Italia e Germania: la strada della convergenza

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Italia e Germania: la strada della convergenza
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Editoriale
Caro lettore,
Pur con le inevitabili tensioni che la difficile congiuntura economica internazionale ha portato con
sé, la relazione economica fra Italia e Germania
resta uno dei fondamenti concreti del processo
di integrazione europea. Berlino rimane la prima
destinazione delle esportazioni italiane e crescono di pari passo anche gli investimenti tedeschi
nel Belpaese. Cittadini, imprese e istituzioni di
entrambi i paesi vivono quotidianamente in un clima che tiene insieme la necessaria cooperazione
con una sana competizione sul mercato. E le imprese italiane più impegnate
nella conquista o nel consolidamento delle loro posizioni al di là delle Alpi,
come illustra molto bene l’analisi del prof. Mutinelli che potrete leggere nelle
pagine seguenti, hanno oggi più fiducia nell’economia tedesca e nelle loro
prospettive su quel mercato di quanta ne avessero tre anni fa. In questo
numero del nostro magazine abbiamo cercato di esplorare proprio questa fetta del mondo imprenditoriale, per
scoprire quali strategie vengono sviluppate alla ricerca
del successo dalle nostre imprese, ma anche quali sono
le strade attraverso le quali corre la crescente interdipendenza fra queste due potenze economiche europee.
E quali prospettive questo sviluppo offre alla ripresa economica italiana. Fra
le strategie, l’innovazione di prodotto e di processo e l’acquisizione di un
crescente ventaglio di certificazioni sono i biglietti da visita che le aziende
italiane scelgono per rispondere alle domande di un mercato avanzato e particolarmente esigente, sia sul versante degli acquirenti “industriali” sia su quello
dei consumatori. Non è un caso che TÜV Italia sia considerato un partner
strategico da queste imprese con il suo know-how di organismo tecnico a
360°. Un ente che ha un secolo e mezzo di storia alle spalle, un presente di
ininterrotta crescita, come racconta in modo molto efficace l’intervista che
trovate in fondo a queste pagine.
Con questo numero TÜV Italia Journal si presenta con un grafica rinnovata,
più moderna e accattivante, in linea con le richieste emerse da una vasta
indagine condotta dai colleghi della Corporate Communication, per allineare
la rivista, nei contenuti e nella presentazione, ai desideri di coloro che abitualmente ci seguono.
Un saluto speciale da parte mia ai lettori: dopo un periodo breve ma intensissimo di lavoro al vertice di TÜV Italia, termina il mio incarico di Amministratore
Delegato ma il mio legame con TÜV Italia non si interrompe, pur essendo
un’altra la persona che mi sostituirà alla guida dell’ente. Ruoli complementari
ma con un unico obiettivo, far crescere TÜV Italia anche attraverso una forte
capacità propositiva e decisionale, e in genere delle responsabilità di tutte
le competenze individuali di cui l’ente dispone. Con la consapevolezza di aver
rafforzato l’identità di un formidabile gruppo di lavoro, e in attesa di condividerne i nuovi successi, lascio i lettori con un ringraziamento e l’augurio per
un 2013 foriero di una rinnovata crescita e di grandi successi.
José Antonio Via
Italia e Germania
la strada della convergenza
2 TÜV Italia Journal
Mentre assumo la carica di Amministratore Delegato di TÜV Italia, ringrazio
il mio predecessore, Josè Antonio Via, per avere lavorato alla costruzione di
una solida piattaforma e mi auguro che resti a noi vicino nelle nuove sfide
che ci accingiamo ad affrontare. Sono consapevole di entrare a far parte di
un grande gruppo, in una fase eccitante di
crescita, che mi rende orgoglioso dell’incarico affidatomi. Invito a pagina 30 i lettori
che desiderano conoscermi meglio, dove
troveranno alcune mie riflessioni.
Buona lettura
Ettore Favia
Amministratore Delegato TÜV Italia
Indice
TÜV Italia Journal #6
La parola
a
..
..
FOCUS
NEWS
#04 Armi italiane per il mercato tedesco
#28 TÜV Italia a EICMA 2012
#24 Birnthaler: dalla sicurezza al valore
#07 Clerprem: innovare, certificare e...
#28 Due incontri sul Food Contact
#31 Le attività di TÜV SÜD
#10 Gimi cresce guardando all‘estero
#28 Usato certificato anche sulla neve
#15
La strada della convergenza
#29 TÜV Italia acquisisce pH
#17 La sfida hi tech di Selex Elsag
#29 Gost, certificazione per la Russia
#21 Trevikart, il cartone amico del cibo
#29 TÜV Italia abilitato alle verifiche
periodiche
EDITORE E PROPRIETARIO: TÜV Italia Srl
Via G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)
REDAZIONE E IMPAGINAZIONE: TÜV Italia Srl
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TUV SUD
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TÜV Italia Journal 3
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
Qualità, prezzo,
puntualità: armi italiane
per il mercato tedesco
C
on quali strategie e modalità
operative le imprese italiane
affrontano il mercato tedesco?
Qual è la loro posizione competitiva su tale mercato? Quali sono i fattori che favoriscono il successo? Quali i
principali ostacoli? Quali prospettive si
intravvedono in questo difficile momento di crisi? Alcune interessanti risposte a
questi quesiti emergono dai risultati di un
recente sondaggio promosso dalla Camera di Commercio tedesca in Italia (AHK)
tramite la sua società di servizi DEInternational Italia Srl, nell’ambito di un ampio progetto di ricerca ed analisi che si
propone di approfondire vari aspetti dei
rapporti economici tra i due Paesi.
Il sondaggio è stato condotto negli ultimi
mesi del 2011 tramite un questionario
a cui hanno risposto ben 234 imprese
italiane che operano sul mercato tedesco
o intendono entrarvi a breve.
I risultati dell’indagine appaiono assai
interessanti, sia perché l’ampiezza del
campione consente di rappresentare adeguatamente i diversi settori di attività e le
diverse classi dimensionali d’impresa, sia
per la possibilità di confrontare i risultati
con quelli di un analogo sondaggio svolto
nel 2009, anch’esso su iniziativa della Camera di Commercio tedesca in Italia.
In primo luogo, va sottolineato come le
imprese del campione vantino un’elevata
propensione all’esportazione, pari in media al 42% della loro produzione. Il 21%
delle imprese è inoltre presente all’estero
con filiali o joint venture (il 9% in Germa-
4 TÜV Italia Journal
Un sondaggio rivela strategie e prospettive
delle imprese tricolori che operano al di là delle Alpi.
L’analisi di Marco Mutinelli, Ordinario di Gestione Aziendale
presso l’Università degli Studi di Brescia
nia). Il mercato tedesco assorbe in media
poco meno di un terzo delle esportazioni
delle imprese intervistate; per più di un
terzo delle imprese la Germania rappresenta il principale mercato estero di sbocco e per il 10% il principale mercato in
assoluto, in quanto il fatturato realizzato
sul mercato tedesco supera addirittura
quello da esse realizzato in Italia. Alle
imprese è stato chiesto di formulare un
giudizio sulla propria posizione competitiva sul mercato tedesco. Il confronto
con le risposte date nel 2009 evidenzia
purtroppo un certo deterioramento nella
percezione del posizionamento competitivo dalle imprese italiane in Germania.
La quota di aziende che giudica la propria
posizione “buona”, infatti, scende da più
di un terzo ad un quarto del totale, mentre la percentuale che la ritengono “non
soddisfacente” cresce dal 32% al 37%.
La situazione più critica si conferma per
le imprese di media dimensione, che in
Germania si confrontano con competitori tedeschi, spesso di dimensioni notevolmente superiori.
Rispetto al 2009, cresce (dal 22% al 27%)
la percentuale delle imprese per le quali
il mercato tedesco ha reagito alla crisi
meglio di altri mercati di esportazione,
mentre rimane poco al di sotto di un terzo
del totale la percentuale delle imprese che
giudicano invece i risultati ottenuti in
Germania più negativi di quelli ottenuti
su altri mercati.
La partecipazione a fiere di settore si conferma lo strumento di marketing maggiormente utilizzato dalle imprese italiane per promuovere i propri prodotti/
servizi sul mercato tedesco (lo indica il
63% del campione); cresce il ricorso al
direct marketing (48%), mentre rimane sostanzialmente stabile l’utilizzo del
marketing on-line (23%) e di inserzioni
pubblicitarie su riviste specializzate (17%).
Oltre ad essere uno strumento di marketing ampiamente utilizzato, la partecipazione a fiere settoriali è stata indicata dal
60% delle imprese del campione tra le tre
principali fonti utilizzate per raccogliere
informazioni sul mercato tedesco, dopo
i contatti personali con i clienti, indicati
dal 69% delle imprese. Tra le altre fonti,
in forte crescita rispetto al 2009 appare
Internet, che viene utilizzato a tal fine dal
52% delle imprese del campione, con una
FATTORI DI SUCCESSO SUL MERCATO TEDESCO
Valutazione media su una scala da 1 a 6
(1=irrilevante, 6=fondamentale)
punta del 57% tra le più piccole.
Tra i fattori di successo sul mercato tedesco, le imprese del campione indicano
ai primi due posti la qualità dei prodotti e servizi e il rispetto delle scadenze,
confermando i risultati del sondaggio
svolto nel 2009. In terza posizione figura
nel 2011 la competitività di prezzo, la cui
importanza cresce probabilmente anche
come conseguenza della crescente competizione tra le imprese nella ricerca di
nuovi sbocchi commerciali dopo la crisi
su un mercato importante come quello
tedesco.
Un importante fattore per avere successo
sul mercato tedesco è il possesso di
certificazioni di qualità, indispensabile
per entrare in molte catene di fornitura.
Lo dimostra il fatto che il 62% delle imprese del campione abbia ottenuto almeno una certificazione. Nella gran parte
dei casi si tratta di certificazioni ISO dei
processi produttivi (50%), seguito dalle
certificazioni di processo (26%), mentre
solo il 4% delle imprese ha ottenuto la
certificazione 231; il 15% del campione
ha segnalato altre forme di certificazione
(principalmente certificazioni specifiche
di settore e certificazioni di prodotto).
Un fattore di successo altrettanto importante è rappresentato da una rete distributiva adeguata ed efficiente. Circa
il 30% delle imprese combina più forme
distributive per servire il mercato tedesco, spesso unendo la vendita diretta
(probabilmente nei confronti dei clienti
di maggior peso) con vendite indirette
tramite agenti o distributori. Rispetto al
2009 è più frequente il ricorso alla vendita diretta (58% delle imprese, contro il
53%) e a importatori/distributori, mentre è diminuita la percentuale di imprese
che si affidano ad agenti commerciali.
Tuttavia forte è la percezione tra le imprese del campione che molto vi sia da
fare a questo proposito. Già nel 2009, il
34% delle aziende intervistate riteneva
che la propria rete distributiva non avesse la necessaria efficienza; a due anni di
distanza, questa percentuale raggiunge
il 57%, probabilmente anche perché la
crisi ha messo a nudo tutti i fattori che
penalizzano la competitività delle nostre
imprese. Parallelamente, la percentuale
Qualità dei prodotti
e dei servizi
Rispetto delle scadenze
Prezzi competitivi
Sondaggio
2011
Assistenza tecnica
e post-vendita
Certificazioni
di qualità
Sondaggio
2009
Sviluppo di prodotti
e servizi innovativi
Realizzazione di prodotti
di nicchia
Vicinanza ai clienti
Prodotti e servizi
customizzati
CANALI DISTRIBUTIVI UTILIZZATI
% delle imprese che utilizzano ciascun canale
vendita diretta
Rete di importatori
e distributori
Importatore/distributore
esclusivo
Agente commerciale
esclusivo
Sondaggio
2011
Sondaggio
2009
Rete di agenti
commerciali
Filiale commerciale
Filiale produttiva
delle imprese che danno una valutazione
ampiamente positiva della propria rete
distributiva è scesa dal 41% al 22%.
Il livello di soddisfazione è elevato per
le società attive in Germania tramite
proprie filiali commerciali, ma scende
man mano che si passa alla vendita
tramite intermediari e soprattutto alla
vendita diretta dall’Italia.
Pur a fronte di fondamentali negati-
vi dell’economia e al prospettarsi già
all’epoca del sondaggio di un assai probabile rallentamento dell’economia tedesca nel corso del 2012, che si è puntualmente verificato, le aspettative di medio
termine espresse dalle imprese intervistate appaiono decisamente orientate
all’ottimismo e migliori rispetto a quelle
del sondaggio del 2009.
Il 60% delle imprese prevede nel medio
TÜV Italia Journal 5
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
GRADO DI EFFICIENZA DELLA STRUTTURA DISTRIBUTIVA
Valutazione media su una scala da 1 a 6
(1=molto bassa, 6=assai elevata)
Totale - Sondaggio 2011
EVOLUZIONE PREVISTA PER IL MERCATO
DI RIFERIMENTO IN GERMANIA
2012 - 2015
In crescita
Totale - Sondaggio 2009
In relazione alla forma
distributiva:
Stabile
Vendita diretta
Agente commerciale
esclusivo
In contrazione
Rete di agenti commerciali
Importatore/distributore
esclusivo
Rete di importatori
e distributori
Non sa/Non risponde
Filiale commerciale o produttiva
Sondaggio 2011
(previsioni 2012-2015)
termine una crescita del mercato di
riferimento, e un altro 30% prevede una
sostanziale stabilità; solo il 5% teme una
contrazione, mentre un altro 5% si è
astenuto da qualsiasi valutazione.
In coerenza con tali aspettative, l’80%
delle imprese esprime la volontà di rafforzare la presenza sul mercato tedesco
o di entrarvi se non ancora presenti,
mentre solo il 16% intende conservare
la posizione già raggiunta e nessuno dei
partecipanti al sondaggio ha espresso
l’intenzione di abbandonare la Germania
(il residuo 4% è composto da imprese non
attive sul mercato tedesco, che non intendono entrarvi nel breve-medio periodo).
Nella maggior parte dei casi, il rafforzamento della presenza sul mercato tedesco
comporta un intervento sui canali di di-
stribuzione: poco meno della metà delle imprese dichiara di voler agire in tal
senso, attraverso l’acquisizione di nuovi
partner distributivi, la sostituzione di
partner attuali ritenuti non soddisfacenti
e/o il passaggio dalla vendita diretta alla
vendita indiretta, attraverso intermediari
locali.
Si consolida anche la consapevolezza che
stabilire in Germania una presenza diretta è un mezzo fondamentale per assicurare alla propria società una maggiore capacità di penetrare il mercato locale e per
accrescere o quanto meno stabilizzare le
proprie quote di mercato: a fronte di 21
imprese (9% del campione) già oggi presenti con una propria filiale commerciale, sono ben 34 (il 14%) quelle che stanno
progettando di effettuare investimenti
Sondaggio 2009
(previsioni 2012-2012)
diretti esteri in Germania.
In prevalenza gli investimenti previsti
riguardano attività di distribuzione e i
servizi pre- e post-vendita; vi sono tuttavia anche quattro imprese che intendono
avviare in Germania attività di ricerca e
sviluppo e tre imprese che hanno previsto, o stanno valutando, la realizzazione
di un impianto produttivo.
MARCO MUTINELLI
Professore Ordinario di Gestione Aziendale presso l’Università degli Studi di Brescia e docente del MIP-Politecnico di Milano è autore di oltre
cento pubblicazioni scientifiche in ambito nazionale ed internazionale. Affianca alla didattica attività di ricerca e consulenza sui temi dell’internazionalizzazione delle imprese, con particolare riferimento agli investimenti diretti esteri e alle imprese multinazionali, all’impatto della loro
attività sul sistema economico e all’attrattività territoriale e ai legami tra internazionalizzazione e innovazione tecnologica.
Dal 1990 è co-direttore della ricerca “Italia Multinazionale” promossa dall’ICE.
6 TÜV Italia Journal
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
Innovazione, certificazione...
e lingua tedesca
Clerprem produce “sistemi di seduta” nell’alta gamma per treni e automobili.
L’ad Gian Roberto Marchesi ci racconta come si soddisfa una clientela molto esigente.
lerprem, che progetta, produce e commercializza sistemi di
seduta e componenti destinati
all’industria automobilistica e
ferroviaria, è un esempio di azienda capace di guardare al mercato, comprendere il
futuro e scommettere sulle sue capacità
di raggiungere i risultati prefissati. Racconta ai nostri lettori i passi salienti della
sua storia che, iniziata alla fine degli anni
‘60 in un paese del vicentino, oggi prosegue con lo sguardo rivolto al mondo?
C
Clerprem inizia nello stabilimento di
Carré la propria attività produttiva con lo
stampaggio di imbottiture in poliuretano
espanso per sedili destinati al settore sia
automobilistico che dell’arredamento. Nel
corso degli anni ‘80 l’azienda apre nuove
siti produttivi sia nel Nord Italia, a Torino,
sia al Centro, ad Atessa e Pignataro, che in
Sicilia a Termini Imerese, per poter fornire
“just in time” gli stabilimenti del gruppo
Fiat, all’epoca cliente principale.
In seguito, Clerprem amplia la propria
gamma prodotti affiancando ai componenti
per sedili anche sistemi come appoggiatesta
ed appoggiabraccia, per poter fornire i
maggiori gruppi automobilistici europei.
Negli anni ‘90, con l’acquisizione di
un’azienda nell’ex Germania dell’Est ed
una in Belgio, Clerprem diversifica la
propria produzione, orientandosi anche
verso il settore ferroviario ed aprendo
nuovi mercati esteri. Agli inizi degli anni
2000 acquisisce inoltre competenze proprie
nella progettazione, specializzandosi anche
nella produzione di sistemi di seduta per
treni, sia del segmento urbano e regionale,
che lunga percorrenza ed alta velocità.
Nel 2008 avvia lo stabilimento in Tunisia
per mantenere costante la competitività
nella propria aria di business.
L’azienda si è affermata sul mercato come
fornitore di appoggiabraccia e appoggiatesta di alta gamma per l’industria automobilistica, e successivamente ha allargato
i suoi interessi al ferroviario producendo
sedili completi destinati alle grandi multinazionali e compagnie del settore, ca-
TÜV Italia Journal 7
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
pitalizzando e trasferendo know-how ed
expertise da un ambito all’altro. Le due
produzioni sembrano presentare molti
elementi comuni, ma è proprio cosi? Cosa
le accomuna e quali sono le differenze?
La nostra missione consiste nel progettare,
fabbricare e commercializzare sistemi di
seduta nel segmento di alta gamma e loro
componenti, atti a soddisfare le esigenze e le
aspettative dell’industria automobilistica e
ferroviaria. Entrambi i mercati sono molto
esigenti sia dal punto di vista della qualità,
sicurezza ed affidabilità nel tempo del
prodotto, che della puntualità nel servizio.
Ai nostri clienti forniamo pertanto prodotti
sottoposti a molteplici controlli, con design
esclusivo e nei tempi richiesti.
Le differenze le potremmo così individuare:
il mercato dell’auto richiede produzioni
elevate, nell’ordine di migliaia di pezzi
al giorno, mentre il mercato ferroviario
comporta quantità minori, nell’ordine
massimo di un migliaio di pezzi al mese,
ma in un arco di tempo più lungo.
Materiali, tecnologia, qualità, logistica,
sono le parole chiave per diventare,
come voi, fornitori delle più blasonate
aziende europee del settore automotive
e del ferroviario a livello mondiale. Come
questi quattro aspetti strategici della
produzione interagiscono in Clerprem per
diventare sistema?
La nostra visione è mantenere e rafforzare
la posizione acquisita nei mercati internazionali di “fornitore preferito” di prodotti
di alta gamma, offrendo valore aggiunto
ai nostri clienti in termini di soddisfazione delle richieste, eccellenza del prodotto,
qualificazione del personale e del rapporto
qualità/prezzo. A tal fine destiniamo molte
risorse alla ricerca dei materiali, operando
in stretta collaborazione con i nostri fornitori. I costanti investimenti in tecnologia
ed innovazione ci hanno consentito di acquisire alcune importanti commesse, come
d’altro canto l’incessante monitoraggio
sulla qualità. Al nostro interno disponiamo di laboratori di analisi opportunamente attrezzati, per effettuare le innumerevoli
prove richieste dalle normative sulla sicurezza e dalle specifiche dei nostri clienti.
L’organizzazione capillare della logistica e
la programmazione dei flussi dei materiali
rivestono un aspetto fondamentale.
Sia il settore automobilistico che ferroviario non ammettono alcun ritardo di consegna, a causa della complessità delle linee
produttive. Le richieste di forniture “just in
sequence” impongono bassi livelli di scorte
per la riduzione del materiale immobilizzato, ma esigono una puntuale consegna
nella medesima sequenza in cui vengono
assemblate le vetture o i treni nelle catene
di montaggio dei clienti.
L’assieme di tutti questi aspetti organizzativi ci consente di mantenere lo stato di
fornitore preferito in un mercato che rimane estremamente concorrenziale.
Focalizzando l’attenzione sulla catena di
fornitura, aspetto cruciale della vostra
attività, su quali leve di questo sistema
avete lavorato per migliorarlo e soddisfare
così le richieste dei vostri clienti?
I clienti del settore automobilistico e ferroviario richiedono alla catena di fornitura
risposte immediate e qualità “zero difetti”.
Abbiamo pertanto introdotto dei magazzini avanzati presso i nostri principali clienti
per garantire forniture “just in sequence”
e manteniamo attivo un servizio di “customer care” per l’assistenza sulla qualità
direttamente presso il cliente.
I nostri concorrenti sono multinazionali
che, in quanto tali, hanno tempi di reazione più lunghi.
Clerprem è una realtà industriale snella
con processi decisionali molto veloci e può
contare su questi vantaggi competitivi rispetto ad altri produttori che sono molto
più grandi e meno reattivi.
DB, Audi, BMW, Mercedes, Siemens, VW
sono colossi dell’industria tedesca: guardando alla vostra esperienza quali sono i
“must” per diventare fornitori di questi
grandi brand “made in Germany”?
Qualificazione del personale, certificazione
del sistema qualità e dei processi produttivi
con enti tedeschi, innovazione costante del
prodotto e conoscenza della lingua tedesca.
Questi sono i “must” che Clerprem ha ritenuto di utilizzare per poter diventare fornitore delle primarie aziende in Germania
che operano sia nel settore automobilistico
che ferroviario e che competono a livello
globale. Dalla Germania abbiamo imparato molto e abbiamo cercato di fare nostri: il
rigore, la precisione, la puntualità e la correttezza tipica delle aziende tedesche.
Oltre i due terzi del nostro fatturato è sviluppato oggi con il mercato tedesco.
Clerprem ha sei sedi produttive, una delle
quali nei pressi di Dresda, una fabbrica recuperata dopo la caduta del muro di Berlino. Descrive ai nostri lettori come avete
partecipato, nel vostro piccolo, a questa
grande “ricostruzione”?
Un requisito cruciale per fornire i clienti
del settore ferroviario è, come anzidetto,
essere in grado di rispettare le esigenze di
fornitura “just in time”. Con questo obiettivo, all’inizio degli anni ‘90, Clerprem ha
acquisito un sito produttivo nella ex Germania dell’Est dalla “Treuhandanstalt”,
ente fiduciario tedesco, incaricato per la
privatizzazione delle aziende statali e per la
ricostruzione. Abbiamo creato nuovi posti
di lavoro ed in tal modo possiamo affermare di aver dato il nostro piccolo contributo
alla “ricostruzione”.
Clerprem ha conseguito la sua prima certificazione qualità nel 1997, e a seguire
sono venute il QS 9000, l’ISO TS 16949
e l’IRIS, specifiche per il settore auto e il
ferroviario, e quindi l’ISO 14001 per la gestione ambientale, tutte rilasciate da TÜV
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
Italia, un esempio di forte fidelizzazione.
Guardando alla vostra esperienza, come
si esprime il valore aggiunto dell’ente nella conduzione dell’attività, oltre a quella
di potersi fregiare di un marchio leader in
Germania e nel mondo?
Nel corso degli anni la nostra azienda ha
identificato in TÜV Italia un partner essenziale sia nel nostro paese che all’estero per
la certificazione dei propri sistemi qualità e
processi produttivi. Clerprem considera gli
audit ispettivi non solo come obbligo di verifica formale, ma soprattutto come grande
opportunità di dialogo e confronto.
Le puntuali osservazioni fatte dagli auditor
in occasione delle visite ispettive, si sono rivelate preziosi elementi sulla base dei quali
impostare il processo di miglioramento dei
nostri sistemi di gestione, contribuendo
allo sviluppo della nostra organizzazione.
Anche attraverso queste esperienze è avvenuto il continuo miglioramento che ci permette di rimanere competitivi.
Come molte aziende familiari anche Clerprem ha dovuto affrontare il cambio generazionale, un momento di passaggio
importante e critico, ma anche un tempo
dove eventuali differenze possono fondersi dando nuovi impulsi all’attività
dell’azienda. Ci racconta come è avvenuto
per lei questo passaggio di testimone e
come delinea il futuro della sua azienda?
dall’altro, mi hanno spinto a ricercare una
svolta, evolvendo l’attività di Clerprem da
produttore di singoli componenti ad azienda che progetta e realizza sistemi e servizi,
rivolti soprattutto a costruttori automobilistici tedeschi nel segmento premium del
mercato, dove far valere l’eccellenza italiana. Il sostegno a questo nuovo modello
di business da parte di mio padre è stato
ampio. Oggi siamo i primari fornitori di
appoggiabraccia per gran parte dei modelli
di Audi quali A3, A4, A5, A6, A7, Q7 ed A8
producendo oltre 3500 sistemi al giorno.
Parallelamente i nostri sistemi di seduta
sono presenti nei nuovi treni regionali, intercity e ad alta velocità dei principali paesi
europei, per le ferrovie francesi, tedesche,
olandesi e svizzere.
Per affrontare le sfide che i mercati globali
oggi ci impongono, è necessario mantenere
saldi in Italia i valori intangibili dell’azienda, quali ricerca e sviluppo, progettazione,
coordinamento, e gestione, fabbricando i
sistemi in paesi “low cost” come avvenuto
per il nostro sito produttivo tunisino.
Il futuro dell’azienda può delinearsi nella
ricerca di partner industriali in nazioni ad
alto tasso di crescita, come Cina e India,
che consenta di aprire nuovi mercati capitalizzando le esperienze acquisite.
GIAN ROBERTO MARCHESI
Terminati gli studi, entra giovanissimo a far parte della
società fondata nel 1971 dal padre Roberto, all’interno
della quale matura un’ampia esperienza professionale
nei vari settori. Partecipa attivamente alla crescita
dell’azienda assumendo ruoli di sempre maggiore responsabilità. Il suo contributo nella ricerca di nuovi
clienti all’estero e nello sviluppo prodotto è fondamentale per l’evoluzione del gruppo Clerprem.
Attualmente ricopre la carica di Vice Presidente e Amministratore Delegato.
Contatto:
Alessandro Avallone [email protected]
Fino agli inizi degli anni 2000 l’azienda
fondata da mio padre è stata fortemente connotata dal carattere manifatturiero
delle proprie attività produttive ed orientata principalmente al mercato nazionale.
La crisi del mercato automobilistico italiano da un lato, ed il passaggio generazionale
TÜV Italia Journal 9
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
GIMI cresce
guardando all’estero.
E il design è nel pacchetto
Dallo stendibiancheria classico all’innovazione di Termostiro. E la certificazione TÜV SÜD GS
biglietto da visita per i mercati più selettivi. Tre manager ci spiegano le strategie dell’azienda.
rogettare e realizzare prodotti
che anticipano e interpretano
bisogni, spesso inespressi, per
alleggerire attività quotidiane e
ripetitive come stendere, stirare, portare pesi, salire sulle scale. Raccontate ai
nostri lettori la storia di Gimi, che con
le sue linee di assi da stiro, stendibiancheria, scale, carrellini porta spesa rende più agevoli alcune noiose incombenze
domestiche?
P
10 TÜV Italia Journal
Gimi viene fondata dai tre fratelli Miola
negli anni ‘70 e dall’inizio delle sue
attività si dedica alla produzione di
articoli per il campeggio ed il tempo libero
e di stendibiancheria. Negli anni ‘80 il
mercato degli stendibiancheria cresce in
volumi e qui parte l’ascesa, da piccola
azienda specializzata nella lavorazione
del tubo metallico, all’azienda moderna e
competitiva che è oggi.
La leadership indiscutibile nel segmento
stendibiancheria, l’espansione strategica
nei segmenti assi da stiro e carrelli porta
spesa, e più recentemente nel segmento
scale e sgabelli, è il frutto di scelte precise:
prima tra tutte l’eccellenza nella produzione, ampiamente verticalizzata, nella
lavorazione dell’acciaio, dell’alluminio
e delle resine plastiche, oltre alla recente
apertura di un nuovo stabilimento, che è
il sito produttivo più grande del settore.
La cultura aziendale è attenta all’efficienza
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
dei processi ma anche alla tutela dell’ambiente e delle persone, come dimostrano
la certificazione di qualità UNI EN ISO
9001, la certificazione ambientale UNI
EN ISO 14001 e quella etica SA 8000®.
ll secondo fattore strategico è l’ampiezza
di gamma, costantemente migliorata e
aggiornata, con una componente di design
crescente, non in una logica discriminante
(costa di più perché c’è il design) ma al
contrario: il design è compreso nel prezzo,
che è competitivo, perché un oggetto
di uso comune se, oltre che funzionale
è anche piacevole o colorato, si usa più
volentieri ed in qualche modo addolcisce
la fatica del lavoro casalingo e un poco ne
sdrammatizza la noia.
Al fondamento della ricerca Gimi resta
tuttavia la funzionalità, la possibilità di
rendere più intelligenti, e quindi utili,
questi oggetti.
Per creare sinergie nel 2010 Gimi acquisisce Framar, storica azienda italiana
specializzata nella produzione di scale
e assi da stiro con una consolidata presenza sul mercato, che vi ha permesso
di raggiungere un’indiscussa leadership
in questi segmenti di mercato. L’integrazione, non solo produttiva, di due diverse
realtà aziendali richiede impegno, tempo,
adattamento e flessibilità. Guardando
all’esperienza di Gimi in questi due anni,
quali ritenete siano gli aspetti chiave per
arrivare ad una buona integrazione fra
due realtà aziendali che si uniscono?
La determinazione a competere e una
visione strategica internazionale hanno
portato Gimi, non solo a crescere nel
corso del 2010, ma anche ad acquisire
Framar, azienda ben nota al trade con
una consolidata presenza distributiva
nel canale tradizionale (ferramenta e
casalinghi) e moderno (Distribuzione
Specializzata).
L’acquisizione rafforza la nostra vocazione produttiva, industriale e territoriale,
in controtendenza rispetto alla delocalizzazione in atto da anni nel nostro paese,
aggiungendo lo stabilimento Framar di
Casale Monferrato (AL) a quello Gimi di
Monselice (PD).
Questa acquisizione è per noi un successo
in quanto rappresenta un passo importante lungo il percorso di sviluppo del nostro
Gruppo che punta a rafforzare sempre più
la leadership europea, e costituisce un’ancora più solida prospettiva per il Pianeta
Gimi e per tutti i nostri partner.
In questo caso Framar ha portato knowhow e competenza in segmenti di mercato
in cui Gimi era storicamente assente o
non autonoma.
TÜV Italia Journal 11
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
e determinazione al futuro anche in tempi
di incertezza come gli attuali, navigando
sull’onda dell’evoluzione di abitudini fino
a ieri consolidate.
Questo ha favorito il mantenimento
dell’efficienza produttiva e la possibilità
di amplicare l’offerta dei propri prodotti,
sfruttando la sinergia dei marchi.
Prodotti non primari e una perdurante
difficile situazione di mercato: malgrado
questi presupposti i numeri di Gimi
continuano a crescere.
Il successo dei vostri prodotti è un mix
di fattori: ricerca e innovazione, qualità,
attenzione all’ambiente e alla sicurezza, il
design. Quali aggiungereste per spiegare
le vostre performance sul mercato, e non
solo su quello italiano?
Un fattore di successo per noi importantissimo, oltre a quelli elencati, che ha consolidato la penetrazione dell’azienda sia
presso il canale tradizionale ferramenta e
casalinghi che presso la GDO e la GDS è
il servizio, la capacità di fornire settimanalmente quantitativi di prodotto medi o
grandi, e la competenza e serietà di una
squadra composta da 30 tra agenti e funzionari commerciali che profondono il
massimo impegno in modo continuativo
per rispondere alle aspettative di clienti e
buyer, rese elevate dall’accresciuta competitività di tutto il settore.
Per la nostra struttura estera abbiamo un
team di persone dedicate che ha il compito
di sviluppare nuovi mercati, oltre che
consolidare e far crescere quelli storici,
dove Gimi rappresenta una marca a tutti
gli effetti, come ad esempio la Russia.
Ai nostri clienti offriamo opportunità
di personalizzazioni sui nostri prodotti,
oltre a garantire loro consegne puntuali,
una grande efficienza in tutto il processo
dalla raccolta ordini fino alla consegna.
Con l’esperienza di oltre 40 anni di continua crescita, Gimi può oggi contare su risorse umane dinamiche e motivate (l’età
media nelle funzioni commerciali, ricerca
e sviluppo, edp, marketing, è inferiore ai
40 anni), capaci di guardare con serenità
12 TÜV Italia Journal
Gimi è leader in Italia, ma è molto
presente con i suoi prodotti anche
all’estero. Quanto pesa l’export sul totale
del vostro business e cosa rappresenta
per voi il mercato tedesco?
L’export pesa più del 50% sul totale del
fatturato aziendale e il mercato tedesco
rappresenta il secondo paese, per rilevanza oltre che di riferimento per i livelli di
sicurezza. È un mercato sul quale siamo
presenti ormai da anni e dove vogliamo
puntare sempre di più per i prossimi anni,
in quanto è uno dei pochi paesi in Europa
che sta crescendo, con un consumatore
attento alla qualità del prodotto, alla sicurezza e all’innovazione. Siamo già presenti presso clienti importanti, come Obi
e Bauhaus, ma l’obiettivo è quello di aumentare la nostra presenza e penetrazione con prodotti adatti al mercato tedesco
e studiati ad hoc per le sue esigenze.
La scelta di marchiare TÜV SÜD GS i vostri prodotti, certificazione che prevede
requisiti più restrittivi rispetto ad altre,
rientra nella strategia di posizionamento
di Gimi verso la fascia alta del mercato,
anche in termini di prestazioni e sicurezza. Illustrate ai nostri lettori i plus di
questa certificazione che TÜV Italia ha
rilasciato, e come essa ha favorito l’ingresso dei vostri prodotti sul mercato
tedesco e, più in generale, in quelli del
Nord Europa?
Certi mercati impongono, prima ancora
da parte del trade che del consumatore, per
prassi e per autodisciplina, le certificazioni
di prodotto e tra queste anche quelle più
restrittive come è TÜV SÜD GS. In questo
frangente la possibilità di spendere un
nome come TÜV ha favorito l’ingresso
in nuovi mercati e presso clienti che
altrimenti non avremmo potuto servire.
La certificazione TÜV SÜD GS dà la
garanzia che il prodotto è stato verificato
e testato in accordo alle norme vigenti,
e che l’azienda è un‘organizzazione che
ha i processi produttivi, legati allo stesso
prodotto certificato, verificati secondo le
stesse norme applicabili.
Per il consumatore nordico questo equivale ad una garanzia, ad un marchio di
fabbrica, al fatto che il prodotto va bene, è
di qualità, e chi lo produce merita l’acquisto perché il prodotto è sicuro.
I paesi nordici sono molto più attenti di
altri a questo aspetto, rispetto anche al
mercato italiano, dunque l’aspetto certificazione diventa un plus di marketing da
spendere sul packaging e spesso fattore di
scelta tra Gimi e altri competitor, da parte
di clienti tedeschi o nordici in genere.
I prodotti Gimi sono presenti sia nella
distribuzione moderna che nel dettaglio
specializzato. Una politica distributiva
dove entrambi i canali convivono è premiante, generalmente la GDO per raggiungere i volumi, il trade tradizionale
per veicolare i prodotti di nicchia.
Questa consuetudine vale anche per
Gimi o avete fatto scelte distributive
diverse?
In questo caso la divisione non è sempre
così netta. In GDO coesistono prodotti
con battuta di cassa bassa, con l’obiettivo
di fare volumi, con prodotti di nicchia per
il consumatore più esperto, che cerca plus
diversi, innovazione e valore aggiunto ed
è disponibile per questo a pagare di più.
L’assortimento è più o meno ampio a
seconda del format del punto vendita,
maggiore è la superficie, spesso più ampio
è l’assortimento, grazie anche ad uno
spazio dedicato maggiore.
Nel trade tradizionale, le cose non cambiano molto rispetto a quanto descritto:
ci sono clienti che hanno assortimenti
ampi e clienti che hanno assortimenti più
essenziali, ma comunque compare sempre sia il prodotto da volumi sia quello di
nicchia, per dare la possibilità di coprire
tutti i bisogni.
Qui, più che in Grande Distribuzione, è
particolarmente importante la collocazione geografica e le relative abitudini di
consumo, per cui alcuni prodotti si vendono meglio in alcune zone e meno in
altre. Oggi il consumatore è attento sia
al prezzo sia alla qualità, dunque occorre
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
possa trovare i prodotti ovunque per coprire le esigenze che ha nel momento preciso in cui acquista: per questo la nostra
distribuzione è molto capillare ed è importante esserci nel grande ipermercato
come nel piccolo negozio sotto casa.
Gimi ha saputo diventare brand in seg-
menti di mercato tendenzialmente unbranded. Su quali caratteristiche del
prodotto avete lavorato per conferirgli
personalità e riconoscibilità presso il
consumatore e su quali strumenti di marketing avete agito, oltre alla pubblicità,
per costruire un’immagine di marca forte e coerente con il prodotto?
Sicuramente la pubblicità è stata per noi
una leva importante che ci ha permesso
di essere riconosciuti anche da coloro che
già utilizzavano i nostri prodotti senza
identificarci come brand. I nostri prodotti si collocano in contesti non di svago o
divertenti, ma di incombenze quotidiane
che ognuno di noi compie: la sfida vinta
in termini di comunicazione è stata quella di presentare i prodotti Gimi per ciò
che effettivamente sono, ovvero dei validi
alleati al fianco dei consumatori italiani
con praticità, innovazione, design e anche un tocco di colore. A monte abbiamo
lavorato sul valore aggiunto del prodotto,
uno stendibiancheria è una cosa molto
semplice in sé, perché non renderlo più
funzionale per il nostro consumatore
per esempio con l’estensibilità, soluzione
ideale per gestire lo spazio del bucato in
casa? Lo stesso approccio vale per le altre
nostre categorie di prodotto: assi, scale,
carrelli per la spesa. Abbiamo effettuato
ricerche sul consumatore cercando di capire i suoi bisogni e da qui sono nati prodotti funzionali e innovativi, come DinamiK, Advance, Termostiro.
Siamo poi sempre alla ricerca di nuove
tecnologie e materiali che ci differenzino
dalla concorrenza e che ci caratterizzino
sempre di più come marca; infine abbiamo lavorato con numerosi clienti con dei
progetti “category” ad hoc che ci hanno
permesso un’ampia visibilità sugli scaffali
e di essere immediatamente riconoscibili
al nostro consumatore finale.
Per terminare, una domanda su Termostiro, un prodotto che avete definito una
”rivoluzione democratica”, che facilita
una delle attività domestiche meno piacevoli: lo stirare. Come siete arrivati a
questo unico copriasse termico, frutto
della vostra R&S e quali sono le sue peculiarità e quindi i vantaggi per l’utilizzatore?
Termostiro è unico perché grazie al suo
brevetto è il primo copriasse termico al
mondo. È stato studiato dalla nostra ricerca e sviluppo per assecondare i bisogni
emersi nelle ricerche di marketing svolte
presso le consumatrici, sia perfezioniste
che neofite nell’attività dello stirare, che
TÜV Italia Journal 13
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
chiedevano di migliorare la propria per- anche con una pianificazione su mezzi
formance in termini di tempo e di risul- mai utilizzati prima da Gimi, come le
radio nazionali e il web.
tati.
Il calore di Termostiro, posizionato sulla
tavola dell’asse al di sotto della normale
foderina, unito al calore del ferro da Contatto:
stiro, consente di distendere meglio e più Giovanni Rosa [email protected]
velocemente le fibre dei tessuti e quindi
rende il ferro più scorrevole e la stiratura
più facile. Il lancio è stato fatto in grande
stile, con una campagna pubblicitaria
molto importante e impattante (la più
forte campagna pubblicitaria nella
storia Gimi), con centinaia di passaggi
su reti RAI, Mediaset e SKY, decine di
telepromozioni tra cui quelle con una
testimonial d’eccezione come Antonella
Clerici durante la Prova del Cuoco, ma
ILARIA BEGGI
ALESSANDRO D’ALESIO
SUDHANA HEM
Toscana, dopo la laurea in Scienze Politiche, inizia la
sua carriera professionale nell’area commerciale e
trade marketing di importanti aziende multinazionali come Danone e l’Oreal, per poi approdare in Max
Mayer, importante azienda del settore vernici.
Oggi è in Gimi come responsabile marketing per le
categorie assi da stiro e scale casalinghe.
Pugliese, laurea in Economia Aziendale, ha lavorato
con ruoli di sempre maggiore responsabilità nel settore marketing di note aziende del comparto detergenza
come il gruppo Bolton-Manitoba, in quello dolciario
D&C e nell’ambito dei prodotti freschi in Grandi Salumifici Italiani. In Gimi è responsabile marketing per le
categorie stendibiancheria e carrelli per la spesa.
Ingegnere belga, laureato a Bruxelles con una tesi
sulla “Pianificazione delle traiettorie per robot industriali”, poliglotta, la sua esperienza professionale
si è sviluppata in aziende leader come DAB Pumps,
Grundfos, Manfrotto, presso le quali ha ideato e depositato alcuni brevetti internazionali molto evoluti.
In Gimi è Responsabile Ricerca & Sviluppo.
14 TÜV Italia Journal
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
Italia e Germania
sono economie interdipendenti.
Cifre e strumenti per crescere insieme
ermania tifa Italia in una partnership di successo destinata a
crescere e a svilupparsi in futuro. Di questa realtà indiscutibile
sono consapevoli e soddisfatti entrambi i Paesi
dell’eurozona, anche perché è un dato di fatto
che le loro economie sono complementari e
interdipendenti. Un’economia non può fare a
meno dell’altra. Berlino è da sempre il primo
partner commerciale estero di Roma, come
confermano i dati dell’interscambio: nel 2011 le
esportazioni dell’Italia verso la Germania sono
aumentate del 12,5% rispetto al 2010 per un totale di 49,3 miliardi di euro, un dato in valore
che supera di circa 2 miliardi il livello raggiunto
nel 2008 prima della crisi economica.
Nella graduatoria dei principali mercati di
sbocco per le esportazioni italiane, la Germania
con una quota del 13,1% sul totale dell’export
dell’Italia, si conferma anche nel 2011 come
principale Paese acquirente per le imprese italiane. La complementare integrazione produttiva si rispecchia anche nella graduatoria dei
principali fornitori di merci per l’Italia, dove
la Germania si colloca al primo posto con una
quota del 15,6% sul totale delle importazioni
italiane. Una conferma ci viene anche dall’interscambio Italia – Germania che si è chiuso nel
2011 con un avanzo della bilancia commerciale pari a 13 miliardi di euro, in miglioramento
rispetto al deficit di oltre 15 miliardi di euro
dell’anno precedente. Considerando la dinamica delle esportazioni italiane sul mercato tedesco, i settori che nel 2011 hanno fatto registrare
incrementi superiori alla media sono le macchine per impiego generale (+19,1%), le parti
e accessori per autoveicoli e motori (+19,7%),
i medicinali e preparati farmaceutici (+16,5%)
e in particolare gli articoli in gomma (+29,1%),
le apparecchiature di cablaggio (+23,4%), le
materie plastiche (+14,4%), nonché i metalli di
G
Berlino primo partner commerciale dell’Italia.
Crescono investimenti e compartecipazioni.
L’analisi di Norbert Pudzich, Consigliere Delegato della Camera
di Commercio Italo-Germanica a Milano
base preziosi e altri metalli non ferrosi (+16,6%)
come anche il settore dei tubi e profilati di cavi
in acciaio (+19,8%). Pur se in aumento sul mercato tedesco, nei settori tradizionali dell’abbigliamento e delle calzature i tassi di crescita delle
esportazioni sono ancora al di sotto della media
(rispettivamente 12,1% e 8,8%). Nel 2011 il settore più dinamico è stato quello dei prodotti
per la siderurgia che ha registrato un aumento
dell’export sul mercato tedesco del 40%; l’unico
settore con variazioni negative delle vendite in
Germania (-2,5%) è il comparto dei motori, generatori. I saldi settoriali mostrano un avanzo
mercantile rilevante per il comparto delle parti
e accessori per autoveicoli che chiude il 2011
con un surplus di 931 milioni di euro. Una parte significativa dell’interscambio fra i due Paesi
è basato sulla subfornitura: occorre considerare
che nell’export tedesco c’è molta tecnologia italiana, come per esempio nei componenti per il
settore automobilistico. Anche i settori di forza
tradizionale come l’agroalimentare puntano
molto sulla Germania.
Se si guarda solo all’attuale fase congiunturale,
il confronto fra le due economie di fronte alla
crisi mostra molti punti di contatto: dall’elevata
base manifatturiera, all’alta percentuale di PMI,
molte delle quali a controllo familiare, alla spiccata vocazione per l’export. Per avere una conferma delle strette relazioni fra le due economie
basta guardare i flussi di investimenti diretti:
in ambedue le direzioni sono quasi equivalenti
e le partecipazioni reciproche al capitale fra le
imprese in Germania e in Italia sono notevoli. Le aziende italiane apprezzano la posizione
centrale della Germania nel mercato europeo;
è eccezionale la partecipazione nel settore finanziario, ma anche nel campo della logistica
e dell’industria. Le imprese tedesche di solito
esplorano il mercato italiano tramite l’apertura
di filiali nel nord Italia. Una ricerca realizzata
dalla banca dati REPRINT-Politecnico di Milano, ci informa che all’inizio del 2010 le imprese
italiane partecipate da aziende tedesche erano
1.389, con oltre 144.500 dipendenti e un volume di affari nel 2009 di 70,3 miliardi di euro.
Nella maggior parte dei casi, l’investitore tedesco detiene una partecipazione di controllo:
si tratta di 1.304 imprese con circa 137.900 dipendenti e un giro di affari annuo di oltre 67,5
miliardi di euro nel 2009.
Anche la Bundesbank (Bestandserhebung über
Direktinvestitionen, aprile 2012) con una rilevazione effettuata direttamente sulle aziende
investitrici, conferma che nel 2010 l’Italia si
colloca all’ottavo posto della classifica dei Paesi
destinatari di investimenti esteri tedeschi (dopo
Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio,
Lussemburgo, Francia e Svizzera).
Inoltre le 1.249 imprese italiane partecipate da
società tedesche al 31 dicembre 2010 occupavano circa 180.000 dipendenti, per un giro d’affari
annuo pari a 95,6 miliardi di euro. Le imprese
tedesche partecipate da società italiane mantengono invece una forte specializzazione sia
rispetto all’insieme delle partecipazioni italiane
TÜV Italia Journal 15
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
all’estero, sia rispetto all’insieme delle partecipazioni estere in Germania nei numerosi settori
di tradizionale competitività dell’industria italiana (agroalimentare, abbigliamento, materiali
per l’edilizia, meccanica) e/o tedesca (metalli
di base, meccanica), oltre ai servizi finanziari e
alle assicurazioni (come riflesso della presenza
dei due grandi Gruppi italiani: Unicredit e Assicurazioni Generali). È interessante osservare
come gli investimenti italiani in Germania risultino specializzati rispetto al complesso degli
investimenti esteri in Germania anche negli altri
settori di tradizionale competitività dell’industria italiana (tessile, cuoio e calzature, mobili e
altre industrie manifatturiere), ma non rispetto
all’insieme degli investimenti italiani all’estero,
essendosi questi indirizzati in misura massiccia
negli ultimi anni verso Paesi a più basso costo
del lavoro, prevalentemente in Europa Orientale. La Camera di Commercio Italo-Germanica è un punto di riferimento importante per
le aziende che operano in entrambi i Paesi e fu
una delle prime camere bilaterali estere di origine tedesca. La sua costituzione ufficiale risale
al 1921; oggi lavora in una rete composta da
120 Camere di Commercio tedesche all’estero
(AHK), delegazioni ed uffici di rappresentanza
in 80 Paesi per un totale di 1.700 dipendenti.
La rete è legata all’Unione dell’Industria e del
Commercio Tedesco (DIHK) che insieme supportano le imprese nell’avvio e nello sviluppo
dei rapporti economici con l’estero, oltre a
collaborare in loco con le ambasciate e i consolati generali. La missione per la promozione
del Commercio estero, per quanto riguarda
l’Unione dell’Industria e del Commercio Tedesco (DIHK) e la rete delle Camere di Commercio estere (AHK), ha due obiettivi:
1. la rappresentanza ufficiale dell’economia
tedesca nel Paese ospitante e la fornitura di
servizi per le imprese.
2. La Camera, come AHK, è incaricata di rappresentare gli interessi dell’economia tedesca in Italia e promuove, nell’interesse dei
suoi associati, le relazioni economiche bilaterali con il mondo della politica, dell’economia e con le amministrazioni del paese in
cui opera.
La Camera, su incarico del Governo Federale
Tedesco, sostiene, attraverso la propria società
di servizi “DEinternational Italia Srl” le aziende straniere che cercano accesso al mercato
italiano e quelle italiane che vogliono inserirsi
nel mercato tedesco o in altri mercati esteri,
mettendo a loro disposizione appositi servizi,
oltre a supportarle con attività di consulenza ed
assistenza. Lo sviluppo del mercato è un altro
dei compiti principali di DEinternational Italia
Srl, con lo scopo di far conoscere tecnologie e
metodi in Italia. Ad esempio, le aziende tedesche che possiedono un vantaggio competitivo
nello sviluppo e nel mercato in settori come
quelli delle energie rinnovabili, dell’efficienza
energetica, dell’edilizia cercano di introdurre
i relativi prodotti sul mercato italiano. L’attività di sviluppo inizia sulla base delle raccomandazioni della commissione strategica della
Camera, in parte con il sostegno di gruppi di
lavoro, e in un primo momento con la ricerca
e l’elaborazione delle informazioni necessarie.
Dopo una prima fase di relazioni commerciali
gestite dal proprio paese, molte aziende aprono
una filiale che, oltre ad occuparsi della parte distributiva, si occupa del servizio clienti e della
manutenzione dei prodotti. Di solito si tratta di
aziende non completamente autosufficienti in
termini economico-aziendali, per cui costrette
ad acquistare servizi da terzi. In quest’ambito
DEinternational Italia Srl offre una vasta gamma di servizi soprattutto per le PMI. Si occupa
di ricerca e gestione del personale, registrazione
di prodotti e componenti per certificati di sicurezza o di qualità, registrazioni nell’ambito del
management di imballaggi o sistemi di riciclaggio, rimborso dell’IVA, identificazione diretta
ai fini IVA o assistenza nel sistema di gestione degli acquisti presso le Nazione Unite. Un
altro servizio importante della Camera è il suo
network “Norme e Tributi” che funziona come
una piattaforma che risponde alle esigenze delle aziende tramite consulenza legale e fiscale di
ottima qualità. Tale piattaforma viene utilizzata
attualmente da circa un migliaio aziende. Nel
2009 è iniziato anche il lavoro nell’ambito della
promozione degli investimenti e la ricerca di
investitori; tale lavoro, che nell’interesse della
competitività europea sta acquistando sempre
maggiore importanza, richiede attività specifiche per analizzare le strategie di internazionalizzazione, per identificare particolari fattori di
promozione territoriale, per promuovere poli
economici, per curare i contatti con gli investitori stranieri e infine per cercare nuovi potenziali investitori. C’è una forte convergenza tra
Italia e Germania sui temi della cooperazione
strettamente collegata alle politiche della crescita, dei servizi, della mobilità, dei temi ambientali e dell’industria.
Italia e Germania, quali paesi fondatori, hanno qui una particolare responsabilità. Le nostre
relazioni hanno una solida base di amicizia e si
sono consolidate nei secoli.
L’intensità e la molteplicità dei contatti nel
campo economico, culturale e turistico dimostrano che questo legame è uno dei pilastri in
Europa e che dobbiamo portare avanti il lavoro
iniziato per l’Europa futura.
NORBERT PUDZICH
Dopo la laurea in giurisprudenza in Germania, e quella in scienze politiche ed economia aziendale in Germania e USA, inizia la sua carriera di
alto funzionario nel sistema delle Camere di Commercio Tedesche con un periodo di training in Messico (AHK Messico) e successivamente a
Bonn (Unione dell’Industria e del Commercio Tedesco). Dal 1982 al 1985 è Consigliere personale del Presidente dell’Associazione Nazionale
dell’Artigianato nella capitale tedesca di allora e, successivamente, è nominato Vice Segretario Generale presso la Camera dell’Artigianato a
Karlsruhe. Dal 1991 è in America Latina, prima in Guatemala, come Segretario Generale di AHK Guatemala quindi, come Delegato dell’Economia Tedesca partecipa, in Costa Rica, alla fondazione di AHK America Centrale. Termina la sua permanenza nel continente sudamericano
nel 2003, dopo nove anni a Bogotà come Delegato dell’Economia Tedesca e Segretario Generale di AHK Colombia. Torna in Europa nel 2003
assumendo la carica di Delegato dell’Economia Tedesca e Consigliere Delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica a Milano (AHK
Italien), oltre a presiedere il Consiglio di Amministrazione della DEinternational Italia Srl (la società di servizi della Camera), ruoli che ricopre
tutt’oggi.
16 TÜV Italia Journal
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
Comunicare è hi tech:
sfida globale al mercato
della cybersecurity
Per Selex Elsag, società del gruppo Finmeccanica, Ricerca & Sviluppo sono funzioni centrali. E garantiscono una
quota importante del fatturato sui mercati internazionali. Ce ne parla il Direttore Generale Paolo Piccini.
ELEX Elsag, azienda del gruppo
Finmeccanica, progetta e sviluppa sistemi elettronici per la
supervisione, il controllo e le
comunicazioni, spaziando in molteplici
settori: difesa, ICT, logistica, mobilità,
sicurezza, settore avio. Un’azienda italiana leader con un’importante expertise
costruita nel tempo. Attraverso quali passaggi la società ha ampliato le sue competenze per arrivare ad essere un importante player internazionale nei suoi settori di
attività?
S
Nata nel 1969 come Marconi Communication Systems Ltd (all’interno del gruppo The Marconi Company Ltd, General
Electric), la società divenne nel 1991 GEC
Marconi Communications Ltd e nel 1999
cambiò nome in Marconi Communications Defence Systems Ltd. Pochi mesi
dopo, fu ceduta da GEC (General Electric
Company) a British Aerospace, diventando
Marconi Mobile Ltd nel 2000.
È nel 2002 che l’azienda entra nell’orbita
di Finmeccanica assumendo la denominazione di Marconi Selenia Communications
S.p.A. L’anno successivo cambia nome in
Selenia Communications S.p.A. e, nel 2005,
in SELEX Communications S.p.A.
Negli anni, la società ha ampliato molto le
proprie attività, fino ad includere sistemi
radiomobili professionali, sistemi avionici,
di comando e controllo, di comunicazione
tattica, strategica, navale e satellitare, diventando una multinazionale che matura
una buona parte del proprio fatturato sui
mercati internazionali.
Il primo giugno 2011, dopo la fusione con
un’altra azienda Finmeccanica, Elsag Datamat, l’azienda ha assunto l’attuale denominazione SELEX Elsag, rafforzando all’interno del Gruppo il suo ruolo di punto di
riferimento nell’ambito dell’Information
and Communication Technology, della
sicurezza, della cyber security e dell’automazione, sia sui mercati domestici (Italia e
Regno Unito), sia su quelli internazionali.
La produzione SELEX Elsag è la sintesi del
vostro impegno in R&S: come si muove
TÜV Italia Journal 17
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
l’azienda in questo settore, quale è il ruolo della sua struttura di ricerca in Italia e
quali sono le collaborazioni con Istituti e
Università?
Le principali sedi italiane di SELEX Elsag coinvolte in attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) sono quelle di Genova, con
una superficie di circa 30.000 mq. lordi, di
cui 20.000 al coperto, di Pomezia (Roma)
con superficie di 120.000 mq. lordi, di cui
35.000 al coperto, di Firenze con 24.000
mq. lordi, di cui 15.000 al coperto, di Misterbianco (Catania) con una superficie di
8.000 mq. lordi, di cui 5.000 al coperto e di
L’Aquila, con una superficie di circa 5.500
mq. lordi, di cui 5.000 al coperto.
Da menzionare, inoltre, l’innovation Lab
di SELEX Elsag a Genova che, con i suoi
2.000 mq di estensione, è il più grande laboratorio italiano dedicato allo sviluppo e
al testing di soluzioni e tecnologie avanzate per il material handling. L’impianto rappresenta per SELEX Elsag la nuova
frontiera tecnologica nell’ambito dell’automazione e integra tutte le funzioni di un
sistema di smistamento evoluto: ricezione
dei materiali, loro identificazione mediante lettura di tag RFId e codici a barre, smistamento, tracciatura e controllo del singolo pacco fino al rilascio in corrispondenza
dello scivolo di destinazione.
SELEX Elsag è impegnata in molte attivi-
18 TÜV Italia Journal
tà di ricerca e sviluppo. I suoi laboratori di
sviluppo e progettazione collaborano con i
centri e le organizzazioni esterne attivi nei
settori di interesse, e con le università italiane e straniere.
La collaborazione con gli atenei italiani
assume ogni volta la forma ritenuta più
opportuna: ospitare studenti che svolgono
la tesi di laurea su argomenti di interesse,
partecipare a dottorati di ricerca e master,
promovere contratti di consulenza per la
conduzione di attività di ricerca e sviluppo
di nuovi prodotti. Le università con le quali
sono stati stipulati e sono attivi i principali contratti per attività di ricerca applicata
sono state selezionate in base alle competenze negli argomenti di interesse e sono
quelle di Roma La Sapienza, Roma Tor
Vergata, Genova, Catania, Pisa, L’Aquila,
Messina, Siena, Perugia, Torino, Milano,
Firenze, Palermo, oltre a importanti istituti, quali CNR, istituto INFM e CNIT.
Automazione nel settore postale, nella gestione dei bagagli in transito in aeroporto,
stazioni mobili per comunicazioni radio di
emergenza: contesti diversi ma situazioni
dove l’adozione di sistemi di automazione
o comunicazione messi a punto da SELEX
Elsag ha portato ad un miglioramento del
servizio. Può sinteticamente illustrare ai
nostri lettori le caratteristiche dei vostri
interventi per l’aeroporto Leonardo da
Vinci e per la gestione delle comunicazioni nel recente post terremoto in Emilia
Romagna?
Il “Net 6000”, il nuovo sistema di
smistamento dei bagagli in transito
dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma
è stato realizzato da SELEX Elsag in soli
quattro mesi. Si tratta del più avanzato
impianto di questo tipo realizzato in Italia,
e ha permesso al Leonardo da Vinci, primo
aeroporto per traffico in Italia e sesto scalo
in Europa, di ottenere miglioramenti
significativi sui servizi offerti ai passeggeri.
L’investimento di 20 milioni di euro ha
ridotto notevolmente la possibilità che le
valigie trattate siano smarrite o disguidate
- il 44% in meno rispetto allo scorso
anno - consentendo un ricongiungimento
“bagaglio-passeggero” vicino al 100%.
Il “cervello” della struttura è il sistema di
smistamento MBHS (Multisorting Baggage
Handling System) di SELEX Elsag, in grado
di gestire un flusso di 6000 bagagli/ora.
Un evento come il terremoto che ha
colpito l’Emilia Romagna ha dimostrato
quanto sia importante, in situazioni del
genere, potersi avvalere di un sistema di
comunicazione affidabile e sicuro, in grado
di permettere un efficace coordinamento
delle operazioni di emergenza.
Ed è proprio per potenziare il sistema
di comunicazione regionale che SELEX
Elsag ha offerto il suo contributo di know
how e tecnologia mettendo a disposizione
di Lepida, l’ente che gestisce le reti di
telecomunicazione d’interesse pubblico
dell’Emilia Romagna, stazioni mobili per
migliorare la copertura radio delle aree
interessate dal sisma e terminali utente per
i soccorritori.
Gli apparati sono stati configurati per essere utilizzati da Protezione civile, 118, polizie municipali e provinciali nell’ambito
della rete “ERretre” (l’infrastruttura radiomobile per i servizi di emergenza della
regione basata su tecnologia TETRA), operativa dal 2004 e realizzata da un consorzio
guidato da SELEX Elsag. La società, inoltre, ha messo a disposizione i propri tecnici
per l’installazione degli impianti.
Smart City, informatizzazione dei servizi e
protezione dei cittadini. SELEX Elsag collabora anche con Amministrazioni locali
per la messa a punto di questi ambiziosi
progetti, come quello con il Comune di Genova per arrivare ad una “città intelligente”, sia sul fronte delle infrastrutture che
su quello dei servizi. Illustri ai nostri lettori l’impegno di SELEX Elsag a supporto
della Smart City?
Genova è stato il primo comune in Italia ad
aggiudicarsi numerosi progetti finanziati dall’Europa sui temi della sostenibilità
energetica. Per SELEX Elsag dunque rive-
stono particolare importanza il Protocollo
di Intesa firmato con il Comune di Genova
nel 2011 finalizzato alla cooperazione per
una città più “intelligente” ed ecosostenibile - le cui principali aree di progetto e di
intervento riguardano il risparmio energetico e la sicurezza - e la partecipazione
all’associazione Genova Smart City, un
gruppo di istituzioni, enti e imprese che
ha lo scopo di supportare la partecipazione del Comune al bando europeo “Smart
City”, attraverso l’elaborazione di proposte
progettuali innovative.
Al capoluogo ligure SELEX Elsag non solo
apporta tecnologie, ma anche consulenza
per affiancare ed aiutare l’amministrazione
nel finanziamento “sostenibile” dei progetti, in grado di recuperare parte dei savings
dall’ottimizzazione dei processi per poterli
reinvestire, ad esempio, in politiche sociali di inclusione. Questo percorso potrebbe
estendersi a Roma, Milano, Torino, Firenze, Cagliari, l’Aquila e alle principali città
europee, fino alle nuove città digitali, costruite ex novo con criteri eco-sostenibili,
come Songdo, in South Korea.
SELEX Elsag è una delle numerose aziende
del gruppo Finmeccanica: quale ritiene sia
il valore aggiunto che porta ai suoi clienti
e al gruppo per aumentarne la competitività nei confronti dei concorrenti, anch’essi
gruppi di rilevanza mondiale?
Da quando nel 2011 si è costituita, SELEX
Elsag ha assunto all’interno del Gruppo
Finmeccanica il ruolo di azienda di riferimento per la progettazione e lo sviluppo di
sistemi, prodotti, soluzioni e servizi ad alta
tecnologia per le comunicazioni sicure.
La fusione tra Elsag Datamat e SELEX
Communications ha creato un unico centro di competenza all’interno del Gruppo
nel campo dell’integrazione e gestione di
reti ICT sicure con applicazioni verticali
nei settori militari, professionali, dell’avionica, della cyber security, della sicurezza e
dell’automazione. L’unione delle due aziende ha consentito di sviluppare sinergie di
offerta e di mercato in modo più strutturato, con soluzioni piu ampie e complesse,
con un più elevato livello di sviluppo tecnologico e commerciale e una maggiore
efficienza operativa.
Il Programma Interpolizie TETRA (PIT)
prevede la realizzazione di una rete radio
unificata, basata sullo standard TETRA,
per le comunicazioni sicure delle Forze di
Polizia italiane, in tutto il territorio nazionale. In alcune regioni italiane il programma è già stato avviato, ma ad un certo
punto si è fermato. Perché? Come si sta
muovendo SELEX Elsag?
Il Programma Interpolizie TETRA è nato
nel 2003 da un Protocollo di intesa fra il
Ministero dell’Interno e Finmeccanica.
Nel 2006 sono stati finanziati gli interventi
in Campania e nella Provincia di Torino,
TÜV Italia Journal 19
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
nel 2007 in Basilicata e Calabria. Nel 2009,
il CIPE aveva deliberato il finanziamento
della regione Sardegna, che però è stato sospeso dalla Legge di Stabilità 2012. Attualmente SELEX Elsag sta elaborando alcune
proposte per sbloccare la situazione e riprendere la realizzazione del programma.
SELEX Elsag ha sedi in tutto il mondo, anche in Germania, dove controlla due aziende: una specializzata in sistemi di comunicazione radio e un’altra nella fornitura
di servizi ICT. Qual è l’offerta dell’azienda
nel contesto di un mercato, quello tedesco, tanto interessante quanto competitivo e presidiato da colossi locali?
SELEX Elsag è presente in Germania con
due ditte, SELEX Communications Gmbh
(con sede a Backnang, a 30 Km da Stoccarda) e VEGA Deutschland Gmbh (con
sede a Colonia). SELEX Communications
GmbH è attiva nel mercato militare e in
quello civile professionale (industrie, trasporti, organizzazioni statali e municipali,
compagnie elettriche ecc.), ed offre servizi
nella progettazione ed integrazione di sistemi di comunicazione (sia IP che multiplexing based), e di sistemi professionali di
comunicazione radio (ponti radio, puntomultipunto, a canale singolo compresi sistemi militari, nonché prodotti nel portafoglio TETRA e DMR).
Formata da Anite Deutschland, VEGA
Deutschland GmbH è ora di proprietà di
SELEX Elsag Spa e, in virtù di un esperienza di oltre 30 anni, ha sviluppato rapporti
di lunga data con aziende leader nel campo
della difesa, della finanza, dell’industria e
dell’istruzione superiore, e ha raggiunto
un livello di eccellenza nell’implementazione di progetti SAP complessi. La sua
divisione ICT Services offre supporto ai
clienti per analisi, project management,
pianificazione ed implementazione delle
infrastrutture, processo IT di programmazione ed introduzione. VEGA Deutschland
fornisce inoltre soluzioni in varie aree del
panorama IT: sicurezza IT, memoria dati,
PCM (Process, change and quality management), applicazioni e monitoraggio delle
infrastrutture, SAP Student Lif ecycle Management (SLCM).
Nell’ambito delle comunicazioni professionali SELEX Elsag produce anche telefoni portatili da utilizzare in ambienti a
rischio di esplosione. Per il vostro PORTABLE RADIO PUMA T3 PLUS 2EX, TÜV
Italia ha rilasciato la certificazione ai
sensi della Direttiva 94/9/CE “ATEX 95”.
Quali requisiti devono soddisfare questi
telefoni predisposti per essere utilizzati
in ambienti pericolosi?
Il PUMA T3 Plus2 Ex permette di
comunicare nella massima sicurezza anche
in ambienti pericolosi - come ad esempio
gasdotti, oleodotti, raffinerie, impianti
industriali onshore e offshore, impianti
petrolchimici – poiché è stato progettato
tenendo conto di una serie di requisiti
in grado di soddisfare le richieste degli
operatori professionali che operano in
questi ambienti a rischio.
La radio ad esempio è caratterizzata da
elevata ergonomicità; la tastiera, con ampi
spazi tra i tasti, permette l’uso anche indos-
sando i guanti e il display grafico a colori
ad alta risoluzione assicura un’eccellente
visibilità con ogni tipo di illuminazione,
anche in ambienti pieni di nebbia o fumo.
Il terminale, inoltre, consente l’utilizzo di
un’ampia gamma di accessori audio e comunicazione dati, grazie ad una estrema
facilità di connessione. Essendo fornita
di un’alta classe audio (1W in uscita) che
mantiene le prestazioni anche in ambienti
tipicamente rumorosi, la radio garantisce
l’intelligibilità praticamente in tutte le situazioni. Il PUMA T3 Plus2 Ex, poi, è stato
equipaggiato internamente con un dispositivo denominato “uomo morto” (mandown) che si attiva tramite l’inclinazione
dell’asse longitudinale con quello verticale
della radio. In caso di decesso o perdita dei
sensi, quindi, la radio, precedentemente
configurata, invia un messaggio di allarme
o lancia una telefonata predefinita. Al fine
di garantire una efficiente gestione delle risorse, inoltre, la radio invia periodicamente
i dati precisi sulla posizione dell’operatore
o delle squadre di operatori per garantire
l’assistenza in tutte le situazioni.
Contatto:
Francesco Lega [email protected]
PAOLO PICCINI
Dopo la laurea in Ingegneria Elettronica conseguita presso la Facoltà di Ingegneria di Genova, inizia il suo percorso professionale in
Olivetti per passare, nel 1991, in Marconi Communications di cui, nel 2000, è nominato Amministratore Delegato.
Nel 2002 entra in Finmeccanica dove ricopre nell’ordine le cariche di Vice Presidente Operations, Vice Presidente dei Mercati Internazionali e Direttore Generale di SELEX Communications, azienda del gruppo che opera nel settore delle comunicazioni sicure civili
e per la difesa.
Attualmente è Direttore Generale di SELEX Elsag, azienda nata dalla fusione tra Elsag Datamat e SELEX Communications.
20 TÜV Italia Journal
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
Il cartone amico
del cibo e dell’ambiente
Dal 1973 Trevikart produce imballaggi innovativi e sicuri. Benedetta Zago, del Cda del gruppo Pro-Gest, ci spiega
come non deludere mai clienti esigenti come sono gli europei e in particolare i tedeschi.
revikart, che nasce nel 1973
come scatolificio, oggi appartiene al gruppo cartario Pro-gest, e
non si può presentare l’azienda
senza presentare il gruppo, che controlla
l’intera filiera produttiva dall’origine della materia prima, passando dalla raccolta
e macero di rifiuti in carta e cartone, permettendo una tracciabilità precisa del prodotto, che è 100% Made in Italy. Illustra ai
lettori della rivista quarant’anni di storia,
iniziata con la produzione di scatole e che
oggi, grazie a visione, determinazione ed
investimenti, è quella di un gruppo composto da 19 aziende, terzo in Italia nel settore, presente con la sua produzione nei vari
T
segmenti del settore carta?
Trevikart nasce nel ‘73 come scatolificio
e lavorazione conto terzi per altre grosse
aziende del settore, ma si svincola quasi subito dal lavoro di terzista, poco remunerativo, e cerca il contatto diretto con il cliente, fornendo fin dall’inizio qualità, servizio
ed innovazione, punti di forza dell’azienda
già allora, e ancor oggi elementi strategici
sia di Trevikart che del gruppo. Innovativo
ad esempio per quegli anni il divisorio di
cartone da inserire nelle classiche scatole
per vino, in modo da preservare le bottiglie
da eventuali rotture durante il trasporto.
Emerge presto la necessità di un approv-
vigionamento diretto alla materia prima
cartone ed ecco che dopo neanche 10 anni
di attività Trevikart installa il suo primo
ondulatore all’interno dell’azienda.
L’obiettivo del gruppo diventa quindi quello
di risalire la filiera del cartone per integrare il più possibile le fasi produttive e, anno
dopo anno, la catena viene completata:
dall’imballo, all’ondulatore, alle cartiere,
di recente ampliata anche alla raccolta del
macero. Pro-Gest diventa il gruppo privato
numero uno in Italia nella gestione dell’intera filiera del cartone. Nel corso degli anni
si sono aggiunti ai prodotti tradizionali, le
scatole da pizza, dove Trevikart con il suo
marchio Cuboxal è il numero 1 in Europa
TÜV Italia Journal 21
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
per la produzione di imballi per alimenti,
plateau e vaschette per l’ortofrutta, scatole
ed imballi di ogni genere, fino a sperimentare, oggi, anche gli arredi in cartone riciclato con la fondazione della P-ONE, una
partnership tra Pro-gest e Publiremor.
A rafforzare il primato di Pro-Gest, contribuisce anche la grande varietà di modelli e
tipologie di carta, dal tissue, all’alimentare, all’industriale, di diversi tipi di cartone,
dall’ultra leggero e fine all’ultra spesso e
resistente al peso e alla compressione, (per
i clienti che necessitano di robustezza),
cosi come agli sbalzi termici per il settore
alimentare, nelle svariate declinazioni.
Il percorso di Pro-Gest, che è oggi gruppo leader in Italia nel settore con oltre 300
milioni di euro di fatturato e circa 1000 tra
dipendenti e collaboratori, si compie anche
nell’ottica dell’ecosostenibilità. Molteplici
sono le certificazioni dei vari stabilimenti,
dall’ambiente alla sicurezza, e la certificazione di prodotto. Una scelta strategica che
indica la capacità di guardare oltre, verso il
futuro e le nuove sfide, alla costante ricerca
di nuove soluzioni e applicazioni per dare
nuova vita alla carta.
Focalizziamo l’attenzione sul cartone e
sul cartone ondulato: quali sono i requisiti
a cui deve rispondere il cartone utilizzato
per gli imballi primari, quali invece quelli
del cartone ondulato destinato agli imballi
secondari e con quali tipologie di prodotto
soddisfate queste esigenze del mercato?
Il cartone per gli imballi primari deve rispondere a requisiti di alimentarietà, resistenza, costanza di prodotto, appeal. Il
cartone per gli imballi secondari deve rispondere a requisiti di robustezza, costanza di prodotto e resistenza agli sbalzi ter-
22 TÜV Italia Journal
mici. Per entrambi servizio e qualità sono
dei must.
Il cambiamento degli stili di vita ha inciso
anche su quelli alimentari con la progressiva crescita dell’abitudine del take away
e dei cibi confezionati e surgelati. Con
Cuboxal, divisione di Trevikart, il vostro
gruppo è leader europeo nella produzione
e commercializzazione di cartoni per pizza, imballi che esportate in tutto il mondo.
Oltre a proteggere il cibo, permettere un
trasporto agevole ed avere un’immagine
accattivante, a quali caratteristiche intrinseche deve rispondere questa tipologia di imballo per garantire la sicurezza
degli alimenti contenuti?
Cuboxal produce scatole per alimenti, da
qui la propensione all’utilizzo di carte il
più pure possibili, che rispondano ai requisiti di alimentarietà per prodotti unti
come la pizza e altro take away. Importante è l’utilizzo di carte in pura cellulosa.
Cuboxal è certificata BRC, garanzia per il
consumatore finale che l’intera produzione
si svolge in un ambiente controllato e quasi
asettico. Entro il 2012 è prevista anche la
certificazione FSC e PEFC.
La pizza è un piatto della nostra tradizione
gastronomica diventato una consuetudine
in tutto il mondo. La Germania non sfugge
a questa moda e quindi anche Trevikart
guarda a quel paese per l’esportazione
dei suoi cartoni per pizza, e non solo. A
quali dei vostri prodotti è interessato il
mercato tedesco e quali le condizioni indispensabili per soddisfare i vostri clienti
d’oltralpe?
Il tedesco, ma l’europeo in genere, è un
cliente pignolo e preciso. Cuboxal è stato
il primo produttore italiano a fornire la
Germania con la scatola pizza, 35 anni fa.
L’intera gamma di misure e modelli (oltre
200) trova clientela in Germania.
Qualità, servizio, innovazione ad un corretto prezzo di mercato, fanno ancora oggi
la differenza.
Trevikart ha conseguito con TÜV Italia la
certificazione BRC Packaging che, oltre
a favorire l’adempimento agli obblighi
legali, aiuta a fornire protezione al consumatore garantendo la sicurezza igienico-sanitaria dei materiali di imballaggio,
senza tralasciare tutte le problematiche
dell’industria. Questa certificazione riguarda lavorazioni che coinvolgono, oltre
al cartone, anche inchiostri, rivestimenti
ed adesivi: spiega ai nostri lettori i rischi
generati da prodotti non qualitativamente
idonei utilizzati in queste fasi della produzione alimentare?
La certificazione BRC prevede che si selezionino e controllino i prodotti utilizzati
ogni giorno, ma soprattutto prevede che
ogni momento della produzione, dallo
scarico del cartone all’uscita del box sia
controllato. Si parte dal controllo in accettazione con relativo test sul prodotto in arrivo, all’ispezione del camion in partenza,
prima del carico.
Lo stabilimento nel suo complesso, e quindi l’immobile, i macchinari, il livello di
pulizia, l’igiene del personale, è sottoposto a controllo mensile. In questo modo il
prodotto finito che ne esce è predisposto al
trasporto di un prodotto alimentare caldo, che successivamente viene consumato.
La tutela del consumatore è garantita al
100%.
FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza
tà dei designer ha permesso di trasformare
in valore aggiunto qualsiasi problematicità:
un esempio tra tutti è quello delle lampade
che sono state progettate con cura per non
incorrere mai in problemi di surriscaldamento.
Trevikart, e tutte le aziende del gruppo
Pro-Gest, utilizzano come materia prima
per le loro produzioni la carta, un prodotto
tradizionalmente “green”, ma con un ciclo
di lavorazione che richiede importanti
consumi di acqua e di energia. Attraverso quali processi si concretizza l’impegno
del vostro gruppo in generale verso la salvaguardia dell’ambiente, ed in particolare
verso il territorio che ospita le vostre attività produttive?
È obiettivo del Gruppo ridurre al minimo
l’impatto ambientale della nostra produzione, un processo necessariamente graduale, ma primario. Tra gli interventi messi in atto in questa direzione segnaliamo
l’installazione dell’impianto di depurazione biologica delle acque in uscita dalla
cartiera di Villa Lagarina (TN), che è la più
innovativa a livello nazionale, oltre ad essere l’unica in Italia ad essersi dotata della
più grande e avanzata macchina da carta
del mondo in grado di produrre nei suoi
200 metri di lunghezza, ad una velocità di
oltre 1300 mt di carta riciclata al minuto,
utilizzando un consumo di acqua inferiore
di circa il 30% rispetto a quelle tradizionali. È stato inoltre attuato un potenziamento dei recuperi energetici del calore, cosa
che dal 2011 consente alla cartiera la piena
autosufficienza energetica, e che a breve
consentirà la realizzazione di un progetto
di teleriscaldamento esteso ai comuni limitrofi.
Avendo sempre una forte attenzione al territorio in cui gli stabilimenti sono inseriti,
vengono attuate misure che permettono di
ridurre l’impatto dell’attività industriale sulla comunità, come ad esempio è avvenuto alla Cartiera di Tolentino (MC),
all’interno della quale è stata rinnovata la
viabilità dei tir e nella quale è stato costruito un doppio muro interno. Nella Cartiera
di Villa Lagarina invece, a breve, sarà ultimato un progetto di ristrutturazione della
cartiera che mira a ridurre anche l’impatto
visivo sull’ambiente, che prevede inoltre
la creazione di un’area
di giardini pubblici che
sarà donata alla città.
La natura della nostra
attività è fondamental-
Contatto:
Daniela Siconolfi [email protected]
mente “green”: il cartone riciclato è il futuro, perché non comporta il disboscamento,
oltre ad essere più sostenibile anche dal
punto di vista industriale. Ad esempio, per
produrre una tonnellata di fibra di carta
vergine occorrono 15 alberi, 440.000 litri di
acqua e 7.600 kwh di elettricità, mentre per
riciclarla occorrono nessun albero, 1.800
litri d’acqua e 2.700 kwh di elettricità!
Per rispondere alle richieste di un mercato di nicchia ma di immagine, capitalizzando le vostre conoscenze tecniche sulla
materia prima e sulle sue lavorazioni, con
il supporto dei vostri reparti di ricerca e
sviluppo e di progettisti e design, Pro-get
ha creato Eco Design una collezione di sedute, tavoli, lampade, librerie in cartone
decorato, dalle forme anche tondeggianti. Alcuni di questi oggetti, proprio per la
loro funzione, devono sopportare forti sollecitazioni ma rispondono adeguatamente
a questi stress. Quali sono le caratteristiche del cartone che vengono esaltate in
questi complementi di arredo?
In questa collezione di eco-arredi, realizzata in collaborazione con il designer Roberto Pamio e Fabbian, il cartone viene
esaltato non solo per la sua sostenibilità
ma anche per la sua leggerezza e duttilità. Grazie agli inserti di metallo, legno o
tessuto, il cartone è stato “avvicinato” al
pubblico, che non è abituato a vedere usare
questo materiale nell’arredo di alta qualità.
Questo ha consentito di migliorare le performance tecniche lì dove potevano esserci
delle “debolezze”, elevando al massimo un
prodotto proveniente dal riciclo che incarna la materia prima del futuro. La creativi-
BENEDETTA ZAGO
Dopo un anno di studi negli USA, conseguita la maturità
scientifica, entra in Cuboxal, divisione di Trevikart, società acquisita dal gruppo Pro-gest nel 1992, nell’ambito della quale sviluppa soprattutto la parte export.
Nel 1998 è nominata Amministratore Delegato della filiale tedesca dell’azienda, attiva nel mercato della carta da macero e partner del gruppo tedesco Remondis,
leader in Germania nella raccolta e nello smaltimento
dei rifiuti. Inoltre, come membro del Consiglio di Amministrazione del gruppo Pro-gest partecipa direttamente alle acquisizioni, impegnandosi nell’integrazione
dei diversi processi produttivi. Oltre agli impegni aziendali, è membro del Consiglio Direttivo di Unindustria
Treviso, e dalla primavera 2010 anche membro della
Giunta Esecutiva.
Recentemente ha gestito l’acquisizione da parte del
gruppo Pro-gest dello stabilimento Gatorade di Silea
(TV), di cui si è evitata la chiusura, reimpiegando buona
parte della forza lavoro.
TÜV Italia Journal 23
Dalla sicurezza,
alla creazione del valore
ÜV SÜD: un acronimo ed un marchio intrinsecamente legati a
concetti come sicurezza e affidabilità. Racconta, così come chiediamo a tutti i nostri intervistati, la storia
ultracentenaria dell’ente, diventato un punto di riferimento tecnico a livello internazionale per aziende, istituzioni e mercati?
T
L’ente si costituisce nel gennaio 1866 per volontà di alcuni proprietari di caldaie che, dopo
la tragica esplosione a Mannheim di una caldaia, danno vita al DÜV, Associazione per il controllo e la sicurezza della caldaie, con l’obiettivo
di garantire la sicurezza delle loro 37 caldaie e
di coloro che ci lavoravano. Fin dalla sua fondazione, l’ente non ha mai smesso di accompagnare il progresso tecnico, e trent’anni dopo la
sua nascita, l’allora DÜV, incomincia ad occuparsi della sicurezza degli impianti elettrici.
L’inizio del nuovo secolo vede i tecnici dell’ente impegnati nelle prime ispezioni sulle poche
auto allora circolanti e sui test di guida, attività
di controllo che successivamente interesserà la
sicurezza degli ascensori e delle attrezzature in
pressione, delle miniere e delle prime reti di fornitura di energia elettrica. È prima della secon-
24 TÜV Italia Journal
Un secolo e mezzo di successi alle spalle, TÜV SÜD continua
a crescere sui mercati globali.
Intervista a Joachim Birnthaler, CEO TÜV SÜD Western Europe
da guerra mondiale, per volontà del governo
tedesco, essendo l’associazione un organismo
statale, che l’ente cambia nome e acquisisce
l’attuale di TÜV (Technischer Uberwachungsverein), in italiano Associazione Tecnica di
sorveglianza, mantenendo inalterate le sue funzioni e le sue attività. Con la fine della guerra i
vincitori aboliscono tutte le associazioni tecniche tedesche, ma nel 1947 TÜV viene rifondato
in Baviera, e il successivo periodo di ricostruzione rappresenterà per l’ente un’eccezionale
opportunità di nuovi impegni, con lo sviluppo
di servizi in numerosi settori, tra cui il nucleare e la protezione ambientale, che vengono ad
affiancarsi agli altri svolti dal TÜV per conto
dello stato tedesco. Una svolta fondamentale
alle attività dell’ente è stata data dalla creazione del mercato unico europeo, che ha portato
alla liberalizzazione e alla deregolamentazione
dei mercati nazionali, e quindi all’interesse da
parte di TÜV verso nuove opportunità, proiettando la visione del business verso l’internazionalizzazione. Nel 1989 nasce Product Service,
l’ente del gruppo specializzato nei test e nella
certificazione di prodotto e, nel 1994, di Management Service, l’ente che gestisce le attività
certificative di sistema. Siamo nel 1996 quando
TÜV Bayern Sachsen e TÜV Sudwest, fondendosi, danno vita a TÜV Süddeutschland che diventa, nel 2005, a seguito dell’integrazione con
altri TÜV, l’attuale TÜV SÜD. Parallelamente
alle trasformazioni societarie che ho descritto,
è avvenuto all’interno dell’ente anche un cambiamento culturale nell’approccio alle attività,
dovuto al passaggio da essere un’istituzione statale a impresa indipendente, con una caratteristica rispetto alla maggioranza dei competitor,
di appartenere ad un’Associazione, composta
da circa 15000 aziende, e a una fondazione, una
struttura proprietaria, quindi, che non rispon-
TÜV SÜD Storie
de ad azionisti di riferimento, favorendone l’indipendenza, uno dei valori di base nella conduzione delle attività.
Parlavo di cambiamento culturale nell’approccio, perché oggi il fulcro del nostro lavoro non
è solo la verifica della sicurezza di sistemi, processi e prodotti, ma a questa si aggiunge la loro
ottimizzazione economica, a tutto vantaggio
dei nostri clienti, ben sintetizzato dal nostro
claim “Scegli la certezza. Aggiungi valore” che
compare sotto il nostro logo ottagonale.
Abbiamo parlato del passato, adesso guardiamo al presente e alle prospettive future. Come
si posiziona oggi sui mercati internazionali il
gruppo TÜV SÜD e quali sono i paesi e gli ambiti dove ha deciso di concentrare gli sforzi per
continuare nella sua crescita?
Ritengo sia utile per rispondere alla domanda
fare una premessa che riguarda la nostra struttura organizzativa. Il gruppo TÜV SÜD, che
oggi conta più di 17000 dipendenti dislocati in
60 paesi, ed è al 5° posto tra gli enti fornitori di
servizi tecnici di sicurezza a livello mondiale, è
attivo praticamente in tutti i settori produttivi
e dei servizi. Per razionalizzare le sinergie tra le
diverse divisioni operative, nel 2004 ha condotto una riorganizzazione strategica delle attività
che ha portato alla creazione di tre grandi aree
di business che oggi sono: Industry, Mobility,
Certification (quest’ultima in precedenza definita “People”). Il settore Industry, che nel 2011
ha rappresentato il 39,6% del fatturato del gruppo, comprende tutti i servizi destinati al settore
industriale, comprese le energie rinnovabili, oltre alle attività per il settore immobiliare della
divisone Real Estate e i servizi per l’industria
ferroviaria della divisione Rail.
L’area Mobility, che nel 2011 ha portato al
gruppo oltre il 35% del suo fatturato, include le
attività di Auto Service di verifica sulle auto circolanti, oltre ai servizi per i dealers del settore
auto, come perizie, gestione flotte, valutazione
dell’usato, attività di auditing, a cui si aggiungono le attività omologative su componenti e
sistemi della divisione Automotive. Il settore
Certification che vale il 25% del fatturato 2011
del Gruppo, comprende le attività di test e certificazione prodotto condotte da Product Service, quelle di sistema di gestione, secondo i vari
standard internazionali, di Management Service, oltre alle attività formative di Akademie.
Il crescente peso del fatturato proveniente da
attività effettuate fuori della Germania, che nel
2011 è stato pari al 35% del totale, ha portato nel
2009 il gruppo TÜV SÜD ad adottare a livello
globale una struttura organizzativa a matrice
con un doppio obiettivo, il potenziamento della
presenza dell’ente worldwide e, parallelamente,
l’incremento delle attività. Abbiamo individuato 9 regioni di business: l’Europa occidentale,
la Germania, l’Europa Centrale ed Orientale,
il Medio Oriente più l’Africa, la Cina, la Cina
del sud, i paesi dell’area ASEAN, il Giappone,
la Corea e le due Americhe. A quasi tre anni
dalla sua adozione, questa struttura ha portato
ad un miglior sfruttamento delle potenzialità
dei vari mercati che ha permesso una maggiore
penetrazione dell’ente, ottenuta anche attraverso l’adozione di strategie sovranazionali,
razionalizzazione delle risorse ed una maggiore
soddisfazione dei clienti, in particolare di quelli
globali. Guardando all’attuale situazione economica, pur se complessa, noi continuiamo ad
essere ottimisti e contiamo che l’andamento
positivo che abbiamo avuto nel quinquennio
2007 al 2011 (+32% del fatturato) possa confermarsi anche nel 2012, sia attraverso la crescita organica che attraverso acquisizioni, oggi
indispensabili per affermarsi rapidamente nei
settori più innovativi del business globale. Per
realizzare questa strategia siamo aiutati dalla
buona situazione economica del gruppo, un
presupposto indispensabile per il nostro sviluppo e per raggiungere gli obiettivi prefissati. Prevediamo di continuare a concentrarci nelle nostre competenze di base in mercati consolidati
come quelli dell’Europa Occidentale e del Nord
America, rafforzando la presenza nell’area Asia
Pacific, dove oggi lavora oltre il 17% del personale dell’ente, sviluppando la presenza in
Medio Oriente e in Africa, in particolare in Sud
Africa, per arrivare ad avere nel medio termine un peso del fatturato estero intorno al 40%.
Essere un gruppo globale ci consente di offrire
ai nostri clienti che operano a livello worlwide
una standardizzazione dei servizi forniti da un
unico provider, sintetizzata nella formula “one
stop shop”, un’opportunità per le aziende che
acquistano beni e servizi su scala internazionale. Ecco perché il gruppo TÜV SÜD è impegnato verso un’ottimizzazione della sua presenza a
livello mondiale e nell’affermarsi come “fornitore globale”, affichè aziende europee, nordamericane o giapponesi possano rifornirsi di
componenti e servizi in tutto il mondo, appoggiandosi a noi nella verifica, gestione e monito-
raggio dei loro fornitori. Guardando ai settori
merceologici, il gruppo, come ho detto in precedenza, oltre a consolidare le attività nell’ambito delle competenze di base, punta allo sviluppo di nuovi settori sfruttando le potenzialità
delle nuove tecnologie, soprattutto nell’ambito
dell’e-mobility, delle energie rinnovabili, dei sistemi integrati e dell’efficienza energetica. Nella mobilità elettrica siamo attivi da molti anni,
anche grazie allo sviluppo di laboratori per i
test sulle batterie in Germania, Nord America
e Far Est, investimenti che ci permetteranno di
diventare il principale fornitore di servizi di test
e certificazione per la sicurezza della mobilità
elettrica a livello internazionale. Nell’ambito
delle energie rinnovabili siamo particolarmente attivi, con una crescita significativa del fatturato del settore negli ultimi cinque anni, sia
nell’ambito dei biocarburanti, che nell’eolico e
nel fotovoltaico. Tra i settori innovativi presidiati dal gruppo ci sono i sistemi integrati, che
giocano un ruolo strategico nel miglioramento
dell’efficienza di sistemi, impianti e processi,
una cabina di regia per il loro controllo e regolamentazione, sistemi che comprendono anche
le reti elettriche intelligenti, ambito nel quale
TÜV Italia Journal 25
TÜV SÜD Storie
il gruppo ha competenze e strutture di prova.
Lascio per ultimo, non certo perché meno strategico dei precedenti, il settore food, un ambito
nel quale il gruppo si sta fortemente impegnando. Un mercato enorme quello dei test, certificazioni e controlli in ambito agroalimentare,
stimato attualmente in 3 miliardi di euro, dove
la richiesta di sicurezza coinvolge tutta la filiera, produttori, distributori e consumatori, tanto nei paesi industrializzati quanto in quelli in
via di sviluppo. TÜV SÜD ha sviluppato una
rete di laboratori propri per sostenere questa
richiesta, in Nord America, Europa, Cina, India e Sud America per essere presente, dove si
producono la materie prime, dove si trasforma
e dove si consuma.
Fino a questo punto ho parlato di sviluppo
delle attività, ma per svolgerle sono necessari
gli uomini, la vera ricchezza del gruppo TÜV
SÜD. Oltre 17000 dipendenti, con una tendenza a crescere: lo scorso anno abbiamo creato in
totale 1100 nuovi posti di lavoro, la maggior
parte dei quali fuori dalla Germania, numero
che rappresenta oltre il 6% del totale dei dipendenti: sono orgoglioso di questo risultato che
avviene in un anno particolarmente difficile per
l’economia mondiale.
Fin dal 2009, quando il Gruppo ha assunto la
struttura a matrice, lei è CEO della regione Western Europe, dove si colloca anche TÜV Italia.
Illustra ai nostri lettori cosa rappresenta questa parte dell’Europa nelle attività dell’ente e
quali sono gli obiettivi individuati dal Gruppo
per il nostro organismo?
Nella struttura del Gruppo la regione WE comprende Inghilterra, Francia, Benelux, paesi
Scandinavi, Svizzera, Austria, Spagna e Italia,
mentre la Germania è un’entità a se stante.
Nel 2011 i paesi della regione, impiegando un
personale superiore alle 800 unità, hanno pro-
26 TÜV Italia Journal
dotto il 9% sul fatturato complessivo, e questo
malgrado una situazione economica che si è
fatta con i mesi più difficile, e dove la capacità
di tenuta economica si è dimostrata diversa da
paese a paese, buona in quelli nordici, mentre
i paesi del Sud Europa hanno dovuto fronteggiare un importante calo di consumi e di occupazione, ma dove, per entrambi, il fattore
determinante per contrastare il momento congiunturale sfavorevole è stato, ed è, la capacità
dei sistemi produttivi dei vari paesi di sviluppare l’export. TÜV SÜD mantiene fortissime
radici nella regione, che considera strategica e
con grandi potenzialità, in termini di volumi, di
profit, di innovazione e di livello qualitativo dei
servizi. La tendenza è quella di concentrare in
Europa knowhow, expertise e progettualità per
la messa a punto dei servizi più sofisticati e con
maggior valor aggiunto per i nostri clienti.
Così come accade a livello worldwide anche
per WE l’area di business più importante è
Industry, che pesa oltre il 40%, seguita da Certification e Mobility. Situazione macroeconomica, caratteristiche dei mercati e il diverso
posizionamento del Gruppo nei paesi della
regione, portano a strategie di crescita diverse,
ma se guardiamo ai settori, per il prossimo futuro i nostri sforzi nella regione riguarderanno le attività legate allo sviluppo delle energie
rinnovabili, che rappresentano un importante
potenziale per il Gruppo, in particolare eolico e PV; i servizi di test e certificazione per lo
sviluppo della mobilità elettrica, relativamente
alla sicurezza funzionale, chimica, la gestione
dei rischi e lo sviluppo sul territorio di stazioni di ricarica. Ci impegneremo per migliorare
le nostre performance nell’ambito dei servizi
legati alla Direttiva Macchine, che condiziona l’immissione e la commercializzazione sui
mercati europei dei prodotti che ricadono nella
direttiva, con l’obiettivo di allineare la nostra
quota sui mercati europei a quella che abbiamo
sul mercato tedesco. Per soddisfare la sempre
maggiore richiesta di sicurezza dei prodotti che
proviene dalle grandi catene della distribuzione
moderna e dai consumatori, ci concentreremo
anche sulle attività di test, ispezione e certificazione di prodotti presenti nella GDO, affinchè
siano rispettati i requisiti sociali, ambientali e
di sicurezza dell’intera supply chain, garantendo la qualità in tutta la catena del valore.
Un impegno particolare dedicheremo allo sviluppo delle nostre attività in ambito food attraverso l’incremento delle attività certificative per
l’industria agroalimentare, comprese le attività
di prova chimiche e microbiologiche.
Ho descritto i settori su cui concentreremo i
nostri sforzi nella regione WE, dove la presenza del Gruppo non è omogenea, con UK e Italia
come paesi leader e la Francia in crescita.
Se focalizziamo l’attenzione su Gran Bretagna
e Italia vediamo due paesi dove la presenza
dell’ente ha visto strategie e percorsi di crescita diversi. In Inghilterra TÜV SÜD è presente
con più aziende, frutto di successive acquisizioni: TÜV NEL, struttura di consulenza tecnica,
TÜV SÜD Storie
ricerca e sperimentazione e di servizi di misura
di flusso per una vasta gamma di settori industriali, in particolare per l’oil & gas; TÜV SÜD
BABT, organismo di certificazione specializzato nelle telecomunicazioni; Nuclear Technologies, specializzata in servizi di consulenza
di ingegneria per l’industria nucleare; PMSS,
società di consulenza specializzata sulle rinnovabili; Wallace Whittle, anch’essa una struttura
consulenziale nel settore edile ed ambientale,
particolarmente qualificata nelle certificazioni
BREEAM e LEED®, oltre a TÜV SÜD Product
Service, di cui ho parlato in precedenza. Diverso, come ritengo i lettori della rivista sappiano,
il percorso di crescita di TÜV Italia, che ha visto
incrementare organicamente il fatturato grazie
allo sviluppo di nuovi servizi all’interno di divisioni, che negli anni si sono aggiunte sotto
un’unica ragione sociale ed un unico marchio,
che ha premiato gli sforzi organizzativi dell’ente, consentendogli di imporsi sul mercato con
un’immagine di marca forte e riconoscibile, e
la possibilità di costruire sinergie ed un efficace
crosselling, che ha favorito una maggiore fidelizzazione da parte della clientela e di sviluppare la strategia “one stop shop”. Solo la recente
acquisizione di Bytest, laboratorio leader in
Italia nelle prove non distruttive e polo di eccellenza per questo tipo di servizio per tutto il
Gruppo, fa eccezione, rimanendo una controllata di TÜV Italia. Ma le sinergie anche in questo caso non mancano, con l’opportunità per il
laboratorio di aprirsi ai grandi clienti internazionali dei settori aerospaziale, ferroviario, di
generazione di energia, impiantistico, chimico
e petrolchimico, e per TÜV Italia la possibilità di assecondare le richieste più specialistiche
provenienti da tutti gli ambiti dell’ampio e variegato settore industriale. L’acquisizione del
laboratorio ha seguito di poco quello di STIMA,
azienda specializzata nei servizi per concessionari auto, produttori di veicoli, aziende di noleggio, gestione flotte e compagnie assicurative,
che ha messo le basi per lo sviluppo anche in
Italia dei servizi di Auto Service. Mi ha chiesto
quali sono gli obiettivi di TÜV SÜD per TÜV
Italia, che riassumerei in una parola: ambiziosi.
Il Gruppo ha fiducia nel vostro paese e nelle capacità dell’ente di sviluppare business, ne sono
la prova le recentissime acquisizioni, e posso
annunciare che a breve se ne concretizzeranno
altre, per potenziare settori nei quali l’ente ha
già importanti quote di mercato ed altri che richiedono un inserimento decisivo per diventa-
re un importante player in quello specifico settore. Germania e Italia, come evidenziano altri
interventi in questo numero della rivista, sono
vicine economicamente, geograficamente, culturalmente, storicamente e unite nella UE, oltre
ad avere un modello economico per certi versi
simile, essendo entrambi paesi a forte vocazione manifatturiera.
Dallo scorso 1° ottobre, oltre a mantenere il
suo incarico nell’area WE, è stato nominato
CEO Global Customer Operations, una figura
nuova nella struttura di TÜV SÜD. Illustra ai
lettori della rivista questo suo nuovo ruolo di
responsabilità e i suoi obiettivi?
Il ruolo che sono andato a ricoprire in questa
nuova struttura inserita nell’organigramma del
Gruppo è conseguente all’adozione del modello
a matrice, che coniuga, come ho detto in precedenza, lo sviluppo delle attività di TÜV SÜD in
un ambito sempre più internazionale. Il nostro
obiettivo primario è crescere nel mercato globale, e il successo in questo impegno è frutto di
una capacità di approccio sistemico e analitico,
che valorizzi le nostre expertise tecniche e l’ampia offerta di servizi in tutti i settori, in un’ottica di servizio per i clienti. Questo attraverso
la conoscenza e l’analisi delle loro necessità,
soprattutto dei grandi clienti globali, non solo
per assecondarne le richieste, ma possibilmente per anticiparle, facendo emergere, magari,
bisogni latenti. Questo approccio rafforzerà la
predisposizione dell’ente nell’orientamento al
cliente, non solo in termini di vendite, ma anche di sviluppo strategico e presenza sul mercato. Mettere a punto processi metodologici
per conoscere meglio i clienti, anche nei loro
iter decisionali interni, creare con loro buone
ed efficaci relazioni, anche attraverso l’utilizzo
di Key Account e di un adeguato CRM, favorire la comunicazione tra le varie strutture di
vendita dell’ente, raccogliere più informazioni
possibili sui clienti e i loro competitor, coordinare il cross selling tra varie divisioni di regioni
diverse, aumentare la nostra capacità di offrire
servizi personalizzati: queste sono le sfide che
attendono me e il mio team in questo nuovo
impegno, e l’ente nel suo complesso, per aumentare la fidelizzazione dei clienti e la nostra
capacità di penetrazione nei mercati.
La messa a regime di questa strategia ci permetterà di avere, oltre ad un approccio comune
nello sviluppare la nostra presenza sui mercati,
anche un miglioramento del servizio in termini
di flessibilità, semplificazione, capacità di ascolto, comprensione, soddisfazione delle strategie
di crescita dei nostri clienti sui mercati globali,
che si concretizzerà in offerte mirate e sinergiche e, quindi, in un concreto valore aggiunto
per i nostri clienti. Sono convinto che questa
strategia sia un supporto indispensabile per
poter raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il
Gruppo TÜV SÜD si è prefissato per il 2020:
arrivare ad essere uno dei primi tre enti di certificazione, ispezione, test, collaudi e formazione
al mondo, raggiungere un fatturato intorno ai
3.700 milioni di euro e un numero di dipendenti doppio rispetto all’attuale. Questa è la mia
scommessa e quella del Gruppo TÜV SÜD.
JOACHIM BIRNTHALER
Dopo la laurea in economia, inizia la sua carriera
professionale nell’ufficio
export di una nota casa
di produzione di birra
che lascia per entrare in
Rowenta, dove rimane
per nove anni durante
i quali ricopre diverse
posizioni di sempre maggiore responsabilità nell’ambito del marketing/vendite
fino a diventarne il direttore. Nel 2000, si sposta in
Atlas Copco, leader mondiale nella fornitura di soluzioni
per la produttività industriale come Managing Director
dell’area Central Europe, dove sviluppa la presenza della società aprendo nuovi mercati, consolidandone altri,
e dopo un breve passaggio in un’azienda di strumenti di
qualità, nel 2006 entra nel Gruppo TÜV SÜD come CEO
di Product Service, l’ente di certificazione di prodotto
del gruppo, prima con responsabilità per la sola Germania, successivamente per tutta l’Europa. Alla fine del
2009 è nominato CEO dell’area Western Europe e dal
1° ottobre 2012 affianca a questa carica anche quella
di CEO Global Customer Operation. Un professionista
orientato ai risultati, con esperienze maturate in aziende multinazionali di diversi settori industriali e dei beni
di consumo.
TÜV Italia Journal 27
TÜV Italia News
TÜV Italia a EICMA 2012
Più di 1000 marchi presenti in rappresentanza di 35 paesi, oltre 500.000
visitatori, con un incremento particolarmente sensibile di quelli stranieri.
Questi in sintesi i dati più significativi di EICMA 2012, un evento che è diventato negli anni uno tra i più importanti al mondo per gli operatori delle due
ruote, che anche quest’anno si sono dati appuntamento alla Fiera di Milano
dal 15 al 18 novembre, un’occasione per i produttori per presentare prodotti
inediti, che tengono il passo e prevengono le richieste, anche quelle per una
mobilità sostenibile. Un’edizione della manifestazione che ha soddisfatto gli
organizzatori e le aziende presenti, malgrado il mercato presenti per il 2012
numeri complessivamente ancora in negativo con una perdita delle immatricolazioni, da gennaio a novembre, del 18,8% rispetto ai dati 2011.
Ma poiché, malgrado i tempi di crisi, occorre comunque continuare a guardare
avanti, le aziende non hanno abbandonato la manifestazione milanese, così
come ha fatto TÜV Italia, presente con la sua divisione Product Service che
gestisce le attività di omologazione europea dei veicoli, insieme all’omologazione e certificazione dei componenti, oltre ad effettuare test e validazione
prodotti e fornire assistenza tecnica a produttori e distributori. Questa edizione di EICMA, così come le più recenti, ha visto l’interesse dei costruttori
verso i veicoli elettrici, tendenza trainata da una maggiore consapevolezza
da parte del mercato verso una mobilità, soprattutto cittadina, più ecosostenibile.
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TÜV ITALIA
Usato certificato anche sulla neve
Quando parliamo di certificazione dell’usato, solitamente ci riferiamo all’attestazione dello stato d’uso dei veicoli usati rilasciata dalla divisione Auto Service
di TÜV Italia, un servizio che l’ente ha sviluppato a seguito dell’entrata in vigore
del Decreto Legislativo n° 24 del 2 febbraio 2002, che recepisce la norma europea 1999/44/CEE riguardante taluni aspetti della vendita e relativa gestione
delle garanzie. La certificazione del veicolo è rilasciata dopo una serie di controlli del mezzo di tipo visivo, funzionale e di efficienza, eseguiti seguendo le rigide procedure del TÜV, che forniscono un resoconto, valutazioni oggettive per
ogni controllo effettuato, del suo stato d’uso. Ma questa volta, invece che alle
auto, l’attestazione rilasciata da TÜV Italia è riferita ai battipista della Prinoth,
azienda di Vipiteno leader mondiale in questo settore, i cui mezzi li possiamo incontrare sulle piste di Cortina, come su quelle di Ortisei, Madonna di Campiglio
o su quelle di Courmayeur, se vogliamo rimanere nei confini nazionali, ma anche
a St. Moritz, Aspen, ed in molte altre località sciistiche sparse nel mondo.
Tecnologia avanzata, design, affidabilità, ricerca della qualità caratterizzano la
produzione di Prinoth che, per rendere più appetibile e competitivo sul mercato
dell’usato il suo battipista BISON X si è affidata all’esperienza ed alla competenza di TÜV Italia per la certificazione di questo veicolo speciale. Tra i tanti
modelli prodotti dall’azienda altoatesina, BISON X
è un gigante di oltre 11 tonnellate di peso, una potenza di 527 HP, in grado di raggiunge una velocità
massima di oltre 13 miglia l’ora. Tra una discesa e
l’altra, gli sciatori più attenti potranno osservare
sulle piste delle più note stazioni invernali battipista con il nostro ottagono, un marchio che ci è
vicino anche nel nostro tempo libero.
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28 TÜV Italia Journal
Food Contact:
due incontri per saperne di più
In ambito agroalimentare
cresce l’attenzione verso
la sicurezza igienica, non
solo riferita ai prodotti,
ma anche verso l’imballo,
ormai considerato parte
integrante del prodotto.
Per fornire agli operatori
del settore, produttori agroalimentari, di imballi, casalinghi e gadget, oltre che alle catene della Grande
Distribuzione Organizzata, un approfondimento tecnico/normativo, un’analisi delle più frequenti richieste
da parte delle grandi catene, ed un confronto tra chi,
quotidianamente, affronta queste problematiche,
TÜV Italia ha promosso un incontro dal titolo: Prodotti a contatto alimentare: test e certificazione”, che ha
avuto luogo il 10 luglio presso gli uffici di Casalecchio
di Reno, replicato a Sesto S. Giovanni il 3 ottobre. Il
tema ha destato l’interesse dei presenti, con un confronto in chiusura tra relatori e pubblico aperto e franco, discussione che è proseguita durante l’aperitivo
che ha concluso entrambi gli incontri.
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TÜV Italia News
GOST: una certificazione indispensabile
per esportare in Russia oggi
Attrezzature da lavoro, TÜV Italia abilitato
alle verifiche periodiche
Un immenso paese, un’economia in espansione, un mercato con un potenziale enorme e ancora largamente inespresso: questo
è quello che rappresenta oggi la Russia per
gli operatori economici, italiani e non. Con
l’obiettivo di orientare le aziende che guardano a quel mercato, per certi versi difficile
da approcciare, l’ente ha organizzato il 21
giugno scorso presso la sede di Sesto S. Giovanni un incontro, che ha riscosso un buon
successo di pubblico, dal titolo: “Esportare
in Russia: opportunità e prospettive”. Le testimonianze delle aziende intervenute, appartenenti ai settori dell’impiantistica, del manifatturiero e dei prodotti di consumo,
oltre all’intervento istituzionale della Camera di Commercio Italo Russa e quello di uno
Studio Legale Internazionale, hanno fornito ai presenti informazioni fondamentali sui
requisiti e sugli adempimenti necessari per entrare con successo nel mercato russo,
evitando di incappare in ostacoli, soprattutto quelli burocratici. All’incontro ha partecipato anche un rappresentante di TÜV SÜD Russia, che ha presentato i servizi che la
filiale locale dell’ente offre alle aziende interessate ad esportare in quel paese.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in accordo al decreto 11 Aprile
2011 sulle liberalizzazioni, ha abilitato il nostro ente allo svolgimento delle
verifiche periodiche delle attrezzature da lavoro come:
1. scale aeree ad inclinazione variabile;
2. ponti mobili e carro-ponti;
3. ponti sospesi e relativi argani;
4. idroestrattori;
5. carrelli semoventi a braccio telescopico;
6. piattaforme di lavoro auto-sollevanti su colonne;
7. ascensori e montacarichi da cantieri;
8. attrezzature/insiemi contenenti fluidi: gas compressi, liquefatti e disciolti
o vapori;
9. recipienti/insiemi contenenti fluidi surriscaldati, forni per le industrie chimiche e affini;
10. generatori di calore per impianti centrali di riscaldamento.
[email protected]
news
Sulla base dell’abilitazione ricevuta, al momento TÜV Italia opera in 13 regioni, precisamente in: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e
Sicilia. Le aziende sono obbligate a sottoporre le loro attrezzature di lavoro a
controlli e manutenzioni (D.Lgs n. 81/2008), ed alle verifiche in esercizio, attività che, con le nuove disposizioni di legge, possono appunto essere affidate ad
enti terzi indipendenti e abilitati come TÜV Italia.
Verifiche e certificazioni sono attività fondamentali per garantire la sicurezza
di impianti, processi, materiali e componenti, e quanto maggiore è il rischio per
l’incolumità delle persone e la salvaguardia dell’ambiente, tanto maggiore è la
necessità di affidarsi a partner esperti ed affidabili.
[email protected]
TÜV Italia acquisisce pH,
laboratorio di analisi in ambito
food e ambiente
Questa acquisizione, la terza del nostro ente negli
ultimi 15 mesi, consolida il nostro posizionamento sul mercato di fornitore di testing, anche per il
settore agroalimentare ed ambientale, grazie alle
competenze innovative del laboratorio, un settore
di fatto sinergico alle attività ispettive e di certificazione che già oggi offriamo ai clienti della Grande
Distribuzione e in ambito industriale, rafforzando il
nostro ruolo di “provider tecnologico”.
Fondato nel 1982, locato tra le splendide colline del
Chianti, pH si avvale di due moderni laboratori di
analisi, oltre a numerosi laboratori mobili, anch’essi accreditati, per analisi in situ. All’interno della
struttura operano circa 120 dipendenti suddivisi
tra settori chimico residui, chimico bromatologico,
contatto alimentare, chimico ambientale, microbiologico, biomolecolare, sensoriale ed ecotossicologico. Dal 1994 pH è accreditato da Accredia
(n.0069), ma soprattutto è primo nel nostro paese per il numero di prove accreditate. Negli oltre
trent’anni di attività, il laboratorio ha incrementato
le sue specifiche competenze ed oggi la struttura è
suddivisa in gruppi di lavoro attivi nell’autocontrollo alimentare, nella sicurezza sui luoghi di lavoro,
nell’igiene industriale e nell’ambiente. Attenzione
alla qualità di un servizio che coniuga imparzialità,
trasparenza, efficienza, ma soprattutto rapidità e
assistenza tecnica ai clienti, ha consentito a pH di
lavorare con successo con grandi gruppi industriali
pubblici e privati, multinazionali alimentari, GDO,
gruppi agricoli e consorzi.
Con questa acquisizione pH entra nel network
mondiale dei laboratori TÜV SÜD dei settori food,
non-food ed ambiente, aggiungendosi agli altri 14
che il gruppo attualmente conta nel mondo, che
soddisfano richieste di clienti di circa 25 paesi.
Per conoscere meglio il laboratorio, diamo appuntamento ai nostri lettori al prossimo numero della
rivista.
[email protected]
TÜV Italia Journal 29
TÜV Italia News
COSA CI RENDE SPECIALI
Le riflessioni di Ettore Favia,
nuovo Amministratore Delegato di TÜV Italia
Nel corso di oltre dieci anni passati nel settore
della certificazione e dei collaudi, a contatto con
numerose aziende, ho potuto osservare come molti cerchino di conquistare il mercato ma solo pochi
vi riescano in maniera sostenibile. La questione
è tutt’altro che teorica, e capire cosa abbia permesso a determinate organizzazioni di emergere
rispetto alle rivali è un tema che ha stabilmente
caratterizzato la mia attività manageriale. Diversi
studi sulla strategia di mercato, e la stessa realtà operativa, sembrano confermare che una delle condizioni per avere successo sia la capacità
dell’impresa di incentrare la strategia sulla creazione e sullo sfruttamento delle proprie “competenze distintive”. Al fine di primeggiare, l’impresa
deve, infatti, possedere un vantaggio competitivo
sostenibile nei confronti dei rivali ed essere in
grado di svolgere alcune attività in modi unici che
creino valore per il cliente.
Consapevole dell’importanza di tale principio, al
mio arrivo in TÜV Italia, ho passato le prime settimane recandomi presso le nostre sedi principali,
ponendo e ponendomi la domanda di sempre: “se
domani spegnessimo le luci e fermassimo le attività, i nostri clienti se ne accorgerebbero?”
bracci robotizzati e non comuni macchinari di collaudo autoprodotti, ho visitato i nostri laboratori
e conosciuto i nostri esperti. Ho poi ascoltato il
nostro personale appartenente ad altre divisioni
operative descrivere con trasporto il proprio operato a contatto con il cliente e le sfide affrontate quotidianamente. In occasione del percorso
introduttivo a Monaco mi è stata poi trasmessa,
risoluta, l’attenzione della nostra casa madre per
il mercato italiano e l’interesse per tutte le opportunità di investimento e consolidamento che
esso presenta. Insomma, durante le prime settimane in TÜV Italia, ho potuto finalmente toccare
con mano quei caratteri di competenza, passione
e visione internazionale per cui avevo accettato
con entusiasmo il ruolo di nuovo Amministratore
Delegato.
Sugli stessi ho incentrato la mia scelta di entrare a
far parte del gruppo TÜV SÜD e guidare TÜV Italia
in quella che la casa madre ha definito “una nuova
ed eccitante fase di crescita”. Una fase che dovrà
condurre TÜV Italia ad un nuovo ed avanzato stadio organizzativo, una fase che sarà caratterizzata
dall’obiettivo di primeggiare in tutti i settori in cui
decideremo di operare, una fase in cui la crescita
inorganica dovrà essere perseguita e guidata con
rinnovata determinazione e competenza.
“speciali” significa appunto aggiungere valore per i
nostri clienti, significa accorpare ed integrare prodotti, servizi, ed esperienze provenienti da ogni
parte dell’azienda, superando qualsiasi “recinto”,
al fine di fornire soluzioni integrate alle necessità
complesse e ormai sempre più globali dei nostri
clienti. Fornire soluzioni integrate piuttosto che
una serie di servizi e orientare la nostra organizzazione partendo dal mercato. Questa è certamente
la sfida che siamo chiamati ad affrontare insieme
al nostro gruppo il quale già sta sviluppando una
struttura internazionale per le “Global Customer
Operations”. Credo, infatti, che combinando ed integrando tutte le nostre capacità, unitamente ad
una forte attenzione alle reali esigenze dei nostri
clienti, l’offerta risultante creerà maggior valore
rispetto a quello che essi otterrebbero acquistando
i nostri servizi singolarmente. Per farlo la nostra
organizzazione dovrà essere “clientecentrica”.
In tale contesto, svolgerò pertanto il mio lavoro
continuando a pormi e continuando a porre a tutti i nostri dipendenti la stessa domanda: “Cosa ci
rende speciali per i nostri clienti? forniamo loro soluzioni ai problemi che li affliggono? ” e insistendo
a lavorare, con passione, per darvi costantemente
una risposta positiva, nei nostri comportamenti,
nelle nostre scelte di mercato e nella nostra organizzazione.
“Scegli la certezza, aggiungi valore”
Ettore Favia
Camminando tra evoluti simulatori d’onde d’urto,
tra fusoliere di aeroplani scansionate da speciali
è una affermazione che vogliamo incarnare qui
in TÜV Italia perché la nostra volontà di essere
ETTORE FAVIA
Classe 1977, bolognese, conseguito il diploma presso
l’Istituto Tecnico Aereonautico F. Baracca di Forli, vince la selezione ed entra nell’Accademia Aeronautica
di Pozzuoli dove segue i corsi per diventare ufficiale
pilota, formazione che durante il triennio comprende
anche quella universitaria presso l’Università Federico
II di Napoli in ambito tecnico ed economico. Terminato
il periodo in Accademia si trasferisce per circa due anni
negli USA proseguendo la sua carriera in ambito NATO,
ma al termine del programma, nel 2001, dopo cinque anni con le stellette, decide di lasciare
la divisa per continuare la sua carriera professionale in ambito civile. Nel 2002 fonda, insieme ad un partner attivo del settore Oil&Gas, la CSP S.r.l., azienda italiana di rappresentanza
dei servizi ispettivi e certificativi di TÜV NORD CERT diventandone Direttore Generale, con
responsabilità diretta nella gestione e nello sviluppo del business. In questo periodo, alle
attività manageriali, affianca quelle tecniche, dopo aver conseguito la qualifica di Testing
30 TÜV Italia Journal
Engineer dell’ente in ambito marcatura CE. Nel 2006, dopo aver guidato l’operazione di
cessione di CSP a TÜV NORD Italia, filiale italiana del gruppo omonimo presente nel nostro
paese fin dal 1996, è nominato Membro del Board e, ad un anno dal suo ingresso nell’ente,
ne diventa Amministratore Delegato, carica che ha mantenuto fino al suo arrivo in TÜV Italia. All’inizio di questo suo mandato ha affrontato e gestito con successo una delicata fase di
transizione dell’Ente, riposizionando lo stesso sul mercato e creando una piattaforma per il
suo sviluppo, organico e inorganico, consentendo un quinquennio con recupero di fatturato,
rafforzamento finanziario ed elevata profittabilità, anche grazie al lancio di nuovi servizi in
ambito Oil&Gas e certificazione di prodotto. In questo periodo partecipa inoltre attivamente
a diversi progetti internazionali ed attività strategiche all’interno del gruppo TÜV NORD.
Un manager determinato che, sin dai sui primi interventi, ha posto l’accento sul valore
dell’esempio e sulla cultura del risultato. Capace di una visione realistica e di tracciare la
rotta anche in condizioni di mercato complesse, pragmatico, che unisce una forte leadership
a conoscenze tecniche e capacità gestionali.
Ad Ettore, gli auguri di buon lavoro dalla rivista insieme ad un caloroso in bocca al lupo!
Le attività di TÜV SÜD
3, 2, 1 pronti al decollo!
Kourou, Guiana francese, a poca distanza dall’equatore: il territorio
francese d’oltremare è la sede dello spazioporto dell’Agenzia Spaziale
Europea, un sito di 1.000 mq in cui opera anche l’agenzia spaziale francese “Centre National d’Etudes Spatiales” (CNES).
“Il compito dell’agenzia è molto simile al lavoro svolto da un operatore
aeroportuale” - ha detto Mario de Lépine, portavoce di Arianespace,
prima azienda mondiale nel trasporto spaziale commerciale - “Il CNES
si prende cura dell’operazione di lancio e tiene monitorate le condizioni
meteorologiche e lo spazio aereo”.
Alcuni operatori di TÜV SÜD sono sempre presenti al momento del
decollo di un veicolo Ariane e, a partire da ottobre 2011, anche del razzo Soyuz: in quanto membri del gruppo di lavoro nell’Europe Spatial
Qualité Sécurité (ESQS), otto dipendenti di TÜV SÜD Industrie Service lavorano a tempo pieno, monitorando la qualità e la sicurezza delle
merci pericolose, le operazioni di rifornimento dei satelliti e dei veicoli
di lancio, nonché la sicurezza sul lavoro, i servizi ambientali e le attività
dei software.
Solo se TÜV SÜD dà il suo consenso al lancio, il veicolo può decollare.
Quindi 3, 2, 1 pronti al decollo!
[email protected]
TÜV Italia Journal 31
TÜV Italia partner d'impresa
in certificazione, ispezione, testing, formazione.
ITALIA:
TÜV Italia S.r.l.
Via G. Carducci, 125 pal. 23
20099 Sesto San Giovanni (MI)
+ 39-02-24130-1
+ 39-02-24130-399
SEDI INTERNAZIONALI:
Headquarter/Europa:
TÜV SÜD AG
Westendstraße 199
D-80686 Monaco
Germania
+49-89-5791-0
+49-89-5791-1551
America:
TÜV SÜD America Inc.
10 Centennial Drive FL2
Peabody, MA 01960-7900
USA
+1-978-573-2500
+1-978-977-0157
Asia - Pacific:
TÜV SÜD Asia Pacific Pte. Ltd.
3 Science Park Drive
#04-01/05 The Franklin
Singapore 118223
+65-6427-4700
+65-6872-4948