ala di stura
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ala di stura
nozioni di base sul distacco artificiale di masse nevose instabili renato cresta lo scopo: ottenere il distacco preventivo di masse nevose instabili che, potenzialmente, possono mettere in pericolo la sicurezza di una superficie interessata da attivit à attività indispensabili all ’economia all’economia della collettivit à collettività renato cresta i vantaggi: eliminazione del rischio latente, grazie alla scelta del momento del distacco ed alle misure di sicurezza adottate possibilità di contenere le masse nevose entro volumi inferiori a quelli potenzialmente mobilizzabili possibilità di ridurre i tempi di restrizione dell’accesso alle superfici a rischio investimenti solitamente più contenuti rispetto a quelli necessari alla realizzazione di opere di difesa permanente renato cresta le difficolt à: difficoltà: difficoltà di accesso del personale e degli esplosivi ai punti di tiro (elicottero?) rifornimento dell’esplosivo in periodi particolari (ore notturne, fine settimana e festività) corretta valutazione delle condizioni del manto nevoso nella zona di distacco e stima dei volumi di neve che saranno mobilizzati impiego dell’esplosivo in condizioni critiche (alta quota, condizioni meteo avverse, ...) renato cresta i rischi: possibilità che il distacco si estenda a superfici superiori a quelle previste, compreso il “punto di tiro” da cui agiscono gli operatori corretta valutazione del fenomeno che si intende provocare ed attenta scelta del ”punto di tiro” possibilità che le masse nevose poste in movimento raggiungano superfici non previste definire correttamente l’altezza della neve al suolo oltre la quale non si deve effettuare nessun intervento possibilità di presenze umane impreviste nella zona di distacco, scorrimento ed arresto scrupoloso controllo degli accessi alle zone interessate dalle masse nevose in movimento possibilità di un “distacco ritardato” dopo un intervento senza effetto prevedere i tempi di attesa e le restrizioni all’accesso renato cresta gli inconvenienti procedure burocratiche meticolose organizzazione attenta e scrupolosa a causa della sommatoria dei pericoli connessi al maneggio di sostanze esplosive e di quelli specifici di un ambiente ad elevato rischio naturale costi di impianti e di gestione che, in alcune occasioni, possono essere molto onerosi necessità di personale in possesso di una profonda formazione professionale sia in materia di esplosivi che dell’ambiente dell’alta montagna invernale in cui è chiamato ad operare renato cresta le tecnologie esplosivi convenzionali sistema sostanzialmente economico adatto per interventi occasionali (valanghe a lunga periodicità), oppure sistematici su numerosi punti di tiro di facile accessibilità esplosivi gassosi sistema oneroso a causa degli investimenti iniziali e dei costi di gestione indicato per interventi sistematici su un numero limitato di punti di tiro, in “zone chiave” del comprensorio analisi costi / benefici NO costi rischi difficoltà inconvenienti SI sicurezza riduzione tempi di attesa immagine renato cresta la scelta dell ’esplosivo dell’esplosivo i produttori offrono una ampia gamma di prodotti esplosivi, adatti alle diverse esigenze del mercato tuttavia, a causa del mercato ristretto, non esistono in commercio esplosivi con caratteristiche specifiche ottimali per il distacco di valanghe occorre perciò scegliere tra i prodotti disponibili, combinando opportunamente: – efficacia – costi – facilità di rifornimento renato cresta la velocità dell’onda esplosiva può variare da alcune centinaia ad alcune miglia di metri al secondo gli esplosivi a reazione veloce (T4= 8.350 m/s) sono detti detonanti ed hanno un elevato effetto brisante (capacità di frantumare), perciò sono usati come esplosivi da scoppio 8 6 gli esplosivi a reazione lenta (Polvere Nera 1.400 m/s) sono detti deflagranti e sono usati, prevalentemente, come esplosivi da lancio per bocche da fuoco 4 2 0 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 m/s renato cresta + P R E S TEMPO ms S I O N detonazione picchi di pressione elevati, di breve durata deflagrazione picchi di pressione meno elevati, ma di maggiore durata E - renato cresta la scelta dell ’esplosivo dell’esplosivo si è sperimentalmente verificato che gli esplosivi detonanti di velocità medio-bassa (2.000 – 3.000 m/s) sono i più efficaci perché l’onda di pressione dura più a lungo sulla superficie del manto nevoso renato cresta la scelta dell ’esplosivo dell’esplosivo gli esplosivi a media velocità di detonazione presentano tuttavia alcune caratteristiche negative per l’impiego nella neve (molti sono “sordi” all’innesco quando la temperatura è bassa) in linea di principio, per cariche di piccole dimensioni (< 3 kg) si può ricorrere al solo impiego di gelatine esplosive per cariche di massa maggiore può essere più efficace ricorrere a cariche miste (es. gelatina + anfo) renato cresta gli effetti dell ’esplosivo dell’esplosivo un’esplosione produce tre tipi di onda: onda esplosiva: onda d’urto: onda di pressione: è l’onda generata dalla reazione della prima particella esplosiva che si trasmette velocemente alla rimanente massa di esplosivo è l’l’effetto dell’onda esplosiva sulle pareti del mezzo; si propaga alla velocità del suono nel mezzo stesso consiste nella “spinta” esercitata dai gas sulle pareti del mezzo in cui è contenuto l’esplosivo renato cresta la neve reagisce come una roccia fortemente diaclasata, pertanto l’onda d’urto non ottiene effetti pratici di frantumazione o demolizione del materiale “manto nevoso”, ma provoca solo un cratere nessun effetto nessun effetto renato cresta l’onda di pressione si propaga, attraverso l’atmosfera, sino alla superficie della neve (può anche raggiungere il suolo, con effetti insignificanti) onde di pressione nell’atmosfera onde di pressione nella neve onde di pressione nel suolo renato cresta propagazione a distanza dell’onda di pressione l’onda di pressione di un’esplosione in aria si disperde in parte nell’atmosfera, ma una considerevole quantità di energia raggiunge la superficie della neve renato cresta uno sciatore esercita una pressione sulla neve di circa 30 mb renato cresta ed il sovraccarico, o aumento di pressione, che esercita sulla superficie della neve può essere sufficiente ad innescare una valanga renato cresta prove sperimentali hanno dimostrato che nel caso di un tiro con 1 kg di TNT sulla superficie del manto nevoso, l’onda di pressione è pari a 30 mb alla distanza di 13,5 m 13,5 m renato cresta se voglio raggiungere la pressione di 30 mb ad una distanza di raggio doppio, dovrò usare una carica di peso: W= ( R 13,5 3 3 ) ( ) 27 = 13,5 = 23 = 8 kg TNT renato cresta l’esplosione in aria di una carica di 1 kg TNT provoca una aumento di pressione di 30 mb alla distanza che si ricava da una tabella renato cresta sovrapressione in Bar provocata dall’esplosione in aria di 1 kg TNT 3 2 0,52 0,14 0,27 0,35 0,69 1,40 1 6,90 0 m 0 1 2 3 4 5 6 7 dalle prove sperimentali di A. Mellor renato cresta per ottenere effetti ottimali dell’onda di pressione sulla superficie della neve devo rispettare un corretto rapporto peso carica / quota di tiro 3.00 2.50 2.00 1.50 1.00 0.50 0.00 1 2 4 8 kg TNT renato cresta nel caso di tiro in aria assume molta importanza l’angolo di incidenza dell’onda di pressione rispetto alla superficie della neve h=3m H = 2,12 m su un angolo di 45° H = 3,00 m l’onda di pressione di Catex ed Avalex agisce sul manto nevoso prevalentemente secondo la normale al pendio il “soffio” del Gazex agisce invece tangenzialmente al versante, ma sfrutta h=3m meglio l’energia dell’onda di pressione perché il tubo ne impedisce la dispersione verso l’alto renato cresta confronto del raggio efficace per un ∆p = 30 mb Gazex 4,5 m3 R = 80 m Gazex 3 m3 R = 60 m 3,6 kg TNT R = 20 m Avalex 4 m3 R = 40 m renato cresta luogo esplosione in aria alla superficie del manto nevoso % successo effetti > 90% onda di pressione e vibrazioni capaci di frantumare le ramificazioni dei cristalli (perdita della coesione per feltratura) 50 / 60% deformazioni permanenti del manto nevoso e proiezione di materiale all’intorno all’interno del manto nevoso < 10% su superfici rocciose affioranti dal manto nevoso 35% note difficoltà di trasferimento e di sospensione della carica portata limitata a breve distanza formazione di cratere o di fumacchio (tecnica applicabile nella demolizione di cornici) problemi nel caso di cariche lanciate da artiglierie o rilasciate da elicottero onde di tipo sismico nel suolo di scarso effetto sul m. n. onda di pressione in aria a distanza maggiore per riflessione del suolo tecnica preferibile con tiri di artiglieria proiezione di frammenti metallici e rocciosi renato cresta inclinazione del versante > 55° settore dei probabili distacchi spontanei 55° - 35° settore ottimale di tiro in neve fresca e in neve strutturata in lastroni 35° - 27° settore di tiro efficace prevalentemente in neve fresca < 27° settore ad elevata stabilità - tiro inefficace renato cresta energia energia non non utilizzata utilizzata ica t i r ac n o z ricerca della collocazione ottimale della carica energia utilizzata renato cresta ricerca della collocazione ottimale della carica energia totalmente utilizzata renato cresta profilo del pendio renato cresta raggio efficace: distanza dal centro dell’esplosione entro cui viene sfruttata la sovrapressione di almeno 30 mb 30 mb renato cresta raggio efficace: distanza dal centro dell’esplosione entro cui viene sfruttata la sovrapressione di almeno 30 mb 30 mb renato cresta zona efficace: zona nella quale si raggiunge il massimo utilizzo del raggio efficace massima efficacia nelle vallecole e nei canaloni renato cresta zona efficace: quando si effettua un tiro su costoni, dossi e crinali l’energia dell’esplosione non viene pienamente sfruttata renato cresta i rischi particolari difficoltà di rispetto del PIDAV – carenza di personale, ritardi di consegna, … sollecitazioni e pressioni per ottenere una rapida riapertura – amministratori, clienti, scuole sci, … mancato distacco – riaprire oppure conservare le restrizioni? la prima regola della sicurezza non basta conoscere le consegne di tiro disposizioni per il tiro bisogna applicarle !!