Una “primavera”del cinema
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Una “primavera”del cinema
10 Domenica 25 Gennaio 2015 Gazzetta del Sud Spettacoli . Arriva nelle sale la singolare opera surreal-noir di Roy Anderson L’umanità folle dal punto di vista di un... piccione In 39 bizzarri piani-sequenza tra Bruegel e Hopper Francesco Gallo ROMA Come diavolo vedono i piccioni la vite e le gesta degli umani? A dirla con Roy Anderson in maniera davvero originale. Gli umani sono buffi, ossessivi, ripetitivi e davvero bizzarri. Questo, in estrema sintesi, “Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza”, Leone d’oro all’ultima Mostra del cinema di Venezia e dal 19 febbraio in sala con Lucky Red. Stile surreal-noir per un film concepito in 39 piani sequenza che ricor- dano allo stesso tempo: teatrini di cera, i quadri di Edward Hopper, le opere affollate di Bruegel, quelle di Otto Dix, comiche noir e deliranti Wunderkammer. Insomma una vera follia in cui troviamo allo stesso tempo quadretti di Sam e Jonathan, i più tristi venditori ambulanti di articoli per feste e travestimenti. L’ex capitano di un traghetto e che ora gestisce un salone di parrucchiere, ma il suo unico cliente lo abbandona quando sente il suo singolare curriculum non richiesto. Una ballerina di flamenco che rivela i propri sentimenti toccando troppo esplicitamente uno dei suoi studenti. E ancora varia umanità L’umanità in... quadretti. Una delle scene del film che al telefono si ostina a ripetere questo tormentone: «Sono contenta di sentire che stai bene!». Roy Anderson, che ha descritto questo film come un mix di tre romanzi – Don Chisciotte di Cervantes, Uomini e topi di John Steinbeck e Delitto e castigo di Dostoevskij – considera questo suo lavoro l’ultimo di una trilogia dopo “Songs from the Second Floor” (2000), Premio della Giuria a Cannes, e “You, the Living” (2007). «Penso che questo film sia un esempio ancora più chiaro di ciò che considero come “trivialismo” - ha detto Anderson - . Si tratta della trivialità trasformata in un’esperienza più attraente. E questo si ap- plica anche alla pittura in generale, tutta la storia dell’arte è piena di trivialità perché fanno parte delle nostre vite, delle nostre premesse nella vita. Adoro questa cosa, e un domani vorrei diventare anche più triviale di quanto non lo sia stato in questo film. Anche di più che nelle scene con il re svedese Carlo XII che torna al campo di battaglia di Poltava, dove appare inaspettatamente in situazioni molto triviali, prima quando gli viene sete e poi quando ha bisogno di andare in bagno». E ancora Anderson: «Per un artista è importante, necessario persino, smuovere i preconcetti, suscitare, aumentare il senso di colpa nel mondo. Siamo an- Brevi Con 6 nomination Di nuovo nelle sale il caso dell’anno “Boyhood” SU RAI STORIA “Il diario di Anna Frank” 4Binario Cinema, il programma di Rai Cultura, stasera alle 21.30, su Rai Storia (ch. 54 del Digitale terrestre e ch. 23 TivùSat), proporrà il film del 2009 “Il diario di Anna Frank”, firmato da Jon Jones per la BBC. Il film è dedicato alle vicende della famiglia olandese Frank tra il 1942 e il 1944, così come vennero narrate in prima persona dalla figlia Anna, morta ad Auschwitz, nel suo celeberrimo diario. Alessandra Magliaro ROMA La soddisfazione è pari alla lunghezza del film: grande. Ecco così che per due settimane si può recuperare in sala (e dai primi di febbraio in home video Universal) “Boyhood” di Richard Linklater, il film caso dell’anno, candidato a sei Oscar nelle categorie più importanti, tra cui miglior regista e miglior film, e che comunque si è già guadagnato un posto nella storia del cinema. In due ore e quaranta il film segue la crescita nell’arco di 12 anni di Mason, un eccezionale Ellar Coltrane filmato da quando ha l’età di 6 anni. Il regista ha coinvolto lui e lo stesso cast di attori, Patricia Arquette e Ethan Hawke (entrambi candidati come non protagonisti) a seguirlo in quest’avventura che è un’idea cinematografica innovativa e unica. Ma al di là di questo, ed è il motivo per cui ha dominato le candidature agli Oscar nonostante di tratti di un film indipendente e lontanissimo da logiche hollywoodiane, l’opera è un viaggio nel cuore dell’infanzia e poi dell’adolescenza e della gioventù, un ritratto intimo e allo stesso tempo epico di cosa significa essere bambini e poi ragazzi oggi in Occidente tra famiglie disgregate, allargate, accoppiate alla meno peggio, insoddisfatte. Mason che sogna la mamma accanto, che vorrebbe vedere i genitori baciarsi anziché litigare e separarsi, Mason che cresce con altri padri che lo educano senza amore. Mason che diventa adulto. Un viaggio emozionale e toccante. E si capisce perché, oltre alle 4 nomination principali, il film abbia avuto candidature anche per la migliore sceneggiatura, sempre di Linklater, e dell’editing. 3 “Boyhood”. Un film girato nell’arco di ben dodici anni cora tenuti a provare vergogna. Ho questa scena in mente da 50 anni e contiene anche molti riferimenti storici. Sono molto felice di essere riuscito a realizzarla senza servilismi o sentimentalismi. Nel film, ci sono numerose scene di questo tipo. Ho cercato, perlomeno, di creare una grande tensione tra il banale e l’essenziale, il comico e il tragico, ma anche le scene tragiche contengono energia e ironia. Vedo “Il piccione” come un film comico dall’inizio alla fine, emozionante e edificante. Ma di quando in quando, il pubblico assisterà anche a delle esplosioni di terrore. Sarà un’estensione di sentimenti che vanno dall’ironia all’orrore». IL PICCOLO ENEA È nato il figlio di Bocci e Chiatti l Dimessa dall’ospedale Messina protagonista. Un bel primo piano di Desirée Noferini (sullo sfondo, lo Stretto). Accanto, una scena al Museo peloritano e, in alto, regista e cast sul palco triestino Successo della prima triestina per la pellicola del messinese Francesco Calogero Una “primavera” del cinema Il pubblico ne ha apprezzato la “classicità” cinefila e letteraria, fuori dalle mode Elisabetta Reale MESSINA Non si poteva immaginare accoglienza più calda ed entusiasta da parte del pubblico alla prima proiezione ufficiale di “Seconda primavera”, film scritto e diretto (girato interamente sullo Stretto) dal regista messinese Francesco Calogero, presentato all’interno della ricca programmazione del Trieste Film Festival. In un teatro Miela gremito – nonostante la concomitante programmazione dell’atteso “Corpo estraneo”, presentato alla vicina sala Tripcovich dal regista polacco Krzysztof Zanussi – “Seconda primavera” è stato accolto da applausi prolungati, cui ha fatto seguito un serrato dibattito che ha trattenuto gli spettatori in sala oltre ogni previsione. A moderare, il direttore artistico del festival Fabrizio Grosoli, che ha definito il film di Calogero, con un felice paradosso, «meravigliosamente inattuale»: fuori dalle mode e segnato da una finezza “classica” ormai rarissima sul grande schermo. E proprio sul suo essere antimodernista, sulla sua classicità cinefila e letteraria si sono basate molte domande del pubblico. «Per me era indispensabile, necessario direi, il confronto. – ha detto Calogero – Il film mostra quel gusto per il frammento apprezzato dalla platea che ne ha colto lo slancio. La proiezione ha suffragato la mia percezione, perché volevo realizzare un film per il pubblico, per raccontare delle cose e suscitare riflessioni ed emozioni. E siamo molto felici dei riscontri positivi della critica ma in egual misura degli applausi del pubblico, certamente selezionato, ma eterogeneo, che da “Seconda Primavera” è rimasto colpito». Un cuore in inverno Assieme a Calogero a Trieste per la prima anche il protagonista Claudio Botosso, magistrale nel rendere la precoce “senilità” – termine rubato a Italo Svevo dal regista, contagiato dall’atmosfera triestina – dell’architetto “cuore in inverno” Andrea, la deliziosa Desirée Noferini, a proprio agio anche nel lessico siculo-messinese, nonostante le sue origini fiorentine, l’intensa Anita Kravos, particolarmente emozionata perché triestina di nascita, il brillante Il regista: il film mostra quel gusto per il frammento che è stato apprezzato dalla platea Gianluca Cesale, ormai messinese d’adozione per la lunga militanza tra le file della compagnia Scimone-Sframeli. E poi, imprevedibile e frizzante come d’abitudine, il popolare Nino Frassica, che nel pomeriggio aveva anche presentato – nella bella cornice del Caffè San Marco – la sua ultima fatica letteraria “La Mia Autobiografia (70% Vera 80% Falsa)”. Assente nel quartetto dei protagonisti, il giovane ma già navigato attore messinese Angelo Campolo, impegnato in Sicilia nelle repliche de “L’onorevole”, messo in scena da Enzo Vetrano e Stefano Randisi. Così come lontani per altri impegni gli altri (tanti) messinesi del ricco cast – completato dal tunisino/torinese Hedy Krissane e dalla catanese Tiziana Lodato, oltre che da Lucilla Mininno, Barbara Silva e Paola Cigna – quali Monia Alfieri, Antonio Alveario, Livio Bisignano, Giovanni Boncoddo, Roberto Gigante, Giulia Giordano, Vivina Guerra, Antonio Lo Presti, Vittoria Micalizzi, Domenico Minutoli, Alberto Molonia, Annibale Pavone, Maria Pia Rizzo, Giada Vadalà e i piccoli Mattia Bonaventura e Gregorio Puleo. In rappresentanza di una troupe «mai come in questa occasione legata al film, che ne ha seguito l’evoluzione con attesa e vibrante partecipazione, che li ha spinti anche a partecipare alla prima» ha voluto sottolineare Calogero, che ha annoverato tra le sue fila il sensibile direttore della fotografia Giulio Pietromarchi, il pluripremiato montatore Mirco Garrone, il versatile musicista Sandro Di Stefano, e i messinesi doc Antonio Virgilio (scenografo) e Roberto Bonaventura (aiuto regista), erano presenti a Trieste la costumista Antonella Zito, la sua assistente Cristina Ipsaro Passione, l’attrezzista Maurizio Marino, gli stagisti Emanuele Morabito (fotografia) e Giorgio Calogero (produzione), del gruppo di studenti presenti sul set grazie alla partnership della società produttrice – la messine- Un volto amato. Nino Frassica al Festival di Trieste se Polittico srl, creata nel 2013 da Mia Arfuso con lo stesso Calogero – con l’Università degli Studi di Messina e il Centro attrazione risorse esterne e creazione d'impresa. Presto in Sicilia «Ora per “Seconda Primavera” comincia un percorso ancor più tortuoso, quello della distribuzione, certamente il film circolerà in Sicilia ed a Messina dove è stato girato – ha detto Calogero – ma il nostro sforzo è rivolto anche per riuscire ad ottenere una visibilità sul territorio nazionale». Realizzato in collaborazione con la Sicilia Film Commission e l’assessorato regionale Turismo, Sport e Spettacolo, “Seconda primavera” si è anche avvalso dell’apporto, ai sensi delle norme sul tax credit, di società di rilevanza nazionale quali le ragusane Argo Software e Agriplast, oltre che del patrocinio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Messina. Alla realizzazione del film hanno contribuito il Museo Interdisciplinare Regionale di Messina, il Teatro Vittorio Emanuele, Comune, Provincia e Prefettura di Messina, Comune di Rometta, Policlinico “G. Martino” di Messina e “Garibaldi-Nesima” di Catania e inoltre, a vario titolo, numerosi imprenditori locali. 3 di Perugia l’attrice Laura Chiatti (nella foto) dopo il parto del primogenito Enea. Con il marito Marco Bocci si sono detti «orgogliosi della sanità pubblica dell’Umbria». «Grazie - hanno aggiunto - a medici e ostetriche dell’ospedale di Perugia». Tenuto conto del positivo decorso post-operatorio accertato dal dottor Giuseppe Luzi, la Chiatti - riferisce l’ufficio stampa dell’Azienda ospedaliera - ha potuto lasciare il reparto di ostetricia e ginecologia del Santa Maria della Misericordia. S. GIORGIO A CREMANO Nasce “La casa di Massimo Troisi” 4A San Giorgio a Cre- mano nasce “la Casa di Massimo Troisi” in ricordo dell’indimenticabile artista prematuramente scomparso che nacque nella cittadina alle porte di Napoli e mosse i primi passi della sua carriera. Uno spazio in Villa Bruno sarà dato all’associazione culturale guidata dal fratello dell’artista, Luigi, che si occuperà di tenerne viva la memoria anche attraverso la formazione di nuovi talenti nel campo dello spettacolo.