La Casa di Nonna Italia - Gruppo Editoriale Raffaello
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La Casa di Nonna Italia - Gruppo Editoriale Raffaello
Paola Valente La Casa di Nonna Italia Illustrazioni di Michele Bizzi Una strana proposta Una mattina come le altre, a scuola, durante la ricreazione. Giorgio si nasconde nel suo “angolo di salvezza”. È un posticino tranquillo, tra la finestra, aperta per arieggiare l’aula, e uno scaffale pieno di libri in disordine. Il bambino mastica concentrato il suo pane con la marmellata fatta in casa. A lui non piace giocare a calcio né guardarlo alla televisione. Non possiede le ultime carte da gioco con i supereroi che i suoi compagni acquistano ogni mattina presso l’edicola di fronte alla scuola. Non indossa felpe con la scritta, scarpe spaziali, sciarpa della squadra preferita. Parla poco e generalmente passa inosservato. Nessuno lo cerca, nessuno lo sfida. A volte qualcuno gli chiede un aiuto nei compiti, perché è bravo, ma raramente lo invita a giocare. Fa molto caldo, le vacanze si avvicinano, sempre troppo lentamente. Mancano davvero pochi giorni alla fine delle lezioni. Da due mesi non cade una goccia di pioggia, la città rovente è avvolta da una nuvola di smog. L’asfalto è molle sotto i piedi, la terra è come farina. 5 Poco distante da Giorgio, Luigi succhia con la cannuccia un tè alla pesca, producendo dei rumori disgustosi che fanno scompisciare dalle risate i suoi amici del cuore, Giuseppe, Giacomo, Giovanni e Luca, che portano nomi evangelici e si comportano come diavoli scatenati. Poco lontano, alcune bambine, Chiara, Miruna, Federica, Sofia e Katia, scrivono bigliettini, disegnano fatine e cuoricini, lanciando di tanto in tanto un’occhiata sprezzante ai maschi. Ma non degnano di un solo sguardo il piccolo Giorgio, che lecca con metodo la marmellata intorno al panino. Non lo guarda neppure Chiara, la sua preferita, la bambina sveglia e allegra che la mattina lo saluta (solo lei!) urlando: - Buongiorno, Giorgio! Vicino a Chiara, Miruna saltella come una cavalletta: non sa stare ferma e ha inventato “l’andatura dell’ominide”, un modo per spostarsi a quattro zampe con grandi balzi che l’ha resa famosa in tutta la scuola. Federica sussurra qualcosa nell’orecchio di Katia, che ride e ammicca verso Sofia dal ciuffo blu. Ma a causa del caldo e della verifica di matematica che incombe, la compagnia è abbastanza moscia. A un tratto Luigi esclama: - Non si può! Oggi proprio non si può. 6 Detto questo, si lascia scivolare a terra e striscia sotto il banco come un serpente, approfittando dell’assenza della maestra, che purtroppo ci mette sempre troppo poco per andare in bagno. - E perché? - chiede Giacomo incupendosi. - Perché si muore di caldo, tordo - risponde Giuseppe. - Perché il campetto è pieno di polvere. Quando si gioca, una nuvola velenosa ti entra negli occhi, nella bocca e nelle orecchie - aggiunge Giovanni. - Non si vede più niente, è impossibile tirare in porta - incalza Luca. - E ti “cappotti” dopo cinque minuti, perché il sole picchia duro e ti cuoce il cervello. - Di questo non ti dovresti preoccupare - si intromette Chiara dal gruppetto delle femmine. - Tu cervello non ne hai. Le bambine ridono, i maschi rispondono con certi gestacci che costringono Miruna a tirare fuori tutta la lingua, così lunga e brillante. Un rivolo di sudore scorre lungo la fronte di Luigi, che gonfia il petto come un tacchino e si avvicina minaccioso alle bambine. - Se... non sapete proprio dove trascorrere il pomeriggio... potreste venire da mia nonna… - balbetta Giorgio. Tutti si fermano esterrefatti. 7 La voce di Giorgio si sente raramente. È bassa e, in questo momento, perfino rauca. Lui stesso è stupito di aver parlato, ma quella frase gli è uscita di bocca così all’improvviso che non è riuscito a rimandarla indietro. Forse era semplicemente un pensiero ad alta voce. È Giacomo a reagire per primo. - Bella proposta! Le vecchie nonne sono brontolone. Hanno case piene di centrini e di soprammobili. Hanno paura che sporchiamo il pavimento e ci fanno camminare con le pattine. - È vero! È vero! - strilla Giovanni. - Le nonne sono perfezioniste, si lagnano e ti offrono fette di torta di mela. Bleah! Luca rotea gli occhi, poi si esibisce nella sua smorfia più popolare fra i ragazzi della scuola: si infila i pollici in bocca e si tira in su le labbra all’inverosimile, scoprendo i dentoni. Con i mignoli si abbassa la pelle sotto gli occhi, con l’indice e il medio si accartoccia le orecchie. Tutti ridono, anche le bambine che si sono avvicinate abbandonando sul banco i loro disegnini. Giuseppe punta un dito sul petto di Giorgio come per accusarlo e lo apostrofa: - La tua nonnina ci obbligherà a sprofondare in un divano di velluto, ci costringerà a ingoiare tè bollente e ci racconterà una di quelle fiabe noiose dove i principi sposano stupide servette. Al solo pensiero del tè bollente e di un divano di velluto, tutti sudano a più non posso e sono costretti a bere acqua tiepida dalle loro bottiglie di plastica. - Non si può. Proprio non si può - ripete Luigi sconfortato. Giorgio si lecca un baffo di marmellata e sottovoce dice: - La mia nonna non è molto vecchia. Va ancora in giro per il mondo… - Scommetto che le piace fare le passeggiate intorno al quartiere - replica Giovanni. - Due mesi fa è stata in Africa… E poi la mia nonna ha una casa in mezzo a un grande parco con tanti alberi che fanno ombra. Maschi e femmine drizzano le orecchie, ma Giorgio adesso tace e ritorna a rifugiarsi tra la finestra e lo scaffale. Chiara si avvicina e gli chiede: - Dove si trova?... - E si può giocare a calcio nel parco di tua nonna? domanda Luigi. 10 Giorgio non risponde. - Lo avete offeso - strilla Miruna saltando a zig zag fra i banchi. Sembra una bambina-scimmia. In quel mentre, ecco la maestra. Ricreazione finita, chiacchiere sospese. La lezione termina fra sonnolenti sbadigli. Come sarà andata la verifica? Quando suona la campanella, i bambini trascinano in cortile le cartelle pesanti. Mentre i genitori si fermano un attimo a scambiare due parole, il gruppo si affolla intorno a Giorgio. Lui è un po’ intimorito, perché tutti lo guardano seri. - Non è detto che ci veniamo, sai, a casa della tua vecchia. Però non si sa mai… Dove sta? - chiede Giuseppe. - Dai, parla, non ti mangiamo mica - lo esorta Sofia scostando con la mano destra il ciuffo blu che le copre gli occhi. - Diccelo, così portiamo il pallone - ordina Luigi. - Ma, comunque, sarà difficile che verremo - aggiunge Giovanni. - Parla parla parla, Giorgino buono e piccino - urla Chiara allegramente. Giorgio annusa il pericolo come una volpe braccata dai cani: se non reagisce, diranno che lui e Chiara sono fidanzatini e lo canzoneranno per il resto della scuola primaria. 11 - Via della Costituzione, 139. Suonate e dite la parola d’ordine… - La parola d’ordine? Stai scherzando? - chiede Luca ridendo. - La parola d’ordine: L’Italia è una Repubblica democratica . Se non ve la ricorderete, nessuno vi aprirà - dice Giorgio con calma. - È troppo difficile… - borbotta Giacomo. Ma Federica tira fuori una penna dalla cartella, strappa un pezzetto di pagina da un quaderno e scrive veloce. - Ecco fatto. Così sarà impossibile dimenticarla. E voi maschietti non potrete farci qualche brutto scherzo lasciandoci fuori. - Non è detto che verremo - puntualizza Luca. - Probabilmente staremo in casa a giocare con la PlayStation - conclude Luigi. E il gruppo si disperde. 12