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mandato un lungo formulario di queste metafore (che appartenevano, in qualche modo a tutta la loro categoria), che
venivano combinate e moltiplicate fin quasi al delirio. Un
altro di questi kenning (quello che mi ha particolarmente
incuriosito) è strada di luna, suggestiva metafora di cielo.
Preso da questo “vortice allegorico” ho annesso un’altra
metafora a questa metafora: cielo con Divinità. Ma anche
la musica, nella sua potente capacità non tanto a nominare
un oggetto quanto piuttosto di evocarlo, ambisce ad essere
metafora di queste metafore. La strada della luna nell’alto
cielo è anche (metaforicamente!) la nostra: un difficile percorso che parte dal visibile per varcare la porta dell’invisibile
e viceversa”. (Carlo Galante)
Carlo Galante è nato a Trento. È stato allievo di Niccolò
Castiglioni e Paolo Castaldi al Conservatorio di Milano.
Nel 1982 fece parte della ristretta cerchia di giovani compositori italiani presenti a Venezia alla manifestazione “Opera
Prima”. L’impressione che destò gli aprì le porte dei più
importanti Festival italiani. La sua musica è eseguita anche
in America, Svizzera, Spagna, Germania, Inghilterra e Francia.
Alessandro Stradella, Pietà Signore
Alessandro Stradella, discendente di una famiglia
aristocratica della Toscana, fu un compositore
particolarmente fecondo. Ha scritto opere di quasi tutti i
generi varcando spesso i confini della convenzione musicale
del suo tempo. Apparteneva ai primi compositori, assieme
a Massimiliano Neri, che nel 1674 usarono la denominazione
di Concertino e Concerto grosso per designare la contrapposizione del violino solo e del gruppo di violini al Tutti
dell’orchestra, una tradizione che più tardi è stata portata
avanti da Corelli, Torelli, Vivaldi. Stradella ha composto
famosi brani da lui designati come “Simfonia”, per uno o
più strumenti ad arco e basso Continuo, oltre duecento
Cantate profane e sacre, sei Oratori e numerose opere. L’Aria
da chiesa “Se i miei sospiri” è conosciuta in realtà con il
titolo “Pietà, Signore”, ed è stato messo in dubbio che si
tratti realmente di una composizione di Stradella ma piuttosto
da attribuire a François-Joseph Fétis, Louis Niedermeyer o
perfino a Gioachino Rossini.
Arnaldo de Felice, Sguardi
“Sguardi” è una composizione che ho scritto per alcuni musicisti, un quartetto d’archi che conosco da molti anni, che
ho la fortuna di ascoltare e di seguire nella vita culturale
della città di Bolzano. Una composizione sopra alcune riflessioni / sguardi / frammenti di alcuni Canti sublimi ed
inarrivabili che di per se sono già musica: da il “Purgatorio”
e il “Paradiso“ di Dante Alighieri. Solo nella forma della
citazione e del frammento era per me possibile immaginare
di rendere in musica quello che necessariamente di per se e
in sé era ed è già musica, utilizzando quindi una voce di soprano e il Quartetto d’archi nella forma di un coro, una
forma precisa per unire alcuni testi che sono come “sguardi”
/ riflessioni sopra una titanica opera che il mondo ha ricevuto
dalle mani di Dante”. (Arnaldo de Felice)
L’oboista e compositore De Felice è nato a Firenze. È stato
oboe solista dell’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini di
Parma. Ha studiato con Lothar Koch al Mozarteum di Salisburgo. Ha suonato in progetti specifici con l’European
Community Chamber. Ha suonato in sale prestigiose come
la Carnegie Hall di New York, Tonhalle di Zurigo, alla
Società dei Concerti di Milano, Biennale di Venezia ecc.
Ha studiato composizione con Roland Moser alla Musikakademie di Basilea. Nel 2001 ha vinto il primo premio al
concorso internazionale Teatro Minimo sezione Lyrische
Oper della „Bayerische Staatsoper München” e dell’Opernhaus di Zurigo con la sua opera da camera “Akumu.”
Felix Mendelssohn, Salve Regina
Figlio di un banchiere e nipote del filosofo Moses Mendelssohn, nacque ad Amburgo, morì a Lipsia e crebbe a Berlino.
Era pertanto radicato nell’ambiente giudeo alto-borghese,
di matrice illuministica che gli trasmise gli impulsi spirituali
più ricchi dell’elite intellettuale e artistica di Berlino. Alla
cerchia di amici della casa paterna appartenevano tra gli
altri Humboldt, Schleiermacher, Heine e Schadow, che frequentavano anche i concerti semi-pubblici che si tenevano
in casa Mendelssohn in cui furono eseguite le prime composizioni del ragazzo. Nel 1816 il padre lo fece battezzare
assieme ai fratelli nella fede protestante-riformata. Per tutta
la vita Mendelssohn appartenne alla comunità Riformata.
Mendelssohn non era luterano ma influenzato da uno spirito
biblico moderatamente pietistico ma senza mai negare le
sue radici ebraiche. Senza esagerare lo si può definire un
bambino prodigio della musica. Sono 150 le opere composte
entro i 15 anni di età (1824), fra le quali un Magnificat, un
Kyrie e un Salve Regina (1824). L’Ottetto op. 20 e l’Ouverture per il “Sogno di una notte di mezza estate” op. 21
sono i primi capolavori del compositore di soli 16, 17 anni.
45. Festival
2016
Domenica 29 maggio, ore 20.30 - Gries, Chiesa Abbaziale
Giovedì, 2 giugno - Trento, Chiesa del Suffragio, ore 21.00
Sabina von Walther, soprano
Amarida Ensemble
Stefano Ferrario, violino
Johanna Wassermann, violino
Margherita Pigozzo, viola
Alejandro Biancotti, violoncello
In collaborazione con: Abbazia Muri Gries,
Cantoria Leonhard Lechner
Südtiroler Künstlerbund
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Programma
F. Schubert (1797-1828)
Salve regina
D. Oberdörfer (*1957)
“Impulse” (prima esecuzione)
A. Vavilon (1925-1937)
Ave Maria
per soprano e archi
G. Caccini (1550-1618)
Ave Maria
C. Galante (*1959)
“Strada di Luna”
Innodia per quartetto
(prima esecuzione)
A. Stradella (1644-1682)
“Pietà Signore”
A. de Felice (*1965)
“Sguardi”
(Testo: Dante, Paradiso)
(prima esecuzione)
F. Mendelssohn (1809-1847)
Salve regina
letto), Blanche (Dialogue del Carmélites). È stata inoltre
ospitata dal Tiroler Landestheater di Innsbruck nei ruoli di
Liù (Turandot) e di Lisa (Das Land des Lächelns) e dai
Haydn-Festspielen di Eisenstadt in quello di Sandrina
(Haydn, L’infedeltà delusa). Come solista di canto si è
esibita nel Wiener Musikverein, nei Wiener Klangbogen,
nei Bregenzer Festspielen e nei Ludwigsburger Schlossfestspiele. Nel 2005 è stata insignita del Bayerischen Kunstförderpreis. Nel gennaio del 2005 ha debuttato al Teatro
alla Scala di Milano nel ruolo di Asterio nell’opera di Salieri
L’Europa riconosciuta. Alla Bayerische Staatsoper ha cantato
nel ruolo di Una Donna (Medusa).
Amarida Ensemble
Il quartetto Amarida è stato fondato da Johanna Wassermann
nel 1984. Il suo nome deriva da quello di un bosco fatato
del mondo delle favole ladine in cui un’arpista, similmente
a Loreley, confonde i sensi dei viandanti. Il quartetto è costituito in parte da membri, tutte prime parti, dell’orchestra
Haydn di Bolzano. L’ensemble, oltre ai capolavori della
musica classica, si dedica alla musica contemporanea collaborando con numerosi compositori dei quali ha eseguito
le prime di brani in parte ad esso dedicati. Il quartetto
Amarida ha suonato nell’ambito del Festival di Musica
sacra, di Brixner Initiative Musik und Kirche, della Società
dei Concerti di Bolzano, delle Settimane musicali Gustav
Mahler, Musicastello, Musica in Aulis, Forum Cultur Bressanone, Festival di musica contemporanea, Musica Viva
della Val Venosta, Estate musicale pusterese, Festival MITO
di Milano ed è in particolare impegnato nell’ambito della
musica tirolese come documentano le numerose registrazioni
radiofoniche e televisive con l’emittente Rai Südtirol. L’ensemble ha inciso il cd Serenate di compositori sudtirolesi
(J. B. Gänsbacher, Eduard Lucerna, Francesco Brazzo,
Eduard Demetz) e i due Quintetti con pianoforte di Ludwig
Thuille.
Note al programma:
Sabina von Walther, soprano nata a Roma, ha studiato
all’Università della musica a Vienna. Premiata in diversi
concorsi di canto, ha debuttato in teatro nel ruolo della
Contessa di Almaviva (Le nozze di Figaro) a Bregenz,
dove si è esibita anche in quello di Donna Anna (Don Giovanni). Dal 2002 è membro del cast operistico del Teatro
di Stato di Norimberga, dove ha interpretato i ruoli di Pamina (Il flauto magico), Micaela (Carmen), Gilda, (Rigo-
Franz Schubert, Salve Regina in La magg. op. 153
Il catalogo delle opere di Schubert comprende 7 diverse
versioni dell’inno mariano del “Salve Regina”, il cui testo
latino è attribuito a Ermanno lo Storpio (1013-1054). Il
Salve Regina D. 676 per soprano e archi fu composto nel
1819 e fu pubblicato anni dopo la morte di Schubert da
Diabelli col titolo 3. Offertorium op. 153. Non si conosce
la circostanza per cui fu composto questo brano dall’espres-
sione così intima, luminosa e melodiosa. Anche in questa
composizione Schubert deve aver cantato “con tutto se stesso”
come aveva raccomandato al fratello Ferdinand in relazione
al Deutsches Requiem D. 621 del 1818. Il serafico La maggiore, la forma cantabile con cui il testo è intonato ne fa un
piccolo capolavoro, degno dell’Ave verum di Mozart da cui
deriva, di qualità quasi pari.
Dietrich Oberdörfer, Impulse
“Impulse”: “un primo spontaneo impulso genera altri impulsi.
Questi impulsi motori sospingono reciprocamente in avanti.
L’alternanza di dissonanza/consonanza permane nella sua
propria atmosfera monotonale. L’effetto del pezzo, nonostante
la sua intensità, è contemplativo.” (Dietrich Oberdörfer).
Oberdörfer è organista, cantante e compositore. Nato a Merano, ha studiato musica sacra al Conservatorio di Bolzano,
organo alla Musikhochschule di Vienna con Anton Heiller e
Alfred Mitterhofer. L’autore che più ha avuto influenza sulla
sua attività compositiva è stato Arvo Pärt. Ha inciso cd e registrato per diverse emittenti radiofonie e televisive. Il suo
più recente album inciso insieme al suo Ensemble Katharsis
è andato in finale al Grammy Award del 2008, sezione musica
da camera. È inoltre docente di organo e teoria musicale all’Istituto per l’educazione musicale di Merano e Silandro ed
è direttore artistico dell’Accademia organistica europea di
Castel Goldrano.
Vladimir Vavilov/Giulio Caccini, Ave Maria
Vladimir Vavilov era un chitarrista e compositore russo. Attribuiva volentieri le proprie opere ad altri compositori, di
preferenza compositori del Rinascimento e del Barocco.
L’”Ave Maria” composta nel 1970 è da lui attribuita ad un
“Anonymus”. Più tardi fu attribuita a Giulio Caccini. Il testo
è fatto solo dalla ripetizione della formula di saluto “Ave
Maria, ave” e dal conclusivo “amen”.
Carlo Galante, „Strada di Luna” Innodia per quartetto
d’archi
„Nelle antiche saghe nordiche, gli immaginosi poeti, gli
scaldi, che le compilarono, usarono con dovizia una
particolare figura retorica: il kenning (plurale kenningar),
una sorta di complessa metafora che serve a nominare perifrasticamente un termine; ad esempio, alla parola aria avrebbero certamente preferito la perifrasi casa dei venti. L’efficacia
della figura è, in quell’antica lingua, infinitamente superiore
che nella sua traduzione moderna: ad ogni kenning infatti
corrisponde una sola parola composta. Gli scaldi hanno tra-