Rassegna del 08/03/2013 - USPUR - Università degli Studi di Firenze
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Rassegna del 08/03/2013 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 08/03/2013 UNIVERSITÀ DI FIRENZE Corriere Fiorentino 08/03/13 P. 7 Da Roma 135 milioni per la città digitale Corriere Fiorentino 08/03/13 P. 1-7 Università, il sorpasso di Pisa 1 Mondo 15/03/13 P. 67 Sempre in formazione Mondo 15/03/13 P. 68 L'academy più snella brilla nella recessione Gaia Fiertler Repubblica 08/03/13 P. 10 Casaleggio tira le orecchie agli eletti"No al politichese, dite sì alle buone leggi" Annalisa Cuzzocrea 10 Gaetano Cervone 2 5 7 MONDO UNIVERSITARIO Corriere Della Sera 08/03/13 P. 37 Gli studenti non pagano più i prestiti d'onore per il college Massimo Gaggi 11 Corriere Della Sera 08/03/13 P. 47 Se tra laurea e lavoro non sboccia l'amore Giulia Cimpanelli 13 Espresso 14/03/13 P. 22 Magnifico quel doppio stipendio Espresso 14/03/13 P. 97 Leggere Metti Brunelleschi al Cern Bruno Arpaia 15 Espresso 14/03/13 P. 98 Mistero CERVELLO Giovanni Sabato 16 Espresso 14/03/13 P. 102 Salvati dal cavetto Agnese Codignola, Federico Mereta 21 Espresso 14/03/13 P. 105 Vanno a fuoco le nostre speranze Espresso 14/03/13 P. 108 L'impero dei sensori Alessandro Longo 24 Libero Mercato 08/03/13 P. 25 Giannino e Crosetto A volte la laurea può anche non servire Gianni Bocchieri 27 Mondo 15/03/13 P. 41 Ci vuole un portale per portare le start-up Fabio Sottocornola 28 Mondo 15/03/13 P. 48 Brasile e Tunisia nel mirino Almaviva Ettore Tamos 29 Mondo 15/03/13 P. 63 Italian master in formato multi nazionale Gaia Fiertler 30 Mondo 15/03/13 P. 74 Caccia al mutanti Francesco Bisozzi 33 Mondo 15/03/13 P. 77 Primavera di voti, aria nuova in Crui? Sette 08/03/13 P. 12 Il rettore che vuol dimenticare l'italiano Sette 08/03/13 P. 120 Nuovi strumenti di diagnosi precoce permetterebbero di evitare la demenza. Ecco i passi da affrontare, dopo i 50 anni Sole 24 Ore 08/03/13 P. 15 Regole snelle e incentivi per l'innovazione Sole 24 Ore 08/03/13 P. 33 «Frenati interventi strategici» Sole 24 Ore 08/03/13 P. 35 L'Unesco apre per Pompei ai privati Sole 24 Ore 08/03/13 P. 36 Società civile mobilitata per la Città della Scienza Unita` 08/03/13 P. 20 Lavoro Tra vuoto e discriminazione Mila Spicola 43 Venerdi Repubblica 08/03/13 P. 32 Bartleby e il fondo Roversi cercano casa meglio in centro Natascia Ronchetti 44 Wired 01/03/13 P. 22 Justin? Telepresente Dan Cossins 45 Wired 01/03/13 P. 36 A Bologna nasce un cervello fatto di bit Raffaele Mastrolonardo 46 08/03/13 P. 5 Pioggia di euro per l'innovazione 14 23 35 Aldo Grasso 36 37 Alfonso Gambardella 38 39 Francesco Prisco 40 42 SEGNALAZIONI Qui Firenze Indice Rassegna Stampa 47 Pagina I Tecnoloffle DaRoma 135 mdìorù per la città digitale Oltre 135 milioni in arrivo da Roma per la Firenze del futuro. É la cifra assegnata dal Ministero della Ricerca a sette dei nove progetti «fiorentin » che hanno partecipato al bando «Smart City & Communities». Un finanziamento di idee all'avanguardia destinate allo sviluppo di modelli tecnologicamente innovativi per lo sviluppo urbano e che vede la collaborazione di imprese locali, centri di ricerca, pubblica amministrazione ed università. Tantissimi i soggetti coinvolti per costruire la Firenze 2.0 che prenderà forma con l'avvio nei prossimi mesi dei sette progetti : dalla fornitura di nuovi strumenti per valorizzare e conoscere il patrimonio artistico all'architettura sostenibile per edifici a impatto zero; dall'infomobilità urbana per car-sharing e distribuzioni merci alle nuove applicazioni per la gestione di traffico, semafori, tutto a favore di una migliore viabilità. Ci saranno inoltre biglietterie elettroniche per il trasporto pubblico, nuovi sistemi di videosorveglianza per una maggiore sicurezza del territorio, oltre a nuovi servizi telematici dell'amministrazione per cittadini ed imprese. «Firenze conferma di essere una delle città più dinamiche e attive nel campo dell'innovazione commenta il vicesindaco Dario Nardella L'amministrazione ha deciso di supportare questi progetti gestendo la parte sperimentale: lo sviluppo di questi avrà ricadute importanti per la qualità vita quotidiana dei fiorentini ed inoltre potrà avere effetti positivi anche sull'occupazione, in particolare quella giovanile». (G. Ce.) 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Università di Firenze Pagina 1 Rapporto del ministero dell' Istruzione sugli Atenei italiani: giù tutte le facoltà, a parte Economia e Farmacia mversi ra, ii su NI' e studenti ' più di Firenze, ma è un primato ' discesa: la Toscana perde 9.000 iscritti A PAGINA 7 Cervone Università di Firenze Pagina 2 _d- Rapporto del ministero dell'Istruzione sugli Atenei italiani: giù tutte le facoltà, a parte Economia e Farmacia Università, Pisa sorpassa (in discesa) Mille studenti in più di Firenze, ma tutti perdono iscritti. Crolla Siena Sorpasso dell'Università di Pisa che strappa a Firenze il primato dell'Ateneo toscano con il maggior numero di studenti. I dati provvisori forniti dal Ministero dell'Istruzione segnano così una data storica nel panorama universitario toscano: è infatti la prima volta che Firenze sarebbe costretta a cedere il primato. Non sono bastate quest'anno 47.865 iscrizioni per resistere alla carica di Pisa, che raggiungendo quota 48.8oi si gode il sorpasso soltanto sfiorato lo scorso anno, quando le distanze si erano attestate a soli 55o studenti. Altri tempi, ma soprattutto al tri numeri, perché l'avvicendamento sul trono avviene comunque all'interno di un calo complessivo di iscrizioni che riguarda tutte le università italiane (comprese quelle toscane) e che colpisce soprattutto Siena. In un anno l'Ateneo del rettore Angelo Riccaboni perde il 16,5% degli studenti con un'emorragia di iscrizioni ai corsi di laurea triennale e magistrale ampiamente superiore alla media nazionale (-10%) e a quella toscana (-7,4%)• Dati che allo stato di fatto indicano una perdita di 9 mila studenti rispetto allo scorso anno accademico: 3742 iscritti in meno a Firenze (-7,2%), 2256 a Pisa (-4,4%), 2994 a Siena (-16,5%). Non è che vada me- Università di Firenze A a.a. 2012/13 47 . a.a. 2011112 51.607 Differenza a.a. 2012/13 -3.742 -2.256 Diff. % Diff. % /7/ a.a. 2011/12 51.037 Differenza glio nelle altre regioni: il campanello di allarme era stato già lanciato dal Consiglio universitario nazionale (Cun), che ad inizio Febbraio aveva denunciato un crollo del 17% delle immatricolazioni (iscrizioni al primo anno, ndr) negli ultimi dieci anni. Le scelte Scienze politiche in calo ovunque Male anche Lettere e Matematica Firenze II rettore Alberto Tesi a.a. 2012113 15. a.a. 2011112 18. Differenza -. Diff. % COMPUTIME .ií renze (+167 iscritti) e Economia Lena Pisa Ma l'allarme - a quanto pare - II rettore non riguardale sole immatrico- Massimo lazioni: da Milano a Napoli, da Augello Roma a Bologna, il crollo degli iscritti riguarda la maggior parte degli Atenei italiani, che registrano complessivamente 177 mila iscrizioni in meno rispetto allo scorso anno. Segno negativo quasi ovunque (a Torino, infatti, guadagnano 323 studenti) e soprattutto in tutte le facoltà: in Toscana solo Farmacia a Fia Pisa (+6) mostrano risultati po- II rettore sitivi, rispetto ad un trend nega- Angelo tivo che non risparmia neppure Riccaboni Pagina 3 quell'ambito scientifico molto spesso indicato come l'unico in grado di assicurare una prospettiva lavorativa migliore. I numeri, infatti, indicano una crisi generale dei sistema universitario che sembra non voler risparmiare proprio nessuno: basti pensare che a Siena la Facoltà che in percentuale perde il maggior numero di studenti è Scienze Matematiche (586, -30%), seguita da Lettere e Filosofia (g10, -25%) e Scienze Politiche (283, -23,6%). L'ambito scientifico tiene invece a Firenze, dove facoltà come Ingegneria e Matematica perdono "solo" ila per cento di iscritti, rispetto invece a quelle dell'area sociale: a Scienze Politiche record negativo sia in valori assoluti (-1025 studenti) che in termini percentuali (-25%), seguita da Psicologia (-14%) e Lettere e Filosofia (-11%). Il trend negativo di Scienze Politiche non risparmia (quasi) nessun Ateneo: anche a Pisa è la facoltà che perde più studenti (463, -12%), ma la stessa cosa accade a Bologna (Sol, -7,9 %), a Padova (905, -16 %), a Milano (679, -6%), a Torino (419, -6,5%) alla Federico II di Napoli (577, -18%). Solo a "La Sapienza" di Roma sorridono i politologi: 456 iscritti in più (+6,4%) rispetto allo scorso anno. Gaetano Cervone Università di Firenze Pagina 4 DOSSIER ....................................................................... Stefano Cordero di Montezeinolo, presidente di Aimba, l'associazione italiana degli Mbas MBA Business school 2 Stefano Cordero di Montezemolo , presidente alumni Sempre in formazione onseguire un master in business C administration (mba) oggi ha un valore non solo formativo, ma anche professionale riconosciuto dalla legge. Parola di Stefano Cordero di Montezemolo, presidente di Aimba, l'associazione italiana degli Mbas, economista e docente di finanza alla Università degli Studi di Firenze. Dalla costituzione dell'associazione nel 2007 si è battuto per il riconoscimento della professione fuori dalle logiche degli ordini e delle corporazioni e la legge sulle libere associazioni professionali, in vigore da gennaio, alla fine gli ha dato ragione. Domanda. Quali sono i vostri obiettivi? Risposta . Rappresentare e qualificare professionalmente chi ha conseguito mba e master in general management e specialistici, con un codice di autodisciplina e la formazione continua come previsto dalla legge, nonché svolgere un'azione culturale perché la direzione aziendale venga riconosciuta come una disciplina con precisi processi formativi. D. La formazione manageriale è stata messa sotto accusa con l'ultima crisi finanziaria, soprattutto i modelli insegnati a Yale, Harvard e Wharton. L'mba dovrà cambiare pelle? R. Bisogna senz'altro ridare priorità ai fondamentali dell'economia che, specialmente nelle scuole americane, nell'ultimo decennio si sono un po' persi sotto la spinta di massimizzare i risultati. La pressione veniva soprattutto dalla finanza e dalla consulenza, che assorbivano la maggior parte dei diplomati, meno dall'industria tradizionale. In secondo luogo, compito delle business school è formare all'integrità professionale, al ruolo e ai comportamenti che il top manager È un percorso impegnativo che insegna a resistere, essere veloci e cogliere priorità VISIONE GLOBALE D. L'mba è un trampolino per la AGENDA DELLE PRIORITA Introdurre programmi coerenti con le nuove priorità aziendali Sviluppare e migliorare le competenze professionali e manageriali Migliorare l'efficienza aziendale 42,9% 38,1% 10,5% 4,3% Multinazionale con Multinazionale con sede Italia sede centrale all'estero ® DIMINUZIONE 2 AUMENTO ® STABILE Università di Firenze D. A chi consiglia oggi un mba? R. Sono due gli ingredienti del master: conoscenza e disciplina. È un percorso talmente impegnativo che insegna a resistere, a essere veloci e a cogliere subito le priorità. Ma per accettare la sfida e la fatica bisogna essere ambiziosi. Sviluppare la nuova generazione di leader 56,5% Previsioni di internazionalizzazione dovrà tenere per rispondere a molteplici interessi. In pratica, far prendere coscienza della grande responsabilità che si assume alla guida di una impresa. Sarà anche un modo per distinguersi dalla crescente standardizzazione dell'offerta e dalla concorrenza della formazione online. Organizzazione imprese nazionali NON RISPOSTO ? 8,23 7,94 Migliorare i processi di condivisione e trasferimento della mission e della... Promuovere, sostenere e accellerare i processi di innovazione Fornire supporto alle strategie di marketing e commerciale Favorire le strategie di internazionalizzazione Sostenere strategie di sviluppo compatibile sul piano ambientale Altro Migliorare i rapporti con le amministrazioni pubbliche Rilevanza delle finalità per sostenere la competitività aziendale Pagina 5 carriera internazionale? R. Nei Paesi emergenti c'è fame di personale qualificato poiché le loro business school non riescono ancora a soddisfare la domanda locale. Consiglio, però, di scegliere scuole con un forte network di relazioni con aziende e partner globali. D. Quale direzione devono prendere le nostre business school per competere con una offerta in aumento? R. Bisogna insistere su aule, faculty e network sempre più internazionali. È la chiave per essere attrattivi in un contesto globale. Sda Bocconi ha una vocazione in questo senso e anche altre scuole stanno facendo grandi sforzi, come il Mip di Milano e il Mib di Trieste. Purtroppo all'estero siamo percepiti ancora un po' locali. D. Fa ancora la differenza investire in un mba? R. Io credo di sì, la trasformazione della società e l'aumento di complessità richiederanno competenze sempre più evolute e strutturate. Approfittando, tra l'altro, di formule flessibili come l'mba part-time o quello basato sull'online education, che consentono di continuare a lavorare. Si potrebbe pensare anche a soluzioni diluite nel tempo, come una formazione continua che alla fine porti a conseguire il diploma. (Sda Bocconi in Prysmian ha appena iniziato un corporate master diluito nel tempo con diploma finale e il Mib consente la partecipazione a moduli successivi intervallati, per favorire imprenditori e pmi, ndr). D. Oggi un manager con master riesce a ricollocarsi? R. Oggi il vero problema è la mancanza di scambio con le pmi, che sono il nostro tessuto economico e avrebbero un gran bisogno di solide competenze. Si potrebbe pensare a incentivi per chi assume manager qualificati. G.F. Università di Firenze Pagina 6 Business school 3 Imprese & università per sviluppare i talenti interni L' academy più snella brilla nella recessione L accoppiata gruppo Techint Fondazione Istud parte ora, dopo Antonio Calabrese, direttore della divisione corporate del Mip. È il fenomeno sempre più diffuso delle academy aziendali, articolati progetti di formazione co-disegnati negli obiettivi, contenuti e modalità di erogazione con le business school italiane. Sono una evoluzione, snella, delle corporate university che erano sorte nei primi anni Duemila nelle grandi aziende italiane (Fiat, Eni, Enel, Finmeccanica) come vere e proprie scuole di formazione interne. Mentre, dall'anno zero della crisi, nascono academy light, sia nell'organizzazione che nella programmazione (sempre più mirata e con docenza mista tra manager e professori), in quelle imprese mediograndi che non rinunciano a dare forma e continuità al trasferimento del know-how aziendale (manageriale e tecnico-specialistico) e allo sviluppo delle competenze. «In uno scenario di riduzione dei budget, le imprese due mesi di lavoro congiunto. Sda Bocconi si è mossa in febbraio con Ansaldo Sts e a fine anno con Prysmian group, mentre il Mip Politecnico di Milano sta concludendo le lezioni di marketing e innovazione per circa 500 middle manager di Vodafone. «E adesso portiamo in aula le risorse umane e la collaborazione avrà ulteriori sviluppi», assicura AULA IN UFFICIO DAL 50% AL 75% 17% DAL 25% AL 50% I 1 MENO DEL 25% 42% 33% Coinvolgimento dei manager nelle attività formative UN VOTO AI PARTNER 7,07 Manager interni 6,14 5,20 Fornitori di e-learning 3,70 Società specializzate in coaching e mentoring - Piccole società specializzate di consulenza e formazione Grandi società specializzate di consulenza e formazione Esperti,docenti scelti individualmente 5,94 - . - - - EE 4,70 -- Università Scuole di management estere 6,15 5,84 6,04 6,14 6,61 6,47 .5,71 .--_! 5,10 176 N 5,69 5,50 Scuole di management italiane ® PREVISTO A TRE ANNI Importanza dei partner nella formazione aziendale Università di Firenze - =OGGI Rino Garbellano (Asfor). Sopra, Maria Luisa Ortini (Sda Bocconi) Pagina 7 concentrano i propri investimenti sui talenti, su chi potrà assumere un ruolo chiave nei processi di riposizionamento strategico, discontinuità e cambiamento organizzativo», spiega Rino Garbellano, membro del comitato scientifico ricerche di Asfor e docente a contratto al Politecnico di Torino. E, per farlo, si rivolgono alle scuole di management, cui attingere metodologie, modelli da calare nella propria realtà e utili best practice. Sviluppare capacità manageriali legate all'innovazione e al cambiamento, per esempio, sono gli obiettivi della neonata Managerial academy del gruppo Techìnt, progettata con Istud: 160 le risorse coinvolte tra giovani, middle ed executive in Italia e all'estero. «Le competenze manageriali e di gestione di risorse e di culture diverse, accompagnate da una fortissima competenza tecnica di tutti i nostri dirigenti, sono la chiave di successo del business. Per questo è nostra responsabilità garantirne lo sviluppo continuo», ricorda Christina Anagnostopoulou, responsabile sviluppo e formazione del gruppo Techint. L'urgenza di queste academy è chiara: dare supporto al business. E la formula funziona. «Le academy co-progettate sono una ottima soluzione per non ridurre i nostri interventi a pillole spot», commenta Maria Luisa Ortini, responsabile formazione corporate di Sda Bocconi. Il progetto di Ansaldo Sts, per esempio, la società del gruppo Vicenza Sotto, Giuseppe Caldiera e la sede del Cuoa . A fianco, Marco Mossuto, di Lindt & Sprüngly Italia Università di Firenze Pagina 8 Finmeccanica specializzata in sistemi ferroviari, è stato voluto dal ceo Sergio De Luca per preparare i leader del futuro. Nell'arco di due anni, 18 middle manager selezionati fra i migliori al mondo tra italiani, francesi, indiani, australiani e un americano, frequenteranno quattro moduli di general management a Milano, alla Sda Bocconi, e due a Philadelphia, alla Wharton business school. A sua volta Lindt & Sprüngly ha lanciato la seconda edizione dell'academy messa a punto con la Liuc di Castellanza. L' obiettivo è di formare al management giovani ad alto potenziale (15 quest'anno). «Sui 18 della prima edizione già 12 hanno avuto un avanzamento di carriera o una importante job rotation: siamo molto soddisfatti», racconta Marco Mossuto, direttore risorse umane di Lindt & Sprüngly Italia. Uno dei suoi è persino volato a Stratham (Boston) come manager della ricerca e sviluppo, mentre prima era nel team dell'innovazione di prodotto nella sede italiana di Induno Olona, in provincia di Varese. «Le academy segnano il punto di incontro più interessante tra teoria e pratica, dove valorizzare alla pari i reciproci saperi. Le nostre aziende hanno una grande ricchezza di know-how, ma a volte non se sono consapevoli. Hanno quindi bisogno di metodo e di strumenti, da un lato per trasferirla in modo sistematico e integrato ai giovani, italiani e non, rinforzando così anche l'identità aziendale pur in contesti multiculturali, dall'altro per affrontare in modo efficace i grandi cambiamenti», afferma Giuseppe Caldiera, direttore generale della Fondazione Cuoa. La business school vicentina ha progettato le scuole del gruppo Fiamm e del gruppo Lima con i loro rispettivi manager, collaborazione che prosegue per il terzo anno. Infine, Alma Graduate School di Bologna è coinvolta nell'indirizzo e nei programmi della HerAcademy che il gruppo Hera ha lanciato nel 2012, con il proprio direttore generale nel consiglio scientifico della scuola aziendale. Gaia Fiertler Università di Firenze Pagina 9 In rete il verbale dell'assemblea di lunedì con Grillo e il manager-gum. Lo ha scritto un neo deputato peri militanti Casaleggio tira le orecchie agli eletti `No al politi chese, dite sì alle buone leggi" ANNALISA CUZZOCREA ROMA - Se lo stanno scambiando sulle pagine dei meet up, e sui siti locali del Movimento 5 stelle. È il report che Samuele Segonideputato eletto in Toscana, geologo, assegnista di ricerca all'università di Firenze - ha redatto durante la riunione di lunedì scorso. Non la parte che è andata streaming, la sfilata deineoparlamentari, ma quella precedente. Protagonisti assoluti: Beppe Grillo e, soprattutto, Gianroberto Casaleggio. «Siamo tanti, abbiamo creato un mostro. Applausi a voi, non a me», esordisce il "capo politico". Poi il primo consiglio: «Io do interviste solo ai reporter stranieri perché sono corretti. Registro video/audio, e mi trovo benissimo». Avverte gli eletti, Grillo, senzarinunciare al suo spirito comico: «Vi violeranno la privacy alla ricerca dello scoop. Io non riesco neanche a scaccolarmi a casa mia, mi devo nascondere». Poi chiede di restare uniti, perché «i partiti annaspano, e bisogna stanarli, costringerli a fare i loro inciucialla luce del sole». Sulla fiducia aun eventuale governo dicentrosinistra: «E un no scontato. Si vede proposta per proposta, scenario per scenario. Sono le nostre regole base, non vedo come possano essere messe in discussione». Segoniannotatraparentesiil «consenso generale della sala». Grillo chiede se ci siano dubbi. Pur senza contraddirlo, qualcuno interviene. E scopriamo che Gianroberto Casaleggio fa una «tirata d'orecchie a chi ha parlato in politichese» (con discorsi tipo: «no alleanze, ma strategie politiche da portare avanti»). «Basta parlare di alleanze e basta parlare degli altri - ha ammonito - Noi abbiamo la nostra strada e il nostro metodo». Grillo lo prende un po' in giro chiamandolo guru e chiedendogli se sia lui o Crozza che ne fa l'imitazione. Il manager - annota ancora il deputato «rimane serissimo». E lancia un alto avviso: «Occhio ai social media, non avrete più privacy, quello che scrivete ve lo ritrovate sui giornali». Cita Al Pacino in "Ogni maledetta domenica": «O vinciamo come gruppo o veniamo eliminati come singoli». Esorta a messaggi semplici: «Ce lo chiede l'elettorato: vogliono unità e linearità, non calcoli politici complessi». Poidice diaverbuttato giù delle regole per i gruppi insieme agli avvocati: «Ve le invieremo presto, è una bozza, modificatela come via pare». Per l'ennesima Siamo tanti, abbiamo creato un mostro. Vi violeranno la privacy alla ricerca dello scoop, attenti ai social media volta, torna a promettere «il portale», «una piattaforma che servirà per creare un programma dinamico. E per selezionare le idee migliori che dovrete provare a far diventare leggi». I grillini l'aspettano da sempre, un sito in cuipossa davvero attuarsi la democrazia dal basso, con decisioni condivise sui singoli temi, non imposte dallo "staff". Casaleggio promette: «Il candidato presidente della Repubblica lo sceglieremo tutti insieme, con migliaia di iscritti, sul portale, e voi avrete il dovere di portare avanti la candidatura più votata». Infine, sui fondi ai gruppi parlamentari, per i quali i candidati avevano dovuto sottoscrivere un impegno, precisa: «Creeremo due gruppi di comunicazione ufficiali. Noi dello staff "ufficializziamo" quelli del gruppo comunicazione, ma non li gestiamo. Soprattutto non gestiremo mai soldi e fondi». Infine, con la consueta dicotomia: «Noi non andremo al governo, ci andranno loro, si voteranno la fiducia. Noi abbiamo il compito di far passare più leggi possibili per il bene del Paese». IDEOLOGO DEI 5STELLE Gianroberto Casaleggio ha partecipato lunedì scorso all'incontro con i parlamentari eletti del Movimento Cinque Stelle, insieme a Beppe Grillo E come dice Al Pacino in `Ogni maledetta domenica' : o vinciamo come gruppo o ci eliminano come singoli G rio: se'`' felfiamo riscltio violenze lervsonopagalepersputhaiarci u Università di Firenze nc Pagina 10 ti Aumentano le rette universitarie e diminuiscono i posti di lavoro. La cifra complessiva da restituire sfiora i mille miliardi di dollari Gli studenti nc 1 pagano est ud onore un u er o • i L pr i , . l ' . 111 a Usa rischia DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Dopo quella dei mutui, un'altra bolla finanziaria rischia di scoppiare in America compromettendo la ripresa economica: quella dei prestiti scolastici. L'esposizione di studenti ed ex studenti americani ha, infatti, ormai raggiunto cifre astronomiche: sfiora i mille miliardi di dollari. Il problema non è certo nuovo. Un anno fa Barack Obama, che ha fatto varare dal Congresso un provvedimento che riduce gli oneri per interessi pagati dai giovani su molti di questi prestiti, raccontò che anche lui e Michelle avevano faticato a estinguere i debiti di studio: parlando a Chapel Hill agli studenti della University of North Carolina disse che solo nel 2004 - quando, 42enne, era già parlamentare dell'Illinois da sette anni e stava per diventare senatore al Congresso di Washington - aveva completato il rimborso dei prestiti. Non è certo un caso isolato. Per restare alla politica, il senatore Marco Rubio, figura emergente del partito repubblicano, ha raccontato di recente che solo a fine 2011, quando era già un quarantenne, è riuscito a liberarsi dei ben 16o mila dollari di debito scolastico che si portava dietro dai tempi degli studi in giurisprudenza. Ed Elizabeth Warren, che a 63 anni è appena diventata senatore democratico del Massa- nuova chusetts conquistando il seggio che fu di Ted Kennedy, i suoi debiti scolastici non li ha ancora estinti del tutto: le rimane qualche decina di migliaia di dollari da rimborsare. Fatto curioso anche perché, prima di candidarsi, la Warren, divenuta celebre per una sua apparizione nel documentario di Michael Moore su Wall Street e il «crack» Lehman, ha guidato l'agenzia federale per la tutela dei consumatori: un organismo tra i cui compiti c'è anche la supervisione dei prestiti agli studenti. Casi che riguardano nomi celebri, ma che non rendono fino in fondo la serietà del problema. In America l'istruzione universitaria è sempre stata costosa e chi non poteva permettersela o non otteneva borse di studio ricorreva al credito. Nel mondo del pieno impiego, poi, trovava subito un lavoro redditizio grazie al quale effettuare i rimborsi. Negli ultimi anni tutto è cambiato, e in peggio: col continuo aumento delle rette universitarie, la crisi finanziaria e l'inaridimento del credito negli altri settori, l'erogazione di prestiti di studio è enormemente aumentata, mentre gli sbocchi sul mercato del lavoro si sono ridotti di molto. Chi si laurea con un debito che può arrivare anche a 150-2oo mila dollari, spesso rimane disoccupato o trova un lavoro non abbastanza redditizio: non basta per onorare il debito, mettere su famiglia, comprare una casa. . . . a i mutui immobiliari. A parte i rischi di insolvenza che pesano sul sistema creditizio, il pericolo maggiore per un'economia Usa già asfittica è quello di un'ulteriore riduzione dei consumi da parte delle famiglie indebitate anche sul fronte scolastico. L'onere triplicato in otto anni riflette tanto un aumento dell'importo dei prestiti medi quanto quello del numero degli studenti (ed ex) indebitati: ben 39 milioni. Non tutti hanno fatto follie: l'indebitamento medio è di 24.300 dollari, ma il 13 per cento di loro ha un debito di oltre 5o mila dollari. Una cifra pari al reddito di un anno della famiglia media americana. Quelli che devono più di 100 mila dollari sono quasi un milione e mezzo: più del doppio rispetto a sette anni fa. La prossima battaglia verrà combattuta a giugno, quando scadranno gli sgravi concessi da Obama. Se non verranno prorogati (i repubblicani si oppongono alla richiesta democratica per motivi di bilancio) gli interessi a carico degli studenti nel programma saliranno dall'attuale 3,4 al 6,8 per cento. M assi mo Gaggi Gli ultimi dati, pubblicati una settimana fa dalla Federal Reserve di New York, sono impressionanti: dal 2004 ad oggi i prestiti di studio sono triplicati fino ad arrivare a quota 966 miliardi di dollari. Scavalcati, per ammontare, i prestiti-auto e l'esposizione da carte di credito, il credito scolastico è ormai la seconda voce dell'«America del debito», dietro Mondo Universitario Pagina 11 B&ack Obama ,<, A 63 anni fa serratrtce : 4,;m democratica ,`` non ha ancora estinto il suo debito scolastico aveva Anche il presidente degli Stati Uniti (netta foto studente ad Harvard) faticato a rimborsare i debiti di studio: l'ha fatto nel 2004, a 42 anni li senatore repubblicano ë riuscito a saldare Il suo debito di 150 mila dollari soltanto a 40 anni Mondo Universitario Pagina 12 Più del 50% dei giovani accetterebbe uni piego slegato dal titolo di studio Se tra laurea e lavoro non sboccia l'amore La tesi di laurea è spesso slegata dal mondo del lavoro, connessa solo al percorso di formazione. Ciò accade nella percezione dei laurean di ma anche di molte aziende in cui "Più che l'argomento della tesi o il piano di studi si tiene conto delle esperienze di stage, all'estero e dell'eccellenza del percorso formativo", spiega Mathilde Beaudouin Durand, recruiting director di L'oréal. La situazione è differente per profili tecnici: "La tesi è spesso legata all'azienda - commenta Roberto Zecchino, direttore Risorse umane di Bosch - perché nelle facoltà scientifiche gli studenti ricavano l'elaborato finale dal tirocinio. Per ingegneria una tesi rispondente all'area d'interesse può giocare a favore". Come dimostrano i dati dell'indagine Stella, sui laureati negli atenei del consorzio Cineca, i giovani non percepiscono la coerenza tra percorso accademico e mercato del lavoro e tendono e a rivolgersi a quest'ultimo in modo casuale: non stupisce che il grado di soddisfazione riguardo la coerenza dell'occupazione Mondo Universitario con gli studi universitari a un anno dalla laurea sia per i laureati triennali di 5,8 punti e di 6 per i magistrali. Ed emerge un sentimento di sfiducia nei confronti del futuro, come evidenziato da una ricerca del Gruppo Sanpellegrino e Tesionline: un laureato su tre non riesce a vedersi da qui a dieci anni, solo il 9% si vede pienamente realizzato e un altro 9% dichiara che il futuro ridimensionerà le ambizioni. Per sei giovani su io la laurea non è requisito fondamentale né bastevole per trovare un impiego e il 18% lamenta l'inadeguatezza della formazione e la mancanza di un ponte che metta in comunicazione con le imprese. Più del 5o% dei laureati triennali dell'indagine Stella accet- Il consiglio Gli esperti ai giovani: chiaritevi le idee sulla strada da intraprendere fin dai primi anni di università terebbe un lavoro non attinente al titolo di studio. Insomma: i giovani sono disposti, nonostante la laurea, a gettarsi "a caso" nel mondo del lavoro. Anche se le contingenze attuali non aiutano ad alimentare la fiducia nel futuro gli esperti consigliano di chiarirsi le idee sulla strada da intraprendere fin dai primi an ni di università: "Anche se tesi e percorso di studi sono solo due tasselli considerati dalle imprese - dice Francesco Saita, dean della Graduate School della Bocconi - suggerisco la scelta di una tesi legata al settore d'interesse e di chiedersi che tipo di competenze servono in quell'area: a volte scegliere esami più complessi è un'ottima strada per migliorare le proprie capacità ancor prima di entrare nel mercato". E conclude: "Il rischio di «gettarsi senza pensare» nel mondo del lavoro esiste. Gli atenei devono scongiurarlo con l'orientamento e i giovani iniziare presto a confrontarsi con le professioni di loro interesse". Giulia Ci panelli 5 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 13 MAGNIFICO QUEL DOPPIO STIPENDIO Il magnifico rettore dell'Università di Palermo Roberto Lagalla ha dimostrato di saperci fare con la spendíng review. Grazie ai tagli, l'ateneo chiude il 2012 in sostanziale pareggio. Ma Lagalla poteva fare di più- oltre al gettone da rettore, intasca mensilmente lo stipendio da dirigente dei Policlinico di Palermo, nella qualità di direttore del dipartimento di scienze radiologiche. Il Policlinico è una struttura che gravita nell'orbita amministrativa dell'ateneo . E il secondo stipendio di Lagalla prevede una serie di vantaggi riconducibili alla produttività e alla presenza . Difficile stabilire quanto tempo possa dedicare il rettore alle scienze mediche. Di sicuro, al Policlinico hanno dovuto nominare un vicario per Lagalla. Ma le scelte dei sostituto - come spiegano gli atti ufficiali - vanno prese d'intesa con il vertice dell'ateneo ossia Lagalla. P. M. Mondo Universitario Pagina 14 Leggere Metti Brunellesclli al Cern DI BRUNO ARPAIA Cusano, Brunelleschi, Alberti, Piero della Francesca, Leonardo , Dúrer o Cardano Í precursori della meccanica quantistica del Novecento? .; I pensatori quattrocinquecenteschi , esponenti di quella cultura che coniuga strettamente matematica e arte figurativa , "pittori dell' invisibile" come i fisici quantistici? È questa, in un certo senso, l'ipotesi di Annarita Angelini e Rossella Lupacchini - docenti all 'Università di Bologna - che, in " La voce dei serpente " (Pendragon, 2012), mettono in campo la simmetria e i fondamenti della meccanica quantistica, la prospettiva e i numeri complessi, le macchine di Turing e il gioco delle perle di vetro di Hesse, per inseguire la logica della scoperta e nella capacità della mens umana di delineare altre realtà che sappiano liberarsi dalla costrizione dei sensi. Tartaglia e Cardano inventano i numeri complessi quando, spogliandosi delle rigidità della scienza dell'epoca immaginano la possibilità di qualcosa che "non può esistere" come le radici quadrate dei numeri negativi. E Brunelleschi costruisce la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze "senza fondamenti", facendola sostenere non sulla prima ma sull'ultima pietra, progettando solo con la mente, contro il senso comune. Contro il senso comune, dei resto, non è anche la meccanica quantistica, accusata da molti fisici di essere proprio un "edificio senza fondamenti"? Per le autrici, tutto sta nel dimenticare le "due culture" e di-considerare gli sforzi di conoscenza dell'uomo come la messa all'opera di «una produttività costruttiva della mente che si serve dell'immaginario e dell'immaginazione perforzare i confini della realtà sensibile e costringerla alle condizioni della ragione umana». Mondo Universitario Pagina 15 Mistero CERVELLO Malattie senza farmaci . E interrogativi senza risposta su neuroni, masse oscure, funzioni... Ecco perché l'organo principe è un rebus . Da sciogliere DI GIOVANNI SABATO ra il 1949 quando John Cade scoprì le proprietà sedative del litio. «E fu l'inizio di un'età dell'oro della psicofarmacologia»: parolà del direttore IC del National Institute of Mental Health statunitense, Thomas Insel. Perché a partire da quel momento, in dieci anni, nacquero i capofila degli psicofarmaci attuali: antidepressivi, ansiolitici, stabilizzatori dell'umore, antipsicotici per gli schizofrenici. Per le cure mentali fu una rivoluzione. I malati poterono lasciare i manicomi. Un'età dell'oro, appunto. Poi più niente, o quasi. Gli psicofarmaci oggi non sono molto migliori di quelli di cinquant'anni fa. E le malattie neurologiche restano pressoché prive di terapie. Parkinson, Alzheimer, Sclerosi: nessuno sa veramente come affrontarle. Giacché il cervello è oggi il più grande mistero della medicina, arduo da curare perché è ostico da indagare. Ma la "questione neurologica" è così urgente che lo stesso presidente Obama, nei giorni scorsi ha posto la mappatura del cervello umano come obiettivo scientifico prioritario peri prossimi 10 anni. Nella speranza che uno sforzo unitario sotto l'ombrello federale permetta di trovare il bandolo di una ma- Mondo Universitario tassa inestricabile. Alla quale la Bibbia della scienza americana "Science" ha dedicato un numero speciale. TROPPO DIFFICILE Perché la mente sia così ostica da curare è il primo dei grandi misteri del cervello individuati da "Science". Perché proprio la sua unicità ne fa l'organo umano più arduo da studiare. e sul quale è praticamente impossibile sperimentare Di norma non si possono prelevare biopsie, e comunque un grumo di neuroni dice poco su come funzionano le reti di circuiti che scorrono dentro e sotto la corteccia. Le indagini sono per lo più indirette, con tecniche di visualizzazione come la risonanza magnetica una schiera di nuove tecniche - dalla genomica che rivela nuovi bersagli per i farmaci, alle cellule staminali che ricreano in vitro neuroni malati - sta finalmente liberando l'immaginazione dalla lunga prigionia. PERCHÉ COSÌ GRANDE A che ci serve un chilo e mezzo di cervello, il triplo di un gorilla o uno o con test psicologici. In questo buio sarebbero essenziali i modelli animali. Ma nessuno ha un cervello come il nostro: alcuni centri nervosi hanno equivalenti in topi o scimmie, altri no. Così, in realtà non abbiamo veri modelli di una malattia. E per questo molte industrie stanno abbandonando il settore. Forse a torto, proprio ora che Pagina 16 z scimpanzé? Nel senso comune più materia grigia vuol dire più intelligenza, ma per gli scienziati la faccenda è più complicata. Da una ventina d'anni l'idea più in voga è quella del "cervello sociale", formulata dallo psicologo di Oxford Robin Dunbar, secondo cui il cervello sarebbe cresciuto per gestire la fitta rete di relazioni sociali che carat- Mondo Universitario terizzano la vita dei primati, e soprattutto dell'uomo: tener traccia di chi è chi, chi ci ha fatto cosa, che relazioni hanno gli altri, cosa attendersi da ciascuno. La capacità di elaborazione imporrebbe un limite al numero di consimili con cui si hanno rapporti significativi, che per noi umani oscilla sui 150, è il "numero di Dunbar", che egli spie- ga nel libro "Di quanti amici abbiamo bisogno?" (Raffaello Cortina, 2011). Dunbar cita a sostegno parecchie osservazioni negli animali e nell'uomo, persino sugli amici di Facebook. E un fatto altrimenti strano: il cervello, il 2 per cento della massa corporea, consuma il 20 per cento dell'energia a riposo; e molti circuiti sono più at- Pagina 17 GRAPHIC DELL'AZIONE DELLE SINAPSI. A DESTRA: L'AZIONE DEGLI ANTICORPI SULLE CELLULE tivi mentre non facciamo niente che non quando leggiamo o ragioniamo, e si attivano ancor più durante attività sociali. La nostra prima preoccupazione, insomma, sembra quella di monitorare di continuo l'ambiente sociale. E le altre specie senza questa esigenza lo avrebbero tenuto piccolo per risparmiare energia. Ci sono però dati in controtendenza: gli oranghi dal grande cervello vivono in gruppi piccoli, e l'opposto vale per iene e pipistrelli. C'è quindi chi propone alternative più articolate, che includono fra i motori dell'evoluzione anche capacità pratiche, come produrre strumenti e procurarsi il cibo, o culturali, come trasmettere le conoscenze ai figli. COSA CI RENDE UNICI In che modo i geni e le esperienze rendono ciascun cervello unico? Un punto fermo c'è: per quasi ogni aspetto, dall'intelligenza all'estroversione al rischio di malattie, geni ed esperienze hanno entrambi un ruolo. «La sfida fra eredità e ambiente si è chiusa in pareggio», dice "Science". Ma in che modo i due motori cospirino a plasmare la nostra mente resta da chiarire. Le interazioni sono complicate. Un esempio è l'intelligenza: le differenze dipendono al 20 per cento dai geni nei bambini, ma fino all'80 negli anziani, come se l'influsso genetico iniziale si autoalimentasse attraverso l'ambiente, con la scelta di attività che sviluppano o meno l'intelletto. Mondo Universitario Palestre cognitive Ogni cervello ha in sé una scorta di cellule nervose pronte ,a entrare in funzione per ridare smalto alla memoria e alle funzioni cognitive complesse appannate dall'invecchiamento, se opportunamente stimolate. E ogni cervello funziona come un muscolo: più lo si usa, meglio rende. Ma, proprio come un muscolo, se non lo si sfrutta appieno prima o poi inevitabilmente si lascia andare e perde anche le capacità di recupero. Per questo bisogna puntare tutto il training e, perché no, su vere e proprie palestre cognitive. Partendo da questi presupposti, i neurologi dei Centro di eccellenza sull'invecchiamento e dell'Università d'Annunzio di Chieti guidati da Stefano Sensi hanno condotto un esperimento, coinvolgendo trenta ultrasessantacinquenni sani in una serie di test capaci di misurare cosa succedeva nel loro cervello mentre, nell'arco di sei mesi, partecipavano regolarmente a una palestra cognitiva,sudoku, cruciverba, crucipuzzle, stimolazione aerobica sensoriale con musica specifica e altri stimoli. Ciò che è emerso (ed è stato pubblicato su'PLoS One")è che la stimolazione ha avuto un effetto misurabile non solo attraverso i test, ma anche con la risonanza, perché gli strati di corteccia cerebrale che normalmente si assottigliano con l'andare degli anni, in queste persone erano rimasti più integri. A questo punto gi studi continuano anche in collaborazione con l'Università californiana di irvine; e si cercano volontari: per partecipare si può scrivere a: Agnese Codignola [email protected]. «Forse c'è chi è propenso a leggere libri e chi a lobotomizzarsi alla tv», azzarda il genetista comportamentale Robert Plomin del Kings College London. Inoltre l'IQ sembra legato a dimensioni e vivacità di alcuni centri cerebrali, ma in persone con pari punteggio queste aree sono sviluppate in modi diversi: i vari cervelli trovano vie distinte perla stessa meta. A complicare tutto si aggiunge il caso. Si è scoperto che anche due gemelli, cresciuti nello stesso utero con genomi identici, sono un po' diversi nei meccanismi che accendono e spengono i geni a seconda delle situazioni (le cosiddette modifiche epigenetiche). Questi meccanismi sono poco precisi, e generano una variabilità che porta genomi uguali, per puro caso, a funzionare diversamente. Insomma, il rebus è più che intricato anche perché caratteri complessi come emozioni e comportamenti sono influenzati da migliaia di geni. RICORDI FUTURI Fra ciò che ci rende unici ci sono i ricordi. «È sempre stata l'area di studio Pagina 18 Invecchiando dormiamo peggio, e ricordiamo peggio. E non si tratta di eventi separati ma di fenomeni interconnessi , collegati al deterioramento delle aree dei cervello che ci permettono di consolidare ricordi recenti immagazzinandoli nella memoria a lungo termine . Un contributo importante per capire questi meccanismi arriva da un gruppo di neurologi dell ' Università di Berkeley coordinati da Bryce Mander. Che hanno chiesto di memorizzare una serie di coppie di vocaboli a un gruppo di giovani sotto i vent 'anni e a uno di persone tra i 60 e i 70. Tutti hanno poi dovuto ripetere le parole dapprima dieci minuti dopo averle memorizzate, e in seguito il giorno successivo. Prevedibilmente i più giovani hanno fornito prestazioni migliori. Ma i ricercatori hanno registrato anche l'attività cerebrale di tutti durante la notte e la verifica mattutina , potendo così vedere non solo che l'attività cerebrale legata al sonno profondo era inferiore nei soggetti più anziani, ma che questa riduzione andava di pari passo con una performance peggiore. Chi aveva ottenuto risultati peggiori nel test, insomma, registrava anche i livelli più bassi di onde cerebrali legate al sonno profondo , oltre a mostrare una diminuzione di materia grigia nella corteccia mediana prefrontale, un'area cerebrale importante per la conservazione a lungo termine dei ricordi. L'ipotesi , presentata dai ricercatori su "Nature Neuroscience ", è che sia proprio il deterioramento cerebrale a compromettere il sonno profondo, essenziale per il consolidamento dei ricordi . Paola Emilia Cicerone NON ESISTE NIENTE DI SIMILE IN NATURA. E A RENDERCI UNICI E LA MEMORIA. CHE NELL'UOMO SERVE A PROGETTARE IL FUTURO più importante: tutto il cervello è memoria», concorda Alfonso Caramazza, un decano della neuropsicologia cognitiva, docente ad Harvard e direttore fino al novembre 2012 del Centro interdipartimentale mente/cervello all'Università di Trento, dove resta ricercatore: «Che non è tanto un mezzo per conoscere il passato quanto per figurasi il futuro». Tra i tanti enigmi, il più profondo è come i ricordi vengano recuperati. Che non è come prendere una foto da un cassetto. Ricordare è ricostruire: la memoria di un evento è frammentata in zone diverse del cervello, e recuperarla significa rimetterne insieme i componenti (visioni, odori, suoni...). Resta però da capire come il cervello vada a ripescarli. Ricordare è rivivere: nel farlo riattiviamo gli stessi meccanismi e circuiti usati per vivere l'esperienza reale, le aree visive per le immagini, quelle motorie per i percorsi e così via. Ma soprattutto, ricordare è riplasmare. Ogni volta che richiamiamo alla mente un ricordo, poi torniamo ad archiviarlo un po' alterato. Ciò è essenziale per integrare le nuove informazioni nell'architettura delle nostre cono> Mondo Universitario scenze, ma altera i ricordi vecchi, che perciò non sono sempre affidabili. LO VOGLIO Più PLASTICO La capacità del cervello di plasmarsi in risposta all'ambiente è massima nell'infanzia, come sa ogni adulto che studi una lingua. Come mai? E c'è modo di recuperare la plasticità quando serve? Nei topi la capacità di creare nuove connessioni fra i neuroni, cioè imparare, con l'età non scompare nel nulla, ma è bloccata da precisi segnali molecolari. Eliminandoli con manipolazioni genetiche, gli animali acquisiscono una straordinaria capacità di recupero da ictus o cecità temporanea. Resta da capire che guai abbiano in cambio: un cervello troppo pronto a riorganizzarsi per esempio sembra maggiormente colpito da crisi epilettiche. Meno drasticamente, i freni sembrano allentati anche da certi farmaci, in sperimentazione per il recupero dall'occhio pigro e dall'ictus. Ma anche le esperienze possono fare molto, come mostrano gli studi nei ciechi. «Qui abbiamo i dati più interessanti», dice Caramazza: «Stiamo scoprendo che nei ciechi le aree visive sono usate per elaborare altri stimoli, ma mante- rendo la loro organizzazione. Una regione che elabora gli stimoli della lettura, per esempio, è attivata da stimoli tattili o uditivi, ma continua a codificare le informazioni secondo i suoi principi, come fossero visive. Studiare la plasticità quindi ci avvicina anche a capire il funzionamento intimo del cervello». TERRE DI NESSUNO Ci sono poi una serie di questioni irrisolte sulle quali gli scienziati non hanno ipotesi consolidate. Ad esempio, si sa che nel cervello non ci sono solo neuroni, ma ci sono parecchi altri tipi di cellule nervose. Fra questi gli astrociti, che formano quasi metà del cervello: si sa che partecipano alle attività dei neuroni, intervengono nelle loro comunicazioni e sono danneggiati in varie malatt è, ma poco altro. Come, mentre alcune regioni cerebrali sono studiatissime, altre restano tuttora quasi inesplorate. I loro nomi sono poco noti, come habenula o corteccia retrospleniale. Ma a qualcosa dovranno pur servire. Le strutture cerebrali ancora misteriose sono diverse: ad esempio ci sono molecole-segnale che fanno da freno alla rigenerazione del cervello nei Pagina 19 mammiferi e glielo impediscono. A che servono? Come funzionano? E soprattutto come possiamo rimuoverle nei malati con lesioni spinali o cerebrali? E poi: il sistema immunitario interagisce in molti modi con quello nervoso, e molte proteine immunitarie agiscono anche nel cervello, ma ben poco si sa di come i due sistemi cooperano e si influenzano l'un l'altro. Infine, il mistero che ha a che fare con la più umana delle attività cerebrali, l'accumulo di informazione. Che si tratti di percepire, ricordare, ragionare o decidere, il cervello funziona elaborando informazioni. Ma è buio fitto sui modi in cui l'informazione è codificata nella sua attività, nelle successioni spaziali e temporali dei neuroni che si accendono e si spengono. ■ Mondo Universitario Pagina 20 Salvati dal cavetto Contro il Parl inson, l'epilessia, il dolore senza rimedio. E oggi anche per ridare la memoria ai malati di Alzheimer. E la promessa degli stimolatori cerebrali DI AGNESE CODIGNOLA E FEDERICO MERETA ,intervento è durato cinque ore, ma Kathy Sanford, la prima malata di Alzheimer americana cui è stato impiantato uno rore cerebrale, ha superato la fase critica e sta bene. Kathy si aggiunge così ai cinque pazienti canadesi operati nei mesi scorsi, che entro il 2015 diventeranno 20, tutti di età compresa tra i 55 e gli 80 anni e con una forma iniziale della malattia, secondo quanto previsto nello studio ADvance. Dal punto di vista tecnico, l'intervento consiste nell'introduzione di elettrodi che vengono regolati da un pacemaker inserito sottocute nella parte alta del petto, vicino alla spalla. Dallo stimolatore, sempre sottocute, partono i sottilissimi fili che giungono a specifiche aree cerebrali della corteccia frontale, e trasmettono scosse elettriche impercettibili al paziente, ma utili per riattivare il metabolismo degli zuccheri e altre vie metaboliche importanti. Mondo Universitario Secondo quanto affermato dai neurologi dell'Ohio State's Wexner Medical Center, che coordina la parte americana dello studio, i primi risultati ottenuti da Kathy Sanford sono incoraggianti sia dal punto di vista clinico sia per quanto riguarda gli effetti su memoria e comportamento, ma ovviamente si tratta di indicazioni ancora molto preliminari. La signora sarà controllata dal punto di vista fisiologico, neurologico e psicologico per non meno di 12 mesi. Se la tecnica dovesse funzionare, il pacemaker potrebbe diventare una valida opzione terapeutica almeno per una parte di pazienti che, secondo le ultime stime, nel 2050 saranno 13.5 milioni. I malati italiani oggi sono circa un milione. È la prima volta che si ricorre alla stimolazione elettrica profonda per recuperare funzioni perdute superiori come la memoria. Anche se, nel mondo, già più di 100 mila persone hanno un pacemaker cere- brale per sconfiggere i KATHY SANFORD E, A FIANCO, LO SCHEMA deficit del movimento DELLO STIMOLATORE dati per esempio dal CEREBRALE. SOPRA: morbo di Parkinson, UNA MALATA DI con un netto migliora- ALZHEIMER mento nel controllo dei tremori, nella rigidità che blocca i muscoli e nella capacità di articolare le parole. E una diminuzione del ricorso ai farmaci. L.'utilità dell'applicazione diretta di stimoli elettrici in alcune aree del cervello per controllare i sintomi della malattia di Parkinson è stata confermata nei mesi scorsi da uno studio coordinato da Frances Weaver, dell'Ospedale Hines in Illinois, apparso su "Neurology". La ricerca ha preso in esame 159 malati, i cui sintomi non venivano più controllati efficacemente con i farmaci, söttopostí alla "stimolazione cerebrale profonda" in due diverse zone cerebrali. In entrambi i gruppi si sono registrati miglioramenti nel Pagina 21 PACEMAKER CHE CON ROLLANO TREMORI, COMPULSIONI E METABOLISMO DEGLI ZUCCHERI controllo dei disturbi e un calo nel ricorso ai farmaci per controllare i pesanti disturbi legati alla malattia neurologica pur se in percentuali diverse in base alla localizzazione cerebrale degli elettrodi stimolanti. Il tutto con effetti collaterali che si sono concentrati soprattutto nei primi sei mesi dopo l'intervento. Anche se, avvertono i neurologi, sono pochi i pazienti che possono fare questa cura. In Italia, ad esempio sono meno di 3 mila le persone che vi si sono sottoposte, in centri specializzati. Ideato in Europa sul finire degli anni Ottanta, il trattamento punta a dare una leggera "scossa" elettrica di piccole aree del cervello responsabili del controllo dei movimenti. La stimolazione avviene mediante sottili elettrodi impiantati nel cervello e collegati ad uno stimolatore posizionato sotto la pelle, generalmente poco al di sotto della clavicola. «Il mec- Mondo Universitario canismo è quello di un vero e proprio pacemaker che, al pari dell'omologo cardiaco, sfrutta la caratteristica eccitabilità elettrica di alcune cellule del corpo umano, come appunto quelle nervose», spiega Paolo Maria Rossini, Direttore dell'Istituto di Neurologia dell'Università Cattolica di Roma. Nel caso del Parkinson gli effetti sono immediatie positivi. «Spesso si ottiene una completa abolizione del tremore, un miglioramento fino al 60-70 per cento di rigidità e lentezza e una riduzione della quantità di farmaci di oltre il 50 per cento», continua Rossini: «E a lungo termine la stimolazione mantiene una certa efficacia, pur non arrestando il processo degenerativo che è alla base di queste malattie». Relativamente sicura e di una qualche efficacia, la stimolazione cerebrale profonda è allo studio anche per altre patologie. Ad esempio in presenza di circuiti cerebrali che sono diventati patologicamente dominanti e producono sintomi come il comportamento compulsivo: l'inibizione ed il blocco di un nodo del circuito può contribuire a ridurre l'intensità del sintomo. In alcuni casi, quindi, il trattamento può essere indicato anche per forme gravi di epilessia che non rispondono in alcun modo ai farmaci. «Questa tecnica ha due vantaggi: la reversibilità, perché il sistema è controllato telemetricamente dal neurologo che può così regolare i parametri stimolanti e anche spegnere il dispositivo, e la versatilità, perché ogni area del cervello potrebbe essere raggiunta selettivamente dal campo elettrico», conclude Rossini. Se le malattie neurologiche sembrano rappresentare il futuro delle cure "elettriche" già oggi questi trattamenti possono risultare utili in altre circostanze. Ad esempio, per sedare forti dolori che non rispondono in alcun modo ai farmaci. In questo caso si punta a variare il percorso del dolore attraverso il sistema nervoso e quindi ad alterarne il segnale prima che questo arrivi al cervello e venga decodificato. Si fa attraverso un elettrocatetere, posizionato con un ago nell'area d'origine del dolore, che viene collegato in modo ad un generatore di impulsi, impiantato sotto la pelle nell'area individuata dal paziente. Per il futuro, si punta a strumenti in grado di trasmettere anche i dati a distanza, tenendo sempre in contatto malato e dottore. ■ Pagina 22 Testimonianza Enrico Alleva e Daniela Santucci Vanno a fuoco le14 nostre speranze un acre dolore, quello che tra il fumo delle macerie avvolge la comunità scientifica italiana ed europea: la Fondazione Idis Città della Scienza di Napoli, vanto della migliore divulgazione scientifica internazionale è letteralmente sfumata: dolosamente? Un esperimento incredibile, visionario in un momento particolare della storia dell'Italia scientifica e culturale in cui si e cercato di creare uno spazio per i giovani e una scienza che ragiona con la società e una società che ragiona con la scienza. Che la scienza abbia perso prestigio sociale è dolente realtà. Il cittadino europeo (in Asia è diverso) guarda a noi scienziati come maldestri apprendisti stregoni, congreghe cupe e chiuse di mefistofelici dottori Stranamore. Tra polemiche, anche giustificate ma regolarmente superficiali su Ogm, o eutanasie, un elettore di fronte a scelte spesso delicate dimostra un livello pericolante di analfabetismo scientifico: una scelta consapevole dovrebbe basarsi su un abito critico individuale fatto di nozioni di base e di prospettive analitiche della realtà circostante, con le sue dinamiche e le sue influenze sulla società. Di qui la necessità di diffondere il pensiero scientifico con la Cds. Un polo prezioso. Cenacolo di ricercatori. Bruciato a Napoli in una sera di marzo. Ecco il grido di dolore della comunità scientiffica io di innovazione e di sviluppo. Per questo la partenopea Cds era festosamente abitata da bambini e ragazzi, che partivano da tutt'Italia, tornando più sapienti e interessati. Ospitava innumerevoli convegni, mostre, workshop, iconografie bellissime ed exhibit didattici; tutto quello che abbia potuto rendere una zona post-industriale di una grande capitale del passato un piccolo quartiereincubatore e polo di attrazione per chiunque sia curioso di scienza. Lì accanto un Turtle point, dove etologi e veterinari cureranno e reinunetteranno in natura tartarughe marine vittime di ami, reti, eliche, scafi. Napoli ha segnato la storia del pensiero europeo (e non solo). Ed è e resta una città profondamente scientifica, culla mondiale delle biologie marina e molecolare, ospita decine di istituti Cnrdi grande livello. E non è certo un caso, che la napoletana Anna Pascucci abbia una stanza nella storica Stazione Zoologica Anton Dohrn, sulla bella riviera di Chiaia. Di lì si dirama la rete di poli "I Lincei per la scuola", prosecuzione recentissima della galileiana accademia che ebbe a definire cosa la scienza fosse. Né il darwinismo forte e affabulatorio del genetista Giuseppe Montalenti, in altri anni ma in quello stesso illustre edificio, ha mancato di influenzare nascita e crescita della Cds in osmosi con la Stazione, un ente augurabile capofila della biologia marina italiana coordinatore di un'infrastruttura europea di indiscutibile futuro per le scienze marine applicate. Possibile che tutto ciò sia irrimediabilmente andato in fumo? ll futuro dei giovani scienziati campani e delle moltitudini di bambini e ragazzi che al Cds hanno mosso con genitori e insegnanti i primi passi verso la conoscenza scientifica? Quando sarà rimesso in sesto il luogo dove ci riunivamo per riflettere coralmente del futuro dell'innovazione nazionale ed europea, con un deciso accento su un progetto scientifico innovativo per il meridione italiano? Prestissimo? Mai più? La comunità europea, pur stentatamente, promuove finanziamenti proprio per restaurare la rispettabilità della propria scienza, farla uscire dalla sua inaccessibile torre d'avorio, col proposito di far comprendere a cittadini frastornati dalla soffocante massa di informazioni web che la scienza è un valore importante: un valore culturale, etico, estetico, ma soprattutto ecoLA CITTÀ DELLA SCIENZA VA A FUOCO IL 4 MARZO 2013. SOPRA: ENRICO ALLEVA nomico in quanto veicolo cer- Mondo Universitario Enrico Alleva è direttore della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli; Daniela Santucci è ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità Pagina 23 Il rapporto tra umani e macchine sta per cambiare. Compreso quello con i computer. Destinati a scomparire ai nostri occhi DI ALESSANDRO LONGO Mondo Universitario iene da Apple l'ultimo indizio su quale sarà la prossima rivoluzione tecnologica.A breve l'azienda che ha inventato l'iPhone lancerà l'iWatch, un orologiocomputer che porterà a livello di polso molte funzioni adesso affidate agli smartphone. Secondo alcune fonti, iWatch avrà le mappe, Internet, un assistente virtuale ("Siri") a cui potremo dare ordini Pagina 24 senza il nostro intervento», dice Bove. PER PIANTE E GIARDINO Costano circa cento euro e dicono allo smartphone se la pianta o il giardino hanno bisogno di essere innaffiati . Sono i sensori Koubachi, Thirsy Light e Ugmo. Per esempio, alla recente fiera Consumer electronics show di Las Vegas ha colpito molto PaperTab, un prototipo di tablet con schermo flessibile, dell'azienda Plastic Logic. Ma sono in tanti a lavorarci, tra i quali anche il colosso coreano Samsung. «Tra qualche anno avremo i primi display flessibili. Li potrò arrotolare ed estrarre all'occorrenza dal cellulare», spiega Antonio Bosio, product and solutions director di Samsung. «Così supereremo una barriera degli attuali smartphone e tablet: che devono essere grandi per offrire uri grande schermo», aggiunge. «Nel 2014 arriveranno già i display parzialmente flessibili, indossabili come un bracciale. Magari con sensori che rilevano il nostro stato di salute, i parametri vitali». Qualcosa del genere è già disponibile, con i bracciali come il FitBit o il Motorola MotoActiv, che misurano la nostra attività fisica sportiva. «Più in là ancora avremo display non solo flessibili ma anche trasparenti, attraverso cui potremo guardare la realtà aumentata», dice Bosio. come sull'iPhone, a voce: per sapere la strada o il migliore ristorante della zona. «L'iWatch è esempio di un nuovo paradigma: elettronica da portare sempre addosso e allo stesso tempo comoda, esteticamente gradevole», dice Vincenzo Russi dei CefrielPolitecnico di Milano. Ma il fenomeno è più grande e si manifesterà presto sui nostri vestiti, nelle città, nel salotto di casa: «La tecnologia sta per diventare invisibile. Si fonderà con le nostre vite e nell'ambiente, attraverso nuove interfacce e sensori di vario tipo», dice a "l'Espresso" Michael Bove, scienziato del Mit (Massachusetts institute of technology), dove è direttore del Consumer electronics Laboratory. Bove lavora, con le principali aziende mondiali, a prodotti che avremo Mondo Universitario Un tablet sottile come un foglio di carta e flessibile. L'ha mostrato l'americana Plastic Logic . Per ora è solo un prototipo ma è l'alba di un futuro in cui gli schermi intelligenti potranno essere integrati ovunque, anche nei vestiti. nelle nostre tasche e case tra 10-15 anni. La tendenza futura, per lui, è tracciata: «La tecnologia smetterà di porsi come barriera tra noi e un'esperienza, che sia conoscitiva o d'intrattenimento». Uno dei risultati è che le interfacce- cioè la porta tra noi e la tecnologia- diventano più naturali. «Avremo sempre meno bisogno di guardare o manipolare uno schermo per fare cose, perché la tecnologia sarà tutta intorno a noi, subito disponibile e attiva anche Immaginiamo un display che potremo arrotolare in tasca e poi spiegare davanti a noi a mo' di poster, per aggiungere informazioni al mondo che vi vediamo attraverso. Per sapere: questo è il bar dove si trova un nostro amico di Facebook, da questa parte c'è quel museo dove non siamo ancora stati e così via. È la "realtà aumentata", tecnologia che al momento è utilizzabile con servizi un po' rudimentali, in forma di app che sfruttano la fotocamera degli smartphone. Google proverà presto a fare un passo avanti integrando queste funzioni in occhiali speciali, gli smart glasses. Ma ancora non ci siamo: le app e gli occhiali restano interfacce-barriere tra noi e il mondo. Ecco perché «noi e altri laboratori stiamo lavorando a tv che fanno il 3D senza bisogno di occhialini», dice Bove. II 3D senza occhiali è una tecnologia ad oggi ancora immatura. Sarebbe già possibile invece un'altra innovazione, secondo Bove: «Vedi una partita di calcio in tv e cambi l'angolo di visuale dinamicamente, a volontà. Fai zoom su un giocatore, poi guardi l'azione dall'alto, giri con lo sguardo a destra e sinistra con fluidità, senza più subire i diktat della telecamera scelta dalla regia. Come se fossi h di persona». Potremmo già avere questo servizio, sfruttando le tante telecamere che riprendono l'evento: 41 Pagina 25 Tecnologia nostro laboratorio ci sta lavorando con le principali emittenti americane, che ora devono solo trovare un giusto modello di business per offrire il servizio al pubblico». La tivù sta già provando a sposare interfacce più naturali: molti modelli di Samsung si controllano a gesti o con la voce, ma queste funzioni sono ancora perfettibili. «Controlleremo i nostri gadget sempre di più con la voce e con i gesti, insomma nel modo più naturale possibile »,diceTonyCosta, analista dell'osservatorio Forrester Research. «Ma questa evoluzione arriva anche nelle automobili, segno che la tecnologia penetra a tutti i livelli nelle nostre vite», aggiunge. «Ci sono modelli Bmw che consentono di gestire a voce la radio, il gps, la temperatura interna». E stata Microsoft a rendere popolare la tecnologia di controllo gestuale, con l'apparecchio Kinect, per Xbox360. Ma le alternative crescono. A breve uscirà il dispositivo di Leap Motion, grande quanto una chiavetta Usb: l'utente lo impugna e può controllare a gesti qualsiasi computer Windows. Tutte queste cose funzionano grazie a sofisticati sensori (di distanza, di movimento, di direzione... ), che adesso popolano i nostri smartphonee benpresto saranno presenti un po' ovunque, nelle città, sui nostri vestiti. È la nuova frontiera della tecnologia che si mescola con le nostre vite. Alcuni particolari tipi di sensori promettono addirittura di migliorarle. «Alcuni informatici dell'università della California, San Diego hanno svi- Il dispositivo Kinect per la Xbox360 di Microsoft ha reso popolari i controlli gestuali . Lo stesso Kinect , per i suoi sensori , è usato dai chirurghi per controllare la ripresa di immagini durante un'operazione. Mondo Universitario II progetto CitiSense, dell'università della California, San Diego, è uno degli esempi più avanzati di sensori per la qualità dell'aria: si può applicare ovunque e fornisce a uno smartphone i dati sugli agenti inquinanti rilevati. Air Quality luppato CitiSense, un dispositivo in grado di monitorare concentrazioni locali di agenti inquinanti emessi dalla combustione di motori. Trasmette poi questi dati allo smartphone dell'utente», spiega Angela Tumino, esperta di queste tecnologie per School of Management-Politecnico di Milano. «In questo modo,i ciclisti californiani hanno scoperto che potevano evitare molto inquinamento semplicemente scegliendo un itinerario a un isolato di distanza da una strada trafficata. I pendolari che hanno preso l'autobus hanno evitato di aspettarlo vicino ai tubi di scappamento. Un utente ha convinto il suo principale ad installare nuovi filtri per l'aria in ufficio», continua. Ci sono sensori da un centinaio di curo, come Koubachi, Thirsy Light e Ugmo, che dicono quando le piante sono assetate o il terreno ha bisogno di essere innaffiato. «La tecnologia esce dai computer ed entra nell'ambiente per darci un sesto senso o sensi aumentati, come quelli dei super eroi», dice Giovanni Boccia Artieri, docente di sociologia presso l'università di Urbino ed esperto di nuove tecnologie. ll motivo di questa evoluzione è che «siamo circondati da troppi gadget, ormai; siamo arrivati al punto di aver bisogno che la tecnologia sia meno invadente nelle nostre vite», dice Bove. «Sempre più vogliamo che i vantaggi dell'innovazione arrivino a noi naturalmente, senza costringerci a premere pulsanti o guardare schermi», continua. Ne verranno conseguenze sociali. «Adesso le persone spendono troppo tempo a guardare uno schermo. Sul treno, nelle strade, non prestano più attenzione al mondo attorno», dice Bove. «Se togliamo la magia tecnologica dallo schermo e la mettiamo nel mondo, magari le persone torneranno a interessarsene». «Ma una tecnologia siffatta sarà in grado anche di anticipare i nostri desideri », dice Artieri. In base a quello che sa TV SAMSLING SERIE 8000 Le nuove tv Lcd Samsung puntano sempre più su controlli vocali e gestuali. Ma come mostra anche un recente annuncio di Intel, gli apparecchi del futuro riconosceranno le persone sedute davanti alla tivù proponendo programmi personalizzati. delle nostre abitudini e ai parametri biologici che monitora, capirà per esempio se siamo stanchi o abbiamo fame e ci suggerirà cose da fare e comprare prima ancora che ci vengano in mente. E siamo sicuri che sia una cosa buona? Inostri desiderie abitudini sono destinati a diventare sempre più trasparenti alle macchine, sparse ovunque. E di conseguenza, alle aziende o alle istituzioni che le gestiscono. E quanto teme Artieri: «Le tecnologie invisibili e onnipresenti, sempre con noi, possono essere la premessa per un più raffinato controllo sociale. Non ci accorgeremo nemmeno più di essere in un ambiente popolato di sensori che ci studiano». ■ La distanza tra % mondo fisico e virtuale si andrà . assottigliando fino a non distinguersi quasi più Pagina 26 punto di GIA NN I OCCHIERI Lo Stato lo í gno r . . A volte la laurea ® puO anche non se -In una campagna elettorale di pochi contenuti e proposte , l'incidente capitato a Giaianino potrebbe far riflettere sul tenia del valore legale del titolo di studio. I fatti sono noti . Universalmente apprezzato, Oscar Giannino è un bravo giornalista capace di spiegare i fatti economici a tal punto da essere spesso definito economista . Ha tenuto rubriche sulle più importanti testate giornalistiche. Ha condotto una trasmissione di successo sulla radio del più importante giornale economico italiano . E, stato spesso ospite delle più seguite trasmissioni televisive . Certamente, ha saputo coniugare la sua riconosciuta competenza nelle materie economiche, con una personalità eccentrica ed originale anche dal punto di vista estetico, che ne ha sicuramente favorito la presenza scenica in contesti televisivi. Quando ha deciso di intraprendere l'avventura politica, si è accompagnato ad accademici di primo piano per proporre un programma elettorale per fermare il declino. A ragione, la sua lista aveva sicuramente richiamato l'attenzione di quanti non avrebbero mai convogliato la loro disaffezione per la politica verso il movimento dei grillini . A pochi giorni dal voto , proprio un suo compagno di viaggio ha svelato che il master americano vantato da Giannino fosse stato al massimo un corso di inglese. Si scopre poi che nemmeno le due lauree ben evidenziate nel curriculum sono mai state conseguite . Ad urne chiuse, viene fuori che nemmeno l ' apprezzato onorevole, non riconfermato, già sottosegretario, imprenditore , Guido Crosetto non ha conseguito la laurea che per cinque anni è apparsa nel suo profilo istituzionale del sito della Camera dei Deputati . Eppure Crosetto non ha mai lesinatole sue critiche alla linea di politica economica di Tremonti , con convincenti argomenti economici della sua vantata formazione liberista. Mondo Universitario Al di là delle questioni morali, le due vicende dovrebbero far riflettere su un tema che torna periodicamente alla ribalta, senza essere mai risolto: la questione del valore legale del titolo di studio. Acquisite con anni di studi, Giannino ha ragione quando dice che le sue competenze prescindono dal conseguimento delle lauree. Le sue riconosciute competenze nelle materie economiche prescindono dal fatto che la sua formazione si sia sviluppata in modo formale, nel sistema di istruzione e formazione e nelle università. Ciò che gli è servito per lavorare è stato l'apprendimento non formale e quello informale. Vale a dire: quegli apprendimenti intenzionali o non intenzionali che si realizzano fuori dai sistemi scolastici e universitari o nello svolgimento di attività nelle situazioni di vita quotidiana, nell'ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero. Anzi, proprio grazie alla sua capacità di formazione non formale, Giannino ha avuto più successo di molti laureati con il massimo dei voti in economia. Purtroppo, permane ancora l'idea della necessità che il sistema di formazione anche universitaria sia fondato sul sistema scolastico ed universitario pubblico, con solo l'attore pubblico autorizzato a rilasciare titoli che possono avere una loro spendibilità, per lo più nell'accesso al pubblico impiego. Proprio a fine legislatura, questa idea sembra aver ancora pervaso gli autori del provvedimento con cui si disciplina la costituzione del sistema nazionale di certificazione delle competenze. Con questo sistema, si pensa di poter ingabbiare le mutevoli competenze richieste dal mercato del lavoro in un sistema di classificazione pubblicistico, che rischia di diventare obsoleto il giorno dopo la sua costituzione. Forse, lo sbaglio più imperdonabile di Giannino è non aver inserito l'eliminazione del valore legale del titolo di studio nel suo programma di governo. Pagina 27 Crowdfunding In arrivo le regole per la raccolta di finanziamenti online venture capitalist e business angels, dall'altra, il pubblico retail. Per il primo caso, è ancora aperta, secondo quanto risulta al Mondo, la questione della partecipazione alle singole offerte: non è chiaro quale sia la quota percentuale di loro spettanza. Un altro fronte sul quale deve operare la commissione di controllo L'equity crowdfunding somiglia al gioco sulla Borsa è quello delle offerte. Qui possono esserci ricadute proprio per il dei quattro cantoni, tante sono le caselle pubblico retail. Le offerte fino a 5 milioni interessate. Anzitutto la start-up, che deve viaggeranno in rete senza che ci sia un essere innovativa per i contenuti obbligo di prospetto. Il passaggio dei tecnologici e il business. Può raccogliere soldi non potrà in alcun modo avvenire capitali di rischio lanciando una attraverso i portali: questi ultimi dovranno sottoscrizione via internet. Qui entrano in utilizzare una banca o una sim. Molti gioco i portali, che espongono le sono i quesiti che pone la nuova frontiera di investimenti. Anzitutto, attsforrne di cro adfundingattive negli come possono essere tutelati i piccoli söri'ö 91 e hanno raccolto 656 risparmiatori, soprattutto lini di euro (857 milioni dalle truffe via internet? iárl)' rë12011 (ultimi dati disponibili) Fonti Consob suggeriscono sono i siti attivi in Australia, 21 in di tenere sempre presente «i ('e, Ammonta a 458 milioni rischi impliciti in ogni eoolta in Europa , dove i portali dedicati attività di start-up, in particolare in ambito lancentrano tra Regno unito (44). tecnologico». Compreso il Olläntla (29), Francia (28) e Germania fallimento dell'iniziativa e (20) In Italia esistono 16 siti e 5 la perdita del capitale. sono in fase di lancio - In totale, le 452 L'invito è a una piattaforme al mondo hanno raccolto oltre consapevolezza personale 9 miliardo di euro La stima per il nella scelta di aprire a questa nuova classe di aradJisuperareii 2 miliardi investimento. «A differenza che negli Usa, dove stanno pensando di parametrare la Ci vuole un portale per portare le start-up ntro la fine del mese di marzo la Consob approverà il regolamento sul crowdfunding, la raccolta di finanziamenti per start-up realizzata attraverso portali dedicati e aperta anche al pubblico indistinto. Se i tempi verranno rispettati, giorno più giorno meno, sarà comunque una prima mondiale. ll settore, E partito alcuni anni fa dall'Australia e già diffuso nei Paesi anglosassoni con numeri importanti, è ancora privo di una vera legislazione. Se Barack Obama lo ha messo al centro del suo Jobs act come motore per la creazione di lavoro nel futuro, la Sec non ha invece ancora emanato le norme che lo devono rendere operativo. I termini scadevano a gennaio, adesso si parla del prossimo semestre. Motivo che fa salire l'attesa attorno alle mosse della commissione guidata da Giuseppe Vegas. Che deve definire due aspetti: la gestione dei portali e le modalità di offerte e finanziamenti. Mondo Universitario iniziative d'impresa (per esempio il sito SiamoSoci.com) con le informazioni essenziali sul management o le tipologie di investimento disponibili. Alla Consob il compito di tenere il registro delle piattaforme mentre il regolamento definirà i requisiti di onorabilità, professionalità e i motivi di incompatibilità di gestori, amministratori e azionisti dei siti. Rispetto a chi svolge la normale attività di investimento, a loro vantaggio c'è un regime semplificato e in deroga alla direttiva Mifid. Gli altri due protagonisti della partita sono, da una parte, gli investitori professionali come quota sottoscritta al proprio reddito, in Italia non ci sono limiti quantitativi individuali», affermano dalla commissione. Rimane invece in capo alle singole start-up e e alle loro offerte la modalità chiamata «all or nothing». Cioè quale destino avrà l'offerta che non raggiunge la cifra richiesta: è valida o da annullare? Difficile oggi ipotizzare anche come liquidare azioni o quote da parte di chi volesse uscire dalla start-up: non esistono né un mercato secondario né piattaforme di quotazione. Unica ipotesi, lo scambio tra soggetti interessati. Fabio Sottocornola Pagina 28 h& IMPRESE ............ 27 mib ............. le persone che operano nel gruppo Almaviva n ffl n ............. 34 sedI ....................... il fatturato in euro registrato nel 2012 Servizi Itc Due accordi per accelerare l'espansione internazionale Brasile e Tunisia nel mirino Almaviva L a sfida che fa tremare i polsi di Alberto e Marco Tripi, presidente e ad di Almaviva, arriverà al momento cruciale dopo l'estate. Quando 700 mila insegnanti e 8 milioni di studenti torneranno nelle classi (in 25 mila sedi) scopriranno se per la prima volta il sistema informatico del ministero dell'Istruzione e dell'università funzionerà come un orologio. Come è accaduto per la prova generale in gennaio di 1,7 milioni di iscrizioni. Ma nella gara vinta peri servizi della scuola, con un piano di virtualizzazione che dovrebbe garantire grande agilità e risposta alle variazioni normative e di gestione, Almaviva gioca in casa, come fa per il più importante dei tre data center delle Ferrovie dello Stato, l'HyperCed. Piuttosto, la partita decisiva perla strategia del gruppo romano che si occupa di itc (information & communication technology) e di call center si gioca all'estero, su più fronti. E per vincerla i Tripi, con il dg Antonio Amati, si sono affidati a Gianfranco Previtera, un manager ex Ibm da poco diventato direttore commerciale e regista del progetto di internazionalizzazione, che non deve fare rima con delocalizzazione, «vietata dal nostro statuto», tiene a precisare: «Si tratta di iniziative autonome di espansione all'estero facendo leva sul nostro knowhow tecnologico e sulla esperienza in Italia, dove continuiamo a crescere, soprattutto nella pubblica amministrazione, dalla sanità alla finanza e ai trasporti». Il Paese più importante per crescere all'estero è il Brasile, dove Almaviva sta diventando uno dei datori di lavoro più Mondo Universitario rilevanti nel settore con circa 13 mila dipendenti addetti al telemarketing e all'information technology. E adesso la controllata Almaviva do Brasil ha presentato alla presidente Dilma Roussef e al segretario di Stato del Sergipe, 24 in Italia, 8 in Brasile, 1 in Tunisia, 1 in Cina 3.500 collaboratori, che si affiancheranno a quelli già attivi nelle otto sedi di San Paolo, Belo Horizonte e Juiz de Fora (nello Stato di Minas Gerais), in una scelta di sviluppo coordinata da Giulio Salomone, vicepresidente di Almaviva do Brasil (presidente è Marco Tripi) e di Almawave do Brasil, società dedicata al consulting e alla business intelligence. Salomone, che ha lavorato per 21 anni nel gruppo Fiat, ha portato il giro di affari nel mercato carioca a una novantina di milioni di euro, in continua crescita grazie alle attività che consentono di seguire tutto il ciclo dei rapporti tra aziende venditrici e clienti, dalla customer care al teleselling e al telemarketing fino ai programmi di loyalty. Da poco si sono aggiunti i servizi di recupero crediti. Con clienti come Tim e Banco Itaù. A sua volta, quello brasiliano si sta rivelando come un modello da duplicare in altre aree, in particolare in Cina, uno dei target dei Tripi e di Previtera, che hanno già aperto una sede e lavorano per Unicomm e China Mobile. In Russia, poi, Almaviva sta lavorando per esportare la formula alla base dell'accordo sulla moneta elettronica con Poste italiane. Di monetica si occuperà, infatti, una joint venture a Mosca con la società russa Bpc (Banldng production center) group. Una filiale sarà aperta presto anche in Turchia, dove il gruppo ha vinto una gara Call center il direttore commerciale Almaviva Gianfranco Previtera. Sopra, la presidente del Brasile Dilma Roussef tra il ministro Saumineo Nascimento e Giulio Salomone, country manager Almaviva (a destra) Saumineo Nascimento, un piano per investire 30 milioni di reais (circa 11 milioni di curo) in un centro operativo ad Aracajù. Nella capitale del Sergipe, una città di 580 mila abitanti, saranno assunti per la gestione della banca dati sanitaria nei trapianti. Infine, la Tunisia, dove Almaviva è presente dal 2002 e conta su 200 dipendenti, numero destinato presto a raddoppiare sulla base di un accordo appena firmato. Il 35% del capitale di Almaviva Tunisie sta per passare al Ctkd, Tunisian-Kuwaiti Consortium of Development, Fondo di investimento kuwaitiano-tunisino attivo nel turismo, nell'alimentare e nel business immobiliare. Un partner che può aprire molte porte nel Maghreb, nell' africa francofona e nel Medio Oriente. Ettore Tamos Pagina 29 DOSSIER ........................................................ MBA Business school 1 Sempre più progetti all'estero Italian master in formato multinazionale La Sda Bocconi va in India con una sede . Il Cuoa di Vicenza pensa alla Cina. Il Politecnico di Milano viaggia sull'asse tra Boston e Pechino . Mentre da Roma, Trieste e Bologna... Più sei connesso e globale e più sei attrattivo. Sembra lo slogan di una compagnia di telefonia mobile e invece è la strategia di sviluppo delle business school italiane, i templi dell'alta formazione da dove passano giovani ambiziosi che puntano a essere i futuri capi azienda, ma anche manager alla ricerca di nuove competenze per vincere la crisi e rilanciare il business. Fuori c'è il mondo e loro lo vogliono a portata di mano, soprattutto i Paesi del Bric che crescono a ritmi vertiginosi. Non è una novità, ma il processo è sempre più veloce e la richiesta pressante per scuole e università arriva dall'aumento della concorrenza dai Paesi emergenti e dall'economia globale. E così le school of management diventano campioni di network, scambi, partnership. Da far girar la testa. La palma va sempre a Sda Bocconi, con 200 scuole partner nel mondo, fra cui Yale, Princeton, London School of Economics, Essec, Esade, Fudan University di Shanghai e Indian School of Business di Hyderabad. In tutto 1.300 studenti all'anno ìn Italia per scambi di studio e 3.300 opportunità all'estero per i nostri. E ora la sede di Mumbai con la Mumbai International school of business Bocconi in collaborazione con la rete di imprenditori Ultimate Knowledge System, risultato di oltre dieci anni di relazioni con scuole e imprese locali. «Questa presenza stabile con due direttori segnerà un ulteriore sviluppo dell'executive education nelle imprese degli Stati indiani, ma sarà una opportunità per tutti, un campus aperto ai nostri studenti», racconta Bruno Busacca, direttore di Sda Bocconi. Il primo modulo di una settimana in partenza dall'Italia sarà a ottobre e dall'anno prossimo Mumbai sarà tra le nuove possibili scelte di scambi del global executive mba di Sda Bocconi, insieme al Brasile, altra new entry. Il Mìp Politecnico di Milano, già presente a Pechino (con l'apertura di una sede nel 2012) e a Shanghai, ora si Mumbai La sede milanese della Sda Bocconi. A destra, studenti ai corsi italiani in India - Mondo Universitario Pagina 30 spinge all'interno e stringe accordi anche con università decentrate, ma in regioni ad alto tasso di sviluppo economico. «Shanghai adesso per noi ha assunto la funzione di portaerei per arrivare in zone ancora vergini come Jinan, Wuhan e Chengdu», spiega Andrea Sianesi, direttore programmi executive del Mip Politecnico di Milano, che è spesso in cattedra in quelle città. In pratica, sono località dove le scuole americane non hanno ancora una presenza dominante. Dall'altra parte del mondo, poi, ha istituito un double degree con il Mit (Massachusetts institute of technology) di Boston per il proprio mba a tempo pieno: si è selezionati da due scuole, si trascorrono sei mesi al Mit e il diploma è doppio. «Dura sei mesi in più ma piace moltissimo, è stimolante e dà la possibilità di vivere sei mesi negli Stati Uniti», aggiunge Sianesi. Che già pensa di replicarlo in India e in Brasile. Mentre a settembre raddoppia l'mba part time (formato week-end) in inglese: «Ce lo chiedono gli italiani: vogliono sempre di più il confronto internazionale per classe, docenza e opportunità», puntualizza Sianesi. Anche la Fondazione Cuoa di Vicenza inaugura a settembre la classe in inglese dell'mba part time, con un gruppo di imprese medie a vocazione internazionale, che contribuiranno con borse di studio e parteciperanno alle selezioni. «C'è interesse per giovani manager stranieri formati in Italia e a contatto con le loro aziende, che potranno essere gli avamposti all'estero», afferma Giuseppe Caldiera, direttore generale Fondazione Cuoa. Che sta allargando alla Cina il proprio mba già in collaborazione con l'Università del Michigan: un prossimo modulo si terrà a Shanghai. Gli interessi per questi scambi tra scuole sono molteplici: dare agli studenti italiani una visione dei mercati in evoluzione, portare la nostra didattica in altre realtà promettenti, confrontarci con le loro e, in generale, creare network di executive sempre più estesi, potenziando anche la rete europea. Così la Luiss business school rinforza le proprie relazioni in Europa con la Novancia business school di Parigi, con cui questa estate organizzerà corsi su VISIONE DA ESPORTAZIONE... ...E MULTISETTORIALE SCELTE DI LEARNING MULTINAZIONALE CON IMPRESE NAZIONALI SEDE CENTRALE 37% BANCARIO AMMINISTRAZIONE ASSICURATIVO PUBBLICA 18%*+„ ^ 3% UNITÀ ORGANIZZATIVA DEDICATA ALLA FORMAZIONE 16% ALL'ESTERO 33% Milano L'università Cattolica. A fianco, da sinistra, Bruno Busacca (Sda Bocconi) e Vladimir Nanut (Mib Trieste e presidente Asfor) GD 10% MULTINAZIONALE CON SEDE CENTRALE IN ITALIA 30% Le imprese sentite nel rapporto Asfor 2012 Mondo Universitario SERVIZI 28% La distribuzione per settori start-up e imprenditorialità, mentre in autunno ci sarà un master in Italia sull'internazionalizzazione delle pmi. A sua volta, il campus torinese di Escp Europe porta in Italia il master executive in marketing e creatività finora tenuto solo a Londra, che diventa così itinerante tra la capitale europea, Parigi e Torino. Sempre la Luiss business school, nel frattempo, dà più chance di concludere il proprio mba full time nel Far East, aggiungendo la giapponese Nagoya University of Commerce and Business a Hong Kong e alla Cina. «Il Giappone è ancora una delle grandi industrie mondiali dove ci sono già rapporti consolidati con le imprese italiane ed è un ponte sul vicino Far East», commenta Paolo Boccardelli, responsabile dell'area internazionale della Luiss business school e direttore dell' mba. Torna in Cina a fine agosto per un nuovo study tour il Mib school of CORPORATE UNIVERSITY ACADEMY 17% U-K UNITÀ ORGANIZZATIVA PRESSO LE DIVERSE LINEE DI BUSINESS SETTORE/TERRITORIO I 67% L'organizzazione della formazione nelle imprese Pagina 31 i diplomati all'anno dei 13 mba ed emba (executive mba) accreditati Asfor SPESA PRIORITARIA AUMENTO 12,1% FUTURO INCERTO NON RISPOSTO 12% NON RISPOSTO 43% STABILE 40,9% il budget perla formazione nel 2012 AUMENTO STABILE 15% 33% Le previsioni di spesa ìn formazione per il 2013 management di Trieste, insieme con la Scuola Superiore S. Anna di Pisa: «Andremo a Hong Kong e Shenzen, la prima e più florida special economic zone della Repubblica Popolare con la provincia del Guangdong, cuore produttivo del Paese, e la regione di Chongqing, il nuovo centro attrattivo per gli investimenti», anticipa Vladimir Nanut, direttore scientifico del Mib e presidente di Asfor, l'associazione italiana per la formazione manageriale. L'obiettivo è di individuare opportunità di business per studenti ed ex studenti del Mib e per manager e imprenditori anche già operanti in Cina. Mentre Alma Graduate school di Bologna allarga la rete della international week dell'executive mba alla business school di Stellenbosch a Città del Capo in Mondo Universitario Sudafrica. «Abbiamo un forte interesse e una propensione per il continente. In particolare il Sudafrica è un avamposto per l'economia occidentale nel continente», dice Massimo Bergami, direttore di Alma Graduate school. L'Università Cattolica del Sacro Cuore è già presente in Africa da un paio di anni: Altis, l'alta scuola impresa e società dell'ateneo ha una partnership con il Tangaza College di Nairobi, dove ha già tenuto due edizioni dell'mba Global business and sustainability (social entrepreneurship track) per 64 giovani africani. E ora, grazie al premio di 640 mila dollari assegnato dal Graduate management admission council (Gmac), potrà organizzare due nuove edizioni a Nairobi e una terza in Ghana, in collaborazione con il Catholic institute of business and technology di Accra. Gaia Fiertler Pagina 32 ,Wovv =7 s-iroa Le specializzazioni emergenti per executive nelle aziende CACCIA Al Dall'inventore (chief innovation officer) al responsabile per le pillole (drug safety officer), dal tutore delle regole (compliance manager) al detective (forensic consultant) D al green risk manager all'esperto di finanza islamica, dal drug safety officer al forensic consultant. Nonostante le assunzioni procedano a passo di gambero, le professioni emergenti si moltiplicano alla velocità della luce. «In Europa il 40% delle offerte di lavoro riguarda mestieri appena sbocciati», conferma il presidente di Assolavoro, Luigi Brugnaro . Ne spuntano fuori ogni giorno anche in Italia. Agli angoli degli uffici 2.0, nelle aree di controllo degli istituti di credito, all'interno degli impianti per la produzione di energia rinnovabile. Ancora in fase di definizione, dai contorni opachi, di questi lavori di nuova generazione spesso per adesso non si sa granché, ma secondo i maghi del recruiting molti appaiono destinati ad acquisire nitidezza nel giro dei prossimi mesi. E da qui a tre anni, avvertono glli esperti, alcuni sfonderanno di sicuro. Per scovarli basta fare un giro nel mondo dell'Ict. Qui s'incontrano sviluppatori di app e social network manager sbarcati poco fa dal futuro, per formare i quali gli atenei stanno allestendo percorsi formativi ad hoc. Ma, al contrario di come verrebbe da pensare, non sono sempre gli under 25 ad affollare le aule universitarie. «Siamo rimasti sorpresi quando ci Mondo Universitario siamo accorti che l'età media dei nostri alunni era di poco inferiore ai 30 anni», racconta Marcello Cividini, direttore del master in Social network influence design del Politecnico di Milano, che ha preso il via a gennaio. «Molti di loro hanno già maturato esperienze professionali e sanno quanto conta oggi specializzarsi in particolari ambiti per avere successo nel mondo del lavoro, mentre chi è più giovane di solito osa meno e per timore sceglie di studiare materie di stampo tradizionale, che però lo indirizzano verso settori ormai saturi». Tra le professioni hi-tech sulle quali le agenzie di selezione del personale si sentono di scommettere in vista del 2015 figurano anche profili di vertice come il chief innovation officer, chiamato a individuare le tecnologie sulle quali un'impresa deve investire per non perdere terreno. In palio stipendi che nell'arco di 12 mesi arriveranno a toccare quota 90 mila euro. «Per ricoprire incarichi di questo tipo servono alle spalle circa cinque anni di esperienza, un paio dei quali spesi all'interno di un'azienda di consulenza, terreno ideale per farsi le ossa in questo campo», consiglia il direttore generale Michael Page Italia, Tommaso Mainini. Non tutti i lavori del futuro fanno rima però con digitale. Si registra grande fermento anche all'interno delle banche, dove per via della crisi (ma non solo) stanno venendo a galla ruoli di cui finora non si era mai sentito parlare. Tra cui il forensic consultant, una specie di detective per il quale si prospetta un futuro roseo nel settore finance. «Il suo compito», spiega l'amministratore delegato di Page Personnel, Francesca Contardi, «consiste nell'effettuare ricostruzioni di natura contabile per identificare eventuali frodi, oltre a fornire assistenza in caso di procedimenti civili e penali. Si tratta di uno sbocco particolarmente interessante per i laureati in giurisprudenza, considerate le poche opportunità che il ramo legale offre ora come ora». Strada spianata anche per Pagina 33 gli esperti di finanza islamica in un momento in cui gli istituti di credito stanno affilando le strategie per mezzo delle quali sedurre la clientela straniera, un target finora poco bancarizzato. Gli accordi di Basilea 3 spalancano invece le porte ai compliance manager, che per 80 mila euro l'anno devono verificare che la struttura rispetti i requisiti imposti da norme e regolamenti. «Ma nell'area controlli delle istituzioni finanziarie più che alla nascita di nuovi lavori assistiamo a una reinterpretazione di professioni già esistenti, determinata tra le altre cose dal peso che hanno assunto sul piano del bilancio economico aspetti quali l'utilizzo delle risorse e la protezione dell'ambiente», avverte Carlo Levis, partner di Management Search, società di ricerca e selezione del personale dirigente con base a Milano. Un ragionamento a favore del quale spezza subito una lancia Marco Fedeli, fondatore del Green globe banking award, il premio assegnato alle banche che si dimostrano maggiormente attente alla salvaguardia del pianeta: «Se dovesse andare in porto il progetto pilota con cui l'Abi punta ad accrescere l'influenza degli indicatori ambientali, sociali e di governance in seno ai processi di valutazione del merito creditizio, allora sentiremo presto parlare dei green risk manager». Ma per quanto riguarda i lavori in salsa verde le novità che si stagliano all'orizzonte sono molteplici. Si apprestano a cavalcare la cresta dell'onda i gestori specializzati nel funzionamento d'impianti a biogas, per i quali sempre Page Personnel prevede una forte domanda soprattutto a Sud, dove queste centrali sono in netto aumento. Nel settore engineering è in arrivo poi un'infornata di energy manager, la cui mission consiste nell'ottimizzare il bilancio energetico dell'impresa. «In questo campo è ipotizzabile che la ricerca di questo tipo di figure sarà soggetta a sviluppi importanti nel corso dei prossimi anni, considerata l'attenzione che oggi viene riservata agli aspetti ambientali Mondo Universitario in fase di progettazione degli impianti di produzione», sostiene Elisa Schiavon, marketing manager di Monster Italia. Il domani è foriero di sorprese persino nel farmaceutico, nonostante il comparto risulti oggi in debito di ossigeno. Qui il futuro è dei drug safety officer, esperti di farmacovigilanza il cui compito consiste nel raccogliere, gestire ed elaborare dati legati alla sicurezza dei medicinali messi in commercio. Tra i profili commerciali, molto ricercati al momento, appaiono destinati a ritagliarsi uno spazio in prima fila gli export manager, già molto richiesti nel campo della moda e dell'arredamento da parte dalle aziende che guardano con interesse al mercato russo. Ma accanto alle professioni emergenti si stanno affermando nel contempo competenze nuove di zecca, di carattere trasversale, in grado nei prossimi anni di fare la differenza all'interno dei curriculum vitae. «Per avere successo sarà sempre più importante essere disposti a effettuare spostamenti», chiosa Vittorio Zandomeneghi, operation director di Experis, la talent company del gruppo Manpower. Dello stesso avviso Anna Bogatto, candidate management director di Adecco Italia: «E in atto un'evoluzione delle competenze richieste, dinanzi alla quale è facile prevedere che i profili che andranno per la maggiore saranno quelli in possesso di capacità comunicative e relazionali che consentiranno loro di fare fronte al progressivo sgretolamento di confini sia geografici che di natura gestionale». Tra tre anni la parola d'ordine per eccellenza, se qualcuno nutrisse ancora dei dubbi in proposito, sarà flessibilità. «Il team working farà un ulteriore scatto di livello, i candidati dovranno essere nelle condizioni di poter dimostrare di sapersi interfacciare con elementi provenienti da rami e Paesi diversi», annuncia il direttore dell'Associazione italiana per la direzione del personale Filippo Abramo. Che batte il tasto sulle lingue e a chi aspira a fare breccia consiglia d'iscriversi al più presto a un corso avanzato di portoghese. Francesco Bisozzi Pagina 34 Primavera di voti, aria nuova in Crui? Entrano le donne, fermi gli uomini. Il giorno dopo le elezioni politiche, è questo il verdetto che riguarda i capi delle università in corsa per un seggio al Parlamento. Ce l'hanno fatta Maria Chiara Carrozza , rettore della Scuola Sant'Anna di Pisa e capolista in Toscana per la Camera con il Pd insieme a Stefania Giannini che guida l'università per Stranieri di Perugia: andrà al Senato eletta con la lista di Mario Monti. Rimangono al palo Antonino Recca (Catania) e Giuliano Volpe (Foggia). Il professore siciliano era quinto nella lista Monti che nella circoscrizione ha preso solo il 5,6%. II docente pugliese era candidato con Sei di Nichi Vendola, secondo nelle liste della loro regione. Insomma, sembrava un seggio sicuro alla vigilia. Fuori dalla campagna era rimasto Marco Mancini , presidente della Crui. Adesso starebbe cercando di prendere il posto di Francesco Profumo come ministro del Miur in quota Pd nel prossimo governo. Scommessa non impossibile, ma difficile: già diversi predecessori, da Piero Tosi (2006) a Enrico Decleva (2011), erano in ballo per quella poltrona. Più probabile che un cambio di equilibri si verifichi proprio nel parlamentino dei magnifici. Quella Crui scossa negli ultimi mesi dall'uscita dell'ateneo di Salerno guidato da Raimondo Pasquìno . L'aria nuova arriverà dal ricambio in vista. Proprio a Catania il 28 febbraio è stato eletto Giacomo Pignataro , ordinario di scienze delle finanze, oppositore di Recca. Starà in carica fino al 2019. Dopo mesi di immobilismo e proroghe, la primavera porterà le urne, oltre che a Pisa e Perugia per sostituire le neo parlamentari, a Verona (uscente Alessandro Mazzucco), Roma tre (Guido Fabiani) e Tor Vergata. Qui Renato Lauro fa marcia indietro. Niente comando fino al 2014, come previsto da una contestata delibera del cda. Lascerà a fine ottobre. Mondo Universitario Pagina 35 Aldo Grasso /Malintesi agrassoores.rt _ , . . di M per le - -° l « », i dottorato sa ra d - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -i- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -.- - - - un - - - - - - - - - - - -errore ------------------------------. , c o- - , , iïiïiïiï iïj!//!!!!!! /..! alviamo la lingua madre, salviamo l'italiano! La notizia che, dal 2014, "la lingua ufficiale" del Politecnico di Milano per le lauree magistrali e i corsi di dottorato sarà l'inglese, con l'esclusione dell'italiano, continua a suscitare polemiche. Ma il rettore Giovanni Azzone, spalleggiato dal suo collega, Il savonese Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione, vuole internazionalizzare "El nostèr Politèknik" (Carlo Emilio Gadda) come "contributo alla crescita del Paese". Sul finire di febbraio, presso il Salone degli affreschi della Società Umanitaria (leggere il secondo capitolo de La meccanica di Gadda per saperne di più su questa gloriosa istituzione) si è tenuto un convegno su "Lingua, cultura e identità" per cercare di fermare questa deriva angloide e un po' provinciale. È ovvio che tutti i ragazzi debbano ormai saper parlare in inglese, ma abolendo l'italiano, la lingua madre, si rischia di appiattire l'offerta formativa, inevitabilmente impoverita dal ricorso a un lessico spesso non adeguatamente padroneggiato. Come sostiene Gianluigi Beccaria, «la cultura Mondo Universitario che una università trasmette non deve limitarsi a valorizzare e generare soltanto le positive "eccellenze" tecniche. La "crescita" di un paese è ancora come sempre legata alla creatività, all'educazione della persona e del cittadino anche meno fortunato. Trascurare l'insegnamento della nostra lingua nazionale separerà sempre più il contenuto dei saperi dalla lingua materna, da rottamare tra le cose inservibili. Se nel volgere di pochi decenni la lingua italiana si troverà mutilata e inadatta alla trasmissione della scienza e della tecnica, ci saranno delle conseguenze negative sulla possibilità pubblica di comprensione del sapere». Gli fa eco Luca Serianni: «Se l'italiano rinuncia a una "provincia" come l'istruzione scientifica retrocede a vernacolo: un rischio per la lingua. Se gli studenti italiani (che eserciteranno per la maggior parte in Italia) rinunciano alla loro lingua madre, lingua irrinunciabile con cui ci affacciamo a tutti gli ambiti, regrediscono nel controllo delle strutture logico argomentative: un rischio, insomma, per la loro La scelta di Giovanni Giovanni Azzone, rettore dei Politecnico di Milano dal 2010. capacità di ragionare». «Dimenticai persino le aule del Politecnico, i nomi dei miei cinquecento compagni, i tormentati bidelli, i venerati maestri: sia gli intèsofili, che i tedescòfili», così Gadda in Dal castello di Udine verso i monti. L'attuale rettore del Politecnico, dimentico di Gadda, vuole anche dimenticare l'italiano, quanto meno relegarlo a "lingua morta". Pagina 36 Nuovi strumenti di diagnosi precoce permetterebbero di evitare a demenza. Ecco i passi da affrontare, dopo i 50 anni Dall'e al 17 marzo si celebra la Settimana mondiale del cervello, campagna di informazione e sensibilizzazione internazionale: tra i vari temi dei numerosi incontri che la Società Italiana di Neurologia ha organizzato in tutto il Paese, spicca l'importanza della diagnosi precoce nella malattia d'Alzheimer, che ogni anno conta in Italia 8o.ooo nuovi casi, con una netta prevalenza delle forme cosiddette "sporadiche" (95%) su quelle ereditarie. Ne parliamo con Carlo Caltagirone, professore di neurologia all'Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico dell'IRCCS Fondazione Santa Lucia. Non è una malattia per vecchi. L'Alzheimer è erroneamente associata alla diagnosi di demenza. Invece è ormai assodato che essa inizia 10-15 anni prima che compaiano i sintomi della demenza. Fare diagnosi precoce della malattia di Alzheimer significa dunque rompere questa equivalenza. Età critica. Il fattore epidemiologico più importante è l'età: la malattia in genere si presenta dopo i 65 anni, quindi la medicina deve iniziare a occuparsi di diagnosi precoce nella fascia fra i 55 e i 6o anni. Modificazioni del profilo cognitivo. Rispetto allo standard acquisito, alcuni indi- Mondo Universitario vidui presentano sintomi che accendono il campanello d'allarme: sono meno attenti e curiosi di prima, dimenticano le cose, hanno cambiato umore. L'autodiagnosi non basta. Bisogna quindi fare una prima valutazione cognitiva, attraverso un esame neuro-cognitivo efficace che può stabilire scientificamente se si tratta di fatti soggettivi - "mi pare di dimenticare le cose" - od oggettivi. L"`imaging". A questo punto si effettuano le analisi con neuroimmagini, cioè Tac o risonanza dell'encefalo. Ed eventualmente, dopo un'attenta selezione, anche una valutazione con bio-marker, che sono quegli indicatori ematici o liquorali che permettono di individuare l'eventuale presenza della proteina patologica che si deposita nella malattia di Alzheimer: la betamiloide. L'ultimo strumento: il radiofarmaco. Il più nuovo strumento di diagnosi è un radiotracciante che si lega specificatamente all'amiloide cerebrale e può essere visto con la Pet, o Positron emission tomography. Questo esame va fatto esclusivamente a chi presenta sintomi evidenti di malattia. È stato appena approvato dall'Ema, l'agenzia europea del farmaco, ed entro l'anno dovrebbe essere disponibile anche in Italia. Le cure del futuro. «Fino a oggi abbiamo trattato persone che si trovano in uno stato avanzato di malattia, come se fossero malati tumorali in fase terminale. Abbiamo assicurato un trattamento con farmaci sintomatici a pazienti che già hanno la demenza, cioè hanno il cervello "pieno" di betamiloide. Se però riusciamo a selezionare pazienti con forme precliniche o molto iniziali di malattia, allora abbiamo già a disposizione farmaci o trattamenti - dal cambiamento di stile di vita agli immunovaccini contro l'amiloide - che hanno un'altissima probabilità di essere efficaci», conclude il professor Caltagirone. Pagina 37 Alta tecnologga Regole snelle e incentivi per l'innovazione di Alfonso Gambardella rlritornellosull'importanzadell'innovazione in Italia è ormai quasi stancante, ma come tutte le cose che si ripetono ha la sua dose di verità. Il problema non è tanto che l'Italia non sia un produttore di tecnologia . Il posizionamento nei settori high-tech è senz'altro un nodo critico , siaperchè sono comparti a crescita sostenuta (in Europa 3,3% nel 2005-12, secondo Eurostat), sia perchè irrorano altri comparti con innovazioni e aiutano l'assorbimento di tecnologie dall'estero . Tuttavia, irí Europa, l'alta tecnologia (manifattura e servizi) copre circa4%%o della forza lavoro . Vanno perciò sottolineati altri due aspetti. Il primo è il posizionamentó dell'Italia come utilizzatore di nuove tecnologie, da cui nascono opportunità di crescita che investono tutta l'economia. Il secondo è che molte innovazioni che stimolano la crescita sono di tipo organizzativo e manageriale, o nei modelli di business. L'Italia produce poco più del 5o% dei brevetti per abitante della media di Ue-16, e spende in R&S privata (per abitante) meno degli altri paesi sviluppati. Oltre alla scarsa offerta, Vi' è scarsa domanda di tecnologia: la spesa media delle imprese italiane per acquisti di licenze tecnologiche è la metà di quelle francesi, il 20% delle svedesi, il 6o% di quelle olandesi e persino 70% di quelle spagnole. Per quanto riguardale innovazionimanageriali, organizzative, o i nuovi modelli di business (ad esempio, nuove formule vincenti, come Grom), le imprese italiane sono più allineate con l'Europa: lo 0,44.% delle imprese italiane ha introdotto negli ultimi anni innovazioni organizzative o di marketing, come la media Ue-15 (0,45%). Il quadro, però, torna ad essere fosco quando queste innovazioni si associano all'uso di nuove tecnologie: ad esempio, solo il 5% delle imprese italiane vendono prodotti online attraverso l'e-commerce contro 15% della media Ue-27. Le soluzioni non sono facili e dipendono da molti fattori e interventi che debbo- Mondo Universitario no coordinarsi magicamente assieme. Qualche cosa però sappiamo. La prima è che le nuove imprese sono importanti. Sono meno ingessate delle imprese esistenti e potenzialmente più creative. La seconda è che va stimolata la domanda di innovazione. La terza è che occorre dar vita a mercati dove leinnovazionipossono essere comprate e vendute, facilitandone la diffusione. Non è tutto così lontano. Il Decreto Sviluppo introduce agevolazioni fiscali alle start-up innovative, inquadra e stimola la nascita di incubatori, incentiva l'assunzione di capitale umano, riduce i costi del fallimento, delinea progetti per la domanda di servizi innovativi da parte della Pubblica Amministrazione, favorisce la messa in rete di tecnologie per acquisti daparte di terzi. Il Decreto è migliorable, e si possono fare altre cose. Nel frattempo, una priorità è realizzare quanto ha delineato. Ma come e dove trovare organizzazione, managerialità, competenze e incentivi, per attuare gli strumenti delDecreto epromuovere iprogetti di domanda di innovazione delle Pubbliche Amministrazioni? In questigiorni, l'Agenzia Nazionale per la Valutazione Universitaria Nazionale sta completando un lavoro imponente di valutazione di tutti gli accademici italiani, per il quale ha creato una comunità di competenze prese dalle università. Andrebbe studiato un modello analogo che, con regole snelle, un sisté. ma di incentivi adeguato, e pescando forze e competenze dalla società e dalle imprese, contribuisca arealizzare con altrettanta praticità l'attuazione del Decreto e persino i progetti di domanda pubblica di servizi innovativi. [email protected] D RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 38 Gli economisti. La legislazione concorrente duplica gli interventi in settori fondamentali perla crescita «Frenati interventi strategici» ROMA Chi nel mondo accademico segue da vicino i temi di politica industriale snocciola riflessioni e statistiche con un minimo comune denominatore : il contesto normativo e culturale italiano penalizza l'impresa. Gli eccessi dell'Aia e le norme ambientali che strozzano i progetti di sviluppo sono solo ilvertice della piramide. Alla base c'è un disegno istituziónale poco funzionale ad accompagnare la crescita industriale. «Norme spesso farraginose e che rimandano a poteri cosiddetti concorrenti di Stato, Regioni e Province rischiano di strangolare la crescita industriale del Paese e del Mezzogiorno - osserva Federico Pirro, che ha insegnato storia industriale all'università di Bari -. Si pensi in Puglia alla vicenda decennale delrigassificatore della British Gas di Brindisi , che ormai ha rinunciato a realizzarlo, oppure al sito di interesse nazionale della stessa città dove si stanno perdendo nuovi investimenti a causa di ormai vecchie e LE OPINIONI Mosconi: reti e infrastrutture trai settori più penalizzati Piga: nessuna legge dovrebbe essere approvata senza un calcolo degli effetti Mondo Universitario superate prescrizioni del ministero dell'Ambiente, tuttavia non ancora formalmente abrogate. Per non parlare del caso Ilva, dove sono stati utilizzati parametri ambientali molto discussi anche a livello internazionale». Franco Mosconi, docente dieconomia industriale al'università di Parma, mette il dito nella piaga: «Cifregiamo del fatto di essere il secondo sistema manifattu riero europeo, dopo la Germania, ma in alcuni casi sembra non esserci conseguenza delle azioni. Se guardiamo al passato anche recente, la politica industriale è stata una categoria bistrattata». E non è solo un problema di eccessi dell'eco-burocrazia. «Dobbiamo riflettere prosegueMosconi- sul Titolo V della Costituzione visto che lalegislazione concorrente sta finendo per frenare investimenti in settori strategici come l'energia e le grandi reti di trasporto». Raffaele Brancati, presidente del centro ricerche Met; tra ipromotori del Manifesto per la politica industriale che ha raccolto le firme di 28o studiosi, offre un'ulteriore chiave di lettura: «A bloccare l'industria spesso è anche la scarsa coerenza tra il dettato della norma primaria e la farraginosità, oltre che la lentezza con cui vengono emanati, dei relativi provvedimenti di attuazione. L'ambiente è l'esem- pio più eclatante, ma ci sarebbero tanti ambiti di intervento da semplificare, dall'apprendistato di alta formazione alla privacy». Gustavo Piga, docente di Economia politica all'Università di Roma 2, tra le tante riforme possibili mette in evidenza un principio tanto semplice quanto efficace: «Nessuna amministrazione dovrebbe fare una legge senza aver prima valutato l'impatto sulle imprese e trovato. eventuali compensazioni. Negli Usa si fa dal 1979, in Europa è ancora solo teoria». Per Piga la sburocratizzazione deve essere il mantra per dare respiro soprattutto alle piccole e medie imprese, quelle più penalizzate dall'iper-regolazione, bistrattate dalla politica economica, «per le quali bisognerebbe avere il coraggio di cre, are uno specifico ministero». C.Fo. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Economia politica. Gustavo Piga, Università di Roma 2 Economia industriale. Franco Mosconi, Università di-Parma . Pagina 39 Presentata la bozza del programma di gestione per valorizzare le aree archeologiche di Ercolano e Torre Annunziata L'Unesco apre per Pompei ai privati Il progetto auspica l'ampliamento dell'offerta turistica e sponsor stabili per il fundraising Francesco Prisco POMPEI. C'è il capitolo conservazione con le linee guida su manutenzione e modalità di scavo. C'è il piano dell'uso pubblico" con la gestione degli oltre due milioni di visitatori che arrivano ogni anno. C'è il tema della governance, con il coordinamento - finora mancato - con istituzioni e stakeholders attivi sul territorio e c'è soprattutto il tema delle sponsorizzazioniprivate, indispensabile per assicurare risorse extra-incassi quando i 105 milioni del Grande progetto saranno finiti. ACCORDO FONl-A:EIME LE Documento da inviare all'agenzia dell'Onu entro il 2013 o sarà a rischio la permanenza nella lista dei patrimoni dell'umanità ........................................................................... Laprimabozza del nuovo Piano di gestione dell'area archeologica di Pompei è stata finalmente messa nero su bianco dal pool di lavoro composto dai tecnici del ministero dei Beni culturali e dalla delegazione dell'Unescó tornata a distanza di due mesi aipiedidel Vesuvio. Un documento che, dopo il crollo della Schola armátorum del novembre 2010, è diventato fondamentale per la permanenza del sito campano nel patrimonio mondiale dell'umanità: se il Mibac non lo consegnasse entro la fine 2013 all'agenzia delle Nazioni Unite, saremmo-all'anticamera della cancellazione di Pompei dal World Heritage. Per ora siamo alla "scatola": è stato redatto l'indice del testo, l'articolazione di capitoli e paragrafi e la premessa. Questa scatola per dicembre dovrà essere riempita di contenuti. E il lavoro toccherà al Mibac: con la visita di martedì si è concluso il tutorato dell'Unesco inaugurato nel novembre del 2ou, con la conven- Mondo Universitario zione da 14omila euro sottoscritta dal ministero italiano a Parigi. «Una collaborazione proficua sottolinea Gianni Bonazzi, direttore, del settore coordinamento e studi del Mibac - attraverso la quale abbiamo individuato una traccia che ora svilupperemo, coinvolgendo gli attori istituzionali». Conl'Unesco non sischerza, tanto più che Pompei è sotto tiro: il 17 giugno in un summit programmato ad Angkor Wat saranno resi pubblici i risultati dell'ultima ispezione effettuata a gennaio ai piedi del Vesuvio. Tocca far presto e bene, ma Bonazzi si dice «sicuro che il piano sarà pronto per dicembre». Il precedente piano di gestione viene giudicato inadeguato: risale al 2010, alla chiacchieratissima gestione commissariale di Marcello Fiori, finita sotto i riflettori della magistratura. Il piano di tre anni fa sostituiva quello obsoleto del 1997, ma dopo i crolli l'Unesco chiese all'Italia di superarlo conun nuovo testo. Quello che dovrà esser pronto per fine anno è un piano che «declina aspetti innovativi spiega Bonazzi - come la governance e il foundraising, di solito non contemplati nei piani tradizionali». Sul primo fronte, si insiste per la cooperazione con istituzioni e stakeholders del territorio e il coordinamento tra gli interventi del Grande progetto Pompei e le scelte della soprintendenza. Già la stesura della bozza è avvenutaunpo' conquesta filosofia, con i sindaci dei comuni coinvolti e 'anche rappresentanti del santuario di Pompei. Il piano auspica la crescita dell'area extra moenia, oggi carente di servizi e offerta turisti= ca. C'è il tema del capacity building e la definizione di modelli di mecenatismo per l'area: il sito punta a dotarsi di "donatori principali" e semplici sponsor, seguendo le linee guida del Mibac. Dopo il 2015, quando saranno terminati i 105 milioni 'dell'Ue, ilsito dovràreggersisulle sue gambe:l'idea è individuare partner privati di medio-lungo termine per importi annui di circa 5 milioni. @MrPrisçus 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 40 OLYCOM Incuria. L'immagine di uno dei recenti crolli a Pompei:un muro di pietra grezza caduto presso il vicolo di Modesto I numeri di un potenziale inespresso and d 10batloffl bmilioni Stanziamenti Ue Sono i fondi dell'Unione europea per attuare miglioramenti al sito Importi annui da privati Finiti i fondi Ue, è la cifra annuale che dovrebbe derivare daglisponsor Mondo Universitario 2,3 ,,o, , 1 ,9 I pernottamenti Flusso turistico t ù numero complessivo di turisti i Sul totale del flusso è la percentuale che ogni anno visita Pompei di chi si ferma negli hotel dell'area Permanenza media t la media delle notti trascorse nell'area dei siti da chi pernotta Pagina 41 La reazíone0 La Fondazione Idis ha attivato l'Iban per contributi dei privati Società civile mobilitata per la Città della Scienza NAPOLI Scienziati, artisti, imprenditori, intellettuali: la società civile napoletana si mobilita per Città della Scienza, lan-' ciando prima di tutto il segnale chiaro di una volontà di riscossa che non- si vedeva ormai da molto tempo. E si spera che non si esaurisca nel giro di pochi giorni. In realtà, il tamtam della solidarietà si è messo in moto subito dopo che la notte del 4 marzo scorso si sono diffuse sulla rete le immagini del rogo di Bagnoli. E lo stesso movimento solidale si è rafforzato dopo che le prime indagini hanno svelato che si è trattato di un atto criminale. La Fondazione Idis, proprietaria del museo distrutto,ha avviato una raccolta fondi su un conto dedicato(Iban: IT41X010100349710000000325 6) che ha raccolto circa iomila euro, solo considerando i pagamenti diretti e con bonifico. Da ieri è attivo anche il numero telefonico 45599 per la raccolta fondi promossa dal Comune di Napoli. E il Banco di Napoli: «Abbiamo dichiarato disponibilità a concedere anticipazioni sui contributi Miur esistenti e sulle iniziative che verranno adottate dalle Istituzioni a tutti i livelli», garantisce il direttore generale Giuseppe Castagna. Al conto della Fondazione Idis ha agganciato la propria azione a sostegno di Città della Scienza anche l'Unione industriali di Napoli. «Reagiremo - dice il presidente Paolo Graziano - con fermezza e determinazione». Il mondo della scienza si è sentito direttamente colpito. Massimo Marrelli, rettore della Federico II: «Stiamo valutando -dice-cosa, di quello che è conservato nei nostri musei della' scienza, sipossarecuperare per Bagnoli una volta che sarà terminata la ricostruzione. Un Mondo Universitario gruppo di ricercatori e dottorandi darà una mano a fare quanto servirà per far ripartire le attivita». Mentre dal Ceinge, il centro di ricerca sulle biotecnologie avanzate, Franco Salvatore, presidente e coordinatore, promuove una marcia presso le sedi di Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli «per mostrare a tutte le autorità politiche e amministrative della città - dice - l'indignazione Massimo Marrelli Rettore Università Federico II: «Stiamo va lutando che cosa si può recuperare per Bagnoli, una volta terminata (a ricostruzione, tra ciò che è conservato nei nostri musei della scienza» IMAGOECONOMICA Rosanna Purchia Sovrintendente Teatro S. Carlo «Nell'incendio ho visto bruciareil lavoro, la cultura e il futuro dei nostri giovani. Il San Carlo si donerà a questo dramma. Mi aspetto però una risposta da tutta Italia» per quanto è successo. E anche la fiducia e la speranza che tutte le possibili iniziative vengano perseguite sia per ricostruire quello che c'era, sia per tenere viva l'attenzione sulla cultura e sulla scienza, che sono vanti del nostro territorio degradato». Si dice "sanguinante", Rosanna Purchia, sovrintendete del Teatro San Carlo. «Sono nata a Bagnoli e quando dopo trentatrè anni sono tornata da Milano aNapolihovoluto abitarelì. L'altra sera ho vissuto la distruzione di Città della S cienza in diretta e in quell'incendio ho visto bruciare il lavoro, la cultura e il futuro dei nostri giovani. Il San Carlo è impegnato nel sociale e senz'altro si donerà in qualche modo a quest'ultimo dramma napoletano». Poi aggiunge: «Mi aspetterei una risposta dell'Italia, non solo di Napoli». I pochi telefoni attivi della Fondazione Idis sono sempre occupati. Chiama l'Accademia Aeronautica di Pozzuoli che si dichiara disponibile a collaborare. Avio, l'industria aeronautica, presente aPomigliano d'Arco, siprenota per progetti da realizzare in partnership. Si candidano a offrire proventi del proprio lavoro NapoliTeatro Festival e Fondazione Donnaregina, che gestisce ilMuseo Madre. Fa sentire la sua voce anche Mirella Stampa Barracco, fondatrice dell'Associazione Napolinovantanove: «I14marzo- dice - è stata una giornata indimenticabile, come sela cittàfosse avvolta daun sortilegio malefico».Diunafase delicatahaparlato più volte il sindaco, Luigi de Magistris: «Nelle stagioni di crisi le mafie, avendo liquidità, possono cercare di recuperare consenso sociale. Sono perciò preoccupato, ma anche fiducioso, perla reazione dei napoletani e del Paese». V. V. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 42 Tra vuoto e discriminazione de la coda a meno di non forzare con adeguati provvedimenti il corso degli eventi. Un Parlamento con molte più donne è già un fattore decisivo in tal senso. La questione occupazionale femminile è un problema di civiltà, ma anche di sviluppo e crescita. LA MATERNITÀ O LA CARRIERA? MILA SPICOLA ITALIA HA 12 ANNI ED È LA PIÙ BRAVA DELLA SUA CLASSE . DA GRANDE VUOLE FARE LA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E STUDIA COME UNA MATTA. Glielo ripetiamo fino alla nausea: «se non studi non vai da nessuna parte». E vero a metà. In Italia le donne sono il 51% della nostra popolazione e rappresentano il 60% del totale dei laureati italiani. In questo dato l'Italia precede Stati Uniti e Regno Unito. Sono cioè la vera classe dirigente che esce dalla scuola italiana. Accade altro però. Nel nostro Paese le donne costituiscono solo: il 27 % dei dirigenti; il 21% dei parlamentari; il 21% dei prefetti; il 19% degli imprenditori; il 18% dei professori ordinari; il 12% dei direttori di ricerca; il 6,8% dei consiglieri nei CdA di aziende quotate; il 5% dei direttori d'orchestra; il 10% dei primari in ospedale; l'8% dei sindaci; il 4% degli ambasciatori. Infine 0% Presidente della Repubblica, 0% Presidente del Consiglio dei Ministri. Il 22% delle laureate non lavora, contro il 9% degli uomini e sono pagate meno dei loro colleghi maschi. Il differenziale salariale di genere è in Italia più alto tra laureati (34%) che tra le persone con titoli di studio di media inferiore (29%) e media superiore (28%). I numeri sono il segnale di una discriminazione evidente. Ho riportato percentuali di presenza femminile nelle posizioni apicali perché sono quelle su cui agire per invertire la rotta. Finché i bottoni saranno pigiati perlopiù da uomini è difficile che lo facciano per le donne. È un gatto che si mor- Mondo Universitario In Italia la fase critica della carriera lavorativa coincide con una fase critica anche della vita personale, la recente formazione della famiglia, i bambini ancora piccoli. L'Italia ha la fecondità più tardiva del mondo e un tasso di crescita demografica pari a zero (indice di recessione nei paesi industrializzati), con un'età media al primo parto pari a 31 anni. Noto è il fenomeno delle «dimissioni in bianco» (depenalizzato sotto il governo Berlusconi e, in altra forma, riproposto recentemente in un'amministrazione grillina che ha licenziato un'assessora perché incinta): la firma di un foglio di dimissioni all'atto dell'assunzione in cui ci si «autolicenzia» nel caso di maternità. La maternità si associa a una caduta dell'occupazione femminile e il numero di bambini amplifica l'effetto, in Italia più che altrove: il tasso d'occupazione delle donne senza figli è pari al 66% e scende al 60% per le madri con un figlio e al 53% in presenza di due figli. Molte donne lasciano il lavoro alla na- La RaN si finge di rosa dalla tv alla radio L'8 marzo Rail dedicherà Untera puntata di «Uno Mattina» e de «La Vita in Diretta» al tenia della violenza sulle donne. Spazio ai terni femminili su Rai2 con «E Fatti vostri» e su Raia con «Agorà», «Codice a barre» ed «Elisir,.. Raistoria modificherà l'intero palinsesto. Idem dicasi perla programmazione di Radio2 a cominciare dall'appuntamento con «Brave ragazze». scita dei figli perché il nostro Paese, al di là della retorica delle destre che hanno governato in questi anni, ha destinato aiuti quasi nulli alla conciliazione e alla cura e ha quasi eliminato gli asili. Per quelle che rimangono la carriera è spesso rallentata o bloccata. Quando i bambini diventano grandi le difficoltà di conciliazione diminuiscono e le donne potrebbero tornare in corsa, ma spesso è troppo tardi, soprattutto se l'età è avanzata. Sono dati che mostrano l'iniquità come anche l'ottusità e la mediocrità che hanno guidato la vita politica degli ultimi decenni nella visione economica del Paese. Capace di escludere scientificamente dalle posizioni decisionali le donne nonostante le maggiori competenze. Visione determinata dai ritardi culturali di una società in larga misura poco informata sulle politiche di genere. Il freno al lavoro qualificato delle donne italiane, quelle «studiose» come la mia Italia, che, con sforzi non indifferenti per tutto il Paese, portiamo alle lauree e ai dottorati, è oggi uno dei freni alla crescita complessiva (là dove si è agito in tal senso si è avuta una crescita sostanziale del Pil). In momenti di crisi come quello attuale i limiti ideologici e di discriminazione dovrebbero essere annullati per motivi di "forza maggiore" se non di civiltà. Se non ci riesce la società da sola, deve farlo chi governa predisponendo provvedimenti in tal senso. La voragine si apre quando parliamo di disoccupazione generale. La situazione femminile risulta la più colpita: 44mila donne in meno (occupate) rispetto a gennaio, raggiungendo un 49,2% di disoccupate al Sud. Una donna su due al Mezzogiorno è senza lavoro. Provvedimenti per conciliazione della maternità sarebbero d'ausilio (punire le dimissioni in bianco, realizzare asili, assistenza..), ma agire sulle discriminazioni nelle posizioni apicali sarebbe un passo indispensabile per innestare diversi tipi di crescita e sviluppo. Intanto io ripeto a Italia di non smettere di studiare. Il vento sta cambiando. Pagina 43 -_Is rri,srn r;el rî,llert".'o, r,,:;r n ; !i i ha Lrrr, aïn n(tii;1 ji j > ".Cd ) ,Jii 'ul.: ',_ ! BARTLEBY E IL FONDO ROVERSI CERCANO CASA MEGLIO IN CENTRO IL COLLETTIVO STUDENTESCO CUSTODISCE MOLTISSIME RIVISTE APPARTENUTE Al POETA. MA, DOPO LO SGOMBERO DALL'UNIVERSITA E IL NO ALLA SEDE PERIFERICA, NON SA DOVE ANDARE SOPRA, ROBERTO ROVERSt. IN ALTO, LA MANIFESTAZIONE DOPO LO SGOMBERO E, A DESTRA, LA BIBLIOTECA DELL'ATENEO BOLOGNESE Mondo Universitario OLOGNA, Perlopiù parliamo di riviste, Molte nemmeno catalogabili, anche se rare e i nt ro- Ibili. E il valore è in alcuni casi solo simbolico. Sono però un pezzo dei pregiato fondo di Roberto Roversi, 25 mila tra libri antichi, testi teatrali e di narrativa, periodici da collezionisti: l'eredità del grande poeta bolognese scomparso l'anno scorso. Una sorta di totem capace di legittimare lautorevolezza culturale di chi lo possiede, come dimostra l'aspra contesa, a Bologna, tra il collettivo studentesco Bartieby, l'Università e il Comune. Il collettivo, essendo il legittimo proprietario delle riviste, le ha reclamate a gran voce, dopo essere stato sgomberato con la forza, dalla polizia, dai locali dell'università dove svolgeva le sua attività e dove custodiva quel piccolo tesoro, II rettore dell'ateneo Ivano Dionigi, che a sua volta le aveva messe sotto chiave, si è dato da fare per dipanare la complessa matassa burocratica e legislativa. Alla fine quella parte di fondo - 71 scatoloni - è tornata cü Far,Í_ r,CfCh_, ,7°r i?r_ Íi ?' IF3 _uCd ind,r;`; rro !r:r. .o ;Fú in 1itt'i rio'„C . _ er i ,.n 3l 11 il` I.- ; N -:'I I. "tÍìl!iiì; i-;;ïi E' .i1 I ,Il I., iCi ! ,_ "r_ill7h I_ 21JD '-:1ì10 ;;IJttpt- -,; r-,r. ,:: d_I _,-li! ú, _OSd ! il? (. 'i r;i r;!.; I',. . L;y, -;i rr:oï n Pagina 44 Ogni dito ha quattro articolazioni e tre gradi di movimento. Ogni braccio dispone di 41 sensori di torsione per dare un feedback all'operatore. Dispositivi di blocco delle sospensioni irrigidiscono la parte superiore del corpo durante l'operatività, t n. reeu Ecco ,iustn, san robot desti í lo a viaggiare nello o spazio, ma controllato da un p.lota in carnee ossa sulla `erra. «Essere in'Ich- p , ?' significa avere la sensazione di essere effetúvamente in un luogo, :'he senza raggiungerlo mai», spiega Gerd Hirzingei dell'InstituteofRoboticsa iI',Iecbatrnniespres l.,n Nel 199'. Hii ,-J w es nra responsabile del Rotex, un ,ioni ;, i:na per lo sviluppo so il Dl . il centro aerospaziale tede co cl s del primo robot spaziale controllato a distanza. «Per sette anni lì :irl i« ,fazioni di .lustin s+, ,:.:,I,n u'ibzr, tr ;:ll .r ri:ci dilla Stazione spaziale internazionale, dove hanno funzionato a ineravilia», sottolinea Hirzinger. «Sino sicuro che puc; lavorare i anche sulla Luna». Justin può essere controllato da 44mila chilometri di distanza, con un ritardo di appena 600 millisecondi. t dotato di due mani che trasmettono a chi lo comanda la sensazione di cosa sta toccando e di un esoscheletro simile a quello di un palombaro che ne sostiene i movimenti. Per Hirzinger «i robot sono già pronti per le missioni spaziali. Adesso possiamo controllare i loro movimenti da terra con una precisione senza precedenti. Non c'è bisogno di aspettare che raggiungano un livello di intelligenza più avanzata». - DAN COSSINS Mondo Universitario Pagina 45 A Bologna nasce un cervella fatto di bit «Un telescopio gigante per esplorare le profondità del cervello», lo ha definito Henry Markram dell'École Polytechnìque Fédérale di Losanna. t l'impresa che, insieme ad al- La sfida di Markram, che guida l'iniziativa, è mettere a punto il più dettagliato modello di funzionamento del cervello umano mai realizzato usando la potenza di una rete di supercomputer per simulare le interazioni tra 86 miliardi di neuroni. Le ricadute attesevanno dall'avanzamento delle neuroscienze alla scoperta di nuove strategie per sconfiggere malattie neurologiche, allo sviluppo di innovativi paradigmi computazionalí. tre decine di scienziati europei, si propone di compiere. Come Galileo ha aperto nuove strade per comprendere quello che sta sopra le nostre teste, così i ricercatori che partecipano allo Human Brain Project (Hbp) sono convinti di rivoluzionare la conoscenza di ciò che sta dentro il nostro cranio. Per riuscirci, nei prossimi dieci anni avranno a disposizione un miliardo di euro, visto che a fine gennaio la Commissione europea ha inserito Hbp tra i due progetti vincitori della Future and emerging technologies, competizione che ha individuato i filoni di avanguardia della ricerca continentale. E proprio sul fronte Jet arriverà uno dei contributi italiani a Hbp. Uno dei quattro supercomputer che costituiranno la piattaforma sarà messo a disposizione da Cineca di Bologna, il più importante centro di calcolo tricolore. «li nostro compito principale», spiega Giovanni Erbacei, referente Cineca per Hbp, «sarà fornire capacità di elaborazione per realizzare analisi avanzate di enormi quantità di dati che verranno da simulazioni ed esperimenti». Una bella sfida perla tecnologia italiana. «La scommessa è essere all'avanguardia non per un paio di anni, ma i prossimi dieci». - RAFFAELE MASTROLONARDO CINECA, II, PIÙ POTENTE CENTRO) DI CALCOLO ITALIANO, PARTECIPERÀ ALLA IN GRADO DI SIMULARE LA MENTE UMANA Mondo Universitario Pagina 46 • X ,21%,. D% e I finanziamenti andranno a sette progetti Dario Nardella commentalo sviluppo di progetti nati da partnership tra imprese, centri d i ricerca e pubbliche amministrazioni FIRENZE - E' di oltre 135 milioni di euro il finanziamento che arriverà al territorio fiorentino grazie ai fondi stanziati dal bando Miur Smart City&Communities, indetto dal il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca per lo sviluppo di progetti nati da partnership tra imprese, centri di ricerca e pubbliche amministrazioni. 1135 milioni andranno a finanziare sette progetti, suppostati dall'amministrazione comunale di Firenze, che hanno superato la selezione del ministero e che sono destinati allo sviluppo di modelli tecnologicamente innovativi per lo sviluppo urbano. Si va dalla fornitura di nuovi strumenti e soluzioni per il patrimonio culturale, all'architettura sostenibile per edifici a impatto zero. Ma ci sono anche progetti che partono dall'infomobilità urbana per car-sharing e per la distribuzione di merci fino a nuove applicazioni per la gestione di traffico, semafori, viabilità. Fra i progetti scelti ce n'è anche uno per la bigliettazione elettronica per il trasporto pubblico e uno che Segnalazioni propone nuovi sistemi per la sicurezza e la sorveglianza del territorio, fino ad arrivare a nuovi servizi telematici dell'amministrazione per cittadini ed imprese. "Si tratta di progetti che l'amministrazione comunale ha deciso di supportare, con la disponibilità a gestire la parte sperimentale, perché potranno avere ricadute importanti per la qualità urbana e per la vita quotidiana dei cittadini" ha sottolineato il vicesindaco Dario Nardella. " Con questo ottimo risultato, che premia ben 7 dei 9 progetti presentati dal nostro territorio - ha aggiunto il neodeputato - Firenze conferma di essere una delle città più dinamiche ed attive nel campo dell'innovazione, dove già siamo all'avanguardia con esperienze come il Parco Urbano delle Murate e l'Incubatore di Brozzi". La speranza del Comune è che lo sviluppo di questi progetti possa anche avere effetti positivi sull'occupazione, in particolare quella giovanile, che è ancora ad alti livelli, tangto da rischiare di diventare un allarme sociale. Pagina 47