L`FBI chiude Megaupload Ford crea l`auto del futuro

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L`FBI chiude Megaupload Ford crea l`auto del futuro
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.1
EDITORIALE
Acquirenti online:
i trucchi del mestiere
Tutti dovrebbero sapere che la
garanzia di legge sui prodotti
di consumo (ovviamente primi
tra tutti quelli elettronici)
deve essere riconosciuta dal
rivenditore e non dal produttore.
Quella del produttore è solo
“convenzionale” e “limitata”
e quindi non obbligatoria e
soggetta a vari limiti; quella
di legge invece ineludibile e
vincolata a regole ferree. Per
questo è importante decidere
con attenzione da chi si compra,
non certo a prescindere dal
prezzo ma considerando il
prezzo come uno dei fattori, non
l’unico. E questo soprattutto se
si compra su Web. Acquistare
online è bello e comodo, ma
funziona meglio se si conosce
bene da chi si compra: in caso di
malfunzionamenti del prodotto,
il venditore del prodotto
deve/dovrebbe farsi carico
delle operazioni di riparazione
mantenendo l’utente libero da
ogni onere economico, anche di
trasporto. Purtroppo ottenere
davvero da molti operatori
online quello che la legge
prescrive in termini di garanzia
è tutt’altro che facile. Ecco una
serie di piccoli test da fare prima
di acquistare online: verificare
che l’azienda sia contattabile
con un numero di telefono,
sempre preferibile all’email o
peggio ancora alle form Web;
assicurarsi che insieme al
prodotto venga spedito anche
lo scontrino; cercare sul sito se
è già esplicitata una policy per
gli interventi di garanzia e se
questa rispetta gli obblighi di
legge; preferire i venditori che
dispongono anche di un punto
di vendita fisico; fare attenzione
ai “marketplace”, in cui, dietro
insegne molto note, si celano
piccoli e piccolissimi rivenditori;
e così via. Sempre ricordando
che acquistare con fattura
annulla i vantaggi previsti dal
codice del consumo, portando
la garanzia a un anno e con
minori tutele. Nelle prossime
settimane pubblicheremo una
guida speciale sull’argomento,
che evidentemente non è ancora
chiaro a tutti. A partire da Apple,
che proprio su questi argomenti
ha da poco ricevuto una multa
di 900.000 euro dall’Authority
antitrust.
Gianfranco Giardina
PEOPLE & MARKET / Arrestato in Nuova Zelanda il fondatore
L’FBI chiude Megaupload
L’operazione è arrivata dopo le proteste in rete contro le leggi SOPA/PIPA
DDAY.it magazine 40
In questo fascicolo
tra le altre cose...
di P. Centofanti
PEOPLE & MARKET
Il comunicato ufficiale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti
sembra arrivare direttamente da un
film di Hollywood: una mega cospirazione finalizzata all’associazione
a delinquere per una violazione di
massa del diritto d’autore. E visto che
stiamo parlando di Megaupload, digital locker che ospitava un gran numero di film anche prima dell’uscita
cinematografica, non c’è dubbio che
Hollywood abbia avuto una parte
importante nell’operazione di polizia
internazionale capitanta dall’FBI, che
ha portato al sequestro e chiusura dei
server legati ai vari domini “Mega” (tra
cui Megavideo.com), nonché all’arresto in Nuova Zelanda di sette persone tra cui il fondatore Kim Schmitz
(meglio noto come Kim Dotcom). Le
accuse sono pesanti: associazione a
delinquere, violazione su larga scala
del diritto d’autore e riciclaggio. Me-
2 Servizi di download ed
eBay, trattamenti diversi
5 Con iBooks 2 i libri di
testo arrivano su iPad
6 ACTA: il responsabile per
l’UE si dimette
gaupload avrebbe creato danni per
mezzo miliardo di dollari e fruttato
175 milioni di dollari di guadagni
illegali. Secondo le autorità, Megaupload non sarebbe stato semplicemente un digital locker, ma avrebbe
allestito un sistema che incentivava
di fatto il caricamento da parte degli
utenti di film e musica, premiando
i contenuti più popolari e gli utenti
che li caricavano, mentre l’assenza
di un motore di ricerca aveva l’unico scopo di celare la reale entità dei
contenuti ospitati dal servizio.
segue a pag. 2
PEOPLE & MARKET / Ecco cosa abbiamo visto al salone dell’auto
Ford crea l’auto del futuro
Tecnologia e automobile si fondono: comandi vocali, video e audio player
Applicazioni e touchscreen sono ormai un must. SYNC arriverà a metà anno
di M. Monti
L
e auto sono sempre più ricche
di contenuti hi-tech che si sviluppano su due strade distinte
ma sempre più integrate all’interno
del veicolo. Da una parte la tecnologia viene impiegata per rendere
l’esperienza di guida più sicura, dall’altra è utilizzata per creare un ambiente
altamente informatizzato, dove audio, video e Internet contribuiscono
a migliorare la permanenza all’interno dell’auto. Per tastare con mano
l’attuale stato delle cose nel ramo
automobilistico abbiamo accettato
con entusiasmo l’invito di Ford a partecipare, a metà gennaio, al NAIAS,
il salone dell’auto di Detroit. Qui, oltre ad assistere alla presentazione in
anteprima mondiale della nuova Fusion - che vedremo in Europa con il
nome Mondeo molto probabilmente
a inizio 2013 - abbiamo partecipato a
svariati seminari e visite ai reparti di
ricerca e sviluppo delle tecnologie integrate nelle ultime vetture Ford. Prima di addentrarci nei video di natura
più tecnica, ecco un assaggio della
presentazione molto “American-style”
della Fusion, avvenuta nella Joe Louis
Arena di Detroit.
MOBILE
7 Il nuovo Xperia S
9 Ricarica dello smartphone
con l’OLED
TV & VIDEO
11 DuPont stamperà
gli OLED
PC & MULTIMEDIA
10 Wps bucato? Netgear ha
la soluzione
12 II mondo PC
non innova più
GAME & MOVIE
13 La prossima Xbox sarà
sei volte più potente
16 Assassin’s Creed:
Revelation per PS3
HIFi & HOME THEATER
14 Da Dynaudio diffusori
wireless
segue a pag. 4
video
Il video della presentazione
della Ford Fusion.
TEST/GUIDA
18 Come ottenere il
massimo dal nuovo TV
20 L’Home Theater di
PanasonicJ
22 NAS Synology DS212J
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.2
segue da pag. 1
L’FBI chiude Megaupload
Anche se l’ordinanza del Gran
Jury è stata firmata il 5 gennaio,
il via libera all’operazione
è arrivato proprio il giorno
dopo le grandi proteste in
rete contro le leggi SOPA/PIPA,
dimostrando tra l’altro come
le autorità americane abbiano
già sufficiente potere per
intervenire contro siti come
Megaupload. Una provocazione
comunque che ha scatenato la
risposta del gruppo di hacker
Anonymous che ha oscurato
per qualche ora il sito del
Dipartimento di Giustizia. Le
autorità hanno sequestrato beni
per un totale di 50 milioni di
dollari, tra cui la collezione di
auto di lusso di Kim Dotcom,
ma gli arrestati rischiano
tantissimo: 20 anni di carcere
per associazione a delinquere,
più altri 20 anni per riciclaggio,
senza contare le varie pene per
la violazione del diritto d’autore.
PEOPLE & MARKET
Sony e Panasonic
declassate
L’agenzia di rating Moody ha
declassato di un punto sia Sony
che Panasonic. La bocciatura
gira sempre attorno al nodo
che le aziende giapponesi
non riescono a sciogliere: la
profittabilità del segmento
TV. Nonostante le ultime
ristrutturazioni, Moody non
nutre fiducia per il futuro e
ha assegnato un Baa1 a Sony
(il terzultimo dei 10 livelli di
Moody) e un A2 a Panasonic. Per
Sony è la seconda bocciatura
dopo quella di Fitch del mese
scorso e, secondo un analista di
JPMorgan, l’azienda per uscire
dalla crisi dovrebbe ristrutturare
completamente tutta la visione
consumer, non solo quella TV.
Discorso analogo per Panasonic,
il cui debito ammonta ora a
550 miliardi di yen contro i
100 miliardi dello scorso anno:
in un solo anno la divisione
TV avrebbe perso 420 miliardi
di yen, da qui la decisione
dell’azienda di tagliare 17.000
posti di lavoro e la produzione
in alcune fabbriche.
PEOPLE & MARKET / La legge che definisce il ruolo di “service provider” deve essere rivista
Servizi di download ed eBay: trattamenti diversi
Nel mondo chiudono i siti di sharing ma in Italia un tribunale decide che su eBay si può vendere software contraffatto
di G. Giardina
L
a scure che le istituzioni giudiziarie americane hanno fatto cadere
su Megaupload (e per estensione su tutti i servizi di downloading) si
fonda evidentemente su un principio
sacrosanto: la tutela del diritto d’autore. È notorio – e non c’è bisogno di dimostrazioni specifiche – che i servizi di
upload/download sono stati utilizzati
in questi anni per distribuire file pirata, malgrado i gestori possano sempre
trincerarsi dietro il fatto che potrebbe
anche sorgere l’esigenza di ospitare
su questi siti dei comuni file “privati”
non tutelati dal diritto d’autore. Nel
caso specifico di Megaupload c’è dell’altro: pare che la società addirittura
caricasse autonomamente i file pirata
e incentivasse questo tipo di impiego
dell’infrastruttura da parte degli utenti,
in modo da richiamare il maggior numero di utenti e trarne quindi il relativo guadagno. E fino qui – a patto di
avere un minimo di senso etico – nulla
da eccepire. Quello che non va, invece, è la distinzione netta e senza zone
grigie che la nostra legislazione fa tra
“service provider” e “utente”: a norma
di legge, il primo offre un servizio e
non può essere considerato responsabile di eventuali illeciti che il secondo
compie utilizzando il suo servizio. Anche in questo caso nulla da eccepire,
se il servizio per esempio è una casella
di email: che ne può sapere il gestore
della casella (a meno di violare sistematicamente la privacy dell’utente) se
questa viene usata per esempio per
organizzare un attentato? Ma ci sono
altri tipi di servizi che in qualche modo
“mettono in società” utente e service
provider e nei quali – almeno a nostro
avviso – la distinzione netta è impropria. L’esempio più evidente è eBay: la
società, a norma di legge (sbagliata)
si ritiene del tutto irresponsabile nei
confronti di eventuali vendite “irregolari” fatte dai propri utenti. Parliamo per
esempio di venditori finto-privati che
magari hanno una storia di migliaia
di transazioni all’anno e che evidentemente commerciano professionalmente in totale evasione fiscale; parliamo di vendite di materiale contraffatto
o semplicemente che non paga dazi e
altri compensi (come quello SIAE). Su
tutto ciò eBay non è responsabile e
questo sembrerebbe anche ragionevole. Ma il problema è che eBay è socia. Infatti, su ogni transazione, anche
su quelle irregolari, eBay genera profitto e questo la pone in una condizione
inaccettabile, tanto quanto quella di
Megaupload e sorelle. A dimostrazione di quanto stiamo dicendo, una
recentissima sentenza del Tribunale di
Roma che, non solo non ha chiamato
in causa eBay, ma ha addirittura assolto
un utente che sulla celebre piattaforma di e-commerce vendeva software
contraffatti (leggasi pirata). E sapete
perché? Perché alla fine, come spiega
qui l’avvocato difensore, eBay non può
essere considerato né un notaio né
un pubblico ufficiale quindi non può
attestare in maniera inoppugnabile
l’identità di un utente che opera dietro
nickname. Ovverosia, chiunque opera
su eBay in questo momento è libero di
commettere illeciti senza rischiare nulla, come nulla rischia eBay stessa, socia
in affari dei propri utenti. Un palleggio
di responsabilità kafkiano e evidentemente da correggere. Siamo in Italia e
purtroppo chi dice queste cose rischia
di non essere così apprezzato: alla fine,
il sospetto è che la maggior parte dei
cittadini del nostro Paese, se messi di
fronte a due negozi, uno che vende
regolarmente a 100 e uno che vende
irregolarmente a 80, entrerebbero nel
secondo. Ma a noi non piace vedere i
servizi di downloading sulla gogna e
nello stesso momento i “colletti bianchi” di altri servizi non più nobili operare con serenità. A questo punto è
evidente che la legge che definisce il
ruolo di “service provider” e ne determina le responsabilità (e le irresponsabilità) debba essere rivista almeno
affinché l’essere service provider non
valga come salvacondotto.
Come è accaduto negli Stati Uniti
e come da noi – grande roccaforte
della pirateria e dell’evasione – non
accade.
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
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PEOPLE & MARKET
Ford, tecnologia ed entertainment nel futuro dell’auto
segue da pag. 1
Tanti sensori in favore di una
guida in sicurezza
La nuova Fusion è stata usata da Ford
come viatico per mostrare le varie
tecnologie sviluppate dall’azienda per
elevare la guida e la multimedialità
in auto. Innanzitutto abbiamo il Lane
Keeping System, che grazie a una serie di sensori posti nella parte frontale
e posteriore, rileva eventuali uscite di
traiettoria dovute a un colpo di sonno
o una perdita di attenzione e genera
un feedback vibrante sul volante ed
emette dei suoni per far ridestare il
guidatore. L’Adaptive Cruise Control
utilizza invece un radar frontale che,
quando attivo, rallenta automaticamente l’auto nel caso rilevi decellerazioni delle vetture che ci precedono e
intervenendo nell’assistenza della frenata in situazioni di emergenza. Con
l’Active Parking Assist, invece, i parcheggi diventano un gioco da ragazzi
con l’auto che, se ritiene lo spazio di
parcheggio sufficiente per accogliere
la vettura, calcola automaticamente
la traiettoria migliore di manovra e
compie il tutto in totale autonomia,
con il guidatore che deve solo dosare accelleratore e freno. Infine, il Blind
Spot Information System (BLIS), con
i suoi sensori posti nella zona retrostante della Fusion, aiuta il guidatore
in tutte quelle situazioni in cui vi sono
delle vetture nelle vicinanze dei cosiddetti “punti ciechi”, non coperti dagli
specchietti retrovisori o non visibili
attraverso il lunotto posteriore, e che
potrebbero quindi costituire pericolo
di contatti imprevisti o manovre azzardate, come ad esempio quando si
esce da un parcheggio in retro con la
visuale ostruita da un furgone.
Il futuro è nella comunicazione
vocale, ma c’è da lavorare
SYNC è il sistema che sta al centro delle funzioni di comunicazione e intrattenimento della Fusion e che ritroviamo anche in altri modelli Ford. Tra le
caratteristiche più interessanti figura il
riconoscimento vocale delle istruzioni
che il guidatore può impartire al veicolo per controllare moltissimi parametri dell’auto: comandare il sistema
di intrattenimento cambiando stazione radio, alzando il volume, cercando
un ristorante nei paraggi con il navi-
gatore ma anche regolare il climatizzatore, la posizione del sedile e usare
lo smartphone connesso al sistema.
L’interazione del guidatore con queste
funzioni avviene attraverso MyFord
Touch, l’interfaccia modulare di Ford
che gestisce il mix di uso vocale - basta schiacciare un pulsante sul volante
per impartire il comando -, mediante
touchscreen o tasti convenzionali.
Abbiamo filmato (vedi video 1) un
collega canadese mentre dialoga con
il computer di bordo per impostare
una nuova destinazione. Il sistema si
è comportato abbastanza bene, anche se è da migliorare la rapidità nelle
risposte e la capacità di capire con
maggiore discernimento cosa vuole il
guidatore, soprattutto ora che Siri ha
alzato non poco il livello qualitativo di
interazione uomo-macchina.
Dietro ogni auto c’è un lavoro
incredbile
Come detto, oltre alla fiera dell’auto,
abbiamo avuto l’occasione di visitare
buona parte degli studi e dei laboratori di Detroit in cui vengono pensate,
progettate e realizzate le nuove Ford.
Di ognuno di questi workshop in cui
siamo stati protagonisti abbiamo realizzato un breve video in cui condensare le informazioni ricevute, anche se
all’appello manca - a causa del divieto
di fare foto e video - il laboratorio di
modellazione con l’argilla di modellini
in scala e di rappresentazioni 1:1 delle
auto in fase di progettazione.
Un peccato perché si tratta di un vero
inno all’arte “di un volta”, con artistiartigiani che manipolano blocchi di
argilla con strumenti spesso autocostruiti secondo il proprio stile e le
proprie necessità fino a ricavare riproduzioni incredibilmente dettagliate
1
video
Ford prova riconoscimento vocale
delle vetture in via di progettazione.
Un lavoro affascinante che, nonostante i computer, sopravvive e si dimostra fondamentale per i designer per
capire l’incidenza della luce e vedere
e toccare con mano le forme pensate
davanti a un monitor.
Design Studios
Qui le idee dei designer prendono forma, usando workstation con software
di modelling AutoDesk, collegati a un
mega-monitor da oltre 12.000 pixel di
risoluzione (vedi video 2).
HMI Simulator
Il simulatore di interfaccia uomo-macchina serve per capire come procede
lo sviluppo dei software che governano i comandi vocali dell’auto e per visualizzare la qualità delle informazioni
presenti sul cruscotto (vedi video 3).
HOPs Lab
Usando la stessa tecnologia di Avatar,
i tecnici Ford studiano i movimenti di
guidatore e passeggeri per capire la
corretta abitabilità delle varie vetture
(qui il video).
2
video
Ford Design Studio
Eco&Green Lab
La ricerca nel settore dei materiali ecocompatibili è in pieno fermento. Tanto si sta facendo ma i miglioramenti
possibili sono ancora notevoli (qui il
video).
Modellino interattivo
Un’installazione semplice ma d’effetto
allo stand Ford che mostra in maniera dinamica le principali tecnologie
integrate nella nuova Fusion (qui il
video).
L’attesa per quanto riguarda l’Europa e l’Italia è tutta rivolta al debutto
di SYNC nel Vecchio Continente che
avverrà, a meno di ritardi, intorno alla
metà dell’anno.
Non nascondiamo la forte curiosità di
provare a fondo il sistema di riconoscimento vocale nella nostra lingua,
oltre alle varie tecnologie di gestione
audio, video e di connettività che il
binomio SYNC e MyTouch mettono
a disposizione, con la grossa priorità
di garantire, sopra tutto, la sicurezza
di guida.
3
video
Ford HMI Simulator
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET / Ecco come la mela potrebbe entrare nelle scuole e sostituire tutti i libri con un tablet
Con iBooks 2 i libri di testo arrivano su iPad
Apple ha presentato una nuova piattaforma per iPad per lo sviluppo di libri di testo, scolastici e universitari
PEOPLE & MARKET
Samsung crede
nei pannelli LCD
trasparenti
Dopo quello da 22’’, questo
mese comincia la produzione
dei pannelli trasparenti da 46’’
di P. Centofanti
A
pple ha presentato oggi
iBooks 2, una piattaforma per la
realizzazione di libri in formato
digitale, arricchiti di animazioni interattive e contenuti multimediali, indirizzata soprattutto allo sviluppo di
libri di testo per gli studenti di ogni
ordine e grado. Glossario e indice
sempre a portata di mano, funzione
di ricerca, richiami ipertestuali ad altre parti del testo, esercitazioni interattive e multimediali per verificare
l’apprendimento, sono queste alcune
delle potenzialità del nuovo formato,
pensato naturalmente per il tablet di
Apple iPad. E poi è ovviamente possibile sottolineare testi e prendere annotazioni. Note e passaggi sottolineati vengono poi raccolti in una visione
unica di “study cards” che possono
essere sfogliate per effettuare ripassi
veloci, con richiami ipertestuali alle
pagine del libro di testo, che potrà
essere aggiornato senza doverlo riacquistare. Apple ha aggiunto, quindi,
una nuova categoria dedicata ai libri
di testo nel suo iBooksstore, Textbooks, libri che saranno accessibili tramite la nuova applicazione gratuita per
iOS, iBooks 2. Come sarà possibile
creare questi nuovi libri interattivi?
Gratuitamente, con un applicativo
per Mac OS X studiato appositamente
e denominato iBooks Author. Ciò che
rende davvero interessante questo
software è che si tratta di un completo programma di editing e publishing
con interfaccia WYSIWYG e drag &
drop per la massima facilità d’uso, ma
che permette di creare testi ricchissimi dal punto di vista multimediale e
con ampio grado di customizzazione
grazie alla possibilità di importare
animazioni realizzate in Keynote, ma
anche di importare codice HTML5 e
JavaScript. Il software come dicevamo è gratuito per aiutare gli editori
a mantenere bassi i costi dei libri di
testo: per le superiori infatti i libri non
supereranno il costo di 14.99 dollari.
Apple ha annunciato la collaborazione con editori del calibro di Pearson,
McGraw Hill e Houghton Mifflin Harcourt che pubblicano il 90% dei libri
di testo negli Stati Uniti. In più Apple
ha presentato anche un’applicazione
p.5
di S. Zucca
dedicata per iTunes U, la sezione educational di iTunes dedicata a lezioni,
dispense e tutto il materiale accessorio dei corsi universitari, che ora apre
anche alle scuole. Con l’applicazione i
professori potranno consegnare compiti, dispense, annotazioni per i libri
di testo e quant’altro, direttamente
sull’iPad degli studenti tramite questa
nuova applicazione gratuita. Tutto
ciò è sicuramente interessante e potrebbe essere un primo passo verso
la sostituzione dei pesanti e numerosi
libri di testo con un solo e leggero tablet. Ora bisognerebbe solo trovare il
modo di abbasare i prezzi dei tablet
affinché gli studenti possano averne
in effetti uno.
PEOPLE & MARKET
41 miliardi di investimenti per Samsung
Il 2012 sarà un anno di potenziamento per l’azienda coreana.
Investirà per accrescere le assunzioni e lo sviluppo di tecnologia OLED
di G. Cupini
Sembra davvero imponente il
piano di investimenti di Samsung per il 2012. Ben 41 miliardi di dollari per consolidare il
business ed accrescere la forza
lavoro, che già oggi conta più di
350.000 dipendenti. Tra le priorità dell’azienda non è stato confermato se verrà
dato particolare rilievo allo stabilimento di texano di Austin, in cui Samsung
produce anche i chip per i prodotti Apple, anche se 1 miliardo di dollari dovrebbe essere destinato al potenziamento delle attività su suolo americano. L’asset
più importante per il 2012 sarà quello della produzione di processori mobili e
di schermi OLED di futura generazione; questo sarà il vero punto focale dell’azienda coreana, in vista probabilmente del successore del Galaxy S II. Inoltre,
sono previste assunzioni di circa 26.000 nuove unità. Attendiamoci quindi da
Samsung un 2012 ricco di novità vista la mole importante di investimenti nel
campo della ricerca e dello sviluppo.
Un frigorifero con la porta trasparente per vedere gli alimenti
contenuti all’interno? È quello
che si potrebbe fare utilizzando i
pannelli LCD trasparenti prodotti
da Samsung. Proprio ieri, infatti,
l’azienda coreana ha annunciato
che sta espandendo il mercato dei display trasparenti con la
produzione, già da questo mese,
di un pannello LCD da 46 pollici.
Il pannello, che offre un rapporto di contrasto di 4.500:1 e una
risoluzione di 1.366 x 768 pixel, è
stato pensato per tutta una serie
di applicazioni, come le vetrine di
prodotti, le porte dei frigoriferi, le
attrezzature mediche, i dispositivi
portatili e i segnali elettronici. Nel
frattempo, il pannello trasparente da 22 pollici, già disponibile
sul mercato, è stato ben accolto
nei settori dei dispositivi portatili,
della gioielleria e dei beni di lusso,
grazie alle dimensioni compatte,
ai bassi consumi e alla qualità dell’immagine. Secondo Younghwan
Park, senior vice president del
marketing LCD di Samsung, “i pannelli trasparenti sono un’eccitante
applicazione della prossima generazione di display, con un illimitato
potenziale di cambiare le nostre
abitudini ‘visive’ nei prossimi anni”.
Samsung dunque prevede di sviluppare questa tecnologia, che
pare nei prossimi anni avrà una
crescita esponenziale.
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.6
PEOPLE & MARKET / Il deputato responsabile dei negoziati si dimette e denuncia i rischi per le libertà civili
ACTA: il responsabile per l’UE si dimette
L’Europa ha firmato, ma l’opinione pubblica sarebbe stata sistematicamente tenuta all’oscuro del dibattito
di P. Centofanti
L
’Europa ha firmato l’ACTA, un
trattato internazionale che prevede un’impegno da parte dei
vari governi nel mettere in piedi misure
non troppo dissimili da quelle previste
dalle norme americane SOPA e PIPA. Il
trattato deve ancora essere ratificato
dal Parlamento Europeo, ma un forte
segnale di dissenso arriva niente meno
da colui che ha condotto i colloqui per
l’Unione, il deputato Kader Arif, che si è
dimesso in segno di protesta, lanciando una denuncia senza mezzi termini:
“Questo trattato può avere importanti
conseguenze sulle vite dei cittadini e nonostante ciò viene fatto di tutto affinché
il Parlamento Europeo non possa dire la
propria sull’argomento”. L’ACTA (AntiCounterfeiting Trade Agreement) a differenza di SOPA/PIPA non è una legge,
ma una sorta di trattato commerciale
internazionale promosso da enti non
governativi che però impegna i Paesi
a prendere provvedimenti altrettanto
draconiani. Il trattato è stato più volte al
centro di polemiche per il modo in cui è
stato redatto a porte chiuse, escludendo dal dibattito la società civile, le assemblee parlamentari e le associazioni
dei consumatori. Gli oppositori hanno
più volte sottolineato che, se applicato,
il trattato porterà a forti limitazioni delle
libertà civili e alla fine di Internet come
lo conosciamo, ma avrà effetti sulla produzione di farmaci generici, sempre in
nome del diritto d’autore e della proprietà intellettuale. Kader Arif ha voluto
ora richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema prima che il
parlamento ratifichi il trattato: “Voglio
denunciare nel modo più forte possibile
l’intero processo che ha portato alla firma
di questo trattato: mancato coinvolgimento delle organizzazioni della società
civile, mancanza di trasparenza fin dall’inizio dei negoziati, ripetuti rimandi della
firma del testo senza alcuna giustificazione, esclusione (dal testo) delle richieste
del Parlamento Europeo che sono state
sollevate in diverse occasioni nella nostra
assemblea”. E ancora annunciando le dimissioni: “Per questo oggi, mentre presen-
PEOPLE & MARKET
to il rapporto che mi era stato commissionato, voglio mandare un segnale forte e
segnalare all’opinione pubblica questa
situazione inaccettabile. Non sarò parte
di questa farsa”.
Il gesto di Arif non è tardivo. Il Parlamento Europeo si pronuncerà in
maniera definitiva sull’argomento
non prima del prossimo giugno, e le
proteste contro SOPA/PIPA hanno dimostrato che se l’opinione pubblica
è informata può far sentire in modo
fermo la sua voce.
PEOPLE & MARKET
TAR boccia
numerazione LCN
Si deve rifare
La numerazione LCN, che stabilisce
l’ordine automatico dei canali
sul digitale terrestre, va rifatta.
A stabilirlo è stato il TAR del
Lazio, che ha annullato l’intero
provvedimento dell’Agcom, dopo
che lo scorso agosto ne aveva
bloccato un pezzo, con successivo
“sblocco” del Consiglio di Stato.
Questa volta però, l’Agcom dovrà
rifare tutto, o quasi. Il TAR del Lazio,
ha stabilito che non è illegittimo
assegnare i numeri da 1 a 9 agli ex
canali nazionali che trasmettevano
già sull’analogico. L’oggetto del
contendere, che ha scatenato il
ricorso di Sky al TAR, sono i numeri
dal 10 al 19, attualmente assegnati
alle TV locali. Il Tribunale ha ora
sancito che questi numeri vengano
assegnati agli altri canali generalisti
nazionali, a prescindere dal fatto
che trasmettessero già in analogico
o che siano nuovi entranti nella
TV digitale. In altri termini, Cielo,
il canale di Sky presente anche
sul digitale terrestre, potrebbe
così passare dal 26 al 10, un bel
vantaggio.
PEOPLE & MARKET
Internet per ora vince la sua battaglia
Steve Jobs voleva Lytro nell’iPhone?
I propositori delle leggi SOPA e PIPA le ritirano dal Congresso
Le proteste hanno avuto successo, ma la battaglia è solo rinviata
Steve Jobs era affascinato dalla rivoluzionaria tecnologia Field Camera
A rivelarlo è il giornalista di Fortune A. Lashinsky nel libro Inside Apple
di R. Pezzali
di P. Centofanti
La protesta scatenata in Rete contro le due proposte di legge SOPA e PIPA ha
dato i suoi frutti. La grande risonanza ottenuta dagli atti dimostrativi portati
avanti da siti di grandi richiamo (Wikipedia ha raggiunto 165 milioni di utenti,
la petizione di Google ha raccolto 5 milioni di firme), ha fatto sì che prima diversi sostenitori dei contestati provvedimenti, e poi gli stessi propositori facessero un passo indietro. E così a poche ore l’uno dall’altro il Senatore Harry Reid
e il Rappresentante Lamar Smith hanno ritirato rispettivamente il Protect IP
Act e il Stop Online Piracy Act. Nel corso della giornata, in seguito alle proteste
in rete, anche i candidati repubblicani in lotta per le primarie, avevano espressamente ritirato il loro appoggio, mentre l’amministrazone Obama aveva già
fatto sapere che avrebbe comunque esercitato il suo diritto di veto in caso di
passaggio in aula. La battaglia nelle due ale del Congresso statunitense è al
momento solo rimandata, ma per lo meno l’attuale formulazione dei due disegni di legge è stata accantonata segnando un punto a favore per quello schieramento trasversale che lotta per mantenere l’attuale indisciplinato status quo
di Internet. D’altra parte la retata contro Megaupload (che comunque desta
non pochi interrogativi sulla sua leggitimità: il sito è stato chiuso senza che ci
sia stata alcuna discussione in un tribunale) ha dimostrato che l’attuale quadro
legislativo non manca di strumenti contro la pirateria anche senza intaccare la
libertà e la privacy di Internet.
La prima Lytro Camera non è ancora disponibile sul mercato ma fa già tanto parlare di
sé e avrebbe conquistato anche Steve Jobs.
Secondo quanto sarebbe contenuto nel libro
appena uscito Inside Apple, negli ultimi giorni di vita, Jobs avrebbe voluto incontrare il
fondatore di Lytro, Ren Ng, il quale dimostrò
nel dettaglio la tecnologia da lui sviluppata. Lytro ricordiamo è infatti una particolare
fotocamera che non cattura semplicemente
l’intensità luminosa di una scena, ma il “campo di luce” cioè anche la direzione con cui i vari raggi arrivano sul sensore. In
pratica ciò permette di scattare prima e di mettere a fuoco il soggetto che più
aggrada poi. Nonostante l’interesse di Jobs che con ogni probabilità apprezzava
la tecnologia a tal punto di volerla un giorno integrare nei dispositivi Apple,
siamo ancora lontani dal poterla vedere implementata in un iPhone. La Lytro
Camera utilizza sensori e obiettivi strutturati in modo particolare, con un design
a oggi incompatibile con quello di uno smartphone. Non a caso la Lytro ha una
forma diversa da qualsiasi fotocamera oggi in commercio.
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.7
MOBILE / Abbiamo giocato con il nuovo smartphone Sony Xperia S, che sarà disponibile da marzo a 499 euro
La cura Sony fa bene: il nuovo Xperia S stupisce
Segni particolari: display ad altissima risoluzione, processore Dual Core da 1.5 Ghz e fotocamera da 12 Megapixel
S
ony Ericsson diventa Sony, e il primo prodotto in commercio non
poteva certo deludere: l’Xperia
S è uno smartphone tutto nuovo che
sfoggia un design particolare. É diverso
dal classico blocco nero tutto schermo:
una sottile barra in plexiglass nasconde l’antenna e una finitura molto morbida e arrotondata sul lato posteriore
migliora il feeling e regala piacevoli
sensazioni al tatto. Sony ci ha dato l’opportunità di giocare per un po’ con il
nuovo top di gamma e dobbiamo ammettere che ci ha piacevolmente colpito. Xperia S è il telefono con il display
più risoluto disponibile al momento in
commercio: con il suo schermo LCD da
4.3” con 1280 x 720 di risoluzione dotato di Bravia Engine raggiunge una densità di pixel di 342 ppi, una manciata di
punti per pollice in più di sua maestà
iPhone che deve ora scendere sul secondo gradino del podio. Le differenze sono davvero minime a dire il vero,
quasi impossibile distinguere il pixel a
occhio nudo e il risultato è una resa video davvero eccellente. Abbiamo fatto anche un confronto tra l’Xperia S e
un Galaxy S II con il suo ottimo display
OLED e l’Xperia S è risultato essere più
luminoso e brillante, anche se il nero
dell’OLED è imbattile. Ma forse la luminosità e la brillantezza, per uno schermo che va usato all’aperto, sono due
cose da non trascurare. Xperia S non
è solo schermo: all’interno ha un processore dual core da 1.5 Ghz e 32 Gb
di memoria, una dotazione questa da
smartphone di lusso tuttavia Sony ha
scelto di mantenere il prezzo di questo
telefono molto competitivo: 499 euro.
Sempre un premium price, ma ci sono
smartphone che costano molto di più
e sulla carta offrono meno. Sony non
Android dice
addio al pulsante
menù
Continua lo sforzo per cercare
di uniformare l’user experience
e chiede agli sviluppatori di
“lasciar andare” una volta per
tutte il bottone menù
di R. Pezzali
si è risparmiata neppure per le due
fotocamere: la piccola fotocamera
frontale da 1.3 Megapixel riprende
a 720p mentre quella posteriore è
basata su un sensore Exmor R Sony
da 12 megapixel, riprende a 1080p
e può scattare anche foto panoramiche e 3D. Sony ha curato moltissimo
l’aspetto multimediale: collegando
un cavetto HDMI cambia infatti l’interfaccia e il sistema carica una shell
ottimizzata per la fruizione landscape
gestibile da telecomando: si usa il telecomando delle TV (tutte, non solo
Sony) e si possono lanciare a schermo
le applicazioni. Una funzione quest’ultima utile se si vogliono sfruttare i servizi di streaming del telefono. Xperia
S fa anche da telecomando DLNA e
da server per condividere i contenuti:
manca all’appello purtroppo un client
DLNA che permetta di prendere i contenuti da un NAS o da un altro server i
rete per inviarli ad un dispositivo (l’applicazione però c’è sui tablet) e non è
escluso che arrivi quando Xperia S verrà aggiornato a Android 4.0 Ice Cream
Sandwich. Il sistema operativo infatti
caricato su Xperia S è ancora Gingerbread, una release molto particolare
di Gingerbread che già integra molte
funzioni di ICS: le cartelle, il calendario,
la sveglia e molte schermate sono già
quelle di ICS ma Sony le ha impacchettate in un Gingerbread evoluto. Sony
assicura comunque che entro maggio
anche Xperia S verrà aggiornato così
come tutti i telefoni del 2011. In ogni
caso anche con il firmware originale
il telefono si è dimostrato scattante
e reattivo, molto veloce nell’aprire le
applicazioni e fluido, con una buona
experience di navigazione web. Con
l’aggiornamento ad Ice Cream Sandwich arriverà anche la compatibilità
con il controller PS3, e si potrà così giocare a tutti i giochi inclusi quelli PS
Certified. Le novità però non
si fermano qui: oltre alla
compatibilità con
il sistema GPS
russo Glonass
Xperia S integra
anche il sistema NFC: Sony
nella confezione
MOBILE
di P. Centofanti
darà due piccoli tag
NFC programmabili che permettono
di caricare alcune funzioni del telefono. Se lasciamo una medaglietta sul
comodino e una medaglietta in auto
possiamo per esempio appoggiando
lo smartphone sul comodino caricare
automaticamente il profilo “silenzioso”
o attivare la sveglia mentre in auto
basta sfiorare la “medaglietta” con il
telefono per caricare il profilo vivavoce
e aprire il navigatore. Le funzioni NFC
sono completamente configurabili.
Nel complesso Xperia S ci è piaciuto:
non troppo ingombrante e completamente equipaggiato, con un processore veloce e un reparto multimediale
completissimo. Se a questo aggiungiamo lo schermo più risoluto al momento disponibile, 32 Gb di memoria e la
promessa dell’aggiornamento a ICS il
nuovo Sony a 499 euro è sicuramente da prendere in considerazione se si
sta pensando ad uno smartphone Android di fascia alta.
video
Sony Experia S
Con Ice Cream Sandwich, il team
di sviluppo di Android ha cominciato a prendere sul serio la necessità di uniformare l’esperienza di
utilizzo sulla piattaforma: troppe
applicazioni fanno un po’ quello
che vogliono e con i cambiamenti introdotti nelle ultime versioni
del sistema operativo le cose potrebbero farsi troppo confuse. A
partire da Honeycomb, Android
ha eliminato la necessità dei tasti
di navigazione fisici, e da quelli
“touch” è scomparso il pulsante
“menù”. Sul blog ufficiale ora Android chiede agli sviluppatori di
realizzare le applicazioni tenendo
conto di queste novità, eliminando la stessa necessità di ricorre a
questo menù opzioni. In particolare il team sottolinea come in Android è stata appositamente introdotta a questo scopo una nuova
barra delle attività e, sempre nel
lodevole tentativo di uniformare
la grafica tra le diverse applicazioni, ha realizzato un set di icone
apposito. Il post del team Android
è un nuovo passo nella giusta direzione, che segue l’apertura di un
sito apposito dedicato al design
delle applicazioni. Una delle critiche infatti rivolta all’ecosistema di
Google è l’incoerenza grafica delle
applicazioni disponibili.
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n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.9
MOBILE / Una ricerca fa immaginare che gli smartphone del futuro saranno in grado di auto-ricaricarsi
Ricarica dello smartphone con l’OLED
Un team inglese recupera energia usando celle solari nel pannello OLED per raccogliere la luce spuria
di M. Dalli
L
a batteria degli smartphone dura
poco? Un team di ricercatori inglesi ha trovato il modo per recuperarne un po’ di energia riconvertendo la luce spuria dei display OLED.
Il gruppo, guidato da Arokia Nathan,
ha infatti scoperto che un pannello
OLED medio spreca circa il 64% della
luce che produce, la maggior parte della quale fuoriesce dai lati dello
schermo. Utilizzando un prototipo di
pellicola sottile con celle fotovoltaiche
poste sia sopra il pannello che ai lati, il
team di Nathan è riuscito a generare
circa 165 µW per centimetro quadrato.
Applicandolo a uno smartphone con
display da 3,7 pollici, si otterrebbero
circa 5-6 mW; poca cosa in confronto
alla sete di energia che ha uno smartphone moderno, ma è bene ricordare
che si tratta di energia gratuita e che
il prototipo ha ancora un’efficienza
Al Korea Advanced Institute of
Science and Technology si sta
cercando di colmare il divario
tra libri cartacei ed eBook. In
particolare, l’ultima innovazione
dell’Istituto riguarda la possibilità
di sfogliare i libri elettronici come
se fossero di carta, andando quindi
a cercare nelle pagine successive
tenendo un dito come segnalibro,
oppure sfogliando più pagine
contemporaneamente, come si può
vedere nel video qui sotto. L’idea è
sicuramente carina, anche se forse
poco intuitiva senza consultare
prima le istruzioni; per vederla
all’opera, però, bisognerà attendere
un po’, visto che la dimostrazione
è stata sì effettuata su un iPad, ma
utilizzando delle librerie private, non
ammesse sull’App Store.
iPad 3 con Retina
Conferme da
iBooks 2.0
Nella nuova versione di iBooks
sono state trovate immagini
per un iPad@2x, con
risoluzione doppia. È l’iPad 3
con Retina Display?
di M. Dalli
molto bassa, dell’11%. Una ricerca sicuramente da tenere d’occhio, nella
speranza che gli smartphone del futuro siano in grado di auto-ricaricarsi,
anche solo di qualche ora. Sempre che
qualcuno non trovi il modo per ridurre
lo spreco direttamente alla fonte, forse
la soluzione più logica.
MOBILE
In Corea l’eBook
si sfoglia come
un libro
MOBILE
MOBILE
LG Optimus Pad, più LTE meno 3D
LG ha annunciato la nuova versione del tablet Android Optimus Pad
Il 3D sparisce ma arriva la connettività LTE. Per ora solo in Corea
di P. Centofanti
Si chiama sempre
Optimus Pad, ma si
tratta di un tablet
tutto nuovo. LG lo
ha per il momento
annunciato solo in
Corea e rispetto al
modello dello scorso anno ci sono
diverse novità. Innanzitutto, come
prevedibile, il 3D
sembrerebbe essere passato di moda, e così non troviamo più la doppia fotocamera posteriore.
In compenso arriva l’LTE, che in patria è ormai una realtà consolidata, da cui
il nome di Optimus Pad LTE. Il display è sempre da 8.9 pollici ed è un LCD in
tecnologia IPS con risoluzione di 1280x768 pixel. Il tablet, che al lancio monta
Android 3.2, è ora anche più sottile (9.34 mm) e soprattutto più leggero, 479
grammi contro i 630 gr del modello precedente. Per quanto riguarda le altre
specifiche si segnalo il processore Dual Core Qualcomm da 1.5 GHz, l’uscita
HDMI, la batteria da 8300 mAh e 32 GB di memoria a bordo per applicazioni
e file personali.
Quale risoluzione avrà lo schermo del prossimo iPad? Il tormentone degli ultimi mesi sembra
trovare nuova benzina proprio
dalle parti di Cupertino: nell’applicazione iBooks 2.0, rilasciata
dopo l’annuncio dell’arrivo dei
testi scolastici su iBooks Store, ci
sono infatti alcune immagini per
dispositivi iPad@2x, dove “@2x”
significa a risoluzione doppia.
Queste immagini, infatti, hanno
risoluzione raddoppiata rispetto
alla versione iPad normale, pur
mantenendo lo stesso DPI. Ciò
significa che, con tutta probabilità, l’iPad 3 avrà una risoluzione
di 2048x1536 pixel, contro gli
attuali 1024x768 pixel e contro i
1920x1200 pixel dei tablet Acer e
Asus in uscita in primavera. Ciononostante, questa risoluzione
porterebbe, su uno schermo da
10,1 pollici, a 236 DPI, sotto i 300
DPI fissati per il Retina Display.
Resta ora da capire se queste immagini sono da intendersi effettivamente per l’iPad 3 (o come
verrà chiamato), oppure per un
modello futuro. La terza ipotesi,
anch’essa da non escludere, è
che queste immagini siano state
messe apposta per creare aspettativa e mettere pressione sulla
concorrenza. La verità, come
al solito, la scopriremo probabilmente soltanto al momento
della presentazione, attesa per il
prossimo mese. Fino ad allora il
“tormentone” continua...
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.10
PC & MULTIMEDIA / I consigli sono applicabili anche ad altri marchi, ecco come fare per arginare il problema
WPS bucato? Netgear ha la soluzione
Dopo la scoperta di una falla nel sistema di connessione sicura al Wi-FI WPS, arriva la risposta di Netgear
di M. Dalli
Q
ualche settimana fa un ricercatore di sicurezza, tale Stefan
Viehbock, ha scoperto una
falla nel sistema WPS, il sistema che
permette di connettersi a una rete
Wi-Fi protetta semplicemente premendo un bottone sul dispositivo.
Questa falla consente a chiunque di
connettersi alla rete, utilizzando un
tool (poi rilasciato al pubblico dallo
stesso Viehbock) in poche ore.
Dopo questa notizia è giunta in redazione la risposta ufficiale di Netgear
al problema, indicando alcune operazioni che gli utenti possono fare
per arginare il problema in attesa di
una soluzione definitiva. Ecco il testo
integrale:
Il Wi-Fi Protected Setup (WPS) è un metodo per configurare un nuovo dispostivo wireless nella propria rete, consentendo agli utenti di realizzare il set
up della rete tramite un registro interno
o esterno. La vulnerabilità scoperta nel
sistema WPS rende l’identificazione
tramite PIN estremamente suscettibile a
tentativi di accesso
non autorizzato. Precisiamo che i router
NETGEAR sono in grado di autoproteggersi
dopo diversi tentativi
di
autenticazione
fallita in modalità di
registrazione esterna, entrando in uno
stato di blocco.
Il metodo WPS attivato con la sola
pressione del pulsante dedicato può
continuare ad essere utilizzato per i
collegamenti di rete wireless, anche nei
periodi di blocco del router. Dato che
la vulnerabilità riscontrata riguarda
soltanto il sistema con identificazione
tramite PIN, NETGEAR consiglia di disabilitare la funzione, per proteggere
al meglio la propria rete da possibili
attacchi.
Come fare:
Accedere al sito di gestione del router
www.routerlogin.net. Note: per le credenziali di default consultare la guida
del prodotto.
Cliccare sul menù Advanced Setup e
selezionare Wireless Settings.
Sotto la voce WPS settings, segnare la
casella Disable Router’s PIN
Cliccare sul pulsante Apply per salvare
le impostazioni.
Queste indicazioni di massima, peraltro, sono applicabili anche ad altri
marchi che supportino il WPS e la
possibilità di disabilitare l’autenticazione tramite PIN. Come sempre, se
utilizzate il WPS conviene seguirle;
prevenire è meglio che curare!
MOBILE / Microsoft ha rilasciato ai produttori i requisiti di sistema per tablet basati su Windows 8
Windows 8: ecco i requisiti per tablet
Tra i requisiti troviamo cinque tasti fisici, Wi-Fi e Bluetooth 4.0, schermo da 1366x768 pixel e multitouch
di M. Dalli
C
ome per Windows Phone 7,
Microsoft ha rilasciato ai produttori stringenti vincoli per la
realizzazione di PC e tablet basati su
Windows 8. Le tavolette col nuovo
sistema operativo di Redmond dovranno così avere obbligatoriamente
5 tasti fisici (alimentazione, blocco
rotazione, tasto di Windows e volume
su/giù), oltre al Wi-Fi e al Bluetooth
4.0 con profilo Low Energy. Tra gli
altri requisiti, troviamo l’adozione del
firmware UEFI, 10 GB di spazio disponibile dopo la prima accensione del
dispositivo e schede grafiche DirectX
10. Interessanti invece i vincoli sullo schermo: la dimensione minima
del display dovrà essere di 1366x768
pixel, con supporto al multi-touch
con almeno 5 punti simultanei. Infine
non può mancare una fotocamera
capace di riprendere video ad almeno 720p, sensore di luce ambientale, magnetometro, accelerometro,
giroscopio e almeno una porta USB
2.0. Con questi vincoli Microsoft si
dovrebbe assicurare un ecosistema
coerente e sufficientemente stabile.
Basterà a convincere gli utenti?
MOBILE
È di Nissan
la custodia
che si rigenera
Nissan, famosa casa
automobilistica giapponese,
ha presentato alla stampa una
tecnologia chiamata Scratch
Shield, grazie alla quale è riuscita a
realizzare una custodia (per iPhone,
in questo caso) capace di autoripararsi. La cover è stata prodotta
grazie all’ABS, a cui è stata associata
la stessa vernice autoriparante
che viene proposta di serie sulle
auto Nissan. La composizione, a
base di una molecola chiamata
polyrotaxane, consente di far
scomparire graffi superficiali in
circa un’ora e solchi piu profondi
con tempi di riparazione pari ad
una settimana. Una novità che
sicuramente potrebbe cambiare il
mondo della custodie e dei case,
che per definizione sono esposti a
graffi e cadute.
MOBILE
Jailbreak per
iPhone 4S e iPad 2
Non c’è ancora una data di uscita,
ma una promessa: il jailbreak per
iPhone 4S e iPad 2 è quasi pronto,
restano solo i “ritocchi finali”. Il
jailbreak, che prenderà il nome
di “Corona A5”, è stato sviluppato
con uno sforzo congiunto di
@pod2g assieme a membri
dell’iPhone Dev Team e del
Chronic Dev Team e consentirà,
dopo mesi di attesa, di sbloccare
i dispositivi con processore Apple
A5, ovvero iPad 2 e iPhone 4S. Gli
smanettoni potranno così installare
applicazioni ufficialmente non
supportate da Apple, oltre a fare
cose un po’ meno legali. Corona
A5 supporterà le versioni iOS 5.0 e
5.0.1, anche se per avere maggiori
possibilità di successo il team
consiglia caldamente di restare al
5.0 sull’iPhone 4S, se non si è già
aggiornato; gli utenti iPad 2, invece,
non dovrebbero avere problemi
con il 5.0.1. Il team di sviluppo ha
inoltre promesso applicazioni per
Windows e Mac, per facilitare il
jailbreak, oltre a una versione a
linea di comando. Una versione
di Corona A5 dovrebbe arrivare
anche nel tool redsn0w..
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO
Philips “razzista”
La soundbar
è per Android
TV & VIDEO / Scenderà il costo di produzione dei TV OLED?
PEOPLE & MARKET
L’azienda aprirà negli Stati Uniti (Delaware) la prima fabbrica pilota
Il colosso chimico sperimenterà la “stampa” su larga scala dei pannelli
Hitachi uscirà dal mercato dei TV.
Se nel nostro Paese la distribuzione
dei TV Hitachi si era interrotta già
da anni, in patria l’azienda era
presente con gamme sia LCD che
Plasma con il marchio Wooo. Da
settembre però Hitachi stopperà
la produzione e la sua ultima
fabbrica di display, quella della
prefettura di Gifu, verrà convertita
alla produzione di proiettori e
semiconduttori. Hitachi è vittima,
come altri produttori giapponesi,
del crollo dei prezzi dei TV, che
ha fatto perdere di competitività
il “made in Japan”. E così un altro
storico marchio del sol levante
se ne va, mentre quelli che
rimangono faticano a tenere il
passo dell’agguerrita concorrenza
coreana.
DuPont “stamperà” gli OLED
di R. Pezzali
I
Philips lancia la nuova soundbar
Wi-Fi dedicata ai dispositivi
Android, ma basata su DLNA.
Siamo sicuri che non funziona
anche con iOS?
di R. Pezzali
Il popolo di Android è stanco
di vedere docking e dispositivi
con il bollino “made for iPhone”:
come mai se Android è più diffuso, i dispositivi fatti per Android si
contano sulle dita di una mano?
Fortunatamente Philips si è presa
a cuore la situazione e ha lanciato un’intera gamma di docking e
accessori destinati ad Android. Al
gruppo si unisce ora anche il modello CSS5123, una soundbar tradizionale con subwoofer che però
garantisce la compatibilità con i
dispositivi Android per inviare file
audio e video in streaming via WiFi usando il protocollo DLNA. La
soundbar ha anche ingressi USB,
HDMI, analogico e ottico per le
connessioni più “tradizionali” e
include un media player interno
compatibile con i formati più diffusi. La potenza è di 30 Watt per
due canali, ai quali si aggiungono
90 Watt per il subwoofer. Resta un
solo dubbio: se è una soundbar
DLNA non dovrebbe funzionare con tutti i client DLNA, quindi
anche iPhone, computer e altri dispositivi? Perché solo Android? È
una pura questione di marketing
o davvero Philips ha inibito il funzionamento con gli altri client?
p.11
prodotti più interessanti del CES
2012 sono stati indubbiamente
i primi esemplari di TV OLED da
55 pollici di LG e Samsung. Ma la
domanda è sempre la solita, quanto costeranno? Tanto, ma i costi di
produzione potrebbero scendere
rapidamente se DuPont manterrà
la sua promessa. Nel 2010 il colosso
chimico aveva annunciato lo sviluppo di una tecnologia di stampa che
permetteva di realizzare un pannello OLED da 50 pollici in due minuti. Ora DuPont ha annunciato la
prossima realizzazione della prima
fabbrica pilota per l’affinamento di
questa tecnologia negli Stati Uniti
a Newark (Delaware), con un investimento di 30 milioni dollari (a cui
si aggiunge quasi un altro milione
di dollari di finanziamenti da parte
dello stesso stato del Delaware).
Lo scorso novembre DuPont comunicava di aver stretto un accordo
di licenza per lo sfruttamento della
propria tecnologia con un importante produttore asiatico. Che LG o
Samsung vogliano utilizzare la soluzione di DuPont per la produzione
dei propri TV?
Hitachi dice
addio ai TV
TV & VIDEO
Loewe più smart
con VideoNet App
TV & VIDEO
Sony Dot Switch, prova a indovinare cos’è!
Sorpresa Sony: il 21 febbraio 2012 rilascerà qualcosa di importante
Per ora c’è solo il nome e un video apparso sul sito dell’azienda
di R. Pezzali
La data scelta, 21-02-2012, lascia intendere che si tratta di qualcosa di importante. È
infatti una data palindroma, che può essere
letta da destra a sinistra e viceversa senza che
cambi nulla. Il 21 febbraio sarà il giorno di
Dot Switch, una nuova tecnologia Sony della
quale conosciamo solo il nome e un teaser,
apparso sul sito dell’azienda. Caricata su uno smartphone Android Xperia Arc
c’è una particolare applicazione che accende tutto, un TV, un grammofono,
quattro macchinette lancia-coriandoli e un braccio robotico. Di cosa si tratti
si fa fatica a capirlo, probabilmente un sistema di controllo universale basato
sull’IR, tecnologia che Sony non ha ancora abbandonato (come dimostra l’aggiunta di un trasmettitore IR sui tablet).
Ma potrebbe essere anche un sistema di
controllo domotico realizzato da Sony.
Spazio all’immaginazione, al 21 febbraio
non manca poi molto.
Loewe lancia VideoNet App,
una nuova applicazione per
iPad che espande le possibilità
della piattaforma di Smart TV
integrata nei TV del produttore
tedesco. In pratica, è possibile
sfogliare la libreria di contenuti
del portale MediaNet dei TV
Loewe direttamente da tablet e di
riprodurre quindi podcast e video
sull’iPad. Ma l’utente può anche
utilzzare il tablet per scegliere i
contenuti da riprodurre e inviarli
al TV per sfruttare le maggiori
dimensioni dello schermo del TV.
L’applicazione consente anche di
sincronizzare i preferiti tra i due
dispositivi rendendo di fatto l’iPad
una sorta di estensione del TV.
L’applicazione è gratuita ed è già
disponibile sull’App Store di iTunes
e supporta i TV delle serie Art,
Connect e Individual con portale
MediaNet e dimensione superiore
ai 32 pollici.
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.12
PC & MULTIMEDIA
Windows 8
strizza l’occhio
alle Internet Key
Nel nuovo sistema operativo è
stata migliorata la gestione delle
reti mobili, sia Wi-Fi che cellulari
di M. Dalli
Il futuro dei PC è sempre più mobile.
A chi possiede un portatile sarà già
capitato di connettersi a reti pubbliche Wi-Fi, se non alla rete cellulare
sfruttando una Internet Key o un
modem 3G integrato. Windows 8
renderà queste operazioni più semplici e sarà più facile tenere sotto
controllo il traffico generato, per
evitare di “sforare” il limite imposto
dagli operatori mobili.
Nel prossimo sistema di Microsoft,
infatti, le gestione delle reti cellulari
è stata integrata assieme a quella
delle reti Wi-Fi e i driver delle Internet Key compatibili saranno già
presenti nel sistema operativo. In
questo modo basterà collegare la
chiavetta a un PC con Windows
8 per essere subito in linea, senza
passi intermedi. Windows 8, inoltre,
terrà traccia delle proprie reti preferite, per cui se ci si troverà in presenza di una rete Wi-Fi nota, il sistema
si collegherà automaticamente ad
essa, in caso contrario (o in caso di
disconnessione manuale da una
rete Wi-Fi) Windows 8 provvederà
a connettersi autonomamente alla
rete mobile. In Windows 8 sarà inoltre possibile tenere sotto controllo
la quantità di dati scaricati, sia dalle
reti “senza limiti” (Wi-Fi personali)
che da quelle limitate, come le reti
3G o gli hotspot pubblici; un avviso
avvertirà gli utenti del raggiungimento della soglia, ma sarà sempre
possibile tenere sotto controllo l’utilizzo della banda con dettaglio alla
singola applicazione. Per i programmatori sarà infine possibile sapere
se il PC è connesso a una rete limitata o illimitata e scegliere di conseguenza quanti dati scaricare; per
esempio, un client email potrà scaricare solo le intestazioni quando in
modalità 3G, un programma di foto
potrebbe accedere alle versioni in
bassa risoluzione delle immagini e
Windows Update non scaricherà gli
aggiornamenti, se non quelli critici
di sicurezza.
PC & MULTIMEDIA / Arriverà prima in Windows 8 Server, poi nel client
ReFS sarà il futuro di NTFS
Arriverà con Windows 8 Server
La sua caratteristica principale è la “resistenza” a danni e corruzione di dati
di M. Dalli
W
indows 8 porterà
con sé molte novità, sia di interfaccia
grafica che sotto al cofano.
Una di queste è un nuovo
file system, chiamato ReFS
(Resilient File System, ovvero file system “resistente”).
La caratteristica principale
di quello che, nel corso dei
prossimi anni andrà a sostituire l’attuale NTFS, è proprio la “resistenza” ai danni sui file,
causati sia da errate scritture che da
degrado del mezzo di supporto.
ReFS è stato sviluppato da zero migliorando, a detta di Microsoft, le
attuali caratteristiche di Windows 8.
Il nuovo file system porterà con sé
l’auto-riparazione dei dati, quando
possibile, effettuata senza necessità
di disconnettere il disco. Viste le sue
caratteristiche di fascia alta, però,
PC & MULTIMEDIA
Il mondo PC
non innova più
Il CEO di Razer, produttore
hardware per il gaming, si
scaglia contro il mondo dei
PC e propone un’alternativa,
Project Fiona. Sarà valida?
di G. Cupini
il nuovo file system arriverà per
primo con Windows 8 Server, per
poi espandersi nel tempo anche ai
client, dapprima per dischi secondari, poi anche per quelli di avvio.
Non lo vedremo quindi al lancio di
Windows 8 sui nostri PC, ma confidiamo che in poco tempo possa
andare a sostituire NTFS, dopo quasi un ventennio di onorato servizio.
Il futuro, per Microsoft, è proprio
ReFS.
In una recente intervista, il CEO di
Razer (società di hardware per il gaming), Min-Liang Tan, si è scagliato
contro il mondo del PC, colpevole a
suo dire di non essere più in grado
di innovare. Secondo il suo giudizio,
infatti, innovazione significa necessariamente rottura con gli schemi
precedenti, cosa che il mondo PC
sarebbe ormai troppo spaventato
per fare. Ricordiamo che durante
il CES di quest’anno, Razer ha proposto Project Fiona, un tablet che
ha definito “high-end” su cui è stata
dimostrata una demo di Skyrim.
La peculiarità di questo tablet sta
nella sua configurazione hardware
capace di far girare nativamente i
giochi per PC senza necessità di
porting. Prezzo di vendita previsto
999 euro. Riuscirà a farcela?.
PC & MULTIMEDIA
IPv6, previsto il lancio per il 6 giugno 2012
Gli indirizzi IPv4 sono agli sgoccioli, ma a giugno l’IPv6 diventerà realtà
Questa iniziativa è necessaria per scongiurare il collasso della Rete
di M. Dalli
Il 2012 sarà (anche) l’anno degli switch off. Dopo la TV
analogica, il 6 giugno 2012 inizierà un’altra importante
transizione: dall’IPv4 all’IPv6. La Internet Society ha infatti stabilito che, dopo il test dello scorso anno, il 6 giugno
2012 verranno attivati permanentemente alcuni indirizzi
IPv6. Questa iniziativa è stata dettata dal completo esaurimento degli indirizzi IPv4, distribuiti agli inizi del 2011,
rendendo così una necessità dover passare alla nuova versione del protocollo Internet, che garantisce 2128 indirizzi
(340 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi) contro i 232
indirizzi dell’IPv4 (circa 4,3 miliardi); un numero di fatto
infinito che dovrebbe garantire l’esplosione della cosiddetta “Internet delle cose”, dove ogni apparecchio ha accesso alla Rete e possiede un proprio indirizzo IP. All’iniziativa parteciperanno alcuni importanti
siti Web, responsabili della maggior parte del traffico Internet, come Google,
Facebook, Microsoft e Yahoo!, oltra a produttori di hardware di rete (D-Link e
Cisco, per il momento) e Internet Service Provider americani. Abbiamo chiesto informazioni ai maggiori provider italiani, siamo in attesa di conoscere
cosa succederà nel nostro Paese.
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Cristina Dainese
Fiammetta Regis
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
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n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.13
GAME & MOVIE / Continua la serie di indiscrezioni sulla futura console di Microsoft che arriverà nel 2013
GAME & MOVIE
Avrà una scheda grafica sei volte più potente dell’attuale, lettore Blu-Ray, nuovo Kinect e sistema anti-giochi usati
A margine della presentazione
dei risultati fiscali, il presidente
di Nintendo Satoru Iwata ha
promesso una data di lancio
per la Wii U, la console di
prossima generazione della casa
giapponese. Wii U arriverà in
Europa per fine anno, giusto in
tempo per le festività natalizie.
La neonata console è però
ancora avvolta da una nube
di mistero: quali sono le sue
specifiche complete? Quali
giochi arriveranno al momento
del lancio? Ne sapremo
sicuramente di più il prossimo
giugno, quando all’E3 2012
Nintendo toglierà i veli, per la
seconda volta dopo lo scorso E3
2011, alla Wii U. Nel frattempo
non resta che attendere e
sperare che gli sviluppatori, che
avrebbero già in mano i primi
prototipi, facciano un buon
lavoro.
La prossima Xbox sarà sei volte più potente
di R. Pezzali
L
a nuova console di Microsoft
(per il momento denominata Xbox 720), uscirà nel 2013:
questo sembra essere l’unico dato di
fatto di tutti i rumour che emergono
in questi giorni. La rivista giapponese
Kotaku, una delle più note nel mondo
dei videogiochi, afferma però di avere
avuto soffiate abbastanza sicure sulla
nuova console che Microsoft starebbe progettando. Ciò che inizierà già
nel 2012 è la produzione della scheda grafica per dare la possibilità agli
sviluppatori di cominciare a mettere
le mani su un SDK il prima possibile.
La GPU sarà targata AMD e sarà basata sulla serie 6000; in particolare sarà
simile come features alla Radeon HD
6670, quindi con supporto DirectX 11,
3D e 1080p. La nuova scheda grafica
non è forse quel salto generazionale
che ci si aspettava, ma dovrebbe garantire comunque una potenza sei
volte superiore a quella dell’attuale
Xbox 360. Altre indiscrezioni riguardano la presenza di un drive Blu-ray
all’interno. Microsoft non abbandonerà un supporto fisico,
questo è certo, ma il DVD Dual
Layer inizia a stare stretto. Il Bluray potrebbe essere la soluzione migliore e, secondo Kotaku,
Microsoft avrebbe proprio scelto i dischi da 50 GB per la Xbox
720. Non ci sentiamo però di
escludere una possibilità: HD
DVD. Un formato morto, per il
quale non esistono masterizzatori e che comunque avebbe 30 GB di
capacità. Microsoft ha già le licenze,
può far produrre i drive a basso costo
e non avrebbe il problema “pirateria”
vista l’impossibilità di duplicare i dischi. Quello che però più preoccupa è
il sistema anti-usato: sappiamo che le
software house non vedono di buon
occhio il sistema dell’usato, e proprio per questo è sempre più diffuso
l’online pass da acquistare se si vuole
giocare nuovamente online con una
copia di seconda mano. Pare che Microsoft sia intenzionata ad acconten-
tare le software house inserendo nelle
nuove console un sistema di collegamento univoco tra il gioco e la console stessa. La prima volta che si inserisce un gioco nuovo un identificativo
unico viene registrato dalla console e
non si potrà più usare su un’altra console, ma questa è solo una interpretazione. Una cosa è certa: dopo l’iPhone,
il Galaxy S III e l’iPad 2, la Xbox 720 è
diventata la nuova miniera di rumor:
la verità però si saprà solo tra cinque
mesi, se è vero che Microsoft la farà
vedere alla E3.
GAME & MOVIE / Il CEO della software house di giochi esprime la sua opinione senza mezzi termini
Per Paradox il DRM è uno spreco di soldi
Il sistema di protezione dei contenuti sui videogiochi è una perdita di soldi: lo rivela Fred Wester a Game Spy
di M. Dalli
I videogiocatori sono i primi a odiare
i sistemi anti-copia dei loro titoli preferiti, ma quando ad aggiungersi al
coro sono gli addetti ai lavori, le cose
si fanno più interessanti. Le parole non
proprio al miele per il DRM arrivano da
Fred Wester, CEO della piccola software house di giochi strategici Paradox
che, in un’intervista a GameSpy, non
usa mezzi termini per descrivere il
DRM:
La gente che compra un gioco dovrebbe
avere la stessa esperienza di chi pirata
il gioco, altrimenti è un disincentivo a
comprare una copia legale. E non vedo
perché la gente usi ancora il DRM. Se
prendiamo un cosa come il DRM di
Sony, SecuROM, è uno spreco di soldi. Ti
protegge per tre giorni, genera un sacco
di supporto tecnico e non aumenta le
vendite. E lo so per certo, visto che l’ab-
biamo provato anche noi otto anni fa, e
non ha mai funzionato per noi. Per due
motivi: costa soldi e ti fa perdere soldi,
inoltre è così scomodo per i clienti.
Interessante anche la spiegazione che
Wester dà sul perché le altre software
house continuino a usare il DRM, nonostante l’evidente fallimento:
Non so, penso ci sia un sacco di politica,
specie per le case più grandi. [...] Se sei
un CEO, devi avere le spalle coperte. E la
gente che chiede, il consiglio di amministrazione, non sa nulla di giochi. Sono lì
perché sono una banca di investimenti o
simile e chiedono “Allora, cosa stiamo facendo per proteggere il nostro gioco dai
pirati?” e il CEO può rispondere “Stiamo
comprando questa soluzione da Sony”.
[...] Per cui penso che sia stato un modo
per coprirsi le spalle, in passato. Ora non
vedo una spiegazione ragionevole per
usarlo. Specialmente quel tipo che ti
costringe a stare online tutto il tempo,
come Ubisoft. Per me fa così 2003.
Nel complesso, quindi, una posizione
molto netta che, siamo sicuri, molti
di voi condivideranno: che senso ha
implementare un sistema che, oltre
a non essere efficace, costa parecchi
soldi e si ritorce spesso come un boomerang contro gli stessi acquirenti
onesti?
Purtroppo il mondo dei videogiochi non è l’unico a essere affetto da
questo morbo: si pensi ai film, per cui
chi scarica illegalmente un film può
vederlo dove e quante volte vuole,
mentre chi lo acquista legalmente è
costretto a sottostare alle ferree regole
delle major, o al mondo della musica.
Riusciranno i piani alti di queste aziende a capire l’antifona in tempo?
Wii U in arrivo
per Natale
GAME & MOVIE
Resident Evil 6
in uscita novembre
La campagna virale non è ancora
conclusa, ma Capcom ha deciso
di non indugiare oltre e ha
annunciato ufficialmente Resident
Evil 6, con la pubblicazione del
primo trailer ufficiale e una data
di uscita (per le versioni per Xbox
360 e PS3): 20 novembre 2012. Il
nuovo capitolo vedrà il ritorno di
Leon S. Kennedy e Chris Redfield
insieme a nuovi personaggi alle
prese con nuovi attacchi bioterroristici e secondo i produttori
rappresenterà un notevole salto
in avanti a livello di qualità per la
saga di Resident Evil.
In ogni caso, come negli episodi
precedenti, ci saranno sia la
modalità single player che quella
cooperativa e il primo trailer offre
un’anteprima del tipo di minaccia
che possiamo aspettarci...
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
HIFI & HOME THEATER
Onkyo e TEAC
assieme per
sopravvivere
Dopo l’acquisizione da parte di
Gibson, Onkyo ha annunciato
un’alleanza strategica con
TEAC, per cui le due aziende
acquisteranno circa il 10% delle
rispettive azioni, con un esborso
di 1 miliardo di yen da parte di
Onkyo e 700 milioni di yen da
parte di TEAC. L’alleanza è volta
alla condivisione delle fabbriche,
dei centri logistici e della ricerca
e sviluppo. Il presidente di TEAC,
Yuji Hanabusa, ha affermato che
l’alleanza “renderà entrambe le
aziende più competitive in un
mercato in continuo movimento”.
Da parte di Onkyo, invece, il
presidente Munenori Otsuki
ha affermato che l’accordo
consentirà a entrambe le aziende
di “far leva a vicenda sulla
considerevole forza di fornire ai
clienti prodotti innovativi e in
grado di cambiare la vita”.
HIFI & HOME THEATER / Presentata la nuova serie Xeo del costruttore danese, prezzi elevati
p.14
Da Dynaudio diffusori wireless per audiofili
I modelli sono disponibili anche da soli con telecomando perché possono formare un sistema completo multiroom
di R. Faggiano
S
i chiama Xeo la nuova serie di
diffusori attivi e senza fili, strettamente derivati dagli eccellenti diffusori Dynaudio realizzati per gli
studi di registrazione. I due modelli si
chiamano Xeo 3 (1.499 euro la coppia) e Xeo 5 (2.900 euro la coppia), il
primo da scaffale, il secondo da pavimento e hanno in comune un piccolo trasmettitore che funziona sulla
frequenza dei 2,4 GHz. I segnali sono
trasmessi fino alla frequenza di 48
kHz/16 bit e quindi non sono compatibili con le migliori registrazioni FLAC
ad alta risoluzione. I diffusori sono
anche disponibili da soli con un telecomando, perché possono formare
un completo sistema multiroom fino
a tre stanze diverse, con portata del
segnale fino a 50 metri. Il trasmettitore può ricevere segnali analogici (1
ingresso RCA e un mini jack) e digitali
(1 ottico e un mini USB),
utilizzando l’ingresso USB
non serve nemmeno l’alimentazione esterna; un
telecomando permette
di scegliere la sorgente e
regolare il volume. Ogni
diffusore attivo ha un
selettore per determinare se deve riprodurre il
canale destro, il sinistro
oppure entrambi in monofonia. Il diffusore da
scaffale Xeo 3 è un due vie con accordo reflex posteriore e altoparlanti
realizzati direttamente da Dynaudio
(tweeter con cupola da 27 mm e
woofer da 14,5 cm) e amplificazione da 50 Watt per ogni altoparlante;
sono disponibili con finitura laccata
bianca o nera, la risposta in frequenza
dichiarata è da 48 a 22.000 Hz. Il dif-
fusore da pavimento Xeo 5 aggiunge
un secondo woofer agli stessi altoparlanti dello Xeo 3, sempre con accordo reflex posteriore ma la risposta in
frequenza scende fino a 36 Hz grazie
al mobile più grande. L’amplificazione
è sempre da 50 Watt per altoparlante.
Entrambi i modelli saranno disponibili dal prossimo marzo.
HIFI & HOME THEATER / Prezzo più popolare, ma ancora alto
Skyrim, in arrivo il cerotto anche per PS3
B&O lancia un brand per tutti
Bethesda annuncia il rilascio della patch 1.4 per tutte le piattaforme
Tra i problemi risolti anche i rallentamenti sulla console di Sony
di M. Dalli
GAME & MOVIE
di P. Centofanti
Bethesda ha rilasciato un aggiornamento sulla fase di testing della patch
1.4 di Skyrim che introdurrà su PC il supporto a Creation Kit e Steam
Workshop per la personalizzazione del gioco.
Ma al di là della nuove funzionalità, l’aggiornamento è atteso soprattutto
perché cercherà di risolvere una lunga serie di problemi che affliggono
ancora Skyrim. E tra gli aspetti su cui andrà a intervenire ci sarà anche il
problema dei rallentamenti che affliggono i giocatori su PlayStation 3. La
fase di testing, si legge nell’annuncio, sarà completata nei prossimi giorni
e la patch sarà inviata dunque per la certificazione ai produttori delle
console.
L’aggiornamento
sarà rilasciato infatti per tutte le
piattaforme: PC,
Xbox 360 e PlayStation 3.
Per
consultare
l’elenco dei cambiamenti apportati
dalla patch, rimandiamo all’articolo
integrale pubblicato su DDay.it.
In tempi di crisi anche B&O si adegua e lancia una linea economica, B&O Play
Dopo le indiscrezioni di qualche
mese fa, B&O conferma che lancerà
una linea di accessori e apparecchi
stand-alone (niente TV o sistemi,
quindi), caratterizzati da un prezzo
più accessibile rispetto al resto degli apparecchi B&O.
La nuova gamma, chiamata B&O
Play, debutterà in febbraio con il
Beolit 12 AirPlay, un Hi-Fi portatile
con supporto ad AirPlay.
Beolit 12, il cui design è stato curato
da Cecille Manz, è un omaggio alle
radio degli anni ‘60 del secolo scorso, quelle a transistor. È composto
da una griglia in alluminio colorato,
mentre il corpo è in plastica verniciata; il tutto può essere facilmente
trasportato grazie a una maniglia in
pelle, mentre l’utilizzo in mobilità è
assicurato da una batteria integrata.
All’interno del Beolit 12 ci sono un
woofer da 4 pollici e 2 tweeter full
range da 2 pollici, in grado di ero-
gare una potenza massima di 120
Watt. Il collegamento ai dispositivi
Apple avviene sia tramite AirPlay, in
modalità Wi-Fi o Ethernet, sia tramite USB.
Beolit 12 sarà disponibile a febbraio
online e in alcuni negozi specializzati, in quattro colorazioni: grigio
scuro, grigio, blu e giallo.
Il prezzo, nonostante sia più “popolare” rispetto ad altri prodotti del
marchio danese, rimane comunque
alto: 699 euro.
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n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
GAME & MOVIE / L’ultimo capitolo della saga permette di tornare a interpretare Altair, il protagonista del primo Assassin’s Creed
p.16
Assassin’s Creed: Revelations invade Istanbul (PS3)
Quarto capitolo della saga degli Assassini e conclusione del ciclo di Ezio Auditore. Storia e ambientazione di grande fascino, ma la formula è un po’ ripetitiva
di P. Centofanti
U
na delle saghe di maggiore
successo degli ultimi anni è
senza dubbio Assassin’s Creed,
che tra videogiochi “canonici”, versioni
mobile, libri, fumetti e cortometraggi
ha praticamente toccato qualsiasi
tipo di media. Assassin’s Creed: Revelations, sempre sviluppato e prodotto da Ubisoft, è il quarto capitolo del
filone principale e terzo e conclusivo
della trilogia legato al personaggio di
Ezio Auditore. Per la verità Revelations
dà al giocatore la possibilità di tornare
a interpretare anche Altair, il protagonista del primo Assassin’s Creed, gioco
tra l’altro incluso nella versione PS3
oggetto di questa recensione.
A spasso per l’Impero
Ottomano
La storia inizia esattamente dove
l’avevamo lasciata in Brotherood:
Desmond dopo aver ucciso inconsapevolmente Lucy Stillman si risveglia
con la coscienza intrappolata nell’Animus: il suo corpo è in coma e l’unico
modo per uscirne è completare gli
ultimi ricordi chiave di Ezio Auditore
e Altair, le cui vite sono legate dalla
Mela dell’Eden, il manufatto alieno
conteso da secoli da Templari e Assassini. La trama principale segue ancora
una volta la vicenda di Ezio Auditore,
intento a cercare l’accesso alla biblioteca di Altair di Masyaf. Per farlo deve
recuperare cinque chiavi nascoste a
Costantinopoli, dove Ezio si troverà
suo malgrado invischiato nella guerra sotterranea per la successione al
trono dell’Impero Ottomano. E così
Revelations è quasi interamente ambientato nell’antica Istanbul, ricreata
con ricchezza di dettagli in questo
nuovo episodio, contraddistinto ancora una volta da un finale aperto. E
la storia non finisce qui
Il “solito” Assassin’s Creed
o quasi
Come al solito l’aspetto più affascinante della serie è costutuito proprio
dall’ambientazione anche se dobbiamo dire che rispetto alla varietà
offerta dalle location rinascimentali
italiane dei precedenti episodi, in
questo caso comincia a notarsi un
notevole appiattimento. D’altra parte il ritmo auto-imposto di un’uscita
all’anno non lascia molto tempo per
notevoli sviluppi tecnici. Per ovviare a
una formula che per le stesse ragioni
rischia di scivolare nell’estrema ripetitività, Ubisoft ha cercato ancora una
volta di arricchire il gameplay con
alcune novità. Come già in Brothe-
rhood, avremo la possibilità di assoldare nuovi Assassini, di addestrarli e
di partecipare in missioni di conquista di altre regioni: se in Brotherood
era l’Europa, in questo caso ci sono
varie località sul Mediterraneo. I covi
degli Assassini conquistati in città
però possono infatti essere attaccati
dai Templari, il che innesca un meccanismo di gioco di tipo “tower defense”
di cui francamente non si sentiva la
mancanza e che sa un po’ troppo di
posticcio. A parte questo e alle nuove armi, il gameplay rimane del tutto
segue a pag. 16
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.17
GAME & MOVIE
Assassin’s Creed: Revelations
segue da pag. 15
invariato e anzi il gioco appare ancora
più facile dei precedenti, specie per
quanto riguarda i combattimenti. Viene riproposto anche il multiplayer di
Brotherood, con l’aggiunta di nuove
location e nuove modalità, tra cui un
filone narrativo, deathmatch e “cat-
tura la bandiera”. Per accedere alla
sezione multiplayer occorre il codice
per UPlay incluso nella confezione e
non riutilizzabile.
Più dettagli ma la PS3 arranca
A livello tecnico, come dicevamo,
La scheda di DDay.it
Longevità
Prezzo: 69.98 euro (PS3)
Studio: Ubisoft
Distributore: Ubisoft
Giocatori: 1
Multiplayer: sì
DLC: sì
PEGI dichiarato: 18
Disponibile per:
PC, Xbox 360, PS3
Curva di
apprendimento
Ambientazione
TV o monitor?
Stereo o 5.1?
non ci sono grandissime novità nel
motore di gioco, anche se la grafica
e la ricreazione delle ambientazioni
continuano ad essere davvero notevoli. Certo avremmo preferito una
maggiore varietà di costumi e alcune
vie di Costantinopoli si somigliano
un po’ troppo le une con le altre, ma
il fascino rimane notevole. Purtroppo
la versione per PlayStation 3 non è
ottimizzata al meglio e a tratti la console Sony arranca: tearing e rallentamenti emergono quando ci sono
troppi personaggi sullo schermo o
elementi dinamici come il fumo o
polvere nelle strade. L’audio è invece
al pari degli ultimi due capitoli con
un ottimo utilizzo del 5.1, anche se
alcuni effetti sonori avrebbero potuto
essere più spettacolari (le granate in
particolare). Nel complesso continua
il raffinamento rispetto ad Assassin’s
Creed II, ma non si può ancora parlare
Tra trama principale e side
quest siamo dalle parti dei
precedenti episodi. In più
c’è anche il multiplayer per
chi proprio non riesce stare
lontano dalla lama celata.
Per chi si avvicina la
prima volta al mondo di
Assassin’s Creed all’inizio
le meccaniche di gioco
potrebbero apparire
troppe, ma si impara alla
svelta.
Ricca di fascino ma anche
un po’ ripetitiva
Gli scenari di Costantinopoli
meritano un grande
schermo. Per i plasma
occhio agli elementi fissi
dell’OSD (possono essere
disattivati).
Il 5.1 non è fondamentale
ma arricchisce non poco
l’esperienza di gioco.
Acquisto usato
di un vero e proprio salto in avanti dal
punto di vista tecnico.
In sostanza
Concludendo chi ha amato tutti gli
episodi della serie, non potrà che
apprezzare anche questo Revelations,
almeno dal punto di vista della narrazione, anche se lo schema di gioco
comincia a dare segni di stanchezza.
Ubisoft questo lo sa bene se a ogni
episodio aggiunge elementi in più,
anche se a nostro avviso quello che
servirebbe sarebbe un filo di difficoltà in più. Ma d’altra parte Assassin’s Creed fa parte di quel filone di
giochi “di massa” capace di attirare
anche i videogiocatori più occasionali. Dei quattro capitoli però Revelations è forse quello meno a fuoco
e, nonostante il ridotto numero di
location, quello un po’ più dispersivo e frammentato
Nessun problema per
il single player, ma per
il multiplayer dovrete
comprare anche un nuovo
codice.
Chiaro o scuro?
L’ambientazione alterna
giorno e notte, città
all’aperto e sotterranei: un
buon display è consigliato.
Qualità/Prezzo
Il prezzo “day one” è elevato.
Se non siete fan della
saga, vista la mancanza di
novità significative, potete
tranquillamente aspettare
che il prezzo scenda. E
scenderà.
Acquisto usato
Nessun problema per
il single player, ma per
il multiplayer dovrete
comprare anche un nuovo
codice.
PEGI: 18
La violenza non manca,
d’altra parte impersonate
un assassino, ma il PEGI 18
è un filo esagerato. Non c’è
nulla che possa turbare un
sedicenne.
Per lui o
per lei?
La trama è affascinante e
per tutti ma ha un indubbio
taglio maschile.
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
GUIDA / Ci siamo messi nei panni dell’acquirente quando, dopo aver tolto dall’imballo il TV, deve installarlo. Ecco una breve guida
p.18
Come ottenere il massimo dal nuovo televisore
Il momento è giunto, siamo pronti a installare il TV e metterlo in funzione: vediamo quali sono i passi da fare per non compiere errori
di C. Stellari
S
u DDAY.it abbiamo pubblicato diversi approfondimenti e
guide riguardanti i TV, analizzando le tecnologie utilizzate e i criteri di scelta. Questa volta abbiamo
deciso di affrontare l’argomento da
un punto di vista diverso, quello di
chi ha acquistato il TV e si trova a
toglierlo dall’imballo e metterlo in
funzione per la prima volta; esamineremo quindi modalità di collegamento, posizionamento e in genere
tutto quello che c’è da sapere per
ottenere il meglio dal nostro nuovo
TV, partendo da semplici consigli
che sono però spesso e volentieri
trascurati.
Primo: leggere le istruzioni
Leggere il manuale d’uso può essere
noioso, la voglia di mettere subito in
funzione il nuovo TV saltando i “preliminari” può però indurre nell’errore: meglio perdere qualche minuto
e dedicarsi almeno alla lettura della
guida di installazione rapida. Il manuale completo in forma cartacea
può non essere fornito con il TV ma
di solito è sempre disponibile sul sito
Internet del costruttore, il consiglio
è quello di procurarselo e leggerlo:
è il sistema migliore per conoscere
a fondo le caratteristiche dell’apparecchio e per prendere confidenza
con le funzioni del nuovo TV.
Dove metto il TV?
Lo schermo nero del TV va a nozze
con i riflessi, se possibile è meglio
Diagonale
schermo
(pollici)
quindi collocare il televisore in una
posizione in cui fonti intense di
luce non arrivino direttamente sullo
schermo. Per migliorare la visione
talvolta può bastare un corretto
orientamento, utilizzando la base
girevole o una staffa a muro con
braccio estensibile.
Meglio guardare il TV di fronte
Il TV andrebbe guardato di fronte,
in asse con lo schermo, posizioni di
visione angolate possono comportare un peggioramento della qualità
di visione. I TV di buona qualità dichiarano angoli di visione orizzontali
anche di 170°, ma in realtà stando “di
lato” l’immagine può risultare meno
incisiva, con colori meno brillanti:
più è angolata la posizione di visione e tanto più il fenomeno risulta
evidente. Nel caso di immagini 3D
mettersi di fronte al TV è ancora più
importante, da posizioni angolate
l’effetto 3D potrebbe perdersi.
Qual è la distanza ottimale
di visione?
Dimensione dello schermo e distanza di visione sono legate tra loro dalla capacità di risoluzione del nostro
occhio. Per i TV Full HD, lo standard
a partire da schermi da 32 pollici, la
distanza di visione ottimale dovrebbe essere pari a circa a 1,5 - 2 volte
la diagonale del TV: allontanandosi
dallo schermo infatti non si percepisce tutta la risoluzione, avvicinandosi i pixel cominciano a diventare evi-
Distanza massima Distanza massima
di visione SMPTE
di visione THX
(metri)
(metri)
Distanza massima
di visione (metri)
32
1,3
1,6
2,4
37
1,6
1,8
2,8
40
1,7
1,9
3
42
1,8
2,1
3,2
46
1,9
2,2
3,5
50
2,1
2,4
3,8
denti. Il calcolo si basa sugli standard
suggeriti dal SMPTE e da THX, che
propongono rispettivamente un angolo ottimale di visione pari rispettivamente a 30° e 26°. Lo schermo
dovrebbe essere quindi posto più
vicino rispetto a quello che siamo
soliti fare, è possibile allungare un
poco questa distanza, senza esagerare: un buon compresso tra visione
cinematografica e le esigenze “domestiche” potrebbe essere quello di
posizionare il TV a una distanza pari
a tre volte la diagonale. Nella tabella
in basso a sinistra riportiamo i calcoli
della distanza di visione consigliata
per schermi da 32 a 50 pollici.
I collegamenti
La dotazione di connessione dei TV
offre in genere tre o quattro ingressi
HDMI e un paio di uscite, un ingresso component e una o due SCART,
ingressi e uscite audio, presa cuffia,
USB, Ethernet e alcune prese accessorie. Per collegare al TV sorgenti
esterne (lettore Blu-ray. DVD, decoder satellitare) è consigliabile utilizzare gli ingressi HDMI, perché offrono semplicità e la miglior qualità;
per le sorgenti HD l’utilizzo dell’HDMI è una scelta obbligata. La connessione HDMI può inviare anche
i segnali di comando da un apparecchio all’altro, in questo modo gli
apparecchi collegati (TV, lettori Bluray, lettori DVD, sistemi audio) pos-
sono essere controllati con un solo
telecomando. Le altre connessioni si
rivelano utili per collegare apparati
analogici privi di uscita HDMI (VHS,
vecchi DVD). L’uscita HDMI del TV
può disporre di funzione ARC (Audio Return Channel), ciò consente
di inviare, con un solo cavo e senza
necessità di altri collegamenti, il segnale audio del TV a un dispositivo
compatibile (soundbar, sistema HT).
In questo modo è possibile ascoltare
l’audio dei programmi TV attraverso
il sistema esterno, ottenendo una
migliore qualità di riproduzione.
Sintonia e numerazione canali
Collegata la presa d’antenna si passa
alla sintonia dei canali. I TV possono
effettuare la ricerca automatica dei
canali, è possibile scegliere se sintonizzare i canali della TV digitale terrestre, quelli analogici o entrambi:
se vi trovate in una zona in cui è già
avvenuto lo switch-off (passaggio
al digitale e spegnimento dei canali
analogici) è inutile effettuare la sintonia delle frequenze analogiche.
Al termine il TV propone una lista
delle emittenti sintonizzate secondo
un ordine prestabilito: le prime otto
posizioni sono riservate nell’ordine
ai tre canali Rai, seguono i tre Mediaset, LA7 e MTV. Le posizioni successive sono riservate alle emittenti
segue a pag. 18
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
p.19
GUIDA
Come ottenere il massimo dal nuovo TV
segue da pag. 17
locali, dal 20 in poi troviamo gli altri
canali nazionali. Se trovate questa
numerazione scomoda è possibile
definire delle liste personalizzate, ordinando le emittenti nel modo più
comodo. In caso di aggiornamenti
e risintonizzazione alcuni modelli di
TV mantengono in memoria le emittenti secondo l’ordine preferito, altri
purtroppo no.
Per la pay TV ci vuole la CAM
Per accedere ai programmi criptati è
necessaria una CAM, ovvero un modulo di accesso condizionato: una
scheda elettronica da acquistare a
parte che va inserita nell’apposito
slot posto in genere di lato sul TV, in
posizione facilmente accessibile. La
CAM a sua volta ospita la smart card
con le credenziali dell’abbonamento ai programmi a pagamento. La
CAM con standard CI+ in particolare
è utilizzata dai provider di servizi per
offrire programmi digitali Premium
HD con un elevato livello di protezione da copia.
Il TV “va in Rete”
I TV sono dotati di presa di rete
Ethernet e sempre più spesso di
connessione Wi-Fi, integrata o attraverso un piccolo adattatore da
collegare alla presa USB. La configurazione della rete è estremamente
semplice: nella maggioranza dei casi
tutto si riduce ad attivare la modalità DHCP, per la connessione Wi-Fi
può essere necessario introdurre
la password di accesso alla propria
rete wireless. L’accesso alla rete e
ad Internet offre diverse possibilità:
è utile per aggiornare direttamente
online il software di funzionamento
del TV e soprattutto apre le porte
ai contenuti disponibili via web, la
cosiddetta Smart TV o Internet TV. I
servizi resi disponibili comprendono
l’accesso ai principali social network,
si può navigare in rete sullo schermo del TV o effettuare videochiamate con Skype, visualizzare video e
contributi aggiuntivi gratis e a pagamento. Nuove funzionalità possono
essere gradualmente aggiunte con
il meccanismo delle App, piccole
applicazioni software da scaricare e
installare in modo semplice sul TV.
DLNA, facile streaming
audio-video
La sigla DLNA (Digital Living Network
Association) indica la rispondenza a
uno standard che assicura l’interoperabilità in rete locale dei dispositivi audio e video. Un TV “DLNA”
collegato alla rete può riprodurre i
contenuti condivisi in rete (foto, audio e video) in streaming: cioè senza
spostare o copiare i file ma semplicemente accedendovi e leggendoli direttamente da altri dispositivi
(computer, NAS) connessi alla stessa
rete locale.
Calibrazione, la regolazione
dei parametri video
I TV offrono funzioni automatiche di
impostazione iniziale e setup, procedure guidate e semplificate. Per
ottimizzare la qualità delle immagini
nel nostro ambiente di visione può
essere necessaria una regolazione
fine, per ottenere ottimi risultati occorre utilizzare immagini di test e seguire una procedura ben precisa; chi
intende cimentarsi in questa pratica
può utilizzare la nostra guida, acces-
sibile a questo link.
I TV offrono impostazioni predefinite
in grado comunque
di offrire un buon
equilibrio generale,
senza troppe complicazioni, a patto di
scegliere quella giusta: generalmente le
più equilibrate sono
le modalità standard o naturale, cinema o film.
No alle immagini schiacciate
e tagliate
I TV hanno schermi con rapporto di
forma 16/9 (rapporto tra larghezza e
altezza dello schermo), le immagini
trasmesse possono tuttavia avere
formati differenti: 4/3 (1,33:1) ad
esempio per le vecchie trasmissioni, stretto e allungato (2,35:1) per i
film girati su pellicola. I TV possono
adattare le immagini per riempire lo
schermo, eliminando le bande nere
sopra e sotto le immagini o ai loro
lati, queste intervengono a seconda dei casi zoomando e tagliando
le immagini ai lati o deformando il
formato originale.
Meglio non utilizzare queste funzioni ed evitare soprattutto le immagini schiacciate, rispettando il formato
originale e accettando la presenza
delle bande nere.
Filtri: attenti a non esagerare
I TV offrono filtri digitali per migliorare la qualità delle immagini: filtri
di riduzione del rumore, di nitidezza
per aumentare il contrasto. Questi
migliorano alcune caratteristiche video ma possono rendere innaturali
le immagini e introdurre artefatti e
pertanto vanno utilizzati con moderazione, valutando il risultato ottenuto e regolando il loro intervento
al minimo indispensabile.
Immagini “più fluide”
Durante la visione capita talvolta di
rilevare dei piccoli scatti nelle immagini in movimento, specie nei film,
ciò è dovuto al numero di fotogrammi con cui sono registrate le immagini, il cosiddetto frame rate. Il materiale di origine cinematografica è
registrato a 24 fotogrammi al secon-
do, questo frame rate relativamente
basso sul pannello dei TV digitali dà
origine al problema. Per offrire movimenti più fluidi sono stati sviluppati sistemi di interpolazione delle
immagini: il processore video del TV
esamina i contenuti dei fotogrammi
e secondo specifici algoritmi genera
dei fotogrammi intermedi da aggiungere agli originali.
Le immagini in questo modo scorrono più fluide ma possono risultare
meno naturali, in qualche caso afflitte da artefatti. Ogni costruttore utilizza un proprio algoritmo di interpolazione, alcuni funzionano meglio di
altri, il loro intervento nella maggior
parte dei casi è regolabile, volendo è
possibile escluderli.
3D, occhialini, crosstalk
Le immagini 3D sono ottenute visualizzando fotogrammi diversi destinati all’occhio destro e sinistro:
gli occhialini fanno in modo che il
corretto fotogramma giunga a ciascuno dei nostri occhi.
A seconda della tecnologia utilizzata
si parla di 3D attivo (le lenti degli occhiali si oscurano in modo sincronizzato con i fotogrammi trasmessi) o
passivo (le immagini sono polarizzate mediante un filtro e “recuperate”
dagli occhiali).
Può capitare che il fotogramma destinato a uno dei nostri occhi giunga
anche all’altro creando un’interferenza nota come crosstalk, il cui effetto
è visibile sotto forma di doppi bordi
delle immagini e un ridotto effetto
di profondità.
In alcuni casi i TV hanno menù dedicati che permettono di regolare
profondità e prospettiva dell’effetto
3D, per migliorare la resa. Un sistema
di elaborazione può inoltre trasformare le immagini 2D in 3D, anche in
questo caso l’effetto è regolabile.
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Abbiamo messo alla prova l’interessante Panasonic SC-HTB15, l’Home Cinema che diventa soundbar. Ecco come si comporta
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L’Home Theater di Panasonic si trasforma in soundbar
È un sistema 2.1 che con un semplice accorgimento si trasforma in una soundbar sottile e di minimo ingombro. Molto interessante il rapporto qualità/prezzo
di R. Faggiano
N
ella gamma Home Theater Panasonic abbiamo trovato un’interessante soluzione per chi
desidera ascoltare dignitosamente i
programmi televisivi e le colonne sonore dei film, con la massima semplicità e
senza svuotare il portafogli. Il sistema
HT-B15 è un semplice 2.1 collegabile
a qualsiasi sorgente digitale come TV o
lettori Blu-ray, in grado di decodificare
colonne sonore Dolby Digital e DTS
oltre a convertire segnali digitali stereo PCM fino a 96 kHz. La caratteristica
più interessante del sistema Panasonic
HT-B15 è la possibilità di configurarlo
come soundbar oppure come classico
sistema 2.1: in dotazione infatti troviamo un giunto metallico che permette
di unire i due diffusori destro e sinistro,
formando quindi la soundbar, ma ci
sono anche due basette per chi preferisse la classica soluzione con diffusori
separati. In dotazione ci sono poi gli
accessori per il montaggio a parete.
In versione soundbar il diffusore unico
misura 80 cm in larghezza e quindi si
adatta a televisori da 32 o 37 pollici,
in versione separata invece i diffusori
hanno uno spessore molto ridotto (75
mm) e quindi sono facilmente collocabili anche su piccoli ripiani. In comune
alle due soluzioni il subwoofer attivo,
di dimensioni non trascurabili e con
altoparlante che diffonde verso il basso. Gli unici comandi disponibili sono
tutti concentrati sul subwoofer ma non
esiste un display: per il controllo delle
funzioni ci sono solo spie luminose
che segnalano la sorgente e il tipo di
segnale in ingresso; per il volume è impossibile sapere il livello perché il LED
segnala solo la ricezione dell’impulso.
Il piccolo telecomando permette di
scegliere la sorgente, variare il volume
e il livello del subwoofer, c’è anche un
comodo tasto mute per zittire subito il
sistema.
Finiture abbastanza curate
La costruzione è abbastanza curata,
così come la finitura; meglio però i
diffusori del subwoofer, dove emergono particolari in plastica economica e
alcune zone in una specie di cartone
non proprio all’altezza della situazione.
Nel subwoofer trovano posto tutti gli
amplificatori, la potenza dichiarata è
di 120 Watt per il subwoofer e altri 120
Watt complessivi per i due diffusori
(distorsione al 10%). Gli altoparlanti impiegati nei diffusori sono molto piccoli,
si tratta di un woofer ellittico da 10 x 3,5
cm e un tweeter con semicupola da 25
mm. Nel subwoofer invece troviamo
un robusto altoparlante da 16 cm che
lavora in un accordo reflex, entrambe le
emissioni sono verso il pavimento, con
un opportuno distanziale nel mobile.
Questa soluzione dovrebbe rendere
meno critico il posizionamento del
sub, ma vedremo che proprio questo
aspetto è il punto debole del sistema.
Niente ingressi analogici
Gli ingressi del sistema sono esclusivamente digitali, due con presa HDMI e
uno per un cavo digitale ottico; in uscita ci sono le prese per i diffusori destro
e sinistro con connettore a prova di errore e un’altra presa HDMI con funzione ARC (canale audio di ritorno) per il
collegamento al televisore. La scelta di
non avere nessun ingresso analogico è
discutibile ma semplifica l’elettronica;
utilizzando un lettore Blu-ray con funzioni di network player comunque si
può aggirare l’ostacolo per chi ha musica su compact disc e al tempo stesso
si potrà riprodurre musica liquida.
Buon sistema 2.1, meglio
coi diffusori separati
Per testare il sistema Panasonic abbiamo utilizzato un lettore Blu-ray
come sorgente e abbiamo verificato
le prestazioni sonore in entrambe le
modalità soundbar e diffusori separati.
In pratica non c’è nulla da fare per le
impostazioni, il sistema sceglie automaticamente in base al tipo di segnale
in ingresso: con segnali stereo PCM si
rimane in modalità stereo standard,
con segnali Dolby o DTS multicanale
viene invece attivato il Dolby Virtual
Surround, arricchito con ulteriori effetti
e un effetto per i dialoghi; volendo è
possibile escluderlo ma la modalità è
complicata.
Iniziamo l’ascolto con diffusori separati
e segnali stereo, ma immediatamente
si presenta il problema del subwoofer,
il cui livello è sproporzionato all’emis-
Panasonic SC-HTB15 - 299 EURO
Quality
Longevity
Design
8
7
7
sione dei canali frontali. Per trovare un
ascolto accettabile dobbiamo metterlo al minimo e anche così il suo livello
sembra ancora eccessivo. Abbiamo
provato diverse posizioni, ma il risultato non cambia, la soluzione drastica
può essere quella di “tappare” il condotto reflex (magari con una spugna,
dato che il condotto ha forma rettangolare) per tentare di placare il sub,
almeno per l’ascolto musicale. Un peccato perché il resto del sistema fornisce
prestazioni superiori alle aspettative.
Nella configurazione con diffusori separati le prestazioni sono ottime e non
sembra proprio di ascoltare diffusori
così piccoli, seppure emerga il taglio
troppo in alto verso il subwoofer, le
voci sono molto equilibrate, non manca la dinamica e non manca nemmeno una buona tridimensionalità. Con le
colonne sonore multicanale il coinvolgimento è buono, ma l’effetto virtuale
dei canali surround è minimo, pur notando un ampliamento della scena e
una corretta distribuzione di suoni ed
Simplicity D-Factor
8
8
Value
8
effetti sul fronte anteriore. Con la configurazione soundbar le impressioni non
cambiano di molto, a parte l’inevitabile
restringimento della scena nell’ascolto di colonne sonore. Probabilmente
bisognava prevedere una modalità
soundbar per aumentare l’effetto del
Dolby Virtual. Inoltre nella configurazione a diffusore unico emerge una certa
direzionalità dei tweeter che sconsiglia
di porre il diffusore troppo al di sotto
del punto di ascolto. Anche il semplice collegamento a un TV compatibile
ARC ha dato buoni risultati, inoltre in
questo caso il TV riconosce il sistema
audio e zittisce automaticamente gli
altoparlanti interni; in questa configurazione il volume può essere variato dal comando del televisore.
Nel complesso un buon sistema 2.1
dall’ottimo rapporto qualità/prezzo; quando possibile ci sentiamo di
consigliare la configurazione a diffusori separati, quella in grado di far
emergere le notevoli qualità sonore
del sistema.
Tocca lo schermo
resta al caldo
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Il guanto che funziona con tutti
i display touchscreen e tiene al caldo le dita.
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n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Utile come soluzione per chi desidera entrare nel mondo cloud senza appoggiarsi a un servizio esterno. Prezzo abbordabile
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Cloud “in casa”? Si può fare col Synology DS212j
Accedere ai contenuti (multimediali e non) del proprio NAS, ovunque ci si trovi. Ecco cosa offre Synology con il nuovo NAS a due dischi DS212j da noi testato
di M. Dalli
C
hi ha necessità di accedere ai
propri file (documenti, foto,
musica, e via dicendo) dalla rete,
ovunque si trovi nel mondo, ha sostanzialmente due opzioni: caricare i file su
un servizio cloud pubblico (ce ne sono
ormai a bizzeffe) oppure realizzare in
casa un piccolo cloud. In questa prova
ci concentreremo su questa seconda
opzione, analizzando nello specifico il
Synology DS212j, l’ultimo NAS a due
dischi di Synology che offre una serie
di applicazioni (web e per smartphone)
che consentono proprio di realizzare
una piccola “nuvola” personale.
Cloud pubblico o privato?
Di recente si sono moltiplicati i servizi
cloud che consentono, dietro pagamento, di caricare la propria vita digitale in rete e accedervi in remoto. Questi
servizi, secondo alcuni, sono il futuro
dell’archiviazione dei file, ma, per quanto siano molto interessanti, presentano
ancora dei limiti, come:
· Prezzo - Dopo i primi GB gratuiti, i servizi richiedono un pagamento di un canone annuale per GB; in alcuni casi, se si
ha una vasta libreria musicale o di foto
o video, il prezzo può arrivare a qualche
centinaia di euro all’anno;
· Upload - I dati vanno copiati dal proprio computer locale a un server remoto; con una connessione ADSL, se i
dati sono molti, il tempo richiesto può
essere frustrante;
· Privacy - Sebbene i servizi cloud ga-
Audio Station
rantiscano le più basilari regole di riservatezza, caricare un file su un server
remoto può dare la sensazione a molti
di perdere il controllo su chi può avere
accesso a quel file e chi no.
Il cloud privato creato con un NAS, per
contro, ha un prezzo sostanzialmente
“una tantum” che, rispetto a quello dei
cloud pubblici, si ammortizza nel giro di
un anno o poco più, non presenta problemi di upload, in quando i file vengono caricati dalla rete locale (il problema
dell’upload sussiste solo quando si vuole scaricare un documento da remoto)
e non presenta nemmeno problemi di
privacy, dal momento che i dati risiedono in casa del suo proprietario.
Soluzione definitiva, quindi? Non proprio, visto che per realizzare un cloud
privato servono alcuni “requisiti” e un
minimo di dimestichezza con le reti locali, in particolar modo con il router.
Cosa offre il NAS Synology
Prima di tuffarci nella prova dei servizi
cloud, diamo un rapido sguardo al NAS
in prova. Il Synology DS212j, come già
detto, è un NAS che può ospitare fino
a 2 dischi SATA II, con possibilità di configurarli come dischi singoli, aggregati
(JBOD), o in RAID (0 o 1); è supportata
inoltre la tecnologia Synology Hybrid
RAID, un sistema di ridondanza ibrido in
grado di massimizzare la capacità dell’archivio. Il DS212j offre inoltre due porte USB 2.0 per il collegamento a dischi
esterni USB e stampanti da condividere
in rete. L’interfaccia di
rete è invece Gigabit, a
singola porta. Il tutto è
fatto funzionare da un
processore da 1,2 GHz
con 256 MB di RAM.
Per quanto riguarda
invece il software, sono
supportati i più comuni
protocolli di condivisione file, come CIFS/
SMB, AFP (Apple File
Protocol) e NFS, a cui
si aggiunge il DLNA e,
opzionalmente, iTunes
Server e lo Squeezebox
Server.
I servizi cloud
Cosa si può dunque fare con un NAS
Synology? Le funzioni cloud sono abilitate, nel DS212j così come in tutti i
più recenti NAS Synology, dal firmware
DSM 3.2 o superiore; noi abbiamo testato il NAS con il firmware beta DSM
4.0, che eredita le funzioni delle versioni precedenti, ma migliora l’interfaccia
grafica. In questo sistema sono integrate alcune applicazioni come Audio Station e Photo Station, che permettono
agli utenti di accedere alla propria musica e alle proprie foto in maniera facile
e intuitiva. Queste due funzioni, inoltre,
sono accessibili anche da smartphone,
come vedremo tra poco. La maggior
parte delle funzioni dei NAS Synology
sono controllabili da un “desktop remoto”, che consente di accedere a un
browser di file, così come a tutte le funzioni del NAS; è inoltre possibile creare
un link breve da dare all’esterno per
condividere un determinato file, senza
dare accesso all’intero archivio, ma andiamo con ordine.
Audio Station
L’Audio Station è un vero e proprio
player audio capace di riprodurre la
maggior parte dei file audio (FLAC e
ALAC compresi) direttamente dall’interfaccia Web. Per accedervi da remoto
è quindi sufficiente accedere al “desktop” offerto dal DSM. Da smartphone,
invece, è disponibile un’apposita app,
per iOS e Android, che consente di
accedere alla musica da 3G o Wi-Fi; è
evidente che, per effettuare correttamente lo streaming, serve una buona
connessione con banda sufficiente in
upload: se non è un problema per file
MP3 a basso bitrate, può diventarlo con
i file FLAC che, a volte, posso arrivare e
persino superare, 1 Mbps, per cui una
ADSL non è più sufficiente.
Sia da web che da smartphone, inoltre,
è possibile selezionare come riproduttore audio il dispositivo in uso (PC o
smartphone) oppure un dispositivo
compatibile AirPlay; in quest’ultimo
caso è possibile, tramite transcodifica
del file audio, inviare un brano FLAC a
dispositivi AirPlay, come ad esempio
lo Zeppelin Air di B&W. L’unica pecca
riscontrata riguarda i file FLAC che,
seppur dichiarati compatibili, non sono
stati riprodotti correttamente da Audio
Station. Il problema potrebbe però essere imputabile alla natura “beta” del
firmware, dato che lo stesso firmware,
su un altro NAS Synology, riconosce
perfettamente i file FLAC.
Photo Station
Photo Station è l’interfaccia Web di Synology per la condivisione di fotografie,
una sorta di Picasa o Flickr privato. Una
volta configurata, è accessibile direttamente tramite un indirizzo dedicato;
sta all’utente scegliere se lasciare tutti i
contenuti pubblici oppure quali album
fotografici proteggere (il sistema permette la configurazione di più utenti
con permessi diversi). Anche in questo
segue a pag. 21
n. 40 / 30 gennaio 2012
estratto da www.dday.it
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TEST
NAS Synology DS212j
segue da pag. 20
caso l’applicazione per smartphone
consente di avere un’interfaccia semplificata per l’accesso da dispositivi mobili,
a cui si aggiunge l’interessante opzione
per caricare immagini sul NAS direttamente dallo smartphone, utile se si è
in viaggio e si vuole tenere aggiornato
l’album delle foto mano a mano che
si scattano. Il caricamento delle foto è
creazione di nuovi album fotografici.
Sia smartphone che Web, infine, supportano il geotagging, mostrando sulla mappa di Google la posizione dove
sono state scattate le foto, con visualizzazione sia per singola foto che per
album.
File Station
Il terzo programma di condivisione
proposto da Synology è File Station
che, come suggerisce il nome, consente di gestire i file salvati sul NAS. An-
File Station
Il Synology DS212j si è dimostrato un
ottimo prodotto, sia per la semplice
creazione di un archivio centralizzato
(multimediale e non) all’interno della
rete domestica, sia come centro del
Cloud privato. Le numerose funzioni
preinstallate, unite alla possibilità di
scaricare pacchetti aggiuntivi, sia da Synology che da terze parti, ne fanno un
NAS ideale per l’ambiente casalingo. Il
DS212j è però adatto solo a piccoli volumi di traffico, mentre chi ha necessità
di scambiare dati con un ampio numero di utenti farebbe meglio a considerare altri prodotti con CPU più potente
e un quantitativo superiore di RAM;
questo DS212j, ad esempio, impiega
circa 15 minuti per importare in Photo
Station 200 foto da 2 Megapixel l’una.
Un occhio infine ai consumi: il Synology DS212j consuma circa 10 Watt in
funzione con un solo disco, mentre con
due dischi il consumo dovrebbe salire a
circa 15 Watt. Il consumo dipende ovviamente dai dischi installati e dal profilo energetico scelto (c’è la possibilità di
mettere in sospensione i dischi quando
non utilizzati), ma si tratta in ogni caso
di un valore contenuto. Nel complesso il DS212j è un piccolo NAS che può
tornare utile a chi desidera entrare nel
mondo Cloud senza appoggiarsi a un
servizio esterno. Il costo del prodotto
senza dischi, 150 euro più IVA (circa 180
euro), ne fa una soluzione abbordabile
ed è sicuramente un buon rapporto
prezzo prestazioni.
MOBILE
MOBILE
smartphone, con possibilità di caricare
e scaricare file in locale. Da dispositivi
Apple, inoltre, è possibile accedere ai
file salvati su iCloud, per poi sportarli su
NAS Synology (o viceversa). L’interfaccia Web consente infine di avere una
rapida anteprima delle immagini, oltre
a una funzione chiamata “Condividi collegamenti file” che permette di condividere all’esterno un singolo file (non una
cartella) tramite URL breve; questo metodo permette di dare accesso a una
persona esterna a quel file, senza dover
creare un account sul sistema e dargli
accesso al NAS, soluzione pratica se lo
scopo è solo quello di condividere un
singolo file con persone poco esperte.
Conclusioni
La notizia
su DDAY.it...
possibile
anche daprosegue
Web, così come
la che File Station è accessibile da Web o
MOBILE
PEOPLE & MARKET
HTC negli ultimi due anni ha annunciato una quantità
spropositata di modelli, quasi al ritmo di uno al mese.
Una strategia che a quanto pare non ha ripagato
più di tanto. In un’intervista a Mobile, il leader della
filiale britannica, Phil
Roberson, annuncia
che per il 2012 HTC
ha intenzione di
ridurre sensibilmente
l’offerta, in modo
tale da proporre una
gamma di smartphone
decisamente più mirata.
Megaupload era solo la punta dell’iceberg, e come
previsto dopo la sua chiusura per non rischiare
le stesse pene anche tutti gli altri siti si stanno
adeguando e iniziano a cancellare account scomodi
e file protetti da copyright. Il primo a muoversi (ma
ne seguiranno altri) è Filesonic: non sarà possibile
condividere un file ma solo caricare e scaricare file
personali con l’account dall’utente
HTC: nel 2012 arriveranno
pochi telefoni ma buoni
Anche Filesonic molla
Moriranno tutti
PEOPLE & MARKET
MOBILE
DIGITAL IMAGING
La notizia non è di quelle inaspettate: il Lumia 900,
il nuovo smartphone Windows Phone che Nokia
ha presentato al CES di Las vegas, arriverà anche in
Europa, seppure senza la connettività LTE. A suo modo
lo conferma Carphone Warehouse che ha aperto (e già
rimosso) una pagina di prenotazione per il telefono,
che dovrebbe arrivare nei negozi a giugno. Negli Stati
Uniti il Lumia 900 arriverà con supporto alle reti LTE, in
Europa il modello ne sarà alleggerito.
Un tecnico Canon è stato “pizzicato” in Kenya con
una sconosciuta reflex di fascia alta. Si tratta della
nuova 5D Mark III o forse della 7D Mark II? Il fotografo
autore dello scoop ha notato non tanto le lenti
quanto la macchina che stava dietro: joystick sulla
batteria supplementare, pulsante “Q” a destra della
ruota sul dorso, display
ampio e nessun flash
integrato. Non è la 5D
Mark II, non è la 7D.
Di quale macchina si
tratta?
Un 2011 in perdita per
Sony Ericsson
Il 2011 si chiude con perdite nette di 247 milioni
di euro, 207 milioni solo nell’ultimo trimestre che
ha visto una flessione del 20% rispetto a un anno
fa. L’azienda, che nel corso del 2012 diventerà una
divisione Sony a tutti gli effetti con la fuoriuscita di
Ericsson, elenca tra le cause di questa situazione
la crisi economica,
la ristrutturazione
in corso per il
passaggio a Sony e i
danni subiti a causa
delle inondazioni in
Tailandia.
Il Lumia 900 in Europa
senza LTE
Tetto della macchina OLED?
Grazie BASF
La tecnologia OLED applicata ai TV rappresenta una
piccola percentuale delle possibilità offerte dal LED
organico. BASF, con la collaborazione di Philips, ha
messo a punto un rivestimento per i tetti delle auto
che integra uno strato OLED che una volta acceso è in
grado di proteggere dal sole e illuminare l’abitacolo.
Spento è totalmente trasparente e si comporta come
un normale tetto panoramico da auto. .
È questa la nuova
Canon 5D Mark III?
Il primo Quad Core di LG
Si avvicina il Mobile World Congress e arrivano le
prime indiscrezioni. In rete sono comparse le prime
immagini dell’LG X3, quello che dovrebbe essere il
nuovo smartphone top di gamma del produttore
coreano. Le caratteristiche
sono quelle che possiamo
aspettarci dalla prossima
infornata di nuovi modelli:
processore Quad Core (NVIDIA
Tegra 3 in questo caso),
display con risoluzione 720p
da ben 4.7 pollici, Android 4
Ice Cream Sandwich..
MOBILE
Galaxy S III? C’è chi lo
avrebbe già provato
Ildar Murtazin è un personaggio della blogsfera russa
che sembra avere gli agganci giusti (anche se ogni
tanto le spara grosse). Questa volta avrebbe fatto
intendere su Twitter di essere già entrato in possesso
per qualche tempo
del Samsung
Galaxy S III, il nuovo
smartphone top di
gamma che l’azienda
dovrebbe presentare
al prossimo MWC,
rivelandone alcuni
dettagli.