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IL BINGO
Sommario: 1. Premessa - 2. Il quadro normativo italiano - 3. Modalità di gioco - 4. Il bingo
interconnesso.
1. PREMESSA
Tutti sanno che il gioco del Bingo, introdotto nel 2000 nel panorama dei giochi legali in Italia,
ricorda la tradizionale tombola, da sempre giocata nelle famiglie italiane, soprattutto durante le festività
di fine anno.
Non tutti però sono a conoscenza dell’origine, alquanto curiosa, del nome: negli Stati Uniti,
all’inizio del secolo, veniva praticato un gioco che veniva chiamato Beano (Bean, in inglese, vuol dire
proprio "fagiolo", "chicco") per via dei fagioli secchi usati per coprire, sulla cartella, i numeri estratti.
Colui che per primo copriva con i fagioli secchi tutti i numeri della cartella, esclamava "Beano!" per
annunciare la vincita della posta. La leggenda vuole che un fortunato vincitore, preso dall'esultanza per
una vincita particolarmente consistente, ne storpiò il nome in "Bingo" e da allora tale sinonimo è
rimasto per indicare questo gioco, che è particolarmente diffuso in Spagna e Inghilterra.
Anche da noi – tuttavia – il gioco ha registrato un trend in progressiva e costante ascesa,
malgrado le difficoltà iniziali. I dati ufficiali AAMS parlano chiaro: si è passati da 784 milioni di €, nel
2002, a 1257 milioni di € nel 2003, a 1600 milioni di € nel 2004, con un incremento della raccolta pari a
circa il 27% nell’ultimo anno.
Anche i dati afferenti il volume delle vincite distribuite registrano valori che lasciano ben sperare
per il rilancio del gioco: nel 2003 si è raggiunta la ragguardevole somma di 700 milioni di €.
Il numero delle cartelle giocate evidenzia, inoltre, valori superiori a quelli dei volumi di gioco, a
riprova che la domanda di partecipazione al gioco a basso costo ha gradito la recente introduzione di
una tipologia di cartella dal costo di 50 centesimi di €. Essendo vendibile esclusivamente a fogli interi di
sei cartelle, contenente tutti i numeri della ruota, essa consente al giocatore un coinvolgimento
constante, poiché gli permette di partecipare attivamente ad ogni estrazione.
Anche le nuove modalità di gioco, basate essenzialmente sulla interconnessione di più sale, su
cui si tornerà più avanti, danno ai giocatori un maggior numero di alternative di divertimento, nonché la
possibilità di vincere premi sempre più cospicui.
2. IL QUADRO NORMATIVO ITALIANO
La normativa italiana, nel conferire al gioco del bingo il carattere di intrattenimento,
socializzazione e sviluppo delle relazioni interpersonali, lo ha differenziato in maniera sostanziale da
altri giochi, basati prevalentemente su comportamenti individuali e sulla distanza, sia fisica che
temporale, tra il momento del gioco e quello della vincita.
Elemento imprescindibile per l’allestimento di una sala è l’aver ottenuto dall’Amministrazione
l’assegnazione di una concessione ed aver superato il collaudo nei tempi previsti.
Il bingo in Italia è stato istituito con decreto del Ministro delle Finanze il 31 gennaio 2000, n. 29.
L’art. 1 disciplina l’esercizio e la gestione del gioco, riservando il primo al Ministero delle Finanze
(primo comma), ed attribuendo la seconda a concessionari, con gare da espletare secondo la normativa
comunitaria (secondo comma); al terzo comma stabilisce l’incompatibilità tra l’attività di concessione e
quella di controllo centralizzato. Quest’ultima è infatti affidata, con Direttiva ministeriale del 12
settembre 2000, all’Amministrazione autonoma dei monopoli di stato.
Detta direttiva ha determinato inizialmente in 420 il numero delle concessioni da affidarsi per la
gestione del Bingo. La ripartizione delle stesse è stata effettuata su base provinciale, in rapporto alla
quota di popolazione residente maggiorenne ed al numero dei frequentatori. Era previsto che
l’Amministrazione autonoma dei monopoli di stato - ove l’analisi su base territoriale del volume
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complessivo delle giocate presso i primi punti di raccolta facesse ritenere conveniente un ampliamento
della rete di sale da gioco – potesse attingere dall’originaria graduatoria ed affidare fino a 380 nuove
concessioni, ma in realtà ciò non è accaduto. Il numero delle concessioni per la gestione delle sale
avrebbe quindi potuto raggiungere, a regime, in base alle più ottimistiche previsioni, le 800 sale,
distribuite su tutto il territorio italiano, ma questo obiettivo iniziale non è stato mai raggiunto.
Si tratta di strutture che richiedono cospicui investimenti iniziali, nonché l’impiego di tecnologie
avanzate e notevoli capacità manageriali, ma – dopo una prima euforica fase di aspettative di rilevanti
ritorni economici - il settore ha attraversato un periodo di crisi. Come si può agilmente osservare dalle
risultanze statistiche anzidette, il gioco gode di ottima salute, avendo praticamente raddoppiato la cifra
di affari del settore. Le difficoltà riguardano chi lo gestisce e, come ha rilevato il Direttore Generale di
AAMS, “in mancanza di interventi ad hoc si rischia di compromettere le opportunità di sviluppo del
settore. Si rende quindi necessario offrire una opportunità di recupero a quegli operatori che si
dimostreranno in grado di fare un salto di qualità sotto il profilo della managerialità”.
Da questo punto di vista, gli interventi di AAMS miranti a rivitalizzare gli operatori del
comparto si sono articolati su più fronti. Oltre al moltiplicarsi delle modalità di gioco, si pensi
all’introduzione, con decreto direttoriale del 17 giugno 2003, della possibilità di trasferire i locali delle
sale, cosa che ha contribuito ad ovviare all’addensamento di sale che si è verificato nel medesimo bacino
di utenza.
Un altro importante intervento effettuato dal legislatore fiscale, grazie alla entrata in vigore della
legge n. 200 del 2003, di conversione del decreto legge 24 giugno 2003, n. 147, si è concretizzato nella
possibilità di differire, fino a 90 gg. dal ritiro delle cartelle, il versamento del prelievo erariale che
ammonta al 20% del prezzo di vendita delle cartelle.
Il piano di distribuzione territoriale delle sale destinate al gioco è stato approvato con il decreto
direttoriale 16 novembre 2000, come modificato dal decreto direttoriale 6 luglio 2001, mentre la
convenzione tipo per l'affidamento in concessione della gestione del gioco del Bingo è stata approvata
con decreto del Ministro delle finanze in data 21 novembre 2000.
Le specifiche tecniche che i concessionari sono tenuti ad adottare per la gestione del gioco, quali
la superficie minima della sala, il numero dei posti a sedere e delle postazioni destinate ad accogliere i
giocatori, sono state individuate con il decreto direttoriale del 16 novembre 2000, modificato più volte
da provvedimenti successivi di pari grado (7 agosto 2001, 20 dicembre 2001, 9 agosto 2002 e 31 agosto
2002). I soggetti utilmente collocati in graduatoria sono pertanto obbligati ad uniformarsi alle prescritte
indicazioni ed approntare le sale debitamente attrezzate e funzionanti per il collaudo, da effettuarsi da
parte dell'Amministrazione finanziaria.
Dai dati ufficiali dell’Amministrazione finanziaria, aggiornati al 31 ottobre 2004, si rileva che
l’esito positivo del collaudo di 326 sale ha condotto alla stipula di altrettante convenzioni di concessioni.
Il numero delle sale effettive ammonta però a 260. Infatti, circa 70 non esercitano il gioco, per scelte
contingenti fatte dal concessionario o dal gestore della sala; tra le sale che esercitano l’attività di gioco, il
23% (60 circa) realizzano un giro d’affari pari al 4% del totale. Le “prime cento sale” realizzano il 70%
del giro d’affari complessivo, mentre le restanti cento si attestano su una percentuale pari al 26%.
3. MODALITÀ DI GIOCO
La disciplina relativa alle modalità e agli elementi del gioco, alla luce della disposizione recata
dall’art. 4, comma 3, del predetto decreto ministeriale n. 29 del 2000, è stata approvata con decreto
direttoriale del 16 novembre 2000.
Il gioco inizia con la vendita delle cartelle da parte del personale addetto: una volta completata
questa fase, il direttore della sala comunica il numero delle cartelle vendute e l'ammontare delle possibili
vincite. A questo punto, si procede all'estrazione dei numeri tramite apposite macchine. Come si
accennava prima, il gioco del "Bingo" è simile alla tombola: si gioca su 90 numeri ed ogni cartella
riporta quindici numeri distinti, distribuiti su tre linee orizzontali di cinque numeri ciascuna e su
colonne verticali. Lo scopo del gioco è quello di depennare per primi tutti i numeri di una stessa cartella
man mano che vengono estratti ed annunciati. Inizialmente, venivano premiate solo la prima cinquina,
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che vince l'otto per cento delle giocate, e appunto il “Bingo” che vince il cinquanta per cento delle
giocate.
Sono stati introdotti, in aggiunta, premi speciali, il “super bingo” e la “super cinquina”, di
importo superiore rispetto ai premi ordinari assegnati in qualsiasi partita, che premiano il giocatore che
ha realizzato il “bingo” con un numero di palline estratte rispettivamente eguale o inferiore a 40 ed al
giocatore che ha realizzato la “cinquina” con un numero di palline estratte eguale o inferiore a 6.
Inoltre, previo annuncio in sala, in determinate partite denominate “speciali”, in aggiunta al
premio del “bingo” è possibile assegnare premi speciali denominati “bingo oro”, “bingo argento” e
“bingo bronzo” e destinati ai giocatori che realizzano il “bingo” entro il seguente numero di palline
estratte: - “bingo oro”: tra 41 e 43 palline estratte; - “bingo argento”: tra 44 e 46 palline estratte; “bingo bronzo”: tra 47 e 56 palline estratte.
Nel caso in cui il gioco si svolga con l'erogazione di premi speciali, la ripartizione delle somme
cambia, al fine di consentire l’istituzione di un apposito fondo per l’erogazione dei premi speciali,
costituito dal quattro per cento dell’importo della vendita delle cartelle. Così, mentre la percentuale delle
vincite da distribuire in ogni partita rimane invariata, continuando ad essere costituita dal 58 per cento
dell’importo delle cartelle vendute, la percentuale attribuita alla “cinquina” passa dall’ 8 al 6 per cento,
quella riservata al “bingo” passa al 48 per cento.
Elemento essenziale per il riconoscimento della vincita, tuttavia, è l’annuncio tempestivo da
parte del giocatore: se il vincitore omette di dichiarare, a voce alta, di aver realizzato Cinquina o Bingo,
non gli è riconosciuto il premio. In caso di più combinazioni vincenti su cartelle diverse, la distribuzione
dei premi avviene in maniera proporzionale.
Le cartelle si acquistano in sala, ed hanno un prezzo che può ammontare alternativamente a 0,50
€, 1 €, 1,50 € e 3 €. In base al regolamento del 1° aprile 2004, è prevista la facoltà di emettere cartelle
con prezzo fino a 5 €.
Le cifre ufficiali testimoniano la preferenza dei giocatori per la cartella da 1 € (che costituisce il
60% delle cartelle vendute) , mentre quelle da 1,50 €, 0,50 € e da 3 € costituiscono rispettivamente il
18%, il 14% e l’8% del totale.
Per assicurare la perfetta visibilità a tutti i presenti, nonché la trasparenza nello svolgimento
delle operazioni, l’estrazione è riprodotta da un apposito impianto televisivo a circuito chiuso su vari
monitor distribuiti in sala.
4. IL BINGO INTERCONNESSO
Lo scorso anno, al fine di contribuire al rilancio del Bingo, anche sulla scorta della positiva
esperienza maturata in Spagna, l’Amministrazione autonoma dei monopoli di stato ha dato attuazione
alle previsioni contenute nell’art.19 del regolamento di gioco, in materia di interconnessione telematica
del gioco. Le nuove modalità di gioco che intendono offrire al giocatore un’ampia gamma di alternative
e montepremi sempre più attrattivi ed elevati sono contenute nel decreto direttoriale del 1 aprile 2001 .
In particolare, le innovazioni riguardano l’introduzione di quattro modalità di gioco telematico. Si
tratta, rispettivamente del: Bingo nazionale: modalità con la quale tutte le sale giocano
contemporaneamente la stessa partita, così da generare un unico montepremi cui possono accedere tutti
i giocatori; il Bingo intersala, è la modalità attraverso la quale più sale mettono in comune il montepremi
generato attraverso la vendita delle cartelle, nella duplice articolazione delle categorie di Bingo
simultaneo intersala e bingo accumulato intersala. In questa tipologia di gioco, la partita viene gestita da
una sala denominata sala - master, alla quale si collegano altre sale. In aggiunta al bingo, viene erogato
un premio denominato “bingo accumulato” al giocatore che ha realizzato il bingo con un numero di
palline estratte uguale o inferiore al numero soglia, definito dalla sala master e compreso tra 42 e 39.
Il Bingo elettronico, infine, è un modo di gioco basato su partite lanciate da un estrattore
nazionale “telematico” ed in cui il giocatore intera gisce attraverso terminali appositamente progettati. I
prezzi di vendita delle cartelle hanno un range oscillante tra un minimo di 10 centesimi di € ed un
massimo di 5 €.
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L’avvio di simili tipologie di gioco richiede l’adeguamento dei sistemi informatici da parte dei
fornitori di tecnologia, nonché un rigoroso collaudo che metta al riparo dal verificarsi delle anomalie. In
quest’ottica, le sale Bingo sono state connesse al centro di controllo tramite la Rete unitaria della
pubblica amministrazione, in sostituzione delle ormai obsolete linee ISDN. Inoltre, per gestire tali
tipologie, l’Amministrazione metterà a disposizione una applicazione web la quale consentirà ai
concessionari di prendere visione dei palinsesti del Bingo nazionale e del Bingo elettronico formati
dall’Amministrazione, nonché di definire i palinsesti delle partite di Bingo simultaneo e Bingo
accumulato dei rispettivi circuiti intersala.
Si prevede che il regolamento di gioco che disciplina il tradizionale gioco di sala verrà
rimodulato al fine di introdurre gli elementi di flessibilità previsti per il Bingo telematico ed assicurare, al
contempo, una sempre maggiore aderenza alla domanda ed un ulteriore impulso al settore.
Rosamaria Larice
Funzionario dei Monopoli di Stato
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