consumer memorandum

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CONSUMER MEMORANDUM
Newsletter a cura di ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE
Anno 2° - Numero 10 - Ottobre 2011
SOMMARIO:
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Le news
Appuntamenti
LE NEWS
Farmaci: con gli "equivalenti" stesso principio attivo ma diverso costo.
Compresse, gocce, fiale o pomate: sotto qualunque forma li si acquisti i costi dei farmaci
rappresentano una di quelle "voci di spesa" all'interno del budget, individuale o familiare, che tutti
vorremmo evitare di sostenere non fosse altro perché vorrebbe dire che il nostro organismo, essendo
perfettamente sano, non necessita di cure alcune.
E invece, a giudicare dalle code davanti ai banchi dei farmacisti, che con l'arrivo dell'autunno e il
successivo inverno non potranno che intensificarsi, gli italiani che possono raccontare di una vita
vissuta senza assumere una sola “capsula” sono davvero pochi.
Partendo proprio da questo assunto, risulta pertanto a dir poco fondamentale l'impegno dei
farmacisti a proporre ai propri clienti i cosiddetti "farmaci equivalenti" i quali, in assenza di una
ricetta medica che riporti in chiaro l'indicazione del medico di farmaco "non sostituibile",
consentono un risparmio che, soprattutto per chi è costretto ad assumerne in quantità industriali, può
davvero fare la cosiddetta "differenza".
A ricordarci quanto sia importante che tanto i farmacisti quanto i medici di famiglia si impegnino a
suggerire l'adozione di un "equivalente" è l'Agenzia Italiana del Farmaco attraverso una guida dal
titolo: "Usa bene i farmaci – farmaci equivalenti, un vantaggio per tutti".
Nella brochure, lunga poco più di venti pagine, l'Agenzia, oltre a spiegare che si tratta sempre di
"medicinali che hanno la medesima efficacia, sicurezza e qualità dei corrispondenti farmaci di
marca" sottolinea che hanno però "un costo inferiore almeno del 20% perché, essendo scaduto il
brevetto che consentiva la produzione in esclusiva alla ditta che li aveva “scoperti” per prima,
anche altre aziende possono produrli. Il brevetto, infatti, dura 20 anni e serve a consentire di
recuperare i costi sostenuti per la ricerca".
Inoltre "rispetto al corrispondente farmaco “di marca” il farmaco equivalente contiene lo stesso
principio attivo (sostanza che cura la persona e la sua malattia), è bioequivalente, vale a dire ha
la stessa efficacia, è ugualmente sicuro perché sottoposto agli stessi controlli a cui sono soggetti
tutti i farmaci in commercio, la confezione contiene la stessa quantità di farmaco (compresse, fiale,
quantità di sciroppo…), ha le stesse indicazioni e controindicazioni. Le uniche differenze tra il
farmaco equivalente e quello di marca riguardano il colore della confezione e il colore, la forma e
il sapore del medicinale. Queste differenze non comportano alcun cambiamento a livello del
meccanismo di azione, dell’efficacia e della sicurezza del farmaco".
Chi volesse dunque conoscere la lista completa dei "farmaci equivalenti", oltre che rivolgersi
ovviamente al proprio medico di famiglia, potrà sia consultare il sito dell'Agenzia Italiana del
Farmaco, www.agenziafarmaco.it, sia comporre il numero verde 800 571661.
(fonte: www.agenziafarmaco.it)
Bancomat o carta di credito? Qualunque sia la scelta: non perdeteli mai di vista!
Dai portafogli in pelle lavorata a mano a quelli ricoperti da una sottilissima patina di
materiale idrorepellente, dai porta monete con cento e più scomparti più o meno segreti a quelli con
una banalissima zip per raccogliere gli spiccioli e una misera fessura per le banconote, non esiste
contenitore per i soldi che non preveda un apposito spazio per il bancomat o la carta di credito.
Comodi, poco ingombranti e soprattutto leggeri, questi ultimi due strumenti di pagamento hanno
l'ulteriore pregio d'essere accettati ormai ovunque per cui, che si tratti del conto di un albergo, di un
ristorante, di un negozio o di un supermercato, possono essere quasi sempre tutti saldati sfoderando
l'una o l'altra a seconda delle proprie preferenze.
Purtroppo e ovviamente, una tale versatilità non è passata inosservata nemmeno a chi fa delle truffe
e dei raggiri l'impegno del proprio vivere quotidiano e ha pertanto affinato nel tempo astuti metodi
per contraffare tutti quei supporti senza i quali risulterebbe impossibile usare le carte in proprio
possesso. Così, proprio partendo dal presupposto che i "nemici in questione" sono dei professionisti
della truffa, la Polizia di Stato ha deciso di fornire tutta una serie di preziosi consigli che
riguardano tanto le modalità di consegna delle carte quanto il loro impiego.
Ecco allora che, ciò che la Polizia consiglia innanzitutto di fare, una volta che il bancomat o la carta
di credito vengono recapitate al cliente che ne ha fatto richiesta (e che normalmente viaggiano
separatamente dal codice P.I.N. consegnato sempre in un secondo momento), è di verificare che le
buste, oltre a essere perfettamente intatte, siano anche state spedite dalla propria banca o da chi ha
comunque emesso la carta. Dopo aver aperto la confezione è quindi essenziale controllare che"non
vi siano alterazioni o rotture del cartoncino che contiene la carta" diffidando pertanto dalle "buste
bianche inviate con posta prioritaria o con francobolli (di solito sono buste con la tassa già
pagata)". Premesso che è fondamentale non consegnare mai la propria carta e il proprio PIN ad
altre persone, tanto meno se si tratta di un commerciante che sostiene di non avere l'apparecchio
P.O.S. accanto alla cassa ma in un altra stanza, la Polizia sintetizza alcune regole che è davvero
importante tenere sempre a mente:
Con le carte di credito
• La tessera: non perdetela mai di vista
• Estratto conto: controllarlo ogni mese poiché è l'unico modo per accorgersi di eventuali
spese mai effettuate
• Addebiti impropri: se vi arriva un estratto conto con addebiti impropri è bene denunciare
alle forze dell'ordine la clonazione della carta, disconoscendo le spese addebitate
• Internet: nel caso di acquisti sul web verificare se la pagina del sito è sicura
(contrassegnata cioè da un lucchetto posto sulla parte inferiore dello schermo). Se così non
è si corre il rischio di vedersi rubare i dati
• E-mail: se vi arrivano messaggi di posta elettronica dove vi si chiedono dati sensibili
relativi alla vostra carta di credito o al conto corrente non bisogna rispondere a nessuna
richiesta. E' necessario avvertire la banca o le forze dell'ordine avendo l'accortezza di non
cancellare l'e-mail
Con il bancomat
• Allo sportello: osservare l'apparecchiatura alla ricerca di anomalie e modifiche. Sulla
verticale o diagonale della tastiera può esserci per esempio una microtelecamera.
• Bocca della fessura: controllare se la fessura dove si inserisce la tessera Bancomat è ben
fissa. Se si muove o si stacca potrebbe significare che è stata coperta con uno "skimmer"
• Tastiera: verificare se anche la tastiera è ben fissa. Spesso i malfattori sovrappongono una
loro tastiera per catturare il codice Pin. In questo caso c'è un gradino di un paio di
millimetri
• Pin: digitare il codice nascondendo con il palmo dell'altra mano l'operazione
• Nel caso del dubbi: non introdurre la tessera e non inserire il Pin. Allontanarsi e chiamare
le forze dell'ordine.
Soprattutto i più giovani sanno infine che uno dei pericoli più grossi lo si corre quando si decide di
effettuare un acquisto su internet. In questo caso la Polizia di Stato ricorda che:
"Per fare acquisti o operazioni attraverso la rete Internet di solito viene richiesto dal sito
interessato:
• Nome e Cognome del titolare della carta di credito
• scadenza della carta
• Cin o numero di sicurezza che, di solito, si trova dietro la carta di credito.
Durante la trasmissione di questi dati è bene che il sito su cui si digitano gli stessi sia criptato ( il
sito che usa dati criptati si riconosce perchè nell'indirizzo compare "https" evitando così a pirati
informatici di carpire i dati personali mediante intrusione telematica;
Per ridurre i rischi di frode è quindi consigliabile in primo luogo far si che la propria carta venga
maneggiata dal minor numero di persone possibile. In secondo luogo è opportuno effettuare spese
su rete Internet utilizzando siti conosciuti o che abbiano un minimo di credibilità sia per quanto
riguarda il prodotto venduto, che la solidità del marchio. Ricordatevi dunque di:
• Verificare che i siti in questione utilizzino protocolli di sicurezza che permettano di
identificare l'utente. Il più diffuso è il Secure Socket Layer (SSL): generalmente durante la
transazione, in basso a destra della finestra, compare un'icona con un lucchetto che sta a
significare che in quel momento la connessione è sicura;
• Fare uso, per quanto possibile, delle soluzioni di home banking che le banche mettono a
disposizione per controllare - quasi in tempo reale - il proprio estratto conto, in modo da
bloccare, tempestivamente, la carta qualora si disconoscessero delle spese addebitate;
Verificare con attenzione gli estratti conto segnalando immediatamente, alla società che emette la
carta, ogni transazione sconosciuta."
(fonte: www.poliziadistato.it)
Sostanze tossiche nei vestiti sportivi: confermata dai test di Greenpeace la presenza di
Nonilfenolo. Nel rapporto "Panni sporchi 2" tutti i dettagli. Ma Adidas, Puma e Nike
promettono “scarichi zero”.
"Nonilfenolo": leggendolo ad alta voce si ha quasi l'impressione di trovarsi dinnanzi a un
qualche vocabolo protagonista di uno snervante scioglilingua ma, se si prova a ricercarne il
significato, si scopre che con esso si identifica una sostanza davvero pericolosa individuata dai
ricercatori di Greenpeace attraverso una serie di test su alcuni abiti sportivi prodotti dalle grandi
marche e i cui risultati sono contenuti nel rapporto "Panni sporchi 2", reso pubblico lo scorso mese
di Agosto.
Secondo quanto specificato dagli autori del rapporto, reperibile tra l'altro all'interno del sito internet
www.greenpeace.org/italy/it, l'indagine è stata effettuata acquistando, tra il mese di aprile e quello
di maggio di quest'anno, 78 articoli fra t-shirt, giacche, pantaloni, abbigliamento intimo e scarpe in
tela uomo/donna/bambino in 18 differenti paesi in tutto il mondo, fra cui anche l’Italia.
Ebbene "52 prodotti appartenenti a 14 marche (Abercrombie & Fitch, Adidas, Calvin Klein,
Converse, G-Star RAW, H&M, Kappa, Lacoste, Li Ning, Nike, Puma, Ralph Lauren, Uniqlo e
Youngor) sono risultati positivi al test sui nonilfenoli etossilati (NPE). Questi composti una volta
rilasciati nell’ambiente si trasformano in una sostanza pericolosa, il nonilfenolo (NP). Il
nonilfenolo è persistente perché non si degrada facilmente, bioaccumulante perché si accumula
lungo la catena alimentare e può alterare il sistema ormonale dell’uomo anche a livelli molto
bassi. Il mercato internazionale di capi d’abbigliamento permette che tracce di sostanze pericolose
vengano ritrovate nei prodotti di consumo venduti nei paesi importatori, dove spesso questi stessi
composti sono stati vietati".
I risultati ottenuti da Greenpeace, che per le analisi dei campioni si è avvalsa di un laboratorio
indipendente, confermerebbero che "l’uso di composti pericolosi nell’industria tessile è un
problema globale che rischia di intossicare le acque di tutto il mondo. I grandi brand
dell’abbigliamento sportivo sono responsabili di questi scarichi pericolosi e le persone hanno il
diritto di sapere quali sostanze sono presenti nei vestiti che indossano e quali effetti causano una
volta rilasciati nell’ambiente".
Dopo che l'associazione non solo ha invitato le grandi multinazionali ad "assumersi le loro
responsabilità", ma le ha anche sollecitate a "intervenire su tutta la catena e obbligare i propri
fornitori a dare informazioni periodiche sugli scarichi tossici con l’obiettivo finale della loro
completa eliminazione", una presa di posizione importante è stata assunta proprio da Adidas, la
quale ha reso noto di voler diventare “toxic-free”.
L'annuncio di una delle maggiori marche dell'abbigliamento sportivo, che va ad aggiungersi tra
l'altro a quello di Puma, Nike e H&M, di voler eliminare il rilascio delle sostanze chimiche
pericolose entro il 2020, è ovviamente considerato da Greenpeace “una vittoria per il nostro
pianeta e per milioni di persone in Cina e altrove che dipendono dai fiumi per l’acqua potabile e
l’agricoltura...L’impegno di Adidas, Puma e Nike per una politica di “scarichi zero” ha
un’importanza decisiva per la nostra campagna. I tre brand più importanti dello sport lo
ammettono: non esistono “livelli sicuri” e solo la totale eliminazione delle sostanze chimiche
pericolose dalla filiera produttiva può fare la differenza. È una pietra miliare per fermare
l’industria che inquina le nostre acque con sostanze chimiche, persistenti e che mettono a rischio la
nostra salute”.
(fonte: www.greenpeace.org/italy/it)
APPUNTAMENTI
Il 9 ottobre tutti in piazza per festeggiare la Biodomenica!
Dal palato tra i più raffinati allo stomaco più goloso: alla Biodemenica in programma il
prossimo 9 ottobre potranno davvero partecipare tutti i consumatori convinti della necessità di
dover sempre più valorizzare i prodotti sicuri e di qualità, avvicinandosi così al mondo agricolo che
tali ricchezze produce.
Considerata un vero e proprio "incontro culturale a cui partecipano produttori, consumatori,
aziende agrituristiche, associazioni ambientaliste, enti parco e diverse associazioni di
volontariato", la Biodomenica, che quest'anno festeggia la sua XII edizione ed ha come tema "I
valori del BIO", è organizzata da Aiab (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica),
Coldiretti e Legambiente.
Una giornata nazionale, dunque, il cui obiettivo, come specificato dalla stessa Aiab nella pagina
web: www.biodomenica.it appositamente realizzata per presentare l'iniziativa, sarà quello di "porre
l'accento sul valore sociale, economico e ambientale del Biologico in Italia, per fornire una
corretta informazione sul tema e produrre un dossier condiviso che verrà distribuito su territorio
nazionale".
(fonti: www.biodomenica.it, www.aiab.it; per ulteriori informazioni sui siti prescelti:
www.legambiente.it, www.coldiretti.it)
CONSUMATORI PIEMONTE
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