Italia e Germania: la strada della convergenza
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Italia e Germania: la strada della convergenza
TÜTÜVV ItaItliaalia JOURNAL journal REM #07 #1C 1LEalRstPom o dalreTGteVdeascItalo , all.‘oerapa, rla 30ar0 e.. Innova nirtia fic 30reance ecI m #10 #1G 5IM teirodella tecnologia ‘esar ndosuall i bin guar ezza Cresce urda la sic AsG em farXsyEstLS #17 #2S1ELE litàcurity atoedesollastcy ibirse rcrio enbe mevia Sfidahiglo chlefealrro teba T sporti IKinA Vnt oRtra #21 #2T5REtre ienetewi-fi mbso o eè de cibno enzio silll‘a iconadeil ltre Il carto ntag moam in ne # 06 # 06 uens deNsUba nfTt O ku MERO: dieQzu S E U IN N E T K E : T A I I H N C A R M IA- AE GER ISTTAALR a z n e g r e v n N o Ü c R a l daGdel lSaEsHtrEaN Editoriale Caro lettore, Pur con le inevitabili tensioni che la difficile congiuntura economica internazionale ha portato con sé, la relazione economica fra Italia e Germania resta uno dei fondamenti concreti del processo di integrazione europea. Berlino rimane la prima destinazione delle esportazioni italiane e crescono di pari passo anche gli investimenti tedeschi nel Belpaese. Cittadini, imprese e istituzioni di entrambi i paesi vivono quotidianamente in un clima che tiene insieme la necessaria cooperazione con una sana competizione sul mercato. E le imprese italiane più impegnate nella conquista o nel consolidamento delle loro posizioni al di là delle Alpi, come illustra molto bene l’analisi del prof. Mutinelli che potrete leggere nelle pagine seguenti, hanno oggi più fiducia nell’economia tedesca e nelle loro prospettive su quel mercato di quanta ne avessero tre anni fa. In questo numero del nostro magazine abbiamo cercato di esplorare proprio questa fetta del mondo imprenditoriale, per scoprire quali strategie vengono sviluppate alla ricerca del successo dalle nostre imprese, ma anche quali sono le strade attraverso le quali corre la crescente interdipendenza fra queste due potenze economiche europee. E quali prospettive questo sviluppo offre alla ripresa economica italiana. Fra le strategie, l’innovazione di prodotto e di processo e l’acquisizione di un crescente ventaglio di certificazioni sono i biglietti da visita che le aziende italiane scelgono per rispondere alle domande di un mercato avanzato e particolarmente esigente, sia sul versante degli acquirenti “industriali” sia su quello dei consumatori. Non è un caso che TÜV Italia sia considerato un partner strategico da queste imprese con il suo know-how di organismo tecnico a 360°. Un ente che ha un secolo e mezzo di storia alle spalle, un presente di ininterrotta crescita, come racconta in modo molto efficace l’intervista che trovate in fondo a queste pagine. Con questo numero TÜV Italia Journal si presenta con un grafica rinnovata, più moderna e accattivante, in linea con le richieste emerse da una vasta indagine condotta dai colleghi della Corporate Communication, per allineare la rivista, nei contenuti e nella presentazione, ai desideri di coloro che abitualmente ci seguono. Un saluto speciale da parte mia ai lettori: dopo un periodo breve ma intensissimo di lavoro al vertice di TÜV Italia, termina il mio incarico di Amministratore Delegato ma il mio legame con TÜV Italia non si interrompe, pur essendo un’altra la persona che mi sostituirà alla guida dell’ente. Ruoli complementari ma con un unico obiettivo, far crescere TÜV Italia anche attraverso una forte capacità propositiva e decisionale, e in genere delle responsabilità di tutte le competenze individuali di cui l’ente dispone. Con la consapevolezza di aver rafforzato l’identità di un formidabile gruppo di lavoro, e in attesa di condividerne i nuovi successi, lascio i lettori con un ringraziamento e l’augurio per un 2013 foriero di una rinnovata crescita e di grandi successi. José Antonio Via Italia e Germania la strada della convergenza 2 TÜV Italia Journal Mentre assumo la carica di Amministratore Delegato di TÜV Italia, ringrazio il mio predecessore, Josè Antonio Via, per avere lavorato alla costruzione di una solida piattaforma e mi auguro che resti a noi vicino nelle nuove sfide che ci accingiamo ad affrontare. Sono consapevole di entrare a far parte di un grande gruppo, in una fase eccitante di crescita, che mi rende orgoglioso dell’incarico affidatomi. Invito a pagina 30 i lettori che desiderano conoscermi meglio, dove troveranno alcune mie riflessioni. Buona lettura Ettore Favia Amministratore Delegato TÜV Italia Indice TÜV Italia Journal #6 La parola a .. .. FOCUS NEWS #04 Armi italiane per il mercato tedesco #28 TÜV Italia a EICMA 2012 #24 Birnthaler: dalla sicurezza al valore #07 Clerprem: innovare, certificare e... #28 Due incontri sul Food Contact #31 Le attività di TÜV SÜD #10 Gimi cresce guardando all‘estero #28 Usato certificato anche sulla neve #15 La strada della convergenza #29 TÜV Italia acquisisce pH #17 La sfida hi tech di Selex Elsag #29 Gost, certificazione per la Russia #21 Trevikart, il cartone amico del cibo #29 TÜV Italia abilitato alle verifiche periodiche EDITORE E PROPRIETARIO: TÜV Italia Srl Via G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) REDAZIONE E IMPAGINAZIONE: TÜV Italia Srl Via G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) Supervisione generale: Paolo Barbieri. Copie, inclusi gli estratti, solo su concessione dell’editore. DIRETTORE RESPONSABILE: Emilia Pistone - TÜV Italia Srl TUV SUD IMMAGINI: TÜV SÜD (24, 25, 26, 27), TÜV Italia (28, 29, 30), Dreamstime (27), dpa Picture Alliance (31) - Copertina: Dreamstime TIPOGRAFIA: Gam Edit Srl - Via Aldo Moro, 8 - 24035 Curno (BG) TÜV Italia Journal 3 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza Qualità, prezzo, puntualità: armi italiane per il mercato tedesco C on quali strategie e modalità operative le imprese italiane affrontano il mercato tedesco? Qual è la loro posizione competitiva su tale mercato? Quali sono i fattori che favoriscono il successo? Quali i principali ostacoli? Quali prospettive si intravvedono in questo difficile momento di crisi? Alcune interessanti risposte a questi quesiti emergono dai risultati di un recente sondaggio promosso dalla Camera di Commercio tedesca in Italia (AHK) tramite la sua società di servizi DEInternational Italia Srl, nell’ambito di un ampio progetto di ricerca ed analisi che si propone di approfondire vari aspetti dei rapporti economici tra i due Paesi. Il sondaggio è stato condotto negli ultimi mesi del 2011 tramite un questionario a cui hanno risposto ben 234 imprese italiane che operano sul mercato tedesco o intendono entrarvi a breve. I risultati dell’indagine appaiono assai interessanti, sia perché l’ampiezza del campione consente di rappresentare adeguatamente i diversi settori di attività e le diverse classi dimensionali d’impresa, sia per la possibilità di confrontare i risultati con quelli di un analogo sondaggio svolto nel 2009, anch’esso su iniziativa della Camera di Commercio tedesca in Italia. In primo luogo, va sottolineato come le imprese del campione vantino un’elevata propensione all’esportazione, pari in media al 42% della loro produzione. Il 21% delle imprese è inoltre presente all’estero con filiali o joint venture (il 9% in Germa- 4 TÜV Italia Journal Un sondaggio rivela strategie e prospettive delle imprese tricolori che operano al di là delle Alpi. L’analisi di Marco Mutinelli, Ordinario di Gestione Aziendale presso l’Università degli Studi di Brescia nia). Il mercato tedesco assorbe in media poco meno di un terzo delle esportazioni delle imprese intervistate; per più di un terzo delle imprese la Germania rappresenta il principale mercato estero di sbocco e per il 10% il principale mercato in assoluto, in quanto il fatturato realizzato sul mercato tedesco supera addirittura quello da esse realizzato in Italia. Alle imprese è stato chiesto di formulare un giudizio sulla propria posizione competitiva sul mercato tedesco. Il confronto con le risposte date nel 2009 evidenzia purtroppo un certo deterioramento nella percezione del posizionamento competitivo dalle imprese italiane in Germania. La quota di aziende che giudica la propria posizione “buona”, infatti, scende da più di un terzo ad un quarto del totale, mentre la percentuale che la ritengono “non soddisfacente” cresce dal 32% al 37%. La situazione più critica si conferma per le imprese di media dimensione, che in Germania si confrontano con competitori tedeschi, spesso di dimensioni notevolmente superiori. Rispetto al 2009, cresce (dal 22% al 27%) la percentuale delle imprese per le quali il mercato tedesco ha reagito alla crisi meglio di altri mercati di esportazione, mentre rimane poco al di sotto di un terzo del totale la percentuale delle imprese che giudicano invece i risultati ottenuti in Germania più negativi di quelli ottenuti su altri mercati. La partecipazione a fiere di settore si conferma lo strumento di marketing maggiormente utilizzato dalle imprese italiane per promuovere i propri prodotti/ servizi sul mercato tedesco (lo indica il 63% del campione); cresce il ricorso al direct marketing (48%), mentre rimane sostanzialmente stabile l’utilizzo del marketing on-line (23%) e di inserzioni pubblicitarie su riviste specializzate (17%). Oltre ad essere uno strumento di marketing ampiamente utilizzato, la partecipazione a fiere settoriali è stata indicata dal 60% delle imprese del campione tra le tre principali fonti utilizzate per raccogliere informazioni sul mercato tedesco, dopo i contatti personali con i clienti, indicati dal 69% delle imprese. Tra le altre fonti, in forte crescita rispetto al 2009 appare Internet, che viene utilizzato a tal fine dal 52% delle imprese del campione, con una FATTORI DI SUCCESSO SUL MERCATO TEDESCO Valutazione media su una scala da 1 a 6 (1=irrilevante, 6=fondamentale) punta del 57% tra le più piccole. Tra i fattori di successo sul mercato tedesco, le imprese del campione indicano ai primi due posti la qualità dei prodotti e servizi e il rispetto delle scadenze, confermando i risultati del sondaggio svolto nel 2009. In terza posizione figura nel 2011 la competitività di prezzo, la cui importanza cresce probabilmente anche come conseguenza della crescente competizione tra le imprese nella ricerca di nuovi sbocchi commerciali dopo la crisi su un mercato importante come quello tedesco. Un importante fattore per avere successo sul mercato tedesco è il possesso di certificazioni di qualità, indispensabile per entrare in molte catene di fornitura. Lo dimostra il fatto che il 62% delle imprese del campione abbia ottenuto almeno una certificazione. Nella gran parte dei casi si tratta di certificazioni ISO dei processi produttivi (50%), seguito dalle certificazioni di processo (26%), mentre solo il 4% delle imprese ha ottenuto la certificazione 231; il 15% del campione ha segnalato altre forme di certificazione (principalmente certificazioni specifiche di settore e certificazioni di prodotto). Un fattore di successo altrettanto importante è rappresentato da una rete distributiva adeguata ed efficiente. Circa il 30% delle imprese combina più forme distributive per servire il mercato tedesco, spesso unendo la vendita diretta (probabilmente nei confronti dei clienti di maggior peso) con vendite indirette tramite agenti o distributori. Rispetto al 2009 è più frequente il ricorso alla vendita diretta (58% delle imprese, contro il 53%) e a importatori/distributori, mentre è diminuita la percentuale di imprese che si affidano ad agenti commerciali. Tuttavia forte è la percezione tra le imprese del campione che molto vi sia da fare a questo proposito. Già nel 2009, il 34% delle aziende intervistate riteneva che la propria rete distributiva non avesse la necessaria efficienza; a due anni di distanza, questa percentuale raggiunge il 57%, probabilmente anche perché la crisi ha messo a nudo tutti i fattori che penalizzano la competitività delle nostre imprese. Parallelamente, la percentuale Qualità dei prodotti e dei servizi Rispetto delle scadenze Prezzi competitivi Sondaggio 2011 Assistenza tecnica e post-vendita Certificazioni di qualità Sondaggio 2009 Sviluppo di prodotti e servizi innovativi Realizzazione di prodotti di nicchia Vicinanza ai clienti Prodotti e servizi customizzati CANALI DISTRIBUTIVI UTILIZZATI % delle imprese che utilizzano ciascun canale vendita diretta Rete di importatori e distributori Importatore/distributore esclusivo Agente commerciale esclusivo Sondaggio 2011 Sondaggio 2009 Rete di agenti commerciali Filiale commerciale Filiale produttiva delle imprese che danno una valutazione ampiamente positiva della propria rete distributiva è scesa dal 41% al 22%. Il livello di soddisfazione è elevato per le società attive in Germania tramite proprie filiali commerciali, ma scende man mano che si passa alla vendita tramite intermediari e soprattutto alla vendita diretta dall’Italia. Pur a fronte di fondamentali negati- vi dell’economia e al prospettarsi già all’epoca del sondaggio di un assai probabile rallentamento dell’economia tedesca nel corso del 2012, che si è puntualmente verificato, le aspettative di medio termine espresse dalle imprese intervistate appaiono decisamente orientate all’ottimismo e migliori rispetto a quelle del sondaggio del 2009. Il 60% delle imprese prevede nel medio TÜV Italia Journal 5 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza GRADO DI EFFICIENZA DELLA STRUTTURA DISTRIBUTIVA Valutazione media su una scala da 1 a 6 (1=molto bassa, 6=assai elevata) Totale - Sondaggio 2011 EVOLUZIONE PREVISTA PER IL MERCATO DI RIFERIMENTO IN GERMANIA 2012 - 2015 In crescita Totale - Sondaggio 2009 In relazione alla forma distributiva: Stabile Vendita diretta Agente commerciale esclusivo In contrazione Rete di agenti commerciali Importatore/distributore esclusivo Rete di importatori e distributori Non sa/Non risponde Filiale commerciale o produttiva Sondaggio 2011 (previsioni 2012-2015) termine una crescita del mercato di riferimento, e un altro 30% prevede una sostanziale stabilità; solo il 5% teme una contrazione, mentre un altro 5% si è astenuto da qualsiasi valutazione. In coerenza con tali aspettative, l’80% delle imprese esprime la volontà di rafforzare la presenza sul mercato tedesco o di entrarvi se non ancora presenti, mentre solo il 16% intende conservare la posizione già raggiunta e nessuno dei partecipanti al sondaggio ha espresso l’intenzione di abbandonare la Germania (il residuo 4% è composto da imprese non attive sul mercato tedesco, che non intendono entrarvi nel breve-medio periodo). Nella maggior parte dei casi, il rafforzamento della presenza sul mercato tedesco comporta un intervento sui canali di di- stribuzione: poco meno della metà delle imprese dichiara di voler agire in tal senso, attraverso l’acquisizione di nuovi partner distributivi, la sostituzione di partner attuali ritenuti non soddisfacenti e/o il passaggio dalla vendita diretta alla vendita indiretta, attraverso intermediari locali. Si consolida anche la consapevolezza che stabilire in Germania una presenza diretta è un mezzo fondamentale per assicurare alla propria società una maggiore capacità di penetrare il mercato locale e per accrescere o quanto meno stabilizzare le proprie quote di mercato: a fronte di 21 imprese (9% del campione) già oggi presenti con una propria filiale commerciale, sono ben 34 (il 14%) quelle che stanno progettando di effettuare investimenti Sondaggio 2009 (previsioni 2012-2012) diretti esteri in Germania. In prevalenza gli investimenti previsti riguardano attività di distribuzione e i servizi pre- e post-vendita; vi sono tuttavia anche quattro imprese che intendono avviare in Germania attività di ricerca e sviluppo e tre imprese che hanno previsto, o stanno valutando, la realizzazione di un impianto produttivo. MARCO MUTINELLI Professore Ordinario di Gestione Aziendale presso l’Università degli Studi di Brescia e docente del MIP-Politecnico di Milano è autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche in ambito nazionale ed internazionale. Affianca alla didattica attività di ricerca e consulenza sui temi dell’internazionalizzazione delle imprese, con particolare riferimento agli investimenti diretti esteri e alle imprese multinazionali, all’impatto della loro attività sul sistema economico e all’attrattività territoriale e ai legami tra internazionalizzazione e innovazione tecnologica. Dal 1990 è co-direttore della ricerca “Italia Multinazionale” promossa dall’ICE. 6 TÜV Italia Journal FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza Innovazione, certificazione... e lingua tedesca Clerprem produce “sistemi di seduta” nell’alta gamma per treni e automobili. L’ad Gian Roberto Marchesi ci racconta come si soddisfa una clientela molto esigente. lerprem, che progetta, produce e commercializza sistemi di seduta e componenti destinati all’industria automobilistica e ferroviaria, è un esempio di azienda capace di guardare al mercato, comprendere il futuro e scommettere sulle sue capacità di raggiungere i risultati prefissati. Racconta ai nostri lettori i passi salienti della sua storia che, iniziata alla fine degli anni ‘60 in un paese del vicentino, oggi prosegue con lo sguardo rivolto al mondo? C Clerprem inizia nello stabilimento di Carré la propria attività produttiva con lo stampaggio di imbottiture in poliuretano espanso per sedili destinati al settore sia automobilistico che dell’arredamento. Nel corso degli anni ‘80 l’azienda apre nuove siti produttivi sia nel Nord Italia, a Torino, sia al Centro, ad Atessa e Pignataro, che in Sicilia a Termini Imerese, per poter fornire “just in time” gli stabilimenti del gruppo Fiat, all’epoca cliente principale. In seguito, Clerprem amplia la propria gamma prodotti affiancando ai componenti per sedili anche sistemi come appoggiatesta ed appoggiabraccia, per poter fornire i maggiori gruppi automobilistici europei. Negli anni ‘90, con l’acquisizione di un’azienda nell’ex Germania dell’Est ed una in Belgio, Clerprem diversifica la propria produzione, orientandosi anche verso il settore ferroviario ed aprendo nuovi mercati esteri. Agli inizi degli anni 2000 acquisisce inoltre competenze proprie nella progettazione, specializzandosi anche nella produzione di sistemi di seduta per treni, sia del segmento urbano e regionale, che lunga percorrenza ed alta velocità. Nel 2008 avvia lo stabilimento in Tunisia per mantenere costante la competitività nella propria aria di business. L’azienda si è affermata sul mercato come fornitore di appoggiabraccia e appoggiatesta di alta gamma per l’industria automobilistica, e successivamente ha allargato i suoi interessi al ferroviario producendo sedili completi destinati alle grandi multinazionali e compagnie del settore, ca- TÜV Italia Journal 7 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza pitalizzando e trasferendo know-how ed expertise da un ambito all’altro. Le due produzioni sembrano presentare molti elementi comuni, ma è proprio cosi? Cosa le accomuna e quali sono le differenze? La nostra missione consiste nel progettare, fabbricare e commercializzare sistemi di seduta nel segmento di alta gamma e loro componenti, atti a soddisfare le esigenze e le aspettative dell’industria automobilistica e ferroviaria. Entrambi i mercati sono molto esigenti sia dal punto di vista della qualità, sicurezza ed affidabilità nel tempo del prodotto, che della puntualità nel servizio. Ai nostri clienti forniamo pertanto prodotti sottoposti a molteplici controlli, con design esclusivo e nei tempi richiesti. Le differenze le potremmo così individuare: il mercato dell’auto richiede produzioni elevate, nell’ordine di migliaia di pezzi al giorno, mentre il mercato ferroviario comporta quantità minori, nell’ordine massimo di un migliaio di pezzi al mese, ma in un arco di tempo più lungo. Materiali, tecnologia, qualità, logistica, sono le parole chiave per diventare, come voi, fornitori delle più blasonate aziende europee del settore automotive e del ferroviario a livello mondiale. Come questi quattro aspetti strategici della produzione interagiscono in Clerprem per diventare sistema? La nostra visione è mantenere e rafforzare la posizione acquisita nei mercati internazionali di “fornitore preferito” di prodotti di alta gamma, offrendo valore aggiunto ai nostri clienti in termini di soddisfazione delle richieste, eccellenza del prodotto, qualificazione del personale e del rapporto qualità/prezzo. A tal fine destiniamo molte risorse alla ricerca dei materiali, operando in stretta collaborazione con i nostri fornitori. I costanti investimenti in tecnologia ed innovazione ci hanno consentito di acquisire alcune importanti commesse, come d’altro canto l’incessante monitoraggio sulla qualità. Al nostro interno disponiamo di laboratori di analisi opportunamente attrezzati, per effettuare le innumerevoli prove richieste dalle normative sulla sicurezza e dalle specifiche dei nostri clienti. L’organizzazione capillare della logistica e la programmazione dei flussi dei materiali rivestono un aspetto fondamentale. Sia il settore automobilistico che ferroviario non ammettono alcun ritardo di consegna, a causa della complessità delle linee produttive. Le richieste di forniture “just in sequence” impongono bassi livelli di scorte per la riduzione del materiale immobilizzato, ma esigono una puntuale consegna nella medesima sequenza in cui vengono assemblate le vetture o i treni nelle catene di montaggio dei clienti. L’assieme di tutti questi aspetti organizzativi ci consente di mantenere lo stato di fornitore preferito in un mercato che rimane estremamente concorrenziale. Focalizzando l’attenzione sulla catena di fornitura, aspetto cruciale della vostra attività, su quali leve di questo sistema avete lavorato per migliorarlo e soddisfare così le richieste dei vostri clienti? I clienti del settore automobilistico e ferroviario richiedono alla catena di fornitura risposte immediate e qualità “zero difetti”. Abbiamo pertanto introdotto dei magazzini avanzati presso i nostri principali clienti per garantire forniture “just in sequence” e manteniamo attivo un servizio di “customer care” per l’assistenza sulla qualità direttamente presso il cliente. I nostri concorrenti sono multinazionali che, in quanto tali, hanno tempi di reazione più lunghi. Clerprem è una realtà industriale snella con processi decisionali molto veloci e può contare su questi vantaggi competitivi rispetto ad altri produttori che sono molto più grandi e meno reattivi. DB, Audi, BMW, Mercedes, Siemens, VW sono colossi dell’industria tedesca: guardando alla vostra esperienza quali sono i “must” per diventare fornitori di questi grandi brand “made in Germany”? Qualificazione del personale, certificazione del sistema qualità e dei processi produttivi con enti tedeschi, innovazione costante del prodotto e conoscenza della lingua tedesca. Questi sono i “must” che Clerprem ha ritenuto di utilizzare per poter diventare fornitore delle primarie aziende in Germania che operano sia nel settore automobilistico che ferroviario e che competono a livello globale. Dalla Germania abbiamo imparato molto e abbiamo cercato di fare nostri: il rigore, la precisione, la puntualità e la correttezza tipica delle aziende tedesche. Oltre i due terzi del nostro fatturato è sviluppato oggi con il mercato tedesco. Clerprem ha sei sedi produttive, una delle quali nei pressi di Dresda, una fabbrica recuperata dopo la caduta del muro di Berlino. Descrive ai nostri lettori come avete partecipato, nel vostro piccolo, a questa grande “ricostruzione”? Un requisito cruciale per fornire i clienti del settore ferroviario è, come anzidetto, essere in grado di rispettare le esigenze di fornitura “just in time”. Con questo obiettivo, all’inizio degli anni ‘90, Clerprem ha acquisito un sito produttivo nella ex Germania dell’Est dalla “Treuhandanstalt”, ente fiduciario tedesco, incaricato per la privatizzazione delle aziende statali e per la ricostruzione. Abbiamo creato nuovi posti di lavoro ed in tal modo possiamo affermare di aver dato il nostro piccolo contributo alla “ricostruzione”. Clerprem ha conseguito la sua prima certificazione qualità nel 1997, e a seguire sono venute il QS 9000, l’ISO TS 16949 e l’IRIS, specifiche per il settore auto e il ferroviario, e quindi l’ISO 14001 per la gestione ambientale, tutte rilasciate da TÜV FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza Italia, un esempio di forte fidelizzazione. Guardando alla vostra esperienza, come si esprime il valore aggiunto dell’ente nella conduzione dell’attività, oltre a quella di potersi fregiare di un marchio leader in Germania e nel mondo? Nel corso degli anni la nostra azienda ha identificato in TÜV Italia un partner essenziale sia nel nostro paese che all’estero per la certificazione dei propri sistemi qualità e processi produttivi. Clerprem considera gli audit ispettivi non solo come obbligo di verifica formale, ma soprattutto come grande opportunità di dialogo e confronto. Le puntuali osservazioni fatte dagli auditor in occasione delle visite ispettive, si sono rivelate preziosi elementi sulla base dei quali impostare il processo di miglioramento dei nostri sistemi di gestione, contribuendo allo sviluppo della nostra organizzazione. Anche attraverso queste esperienze è avvenuto il continuo miglioramento che ci permette di rimanere competitivi. Come molte aziende familiari anche Clerprem ha dovuto affrontare il cambio generazionale, un momento di passaggio importante e critico, ma anche un tempo dove eventuali differenze possono fondersi dando nuovi impulsi all’attività dell’azienda. Ci racconta come è avvenuto per lei questo passaggio di testimone e come delinea il futuro della sua azienda? dall’altro, mi hanno spinto a ricercare una svolta, evolvendo l’attività di Clerprem da produttore di singoli componenti ad azienda che progetta e realizza sistemi e servizi, rivolti soprattutto a costruttori automobilistici tedeschi nel segmento premium del mercato, dove far valere l’eccellenza italiana. Il sostegno a questo nuovo modello di business da parte di mio padre è stato ampio. Oggi siamo i primari fornitori di appoggiabraccia per gran parte dei modelli di Audi quali A3, A4, A5, A6, A7, Q7 ed A8 producendo oltre 3500 sistemi al giorno. Parallelamente i nostri sistemi di seduta sono presenti nei nuovi treni regionali, intercity e ad alta velocità dei principali paesi europei, per le ferrovie francesi, tedesche, olandesi e svizzere. Per affrontare le sfide che i mercati globali oggi ci impongono, è necessario mantenere saldi in Italia i valori intangibili dell’azienda, quali ricerca e sviluppo, progettazione, coordinamento, e gestione, fabbricando i sistemi in paesi “low cost” come avvenuto per il nostro sito produttivo tunisino. Il futuro dell’azienda può delinearsi nella ricerca di partner industriali in nazioni ad alto tasso di crescita, come Cina e India, che consenta di aprire nuovi mercati capitalizzando le esperienze acquisite. GIAN ROBERTO MARCHESI Terminati gli studi, entra giovanissimo a far parte della società fondata nel 1971 dal padre Roberto, all’interno della quale matura un’ampia esperienza professionale nei vari settori. Partecipa attivamente alla crescita dell’azienda assumendo ruoli di sempre maggiore responsabilità. Il suo contributo nella ricerca di nuovi clienti all’estero e nello sviluppo prodotto è fondamentale per l’evoluzione del gruppo Clerprem. Attualmente ricopre la carica di Vice Presidente e Amministratore Delegato. Contatto: Alessandro Avallone [email protected] Fino agli inizi degli anni 2000 l’azienda fondata da mio padre è stata fortemente connotata dal carattere manifatturiero delle proprie attività produttive ed orientata principalmente al mercato nazionale. La crisi del mercato automobilistico italiano da un lato, ed il passaggio generazionale TÜV Italia Journal 9 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza GIMI cresce guardando all’estero. E il design è nel pacchetto Dallo stendibiancheria classico all’innovazione di Termostiro. E la certificazione TÜV SÜD GS biglietto da visita per i mercati più selettivi. Tre manager ci spiegano le strategie dell’azienda. rogettare e realizzare prodotti che anticipano e interpretano bisogni, spesso inespressi, per alleggerire attività quotidiane e ripetitive come stendere, stirare, portare pesi, salire sulle scale. Raccontate ai nostri lettori la storia di Gimi, che con le sue linee di assi da stiro, stendibiancheria, scale, carrellini porta spesa rende più agevoli alcune noiose incombenze domestiche? P 10 TÜV Italia Journal Gimi viene fondata dai tre fratelli Miola negli anni ‘70 e dall’inizio delle sue attività si dedica alla produzione di articoli per il campeggio ed il tempo libero e di stendibiancheria. Negli anni ‘80 il mercato degli stendibiancheria cresce in volumi e qui parte l’ascesa, da piccola azienda specializzata nella lavorazione del tubo metallico, all’azienda moderna e competitiva che è oggi. La leadership indiscutibile nel segmento stendibiancheria, l’espansione strategica nei segmenti assi da stiro e carrelli porta spesa, e più recentemente nel segmento scale e sgabelli, è il frutto di scelte precise: prima tra tutte l’eccellenza nella produzione, ampiamente verticalizzata, nella lavorazione dell’acciaio, dell’alluminio e delle resine plastiche, oltre alla recente apertura di un nuovo stabilimento, che è il sito produttivo più grande del settore. La cultura aziendale è attenta all’efficienza FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza dei processi ma anche alla tutela dell’ambiente e delle persone, come dimostrano la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001, la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 e quella etica SA 8000®. ll secondo fattore strategico è l’ampiezza di gamma, costantemente migliorata e aggiornata, con una componente di design crescente, non in una logica discriminante (costa di più perché c’è il design) ma al contrario: il design è compreso nel prezzo, che è competitivo, perché un oggetto di uso comune se, oltre che funzionale è anche piacevole o colorato, si usa più volentieri ed in qualche modo addolcisce la fatica del lavoro casalingo e un poco ne sdrammatizza la noia. Al fondamento della ricerca Gimi resta tuttavia la funzionalità, la possibilità di rendere più intelligenti, e quindi utili, questi oggetti. Per creare sinergie nel 2010 Gimi acquisisce Framar, storica azienda italiana specializzata nella produzione di scale e assi da stiro con una consolidata presenza sul mercato, che vi ha permesso di raggiungere un’indiscussa leadership in questi segmenti di mercato. L’integrazione, non solo produttiva, di due diverse realtà aziendali richiede impegno, tempo, adattamento e flessibilità. Guardando all’esperienza di Gimi in questi due anni, quali ritenete siano gli aspetti chiave per arrivare ad una buona integrazione fra due realtà aziendali che si uniscono? La determinazione a competere e una visione strategica internazionale hanno portato Gimi, non solo a crescere nel corso del 2010, ma anche ad acquisire Framar, azienda ben nota al trade con una consolidata presenza distributiva nel canale tradizionale (ferramenta e casalinghi) e moderno (Distribuzione Specializzata). L’acquisizione rafforza la nostra vocazione produttiva, industriale e territoriale, in controtendenza rispetto alla delocalizzazione in atto da anni nel nostro paese, aggiungendo lo stabilimento Framar di Casale Monferrato (AL) a quello Gimi di Monselice (PD). Questa acquisizione è per noi un successo in quanto rappresenta un passo importante lungo il percorso di sviluppo del nostro Gruppo che punta a rafforzare sempre più la leadership europea, e costituisce un’ancora più solida prospettiva per il Pianeta Gimi e per tutti i nostri partner. In questo caso Framar ha portato knowhow e competenza in segmenti di mercato in cui Gimi era storicamente assente o non autonoma. TÜV Italia Journal 11 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza e determinazione al futuro anche in tempi di incertezza come gli attuali, navigando sull’onda dell’evoluzione di abitudini fino a ieri consolidate. Questo ha favorito il mantenimento dell’efficienza produttiva e la possibilità di amplicare l’offerta dei propri prodotti, sfruttando la sinergia dei marchi. Prodotti non primari e una perdurante difficile situazione di mercato: malgrado questi presupposti i numeri di Gimi continuano a crescere. Il successo dei vostri prodotti è un mix di fattori: ricerca e innovazione, qualità, attenzione all’ambiente e alla sicurezza, il design. Quali aggiungereste per spiegare le vostre performance sul mercato, e non solo su quello italiano? Un fattore di successo per noi importantissimo, oltre a quelli elencati, che ha consolidato la penetrazione dell’azienda sia presso il canale tradizionale ferramenta e casalinghi che presso la GDO e la GDS è il servizio, la capacità di fornire settimanalmente quantitativi di prodotto medi o grandi, e la competenza e serietà di una squadra composta da 30 tra agenti e funzionari commerciali che profondono il massimo impegno in modo continuativo per rispondere alle aspettative di clienti e buyer, rese elevate dall’accresciuta competitività di tutto il settore. Per la nostra struttura estera abbiamo un team di persone dedicate che ha il compito di sviluppare nuovi mercati, oltre che consolidare e far crescere quelli storici, dove Gimi rappresenta una marca a tutti gli effetti, come ad esempio la Russia. Ai nostri clienti offriamo opportunità di personalizzazioni sui nostri prodotti, oltre a garantire loro consegne puntuali, una grande efficienza in tutto il processo dalla raccolta ordini fino alla consegna. Con l’esperienza di oltre 40 anni di continua crescita, Gimi può oggi contare su risorse umane dinamiche e motivate (l’età media nelle funzioni commerciali, ricerca e sviluppo, edp, marketing, è inferiore ai 40 anni), capaci di guardare con serenità 12 TÜV Italia Journal Gimi è leader in Italia, ma è molto presente con i suoi prodotti anche all’estero. Quanto pesa l’export sul totale del vostro business e cosa rappresenta per voi il mercato tedesco? L’export pesa più del 50% sul totale del fatturato aziendale e il mercato tedesco rappresenta il secondo paese, per rilevanza oltre che di riferimento per i livelli di sicurezza. È un mercato sul quale siamo presenti ormai da anni e dove vogliamo puntare sempre di più per i prossimi anni, in quanto è uno dei pochi paesi in Europa che sta crescendo, con un consumatore attento alla qualità del prodotto, alla sicurezza e all’innovazione. Siamo già presenti presso clienti importanti, come Obi e Bauhaus, ma l’obiettivo è quello di aumentare la nostra presenza e penetrazione con prodotti adatti al mercato tedesco e studiati ad hoc per le sue esigenze. La scelta di marchiare TÜV SÜD GS i vostri prodotti, certificazione che prevede requisiti più restrittivi rispetto ad altre, rientra nella strategia di posizionamento di Gimi verso la fascia alta del mercato, anche in termini di prestazioni e sicurezza. Illustrate ai nostri lettori i plus di questa certificazione che TÜV Italia ha rilasciato, e come essa ha favorito l’ingresso dei vostri prodotti sul mercato tedesco e, più in generale, in quelli del Nord Europa? Certi mercati impongono, prima ancora da parte del trade che del consumatore, per prassi e per autodisciplina, le certificazioni di prodotto e tra queste anche quelle più restrittive come è TÜV SÜD GS. In questo frangente la possibilità di spendere un nome come TÜV ha favorito l’ingresso in nuovi mercati e presso clienti che altrimenti non avremmo potuto servire. La certificazione TÜV SÜD GS dà la garanzia che il prodotto è stato verificato e testato in accordo alle norme vigenti, e che l’azienda è un‘organizzazione che ha i processi produttivi, legati allo stesso prodotto certificato, verificati secondo le stesse norme applicabili. Per il consumatore nordico questo equivale ad una garanzia, ad un marchio di fabbrica, al fatto che il prodotto va bene, è di qualità, e chi lo produce merita l’acquisto perché il prodotto è sicuro. I paesi nordici sono molto più attenti di altri a questo aspetto, rispetto anche al mercato italiano, dunque l’aspetto certificazione diventa un plus di marketing da spendere sul packaging e spesso fattore di scelta tra Gimi e altri competitor, da parte di clienti tedeschi o nordici in genere. I prodotti Gimi sono presenti sia nella distribuzione moderna che nel dettaglio specializzato. Una politica distributiva dove entrambi i canali convivono è premiante, generalmente la GDO per raggiungere i volumi, il trade tradizionale per veicolare i prodotti di nicchia. Questa consuetudine vale anche per Gimi o avete fatto scelte distributive diverse? In questo caso la divisione non è sempre così netta. In GDO coesistono prodotti con battuta di cassa bassa, con l’obiettivo di fare volumi, con prodotti di nicchia per il consumatore più esperto, che cerca plus diversi, innovazione e valore aggiunto ed è disponibile per questo a pagare di più. L’assortimento è più o meno ampio a seconda del format del punto vendita, maggiore è la superficie, spesso più ampio è l’assortimento, grazie anche ad uno spazio dedicato maggiore. Nel trade tradizionale, le cose non cambiano molto rispetto a quanto descritto: ci sono clienti che hanno assortimenti ampi e clienti che hanno assortimenti più essenziali, ma comunque compare sempre sia il prodotto da volumi sia quello di nicchia, per dare la possibilità di coprire tutti i bisogni. Qui, più che in Grande Distribuzione, è particolarmente importante la collocazione geografica e le relative abitudini di consumo, per cui alcuni prodotti si vendono meglio in alcune zone e meno in altre. Oggi il consumatore è attento sia al prezzo sia alla qualità, dunque occorre FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza possa trovare i prodotti ovunque per coprire le esigenze che ha nel momento preciso in cui acquista: per questo la nostra distribuzione è molto capillare ed è importante esserci nel grande ipermercato come nel piccolo negozio sotto casa. Gimi ha saputo diventare brand in seg- menti di mercato tendenzialmente unbranded. Su quali caratteristiche del prodotto avete lavorato per conferirgli personalità e riconoscibilità presso il consumatore e su quali strumenti di marketing avete agito, oltre alla pubblicità, per costruire un’immagine di marca forte e coerente con il prodotto? Sicuramente la pubblicità è stata per noi una leva importante che ci ha permesso di essere riconosciuti anche da coloro che già utilizzavano i nostri prodotti senza identificarci come brand. I nostri prodotti si collocano in contesti non di svago o divertenti, ma di incombenze quotidiane che ognuno di noi compie: la sfida vinta in termini di comunicazione è stata quella di presentare i prodotti Gimi per ciò che effettivamente sono, ovvero dei validi alleati al fianco dei consumatori italiani con praticità, innovazione, design e anche un tocco di colore. A monte abbiamo lavorato sul valore aggiunto del prodotto, uno stendibiancheria è una cosa molto semplice in sé, perché non renderlo più funzionale per il nostro consumatore per esempio con l’estensibilità, soluzione ideale per gestire lo spazio del bucato in casa? Lo stesso approccio vale per le altre nostre categorie di prodotto: assi, scale, carrelli per la spesa. Abbiamo effettuato ricerche sul consumatore cercando di capire i suoi bisogni e da qui sono nati prodotti funzionali e innovativi, come DinamiK, Advance, Termostiro. Siamo poi sempre alla ricerca di nuove tecnologie e materiali che ci differenzino dalla concorrenza e che ci caratterizzino sempre di più come marca; infine abbiamo lavorato con numerosi clienti con dei progetti “category” ad hoc che ci hanno permesso un’ampia visibilità sugli scaffali e di essere immediatamente riconoscibili al nostro consumatore finale. Per terminare, una domanda su Termostiro, un prodotto che avete definito una ”rivoluzione democratica”, che facilita una delle attività domestiche meno piacevoli: lo stirare. Come siete arrivati a questo unico copriasse termico, frutto della vostra R&S e quali sono le sue peculiarità e quindi i vantaggi per l’utilizzatore? Termostiro è unico perché grazie al suo brevetto è il primo copriasse termico al mondo. È stato studiato dalla nostra ricerca e sviluppo per assecondare i bisogni emersi nelle ricerche di marketing svolte presso le consumatrici, sia perfezioniste che neofite nell’attività dello stirare, che TÜV Italia Journal 13 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza chiedevano di migliorare la propria per- anche con una pianificazione su mezzi formance in termini di tempo e di risul- mai utilizzati prima da Gimi, come le radio nazionali e il web. tati. Il calore di Termostiro, posizionato sulla tavola dell’asse al di sotto della normale foderina, unito al calore del ferro da Contatto: stiro, consente di distendere meglio e più Giovanni Rosa [email protected] velocemente le fibre dei tessuti e quindi rende il ferro più scorrevole e la stiratura più facile. Il lancio è stato fatto in grande stile, con una campagna pubblicitaria molto importante e impattante (la più forte campagna pubblicitaria nella storia Gimi), con centinaia di passaggi su reti RAI, Mediaset e SKY, decine di telepromozioni tra cui quelle con una testimonial d’eccezione come Antonella Clerici durante la Prova del Cuoco, ma ILARIA BEGGI ALESSANDRO D’ALESIO SUDHANA HEM Toscana, dopo la laurea in Scienze Politiche, inizia la sua carriera professionale nell’area commerciale e trade marketing di importanti aziende multinazionali come Danone e l’Oreal, per poi approdare in Max Mayer, importante azienda del settore vernici. Oggi è in Gimi come responsabile marketing per le categorie assi da stiro e scale casalinghe. Pugliese, laurea in Economia Aziendale, ha lavorato con ruoli di sempre maggiore responsabilità nel settore marketing di note aziende del comparto detergenza come il gruppo Bolton-Manitoba, in quello dolciario D&C e nell’ambito dei prodotti freschi in Grandi Salumifici Italiani. In Gimi è responsabile marketing per le categorie stendibiancheria e carrelli per la spesa. Ingegnere belga, laureato a Bruxelles con una tesi sulla “Pianificazione delle traiettorie per robot industriali”, poliglotta, la sua esperienza professionale si è sviluppata in aziende leader come DAB Pumps, Grundfos, Manfrotto, presso le quali ha ideato e depositato alcuni brevetti internazionali molto evoluti. In Gimi è Responsabile Ricerca & Sviluppo. 14 TÜV Italia Journal FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza Italia e Germania sono economie interdipendenti. Cifre e strumenti per crescere insieme ermania tifa Italia in una partnership di successo destinata a crescere e a svilupparsi in futuro. Di questa realtà indiscutibile sono consapevoli e soddisfatti entrambi i Paesi dell’eurozona, anche perché è un dato di fatto che le loro economie sono complementari e interdipendenti. Un’economia non può fare a meno dell’altra. Berlino è da sempre il primo partner commerciale estero di Roma, come confermano i dati dell’interscambio: nel 2011 le esportazioni dell’Italia verso la Germania sono aumentate del 12,5% rispetto al 2010 per un totale di 49,3 miliardi di euro, un dato in valore che supera di circa 2 miliardi il livello raggiunto nel 2008 prima della crisi economica. Nella graduatoria dei principali mercati di sbocco per le esportazioni italiane, la Germania con una quota del 13,1% sul totale dell’export dell’Italia, si conferma anche nel 2011 come principale Paese acquirente per le imprese italiane. La complementare integrazione produttiva si rispecchia anche nella graduatoria dei principali fornitori di merci per l’Italia, dove la Germania si colloca al primo posto con una quota del 15,6% sul totale delle importazioni italiane. Una conferma ci viene anche dall’interscambio Italia – Germania che si è chiuso nel 2011 con un avanzo della bilancia commerciale pari a 13 miliardi di euro, in miglioramento rispetto al deficit di oltre 15 miliardi di euro dell’anno precedente. Considerando la dinamica delle esportazioni italiane sul mercato tedesco, i settori che nel 2011 hanno fatto registrare incrementi superiori alla media sono le macchine per impiego generale (+19,1%), le parti e accessori per autoveicoli e motori (+19,7%), i medicinali e preparati farmaceutici (+16,5%) e in particolare gli articoli in gomma (+29,1%), le apparecchiature di cablaggio (+23,4%), le materie plastiche (+14,4%), nonché i metalli di G Berlino primo partner commerciale dell’Italia. Crescono investimenti e compartecipazioni. L’analisi di Norbert Pudzich, Consigliere Delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica a Milano base preziosi e altri metalli non ferrosi (+16,6%) come anche il settore dei tubi e profilati di cavi in acciaio (+19,8%). Pur se in aumento sul mercato tedesco, nei settori tradizionali dell’abbigliamento e delle calzature i tassi di crescita delle esportazioni sono ancora al di sotto della media (rispettivamente 12,1% e 8,8%). Nel 2011 il settore più dinamico è stato quello dei prodotti per la siderurgia che ha registrato un aumento dell’export sul mercato tedesco del 40%; l’unico settore con variazioni negative delle vendite in Germania (-2,5%) è il comparto dei motori, generatori. I saldi settoriali mostrano un avanzo mercantile rilevante per il comparto delle parti e accessori per autoveicoli che chiude il 2011 con un surplus di 931 milioni di euro. Una parte significativa dell’interscambio fra i due Paesi è basato sulla subfornitura: occorre considerare che nell’export tedesco c’è molta tecnologia italiana, come per esempio nei componenti per il settore automobilistico. Anche i settori di forza tradizionale come l’agroalimentare puntano molto sulla Germania. Se si guarda solo all’attuale fase congiunturale, il confronto fra le due economie di fronte alla crisi mostra molti punti di contatto: dall’elevata base manifatturiera, all’alta percentuale di PMI, molte delle quali a controllo familiare, alla spiccata vocazione per l’export. Per avere una conferma delle strette relazioni fra le due economie basta guardare i flussi di investimenti diretti: in ambedue le direzioni sono quasi equivalenti e le partecipazioni reciproche al capitale fra le imprese in Germania e in Italia sono notevoli. Le aziende italiane apprezzano la posizione centrale della Germania nel mercato europeo; è eccezionale la partecipazione nel settore finanziario, ma anche nel campo della logistica e dell’industria. Le imprese tedesche di solito esplorano il mercato italiano tramite l’apertura di filiali nel nord Italia. Una ricerca realizzata dalla banca dati REPRINT-Politecnico di Milano, ci informa che all’inizio del 2010 le imprese italiane partecipate da aziende tedesche erano 1.389, con oltre 144.500 dipendenti e un volume di affari nel 2009 di 70,3 miliardi di euro. Nella maggior parte dei casi, l’investitore tedesco detiene una partecipazione di controllo: si tratta di 1.304 imprese con circa 137.900 dipendenti e un giro di affari annuo di oltre 67,5 miliardi di euro nel 2009. Anche la Bundesbank (Bestandserhebung über Direktinvestitionen, aprile 2012) con una rilevazione effettuata direttamente sulle aziende investitrici, conferma che nel 2010 l’Italia si colloca all’ottavo posto della classifica dei Paesi destinatari di investimenti esteri tedeschi (dopo Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia e Svizzera). Inoltre le 1.249 imprese italiane partecipate da società tedesche al 31 dicembre 2010 occupavano circa 180.000 dipendenti, per un giro d’affari annuo pari a 95,6 miliardi di euro. Le imprese tedesche partecipate da società italiane mantengono invece una forte specializzazione sia rispetto all’insieme delle partecipazioni italiane TÜV Italia Journal 15 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza all’estero, sia rispetto all’insieme delle partecipazioni estere in Germania nei numerosi settori di tradizionale competitività dell’industria italiana (agroalimentare, abbigliamento, materiali per l’edilizia, meccanica) e/o tedesca (metalli di base, meccanica), oltre ai servizi finanziari e alle assicurazioni (come riflesso della presenza dei due grandi Gruppi italiani: Unicredit e Assicurazioni Generali). È interessante osservare come gli investimenti italiani in Germania risultino specializzati rispetto al complesso degli investimenti esteri in Germania anche negli altri settori di tradizionale competitività dell’industria italiana (tessile, cuoio e calzature, mobili e altre industrie manifatturiere), ma non rispetto all’insieme degli investimenti italiani all’estero, essendosi questi indirizzati in misura massiccia negli ultimi anni verso Paesi a più basso costo del lavoro, prevalentemente in Europa Orientale. La Camera di Commercio Italo-Germanica è un punto di riferimento importante per le aziende che operano in entrambi i Paesi e fu una delle prime camere bilaterali estere di origine tedesca. La sua costituzione ufficiale risale al 1921; oggi lavora in una rete composta da 120 Camere di Commercio tedesche all’estero (AHK), delegazioni ed uffici di rappresentanza in 80 Paesi per un totale di 1.700 dipendenti. La rete è legata all’Unione dell’Industria e del Commercio Tedesco (DIHK) che insieme supportano le imprese nell’avvio e nello sviluppo dei rapporti economici con l’estero, oltre a collaborare in loco con le ambasciate e i consolati generali. La missione per la promozione del Commercio estero, per quanto riguarda l’Unione dell’Industria e del Commercio Tedesco (DIHK) e la rete delle Camere di Commercio estere (AHK), ha due obiettivi: 1. la rappresentanza ufficiale dell’economia tedesca nel Paese ospitante e la fornitura di servizi per le imprese. 2. La Camera, come AHK, è incaricata di rappresentare gli interessi dell’economia tedesca in Italia e promuove, nell’interesse dei suoi associati, le relazioni economiche bilaterali con il mondo della politica, dell’economia e con le amministrazioni del paese in cui opera. La Camera, su incarico del Governo Federale Tedesco, sostiene, attraverso la propria società di servizi “DEinternational Italia Srl” le aziende straniere che cercano accesso al mercato italiano e quelle italiane che vogliono inserirsi nel mercato tedesco o in altri mercati esteri, mettendo a loro disposizione appositi servizi, oltre a supportarle con attività di consulenza ed assistenza. Lo sviluppo del mercato è un altro dei compiti principali di DEinternational Italia Srl, con lo scopo di far conoscere tecnologie e metodi in Italia. Ad esempio, le aziende tedesche che possiedono un vantaggio competitivo nello sviluppo e nel mercato in settori come quelli delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, dell’edilizia cercano di introdurre i relativi prodotti sul mercato italiano. L’attività di sviluppo inizia sulla base delle raccomandazioni della commissione strategica della Camera, in parte con il sostegno di gruppi di lavoro, e in un primo momento con la ricerca e l’elaborazione delle informazioni necessarie. Dopo una prima fase di relazioni commerciali gestite dal proprio paese, molte aziende aprono una filiale che, oltre ad occuparsi della parte distributiva, si occupa del servizio clienti e della manutenzione dei prodotti. Di solito si tratta di aziende non completamente autosufficienti in termini economico-aziendali, per cui costrette ad acquistare servizi da terzi. In quest’ambito DEinternational Italia Srl offre una vasta gamma di servizi soprattutto per le PMI. Si occupa di ricerca e gestione del personale, registrazione di prodotti e componenti per certificati di sicurezza o di qualità, registrazioni nell’ambito del management di imballaggi o sistemi di riciclaggio, rimborso dell’IVA, identificazione diretta ai fini IVA o assistenza nel sistema di gestione degli acquisti presso le Nazione Unite. Un altro servizio importante della Camera è il suo network “Norme e Tributi” che funziona come una piattaforma che risponde alle esigenze delle aziende tramite consulenza legale e fiscale di ottima qualità. Tale piattaforma viene utilizzata attualmente da circa un migliaio aziende. Nel 2009 è iniziato anche il lavoro nell’ambito della promozione degli investimenti e la ricerca di investitori; tale lavoro, che nell’interesse della competitività europea sta acquistando sempre maggiore importanza, richiede attività specifiche per analizzare le strategie di internazionalizzazione, per identificare particolari fattori di promozione territoriale, per promuovere poli economici, per curare i contatti con gli investitori stranieri e infine per cercare nuovi potenziali investitori. C’è una forte convergenza tra Italia e Germania sui temi della cooperazione strettamente collegata alle politiche della crescita, dei servizi, della mobilità, dei temi ambientali e dell’industria. Italia e Germania, quali paesi fondatori, hanno qui una particolare responsabilità. Le nostre relazioni hanno una solida base di amicizia e si sono consolidate nei secoli. L’intensità e la molteplicità dei contatti nel campo economico, culturale e turistico dimostrano che questo legame è uno dei pilastri in Europa e che dobbiamo portare avanti il lavoro iniziato per l’Europa futura. NORBERT PUDZICH Dopo la laurea in giurisprudenza in Germania, e quella in scienze politiche ed economia aziendale in Germania e USA, inizia la sua carriera di alto funzionario nel sistema delle Camere di Commercio Tedesche con un periodo di training in Messico (AHK Messico) e successivamente a Bonn (Unione dell’Industria e del Commercio Tedesco). Dal 1982 al 1985 è Consigliere personale del Presidente dell’Associazione Nazionale dell’Artigianato nella capitale tedesca di allora e, successivamente, è nominato Vice Segretario Generale presso la Camera dell’Artigianato a Karlsruhe. Dal 1991 è in America Latina, prima in Guatemala, come Segretario Generale di AHK Guatemala quindi, come Delegato dell’Economia Tedesca partecipa, in Costa Rica, alla fondazione di AHK America Centrale. Termina la sua permanenza nel continente sudamericano nel 2003, dopo nove anni a Bogotà come Delegato dell’Economia Tedesca e Segretario Generale di AHK Colombia. Torna in Europa nel 2003 assumendo la carica di Delegato dell’Economia Tedesca e Consigliere Delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica a Milano (AHK Italien), oltre a presiedere il Consiglio di Amministrazione della DEinternational Italia Srl (la società di servizi della Camera), ruoli che ricopre tutt’oggi. 16 TÜV Italia Journal FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza Comunicare è hi tech: sfida globale al mercato della cybersecurity Per Selex Elsag, società del gruppo Finmeccanica, Ricerca & Sviluppo sono funzioni centrali. E garantiscono una quota importante del fatturato sui mercati internazionali. Ce ne parla il Direttore Generale Paolo Piccini. ELEX Elsag, azienda del gruppo Finmeccanica, progetta e sviluppa sistemi elettronici per la supervisione, il controllo e le comunicazioni, spaziando in molteplici settori: difesa, ICT, logistica, mobilità, sicurezza, settore avio. Un’azienda italiana leader con un’importante expertise costruita nel tempo. Attraverso quali passaggi la società ha ampliato le sue competenze per arrivare ad essere un importante player internazionale nei suoi settori di attività? S Nata nel 1969 come Marconi Communication Systems Ltd (all’interno del gruppo The Marconi Company Ltd, General Electric), la società divenne nel 1991 GEC Marconi Communications Ltd e nel 1999 cambiò nome in Marconi Communications Defence Systems Ltd. Pochi mesi dopo, fu ceduta da GEC (General Electric Company) a British Aerospace, diventando Marconi Mobile Ltd nel 2000. È nel 2002 che l’azienda entra nell’orbita di Finmeccanica assumendo la denominazione di Marconi Selenia Communications S.p.A. L’anno successivo cambia nome in Selenia Communications S.p.A. e, nel 2005, in SELEX Communications S.p.A. Negli anni, la società ha ampliato molto le proprie attività, fino ad includere sistemi radiomobili professionali, sistemi avionici, di comando e controllo, di comunicazione tattica, strategica, navale e satellitare, diventando una multinazionale che matura una buona parte del proprio fatturato sui mercati internazionali. Il primo giugno 2011, dopo la fusione con un’altra azienda Finmeccanica, Elsag Datamat, l’azienda ha assunto l’attuale denominazione SELEX Elsag, rafforzando all’interno del Gruppo il suo ruolo di punto di riferimento nell’ambito dell’Information and Communication Technology, della sicurezza, della cyber security e dell’automazione, sia sui mercati domestici (Italia e Regno Unito), sia su quelli internazionali. La produzione SELEX Elsag è la sintesi del vostro impegno in R&S: come si muove TÜV Italia Journal 17 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza l’azienda in questo settore, quale è il ruolo della sua struttura di ricerca in Italia e quali sono le collaborazioni con Istituti e Università? Le principali sedi italiane di SELEX Elsag coinvolte in attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) sono quelle di Genova, con una superficie di circa 30.000 mq. lordi, di cui 20.000 al coperto, di Pomezia (Roma) con superficie di 120.000 mq. lordi, di cui 35.000 al coperto, di Firenze con 24.000 mq. lordi, di cui 15.000 al coperto, di Misterbianco (Catania) con una superficie di 8.000 mq. lordi, di cui 5.000 al coperto e di L’Aquila, con una superficie di circa 5.500 mq. lordi, di cui 5.000 al coperto. Da menzionare, inoltre, l’innovation Lab di SELEX Elsag a Genova che, con i suoi 2.000 mq di estensione, è il più grande laboratorio italiano dedicato allo sviluppo e al testing di soluzioni e tecnologie avanzate per il material handling. L’impianto rappresenta per SELEX Elsag la nuova frontiera tecnologica nell’ambito dell’automazione e integra tutte le funzioni di un sistema di smistamento evoluto: ricezione dei materiali, loro identificazione mediante lettura di tag RFId e codici a barre, smistamento, tracciatura e controllo del singolo pacco fino al rilascio in corrispondenza dello scivolo di destinazione. SELEX Elsag è impegnata in molte attivi- 18 TÜV Italia Journal tà di ricerca e sviluppo. I suoi laboratori di sviluppo e progettazione collaborano con i centri e le organizzazioni esterne attivi nei settori di interesse, e con le università italiane e straniere. La collaborazione con gli atenei italiani assume ogni volta la forma ritenuta più opportuna: ospitare studenti che svolgono la tesi di laurea su argomenti di interesse, partecipare a dottorati di ricerca e master, promovere contratti di consulenza per la conduzione di attività di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Le università con le quali sono stati stipulati e sono attivi i principali contratti per attività di ricerca applicata sono state selezionate in base alle competenze negli argomenti di interesse e sono quelle di Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Genova, Catania, Pisa, L’Aquila, Messina, Siena, Perugia, Torino, Milano, Firenze, Palermo, oltre a importanti istituti, quali CNR, istituto INFM e CNIT. Automazione nel settore postale, nella gestione dei bagagli in transito in aeroporto, stazioni mobili per comunicazioni radio di emergenza: contesti diversi ma situazioni dove l’adozione di sistemi di automazione o comunicazione messi a punto da SELEX Elsag ha portato ad un miglioramento del servizio. Può sinteticamente illustrare ai nostri lettori le caratteristiche dei vostri interventi per l’aeroporto Leonardo da Vinci e per la gestione delle comunicazioni nel recente post terremoto in Emilia Romagna? Il “Net 6000”, il nuovo sistema di smistamento dei bagagli in transito dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma è stato realizzato da SELEX Elsag in soli quattro mesi. Si tratta del più avanzato impianto di questo tipo realizzato in Italia, e ha permesso al Leonardo da Vinci, primo aeroporto per traffico in Italia e sesto scalo in Europa, di ottenere miglioramenti significativi sui servizi offerti ai passeggeri. L’investimento di 20 milioni di euro ha ridotto notevolmente la possibilità che le valigie trattate siano smarrite o disguidate - il 44% in meno rispetto allo scorso anno - consentendo un ricongiungimento “bagaglio-passeggero” vicino al 100%. Il “cervello” della struttura è il sistema di smistamento MBHS (Multisorting Baggage Handling System) di SELEX Elsag, in grado di gestire un flusso di 6000 bagagli/ora. Un evento come il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna ha dimostrato quanto sia importante, in situazioni del genere, potersi avvalere di un sistema di comunicazione affidabile e sicuro, in grado di permettere un efficace coordinamento delle operazioni di emergenza. Ed è proprio per potenziare il sistema di comunicazione regionale che SELEX Elsag ha offerto il suo contributo di know how e tecnologia mettendo a disposizione di Lepida, l’ente che gestisce le reti di telecomunicazione d’interesse pubblico dell’Emilia Romagna, stazioni mobili per migliorare la copertura radio delle aree interessate dal sisma e terminali utente per i soccorritori. Gli apparati sono stati configurati per essere utilizzati da Protezione civile, 118, polizie municipali e provinciali nell’ambito della rete “ERretre” (l’infrastruttura radiomobile per i servizi di emergenza della regione basata su tecnologia TETRA), operativa dal 2004 e realizzata da un consorzio guidato da SELEX Elsag. La società, inoltre, ha messo a disposizione i propri tecnici per l’installazione degli impianti. Smart City, informatizzazione dei servizi e protezione dei cittadini. SELEX Elsag collabora anche con Amministrazioni locali per la messa a punto di questi ambiziosi progetti, come quello con il Comune di Genova per arrivare ad una “città intelligente”, sia sul fronte delle infrastrutture che su quello dei servizi. Illustri ai nostri lettori l’impegno di SELEX Elsag a supporto della Smart City? Genova è stato il primo comune in Italia ad aggiudicarsi numerosi progetti finanziati dall’Europa sui temi della sostenibilità energetica. Per SELEX Elsag dunque rive- stono particolare importanza il Protocollo di Intesa firmato con il Comune di Genova nel 2011 finalizzato alla cooperazione per una città più “intelligente” ed ecosostenibile - le cui principali aree di progetto e di intervento riguardano il risparmio energetico e la sicurezza - e la partecipazione all’associazione Genova Smart City, un gruppo di istituzioni, enti e imprese che ha lo scopo di supportare la partecipazione del Comune al bando europeo “Smart City”, attraverso l’elaborazione di proposte progettuali innovative. Al capoluogo ligure SELEX Elsag non solo apporta tecnologie, ma anche consulenza per affiancare ed aiutare l’amministrazione nel finanziamento “sostenibile” dei progetti, in grado di recuperare parte dei savings dall’ottimizzazione dei processi per poterli reinvestire, ad esempio, in politiche sociali di inclusione. Questo percorso potrebbe estendersi a Roma, Milano, Torino, Firenze, Cagliari, l’Aquila e alle principali città europee, fino alle nuove città digitali, costruite ex novo con criteri eco-sostenibili, come Songdo, in South Korea. SELEX Elsag è una delle numerose aziende del gruppo Finmeccanica: quale ritiene sia il valore aggiunto che porta ai suoi clienti e al gruppo per aumentarne la competitività nei confronti dei concorrenti, anch’essi gruppi di rilevanza mondiale? Da quando nel 2011 si è costituita, SELEX Elsag ha assunto all’interno del Gruppo Finmeccanica il ruolo di azienda di riferimento per la progettazione e lo sviluppo di sistemi, prodotti, soluzioni e servizi ad alta tecnologia per le comunicazioni sicure. La fusione tra Elsag Datamat e SELEX Communications ha creato un unico centro di competenza all’interno del Gruppo nel campo dell’integrazione e gestione di reti ICT sicure con applicazioni verticali nei settori militari, professionali, dell’avionica, della cyber security, della sicurezza e dell’automazione. L’unione delle due aziende ha consentito di sviluppare sinergie di offerta e di mercato in modo più strutturato, con soluzioni piu ampie e complesse, con un più elevato livello di sviluppo tecnologico e commerciale e una maggiore efficienza operativa. Il Programma Interpolizie TETRA (PIT) prevede la realizzazione di una rete radio unificata, basata sullo standard TETRA, per le comunicazioni sicure delle Forze di Polizia italiane, in tutto il territorio nazionale. In alcune regioni italiane il programma è già stato avviato, ma ad un certo punto si è fermato. Perché? Come si sta muovendo SELEX Elsag? Il Programma Interpolizie TETRA è nato nel 2003 da un Protocollo di intesa fra il Ministero dell’Interno e Finmeccanica. Nel 2006 sono stati finanziati gli interventi in Campania e nella Provincia di Torino, TÜV Italia Journal 19 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza nel 2007 in Basilicata e Calabria. Nel 2009, il CIPE aveva deliberato il finanziamento della regione Sardegna, che però è stato sospeso dalla Legge di Stabilità 2012. Attualmente SELEX Elsag sta elaborando alcune proposte per sbloccare la situazione e riprendere la realizzazione del programma. SELEX Elsag ha sedi in tutto il mondo, anche in Germania, dove controlla due aziende: una specializzata in sistemi di comunicazione radio e un’altra nella fornitura di servizi ICT. Qual è l’offerta dell’azienda nel contesto di un mercato, quello tedesco, tanto interessante quanto competitivo e presidiato da colossi locali? SELEX Elsag è presente in Germania con due ditte, SELEX Communications Gmbh (con sede a Backnang, a 30 Km da Stoccarda) e VEGA Deutschland Gmbh (con sede a Colonia). SELEX Communications GmbH è attiva nel mercato militare e in quello civile professionale (industrie, trasporti, organizzazioni statali e municipali, compagnie elettriche ecc.), ed offre servizi nella progettazione ed integrazione di sistemi di comunicazione (sia IP che multiplexing based), e di sistemi professionali di comunicazione radio (ponti radio, puntomultipunto, a canale singolo compresi sistemi militari, nonché prodotti nel portafoglio TETRA e DMR). Formata da Anite Deutschland, VEGA Deutschland GmbH è ora di proprietà di SELEX Elsag Spa e, in virtù di un esperienza di oltre 30 anni, ha sviluppato rapporti di lunga data con aziende leader nel campo della difesa, della finanza, dell’industria e dell’istruzione superiore, e ha raggiunto un livello di eccellenza nell’implementazione di progetti SAP complessi. La sua divisione ICT Services offre supporto ai clienti per analisi, project management, pianificazione ed implementazione delle infrastrutture, processo IT di programmazione ed introduzione. VEGA Deutschland fornisce inoltre soluzioni in varie aree del panorama IT: sicurezza IT, memoria dati, PCM (Process, change and quality management), applicazioni e monitoraggio delle infrastrutture, SAP Student Lif ecycle Management (SLCM). Nell’ambito delle comunicazioni professionali SELEX Elsag produce anche telefoni portatili da utilizzare in ambienti a rischio di esplosione. Per il vostro PORTABLE RADIO PUMA T3 PLUS 2EX, TÜV Italia ha rilasciato la certificazione ai sensi della Direttiva 94/9/CE “ATEX 95”. Quali requisiti devono soddisfare questi telefoni predisposti per essere utilizzati in ambienti pericolosi? Il PUMA T3 Plus2 Ex permette di comunicare nella massima sicurezza anche in ambienti pericolosi - come ad esempio gasdotti, oleodotti, raffinerie, impianti industriali onshore e offshore, impianti petrolchimici – poiché è stato progettato tenendo conto di una serie di requisiti in grado di soddisfare le richieste degli operatori professionali che operano in questi ambienti a rischio. La radio ad esempio è caratterizzata da elevata ergonomicità; la tastiera, con ampi spazi tra i tasti, permette l’uso anche indos- sando i guanti e il display grafico a colori ad alta risoluzione assicura un’eccellente visibilità con ogni tipo di illuminazione, anche in ambienti pieni di nebbia o fumo. Il terminale, inoltre, consente l’utilizzo di un’ampia gamma di accessori audio e comunicazione dati, grazie ad una estrema facilità di connessione. Essendo fornita di un’alta classe audio (1W in uscita) che mantiene le prestazioni anche in ambienti tipicamente rumorosi, la radio garantisce l’intelligibilità praticamente in tutte le situazioni. Il PUMA T3 Plus2 Ex, poi, è stato equipaggiato internamente con un dispositivo denominato “uomo morto” (mandown) che si attiva tramite l’inclinazione dell’asse longitudinale con quello verticale della radio. In caso di decesso o perdita dei sensi, quindi, la radio, precedentemente configurata, invia un messaggio di allarme o lancia una telefonata predefinita. Al fine di garantire una efficiente gestione delle risorse, inoltre, la radio invia periodicamente i dati precisi sulla posizione dell’operatore o delle squadre di operatori per garantire l’assistenza in tutte le situazioni. Contatto: Francesco Lega [email protected] PAOLO PICCINI Dopo la laurea in Ingegneria Elettronica conseguita presso la Facoltà di Ingegneria di Genova, inizia il suo percorso professionale in Olivetti per passare, nel 1991, in Marconi Communications di cui, nel 2000, è nominato Amministratore Delegato. Nel 2002 entra in Finmeccanica dove ricopre nell’ordine le cariche di Vice Presidente Operations, Vice Presidente dei Mercati Internazionali e Direttore Generale di SELEX Communications, azienda del gruppo che opera nel settore delle comunicazioni sicure civili e per la difesa. Attualmente è Direttore Generale di SELEX Elsag, azienda nata dalla fusione tra Elsag Datamat e SELEX Communications. 20 TÜV Italia Journal FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza Il cartone amico del cibo e dell’ambiente Dal 1973 Trevikart produce imballaggi innovativi e sicuri. Benedetta Zago, del Cda del gruppo Pro-Gest, ci spiega come non deludere mai clienti esigenti come sono gli europei e in particolare i tedeschi. revikart, che nasce nel 1973 come scatolificio, oggi appartiene al gruppo cartario Pro-gest, e non si può presentare l’azienda senza presentare il gruppo, che controlla l’intera filiera produttiva dall’origine della materia prima, passando dalla raccolta e macero di rifiuti in carta e cartone, permettendo una tracciabilità precisa del prodotto, che è 100% Made in Italy. Illustra ai lettori della rivista quarant’anni di storia, iniziata con la produzione di scatole e che oggi, grazie a visione, determinazione ed investimenti, è quella di un gruppo composto da 19 aziende, terzo in Italia nel settore, presente con la sua produzione nei vari T segmenti del settore carta? Trevikart nasce nel ‘73 come scatolificio e lavorazione conto terzi per altre grosse aziende del settore, ma si svincola quasi subito dal lavoro di terzista, poco remunerativo, e cerca il contatto diretto con il cliente, fornendo fin dall’inizio qualità, servizio ed innovazione, punti di forza dell’azienda già allora, e ancor oggi elementi strategici sia di Trevikart che del gruppo. Innovativo ad esempio per quegli anni il divisorio di cartone da inserire nelle classiche scatole per vino, in modo da preservare le bottiglie da eventuali rotture durante il trasporto. Emerge presto la necessità di un approv- vigionamento diretto alla materia prima cartone ed ecco che dopo neanche 10 anni di attività Trevikart installa il suo primo ondulatore all’interno dell’azienda. L’obiettivo del gruppo diventa quindi quello di risalire la filiera del cartone per integrare il più possibile le fasi produttive e, anno dopo anno, la catena viene completata: dall’imballo, all’ondulatore, alle cartiere, di recente ampliata anche alla raccolta del macero. Pro-Gest diventa il gruppo privato numero uno in Italia nella gestione dell’intera filiera del cartone. Nel corso degli anni si sono aggiunti ai prodotti tradizionali, le scatole da pizza, dove Trevikart con il suo marchio Cuboxal è il numero 1 in Europa TÜV Italia Journal 21 FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza per la produzione di imballi per alimenti, plateau e vaschette per l’ortofrutta, scatole ed imballi di ogni genere, fino a sperimentare, oggi, anche gli arredi in cartone riciclato con la fondazione della P-ONE, una partnership tra Pro-gest e Publiremor. A rafforzare il primato di Pro-Gest, contribuisce anche la grande varietà di modelli e tipologie di carta, dal tissue, all’alimentare, all’industriale, di diversi tipi di cartone, dall’ultra leggero e fine all’ultra spesso e resistente al peso e alla compressione, (per i clienti che necessitano di robustezza), cosi come agli sbalzi termici per il settore alimentare, nelle svariate declinazioni. Il percorso di Pro-Gest, che è oggi gruppo leader in Italia nel settore con oltre 300 milioni di euro di fatturato e circa 1000 tra dipendenti e collaboratori, si compie anche nell’ottica dell’ecosostenibilità. Molteplici sono le certificazioni dei vari stabilimenti, dall’ambiente alla sicurezza, e la certificazione di prodotto. Una scelta strategica che indica la capacità di guardare oltre, verso il futuro e le nuove sfide, alla costante ricerca di nuove soluzioni e applicazioni per dare nuova vita alla carta. Focalizziamo l’attenzione sul cartone e sul cartone ondulato: quali sono i requisiti a cui deve rispondere il cartone utilizzato per gli imballi primari, quali invece quelli del cartone ondulato destinato agli imballi secondari e con quali tipologie di prodotto soddisfate queste esigenze del mercato? Il cartone per gli imballi primari deve rispondere a requisiti di alimentarietà, resistenza, costanza di prodotto, appeal. Il cartone per gli imballi secondari deve rispondere a requisiti di robustezza, costanza di prodotto e resistenza agli sbalzi ter- 22 TÜV Italia Journal mici. Per entrambi servizio e qualità sono dei must. Il cambiamento degli stili di vita ha inciso anche su quelli alimentari con la progressiva crescita dell’abitudine del take away e dei cibi confezionati e surgelati. Con Cuboxal, divisione di Trevikart, il vostro gruppo è leader europeo nella produzione e commercializzazione di cartoni per pizza, imballi che esportate in tutto il mondo. Oltre a proteggere il cibo, permettere un trasporto agevole ed avere un’immagine accattivante, a quali caratteristiche intrinseche deve rispondere questa tipologia di imballo per garantire la sicurezza degli alimenti contenuti? Cuboxal produce scatole per alimenti, da qui la propensione all’utilizzo di carte il più pure possibili, che rispondano ai requisiti di alimentarietà per prodotti unti come la pizza e altro take away. Importante è l’utilizzo di carte in pura cellulosa. Cuboxal è certificata BRC, garanzia per il consumatore finale che l’intera produzione si svolge in un ambiente controllato e quasi asettico. Entro il 2012 è prevista anche la certificazione FSC e PEFC. La pizza è un piatto della nostra tradizione gastronomica diventato una consuetudine in tutto il mondo. La Germania non sfugge a questa moda e quindi anche Trevikart guarda a quel paese per l’esportazione dei suoi cartoni per pizza, e non solo. A quali dei vostri prodotti è interessato il mercato tedesco e quali le condizioni indispensabili per soddisfare i vostri clienti d’oltralpe? Il tedesco, ma l’europeo in genere, è un cliente pignolo e preciso. Cuboxal è stato il primo produttore italiano a fornire la Germania con la scatola pizza, 35 anni fa. L’intera gamma di misure e modelli (oltre 200) trova clientela in Germania. Qualità, servizio, innovazione ad un corretto prezzo di mercato, fanno ancora oggi la differenza. Trevikart ha conseguito con TÜV Italia la certificazione BRC Packaging che, oltre a favorire l’adempimento agli obblighi legali, aiuta a fornire protezione al consumatore garantendo la sicurezza igienico-sanitaria dei materiali di imballaggio, senza tralasciare tutte le problematiche dell’industria. Questa certificazione riguarda lavorazioni che coinvolgono, oltre al cartone, anche inchiostri, rivestimenti ed adesivi: spiega ai nostri lettori i rischi generati da prodotti non qualitativamente idonei utilizzati in queste fasi della produzione alimentare? La certificazione BRC prevede che si selezionino e controllino i prodotti utilizzati ogni giorno, ma soprattutto prevede che ogni momento della produzione, dallo scarico del cartone all’uscita del box sia controllato. Si parte dal controllo in accettazione con relativo test sul prodotto in arrivo, all’ispezione del camion in partenza, prima del carico. Lo stabilimento nel suo complesso, e quindi l’immobile, i macchinari, il livello di pulizia, l’igiene del personale, è sottoposto a controllo mensile. In questo modo il prodotto finito che ne esce è predisposto al trasporto di un prodotto alimentare caldo, che successivamente viene consumato. La tutela del consumatore è garantita al 100%. FOCUS: Italia e Germania, la strada della convergenza tà dei designer ha permesso di trasformare in valore aggiunto qualsiasi problematicità: un esempio tra tutti è quello delle lampade che sono state progettate con cura per non incorrere mai in problemi di surriscaldamento. Trevikart, e tutte le aziende del gruppo Pro-Gest, utilizzano come materia prima per le loro produzioni la carta, un prodotto tradizionalmente “green”, ma con un ciclo di lavorazione che richiede importanti consumi di acqua e di energia. Attraverso quali processi si concretizza l’impegno del vostro gruppo in generale verso la salvaguardia dell’ambiente, ed in particolare verso il territorio che ospita le vostre attività produttive? È obiettivo del Gruppo ridurre al minimo l’impatto ambientale della nostra produzione, un processo necessariamente graduale, ma primario. Tra gli interventi messi in atto in questa direzione segnaliamo l’installazione dell’impianto di depurazione biologica delle acque in uscita dalla cartiera di Villa Lagarina (TN), che è la più innovativa a livello nazionale, oltre ad essere l’unica in Italia ad essersi dotata della più grande e avanzata macchina da carta del mondo in grado di produrre nei suoi 200 metri di lunghezza, ad una velocità di oltre 1300 mt di carta riciclata al minuto, utilizzando un consumo di acqua inferiore di circa il 30% rispetto a quelle tradizionali. È stato inoltre attuato un potenziamento dei recuperi energetici del calore, cosa che dal 2011 consente alla cartiera la piena autosufficienza energetica, e che a breve consentirà la realizzazione di un progetto di teleriscaldamento esteso ai comuni limitrofi. Avendo sempre una forte attenzione al territorio in cui gli stabilimenti sono inseriti, vengono attuate misure che permettono di ridurre l’impatto dell’attività industriale sulla comunità, come ad esempio è avvenuto alla Cartiera di Tolentino (MC), all’interno della quale è stata rinnovata la viabilità dei tir e nella quale è stato costruito un doppio muro interno. Nella Cartiera di Villa Lagarina invece, a breve, sarà ultimato un progetto di ristrutturazione della cartiera che mira a ridurre anche l’impatto visivo sull’ambiente, che prevede inoltre la creazione di un’area di giardini pubblici che sarà donata alla città. La natura della nostra attività è fondamental- Contatto: Daniela Siconolfi [email protected] mente “green”: il cartone riciclato è il futuro, perché non comporta il disboscamento, oltre ad essere più sostenibile anche dal punto di vista industriale. Ad esempio, per produrre una tonnellata di fibra di carta vergine occorrono 15 alberi, 440.000 litri di acqua e 7.600 kwh di elettricità, mentre per riciclarla occorrono nessun albero, 1.800 litri d’acqua e 2.700 kwh di elettricità! Per rispondere alle richieste di un mercato di nicchia ma di immagine, capitalizzando le vostre conoscenze tecniche sulla materia prima e sulle sue lavorazioni, con il supporto dei vostri reparti di ricerca e sviluppo e di progettisti e design, Pro-get ha creato Eco Design una collezione di sedute, tavoli, lampade, librerie in cartone decorato, dalle forme anche tondeggianti. Alcuni di questi oggetti, proprio per la loro funzione, devono sopportare forti sollecitazioni ma rispondono adeguatamente a questi stress. Quali sono le caratteristiche del cartone che vengono esaltate in questi complementi di arredo? In questa collezione di eco-arredi, realizzata in collaborazione con il designer Roberto Pamio e Fabbian, il cartone viene esaltato non solo per la sua sostenibilità ma anche per la sua leggerezza e duttilità. Grazie agli inserti di metallo, legno o tessuto, il cartone è stato “avvicinato” al pubblico, che non è abituato a vedere usare questo materiale nell’arredo di alta qualità. Questo ha consentito di migliorare le performance tecniche lì dove potevano esserci delle “debolezze”, elevando al massimo un prodotto proveniente dal riciclo che incarna la materia prima del futuro. La creativi- BENEDETTA ZAGO Dopo un anno di studi negli USA, conseguita la maturità scientifica, entra in Cuboxal, divisione di Trevikart, società acquisita dal gruppo Pro-gest nel 1992, nell’ambito della quale sviluppa soprattutto la parte export. Nel 1998 è nominata Amministratore Delegato della filiale tedesca dell’azienda, attiva nel mercato della carta da macero e partner del gruppo tedesco Remondis, leader in Germania nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti. Inoltre, come membro del Consiglio di Amministrazione del gruppo Pro-gest partecipa direttamente alle acquisizioni, impegnandosi nell’integrazione dei diversi processi produttivi. Oltre agli impegni aziendali, è membro del Consiglio Direttivo di Unindustria Treviso, e dalla primavera 2010 anche membro della Giunta Esecutiva. Recentemente ha gestito l’acquisizione da parte del gruppo Pro-gest dello stabilimento Gatorade di Silea (TV), di cui si è evitata la chiusura, reimpiegando buona parte della forza lavoro. TÜV Italia Journal 23 Dalla sicurezza, alla creazione del valore ÜV SÜD: un acronimo ed un marchio intrinsecamente legati a concetti come sicurezza e affidabilità. Racconta, così come chiediamo a tutti i nostri intervistati, la storia ultracentenaria dell’ente, diventato un punto di riferimento tecnico a livello internazionale per aziende, istituzioni e mercati? T L’ente si costituisce nel gennaio 1866 per volontà di alcuni proprietari di caldaie che, dopo la tragica esplosione a Mannheim di una caldaia, danno vita al DÜV, Associazione per il controllo e la sicurezza della caldaie, con l’obiettivo di garantire la sicurezza delle loro 37 caldaie e di coloro che ci lavoravano. Fin dalla sua fondazione, l’ente non ha mai smesso di accompagnare il progresso tecnico, e trent’anni dopo la sua nascita, l’allora DÜV, incomincia ad occuparsi della sicurezza degli impianti elettrici. L’inizio del nuovo secolo vede i tecnici dell’ente impegnati nelle prime ispezioni sulle poche auto allora circolanti e sui test di guida, attività di controllo che successivamente interesserà la sicurezza degli ascensori e delle attrezzature in pressione, delle miniere e delle prime reti di fornitura di energia elettrica. È prima della secon- 24 TÜV Italia Journal Un secolo e mezzo di successi alle spalle, TÜV SÜD continua a crescere sui mercati globali. Intervista a Joachim Birnthaler, CEO TÜV SÜD Western Europe da guerra mondiale, per volontà del governo tedesco, essendo l’associazione un organismo statale, che l’ente cambia nome e acquisisce l’attuale di TÜV (Technischer Uberwachungsverein), in italiano Associazione Tecnica di sorveglianza, mantenendo inalterate le sue funzioni e le sue attività. Con la fine della guerra i vincitori aboliscono tutte le associazioni tecniche tedesche, ma nel 1947 TÜV viene rifondato in Baviera, e il successivo periodo di ricostruzione rappresenterà per l’ente un’eccezionale opportunità di nuovi impegni, con lo sviluppo di servizi in numerosi settori, tra cui il nucleare e la protezione ambientale, che vengono ad affiancarsi agli altri svolti dal TÜV per conto dello stato tedesco. Una svolta fondamentale alle attività dell’ente è stata data dalla creazione del mercato unico europeo, che ha portato alla liberalizzazione e alla deregolamentazione dei mercati nazionali, e quindi all’interesse da parte di TÜV verso nuove opportunità, proiettando la visione del business verso l’internazionalizzazione. Nel 1989 nasce Product Service, l’ente del gruppo specializzato nei test e nella certificazione di prodotto e, nel 1994, di Management Service, l’ente che gestisce le attività certificative di sistema. Siamo nel 1996 quando TÜV Bayern Sachsen e TÜV Sudwest, fondendosi, danno vita a TÜV Süddeutschland che diventa, nel 2005, a seguito dell’integrazione con altri TÜV, l’attuale TÜV SÜD. Parallelamente alle trasformazioni societarie che ho descritto, è avvenuto all’interno dell’ente anche un cambiamento culturale nell’approccio alle attività, dovuto al passaggio da essere un’istituzione statale a impresa indipendente, con una caratteristica rispetto alla maggioranza dei competitor, di appartenere ad un’Associazione, composta da circa 15000 aziende, e a una fondazione, una struttura proprietaria, quindi, che non rispon- TÜV SÜD Storie de ad azionisti di riferimento, favorendone l’indipendenza, uno dei valori di base nella conduzione delle attività. Parlavo di cambiamento culturale nell’approccio, perché oggi il fulcro del nostro lavoro non è solo la verifica della sicurezza di sistemi, processi e prodotti, ma a questa si aggiunge la loro ottimizzazione economica, a tutto vantaggio dei nostri clienti, ben sintetizzato dal nostro claim “Scegli la certezza. Aggiungi valore” che compare sotto il nostro logo ottagonale. Abbiamo parlato del passato, adesso guardiamo al presente e alle prospettive future. Come si posiziona oggi sui mercati internazionali il gruppo TÜV SÜD e quali sono i paesi e gli ambiti dove ha deciso di concentrare gli sforzi per continuare nella sua crescita? Ritengo sia utile per rispondere alla domanda fare una premessa che riguarda la nostra struttura organizzativa. Il gruppo TÜV SÜD, che oggi conta più di 17000 dipendenti dislocati in 60 paesi, ed è al 5° posto tra gli enti fornitori di servizi tecnici di sicurezza a livello mondiale, è attivo praticamente in tutti i settori produttivi e dei servizi. Per razionalizzare le sinergie tra le diverse divisioni operative, nel 2004 ha condotto una riorganizzazione strategica delle attività che ha portato alla creazione di tre grandi aree di business che oggi sono: Industry, Mobility, Certification (quest’ultima in precedenza definita “People”). Il settore Industry, che nel 2011 ha rappresentato il 39,6% del fatturato del gruppo, comprende tutti i servizi destinati al settore industriale, comprese le energie rinnovabili, oltre alle attività per il settore immobiliare della divisone Real Estate e i servizi per l’industria ferroviaria della divisione Rail. L’area Mobility, che nel 2011 ha portato al gruppo oltre il 35% del suo fatturato, include le attività di Auto Service di verifica sulle auto circolanti, oltre ai servizi per i dealers del settore auto, come perizie, gestione flotte, valutazione dell’usato, attività di auditing, a cui si aggiungono le attività omologative su componenti e sistemi della divisione Automotive. Il settore Certification che vale il 25% del fatturato 2011 del Gruppo, comprende le attività di test e certificazione prodotto condotte da Product Service, quelle di sistema di gestione, secondo i vari standard internazionali, di Management Service, oltre alle attività formative di Akademie. Il crescente peso del fatturato proveniente da attività effettuate fuori della Germania, che nel 2011 è stato pari al 35% del totale, ha portato nel 2009 il gruppo TÜV SÜD ad adottare a livello globale una struttura organizzativa a matrice con un doppio obiettivo, il potenziamento della presenza dell’ente worldwide e, parallelamente, l’incremento delle attività. Abbiamo individuato 9 regioni di business: l’Europa occidentale, la Germania, l’Europa Centrale ed Orientale, il Medio Oriente più l’Africa, la Cina, la Cina del sud, i paesi dell’area ASEAN, il Giappone, la Corea e le due Americhe. A quasi tre anni dalla sua adozione, questa struttura ha portato ad un miglior sfruttamento delle potenzialità dei vari mercati che ha permesso una maggiore penetrazione dell’ente, ottenuta anche attraverso l’adozione di strategie sovranazionali, razionalizzazione delle risorse ed una maggiore soddisfazione dei clienti, in particolare di quelli globali. Guardando all’attuale situazione economica, pur se complessa, noi continuiamo ad essere ottimisti e contiamo che l’andamento positivo che abbiamo avuto nel quinquennio 2007 al 2011 (+32% del fatturato) possa confermarsi anche nel 2012, sia attraverso la crescita organica che attraverso acquisizioni, oggi indispensabili per affermarsi rapidamente nei settori più innovativi del business globale. Per realizzare questa strategia siamo aiutati dalla buona situazione economica del gruppo, un presupposto indispensabile per il nostro sviluppo e per raggiungere gli obiettivi prefissati. Prevediamo di continuare a concentrarci nelle nostre competenze di base in mercati consolidati come quelli dell’Europa Occidentale e del Nord America, rafforzando la presenza nell’area Asia Pacific, dove oggi lavora oltre il 17% del personale dell’ente, sviluppando la presenza in Medio Oriente e in Africa, in particolare in Sud Africa, per arrivare ad avere nel medio termine un peso del fatturato estero intorno al 40%. Essere un gruppo globale ci consente di offrire ai nostri clienti che operano a livello worlwide una standardizzazione dei servizi forniti da un unico provider, sintetizzata nella formula “one stop shop”, un’opportunità per le aziende che acquistano beni e servizi su scala internazionale. Ecco perché il gruppo TÜV SÜD è impegnato verso un’ottimizzazione della sua presenza a livello mondiale e nell’affermarsi come “fornitore globale”, affichè aziende europee, nordamericane o giapponesi possano rifornirsi di componenti e servizi in tutto il mondo, appoggiandosi a noi nella verifica, gestione e monito- raggio dei loro fornitori. Guardando ai settori merceologici, il gruppo, come ho detto in precedenza, oltre a consolidare le attività nell’ambito delle competenze di base, punta allo sviluppo di nuovi settori sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie, soprattutto nell’ambito dell’e-mobility, delle energie rinnovabili, dei sistemi integrati e dell’efficienza energetica. Nella mobilità elettrica siamo attivi da molti anni, anche grazie allo sviluppo di laboratori per i test sulle batterie in Germania, Nord America e Far Est, investimenti che ci permetteranno di diventare il principale fornitore di servizi di test e certificazione per la sicurezza della mobilità elettrica a livello internazionale. Nell’ambito delle energie rinnovabili siamo particolarmente attivi, con una crescita significativa del fatturato del settore negli ultimi cinque anni, sia nell’ambito dei biocarburanti, che nell’eolico e nel fotovoltaico. Tra i settori innovativi presidiati dal gruppo ci sono i sistemi integrati, che giocano un ruolo strategico nel miglioramento dell’efficienza di sistemi, impianti e processi, una cabina di regia per il loro controllo e regolamentazione, sistemi che comprendono anche le reti elettriche intelligenti, ambito nel quale TÜV Italia Journal 25 TÜV SÜD Storie il gruppo ha competenze e strutture di prova. Lascio per ultimo, non certo perché meno strategico dei precedenti, il settore food, un ambito nel quale il gruppo si sta fortemente impegnando. Un mercato enorme quello dei test, certificazioni e controlli in ambito agroalimentare, stimato attualmente in 3 miliardi di euro, dove la richiesta di sicurezza coinvolge tutta la filiera, produttori, distributori e consumatori, tanto nei paesi industrializzati quanto in quelli in via di sviluppo. TÜV SÜD ha sviluppato una rete di laboratori propri per sostenere questa richiesta, in Nord America, Europa, Cina, India e Sud America per essere presente, dove si producono la materie prime, dove si trasforma e dove si consuma. Fino a questo punto ho parlato di sviluppo delle attività, ma per svolgerle sono necessari gli uomini, la vera ricchezza del gruppo TÜV SÜD. Oltre 17000 dipendenti, con una tendenza a crescere: lo scorso anno abbiamo creato in totale 1100 nuovi posti di lavoro, la maggior parte dei quali fuori dalla Germania, numero che rappresenta oltre il 6% del totale dei dipendenti: sono orgoglioso di questo risultato che avviene in un anno particolarmente difficile per l’economia mondiale. Fin dal 2009, quando il Gruppo ha assunto la struttura a matrice, lei è CEO della regione Western Europe, dove si colloca anche TÜV Italia. Illustra ai nostri lettori cosa rappresenta questa parte dell’Europa nelle attività dell’ente e quali sono gli obiettivi individuati dal Gruppo per il nostro organismo? Nella struttura del Gruppo la regione WE comprende Inghilterra, Francia, Benelux, paesi Scandinavi, Svizzera, Austria, Spagna e Italia, mentre la Germania è un’entità a se stante. Nel 2011 i paesi della regione, impiegando un personale superiore alle 800 unità, hanno pro- 26 TÜV Italia Journal dotto il 9% sul fatturato complessivo, e questo malgrado una situazione economica che si è fatta con i mesi più difficile, e dove la capacità di tenuta economica si è dimostrata diversa da paese a paese, buona in quelli nordici, mentre i paesi del Sud Europa hanno dovuto fronteggiare un importante calo di consumi e di occupazione, ma dove, per entrambi, il fattore determinante per contrastare il momento congiunturale sfavorevole è stato, ed è, la capacità dei sistemi produttivi dei vari paesi di sviluppare l’export. TÜV SÜD mantiene fortissime radici nella regione, che considera strategica e con grandi potenzialità, in termini di volumi, di profit, di innovazione e di livello qualitativo dei servizi. La tendenza è quella di concentrare in Europa knowhow, expertise e progettualità per la messa a punto dei servizi più sofisticati e con maggior valor aggiunto per i nostri clienti. Così come accade a livello worldwide anche per WE l’area di business più importante è Industry, che pesa oltre il 40%, seguita da Certification e Mobility. Situazione macroeconomica, caratteristiche dei mercati e il diverso posizionamento del Gruppo nei paesi della regione, portano a strategie di crescita diverse, ma se guardiamo ai settori, per il prossimo futuro i nostri sforzi nella regione riguarderanno le attività legate allo sviluppo delle energie rinnovabili, che rappresentano un importante potenziale per il Gruppo, in particolare eolico e PV; i servizi di test e certificazione per lo sviluppo della mobilità elettrica, relativamente alla sicurezza funzionale, chimica, la gestione dei rischi e lo sviluppo sul territorio di stazioni di ricarica. Ci impegneremo per migliorare le nostre performance nell’ambito dei servizi legati alla Direttiva Macchine, che condiziona l’immissione e la commercializzazione sui mercati europei dei prodotti che ricadono nella direttiva, con l’obiettivo di allineare la nostra quota sui mercati europei a quella che abbiamo sul mercato tedesco. Per soddisfare la sempre maggiore richiesta di sicurezza dei prodotti che proviene dalle grandi catene della distribuzione moderna e dai consumatori, ci concentreremo anche sulle attività di test, ispezione e certificazione di prodotti presenti nella GDO, affinchè siano rispettati i requisiti sociali, ambientali e di sicurezza dell’intera supply chain, garantendo la qualità in tutta la catena del valore. Un impegno particolare dedicheremo allo sviluppo delle nostre attività in ambito food attraverso l’incremento delle attività certificative per l’industria agroalimentare, comprese le attività di prova chimiche e microbiologiche. Ho descritto i settori su cui concentreremo i nostri sforzi nella regione WE, dove la presenza del Gruppo non è omogenea, con UK e Italia come paesi leader e la Francia in crescita. Se focalizziamo l’attenzione su Gran Bretagna e Italia vediamo due paesi dove la presenza dell’ente ha visto strategie e percorsi di crescita diversi. In Inghilterra TÜV SÜD è presente con più aziende, frutto di successive acquisizioni: TÜV NEL, struttura di consulenza tecnica, TÜV SÜD Storie ricerca e sperimentazione e di servizi di misura di flusso per una vasta gamma di settori industriali, in particolare per l’oil & gas; TÜV SÜD BABT, organismo di certificazione specializzato nelle telecomunicazioni; Nuclear Technologies, specializzata in servizi di consulenza di ingegneria per l’industria nucleare; PMSS, società di consulenza specializzata sulle rinnovabili; Wallace Whittle, anch’essa una struttura consulenziale nel settore edile ed ambientale, particolarmente qualificata nelle certificazioni BREEAM e LEED®, oltre a TÜV SÜD Product Service, di cui ho parlato in precedenza. Diverso, come ritengo i lettori della rivista sappiano, il percorso di crescita di TÜV Italia, che ha visto incrementare organicamente il fatturato grazie allo sviluppo di nuovi servizi all’interno di divisioni, che negli anni si sono aggiunte sotto un’unica ragione sociale ed un unico marchio, che ha premiato gli sforzi organizzativi dell’ente, consentendogli di imporsi sul mercato con un’immagine di marca forte e riconoscibile, e la possibilità di costruire sinergie ed un efficace crosselling, che ha favorito una maggiore fidelizzazione da parte della clientela e di sviluppare la strategia “one stop shop”. Solo la recente acquisizione di Bytest, laboratorio leader in Italia nelle prove non distruttive e polo di eccellenza per questo tipo di servizio per tutto il Gruppo, fa eccezione, rimanendo una controllata di TÜV Italia. Ma le sinergie anche in questo caso non mancano, con l’opportunità per il laboratorio di aprirsi ai grandi clienti internazionali dei settori aerospaziale, ferroviario, di generazione di energia, impiantistico, chimico e petrolchimico, e per TÜV Italia la possibilità di assecondare le richieste più specialistiche provenienti da tutti gli ambiti dell’ampio e variegato settore industriale. L’acquisizione del laboratorio ha seguito di poco quello di STIMA, azienda specializzata nei servizi per concessionari auto, produttori di veicoli, aziende di noleggio, gestione flotte e compagnie assicurative, che ha messo le basi per lo sviluppo anche in Italia dei servizi di Auto Service. Mi ha chiesto quali sono gli obiettivi di TÜV SÜD per TÜV Italia, che riassumerei in una parola: ambiziosi. Il Gruppo ha fiducia nel vostro paese e nelle capacità dell’ente di sviluppare business, ne sono la prova le recentissime acquisizioni, e posso annunciare che a breve se ne concretizzeranno altre, per potenziare settori nei quali l’ente ha già importanti quote di mercato ed altri che richiedono un inserimento decisivo per diventa- re un importante player in quello specifico settore. Germania e Italia, come evidenziano altri interventi in questo numero della rivista, sono vicine economicamente, geograficamente, culturalmente, storicamente e unite nella UE, oltre ad avere un modello economico per certi versi simile, essendo entrambi paesi a forte vocazione manifatturiera. Dallo scorso 1° ottobre, oltre a mantenere il suo incarico nell’area WE, è stato nominato CEO Global Customer Operations, una figura nuova nella struttura di TÜV SÜD. Illustra ai lettori della rivista questo suo nuovo ruolo di responsabilità e i suoi obiettivi? Il ruolo che sono andato a ricoprire in questa nuova struttura inserita nell’organigramma del Gruppo è conseguente all’adozione del modello a matrice, che coniuga, come ho detto in precedenza, lo sviluppo delle attività di TÜV SÜD in un ambito sempre più internazionale. Il nostro obiettivo primario è crescere nel mercato globale, e il successo in questo impegno è frutto di una capacità di approccio sistemico e analitico, che valorizzi le nostre expertise tecniche e l’ampia offerta di servizi in tutti i settori, in un’ottica di servizio per i clienti. Questo attraverso la conoscenza e l’analisi delle loro necessità, soprattutto dei grandi clienti globali, non solo per assecondarne le richieste, ma possibilmente per anticiparle, facendo emergere, magari, bisogni latenti. Questo approccio rafforzerà la predisposizione dell’ente nell’orientamento al cliente, non solo in termini di vendite, ma anche di sviluppo strategico e presenza sul mercato. Mettere a punto processi metodologici per conoscere meglio i clienti, anche nei loro iter decisionali interni, creare con loro buone ed efficaci relazioni, anche attraverso l’utilizzo di Key Account e di un adeguato CRM, favorire la comunicazione tra le varie strutture di vendita dell’ente, raccogliere più informazioni possibili sui clienti e i loro competitor, coordinare il cross selling tra varie divisioni di regioni diverse, aumentare la nostra capacità di offrire servizi personalizzati: queste sono le sfide che attendono me e il mio team in questo nuovo impegno, e l’ente nel suo complesso, per aumentare la fidelizzazione dei clienti e la nostra capacità di penetrazione nei mercati. La messa a regime di questa strategia ci permetterà di avere, oltre ad un approccio comune nello sviluppare la nostra presenza sui mercati, anche un miglioramento del servizio in termini di flessibilità, semplificazione, capacità di ascolto, comprensione, soddisfazione delle strategie di crescita dei nostri clienti sui mercati globali, che si concretizzerà in offerte mirate e sinergiche e, quindi, in un concreto valore aggiunto per i nostri clienti. Sono convinto che questa strategia sia un supporto indispensabile per poter raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il Gruppo TÜV SÜD si è prefissato per il 2020: arrivare ad essere uno dei primi tre enti di certificazione, ispezione, test, collaudi e formazione al mondo, raggiungere un fatturato intorno ai 3.700 milioni di euro e un numero di dipendenti doppio rispetto all’attuale. Questa è la mia scommessa e quella del Gruppo TÜV SÜD. JOACHIM BIRNTHALER Dopo la laurea in economia, inizia la sua carriera professionale nell’ufficio export di una nota casa di produzione di birra che lascia per entrare in Rowenta, dove rimane per nove anni durante i quali ricopre diverse posizioni di sempre maggiore responsabilità nell’ambito del marketing/vendite fino a diventarne il direttore. Nel 2000, si sposta in Atlas Copco, leader mondiale nella fornitura di soluzioni per la produttività industriale come Managing Director dell’area Central Europe, dove sviluppa la presenza della società aprendo nuovi mercati, consolidandone altri, e dopo un breve passaggio in un’azienda di strumenti di qualità, nel 2006 entra nel Gruppo TÜV SÜD come CEO di Product Service, l’ente di certificazione di prodotto del gruppo, prima con responsabilità per la sola Germania, successivamente per tutta l’Europa. Alla fine del 2009 è nominato CEO dell’area Western Europe e dal 1° ottobre 2012 affianca a questa carica anche quella di CEO Global Customer Operation. Un professionista orientato ai risultati, con esperienze maturate in aziende multinazionali di diversi settori industriali e dei beni di consumo. TÜV Italia Journal 27 TÜV Italia News TÜV Italia a EICMA 2012 Più di 1000 marchi presenti in rappresentanza di 35 paesi, oltre 500.000 visitatori, con un incremento particolarmente sensibile di quelli stranieri. Questi in sintesi i dati più significativi di EICMA 2012, un evento che è diventato negli anni uno tra i più importanti al mondo per gli operatori delle due ruote, che anche quest’anno si sono dati appuntamento alla Fiera di Milano dal 15 al 18 novembre, un’occasione per i produttori per presentare prodotti inediti, che tengono il passo e prevengono le richieste, anche quelle per una mobilità sostenibile. Un’edizione della manifestazione che ha soddisfatto gli organizzatori e le aziende presenti, malgrado il mercato presenti per il 2012 numeri complessivamente ancora in negativo con una perdita delle immatricolazioni, da gennaio a novembre, del 18,8% rispetto ai dati 2011. Ma poiché, malgrado i tempi di crisi, occorre comunque continuare a guardare avanti, le aziende non hanno abbandonato la manifestazione milanese, così come ha fatto TÜV Italia, presente con la sua divisione Product Service che gestisce le attività di omologazione europea dei veicoli, insieme all’omologazione e certificazione dei componenti, oltre ad effettuare test e validazione prodotti e fornire assistenza tecnica a produttori e distributori. Questa edizione di EICMA, così come le più recenti, ha visto l’interesse dei costruttori verso i veicoli elettrici, tendenza trainata da una maggiore consapevolezza da parte del mercato verso una mobilità, soprattutto cittadina, più ecosostenibile. [email protected] TÜV ITALIA Usato certificato anche sulla neve Quando parliamo di certificazione dell’usato, solitamente ci riferiamo all’attestazione dello stato d’uso dei veicoli usati rilasciata dalla divisione Auto Service di TÜV Italia, un servizio che l’ente ha sviluppato a seguito dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo n° 24 del 2 febbraio 2002, che recepisce la norma europea 1999/44/CEE riguardante taluni aspetti della vendita e relativa gestione delle garanzie. La certificazione del veicolo è rilasciata dopo una serie di controlli del mezzo di tipo visivo, funzionale e di efficienza, eseguiti seguendo le rigide procedure del TÜV, che forniscono un resoconto, valutazioni oggettive per ogni controllo effettuato, del suo stato d’uso. Ma questa volta, invece che alle auto, l’attestazione rilasciata da TÜV Italia è riferita ai battipista della Prinoth, azienda di Vipiteno leader mondiale in questo settore, i cui mezzi li possiamo incontrare sulle piste di Cortina, come su quelle di Ortisei, Madonna di Campiglio o su quelle di Courmayeur, se vogliamo rimanere nei confini nazionali, ma anche a St. Moritz, Aspen, ed in molte altre località sciistiche sparse nel mondo. Tecnologia avanzata, design, affidabilità, ricerca della qualità caratterizzano la produzione di Prinoth che, per rendere più appetibile e competitivo sul mercato dell’usato il suo battipista BISON X si è affidata all’esperienza ed alla competenza di TÜV Italia per la certificazione di questo veicolo speciale. Tra i tanti modelli prodotti dall’azienda altoatesina, BISON X è un gigante di oltre 11 tonnellate di peso, una potenza di 527 HP, in grado di raggiunge una velocità massima di oltre 13 miglia l’ora. Tra una discesa e l’altra, gli sciatori più attenti potranno osservare sulle piste delle più note stazioni invernali battipista con il nostro ottagono, un marchio che ci è vicino anche nel nostro tempo libero. [email protected] 28 TÜV Italia Journal Food Contact: due incontri per saperne di più In ambito agroalimentare cresce l’attenzione verso la sicurezza igienica, non solo riferita ai prodotti, ma anche verso l’imballo, ormai considerato parte integrante del prodotto. Per fornire agli operatori del settore, produttori agroalimentari, di imballi, casalinghi e gadget, oltre che alle catene della Grande Distribuzione Organizzata, un approfondimento tecnico/normativo, un’analisi delle più frequenti richieste da parte delle grandi catene, ed un confronto tra chi, quotidianamente, affronta queste problematiche, TÜV Italia ha promosso un incontro dal titolo: Prodotti a contatto alimentare: test e certificazione”, che ha avuto luogo il 10 luglio presso gli uffici di Casalecchio di Reno, replicato a Sesto S. Giovanni il 3 ottobre. Il tema ha destato l’interesse dei presenti, con un confronto in chiusura tra relatori e pubblico aperto e franco, discussione che è proseguita durante l’aperitivo che ha concluso entrambi gli incontri. [email protected] TÜV Italia News GOST: una certificazione indispensabile per esportare in Russia oggi Attrezzature da lavoro, TÜV Italia abilitato alle verifiche periodiche Un immenso paese, un’economia in espansione, un mercato con un potenziale enorme e ancora largamente inespresso: questo è quello che rappresenta oggi la Russia per gli operatori economici, italiani e non. Con l’obiettivo di orientare le aziende che guardano a quel mercato, per certi versi difficile da approcciare, l’ente ha organizzato il 21 giugno scorso presso la sede di Sesto S. Giovanni un incontro, che ha riscosso un buon successo di pubblico, dal titolo: “Esportare in Russia: opportunità e prospettive”. Le testimonianze delle aziende intervenute, appartenenti ai settori dell’impiantistica, del manifatturiero e dei prodotti di consumo, oltre all’intervento istituzionale della Camera di Commercio Italo Russa e quello di uno Studio Legale Internazionale, hanno fornito ai presenti informazioni fondamentali sui requisiti e sugli adempimenti necessari per entrare con successo nel mercato russo, evitando di incappare in ostacoli, soprattutto quelli burocratici. All’incontro ha partecipato anche un rappresentante di TÜV SÜD Russia, che ha presentato i servizi che la filiale locale dell’ente offre alle aziende interessate ad esportare in quel paese. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in accordo al decreto 11 Aprile 2011 sulle liberalizzazioni, ha abilitato il nostro ente allo svolgimento delle verifiche periodiche delle attrezzature da lavoro come: 1. scale aeree ad inclinazione variabile; 2. ponti mobili e carro-ponti; 3. ponti sospesi e relativi argani; 4. idroestrattori; 5. carrelli semoventi a braccio telescopico; 6. piattaforme di lavoro auto-sollevanti su colonne; 7. ascensori e montacarichi da cantieri; 8. attrezzature/insiemi contenenti fluidi: gas compressi, liquefatti e disciolti o vapori; 9. recipienti/insiemi contenenti fluidi surriscaldati, forni per le industrie chimiche e affini; 10. generatori di calore per impianti centrali di riscaldamento. [email protected] news Sulla base dell’abilitazione ricevuta, al momento TÜV Italia opera in 13 regioni, precisamente in: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Le aziende sono obbligate a sottoporre le loro attrezzature di lavoro a controlli e manutenzioni (D.Lgs n. 81/2008), ed alle verifiche in esercizio, attività che, con le nuove disposizioni di legge, possono appunto essere affidate ad enti terzi indipendenti e abilitati come TÜV Italia. Verifiche e certificazioni sono attività fondamentali per garantire la sicurezza di impianti, processi, materiali e componenti, e quanto maggiore è il rischio per l’incolumità delle persone e la salvaguardia dell’ambiente, tanto maggiore è la necessità di affidarsi a partner esperti ed affidabili. [email protected] TÜV Italia acquisisce pH, laboratorio di analisi in ambito food e ambiente Questa acquisizione, la terza del nostro ente negli ultimi 15 mesi, consolida il nostro posizionamento sul mercato di fornitore di testing, anche per il settore agroalimentare ed ambientale, grazie alle competenze innovative del laboratorio, un settore di fatto sinergico alle attività ispettive e di certificazione che già oggi offriamo ai clienti della Grande Distribuzione e in ambito industriale, rafforzando il nostro ruolo di “provider tecnologico”. Fondato nel 1982, locato tra le splendide colline del Chianti, pH si avvale di due moderni laboratori di analisi, oltre a numerosi laboratori mobili, anch’essi accreditati, per analisi in situ. All’interno della struttura operano circa 120 dipendenti suddivisi tra settori chimico residui, chimico bromatologico, contatto alimentare, chimico ambientale, microbiologico, biomolecolare, sensoriale ed ecotossicologico. Dal 1994 pH è accreditato da Accredia (n.0069), ma soprattutto è primo nel nostro paese per il numero di prove accreditate. Negli oltre trent’anni di attività, il laboratorio ha incrementato le sue specifiche competenze ed oggi la struttura è suddivisa in gruppi di lavoro attivi nell’autocontrollo alimentare, nella sicurezza sui luoghi di lavoro, nell’igiene industriale e nell’ambiente. Attenzione alla qualità di un servizio che coniuga imparzialità, trasparenza, efficienza, ma soprattutto rapidità e assistenza tecnica ai clienti, ha consentito a pH di lavorare con successo con grandi gruppi industriali pubblici e privati, multinazionali alimentari, GDO, gruppi agricoli e consorzi. Con questa acquisizione pH entra nel network mondiale dei laboratori TÜV SÜD dei settori food, non-food ed ambiente, aggiungendosi agli altri 14 che il gruppo attualmente conta nel mondo, che soddisfano richieste di clienti di circa 25 paesi. Per conoscere meglio il laboratorio, diamo appuntamento ai nostri lettori al prossimo numero della rivista. [email protected] TÜV Italia Journal 29 TÜV Italia News COSA CI RENDE SPECIALI Le riflessioni di Ettore Favia, nuovo Amministratore Delegato di TÜV Italia Nel corso di oltre dieci anni passati nel settore della certificazione e dei collaudi, a contatto con numerose aziende, ho potuto osservare come molti cerchino di conquistare il mercato ma solo pochi vi riescano in maniera sostenibile. La questione è tutt’altro che teorica, e capire cosa abbia permesso a determinate organizzazioni di emergere rispetto alle rivali è un tema che ha stabilmente caratterizzato la mia attività manageriale. Diversi studi sulla strategia di mercato, e la stessa realtà operativa, sembrano confermare che una delle condizioni per avere successo sia la capacità dell’impresa di incentrare la strategia sulla creazione e sullo sfruttamento delle proprie “competenze distintive”. Al fine di primeggiare, l’impresa deve, infatti, possedere un vantaggio competitivo sostenibile nei confronti dei rivali ed essere in grado di svolgere alcune attività in modi unici che creino valore per il cliente. Consapevole dell’importanza di tale principio, al mio arrivo in TÜV Italia, ho passato le prime settimane recandomi presso le nostre sedi principali, ponendo e ponendomi la domanda di sempre: “se domani spegnessimo le luci e fermassimo le attività, i nostri clienti se ne accorgerebbero?” bracci robotizzati e non comuni macchinari di collaudo autoprodotti, ho visitato i nostri laboratori e conosciuto i nostri esperti. Ho poi ascoltato il nostro personale appartenente ad altre divisioni operative descrivere con trasporto il proprio operato a contatto con il cliente e le sfide affrontate quotidianamente. In occasione del percorso introduttivo a Monaco mi è stata poi trasmessa, risoluta, l’attenzione della nostra casa madre per il mercato italiano e l’interesse per tutte le opportunità di investimento e consolidamento che esso presenta. Insomma, durante le prime settimane in TÜV Italia, ho potuto finalmente toccare con mano quei caratteri di competenza, passione e visione internazionale per cui avevo accettato con entusiasmo il ruolo di nuovo Amministratore Delegato. Sugli stessi ho incentrato la mia scelta di entrare a far parte del gruppo TÜV SÜD e guidare TÜV Italia in quella che la casa madre ha definito “una nuova ed eccitante fase di crescita”. Una fase che dovrà condurre TÜV Italia ad un nuovo ed avanzato stadio organizzativo, una fase che sarà caratterizzata dall’obiettivo di primeggiare in tutti i settori in cui decideremo di operare, una fase in cui la crescita inorganica dovrà essere perseguita e guidata con rinnovata determinazione e competenza. “speciali” significa appunto aggiungere valore per i nostri clienti, significa accorpare ed integrare prodotti, servizi, ed esperienze provenienti da ogni parte dell’azienda, superando qualsiasi “recinto”, al fine di fornire soluzioni integrate alle necessità complesse e ormai sempre più globali dei nostri clienti. Fornire soluzioni integrate piuttosto che una serie di servizi e orientare la nostra organizzazione partendo dal mercato. Questa è certamente la sfida che siamo chiamati ad affrontare insieme al nostro gruppo il quale già sta sviluppando una struttura internazionale per le “Global Customer Operations”. Credo, infatti, che combinando ed integrando tutte le nostre capacità, unitamente ad una forte attenzione alle reali esigenze dei nostri clienti, l’offerta risultante creerà maggior valore rispetto a quello che essi otterrebbero acquistando i nostri servizi singolarmente. Per farlo la nostra organizzazione dovrà essere “clientecentrica”. In tale contesto, svolgerò pertanto il mio lavoro continuando a pormi e continuando a porre a tutti i nostri dipendenti la stessa domanda: “Cosa ci rende speciali per i nostri clienti? forniamo loro soluzioni ai problemi che li affliggono? ” e insistendo a lavorare, con passione, per darvi costantemente una risposta positiva, nei nostri comportamenti, nelle nostre scelte di mercato e nella nostra organizzazione. “Scegli la certezza, aggiungi valore” Ettore Favia Camminando tra evoluti simulatori d’onde d’urto, tra fusoliere di aeroplani scansionate da speciali è una affermazione che vogliamo incarnare qui in TÜV Italia perché la nostra volontà di essere ETTORE FAVIA Classe 1977, bolognese, conseguito il diploma presso l’Istituto Tecnico Aereonautico F. Baracca di Forli, vince la selezione ed entra nell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli dove segue i corsi per diventare ufficiale pilota, formazione che durante il triennio comprende anche quella universitaria presso l’Università Federico II di Napoli in ambito tecnico ed economico. Terminato il periodo in Accademia si trasferisce per circa due anni negli USA proseguendo la sua carriera in ambito NATO, ma al termine del programma, nel 2001, dopo cinque anni con le stellette, decide di lasciare la divisa per continuare la sua carriera professionale in ambito civile. Nel 2002 fonda, insieme ad un partner attivo del settore Oil&Gas, la CSP S.r.l., azienda italiana di rappresentanza dei servizi ispettivi e certificativi di TÜV NORD CERT diventandone Direttore Generale, con responsabilità diretta nella gestione e nello sviluppo del business. In questo periodo, alle attività manageriali, affianca quelle tecniche, dopo aver conseguito la qualifica di Testing 30 TÜV Italia Journal Engineer dell’ente in ambito marcatura CE. Nel 2006, dopo aver guidato l’operazione di cessione di CSP a TÜV NORD Italia, filiale italiana del gruppo omonimo presente nel nostro paese fin dal 1996, è nominato Membro del Board e, ad un anno dal suo ingresso nell’ente, ne diventa Amministratore Delegato, carica che ha mantenuto fino al suo arrivo in TÜV Italia. All’inizio di questo suo mandato ha affrontato e gestito con successo una delicata fase di transizione dell’Ente, riposizionando lo stesso sul mercato e creando una piattaforma per il suo sviluppo, organico e inorganico, consentendo un quinquennio con recupero di fatturato, rafforzamento finanziario ed elevata profittabilità, anche grazie al lancio di nuovi servizi in ambito Oil&Gas e certificazione di prodotto. In questo periodo partecipa inoltre attivamente a diversi progetti internazionali ed attività strategiche all’interno del gruppo TÜV NORD. Un manager determinato che, sin dai sui primi interventi, ha posto l’accento sul valore dell’esempio e sulla cultura del risultato. Capace di una visione realistica e di tracciare la rotta anche in condizioni di mercato complesse, pragmatico, che unisce una forte leadership a conoscenze tecniche e capacità gestionali. Ad Ettore, gli auguri di buon lavoro dalla rivista insieme ad un caloroso in bocca al lupo! Le attività di TÜV SÜD 3, 2, 1 pronti al decollo! Kourou, Guiana francese, a poca distanza dall’equatore: il territorio francese d’oltremare è la sede dello spazioporto dell’Agenzia Spaziale Europea, un sito di 1.000 mq in cui opera anche l’agenzia spaziale francese “Centre National d’Etudes Spatiales” (CNES). “Il compito dell’agenzia è molto simile al lavoro svolto da un operatore aeroportuale” - ha detto Mario de Lépine, portavoce di Arianespace, prima azienda mondiale nel trasporto spaziale commerciale - “Il CNES si prende cura dell’operazione di lancio e tiene monitorate le condizioni meteorologiche e lo spazio aereo”. Alcuni operatori di TÜV SÜD sono sempre presenti al momento del decollo di un veicolo Ariane e, a partire da ottobre 2011, anche del razzo Soyuz: in quanto membri del gruppo di lavoro nell’Europe Spatial Qualité Sécurité (ESQS), otto dipendenti di TÜV SÜD Industrie Service lavorano a tempo pieno, monitorando la qualità e la sicurezza delle merci pericolose, le operazioni di rifornimento dei satelliti e dei veicoli di lancio, nonché la sicurezza sul lavoro, i servizi ambientali e le attività dei software. Solo se TÜV SÜD dà il suo consenso al lancio, il veicolo può decollare. Quindi 3, 2, 1 pronti al decollo! [email protected] TÜV Italia Journal 31 TÜV Italia partner d'impresa in certificazione, ispezione, testing, formazione. ITALIA: TÜV Italia S.r.l. Via G. Carducci, 125 pal. 23 20099 Sesto San Giovanni (MI) + 39-02-24130-1 + 39-02-24130-399 SEDI INTERNAZIONALI: Headquarter/Europa: TÜV SÜD AG Westendstraße 199 D-80686 Monaco Germania +49-89-5791-0 +49-89-5791-1551 America: TÜV SÜD America Inc. 10 Centennial Drive FL2 Peabody, MA 01960-7900 USA +1-978-573-2500 +1-978-977-0157 Asia - Pacific: TÜV SÜD Asia Pacific Pte. Ltd. 3 Science Park Drive #04-01/05 The Franklin Singapore 118223 +65-6427-4700 +65-6872-4948