cui viene aggiunta una nuova partizione, il checksum viene aggiornato nelle voci
primarie e di backup della partizione GUID e quindi anche il checksum delle dimensioni
dell’intestazione GPT viene aggiornato.
Voce di partizione GUID
In una voce di partizione GUID viene definita una singola partizione e la sua lunghezza è di 128
byte. Dato che in Windows XP 64-Bit Edition viene creato un’array di voce di partizione di 16.384
byte, è possibile disporre di un numero massimo di 128 partizioni su un disco GPT di base.
100 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
Ciascuna voce di partizione GUID inizia con un tipo di partizione GUID. Tramite il GUID di tipo
di partizione di 16 byte, simile all’ID di sistema nella tabella di partizione di un disco MBR, viene
identificato il tipo di dati contenuti nella partizione e in che modo quest’ultima viene utilizzata. In
Windows XP 64-Bit Edition è possibile riconoscere soltanto i GUID di tipo di partizione descritti
nella tabella 27.20 e nessun altro tipo di partizione viene montato. Tuttavia le case produttrici del
sistema hardware originale (OEM) e i fornitori di software indipendenti (ISV), così come altri
sistemi operativi, potrebbero definire GUID di tipo di partizione aggiuntivi.
Per ulteriori informazioni sulle partizioni su dischi GPT, consultare “Gestione dei dischi” in questo
Resource Kit.
Tabella 27.20 GUID del tipo di partizione
Tipo di partizione
Valore GUID
Voce non utilizzata
0x00000000000000000000000000000000
Partizione di sistema EFI.
0x28732AC11FF8D211BA4B00A0C93EC93B
Partizione riservata a Microsoft
0x16E3C9E35C0BB84D817DF92DF00215AE
Partizione primaria su un disco di base
0xA2A0D0EBE5B9334487C068B6B72699C7
Partizione di metadati LDM su un disco dinamico
0xAAC808588F7EE04285D2E1E90434CFB3
Partizione di dati LDM su un disco dinamico
0xA0609BAF3114624FBC683311714A69AD
Nell’esempio mostrato di seguito viene illustrata una stampa parziale in formato esadecimale
dell’array di voce di partizione GUID su un disco GPT di base. In questa stampa vengono illustrate
tre voci di partizione: una partizione di sistema EFI, una partizione riservata Microsoft e una
partizione primaria. I GUID di tipo di partizione sono evidenziati in grassetto e corrispondono alle
voci della tabella 27.20.
00000000:
00000010:
00000020:
00000030:
00000040:
00000050:
00000060:
00000070:
00000080:
00000090:
000000A0:
000000B0:
000000C0:
000000D0:
000000E0:
000000F0:
00000100:
00000110:
00000120:
00000130:
28
C0
3F
00
73
61
00
00
16
80
CD
00
6F
73
61
00
A2
C0
D1
00
73
94
00
00
00
00
00
00
E3
BC
2F
00
00
00
00
00
A0
1B
2A
00
2A
77
00
00
79
72
00
00
C9
80
03
00
73
65
72
00
D0
0B
04
00
C1
FC
00
00
00
00
00
00
E3
FC
00
00
00
00
00
00
EB
00
00
00
1F
43
00
00
73
74
00
00
5C
43
00
00
6F
72
74
00
E5
44
00
00
F8
86
00
00
00
00
00
00
0B
86
00
00
00
00
00
00
B9
86
00
00
D2
C0
00
00
74
69
00
00
B8
C0
00
00
66
76
69
00
33
C0
00
00
11
01
00
00
00
00
00
00
4D
01
00
00
00
00
00
00
44
01
00
00
-
BA
92
CC
45
65
74
00
00
81
50
D0
4D
74
65
74
00
87
F1
4E
42
4B
E0
2F
00
00
00
00
00
7D
7B
2A
00
00
00
00
00
C0
B3
2F
00
00
3C
03
46
6D
69
00
00
F9
9E
04
69
20
64
69
00
68
12
81
61
A0
77
00
00
00
00
00
00
2D
5F
00
00
00
00
00
00
B6
71
00
00
C9
2E
00
49
20
6F
00
00
F0
80
00
63
72
20
6F
00
B7
4F
00
73
3E
43
00
00
00
00
00
00
02
78
00
00
00
00
00
00
26
75
00
00
C9
AC
00
20
70
6E
00
00
15
F5
00
72
65
70
6E
00
99
88
00
69
3B
40
00
00
00
00
00
00
AE
31
00
00
00
00
00
00
C7
21
00
00
(s*......K...>.;
..w.C.....<w.C.@
?......../......
........E.F.I. .
s.y.s.t.e.m. .p.
a.r.t.i.t.i.o.n.
................
................
....\..M.}.-....
....C...P{._.x.1
./.......*......
........M.i.c.r.
o.s.o.f.t. .r.e.
s.e.r.v.e.d. .p.
a.r.t.i.t.i.o.n.
................
......3D..h..&..
....D......qOu.!
.*......N/......
........B.a.s.i.
(continua)
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 101
(continua)
00000140:
00000150:
00000160:
00000170:
63
61
00
00
00
00
00
00
20
72
00
00
00
00
00
00
64
74
00
00
00
00
00
00
61
69
00
00
00
00
00
00
-
74
74
00
00
00
00
00
00
61
69
00
00
00
00
00
00
20
6F
00
00
00
00
00
00
70
6E
00
00
00
00
00
00
c. .d.a.t.a. .p.
a.r.t.i.t.i.o.n.
................
................
Nella tabella 27.20 è illustrato il layout di una voce di partizione GUID. I valori corrispondono alla
voce di partizione del sistema EFI mostrata nell’esempio precedente.
Tabella 27.21 Voce di partizione GUID
Offset
del byte
Lunghezza
del campo
0x00
16 byte
0x28732AC11FF8D211BA4B0
0A0C93EC93B
Partition Type GUID. Viene identificato il tipo di
partizione. Con il GUID di tipo di partizione di
questo esempio vengono identificate le partizioni
riservate a Microsoft. Consultare la tabella 27.20
per una descrizione dei GUID di tipo di partizione.
0x 10
16 byte
0xC09477FC4386C00192E03
C772E43AC40
Unique Partition GUID. Un ID univoco creato per
ciascuna voce di partizione.
0x 20
8 byte
0x3F00000000000000
Starting LBA. L’indirizzo LBA iniziale della
partizione definita da questa voce.
0x 28
8 byte
0xCC2F030000000000
Ending LBA. L’indirizzo LBA finale della partizione
definita da questa voce.
0x 30
8 byte
0x0000000000000000
Attribute Bits. Viene descritto il modo in cui viene
utilizzata la partizione. Consultare la tabella 27.22
per una descrizione dell’attributo utilizzato da
Windows XP 64-Bit Edition.
0x 38
72 byte
Partizione di sistema EFI.
Partition Name. Una stringa di 36 caratteri in
formato Unicode utilizzabile per assegnare un
nome alla partizione.
Valore di esempio
Nome del campo e definizione
Nell’esempio mostrato di seguito viene illustrata una stampa parziale in formato esadecimale
dell’array di voce di partizione GUID su un disco GPT dinamico. Notare le differenze tra questo
esempio e il precedente inerente al disco GPT di base. Nell’array di voce di partizione GUID viene
mostrata la partizione riservata Microsoft più voci aggiuntive che si presentano soltanto su dischi
GPT dinamici, elencate di seguito.
■
La partizione metadati LDM è una partizione nascosta di 1 MB per l’archiviazione del
database del disco dinamico e contiene informazioni inerenti a tutti i dischi e i volumi dinamici
installati sul computer.
■
La partizione dati LDM funge da contenitore dei volumi dinamici. I volumi dinamici
individuali non contengono voci nell’array di voce di partizione GUID.
102 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema
I GUID di tipo di partizione sono evidenziati in grassetto e corrispondono alle voci della tabella
27.20. Per ulteriori informazioni sulle partizioni su dischi GPT, consultare “Gestione dei dischi” in
questo Resource Kit.
00000000:
00000010:
00000020:
00000030:
00000040:
00000050:
00000060:
00000070:
00000080:
00000090:
000000A0:
000000B0:
000000C0:
000000D0:
000000E0:
000000F0:
00000100:
00000110:
00000120:
00000130:
00000140:
00000150:
00000160:
00000170:
16
31
22
00
6F
73
61
00
AA
66
22
00
6D
20
6F
00
A0
E2
22
00
64
74
00
00
E3
C3
08
00
00
00
00
00
C8
F2
00
00
00
00
00
00
60
33
00
00
00
00
00
00
C9
97
00
00
73
65
72
00
08
3F
00
00
65
70
6E
00
9B
A2
01
00
61
69
00
00
E3
A6
00
00
00
00
00
00
58
3A
00
00
00
00
00
00
AF
82
00
00
00
00
00
00
5C
A4
00
00
6F
72
74
00
8F
09
00
00
74
61
00
00
31
3A
00
00
74
74
00
00
0B
9F
00
00
00
00
00
00
7E
D9
00
00
00
00
00
00
14
5E
00
00
00
00
00
00
B8
1D
00
00
66
76
69
00
E0
EA
00
00
61
72
00
00
62
D5
00
00
61
69
00
00
4D
44
00
00
00
00
00
00
42
49
00
00
00
00
00
00
4F
4C
00
00
00
00
00
00
-
81
85
21
4D
74
65
74
00
85
B1
21
4C
64
74
00
00
BC
AE
09
4C
20
6F
00
00
7D
61
00
00
00
00
00
00
D2
32
08
00
00
00
00
00
68
8E
77
00
00
00
00
00
F9
15
01
69
20
64
69
00
E1
75
00
44
61
69
00
00
33
4B
11
44
70
6E
00
00
2D
49
00
00
00
00
00
00
E9
D5
00
00
00
00
00
00
11
EC
01
00
00
00
00
00
F0
4A
00
63
72
20
6F
00
04
98
00
4D
74
74
00
00
71
6B
00
4D
61
00
00
00
02
E9
00
00
00
00
00
00
34
04
00
00
00
00
00
00
4A
76
00
00
00
00
00
00
15
7C
00
72
65
70
6E
00
CF
3C
00
20
61
69
00
00
69
4D
00
20
72
00
00
00
AE
24
00
00
00
00
00
00
B3
34
00
00
00
00
00
00
AD
ED
00
00
00
00
00
00
....\..M.}.-....
1......D.a.IJ.|$
".......!.......
........M.i.c.r.
o.s.o.f.t. .r.e.
s.e.r.v.e.d. .p.
a.r.t.i.t.i.o.n.
................
...X.~.B.....4..
f.?:...I.2u...<4
".......!.......
........L.D.M. .
m.e.t.a.d.a.t.a.
.p.a.r.t.i.t.i.
o.n.............
................
.`..1.bO.h3.qJi.
.3..:^.L..K.kvM.
"........w......
........L.D.M. .
d.a.t.a. .p.a.r.
t.i.t.i.o.n.....
................
................
Attributi della voce di partizione GUID
Gli attributi della voce di partizione GUID descrivono il modo in cui la partizione viene utilizzata.
Gli attributi sono specificati all’interno di un valore di 64 bit, per cui in EFI saranno supportati fino
a 64 attributi differenti. In Windows XP 64-Bit Edition vengono utilizzati due attributi, descritti
nella tabella 27.22.
Tabella 27.22 Attributi della voce di partizione GUID utilizzati da Windows XP 64-Bit
Edition
Bit
Descrizione
Bit 0
Serve a specificare che tale partizione è fondamentale per il funzionamento della
piattaforma.
Bit dal 48 al 63
Riservati da Microsoft per i seguenti tipi di partizione: partizioni di sistema EFI, partizioni
riservate Microsoft, partizioni primarie, partizioni di metadati LDM e partizioni di dati LDM.
Queste partizioni utilizzano i GUID di tipo di partizione descritti nella tabella 27.20.
Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 103
Settori di avvio su dischi GPT
I settori di avvio su dischi GPT sono simili ai settori di avvio su dischi MBR, tranne che per il fatto
che EFI ignora tutto il codice x86 presente nel settore di avvio, utilizzando, invece, il proprio driver
di file system per leggere il BPB e quindi montare il volume.
Risorse aggiuntive
■
“File system” nel presente Resource Kit.
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“Gestione dei dischi” nel presente Resource Kit.
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“Strumenti per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.
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“Concetti e strategie per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.
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Inside Windows 2000 Server di William Boswell, 2000, Indianapolis: New Riders Publishing.
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Inside Windows 2000 Server, terza edizione di David A. Solomon e Mark E. Russinovich,
2000, Redmond: Microsoft Press.
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Il collegamento Extensible Firmware Interface nella pagina Web Resources all’indirizzo
http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).