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n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
SPECIALE CES

2016
56 PAGINE
DI NOVITÀ
DA LAS VEGAS
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n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
Non bisogna
aver paura di un
CES che cambia
continuamente
Chi come noi ha vissuto sulla propria pelle (e anche sulle proprie occhiaie) una ventina di edizioni
del CES di Las Vegas, non può non leggere il
costante cambiamento a cui la manifestazione si
sottopone e si è sempre sottoposta. Resta uguale
solo il nome; o forse neppure quello, visto che
quest’anno sparisce il prefisso “International”
e non è più concessa la versione per esteso
“Consumer Electronics Show”, ma vale solo l’una
dizione contratta “CES”. Anche l’associazione che
organizza l’evento, la CEA (Consumer Electronics
Association) ha cambiato denominazione in CTA
(Consumer Technology Association). Come se
l’organizzazione stesse prendendo le distanze
da un mondo, quello della classica elettronica
di consumo, che considera oramai vecchio, o
quantomeno parziale.
Cosa sta succedendo? Beh, il TV, che di questa
fiera è sempre stato il re, diventa sempre meno
rilevante; ed onestamente questo accade più per
colpa degli espositori che dell’organizzazione. I
marchi sono sensibilmente meno e il loro impegno sul fronte del TV è oramai decisamente ridotto, almeno per quanto visto in fiera. Samsung, LG
e Sony, i tre nomi più grandi, sono stati accomunati dalla scelta di mostrare un solo modello, il top
di gamma; Panasonic è andata addirittura oltre:
ha esposto un solo esemplare del nuovo TV. Tutti
questi nomi avevano stand più piccoli (alcuni
anche sensibilmente) rispetto agli scorsi anni. Di
vedere la gamma media non se ne parla: evidentemente – siamo portati a pensare – della gamma
media c’è poco da mostrare e poco da vantarsi,
tesa com’è ai soli risparmi per agganciare un prezzo sempre più basso. E se la classica elettronica di
consumo (l’audio e il video) arretra, avanza tutto
il resto. Quel resto fatto da un lato dalle startup
dell’Internet degli oggetti, con in mezzo un po’ di
società di piccole e medie dimensioni operanti
in settori molto promettenti come per esempio
l’e-health e i droni, per finire con praticamente
tutte le più importanti case automobilistiche e il
loro indotto più elettronico. Qualcuno si aspetterà
forse da noi una lamentazione nostalgica del CES
che fu e che non sarà mai più; di quando sì che gli
apparecchi duravano tanto; di quando si scopriva
tutto a Las Vegas, senza gli inevitabili leak e le
anticipazioni via Internet. E invece no, i cambiamenti non ci spaventano; quando non ci esaltano,
per lo meno ci incuriosiscono. Gary Shapiro, il
numero uno del CES, potrà essere considerato un
lobbista senza scrupoli, ma di certo non è stupido
e sa leggere la realtà, se è vero che in questi
anni ha fatto prosperare il CES come non mai: in
questa edizione siamo arrivati alla cifra record di
230mila metri quadrati di superficie espositiva
netta. L’ha fatto cambiando sempre il perimetro
della manifestazione, aprendo prima ai PC
quando erano considerati roba da Comdex (fiera
dell’informatica, che ora ha chiuso e si teneva a
novembre sempre a Las Vegas); e aprendo poi ai
produttori di automobili, in un’epoca in cui la cosa
più elettronica che li riguardava era un’autoradio
con CD player. La bravura di Shapiro sta nell’aver
convinto i propri associati (cioè tutte le principali
aziende di elettronica) che il nuovo non fa paura,
almeno nel settore della tecnologia. Sarebbe
bene che tutto questo nuovo non facesse paura
neppure ai negozianti e agli appassionati di
vecchia data. Chi vuole occuparsi, per lavoro o per
passione, di tecnologia ed elettronica di consumo,
deve essere pronto a cambiare continuamente.
Per i più pigri da queste parti non c’è spazio.
Gianfranco GIARDINA
MAGAZINE
Al CES la Francia
Ultra HD Blu-ray
Audio wireless
ci surclassa: dove
Addio codice di area senza compromessi
sono gli italiani ? 03 Ecco i primi titoli 15 con Klipsch
27
05
Svelata la certificazione
Ultra HD Premium
UHD Alliance ha annunciato le specifiche
della certificazione Ultra HD Premium
Inizia ufficialmente l’era del 4K
06
Panasonic DX900
LCD al massimo
È il primo TV certificato
Ultra HD Premium
16
07
Nuovo LG Signature Tutti i dettagli dei
È il TV dei sogni
TV Samsung SUHD
Un OLED UHD e HDR In arrivo quattro nuove
È piatto e spesso 2.57 mm serie, qualità spettacolare
17
Huawei Mate 8
Galaxy TabPro S
sfida l’iPhone Plus con Windows 10
Offre potenza, sicurezza
e una lunga autonomia
26
Ritorna il mitico
Technics SL-1200
11
22
Nikon D5, arriva
il nuovo riferimento
In anteprima le nostre
Samsung lancia il suo
primo tablet non Android prime impressioni d’uso
44
50
Chevrolet Bolt, è Tutte le novità smart
l’elettrica per tutti? per vivere meglio
Arriverà in una versione Prezzo sotto i 30.000 $
limitata e poi “standard” e 320 km di autonomia
I prodotti più hi tech
per la cura della persona
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MERCATO Stupisce il limitato numero di espositori italiani al CES 2016 di Las Vegas, solo 12 aziende. Dove sono le nostre startup?
Ai mondiali della tecnologia la Francia ci bastona
In alcuni padiglioni si parla francese: i cugini d’Oltralpe spopolano al CES con la presenza di oltre 200 tra aziende e startup
D
di Dario RONZONI
odici. Per chi conosce le elefantiache dimensioni del CES di Las Vegas, dove si viaggia su ordini di grandezza spesso neppure concepibili per
un profano, 12 può apparire un numero irrisorio, pressoché trascurabile. Ebbene, questo è il totale degli
espositori italiani come riportati dall’elenco della fiera
di tecnologia consumer più importante al mondo. Gli
oltre duecento francesi (211 per la precisione, in buona parte startup arrivate sotto il largo e generoso cappello governativo di La French Tech, già artefice del
boom transalpino al CES 2015) rendono per contrasto
il dato del contingente italiano ancor più triste. Niente
di nuovo, dirà il lettore più smaliziato, ben cosciente
dell’arretratezza del nostro Paese in molte classifiche di merito. Un tempo polo tecnologico di valore
quantomeno continentale, oggi l’Italia vive ai margini
del mondo dell’innovazione che conta, e il dato del
CES ne è una drammatica enunciazione. Ma tutto il
fermento che si è visto negli ultimi anni intorno alle
startup tecnologiche dov’è finito? Dell’enfasi del Digital Champion Riccardo Luna e dello stesso presidente
del consiglio Renzi al Digital Day di Venaria, a Las Vegas non v’è traccia. Dove sono le nostre startup?
Abbiamo pensato di visitare gli impavidi dodici espositori per cercare di coglierne le storie, le esperienze
personali e le passioni che nonostante tutto spingono
ancora menti brillanti a fare innovazione in Italia. E per
individuare insieme a loro le cause di una mancanza
così evidente, immaginando al contempo un possibile
scenario futuro.
Startup italiane: poche e scollegate
Il Sands Expo del Venetian è l’area del CES che riunisce, accanto a nomi già affermati, un ricchissimo
e variopinto sciame di startup provenienti da tutto il
mondo. Le aziende italiane presenti a Las Vegas sono
in massima parte microrealtà di questa galassia, ed è
al Sands che entriamo in contatto con loro.
Brain srl è una piccolissima startup di Rovereto (TN),
qui presente con il suo sistema di telemetria per
motociclisti, un prodotto pensato nello specifico per
il mercato americano. “La nostra azienda è partita
anche grazie alle sovvenzioni del BAN Trentino”, ci
confida il co-fondatore Simone Grillo. Come dire, se ci
sono i soldi le idee possono anche concretizzarsi. La
difficoltà di reperire fondi, pubblici o privati, è un mantra costante che cogliamo passando da uno stand all’altro. La pensano così anche i titolari di La Comanda,
autori del geniale device Click’N’Pizza, che con un
semplice gesto ordina pizze da asporto. Un prodotto
perfetto per il mercato a stelle e strisce, e non a caso
il team milanese ha già in tasca un accordo con Pizza
Hut. “In Italia, se chiedi soldi a un investitore vieni subito guardato male”, sono le parole di Andrea Gaggi,
fondatore dell’azienda insieme a Carlo Brianza. La
Comanda ha anche sviluppato Trillio, un apparecchio
programmabile via smartphone che ricorda ai malati
cronici di assumere le necessarie medicine negli orari
e nelle dosi indicati. Un prodotto che per ragioni burocratiche ha difficoltà ad essere collocato sul mercato
nostrano.
Camminando per i piccoli stand dell’Eureka Park,
il settore startup del Sands Expo, ci imbattiamo anche in due ragazzi bresciani, Davide Pasini e Simone Comensoli, iscrittisi all’ultimo minuto e per questo
inclusi nell’elenco degli espositori solo con il nome
dell’azienda Easy-One srl, senza alcuna descrizione
del prodotto presentato. Il segreto è presto svelato:
Coriandolo, questo il nome del progetto, è una shield
board IoT dalle molte applicazioni (controllo dell’aria
condizionata e delle luci di casa, gestione delle coltivazioni, dati sui parcheggi disponibili, ecc.). Dalle
parole dei due si coglie un aspetto critico che ci consente per una volta di analizzare la situazione del panorama delle startup italiane da un punto di vista non
solo strettamente economico: “Servono realtà che
collaborino tra loro, che facciano team”, è la convinzione di Davide. La grande frammentarietà del mondo
micro-imprenditoriale italiano, con aziende che neppure si conosco tra loro e che, in una situazione ideale, potrebbero collaborare per progetti più ambiziosi,
è un altro handicap che un organico piano nazionale
di sostegno e rappresentanza delle startup potrebbe
in parte assorbire. Del resto, le idee geniali e assolutamente sui generis non mancano. Basti pensare al
progetto di Laboratori Fabrici, un team di ragazzi di
Pordenone che al CES ha proposto Clairy, un purificatore d’aria indoor che combina l’azione naturale delle
piante con la tecnologia smart, la cui validità è stata
certificata da uno spin-off dell’Università di Firenze.
Interesse degli investitori italiani? Zero. Se non altro,
l’idea sta piacendo molto agli americani in visita al
CES e le prospettive per una concreta commercializzazione cominciano a delinearsi all’orizzonte.
Non risulta nel conteggio delle dodici imprese italiane, perché basata a Londra, Domotz, azienda in realtà
tutta tricolore, pisana nella fattispecie, dedita allo sviluppo di soluzioni di monitoraggio per smart home.
Eccellenza tricolore: i grandi sono contenti

In foto Trillio, il device pensato da La Comanda per
ricordare l’assunzione delle medicine
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Questo è Clairy, il vaso purificatore di Laboratori
Fabrici: un team di ragazzi di Pordenone
L’eccellenza italiana, tutto sommato, pur in settori diversi, tira ancora. Lo testimoniano le presenze di
Technogym, DWS, Puro e Benjamins. Notissimi produttori di macchinari per fitness i primi, sviluppatori di
stampanti 3D professionali i secondi, creatori di accessegue a pagina 04 
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MERCATO
Ai mondiali della tecnologia
la Francia ci bastona
segue Da pagina 03 
sori stilosi per smartphone e tablet gli ultimi due. In
tutti i casi, il fascino del prodotto italiano, elegante,
funzionale e tecnologicamente raffinato, è la carta
vincente in un mercato spesso banalizzato da produzioni mediocri.
IK Multimedia, leader negli accessori per smartphone per la creatività musicale, con prodotti presenti,
per esempio, in tutti gli Apple Store del mondo.
il proprio impatto visivo senza scendere a compromessi con la qualità sonora. Anni di sviluppo non
sempre agevoli e un viaggio al CES sostenendo spese non indifferenti: uno stand tra i più piccoli, circa
3 x 3 metri, può costare di sola occupazione dello
spazio oltre 2.000 euro, senza contare tutte le altre
spese vive legate alla lunga trasferta. Un rischio, o
meglio un investimento, che per luxdB vale la pena
di affrontare.
Copiare i francesi?
Mondo audio per pochi
Technogym in particolare viene al CES quasi per rendere il marchio un po’ più vicino alle persone: “Noi
- ci spiega Rachele Schiavinato - abbiamo negli Stati
Uniti un’immagine quasi di lusso, il made in Italy che
funziona, come per la moda o la Ferrari. Siamo qua
per far vedere che siamo anche tecnologia e ricerca
e sviluppo. E funziona”.
DWS è invece un’azienda molto stimata in tutto il
mondo per le stampanti 3D, nata inizialmente attorno alle necessità di prototipazione dell’industria
orafa vicentina e poi approdata con, una tecnologia
decisamente sofisticata, a tutti i settori professionali; ora il tentativo è quello di avvicinare l’utenza più
consumer alla stampa 3D di alta qualità.
Tra le storie degli italiani al CES, particolarmente significativa è quella di Footmoov, marchio calzaturiero toscano che ha fatto di necessità virtù: di fronte
all’insostenibile concorrenza asiatica, il titolare Luigi
Campigli ha pensato bene di ideare scarpe smart:
esteticamente accattivanti, nascondono al loro interno dei sensori integrati che trasformano classiche
calzature in wearable device, ideali sia come activity
tracker che come periferiche di gioco, abbinate ad
app appositamente sviluppate da un team tutto toscano.
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A questi nomi vanno aggiunti poi quelli che portano
al CES la creatività e la capacità produttiva italiana
ma si appoggiano a un distributore o una filiale USA
e che quindi sfuggono alle anagrafiche per nazioni.
Tra queste va sicuramente citata la modenese
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Il mondo degli audiofili è da sempre un universo a
sé, sia per il numero complessivo degli utenti, mediamente basso, sia per i prezzi non proprio popolari
dei prodotti a loro dedicati. In questo microcosmo di
musica ad altissima fedeltà l’Italia ha un suo ruolo,
per quanto di nicchia.
Al CES, nelle suite del Venetian, Opera/Unison
(M2TECH era presente solo con i distributori americani) ci confida un trend in continuo calo per quanto riguarda le presenze audio, italiane e non, alla
kermesse di Las Vegas. Non per colpa di una crisi
del segmento audio, anzi, quanto per un’attenzione
sempre minore rivolta al comparto sia dai visitatori
che dagli organizzatori della fiera, concentrati stabilmente su altri filoni tecnologici.
Lontano dalle suite del Venetian, c’è invece luxdB
che propone un sistema audio HD che può di fatto fungere da portalampada, andando ad azzerare
Senza soldi, banale dirlo, non si va da nessuna parte, e in questo le startup italiane, presenti o meno
al CES, hanno di fronte a sé un futuro quantomeno
a tinte fosche. Di là dalle Alpi è decisamente esploso qualcosa, da quando il ministro dell’economia
Macron, dando fondo a un po’ di sana grandeur, ha
preteso un rilancio in grande stile dell’innovazione
tecnologica nazionale, aprendo con La French Tech
un incubatore comune che nel giro di un paio d’anni
è riuscito a portare al CES un numero spropositato
di realtà, molte delle quali assai valide. Oltre 200 milioni di euro di investimento per le aziende digitali
nascenti e per attrarre capitali stranieri: sono questi
i numeri dietro il simbolo del galletto rosso, onnipresente al CES a testimonianza di un sistema che sta
dando i suoi frutti.
Al di là delle solite vaghe promesse per un rilancio
dell’economia, partendo dai giovani, da internet, dalla formazione, l’Italia ha bisogno di un organico piano nazionale che sappia fare da terreno fertile per
realtà che, scavando bene, esistono e hanno anche
ottime idee. Senza un intervento di questo tipo, si
rischia solo di accentuare una marginalità già oggi
assai dolorosa o di favorire ancor di più la fuga dei
cervelli. Il rilancio di un’intera economia può e deve
partire dall’innovazione tecnologica e dai tanti ragazzi di talento che sognano e progettano in Italia.
Portare a Las Vegas le nostre startup è un dovere
delle istituzioni; ma anche senza di esse, i tanti incubatori dovrebbero farsi parte attiva per acquistare
spazi per esposizioni collettive sul modello francese.
Si può fare, basta iniziare a progettare l’intervento
ora, trovando tra i meccanismi dell’ICE, dei Ministeri
coinvolti e anche dell’Unione Europea le eventuali
risorse aggiuntive che possono fare da catalizzatore.
Ci vogliamo almeno provare?
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TV E VIDEO L’UHD Alliance ha svelato a Las Vegas la certificazione Ultra HD Premium e le specifiche per il supporto ai contenuti 4K
Con l’Ultra HD Premium inizia ufficialmente l’era del 4K
Arrivano 10 bit, HDR e Wide Gamut. Definiti anche due differenti range di riferimento per l’ampiezza della gamma dinamica
di Paolo CENTOFANTI
I
l CES 2016 porta nel mondo dell’elettronica di consumo un nuovo logo e
una nuova certificazione: Ultra HD
Premium. È il frutto del lavoro congiunto di oltre 30 aziende che spaziano dai
produttori di elettronica, agli studio di
Hollywood, passando per nuovi protagonisti della distribuzione dei contenuti come Amazon e Netflix. A un anno
esatto dalla presentazione al CES 2015,
l’UHD Alliance ha infatti annunciato
il completamento del proprio lavoro,
mettendo a punto un set di specifiche
per dispositivi e contenuti che darà finalmente il via ll’era del 4K consumer.
Sin da quando sono comparsi i primi
TV Ultra HD è stato subito chiaro che
la risoluzione quattro volte superiore
rispetto al Full HD, da sola non bastava
per lanciare un nuovo “formato”. Con
l’Ultra HD Premium, l’industria ha trovato
un accordo per offrire contenuti video
masterizzati anche in HDR e con spazio
colore esteso o wide gamut, stabilendo
un set di requisiti minimi che dispositivi e
master dei contenuti e loro distribuzione
devono rispettare. Per quanto riguarda i
televisori (gli unici dispositivi per i quali
al momento è prevista la certificazione),
oltre naturalmente ad avere un pannello
4K, devono rispettare le seguenti specifiche tecniche minime:
Riproduzione del colore a 10 bit
Compatibilità con lo standard colore
BT.2020;
• Copertura superiore al 90% dello spazio colore DCI-P3;
• Compatibilità con la funzione di trasferimento HDR SMPTE ST208;
• Luminosità massima maggiore di 1000
cd/mq e livello del nero inferiore a 0,05
cd/mq, oppure luminosità di picco di
540 cd/mq e livello del nero inferiore a
0,0005 cd/mq.
Quest’ultimo punto è stato pensato per
permettere di definire il supporto all’HDR
sia per la tecnologia LCD, capace di offrire un’elevata luminosità, che per l’OLED,
che è invece meno luminoso, ma in grado di offrire un nero nettamente più profondo. Si tratta di due modi diversi di raggiungere l’ampiezza di gamma dinamica
necessaria per visualizzare i contenuti
masterizzati in HDR. Ovviamente anche
i contenuti devono rispettare simili requisiti per quanto riguarda soprattutto riproduzione del colore e HDR, quindi codifica a 10 bit, standard colore BT.2020,
curva SMPTE ST2084. L’UHD Alliance
ha definito anche i parametri per i monitor di riferimento per il mastering dei
contenuti da parte dei produttori, simili
a quelli dei TV ma ancora più stringenti:
copertura del 100% dello spazio colore
DCI-P3, luminosità di picco superiore a
1000 cd/mq e livello del nero inferiore a
0,03 cd/mq.
TV E VIDEO Sony lancia la nuova gamma di TV HDR a Las Vegas e per farlo introduce un logo diverso da quello dell’Ultra HD Alliance
Sull’HDR Sony balla da sola. Ecco il nuovo logo e i TV 2016
Design con cornice ultra sottile e sul modello XD93 debutta un nuovo tipo di local dimming, chiamato Slim Backlight Drive
di Roberto PEZZALI
ony rompe le uova nel paniere
della Ultra HD Alliance (di cui fa
parte): l’associazione ha lanciato
il nuovo logo Ultra HD Premium per
certificare i TV HDR evitando confusione tra i consumatori e Sony lancia,
invece, il suo logo 4K HDR, un bollino
che andrà a identificare le TV capaci
di gestire contenuti ad ampia gamma
dinamica e dotate ovviamente di pannello 4K. Una scelta che forse non farà
benissimo al mercato ma che dimostra
una certa coerenza: Sony non ha mai
sposato la sigla Ultra HD e ha sempre
scelto il nome 4K per identificare i suoi
prodotti. Sotto l’egida del nuovo logo
nasce anche la gamma di TV 2016 Bravia con Android TV a bordo, una serie
che avrà come top di gamma il Bravia
XD93. Quest’ultimo è un modello decisamente interessante, perché per la
prima volta Sony abbandona sul top
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Il design “Slice of Living” dei nuovi
TV Sony, la cornice è sottilissima
di gamma una illuminazione full LED
per utilizzare un nuovo sistema denominato “Slim Backlight Drive” in grado
di gestire un numero elevatissimo di
zone di retroilluminazione con un pannello sottile pochi centimetri.
Sotto il profilo estetico la nuova serie
di TV è caratterizzata dal design “Slice
of Living”, forme geometriche pulite e
schermo praticamente senza cornice,
e come Samsung anche Sony ha cura-
to il design della parte posteriore cercando di nascondere i cavi all’interno
di un canale ricavato appositamente
nel corpo del TV.
L’intera gamma, che sarà disponibile a
partire dalla primavera del 2016, sarà
dotata di schermo piatto con la sola
eccezione della serie SD85, dotata di
un sottilissimo schermo curvo. Qui le
schede tecniche e i tagli in cui saranno
disponibili, in Italia, i vari modelli.
Ecco come lavora la retroilluminazione: una maschera con tante zone
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TV E VIDEO Panasonic al CES toglie i veli al DX900, la qualità è al top. È il primo TV certificato “Premium” dall’Ultra HD Alliance
IlÈ unnuovo
Panasonic
DX900
è
il
primo
TV
Ultra
HD
Premium
Full LED con retroilluminazione a matrice e local dimming di grandissima qualità. Sarà disponibile nei tagli 55” e 65”
di Gianfranco GIARDINA
A
l CES 2016 di Las Vegas è stato presentato il
marchio di certificazione “Ultra HD Premium”
per i TV 4K che rispondono a dei requisiti minimi in termini di gamma dinamica estesa, l’HDR. E il
primo TV ad ottenere questa certificazione è il nuovo
Full LED di Panasonic, il DX900. Si tratta del nuovo top
di gamma LCD, che non intacca il ruolo di flagship assoluto del CZ-950, il costosissimo OLED del marchio
giapponese.
Partiamo col dire che, come spesso accade agli ingegneri di Panasonic, si capisce subito che nella progettazione ha contato più la ricerca della qualità di immagine, che l’estetica a tutti i costi. Così è stato scelto di
realizzare un Full LED; e, come è noto, per realizzare
un buon Full LED lo spessore del pannello non può
essere troppo ridotto, anzi. E questa, nell’anno in cui
la vera notizia in ambito TV e il raggiungimento di
spessori intorno ai 3 millimetri anche sugli LCD, sembra una scelta fuori dal tempo.
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Invece se si guarda il TV all’opera, ci si convince che
la scelta è quella giusta: le immagini che abbiamo
visto in una saletta opportunamente oscurata sono
mozzafiato: il nero è quasi quello dell’OLED, decisamente compatto, e le luci intense sono talmente forti
da far sembrare le immagini “più tridimensionali”. L’effetto viene enfatizzato da scene normalmente difficili
da rendere bene, come i fuochi d’artificio: la resa è
tanto bello quanto “finto”: non siamo certo abituati a
vedere colori e gamme dinamiche simili a quelli della realtà uscire dal pannello di un TV. Per ottenere
questo scopo, Panasonic ha innanzitutto lavorato sul
pannello, introducendo tra i vetri LCD e il sistema di
retroilluminazione un filtro a nido d’ape. Questo filtro
mitiga la possibilità che in determinate scene si possa
palesare la matrice di LED, con gli opportuni “aloni”.
torna al sommario
Il risultato – lo dicevamo – è molto buono in termini
di profondità e compattezza del nero, tanto che si
potrebbe pensare a un vecchio plasma. Anche sugli
insidiosi fuochi d’artificio, non si vedono aloni attorno
alle esplosioni. Questo nero compatto e la possibilità
di emissioni di picco superiori ai 1000 nit, ne fanno il
primo certificato Ultra HD Premium, almeno secondo
le dichiarazioni di Panasonic. Prestazioni HDR senza
compromessi che cascano a fagiolo in attesa della
messa in commercio dei prossimi Ultra HD Blu-ray,
che dovrebbe avvenire a marzo.
livello minimo richiesto dalla certificazione “Ultra HD
Premium”. Un segno che comunque va tenuto a memoria: se un TV che si vede così meravigliosamente,
tra i migliori del mercato, come l’OLED Panasonic, non
ottiene una certificazione di qualità, più che essere
il televisore a pagare il pegno è il valore del bollino
“Ultra HD Premium”.
I TV DX900 saranno disponibili nei tagli da 55” e 65”
a prezzi ancora da comunicare.
Nella sala oscurata in un hotel di Las Vegas, è andato
in onda, tra le altre cose, un super confronto con un
altri due TV, un Panasonic della scorsa stagione e uno
della concorrenza. Ovviamente il Panasonic DX900
ha vinto a mani basse, ma, come spesso accade in
questi frangenti, non conoscevamo le tarature dei tre
apparecchi. Inoltre ci è stato chiesto di non scattare
fotografie del confronto. Di una cosa siamo certi: la
resa è migliore di quanto ci si possa aspettare per un
LCD, soprattutto se utilizzato con contenuti HDR.
E l’OLED? Gli ingegneri confermano che l’OLED è comunque meglio, ma che questo DX900 si è reso necessario anche in considerazione che la luminosità di
picco dell’OLED Panasonic sfiora ma non raggiunge il
Ritorna uno dei problemi dei TV Panasonic: la
base occupa molto spazio posteriormente al TV,
impedendo di fatto installazioni da appoggio a
ridosso dalla parete.
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TV E VIDEO LG ha un nuovo top di gamma con tutto quello che un appassionato può desiderare: è piatto, è UHD e HDR
LG Signature, l’OLED piatto da sogno che suona divinamente
Ha una soundbar che suona bene ed è spesso meno di 3 mm. Nota stonata? Il prezzo, ma si sa le cose belle costano
L
di Roberto PEZZALI
G ha un nuovo top di gamma OLED,
un televisore che appartiene alla
serie Signature, prodotti di fascia
alta che mettono a disposizione di chi se
li può permettere il meglio della tecnologia sviluppata nei laboratori dell’azienda coreana. Per capire il lavoro enorme
fatto da LG non solo a livello di design
ma anche sotto il profilo ingegneristico
basta lo spessore: solo 2.57 mm, praticamente quanto quattro carte di credito
messe una sopra l’altra.
Il TV, disponibile nelle due versioni da
65” e 77” è stato realizzato fondendo il
pannello su uno strato di vetro, una so-
luzione che assicura rigidità e eleganza,
con una perfetta finitura sia frontale che
posteriore. Per sostenere il televisore LG
ha creato una base che integra al suo
interno una soundbar con 4 diffusori e
un subwoofer, due diffusori rivolti verso
l’alto e due diffusori posti sul frontale.
La base, nel caso di montaggio a pare-
te, si muove in una particolare posizione
trasformandosi in una soundbar vera e
propria. Il pannello OLED, piatto, è un
pannello di ultima generazione capace
di coprire il 99% dello spazio colore DCI
e di raggiungere i 20 stop di dinamica,
condizione questa che lo inserisce di diritto nella nuova categoria dei TV Ultra
HD dotati di capacità HDR. Il nuovo LG
Segnature G6, questa la sigla, è infatti
uno dei primi prodotti dell’azienda che
si può fregiare del nuovo logo Ultra HD
Premium, la certificazione della Ultra HD
Alliance che identifica i migliori prodotti da inserire in una perfetta catena di
visione Ultra HD. In tema di tecnologia
HDR LG ha scelto Dolby Vision: il nuovo
TV Segnature integra la tecnologia
Dolby pensata per gestire i contenuti a dinamica estesa. Inutile parlare di prezzi, è prematuro, ma da
quanto abbiamo capito siamo davanti ad un TV che costerà molto,
soprattutto nella versione da 77”: in
Italia il modello G6 da 65” arriverà
a metà luglio, quello da 77” a metà
settembre.
TV E VIDEO Il TV tradizionale è cosa vecchia: Samsung mostra al CES un’area innovation in cui sperimenta su forma e dimensioni
Il TV secondo Samsung: dallo schermo da 170” al TV che cambia forma
Oltre al fantastico schermo da 170”, troviamo anche due display che potrebbero avere un senso nelle case del futuro
di Roberto PEZZALI
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amsung vuole rivoluzionare il prodotto più diffuso nelle case di tutto
il mondo, il TV. Quella del produttore coreano è una vera e propria mission:
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il classico TV squadrato e piatto dopo
anni di gloria inizia a diventare noioso.
Dopo aver esaltato negli ultimi anni il
pannello curvo, per dare una spinta ad
un design dei TV sempre più anonimo,
quest’anno il produttore coreano decide di aprire al pubblico quelle che sono
alcune delle sue idee più “folli”. A Las
Vegas, dove l’innovazione e le nuove
tecnologie sono di casa, Samsung ha
portato infatti una serie di prototipi capaci di dimostrare quanto avanzato sia il
reparto r&d che, anno dopo anno, porta
sul mercato quelli che sono ritenuti da
molti i migliori schermi al mondo. Gli
occhi di tutti sono puntati sull’enorme
schermo Ultra HD da 170”: mai nessuno
aveva realizzato un TV LCD così grosso,
un pannello che occupa praticamente tutta la parete. Un puro esercizio di
stile, ma non è escluso che in futuro la
parete di casa possa diventare davvero
un enorme televisore, o meglio ancora
una finestra sul mondo. Se le dimensioni giganti colpiscono tutti, a far breccia
nel cuore degli appassionati di cinema
è una soluzione più sofisticata ma allo
stesso tempo geniale, un TV composto
da due blocchi che ruotando cambiano
l’aspect ratio del TV stesso. Samsung,
con lo stesso televisore, riesce a riprodurre film sia in formato widescreen
1.85:1 sia i film in formato panoramico
2.35:1 senza fastidiose e inutilizzate bande nere. Il prototipo è realizzato unendo
due TV quasi quadrati totalmente privi
di cornice, e possiamo assicurare che è
davvero difficile distinguere la linea di
unione dei due pannelli. Un concetto,
quella della modularità, estremizzato
nel sistema modulare a 8 pannelli, una
parete fatta di moduli LED che a seconda della configurazione diventano 1, 2, 4
o 8 differenti TV pilotati singolarmente
e con immagini sincronizzate. Fantascienza? No, è tutto vero, e funziona
davvero bene.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
TV E VIDEO Abbiamo potuto ammirare un 65” curvo con a bordo Android. Ignota la data di uscita
Philips è pronta con un OLED curvo da 65”
E forse all’IFA arriverà un 55” piatto
L’esposizione di Philips al CES nascondeva, in una sala privata, un piccolo grande segreto
L’azienda ha mostrato ai rivenditori un TV OLED da 65”, ancora un prototipo senza nome
P
di Roberto PEZZALI
hilips potrebbe presto arrivare sul
mercato con un modello OLED:
l’azienda, ora di proprietà di
TPVision, sfrutta spesso l’IFA di Berlino
per lanciare le sue serie top di gamma
anticipando però ai rivenditori quelli che saranno i modelli top dell’anno
appena iniziato. Nel 2016, con molta
probabilità, Philips avrà anche un televisore OLED: il pannello è un LG, e
quello che abbiamo potuto ammirare è
un 65” curvo con a bordo ovviamente
Android e un design rivisto secondo i
canoni stilistici di Philips stessa.
LG ha iniziato a fornire pannelli OLED
in grande quantità ai suoi partner, e
dopo Panasonic anche Philips si è fatta
sotto per iniziare a mettere un piede in
quella che sembra ormai essere la tecnologia del futuro. Il 65 pollici, ad oggi
un prototipo senza un nome e una data
di uscita, potrebbe anche non essere
l’unico TV OLED Philips in roadmap:
sembra infatti che all’IFA 2016 potremmo vedere un modello 55” piatto, e
questa volta dovrebbe essere un modello commerciale.
Il gigante che costa poco: 2.499 euro per il 75” Haier
Continua l’alleanza con Google sul fronte smart. Il modello top è un 75’’ con Android a bordo
di Giulio MINOTTI
A

torna al sommario
LG Display mostra
un pannello da 18’’
che si arrotola
come un giornale
Possibili applicazioni
nell’automotive
e come gadget
di nuova concezione
di Emanuele VILLA
TV E VIDEO Al CES l’azienda cinese presenta diversi nuovi modelli di TV, anche Ultra HD
lla kermesse americana Haier ha
mostrato la consueta gamma di
TV rinnovata per il 2016, diversi
modelli che vanno a coprire un po’ tutte le esigenze. Quello che colpisce di
più sotto il profilo tecnologico è l’enorme 75H9000U, un TV da 75 pollici LED
con risoluzione Ultra HD e a bordo il
sistema operativo Android, spinto da
un (non meglio precisato) processore
quad-core.
Se a livello estetico il prodotto è
senz’altro interessante, fa meno fede
l’indicazione di un rapporto di contrasto dinamico di 6.000.000:1, mentre resta notevole la cornice completamente
metallica e la presenza di un parco
connessioni che comprende 3 HDMI,
2 USB, Ethernet e WiFi n. Una volta
connesso a Internet, il TV può sfruttare applicazioni e servizi di Google
Play essendo totalmente basato su
sistema operativo Android. Tra l’altro
a differenza di molti prodotti presentati
Tra gli OLED LG
c’è anche quello
“arrotolabile”
a Las Vegas, il TV in questione ha già
una data di arrivo sul mercato europeo,
maggio 2016, e un prezzo consigliato
di 2499 euro. Per completezza, segnaliamo poi che al CES, Haier ha svelato
anche la nuova serie U6500U, composta da tre modelli, da 65’’, 55’’ e 49’’
con risoluzione Ultra HD. e la serie
U6000A, disponibile nei formati da 55’’
e 65’’, equipaggiati con un processore
quad core e con Android a livello di
sistema operativo. Oltre alle connessione Ethernet e WiFi, troviamo anche
2 porte USB e 3 HDMI 1.4a. In questa
nuova famiglia sono presenti pannelli Full HD, con un contrasto dinamico
dichiarato di 5.000.000 :1. La serie
U6000A sarà disponibile a partire da
fine aprile 2016, al prezzo di 899€ per
il 55 pollici e 1399€ per il 65’’.
Premessa: non stiamo parlando
di TV ma di display, nonostante
il passo tra uno e l’altro sia breve. Anche perché la notizia non
proviene da un oscuro produttore ma dalla stessa LG Display,
che al CES ha deciso di mostrare
tutte le novità relative ai pannelli
OLED che andrà a incorporare
nei propri TV del 2016 e in quelli
dell’immediato futuro. Tra i pannelli mostrati, il prodotto che si
nota è forse quello meno importante ai fini pratici: nonostante
non sia la prima volta che un
OLED flessibile viene mostrato
alle fiere di settore, l’impegno
di LG in materia di OLED e il
carattere di prodotto finito (non
concept, quanto meno) che ha
questo display “arrotolabile” da
18” fa pensare che la tecnologia
sia pronta per il mercato in tempi
brevi. Possibili ambiti di applicazione sono nuovi gadget che si
piegano come libri o quotidiani,
display per installazioni custom
su oggetti e pareti curve e via
di seguito. Interessanti anche le
possibili applicazioni nel settore
automotive, non per niente LG
mostrerà al CES un display da
25’’ curvo all’interno dell’abitacolo di un’auto. Altra interessante novità, ma dedicata al mondo
business, è il pannello double
face, capace cioè di mostrare video diversi sul fronte e sul retro.
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13 GENNAIO 2016
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TV E VIDEO LG presenta al CES i suoi nuovi TV LED di fascia alta: tutti i modelli sono 4K e HDR
LG presenta i TV Super UHD con HDR-Plus
Spicca il top di gamma UH9500 e il primo TV 8K LG pronto per la produzione di massa, UH9800
C
di Emanuele VILLA
ome al solito, LG approfitta della relativa tranquillità dei giorni
precedenti il CES per annunciare
i nuovi prodotti. Di solito non sono dispositivi di primissimo piano: quest’anno abbiamo infatti già parlato di un
aspirapolvere con realtà aumentata,
nuove cuffie e di webOS 3.0 come sistema operativo dei nuovi TV, e dell’attesissima serie Signature.
LG interrompe la propria tradizione
presentando in anticipo alcuni pezzi
da 90, ovvero la fascia alta di TV LED
per il 2016, che si affiancherà ai più
pregiati OLED. Per evidenziare che si
tratta di prodotti di alta gamma, LG parla
dei propri TV come Super UHD, in una
mossa che sembra molto simile a quella
di Samsung dello scorso anno – ricordiamo infatti che l’azienda presentò qui
i suoi SUHD che poi arrivarono in Italia
nel corso dell’anno.
E per dimostrare subito quale sarà il
trend dei prossimi anni, LG presenta al
CES il suo primo modello productionready a 8K di risoluzione e 98’’ di diagonale, il modello UH9800. La comunicazione ufficiale LG non dice altro, il che
fa presagire che si tratti semplicemente
di un assaggio di futuro: le dimensioni
mastodontiche non aiutano, ma in più
non si fa accenno a prezzi che saranno senz’altro stellari. Resta il fatto che,
affacciandosi al mercato i primi modelli
commerciali, l’8K sarà sicuramente trending tra qualche tempo.
Il presente è 4K e HDR-plus

Secondo LG, ciò che contraddistingue i TV Super UHD sono l’Ultra Slim
Design, capace di raggiungere uno
spessore di 6,6 mm nel modello di
punta UH9500, i pannelli a 10bit con
capacità di riproduzione di 1 miliardo
di colori (si parla di tecnologia Billion
Rich Colors) e – soprattutto – l’HDR,
anzi HDR-Plus. Con questa espressione LG vuole comunicare che
– grazie a un set di tecnologie
integrate nei propri TV 2016
– il proprio HDR è più realistico (in una parola, migliore)
di quello dei competitor, il
che tra l’altro ci suggerisce
che proprio questo sarà uno
dei trend portanti del 2016.
Secondo la comunicazione
torna al sommario
Samsung
sfida LG
Per fare
il TV più sottile
al mondo
non serve l’OLED
Un prototipo Samsung
mette mostra i progressi
della tecnologia LCD
Il pannello è spesso
pochi millimetri
e non è un OLED
Secondo Samsung
è il più sottile al mondo
ufficiale LG, che non scende molto nel
tecnico HDR Plus sfrutta la tecnologia
Ultra Luminance per l’incremento della
luminosità di picco e il miglioramento della profondità dei neri, mentre
Color Prime Plus (incluso però solo in
UH9500 e UH8500) assicura la copertura del 90% dello spazio colore
DCI. In una mossa che ricorda quella
di qualche anno fa, quando il 3D era la
supposta next big thing, i Super UHD
LG dispongono di una modalità di conversione SDR-HDR, che è una novità
interessante.
Parliamo ora di modelli, che per il momento costituiscono la line up americana ma che dovrebbero arrivare anche
da noi nel corso dell’anno: il modello
top è l’UH9500 che va da 55’’ a 86’’
e, oltre alle specifiche comuni a
tutta la gamma
(4K, HDR plus,
pannello IPS con
tecnologia True
Black e Contrast
Maximizer), impiega il già citato
Color Prime Plus,
il design ultrasottile da 6,6mm di
spessore, cornici
quasi invisibili e audio firmato harman/
kardon. Oltre ovviamente a webOS
3.0 già annunciato in precedenza.
Un gradino sotto troviamo UH8500,
che va da 55’’ a 75’’ e offre caratteristiche molto simili al modello superiore, Color Prime Plus incluso, ma si
differenzia per un design un po’ meno
slim e per l’assenza di audio harman/
kardon.
Mentre UH7700, i cui tagli vanno da
49’’ a 65’’, è il modello più economico della serie (per quanto non si parli
ancora di prezzi) con qualche rinuncia
sotto il profilo tecnologico: nonostante la comunicazione ufficiale LG non
si dilunghi in dettagli, si parla di Color
Prime “non-plus” e di una configurazione di design leggermente diversa.
di Roberto PEZZALI
Samsung e LG come cane e gatto
per l’ennesima volta: da una parte
un meraviglioso TV OLED spesso
solo 2.57 mm, dall’altra un nuovo prototipo di TV che, secondo
Samsung, è il TV più sottile al mondo. Hanno ragione entrambi, perché se è vero che LG ha realizzato
un pannello dotato di uno spessore record, preso nel suo insieme il
televisore è decisamente più spesso di 3 mm, complice anche il rigonfiamento nella parte bassa che
nasconde parte dell’elettronica. Un
problema che Samsung ha invece
eliminato spostando tutta la parte
“smart” del TV all’esterno: il prototipo esposto in fiera, preso nella
sua interezza, non è più spesso di
un centimetro. Un lavoro non semplice quello di Samsung, anche
perché il risultato è stato raggiunto
utilizzando la tecnologia LCD e la
qualità sembra in ogni caso allineata con quella dei migliori TV del
produttore coreano. Un pannello
così sottile e leggero permette ai
designer di esasperare ancora di
più una linea che colpisce con un
solo sguardo, e il nuovo prototipo di TV “ultraslim” è senza alcun
dubbio uno dei più bei TV mai fatti
da Samsung. L’arrivo sul mercato?
Forse nel 2017, forse mai.
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
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TV E VIDEO Le immagini spostano ancora in avanti i riferimenti di quello che l’LCD può fare con picchi di grande luminosità
I TV Samsung SUHD hanno un’estetica mozzafiato
La cornice è quasi scomparsa, il piedistallo è in metallo molto sottile e lo schienale è rifinito ed esteticamente piacevole
di Gianfranco GIARDINA
TV SUHD di Samsung si rinnovano al CES 2016 di
Las Vegas. Non tanto nei concetti di base, che restano gli stessi: design, qualità di immagine, tecnologie
evolute e Smart TV di nuova concezione. Ma il tutto viene spinto in avanti, in qualche modo estremizzato, per
raggiungere nuove punte di eccellenza.
Il design, per esempio, che possiamo dire essere la
vera killer application dei TV Samsung 2016: i SUHD
TV diventano sottilissimi, più di così difficile fare. Ma soprattutto praticamente scompare la cornice, a un livello
che negli LCD di grandi dimensioni non si era mai visto.
Il piedistallo è interamente in metallo, molto sottile ed
elegante: fa veramente un bell’effetto.
Anche lo schienale è finalmente bello, finito in tutti i suoi
particolari, compresi alcuni sportelli che nascondono le
prese: in questo modo il TV può finalmente essere collocato con soddisfazione anche in situazioni che non
hanno una parete di fondo. Non a caso la serie 2016
dei SUHD TV inaugura la linea chiamata da Samsung
“360 design” proprio in considerazione del fatto che il
prodotto è curato in tutti gli aspetti.
I
Sul fronte tecnologico, Samsung, come abbiamo approfondito qui, ha deciso di uscire dagli equivoci e
esplicitare l’uso di un pannello Quantum Dots (cosa che
già avveniva lo scorso anno): questa tecnologia, anche
se utilizzata da altri produttori, sta diventando oramai
un nuovo segmento. La mossa di Samsung, spingerà
fortunatamente anche i “follower” a non inventarsi nomi
particolari per i TV Quantum Dots ma a parlare direttamente di questa tecnologia: non potrà che giovarne la

Un confronto tra un TV mascherato, operante in
modalità standard (a sinistra) e uno della nuova
serie funzionante in HDR (a destra).
torna al sommario
chiarezza dell’offerta. Per il resto si tratta ovviamente
di TV HDR compatibili pienamente con le specifiche
UltraHD Premium stabilite dall’UltraHD Alliance. A
questo proposito, Samsung rappresenta il capofila del
“filone” HDR che punta ai picchi di grande luminosità:
1.000 nit è l’obiettivo raggiunto da questi apparecchi e
si vede effettivamente nella demo predisposta (e sulla
quale, come sempre, vale la pena di sospendere il giudizio finale fino a una prova nei nostri laboratori). La filosofia di Samsung sull’HDR si basa su una ricerca: negli
Stati Uniti oltre l’85% dei consumatori vede il TV in condizioni di piena illuminazione e non in una sala oscurata
o in penombra. Per questo tipo di utilizzo è meglio un
TV ad alta dinamica con alte luminosità di picco che TV
con neri ancora più profondi ma incapaci di andare molto in su in termini di luminosità. Per quello che riguarda
l’estensione cromatica del TV, Samsung ha messo in
pista una bella demo a Las Vegas: un piccolo set con alcuni oggetti colorati, presenti fisicamente, è stato ripreso e trasmesso su un TV SUHD a dimostrazione della
grande fedeltà cromatica. Ovviamente la demo è stata
costruita ad arte e su colori sicuramente riproducibili dal
TV, ma l’effetto è indubbiamente molto bello: impossibile distinguere, al di là dell’effetto tridimensionale del set
reale, differenze concrete tra la realtà e la sua riproduzione televisiva. Veniamo all’ambiente Smart TV, basato
anche quest’anno su Tizen: è stato completamente rivisto, ora c’è un ambiente solo, sia per la scelta dei canali,
che per quella degli ingressi e delle app, oltre che per
tutte le funzioni di menù. Le sorgenti, a prescindere dalla loro natura, sono ora riunite in una sola schermata.
Questo è un obiettivo che sembrerebbe ovvio ma che è
una chimera per la stragrande maggioranza dei TV che
hanno un sistema operativo “Frankenstein”, fatto di moduli e interfacce diverse unite tra loro. Ora nella Smart
TV 2016 di Samsung, le app di video streaming sono
integrate nella parte bassa della schermata principale
e offrono, già nel menù, le raccomandazioni dei diversi operatori: quindi si ha già un’idea dei contenuti più
Un’installazione per fare un confronto cromatico
tra un set reale (a destra) e la sua rappresentazione sui TV SUHD 2016 (a sinistra).
importanti anche solo navigando il menù principale del
TV. Il TV diventa poi anche capace di controllare, sempre dalla stessa schermata, le automazioni domestiche.
Ovviamente lo fa tramite lo standard SmartThings, società acquisita da Samsung e che sta sviluppando tutta la galassia di device IoT per la casa di Samsung; va
detto che si tratta di una piattaforma aperta a produttori
di terze parti e come tale suscettibile di crescite e tassi
di adozione molto importanti. Al momento sono circa
200 gli apparecchi controllabili dall’ecosistema SmartThings. Interessante la possibilità non solo di attivare
degli scenari (cosa abbastanza semplice) ma anche la
connessione diretta, tanto per fare un esempio, con un
sistema videocitofonico: se suona mentre si guarda la
TV, si può vedere subito chi è che suona, rispondere e
aprire il cancello. La Smart TV si spinge ancora di più,
nella visione di Samsung, sul fronte del gaming senza
console: grazie ai servizi di gaming online, ci sono già
oltre 500 giochi disponibili per l’utilizzo direttamente
sul TV, solo con un pad aggiuntivo. Molto interessante
anche il nuovo telecomando, che però alla conferenza
stampa di presentazione non è stato possibile fotografare: dovrebbe poter riconoscere automaticamente i
device collegati al TV e iniziare a funzionare da telecomando universale senza necessità di alcuna configurazione. In pratica quello che gli utenti vorrebbero e che,
finora, non hanno mai avuto. Da provare.
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
TV E VIDEO Sono quattro le serie di TV Samsung SUHD che arriveranno sul mercato quest’anno
ISi parte
dettagli
della
gamma
SUHD
di
Samsung
dalla serie KS8500 per arrivare al vertice con il KS9800, previsto solo in tagli grandi
di Roberto PEZZALI
amsung ha presentato al CES la
nuova gamma di TV concentrandosi soprattutto sull’aspetto “visual” e tecnologico: allo stand erano
pochi i TV esposti e non c’era alcuna
indicazione su quelli che saranno i
modelli e i tagli previsti per la nuova
lineup. Una scelta tutto sommato saggia, anche perché ormai sono i singoli
mercati ad allestire la gamma tenendo
conto delle esigenze locali. Samsung,
inoltre, ha voluto mostrare solo il fiore
all’occhiello della sua gamma, quei televisori che per caratteristiche e design
rappresentano l’attuale stato dell’arte
tecnologico del produttore coreano.
Come tutti gli anni abbiamo avuto la fortuna di entrare nella piccola saletta dedicata alla tecnologia dei TV Samsung,
e abbiamo ricevuto qualche dettaglio in
più sulla lineup e sulle tecnologie utilizzate che possiamo condividere senza
però pubblicare fotografie, non ci è stato
permesso scattarle. Samsung quest’anno ha stravolto la strategia di comunicazione puntando sul Quantum Dot, e
proprio da questa tecnologia parte la
lunga serie di demo alla quale abbiamo
assistito. Samsung ci conferma che il
Quantum Dot non è una sua tecnologia,
ma che tuttavia quest’anno ha deciso di
costruire in casa un filtro Quantum perché quelli forniti dal principale produttore, 3M, sono troppo sensibili al livello di
umidità e cambiano la risposta a seconda dalla percentuale di acqua presente
nell’aria della stanza. Una cosa proba-
S

bilmente impercettibile ad occhio
nudo, ma come gli stessi ingegneri Samsung ci confermano siamo
arrivati ad un punto dove anche
il più piccolo accorgimento può
far la differenza in TV che, ormai,
sono quasi perfetti. Samsung ha
lavorato ovviamente sulla retroilluminazione migliorando ancora
il tuo top di gamma, con una illuminazione diretta a LED che copre
il doppio delle zone del modello
precedente, quasi 500. Una soluzione, quest’ultima, che permette
di gestire ancora in modo più efficace l’HDR permettendo a piccole
zone di raggiungere luminosità
Samsung KS8500, dimensioni da 48” a 65”
di picco molto elevate. Il primo
modello della gamma SUHD dovrebbe essere il KS8500, illuminazione logo del servizio: in tutti i casi si potrà
edge led e dimensioni di pannelli che controllare l’interfaccia usando il solo
spaziano dal 48” al 65”; tagli più grossi telecomando della TV. SmartHub sarà
per KS9700 e KS9800: questi due mo- aggiornabile anche sull’attuale serie
delli avranno illuminazione Full LED e JS: secondo alcuni tecnici servirà un
avranno anche una sezio- nuovo Evolution Kit, secondo alcuni uone audio decisamente più mini del marketing di Samsung invece
curata. Per tutti, a bordo, sarà possibile fare un upgrade softwaci sarà Tizen in una nuova re per aggiungere alla serie del 2016 le
versione rivista, con alcuni funzionalità dei modelli 2016. Probabildettagli che guardano alla mente hanno ragione questi ultimi, ma
facilità d’uso e che sicu- il dubbio resta.
ramente faranno piacere: Nella sala scura Samsung abbiamo avuci ha colpito soprattutto to modo di apprezzare i miglioramenti
Samsung Smart Control che Samsung è riuscita comunque a inRemote, una feature del serire nei suoi TV quest’anno, anche se
nuovo SmartHub che è facile fare una demo sul modello top
identifica immediatamen- di gamma: il JS9500 era senza alcun
te la periferica collegata dubbio il miglior TV del 2015 per quapermettendo la gestione lità video, il suo erede migliora ancora
totale da telecomando.
qualcosa soprattutto a livello di colori
Se si collega una Xbox e contrasto. Nelle prossime settimane
apparirà l’icona della dovrebbero arrivare ulteriori dettagli
console, se si collega sulla line-up, con uno sguardo anche
Il Samsung KS9500 con la sua particolare base
un decoder apparirà il alle serie più piccole.
torna al sommario
LG, quasi tutti
i TV OLED del
2016 sono piatti
Un solo modello
pecora nera
LG presenta i nuovi
TV OLED a Las Vegas
La notizia che farà felici
è l’arrivo del pannello
piatto su tutta la line up
Resta un solo modello
curvo in gamma
di Roberto PEZZALI
Si torna al piatto: LG presenta la
sua lineup di TV per il 2016 e tra
modelli LCD e OLED resta una
sola serie di TV curvi, OLED. Se la
serie Signature, il TV OLED di fascia alta, resta per molti un sogno
con il suo prezzo che dovrebbe
essere decisamente elevato, la
serie E6 dovrebbe comunque far
tornare il sorriso a molti. LG ha,
infatti, realizzato una versione più
abbordabile della serie top dotata
di soundbar e di pannello fuso nel
vetro. Non è lo stesso pannello e
non c’è la stessa elettronica, ci di-
cono, ma ha Dolby Vision HDR e
certificazione Ultra HD Premium:
la serie E6, schermo piatto, arriverà nelle versioni da 55” e da 65” e
rispetto al modello Signature non
avrà la base orientabile e avrà
l’elettronica inserita dietro il pannello, soluzione questa che aumenterà leggermente lo spessore
nella parte bassa. Non esposte
in fiera, le serie C6 e B6: la serie
C6 sarà quella dotata di pannello
curvo, mentre la B6 è una serie
entry level sempre 4K e HDR ma
priva di 3D e con schermo flat,
una scelta che permetterà di tenere un prezzo leggermente più
basso. Anche questi modelli arriveranno in Italia nel corso dell’anno, nelle versioni da 55” e 65”.
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
TV E VIDEO Alla kermesse di Las Vegas, il produttore cinese ha presentato una completa line-up
Hisense fa sul serio: 22 modelli, tra 4K e HDR
Sono sette le nuove famiglie di TV: al vertice il 65” 4K, HDR, curvo con tecnologia Quantum dot
H
di Giulio MINOTTI
isense, terzo produttore mondiale di TV, ha presentato al
CES 2016 interessanti modelli
a partire dal nuovo top di gamma da
65 pollici della serie H10. Si tratta di un
4K, 3D curvo con il supporto all’HDR,
che adotta un pannello LCD LED con
tecnologia Quantum dot, che Hisense
riassume nella denominazione ULED.
L’ULED, giunto ora alla sua seconda
generazione, promette una riproduzione cromatica più intensa e bilanciata
tra le componenti, ma anche più contrasto, neri più profondi e una migliore brillantezza delle immagini. Questo
elegante 65 pollici è, inoltre, equipaggiato con una connessione Wi-Fi ac,
un Media Media Player 4K e una piattaforma Smart TV rinnovata con all’interno un app store dedicato e un web
browser. Il 65H10C arriverà sul mercato americano nella seconda metà
del 2016 a un prezzo di 2.800
dollari. Il produttore cinese
ha anche presentato un
modello più piccolo
ed economico rispetto all’H10.
Hisense Serie H10

Si tratta di un 55” 4K curvo della serie H9, che arriverà sul mercato USA a
febbraio, a un prezzo di circa 1.000
dollari. Rispetto al top di gamma Hisense, il 55H9B perde il 3D e la tecnologia Quantum dot, ma mantiene
un pannello full array local dimming,
il supporto all’HDR e la compatibilità
con gli standard HEVC/h.265 e VP9.
Passiamo ora alla serie H8 formata
da due modelli 4K, un 50” ($599.99)
e un 55” ($699.99) equipaggiati con
un pannello con retroilluminazione
multi-zone local dimming ma non
ULED, nonostante mantengano la
torna al sommario
Bang&Olufsen
Beosound 35
è il diffusore
multiroom
che sembra
una soundbar
Un nuovo diffusore B&O
che si può appoggiare
su un ripiano o fissare
a parete. Si connette
via Wi-Fi ed è già pronto
anche per l’AirPlay
oltre che predisposto
per Spotify e Deezer
di Roberto FAGGIANO
Hisense Serie H8
compatibilità HDR. Questi TV saranno disponibili a partire dal prossimo
aprile. Scendendo ancora di prezzo
troviamo la nuova famiglia H7, disponibile in USA da febbraio e composta
da un 43” ($399.99), un 50” ($549.99),
un 55” ($649.99) e un 65” ($1.299.99).
Sono TV 4K, sempre con HDR, ma
privi di retroilluminazione local dimming. Scendendo in gamma, Hisense
ha portato al CES anche prodotti con
risoluzione inferiore (Full HD), pensati
per chi non ha ancora intenzione di
effettuare il “grande passo” verso il
4K oppure come secondo TV. In par-
Hisense Serie H5
ticolare la nuova gamma H5 con sei
diversi modelli, dal più grande 55” disponibile a 500 dollari, al più piccolo
ed economico 32”, a un prezzo di 200
dollari. La serie H4 si contraddistingue, invece, per il supporto alla piattaforma Smart TV di Roku che offre
3000 canali in streaming con 3 milioni di contenuti video. È composta da
quattro modelli da 50 a 32 pollici, con
un prezzo da 430 a 200 dollari. Concludiamo con l’ultima nuova famiglia
Hisense, denominata H3,
dalle funzionalità basilari
e priva di una piattaforma
Smart TV. È formata da
quattro diversi modelli, da
40 a 20 pollici, con prezzi
compresi tra i 250 e i 100
dollari. Si tratta di apparecchi dotati di connessione USB e MHL, con pannelli HD, che arriveranno
sul mercato americano tra
i mesi di febbraio e aprile.
L’ultima fatica di Bang&Olufsen si
chiama BeoSound 35 (2.295 euro)
ed è un diffusore multiroom, ma la
sua forma molto allungata - misura 100 x 35 cm - lo fa assomigliare
molto a un diffusore per TV. In realtà la forma è studiata per allargare
il più possibile il fronte sonoro e
rendere più semplice il fissaggio
a parete. Il nuovo diffusore si controlla tramite l’app BeoMusic mentre il collegamento alle sorgenti
è Wi-Fi. Tra le connessioni subito
disponibili si segnalano l’AirPlay
per ogni dispositivo Apple, DLNA
per un server casalingo, ma anche
Bluetooth per ogni smartphone e
tablet. Inoltre l’app comprende già
i servizi di streaming di Spotify e
Deezer oltre al servizio radio web
di TuneIn. Dal punto di vista tecnico non mancano contenuti interessanti: il Beosound 35 monta un
sistema di altoparlanti stereo con
midwoofer da 10 cm e tweeter a
cupola, quest’ultimo è inclinato
verso l’esterno di 30° in modo da
allargare il fronte sonoro. Ogni altoparlante ha il suo amplificatore
da 80 watt in classe D. Inoltre, un
circuito DSP migliora la resa dei
bassi e può essere configurato in
base alla posizione del diffusore tavolo, parete in basso o parete in
alto - per avere sempre le migliori
prestazioni. La costruzione è in alluminio con sezione pentagonale.
La disponibilità del BeoSound 35
è stata fissata al 13 aprile 2016, ma
gli interessati possono già prenotarlo sul sito di Bang& Olufsen.
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
TV E VIDEO Il TV è pronto ad accogliere i contenuti Dolby Vision, sistema di codifica HDR
TCL sposa il Dolby Vision con un nuovo 65’’
La società cinese TCL presenta il primo modello della linea X1, un TV LCD curvo UHD
I
di Gaetano MERO
l CES 2016 verrà probabilmente ricordato come l’anno dell’HDR, il “nuovo” formato su cui produttori di TV e
fornitori di contenuti in 4K hanno finalmente trovato un accordo costituendo
addirittura un’alleanza per stabilirne
gli standard di accesso. All’interno della
battaglia tra gli Ultra HD, i TV che permettono la fruizione di contenuti HDR,
spunta TCL e la sua nuova linea di televisori X1 sui quali verrà mostrato tutto
il potenziale del Dolby Vision grazie a
una collaborazione tra le due società.
TCL ha annunciato il primo 65’’ della
serie X1 (chiamata anche Xclusive): si
tratta di un pannello LCD curvo Full LED
con tecnologia Quantum Dot, 4K UHD che l’azienda ha battezzato QUHD - con
sistema audio integrato harman/kardon,
che sarà lanciato su mercato americano
entro fine anno. Lo schermo, specifica
il produttore, supporta una più ampia
gamma di colori, possiede un picco di
luminosità di 1000 nit (proprio come i
nuovi SUHD di Samsung) per immagini
più brillanti, un dimming locale diretto
a 288 zone che assicura un maggiore
contrasto e una copertura del 100% di
spazio del colore DCI-P3, rientrando
dunque a pieno titolo negli standard
appena dettati dall’UltraHD Alliance.
Dolby crede nel prodotto TCL, tanto da
partecipare direttamente alla conferenza stampa di Las Vegas con un suo top
Sony lancia un nuovo
lettore Blu-ray, UHP-H1
È un lettore premium
audio e video, ma non
riproduce i Blu-ray Ultra
HD: spazio a streaming
audio, multiroom
e musica Hi-res
laborazione, afferma che il Dolby Vision
HDR sul proprio X1 restituisce un’immagine più nitida, più realistica e fino a
40 volte più intensa rispetto ai TV che
usiamo oggi, facendo fare un balzo in
avanti all’home entertainment. Nessuna
indicazione è ancora arrivata sul prezzo
di vendita, che sarà probabilmente in
linea con i modelli degli altri produttori
collocati nello stesso segmento. L’altro
indubbio punto di forza di questo TV
è il sistema audio: si tratta di una cassa posta sotto lo schermo progettata
con harman/kardon e che l’avventato

torna al sommario
“presentatore” della società cinese ha
voluto provare dal vivo in conferenza
stampa con la solita versione acustica
di Hotel California. Piccolo problema:
la grande sala in cui si è tenuta la conferenza ha una cubatura che forse più
di 1.000 volte quella di un salotto convenzionale. Allora, dobbiamo dire che
quello che abbiamo sentito a 20 metri
di distanza è stato abbastanza impressionante: pressione sonora molto alta,
distorsione abbastanza contenuta, un
po’ di evanescenza su bassi, ma è inevitabile in quelle condizioni estreme.
TV E VIDEO Tanti i titoli disponibili per un’offerta in espansione
Giochi in streaming e in download
per le nuove Smart TV di Samsung
di Gaetano MERO
ubito dopo la notizia del nuovo pacchetto di sicurezza integrato nei suoi Smart
TV, Samsung annuncia un corposo upgrade della piattaforma di gioco online,
che dal 2016 offrirà oltre 400 giochi in streaming e 100 titoli in download. La
società coreana ha presentato il servizio di gaming aggiornato al CES di Las Vegas
assieme alla nuova lineup di Smart TV. Fra i titoli di maggior interesse segnaliamo
Assassin’s Creed III, Batman: Arkham Origins e The LEGO Movie, fruibili grazie all’integrazione (già iniziata nel 2015) del servizio di gaming in streaming PlayStation Now, il
quale permette di giocare pur non possedendo una console Sony e che da solo offre
oltre 300 contenuti. Continua a far parte dell’offerta anche GameFly, leader nei servizi
streaming del mondo videoludico, disponibile attualmente in 21 Paesi - anche in Italia
- e che accresce l’assortimento di altri 100
titoli, inoltre agli utenti sarà data la possibilità di scaricare ulteriori 100 giochi dalla
piattaforma di gaming, come ad esempio
Revolt3, Deer Hunter, Eternity Warriors
3, direttamente nel proprio TV. La società
promette di continuare ad espandere la
propria offerta gaming in futuro in qualità di
partner di grandi produttori di videogiochi.
S
manager. Dolby Vision è un sistema di
codifica HDR, pioniere del sistema ad
alta gamma dinamica, con il quale verranno codificati, tra gli altri, una serie
di contenuti certificati e pronti per lo
streaming. Tra i provider pronti figura
già il servizio americano Vudu, a cui
si aggiungeranno presto altri fornitori
(sembra essere nell’aria un imminente
accordo con Netflix). TCL, fiera della col-
Sony snobba
l’Ultra HD
Blu-ray: meglio
la musica Hi-res
di Roberto PEZZALI
Il nome scelto è sibillino, il comunicato anche: UHP-H1, il nuovo lettore Blu-ray di Sony, non è un Ultra
HD Blu-ray ma un normale player
di dischi HD. Sony lo definisce
“Lettore premium audio e video
ad Alta Risoluzione” ma l’alta risoluzione alla quale il comunicato
fa riferimento è quella musicale,
perché è questa la vera novità di
un player che sotto il profilo video
non ha niente di diverso dai classici in commercio. UHP-H1 è un
ottimo lettore, ma chi si aspettava
un player next gen resterà deluso:
la possibilità di riprodurre brani su
CD, Super Audio CD o Blu-ray, file
audio in HD su USB o playlist da
applicazioni audio integrate come
Spotify e Weezer non compensa
l’impossibilità di leggere i dischi in
4K che Fox e Warner lanceranno
nel 2016. Il player Sony è comunque un gran lettore per chi ama la
musica: è costruito attorno a un
telaio rigido “frame-and-beam”,
che minimizza le vibrazioni meccaniche, può riprodurre file audio
fino a 192 kHz/24 bit ed è dotato
di un convertitore digitale analogico da 768 kHz/32 bit. Tra le altre
caratteristiche troviamo la separazione dei segnali audio e video e
la funzione Audio Direct, che isola
l’uscita video e spegne il display
del pannello frontale per evitare
ogni interferenza. Il player ha a
bordo il Bluetooth con tecnologia
LDAC, per ascoltare le tracce audio dei film e la musica in cuffia e
gestisce sistemi multiroom. Unica
funzione legata alla riproduzione
4K è l’upscaling: grazie alla tecnologia SuperBitMapping V i Blu-ray
vengono convertiti in 4K a 60p.
P5 Wireless.
Abbiamo eliminato
il cavo ma il suono
è rimasto lo stesso.
P5 Bluethooth, musica in mobilità
senza compromessi con 17 ore di
autonomia e ricarica veloce per
performance allo stato dell'arte. La
solita qualità e cura nei materiali di
Bowers & Wilkins adesso senza fili
grazie alla nuova P5 S2 Bluetooth.
www.audiogamma.it
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
ENTERTAINMENT Nella confezione è presente la versione Blu-ray standard e quella digitale
Addio codice di area per gli Ultra HD Blu-ray
Siamo entrati in possesso di due dischi Ultra HD Blu-ray, Mad Max - Fury Road e The Lego Movie
di Roberto PEZZALI
oveva essere l’anno degli Ultra
HD Blu-ray, ma alla fine di Blu-ray
in questa edizione 2016 del CES
di Las Vegas si è parlato proprio poco.
I due player già annunciati, Samsung e
Panasonic, usciranno regolarmente sul
mercato insieme ai primi titoli già nei
primo semestre dell’anno, ma sembra
quasi che la versione 4K del Blu-ray
non faccia poi troppa notizia, almeno
negli USA. Anzi, la scelta di Panasonic
di introdurre i lettori probabilmente prima in Europa e poi in America lascia
intendere che questo tipo di supporto
è più adatto a Paesi come l’Italia, dove
la connettività e i servizi non permettono di godere di troppi contenuti in Ultra
HD. Sony, che solitamente è in prima
fila quando si tratta di lanciare nuovi
standard video ha lasciato passare il
treno del Blu-ray Ultra HD e ha preferito presentare Ultra, un nuovo servizio
di streaming di contenuti di alta qualità
destinato ai suoi TV Bravia. E questo anche se molti media hanno del tutto equivocato la presenza di un lettore Blu-ray
con upscaling a 4K come se si trattasse
D

di un lettore Sony di Ultra HD Blu-ray,
che invece non esiste. Con prezzi che
andranno dai 400 ai 1.000 euro, i lettori
in ogni caso arriveranno sul mercato in
primavera insieme a un buon numero
di dischi (dovrebbero essere 100 nel
primo anno). Siamo riusciti in anteprima a mettere le mani su un paio di titoli
(Mad Max - Fury Road e Lego Movie)
e ad avere qualche dettaglio su questi
dischi. Prima di tutto - e questa è la vera
notizia - sparirà per i dischi Ultra HD il
codice regionale di protezione: tutti i
dischi saranno liberi di essere usati e
comprati ovunque, senza limitazione
di riproduzione; non si sa se la stessa
torna al sommario
Gli Ultra HD
Blu-ray
di Sony Pictures
“suoneranno”
in Dolby Atmos
Sony Pictures pronta a
presentare i primi titoli
Ultra HD Blu-ray
sul mercato americano
di Matteo DISCARDI
sorte toccherà anche ai
Blu-ray contenuti nella
stessa confezione. La
mai troppo prematura
morte del codice di
area è un fatto importantissimo, soprattutto
in questa fase in cui il
software in Italia sarà
probabilmente ridottissimo: chi volesse godere sin da subito di
un 4K HDR di altissima qualità potrebbe
così rivolgersi al mercato USA. Inoltre,
almeno per le edizioni
Warner, viene confermato che la versione
Ultra HD sarà comunque accompagnata
da una versione Bluray tradizionale e da
una copia digitale.
Curiosa la scelta di
non mettere il logo
del Blu-ray Ultra HD
sulle confezioni: ci
sarà scritto solo “4K
Ultra HD”, il fatto che
sia un Blu-ray è sottointeso (mo poi lo è
davvero per tutti?). Una scelta non troppo felice: la confezione non più blu e
l’assenza del logo ufficiale potrebbero
creare un po’ di confusione anche tra i possessori di DVD player.
Resta solo un dubbio:
ci sarà la traccia italiana sui dischi che
arriveranno in Europa
o inizialmente si realizzerà solo una versione
“mondiale” del disco? I
due dischi USA in nostro possesso offrono
“solo” una traccia inglese in Dolby Atmos, oltre al francese e allo spagnolo in
Dolby DIgital 5.1.
Dopo un 2015 nel quale abbiamo assistito alla progressiva
diffusione di TV 4K, il 2016 sarà
l’anno in cui vedremo il primo
supporto fisico pronto a sfruttarne tutta la risoluzione: l’Ultra HD
Blu-ray, che porterà alcuni dei
più famosi titoli di Hollywood
a giustificare il grande numero
di pixel presente sui nuovi TV
oggi disponibili. Sony Pictures
approfitta del CES di Las Vegas
per annunciare una partnership
con Dolby relativa proprio al
Dolby Atmos in alcuni dei titoli già programmati e in uscita
futura. Amazing Spider-Man 2,
Salt, Hancock, Humandroid,
Strafumati e I Puffi 2 saranno
i primi titoli di Sony ad essere
disponibili in formato Ultra HD
4K e si potranno appunto fregiare di un rinnovato audio in
Dolby Atmos. L’inserimento di
Dolby Atmos all’interno dei film
in uscita non è semplicemente
una mossa di marketing: nonostante la codifica Dolby sia relativamente diffusa, proprio al
CES 2016 abbiamo assisitito alla
presentazione di diversi prodotti (soprattutto soundbar) che ne
fanno uso ed è giusto offrire a
chi è in procinto di acquistarli
una sorgente all’altezza. Sony
Pictures è il primo marchio ad
offrire questa tecnologia a livello consumer in Ultra HD Blu-ray,
anche se Warner Home Video
e Lionsgate hanno già utilizzato questo sistema, ma solo nei
cinema. Sony ha dichiarato che
molti altri film saranno rilasciati
in Ultra HD Blu-ray con Dolby
Atmos nel corso dell’anno.
Attendiamo date di lancio e, soprattutto, qualche indicazione
per l’Europa.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
MOBILE Huawei lancia il Mate 8, uno smartphone per la clientela business che desidera sicurezza, autonomia elevata e potenza
Huawei con Mate 8 vuole far le scarpe all’iPhone
Mate 8 arriverà in Italia nelle versioni con 32 GB di storage (prezzo 599 euro) e con 64 GB di storage (prezzo 699 euro)
H
di Roberto PEZZALI
uawei cresce ad un ritmo mostruoso: fatturati,
vendite e anche quote di mercato danno ragione al produttore cinese che è diventato, negli
ultimi anni, da outsider a vero mattatore di una scena
mobile che aveva bisogno di una forte scossa. Lo ha
fatto con prodotti che, generazione dopo generazione, sono migliorati a tal punto di non avere nulla da invidiare ai migliori prodotti realizzati da Samsung e Apple. Huawei, che ora è proprio il numero 3 al mondo
dietro Samsung e Apple, va a gonfie vele soprattutto
in Italia: grazie anche alla partnership commerciale
con il Milan, il nome Huawei non è più uno sconosciuto nome cinese, ma viene percepito dalle nuove generazioni come un brand famoso e di successo.
Huawei a settembre aveva il 9.7% di quote di mercato,
e con i nuovi prodotti presentati a Las Vegas punta
a raggiungere la doppia cifra, avvicinandosi a quella
Apple che sembrava distante anni luce.
GPU Mali T880 e il processore ARM Cortex A72, e nonostante la potenza sprigionata l’impatto sui consumi
è minimo. Huawei non teme i confronti, e promette
una durata doppia rispetto all’iPhone 6S con più di
due giorni di uso, un giorno e mezzo di uso intenso.
Si parte con il Mate 8, uno smartphone non nuovo
(lo aveva già annunciato in Cina ma ora viene finalmente ufficializzata la versione worldwide) destinato
alla clientela business che offre un grande schermo
unito ad una autonomia super. Il display è un 6” Full
HD praticamente privo di cornice, e il risultato è uno
smartphone da 6” più piccolo di un iPhone 6S Plus
che lo schermo lo ha da 5.5”.

Huawei Mate 8 promette anche prestazioni super: il
processore è il Kirin 950 a 8 core, un processore fatto in casa con tecnologia FinFet a 16nm che utilizza
4 core da 2.3 GHz e 4 core da 1.8 Ghz.
Per la prima volta Huawei utilizza in un processore la
torna al sommario
Card e criptato il contenuto della memoria storage in
real time.
Tra le altre caratteristiche un array di microfoni con
soppressione del rumore per gestire al meglio non
solo le chiamate ma anche le conferenze e le interviste, grazie ad un sistema di registrazione omnidirezionale che riconosce dove si trova colui che sta parlando. Una caratteristica, quest’ultima, già presente
comunque sul Mate S così come il riconoscimento del
tocco con le nocche e la possibilità di usare le nocche per gesture. Huawei è ovviamente fortissima sul
reparto comunicazioni e rete, due elementi che son
parte del dna aziendale: oltre a gestire praticamente
tutte le bande mondiali il modem è anche del 150%
più veloce ad agganciare una rete in roaming.
Huawei cambia anche il sistema di ricarica: con il suo
caricatore dedicato da 9V e 2 ampere riesce a garantire 1 giorno di autonomia in 30 minuti di ricarica.
Trattandosi di un terminale destinato all’utenza business Huawei ha inserito un layer di protezione in più
rispetto a quello già offerto da Android: oltre al fingerprint sensor vengono bloccati anche tastiera, SD
Mate 8 sarà disponibile in un nuovissimo colore, Mocha Brown, una finitura premium che non sta affatto male sul bel corpo in alluminio che i designer di
Huawei hanno plasmato.
Mate 8 arriverà ovviamente in Italia e ci sono ben due
versioni, una con 3GB di ram e 32 GB di memoria storage a 599 euro e una con 4GB di ram e 64 GB di
memoria a 699 euro.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
MOBILE Samsung entra entra a piedi uniti nel mondo Surface con il primo Galaxy Windows 10. Arriva a marzo, anche in Italia
Ecco Galaxy TabPro S, il primo con Windows 10
È un tablet molto bello, con tastiera dotata di trackpad e un display AMOLED da 12” mai visto prima su sistemi Windows
A
di Gianfranco GIARDINA
l CES 2016 di Las Vegas cade un taboo del mondo Samsung: il nome Galaxy può anche rigurardare device non basati su Android. Infatti la casa
coreana ha presentato il nuovo Galaxy TabPro S, un
tablet con tastiera (il classico convertibile) che pur appartenendo alla famiglia Galaxy, appunto, è basato su
Windows 10. È la prima volta che accade.
Le somiglianze e i richiami a Surface Pro di Microsoft ci sono: evidentemente, se le prime versioni di
Surface non erano state propriamente un “successone” (soprattutto quelle con Windows RT) è oramai
chiaro che il Surface Pro 4 ha raggiunto una maturità
che lo sta rendendo un “trend setter”, portando Windows a pieno titolo nel mondo dei tablet di fascia alta.
Che poi tutto sommato era anche uno degli scopi
che Microsoft si era ripromessa quando ha introdotto
Surface, di fatto il primo sistema Windows si propria
produzione a superare la fase prototipale e ad arrivare sul mercato come prodotto finito.
Nel video qui sotto le nostre prime impressioni.
video
cessorio vero e proprio, che è comunque contenuto
nella confezione, e che, con agganci esclusivamente
di tipo magnetico, è in grado fissarsi solidamente al
tablet. I contatti tra tablet e tastiera sono posti nella
parte centrale e sono a contatto e autocentrati grazie a un sistema calamitato decisamente vigoroso:
impossibile sbagliare il contatto, un po’ meno facile
staccare l’unità dalla custodia-tastiera.
lab
Samsung Galaxy TabPro S
Il primo Galaxy con WIndows
Questo Galaxy TabPro S è a tutti gli effetti di un antiSurface Pro e forse il suffisso Pro anche nel nuovo
Galaxy non poi così causale. Il progetto Samsung
sembra davvero molto bello, a partire da display, forse
il pezzo più interessante: si tratta di un 12” AMOLED
da 2160x1440 pixel ed è la prima volta che questa tecnologia viene utilizzata su una macchina Windows.

Display a parte, che comunque sembra davvero bello,
ci ha colpito la custodia con tastiera: si tratta di un ac-
torna al sommario
smartphone Galaxy S6 e successivi: basta appoggiare lo smartphone sulla tastiera, per esempio, per far
collegare il PC all’hotspot Wi-Fi del telefono in modo
del tutto automatico e senza dover imputare alcuna
password.
Il Galaxy TabPro S si basa su un processore Intel Core
M di 6° generazione (Skylake) ed è dotato di 4 GB
di RAM; due di tagli di storage SSD: un modello da
128 GB e uno da 256 GB. Oltre a queste varianti, c’è
una versione (più consumer) con il solo Wi-Fi e una,
più “business”, che ha anche il modem 4G integrato.
Infine le finiture disponibili: nero (con custidia nera) e
bianca (con custodia bianca).
La batteria è dal 5200 mAh (difficile far di più in 6,3
mm di spessore) e, grazie ai bassi consumi del processore Intel, è in grado – secondo le dichiarazioni
della casa, di alimentare il Galaxy TabPro S per oltre
10 ore; e – cosa molto interessante – si ricarica in sole
due ore e mezza.
Inoltre, la custodia permette due posizioni di utilizzo,
una pensata per il lavoro al tavolo e l’altra ottimizzata
per l’utilizzo sul divano.
Ovviamente quando si vuole è possibile staccare
l’unità dalla sua base: tutta la capacità computazionale è integrata nel tablet e la tastiera/custodia non
ospita un’estensione di batteria. Dispone però di touch pad (che rende l’apparecchio molto simile, nell’utilizzo, a un personal computer portatile tradizionale)
e di un’antenna NFC: questa serve per attivare una
serie di automatismi di connessione tra il tablet e uno
Sul fronte delle interfacce, siamo in pieno nell’era
della razionalizzazione, forse anche troppa: proprio
come sul MacBook da 12”, qui troviamo solo una porta
USB Type C e la presa per il minijack delle cuffie.
Il prezzo ancora non è noto; qualche informazione è
invece trapelata sulla disponibilità nel nostro Paese: è
prevista entro marzo.
A questo punto Microsoft, con Samsung in campo sul
fronte Windows e convertibili, si deve preoccupare
per il proprio Surface? Per certi versi, sì: la macchina
di Samsung sembra davvero molto bella. Per altri può
anche festeggiare: il suo Windows ha conquistato (anche) il mondo Galaxy.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
MOBILE Al CES 2016 LG svela gli smartphone della serie K, basata su due modelli: il K10 e il K7
Con la serie K, LG punta su design e fotocamera
K10 e il K7 hanno caratteristiche da top di gamma pur essendo prodotti di fascia media
di Franco AQUINI
L
G svela al CES la serie di smartphone “K” che rinnova la precedente
serie L. Si tratta di una gamma di
livello medio ma che prende in prestito ai modelli di fascia superiore più di
una caratteristica portante: innanzitutto
il design, chiamato glossy pebble dall’aspetto arrotondato e leggermente
curvo sia nel retro che nel display. La
cover posteriore ha una trama simil-tessuto che ne aumenta il grip.
I modelli presentati a Las Vegas sono
due: il K10 e il K7. Il primo avrà uno
schermo da 5.3 pollici HD, batteria da
2.300 mAh e Android Lollipop 5.1. Qui
finiscono le specifiche certe, perché le
altre, come RAM e storage, varieranno
in base al mercato. Il K10 avrà anche in
questo caso una versione LTE per i mercati affermati e una 3G per quelli in via
di sviluppo: nel primo caso troviamo una
fotocamera da 13 Mpixel, nel secondo
ci accontentiamo di quella da 8 MPixel
mentre la frontale sarà da 8 MPixel o 5
MPixel in base al paese di vendita. La
Ram avrà tagli da 2GB, 1.5GB e 1GB,
mentre lo storage interno sarà di 8GB
o 16GB. Per quanto riguarda il processore, ci sono addirittura quattro varianti
e non sono ancora chiare le specifiche
per l’Italia. Il K7 sarà invece un modello leggermente più piccolo, avrà un display 5 pollici con risoluzione FWVGA
(854x480), batteria da 2,125 mAh, una
fotocamera frontale da 5 MP e Android
Lollipop 5.1. Anche in questo caso, il
resto delle caratteristiche differisce
molto a seconda dei paesi: la versione
LTE avrà una CPU 1.1 GHz quad-core,
mentre la versione 3G una quad-core
da 1.3 GHz. La fotocamera posteriore
potrà essere da 8 MPixel o 5 MPixel a
seconda del paese, la RAM 1.5 GB o 1
GB, mentre lo storage, come nel caso
del fratello maggiore, da 8 GB o 16 GB.
Entrambi i modelli avranno alcune
funzionalità proprie dei modelli di fascia più alta, come il Gesture Shot e il
Gesture Interval Shot. Con il primo è
possibile scattare dei selfie semplicemente aprendo e chiudendo la mano di
fronte al telefono. Il secondo, alla stessa
maniera, permette di eseguire diversi
scatti in sequenza. Attendiamo, come
già anticipato, notizie sull’estensione
nel nostro Paese e i relativi prezzi.
MOBILE Qualche mese dopo la presentazione dell’IFA, Acer ripropone al CES Jade Primo
Acer Jade Primo, super smartphone Windows 10
Jade Primo arriva in Europa già a gennaio, sarà in vendita a 649 euro docking inclusa
di Franco AQUINI
iquid Jade Primo non è una novità
assoluta, Acer lo aveva presentaton all’IFA 2015. Per l’occasione,
aveva addirittura rispolverato il nome
Pocket PC, proprio in funzione della
sua vocazione da piccolo PC portatile.
Il riferimento era chiaramente a Continuum, la funzionalità di Windows 10 su
smartphone che permette, tramite una
docking station, di utilizzare lo smartphone su un monitor esterno o su un
TV con un’interfaccia simile a Windows
10 in versione desktop. Acer Liquid Jade
Primo torna al CES in versione definitiva
ed è comunque uno smartphone dalle
caratteristiche di alto livello, sopratutto
se consideriamo che fanno girare un sistema operativo che funziona bene anche con caratteristiche inferiori. Il motore è l’ormai noto Snapdragon 808 con

L
torna al sommario
3GB di Ram, 32GB di storage e connettività LTE Cat. 6. La parte foto è affidata
a un sensore da 21MP f/2.2 con doppio
flash LED e capacità di cattura video in
4K, mentre la fotocamera frontale sarà
una 8MP sempre f/2.2 con un ampio
angolo di ripresa (ideale per i selfie) e
capace di registrare video in Full HD. Al
di là delle specifiche definitive, la notizia
è che Jade Primo sarà disponibile in Europa da fine gennaio al prezzo di 649€,
docking inclusa. Nonostante Acer faccia molto leva sulla doppia funzionalità,
quasi fosse un smartphone convertibile
in notebook, resta qualche dubbio in
merito (non imputabile ad Acer ma a
qualche limite software). Da quello che
abbiamo potuto testare di Continuum, in
occasione della prova del Nokia Lumia
950, la sensazione è di una funzionalità molto promettente ma ancora molto
immatura che
non restituisce,
ma questo è
ovvio, l’esperienza d’uso di
un notebook.
Esperienza che
invece è facilmente ottenibile con altri
dispositivi mobile con Windows 10 già in
commercio,
come
Surface Pro 4,
ad esempio. Liquid Jade Primo rimane
comunque uno smartphone Windows
dalle caratteristiche di alto livello, e che
come tale potrà dare soddisfazioni nell’uso quotidiano.
Huawei copia
il Galaxy Tab per
creare il perfetto
entertainment
tablet
Fra le novità della casa
cinese non manca
un tablet mid-range
che punta a ritagliarsi
una fetta di mercato
Arriverà in primavera
Difficile dire se arriverà
anche in Italia
di Michele LEPORI
Huawei scommette sul mercato tablet a stelle e strisce con
MediaPad M2 10, un prodotto che
punta a consolidarsi nella fascia
media di mercato. MediaPad M2
porta in dote la stylus multifunzione che può essere adatta a
disegnatori e scrittori digitali data
la sensibilità a 2048 livelli di
pressione: una dote che va anche a braccetto con processore
Octa-Core a 2 GHz, schermo IPS
LCD 1920 x 1200 ed opzioni dimemoria che variano dai 16GB
(con 2GB di RAM ed in sola colorazione silver) e 64GB (con 3GB
di RAM e colorazione gold). Scelta che privilegia una colorazione
molto apprezzata in oriente ma
che potrebbe non dare i frutti
sperati nel mercato americano.
Huawei decide di giocare in sicurezza anche alla voce design,
dove il MediaPad M2 propone
angoli smussati e struttura in alluminio unibody che ferma la bilancia a 500 grammi ed il calibro
a 7,35 mm: soprattutto il peso si
rivela essere abbastanza contenuto per un tablet da 10”. Completano la dotazione di serie due
fotocamere frontale e posteriore
da rispettivamente 5 e 13 Megapixel ed una disponibilità annunciata sul territorio a stelle e strisce
entro la primavera del 2016.
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
MOBILE Google e Lenovo insieme per lo sviluppo dello smartphone basato sulla realtà aumentata
Project
Tango
sarà
in
vendita
tra
sei
mesi
Il dispositivo sarà disponibile a partire già dall’estate prossima, a meno di 500 dollari
di Gaetano MERO
oogle e Lenovo hanno annunciato al mondo intero, durante una
conferenza al CES di Las Vegas,
la loro collaborazione per la creazione
del primo smartphone Project Tango.
La piattaforma Google approda per la
prima volta su un dispositivo destinato
all’utenza consumer, acquistabile già
fra sei mesi ad un prezzo inferiore ai
500 dollari. Lo smartphone, mostrato
per ora solo attraverso una demo e che
non ha ancora un nome ufficiale, monterà un processore Snapdragon ed avrà
un display inferiore ai 6,5’’: maggiori dettagli tecnici verranno forniti nei prossimi
mesi. Project Tango è nato nel 2014 dai
laboratori di Big G con l’intento di sviluppare un sistema in grado di percepire
l’ambiente circostante e di interagire,
virtualmente, con esso in una sorta di
realtà aumentata in continua evoluzione
e sempre diversa in base al luogo in cui
ci si trova. Un concetto molto simile, in
pratica, a quello di Hololens di Microsoft
e dei visori che mescolano l’esperienza
virtuale con l’ambiente reale circostante. Per fare questo la piattaforma utilizza sensori di profondità e rilevatori di
movimento, che funzionano anche in
ambienti chiusi, in modo da consentire
G
Haier debutta al CES
con un tablet da 12”
con hardware
che non fa rimpiangere
quello dei notebook
di Franco AQUINI
così agli utenti di esplorare, attraverso il
proprio dispositivo, l’ambiente fisico che
li circonda. Un’intera stanza può dunque trasformarsi nel livello di un gioco,
si possono catturare le dimensioni 3D
di un ambiente per scegliere in modo
preciso mobili e complementi d’arredo,
è possibile fornire informazioni esatte
sulla posizione di determinati oggetti
- ad esempio i prodotti in un supermercato - in modo da permetterne con facilità l’individuazione. Le potenzialità del
sistema sono infinite, gli unici limiti sono
costituiti dalla fantasia degli sviluppatori e dal numero di app che riusciranno
a sfruttare appieno la piattaforma. Per
questo Google e Lenovo hanno invitato
i programmatori, per i quali è disponibile già da tempo il Project Tango Tablet
Development Kit - un tablet da 7’’ dotato
di sensori 3D, motion tracking camera
e software specifico - a sottoporre le
proprie idee entro il 15 febbraio 2016 al
Project Tango App Incubator. Le applicazioni migliori saranno integrate direttamente sullo smartphone di Lenovo.
MOBILE Forte della posizione dominante nel mercato dei wearble, Fitbit annuncia Blaze
Fitbit Blaze è lo smartwatch che “dura” 5 giorni
Più colore, stessa durata del Surge ma non c’è GPS integrato. Arriverà a febbraio, a 229 euro
F
di Matteo DISCARDI

itbit ha annunciato Blaze, uno smartwatch che si presenta come una
evoluzione con display a colori del
famoso Charge HR, la smartband con
rilevazione del battito cardiaco. È dotato
di un sistema proprietario (ancora niente
App di terze parti), ha cinturino intercambiabile ma, rispetto al modello Surge (pre-
torna al sommario
HaierPad sulle
orme di Surface
ma costa meno
e la tastiera
è inclusa
cedente top di gamma) è privo di modulo
GPS integrato: la funzione è disponibile
solo tramite connessione da smartphone.
Rispetto al Surge il nuovo Blaze si presenta come un modello più trendy, con lo
schermo a colori (Surge è monocromatico) e nuove e importanti funzioni come 15
tipi di esercizio fisico programmato. Il nuovo modello mantiene il sensore di battito
cardiaco e un sistema che
capisce, da solo, se state
facendo attività fisica oppure una normale attività
quotidiana. La connessione all’immenso database
Fitbit, proprio di migliaia
di utenti da tutto il mondo,
è una garanzia per chi ha
già utilizzato un preceden-
te modello, perché garantisce l’intercambiabilità tra i prodotti Fitbit senza perdere
lo storico sul cloud: questo è stato, negli
anni, probabilmente uno degli aspetti che
più ha influito nel successo della casa nel
mercato. Blaze promette una durata di
batteria sino a 5 giorni, proprio per mantenere questo valore è stato probabilmente
necessario sacrificare il modulo GPS, uno
dei più esigenti in termini di consumo. Ciò
rende il modello molto adatto non solo a
sessioni sportive ma anche per l’utilizzo
quotidiano (per le notifiche) e soprattutto
notturno (con la rilevazione del sonno).
Dotato di cinturino intercambiabile (per
il momento sono disponibili tre modelli
supplementari, acquistabili a parte), il Blaze sarà disponibile a partire da Febbraio
al prezzo di 229 euro.
Surface ha un nuovo ammiratore:
Haier. L’azienda cinese mostra
infatti al CES HaierPad W1225P,
un tablet/notebook con tastiera
separata molto vicino al mondo
degli Ultrabook e con potenza
da vendere. A pulsare al suo interno ci sono infatti le nuovissime
CPU Intel di sesta generazione
Skylake Y, con ben 4 GB di RAM
e lo schermo IPS con risoluzione
1920x1200. HaierPad, proprio
come Surface, si converte velocemente in un vero e proprio
notebook tramite una tastiera da
agganciare al tablet. HaierPad è
spesso appena 8,9mm, monta
una batteria da 8500mAh, che
dovrebbe garantire una giornata piena di utilizzo, e pesa
850grammi. Sarà disponibile
in Europa dal secondo trimestre
2016 a partire da 799€ tastiera
inclusa. HaierPad è inoltre il primo tablet Haier a montare Windows 10, segno che il Surface
comincia a fare breccia in un
certo tipo di utenza, business
per lo più, Il precedente HaierPad 781, provato circa un anno e
mezzo fa, aveva mostrato le ottime capacità di Haier di produrre
un tablet ben fatto sia a livello di
materiali che di assemblaggio,
tanto da ricordare molto da vicino l’iPad mini di Apple. Haier
sarà di nuovo capace di produrre un dispositivo all’altezza di un
concorrente di alto livello come
Surface Pro 4 di Microsoft?
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
MOBILE Con il WSD-F10 Casio punta a catturare l’attenzione degli appassionati di vita all’aria aperta
Casio lancia uno smartwatch grosso e tosto
Ha uno schermo LCD da 1,3” 320x300 pixel ed è impermeabile fino a 50 metri di profondità
di Michele LEPORI
N
ella guerra che da anni le grandi
dell’elettronica combattono per
far diventare i wearable devices
parte integrante della nostra vita, le armi
più gettonate sono design il più sottile
possibile, cinturini che possano inseguire i trend del momento e funzionalità che
non durino il tempo di un jingle pubblicitario ma che possano davvero essere
utili durante la giornata. Difficile dire se le
grandi abbiano davvero sdoganato il settore, di certo questi dogmi - o presunti tali
- poco interessano a Casio che a Las Vegas arriva con uno smartwatch pronto ad
infrangere le regole: si chiama WSD-F10
(qui il video di presentazione) ed è un
Android Wear massiccio, impermeabile
fino a 50 metri, con bussola, accelerometro e sensori di pressione incorporati.
E per non farsi mancare nulla, ecco la
certificazione militare MSL-STD-810.
Schermo da 1,3” e 320x300 di risoluzione LCD e tante modalità di uso, dalla mo-
Huawei ha presentato
al CES due smartwatch
premium dedicati
a un pubblico femminile
che cerca il giusto
connubio tra tecnologia
ed eleganza
di Pierfrancesco PETRUZZELLI
nocromatica con interfaccia solo oraria
che porta la batteria a più di un mese di
autonomia alla smart con schermo a colori e quadranti (tool, per dirla alla Casio)
personalizzabili a quale dei vari sensori
dello smartwatch ci interessa mettere in
funzione e monitorare: altimetro, pressione atmosferica, bussola, alba, tramonto, attività fisica… tutto è sempre sotto controllo con la sola pressione di un
pulsante, accessibile anche con i guanti
in caso di condizioni climatiche difficili.
Immaginare un G-Shock con le funzionalità smart appena elencate da l’idea
di cos’è e dove vuole andare a parare
un prodotto come WSD-F10: i suoi 61,7
x 56,4 x 15,7 millimetri potranno davvero
fare le scarpe ad Apple Watch, Urbane
e Moto360? È talmente impensabile che
potrebbe essere quasi plausibile…
MOBILE Dopo gli smartband Nabu e Nabu X, Razer si presenta al CES 2016 con Nabu Watch
Anche Razer entra nel mondo degli smartwatch
Nabu Watch è uno smartwatch digitale pensato soprattutto per un pubblico giovane
di Matteo DISCARDI
C

hi frequenta gli ambienti di videogiochi ha senza dubbio già
sentito parlare di Razer, marchio
oramai leader e icona del mondo videoludico. Nel 2015 l’azienda ha presentato due smartband, Nabu e NabuX
e nel 2016 ha appena effettuato il primo passo nel mondo degli smartwatch
con Nabu Watch.
All’apparenza un orologio digitale, nasconde al suo interno diversi sensori,
tecnologia già vista nelle smartband
Nabu e un display OLED 128 x 16 punti
a singolo colore per l’indicazione dell’ora più un secondo display per le notifiche, l’indicazione dei passi, distanza,
calorie, misurazione del sonno, attività
e obiettivi. Non manca ovviamente un
link con l’App Nabu, per iOS e Android,
per la sincronizzazione dei dati, dell’ora e il controllo di alcuni parametri
direttamente dallo smartphone. Rispet-
torna al sommario
Con i nuovi
smartwatch
Huawei strizza
l’occhio
al gentil sesso
to a molti concorrenti Nabu Watch ha
una batteria interna che garantisce 12
mesi di durata per le funzioni dell’orologio e una settimana (ricaricabile) per
la sezione delle notifiche, la cassa è
resistente agli urti e ovviamente waterproof a 5 atmosfere. Non è chiaro se,
come nel caso del Nabu, ci saranno
all’interno delle funzioni social per lo
scambio dell’amicizia anche con un
semplice tocco tra dispositivi.
Nabu Watch è disponibile per l’acquisto in due versioni: Forged Edition a
199.99 dollari (239,99 Euro in Italia) e
normale a 149,99 Dollari, quest’ultima
a partire da fine mese.
Huawei propone - in collaborazione con Swarovski - una linea
di smartwatch dedicati al pubblico femminile. Jewel ed Elegant,
questi i nomi dei dispositivi, sono
varianti del modello Huawei
Watch, basato su Android Wear,
compatibile anche con iOS, tramite la quale si potranno visualizzare
notifiche, gestire le nostre e-mail
o tenere traccia dei progressi e
dei battiti cardiaci durante le sessioni di jogging. A livello tecnologico, il prodotto rimane sempre
un Huawei Watch, che tra l’altro
(come da nostra prova) è perfettamente adeguato alle esigenze di
un power user, quello che cambia
è senza dubbio il comparto estetico. Sul modello Jewel troviamo
una cassa placcata in oro rosa con
68 Swarovski Zirconia (qui sopra),
del diametro di 1,5 mm ciascuno
e cinturino in pelle, mentre risulta
decisamente più sobria la versione Elegant che si caratterizza per
la zigrinatura della cassa sempre
placcata in oro rosa. Entrambi i
dispositivi sono muniti di vetro in
zaffiro antigraffio e cinturini in pelle bianco perla o blu zaffiro. I nuovi
smartwatch saranno disponibili sul
mercato europeo, Italia inclusa,
a partire da marzo e costeranno
499 euro per il modello Elegant,
mentre il costo di Jewel dovrebbe
essere di 100 euro in più.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
MOBILE Garmin introduce nuovi modelli della serie fenix pensati per lo sportivo più esigente
Nuovi smartwatch sportivi nel 2016 Garmin
Presentato anche un “Glass” dedicato ai ciclisti, un dispositivo da applicare agli occhiali
di Matteo DISCARDI
A
l CES arrivano i nuovi modelli in casa Garmin, appartenenti
alla famiglia fenix 3 Sapphire e
pensati per gli sportivi più esigenti. Il
fenix 3 Sapphire HR presenta caratteristiche come la rilevazione dell’attività
cardiaca direttamente al polso, vetro in
zaffiro antigraffio e una cassa resistente
agli urti ma anche molto leggera. Il cinturino è disponibile in versione avvolgente
in nylon nero o in pelle versione Gray Leather Band. Il dispositivo è pensato anche
per la rilevazione delle più comuni attività
giornaliere come SmartNotification per
vedere sullo schermo dello smartwatch
SMS, chiamate ed email, così come il numero di passi, la distanza totale e i relativi
calcoli sulle calorie bruciate. Ma non è
tutto: in abbinamento ad una fascia HRMRUN il fenix 3 Sapphire HR può rilevare
molti dati sulla camminata e alcune misurazioni fisiologiche come la lunghezza del
passo, il rapporto tra oscillazione verticale
del busto e lunghezza della falcata e una
stima sulla soglia anaerobica dell’atleta.
Attraverso l’App Garmin Connect Mobile
gli utenti hanno poi a disposizione varie
caratteristiche aggiuntive come le mappe
di 40.000 green per il Golf e misurazioni
specifiche anche per stand up paddle o
canottaggio. I nuovi fenix saranno disponibili anche da noi a febbraio con prezzi a
partire da 599,99 Euro.
In aggiunta alle novità di
Sapphire HR, Garmin ha
annunciato il rinnovamento
della serie Tactix con il modello Bravo, uno smartwatch pensato per gli sportivi
e i militari che fanno paracadutismo o operazioni di
Soft Air. Il nuovo modello
integra sensori di tipo ABC
(altimetro, barometro e busGARMIN TACTIX BRAVO
GARMIN FENIX 3 SAPPHIRE HR
sola) in una singola colorazione nera con finitura DLC
per una maggior mimetizzazione e un che provengono dal proprio GPS Bike
display in negativo con fondo nero e nu- computer Edge compatibile. Pensato per
meri bianchi pensato per la lettura anche gli sportivi che desiderano mantenere
da display notturni. L’orologio è dotato di l’attenzione viva sul proprio stato fisico
una antenna esterna EXO che garantisce anche nei momenti più caldi di una corla massima sensibilità al segnale GPS sa, Varia Vision è una piccola rivoluzione
nonché di una tecnologia TrackBack che nel mondo del ciclismo e mountain bike.
consente di memorizzare sino a 1.000 Composto da un piccolo display da appliwaypoint, facilitando il ritorno alla base in care sopra l’asta degli occhiali, il device è
qualsiasi condizione atmosferica e di vi- leggerissimo (appena 28 grammi) e può
sibilità. Ovviamente anche il Tactix Bravo essere posizionato liberamente a destra
è pensato per le attività quotidiane con o sinistra. Un pulsante permette il conSmartNotification sul display delle attività trollo anche con i guanti, e le informazioni
dello smartphone, e le funzioni di smar- sono di vario tipo, dallo stato fisico all’avtband, senza dimenticare l’utilizzo della vicinarsi di un veicolo alle proprie spalle
piattaforma Garmin IQ per l’installazione (se in utilizzo congiunto ad un Varia Bike
di App e Widget. Anche Tactix Bravo sarà Radar), dalla distanza percorsa sino alla
disponibile da febbraio ad un prezzo di velocità istantanea, oltre naturalmente a
699,99 Euro.
tutte le SmartNotification.
Varia Vision (video) è un device che si apVaria Vision arriverà in Italia a Febbraio
plica agli occhiali e che consente di leg- con un prezzo al pubblico consigliato di
gere le informazioni in sovraimpressione 399,99 Euro.
MOBILE Fossil con il Q54 Pilot continua sulla strada dello smartwatch analogico, privo di display
Fossil Q54 Pilot, lo smartwatch dal look classico
È dotato di giroscopio, vibrazione, ricarica wireless, Bluetooth e led colorati per le notifiche
F
di Franco AQUINI

ossil crede ciecamente negli smartwatch classici analogici, con l’aggiunta di sensori che diano loro
un tocco smart. Dopo il Q Grant, ora
presenta il secondo smartwatch senza
display, esteticamente molto simile a
un cronografo classico e più precisamente al 54 Pilot. In questa versione
smart, oltre alla “Q” nel nome (che
identifica la serie smart), questo orologio guadagna un accelerometro per la
funzione contapassi e calorie bruciate,
un sistema di ricarica wireless, un LED
con diversi colori programmabili per
torna al sommario
distinguere la persona che ci sta chiamando o messaggiando, un motore
di vibrazione personalizzabile e una
connessione Bluetooth, per dialogare
con lo smartphone, che fa le veci del
display mancante. L’app, che diventa
quindi il centro di controllo dello smartwatch, è stata di recente aggiornata
supportando diverse lingue in più, tra
cui l’italiano. Certo, in questo modo il
Fossil Q54 perde una delle funzionalità
tipiche degli smartwatch ovvero la facilità di controllare notifiche e messaggi
direttamente dal polso. Il Fossil Q54
Pilot ha la cassa in acciaio inossidabile,
il cinturino in acciaio o in pelle e sarà
disponibile dalla primavera a un prezzo
compreso tra i 175 dollari e i 215 dollari
a seconda del modello.
Withings scopre
gli schermi
e-Ink e crea un
activity tracker
con 8 mesi
di autonomia
Withings presenta Go
Una clip waterproof
provvista di display
E-Ink che riconosce
camminate, corsa
e nuoto
di Vittorio Romano BARASSI
La francese Withings al CES ha
annunciato l’arrivo di Go, un fitness tracker capace di riconoscere i movimenti; è adatto per
le sessioni di camminata e per
quelle di corsa, ma grazie alla sua
costruzione waterproof può essere utilizzata anche in piscina per
monitorare le attività di nuoto. Caratteristica fulcro di questo dispositivo è indubbiamente il display
e-ink cui è equipaggiato: il piccolo
pannello può fungere da “contapassi” mostrando i progressi su
base giornaliera oppure, effettuando una pressione su di esso,
può tramutarsi in un semplice orologio con classica watchface. Go
può infatti essere indossato in vari
modi: grazie alla clip può essere
fissato ovunque sugli abiti, ma si
può anche agganciare ad un cinturino da polso offerto in dotazione. Altra caratteristica che rende
unico Withings Go è la sua batteria: è una normalissima pila come
quelle che è possibile trovare nei
comuni orologi da polso, non è
dunque ricaricabile e ha un’autonomia stimata in ben 8 mesi di uso
continuo.
Withings Go, disponibile in cinque
diverse colorazioni (nero, blu, verde, rosso e giallo), sarà lanciato
sui principali mercati a fine marzo,
al prezzo di 70 dollari.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
FOTOGRAFIA Due annunci importanti per Nikon al CES 2016: la tanta attesa ammiraglia D5 e la top di gamma APS-C D500
Nikon punta tutto su prestazioni e robustezza
Due fotocamere reflex con ISO molto elevati, sensori con più di 20 Megapixel e la possibilità di riprendere video in 4K
di Dario RONZONI
trano mondo quello di internet: rumor e indiscrezioni varie sono ormai la norma nell’imminenza
di una nuova release, ma la scarsità di notizie
sulla Nikon D5, il cui sviluppo era stato annunciato
senza troppe fanfare lo scorso novembre, aveva lasciato perplesso più di un addetto ai lavori. Sarà al
CES? Verrà presentato un prototipo? Si parlerà di
altri prodotti? I dubbi sono stati finalmente dissipati
presso il Paris Las Vegas dall’annuncio congiunto del
senior vice president Nobuyoshi Gokyu e del corporate vice president Tadashi Nakayama: la nuova D5
è finalmente realtà. L’erede della D4s si propone
come la macchina definitiva per i professionisti più
esigenti, un’evoluzione ragionata del progetto che
l’ha preceduta, arricchita da feature ormai irrinunciabili per una moderna ammiraglia. Il dato che stupisce
maggiormente è quello relativo agli ISO: a fronte di
un valore massimo nativo di 102.400, già notevolmente superiore a quello della D4s (25.600), la D5 può
espandersi fino all’esagerazione di 3.280.000 ISO! All’interno della fotocamera pulsa un sensore full frame
da 20.8 Megapixel, in grado di scattare a 12 frame al
S
NIKON D5
secondo e di riprendere video in 4K a 30 fps. Tutto
nuovo anche il processore, battezzato Expeed 5. La
velocità di messa a fuoco è una priorità per Nikon, e il
nuovo sistema di autofocus a 153 punti promette performance di livello superiore, come dimostrato nella
presentazione dal fotografo sportivo Matthias Hangst,
ospite d’onore dell’evento. Sul retro della macchina
fa bella mostra di sé un display touchscreen da 3,2
pollici. Non è prevista la possibilità di messa a fuoco
touch, scelta motivata da Nikon con la necessità di
rendere tutte le azioni più veloci e precise. La release
europea è programmata per il prossimo marzo e al
momento non ci sono ancora indicazioni ufficiali sul
prezzo, che verosimilmente si andrà a collocare poco
sopra quello della D4s.
Prime impressioni
sull’ammiraglia Nikon D5
A vederla, come spesso accade con le top di gamma,
nasce quasi un certo senso di reverenza: la nuova
Nikon D5, la tanto attesa ammiraglia di casa Nikon,
è davanti a noi. Dopo la presentazione alla stampa
internazionale in occasione del CES 2016, il marchio
giapponese ci ha consentito un breve ma per certi
aspetti già significativo hands-on. La D5, fin da una
prima occhiata, rivela l’indubbia parentela estetica
con gli ultimi progetti DSLR per professionisti evoluti,
in particolare dalla D3 in poi. Corpo in lega di magnesio con battery grip incorporato ne fanno una macchina massiccia, pesante e solidissima, ideale per essere
maltrattata nelle condizioni ambientali più disparate.
La presa, per quanto non diversissima da quella della
D4s, è stata migliorata e per un mezzo dalle dimensioni così generose non è affare di poco conto. E a
proposito di ergonomia, solo qualche piccolo dubbio
suscita la ghiera di selezione delle modalità di scatto,
incastonata in modo un po’ angusto sotto la torretta.
Chiaro l’intento di evitare movimenti indesiderati, ma
l’accesso può risultare un po’ scomodo per chi non dispone di dita affusolate. Senza pecche invece il nuovo display touch da 3,2 pollici, veloce in navigazione
e nel playback. Abbiamo avuto l’opportunità di testare la nuova ammiraglia in diverse condizioni di scatto,
dalla ripresa di soggetti in rapido movimento, fino alla
gestione di situazioni con scarsissima illuminazione.
Sebbene il nuovo image processor Expeed 5 sia stato
progettato con il chiaro intento di migliorare il range
dinamico della pelle (e non solo), tanto da farne una
macchina adatta a ritrattisti e fotografi di moda, la D5
rimane in primis un prodotto perfetto per riprese sportive, naturalistiche e fotogiornalismo in genere. La ra-
pidità di scatto (12 fps, che possono arrivare a 14 con
lo specchio alzato) e l’estrema precisione della MAF,
ora forte di ben 153 punti, consentono fotografie pulite e a fuoco anche con soggetti sfuggenti e rapidi. La
fulminea velocità della raffica limita, inoltre, al minimo
le fasi di blackout del mirino, situazione graditissima in
condizioni estreme e con poco tempo a disposizione.
Il dato che più ha fatto sgranare gli occhi ai presenti
durante la conferenza stampa è stato senza dubbio
il valore massimo di ISO, espandibile fino a un folle
3.280.000. Ovviamente non abbiamo avuto il tempo di testare in modo approfondito le reazioni della
macchina a ISO così estremi, ma gli scatti avvenuti
in condizioni di luce minima (interni bui ed esterni a
tramonto inoltrato), hanno stupito per il limitatissimo
rumore riscontrato. È ancora presto per tirare conclusioni sulla nuova ammiraglia Nikon (c’è ancora tutto il
comparto video da testare), ma le primissime impressioni sono state assolutamente positive. Dal prossimo
marzo i professionisti potranno contare su un mezzo
solido come un carrarmato e veloce come una Formula Uno.
D500, la nuova top di gamma APS-C
Nikon si scopre anche social
Se l’annuncio della D5 non era scontato, ma neppure improbabile, la presentazione a margine del CES
della D500 è stata invece una gradita sorpresa per
tutti. Già più volte chiacchierata, la nuova top APS-C
di casa Nikon è una macchina che prende in prestito
dalla neonata ammiraglia il processore Expeed 5 e il
sistema di messa a fuoco a 153 punti. Attorno al sensore DX da 20,9 Megapixel si sviluppa una macchina
che più di ogni altra Nikon rappresenta l’ideale punto
di contatto tra il mondo APS-C e quello full frame. I
dati tecnici parlano del resto da soli: ISO fino a 51.200,
espandibili fino a 1.640.000, supporto per video 4K
UHD, velocità di shooting a circa 10 fps, touchscreen
basculante da 3,2 pollici. Ciò che tuttavia caratterizza fortemente la nuova D500 è il suo lato social: in
un mondo dove gli smart device assumono un ruolo

segue a pagina 23 
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
FOTOGRAFIA Tanta tecnologia adatta a ogni situazione in un’interfaccia che promette di avere “semplicità” come secondo nome
Panasonic al CES fa tornare di moda le videocamere
I cinque nuovi modelli, due 4K e tre Full HD, vogliono soddisfare l’utente alle prime armi e il videomaker esperto
S
di Michele LEPORI
e è vero che molte fotocamere possono soddisfare anche le velleità di
regalarsi qualche ripresa video, è
anche vero che chi è in cerca di qualcosa in più è probabile che andrà a cercare
prodotti dedicati: è proprio per questi appassionati che Panasonic ha presentato
una gamma di cinque videocamere (due
modelli 4K e tre Full HD) adatte a ogni
situazione. I modelli VXF990 e VX980
non badano a compromessi: sono lo
stato dell’arte della gamma consumer e
vantano dotazioni notevoli quali l’obiettivo Leica Dicomar, il sensore BSI e il processore Crystal Engine 4K che lavorano
in accoppiata con modalità di ripresa
quali “4K Photo”, per estrarre immagini
da 8 megapixel da un video, “4K Cropping”, per ritagliare immagini Full HD da
video 4K e “Cinema Like” per creare video con effetti slow video, quick video,
slow zoom, dolly zoom e moviola. Quest’ultima carrellata di effetti speciali sarà
tuttavia disponibile sulla sola Panasonic
VXF990. La gamma Full HD (V180, V380
e W580) ha anch’essa diverse funzionalità interessanti, molte in comune con i
modelli 4K: tutte sono equipaggiate con
stabilizzatore ibrido a 5 assi e Level Shot
per tenere “a bolla” l’inquadratura; fatta
eccezione per l’entry level V180 tutte le
videocamere hanno Registrazione Simul-
tanea in Triplice Prospettiva per poter collegare fino a tre smartphone e vedere tre
picture-in-picture di tre angoli di ripresa e
connettività Wi-Fi con funzione baby monitor per sfruttare videocamera e smartphone e controllare in tempo reale un
bimbo in un’altra stanza. La sola W580 è
dotata di Twin Camera che sfrutta una seconda videocamera posizionata sul bordo del piccolo monitor LCD per registrare
simultaneamente due immagini da angoli
diversi. L’intera gamma 4K e Full HD sarà
disponibile da aprile in un range di prezzo
suggerito che andrà dai 249 ai 999 euro.
FOTOGRAFIA
Nikon D5 e D500
segue Da pagina 22 
di giorno in giorno sempre più significativo, l’arrivo
di una reflex che permetta di condividere immediatamente gli scatti non può che essere salutato con
entusiasmo. La D500 può rimanere costantemente
connessa a uno smart device tramite l’applicazione
installata SnapBridge, via Bluetooth o Wi-Fi. Ciò consente di trasferire le immagini sul device personale
oppure su Nikon Image Space. Allo stesso tempo, sul
proprio smartphone o tablet sarà possibile visualizzare tutte le foto contenute nella memoria della fotocamera. La Nikon D500 dovrebbe debuttare sul mercato europeo a marzo, in contemporanea con l’uscita
della sorella maggiore D5. Ancora nessuna notizia sul
prezzo.
Prime impressioni di Nikon D500
solida e promettente

A margine dell’evento di lancio abbiamo avuto l’opportunità di provare la reflex sul campo, occasione
ideale per esprimere qualche prima impressione sul
prodotto. Tenendo tra le mani il massiccio corpo in
lega di magnesio della D500 sembra quasi di avere
a che fare con una full frame: la qualità costruttiva,
la solidità e il peso (comunque non eccessivo) sono
decisamente sopra la media del segmento, specie se
posti a confronto con l’offerta della cugina D7200, alla
quale per certi aspetti la nuova reflex si sovrappone
per fascia di mercato. Il feeling da FX è confermato
poi da alcune scelte progettistiche che rendono subi-
torna al sommario
NIKON D500
to evidente il ruolo di ponte tra i due formati ricoperto
dalla D500: come sulle full frame Nikon, anche sulla
neonata DX non è presente il flash pop-up, tipico delle reflex consumer e solitamente assente sui modelli
professionali. Stesso discorso per l’ottimo mirino circolare, dotato anche di tendina copri-oculare, ideale
per evitare qualsiasi luce parassita. Il touchscreen
basculante, dotato dello stesso meccanismo montato
sulla D750, appare rapido nella risposta e sufficientemente solido in fase di estrazione. Passando alla pratica, salta subito all’occhio l’impressionante precisione dell’autofocus: mutuato dalla D5, il sistema a 153
punti riesce a coprire buona parte del campo visivo
e si adatta con grandissima velocità alle situazioni più
difficili da gestire, come nel caso di soggetti in rapido movimento. Tutto questo, unito a un buffer ridotto,
rende la D500 una buona scelta per i professionisti e
i fotoamatori avanzati specializzati in riprese sportive
o naturalistiche. Il comportamento ad alti ISO era un
altro aspetto cruciale, che abbiamo potuto testare in
condizioni di scarsissima luce ambientale. Ebbene, la
D500 se la cava egregiamente, restituendo immagini con livelli di rumore accettabili anche in situazioni estreme. Certo, non aspettiamoci miracoli, ma nel
complesso la nuova reflex Nikon non fa rimpiangere
le prestazioni di una più blasonata pro. Il versante social, sottolineato fortemente dai vertici Nikon, è sicuramente la marcia in più di una macchina già di per
sé ottima, ma l’hands-on non ci ha consentito di fare
alcun test a riguardo.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
FOTOGRAFIA La nuova action cam Nikon, che si differenzia da GoPro, arriverà in primavera
Ecco
la
prima
action
cam
firmata
Nikon
KeyMission 360, questo il nome della nuova action cam, riprende video a 360 gradi in 4K
di Dario RONZONI
Volvo e Microsoft
stanno lavorando
per consentire
al Band 2 il comando
di alcune funzioni base
delle auto della casa
svedese
L
a ricca giornata di annunci di Nikon
al CES, con la presentazione delle
reflex D5 e D500, si è conclusa col
botto: il colosso giapponese entra nel
mondo delle action cam. Troppo scontato, rischioso e fondamentalmente
inutile sfidare sul proprio campo GoPro.
Ecco allora comparire un prodotto che
poco o nulla a che spartire con i device
partoriti dal marchio statunitense. Prima
di una serie di fotocamere wearable destinate al tempo libero e agli sport più
dinamici, KeyMission 360 è una action
cam in grado di riprendere filmati a 360
gradi reali in 4K UHD.
Il trucco sta tutto nella combinazione
on board delle immagini inviate da
due obiettivi posizionati ai lati opposti
del corpo macchina. KeyMission 360 è
impermeabile all’acqua fino a 30 metri,
è resistente alla polvere e alle basse
di Vittorio Romano BARASSI
temperature e dispone di uno stabilizzatore elettronico in grado di assorbire
le vibrazioni.
Corey Rich, fotografo e filmmaker specializzato in sport estremi, è stato il
tester ufficiale di Nikon per la messa a
punto di KeyMission 360. Durante il suo
intervento al Paris Las Vegas, Rich ha
lodato in particolare la grande qualità
del microfono interno della fotocamera,
capace, parole sue, di ricreare gli effetti
ambientali senza distorsioni o fruscii di
sorta.
KeyMission 360, insieme a un’ampia
gamma di accessori dedicati, sarà disponibile dalla prossima primavera.
HI-FI E HOME CINEMA Cinque soundbar e due nuovi sintoamplificatori home theater per Sony
Sony rinnova soundbar e sintoampli, in grande stile
Tutti i nuovi prodotti sono pronti per riprodurre anche la musica in modalità wireless
L
di Roberto FAGGIANO

’impegno di Sony al CES per l’home
theater è stato rilevante con ben
cinque nuove soundbar e il rinnovo
della gamma dei sintoamplificatori home
theater. Iniziamo dalle soundbar per presentare il modello più prestigioso HT-NT5:
è dotata di Wi-Fi, Bluetooth in trasmissione e ricezione, funzioni multiroom con
possibilità di aggiungere due diffusori
surround, è compatibile con audio in alta
risoluzione fino ai 96 kHz, può decodificare tutte le migliori colonne sonore Dolby
Digital (Atmos escluso) e dts, ha gli effetti
audio DSP, comandi a sfioramento, il subwoofer senza fili e può essere collocata in orizzontale o verticale. Dal punto di
vista tecnico sono utilizzati 6 altoparlanti
più il subwoofer, ciascuno con il proprio
amplificatore per un totale di 400 watt.
Appena un gradino più in basso il modello HT-CT790 che riprende molti dei contenuti del modello top di gamma, compresi Wi-fi e Bluetooth, ma con un minore
numero di altoparlanti e una potenza leggermente inferiore. Il modello HT-CT390
torna al sommario
Volvo apre al
comando vocale
con Microsoft
Band 2
è ancora molto
simile ai modelli superiori e ha
sempre la prerogativa di poter
essere collocata
in orizzontale su
di un ripiano o
in verticale sulla
parete. Le connessioni senza fili
invece si fermano
al classico Bluetooth con NFC.
Configurazione insolita per la soundbar
HT-RT3 che ha in dotazione anche due
piccoli diffusori surround per formare un
vero sistema 5.1. Per i collegamenti senza
fili c’è sempre il Bluetooth con abbinamento NFC.
L’ultima soundbar è in realtà una soundbase o soundboard, si chiama HT-XT2,
ha il subwoofer integrato e il piano superiore in robusto vetro antigraffio. Molto
completa la parte di connettività senza fili:
oltre al Bluetooth (in ricezione e trasmissione) e al Wi-fi c’è anche la possibilità di
aggiungere due diffusori posteriori per il
surround, c’è la predisposizione per Spotify Connect e Google Cast. Per i formati
audio del cinema invece ci fermiamo al
Dolby Digital. Per gli appassionati ci sono
due sintoamplificatori HT di vecchia scuola, gli STR-DN1070 e DH770. Sono già
pronti per entrare nella rete domestica e
riprodurre musica tramite l’app SongPal
oppure direttamente da Spotify Connect
e Google Cast. Il 1070 in particolare ha
un convertitore digitale/analogico per riprodurre musica in DSD ed è compatibile
con segnali video 4K HDR. Il modello 770
è leggermente meno potente. Tutti i nuovi
modelli saranno in primavera.
Volvo sta lavorando per consentire l’utilizzo di alcune funzioni
delle proprie automobili utilizzando il nuovo Microsoft band 2, che
in Italia dovrebbe arrivare entro
la prima metà del 2016. Si tratta
ancora di piccole funzioni come
l’apertura delle porte, il flash dei
fanali, il suono del clacson e, una
volta accesa l’auto, la sincronizzazione del sistema di guida con la
destinazione. Tutto sarà permesso anche tramite comandi vocali.
Il suono del clacson e il flash delle
luci possono essere molto utili in
caso di auto lasciata in un parcheggio affollato (al supermercato o allo stadio), per ritrovarla facilmente, e anche il controllo vocale
per determinare la destinazione
è comodo perché consente di
operare senza distogliere mani e
vista dalla strada. Diversamente lo
sblocco delle portiere deve essere affrontato con cautela, perché
la comodità di queste funzioni potrebbe risultare dannosa.
Di contro, gli utenti Band apprezzeranno la possibilità di poter
utilizzare queste funzioni direttamente dal Band, già al polso, in
attesa che la sinergia tra queste
tecnologie porti a soluzioni più
profonde e interessanti come
una diagnostica di un problema
o un intervento remoto (come ad
esempio il blocco del motore in
caso di furto).
NESSUN CONFRONTO È POSSIBILE
NERO PERFETTO,
COLORI PERFETTI
LG lancia la nuova tecnologia OLED superando ogni limite qualitativo.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA Panasonic annuncia il ritorno in versione perfezionata del noto giradischi
È ufficiale, ritorna il mitico Technics SL-1200
Arriverà prima in versione limitata in 1200 pezzi e più avanti in una versione più “standard”
di Gianfranco GIARDINA
N
otizia bomba (almeno per chi è
interessato): nel 2016 torna l’SL1200. Ad un appassionato non
devi neppure dire che si tratta del mitico
giradischi Technics a trazione diretta, un
po’ snobbato dagli audiofili, ma assolutamente un “must” per emittenti radiofoniche e deejay. L’interruzione della produzione del giradischi SL-1200 di Technics
aveva segnato nel 2010 anche l’ibernazione del prestigioso marchio giapponese da parte di Panasonic (l’SL-1200 era
l’ultimo prodotto a marchio Technics ancora prodotto). Una stupida razionalizzazione: l’SL-1200, prodotto da moltissimi
anni, al momento della sua (prima) morte era oramai del tutto ammortizzato e
i processi sicuramente erano ottimizzati
al massimo. Gli appassionati corsero nei
negozi ad accaparrarsi gli ultimi esemplari e tutto sembrava dovesse finire lì.
Anche perché il nuovo corso di Technics
– che nel 2014 è stata fatta tornare in vita
– era tutto improntato a un’alta fedeltà
decisamente esoterica; e anche il prototipo di giradischi molto “chic” che avevamo visto l’anno scorso a Berlino di certo
non faceva preludere a un ritorno del mitico (e non certo fighetto) SL-1200. Invece a sorpresa alla conferenza stampa del
CES 2016 Panasonic ha annunciato ben
due edizioni di questo giradischi: una a
“tiratura” limitata, con tanto di numero
sequenziale (a cui si riferiscono tutte le
foto), che sarà realizzata in 1200 pezzi,
Samsung HW-K950
permette di realizzare
un sistema 5.1.4 con una
soundbar, un subwoofer
e due diffusori wireless
Aggiornata anche la
gamma di diffusori 360°
di Roberto FAGGIANO
in arrivo in estate. E poi quella più “commerciale”, attesa per fine anno e sicuramente più accessibile anche dal punto di
vista economico. Ci sarebbe da chiedersi perché metterci così tanto: Panasonic
non deve certo imparare a fare questo
giradischi. Eppure un po’ di novità sembrano esserci, almeno a sentire gli annunci di oggi: infatti Technics sostiene di
aver superato, grazie a un nuovo motore
e ai circuiti digitali di controllo, i problemi
di microvibrazioni dei giradischi a trazione diretta, cosa che a molti faceva preferire i meno precisi giradischi a cinghia.
Lo stesso dicasi per la struttura, che non
è uguale a quella dei vecchi SL-1200: il
piatto è più rigido e realizzato in tre strati
di ottone, alluminio e gomma che, a detta
di Panasonic, fornisce migliori prestazio-
ni della versione MK2, per anni super-utilizzata da tutte le emittenti radiofoniche
come standard di stabilità.
Al momento in cui scriviamo non sono
ancora del tutto chiare le differenze tra
il modello SL-1200GAE (a edizione limitata) e l’SL-1200G, quello commerciale.
Di certo si sa che il braccio del modello
più economico sarà in allumino, mentre
quello in edizione limitata addirittura in
magnesio. Ah, non chiedete il prezzo:
per ora non si sa.
HI-FI E HOME CINEMA Anche Sony guarda al vinile, per accontentare chi ha una collezione di dischi
Il giradischi Sony copia la musica su walkman e PC
Il nuovo giradischi Sony può preservare i suoni dei vecchi solchi trasformandoli in file DSD
F
di Roberto FAGGIANO

ebbre da vinile anche al CES 2016,
il mercato continua a mettere segni positivi sul vecchio supporto
discografico e le aziende si adeguano.
Ecco quindi il nuovo giradischi Sony
PS-HX500, all’apparenza nulla di straordinario ma le novità sono tutte dentro:
infatti questo giradischi va collegato al
computer perché è in grado di trasformare il segnale analogico in brillanti file
digitali DSD ad alta risoluzione.
Dal punto di vista tecnico il giradischi ci
torna al sommario
La soundbar
Samsung
ha Dolby Atmos
e due diffusori
wireless
pare piuttosto convenzionale, anche se si notano
piccoli accorgimenti “ispirati” ai migliori giradischi di
scuola europea: un nuovo
braccio, la testina MM fissata al centro dell’asse,
il piatto pressofuso e la
trasmissione a cinghia. I
dischi possono essere anche convertiti in formato WAV per chi lo
desidera. Per provare le sue prestazioni non dovremo attendere molto, sarà
infatti disponibile da maggio con un
prezzo che dovrebbe essere attorno ai
500-600 euro.
Tutti i produttori sono pronti per
condividere le potenzialità della codifica Dolby Atmos, che riproduce
anche gli effetti in altezza. Per far
rendere al meglio il Dolby Atmos
ci vogliono diffusori realizzati e
certificati per questo scopo, cosa
apparentemente impossibile per
una soundbar. Ci è invece riuscita
Samsung con la soundbar HWK950, che non solo è compatibile
con il Dolby Atmos ma ha in dotazione due piccoli diffusori wireless
da usare per i canali surround e
già completi degli altoparlanti per
diffondere gli effetti di altezza tipici del Dolby Atmos. In pratica si
è riusciti a realizzare un sistema
5.1.4 usando solamente la classica soundbar da piazzare sotto al
televisore, un subwoofer e attivo
e due piccoli diffusori posteriori.
La soundbar è come sempre molto
sottile, con un’altezza di circa 6 cm
e utilizza tre altoparlanti frontali e
altri due indirizzati verso l’alto. I diffusori surround sono wireless e si
possono anche fissare alle pareti o
al soffitto. Novità anche nella gamma di diffusori 360° che guadagna
una scelta di finiture più ampia e
può essere ora controllata anche
dagli smartwatch Gear di casa
Samsung. Novità anche per l’applicazione di controllo che offre ora
maggiori possibilità operative e si
predispone per l’home theater.
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13 GENNAIO 2016
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HI-FI E HOME CINEMA Con Reference Premiere HD Wireless Klipsch va oltre i soliti diffusori senza fili
Audio senza fili al top? Con Klipsch si può
Grazie al sistema di trasmissione WISA è possibile la trasmissione di contenuti fino a 96 kHz
di Roberto FAGGIANO
P
er gli appassionati che non vogliono
scendere al livello dei modesti diffusori Bluetooth ma allo stesso tempo
vorrebbero anche “perdere i fili”, Klipsch
ha presentato una soluzione molto interessante. Il nuovo sistema di diffusori Reference Premiere HD Wireless è formato
da veri diffusori amplificati che ricevono
i segnali senza fili da una centralina con
tecnologia WISA, quella che permette di
trasmettere segnali audio fino ai 24bit/96
kHz senza alcuna perdita di qualità. I diffusori sono studiati per formare un completo sistema home theater 5.1 ma si possono scegliere anche solo due diffusori
per un sistema stereo. I diffusori da pavimento sono gli RP-440W (999$ cadauno),
i monitor da scaffale sono gli RP-140WM
(999$ la coppia), il canale centrale RP440WC (499$) e un subwoofer attivo R110SW (799$). Tutti i diffusori impiegano
gli altoparlanti già usati nelle serie Reference tradizionali, come il noto tweeter a
tromba Tractrix. La potenza degli amplificatori integrati è di 125 watt continui per
il modello da pavimento e per il canale
centrale, 50 watt per il monitor da scaffale
Sony lancia il più
compatto diffusore
Bluetooth Hi-Res
al mondo. Novità anche
nella gamma Bluetooth
tradizionale
di Roberto FAGGIANO
e 250 watt per il subwoofer. La centralina
HD Control Center (499$) può accogliere
segnali digitali (ottico, coassiale e quattro
HDMI), Bluetooth e analogici come un
qualsiasi preamplificatore, li elabora e poi
manda i segnali ai diffusori attivi. La compatibilità dei segnali stereo è fino al Flac
mentre per l’home theater è compatibile
con codifiche Dolby Digital e DTS. In fase
di installazione a ogni diffusore va attribuito il suo ruolo in modo che la centralina
riconosca il numero di diffusori collegati e
attivi di conseguenza la riproduzione stereo o home theater; il tutto è anche controllabile dal telecomando in dotazione.
Si possono formare liberamente sistemi
stereo con due diffusori da pavimento o
da scaffale oppure un home theater in
configurazione 5.1 o 7.1 sfruttando tutti i
diffusori. La nuova serie Klipsch sarà disponibile da marzo.
HI-FI E HOME CINEMA Philips ha presentato al CES 2016 due soundbar molto diverse tra loro
Anche le soundbar Philips puntano sul Dolby Atmos
Una è completa del Dolby Atmos mentre l’altra ha una innovativa forma molto compatta
P
di Roberto FAGGIANO

hilips non manca l’appuntamento
del CES con la sua nuova soundbar
Fidelio, un top di gamma con connessione senza fili Bluetooth e compatibilità con al codifica Dolby Atmos. Per
poter riprodurre gli effetti in altezza la
soundbar sfrutta una serie di altoparlanti
che diffondono verso l’alto con una particolare angolazione, in modo da sfruttare
le riflessioni ambientali per riprodurre
ogni effetto. Inoltre viene utilizzata anche la tecnologia esclusiva Ambisound
per ricreare gli effetti da ogni sorgente.
In pratica viene ricreato un sistema 5.1.2
con subwoofer attivo senza fili e potenza
complessiva di 400 watt. Gli altoparlanti montati sulla soundbar sono davvero
molti: sei larga banda diffondono frontalmente mentre sul lato superiore ci sono
altri quattro larga banda e sei tweeter
torna al sommario
Bluetooth
e Hi-Res insieme
nel diffusore
ultra compatto
Sony H.ear
a cupola, tutti opportunamente inclinati per combinare i suoni diretti a quelli
riflessi e ottenere gli effetti desiderati.
Oltre al Dolby Atmos la nuova Fidelio è
compatibile anche con le consuete colonne sonore Dolby Digital e dts. Per le
connessioni, oltre al già citato Bluetooth,
ci sono prese HDMi e digitale ottico.
Molto diversa la Fidelio Compact soundbar che si fa fatica a definire una soundbar dato che misura appena 40 cm in
larghezza. Anche in questo caso viene
usata una combinazione di altoparlanti
del tipo MicroBeam per ottenere ugualmente un effetto surround di circondamento. I sei altoparlanti diffondono frontalmente e lateralmente per sfruttare le
riflessioni dell’ambiente e creare un suono realistico, pur partendo da una base
così piccola. Per la gamma bassa c’è un
subwoofer attivo senza fili dalla forma
molto sottile, che può essere collocat in
verticale o orizzontale. Per questo modello c’è sempre il Bluetooth per la riproduzione musicale e l’ingresso HDMI con
ARC verso il televisore.
Nuovo arrivo nella gamma H.ear
di Sony, è la volta di un diffusore
chiamato H.ear Go, così compatto da meritarsi il titolo di diffusore
Bluetooth più piccolo al mondo
compatibile con musica in alta risoluzione; le dimensioni ultra ridotte sono pari a 204 x 62 x 60 mm
mentre il peso è di circa 800 grammi. La compatibilità con la musica
in alta risoluzione è fino a 96 kHz,
ha Wi-Fi integrato e non manca la
possibilità di utilizzare direttamente
Spotify Connect e Google Cast dal
proprio smartphone o tablet. Il nuovo Go monta due larga banda da
35 mm con potenza di 2 x 12 watt;
l’autonomia della batteria è di circa
12 ore. Le finiture sono disponibili
negli stessi vivaci colori delle cuffie
della serie, in elegante versione
metallica. L’arrivo sul mercato è
previsto per maggio.
Per un utilizzo meno impegnativo
e più all’aria aperta ci sono invece
i nuovi SRS-XB2 e XB3, entrambi
impermeabili con grado di protezione IPX5 e con batteria a lunga
durata (ben 24 ore per l’XB3 e
12 ore sull’XB2). Con la tecnologia
Extra Bass con radiatori passivi
sono dedicati agli ascoltatori più
giovani che potranno riempire di
musica anche spazi molto grandi,
senza temere urti e umidità. Questi diffusori arrivano con quattro
diverse finiture colorate e saranno
disponibili da aprile.
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HI-FI & HOME CINEMA Streaming player MB50 da 2000 $ e diffusore RS100 da 1000 $
McIntosh si piega a streaming e multiroom
Stesso stile ma prezzi (quasi) abbordabili
Presentati al CES un diffusore multiroom e un adattatore per sistemi stereo già esistenti
di Roberto FAGGIANO
C
i sono marchi storici dell’alta fedeltà che sono passati indenni
attraverso le diverse epoche del
settore, senza cambiare la propria natura e mantenendo ferme le loro filosofie
e convinzioni. Uno di questi marchi è
McIntosh che nel corso dei decenni si è
limitato ad aggiungere le nuove sorgenti che la tecnologia ha prodotto. Così
era inevitabile che dopo il declino del
Compact Disc si arrivasse all’audio digitale senza fili via streaming o archiviato
su hard disk. Ecco quindi al CES due
nuovi apparecchi che vanno in questa
direzione.
Il primo è lo streaming player MB50
(2.000$) che è un apparecchio da aggiungere a impianti già esistenti per
portare musica via streaming o utilizzando la tecnologia dts Play-Fi. Con l’apparecchio arriva anche la relativa applicazione di controllo che già comprende i
servizi di Spotify, Tidal e Deezer. L’MB50
è compatibile con file musicali in alta ri-
Il Bluetooth
ora gestisce
l’audio HD

Qualcomm, dopo aver portato un audio wireless in “qualità CD” su milioni
di dispositivi grazie a aptX, presenta
una nuova versione del codec che migliora la già ottima tecnologia presente su praticamente ogni smartphone
e tablet di ultima generazione. aptX
HD è la naturale evoluzione del codec
aptX: si passa da una qualità di 16 a
una a 24 bit e il risultato dovrebbe
essere un segnale con meno rumore
di fondo e minor distorsione, in grado
di viaggiare tranquillamente wireless
via Bluetooth. Qualcomm afferma
di aver studiato il nuovo codec per i
dispositivi Android di prossima generazione e già nei prossimi mesi sarà
parte integrante della maggioranza
di tablet, media player e smartphone
che vedremo negli anni a seguire.
aptX HD sarà immediatamente disponibile con il nuovo SoC CSR8675.
torna al sommario
soluzione fino ai FLAC da 192 kHz/24bit.
Inoltre l’apparecchio ha ingressi digitali
per collegare ulteriori componenti; in
uscita verso amplificatori e preamplificatori ci sono connessioni tradizionali e
XLR bilanciate.
L’altra novità è niente meno che un
diffusore muliroom dall’estetica inequivocabilmente McIntosh, con tanto di
Vu-Meter e frontale in vetro, si chiama
RS100 e costa “solo” 1.000 dollari, davvero un’inezia per un prodotto dello storico marchio USA. In pratica abbiamo un
vero diffusore da scaffale a due vie con
woofer da 10 cm e tweeter con cupola
in titanio. L’amplificatore è da 60 watt,
si può controllare tramite l’app dedicata
e utilizza la tecnologia dts Play-Fi oltre
al consueto Wi-Fi. L’RS100 può essere
usato anche in versione multiroom con
le consuete opzioni di riproduzione musicale indipendente in ogni stanza oppure comune per tutta la casa. Sul retro,
accanto all’accordo reflex, è possibile
collegare direttamente una sorgente via
minijack e aggiungere un subwoofer.
HI-FI E HOME CINEMA
Sony Glass
Sound
La lampada
con la musica
dentro
Sony presenta Glass Sound Speaker,
un diffusore Bluetooth che integra
una lampada LED, un oggetto che
riunisce due funzioni per chi desidera
qualcosa in più dei soliti diffusori. La
musica arriva alla lampada tramite
Bluetooth da qualsiasi smartphone e
dal telefono si può regolare il volume
della musica e l’intensità della lampada. Innovativa la diffusione sonora
che non avviene tramite altoparlante
ma dalle vibrazioni applicate al vetro
che racchiude la lampada. L’oggetto
fa parte della serie Life Space UX
e sarà commercializzato a partire
dal mercato giapponese per poi
arrivare negli States in estate; ancora
nessuna certezza sul suo arrivo sui
mercati europei.
HI-FI E HOME CINEMA Non ancora comunicati i prezzi dei diffusori; disponibilità da maggio
Nuovi diffusori Philips Izzy per il multiroom facile
Philips amplia la propria gamma multiroom Izzy verso modelli di maggiori prestazioni
Funzionano con Bluetooth e non hanno bisogno di una connessione in rete con Wi-Fi
I
di Roberto FAGGIANO
diffusori Izzy di Philips, divisione di
Gibson Innovations, hanno portato il concetto di diffusione sonora
multiroom in un ambito più semplice e
accessibile. Infatti questi diffusori non
hanno bisogno di collegarsi in rete ma
si basano sul Bluetooth e sulla tecnologia Multipair per diffondere la musica in
tutta la casa.
In pratica sono dei diffusori Bluetooth
che però possono anche trasmettere
oltre che ricevere, quindi basta premere
l’apposito tasto Group per far diffondere
a tutti i diffusori la stessa musica in tutte
le stanze; inoltre è sempre possibile farli
funzionare in modo indipendente l’uno
dal’altro. Dopo i primi due modelli BM5
e BM50 già visti all’IFA, è ora la volta
di due nuovi diffusori con dimensioni e
maggiori e con batteria ricaricabile.
Il BM6 è un diffusore con due altoparlanti larga banda da 5 cm, è dotato di batteria ricaricabile ed è anche resistente
all’umidità con certificazione IPX4. Sono
quindi diffusori ideali
per ascoltare musica
in cucina, in giardino
o in bagno.
Il BM7 è un diffusore
di dimensioni maggiori e utilizza un sistema di altoparlanti
stereo con woofer da
circa 8 cm, tweeter
da 2,5 cm e un radia-
tore passivo per i bassi. Oltre al Bluetooth con Multipair come gli altri modelli
Izzy, qui è presente anche la modalità di
abbinamento automatico NFC.
I nuovi diffusori Izzy saranno disponibili
dal prossimo mese di maggio, non ancora comunicati i prezzi di listino.
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13 GENNAIO 2016
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HI-FI E HOME CINEMA La nuova gamma ZR di Sony è compatibile con l’applicazione SongPal
Musica Hi Res e HDMI negli speaker multiroom Sony
Si possono usare con il Bluetooth o collegate al televisore grazie all’ingresso HDMI ARC
di Roberto FAGGIANO
AKG annuncia il suo
primo diffusore, il Q200
Costa 1.499 dollari, ogni
esemplate è firmato
da Quincy Jones
S
ony non aveva ancora intrapreso
in grande stile la strada dei diffusori multiroom ma con la serie ZR
si presenta subito in gran forma e combattiva verso i concorrenti. I nuovi modelli multiroom sono al momento due: il
compatto SRS-ZR5 (foto qui a fianco in
apertura) e il più ampio ZR7, entrambi
controllabili dall’applicazione SongPal,
dotati di connessione Wi-Fi e con tecnologia DSEE HX per migliorare la qualità
sonora dei brani MP3; per quanto riguarda la compatibilità con musica in alta risoluzione questa è esclusiva del modello
maggiore ZR7. In termini di connettività i
nuovi diffusori sono dotati anche di Bluetooth con abbinamento automatico NFC
mentre è insolita e benvenuta la presa
HDMI con ARC per un televisore. Per i
servizi di streaming c’è già la compatibilità con Spotify Connect e Google Cast.
Molto interessante la funzione Wireless
Surround che sarà disponibile dal prossimo giugno e che permetterà di usare il
di Roberto FAGGIANO
nuovo diffusor ZR5 come canali surround
senza fili in abbinamento a soundbar e
televisori Sony. Sempre a giugno si potrà usare l’opzione Wireless Stereo per
abbinare in stereofonia due diffusori. Dal
punto di vista tecnico lo ZR7 utilizza un
altoparlante larga banda e un subwoofer
in versione stereo mentre il più compatto ZR5 monta un tweeter e un woofer in
versione mono. La finitura è disponibile
in colore nero oppure bianco.
Il modello ZR7, compatibile con la
musica in alta risoluzione
HI-FI E HOME CINEMA Annunciate alcune migliorie per i diffusori Omni di harman/kardon
harman rende gli Omni più evoluti con Google Cast
Arriva anche un nuovo modello impermeabile IPX5 e la soundbar con subwoofer attivo
di Roberto FAGGIANO
L

a serie di diffusori multiroom Omni di
harman/kardon è stata subito posizionata dagli appassionati tra quelle
meglio suonanti. Nell’applicazione però
rimanevano piccoli dettagli da migliorare per raggiungere e forse superare
i migliori avversari. Forse ora è la volta
buona con la nuova gamma + presentata
al CES, solo un piccolo segno matematico per segnalare degli aggiornamenti
operativi che non modificano la buona
struttura dei diffusori. Per gli audiofili la
miglioria più importante è la compatibilità
con la musica a 192kHz/24 bit dei migliori
Flac, dal punto di vista pratico è invece altrettanto importante la compatibilità con
Google Cast, che va ad aggiungersi agli
altri servizi streaming di Spotify, Deezer e
Tidal già presenti. L’applicazione è stata
rinnovata anche nella grafica per un migliore utilizzo anche sui tablet.
Pare finalmente pronta la Omni Bar, cioè
torna al sommario
Il primo
diffusore AKG
è firmato
da Quincy Jones
la soundbar del sistema che era già stata
annunciata ma finora mai arrivata sul mercato. Bello il nuovo diffusore sottile, che
oltre alla connessione wi-fi e Bluetooth
ha la presa HDMI e un ingresso digitale
ottico, con il subwoofer altrettanto compatto e senza fili; però il prezzo sarà di
ben 999$, davvero tanti per un diffusore
di questo tipo. Del tutto nuovo il modello
Omni 50+ (499$), destinato all’utilizzo all’aperto perchè non teme le intemperie e
la pioggia grazie alla certificazione IPX5,
inoltre è dotato di batteria ricaricabile per
una completa libertà di movimento...
I prezzi dei nuovi modelli Omni+ non subiscono variazioni rispetto al listino attuale ma per vederli e ascoltarli bisognerà
aspettare la prossima estate.
Dopo la cuffia N90Q la prestigiosa Quincy Jones Signature
Collection ha un nuovo prodotto
ed è nientemeno che un diffusore, la prima volta in assoluto per
AKG. Dietro a questo diffusore
c’è tutta l’esperienza del gruppo Harman mentre il musicista e
produttore discografico ha detto
la sua sulla resa sonora, tanto da
autografare uno ad uno gli esemplari. Il Q200 costa 1.499 dollari,
proprio come la cuffia, ed è un
diffusore del tipo senza fili per
un utilizzo in linea con le nuove
abitudini d’ascolto. Il Q200 non
è un semplice diffusore Bluetooth perchè è dotato anche di
connessione wi-fi, AirPlay e compatibilità DLNA. Il Q200 è anche
compatibile con Spotify Connect
e si può quindi usare e controllare
direttamente da uno smartphone
senza dover installare applicazioni dedicate. Inoltre, non disdegna
sorgenti più tradizionali dato che
ha un ingresso digitale ottico,
uno analogico e può addirittura
ospitare i segnali di un giradischi
grazie al preamplificatore phono
integrato. Dal punto di vista tecnico il Q200 monta sei altoparlanti
con una potenza complessiva di
300 watt, inoltre integra l’esclusiva tecnologia Harman Clari-Fi
per ridare il giusto corpo alla musica troppo compressa. L’estetica
riprende molti temi già visti sulla
cuffia, a partire dal vistoso logo
QJ dorato che troneggia al centro del diffusore.
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13 GENNAIO 2016
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GAMING Al CES abbiamo passato un’ora con il nuovo developer kit sviluppato da HTC e Valve
HTC
Vive,
abbiamo
provato
il
nuovo
modello
Migliorata la qualità e aggiunte funzioni che aiutano a percepire i confini del mondo virtuale
È
di Roberto PEZZALI

ufficialmente iniziata la guerra per
la realtà virtuale: Ocuus ha annunciato l’arrivo sul mercato del suo
prodotto definitivo a 699 euro con spedizioni a partire da aprile, HTC replica
presentando a Las Vegas un secondo
developer kit del suo visore Vive, ribattezzato Vive Pre, confermando di essere perfettamente allineata con la roadmap prefissata. Ryan Hoopingarner,
Director of Marketing per il VR di HTC,
ci ha infatti confermato che l’azienda
aprirà presto i pre-order della versione
definitiva del Vive e che anche questo,
come il modello Oculus, sarà disponibile a partire da aprile. Il prezzo resta
ancora top secret, così come il modello
che sarà venduto: il product manager
che ha seguito la nascita e lo sviluppo
del Vive ci ha fatto sapere che il modello finale sarà molto simile ma non identico al Pre che abbiamo avuto modo di
provare. Per quanto riguarda il prezzo,
abbiamo avuto modo di commentare la
scelta di Oculus di posizionare il visore
a 699 euro: “Siamo contenti che Oculus
abbia deciso di intraprendere la strada
della qualità” è stato il commento ufficiale dell’azienda, segno che forse ci
si aspettava un prezzo più basso. Vive
non sarà economico e, considerando
anche la mole di accessori che si porta appresso, potrebbe costare anche
più di Oculus, ma la certezza l’avremo
solo a febbraio. HTC è consapevole del
fatto che l’uscita di Oculus sia un’opportunità per far crescere un mercato
dove c’è ancora spazio per tutti coloro
che vogliono contribuire in modo sano
con prodotti in grado di far percepire la
torna al sommario
Oculus Rift
a 699 euro
Consegna
da aprile
Finalmente sono
ufficiali prezzo e data
di uscita, ma sul sito le
consegne slittano già
a maggio. L’Italia nei
primi 20 paesi
dove sarà disponibile
di Franco AQUINI
realtà virtuale come l’ultima frontiera
dell’entertaiment.
Tornando al Vive Pre, una volta indossato il visore ci siamo subito resi conto
che è molto più leggero di quello che
avevamo indossato a Milano a dicembre: schermi e lenti sono le stesse, ma
grazie a un nuovo filtro di accoppiamento tra lente e schermo la qualità,
soprattutto nelle scene buie, è leggermente migliorata. La vera novità del visore, oltre ad un restyling dei controller
e ai nuovi sensori laser che questa volta si sincronizzano wireless, è la camera frontale.
Valve e HTC si sono rese conto che
serviva una finestra sul mondo reale
per fare in modo che azioni semplici
come bere un bicchiere d’acqua con il
visore addosso o sedersi su una sedia
possano essere fatte senza pericoli. La
videocamera introduce nuove modalità all’interno dell’interfaccia virtuale
del Vive: se finora avvicinandoci a un
ostacolo il visore ci poneva davanti ad
una griglia, ora con la nuova versione si
capisce cosa c’è oltre la griglia e dove
siamo per andare a sbattere. Cliccando
due volte sul tasto destro del controller si apre poi una piccola finestra sul
mondo reale, un’immagine posizionata come una mappa da guardare con
attenzione per capire dove siamo e
come siamo girati rispetto al resto della stanza. La cosa più impressionante
dell’esperienza offerta da Vive è legata
alle ottime demo che l’azienda è riuscita a creare insieme ad una serie di partner: oltre a quelle già viste a Milano, per
il CES sono state preparate nuove clip
tra cui una simulazione di ufficio dove
possiamo fare davvero di tutto, dalle
fotocopie alle azioni di disturbo verso
il colleghi con palline di carta, aeroplani
e matite. Il nuovo modello di developer kit non ha portato molte novità dal
punto di vista dell’esperienza che resta
qualcosa di unico e di incredibile, ma
ha fatto grossi passi avanti per quanto
riguarda l’usabilità e la gestione. I controller sono più leggeri e pratici, il casco è senza dubbio molto più comodo
e soprattutto i due laser che delimitano
la stanza gestendo la posizione del giocatore (Chaperone System) non richiedono più una connessione cablata ma
wireless, almeno per quanto riguarda il
segnale.
Vive Pre si conferma ancora una volta
uno dei migliori prodotti che ci sia capitato di provare nel campo della realtà
virtuale, sia per qualità che per esperienza vera. Inutile comunque sognare
un prezzo bomba: siamo certi che questa soluzione premium costerà ben più
di Oculus, anche per il numero maggiore di periferiche che si porta appresso.
È già possibile effettuare i preordini di Oculus Rift, visore di realtà
virtuale al centro delle attenzioni
nell’ultimo periodo. Il prezzo è
superiore alle aspettative e alle
voci circolate: 599$ per gli USA e
699€ per l’Europa compresa l’Italia. Anche sull’uscita, gli annunci
recitavano primo trimestre mentre
le prime consegne effettive saranno ad aprile. Collegandosi al sito
per i preordini, nel momento in
cui scriviamo, si legge che le consegne sono già slittate a maggio,
segno che gli ordini stanno saturando la disponibilità di visori, forse la produzione è stata fin troppo
prudente. In ogni caso, per tutti i
desiderosi di provare la realtà virtuale, sul sito è disponibile anche
un utilissimo tool per verificare se
il proprio PC risponde ai requisiti
richiesti. Ricordiamo, che le richieste hardware hanno portato a
quattro il numero di porte USB necessarie, insieme a un processore
Intel i5 o superiore, 8GB di ram
(meglio anche 16) e una scheda
video Nvidia GTX 970 / AMD 290
o equivalente.
Nulla si sa invece di Oculus Touch,
l’innovativo doppio controller che
dovrebbe garantire un’azione di
gioco più immersiva. Gli Oculus Touch sono stati rimandati alla seconda
metà del 2016 per ottimizzarne funzionalità e ergonomia.
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PC La novità Razer sarà disponibile dal prossimo mese con prezzi a partire da circa 1.000 $
Razer Blade Stealth, il super Ultrabook
Soluzione Ultrabook per il gaming con soluzioni integrate che ridefiniscono la categoria
di Matteo DISCARDI
F
orte di una scalata nel mondo del
gaming molto importante negli ultimi due anni, e che con la recente
partnership con Lenovo ha portato il
marchio americano tra i maggiori player
di computer, Razer ha presentato un
nuovo modello della serie Blade, questa volta un Ultrabook. Come è tradizione dell’azienda, il marchio del gaming
è forte anche in questo modello, ma
quello che emerge dalla presentazione
è che rispetto agli altri competitor l’intenzione è di offrire un Ultrabook privo
di compromessi, adatto tanto alla vita di
tutti i giorni grazie a leggerezza e praticità della forma quanto alle esigenze di
potenza dei titoli più forti sul mercato.
Razer Blade Stealth Ultrabook ha display 12,5” 4K (3.840x2.160 pixel, con il
100% di copertura spazio colore Adobe
RGB) oppure QHD (2560 x 1440 pixel),
Intel Core i7 Skylake a 2.5GHz, 8 GB
di RAM e unità SSD Interna da 512 GB.
Caratterizzato da un peso di appena
1,24 kg, presenta due porte USB, una
uscita HDMI e una porta Thunderbolt
3 (su porta USB-C) per l’alimentazione
e la connessione di un display esterno.
Completa la dotazione la tecnologia Razer Chroma a due zone, che permette
di illuminare tastiera e altre parti del
portatile in modo selettivo e programmabile. A queste caratteristiche, che lo
rendono già un modello di prima fascia,
si può aggiungere una unità esterna Razer Core, in pratica un’unità di calcolo
di tipo Desktop, collegabile tramite connessione Thunderbolt 3, che garantisce
potenza di calcolo grafico supplementare, permettendo al Blade Stealth di
incrementare la potenza per ospitare
applicazioni estremamente esigenti in
quanto a potenza. Il sistema operativo
Windows 10 gestisce in autonomia lo
switch dell’unità grafica da interna a
esterna, senza intervento dell’utente.
Lo stesso canale Thunderbolt permette anche l’utilizzo di altre quattro porte USB, un connettore Ethernet e altri
display esterni, dato che il Razer Core
permette di ospitare all’interno sino a
due schede grafiche PCIe supplementari AMD Radeon o Nvidia GeForce
(vendute separatamente).
Razer Blade Stealth Ultrabook dovrebbe essere disponibile il prossimo mese
con prezzi a partire da circa 1000 dollari, con unità Razer Core rilasciata più
tardi il cui prezzo non è stato ancora
dichiarato.
Acer, Chrome OS su un all-in-one che ricorda l’iMac
Acer rinnova la gamma di all-in-one dedicati a Chrome OS con la linea Chromebase 24
Diverse le opzioni disponibili, tra cui anche display touchscreen e processori Intel Core
P
di Massimiliano ZOCCHI

torna al sommario
Al CES 2016 c’è spazio
per prodotti intelligenti
“non connessi”
ili è un traduttore
che si può indossare
con all’interno tutto
il suo sapere
di Vittorio Romano BARASSI
PC Il design ricorda i prodotti Apple, anche se si tratta di una fascia di mercato differente
C desktop dotati di sistema operativo Chrome OS sono sicuramente
meno conosciuti dei Chromebook,
ma hanno saputo ritagliarsi una piccola
fetta di mercato in alcuni Paesi. Così
Acer ha deciso di rinnovare la sua gamma con la nuova serie Chromebase 24.
Diversamente dai modelli dello scorso
anno questa volta il design ricorda in
maniera più avvertibile i prodotti della
mela morsicata, anche se la fascia di
mercato è diversa: nonostante non sia
ancora noto il prezzo di partenza della
nuova serie, è lecito aspettarsi qualcosa di simile al passato con l’entry level
nella fascia dei 300 dollari.
Il nome indica direttamente la diagona-
ili è il traduttore
simultaneo
da tenere al collo
le dello schermo, 24”, con risoluzione
Full HD. I processori saranno Intel Core,
anche se ancora non si conoscono modelli e configurazioni, e la RAM potrà
arrivare fino a 8 GB.
Tra le opzioni possibili
troviamo anche la versione con display touchscreen multi touch
a dieci punti e la compatibilità al supporto
standard VESA. Presenti anche webcam
e ben quattro microfoni per gestire al meglio le videochiamate.
Sul fronte connessioni
sarà presente tutto
l’essenziale, con porte USB 3.0 e 2.0,
HDMI, oltre a Ethernet e lettore di schede SD. Nessuna notizia, per ora, sulla
data di lancio europea.
Al CES 2016 ecco spuntare un
device molto smart ma allo stesso
tempo talmente autonomo nella
sua funzionalità da risultare quasi
anomalo. ili è il primo wearable
translator che sembra essere già
pronto per essere lanciato sui
mercati: non si sa ancora il prezzo
ma la startup alle sue spalle darà il
via ai preordini tra marzo e aprile.
ili non è nient’altro che una piccola scatoletta da indossare nel
modo che si preferisce in grado
di riconoscere e di tradurre simultaneamente inglese, giapponese
e cinese. Al suo interno c’è tutto
quello che serve: una sorta di archivio con i dati necessari, un sistema di riconoscimento vocale e
un apposito sintetizzatore vocale
da usare sia per capire cosa il nostro interlocutore dice sia quello
che vorremmo dirgli. Una sorta di
Google Translate, solo che qui non
c’è bisogno di una connessione
Internet. Quello visto al CES è uno
dei primi prototipi che la startup ha
presentato al pubblico; è provvisto di un paio di LED e di un unico
pulsante fisico attraverso il quale
eseguire tutte le operazioni.
Nonostante la prima versione possa far poco gola a noi italiani, sono
già previste una versione di seconda generazione e una di terza,
con quest’ultima che sarà in grado
di riconoscere e tradurre anche
spagnolo, arabo e italiano (oltre
a francese, coreano e tailandese
dalla 2^ gen).
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
PC Haier sbarca nel mondo dei notebook ultraleggeri con un CloudBook e un Ultrabook
Haier crea un “MacBook” con Windows
Il CloudBook di Haier è una rivisitazione del concetto di Chromebook in chiave Windows 10
H
di Franco AQUINI
aier, già produttore di smartphone
e tablet Android, sbarca anche in
Occidente con la sua linea di PC,
un Ultrabook e una rivisitazione del concetto di Chromebook in chiave Windows
10, che l’azienda chiama CloudBook. Impossibile non vederci una somiglianza incredibile con i MacBook Pro e i MacBook
Air, con Haier che sembra aver curato la
copia anche nei minimi dettagli. Per un
produttore leader mondiale nella produzione degli elettrodomestici, la “fotocopia” di un design che ormai è un’icona
riconoscibile anche ad occhi chiusi non
è il miglior biglietto da visita per presentarsi sul mercato.
Il CloudBook di Haier (modello HT1401)
è un notebook da 14’’ con processore
Intel Bay Trail, 2 GB di RAM e 32 di storage locale espandibile tramite micro SD.
Un PC dalle caratteristiche base quindi,
che pone l’accento sulla mobilità, con
un’autonomia che va dalle 6 alle 8 ore
di utilizzo e che pesa appena 1,2 kg, contenuti in un telaio spesso appena 2 cm.
La filosofia è quella
dei Chromebook di
Google,
notebook
ultra leggeri, portatili
e che basano tutto (o
quasi) sul cloud, ma il
sistema operativo è
Windows 10. Proprio
a questo scopo Haier
offre, nel primo anno
di utilizzo, 100 GB di
cloud storage gratuito: sarà interessante
vedere come (e se)
Windows 10 riuscirà ad adattarsi perfettamente alla filosofia voluta da Haier. Arriverà in Europa nel primo trimestre 2016
a 229 euro.
Ultrabook, invece, è l’alternativa chic per
chi vuole un notebook potente e che sia
anche bello da vedere. Il concetto è noto
ormai da anni ed è stato adottato un po’
da tutti i nomi noti dell’industria: quello di
Haier avrà uno schermo 13’’ con risoluzione Full HD, un disco SSD da 128 GB e
4 GB di RAM per 1,3 kg di peso e solo 1,2
Remix OS 2 sembra
la prima incarnazione
di Android adatto
a un utilizzo desktop
Disponibile come
download gratuito per
Mac e PC, o anche per
TV con spesa minima
di Matteo DISCARDI
cm di spessore.
A differenza del MacBook di Apple (se
proprio dobbiamo trovare differenze),
con questo Ultrabook non bisognerà
rinunciare alle porte USB, ce ne sono
infatti 2 di tipo USB 3.0, una micro HDMI
e un lettore di schede SD. Ci sarà la possibilità di avere anche, come opzione,
un lettore di schede 4G LTE. L’Ultrabook
sarà disponibile in Europa nel secondo
trimestre del 2016 a partire da 549,90
euro.
PC Un tablet con mini proiettore, batteria aggiuntiva e 3D camera i moduli esterni opzionali
Lenovo X1, il tablet modulare “trasformista”
X1 Tablet ThinkPad cambia “forma” a seconda delle esigenze grazie a moduli intercambiabili
A
di Gaetano MERO

pproda nella serie X1 di Lenovo un
tablet modulare che promette di
adattarsi a ogni esigenza attraverso
moduli clip-on intercambiabili. L’X1 Tablet
ThinkPad non è quindi il solito dispositivo, possiede le caratteristiche di un tablet
e le doti di un ultrabook; oltre ad essere
componibile, ha un grande display da
12’’ con risoluzione di 2160x1440 pixel e
un peso di 795 grammi. Elemento distintivo sono le varie estensioni opzionali
pensate da Lenovo. Il Modulo Produttività, ad esempio, regala al tablet ulteriori 5 ore di autonomia – che si sommano
alle 10 ore della batteria integrata –,
uscita HDMI e un’aggiuntiva porta USB.
Col Presenter Module l’X1 Tablet diventa un proiettore fino a 60’’ pensato per
videoproiezioni in ufficio e conferenze;
il modulo 3D Imaging, infine, aggiunge
una Intel RealSense Camera al dispositivo per la realizzazione di progetti in
torna al sommario
tre dimensioni. Oltre al supporto
per la Stylus Pen, l’X1 Tablet è pensato per lavorare assieme alla sottilissima tastiera ThinkPad che lo
rende un vero e proprio Ultrabook.
Il dispositivo dispone inoltre di un
pannello posteriore rimovibile utile per manutenzione ed eventuali
upgrade hardware.
La configurazione al top prevede
processore Intel Core m7, 16 GB
di RAM LPDDR3 e un SSD da 1
TB. Il sistema operativo è Windows 10
disponibile in varie versioni in base alla
configurazione. È dotato di modulo 4G
LTE che supporta nano SIM, una doppia
fotocamera, da 2 MP e 8 MP con Flash,
una porta USB 3.0 standard e una TypeC per ricaricare il dispositivo e lettore
d’impronte. Non mancano Wi-Fi e lettore microSD. L’X1 Tablet di Lenovo sarà
disponibile da febbraio negli USA nei
colori nero, rosso e silver a un prezzo
Remix OS 2
reinventa
Android su PC
Mac e TV
di partenza di 899 dollari. Il modulo
produttività potrà essere acquistato
a un prezzo di 149 dollari da febbraio.
Bisognerà aspettare maggio per il mini
proiettore e per il modulo 3D imaging
proposti rispettivamente a 279 $ e 149
$. Resta da capire se anche altri produttori vorranno cimentarsi nella creazione
di moduli per il tablet di Lenovo e se la
gamma di estensioni verrà in futuro implementata con nuove funzioni.
Forte di una campagna su
Kickstarter capace di raccogliere
più di 1,6 mln di dollari a fronte di
una richiesta di 50.000, Jide ha
presentato al CES Remix OS, soluzione per portare una versione ad
hoc di Android su PC o Mac gratuitamente, o con un hardware dedicato anche su TV con connettore
HDMI. Simile graficamente a una
versione semplificata di Windows
o a Chrome OS, Remix OS ha tutte
le caratteristiche fondamentali per
un sistema operativo: utilizzo delle
finestre, menu Start, tasto destro
del mouse, auto update e capacità
di operare con le app in finestra
o a pieno schermo. Le app non
mancano: non è chiaro se la compatibilità sia estesa a tutte le app di
Android, tuttavia al CES sono state
dimostrate Facebook e Microsoft
Word (per cui presumibilmente
tutto Office per Android) e Modern
Combat 5. Per installare Remix OS
basta una veloce chiavetta USB da
almeno 8 GB formattata in FAT32
(o una partizione del computer):
in alternativa, sarà possibile acquistare Remix Mini, piccolo hardware dedicato da circa 70 dollari,
proprio di una porta HDMI per la
connessione a un TV, presa Ethernet e due porte USB. La disponibilità del software per il download è
data entro gennaio, mentre l’hardware Remix mini è già disponibile
online su Amazon UK e DE.
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
PC La versione con display FullHD arriverà in Europa a febbraio, prezzo a partire da 1119 euro
Switch 12S, anche Acer ha il suo “Surface”
Acer Switch 12S è un notebook convertibile con schermo anche 4K e Thunderbolt 3
Interessante il sistema a doppia camera Intel RealSense per scansionare oggetti in 3D
L
di Franco AQUINI
a linea Aspire Switch guadagna un
nuovo top di gamma: Switch 12S è
un notebook 2-in-1 con il top della
tecnologia a bordo. Si tratta di un tablet
Windows 10 con una tastiera collegata
magneticamente che dispone anche di
due porte USB 3.0 (ma non ha batterie
per aumentarne l’autonomia del sistema
o storage aggiuntivo).
Il fronte hardware è ben aggiornato: una
CPU Intel Core M di sesta generazione
(Skylake) e un display da 12.5’’ IPS, che,
nella versione migliore, ha risoluzione 4K,
ma che, in quella meno costosa, è FullHD:
non un grande problema, il Full HD è più
che sufficiente vista la dimensione contenuta del display.
Ma il dettaglio forse più interessante è la
nuova cerniera che collega la tastiera, un
concentrato di tecnologia che permette,
con la sola connessione magnetica, di
avere una banda passante di 6 Gbps, il
che permette allo Switch 12S di montare
due porte USB 3.0 nella docking.
Senz’altro degna di nota è la connessione Thunderbolt 3 con connettore USB
3.1 Type-C, una tipologia di connessione
versatile che permetterà al notebook di
collegare dispositivi esterni con un trasfe-
Dell mostra due monitor
wireless di cui uno con
base che può caricare
smartphone con
gli standard principali
di ricarica Wireless
Qi e PMA
di Franco AQUINI
rimento fino a 40 Gbps oppure fino a due
monitor 4K esterni.
In alternativa, vista l’ampiezza della banda
disponibile, sarà possibile collegare una
futura Acer Graphic Dock per aumentare
le potenzialità grafiche da sfruttare con i
giochi. Ultima, ma non meno importante,
la camera posta sul retro, una Intel RealSense Camera R200, capace di catturare
i movimenti per generare modelli 3D o di
scansionare oggetti in 3D.
Sul fronte delle connessioni, oltre alle già
citate USB 3 e alla Thunderbolt, troviamo
una porta micro-HDMI, una micro-SD e
un jack cuffia/microfono. La dotazione
di memoria sarà di 4/8GB di RAM e di
128/256 GB di storage SSD.
L’Acer Switch 12S sarà disponibile anche in Europa dal mese di febbraio
a partire da 1119 euro, per la versione
con display FullHD. Prezzi a salire, ma
non ancora comunicati per quello che
riguarda la versione con schermo 4K.
video
lab
Acer Switch 12S
Il convertibile con la voglia del 4K
PC Lenovo rinnova la serie Yoga con 900S: stessa filosofia originaria ma con alcune migliorie
Yoga 900S resta il convertibile più sottile al mondo
Ha un design ancor più sottile, batteria migliorata, schermo QHD e supporto ad Active Pen
T
di Gaetano MERO

ra le varie novità di quest’anno,
Lenovo aggiorna anche la linea
classica di laptop Yoga con il modello 900S, il convertibile più sottile con
i suoi 12,98 mm e dal peso dichiarato
di 999 grammi. Il laptop è costruito con
una nuova lega di carbonio e presenta
la cerniera a cinturino che ne permette
l’utilizzo in modalità classica, stand, a
tenda e tablet attraverso la rotazione
dello schermo a 360°.
Un passo in avanti è stato fatto rispetto
ai predecessori a livello di autonomia, la
batteria dura infatti 10 ore e mezzo. Lo
Yoga 900S è pensato inoltre per l’entertainment in mobilità e per questo è do-
torna al sommario
Da Dell
il monitor
che ricarica
(senza fili)
il telefono
tato di schermo touch QHD da 12,5’’ con
risoluzione 2560 x 1440 Pixel (opzionale) e audio Dolby. Impreziosisce il dispositivo la compatibilità con Active Pen a
2048 livelli di sensibilità alla pressione
per regalare una buona esperienza di
scrittura ed estendere di fatto l’utilizzo
dello Yoga ai settori dell’elaborazione
d’immagine, design grafico e dell’arte
digitale in generale.
Nello Yoga 900S possiamo trovare la
seconda generazione di processori
Intel Core m7, scheda grafica HD integrata, fino ad un massimo di 8 GB di
RAM LPDDR3 e un SSD PCIe Samsung
da 512 GB. Il sistema preinstallato sarà
Windows 10 Home, completano la sche-
da tecnica connettività Wi-Fi e Bluetooth e due USB 3.0, di cui una standard
e una Type-C che funge anche da uscita
video.
Lo Yoga 900S sarà disponibile negli
USA, nella colorazione nero e bronzo,
da marzo 2016 con un prezzo che parte
da 1099 dollari. Attendiamo notizie per
l’Italia.
Tra le novità che Dell ha portato
al CES c’è qualcosa di particolare
come il 23 Wireless Monitor che
permette di ricevere dati senza
fili da PC Windows e dispositivi
Android tramite Miracast e Bluetooth. Ma ha anche un’altra funzione interessante, quella che
di fatto lo distingue: la sua base
d’appoggio funziona da sistema
di ricarica wireless e supporta
entrambi gli standard Qi e PMA.
Il display è un 23 pollici IPS Full
HD con 2 piccoli diffusori da 3
watt, ha un angolo di visuale di
178 gradi in entrambi i versi e dispone di porte standard HDMI e
USB 2. L’idea, anche se sembra
essere molto utile, non è particolarmente originale. Samsung,
infatti, aveva già mostrato il suo
SE370 all’IFA di Berlino, monitor
dalle caratteristiche molto simili a
questo modello proposto da Dell
ma compatibile con il solo standard Qi. Il fratello maggiore, si fa
per dire, è un 23.8 pollici denominato senza troppa fantasia 24
Wireless Monitor. Questa volta
non c’è la base con ricarica Wireless e gli speaker, ma compaiono
invece 4 porte USB 3.0. Entrambi
i monitor usciranno a fine marzo
al prezzo di 429$ per il più piccolo con ricarica wireless e 469$
per il fratello maggiore con le
4 porte USB 3.0.
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
PC Lenovo ThinkPad X1 Yoga con display OLED da 2.560x1.440 pixel sarà disponibile da aprile
X1 Yoga, primo convertibile con display OLED
Lenovo presenta un nuovo notebook “ibrido”, ultra leggero e pensato per l’uso in mobilità
Si fa notare per il display 14’’ OLED, la dock incorporata per la Stylus Pen e il modulo 4G LTE
L
di Gaetano MERO
enovo debutta al CES di Las Vegas
con prodotti premium che arricchiscono la Serie X1, segmento di Lenovo caratterizzato da device ultrasottili
e ad alte prestazioni. A spiccare tra i dispositivi è X1 Yoga, un convertibile che
perde, in questo caso, la famosa cerniera in stile cinturino pur mantenendo la
stessa versatilità degli altri modelli Yoga.
Resta intatta la sua natura di dispositivo
“convertibile”: a seconda delle esigenze
di utilizzo può essere usato come notebook, tablet, stand, e “tenda”. Il portatile
è realizzato in fibra di carbonio, ha uno
spessore di 1,68 cm e un peso di 1,27 kg,
È Asus il primo
monitor
con USB Type-C

Asus ha presentato il monitor
MB169C+ che utilizza come unica
porta di connessione il nuovo standard USB Type-C. Siamo davanti a
un monitor da 15.6’’ con risoluzione
Full HD e pannello IPS capace di assicurare un migliore angolo di visione
rispetto alla generazione passata.
Asus dichiara che grazie alla sua Ultra
Low Bluelight Technology il monitor è
capace di ridurre l’emissione di luce
blu del 70% al fine di limitare l’affaticamento degli occhi, e garantisce
che la connessione USB Type-C è
compatibile con qualsiasi dispositivo
che supporta tale collegamento video
inclusi gli ultimi MacBook o i ChromeBook Pixel.
Nessuna
informazione su
disponibilità e prezzi.
torna al sommario
dedito dunque all’uso in mobilità anche
se non tra i più leggeri in assoluto. Lenovo punta sul display avendo dotato
X1 Yoga di un 14’’ Samsung OLED da
2.560x1.440 pixel (opzionale), cosa che
lo rende il primo convertibile a utilizzare
questa tecnologia, ormai abbastanza diffusa negli smartphone, meno nei tablet e
per nulla nei notebook.
È possibile corredarlo anche di una
Stylus Pen che trova spazio in una dock
ricavata nello chassis del laptop, dove è
possibile ricaricarla: la penna attiva è in
grado di offrire 100 minuti di autonomia
con soli 15 secondi di carica e interagisce con tutte le applicazioni che richiedono l’inserimento di testo grazie al
sistema WriteIt di Lenovo. L’autonomia
dichiarata di X1 Yoga è di 11 ore, si dovrebbe dunque arrivare tranquillamente
a fine giornata lavorativa. Tutto è mosso
da processori Intel Core i7 Skylake, RAM
DDR3 fino a 16 GB, Hard Disk NVMe SSD
di Samsung fino ad 1 TB e Windows 10
Pro a 64 bit. È dotato di connettività USB
3.0 e HDMI. Tra le altre opzioni troviamo
il modulo 4G LTE per navigare anche in
assenza di reti WiFi e il lettore di impronte digitali per tenere al sicuro i nostri dati.
Lenovo ThinkPad X1 Yoga sarà immesso
da subito in commercio negli USA con
un prezzo di 1.449 dollari, la variante
OLED sarà disponibile invece da aprile
a un prezzo ancora da definire.
VIDEO
Solar X, prima
action cam
a carica solare
Dopo l’annuncio di Nikon, che ha
presentato il suo primo modello di
action cam con capacità di ripresa
a 360°, tocca ora a player minori
cercare l’innovazione in un settore
ormai ampiamente consolidato.
Activeon ha presentato la prima
action cam a ricarica solare, processo reso possibile da due alette che,
una volta aperte, catturano i raggi a
energia pulita per una ricarica completa in un’ora (80% nella metà del
tempo), con un’autonomia dichiarata di due ore. Solar X propone anche
registrazione in 4K, schermo da 2”
touchscreen e Wi-Fi integrato per
lo scarico del materiale verso ogni
dispositivo iOS e Android. Solar X
di Activeon dovrebbe arrivare sul
mercato non prima di aprile a un
prezzo indicativo di 450 dollari.
PC Tra le specifiche, copertura spazio colore Adobe RGB al 100% e tempi di risposta di 0,1 ms
Monitor Dell senza compromessi: OLED da 5000 $
Dell presenta un nuovo display professionale OLED 4K, ma il costo è ancora proibitivo
di Matteo DISCARDI
a tecnologia OLED arriva anche
sui monitor ad altissima risoluzione con il nuovo Dell UP3017Q, un
display con risoluzione 4K e altre caratteristiche da favola. A 30 pollici di
diagonale un display 4K è già un ottimo
risultato (non il migliore del mercato, ma
molto buono), ma considerando che il
display è OLED tutto diventa ancor più
interessante.
Insieme alla risoluzione e alla tecnologia del pannello, una considerazione
particolare riguarda il colore grazie alla
copertura del 100% del gamut Adobe
RGB, la capacità di riproduzione di 1
miliardo di colori e del 98% dello spazio colore DCI-P3, cui ovviamente si
aggiunge il super contrasto permesso
dal tipo di pannello: la risposta di 0,1
millisecondi lo rende adatto a chi fa correzione cromatica e post-produzione vi-
L
deo, anche se può essere utilizzato per
lussuose sessioni di videogiochi, che
anche grazie al contrasto dichiarato di
400.000:1 possono offrire immagini e
ambientazioni virtuali di notevole impatto (a patto che la scheda video sia in
grado di rendere al meglio un numero
così alto di pixel).
Il monitor integra vari sensori che spengono il display quando non in
uso (grazie a un sensore di
movimento) e, anche sotto
il profilo costruttivo ci troviamo di fronte a un prodotto
di ottima fattura: un braccio
snodato consente il posizionamento in modo molto
libero mentre un cavo USB-C
permette il passaggio di dati
ad alta velocità ma è anche
ideale per alimentare computer portatili a basso consu-
mo (come il nuovo Razer Blade Stealth
presentato proprio al CES). Completa
la rosa delle connettività un ingresso
HDMI 1.4 e quattro USB 3.0. L’arrivo ufficiale del mercato è stimato per marzo,
ma aspettate a prenotarlo, il costo dovrebbe essere di 4999 dollari, una fascia ancora decisamente alta anche per
il professionista più esigente.
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
PC Il nuovo router TP-Link è l’evoluzione dell’attuale modello AC3200. Prezzo non comunicato
TP-Link corre veloce: Wi-Fi fino a 7 Gbps
E nel test reale in fiera arriva a 2,2 Gbps
TP-Link Talon AD7200 è il primo router al mondo compatibile con lo standard 802.11ad
Capace di offrire una banda superiore a 7 Gbps; raggio d’azione limitato rispetto all’attuale
di Matteo DISCARDI
ochi giorni dopo l’annuncio di Acer
con il primo laptop con chip Wireless 802.11ad, ecco arrivare sul mercato anche il primo router compatibile
con questo nuovo standard di trasmissione dati Wi-Fi. Il TP-Link Talon AD7200 è
l’evoluzione dell’attuale modello AC3200
e il primo router a supportare questo
protocollo di connessione: se le normali
trasmissioni Wi-Fi attuali viaggiano sulle
frequenze di 2.4 Ghz o 5 Ghz, il nuovo
standard AD opera invece sulla frequenza di 60 Ghz e offre una larghezza di banda estremamente più alta dello standard
attuale. A livello puramente teorico, lo
standard Wi-Fi ad può arrivare a 7.2 Gbps
combinando più bande.
Il rovescio della medaglia è che, sempre
in teoria perché si parla di apparecchi
appena annunciati, il campo d’azione di
questo standard Wi-Fi è molto più contenuto dal punto di vista della distanza
rispetto a quelli attuali, si parla quindi di
una trasmissione entro la stanza, difficilmente oltre. Ideale per trasmettere un
P
video 4K da un disco di rete o un computer alla smart TV del salotto, oppure in un
ufficio per la trasmissione di una grossa
quantità di dati dal computer al server o
tra due computer, eliminando di fatto la
necessità di una connessione fisica.
Il router si presenta in una inusuale forma
a parallelepipedo nero con otto antenne,
due porte USB 3.0 per la condivisione
di volumi esterni e quattro porte Gigabit ethernet. Non è dato sapere il prezzo, mentre per la commercializzazione
dovremmo attendere il secondo quarto
dell’anno.
Nel test di trasmissione eseguito
in fiera, in un ambiente inquinato
dal punto di vista elettromagnetico,
il data transfer netto è di oltre 2,2
Gbps con circa tre metri tra router e
smartphone.
Lo strano desktop Lenovo con proiettore integrato
IdeaCentre 610S è il PC desktop pensato per essere usato con l’apposito proiettore 720p

I
torna al sommario
HumanEyes
Technologies lancerà
sul mercato una
videocamera in grado
di registrare video
in realtà virtuale a un
prezzo interessante
di Pierfrancesco PETRUZZELLI
PC Disponibilità del PC Lenovo dalla seconda metà dell’anno; il prezzo partirà da 849 dollari
di Gaetano MERO
deaCentre 610S presentato da Lenovo durante il CES ha davvero l’aria di
essere un PC venuto dal futuro. Può
fare a meno del monitor in quanto lavora in coppia con un proiettore senza
fili (opzionale), staccabile, che proietta
a una distanza ideale di 2,4 metri uno
Per riprendere
la realtà virtuale
bastano 1000 $
Ci pensa Vuze
schermo da 100’’ con risoluzione 720p.
Risoluzione piuttosto bassa considerando gli standard attuali e la dotazione
tecnica dell’apparecchio, cosa che lo
rende al massimo un piacevole extra
per sessioni di gioco “casual” o la visione di qualche video.
È votato all’intrattenimento, date le dimensioni generose restituite dal proiettore, ma racchiude, in un particolare
case triangolare dal peso di appena 2
kg dalle rifiniture metallizzate, una scheda tecnica non indifferente. Monta processori Intel Core di sesta generazione
sino a i7, una scheda grafica Nvidia GTX
750Ti con 2G GDDR5 dedicati, fino a 16
GB di RAM DDR4, e un HDD da 2 TB.
Il proiettore è basato su tecnologia DLP
a 720p di risoluzione ed è in grado di
generare un’immagine da 100’’ a 2,4
metri di distanza, ha uno speaker interno da 2 Watt, ingresso HDMI e porta USB 2.0 in 7 cm di altezza. Si può
staccare dall’unità e può essere utilizzato separatamente come un comune
proiettore, grazie anche al supporto per
treppiedi e cavalletti standard.
Per quanto concerne il lato software
si può contare sull’ultima versione del
sistema operativo Microsoft presente
nella distribuzione Home, la connettività è garantita da Wi-Fi fino a 802.11 a/c,
Bluetooth 4.0 e quattro porte USB 3.0
standard.
IdeaCentre 610s sarà disponibile, con il
proiettore staccabile opzionale, dal secondo semestre del 2016, a un prezzo
che parte da 849 dollari.
HumanEyes Technologies, azienda leader nel settore del 3D, ha
presentato una videocamera per
la realtà virtuale in grado di scattare foto e video a 360 gradi a
un prezzo alla portata di tutte le
tasche. Il fatto che esistano videocamere per VR non è una novità,
tanto più che sappiamo bene che
la realtà virtuale sarà il trend dal
2016 in avanti. Quello che differenzia la videocamera Vuze dalla
maggior parte dell’offerta è il suo
carattere low cost: la macchina
sarà disponibile da agosto, avrà
un prezzo inferiore ai 1000 dollari
e sarà venduta in bundle con il software VUZE Studio, un programma completo di editing video per
principianti e professionisti che
utilizza la tecnologia proprietaria
Adaptive Blending per “fondere”
in un quadro avvolgente tutte le
immagini con la minor distorsione
possibile e con un tempo di elaborazione che dovrebbe essere
quasi in tempo reale.
Vuze, dal design moderno e dal
peso molto contenuto, sarà lanciata in diverse colorazioni insieme
a un bastone per selfie che può
diventare anche un treppiede. A
livello tecnico, l’azienda ha scelto
di utilizzare un totale di 8 telecamere Full HD, due per lato, che
permettono di registrare contenuti in 4K VR su una scheda SD rimovibile in formato H.264. Il controllo
a distanza sarà gestito da un’app
per smartphone dedicata.
Television
Philips Android TV™
Gli unici al mondo con Ambilight
Android, Google Play e gli altri loghi sono marchi di fabbrica di Google Inc.
Il robot Android è riprodotto o modificato dal lavoro creato e condiviso da Google
ed è usato in base ai termini descritti in Creative Commons 3.0 Attribution License.
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di Ambilight il potere ed i molteplici contenuti
di Google Play™.
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al massimo: la televisione va al di là dell’ordinario.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
SMARTHOME Le novità tecnologiche di LG sono pensate per un forte risparmio energetico
LG rinnova il frigo: bussi e vedi cosa c’è dentro
Con Knock-On Door-in-Door bussi sulla porta del frigo e questa diventa trasparente
E, quando serve, si apre da solo con il solo tocco di un piede grazie a Auto Door Open
di Franco AQUINI
G, già divenuta celebre per la tecnologia Door-in-Door, propone sui
nuovi LG Signature un’ulteriore
evoluzione: con Knock-On Door-in-Door
è sufficiente battere due volte con le
nocche perché una porzione di una
delle due porte passi dall’essere opaca
a totalmente trasparente, mostrandoci il
contenuto del frigo.
La seconda tecnologia che mette in
campo la casa coreana si chiama Auto
Door Open e permette di aprire il frigo senza il bisogno di toccarlo. Il frigo
proietta una piccola scritta “open door”
appena davanti le porte. Mettendoci i
piedi sopra, il frigo si aprirà autonomamente, per aiutarci in tutte quelle situazioni in cui bisogna riporre all’interno
piatti o pietanze voluminose da tenere
con entrambe le mani. LG ovviamente
ha sottolineato come il sistema sia in
grado di distinguere un essere umano
da un animale.
L
SMARTHOME
HaLow è
il nuovo Wi-Fi
per l’Internet
delle cose

Si chiama Wi-Fi HaLow ed è
essenzialmente la risposta della
Wi-Fi Alliance al Bluetooth per
applicazioni come Internet of Things
e Smart Home. Wi-Fi HaLow è il nome
commerciale dello standard in via di
ratificazione IEEE 802.11ah, appartenente alla famiglia dei protocolli
Wi-Fi ma con differenze nette: bassa
potenza di trasmissione, consumi
energetici ridotti, bassa capacità
(fino a sotto 1 Mbit/s) e ampia portata
grazie a frequenze nella banda dei
900 MHz. Rispetto al Bluetooth, il
nuovo standard promette consumi
paragonabili e un maggiore raggio
d’azione, almeno doppio rispetto a
quello delle attuali tecnologie Wi-Fi,
(il Bluetooth nei prodotti consumer si
ferma a poco più di una decina di metri in condizioni ottimali). Per i primi
prodotti certificati HaLow occorrerà
aspettare almeno un paio d’anni.
torna al sommario
Il sistema
idraulico che
scuote il divano
Immersit ha ideato un
impianto idraulico per
il divano che vi porta
al centro dell’azione
Quattro supporti sotto
i piedi del divano
e questo si muoverà
seguendo l’azione
del gioco o del film
che state vedendo
di Franco AQUINI
Queste due nuove tecnologie vanno in
direzione di un netto risparmio energetico, ottenuto dal ridurre al minimo la
necessità di aprire il frigorifero con la
conseguente minor dispersione di aria
fredda. Ma quello della riduzione delle
aperture non è l’unico sistema tramite
il quale LG intende ridurre il consumo
energetico: anche i nuovi frigoriferi
firmati LG hanno all’interno l’Inverter
Linear Compressor, un sistema in grado di bilanciare automaticamente la
capacità di raffreddamento basata sul
carico interno, garantito 10 anni.
SMARTHOME Nuove batterie smart grazie all’ingresso USB
Smart battery Black and Decker
Può ricaricare anche il telefono
B
di Vittorio Romano BARASSI
lack and Decker ha portato al CES 2016 una particolarissima batteria (da
20V) intelligente da installare in tutti gli apparecchi elettronici che l’azienda
stessa produce. La nuova smart battery Black and Decker è, infatti, dotata di
un’ingresso USB che permette la carica di ogni tipologia di dispositivo collegabile
tramite questa interfaccia; oltre al trapano e alla sega elettrica, dunque, è possibile ricaricare anche smartphone e tablet. Essendo smart, il prodotto ha anche
qualcosa in più: grazie a un’app per smartphone e alla classica connettività Bluetooth può essere utilizzato per bloccare/sbloccare un attrezzo al quale è collegato (una sorta di modalità anti-infortunio) oppure si può ritrovarlo nella confusione
del garage facendogli emettere luci e suoni. La smart battery può essere connessa con più smartphone
contemporaneamente, così
se si perde o si rompe uno
di essi sarà sempre possibile ripristinare e continuare a
utilizzare gli attrezzi. Black
and Decker ha annunciato
che il prodotto, non proprio
leggero e modo da trasportare, arriverà in estate a 69
dollari.
Se lo scopo è quello di ricreare
una vera sala cinematografica
o campo da gioco in salotto, allora non ci si può fermare a un
ottimo impianto audio-video o a
un caschetto per la realtà virtuale. L’immersività deve riguardare
anche il divano, o almeno così la
pensa Immersit. Pensate a quello
che succede con i joypad di una
Xbox One o di una PS4 quando
giocate e trasferitelo al divano o a
una poltrona. L’idea è questa ed è
realizzata tramite quattro supporti
idraulici da inserire sotto i piedi della poltrona. Il divano verrà
mosso o scosso seguendo l’azione del gioco o del film che starete
vedendo. Immersit non ha bisogno del supporto degli studi cinematografici o videoludici, utilizza
un sistema che “ascolta” l’audio
del film o del gioco per calibrare
i movimenti o le scosse in tempo
reale, di conseguenza qualunque
contenuto è già pronto per essere
sfruttato con questo dispositivo.
Il sito ufficiale dice poco di più,
mostrando solo qualche immagine e un video. Immersit assicura
comunque che l’installazione
sarà semplicissima. Vedremo, intanto aspettiamo la campagna di
crowfunding, che dovrebbe partire entro questo mese, per avere
qualche informazione in più su
come sarà accolto dai potenziali
acquirenti.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
SMARTHOME Dotato di un tablet da 21.5 pollici, sarà disponibile da maggio negli USA
Ecco il super frigorifero smart di Samsung
Gestisce le scadenze e può fare la spesa
Samsung Family Hub Refrigerator mostra cosa c’è dentro senza aprirlo e fa la spesa online
A
di Franco AQUINI
nticipato prima dell’apertura della
fiera con il lancio di alcune foto,
ora al CES 2016 Samsung presenta il frigorifero con un tablet da 21,5’’, big
touchscreen mosso dal sistema Tizen di
Samsung e che dialoga con tutto l’ecosistema, TV compresi. Il Family Hub è il
centro nevralgico di ogni cucina e permette di fare molto di più che tenere al
fresco gli alimenti. Permette ad esempio
di rifornirsi di alimenti freschi, grazie all’applicazione Grocery sviluppata in partnership con MasterCard: grazie a questa
applicazione, sarà possibile ordinare cibi
freschi e non da diversi esercenti, pagandoli con carta di credito. Ma se abbiamo
bisogno di fare la spesa alla vecchia
maniera, niente paura: grazie all’app
per iOS o Android e alle tre fotocamere
installate nel frigo, possiamo in ogni momento sbirciare all’interno, per sapere in
ogni momento, magari quando siamo al
supermercato, se abbiamo finito le uova
o il latte. L’enorme schermo touch fa molto di più, ha all’interno l’app di Pandora
e permette di fare streaming musicale
verso il proprio sistema audio connesso
oppure mostra quello che succede sul
TV Samsung in salotto. E poi ci sono le
classiche applicazioni che ci si aspetta
da un frigorifero: chi non dà un occhio, la
mattina, al calendario sincronizzato con il
resto della famiglia sul frigorifero? In più
ci sono le foto, le note e i video di YouTube. Tutto gestibile dall’app per smartphone. Anche le funzioni da “semplice”
frigorifero lo fanno sembrare molto smart
grazie alla Flexzone, una zona del frigo
che può funzionare anche da freezer a
seconda dell’impiego che intendiamo
fare del frigo.
Il Samsung Family Hub Refrigerator sarà
disponibile a partire da maggio negli
USA, ma nulla si sa ancora sul prezzo.
Con Netatmo Presence la casa è ancora più sicura
Camera di sicurezza per esterni che riconosce volti, animali domestici e passaggi di auto

N
torna al sommario
L’ultimo nato
in casa iLuv, società
specializzata in piccoli
dispositivi smart per
la casa, è un piccolo
speaker per l’ascolto
on-the-go, che può
essere configurato per
il multiroom domestico
E costa pochissimo
di Franco AQUINI
SMARTHOME Netatmo Presence si è aggiudicato un premio della critica al CES 2016
di Matteo DISCARDI
etatmo ha presentato Presence,
una videocamera da esterni che
aggiunge, oltre al sistema di riconoscimento dei volti impiegato dai
dispositivi da installare in casa, un più
sofisticato algoritmo che consente di
riconoscere cani, gatti e automobili di
passaggio. Il cuore è il sistema SmartSightTM che oltre a riconoscere i volti
delle persone riesce a categorizzare anche animali e automobili in movimento,
semplificando il lavoro dell’utente che altrimenti riceverebbe dalla telecamera da
esterno sin troppe segnalazioni rischiando di non riconoscere quelle effettivamente importanti. Le notifiche sono classificate per Persona vista, Macchina vista
Da iLuv
lo speaker
multiroom per
tutte le tasche
o Animale visto: queste possono essere
relegate a specifiche zone di visibilità,
in modo da monitorare solo una parte
della zona di controllo. La telecamera ha
un angolo di visione di 100° e consente
di localizzare eventi anche a 20 metri di
distanza. Presence integra un sistema di
luce a infrarossi per vedere e registrare
video anche nel cuore della notte, e una
luce intelligente che può essere controllata da remoto, per spaventare eventuali
intrusi o illuminare un tratto di strada o
passaggio temporaneamente.
Consente la registrazione dei filmati in
FullHD su una MicroSD interna e la trasmissione online in forma crittografata
e sicura, connettendosi alla rete Wi-Fi
di casa. Compatibile con smartphpone
e tablet Android e iOS (incluso Apple
Watch), nonché tramite browser anche
da Mac e PC. Presence sarà disponibile
dal terzo trimestre 2016 a un prezzo non
ancora dichiarato.
Se i sistemi per l’audio multi-room
sembrano troppo costosi, iLuv,
un’azienda americana specializzata in accessori per digital lifestyle e i cui prodotti sono disponibili
anche in Italia, (vedi Amazon) ha
deciso di presentare al CES una
soluzione interessante. Si tratta in
particolare di un piccolo speaker
wireless, Aud Air, pensato per l’uso
in mobilità ma che può diventare
parte di un sistema per l’audio
multiroom domestico. Il tutto a un
prezzo abbordabile, 99$.
Il piccolo speaker, le cui dimensioni sono 190x110x50 mm, è dotato
di connessione Wi-Fi e Bluetooth
ed è totalmente controllabile
dall’app per iOS o Android, oltre
ad essere dotato di batteria ricaricabile molto utile nel caso in
cui si decida di usare lo speaker
anche fuori casa. Ha sei comodi
tasti per accedere rapidamente
ad altrettante stazioni radio (web,
ovviamente) senza la necessità di
usare lo smartphone, un ingresso
audio mini-jack per collegare una
periferica audio analogica oppure
può essere usato, ovviamente, in
streaming da qualsiasi applicazione musicale del vostro smartphone, tablet o PC.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
SMARTHOME Tra i numerosi gadget lanciati a Las Vegas, abbiamo selezionato per voi quelli più interessanti e curiosi
Le novità del CES 2016 per una casa più smart
Dall’ombrello che ti avvisa se lo dimentichi al water intelligente da 10.000 $: ecco come rendere più confortevoli le abitazioni
L
di Gianfranco GIARDINA
a casa smart è stata una delle protagoniste del
CES 2016, oltre che con le grandi (e impegnative)
soluzioni di domotica, con tante piccole innovazioni utili, tutte o quasi all’insegna dell’integrazione
con lo smartphone. Ecco una rassegna di quelle che
abbiamo trovato più interessanti.
Una pianta ci salverà
Il vaso purificatore d’aria
La prima innovazione di questa rassegna viene da una
startup italiana (Laboratori Fabrici): si tratta di Clairy, un
vaso in grado di purificare l’aria utilizzando come filtro
per abbattere allergeni e inquinanti una pianta. In pratica, grazie alla particolare conformazione, Clairy forza
l’aria a passare attraverso il substrato di terreno in cui la
pianta vive, permettendo una buona salute della pianta
stessa e soprattutto - ci dicono che sia scientificamente
dimostrato - la rimozione dall’aria della maggior parte
degli inquinanti, che vengono trattenuti e “metabolizzati” dalla pianta stessa, che diventa di un filtro attivo.
Il vaso smart comunica anche allo smartphone i dati
sull’aria di casa (radunati in un indicatore sintetico di
qualità), in modo che l’utente possa verificarne lo stato
e l’effettivo abbattimento degli inquinanti. I ragazzi di
Pordenone stanno cercando un investitore che li aiuti a
scalare sulle quantità: che qualcuno si faccia avanti...
Gestire qualsiasi condizionatore
dallo smartphone è facile

Non importa la marca e il modello: Tado promette che
il proprio gestore smart del clima sia compatibile con
qualsiasi condizionatore d’aria. Si tratta di fatto di un
parallelepipedo piatto installabile sia a parete che in appoggio e nella sostanza è un emettitore di raggi infrarossi. Il sistema di collega alla Wi-Fi di casa (e tramite questa
è raggiungibile anche da fuori casa) e grazie a diversi
fotoemettitori, offre un angolo di azione molto ampio.
Grazie alla app gratuita che l’accompagna, il sistema
Tado è in grado di controllare accensione, spegimento
e programmazione di qualsiasi unità di condizionamento che si trovi a “tiro d’occhio” dal punto in viene posizionato lo “scatolino”; il quale bypassa completamente
il termostato interno al condizionatore, valutando sulla
torna al sommario
base della temperatura da esso rilevata e procedendo
di conseguenza con accensioni e spegnimenti.
Così in piena estate, tornare a casa e trovarla già raffrescata sarà facile: basterà accendere il sistema qualche
minuto prima di arrivare. Facile e terribilmente utile.
la doccia che integra al proprio interno un piccolo sistema di illuninazione LED autoalimentato, un flussometro
e una semplice logica di comunicazione Bluetooth LE.
Quando si inizia a fare la doccia, il flusso d’acqua mette
in funzione una miniturbina con la cui energia viene alimentata una luce colorata. Quando i litri superano alcuni
livelli impostati dall’utente via smartphone la luce cambia colore, virando per esempio prima verso il giallo e
quindi verso il rosso. L’utente può così capire che il proprio “budget” idrico è stato raggiunto ed è ora di andare
verso la conclusione della doccia. Il soffione, poi, nei momenti in cui è alimentato (ovverosia quando c’è flusso
d’acqua) dialoga in Bluetooth con smartphone e tablet
e comunica i consumi aggregati giorno per giorno, così
da poter fare qualche analisi sui propri consumi e quindi
correggere eventuali comportamenti “da spreconi”.
Una luce ti fa fare la doccia senza sprechi
La barretta luminosa che ti segnala
se consumi troppa energia
Questa innovazione presentata da un startup francese
si fonda sul risparmio idrico, molto importante dato che
inevitabilmente nei prossimi anni il costo dell’acqua, anche per noi italiani, è destinato a crescere. Ma il costo
è ancora più alto per l’acqua calda, tipicamente quella
che si consuma facendosi una doccia: oltre al consumo
idrico diretto c’è quello energetico connesso al riscaldamento dell’acqua.
Per questo i progettisti hanno inventato un soffione del-
Sembra una antenna, ma è in grado di colorarsi di luce
in diverse tinte. Questo prodotto – si chiama Luminon
– è un terminale fisico di un sistema di home automation
proposto da Ubiant, una società di Lione, che segnala
lo stato dei consumi elettrici. Per esempio quando si sta
raggiungendo il limite di potenza del contatore, in modo
da poter prevenire il distacco. Ma il sistema di Ubiant ha
anche una dimensione “social”: tutti gli impianti con questo sistema comunicano tra loro e scambiano informa-
segue a pagina 40 
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
SMARTHOME
to, una bella fotografia del vano interno. Mentre i primi
frigoriferi con fotocamere integrate nella porta iniziano a
fare capolino sul mercato, almeno tra i prototipi, c’è chi
ha già pensato a una soluzione “retrofit”, quindi compatibile con tutti i modelli già esistenti: questo FrigdeCam
di Smarter ha proprio questa funzione e trasferisce via
Wi-Fi a una stazione connessa le proprie immagini al
cloud, che così possono essere accessibili da dovunque, ovviamente solo dal proprietario.
CES 2016, le novità smart per la casa
segue Da pagina 39 
zioni, per esempio sulla temperatura esterna, sulle condizioni di luminosità, sui consumi tipici. In questo modo
Luminon è anche in grado di colorarsi diversamente se,
per esempio, stiamo avendo uno stile di consumo superiore alla media delle altre utenze della medesima area,
stimolando così comportamenti più virtuosi.
E ora non puoi più perdere le chiavi
(ma attento a non perdere lo smartphone)
Tra le novità più carine del CES 2016 vanno annoverate
le tante serrature e i lucchetti Bluetooth: in pratica non
c’è più il “buco” per la serratura ma al massimo una presa USB per la ricarica. Per aprire il lucchetto in questione
basta lanciare il comando dalla app. Allo stesso modo
è possibile dare autorizzazioni all’apertura temporanee
o permanenti ad altri utenti: addio duplicati di chiavi o
chiavi lasciate sotto lo zerbino. La carica dura otto mesi
- ci giurano - ma se proprio dovesse scaricarsi, basta
andare con un battery pack ed erogare pochi secondi di
carica per riavviare il lucchetto e rispondere al comando
di apertura.
teriale organico grazie alle proprietà fotocatalitiche del
rivestimento in diossido di titanio e zirconio della ceramica: alla fine di ogni ciclo, la toilette si auto pulisce e
raggiunge un grado di disinfezione del 100%, oltre ad
eseguire un breve ciclo deodorante.
Ma anche il sistema di pulizia della persona, oltre che
della tazza, è il massimo della sofisticazione: come
spesso accade nella “scuola” giapponese, la funzione
di bidet è integrata nel water. Questo vuol dire che, operando sul telecomando in dotazione, si può scegliere
per l’igenizzazione “rear”, con getto energico o gentile,
o per quella “front”. Il tutto avviene con acqua intiepidita.
Quindi si può procedere all’asciugatura tramite getto di
aria tiepida; il tutto come si può vedere ben spiegatoin
questo video. Unico difetto, il costo: questo top di gamma è posizionato a circa 9800$. Ma - si sa - certi lussi
si pagano.
L’apparecchio scatta una fotografia ogni qual volta viene
richiusa la porta del frigo: l’evento viene tracciato grazie
al sensore di movimento integrato. La scomodità è che
ogni tanto (non è stato chiarito quanto spesso), l’apparecchio va estratto dal frigorifero e messo in ricarica.
L’ombrello smart che ti avvisa
se lo dimentichi (o te lo rubano)
Innovazione facile facile ma molto intelligente: si tratta di un ombrello connesso, grazie a micro-modulino
Bluetooth integrato nel manico.
Occhio però a non farsi rubare lo smartphone, soprattutto se non ben protetto da password: la bicicletta potrebbe “volare” via anche lei...
Il water smart anti-aderente
e servocomandato (che costa 10.000$)

I giapponesi - si sa - sono il popolo più pulito al mondo e
non stupisce che da molti anni il primato per i water più
tecnologici e sanitariamente sicuri siano proprio quelli
del Sol Levante. La giapponese Toto ha presentato a Las
Vegas quest’anno la sua ultima generazione di questa
famiglia di prodotto, il massimo della tecnologia in tema
di “sedute” da bagno. Non per niente siamo al “CES”...
Questo Neorest 750H innanzitutto non va neppure toccato: non appena l’utente si avvicina si alza il copriasse
motorizzato; l’asse è ovviamente riscaldata per evitare i
fastidiosi shock termici invernali. Non appena ci si siede,
un ugello inumidisce automaticamente la superficie della tazza, che diviene quindi meno aderente. Ma l’innovazione non si ferma certo qui: la ceramica che costituisce
la tazza è di un materiale particolare assolutamente antiaderente dato che per sua stessa natura è in grado di
abbattere la tensione superficiale dell’acqua, che forma
quindi una sottilissima pellicola protettiva. Inoltre, l’acqua utilizzata per la pulizia viene leggermente ionizzata
elettricamente per una maggiore efficacia pulente. Ma
anche nel caso in cui qualche microparticella dovesse
fermarsi sulla superficie, ci pensa la lampada UV integrata nel copriasse a disinfettare e disgregare ogni ma-
torna al sommario
Oltre a rilevare quando piove e a condividerlo insieme
ai dati di geolocalizzazione - se si dà il permesso, ovviamente - con la community degli utenti, in modo da
mettere sull’avviso gli abitanti delle zone limitrofe, questo ombrello ti tiene in costante contatto tramite Bluetooth 4.0 con lo smartphone. Quando l’ombrello e il suo
padrone perdono il contatto, o perché l’utente si sta allontanando dimenticandosi l’ombrello o perché qualcuno lo sta rubando, l’utente riceve immediatamente una
notifica sul proprio smartphone grazie alla quale può
immediatamente rimediare alla dimenticanza o mettersi
alla caccia del “mariuolo” di turno.
Guardare (da lontano) nella pancia
del frigorifero e sapere cosa c’è
Non c’è miglior modo per ricordarsi coma manca nel
frigorifero che poter consultare, anche al supermerca-
Sempre di Smarter, un altro apparecchio della stessa
serie – si chiama Pad – permette di “pesare” alcuni
elementi (da una a quattro zone per altrettante pesate
indipendenti), come per esempio la bottiglia del latte o
un contenitore, in modo tale che si possa sapere quanto alimento ne è rimasto. Ovviamente è necessaria una
certa disciplina nell’utilizzo di questo accessorio: ogni
tipologia di alimento va appoggiata sempre sullo stesso pad per fari sì di non ottenere risultati invertiti. Ma di
certo si tratta di un apparecchio molto utile anche per
l’utilizzo fuori dal frigorifero, per esempio per “teledosare” altri alimenti in dispensa.
Come cucinare a costo zero con il sole
Il suo nome è Go Sun, e già da questo si può capire che
il sole ha qualcosa a che fare con questo prodotto. Crediamo che si tratti, però, dell’unico prodotto esposto a
CES 2016 che non abbia bisogno di energia elettrica, né
diretta né autoprodotta: si tratta di un forno a raggi solari, qualcosa che mette insieme i principi degli specchi
ustori di Leonardo con alcuni materiali capaci di intercettare e trattenere al proprio interno l’energia proveniente
dall’esposizione al sole.
segue a pagina 41 
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13 GENNAIO 2016
SMARTHOME
CES 2016, le novità smart per la casa
segue Da pagina 40 
MAGAZINE
Farsi il birrificio artigianale in casa
Oramai è una moda, tanto che al CES 2016 abbiamo visto almeno tre apparecchi per birrificare a casa propria.
Ovviamente si tratta di macchine non proprio piccole e
la cui gestione richiede motivazione e capacità: fare la
birra non è propriamente come scaldare una pizza surgelata.
dati sul traffico, i reminder per la vita di tutti i giorni e
così via... Grazie al medesimo sistema, il piano di lavoro
cambia continuamente faccia passando con facilità da
superficie per cuocere, a spazio di lavoro generico a
grande display touch. Insomma, due passioni - tecnologia e cucina - fuse insieme in un’alchimia irresistibile...
(qui il video 360° dell’area cucina presentata al CES
2016 da Whirlpool).
Toccami come vuoi e fammi suonare
Ecco una superficie tattile meravigliosa per chi vuole
creare musica: si tratta di Rise della Roli, una specie di
piccola tastiera totalmente foderata in gomma e dotata
di moltissimi sensori in grado di rilevare non solo il tocco
ma anche la pressione, in maniera continua.
In pratica il forno ha forma cilindrica, quel cilindro nero
che è posto all’interno dello specchio a parabola. Il cilindro è posto nel punto dove convergono tutti i raggi
riflessi dallo specchio (non a caso quel punto in una
parabola si chiama “fuoco”) ed è realizzato di un particolare vetro nero capace di catturare la maggior parte
dell’energia termica incidente senza farla uscire.
Il risultato è una cottura naturale e senza fiamma, ma
anche completamente a impatto zero. Un principio forse
non al passo con la frenesia imposta dalle abitudini di
oggi, ma di certo divertente. I produttore ci giura che,
stante le radiazioni residue notturne e la capacità del cilindro di catturare energia, sia possibile anche una cottura in assenza di sole, seppur ovviamente a “fuoco lento”.
Qualche dubbio ci resta, ma di certo abbiamo trovato
l’invenzione divertente.
Pentole e accessori intelligent
Ogni pezzo un sensore
Hanno un bel dire le ricette quando ti chiedono di portare una preparazione a 72 gradi e mantenerla tale
per 10 minuti. Ma oggi arrivano gli strumenti intelligenti per cucinare.
La PicoBrew Pico, per esempio, è una macchina da circa
700 dollari che birrifica cinque litri in due ore (ma poi
servono alcuni giorni per la fermentazione) che si controlla anche tramite lo smartphone. In alcuni casi, per
semplificare le operazioni, viene richiesto di utilizzare
dei kit di ingredienti precostituiti e predosati (come se
fossero delle super capsule del caffè), come in questa
PicoBrew Pico, cosa che ovviamente sta strabuzzare gli
occhi ai puristi.
Per altri modelli le case produttrici, pur offrendo dei
kit di ingredienti, non vincolano affatto all’utilizzo delle
materie prime da essi forniti. Sono queste le macchine
che permettono di mettere in luce anche il talento e la
creatività del birrificatore e che, per questo, sono inevitabilmente un po’ meno automatizzate. Ma non c’è dubbio
che nel futuro la preparazione della birra in casa sarà
una pratica sempre più accessibile.
La cucina “proiettata” al futuro: facile
e versatile
Whirlpool ha dimostrato al CES 2016 un prototipo
davvero seducente: si tratta di una cucina, composta
fondamentalmente dal piano di lavoro con piano di
cottura a induzione integrato e dallo schienale di fondo, entrambi “dipinti” da proiettori integrati nei pensili.
Così, per esempio, una volta impostata una ricetta, se
ne possono seguire le fasi e le istruzioni per la preparazione direttamente sullo schienale della cucina, mentre
sul piano cottura viene identificata l’area in cui è consigliato mettere la padella in questione con tanto di conto alla rovescia rispetto alla fine cottura prevista. Contemporaneamente, nella parte destra dello schienale
si hanno altre informazioni, come le email in ingresso,

Si tratta di un set molto ampio di accessori che integrano un sensore di temperatura e si collegano in
Wi-Fi. In questo modo il cuoco può tenere sott’occhio
la temperatura di cottura senza sbagliare nessuna
ricetta. Ricette che vengono anche consigliate dalla
stessa app che governa il sistema.
Della stessa serie, anche una gamma di contenitori
dotati di sensore che tiene traccia dei tempi di deperimento delle preparazioni e del giorno di confezionamento: l’utente riceve una notifica se gli alimenti in
esso contenuti stanno per andare a male.
torna al sommario
Questo strumento, unitamente per esempio a uno smartphone o a un PC, è in grado di generare musica elettronica davvero sofisticata in maniera molto semplice e
intuitiva: bastano pochi rudimenti musicali per iniziare a
creare. Il risultato è molto più simile a quello che si può
ottenere con una chitarra elettrica: le singole note possono essere leggermente “stonate” o distorte solo modificando leggermente la pressione o spostando il dito
verso l’alto o verso il basso. Strisciando nella parte alta o
bassa della tastiera si ottiene un glissando chitarristico.
Cujo difende la casa digitale
Gli accessi a Internet possono diventare delle minacce per la nostra casa, ora che gli oggetti connessi sono
sempre di più. Per questo è nato Cujo, un “barattolino”
da interporre tra il proprio collegamento a Internet e la
rete di casa.
Tecnicamente è tutt’altro che una novità, visto che in buona sostanza di tratta di un firewall telecontrollato e assistito. La novità su cui puntano i produttori è la sua totale
semplicità di utilizzo: l’utente non deve sapere molto di
reti e telecomunicazioni, dato che è lo staff di analisti di
Cujo che intercetta eventuali attacchi maligni alla rete e
oltre a bloccarli, ne notifica la natura allo smartphone del
padrone di casa, indicando anche l’apparecchio o il componente che eventuali hacker hanno cercato di forzare.
Una bella risposta, anche se forse un po’ “ansiogena” a
un problema che, con serrature telecontrollate e sistemi
di allarme domotici, diventerà sempre più attuale.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
MERCATO Abbiamo incontrato David Hall, ingegnere visionario che dopo aver rivoluzionato i subwoofer ha trasformato la sua azienda
Dai subwoofer ai veicoli con guida autonoma
L’incredibile storia di David Hall, Mr. Velodyne
Velodyne è uno dei partner fondamentali per ogni costruttore di auto che vuole realizzare auto che guidano da sole
D
di Roberto PEZZALI
avid Hall, nessun biglietto da visita - non servono a nulla, ci dice - e una vita vissuta come una
gara, senza mai fermarsi “perché chi si ferma
non arriverà mai primo”. E lui non si è mai fermato,
tanto che da leader in un segmento del mercato audio si è impegnato fino a diventare leader in un settore che apparentemente non c’entra nulla: i sensori
laser utilizzati sulle macchine a guida autonoma.
L’eccellenza e la versatilità
David Hall è un nome che a molti non dirà nulla, al
contrario di Velodyne Acoustics, l’azienda che lui
stesso ha fondato nel 1983 e che ha sfornato per
anni subwoofer tra i più acclamati per l’home cinema. Il nome Velodyne deriva dall’unione di due
parole, “velo”, bicicletta, e “dyna”, forza, bicicletta
perché le gare in bici erano una passione dell’eccentrico fondatore e forza perché il successo di
Velodyne arriva proprio da un brevetto sul controllo
della forza dei woofer.
David Hall, ingegnere e inventore visionario, ha infatti costruito negli anni un accelerometro in grado
di controllare l’escursione del cono degli altoparlanti, riuscendo a generare bassi molto più profondi
con una distorsione di 30 volte inferiore rispetto ad
ogni altro altoparlante simile presente sul mercato.
Qui inizia la storia di Velodyne Acoustics, un capannone a Morgan Hill, in Silicon Valley, dove inizialmente venivano prodotti i subwoofer destinati a tutti
i mercati mondiali, dall’Italia al Giappone.
Il boom dell’home cinema, con appassionati disposti
a pagare anche 10.000$ per il modello top di gamma, finisce però dopo pochi anni: i prezzi calano, e
i subwoofer vengono prodotti ormai a basso costo
in Cina. Una situazione questa che anche Velody-

David Hall al lavoro su un diffusore
torna al sommario
ne Acoustic deve affrontare: fatta eccezione per un
paio di modelli, la produzione dei subwoofer viene
spostata in Oriente, una mossa per restare competitivi in un mercato già difficile.
David Hall si ritrova così con una fabbrica di migliaia
di metri quadri praticamente vuota, visto che la produzione è spostata in Cina, ma piena di ingegneri e
di persone che hanno voglia di “pedalare” ancora.
Hall è il primo a tirare il gruppo: pensa, progetta,
sviluppa e inizia ad usare la fabbrica anche per soddisfare le sue eccentriche e divertenti passioni.
Come le sfide tra i robot: Hall costruisce per hobby
robot e decide di partecipare con alcuni modelli a
trasmissione televisive dove i robot se le danno di
santa ragione, le Robot Wars. Per costruire e provare i robot, e per progettare la tecnologia e il software dei robot da competizione, Hall utilizza a tempo
pieno gli ingegneri della fabbrica in Silicon Valley.
La svolta arriva quando, stanco di giocare con i robot radiocomandati, Hall decide di impegnarsi in
qualcosa di più serio e di partecipare alla DARPA
Grand Challenge, una delle primissime gare destinate ai veicoli senza pilota. L’obiettivo della gara è
percorrere 240 km nel deserto del Mojave, ma nessuno dei veicoli riesce a passare i 12 km. Il team guidato da Hall, DAD - Digital Auto Drive, si classifica
terzo schiantandosi contro una roccia dopo 9.7 km
ma viene subito notato per la guida decisamente più
fluida e precisa dei veicoli che hanno fatto qualche
km in più. Un incidente che ha cambiato in ogni caso
la vita di Velodyne Acoustics e del suo fondatore,
che si è messo al lavoro per sviluppare una nuova
generazione di sensori capaci si rilevare ogni ostacolo ad una distanza di almeno 10 metri e a diverse
altezze: la prossima volta doveva vincere.
Il sensore Puck: integra 16 raggi laser e riesce a
rilevare oggetti fino a 100 metri
Dai subwoofer ai sensori laser
Il risultato di questa ricerca è sfociato, alla fine, nei
sensori laser che oggi i produttori di auto, per realizzare i loro veicoli a guida autonoma, fanno a gara ad
avere: Ford è uno dei migliori clienti, e tutte le auto
sperimentali a guida autonoma dal gruppo americano hanno sensori Velodyne. “Non ci costano tanto
ma li facciamo pagare tanto perché dentro lì ci sono
le nostre idee” ci racconta un serafico David Hall allo
stand di Velodyne al CES 2016. E infatti la sua azienda è tornata ad essere una delle aziende più in vista
della Silicon Valley: i primi modelli costavano anche
50.000 dollari, ma ora con 8000$ si può acquistare
uno dei nuovi “Puck”, precisi e compatti.
Se si pensa che per fare un’auto a guida autonoma
ne servono almeno tre, è facile capire che David Hall
ha imboccato la strada giusta. Il confronto tra la divisione Acoustic, che produce ancora oggi subwoofer,
segue a pagina 43 
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
AUTOMOTIVE Polaroid punta sulla sicurezza in auto con la nuova gamma di Dashcam
Polaroid al CES presenta la Dashcam Wi-Fi
Al modello Wi-Fi si affianca una Backup-Cam, per avere una miglior visibilità intorno l’auto
di Franco AQUINI
P
olaroid ha mostrato al CES gli ultimi ritrovati di un settore in crescita, quello delle dash-cam. Piccole
camere che vengono normalmente
montate sul parabrezza per tracciare
quello che accade al proprio veicolo
quando non è custodito, oppure da
usare come scatola nera per monitorare e registrare quello che accade quando si viaggia.
Polaroid PD-W63C (qui
a fianco) offre ripresa
in HD, display LED da
2 pollici e sensore Gforce a tre assi capace
di attivare automaticamente la camera in
caso di incidente.
Ma soprattutto è
un modello Wi-Fi
pensato per il controllo diretto tramite terminali iOS o
Android, cosa che permette
tra l’altro la rapida condivisione dei filmati. La camera attiva automaticamente anche la funzione di timestamp, così
da avere l’orario impresso sul video,
e protegge il
filmato
dalla
sovrascrittura.
Il tutto viene
memorizzato,
ovviamente, su
una micro-SD
con capacità
fino a 64GB.
La
Polaroid
PCB-A567
è
invece
una
backup-cam, ovvero una camera capace di monitorare le zone buie dell’auto, come il retro ad esempio. Con una
backup cam, potremo dotare anche
le auto comuni di un accessorio che
normalmente viene offerto a bordo di
autovetture di fascia alta.
La PCB-A567 ha una camera resistente all’acqua e alla neve (con certificazione IP67), ideale per essere
posizionata all’esterno, e un angolo di
visione a 130 gradi. La camera si connette al monitor interno all’auto tramite
Bluetooth a 2.4Ghz.
Il monitor è un 4,3”, sufficientemente
ampio per avere una buona visuale del
retro, senza necessità di girarsi.
Entrambe i due dispositivi Polaroid, la
dash-cam e la backup-cam, verranno
prodotti da Giinii, un licenziatario del
marchio Polaroid, e saranno disponibili
(inizialmente in USA) nella prima parte
del 2016.
AUTOMOTIVE
Le dashcam
Magellan
vedono a 360°
Magellan ha presentato al CES alcune
---interessanti Dash Cam. Il RoadMate
6630T-LM 5 pollici e il RoadMate
7630T-LM 7 pollici, entrambi con
touch screen in vetro, hanno una
videocamera Full HD con lenti
grandangolari di 122° e una serie di
funzionalità aggiuntive, come l’avviso
di collisione, la funzione Lane Departure, la Modalità Parcheggio che
consente di attivare automaticamente
la registrazione se l’auto viene urtata
ed infine la registrazione protetta in
caso di incidente. Il modello RoadMate 7670-LM oltre ad avere tutte le
caratteristiche dei modelli precedenti
è equipaggiato con due telecamere
che hanno un grandangolo di 170
gradi ciascuna e sono dunque in grado di offrire una visione a 340 gradi.
Supporta anche l’installazione di 3
videocamere aggiuntive. Magellan ha
presentato anche quattro nuove Dash
Cam pure, ovvero senza funzionalità
di navigazione, in questo caso il top
di gamma sarà rappresentato dalla
MiVue 450D dotato di doppia videocamera UHD con possibilità di rotazione
fino a 330 gradi. Tutti i nuovi prodotti
dovrebbero arrivare nella seconda
metà dell’anno.
MERCATO
L’incredibile storia di Mr. Velodyne
Entro cinque anni addio tassisti
I taxi guideranno da soli
segue Da pagina 42 
e quella LiDar, che produce i sensori laser, è impietoso: oltre il 90% del fatturato arriva ormai dal mondo automotive. “La cosa più difficile non è pensare
una cosa nuova e identificare una nuova strada per
la propria azienda – ci dice con il suo tono sempre
serafico -, ma è convincere le persone che è si può
cambiare, che non si deve fare necessariamente lo
stesso lavoro per tutta la vita”.
La vita come una sfida

“Odio guidare - ci confida Hall – e l’idea che possa andare in ufficio usando la testa per pensare piuttosto
che stare attento a guidare, mi è sempre piaciuta”. Ed
effettivamente quasi tutte le sue invenzioni nascono
da sfide personali che lui stesso vuole risolvere. Come
la barca che si stabilizza, un’altra geniale invenzione
fatta da due gondole capaci di ammortizzare dinamicamente le onde tenendo stabile la zona passeggeri:
l’imbarcazione della Velodyne Marine si chiama Martini 1.5 e questo perché l’obiettivo era far sì che sul
ponte potesse rimanere in perfetto equilibrio il tipico
torna al sommario
Velodyne Marine - Chasing Martini 1.5
bicchiere a testa larga del Martini anche viaggiando
a 30 nodi e con onde di oltre un metro e mezzo. E
ce l’ha fatta, anche se lui minimizza: “Tutto quello che
faccio è semplicemente meccanica unita all’elettronica : un sensore o una barca stabilizzata non sono poi
così diverse da un subwoofer”. Subwoofer che – sorprendentemente - non sono mai entrati in casa Hall:
“Passavo tutto il giorno al lavoro a risolvere problemi
sui sub, rispondevo al telefono a clienti che avevano
problemi con i sub, ricevevo continuamente i miei ingegneri che mi ponevano problemi produttivi legati ai
sub. Quando tornavo a casa la sera l’ultima cosa che
volevo sentire era una bassa frequenza. Ho venduto
milioni di subwoofer in tutto il mondo ma nessuno è
mai entrato in casa mia”.
Velodyne non ha mai smesso di pedalare e ora è nel
gruppo di testa di una delle gare più difficili da vincere, quella per l’auto che guida da sola. Secondo David
Hall non ci vorranno troppi anni prima di vedere auto
senza conducente sulle strade: “Sono pronto a scommettere che fra 5 anni ci saranno le auto che guidano
da sole. E saranno taxi: sono sempre in circolazione
e oggi sono guidati da un tassista che ha costi non
indifferenti per la compagnia che li aggrega. Quindi
il taxi è l’applicazione che meglio può ammortizzare i costi di questi veicoli, possono risolvere enormi
problemi di traffico”. Per società come Uber – ci fa
notare Hall – sarà semplice sostituire piano piano gli
autisti con auto che guidano da sole: “L’applicazione
ce l’hanno già e i clienti anche”, ci dice.
E quando gli chiediamo se non è preoccupato per
quello che potrebbe succedere, anche da un punto di
vista legale, nel caso in cui uno dei suoi sensori sbagli
a misurare una distanza o peggio ancora non sia in
grado di “vedere “ un pedone David Hall resta assolutamente sereno: “Non succederà mai. Il problema
non è il sensore, è il numero di avvocati che ci sono
in questo Paese”
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
AUTOMOTIVE Presentata al CES la Chevrolet Bolt: è elettrica al 100%, ha una buona autonomia e prezzo interessante
Chevrolet Bolt, l’elettrica che darà “la scossa” al mercato
La Bolt ha 5 posti e fino a 320 km di autonomia, avrà un prezzo entro i 30.000 dollari. Da noi dovrebbe arrivare nel 2017
N
di Massimiliano ZOCCHI
onostante il minivan di Volkswagen
abbia attirato molta attenzione, il
vero evento automotive del CES
2016 è stata la presentazione della Chevrolet Bolt. Già vista lo scorso anno e in
diversi saloni dell’auto in versione prototipo, era altissima la curiosità per il modello di serie, in particolare modo per i due
tratti distintivi e rivoluzionari promessi da
Chevy: prezzo basso e tanta autonomia,
ovviamente elettrica al 100%. Promesse a quanto pare mantenute. Durante il
keynote Mary Barra ha confermato l’intenzione di Chevrolet di immettere sul
mercato la Bolt (che ufficialmente porta
nel nome anche la sigla EV) a un costo
inferiore ai 30.000 dollari (grazie ai 7.500
dollari di incentivi americani) con la produzione che partirà i prossimi mesi negli
stabilimenti in Michigan, per ottenere le
prime consegne tra la fine del 2016 e
l’inizio del 2017. Ma soprattutto è arrivata
la conferma del dato più importante: 200
miglia di autonomia secondo lo standard
EPA, circa 320 km. Questo fa della Bolt
EV la prima auto elettrica accessibile ai
più e che può garantire un range rassicurante per la maggior parte delle per-
sone. Chevrolet ha lavorato a braccetto
con LG Chem per ottenere il meglio dalle
batterie del produttore coreano e tenere
il costo finale il più basso possibile. Secondo le specifiche rilasciate, la Bolt EV
si potrà caricare in AC (corrente alternata) in circa 9 ore con un caricatore da 6.6
kW di potenza o leggermente superiore,
mentre in DC potrà fare un pieno da 0
all’80% in soli 45 minuti.
La parte hi-tech della Bolt EV non è
solo nella propulsione, ma anche nei
sistemi di bordo. Al centro del cruscotto troviamo un display touchscreen da
10.2”, uno dei più grandi della categoria,
e un secondo pannello con funzione di
strumentistica da 8”. Come in altre auto
del gruppo il software di gestione è il
Chevrolet MyLink, in questo caso con
una speciale visuale Flipboard Style. Nella versione americana l’auto avrà connettività LTE in collaborazione con OnStar, e
può trasformarsi in HotSpot Wi-Fi. Non
manca ovviamente anche il Bluetooth
Low Energy. Per i futuri proprietari sarà
a disposizione anche l’app MyChevrolet, con la quale è possibile controllare
lo stato di ricarica dell’auto, accendere
la vettura da remoto, attivare il pre-condizionamento, oltre a diverse funzioni
di servizio e manutenzione. Tecnologia
anche per la sicurezza stradale, con lo
specchietto retrovisore che si trasforma
in retrocamera e la Surround Camera che
offre uno sguardo a ciò che ci circonda
durante le manovre a bassa velocità. Mi-
chelin, il fornitore scelto per l’esperienza con gli pneumatici dedicati agli EV,
utilizza qui una gomma autoriparante in
caso di piccole forature. Non potevano
mancare ogni sorta di sensori attivi: sensori di traffico, park assist, mantenimento
corsia, frenata anti collisione e anti pedone, e impostazione per giovani guidatori.
Ma su questi e altri dettagli tecnici (quanti kWh ha la batteria? Qual’è la potenza
massima di ricarica?) Chevrolet tornerà
nel corso del Detroit Auto Show. Come
ribadito da Mary Barra sul palco durante
la presentazione, Bolt EV sarà la prima
auto elettrica a lunga percorrenza veramente accessibile a un grande bacino di
utenza, e questo genererà sicuramente
un effetto a cascata sugli altri produttori,
che dovranno rompere gli indugi e presentare modelli altrettanto performanti
e competitivi. Insieme alla Tesla Model
3 che promette di essere altrettanto
“economica”, saranno auto promotrici di
un grande cambiamento. In Italia e in generale in Europa pare sia già confermato
che Bolt EV arriverà sotto il marchio Opel
nel 2017, anche se inizialmente con una
disponibilità piuttosto bassa. Nell’attesa
vi proponiamo il video di lancio con le
principali caratteristiche dell’auto.
AUTOMOTIVE Bosch ha presentato una concept car con interni rivestiti da pannelli touch
L’auto del futuro secondo Bosch è tutta “touch”
I pannelli touch forniranno indicazioni stradali e segnaleranno in anticipo eventuali pericoli
B

Estratto dal quotidiano online
di Gaetano MERO
osch al CES di Las Vegas ha svelato
il suo prototipo di auto futuristica,
senza ancora un nome definitivo,
in cui cruscotto ed interni - cambio marce
e pannelli delle portiere compresi - sono
stati completamente ridisegnati e trasformati in enormi touchscreen. I display, oltre
a mostrare al conducente tutte le informazioni di guida tradizionali, potranno cambiare “forma” in base alle esigenze. Il sistema di infotainment è studiato affinché
il guidatore non distolga mai lo sguardo
dalla strada, gli schermi presentano infatti
un feedback tattile che permette di sentire i tasti attraverso una sorta di vibrazione:
si potrà dunque gestire l’autoradio, il navigatore o l’aria condizionata in modo sicuro senza dover fissare ogni volta il display.
Il sistema intelligente è inoltre capace di
torna al sommario
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Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Claudio Stellari, Maria Chiara Candiago,
Alessandra Lojacono, Simona Zucca
percepire un pericolo, come ad esempio
un pedone che attraversa la strada, e di
avvertirci attraverso una sequenza di colori particolare. Tra le funzioni smart vi è la
possibilità di collegare l’auto al calendario
dell’utente per visualizzare gli appuntamenti del giorno e cambiare percorso in
base ad essi. Attraverso l’auto si potrà
inoltre controllare, oltre allo smartphone,
l’impianto di riscaldamento della propria
abitazione o l’antifurto. Bosch è comunque al lavoro su un servizio cloud che
allerta l’utente in caso di incidenti o interruzioni stradali e, come prevedibile, su un
sistema di guida autonoma. Il progetto si
è aggiudicato l’Innovation Award 2016.
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
AUTOMOTIVE Dal palco del CES Volkswagen presenta BUDD-e: è un concept, ma ha tutto per diventare l’auto del futuro
Ecco Volkswagen BUDD-e, minivan elettrico da 600 km
Il minivan elettrico Volkswagen ha 600 km di autonomia, spazi a misura d’uomo, comandi vocali e touchscreen ovunque
di Massimiliano ZOCCHI
E
ra risaputo che Volkswagen avrebbe
sfruttato il palcoscenico del CES 2016
per presentare ufficialmente il suo
prototipo di Minivan del futuro, ma l’attesa
era comunque molta. Finalmente la casa
tedesca ha tolto i veli alla sua creazione
che ha suscitato reazioni contrastanti.
Partendo dal dato più importante, BUDDe è 100% elettrico e supera decisamente
la soglia di preoccupazione dell’utente
medio: 101 KWh di batterie per distanze
fino a 600 km, meglio di Tesla. Molti addetti ai lavori e appassionati del settore
automotive però si aspettavano un richiamo più forte a quello che fu un’icona
mondiale, lo storico Microbus. BUDD-e
ne riprende alcuni concetti, ma al tempo
stesso anche le distanze. Inoltre essendo
al momento solo un concept, non è dato
sapere in che direzione andrà il progetto
con l’avvicinarsi della produzione vera e
propria. Durante la presentazione Herbet
Diess di VW ha chiarito che tutto ciò che
vediamo oggi in BUDD-e raggiungerà il
mondo reale entro 2019, senza chiarire se
il Minivan stesso vedrà le concessionarie
prima o poi. Il design esterno è il tipico
aspetto futuristico dei concept, in ogni
caso niente di mai visto, mentre gli interni
sono un tratto decisamente distintivo. Prima di tutto l’impostazione dei posti a sedere, con due sedili anteriori, con quello
del passeggero che può ruotare di 360°
per creare un mini salotto con i posti posteriori. Passeggeri che però non trovano
posto nella tipica configurazione orizzontale ma piuttosto con un mini divanetto a
“L” che prosegue anche sul lato opposto
al portellone scorrevole. Tutte le aperture
non hanno maniglie, ma l’apertura e la
chiusura sono attivate da comandi vocali
o da gesture su sensori touch.
Rivoluzionato anche il concetto di strumentistica, con i display che non sono
più incastonati in nicchie ma sono direttamente in primo piano, con tre sezioni
distinte in un’unica superficie curva dietro
il volante. Questa nuova plancia prende il
nome di Active Info Display. Nella sezione
principale centrale, “Drive”, è visualizzata
la mappa in 3D del percorso, con edifici
e punti di interesse. Sulla parte sinistra
chiamata “Control” possiamo vedere le
informazioni sullo stato del veicolo. Infine
a destra nella sezione “Consume” trovano posto anche le informazioni personali
e l’entertainment, con le parti audio, message, calendar e weather.
Anche il volante non poteva essere il tipico sterzo, e i comandi non hanno più i
tasti ma sensori touch dotati di risposte
con vibrazione di tipo haptic e gesture
swipe. Per non distrarre dalla guida toccando le diverse aree, il guidatore riceve
dei pre-sensing haptic per riconoscere i
tasti e successivamente una vibrazione
più pronunciata conferma la riuscita dell’operazione. Le idee messe da Volkswagen in questo erede del Microbus sono
AUTOMOTIVE Volkswagen al CES 2016 presenta la piattaforma Touch sulla Golf elettrica
La e-Golf Touch supporta gesture e comandi vocali
L’auto più popolare prodotta dal marchio tedesco diventa così completamente hi-tech
di Massimiliano ZOCCHI
A

l CES dello scorso anno
Volkswagen aveva mostrato i primi prototipi della nuova interfaccia
Touch, a bordo della Golf R. Dopo lo
scandalo diesel però la rotta è cambiata
e quest’anno il progetto viene ripresentato, ma come logico accompagnamento della versione elettrica per la popolare compatta tedesca. La e-Golf Touch
porta in dote l’ultima versione del MIB
infotainment, con un nuovo display touchscreen da 9.2” con una risoluzione di
1280 x 640 pixel. La nuova piattaforma è
la prima al mondo a supportare controlli
gestuali oltre che vocali, e permette una
ampia personalizzazione agli utenti.
Lo schermo presenta quattro pulsanti
principali, Menu, Home, Car e App, oltre a una classica manopola. A sua volta l’area del display è suddivisa in più
torna al sommario
settori. Una parte
centrale con navigazione e mostra
l’integrazione con
i device mobile.
La compatibilità è
estesa a tutti i principali
standard:
MirrorLink,
Android Auto e CarPlay. Sulla parte
destra invece trovano posto dei riquadri personalizzabili
con dieci funzioni diverse. In ogni caso
le impostazioni possono essere salvate
sul cloud VW e richiamate da qualsiasi
utente, anche cambiando auto. Ma la
e-Golf promette di essere 2.0 in tutto,
così arrivano anche i comandi vocali,
attivabili senza premere nessun tasto,
ma solo pronunciando “Hello Volkswagen”, grazie ai diversi microfoni montati
a bordo. I passeggeri posteriori possono interagire direttamente col sistema
tramite il Wi-Fi, e se questo rischia di
far scaricare gli smartphone o il tablet,
nessun problema, grazie alla ricarica a
induzione integrata nei braccioli o alle
porte USB Type-C. Tutte queste novità
non resteranno solo un concept, ma
sono pronte per il mercato già dalla
prossima estate.
tantissime, compresi gli avvisi sul proprio
smartwatch se dimentichiamo un oggetto
a bordo, la comunicazione con una unità indoor quando è parcheggiato sotto
casa, e molto altro. Basterà questa decisa
presa di posizione per riabilitarne la reputazione dopo il dieselgate?
AUTOMOTIVE
Toyota e QNX
con Ford per
l’entertainment
Ford ha sviluppato e reso open
source la piattaforma di connettività
SmartDeviceLink. Simile all’AppLink
già esistente e in uso su molte
auto dell’Ovale Blu, permette di
collegare lo smartphone al sistema di
infotainment dell’auto e comandare
direttamente le app compatibili,
anche con comandi vocali. Toyota,
QNX e UIEvolution hanno annunciato
l’integrazione di SmartDeviceLink
direttamente nei loro sistemi. Questo
significa che le future auto Toyota
avranno a bordo la nuova piattaforma, e dato che QNX (controllata da
Blackberry) si occupa di sviluppare
sistemi per automotive, il numero di
costruttori coinvolti potrebbe essere
davvero enorme. Non a caso la stessa
Ford dichiara che anche il gruppo
PSA Peugeot Citroen e le giapponesi
Honda, Subaru e Mazda stanno già
valutando se unirsi al gruppo.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
AUTOMOTIVE Faraday Future sbalordisce con una concept car elettrica da 1000 cavalli
Faraday Future, l’auto elettrica esagerata
L’auto è basata su una nuova piattaforma modulare e ha un design moderno ed aggressivo
di Giulio MINOTTI
araday Future è una giovane azienda fondata da imprenditori cinesi
operante su mercato americano con
l’intento di produrre qualcosa di rivoluzionario nel settore della mobilità elettrica.
Al CES l’azienda ha presentato un concept sportivo che ha davvero sbalordito
grazie al suo design aggressivo e moderno. La FFZERO1, primo prototipo dell’azienda americana, è infatti un concentrato di tecnologia con raffinate soluzioni
tecniche ed aerodinamiche. La vettura ha
forme generali che ricordano le auto da
competizione della 24 Ore di Le Mans,
con l’abitacolo a cupola e la lunga coda
con la pinna centrale. Il frontale risulta
decisamente avveniristico, dominato
da un’unica lunga striscia di fari a LED,
dall’ampio splitter e con le ampie prese
d’aria che corrono lungo tutta la vettura,
con funzioni aerodinamiche e di raffreddamento delle batterie. Il posteriore è
ancora più aggressivo con le sospensioni
sportive a vista, l’enorme estrattore e lo
spoiler diviso in due parti dal design davvero raffinato.
Passando agli aspetti tecnici, la FFZERO1
è una monoposto che fa un ampio uso
della fibra di carbonio e di materiali leggeri, sia esternamente che all’interno
dell’abitacolo. Anche questo ha un’impostazione decisamente moderna, con
il volante, a forma di cloche, in grado di
ospitare uno smartphone per controllare
tutti i parametri dell’auto. Infine il sedile
del guidatore Zero gravity è ispirato a
quelli utilizzati sulle navette spaziali della Nasa e promette un ottimo comfort,
F
Dal 2017 tutte le vetture
avranno a bordo
CarPlay e Android Auto
Entro il 2016 tutte
le auto con SYNC 3
riceveranno
l’aggiornamento per
integrare tali tecnologie
riducendo la fatica del pilota. Uno degli
aspetti più interessanti di questa concept
car è sicuramente l’architettura modulare del telaio che verrà utilizzato anche
nei prossimi modelli di serie realizzati
da Faraday Future. Nello specifico la
Variable Platform Architecture (VPA) è
una piattaforma modulare che può dare
vita a modelli ben diversi dalla FFZERO1,
da vetture compatte fino ad arrivare a
crossover o SUV. Grazie alla sua versatilità, il passo può essere allungato permettendo di inserire un numero maggiore di
batterie, posizionate al centro della vettura. Questa piattaforma può, inoltre, ospitare fino a 4 motori elettrici, permettendo
anche di produrre vetture a trazione integrale. Sulla FFZERO1 troviamo proprio la
configurazione con quattro unità propulsive, che consentono all’auto di raggiungere una potenza di 1000 cavalli. Ottime
anche le performance generali, con un
0-100 Km/h in meno di 3 secondi ed una
velocità massima superiore ai 320 km/h.
di Vittorio Romano BARASSI
Infine Faraday Future ha annunciato che
la FFZERO1 ospiterà a bordo un sistema di guida autonoma, ancora non ben
definito, accompagnato da interfacce di
controllo di ultima generazione, con un
sofisticato head-up display.
FFZERO1 è solo un concept sviluppato
per mostrare il know-how di questa giovane azienda. Alcune delle soluzioni tecniche di questa super sportiva verranno
impiegate su sette nuovi modelli di serie
che verranno annunciati già a partire dal
2017. Il primo probabilmente sarà un SUV
e verrà assemblato nel nuovo impianto
produttivo in Nevada, frutto di un investimento da un miliardo di dollari e che darà
lavoro a circa circa 4.500 persone.
AUTOMOTIVE Anche FCA svela l’arrivo di CarPlay e Android Auto su molti suoi veicoli
FIAT come Ford: CarPlay e Android Auto dal 2016
I sistemi Apple e Android saranno integrati nell’interfaccia Uconnect di nuova generazione
di Vittorio Romano BARASSI
A

nche il gruppo FCA (FIAT-Chrysler)
ha deciso che è giunta l’ora di sviluppare di più i sistemi di infotainment. Dopo Ford, dunque, ecco arrivare
da Las Vegas un annuncio “italiano”
che in pochi si aspettavano: CarPlay e
Android Auto saliranno a bordo - seppur
come optional - della maggioranza dei
veicoli prodotti dal colosso dell’auto.
torna al sommario
Ford è pronta
CarPlay
e Android Auto
su tutti i modelli
a partire dal 2017
FCA non ha rilasciato molti dettagli in
merito ma quel che è certo è che i sistemi Apple e Google, rispettivamente
studiati per dispositivi iOS e Android,
faranno parte del sistema di infotainment UConnect di quarta generazione,
che sarà abbinato da un display touchscreen da 8,4 pollici di diagonale.
Al CES 2016 FCA ha portato anche un
prototipo di Dodge Charger Pursuit
equipaggiato con un’anteprima di quelli
che saranno i sistemi multimediali che
il gruppo sta sviluppando. Schermo
più grande (12.1 pollici) e tante funzioni
“smart” e “social” integrate.
Era nell’aria ed ecco che, approfittando del CES 2016, Ford ha
ufficialmente annunciato di voler integrare i sistemi CarPlay e
Android Auto su tutti i propri veicoli già a partire dall’anno prossimo (2017). La prima autovettura
a beneficiare di tutto ciò sarà la
nuova Escape ma già entro la fine
dell’anno tutte le macchine equipaggiate con SYNC 3 potranno
beneficiare, tramite un aggiornamento software, di questa integrazione. Grazie poi al concomitante
arrivo del nuovo SYNC Connect,
tutti i proprietari di un’automobile
equipaggiata con questo sistema
potranno controllare da remoto
molte funzionalità della propria
macchina. L’integrazione di un modulo 4G LTE a bordo delle nuove
Ford permetterà poi ai possessori
di avviare l’auto con lo smartphone, controllare la chiusura delle
portiere o il livello del carburante
e pure ritrovare facilmente il veicolo nel bel mezzo di un grosso
parcheggio. L’obiettivo di Ford è
quello di raggiungere il risultato di
ben 43 milioni di veicoli al mondo
con SYNC a bordo entro il 2020,
target non troppo lontano considerando che oggi sono in circolazione circa 15 milioni di auto con
tale sistema.
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13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
GADGET Basta tenere lo smartphone in tasca e ti segue e ti riprende senza impartire alcun comando
In prova Hexo+, il drone che ti vola attorno
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Qualcomm mostra
le potenzialità
della sua piattaforma
Snapdragon Flight
S
i alza in volo, ti guarda e inizia a riprenderti seguendoti come un fidato cameraman: Hexo+ è il frutto del
lavoro di un gruppo di ragazzi francesi,
appassionati di sport estremi che, dopo
aver trovato noiosi e ripetitivi i video fatti
con una action camera, ha deciso di alzare il livello della sfida.
I droni rappresentano una delle nuove
frontiere della tecnologia, sia in ambito
professionale che consumer: Hexo+ si
pone esattamente a metà strada, 1200
euro di listino che non sono proprio pochi ma non sono neppure troppi se paragonati ad altri droni consumer che vanno
guidati “a mano”. Hexo+ è diverso perché, oltre al controllo classico, dispone
di una serie di modalità di volo studiate e
create per riprendere in diversi modi chi
lo sta controllando, una sorta di operatore video personale fedele e preciso per
inquadrature aeree mozzafiato.
La videocamera suggerita, non inclusa, è
una GoPro montata su un gimbal attivo
stabilizzato con giroscopio, si possono
utilizzare indifferentemente le Hero 3
e le Hero 4. Hexo+ ha sei rotori e una
batteria intercambiabile che assicura 13
minuti di autonomia, oltre ad un peso
che non è affatto indifferente per un prodotto simile, ben 1.5 Kg; le eliche sono
di Giulio MINOTTI
fisse, mentre le due staffe di supporto
possono essere levate per il trasporto. Il
principio di funzionamento è abbastanza
semplice e si basa sul Bluetooth 4.0: lo
smartphone invia al drone una serie di
segnali che indicano anche la posizione
di chi lo controlla, e il drone, sapendo a
che altezza si trova, imposta l’angolo di
ripresa iniziale e si prepara a seguire il
suo “tracker”, ovvero lo smartphone.
Analizzando l’intensità del segnale
Bluetooth e la direzione, cose queste
possibili grazie al funzionamento come
emettitori beacon, Hexo+ è in grado di
seguire senza alcun ritardo, lo smartphone che lo sta controllando. Abbiamo avuto modo di provare la versione in vendita
da qualche settimana, con un firmware
modificato a bordo che permette una se-
video
lab
CES 2016 - La prova di Hexo+
il drone che ti segue e ti inquadra
rie situazioni preimpostate come il “selfie” e il panning continuo: Hero+ funziona davvero bene, è veloce e stabile, ma
quello che più impressiona è l’incredibile
lavoro fatto dallo stabilizzatore della videocamera che riesce a mantenere una
inquadratura ferma anche con forti oscillazioni e scarti repentini. Bel lavoro.
GADGET Il drone della casa francese ha una struttura tuttala e monta una camera da 14 Mpixel
Parrot Disco è il drone che sembra un aereo stealth
Il sistema di volo in gran parte automatizzato lo rende facile e adatto anche ai meno esperti
di Dario RONZONI
arrot Disco è un drone che fin dalla prima occhiata dimostra di voler
rompere con la tradizione: abbandonata la classica architettura elicotteristica, il Disco sembra a tutti gli effetti un
aereo stealth. La forma inconsueta (ma
non inedita, basti pensare agli L-A Series
di Lehmann Aviation), è solo la punta di
un iceberg di innovazioni che vanno a
interessare tutta l’esperienza di volo,
semplificata e resa accessibile anche ai
meno esperti. Per far volare il Disco basterà lanciarlo in aria e aspettare l’inserimento del pilota automatico, coadiuvato
da una nutrita serie di sensori (accelerometro, giroscopio, barometro, tubo di

P
torna al sommario
Qualcomm
prepara
un esercito
di droni super
Pitot, GPS). A questo punto il drone comincerà a prendere quota e a volteggiare in completa autonomia finché l’utente
non deciderà di mettersi ai comandi. Il
pilota automatico interverrà anche per
correggere manovre errate e in fase di
atterraggio. Il Disco è dotato di una fotocamera frontale da 14 Megapixel con
stabilizzatore a tre assi, la stessa montata sul compagno di scuderia Bebop.
La velocità massima dichiarata è di 80
Km/h e il peso è di 700 grammi. Nessuna comunicazione ufficiale sul prezzo e
sulla data di commercializzazione, che
sarà con ogni probabilità svelata nei
prossimi mesi.
Qualcomm Snapdragon Flight è
una piattaforma progettata per l’industria dei robot e dei droni smart.
Si presenta come una piccola
scheda da 6x4 cm basata su SoC
Snapdragon 801 fino a 2.26 GHz,
affiancato da una GPU Adreno 330.
All’interno della troviamo anche la
nuova architettura Hexagon DSP,
dedicata alle funzionalità video.
Grazie a questi processori, i droni
equipaggiati con la nuova piattaforma Qualcomm sono in grado di
riprendere video in 4K e di affrontare lunghe sessioni di volo autonomo. Nella Snapdragon Flight sono,
inoltre, stati inseriti un modulo Wi-Fi
dual-band 2x2 802.11n, Bluetooth
4.0, GPS, barometro, porte per altri
sensori ed il sistema di ricarica rapida Qualcomm Quick Charge. Al
CES 2016, Qualcomm, in collaborazione con Zerotech, ha mostrato
le potenzialità della sua piattaforma
presentando il nuovo drone YING.
Zerotech, azienda leader nella produzione di APR di tipo professionale, ha realizzato un nuovo modello
che può essere comandato dallo
smartphone anche attraverso il
pilotaggio FPV (first person view)
a 720p, con la possibilità di riprendere video e scattare foto a 1080p,
effettuare uno streaming diretto
verso i social network QQ e Wexin
e dotato di un sistema meccanico
di stabilizzazione. Questo drone,
dalle dimensioni compatte, è basato sulla SMART Turnkey Solution di
ZEROTECH che include numerose
funzionalità, dai video scalati in 4K
ad avanzate tecnologie Follow me.
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GADGET Al CES di Las Vegas ci sono i Solos, gli occhiali smart pensati per il mondo del ciclismo
Ecco gli occhiali smart per ciclisti hi-tech
Aiutano gli atleti a misurare le proprie prestazioni in modo semplice e senza distrazioni
di Gaetano MERO
I
l CES 2016 è anche un momento importante per osservare l’innovazione
portata da aziende piccole, snelle ma
forse anche più innovative. È il caso di
Solos, nome che identifica sia l’azienda sia gli occhiali intelligenti dedicati al
mondo del ciclismo, presentato per la
prima volta all’Interbike di Las Vegas e
ora riproposto in versione definitiva al
CES. Gli smart glasses in questione, molto hi tech sia nelle forme che nei contenuti, aiuteranno i ciclisti a monitorare in
tempo reale le proprie prestazioni senza
distogliere lo sguardo dalla strada grazie
ad un display virtuale integrato da 5 pollici, leggibile anche alla luce diretta del
sole, che mostrerà informazioni proiettate come distanza, velocità media e durata in base alle esigenze dell’atleta. Attraverso l’applicazione disponibile per iOS
ed Android, che prende lo stesso nome
degli occhiali, sarà possibile collegare lo
smartphone ai Solos via Bluetooth, impostare i parametri da rilevare durante la
corsa e collegare
in aggiunta altri
fitness tracker
con tecnologia
ANT+ per visualizzare ulteriori
informazioni, ad
esempio la frequenza cardiaca. na volta saliti
in bici il display
può essere controllato tramite comandi
vocali grazie al doppio microfono integrato, senza dover togliere le mani dal
manubrio, un grosso vantaggio per tutti
i professionisti che non perderanno in
questo modo secondi preziosi. I due
speaker integrati nella montatura avvisano periodicamente circa le prestazioni
durante la corsa e al superamento di un
traguardo precedentemente impostato,
inoltre, sul dispositivo ottico si potranno
visualizzare ID chiamante e notifiche
dello smartphone, qualora se ne senta
la necessità. I Solos montano una batteria che garantisce sei ore di autonomia,
Tra i tantissimi
gadget del CES 2016
spunta una sveglia
a cartucce profumate
Nessun suono, solo
un piacevole aroma
che si diffonde nell’aria
di Vittorio Romano BARASSI
hanno una forma aerodinamica e sono
costruiti in policarbonato. Le lenti sono
intercambiabili, proteggono gli occhi dai
raggi UVA ed UVB ed assicurano un minor affaticamento della vista durante le
sessioni di allenamento più lunghe. Saranno disponibili dalla prossima primavera ed avranno un prezzo che si aggira
intorno ai 500 euro.
GADGET Withings aggiunge alla sua gamma di prodotti un termometro a infrarossi connesso
Anche la febbre diventa smart, ci pensa Withings
Il termometro effettua 4000 rilevazioni in 2 secondi è Wi-Fi, e si controlla con un’app
C
di Franco AQUINI

he fosse l’anno dell’e-health non
c’era alcun dubbio e Withings non
poteva non allargare la sua famiglia di prodotti. Tra baby-monitor, bilance,
activity-tracker e misuratori di pressione,
ora arriva anche il termometro connesso
in Wi-Fi. Non sarebbe un’innovazione se
non avesse un importante plus tecnologico: Withings Thermo è un termometro
a infrarossi capace, attraverso i 16 sensori di temperatura, di 4.000 rilevazioni
in soli 2 secondi, mentre un algoritmo si
occupa di corregge automaticamente i
possibili errori di rilevazione come la perdita di calore della pelle o la temperatura
dell’ambiente.
Il vantaggio si ha in tutti quei casi in cui
bisogna misurare la temperatura a un
neonato o in un paziente che - per diversi motivi - non è facile tener fermo.
Con Thermo bisogna semplicemente
appoggiare il sensore su un lato della
testa e premere un tasto. La temperatu-
torna al sommario
ra, mostrata direttamente sul termometro, viene sincronizzata tramite Wi-Fi o
Bluetooth con l’app dedicata per iOS e
Android. In questo modo si potrà tener
traccia dell’andamento della temperatura e condividere il diario con il proprio
medico. Withings Thermo sarà disponibile nel primo trimestre del 2016 al prezzo
di 99.95 dollari.
Sensorwake
ti sveglia
con il profumo
del croissant
Sensorwake è la sveglia fatta su
misura per tutti coloro che odiano
alzarsi la mattina (quindi il 90% degli esseri umani) con una fastidiosa
suoneria. Sensorwake è essenzialmente un piccolo cubo nel quale
è installato un display che mostra
l’ora attuale, quella della sveglia
e poco altro; in più presenta una
piccola feritoia nella porzione superiore adibita all’inserimento di alcune speciali cartucce contenenti
aromi che andranno a sprigionarsi
nell’ambiente una volta giunta l’ora
di svegliarsi. L’ideatore, il teenager
francese Guillaume Rolland, assicura un tasso di successo della
sveglia pari al 99%; l’olfatto umano
non è di certo sviluppato come
quello di altri animali, ma alcune afferenze nervose ancestrali
concorrono a mettere in allarme
l’organismo non appena si odora
qualcosa di insolito. Il progetto ha
raccolto oltre 200.000 dollari tramite Kickstarter e ora è parte del
programma Google Success Engine; sei sono le cartucce attualmente previste al lancio (Ocean, Lush
Jungle, Croissant, Coffee, Chocolate e Peppermint) ma la collaborazione con la svizzera Givaudan
garantirà nuove fragranze in futuro. Sensorwake arriverà a maggio
e costerà 109 dollari americani; se
volete effettuare il preordini, però,
il prezzo è fissato in 89 dollari.
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GADGET La cura della persona, del suo benessere e dei suoi svaghi è il tema più caldo della zona “Internet of Things” al CES 2016
CES 2016, tutte le novità smart per vivere meglio
Dal cuscino anti-russamento al cucchiaio stabilizzato: ecco una rassegna di tutti i prodotti che chi hanno colpito e perché
di Gianfranco GIARDINA
e tecnologia ci migliora davvero la vita? A volte
sì, ci aiuta molto. A volte, però, la sensazione è
che ci trascini nel suo gorgo di connessioni, aggiornamenti, compatibilità e bachi. Per capire dove sta
andando il mondo degli oggetti connessi e intelligenti
a supporto delle persone, abbiamo percorso chilometri
e chilometri perlustrando migliaia di stand al CES di Las
Vegas alla ricerca delle cose più curiose o anche più
innovative. Ecco cosa abbiamo trovato e selezionato
per voi: buona lettura e (in alcuni casi) anche buon divertimento...
L
Queste scarpe in discoteca spaccano!
In un angolino di stand, un giovanissimo giapponese
mostra Orphe, la sua invenzione: si tratta di un paio di
scarpe dalla suola traslucida ripiene di led colorati che
continuano a cambiare tinta. I colori sono “programmabili” e per queste scarpe è anche disponibile una serie
di API che permettono agli sviluppatori di pensare a
tutte le applicazioni possibili. Per esempio, sarebbe
possibile far accendere le scarpe in caso di chiamata
o di messaggio in ingresso, magari anche con colori
diversi a seconda del chiamante.
il dormiente inizia a russare: a quel punto via con una
leggera virbratina, quanto basta per spingere il “russatore” a cambiare posizione e interrompere la fastidiosa
pratica. Se e quando arriverà sul mercato italiano, si
prevede diventi uno dei regali di Natale più gettonati
dalle mogli ai mariti ignari disturbatori notturni...
tiene la bevanda alla temperatura richiesta dall’utente
per una bevuta al massimo del comfort e del gusto.
Con il dispenser connesso le pastiglie
non si scordano più. Neppure la nonna
Sembra un normale porta pillole, ma Liif della società
Tricella (l’assonanza italiana non inganni, l’inventore è
un taiwanese trasferitosi negli States) è molto di più.
I sette cassettini con le pastiglie corrispondono a un
giorno della settimana e sono dotati di un sensore di
apertura e chiusura che da riscontro sullo smartphone
del fatto che la pastiglia sia stata presa o meno.
Per cambiare la temperatura basta girare il fondo del
thermos. Per ricaricarlo, basta appoggiarlo sulla base
a induzione. Ideale per i pic nic in aperta campagna
(dove un bar con l’espresso è una chimera).
Lavoro sì, ma senza dimenticare
la forma fisica
Nella demo a cui abbiamo assistito, le scarpe sono comandate da un file MIDI, un formato di certo datato,
ma ancora utilizzatissimo nel mondo della produzione
musicale. E, nell’idea del suo creatore, l’applicazione
ideale delle scarpe Orphe è proprio quella di accompagnare artisti e performer nelle loro esibizioni, a tempo
di musica.
In questo filmato si capisce meglio l’effetto di queste
scarpe illumino-sonore.
Per i mariti russatori il cuscino smart
Meglio che una gomitata della moglie

Idea da “lo voglio subito”: Breez Tech, una società
specializzata in produzione di cuscini, ne ha realizzato
un modello smart, visibile nella foto in apertura. Innanzitutto si tratta di un cuscino connesso via Bluetooth:
se si vuole si può mandare in streaming qualche dolce
musichetta (grazie agli speaker inseriti nel cuscino) prima di dormire. Ma soprattutto, il cuscino contiene anche un rilevatore di rumore, capace di capire quando
torna al sommario
OK, facciamo pubblica ammenda: stiamo sconfinando
pericolosamente nelle “americanate”. Ma non riuscivamo a tenerci per noi la nuova tendenza del CES 2016:
fare esercizio fisico in ufficio, mentre si lavora. Tante le
proposte in questo senso, come il tavolo per piccole
riunioni al quale si pedala.
Liif, che si collega allo smartphone via Bluetooth, può
essere utilizzato si per le proprie pillole, sia per quelle di una persona terza, per esempio un anziano. Nel
caso in cui il paziente “remoto” - come per esempio
nel caso di una nonna - si dimentichi di prendere la pasiglia, la app di Liif riceve le notifiche del fatto che apparentemente è stata saltata una terapia. A quel punto
l’utente può decidere i mandare un messaggio vocale
o addirittura video al proprio “assistito”, ricordano la dimenticanza e rimediando per tempo
Anche il thermos diventa attivo e smart
Amber, questo thermos, è speciale perché non solo
trattiene il calore evitando che si disperda, ma perché
segue a pagina 51 
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GADGET
Tutte le novità smart per vivere meglio:
segue Da pagina 50 
Oppure la scrivania che si alza elettricamente e sotto
un tapis roulant per smaltire mentre si lavora.
Oppure le (orrende) cyclette con appoggio per il notebook. Non ci sono più scuse per la pancetta.
L’alito ora te lo giudica Breathometer
Preoccupati per i rischi di alito cattivo? Beh, prima di
uscire di casa un bel colpetto di Breathometer Mint per
conoscere tutto sul proprio fiato, componente chimica per componente chimica, determinando anche le
eventuali cause di un’alitosi e impostando una valida
correzione.
Un giocattolino niente male che è stato notato (e ingaggiato) anche da Philips, che l’ha inserito nella sua
linea di cura dei denti. In questo video una spiegazione
del funzionamento.
Una macchinetta ti dice se stai
davvero consumando i grassi
Il cucchiaino e la forchetta
per le persone a cui trema la mano
Per le persone affette da tremore alla mano e all’arto,
anche andare a mangiare al ristorante può diventare
un problema: il cibo cade dalla forchetta o dal cucchiaio. Per risolvere il problema ci ha pensato Gyenno,
cucchiaio servocomandato, una specie di “steadycam”
delle posate, proveniente - ironia della sorte - proprio
dal Giappone, che va ancora a bacchette...
In tanti fanno attività fisica per smaltire la “pancetta” .
Ma non tutti sanno che solo certi tipi di attività fanno
veramente bruciare i grassi; per non parlare delle diete imperfette. Per sapere per certo se la ginnastica o
la dieta che si sta facendo avrà veramente un influsso
positivo sulla prova costume, basta fare un veloce test
con Levl, un apparecchio analizzatore che calcola la
quantità di acetone nel fiato. Infatti, se nel fisico si innesta il meccanismo di consumo dei grassi, si innalzano
immediatamente i livelli di acetone, che si rispecchiano
anche nel respiro. Basta quindi respirare in una delle
provette e reinserirla: Lelv poco dopo dà il suo responso. Da 1 a 3 così così, da 4 in su si sta consumando una
buona quantità di grassi.
punti particolari per ottenere un report bello dettagliato
sullo stato di salute e preparazione atletica del muscolo, con tanto di storico memorizzato su smartphone per
poter analizzare se si progredisce e con che velocità.
Il Chisel è in grado di misurare lo stato di 24 muscoli
principali e ovviamente può anche valutare la composizione del corpo tra massa magra e massa grassa. Per
farlo si bagna leggermente la cute e si applica lo scatolino nel punto che la app indica. Dopo pochi istanti il
responso arriva sullo schermo dello smartphone.
Addirittura, lo stato di forma, muscolo per muscolo,
viene mappato cromaticamente sul corpo umano riprodotto sullo schermo dello smartphone e questo dà
indicazioni su quale allenamento è consigliabile fare
per essere più equilibrati.
La maglia della salute 2.0 è realtà
Quando si parla di wearable, niente è più indossabile
di una pratica maglia percorsa da sensori flessibili, per
nulla invasivi e, addirittura, lavabili. Tutto questo è eskin, un wearable device progettato da Xenoma, startup collegata all’Università di Tokyo.
In sostanza, una maglia-activity tracker in grado di misurare i nostri movimenti, la respirazione, la temperatura corporea e altre funzioni vitali. Perfetta per tenere
traccia dei propri movimenti ma anche per intercettare
e correggere eventuali errori ricorrenti di postura.
I capelli cadono? Ci pensa il casco LED!
Cari muscoli, come state?
Ve lo dice Skulpt Chisel

Il cucchiaio risponde velocemente a ogni vibrazione
con un movimento uguale e contrario, stabilizzando la
parte con gli alimenti. Come si vede nel video disponibile a questo link. Innovazione intelligente.
torna al sommario
Si sa, nella motivazione nell’allenarsi, la cosa che conta
di più è la percezione dei progressi. In aiuto ci viene
oggi una scatoletta grande quanto un pacchetto di sigarette: si chiama Skulpt Chisel e di fatto è un misuratore di impedenza smart. Basta applicarlo sulla cute in
Addio a provette miracolose e trapianti: la calvizie oggi
si combatte con la light therapy! Il bizzarro iGrow, prodotto dall’americana Apira Science, è un casco che si
era già visto ma che continua a stupire e lasciare perpelssi a un tempo. L’apparecchio combina laser e LED
per stimolare i follicoli piliferi del cuoio capelluto e rigenerare i capelli danneggiati.
segue a pagina 52 
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Tutte le novità smart per vivere meglio:
segue Da pagina 51 
I lucchetti e le valige smart si aprono
con l’app e le impronte digitali
Siete sbadati e perdete regolarmente le chiavi dei vostri lucchetti? Niente paura, per voi c’è eGeeTouch, il
lucchetto che sfrutta la tecnologia NFC e una specifica
app installata sullo smartphone del proprietario.
l’utente sia un po’ smemorato.
Allo stesso modo il sensore può essere per esempio
applicato a una bottiglia di acqua: in questo modo, se
per troppo tempo non si beve, Mother ricorda all’utente di farlo.
I produttori parlano di inconfutabili prove scientifiche a
sostegno del loro prodotto. Ci fidiamo?
L’occhiale per la realtà aumentata
parla giapponese
Si chiama Walker l’ultimo prodotto di Telepathy Japan,
uno smart glass pensato per la realtà aumentata e il
gaming mobile. Essenziale e leggero, il Walker sarà il
primo occhiale intelligente in grado di connettersi alle
reti mobile senza SIM.
I produttori hanno anche messo a punto una serratura
per valigie che si apre leggendo le impronte digitali.
Sembra un chiosco per le fototessera
ma fotografa la tua salute
Uno stand molto particolare quello in cui ci siamo imbattuti: è quello di Muse, un sistema di supporto alla
meditazione. Nientemeno.
Proposta strana questo chioschetto molto “giapponese” che si autodefinisce “the intelligent health station”.
Non è un vespasiano tecnologico né un sistema fotografico, bensì una specie di ambulatorio di analisi self
service.
La commercializzazione è prevista al momento solo
per Giappone, Stati Uniti e Canada.
Gioielli intelligenti per notifiche discrete
Frutto della partnership tra l’indiana PC Jeweller e la
californiana Martian Watches, già artefice di validi smartwatch analogici, i gioielli smart della serie Kindred vip
incorporano una tecnologia in grado di trasmettere via
Bluetooth notifiche discrete tramite led o vibrazione.
Ascoltare la musica del proprio cervello
aiuta a rilassarsi. Almeno così pare...
Il paziente di passaggio si ferma sul seggiolino, proprio come se dovesse scattare una fototessera. Ma
di fronte si trova tutto un armamentario che lo guida
attraverso la misurazione di una serie di parametri, tra
i quali, peso, altezza, pressione arteriosa, temperatura,
ossigenazione del sangue, elettrocardiogramma e così
via, fino al rilevamento delle impronte digitali.
In pratica, secondo i progettisti, basta indossare una
specie di cuffia, che però non si appoggia alle orecchie
ma all’osso posto sopra di esse, un po’ arretrato. Per
rilassarsi basta mettere della musica adeguata con un
paio di auricolari o cuffie tradizionali e l’archetto Muse:
questo recupera i segnali elettrici dal cervello e li trasforma in una specie di musica che si somma a quella
che si sente in cuffia. Questa “presa di coscienza” dovrebbe aiutare molto a rilassarsi. Sarà vero? Noi non
garantiamo: non l’abbiamo provato
Per sapere cosa si mangia
ecco “l’esaminatore elettronico”
Meno male che c’è la “mamma”
che ti ricorda cosa devi ancora fare

Un modo non invasivo per ricordare alla utente un impegno o una scadenza.
torna al sommario
Si chiama Mother e prende il suo “padrone” sotto la
sua ala protettiva: il sistema di compone di un’unità
centrale, vagamente a forma di Barbapapà, e quattro
sensori da applicare ad oggetti di uso comune.
I sensori sono in grado di percepire il movimento e
analizzarne il tipo: così, per esempio, applicando un
sensore a una scatola di medicinali, la stazione centrale di Mother (e attraverso quella anche lo smartphone
dell’utente) potrà sapere se la medicina è stata presa
o no, ed eventualmente farne memoria nel caso in cui
Il difetto delle app che permettono di tenere traccia di
ciò che si mangia è che non si riesce a collegare diretsegue a pagina 53 
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GADGET
Tutte le novità smart per vivere meglio:
segue Da pagina 52 
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In questo caso il barman e una precisa macchina che
sa quanto versare, quando miscelare e quanto ghiaccio mettere.
tamente il corpo umano in Bluetooth per poter comunicare automaticamente cosa si è ingerito; l’alternativa
- credibile - è questo analizzatore di cibo portatile.
Basta avvicinarlo per qualche secondo all’alimento per
conoscerne la composizione e gli elementi più importanti. Lo strumento diventa utile anche in tutti i casi
di allergia o intolleranza alimentare. Attenzione però,
funziona solo su alimenti “omogenei”: le polpette - per
esempio - non sono “compatibili”
Un braccialetto tutto pulsanti
Per attivare un mondo di cose
A questo punto dello sviluppo dell’ecosistema di Internet of Things, il problema non è avere apparecchi
intelligenti, ma è poterli attivare anche a distanza con
un sistema più veloce e naturale che aprire una app
sullo smartphone. La soluzione viene da un braccialetto modulare, a segmenti. Ogni segmento in realtà è un
pulsante che può attivare un sacco di cose; cose anche
diverse a seconda non solo del tasto (e questo è ovvio)
ma anche del fatto che si faccia uno singolo clic o un
doppio o addirittura triplo clic.
Correre di sera “in sicurezza”
Ci sono i vestiti luminosi
Chi ha provato a fare jogging in una buia sera invernale, magari anche un po’ nebbiosa, ha vissuto sulla
sua pelle quanto possa essere una pratica pericolosa,
soprattutto nei passaggi a bordo strada: nella penombra una macchina potrebbe non vedere il malcapitato
runner e fagli fare la fine del pulcino Pio.
Videocamere arrotolabili e flessibili
Ideali per tenere d’occhio i bambini
Non a caso la forma finale di questo Pio è un occhio:
infatti ci vede e riprende, proprio attraverso l’ottica posta nella pulilla.
I segmenti si illuminano ognuno di un colore diverso
quando li si tocca: la chiave colore serve per capire a
quale funzione corrisponde il pulsante.
La funzione viene stabilita nella app su smartphone e
può andare dall’accensione e spegnimento delle luci,
dall’attivazione della musica fino all’invio di una notifica
o di un email standard.
Ma ora - grazie alla versatilità e al bassissimo consumo
dei LED - una tale Lumenus ha realizzato una serie di
vestiti e accessori “luminosi”, che permettono di farsi
notare anche nelle notti più buie, come questa maglietta da runner. Luci anche dietro, sulle spalle e sul fondo
schiena. Tamponamenti evitati.
Come avere uno smartphone per riprendere senza l’ingombro dello smatrtphone stesso. Aiuta poi la struttura
flessibile e ridiga, che consente di arrolare la videocamera dove si desidera. Si attiva tramite smartphone.
Con le cuffie da spalla ascolti musica
senza “isolarti” dal mondo
Effettivamente sembra funzionare: questa cuffia bluetooth non va messa sulle orecchie ma tenuta al collo, come fosse una piccola sciarpa. La musica arriva
in streaming dal telefono e viene amplificata nelle
cuffie: l’utente la sente forte e chiara (anche se non
certo incisiva sui bassi). Chi sta a distanze superiori ai
70 centimetri non sente assolutamente nulla e quindi
non dà noia. Allo stesso modo, se qualcuno parla all’interlocutore, il dialogo percepito al volo. Addio isolamento da cuffia.
Le borracce smart ti dicono
se ti idrati abbastanza
Qui siamo in un territorio veramente di confine tra la
tecnologia e la stupidità e non riusciamo a capire neppure noi se valga la pena di parlare di “apparecchi” di
questo tipo. Ci ha convinto a farlo la constatazione che
ci sono decine di aziende che li propongono.
Stiamo parlando delle borracce smart, contenitori che
sanno quanto contengono e quindi quanto beve il
loro “padrone”.
Anche i pantaloni lunghi da corsa (beh, avevamo detto
che era inverno) hanno le ginocchia luminose.
E per quelli che vanno a passeggio, c’è anche uno zainetto con gli spallacci tempestati di LED.
Ordini un cocktail sullo smartphone
e il barman “in scatola” le lo fa subito!

Tante ricette, alcuni ingredienti e un sistema di dosaggio automatico: ecco come si fanno i cocktail perfetti.
torna al sommario
Così, anche in considerazione dell’attività fisica in corso (e per questo ci sono tutti i tracker di questo mondo) le borracce invitano a idratarsi ulteriormente.
I T S TA R T S W I T H
NUOVO TV 4K ULED
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ASSOLUTA PROFONDITÀ E MASSIMA BRILLANTEZZA
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Tecnologia ULED con controllo dinamico della retroilluminazione. Neri profondi,
ampliata gamma di colori e massima fluidità delle immagini in movimento.
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13 GENNAIO 2016
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GADGET A Las Vegas impazzano gli smart device anche per cani e gatti che sono pronti per entrare nell’era dell’interconnessione
CES 2016, tutte le novità per gli animali domestici
Mai più da soli a casa, o pigri e annoiati, ora possono giocare e comunicare con i padroni a distanza. Ecco come...
di Gianfranco GIARDINA
l CES 2016 di Las Vegas a farla da padrone sono
gli oggetti intelligenti e interconnessi, un po’ in
tutti gli ambiti. Anche cani e gatti hanno i loro
gadget connessi, anzi quello degli animali domestici
si è rivelato uno degli ambiti che più stimolano la fantasia dei progettisti. Ecco in questa veloce rassegna le
innovazioni che più ci hanno colpito su questo fronte.
quando lo desidera può entrare nel vano, fare i suoi
bisognini e uscirne: la macchina a quel punto inizia
un processo meccanico di separazione tra la sabbia
ancora asciutta e quella bagnata, insieme ad eventuali escrementi solidi della durata di circa 3 minuti. I
rifiuti finiscono automaticamente in un sacchetto nel
cassetto sottostante. Consigliato - ci dice l’inventore
- soprattutto per chi ha molti gatti.
A
Dare un colpo di telefono al gatto
o farsi chiamare dal cane
Fare una telefonata con il proprio animale o addirittura riceverla potrà diventare una realtà: a pensarci
un’azienda americana che ha realizzato PetChatz, una
stazione di comunicazione da fissare al muro ad altezza muso, dotata di schermo, altoparlante, microfono
e ovviamente videocamera. Questo apparecchio, che
si collega in Wi-Fi, permette, tramite la propria app, di
mettersi in comunicazione con un cane o con un gatto,
interagendo con essi in una video-chiamata. Ma non
solo: si possono anche mandare dei messaggi oppure preregistrarli in modo da non far sentire troppo da
soli gli animali costretti in casa per lunghi periodi.
Ma soprattutto è possibile farsi chiamare dal proprio
animale: in dotazione c’è infatti PawCall, un “pulsantone” a prova di zampa con cui un cane o un gatto in
preda alla nostalgia può chiamare il proprio padrone,
il quale riceve una notifica e può iniziare una videocomunicazione anche subito.
una specie di console videogame. In pratica il cane ha
a disposizione un pad a tre pulsanti luminosi posizionato ai piedi di una ciotola, con i quali può impegnarsi
in alcuni giochi. Dalla versione canina del Simon, in
cui il cane deve ripetere con le zampe la sequenza di
accensione delle luci, alla più semplice “zampata” al
volo sulla luce che si accende fino all’apprendimento di alcune parole, come destra e sinistra. A gioco
completato correttamente, il cane riceve una ricompensa nella sua ciotola. Il padrone può programmare
dal proprio smartphone le ore di gioco, anche in sua
assenza, e verificare i progressi che il cane fa. Come
dice lo slogan di CleverPet, un cane con un lavoretto
da fare è un cane felice…
Lettiera autopulente per gatti
Mini lunapark per gatti
La webcam con la lucetta da inseguire
Si chiama Petcube, nasce come webcam per interagire a distanza con i propri animali ma finisce per diventare anche un vero e proprio “videogame” per gatti:
dal cubetto, in seguito alla programmazione fatta o
ai comandi impartiti dal vivo via smartphone, viene
Console videogame CleverPet
La lettiera del gatto automatica
è sempre pulita
Certo si tratta di un apparecchio decisamente ingombrante. Ma a giudicare dalle tantissime domande
dei visitatori americani allo stand che lo presentava,
questa lettiera autopulente per gatti deve essere veramente qualcosa di interessante. In pratica il gatto
proiettato sul pavimento un puntino rosso che alterna
brevi momenti di sosta con ripetuti movimenti. Nessun gatto può resistere a un richiamo talmente forte
e cercherà sempre - invano - di catturare la lucetta. Il
padrone può seguire la scena tramite la webcam integrata e complimentarsi con il proprio animaletto.
Stazione di comunicazione PetChatz
Splendido, a patto di non avere un animaletto un po’
ansioso che possa abusare del suo nuovo sistema di
telecomunicazione…
Una console videogame per i cani

Chi ha detto che i cani in casa tutto il giorno debbano
annoiarsi? Ora c’è uno svago, anche istruttivo, per i
nostri amici a quattro zampe: si chiama CleverPet ed è
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Webcam Petcube
segue a pagina 56 
n.124 / 16
13 GENNAIO 2016
MAGAZINE
GADGET Code-a-Pillar è un giocattolo hi-tech che fa parte della serie Think & Learn pensata per bambini in età prescolare
Il bruco di Fisher Price insegna ai bambini a programmare
Un bruco-robot che ha l’obiettivo di insegnare ai bambini i fondamenti della programmazione in modo divertente
di Pierfrancesco PETRUZZELLI
A
l CES non vengono presentati
solo dispositivi per adulti, ma anche qualche interessante chicca
tecnologica per i più piccoli, qualche
giocattolo per bambini che unisce il
fattore educativo alla marcata vocazione hi-tech. È questo il caso di Fisher
Price, che ha
mostrato
all’evento americano il suo
Code-a-Pillar,
un giocattolo a
forma di bruco
che viene fornito con una testa motorizzata
e otto moduli
separati ognuno dei quali dedicato a una specifica
azione (come andare avanti, girare,
riprodurre un brano musicale ecc). Il
bimbo aggancia i vari moduli uno all’altro realizzando di fatto una catena
di istruzioni che il bruco esegue in
Pillar fa parte della serie di giocattoli
Think & Learn, pensata per sviluppare le capacità di problem solving nei
bambini in età prescolare e sarà disponibile dal prossimo giugno a un prezzo
per il mercato americano di 50 dollari.
Inoltre, verranno venduti separatamente un tris di moduli aggiuntivi per
ampliare le capacità del bruco.
sequenza una volta azionato il tasto
Start. Ad esempio, a seconda della sequenza che andiamo a impostare potremo far suonare una canzone dopo
un certo tragitto, andare dritto o farlo
girare a sinistra e a destra. Code-a-
GADGET
Novità hi-tech per cani e gatti
segue Da pagina 55 
secco) che può erogare agli intervalli impostati da
smartphone o anche “on demand” il pasto al cane
o al gatto. Non solo: la stazione integra anche una
videocamera, un microfono e un altoparlante e permette di vedere a distanza che succede e interagire
vocalmente con il proprio animaletto.
Il lanciapalline automatico
con ricompensa integrata
Una delle passioni dei cani è andare a riprendere le
palline lanciate dai loro padroni e riportarle, ricevendo magari al ritorno una carezza o un piccolo premio
“culinario”. Questo apparecchio ha automatizzato il
gioco: la macchina lancia comuni palline da tennis
(con azionamento manuale o via smartphone); il cane
deve solo essere addestrato a riportarle e lasciarle
nel piatto superiore. A quel punto, se la macchina
è stata impostata in questa maniera, il cane riceve
nel piattino posteriore una piccola ricompensa (una
Localizzatori per cani
Oramai un classico
Al CES 2016 sono stati molti i localizzatori per animali presentati. Fecero capolino sul mercato qualche
anno fa ed erano ingombranti e poco affidabili. Ora
i localizzatori per i cani sono diventati piccoli e ben
mangia e beve; grazie alla connessione Bluetooth,
possono essere interrogate dallo smartphone per
avere alcune statistiche, per verificare se i dettami
della buona alimentazione animale sono rispettati
e per avere delle notifiche su quando è necessario
riempirle di nuovo.
Cibo e telepresenza
In questo caso la ciotola è ancora più intelligente, visto che integra un dispenser per il cibo (ovviamente
crocchetta generalmente), la pallina viene reinghiottita dalla macchina che la lancia di nuovo, e così via.
Cani in forma anche in assenza del padrone, anche
se - ovviamente - è meglio giocare in spazi aperti…
Quando le ciotole sono connesse

Queste ciotole per animali sono “intelligenti” e sono
in condizione di tenere traccia ogni quanto l’animale
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funzionanti: messi al collare del cagnolino di turno
possono essere interrogati da remoto via smartphone, ottenendo un “puntino” sulla mappa con la posizione precisa dell’animale. Si può impostare anche
un’area di controllo: se il cane esce da quest’area il
padrone riceve una notifica sul proprio smartphone.