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n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE SPECIALE CES 2016 56 PAGINE DI NOVITÀ DA LAS VEGAS torna al sommario n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 Non bisogna aver paura di un CES che cambia continuamente Chi come noi ha vissuto sulla propria pelle (e anche sulle proprie occhiaie) una ventina di edizioni del CES di Las Vegas, non può non leggere il costante cambiamento a cui la manifestazione si sottopone e si è sempre sottoposta. Resta uguale solo il nome; o forse neppure quello, visto che quest’anno sparisce il prefisso “International” e non è più concessa la versione per esteso “Consumer Electronics Show”, ma vale solo l’una dizione contratta “CES”. Anche l’associazione che organizza l’evento, la CEA (Consumer Electronics Association) ha cambiato denominazione in CTA (Consumer Technology Association). Come se l’organizzazione stesse prendendo le distanze da un mondo, quello della classica elettronica di consumo, che considera oramai vecchio, o quantomeno parziale. Cosa sta succedendo? Beh, il TV, che di questa fiera è sempre stato il re, diventa sempre meno rilevante; ed onestamente questo accade più per colpa degli espositori che dell’organizzazione. I marchi sono sensibilmente meno e il loro impegno sul fronte del TV è oramai decisamente ridotto, almeno per quanto visto in fiera. Samsung, LG e Sony, i tre nomi più grandi, sono stati accomunati dalla scelta di mostrare un solo modello, il top di gamma; Panasonic è andata addirittura oltre: ha esposto un solo esemplare del nuovo TV. Tutti questi nomi avevano stand più piccoli (alcuni anche sensibilmente) rispetto agli scorsi anni. Di vedere la gamma media non se ne parla: evidentemente – siamo portati a pensare – della gamma media c’è poco da mostrare e poco da vantarsi, tesa com’è ai soli risparmi per agganciare un prezzo sempre più basso. E se la classica elettronica di consumo (l’audio e il video) arretra, avanza tutto il resto. Quel resto fatto da un lato dalle startup dell’Internet degli oggetti, con in mezzo un po’ di società di piccole e medie dimensioni operanti in settori molto promettenti come per esempio l’e-health e i droni, per finire con praticamente tutte le più importanti case automobilistiche e il loro indotto più elettronico. Qualcuno si aspetterà forse da noi una lamentazione nostalgica del CES che fu e che non sarà mai più; di quando sì che gli apparecchi duravano tanto; di quando si scopriva tutto a Las Vegas, senza gli inevitabili leak e le anticipazioni via Internet. E invece no, i cambiamenti non ci spaventano; quando non ci esaltano, per lo meno ci incuriosiscono. Gary Shapiro, il numero uno del CES, potrà essere considerato un lobbista senza scrupoli, ma di certo non è stupido e sa leggere la realtà, se è vero che in questi anni ha fatto prosperare il CES come non mai: in questa edizione siamo arrivati alla cifra record di 230mila metri quadrati di superficie espositiva netta. L’ha fatto cambiando sempre il perimetro della manifestazione, aprendo prima ai PC quando erano considerati roba da Comdex (fiera dell’informatica, che ora ha chiuso e si teneva a novembre sempre a Las Vegas); e aprendo poi ai produttori di automobili, in un’epoca in cui la cosa più elettronica che li riguardava era un’autoradio con CD player. La bravura di Shapiro sta nell’aver convinto i propri associati (cioè tutte le principali aziende di elettronica) che il nuovo non fa paura, almeno nel settore della tecnologia. Sarebbe bene che tutto questo nuovo non facesse paura neppure ai negozianti e agli appassionati di vecchia data. Chi vuole occuparsi, per lavoro o per passione, di tecnologia ed elettronica di consumo, deve essere pronto a cambiare continuamente. Per i più pigri da queste parti non c’è spazio. Gianfranco GIARDINA MAGAZINE Al CES la Francia Ultra HD Blu-ray Audio wireless ci surclassa: dove Addio codice di area senza compromessi sono gli italiani ? 03 Ecco i primi titoli 15 con Klipsch 27 05 Svelata la certificazione Ultra HD Premium UHD Alliance ha annunciato le specifiche della certificazione Ultra HD Premium Inizia ufficialmente l’era del 4K 06 Panasonic DX900 LCD al massimo È il primo TV certificato Ultra HD Premium 16 07 Nuovo LG Signature Tutti i dettagli dei È il TV dei sogni TV Samsung SUHD Un OLED UHD e HDR In arrivo quattro nuove È piatto e spesso 2.57 mm serie, qualità spettacolare 17 Huawei Mate 8 Galaxy TabPro S sfida l’iPhone Plus con Windows 10 Offre potenza, sicurezza e una lunga autonomia 26 Ritorna il mitico Technics SL-1200 11 22 Nikon D5, arriva il nuovo riferimento In anteprima le nostre Samsung lancia il suo primo tablet non Android prime impressioni d’uso 44 50 Chevrolet Bolt, è Tutte le novità smart l’elettrica per tutti? per vivere meglio Arriverà in una versione Prezzo sotto i 30.000 $ limitata e poi “standard” e 320 km di autonomia I prodotti più hi tech per la cura della persona n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MERCATO Stupisce il limitato numero di espositori italiani al CES 2016 di Las Vegas, solo 12 aziende. Dove sono le nostre startup? Ai mondiali della tecnologia la Francia ci bastona In alcuni padiglioni si parla francese: i cugini d’Oltralpe spopolano al CES con la presenza di oltre 200 tra aziende e startup D di Dario RONZONI odici. Per chi conosce le elefantiache dimensioni del CES di Las Vegas, dove si viaggia su ordini di grandezza spesso neppure concepibili per un profano, 12 può apparire un numero irrisorio, pressoché trascurabile. Ebbene, questo è il totale degli espositori italiani come riportati dall’elenco della fiera di tecnologia consumer più importante al mondo. Gli oltre duecento francesi (211 per la precisione, in buona parte startup arrivate sotto il largo e generoso cappello governativo di La French Tech, già artefice del boom transalpino al CES 2015) rendono per contrasto il dato del contingente italiano ancor più triste. Niente di nuovo, dirà il lettore più smaliziato, ben cosciente dell’arretratezza del nostro Paese in molte classifiche di merito. Un tempo polo tecnologico di valore quantomeno continentale, oggi l’Italia vive ai margini del mondo dell’innovazione che conta, e il dato del CES ne è una drammatica enunciazione. Ma tutto il fermento che si è visto negli ultimi anni intorno alle startup tecnologiche dov’è finito? Dell’enfasi del Digital Champion Riccardo Luna e dello stesso presidente del consiglio Renzi al Digital Day di Venaria, a Las Vegas non v’è traccia. Dove sono le nostre startup? Abbiamo pensato di visitare gli impavidi dodici espositori per cercare di coglierne le storie, le esperienze personali e le passioni che nonostante tutto spingono ancora menti brillanti a fare innovazione in Italia. E per individuare insieme a loro le cause di una mancanza così evidente, immaginando al contempo un possibile scenario futuro. Startup italiane: poche e scollegate Il Sands Expo del Venetian è l’area del CES che riunisce, accanto a nomi già affermati, un ricchissimo e variopinto sciame di startup provenienti da tutto il mondo. Le aziende italiane presenti a Las Vegas sono in massima parte microrealtà di questa galassia, ed è al Sands che entriamo in contatto con loro. Brain srl è una piccolissima startup di Rovereto (TN), qui presente con il suo sistema di telemetria per motociclisti, un prodotto pensato nello specifico per il mercato americano. “La nostra azienda è partita anche grazie alle sovvenzioni del BAN Trentino”, ci confida il co-fondatore Simone Grillo. Come dire, se ci sono i soldi le idee possono anche concretizzarsi. La difficoltà di reperire fondi, pubblici o privati, è un mantra costante che cogliamo passando da uno stand all’altro. La pensano così anche i titolari di La Comanda, autori del geniale device Click’N’Pizza, che con un semplice gesto ordina pizze da asporto. Un prodotto perfetto per il mercato a stelle e strisce, e non a caso il team milanese ha già in tasca un accordo con Pizza Hut. “In Italia, se chiedi soldi a un investitore vieni subito guardato male”, sono le parole di Andrea Gaggi, fondatore dell’azienda insieme a Carlo Brianza. La Comanda ha anche sviluppato Trillio, un apparecchio programmabile via smartphone che ricorda ai malati cronici di assumere le necessarie medicine negli orari e nelle dosi indicati. Un prodotto che per ragioni burocratiche ha difficoltà ad essere collocato sul mercato nostrano. Camminando per i piccoli stand dell’Eureka Park, il settore startup del Sands Expo, ci imbattiamo anche in due ragazzi bresciani, Davide Pasini e Simone Comensoli, iscrittisi all’ultimo minuto e per questo inclusi nell’elenco degli espositori solo con il nome dell’azienda Easy-One srl, senza alcuna descrizione del prodotto presentato. Il segreto è presto svelato: Coriandolo, questo il nome del progetto, è una shield board IoT dalle molte applicazioni (controllo dell’aria condizionata e delle luci di casa, gestione delle coltivazioni, dati sui parcheggi disponibili, ecc.). Dalle parole dei due si coglie un aspetto critico che ci consente per una volta di analizzare la situazione del panorama delle startup italiane da un punto di vista non solo strettamente economico: “Servono realtà che collaborino tra loro, che facciano team”, è la convinzione di Davide. La grande frammentarietà del mondo micro-imprenditoriale italiano, con aziende che neppure si conosco tra loro e che, in una situazione ideale, potrebbero collaborare per progetti più ambiziosi, è un altro handicap che un organico piano nazionale di sostegno e rappresentanza delle startup potrebbe in parte assorbire. Del resto, le idee geniali e assolutamente sui generis non mancano. Basti pensare al progetto di Laboratori Fabrici, un team di ragazzi di Pordenone che al CES ha proposto Clairy, un purificatore d’aria indoor che combina l’azione naturale delle piante con la tecnologia smart, la cui validità è stata certificata da uno spin-off dell’Università di Firenze. Interesse degli investitori italiani? Zero. Se non altro, l’idea sta piacendo molto agli americani in visita al CES e le prospettive per una concreta commercializzazione cominciano a delinearsi all’orizzonte. Non risulta nel conteggio delle dodici imprese italiane, perché basata a Londra, Domotz, azienda in realtà tutta tricolore, pisana nella fattispecie, dedita allo sviluppo di soluzioni di monitoraggio per smart home. Eccellenza tricolore: i grandi sono contenti In foto Trillio, il device pensato da La Comanda per ricordare l’assunzione delle medicine torna al sommario Questo è Clairy, il vaso purificatore di Laboratori Fabrici: un team di ragazzi di Pordenone L’eccellenza italiana, tutto sommato, pur in settori diversi, tira ancora. Lo testimoniano le presenze di Technogym, DWS, Puro e Benjamins. Notissimi produttori di macchinari per fitness i primi, sviluppatori di stampanti 3D professionali i secondi, creatori di accessegue a pagina 04 n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MERCATO Ai mondiali della tecnologia la Francia ci bastona segue Da pagina 03 sori stilosi per smartphone e tablet gli ultimi due. In tutti i casi, il fascino del prodotto italiano, elegante, funzionale e tecnologicamente raffinato, è la carta vincente in un mercato spesso banalizzato da produzioni mediocri. IK Multimedia, leader negli accessori per smartphone per la creatività musicale, con prodotti presenti, per esempio, in tutti gli Apple Store del mondo. il proprio impatto visivo senza scendere a compromessi con la qualità sonora. Anni di sviluppo non sempre agevoli e un viaggio al CES sostenendo spese non indifferenti: uno stand tra i più piccoli, circa 3 x 3 metri, può costare di sola occupazione dello spazio oltre 2.000 euro, senza contare tutte le altre spese vive legate alla lunga trasferta. Un rischio, o meglio un investimento, che per luxdB vale la pena di affrontare. Copiare i francesi? Mondo audio per pochi Technogym in particolare viene al CES quasi per rendere il marchio un po’ più vicino alle persone: “Noi - ci spiega Rachele Schiavinato - abbiamo negli Stati Uniti un’immagine quasi di lusso, il made in Italy che funziona, come per la moda o la Ferrari. Siamo qua per far vedere che siamo anche tecnologia e ricerca e sviluppo. E funziona”. DWS è invece un’azienda molto stimata in tutto il mondo per le stampanti 3D, nata inizialmente attorno alle necessità di prototipazione dell’industria orafa vicentina e poi approdata con, una tecnologia decisamente sofisticata, a tutti i settori professionali; ora il tentativo è quello di avvicinare l’utenza più consumer alla stampa 3D di alta qualità. Tra le storie degli italiani al CES, particolarmente significativa è quella di Footmoov, marchio calzaturiero toscano che ha fatto di necessità virtù: di fronte all’insostenibile concorrenza asiatica, il titolare Luigi Campigli ha pensato bene di ideare scarpe smart: esteticamente accattivanti, nascondono al loro interno dei sensori integrati che trasformano classiche calzature in wearable device, ideali sia come activity tracker che come periferiche di gioco, abbinate ad app appositamente sviluppate da un team tutto toscano. A questi nomi vanno aggiunti poi quelli che portano al CES la creatività e la capacità produttiva italiana ma si appoggiano a un distributore o una filiale USA e che quindi sfuggono alle anagrafiche per nazioni. Tra queste va sicuramente citata la modenese torna al sommario Il mondo degli audiofili è da sempre un universo a sé, sia per il numero complessivo degli utenti, mediamente basso, sia per i prezzi non proprio popolari dei prodotti a loro dedicati. In questo microcosmo di musica ad altissima fedeltà l’Italia ha un suo ruolo, per quanto di nicchia. Al CES, nelle suite del Venetian, Opera/Unison (M2TECH era presente solo con i distributori americani) ci confida un trend in continuo calo per quanto riguarda le presenze audio, italiane e non, alla kermesse di Las Vegas. Non per colpa di una crisi del segmento audio, anzi, quanto per un’attenzione sempre minore rivolta al comparto sia dai visitatori che dagli organizzatori della fiera, concentrati stabilmente su altri filoni tecnologici. Lontano dalle suite del Venetian, c’è invece luxdB che propone un sistema audio HD che può di fatto fungere da portalampada, andando ad azzerare Senza soldi, banale dirlo, non si va da nessuna parte, e in questo le startup italiane, presenti o meno al CES, hanno di fronte a sé un futuro quantomeno a tinte fosche. Di là dalle Alpi è decisamente esploso qualcosa, da quando il ministro dell’economia Macron, dando fondo a un po’ di sana grandeur, ha preteso un rilancio in grande stile dell’innovazione tecnologica nazionale, aprendo con La French Tech un incubatore comune che nel giro di un paio d’anni è riuscito a portare al CES un numero spropositato di realtà, molte delle quali assai valide. Oltre 200 milioni di euro di investimento per le aziende digitali nascenti e per attrarre capitali stranieri: sono questi i numeri dietro il simbolo del galletto rosso, onnipresente al CES a testimonianza di un sistema che sta dando i suoi frutti. Al di là delle solite vaghe promesse per un rilancio dell’economia, partendo dai giovani, da internet, dalla formazione, l’Italia ha bisogno di un organico piano nazionale che sappia fare da terreno fertile per realtà che, scavando bene, esistono e hanno anche ottime idee. Senza un intervento di questo tipo, si rischia solo di accentuare una marginalità già oggi assai dolorosa o di favorire ancor di più la fuga dei cervelli. Il rilancio di un’intera economia può e deve partire dall’innovazione tecnologica e dai tanti ragazzi di talento che sognano e progettano in Italia. Portare a Las Vegas le nostre startup è un dovere delle istituzioni; ma anche senza di esse, i tanti incubatori dovrebbero farsi parte attiva per acquistare spazi per esposizioni collettive sul modello francese. Si può fare, basta iniziare a progettare l’intervento ora, trovando tra i meccanismi dell’ICE, dei Ministeri coinvolti e anche dell’Unione Europea le eventuali risorse aggiuntive che possono fare da catalizzatore. Ci vogliamo almeno provare? n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO L’UHD Alliance ha svelato a Las Vegas la certificazione Ultra HD Premium e le specifiche per il supporto ai contenuti 4K Con l’Ultra HD Premium inizia ufficialmente l’era del 4K Arrivano 10 bit, HDR e Wide Gamut. Definiti anche due differenti range di riferimento per l’ampiezza della gamma dinamica di Paolo CENTOFANTI I l CES 2016 porta nel mondo dell’elettronica di consumo un nuovo logo e una nuova certificazione: Ultra HD Premium. È il frutto del lavoro congiunto di oltre 30 aziende che spaziano dai produttori di elettronica, agli studio di Hollywood, passando per nuovi protagonisti della distribuzione dei contenuti come Amazon e Netflix. A un anno esatto dalla presentazione al CES 2015, l’UHD Alliance ha infatti annunciato il completamento del proprio lavoro, mettendo a punto un set di specifiche per dispositivi e contenuti che darà finalmente il via ll’era del 4K consumer. Sin da quando sono comparsi i primi TV Ultra HD è stato subito chiaro che la risoluzione quattro volte superiore rispetto al Full HD, da sola non bastava per lanciare un nuovo “formato”. Con l’Ultra HD Premium, l’industria ha trovato un accordo per offrire contenuti video masterizzati anche in HDR e con spazio colore esteso o wide gamut, stabilendo un set di requisiti minimi che dispositivi e master dei contenuti e loro distribuzione devono rispettare. Per quanto riguarda i televisori (gli unici dispositivi per i quali al momento è prevista la certificazione), oltre naturalmente ad avere un pannello 4K, devono rispettare le seguenti specifiche tecniche minime: Riproduzione del colore a 10 bit Compatibilità con lo standard colore BT.2020; • Copertura superiore al 90% dello spazio colore DCI-P3; • Compatibilità con la funzione di trasferimento HDR SMPTE ST208; • Luminosità massima maggiore di 1000 cd/mq e livello del nero inferiore a 0,05 cd/mq, oppure luminosità di picco di 540 cd/mq e livello del nero inferiore a 0,0005 cd/mq. Quest’ultimo punto è stato pensato per permettere di definire il supporto all’HDR sia per la tecnologia LCD, capace di offrire un’elevata luminosità, che per l’OLED, che è invece meno luminoso, ma in grado di offrire un nero nettamente più profondo. Si tratta di due modi diversi di raggiungere l’ampiezza di gamma dinamica necessaria per visualizzare i contenuti masterizzati in HDR. Ovviamente anche i contenuti devono rispettare simili requisiti per quanto riguarda soprattutto riproduzione del colore e HDR, quindi codifica a 10 bit, standard colore BT.2020, curva SMPTE ST2084. L’UHD Alliance ha definito anche i parametri per i monitor di riferimento per il mastering dei contenuti da parte dei produttori, simili a quelli dei TV ma ancora più stringenti: copertura del 100% dello spazio colore DCI-P3, luminosità di picco superiore a 1000 cd/mq e livello del nero inferiore a 0,03 cd/mq. TV E VIDEO Sony lancia la nuova gamma di TV HDR a Las Vegas e per farlo introduce un logo diverso da quello dell’Ultra HD Alliance Sull’HDR Sony balla da sola. Ecco il nuovo logo e i TV 2016 Design con cornice ultra sottile e sul modello XD93 debutta un nuovo tipo di local dimming, chiamato Slim Backlight Drive di Roberto PEZZALI ony rompe le uova nel paniere della Ultra HD Alliance (di cui fa parte): l’associazione ha lanciato il nuovo logo Ultra HD Premium per certificare i TV HDR evitando confusione tra i consumatori e Sony lancia, invece, il suo logo 4K HDR, un bollino che andrà a identificare le TV capaci di gestire contenuti ad ampia gamma dinamica e dotate ovviamente di pannello 4K. Una scelta che forse non farà benissimo al mercato ma che dimostra una certa coerenza: Sony non ha mai sposato la sigla Ultra HD e ha sempre scelto il nome 4K per identificare i suoi prodotti. Sotto l’egida del nuovo logo nasce anche la gamma di TV 2016 Bravia con Android TV a bordo, una serie che avrà come top di gamma il Bravia XD93. Quest’ultimo è un modello decisamente interessante, perché per la prima volta Sony abbandona sul top S torna al sommario Il design “Slice of Living” dei nuovi TV Sony, la cornice è sottilissima di gamma una illuminazione full LED per utilizzare un nuovo sistema denominato “Slim Backlight Drive” in grado di gestire un numero elevatissimo di zone di retroilluminazione con un pannello sottile pochi centimetri. Sotto il profilo estetico la nuova serie di TV è caratterizzata dal design “Slice of Living”, forme geometriche pulite e schermo praticamente senza cornice, e come Samsung anche Sony ha cura- to il design della parte posteriore cercando di nascondere i cavi all’interno di un canale ricavato appositamente nel corpo del TV. L’intera gamma, che sarà disponibile a partire dalla primavera del 2016, sarà dotata di schermo piatto con la sola eccezione della serie SD85, dotata di un sottilissimo schermo curvo. Qui le schede tecniche e i tagli in cui saranno disponibili, in Italia, i vari modelli. Ecco come lavora la retroilluminazione: una maschera con tante zone n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO Panasonic al CES toglie i veli al DX900, la qualità è al top. È il primo TV certificato “Premium” dall’Ultra HD Alliance IlÈ unnuovo Panasonic DX900 è il primo TV Ultra HD Premium Full LED con retroilluminazione a matrice e local dimming di grandissima qualità. Sarà disponibile nei tagli 55” e 65” di Gianfranco GIARDINA A l CES 2016 di Las Vegas è stato presentato il marchio di certificazione “Ultra HD Premium” per i TV 4K che rispondono a dei requisiti minimi in termini di gamma dinamica estesa, l’HDR. E il primo TV ad ottenere questa certificazione è il nuovo Full LED di Panasonic, il DX900. Si tratta del nuovo top di gamma LCD, che non intacca il ruolo di flagship assoluto del CZ-950, il costosissimo OLED del marchio giapponese. Partiamo col dire che, come spesso accade agli ingegneri di Panasonic, si capisce subito che nella progettazione ha contato più la ricerca della qualità di immagine, che l’estetica a tutti i costi. Così è stato scelto di realizzare un Full LED; e, come è noto, per realizzare un buon Full LED lo spessore del pannello non può essere troppo ridotto, anzi. E questa, nell’anno in cui la vera notizia in ambito TV e il raggiungimento di spessori intorno ai 3 millimetri anche sugli LCD, sembra una scelta fuori dal tempo. Invece se si guarda il TV all’opera, ci si convince che la scelta è quella giusta: le immagini che abbiamo visto in una saletta opportunamente oscurata sono mozzafiato: il nero è quasi quello dell’OLED, decisamente compatto, e le luci intense sono talmente forti da far sembrare le immagini “più tridimensionali”. L’effetto viene enfatizzato da scene normalmente difficili da rendere bene, come i fuochi d’artificio: la resa è tanto bello quanto “finto”: non siamo certo abituati a vedere colori e gamme dinamiche simili a quelli della realtà uscire dal pannello di un TV. Per ottenere questo scopo, Panasonic ha innanzitutto lavorato sul pannello, introducendo tra i vetri LCD e il sistema di retroilluminazione un filtro a nido d’ape. Questo filtro mitiga la possibilità che in determinate scene si possa palesare la matrice di LED, con gli opportuni “aloni”. torna al sommario Il risultato – lo dicevamo – è molto buono in termini di profondità e compattezza del nero, tanto che si potrebbe pensare a un vecchio plasma. Anche sugli insidiosi fuochi d’artificio, non si vedono aloni attorno alle esplosioni. Questo nero compatto e la possibilità di emissioni di picco superiori ai 1000 nit, ne fanno il primo certificato Ultra HD Premium, almeno secondo le dichiarazioni di Panasonic. Prestazioni HDR senza compromessi che cascano a fagiolo in attesa della messa in commercio dei prossimi Ultra HD Blu-ray, che dovrebbe avvenire a marzo. livello minimo richiesto dalla certificazione “Ultra HD Premium”. Un segno che comunque va tenuto a memoria: se un TV che si vede così meravigliosamente, tra i migliori del mercato, come l’OLED Panasonic, non ottiene una certificazione di qualità, più che essere il televisore a pagare il pegno è il valore del bollino “Ultra HD Premium”. I TV DX900 saranno disponibili nei tagli da 55” e 65” a prezzi ancora da comunicare. Nella sala oscurata in un hotel di Las Vegas, è andato in onda, tra le altre cose, un super confronto con un altri due TV, un Panasonic della scorsa stagione e uno della concorrenza. Ovviamente il Panasonic DX900 ha vinto a mani basse, ma, come spesso accade in questi frangenti, non conoscevamo le tarature dei tre apparecchi. Inoltre ci è stato chiesto di non scattare fotografie del confronto. Di una cosa siamo certi: la resa è migliore di quanto ci si possa aspettare per un LCD, soprattutto se utilizzato con contenuti HDR. E l’OLED? Gli ingegneri confermano che l’OLED è comunque meglio, ma che questo DX900 si è reso necessario anche in considerazione che la luminosità di picco dell’OLED Panasonic sfiora ma non raggiunge il Ritorna uno dei problemi dei TV Panasonic: la base occupa molto spazio posteriormente al TV, impedendo di fatto installazioni da appoggio a ridosso dalla parete. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO LG ha un nuovo top di gamma con tutto quello che un appassionato può desiderare: è piatto, è UHD e HDR LG Signature, l’OLED piatto da sogno che suona divinamente Ha una soundbar che suona bene ed è spesso meno di 3 mm. Nota stonata? Il prezzo, ma si sa le cose belle costano L di Roberto PEZZALI G ha un nuovo top di gamma OLED, un televisore che appartiene alla serie Signature, prodotti di fascia alta che mettono a disposizione di chi se li può permettere il meglio della tecnologia sviluppata nei laboratori dell’azienda coreana. Per capire il lavoro enorme fatto da LG non solo a livello di design ma anche sotto il profilo ingegneristico basta lo spessore: solo 2.57 mm, praticamente quanto quattro carte di credito messe una sopra l’altra. Il TV, disponibile nelle due versioni da 65” e 77” è stato realizzato fondendo il pannello su uno strato di vetro, una so- luzione che assicura rigidità e eleganza, con una perfetta finitura sia frontale che posteriore. Per sostenere il televisore LG ha creato una base che integra al suo interno una soundbar con 4 diffusori e un subwoofer, due diffusori rivolti verso l’alto e due diffusori posti sul frontale. La base, nel caso di montaggio a pare- te, si muove in una particolare posizione trasformandosi in una soundbar vera e propria. Il pannello OLED, piatto, è un pannello di ultima generazione capace di coprire il 99% dello spazio colore DCI e di raggiungere i 20 stop di dinamica, condizione questa che lo inserisce di diritto nella nuova categoria dei TV Ultra HD dotati di capacità HDR. Il nuovo LG Segnature G6, questa la sigla, è infatti uno dei primi prodotti dell’azienda che si può fregiare del nuovo logo Ultra HD Premium, la certificazione della Ultra HD Alliance che identifica i migliori prodotti da inserire in una perfetta catena di visione Ultra HD. In tema di tecnologia HDR LG ha scelto Dolby Vision: il nuovo TV Segnature integra la tecnologia Dolby pensata per gestire i contenuti a dinamica estesa. Inutile parlare di prezzi, è prematuro, ma da quanto abbiamo capito siamo davanti ad un TV che costerà molto, soprattutto nella versione da 77”: in Italia il modello G6 da 65” arriverà a metà luglio, quello da 77” a metà settembre. TV E VIDEO Il TV tradizionale è cosa vecchia: Samsung mostra al CES un’area innovation in cui sperimenta su forma e dimensioni Il TV secondo Samsung: dallo schermo da 170” al TV che cambia forma Oltre al fantastico schermo da 170”, troviamo anche due display che potrebbero avere un senso nelle case del futuro di Roberto PEZZALI S amsung vuole rivoluzionare il prodotto più diffuso nelle case di tutto il mondo, il TV. Quella del produttore coreano è una vera e propria mission: torna al sommario il classico TV squadrato e piatto dopo anni di gloria inizia a diventare noioso. Dopo aver esaltato negli ultimi anni il pannello curvo, per dare una spinta ad un design dei TV sempre più anonimo, quest’anno il produttore coreano decide di aprire al pubblico quelle che sono alcune delle sue idee più “folli”. A Las Vegas, dove l’innovazione e le nuove tecnologie sono di casa, Samsung ha portato infatti una serie di prototipi capaci di dimostrare quanto avanzato sia il reparto r&d che, anno dopo anno, porta sul mercato quelli che sono ritenuti da molti i migliori schermi al mondo. Gli occhi di tutti sono puntati sull’enorme schermo Ultra HD da 170”: mai nessuno aveva realizzato un TV LCD così grosso, un pannello che occupa praticamente tutta la parete. Un puro esercizio di stile, ma non è escluso che in futuro la parete di casa possa diventare davvero un enorme televisore, o meglio ancora una finestra sul mondo. Se le dimensioni giganti colpiscono tutti, a far breccia nel cuore degli appassionati di cinema è una soluzione più sofisticata ma allo stesso tempo geniale, un TV composto da due blocchi che ruotando cambiano l’aspect ratio del TV stesso. Samsung, con lo stesso televisore, riesce a riprodurre film sia in formato widescreen 1.85:1 sia i film in formato panoramico 2.35:1 senza fastidiose e inutilizzate bande nere. Il prototipo è realizzato unendo due TV quasi quadrati totalmente privi di cornice, e possiamo assicurare che è davvero difficile distinguere la linea di unione dei due pannelli. Un concetto, quella della modularità, estremizzato nel sistema modulare a 8 pannelli, una parete fatta di moduli LED che a seconda della configurazione diventano 1, 2, 4 o 8 differenti TV pilotati singolarmente e con immagini sincronizzate. Fantascienza? No, è tutto vero, e funziona davvero bene. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO Abbiamo potuto ammirare un 65” curvo con a bordo Android. Ignota la data di uscita Philips è pronta con un OLED curvo da 65” E forse all’IFA arriverà un 55” piatto L’esposizione di Philips al CES nascondeva, in una sala privata, un piccolo grande segreto L’azienda ha mostrato ai rivenditori un TV OLED da 65”, ancora un prototipo senza nome P di Roberto PEZZALI hilips potrebbe presto arrivare sul mercato con un modello OLED: l’azienda, ora di proprietà di TPVision, sfrutta spesso l’IFA di Berlino per lanciare le sue serie top di gamma anticipando però ai rivenditori quelli che saranno i modelli top dell’anno appena iniziato. Nel 2016, con molta probabilità, Philips avrà anche un televisore OLED: il pannello è un LG, e quello che abbiamo potuto ammirare è un 65” curvo con a bordo ovviamente Android e un design rivisto secondo i canoni stilistici di Philips stessa. LG ha iniziato a fornire pannelli OLED in grande quantità ai suoi partner, e dopo Panasonic anche Philips si è fatta sotto per iniziare a mettere un piede in quella che sembra ormai essere la tecnologia del futuro. Il 65 pollici, ad oggi un prototipo senza un nome e una data di uscita, potrebbe anche non essere l’unico TV OLED Philips in roadmap: sembra infatti che all’IFA 2016 potremmo vedere un modello 55” piatto, e questa volta dovrebbe essere un modello commerciale. Il gigante che costa poco: 2.499 euro per il 75” Haier Continua l’alleanza con Google sul fronte smart. Il modello top è un 75’’ con Android a bordo di Giulio MINOTTI A torna al sommario LG Display mostra un pannello da 18’’ che si arrotola come un giornale Possibili applicazioni nell’automotive e come gadget di nuova concezione di Emanuele VILLA TV E VIDEO Al CES l’azienda cinese presenta diversi nuovi modelli di TV, anche Ultra HD lla kermesse americana Haier ha mostrato la consueta gamma di TV rinnovata per il 2016, diversi modelli che vanno a coprire un po’ tutte le esigenze. Quello che colpisce di più sotto il profilo tecnologico è l’enorme 75H9000U, un TV da 75 pollici LED con risoluzione Ultra HD e a bordo il sistema operativo Android, spinto da un (non meglio precisato) processore quad-core. Se a livello estetico il prodotto è senz’altro interessante, fa meno fede l’indicazione di un rapporto di contrasto dinamico di 6.000.000:1, mentre resta notevole la cornice completamente metallica e la presenza di un parco connessioni che comprende 3 HDMI, 2 USB, Ethernet e WiFi n. Una volta connesso a Internet, il TV può sfruttare applicazioni e servizi di Google Play essendo totalmente basato su sistema operativo Android. Tra l’altro a differenza di molti prodotti presentati Tra gli OLED LG c’è anche quello “arrotolabile” a Las Vegas, il TV in questione ha già una data di arrivo sul mercato europeo, maggio 2016, e un prezzo consigliato di 2499 euro. Per completezza, segnaliamo poi che al CES, Haier ha svelato anche la nuova serie U6500U, composta da tre modelli, da 65’’, 55’’ e 49’’ con risoluzione Ultra HD. e la serie U6000A, disponibile nei formati da 55’’ e 65’’, equipaggiati con un processore quad core e con Android a livello di sistema operativo. Oltre alle connessione Ethernet e WiFi, troviamo anche 2 porte USB e 3 HDMI 1.4a. In questa nuova famiglia sono presenti pannelli Full HD, con un contrasto dinamico dichiarato di 5.000.000 :1. La serie U6000A sarà disponibile a partire da fine aprile 2016, al prezzo di 899€ per il 55 pollici e 1399€ per il 65’’. Premessa: non stiamo parlando di TV ma di display, nonostante il passo tra uno e l’altro sia breve. Anche perché la notizia non proviene da un oscuro produttore ma dalla stessa LG Display, che al CES ha deciso di mostrare tutte le novità relative ai pannelli OLED che andrà a incorporare nei propri TV del 2016 e in quelli dell’immediato futuro. Tra i pannelli mostrati, il prodotto che si nota è forse quello meno importante ai fini pratici: nonostante non sia la prima volta che un OLED flessibile viene mostrato alle fiere di settore, l’impegno di LG in materia di OLED e il carattere di prodotto finito (non concept, quanto meno) che ha questo display “arrotolabile” da 18” fa pensare che la tecnologia sia pronta per il mercato in tempi brevi. Possibili ambiti di applicazione sono nuovi gadget che si piegano come libri o quotidiani, display per installazioni custom su oggetti e pareti curve e via di seguito. Interessanti anche le possibili applicazioni nel settore automotive, non per niente LG mostrerà al CES un display da 25’’ curvo all’interno dell’abitacolo di un’auto. Altra interessante novità, ma dedicata al mondo business, è il pannello double face, capace cioè di mostrare video diversi sul fronte e sul retro. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO LG presenta al CES i suoi nuovi TV LED di fascia alta: tutti i modelli sono 4K e HDR LG presenta i TV Super UHD con HDR-Plus Spicca il top di gamma UH9500 e il primo TV 8K LG pronto per la produzione di massa, UH9800 C di Emanuele VILLA ome al solito, LG approfitta della relativa tranquillità dei giorni precedenti il CES per annunciare i nuovi prodotti. Di solito non sono dispositivi di primissimo piano: quest’anno abbiamo infatti già parlato di un aspirapolvere con realtà aumentata, nuove cuffie e di webOS 3.0 come sistema operativo dei nuovi TV, e dell’attesissima serie Signature. LG interrompe la propria tradizione presentando in anticipo alcuni pezzi da 90, ovvero la fascia alta di TV LED per il 2016, che si affiancherà ai più pregiati OLED. Per evidenziare che si tratta di prodotti di alta gamma, LG parla dei propri TV come Super UHD, in una mossa che sembra molto simile a quella di Samsung dello scorso anno – ricordiamo infatti che l’azienda presentò qui i suoi SUHD che poi arrivarono in Italia nel corso dell’anno. E per dimostrare subito quale sarà il trend dei prossimi anni, LG presenta al CES il suo primo modello productionready a 8K di risoluzione e 98’’ di diagonale, il modello UH9800. La comunicazione ufficiale LG non dice altro, il che fa presagire che si tratti semplicemente di un assaggio di futuro: le dimensioni mastodontiche non aiutano, ma in più non si fa accenno a prezzi che saranno senz’altro stellari. Resta il fatto che, affacciandosi al mercato i primi modelli commerciali, l’8K sarà sicuramente trending tra qualche tempo. Il presente è 4K e HDR-plus Secondo LG, ciò che contraddistingue i TV Super UHD sono l’Ultra Slim Design, capace di raggiungere uno spessore di 6,6 mm nel modello di punta UH9500, i pannelli a 10bit con capacità di riproduzione di 1 miliardo di colori (si parla di tecnologia Billion Rich Colors) e – soprattutto – l’HDR, anzi HDR-Plus. Con questa espressione LG vuole comunicare che – grazie a un set di tecnologie integrate nei propri TV 2016 – il proprio HDR è più realistico (in una parola, migliore) di quello dei competitor, il che tra l’altro ci suggerisce che proprio questo sarà uno dei trend portanti del 2016. Secondo la comunicazione torna al sommario Samsung sfida LG Per fare il TV più sottile al mondo non serve l’OLED Un prototipo Samsung mette mostra i progressi della tecnologia LCD Il pannello è spesso pochi millimetri e non è un OLED Secondo Samsung è il più sottile al mondo ufficiale LG, che non scende molto nel tecnico HDR Plus sfrutta la tecnologia Ultra Luminance per l’incremento della luminosità di picco e il miglioramento della profondità dei neri, mentre Color Prime Plus (incluso però solo in UH9500 e UH8500) assicura la copertura del 90% dello spazio colore DCI. In una mossa che ricorda quella di qualche anno fa, quando il 3D era la supposta next big thing, i Super UHD LG dispongono di una modalità di conversione SDR-HDR, che è una novità interessante. Parliamo ora di modelli, che per il momento costituiscono la line up americana ma che dovrebbero arrivare anche da noi nel corso dell’anno: il modello top è l’UH9500 che va da 55’’ a 86’’ e, oltre alle specifiche comuni a tutta la gamma (4K, HDR plus, pannello IPS con tecnologia True Black e Contrast Maximizer), impiega il già citato Color Prime Plus, il design ultrasottile da 6,6mm di spessore, cornici quasi invisibili e audio firmato harman/ kardon. Oltre ovviamente a webOS 3.0 già annunciato in precedenza. Un gradino sotto troviamo UH8500, che va da 55’’ a 75’’ e offre caratteristiche molto simili al modello superiore, Color Prime Plus incluso, ma si differenzia per un design un po’ meno slim e per l’assenza di audio harman/ kardon. Mentre UH7700, i cui tagli vanno da 49’’ a 65’’, è il modello più economico della serie (per quanto non si parli ancora di prezzi) con qualche rinuncia sotto il profilo tecnologico: nonostante la comunicazione ufficiale LG non si dilunghi in dettagli, si parla di Color Prime “non-plus” e di una configurazione di design leggermente diversa. di Roberto PEZZALI Samsung e LG come cane e gatto per l’ennesima volta: da una parte un meraviglioso TV OLED spesso solo 2.57 mm, dall’altra un nuovo prototipo di TV che, secondo Samsung, è il TV più sottile al mondo. Hanno ragione entrambi, perché se è vero che LG ha realizzato un pannello dotato di uno spessore record, preso nel suo insieme il televisore è decisamente più spesso di 3 mm, complice anche il rigonfiamento nella parte bassa che nasconde parte dell’elettronica. Un problema che Samsung ha invece eliminato spostando tutta la parte “smart” del TV all’esterno: il prototipo esposto in fiera, preso nella sua interezza, non è più spesso di un centimetro. Un lavoro non semplice quello di Samsung, anche perché il risultato è stato raggiunto utilizzando la tecnologia LCD e la qualità sembra in ogni caso allineata con quella dei migliori TV del produttore coreano. Un pannello così sottile e leggero permette ai designer di esasperare ancora di più una linea che colpisce con un solo sguardo, e il nuovo prototipo di TV “ultraslim” è senza alcun dubbio uno dei più bei TV mai fatti da Samsung. L’arrivo sul mercato? Forse nel 2017, forse mai. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO Le immagini spostano ancora in avanti i riferimenti di quello che l’LCD può fare con picchi di grande luminosità I TV Samsung SUHD hanno un’estetica mozzafiato La cornice è quasi scomparsa, il piedistallo è in metallo molto sottile e lo schienale è rifinito ed esteticamente piacevole di Gianfranco GIARDINA TV SUHD di Samsung si rinnovano al CES 2016 di Las Vegas. Non tanto nei concetti di base, che restano gli stessi: design, qualità di immagine, tecnologie evolute e Smart TV di nuova concezione. Ma il tutto viene spinto in avanti, in qualche modo estremizzato, per raggiungere nuove punte di eccellenza. Il design, per esempio, che possiamo dire essere la vera killer application dei TV Samsung 2016: i SUHD TV diventano sottilissimi, più di così difficile fare. Ma soprattutto praticamente scompare la cornice, a un livello che negli LCD di grandi dimensioni non si era mai visto. Il piedistallo è interamente in metallo, molto sottile ed elegante: fa veramente un bell’effetto. Anche lo schienale è finalmente bello, finito in tutti i suoi particolari, compresi alcuni sportelli che nascondono le prese: in questo modo il TV può finalmente essere collocato con soddisfazione anche in situazioni che non hanno una parete di fondo. Non a caso la serie 2016 dei SUHD TV inaugura la linea chiamata da Samsung “360 design” proprio in considerazione del fatto che il prodotto è curato in tutti gli aspetti. I Sul fronte tecnologico, Samsung, come abbiamo approfondito qui, ha deciso di uscire dagli equivoci e esplicitare l’uso di un pannello Quantum Dots (cosa che già avveniva lo scorso anno): questa tecnologia, anche se utilizzata da altri produttori, sta diventando oramai un nuovo segmento. La mossa di Samsung, spingerà fortunatamente anche i “follower” a non inventarsi nomi particolari per i TV Quantum Dots ma a parlare direttamente di questa tecnologia: non potrà che giovarne la Un confronto tra un TV mascherato, operante in modalità standard (a sinistra) e uno della nuova serie funzionante in HDR (a destra). torna al sommario chiarezza dell’offerta. Per il resto si tratta ovviamente di TV HDR compatibili pienamente con le specifiche UltraHD Premium stabilite dall’UltraHD Alliance. A questo proposito, Samsung rappresenta il capofila del “filone” HDR che punta ai picchi di grande luminosità: 1.000 nit è l’obiettivo raggiunto da questi apparecchi e si vede effettivamente nella demo predisposta (e sulla quale, come sempre, vale la pena di sospendere il giudizio finale fino a una prova nei nostri laboratori). La filosofia di Samsung sull’HDR si basa su una ricerca: negli Stati Uniti oltre l’85% dei consumatori vede il TV in condizioni di piena illuminazione e non in una sala oscurata o in penombra. Per questo tipo di utilizzo è meglio un TV ad alta dinamica con alte luminosità di picco che TV con neri ancora più profondi ma incapaci di andare molto in su in termini di luminosità. Per quello che riguarda l’estensione cromatica del TV, Samsung ha messo in pista una bella demo a Las Vegas: un piccolo set con alcuni oggetti colorati, presenti fisicamente, è stato ripreso e trasmesso su un TV SUHD a dimostrazione della grande fedeltà cromatica. Ovviamente la demo è stata costruita ad arte e su colori sicuramente riproducibili dal TV, ma l’effetto è indubbiamente molto bello: impossibile distinguere, al di là dell’effetto tridimensionale del set reale, differenze concrete tra la realtà e la sua riproduzione televisiva. Veniamo all’ambiente Smart TV, basato anche quest’anno su Tizen: è stato completamente rivisto, ora c’è un ambiente solo, sia per la scelta dei canali, che per quella degli ingressi e delle app, oltre che per tutte le funzioni di menù. Le sorgenti, a prescindere dalla loro natura, sono ora riunite in una sola schermata. Questo è un obiettivo che sembrerebbe ovvio ma che è una chimera per la stragrande maggioranza dei TV che hanno un sistema operativo “Frankenstein”, fatto di moduli e interfacce diverse unite tra loro. Ora nella Smart TV 2016 di Samsung, le app di video streaming sono integrate nella parte bassa della schermata principale e offrono, già nel menù, le raccomandazioni dei diversi operatori: quindi si ha già un’idea dei contenuti più Un’installazione per fare un confronto cromatico tra un set reale (a destra) e la sua rappresentazione sui TV SUHD 2016 (a sinistra). importanti anche solo navigando il menù principale del TV. Il TV diventa poi anche capace di controllare, sempre dalla stessa schermata, le automazioni domestiche. Ovviamente lo fa tramite lo standard SmartThings, società acquisita da Samsung e che sta sviluppando tutta la galassia di device IoT per la casa di Samsung; va detto che si tratta di una piattaforma aperta a produttori di terze parti e come tale suscettibile di crescite e tassi di adozione molto importanti. Al momento sono circa 200 gli apparecchi controllabili dall’ecosistema SmartThings. Interessante la possibilità non solo di attivare degli scenari (cosa abbastanza semplice) ma anche la connessione diretta, tanto per fare un esempio, con un sistema videocitofonico: se suona mentre si guarda la TV, si può vedere subito chi è che suona, rispondere e aprire il cancello. La Smart TV si spinge ancora di più, nella visione di Samsung, sul fronte del gaming senza console: grazie ai servizi di gaming online, ci sono già oltre 500 giochi disponibili per l’utilizzo direttamente sul TV, solo con un pad aggiuntivo. Molto interessante anche il nuovo telecomando, che però alla conferenza stampa di presentazione non è stato possibile fotografare: dovrebbe poter riconoscere automaticamente i device collegati al TV e iniziare a funzionare da telecomando universale senza necessità di alcuna configurazione. In pratica quello che gli utenti vorrebbero e che, finora, non hanno mai avuto. Da provare. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO Sono quattro le serie di TV Samsung SUHD che arriveranno sul mercato quest’anno ISi parte dettagli della gamma SUHD di Samsung dalla serie KS8500 per arrivare al vertice con il KS9800, previsto solo in tagli grandi di Roberto PEZZALI amsung ha presentato al CES la nuova gamma di TV concentrandosi soprattutto sull’aspetto “visual” e tecnologico: allo stand erano pochi i TV esposti e non c’era alcuna indicazione su quelli che saranno i modelli e i tagli previsti per la nuova lineup. Una scelta tutto sommato saggia, anche perché ormai sono i singoli mercati ad allestire la gamma tenendo conto delle esigenze locali. Samsung, inoltre, ha voluto mostrare solo il fiore all’occhiello della sua gamma, quei televisori che per caratteristiche e design rappresentano l’attuale stato dell’arte tecnologico del produttore coreano. Come tutti gli anni abbiamo avuto la fortuna di entrare nella piccola saletta dedicata alla tecnologia dei TV Samsung, e abbiamo ricevuto qualche dettaglio in più sulla lineup e sulle tecnologie utilizzate che possiamo condividere senza però pubblicare fotografie, non ci è stato permesso scattarle. Samsung quest’anno ha stravolto la strategia di comunicazione puntando sul Quantum Dot, e proprio da questa tecnologia parte la lunga serie di demo alla quale abbiamo assistito. Samsung ci conferma che il Quantum Dot non è una sua tecnologia, ma che tuttavia quest’anno ha deciso di costruire in casa un filtro Quantum perché quelli forniti dal principale produttore, 3M, sono troppo sensibili al livello di umidità e cambiano la risposta a seconda dalla percentuale di acqua presente nell’aria della stanza. Una cosa proba- S bilmente impercettibile ad occhio nudo, ma come gli stessi ingegneri Samsung ci confermano siamo arrivati ad un punto dove anche il più piccolo accorgimento può far la differenza in TV che, ormai, sono quasi perfetti. Samsung ha lavorato ovviamente sulla retroilluminazione migliorando ancora il tuo top di gamma, con una illuminazione diretta a LED che copre il doppio delle zone del modello precedente, quasi 500. Una soluzione, quest’ultima, che permette di gestire ancora in modo più efficace l’HDR permettendo a piccole zone di raggiungere luminosità Samsung KS8500, dimensioni da 48” a 65” di picco molto elevate. Il primo modello della gamma SUHD dovrebbe essere il KS8500, illuminazione logo del servizio: in tutti i casi si potrà edge led e dimensioni di pannelli che controllare l’interfaccia usando il solo spaziano dal 48” al 65”; tagli più grossi telecomando della TV. SmartHub sarà per KS9700 e KS9800: questi due mo- aggiornabile anche sull’attuale serie delli avranno illuminazione Full LED e JS: secondo alcuni tecnici servirà un avranno anche una sezio- nuovo Evolution Kit, secondo alcuni uone audio decisamente più mini del marketing di Samsung invece curata. Per tutti, a bordo, sarà possibile fare un upgrade softwaci sarà Tizen in una nuova re per aggiungere alla serie del 2016 le versione rivista, con alcuni funzionalità dei modelli 2016. Probabildettagli che guardano alla mente hanno ragione questi ultimi, ma facilità d’uso e che sicu- il dubbio resta. ramente faranno piacere: Nella sala scura Samsung abbiamo avuci ha colpito soprattutto to modo di apprezzare i miglioramenti Samsung Smart Control che Samsung è riuscita comunque a inRemote, una feature del serire nei suoi TV quest’anno, anche se nuovo SmartHub che è facile fare una demo sul modello top identifica immediatamen- di gamma: il JS9500 era senza alcun te la periferica collegata dubbio il miglior TV del 2015 per quapermettendo la gestione lità video, il suo erede migliora ancora totale da telecomando. qualcosa soprattutto a livello di colori Se si collega una Xbox e contrasto. Nelle prossime settimane apparirà l’icona della dovrebbero arrivare ulteriori dettagli console, se si collega sulla line-up, con uno sguardo anche Il Samsung KS9500 con la sua particolare base un decoder apparirà il alle serie più piccole. torna al sommario LG, quasi tutti i TV OLED del 2016 sono piatti Un solo modello pecora nera LG presenta i nuovi TV OLED a Las Vegas La notizia che farà felici è l’arrivo del pannello piatto su tutta la line up Resta un solo modello curvo in gamma di Roberto PEZZALI Si torna al piatto: LG presenta la sua lineup di TV per il 2016 e tra modelli LCD e OLED resta una sola serie di TV curvi, OLED. Se la serie Signature, il TV OLED di fascia alta, resta per molti un sogno con il suo prezzo che dovrebbe essere decisamente elevato, la serie E6 dovrebbe comunque far tornare il sorriso a molti. LG ha, infatti, realizzato una versione più abbordabile della serie top dotata di soundbar e di pannello fuso nel vetro. Non è lo stesso pannello e non c’è la stessa elettronica, ci di- cono, ma ha Dolby Vision HDR e certificazione Ultra HD Premium: la serie E6, schermo piatto, arriverà nelle versioni da 55” e da 65” e rispetto al modello Signature non avrà la base orientabile e avrà l’elettronica inserita dietro il pannello, soluzione questa che aumenterà leggermente lo spessore nella parte bassa. Non esposte in fiera, le serie C6 e B6: la serie C6 sarà quella dotata di pannello curvo, mentre la B6 è una serie entry level sempre 4K e HDR ma priva di 3D e con schermo flat, una scelta che permetterà di tenere un prezzo leggermente più basso. Anche questi modelli arriveranno in Italia nel corso dell’anno, nelle versioni da 55” e 65”. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO Alla kermesse di Las Vegas, il produttore cinese ha presentato una completa line-up Hisense fa sul serio: 22 modelli, tra 4K e HDR Sono sette le nuove famiglie di TV: al vertice il 65” 4K, HDR, curvo con tecnologia Quantum dot H di Giulio MINOTTI isense, terzo produttore mondiale di TV, ha presentato al CES 2016 interessanti modelli a partire dal nuovo top di gamma da 65 pollici della serie H10. Si tratta di un 4K, 3D curvo con il supporto all’HDR, che adotta un pannello LCD LED con tecnologia Quantum dot, che Hisense riassume nella denominazione ULED. L’ULED, giunto ora alla sua seconda generazione, promette una riproduzione cromatica più intensa e bilanciata tra le componenti, ma anche più contrasto, neri più profondi e una migliore brillantezza delle immagini. Questo elegante 65 pollici è, inoltre, equipaggiato con una connessione Wi-Fi ac, un Media Media Player 4K e una piattaforma Smart TV rinnovata con all’interno un app store dedicato e un web browser. Il 65H10C arriverà sul mercato americano nella seconda metà del 2016 a un prezzo di 2.800 dollari. Il produttore cinese ha anche presentato un modello più piccolo ed economico rispetto all’H10. Hisense Serie H10 Si tratta di un 55” 4K curvo della serie H9, che arriverà sul mercato USA a febbraio, a un prezzo di circa 1.000 dollari. Rispetto al top di gamma Hisense, il 55H9B perde il 3D e la tecnologia Quantum dot, ma mantiene un pannello full array local dimming, il supporto all’HDR e la compatibilità con gli standard HEVC/h.265 e VP9. Passiamo ora alla serie H8 formata da due modelli 4K, un 50” ($599.99) e un 55” ($699.99) equipaggiati con un pannello con retroilluminazione multi-zone local dimming ma non ULED, nonostante mantengano la torna al sommario Bang&Olufsen Beosound 35 è il diffusore multiroom che sembra una soundbar Un nuovo diffusore B&O che si può appoggiare su un ripiano o fissare a parete. Si connette via Wi-Fi ed è già pronto anche per l’AirPlay oltre che predisposto per Spotify e Deezer di Roberto FAGGIANO Hisense Serie H8 compatibilità HDR. Questi TV saranno disponibili a partire dal prossimo aprile. Scendendo ancora di prezzo troviamo la nuova famiglia H7, disponibile in USA da febbraio e composta da un 43” ($399.99), un 50” ($549.99), un 55” ($649.99) e un 65” ($1.299.99). Sono TV 4K, sempre con HDR, ma privi di retroilluminazione local dimming. Scendendo in gamma, Hisense ha portato al CES anche prodotti con risoluzione inferiore (Full HD), pensati per chi non ha ancora intenzione di effettuare il “grande passo” verso il 4K oppure come secondo TV. In par- Hisense Serie H5 ticolare la nuova gamma H5 con sei diversi modelli, dal più grande 55” disponibile a 500 dollari, al più piccolo ed economico 32”, a un prezzo di 200 dollari. La serie H4 si contraddistingue, invece, per il supporto alla piattaforma Smart TV di Roku che offre 3000 canali in streaming con 3 milioni di contenuti video. È composta da quattro modelli da 50 a 32 pollici, con un prezzo da 430 a 200 dollari. Concludiamo con l’ultima nuova famiglia Hisense, denominata H3, dalle funzionalità basilari e priva di una piattaforma Smart TV. È formata da quattro diversi modelli, da 40 a 20 pollici, con prezzi compresi tra i 250 e i 100 dollari. Si tratta di apparecchi dotati di connessione USB e MHL, con pannelli HD, che arriveranno sul mercato americano tra i mesi di febbraio e aprile. L’ultima fatica di Bang&Olufsen si chiama BeoSound 35 (2.295 euro) ed è un diffusore multiroom, ma la sua forma molto allungata - misura 100 x 35 cm - lo fa assomigliare molto a un diffusore per TV. In realtà la forma è studiata per allargare il più possibile il fronte sonoro e rendere più semplice il fissaggio a parete. Il nuovo diffusore si controlla tramite l’app BeoMusic mentre il collegamento alle sorgenti è Wi-Fi. Tra le connessioni subito disponibili si segnalano l’AirPlay per ogni dispositivo Apple, DLNA per un server casalingo, ma anche Bluetooth per ogni smartphone e tablet. Inoltre l’app comprende già i servizi di streaming di Spotify e Deezer oltre al servizio radio web di TuneIn. Dal punto di vista tecnico non mancano contenuti interessanti: il Beosound 35 monta un sistema di altoparlanti stereo con midwoofer da 10 cm e tweeter a cupola, quest’ultimo è inclinato verso l’esterno di 30° in modo da allargare il fronte sonoro. Ogni altoparlante ha il suo amplificatore da 80 watt in classe D. Inoltre, un circuito DSP migliora la resa dei bassi e può essere configurato in base alla posizione del diffusore tavolo, parete in basso o parete in alto - per avere sempre le migliori prestazioni. La costruzione è in alluminio con sezione pentagonale. La disponibilità del BeoSound 35 è stata fissata al 13 aprile 2016, ma gli interessati possono già prenotarlo sul sito di Bang& Olufsen. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE TV E VIDEO Il TV è pronto ad accogliere i contenuti Dolby Vision, sistema di codifica HDR TCL sposa il Dolby Vision con un nuovo 65’’ La società cinese TCL presenta il primo modello della linea X1, un TV LCD curvo UHD I di Gaetano MERO l CES 2016 verrà probabilmente ricordato come l’anno dell’HDR, il “nuovo” formato su cui produttori di TV e fornitori di contenuti in 4K hanno finalmente trovato un accordo costituendo addirittura un’alleanza per stabilirne gli standard di accesso. All’interno della battaglia tra gli Ultra HD, i TV che permettono la fruizione di contenuti HDR, spunta TCL e la sua nuova linea di televisori X1 sui quali verrà mostrato tutto il potenziale del Dolby Vision grazie a una collaborazione tra le due società. TCL ha annunciato il primo 65’’ della serie X1 (chiamata anche Xclusive): si tratta di un pannello LCD curvo Full LED con tecnologia Quantum Dot, 4K UHD che l’azienda ha battezzato QUHD - con sistema audio integrato harman/kardon, che sarà lanciato su mercato americano entro fine anno. Lo schermo, specifica il produttore, supporta una più ampia gamma di colori, possiede un picco di luminosità di 1000 nit (proprio come i nuovi SUHD di Samsung) per immagini più brillanti, un dimming locale diretto a 288 zone che assicura un maggiore contrasto e una copertura del 100% di spazio del colore DCI-P3, rientrando dunque a pieno titolo negli standard appena dettati dall’UltraHD Alliance. Dolby crede nel prodotto TCL, tanto da partecipare direttamente alla conferenza stampa di Las Vegas con un suo top Sony lancia un nuovo lettore Blu-ray, UHP-H1 È un lettore premium audio e video, ma non riproduce i Blu-ray Ultra HD: spazio a streaming audio, multiroom e musica Hi-res laborazione, afferma che il Dolby Vision HDR sul proprio X1 restituisce un’immagine più nitida, più realistica e fino a 40 volte più intensa rispetto ai TV che usiamo oggi, facendo fare un balzo in avanti all’home entertainment. Nessuna indicazione è ancora arrivata sul prezzo di vendita, che sarà probabilmente in linea con i modelli degli altri produttori collocati nello stesso segmento. L’altro indubbio punto di forza di questo TV è il sistema audio: si tratta di una cassa posta sotto lo schermo progettata con harman/kardon e che l’avventato torna al sommario “presentatore” della società cinese ha voluto provare dal vivo in conferenza stampa con la solita versione acustica di Hotel California. Piccolo problema: la grande sala in cui si è tenuta la conferenza ha una cubatura che forse più di 1.000 volte quella di un salotto convenzionale. Allora, dobbiamo dire che quello che abbiamo sentito a 20 metri di distanza è stato abbastanza impressionante: pressione sonora molto alta, distorsione abbastanza contenuta, un po’ di evanescenza su bassi, ma è inevitabile in quelle condizioni estreme. TV E VIDEO Tanti i titoli disponibili per un’offerta in espansione Giochi in streaming e in download per le nuove Smart TV di Samsung di Gaetano MERO ubito dopo la notizia del nuovo pacchetto di sicurezza integrato nei suoi Smart TV, Samsung annuncia un corposo upgrade della piattaforma di gioco online, che dal 2016 offrirà oltre 400 giochi in streaming e 100 titoli in download. La società coreana ha presentato il servizio di gaming aggiornato al CES di Las Vegas assieme alla nuova lineup di Smart TV. Fra i titoli di maggior interesse segnaliamo Assassin’s Creed III, Batman: Arkham Origins e The LEGO Movie, fruibili grazie all’integrazione (già iniziata nel 2015) del servizio di gaming in streaming PlayStation Now, il quale permette di giocare pur non possedendo una console Sony e che da solo offre oltre 300 contenuti. Continua a far parte dell’offerta anche GameFly, leader nei servizi streaming del mondo videoludico, disponibile attualmente in 21 Paesi - anche in Italia - e che accresce l’assortimento di altri 100 titoli, inoltre agli utenti sarà data la possibilità di scaricare ulteriori 100 giochi dalla piattaforma di gaming, come ad esempio Revolt3, Deer Hunter, Eternity Warriors 3, direttamente nel proprio TV. La società promette di continuare ad espandere la propria offerta gaming in futuro in qualità di partner di grandi produttori di videogiochi. S manager. Dolby Vision è un sistema di codifica HDR, pioniere del sistema ad alta gamma dinamica, con il quale verranno codificati, tra gli altri, una serie di contenuti certificati e pronti per lo streaming. Tra i provider pronti figura già il servizio americano Vudu, a cui si aggiungeranno presto altri fornitori (sembra essere nell’aria un imminente accordo con Netflix). TCL, fiera della col- Sony snobba l’Ultra HD Blu-ray: meglio la musica Hi-res di Roberto PEZZALI Il nome scelto è sibillino, il comunicato anche: UHP-H1, il nuovo lettore Blu-ray di Sony, non è un Ultra HD Blu-ray ma un normale player di dischi HD. Sony lo definisce “Lettore premium audio e video ad Alta Risoluzione” ma l’alta risoluzione alla quale il comunicato fa riferimento è quella musicale, perché è questa la vera novità di un player che sotto il profilo video non ha niente di diverso dai classici in commercio. UHP-H1 è un ottimo lettore, ma chi si aspettava un player next gen resterà deluso: la possibilità di riprodurre brani su CD, Super Audio CD o Blu-ray, file audio in HD su USB o playlist da applicazioni audio integrate come Spotify e Weezer non compensa l’impossibilità di leggere i dischi in 4K che Fox e Warner lanceranno nel 2016. Il player Sony è comunque un gran lettore per chi ama la musica: è costruito attorno a un telaio rigido “frame-and-beam”, che minimizza le vibrazioni meccaniche, può riprodurre file audio fino a 192 kHz/24 bit ed è dotato di un convertitore digitale analogico da 768 kHz/32 bit. Tra le altre caratteristiche troviamo la separazione dei segnali audio e video e la funzione Audio Direct, che isola l’uscita video e spegne il display del pannello frontale per evitare ogni interferenza. Il player ha a bordo il Bluetooth con tecnologia LDAC, per ascoltare le tracce audio dei film e la musica in cuffia e gestisce sistemi multiroom. Unica funzione legata alla riproduzione 4K è l’upscaling: grazie alla tecnologia SuperBitMapping V i Blu-ray vengono convertiti in 4K a 60p. P5 Wireless. Abbiamo eliminato il cavo ma il suono è rimasto lo stesso. P5 Bluethooth, musica in mobilità senza compromessi con 17 ore di autonomia e ricarica veloce per performance allo stato dell'arte. La solita qualità e cura nei materiali di Bowers & Wilkins adesso senza fili grazie alla nuova P5 S2 Bluetooth. www.audiogamma.it n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE ENTERTAINMENT Nella confezione è presente la versione Blu-ray standard e quella digitale Addio codice di area per gli Ultra HD Blu-ray Siamo entrati in possesso di due dischi Ultra HD Blu-ray, Mad Max - Fury Road e The Lego Movie di Roberto PEZZALI oveva essere l’anno degli Ultra HD Blu-ray, ma alla fine di Blu-ray in questa edizione 2016 del CES di Las Vegas si è parlato proprio poco. I due player già annunciati, Samsung e Panasonic, usciranno regolarmente sul mercato insieme ai primi titoli già nei primo semestre dell’anno, ma sembra quasi che la versione 4K del Blu-ray non faccia poi troppa notizia, almeno negli USA. Anzi, la scelta di Panasonic di introdurre i lettori probabilmente prima in Europa e poi in America lascia intendere che questo tipo di supporto è più adatto a Paesi come l’Italia, dove la connettività e i servizi non permettono di godere di troppi contenuti in Ultra HD. Sony, che solitamente è in prima fila quando si tratta di lanciare nuovi standard video ha lasciato passare il treno del Blu-ray Ultra HD e ha preferito presentare Ultra, un nuovo servizio di streaming di contenuti di alta qualità destinato ai suoi TV Bravia. E questo anche se molti media hanno del tutto equivocato la presenza di un lettore Blu-ray con upscaling a 4K come se si trattasse D di un lettore Sony di Ultra HD Blu-ray, che invece non esiste. Con prezzi che andranno dai 400 ai 1.000 euro, i lettori in ogni caso arriveranno sul mercato in primavera insieme a un buon numero di dischi (dovrebbero essere 100 nel primo anno). Siamo riusciti in anteprima a mettere le mani su un paio di titoli (Mad Max - Fury Road e Lego Movie) e ad avere qualche dettaglio su questi dischi. Prima di tutto - e questa è la vera notizia - sparirà per i dischi Ultra HD il codice regionale di protezione: tutti i dischi saranno liberi di essere usati e comprati ovunque, senza limitazione di riproduzione; non si sa se la stessa torna al sommario Gli Ultra HD Blu-ray di Sony Pictures “suoneranno” in Dolby Atmos Sony Pictures pronta a presentare i primi titoli Ultra HD Blu-ray sul mercato americano di Matteo DISCARDI sorte toccherà anche ai Blu-ray contenuti nella stessa confezione. La mai troppo prematura morte del codice di area è un fatto importantissimo, soprattutto in questa fase in cui il software in Italia sarà probabilmente ridottissimo: chi volesse godere sin da subito di un 4K HDR di altissima qualità potrebbe così rivolgersi al mercato USA. Inoltre, almeno per le edizioni Warner, viene confermato che la versione Ultra HD sarà comunque accompagnata da una versione Bluray tradizionale e da una copia digitale. Curiosa la scelta di non mettere il logo del Blu-ray Ultra HD sulle confezioni: ci sarà scritto solo “4K Ultra HD”, il fatto che sia un Blu-ray è sottointeso (mo poi lo è davvero per tutti?). Una scelta non troppo felice: la confezione non più blu e l’assenza del logo ufficiale potrebbero creare un po’ di confusione anche tra i possessori di DVD player. Resta solo un dubbio: ci sarà la traccia italiana sui dischi che arriveranno in Europa o inizialmente si realizzerà solo una versione “mondiale” del disco? I due dischi USA in nostro possesso offrono “solo” una traccia inglese in Dolby Atmos, oltre al francese e allo spagnolo in Dolby DIgital 5.1. Dopo un 2015 nel quale abbiamo assistito alla progressiva diffusione di TV 4K, il 2016 sarà l’anno in cui vedremo il primo supporto fisico pronto a sfruttarne tutta la risoluzione: l’Ultra HD Blu-ray, che porterà alcuni dei più famosi titoli di Hollywood a giustificare il grande numero di pixel presente sui nuovi TV oggi disponibili. Sony Pictures approfitta del CES di Las Vegas per annunciare una partnership con Dolby relativa proprio al Dolby Atmos in alcuni dei titoli già programmati e in uscita futura. Amazing Spider-Man 2, Salt, Hancock, Humandroid, Strafumati e I Puffi 2 saranno i primi titoli di Sony ad essere disponibili in formato Ultra HD 4K e si potranno appunto fregiare di un rinnovato audio in Dolby Atmos. L’inserimento di Dolby Atmos all’interno dei film in uscita non è semplicemente una mossa di marketing: nonostante la codifica Dolby sia relativamente diffusa, proprio al CES 2016 abbiamo assisitito alla presentazione di diversi prodotti (soprattutto soundbar) che ne fanno uso ed è giusto offrire a chi è in procinto di acquistarli una sorgente all’altezza. Sony Pictures è il primo marchio ad offrire questa tecnologia a livello consumer in Ultra HD Blu-ray, anche se Warner Home Video e Lionsgate hanno già utilizzato questo sistema, ma solo nei cinema. Sony ha dichiarato che molti altri film saranno rilasciati in Ultra HD Blu-ray con Dolby Atmos nel corso dell’anno. Attendiamo date di lancio e, soprattutto, qualche indicazione per l’Europa. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MOBILE Huawei lancia il Mate 8, uno smartphone per la clientela business che desidera sicurezza, autonomia elevata e potenza Huawei con Mate 8 vuole far le scarpe all’iPhone Mate 8 arriverà in Italia nelle versioni con 32 GB di storage (prezzo 599 euro) e con 64 GB di storage (prezzo 699 euro) H di Roberto PEZZALI uawei cresce ad un ritmo mostruoso: fatturati, vendite e anche quote di mercato danno ragione al produttore cinese che è diventato, negli ultimi anni, da outsider a vero mattatore di una scena mobile che aveva bisogno di una forte scossa. Lo ha fatto con prodotti che, generazione dopo generazione, sono migliorati a tal punto di non avere nulla da invidiare ai migliori prodotti realizzati da Samsung e Apple. Huawei, che ora è proprio il numero 3 al mondo dietro Samsung e Apple, va a gonfie vele soprattutto in Italia: grazie anche alla partnership commerciale con il Milan, il nome Huawei non è più uno sconosciuto nome cinese, ma viene percepito dalle nuove generazioni come un brand famoso e di successo. Huawei a settembre aveva il 9.7% di quote di mercato, e con i nuovi prodotti presentati a Las Vegas punta a raggiungere la doppia cifra, avvicinandosi a quella Apple che sembrava distante anni luce. GPU Mali T880 e il processore ARM Cortex A72, e nonostante la potenza sprigionata l’impatto sui consumi è minimo. Huawei non teme i confronti, e promette una durata doppia rispetto all’iPhone 6S con più di due giorni di uso, un giorno e mezzo di uso intenso. Si parte con il Mate 8, uno smartphone non nuovo (lo aveva già annunciato in Cina ma ora viene finalmente ufficializzata la versione worldwide) destinato alla clientela business che offre un grande schermo unito ad una autonomia super. Il display è un 6” Full HD praticamente privo di cornice, e il risultato è uno smartphone da 6” più piccolo di un iPhone 6S Plus che lo schermo lo ha da 5.5”. Huawei Mate 8 promette anche prestazioni super: il processore è il Kirin 950 a 8 core, un processore fatto in casa con tecnologia FinFet a 16nm che utilizza 4 core da 2.3 GHz e 4 core da 1.8 Ghz. Per la prima volta Huawei utilizza in un processore la torna al sommario Card e criptato il contenuto della memoria storage in real time. Tra le altre caratteristiche un array di microfoni con soppressione del rumore per gestire al meglio non solo le chiamate ma anche le conferenze e le interviste, grazie ad un sistema di registrazione omnidirezionale che riconosce dove si trova colui che sta parlando. Una caratteristica, quest’ultima, già presente comunque sul Mate S così come il riconoscimento del tocco con le nocche e la possibilità di usare le nocche per gesture. Huawei è ovviamente fortissima sul reparto comunicazioni e rete, due elementi che son parte del dna aziendale: oltre a gestire praticamente tutte le bande mondiali il modem è anche del 150% più veloce ad agganciare una rete in roaming. Huawei cambia anche il sistema di ricarica: con il suo caricatore dedicato da 9V e 2 ampere riesce a garantire 1 giorno di autonomia in 30 minuti di ricarica. Trattandosi di un terminale destinato all’utenza business Huawei ha inserito un layer di protezione in più rispetto a quello già offerto da Android: oltre al fingerprint sensor vengono bloccati anche tastiera, SD Mate 8 sarà disponibile in un nuovissimo colore, Mocha Brown, una finitura premium che non sta affatto male sul bel corpo in alluminio che i designer di Huawei hanno plasmato. Mate 8 arriverà ovviamente in Italia e ci sono ben due versioni, una con 3GB di ram e 32 GB di memoria storage a 599 euro e una con 4GB di ram e 64 GB di memoria a 699 euro. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MOBILE Samsung entra entra a piedi uniti nel mondo Surface con il primo Galaxy Windows 10. Arriva a marzo, anche in Italia Ecco Galaxy TabPro S, il primo con Windows 10 È un tablet molto bello, con tastiera dotata di trackpad e un display AMOLED da 12” mai visto prima su sistemi Windows A di Gianfranco GIARDINA l CES 2016 di Las Vegas cade un taboo del mondo Samsung: il nome Galaxy può anche rigurardare device non basati su Android. Infatti la casa coreana ha presentato il nuovo Galaxy TabPro S, un tablet con tastiera (il classico convertibile) che pur appartenendo alla famiglia Galaxy, appunto, è basato su Windows 10. È la prima volta che accade. Le somiglianze e i richiami a Surface Pro di Microsoft ci sono: evidentemente, se le prime versioni di Surface non erano state propriamente un “successone” (soprattutto quelle con Windows RT) è oramai chiaro che il Surface Pro 4 ha raggiunto una maturità che lo sta rendendo un “trend setter”, portando Windows a pieno titolo nel mondo dei tablet di fascia alta. Che poi tutto sommato era anche uno degli scopi che Microsoft si era ripromessa quando ha introdotto Surface, di fatto il primo sistema Windows si propria produzione a superare la fase prototipale e ad arrivare sul mercato come prodotto finito. Nel video qui sotto le nostre prime impressioni. video cessorio vero e proprio, che è comunque contenuto nella confezione, e che, con agganci esclusivamente di tipo magnetico, è in grado fissarsi solidamente al tablet. I contatti tra tablet e tastiera sono posti nella parte centrale e sono a contatto e autocentrati grazie a un sistema calamitato decisamente vigoroso: impossibile sbagliare il contatto, un po’ meno facile staccare l’unità dalla custodia-tastiera. lab Samsung Galaxy TabPro S Il primo Galaxy con WIndows Questo Galaxy TabPro S è a tutti gli effetti di un antiSurface Pro e forse il suffisso Pro anche nel nuovo Galaxy non poi così causale. Il progetto Samsung sembra davvero molto bello, a partire da display, forse il pezzo più interessante: si tratta di un 12” AMOLED da 2160x1440 pixel ed è la prima volta che questa tecnologia viene utilizzata su una macchina Windows. Display a parte, che comunque sembra davvero bello, ci ha colpito la custodia con tastiera: si tratta di un ac- torna al sommario smartphone Galaxy S6 e successivi: basta appoggiare lo smartphone sulla tastiera, per esempio, per far collegare il PC all’hotspot Wi-Fi del telefono in modo del tutto automatico e senza dover imputare alcuna password. Il Galaxy TabPro S si basa su un processore Intel Core M di 6° generazione (Skylake) ed è dotato di 4 GB di RAM; due di tagli di storage SSD: un modello da 128 GB e uno da 256 GB. Oltre a queste varianti, c’è una versione (più consumer) con il solo Wi-Fi e una, più “business”, che ha anche il modem 4G integrato. Infine le finiture disponibili: nero (con custidia nera) e bianca (con custodia bianca). La batteria è dal 5200 mAh (difficile far di più in 6,3 mm di spessore) e, grazie ai bassi consumi del processore Intel, è in grado – secondo le dichiarazioni della casa, di alimentare il Galaxy TabPro S per oltre 10 ore; e – cosa molto interessante – si ricarica in sole due ore e mezza. Inoltre, la custodia permette due posizioni di utilizzo, una pensata per il lavoro al tavolo e l’altra ottimizzata per l’utilizzo sul divano. Ovviamente quando si vuole è possibile staccare l’unità dalla sua base: tutta la capacità computazionale è integrata nel tablet e la tastiera/custodia non ospita un’estensione di batteria. Dispone però di touch pad (che rende l’apparecchio molto simile, nell’utilizzo, a un personal computer portatile tradizionale) e di un’antenna NFC: questa serve per attivare una serie di automatismi di connessione tra il tablet e uno Sul fronte delle interfacce, siamo in pieno nell’era della razionalizzazione, forse anche troppa: proprio come sul MacBook da 12”, qui troviamo solo una porta USB Type C e la presa per il minijack delle cuffie. Il prezzo ancora non è noto; qualche informazione è invece trapelata sulla disponibilità nel nostro Paese: è prevista entro marzo. A questo punto Microsoft, con Samsung in campo sul fronte Windows e convertibili, si deve preoccupare per il proprio Surface? Per certi versi, sì: la macchina di Samsung sembra davvero molto bella. Per altri può anche festeggiare: il suo Windows ha conquistato (anche) il mondo Galaxy. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MOBILE Al CES 2016 LG svela gli smartphone della serie K, basata su due modelli: il K10 e il K7 Con la serie K, LG punta su design e fotocamera K10 e il K7 hanno caratteristiche da top di gamma pur essendo prodotti di fascia media di Franco AQUINI L G svela al CES la serie di smartphone “K” che rinnova la precedente serie L. Si tratta di una gamma di livello medio ma che prende in prestito ai modelli di fascia superiore più di una caratteristica portante: innanzitutto il design, chiamato glossy pebble dall’aspetto arrotondato e leggermente curvo sia nel retro che nel display. La cover posteriore ha una trama simil-tessuto che ne aumenta il grip. I modelli presentati a Las Vegas sono due: il K10 e il K7. Il primo avrà uno schermo da 5.3 pollici HD, batteria da 2.300 mAh e Android Lollipop 5.1. Qui finiscono le specifiche certe, perché le altre, come RAM e storage, varieranno in base al mercato. Il K10 avrà anche in questo caso una versione LTE per i mercati affermati e una 3G per quelli in via di sviluppo: nel primo caso troviamo una fotocamera da 13 Mpixel, nel secondo ci accontentiamo di quella da 8 MPixel mentre la frontale sarà da 8 MPixel o 5 MPixel in base al paese di vendita. La Ram avrà tagli da 2GB, 1.5GB e 1GB, mentre lo storage interno sarà di 8GB o 16GB. Per quanto riguarda il processore, ci sono addirittura quattro varianti e non sono ancora chiare le specifiche per l’Italia. Il K7 sarà invece un modello leggermente più piccolo, avrà un display 5 pollici con risoluzione FWVGA (854x480), batteria da 2,125 mAh, una fotocamera frontale da 5 MP e Android Lollipop 5.1. Anche in questo caso, il resto delle caratteristiche differisce molto a seconda dei paesi: la versione LTE avrà una CPU 1.1 GHz quad-core, mentre la versione 3G una quad-core da 1.3 GHz. La fotocamera posteriore potrà essere da 8 MPixel o 5 MPixel a seconda del paese, la RAM 1.5 GB o 1 GB, mentre lo storage, come nel caso del fratello maggiore, da 8 GB o 16 GB. Entrambi i modelli avranno alcune funzionalità proprie dei modelli di fascia più alta, come il Gesture Shot e il Gesture Interval Shot. Con il primo è possibile scattare dei selfie semplicemente aprendo e chiudendo la mano di fronte al telefono. Il secondo, alla stessa maniera, permette di eseguire diversi scatti in sequenza. Attendiamo, come già anticipato, notizie sull’estensione nel nostro Paese e i relativi prezzi. MOBILE Qualche mese dopo la presentazione dell’IFA, Acer ripropone al CES Jade Primo Acer Jade Primo, super smartphone Windows 10 Jade Primo arriva in Europa già a gennaio, sarà in vendita a 649 euro docking inclusa di Franco AQUINI iquid Jade Primo non è una novità assoluta, Acer lo aveva presentaton all’IFA 2015. Per l’occasione, aveva addirittura rispolverato il nome Pocket PC, proprio in funzione della sua vocazione da piccolo PC portatile. Il riferimento era chiaramente a Continuum, la funzionalità di Windows 10 su smartphone che permette, tramite una docking station, di utilizzare lo smartphone su un monitor esterno o su un TV con un’interfaccia simile a Windows 10 in versione desktop. Acer Liquid Jade Primo torna al CES in versione definitiva ed è comunque uno smartphone dalle caratteristiche di alto livello, sopratutto se consideriamo che fanno girare un sistema operativo che funziona bene anche con caratteristiche inferiori. Il motore è l’ormai noto Snapdragon 808 con L torna al sommario 3GB di Ram, 32GB di storage e connettività LTE Cat. 6. La parte foto è affidata a un sensore da 21MP f/2.2 con doppio flash LED e capacità di cattura video in 4K, mentre la fotocamera frontale sarà una 8MP sempre f/2.2 con un ampio angolo di ripresa (ideale per i selfie) e capace di registrare video in Full HD. Al di là delle specifiche definitive, la notizia è che Jade Primo sarà disponibile in Europa da fine gennaio al prezzo di 649€, docking inclusa. Nonostante Acer faccia molto leva sulla doppia funzionalità, quasi fosse un smartphone convertibile in notebook, resta qualche dubbio in merito (non imputabile ad Acer ma a qualche limite software). Da quello che abbiamo potuto testare di Continuum, in occasione della prova del Nokia Lumia 950, la sensazione è di una funzionalità molto promettente ma ancora molto immatura che non restituisce, ma questo è ovvio, l’esperienza d’uso di un notebook. Esperienza che invece è facilmente ottenibile con altri dispositivi mobile con Windows 10 già in commercio, come Surface Pro 4, ad esempio. Liquid Jade Primo rimane comunque uno smartphone Windows dalle caratteristiche di alto livello, e che come tale potrà dare soddisfazioni nell’uso quotidiano. Huawei copia il Galaxy Tab per creare il perfetto entertainment tablet Fra le novità della casa cinese non manca un tablet mid-range che punta a ritagliarsi una fetta di mercato Arriverà in primavera Difficile dire se arriverà anche in Italia di Michele LEPORI Huawei scommette sul mercato tablet a stelle e strisce con MediaPad M2 10, un prodotto che punta a consolidarsi nella fascia media di mercato. MediaPad M2 porta in dote la stylus multifunzione che può essere adatta a disegnatori e scrittori digitali data la sensibilità a 2048 livelli di pressione: una dote che va anche a braccetto con processore Octa-Core a 2 GHz, schermo IPS LCD 1920 x 1200 ed opzioni dimemoria che variano dai 16GB (con 2GB di RAM ed in sola colorazione silver) e 64GB (con 3GB di RAM e colorazione gold). Scelta che privilegia una colorazione molto apprezzata in oriente ma che potrebbe non dare i frutti sperati nel mercato americano. Huawei decide di giocare in sicurezza anche alla voce design, dove il MediaPad M2 propone angoli smussati e struttura in alluminio unibody che ferma la bilancia a 500 grammi ed il calibro a 7,35 mm: soprattutto il peso si rivela essere abbastanza contenuto per un tablet da 10”. Completano la dotazione di serie due fotocamere frontale e posteriore da rispettivamente 5 e 13 Megapixel ed una disponibilità annunciata sul territorio a stelle e strisce entro la primavera del 2016. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MOBILE Google e Lenovo insieme per lo sviluppo dello smartphone basato sulla realtà aumentata Project Tango sarà in vendita tra sei mesi Il dispositivo sarà disponibile a partire già dall’estate prossima, a meno di 500 dollari di Gaetano MERO oogle e Lenovo hanno annunciato al mondo intero, durante una conferenza al CES di Las Vegas, la loro collaborazione per la creazione del primo smartphone Project Tango. La piattaforma Google approda per la prima volta su un dispositivo destinato all’utenza consumer, acquistabile già fra sei mesi ad un prezzo inferiore ai 500 dollari. Lo smartphone, mostrato per ora solo attraverso una demo e che non ha ancora un nome ufficiale, monterà un processore Snapdragon ed avrà un display inferiore ai 6,5’’: maggiori dettagli tecnici verranno forniti nei prossimi mesi. Project Tango è nato nel 2014 dai laboratori di Big G con l’intento di sviluppare un sistema in grado di percepire l’ambiente circostante e di interagire, virtualmente, con esso in una sorta di realtà aumentata in continua evoluzione e sempre diversa in base al luogo in cui ci si trova. Un concetto molto simile, in pratica, a quello di Hololens di Microsoft e dei visori che mescolano l’esperienza virtuale con l’ambiente reale circostante. Per fare questo la piattaforma utilizza sensori di profondità e rilevatori di movimento, che funzionano anche in ambienti chiusi, in modo da consentire G Haier debutta al CES con un tablet da 12” con hardware che non fa rimpiangere quello dei notebook di Franco AQUINI così agli utenti di esplorare, attraverso il proprio dispositivo, l’ambiente fisico che li circonda. Un’intera stanza può dunque trasformarsi nel livello di un gioco, si possono catturare le dimensioni 3D di un ambiente per scegliere in modo preciso mobili e complementi d’arredo, è possibile fornire informazioni esatte sulla posizione di determinati oggetti - ad esempio i prodotti in un supermercato - in modo da permetterne con facilità l’individuazione. Le potenzialità del sistema sono infinite, gli unici limiti sono costituiti dalla fantasia degli sviluppatori e dal numero di app che riusciranno a sfruttare appieno la piattaforma. Per questo Google e Lenovo hanno invitato i programmatori, per i quali è disponibile già da tempo il Project Tango Tablet Development Kit - un tablet da 7’’ dotato di sensori 3D, motion tracking camera e software specifico - a sottoporre le proprie idee entro il 15 febbraio 2016 al Project Tango App Incubator. Le applicazioni migliori saranno integrate direttamente sullo smartphone di Lenovo. MOBILE Forte della posizione dominante nel mercato dei wearble, Fitbit annuncia Blaze Fitbit Blaze è lo smartwatch che “dura” 5 giorni Più colore, stessa durata del Surge ma non c’è GPS integrato. Arriverà a febbraio, a 229 euro F di Matteo DISCARDI itbit ha annunciato Blaze, uno smartwatch che si presenta come una evoluzione con display a colori del famoso Charge HR, la smartband con rilevazione del battito cardiaco. È dotato di un sistema proprietario (ancora niente App di terze parti), ha cinturino intercambiabile ma, rispetto al modello Surge (pre- torna al sommario HaierPad sulle orme di Surface ma costa meno e la tastiera è inclusa cedente top di gamma) è privo di modulo GPS integrato: la funzione è disponibile solo tramite connessione da smartphone. Rispetto al Surge il nuovo Blaze si presenta come un modello più trendy, con lo schermo a colori (Surge è monocromatico) e nuove e importanti funzioni come 15 tipi di esercizio fisico programmato. Il nuovo modello mantiene il sensore di battito cardiaco e un sistema che capisce, da solo, se state facendo attività fisica oppure una normale attività quotidiana. La connessione all’immenso database Fitbit, proprio di migliaia di utenti da tutto il mondo, è una garanzia per chi ha già utilizzato un preceden- te modello, perché garantisce l’intercambiabilità tra i prodotti Fitbit senza perdere lo storico sul cloud: questo è stato, negli anni, probabilmente uno degli aspetti che più ha influito nel successo della casa nel mercato. Blaze promette una durata di batteria sino a 5 giorni, proprio per mantenere questo valore è stato probabilmente necessario sacrificare il modulo GPS, uno dei più esigenti in termini di consumo. Ciò rende il modello molto adatto non solo a sessioni sportive ma anche per l’utilizzo quotidiano (per le notifiche) e soprattutto notturno (con la rilevazione del sonno). Dotato di cinturino intercambiabile (per il momento sono disponibili tre modelli supplementari, acquistabili a parte), il Blaze sarà disponibile a partire da Febbraio al prezzo di 229 euro. Surface ha un nuovo ammiratore: Haier. L’azienda cinese mostra infatti al CES HaierPad W1225P, un tablet/notebook con tastiera separata molto vicino al mondo degli Ultrabook e con potenza da vendere. A pulsare al suo interno ci sono infatti le nuovissime CPU Intel di sesta generazione Skylake Y, con ben 4 GB di RAM e lo schermo IPS con risoluzione 1920x1200. HaierPad, proprio come Surface, si converte velocemente in un vero e proprio notebook tramite una tastiera da agganciare al tablet. HaierPad è spesso appena 8,9mm, monta una batteria da 8500mAh, che dovrebbe garantire una giornata piena di utilizzo, e pesa 850grammi. Sarà disponibile in Europa dal secondo trimestre 2016 a partire da 799€ tastiera inclusa. HaierPad è inoltre il primo tablet Haier a montare Windows 10, segno che il Surface comincia a fare breccia in un certo tipo di utenza, business per lo più, Il precedente HaierPad 781, provato circa un anno e mezzo fa, aveva mostrato le ottime capacità di Haier di produrre un tablet ben fatto sia a livello di materiali che di assemblaggio, tanto da ricordare molto da vicino l’iPad mini di Apple. Haier sarà di nuovo capace di produrre un dispositivo all’altezza di un concorrente di alto livello come Surface Pro 4 di Microsoft? n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MOBILE Con il WSD-F10 Casio punta a catturare l’attenzione degli appassionati di vita all’aria aperta Casio lancia uno smartwatch grosso e tosto Ha uno schermo LCD da 1,3” 320x300 pixel ed è impermeabile fino a 50 metri di profondità di Michele LEPORI N ella guerra che da anni le grandi dell’elettronica combattono per far diventare i wearable devices parte integrante della nostra vita, le armi più gettonate sono design il più sottile possibile, cinturini che possano inseguire i trend del momento e funzionalità che non durino il tempo di un jingle pubblicitario ma che possano davvero essere utili durante la giornata. Difficile dire se le grandi abbiano davvero sdoganato il settore, di certo questi dogmi - o presunti tali - poco interessano a Casio che a Las Vegas arriva con uno smartwatch pronto ad infrangere le regole: si chiama WSD-F10 (qui il video di presentazione) ed è un Android Wear massiccio, impermeabile fino a 50 metri, con bussola, accelerometro e sensori di pressione incorporati. E per non farsi mancare nulla, ecco la certificazione militare MSL-STD-810. Schermo da 1,3” e 320x300 di risoluzione LCD e tante modalità di uso, dalla mo- Huawei ha presentato al CES due smartwatch premium dedicati a un pubblico femminile che cerca il giusto connubio tra tecnologia ed eleganza di Pierfrancesco PETRUZZELLI nocromatica con interfaccia solo oraria che porta la batteria a più di un mese di autonomia alla smart con schermo a colori e quadranti (tool, per dirla alla Casio) personalizzabili a quale dei vari sensori dello smartwatch ci interessa mettere in funzione e monitorare: altimetro, pressione atmosferica, bussola, alba, tramonto, attività fisica… tutto è sempre sotto controllo con la sola pressione di un pulsante, accessibile anche con i guanti in caso di condizioni climatiche difficili. Immaginare un G-Shock con le funzionalità smart appena elencate da l’idea di cos’è e dove vuole andare a parare un prodotto come WSD-F10: i suoi 61,7 x 56,4 x 15,7 millimetri potranno davvero fare le scarpe ad Apple Watch, Urbane e Moto360? È talmente impensabile che potrebbe essere quasi plausibile… MOBILE Dopo gli smartband Nabu e Nabu X, Razer si presenta al CES 2016 con Nabu Watch Anche Razer entra nel mondo degli smartwatch Nabu Watch è uno smartwatch digitale pensato soprattutto per un pubblico giovane di Matteo DISCARDI C hi frequenta gli ambienti di videogiochi ha senza dubbio già sentito parlare di Razer, marchio oramai leader e icona del mondo videoludico. Nel 2015 l’azienda ha presentato due smartband, Nabu e NabuX e nel 2016 ha appena effettuato il primo passo nel mondo degli smartwatch con Nabu Watch. All’apparenza un orologio digitale, nasconde al suo interno diversi sensori, tecnologia già vista nelle smartband Nabu e un display OLED 128 x 16 punti a singolo colore per l’indicazione dell’ora più un secondo display per le notifiche, l’indicazione dei passi, distanza, calorie, misurazione del sonno, attività e obiettivi. Non manca ovviamente un link con l’App Nabu, per iOS e Android, per la sincronizzazione dei dati, dell’ora e il controllo di alcuni parametri direttamente dallo smartphone. Rispet- torna al sommario Con i nuovi smartwatch Huawei strizza l’occhio al gentil sesso to a molti concorrenti Nabu Watch ha una batteria interna che garantisce 12 mesi di durata per le funzioni dell’orologio e una settimana (ricaricabile) per la sezione delle notifiche, la cassa è resistente agli urti e ovviamente waterproof a 5 atmosfere. Non è chiaro se, come nel caso del Nabu, ci saranno all’interno delle funzioni social per lo scambio dell’amicizia anche con un semplice tocco tra dispositivi. Nabu Watch è disponibile per l’acquisto in due versioni: Forged Edition a 199.99 dollari (239,99 Euro in Italia) e normale a 149,99 Dollari, quest’ultima a partire da fine mese. Huawei propone - in collaborazione con Swarovski - una linea di smartwatch dedicati al pubblico femminile. Jewel ed Elegant, questi i nomi dei dispositivi, sono varianti del modello Huawei Watch, basato su Android Wear, compatibile anche con iOS, tramite la quale si potranno visualizzare notifiche, gestire le nostre e-mail o tenere traccia dei progressi e dei battiti cardiaci durante le sessioni di jogging. A livello tecnologico, il prodotto rimane sempre un Huawei Watch, che tra l’altro (come da nostra prova) è perfettamente adeguato alle esigenze di un power user, quello che cambia è senza dubbio il comparto estetico. Sul modello Jewel troviamo una cassa placcata in oro rosa con 68 Swarovski Zirconia (qui sopra), del diametro di 1,5 mm ciascuno e cinturino in pelle, mentre risulta decisamente più sobria la versione Elegant che si caratterizza per la zigrinatura della cassa sempre placcata in oro rosa. Entrambi i dispositivi sono muniti di vetro in zaffiro antigraffio e cinturini in pelle bianco perla o blu zaffiro. I nuovi smartwatch saranno disponibili sul mercato europeo, Italia inclusa, a partire da marzo e costeranno 499 euro per il modello Elegant, mentre il costo di Jewel dovrebbe essere di 100 euro in più. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MOBILE Garmin introduce nuovi modelli della serie fenix pensati per lo sportivo più esigente Nuovi smartwatch sportivi nel 2016 Garmin Presentato anche un “Glass” dedicato ai ciclisti, un dispositivo da applicare agli occhiali di Matteo DISCARDI A l CES arrivano i nuovi modelli in casa Garmin, appartenenti alla famiglia fenix 3 Sapphire e pensati per gli sportivi più esigenti. Il fenix 3 Sapphire HR presenta caratteristiche come la rilevazione dell’attività cardiaca direttamente al polso, vetro in zaffiro antigraffio e una cassa resistente agli urti ma anche molto leggera. Il cinturino è disponibile in versione avvolgente in nylon nero o in pelle versione Gray Leather Band. Il dispositivo è pensato anche per la rilevazione delle più comuni attività giornaliere come SmartNotification per vedere sullo schermo dello smartwatch SMS, chiamate ed email, così come il numero di passi, la distanza totale e i relativi calcoli sulle calorie bruciate. Ma non è tutto: in abbinamento ad una fascia HRMRUN il fenix 3 Sapphire HR può rilevare molti dati sulla camminata e alcune misurazioni fisiologiche come la lunghezza del passo, il rapporto tra oscillazione verticale del busto e lunghezza della falcata e una stima sulla soglia anaerobica dell’atleta. Attraverso l’App Garmin Connect Mobile gli utenti hanno poi a disposizione varie caratteristiche aggiuntive come le mappe di 40.000 green per il Golf e misurazioni specifiche anche per stand up paddle o canottaggio. I nuovi fenix saranno disponibili anche da noi a febbraio con prezzi a partire da 599,99 Euro. In aggiunta alle novità di Sapphire HR, Garmin ha annunciato il rinnovamento della serie Tactix con il modello Bravo, uno smartwatch pensato per gli sportivi e i militari che fanno paracadutismo o operazioni di Soft Air. Il nuovo modello integra sensori di tipo ABC (altimetro, barometro e busGARMIN TACTIX BRAVO GARMIN FENIX 3 SAPPHIRE HR sola) in una singola colorazione nera con finitura DLC per una maggior mimetizzazione e un che provengono dal proprio GPS Bike display in negativo con fondo nero e nu- computer Edge compatibile. Pensato per meri bianchi pensato per la lettura anche gli sportivi che desiderano mantenere da display notturni. L’orologio è dotato di l’attenzione viva sul proprio stato fisico una antenna esterna EXO che garantisce anche nei momenti più caldi di una corla massima sensibilità al segnale GPS sa, Varia Vision è una piccola rivoluzione nonché di una tecnologia TrackBack che nel mondo del ciclismo e mountain bike. consente di memorizzare sino a 1.000 Composto da un piccolo display da appliwaypoint, facilitando il ritorno alla base in care sopra l’asta degli occhiali, il device è qualsiasi condizione atmosferica e di vi- leggerissimo (appena 28 grammi) e può sibilità. Ovviamente anche il Tactix Bravo essere posizionato liberamente a destra è pensato per le attività quotidiane con o sinistra. Un pulsante permette il conSmartNotification sul display delle attività trollo anche con i guanti, e le informazioni dello smartphone, e le funzioni di smar- sono di vario tipo, dallo stato fisico all’avtband, senza dimenticare l’utilizzo della vicinarsi di un veicolo alle proprie spalle piattaforma Garmin IQ per l’installazione (se in utilizzo congiunto ad un Varia Bike di App e Widget. Anche Tactix Bravo sarà Radar), dalla distanza percorsa sino alla disponibile da febbraio ad un prezzo di velocità istantanea, oltre naturalmente a 699,99 Euro. tutte le SmartNotification. Varia Vision (video) è un device che si apVaria Vision arriverà in Italia a Febbraio plica agli occhiali e che consente di leg- con un prezzo al pubblico consigliato di gere le informazioni in sovraimpressione 399,99 Euro. MOBILE Fossil con il Q54 Pilot continua sulla strada dello smartwatch analogico, privo di display Fossil Q54 Pilot, lo smartwatch dal look classico È dotato di giroscopio, vibrazione, ricarica wireless, Bluetooth e led colorati per le notifiche F di Franco AQUINI ossil crede ciecamente negli smartwatch classici analogici, con l’aggiunta di sensori che diano loro un tocco smart. Dopo il Q Grant, ora presenta il secondo smartwatch senza display, esteticamente molto simile a un cronografo classico e più precisamente al 54 Pilot. In questa versione smart, oltre alla “Q” nel nome (che identifica la serie smart), questo orologio guadagna un accelerometro per la funzione contapassi e calorie bruciate, un sistema di ricarica wireless, un LED con diversi colori programmabili per torna al sommario distinguere la persona che ci sta chiamando o messaggiando, un motore di vibrazione personalizzabile e una connessione Bluetooth, per dialogare con lo smartphone, che fa le veci del display mancante. L’app, che diventa quindi il centro di controllo dello smartwatch, è stata di recente aggiornata supportando diverse lingue in più, tra cui l’italiano. Certo, in questo modo il Fossil Q54 perde una delle funzionalità tipiche degli smartwatch ovvero la facilità di controllare notifiche e messaggi direttamente dal polso. Il Fossil Q54 Pilot ha la cassa in acciaio inossidabile, il cinturino in acciaio o in pelle e sarà disponibile dalla primavera a un prezzo compreso tra i 175 dollari e i 215 dollari a seconda del modello. Withings scopre gli schermi e-Ink e crea un activity tracker con 8 mesi di autonomia Withings presenta Go Una clip waterproof provvista di display E-Ink che riconosce camminate, corsa e nuoto di Vittorio Romano BARASSI La francese Withings al CES ha annunciato l’arrivo di Go, un fitness tracker capace di riconoscere i movimenti; è adatto per le sessioni di camminata e per quelle di corsa, ma grazie alla sua costruzione waterproof può essere utilizzata anche in piscina per monitorare le attività di nuoto. Caratteristica fulcro di questo dispositivo è indubbiamente il display e-ink cui è equipaggiato: il piccolo pannello può fungere da “contapassi” mostrando i progressi su base giornaliera oppure, effettuando una pressione su di esso, può tramutarsi in un semplice orologio con classica watchface. Go può infatti essere indossato in vari modi: grazie alla clip può essere fissato ovunque sugli abiti, ma si può anche agganciare ad un cinturino da polso offerto in dotazione. Altra caratteristica che rende unico Withings Go è la sua batteria: è una normalissima pila come quelle che è possibile trovare nei comuni orologi da polso, non è dunque ricaricabile e ha un’autonomia stimata in ben 8 mesi di uso continuo. Withings Go, disponibile in cinque diverse colorazioni (nero, blu, verde, rosso e giallo), sarà lanciato sui principali mercati a fine marzo, al prezzo di 70 dollari. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE FOTOGRAFIA Due annunci importanti per Nikon al CES 2016: la tanta attesa ammiraglia D5 e la top di gamma APS-C D500 Nikon punta tutto su prestazioni e robustezza Due fotocamere reflex con ISO molto elevati, sensori con più di 20 Megapixel e la possibilità di riprendere video in 4K di Dario RONZONI trano mondo quello di internet: rumor e indiscrezioni varie sono ormai la norma nell’imminenza di una nuova release, ma la scarsità di notizie sulla Nikon D5, il cui sviluppo era stato annunciato senza troppe fanfare lo scorso novembre, aveva lasciato perplesso più di un addetto ai lavori. Sarà al CES? Verrà presentato un prototipo? Si parlerà di altri prodotti? I dubbi sono stati finalmente dissipati presso il Paris Las Vegas dall’annuncio congiunto del senior vice president Nobuyoshi Gokyu e del corporate vice president Tadashi Nakayama: la nuova D5 è finalmente realtà. L’erede della D4s si propone come la macchina definitiva per i professionisti più esigenti, un’evoluzione ragionata del progetto che l’ha preceduta, arricchita da feature ormai irrinunciabili per una moderna ammiraglia. Il dato che stupisce maggiormente è quello relativo agli ISO: a fronte di un valore massimo nativo di 102.400, già notevolmente superiore a quello della D4s (25.600), la D5 può espandersi fino all’esagerazione di 3.280.000 ISO! All’interno della fotocamera pulsa un sensore full frame da 20.8 Megapixel, in grado di scattare a 12 frame al S NIKON D5 secondo e di riprendere video in 4K a 30 fps. Tutto nuovo anche il processore, battezzato Expeed 5. La velocità di messa a fuoco è una priorità per Nikon, e il nuovo sistema di autofocus a 153 punti promette performance di livello superiore, come dimostrato nella presentazione dal fotografo sportivo Matthias Hangst, ospite d’onore dell’evento. Sul retro della macchina fa bella mostra di sé un display touchscreen da 3,2 pollici. Non è prevista la possibilità di messa a fuoco touch, scelta motivata da Nikon con la necessità di rendere tutte le azioni più veloci e precise. La release europea è programmata per il prossimo marzo e al momento non ci sono ancora indicazioni ufficiali sul prezzo, che verosimilmente si andrà a collocare poco sopra quello della D4s. Prime impressioni sull’ammiraglia Nikon D5 A vederla, come spesso accade con le top di gamma, nasce quasi un certo senso di reverenza: la nuova Nikon D5, la tanto attesa ammiraglia di casa Nikon, è davanti a noi. Dopo la presentazione alla stampa internazionale in occasione del CES 2016, il marchio giapponese ci ha consentito un breve ma per certi aspetti già significativo hands-on. La D5, fin da una prima occhiata, rivela l’indubbia parentela estetica con gli ultimi progetti DSLR per professionisti evoluti, in particolare dalla D3 in poi. Corpo in lega di magnesio con battery grip incorporato ne fanno una macchina massiccia, pesante e solidissima, ideale per essere maltrattata nelle condizioni ambientali più disparate. La presa, per quanto non diversissima da quella della D4s, è stata migliorata e per un mezzo dalle dimensioni così generose non è affare di poco conto. E a proposito di ergonomia, solo qualche piccolo dubbio suscita la ghiera di selezione delle modalità di scatto, incastonata in modo un po’ angusto sotto la torretta. Chiaro l’intento di evitare movimenti indesiderati, ma l’accesso può risultare un po’ scomodo per chi non dispone di dita affusolate. Senza pecche invece il nuovo display touch da 3,2 pollici, veloce in navigazione e nel playback. Abbiamo avuto l’opportunità di testare la nuova ammiraglia in diverse condizioni di scatto, dalla ripresa di soggetti in rapido movimento, fino alla gestione di situazioni con scarsissima illuminazione. Sebbene il nuovo image processor Expeed 5 sia stato progettato con il chiaro intento di migliorare il range dinamico della pelle (e non solo), tanto da farne una macchina adatta a ritrattisti e fotografi di moda, la D5 rimane in primis un prodotto perfetto per riprese sportive, naturalistiche e fotogiornalismo in genere. La ra- pidità di scatto (12 fps, che possono arrivare a 14 con lo specchio alzato) e l’estrema precisione della MAF, ora forte di ben 153 punti, consentono fotografie pulite e a fuoco anche con soggetti sfuggenti e rapidi. La fulminea velocità della raffica limita, inoltre, al minimo le fasi di blackout del mirino, situazione graditissima in condizioni estreme e con poco tempo a disposizione. Il dato che più ha fatto sgranare gli occhi ai presenti durante la conferenza stampa è stato senza dubbio il valore massimo di ISO, espandibile fino a un folle 3.280.000. Ovviamente non abbiamo avuto il tempo di testare in modo approfondito le reazioni della macchina a ISO così estremi, ma gli scatti avvenuti in condizioni di luce minima (interni bui ed esterni a tramonto inoltrato), hanno stupito per il limitatissimo rumore riscontrato. È ancora presto per tirare conclusioni sulla nuova ammiraglia Nikon (c’è ancora tutto il comparto video da testare), ma le primissime impressioni sono state assolutamente positive. Dal prossimo marzo i professionisti potranno contare su un mezzo solido come un carrarmato e veloce come una Formula Uno. D500, la nuova top di gamma APS-C Nikon si scopre anche social Se l’annuncio della D5 non era scontato, ma neppure improbabile, la presentazione a margine del CES della D500 è stata invece una gradita sorpresa per tutti. Già più volte chiacchierata, la nuova top APS-C di casa Nikon è una macchina che prende in prestito dalla neonata ammiraglia il processore Expeed 5 e il sistema di messa a fuoco a 153 punti. Attorno al sensore DX da 20,9 Megapixel si sviluppa una macchina che più di ogni altra Nikon rappresenta l’ideale punto di contatto tra il mondo APS-C e quello full frame. I dati tecnici parlano del resto da soli: ISO fino a 51.200, espandibili fino a 1.640.000, supporto per video 4K UHD, velocità di shooting a circa 10 fps, touchscreen basculante da 3,2 pollici. Ciò che tuttavia caratterizza fortemente la nuova D500 è il suo lato social: in un mondo dove gli smart device assumono un ruolo segue a pagina 23 torna al sommario n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE FOTOGRAFIA Tanta tecnologia adatta a ogni situazione in un’interfaccia che promette di avere “semplicità” come secondo nome Panasonic al CES fa tornare di moda le videocamere I cinque nuovi modelli, due 4K e tre Full HD, vogliono soddisfare l’utente alle prime armi e il videomaker esperto S di Michele LEPORI e è vero che molte fotocamere possono soddisfare anche le velleità di regalarsi qualche ripresa video, è anche vero che chi è in cerca di qualcosa in più è probabile che andrà a cercare prodotti dedicati: è proprio per questi appassionati che Panasonic ha presentato una gamma di cinque videocamere (due modelli 4K e tre Full HD) adatte a ogni situazione. I modelli VXF990 e VX980 non badano a compromessi: sono lo stato dell’arte della gamma consumer e vantano dotazioni notevoli quali l’obiettivo Leica Dicomar, il sensore BSI e il processore Crystal Engine 4K che lavorano in accoppiata con modalità di ripresa quali “4K Photo”, per estrarre immagini da 8 megapixel da un video, “4K Cropping”, per ritagliare immagini Full HD da video 4K e “Cinema Like” per creare video con effetti slow video, quick video, slow zoom, dolly zoom e moviola. Quest’ultima carrellata di effetti speciali sarà tuttavia disponibile sulla sola Panasonic VXF990. La gamma Full HD (V180, V380 e W580) ha anch’essa diverse funzionalità interessanti, molte in comune con i modelli 4K: tutte sono equipaggiate con stabilizzatore ibrido a 5 assi e Level Shot per tenere “a bolla” l’inquadratura; fatta eccezione per l’entry level V180 tutte le videocamere hanno Registrazione Simul- tanea in Triplice Prospettiva per poter collegare fino a tre smartphone e vedere tre picture-in-picture di tre angoli di ripresa e connettività Wi-Fi con funzione baby monitor per sfruttare videocamera e smartphone e controllare in tempo reale un bimbo in un’altra stanza. La sola W580 è dotata di Twin Camera che sfrutta una seconda videocamera posizionata sul bordo del piccolo monitor LCD per registrare simultaneamente due immagini da angoli diversi. L’intera gamma 4K e Full HD sarà disponibile da aprile in un range di prezzo suggerito che andrà dai 249 ai 999 euro. FOTOGRAFIA Nikon D5 e D500 segue Da pagina 22 di giorno in giorno sempre più significativo, l’arrivo di una reflex che permetta di condividere immediatamente gli scatti non può che essere salutato con entusiasmo. La D500 può rimanere costantemente connessa a uno smart device tramite l’applicazione installata SnapBridge, via Bluetooth o Wi-Fi. Ciò consente di trasferire le immagini sul device personale oppure su Nikon Image Space. Allo stesso tempo, sul proprio smartphone o tablet sarà possibile visualizzare tutte le foto contenute nella memoria della fotocamera. La Nikon D500 dovrebbe debuttare sul mercato europeo a marzo, in contemporanea con l’uscita della sorella maggiore D5. Ancora nessuna notizia sul prezzo. Prime impressioni di Nikon D500 solida e promettente A margine dell’evento di lancio abbiamo avuto l’opportunità di provare la reflex sul campo, occasione ideale per esprimere qualche prima impressione sul prodotto. Tenendo tra le mani il massiccio corpo in lega di magnesio della D500 sembra quasi di avere a che fare con una full frame: la qualità costruttiva, la solidità e il peso (comunque non eccessivo) sono decisamente sopra la media del segmento, specie se posti a confronto con l’offerta della cugina D7200, alla quale per certi aspetti la nuova reflex si sovrappone per fascia di mercato. Il feeling da FX è confermato poi da alcune scelte progettistiche che rendono subi- torna al sommario NIKON D500 to evidente il ruolo di ponte tra i due formati ricoperto dalla D500: come sulle full frame Nikon, anche sulla neonata DX non è presente il flash pop-up, tipico delle reflex consumer e solitamente assente sui modelli professionali. Stesso discorso per l’ottimo mirino circolare, dotato anche di tendina copri-oculare, ideale per evitare qualsiasi luce parassita. Il touchscreen basculante, dotato dello stesso meccanismo montato sulla D750, appare rapido nella risposta e sufficientemente solido in fase di estrazione. Passando alla pratica, salta subito all’occhio l’impressionante precisione dell’autofocus: mutuato dalla D5, il sistema a 153 punti riesce a coprire buona parte del campo visivo e si adatta con grandissima velocità alle situazioni più difficili da gestire, come nel caso di soggetti in rapido movimento. Tutto questo, unito a un buffer ridotto, rende la D500 una buona scelta per i professionisti e i fotoamatori avanzati specializzati in riprese sportive o naturalistiche. Il comportamento ad alti ISO era un altro aspetto cruciale, che abbiamo potuto testare in condizioni di scarsissima luce ambientale. Ebbene, la D500 se la cava egregiamente, restituendo immagini con livelli di rumore accettabili anche in situazioni estreme. Certo, non aspettiamoci miracoli, ma nel complesso la nuova reflex Nikon non fa rimpiangere le prestazioni di una più blasonata pro. Il versante social, sottolineato fortemente dai vertici Nikon, è sicuramente la marcia in più di una macchina già di per sé ottima, ma l’hands-on non ci ha consentito di fare alcun test a riguardo. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE FOTOGRAFIA La nuova action cam Nikon, che si differenzia da GoPro, arriverà in primavera Ecco la prima action cam firmata Nikon KeyMission 360, questo il nome della nuova action cam, riprende video a 360 gradi in 4K di Dario RONZONI Volvo e Microsoft stanno lavorando per consentire al Band 2 il comando di alcune funzioni base delle auto della casa svedese L a ricca giornata di annunci di Nikon al CES, con la presentazione delle reflex D5 e D500, si è conclusa col botto: il colosso giapponese entra nel mondo delle action cam. Troppo scontato, rischioso e fondamentalmente inutile sfidare sul proprio campo GoPro. Ecco allora comparire un prodotto che poco o nulla a che spartire con i device partoriti dal marchio statunitense. Prima di una serie di fotocamere wearable destinate al tempo libero e agli sport più dinamici, KeyMission 360 è una action cam in grado di riprendere filmati a 360 gradi reali in 4K UHD. Il trucco sta tutto nella combinazione on board delle immagini inviate da due obiettivi posizionati ai lati opposti del corpo macchina. KeyMission 360 è impermeabile all’acqua fino a 30 metri, è resistente alla polvere e alle basse di Vittorio Romano BARASSI temperature e dispone di uno stabilizzatore elettronico in grado di assorbire le vibrazioni. Corey Rich, fotografo e filmmaker specializzato in sport estremi, è stato il tester ufficiale di Nikon per la messa a punto di KeyMission 360. Durante il suo intervento al Paris Las Vegas, Rich ha lodato in particolare la grande qualità del microfono interno della fotocamera, capace, parole sue, di ricreare gli effetti ambientali senza distorsioni o fruscii di sorta. KeyMission 360, insieme a un’ampia gamma di accessori dedicati, sarà disponibile dalla prossima primavera. HI-FI E HOME CINEMA Cinque soundbar e due nuovi sintoamplificatori home theater per Sony Sony rinnova soundbar e sintoampli, in grande stile Tutti i nuovi prodotti sono pronti per riprodurre anche la musica in modalità wireless L di Roberto FAGGIANO ’impegno di Sony al CES per l’home theater è stato rilevante con ben cinque nuove soundbar e il rinnovo della gamma dei sintoamplificatori home theater. Iniziamo dalle soundbar per presentare il modello più prestigioso HT-NT5: è dotata di Wi-Fi, Bluetooth in trasmissione e ricezione, funzioni multiroom con possibilità di aggiungere due diffusori surround, è compatibile con audio in alta risoluzione fino ai 96 kHz, può decodificare tutte le migliori colonne sonore Dolby Digital (Atmos escluso) e dts, ha gli effetti audio DSP, comandi a sfioramento, il subwoofer senza fili e può essere collocata in orizzontale o verticale. Dal punto di vista tecnico sono utilizzati 6 altoparlanti più il subwoofer, ciascuno con il proprio amplificatore per un totale di 400 watt. Appena un gradino più in basso il modello HT-CT790 che riprende molti dei contenuti del modello top di gamma, compresi Wi-fi e Bluetooth, ma con un minore numero di altoparlanti e una potenza leggermente inferiore. Il modello HT-CT390 torna al sommario Volvo apre al comando vocale con Microsoft Band 2 è ancora molto simile ai modelli superiori e ha sempre la prerogativa di poter essere collocata in orizzontale su di un ripiano o in verticale sulla parete. Le connessioni senza fili invece si fermano al classico Bluetooth con NFC. Configurazione insolita per la soundbar HT-RT3 che ha in dotazione anche due piccoli diffusori surround per formare un vero sistema 5.1. Per i collegamenti senza fili c’è sempre il Bluetooth con abbinamento NFC. L’ultima soundbar è in realtà una soundbase o soundboard, si chiama HT-XT2, ha il subwoofer integrato e il piano superiore in robusto vetro antigraffio. Molto completa la parte di connettività senza fili: oltre al Bluetooth (in ricezione e trasmissione) e al Wi-fi c’è anche la possibilità di aggiungere due diffusori posteriori per il surround, c’è la predisposizione per Spotify Connect e Google Cast. Per i formati audio del cinema invece ci fermiamo al Dolby Digital. Per gli appassionati ci sono due sintoamplificatori HT di vecchia scuola, gli STR-DN1070 e DH770. Sono già pronti per entrare nella rete domestica e riprodurre musica tramite l’app SongPal oppure direttamente da Spotify Connect e Google Cast. Il 1070 in particolare ha un convertitore digitale/analogico per riprodurre musica in DSD ed è compatibile con segnali video 4K HDR. Il modello 770 è leggermente meno potente. Tutti i nuovi modelli saranno in primavera. Volvo sta lavorando per consentire l’utilizzo di alcune funzioni delle proprie automobili utilizzando il nuovo Microsoft band 2, che in Italia dovrebbe arrivare entro la prima metà del 2016. Si tratta ancora di piccole funzioni come l’apertura delle porte, il flash dei fanali, il suono del clacson e, una volta accesa l’auto, la sincronizzazione del sistema di guida con la destinazione. Tutto sarà permesso anche tramite comandi vocali. Il suono del clacson e il flash delle luci possono essere molto utili in caso di auto lasciata in un parcheggio affollato (al supermercato o allo stadio), per ritrovarla facilmente, e anche il controllo vocale per determinare la destinazione è comodo perché consente di operare senza distogliere mani e vista dalla strada. Diversamente lo sblocco delle portiere deve essere affrontato con cautela, perché la comodità di queste funzioni potrebbe risultare dannosa. Di contro, gli utenti Band apprezzeranno la possibilità di poter utilizzare queste funzioni direttamente dal Band, già al polso, in attesa che la sinergia tra queste tecnologie porti a soluzioni più profonde e interessanti come una diagnostica di un problema o un intervento remoto (come ad esempio il blocco del motore in caso di furto). NESSUN CONFRONTO È POSSIBILE NERO PERFETTO, COLORI PERFETTI LG lancia la nuova tecnologia OLED superando ogni limite qualitativo. OLED TV è l’unico tv in cui i pixel hanno la capacità di illuminarsi e spegnersi uno ad uno regalandoti il contrasto infinito e colori veri come in natura , per immagini che non temono nessun confronto. www.lg.com/it n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Panasonic annuncia il ritorno in versione perfezionata del noto giradischi È ufficiale, ritorna il mitico Technics SL-1200 Arriverà prima in versione limitata in 1200 pezzi e più avanti in una versione più “standard” di Gianfranco GIARDINA N otizia bomba (almeno per chi è interessato): nel 2016 torna l’SL1200. Ad un appassionato non devi neppure dire che si tratta del mitico giradischi Technics a trazione diretta, un po’ snobbato dagli audiofili, ma assolutamente un “must” per emittenti radiofoniche e deejay. L’interruzione della produzione del giradischi SL-1200 di Technics aveva segnato nel 2010 anche l’ibernazione del prestigioso marchio giapponese da parte di Panasonic (l’SL-1200 era l’ultimo prodotto a marchio Technics ancora prodotto). Una stupida razionalizzazione: l’SL-1200, prodotto da moltissimi anni, al momento della sua (prima) morte era oramai del tutto ammortizzato e i processi sicuramente erano ottimizzati al massimo. Gli appassionati corsero nei negozi ad accaparrarsi gli ultimi esemplari e tutto sembrava dovesse finire lì. Anche perché il nuovo corso di Technics – che nel 2014 è stata fatta tornare in vita – era tutto improntato a un’alta fedeltà decisamente esoterica; e anche il prototipo di giradischi molto “chic” che avevamo visto l’anno scorso a Berlino di certo non faceva preludere a un ritorno del mitico (e non certo fighetto) SL-1200. Invece a sorpresa alla conferenza stampa del CES 2016 Panasonic ha annunciato ben due edizioni di questo giradischi: una a “tiratura” limitata, con tanto di numero sequenziale (a cui si riferiscono tutte le foto), che sarà realizzata in 1200 pezzi, Samsung HW-K950 permette di realizzare un sistema 5.1.4 con una soundbar, un subwoofer e due diffusori wireless Aggiornata anche la gamma di diffusori 360° di Roberto FAGGIANO in arrivo in estate. E poi quella più “commerciale”, attesa per fine anno e sicuramente più accessibile anche dal punto di vista economico. Ci sarebbe da chiedersi perché metterci così tanto: Panasonic non deve certo imparare a fare questo giradischi. Eppure un po’ di novità sembrano esserci, almeno a sentire gli annunci di oggi: infatti Technics sostiene di aver superato, grazie a un nuovo motore e ai circuiti digitali di controllo, i problemi di microvibrazioni dei giradischi a trazione diretta, cosa che a molti faceva preferire i meno precisi giradischi a cinghia. Lo stesso dicasi per la struttura, che non è uguale a quella dei vecchi SL-1200: il piatto è più rigido e realizzato in tre strati di ottone, alluminio e gomma che, a detta di Panasonic, fornisce migliori prestazio- ni della versione MK2, per anni super-utilizzata da tutte le emittenti radiofoniche come standard di stabilità. Al momento in cui scriviamo non sono ancora del tutto chiare le differenze tra il modello SL-1200GAE (a edizione limitata) e l’SL-1200G, quello commerciale. Di certo si sa che il braccio del modello più economico sarà in allumino, mentre quello in edizione limitata addirittura in magnesio. Ah, non chiedete il prezzo: per ora non si sa. HI-FI E HOME CINEMA Anche Sony guarda al vinile, per accontentare chi ha una collezione di dischi Il giradischi Sony copia la musica su walkman e PC Il nuovo giradischi Sony può preservare i suoni dei vecchi solchi trasformandoli in file DSD F di Roberto FAGGIANO ebbre da vinile anche al CES 2016, il mercato continua a mettere segni positivi sul vecchio supporto discografico e le aziende si adeguano. Ecco quindi il nuovo giradischi Sony PS-HX500, all’apparenza nulla di straordinario ma le novità sono tutte dentro: infatti questo giradischi va collegato al computer perché è in grado di trasformare il segnale analogico in brillanti file digitali DSD ad alta risoluzione. Dal punto di vista tecnico il giradischi ci torna al sommario La soundbar Samsung ha Dolby Atmos e due diffusori wireless pare piuttosto convenzionale, anche se si notano piccoli accorgimenti “ispirati” ai migliori giradischi di scuola europea: un nuovo braccio, la testina MM fissata al centro dell’asse, il piatto pressofuso e la trasmissione a cinghia. I dischi possono essere anche convertiti in formato WAV per chi lo desidera. Per provare le sue prestazioni non dovremo attendere molto, sarà infatti disponibile da maggio con un prezzo che dovrebbe essere attorno ai 500-600 euro. Tutti i produttori sono pronti per condividere le potenzialità della codifica Dolby Atmos, che riproduce anche gli effetti in altezza. Per far rendere al meglio il Dolby Atmos ci vogliono diffusori realizzati e certificati per questo scopo, cosa apparentemente impossibile per una soundbar. Ci è invece riuscita Samsung con la soundbar HWK950, che non solo è compatibile con il Dolby Atmos ma ha in dotazione due piccoli diffusori wireless da usare per i canali surround e già completi degli altoparlanti per diffondere gli effetti di altezza tipici del Dolby Atmos. In pratica si è riusciti a realizzare un sistema 5.1.4 usando solamente la classica soundbar da piazzare sotto al televisore, un subwoofer e attivo e due piccoli diffusori posteriori. La soundbar è come sempre molto sottile, con un’altezza di circa 6 cm e utilizza tre altoparlanti frontali e altri due indirizzati verso l’alto. I diffusori surround sono wireless e si possono anche fissare alle pareti o al soffitto. Novità anche nella gamma di diffusori 360° che guadagna una scelta di finiture più ampia e può essere ora controllata anche dagli smartwatch Gear di casa Samsung. Novità anche per l’applicazione di controllo che offre ora maggiori possibilità operative e si predispone per l’home theater. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Con Reference Premiere HD Wireless Klipsch va oltre i soliti diffusori senza fili Audio senza fili al top? Con Klipsch si può Grazie al sistema di trasmissione WISA è possibile la trasmissione di contenuti fino a 96 kHz di Roberto FAGGIANO P er gli appassionati che non vogliono scendere al livello dei modesti diffusori Bluetooth ma allo stesso tempo vorrebbero anche “perdere i fili”, Klipsch ha presentato una soluzione molto interessante. Il nuovo sistema di diffusori Reference Premiere HD Wireless è formato da veri diffusori amplificati che ricevono i segnali senza fili da una centralina con tecnologia WISA, quella che permette di trasmettere segnali audio fino ai 24bit/96 kHz senza alcuna perdita di qualità. I diffusori sono studiati per formare un completo sistema home theater 5.1 ma si possono scegliere anche solo due diffusori per un sistema stereo. I diffusori da pavimento sono gli RP-440W (999$ cadauno), i monitor da scaffale sono gli RP-140WM (999$ la coppia), il canale centrale RP440WC (499$) e un subwoofer attivo R110SW (799$). Tutti i diffusori impiegano gli altoparlanti già usati nelle serie Reference tradizionali, come il noto tweeter a tromba Tractrix. La potenza degli amplificatori integrati è di 125 watt continui per il modello da pavimento e per il canale centrale, 50 watt per il monitor da scaffale Sony lancia il più compatto diffusore Bluetooth Hi-Res al mondo. Novità anche nella gamma Bluetooth tradizionale di Roberto FAGGIANO e 250 watt per il subwoofer. La centralina HD Control Center (499$) può accogliere segnali digitali (ottico, coassiale e quattro HDMI), Bluetooth e analogici come un qualsiasi preamplificatore, li elabora e poi manda i segnali ai diffusori attivi. La compatibilità dei segnali stereo è fino al Flac mentre per l’home theater è compatibile con codifiche Dolby Digital e DTS. In fase di installazione a ogni diffusore va attribuito il suo ruolo in modo che la centralina riconosca il numero di diffusori collegati e attivi di conseguenza la riproduzione stereo o home theater; il tutto è anche controllabile dal telecomando in dotazione. Si possono formare liberamente sistemi stereo con due diffusori da pavimento o da scaffale oppure un home theater in configurazione 5.1 o 7.1 sfruttando tutti i diffusori. La nuova serie Klipsch sarà disponibile da marzo. HI-FI E HOME CINEMA Philips ha presentato al CES 2016 due soundbar molto diverse tra loro Anche le soundbar Philips puntano sul Dolby Atmos Una è completa del Dolby Atmos mentre l’altra ha una innovativa forma molto compatta P di Roberto FAGGIANO hilips non manca l’appuntamento del CES con la sua nuova soundbar Fidelio, un top di gamma con connessione senza fili Bluetooth e compatibilità con al codifica Dolby Atmos. Per poter riprodurre gli effetti in altezza la soundbar sfrutta una serie di altoparlanti che diffondono verso l’alto con una particolare angolazione, in modo da sfruttare le riflessioni ambientali per riprodurre ogni effetto. Inoltre viene utilizzata anche la tecnologia esclusiva Ambisound per ricreare gli effetti da ogni sorgente. In pratica viene ricreato un sistema 5.1.2 con subwoofer attivo senza fili e potenza complessiva di 400 watt. Gli altoparlanti montati sulla soundbar sono davvero molti: sei larga banda diffondono frontalmente mentre sul lato superiore ci sono altri quattro larga banda e sei tweeter torna al sommario Bluetooth e Hi-Res insieme nel diffusore ultra compatto Sony H.ear a cupola, tutti opportunamente inclinati per combinare i suoni diretti a quelli riflessi e ottenere gli effetti desiderati. Oltre al Dolby Atmos la nuova Fidelio è compatibile anche con le consuete colonne sonore Dolby Digital e dts. Per le connessioni, oltre al già citato Bluetooth, ci sono prese HDMi e digitale ottico. Molto diversa la Fidelio Compact soundbar che si fa fatica a definire una soundbar dato che misura appena 40 cm in larghezza. Anche in questo caso viene usata una combinazione di altoparlanti del tipo MicroBeam per ottenere ugualmente un effetto surround di circondamento. I sei altoparlanti diffondono frontalmente e lateralmente per sfruttare le riflessioni dell’ambiente e creare un suono realistico, pur partendo da una base così piccola. Per la gamma bassa c’è un subwoofer attivo senza fili dalla forma molto sottile, che può essere collocat in verticale o orizzontale. Per questo modello c’è sempre il Bluetooth per la riproduzione musicale e l’ingresso HDMI con ARC verso il televisore. Nuovo arrivo nella gamma H.ear di Sony, è la volta di un diffusore chiamato H.ear Go, così compatto da meritarsi il titolo di diffusore Bluetooth più piccolo al mondo compatibile con musica in alta risoluzione; le dimensioni ultra ridotte sono pari a 204 x 62 x 60 mm mentre il peso è di circa 800 grammi. La compatibilità con la musica in alta risoluzione è fino a 96 kHz, ha Wi-Fi integrato e non manca la possibilità di utilizzare direttamente Spotify Connect e Google Cast dal proprio smartphone o tablet. Il nuovo Go monta due larga banda da 35 mm con potenza di 2 x 12 watt; l’autonomia della batteria è di circa 12 ore. Le finiture sono disponibili negli stessi vivaci colori delle cuffie della serie, in elegante versione metallica. L’arrivo sul mercato è previsto per maggio. Per un utilizzo meno impegnativo e più all’aria aperta ci sono invece i nuovi SRS-XB2 e XB3, entrambi impermeabili con grado di protezione IPX5 e con batteria a lunga durata (ben 24 ore per l’XB3 e 12 ore sull’XB2). Con la tecnologia Extra Bass con radiatori passivi sono dedicati agli ascoltatori più giovani che potranno riempire di musica anche spazi molto grandi, senza temere urti e umidità. Questi diffusori arrivano con quattro diverse finiture colorate e saranno disponibili da aprile. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE HI-FI & HOME CINEMA Streaming player MB50 da 2000 $ e diffusore RS100 da 1000 $ McIntosh si piega a streaming e multiroom Stesso stile ma prezzi (quasi) abbordabili Presentati al CES un diffusore multiroom e un adattatore per sistemi stereo già esistenti di Roberto FAGGIANO C i sono marchi storici dell’alta fedeltà che sono passati indenni attraverso le diverse epoche del settore, senza cambiare la propria natura e mantenendo ferme le loro filosofie e convinzioni. Uno di questi marchi è McIntosh che nel corso dei decenni si è limitato ad aggiungere le nuove sorgenti che la tecnologia ha prodotto. Così era inevitabile che dopo il declino del Compact Disc si arrivasse all’audio digitale senza fili via streaming o archiviato su hard disk. Ecco quindi al CES due nuovi apparecchi che vanno in questa direzione. Il primo è lo streaming player MB50 (2.000$) che è un apparecchio da aggiungere a impianti già esistenti per portare musica via streaming o utilizzando la tecnologia dts Play-Fi. Con l’apparecchio arriva anche la relativa applicazione di controllo che già comprende i servizi di Spotify, Tidal e Deezer. L’MB50 è compatibile con file musicali in alta ri- Il Bluetooth ora gestisce l’audio HD Qualcomm, dopo aver portato un audio wireless in “qualità CD” su milioni di dispositivi grazie a aptX, presenta una nuova versione del codec che migliora la già ottima tecnologia presente su praticamente ogni smartphone e tablet di ultima generazione. aptX HD è la naturale evoluzione del codec aptX: si passa da una qualità di 16 a una a 24 bit e il risultato dovrebbe essere un segnale con meno rumore di fondo e minor distorsione, in grado di viaggiare tranquillamente wireless via Bluetooth. Qualcomm afferma di aver studiato il nuovo codec per i dispositivi Android di prossima generazione e già nei prossimi mesi sarà parte integrante della maggioranza di tablet, media player e smartphone che vedremo negli anni a seguire. aptX HD sarà immediatamente disponibile con il nuovo SoC CSR8675. torna al sommario soluzione fino ai FLAC da 192 kHz/24bit. Inoltre l’apparecchio ha ingressi digitali per collegare ulteriori componenti; in uscita verso amplificatori e preamplificatori ci sono connessioni tradizionali e XLR bilanciate. L’altra novità è niente meno che un diffusore muliroom dall’estetica inequivocabilmente McIntosh, con tanto di Vu-Meter e frontale in vetro, si chiama RS100 e costa “solo” 1.000 dollari, davvero un’inezia per un prodotto dello storico marchio USA. In pratica abbiamo un vero diffusore da scaffale a due vie con woofer da 10 cm e tweeter con cupola in titanio. L’amplificatore è da 60 watt, si può controllare tramite l’app dedicata e utilizza la tecnologia dts Play-Fi oltre al consueto Wi-Fi. L’RS100 può essere usato anche in versione multiroom con le consuete opzioni di riproduzione musicale indipendente in ogni stanza oppure comune per tutta la casa. Sul retro, accanto all’accordo reflex, è possibile collegare direttamente una sorgente via minijack e aggiungere un subwoofer. HI-FI E HOME CINEMA Sony Glass Sound La lampada con la musica dentro Sony presenta Glass Sound Speaker, un diffusore Bluetooth che integra una lampada LED, un oggetto che riunisce due funzioni per chi desidera qualcosa in più dei soliti diffusori. La musica arriva alla lampada tramite Bluetooth da qualsiasi smartphone e dal telefono si può regolare il volume della musica e l’intensità della lampada. Innovativa la diffusione sonora che non avviene tramite altoparlante ma dalle vibrazioni applicate al vetro che racchiude la lampada. L’oggetto fa parte della serie Life Space UX e sarà commercializzato a partire dal mercato giapponese per poi arrivare negli States in estate; ancora nessuna certezza sul suo arrivo sui mercati europei. HI-FI E HOME CINEMA Non ancora comunicati i prezzi dei diffusori; disponibilità da maggio Nuovi diffusori Philips Izzy per il multiroom facile Philips amplia la propria gamma multiroom Izzy verso modelli di maggiori prestazioni Funzionano con Bluetooth e non hanno bisogno di una connessione in rete con Wi-Fi I di Roberto FAGGIANO diffusori Izzy di Philips, divisione di Gibson Innovations, hanno portato il concetto di diffusione sonora multiroom in un ambito più semplice e accessibile. Infatti questi diffusori non hanno bisogno di collegarsi in rete ma si basano sul Bluetooth e sulla tecnologia Multipair per diffondere la musica in tutta la casa. In pratica sono dei diffusori Bluetooth che però possono anche trasmettere oltre che ricevere, quindi basta premere l’apposito tasto Group per far diffondere a tutti i diffusori la stessa musica in tutte le stanze; inoltre è sempre possibile farli funzionare in modo indipendente l’uno dal’altro. Dopo i primi due modelli BM5 e BM50 già visti all’IFA, è ora la volta di due nuovi diffusori con dimensioni e maggiori e con batteria ricaricabile. Il BM6 è un diffusore con due altoparlanti larga banda da 5 cm, è dotato di batteria ricaricabile ed è anche resistente all’umidità con certificazione IPX4. Sono quindi diffusori ideali per ascoltare musica in cucina, in giardino o in bagno. Il BM7 è un diffusore di dimensioni maggiori e utilizza un sistema di altoparlanti stereo con woofer da circa 8 cm, tweeter da 2,5 cm e un radia- tore passivo per i bassi. Oltre al Bluetooth con Multipair come gli altri modelli Izzy, qui è presente anche la modalità di abbinamento automatico NFC. I nuovi diffusori Izzy saranno disponibili dal prossimo mese di maggio, non ancora comunicati i prezzi di listino. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA La nuova gamma ZR di Sony è compatibile con l’applicazione SongPal Musica Hi Res e HDMI negli speaker multiroom Sony Si possono usare con il Bluetooth o collegate al televisore grazie all’ingresso HDMI ARC di Roberto FAGGIANO AKG annuncia il suo primo diffusore, il Q200 Costa 1.499 dollari, ogni esemplate è firmato da Quincy Jones S ony non aveva ancora intrapreso in grande stile la strada dei diffusori multiroom ma con la serie ZR si presenta subito in gran forma e combattiva verso i concorrenti. I nuovi modelli multiroom sono al momento due: il compatto SRS-ZR5 (foto qui a fianco in apertura) e il più ampio ZR7, entrambi controllabili dall’applicazione SongPal, dotati di connessione Wi-Fi e con tecnologia DSEE HX per migliorare la qualità sonora dei brani MP3; per quanto riguarda la compatibilità con musica in alta risoluzione questa è esclusiva del modello maggiore ZR7. In termini di connettività i nuovi diffusori sono dotati anche di Bluetooth con abbinamento automatico NFC mentre è insolita e benvenuta la presa HDMI con ARC per un televisore. Per i servizi di streaming c’è già la compatibilità con Spotify Connect e Google Cast. Molto interessante la funzione Wireless Surround che sarà disponibile dal prossimo giugno e che permetterà di usare il di Roberto FAGGIANO nuovo diffusor ZR5 come canali surround senza fili in abbinamento a soundbar e televisori Sony. Sempre a giugno si potrà usare l’opzione Wireless Stereo per abbinare in stereofonia due diffusori. Dal punto di vista tecnico lo ZR7 utilizza un altoparlante larga banda e un subwoofer in versione stereo mentre il più compatto ZR5 monta un tweeter e un woofer in versione mono. La finitura è disponibile in colore nero oppure bianco. Il modello ZR7, compatibile con la musica in alta risoluzione HI-FI E HOME CINEMA Annunciate alcune migliorie per i diffusori Omni di harman/kardon harman rende gli Omni più evoluti con Google Cast Arriva anche un nuovo modello impermeabile IPX5 e la soundbar con subwoofer attivo di Roberto FAGGIANO L a serie di diffusori multiroom Omni di harman/kardon è stata subito posizionata dagli appassionati tra quelle meglio suonanti. Nell’applicazione però rimanevano piccoli dettagli da migliorare per raggiungere e forse superare i migliori avversari. Forse ora è la volta buona con la nuova gamma + presentata al CES, solo un piccolo segno matematico per segnalare degli aggiornamenti operativi che non modificano la buona struttura dei diffusori. Per gli audiofili la miglioria più importante è la compatibilità con la musica a 192kHz/24 bit dei migliori Flac, dal punto di vista pratico è invece altrettanto importante la compatibilità con Google Cast, che va ad aggiungersi agli altri servizi streaming di Spotify, Deezer e Tidal già presenti. L’applicazione è stata rinnovata anche nella grafica per un migliore utilizzo anche sui tablet. Pare finalmente pronta la Omni Bar, cioè torna al sommario Il primo diffusore AKG è firmato da Quincy Jones la soundbar del sistema che era già stata annunciata ma finora mai arrivata sul mercato. Bello il nuovo diffusore sottile, che oltre alla connessione wi-fi e Bluetooth ha la presa HDMI e un ingresso digitale ottico, con il subwoofer altrettanto compatto e senza fili; però il prezzo sarà di ben 999$, davvero tanti per un diffusore di questo tipo. Del tutto nuovo il modello Omni 50+ (499$), destinato all’utilizzo all’aperto perchè non teme le intemperie e la pioggia grazie alla certificazione IPX5, inoltre è dotato di batteria ricaricabile per una completa libertà di movimento... I prezzi dei nuovi modelli Omni+ non subiscono variazioni rispetto al listino attuale ma per vederli e ascoltarli bisognerà aspettare la prossima estate. Dopo la cuffia N90Q la prestigiosa Quincy Jones Signature Collection ha un nuovo prodotto ed è nientemeno che un diffusore, la prima volta in assoluto per AKG. Dietro a questo diffusore c’è tutta l’esperienza del gruppo Harman mentre il musicista e produttore discografico ha detto la sua sulla resa sonora, tanto da autografare uno ad uno gli esemplari. Il Q200 costa 1.499 dollari, proprio come la cuffia, ed è un diffusore del tipo senza fili per un utilizzo in linea con le nuove abitudini d’ascolto. Il Q200 non è un semplice diffusore Bluetooth perchè è dotato anche di connessione wi-fi, AirPlay e compatibilità DLNA. Il Q200 è anche compatibile con Spotify Connect e si può quindi usare e controllare direttamente da uno smartphone senza dover installare applicazioni dedicate. Inoltre, non disdegna sorgenti più tradizionali dato che ha un ingresso digitale ottico, uno analogico e può addirittura ospitare i segnali di un giradischi grazie al preamplificatore phono integrato. Dal punto di vista tecnico il Q200 monta sei altoparlanti con una potenza complessiva di 300 watt, inoltre integra l’esclusiva tecnologia Harman Clari-Fi per ridare il giusto corpo alla musica troppo compressa. L’estetica riprende molti temi già visti sulla cuffia, a partire dal vistoso logo QJ dorato che troneggia al centro del diffusore. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE GAMING Al CES abbiamo passato un’ora con il nuovo developer kit sviluppato da HTC e Valve HTC Vive, abbiamo provato il nuovo modello Migliorata la qualità e aggiunte funzioni che aiutano a percepire i confini del mondo virtuale È di Roberto PEZZALI ufficialmente iniziata la guerra per la realtà virtuale: Ocuus ha annunciato l’arrivo sul mercato del suo prodotto definitivo a 699 euro con spedizioni a partire da aprile, HTC replica presentando a Las Vegas un secondo developer kit del suo visore Vive, ribattezzato Vive Pre, confermando di essere perfettamente allineata con la roadmap prefissata. Ryan Hoopingarner, Director of Marketing per il VR di HTC, ci ha infatti confermato che l’azienda aprirà presto i pre-order della versione definitiva del Vive e che anche questo, come il modello Oculus, sarà disponibile a partire da aprile. Il prezzo resta ancora top secret, così come il modello che sarà venduto: il product manager che ha seguito la nascita e lo sviluppo del Vive ci ha fatto sapere che il modello finale sarà molto simile ma non identico al Pre che abbiamo avuto modo di provare. Per quanto riguarda il prezzo, abbiamo avuto modo di commentare la scelta di Oculus di posizionare il visore a 699 euro: “Siamo contenti che Oculus abbia deciso di intraprendere la strada della qualità” è stato il commento ufficiale dell’azienda, segno che forse ci si aspettava un prezzo più basso. Vive non sarà economico e, considerando anche la mole di accessori che si porta appresso, potrebbe costare anche più di Oculus, ma la certezza l’avremo solo a febbraio. HTC è consapevole del fatto che l’uscita di Oculus sia un’opportunità per far crescere un mercato dove c’è ancora spazio per tutti coloro che vogliono contribuire in modo sano con prodotti in grado di far percepire la torna al sommario Oculus Rift a 699 euro Consegna da aprile Finalmente sono ufficiali prezzo e data di uscita, ma sul sito le consegne slittano già a maggio. L’Italia nei primi 20 paesi dove sarà disponibile di Franco AQUINI realtà virtuale come l’ultima frontiera dell’entertaiment. Tornando al Vive Pre, una volta indossato il visore ci siamo subito resi conto che è molto più leggero di quello che avevamo indossato a Milano a dicembre: schermi e lenti sono le stesse, ma grazie a un nuovo filtro di accoppiamento tra lente e schermo la qualità, soprattutto nelle scene buie, è leggermente migliorata. La vera novità del visore, oltre ad un restyling dei controller e ai nuovi sensori laser che questa volta si sincronizzano wireless, è la camera frontale. Valve e HTC si sono rese conto che serviva una finestra sul mondo reale per fare in modo che azioni semplici come bere un bicchiere d’acqua con il visore addosso o sedersi su una sedia possano essere fatte senza pericoli. La videocamera introduce nuove modalità all’interno dell’interfaccia virtuale del Vive: se finora avvicinandoci a un ostacolo il visore ci poneva davanti ad una griglia, ora con la nuova versione si capisce cosa c’è oltre la griglia e dove siamo per andare a sbattere. Cliccando due volte sul tasto destro del controller si apre poi una piccola finestra sul mondo reale, un’immagine posizionata come una mappa da guardare con attenzione per capire dove siamo e come siamo girati rispetto al resto della stanza. La cosa più impressionante dell’esperienza offerta da Vive è legata alle ottime demo che l’azienda è riuscita a creare insieme ad una serie di partner: oltre a quelle già viste a Milano, per il CES sono state preparate nuove clip tra cui una simulazione di ufficio dove possiamo fare davvero di tutto, dalle fotocopie alle azioni di disturbo verso il colleghi con palline di carta, aeroplani e matite. Il nuovo modello di developer kit non ha portato molte novità dal punto di vista dell’esperienza che resta qualcosa di unico e di incredibile, ma ha fatto grossi passi avanti per quanto riguarda l’usabilità e la gestione. I controller sono più leggeri e pratici, il casco è senza dubbio molto più comodo e soprattutto i due laser che delimitano la stanza gestendo la posizione del giocatore (Chaperone System) non richiedono più una connessione cablata ma wireless, almeno per quanto riguarda il segnale. Vive Pre si conferma ancora una volta uno dei migliori prodotti che ci sia capitato di provare nel campo della realtà virtuale, sia per qualità che per esperienza vera. Inutile comunque sognare un prezzo bomba: siamo certi che questa soluzione premium costerà ben più di Oculus, anche per il numero maggiore di periferiche che si porta appresso. È già possibile effettuare i preordini di Oculus Rift, visore di realtà virtuale al centro delle attenzioni nell’ultimo periodo. Il prezzo è superiore alle aspettative e alle voci circolate: 599$ per gli USA e 699€ per l’Europa compresa l’Italia. Anche sull’uscita, gli annunci recitavano primo trimestre mentre le prime consegne effettive saranno ad aprile. Collegandosi al sito per i preordini, nel momento in cui scriviamo, si legge che le consegne sono già slittate a maggio, segno che gli ordini stanno saturando la disponibilità di visori, forse la produzione è stata fin troppo prudente. In ogni caso, per tutti i desiderosi di provare la realtà virtuale, sul sito è disponibile anche un utilissimo tool per verificare se il proprio PC risponde ai requisiti richiesti. Ricordiamo, che le richieste hardware hanno portato a quattro il numero di porte USB necessarie, insieme a un processore Intel i5 o superiore, 8GB di ram (meglio anche 16) e una scheda video Nvidia GTX 970 / AMD 290 o equivalente. Nulla si sa invece di Oculus Touch, l’innovativo doppio controller che dovrebbe garantire un’azione di gioco più immersiva. Gli Oculus Touch sono stati rimandati alla seconda metà del 2016 per ottimizzarne funzionalità e ergonomia. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE PC La novità Razer sarà disponibile dal prossimo mese con prezzi a partire da circa 1.000 $ Razer Blade Stealth, il super Ultrabook Soluzione Ultrabook per il gaming con soluzioni integrate che ridefiniscono la categoria di Matteo DISCARDI F orte di una scalata nel mondo del gaming molto importante negli ultimi due anni, e che con la recente partnership con Lenovo ha portato il marchio americano tra i maggiori player di computer, Razer ha presentato un nuovo modello della serie Blade, questa volta un Ultrabook. Come è tradizione dell’azienda, il marchio del gaming è forte anche in questo modello, ma quello che emerge dalla presentazione è che rispetto agli altri competitor l’intenzione è di offrire un Ultrabook privo di compromessi, adatto tanto alla vita di tutti i giorni grazie a leggerezza e praticità della forma quanto alle esigenze di potenza dei titoli più forti sul mercato. Razer Blade Stealth Ultrabook ha display 12,5” 4K (3.840x2.160 pixel, con il 100% di copertura spazio colore Adobe RGB) oppure QHD (2560 x 1440 pixel), Intel Core i7 Skylake a 2.5GHz, 8 GB di RAM e unità SSD Interna da 512 GB. Caratterizzato da un peso di appena 1,24 kg, presenta due porte USB, una uscita HDMI e una porta Thunderbolt 3 (su porta USB-C) per l’alimentazione e la connessione di un display esterno. Completa la dotazione la tecnologia Razer Chroma a due zone, che permette di illuminare tastiera e altre parti del portatile in modo selettivo e programmabile. A queste caratteristiche, che lo rendono già un modello di prima fascia, si può aggiungere una unità esterna Razer Core, in pratica un’unità di calcolo di tipo Desktop, collegabile tramite connessione Thunderbolt 3, che garantisce potenza di calcolo grafico supplementare, permettendo al Blade Stealth di incrementare la potenza per ospitare applicazioni estremamente esigenti in quanto a potenza. Il sistema operativo Windows 10 gestisce in autonomia lo switch dell’unità grafica da interna a esterna, senza intervento dell’utente. Lo stesso canale Thunderbolt permette anche l’utilizzo di altre quattro porte USB, un connettore Ethernet e altri display esterni, dato che il Razer Core permette di ospitare all’interno sino a due schede grafiche PCIe supplementari AMD Radeon o Nvidia GeForce (vendute separatamente). Razer Blade Stealth Ultrabook dovrebbe essere disponibile il prossimo mese con prezzi a partire da circa 1000 dollari, con unità Razer Core rilasciata più tardi il cui prezzo non è stato ancora dichiarato. Acer, Chrome OS su un all-in-one che ricorda l’iMac Acer rinnova la gamma di all-in-one dedicati a Chrome OS con la linea Chromebase 24 Diverse le opzioni disponibili, tra cui anche display touchscreen e processori Intel Core P di Massimiliano ZOCCHI torna al sommario Al CES 2016 c’è spazio per prodotti intelligenti “non connessi” ili è un traduttore che si può indossare con all’interno tutto il suo sapere di Vittorio Romano BARASSI PC Il design ricorda i prodotti Apple, anche se si tratta di una fascia di mercato differente C desktop dotati di sistema operativo Chrome OS sono sicuramente meno conosciuti dei Chromebook, ma hanno saputo ritagliarsi una piccola fetta di mercato in alcuni Paesi. Così Acer ha deciso di rinnovare la sua gamma con la nuova serie Chromebase 24. Diversamente dai modelli dello scorso anno questa volta il design ricorda in maniera più avvertibile i prodotti della mela morsicata, anche se la fascia di mercato è diversa: nonostante non sia ancora noto il prezzo di partenza della nuova serie, è lecito aspettarsi qualcosa di simile al passato con l’entry level nella fascia dei 300 dollari. Il nome indica direttamente la diagona- ili è il traduttore simultaneo da tenere al collo le dello schermo, 24”, con risoluzione Full HD. I processori saranno Intel Core, anche se ancora non si conoscono modelli e configurazioni, e la RAM potrà arrivare fino a 8 GB. Tra le opzioni possibili troviamo anche la versione con display touchscreen multi touch a dieci punti e la compatibilità al supporto standard VESA. Presenti anche webcam e ben quattro microfoni per gestire al meglio le videochiamate. Sul fronte connessioni sarà presente tutto l’essenziale, con porte USB 3.0 e 2.0, HDMI, oltre a Ethernet e lettore di schede SD. Nessuna notizia, per ora, sulla data di lancio europea. Al CES 2016 ecco spuntare un device molto smart ma allo stesso tempo talmente autonomo nella sua funzionalità da risultare quasi anomalo. ili è il primo wearable translator che sembra essere già pronto per essere lanciato sui mercati: non si sa ancora il prezzo ma la startup alle sue spalle darà il via ai preordini tra marzo e aprile. ili non è nient’altro che una piccola scatoletta da indossare nel modo che si preferisce in grado di riconoscere e di tradurre simultaneamente inglese, giapponese e cinese. Al suo interno c’è tutto quello che serve: una sorta di archivio con i dati necessari, un sistema di riconoscimento vocale e un apposito sintetizzatore vocale da usare sia per capire cosa il nostro interlocutore dice sia quello che vorremmo dirgli. Una sorta di Google Translate, solo che qui non c’è bisogno di una connessione Internet. Quello visto al CES è uno dei primi prototipi che la startup ha presentato al pubblico; è provvisto di un paio di LED e di un unico pulsante fisico attraverso il quale eseguire tutte le operazioni. Nonostante la prima versione possa far poco gola a noi italiani, sono già previste una versione di seconda generazione e una di terza, con quest’ultima che sarà in grado di riconoscere e tradurre anche spagnolo, arabo e italiano (oltre a francese, coreano e tailandese dalla 2^ gen). n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE PC Haier sbarca nel mondo dei notebook ultraleggeri con un CloudBook e un Ultrabook Haier crea un “MacBook” con Windows Il CloudBook di Haier è una rivisitazione del concetto di Chromebook in chiave Windows 10 H di Franco AQUINI aier, già produttore di smartphone e tablet Android, sbarca anche in Occidente con la sua linea di PC, un Ultrabook e una rivisitazione del concetto di Chromebook in chiave Windows 10, che l’azienda chiama CloudBook. Impossibile non vederci una somiglianza incredibile con i MacBook Pro e i MacBook Air, con Haier che sembra aver curato la copia anche nei minimi dettagli. Per un produttore leader mondiale nella produzione degli elettrodomestici, la “fotocopia” di un design che ormai è un’icona riconoscibile anche ad occhi chiusi non è il miglior biglietto da visita per presentarsi sul mercato. Il CloudBook di Haier (modello HT1401) è un notebook da 14’’ con processore Intel Bay Trail, 2 GB di RAM e 32 di storage locale espandibile tramite micro SD. Un PC dalle caratteristiche base quindi, che pone l’accento sulla mobilità, con un’autonomia che va dalle 6 alle 8 ore di utilizzo e che pesa appena 1,2 kg, contenuti in un telaio spesso appena 2 cm. La filosofia è quella dei Chromebook di Google, notebook ultra leggeri, portatili e che basano tutto (o quasi) sul cloud, ma il sistema operativo è Windows 10. Proprio a questo scopo Haier offre, nel primo anno di utilizzo, 100 GB di cloud storage gratuito: sarà interessante vedere come (e se) Windows 10 riuscirà ad adattarsi perfettamente alla filosofia voluta da Haier. Arriverà in Europa nel primo trimestre 2016 a 229 euro. Ultrabook, invece, è l’alternativa chic per chi vuole un notebook potente e che sia anche bello da vedere. Il concetto è noto ormai da anni ed è stato adottato un po’ da tutti i nomi noti dell’industria: quello di Haier avrà uno schermo 13’’ con risoluzione Full HD, un disco SSD da 128 GB e 4 GB di RAM per 1,3 kg di peso e solo 1,2 Remix OS 2 sembra la prima incarnazione di Android adatto a un utilizzo desktop Disponibile come download gratuito per Mac e PC, o anche per TV con spesa minima di Matteo DISCARDI cm di spessore. A differenza del MacBook di Apple (se proprio dobbiamo trovare differenze), con questo Ultrabook non bisognerà rinunciare alle porte USB, ce ne sono infatti 2 di tipo USB 3.0, una micro HDMI e un lettore di schede SD. Ci sarà la possibilità di avere anche, come opzione, un lettore di schede 4G LTE. L’Ultrabook sarà disponibile in Europa nel secondo trimestre del 2016 a partire da 549,90 euro. PC Un tablet con mini proiettore, batteria aggiuntiva e 3D camera i moduli esterni opzionali Lenovo X1, il tablet modulare “trasformista” X1 Tablet ThinkPad cambia “forma” a seconda delle esigenze grazie a moduli intercambiabili A di Gaetano MERO pproda nella serie X1 di Lenovo un tablet modulare che promette di adattarsi a ogni esigenza attraverso moduli clip-on intercambiabili. L’X1 Tablet ThinkPad non è quindi il solito dispositivo, possiede le caratteristiche di un tablet e le doti di un ultrabook; oltre ad essere componibile, ha un grande display da 12’’ con risoluzione di 2160x1440 pixel e un peso di 795 grammi. Elemento distintivo sono le varie estensioni opzionali pensate da Lenovo. Il Modulo Produttività, ad esempio, regala al tablet ulteriori 5 ore di autonomia – che si sommano alle 10 ore della batteria integrata –, uscita HDMI e un’aggiuntiva porta USB. Col Presenter Module l’X1 Tablet diventa un proiettore fino a 60’’ pensato per videoproiezioni in ufficio e conferenze; il modulo 3D Imaging, infine, aggiunge una Intel RealSense Camera al dispositivo per la realizzazione di progetti in torna al sommario tre dimensioni. Oltre al supporto per la Stylus Pen, l’X1 Tablet è pensato per lavorare assieme alla sottilissima tastiera ThinkPad che lo rende un vero e proprio Ultrabook. Il dispositivo dispone inoltre di un pannello posteriore rimovibile utile per manutenzione ed eventuali upgrade hardware. La configurazione al top prevede processore Intel Core m7, 16 GB di RAM LPDDR3 e un SSD da 1 TB. Il sistema operativo è Windows 10 disponibile in varie versioni in base alla configurazione. È dotato di modulo 4G LTE che supporta nano SIM, una doppia fotocamera, da 2 MP e 8 MP con Flash, una porta USB 3.0 standard e una TypeC per ricaricare il dispositivo e lettore d’impronte. Non mancano Wi-Fi e lettore microSD. L’X1 Tablet di Lenovo sarà disponibile da febbraio negli USA nei colori nero, rosso e silver a un prezzo Remix OS 2 reinventa Android su PC Mac e TV di partenza di 899 dollari. Il modulo produttività potrà essere acquistato a un prezzo di 149 dollari da febbraio. Bisognerà aspettare maggio per il mini proiettore e per il modulo 3D imaging proposti rispettivamente a 279 $ e 149 $. Resta da capire se anche altri produttori vorranno cimentarsi nella creazione di moduli per il tablet di Lenovo e se la gamma di estensioni verrà in futuro implementata con nuove funzioni. Forte di una campagna su Kickstarter capace di raccogliere più di 1,6 mln di dollari a fronte di una richiesta di 50.000, Jide ha presentato al CES Remix OS, soluzione per portare una versione ad hoc di Android su PC o Mac gratuitamente, o con un hardware dedicato anche su TV con connettore HDMI. Simile graficamente a una versione semplificata di Windows o a Chrome OS, Remix OS ha tutte le caratteristiche fondamentali per un sistema operativo: utilizzo delle finestre, menu Start, tasto destro del mouse, auto update e capacità di operare con le app in finestra o a pieno schermo. Le app non mancano: non è chiaro se la compatibilità sia estesa a tutte le app di Android, tuttavia al CES sono state dimostrate Facebook e Microsoft Word (per cui presumibilmente tutto Office per Android) e Modern Combat 5. Per installare Remix OS basta una veloce chiavetta USB da almeno 8 GB formattata in FAT32 (o una partizione del computer): in alternativa, sarà possibile acquistare Remix Mini, piccolo hardware dedicato da circa 70 dollari, proprio di una porta HDMI per la connessione a un TV, presa Ethernet e due porte USB. La disponibilità del software per il download è data entro gennaio, mentre l’hardware Remix mini è già disponibile online su Amazon UK e DE. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE PC La versione con display FullHD arriverà in Europa a febbraio, prezzo a partire da 1119 euro Switch 12S, anche Acer ha il suo “Surface” Acer Switch 12S è un notebook convertibile con schermo anche 4K e Thunderbolt 3 Interessante il sistema a doppia camera Intel RealSense per scansionare oggetti in 3D L di Franco AQUINI a linea Aspire Switch guadagna un nuovo top di gamma: Switch 12S è un notebook 2-in-1 con il top della tecnologia a bordo. Si tratta di un tablet Windows 10 con una tastiera collegata magneticamente che dispone anche di due porte USB 3.0 (ma non ha batterie per aumentarne l’autonomia del sistema o storage aggiuntivo). Il fronte hardware è ben aggiornato: una CPU Intel Core M di sesta generazione (Skylake) e un display da 12.5’’ IPS, che, nella versione migliore, ha risoluzione 4K, ma che, in quella meno costosa, è FullHD: non un grande problema, il Full HD è più che sufficiente vista la dimensione contenuta del display. Ma il dettaglio forse più interessante è la nuova cerniera che collega la tastiera, un concentrato di tecnologia che permette, con la sola connessione magnetica, di avere una banda passante di 6 Gbps, il che permette allo Switch 12S di montare due porte USB 3.0 nella docking. Senz’altro degna di nota è la connessione Thunderbolt 3 con connettore USB 3.1 Type-C, una tipologia di connessione versatile che permetterà al notebook di collegare dispositivi esterni con un trasfe- Dell mostra due monitor wireless di cui uno con base che può caricare smartphone con gli standard principali di ricarica Wireless Qi e PMA di Franco AQUINI rimento fino a 40 Gbps oppure fino a due monitor 4K esterni. In alternativa, vista l’ampiezza della banda disponibile, sarà possibile collegare una futura Acer Graphic Dock per aumentare le potenzialità grafiche da sfruttare con i giochi. Ultima, ma non meno importante, la camera posta sul retro, una Intel RealSense Camera R200, capace di catturare i movimenti per generare modelli 3D o di scansionare oggetti in 3D. Sul fronte delle connessioni, oltre alle già citate USB 3 e alla Thunderbolt, troviamo una porta micro-HDMI, una micro-SD e un jack cuffia/microfono. La dotazione di memoria sarà di 4/8GB di RAM e di 128/256 GB di storage SSD. L’Acer Switch 12S sarà disponibile anche in Europa dal mese di febbraio a partire da 1119 euro, per la versione con display FullHD. Prezzi a salire, ma non ancora comunicati per quello che riguarda la versione con schermo 4K. video lab Acer Switch 12S Il convertibile con la voglia del 4K PC Lenovo rinnova la serie Yoga con 900S: stessa filosofia originaria ma con alcune migliorie Yoga 900S resta il convertibile più sottile al mondo Ha un design ancor più sottile, batteria migliorata, schermo QHD e supporto ad Active Pen T di Gaetano MERO ra le varie novità di quest’anno, Lenovo aggiorna anche la linea classica di laptop Yoga con il modello 900S, il convertibile più sottile con i suoi 12,98 mm e dal peso dichiarato di 999 grammi. Il laptop è costruito con una nuova lega di carbonio e presenta la cerniera a cinturino che ne permette l’utilizzo in modalità classica, stand, a tenda e tablet attraverso la rotazione dello schermo a 360°. Un passo in avanti è stato fatto rispetto ai predecessori a livello di autonomia, la batteria dura infatti 10 ore e mezzo. Lo Yoga 900S è pensato inoltre per l’entertainment in mobilità e per questo è do- torna al sommario Da Dell il monitor che ricarica (senza fili) il telefono tato di schermo touch QHD da 12,5’’ con risoluzione 2560 x 1440 Pixel (opzionale) e audio Dolby. Impreziosisce il dispositivo la compatibilità con Active Pen a 2048 livelli di sensibilità alla pressione per regalare una buona esperienza di scrittura ed estendere di fatto l’utilizzo dello Yoga ai settori dell’elaborazione d’immagine, design grafico e dell’arte digitale in generale. Nello Yoga 900S possiamo trovare la seconda generazione di processori Intel Core m7, scheda grafica HD integrata, fino ad un massimo di 8 GB di RAM LPDDR3 e un SSD PCIe Samsung da 512 GB. Il sistema preinstallato sarà Windows 10 Home, completano la sche- da tecnica connettività Wi-Fi e Bluetooth e due USB 3.0, di cui una standard e una Type-C che funge anche da uscita video. Lo Yoga 900S sarà disponibile negli USA, nella colorazione nero e bronzo, da marzo 2016 con un prezzo che parte da 1099 dollari. Attendiamo notizie per l’Italia. Tra le novità che Dell ha portato al CES c’è qualcosa di particolare come il 23 Wireless Monitor che permette di ricevere dati senza fili da PC Windows e dispositivi Android tramite Miracast e Bluetooth. Ma ha anche un’altra funzione interessante, quella che di fatto lo distingue: la sua base d’appoggio funziona da sistema di ricarica wireless e supporta entrambi gli standard Qi e PMA. Il display è un 23 pollici IPS Full HD con 2 piccoli diffusori da 3 watt, ha un angolo di visuale di 178 gradi in entrambi i versi e dispone di porte standard HDMI e USB 2. L’idea, anche se sembra essere molto utile, non è particolarmente originale. Samsung, infatti, aveva già mostrato il suo SE370 all’IFA di Berlino, monitor dalle caratteristiche molto simili a questo modello proposto da Dell ma compatibile con il solo standard Qi. Il fratello maggiore, si fa per dire, è un 23.8 pollici denominato senza troppa fantasia 24 Wireless Monitor. Questa volta non c’è la base con ricarica Wireless e gli speaker, ma compaiono invece 4 porte USB 3.0. Entrambi i monitor usciranno a fine marzo al prezzo di 429$ per il più piccolo con ricarica wireless e 469$ per il fratello maggiore con le 4 porte USB 3.0. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE PC Lenovo ThinkPad X1 Yoga con display OLED da 2.560x1.440 pixel sarà disponibile da aprile X1 Yoga, primo convertibile con display OLED Lenovo presenta un nuovo notebook “ibrido”, ultra leggero e pensato per l’uso in mobilità Si fa notare per il display 14’’ OLED, la dock incorporata per la Stylus Pen e il modulo 4G LTE L di Gaetano MERO enovo debutta al CES di Las Vegas con prodotti premium che arricchiscono la Serie X1, segmento di Lenovo caratterizzato da device ultrasottili e ad alte prestazioni. A spiccare tra i dispositivi è X1 Yoga, un convertibile che perde, in questo caso, la famosa cerniera in stile cinturino pur mantenendo la stessa versatilità degli altri modelli Yoga. Resta intatta la sua natura di dispositivo “convertibile”: a seconda delle esigenze di utilizzo può essere usato come notebook, tablet, stand, e “tenda”. Il portatile è realizzato in fibra di carbonio, ha uno spessore di 1,68 cm e un peso di 1,27 kg, È Asus il primo monitor con USB Type-C Asus ha presentato il monitor MB169C+ che utilizza come unica porta di connessione il nuovo standard USB Type-C. Siamo davanti a un monitor da 15.6’’ con risoluzione Full HD e pannello IPS capace di assicurare un migliore angolo di visione rispetto alla generazione passata. Asus dichiara che grazie alla sua Ultra Low Bluelight Technology il monitor è capace di ridurre l’emissione di luce blu del 70% al fine di limitare l’affaticamento degli occhi, e garantisce che la connessione USB Type-C è compatibile con qualsiasi dispositivo che supporta tale collegamento video inclusi gli ultimi MacBook o i ChromeBook Pixel. Nessuna informazione su disponibilità e prezzi. torna al sommario dedito dunque all’uso in mobilità anche se non tra i più leggeri in assoluto. Lenovo punta sul display avendo dotato X1 Yoga di un 14’’ Samsung OLED da 2.560x1.440 pixel (opzionale), cosa che lo rende il primo convertibile a utilizzare questa tecnologia, ormai abbastanza diffusa negli smartphone, meno nei tablet e per nulla nei notebook. È possibile corredarlo anche di una Stylus Pen che trova spazio in una dock ricavata nello chassis del laptop, dove è possibile ricaricarla: la penna attiva è in grado di offrire 100 minuti di autonomia con soli 15 secondi di carica e interagisce con tutte le applicazioni che richiedono l’inserimento di testo grazie al sistema WriteIt di Lenovo. L’autonomia dichiarata di X1 Yoga è di 11 ore, si dovrebbe dunque arrivare tranquillamente a fine giornata lavorativa. Tutto è mosso da processori Intel Core i7 Skylake, RAM DDR3 fino a 16 GB, Hard Disk NVMe SSD di Samsung fino ad 1 TB e Windows 10 Pro a 64 bit. È dotato di connettività USB 3.0 e HDMI. Tra le altre opzioni troviamo il modulo 4G LTE per navigare anche in assenza di reti WiFi e il lettore di impronte digitali per tenere al sicuro i nostri dati. Lenovo ThinkPad X1 Yoga sarà immesso da subito in commercio negli USA con un prezzo di 1.449 dollari, la variante OLED sarà disponibile invece da aprile a un prezzo ancora da definire. VIDEO Solar X, prima action cam a carica solare Dopo l’annuncio di Nikon, che ha presentato il suo primo modello di action cam con capacità di ripresa a 360°, tocca ora a player minori cercare l’innovazione in un settore ormai ampiamente consolidato. Activeon ha presentato la prima action cam a ricarica solare, processo reso possibile da due alette che, una volta aperte, catturano i raggi a energia pulita per una ricarica completa in un’ora (80% nella metà del tempo), con un’autonomia dichiarata di due ore. Solar X propone anche registrazione in 4K, schermo da 2” touchscreen e Wi-Fi integrato per lo scarico del materiale verso ogni dispositivo iOS e Android. Solar X di Activeon dovrebbe arrivare sul mercato non prima di aprile a un prezzo indicativo di 450 dollari. PC Tra le specifiche, copertura spazio colore Adobe RGB al 100% e tempi di risposta di 0,1 ms Monitor Dell senza compromessi: OLED da 5000 $ Dell presenta un nuovo display professionale OLED 4K, ma il costo è ancora proibitivo di Matteo DISCARDI a tecnologia OLED arriva anche sui monitor ad altissima risoluzione con il nuovo Dell UP3017Q, un display con risoluzione 4K e altre caratteristiche da favola. A 30 pollici di diagonale un display 4K è già un ottimo risultato (non il migliore del mercato, ma molto buono), ma considerando che il display è OLED tutto diventa ancor più interessante. Insieme alla risoluzione e alla tecnologia del pannello, una considerazione particolare riguarda il colore grazie alla copertura del 100% del gamut Adobe RGB, la capacità di riproduzione di 1 miliardo di colori e del 98% dello spazio colore DCI-P3, cui ovviamente si aggiunge il super contrasto permesso dal tipo di pannello: la risposta di 0,1 millisecondi lo rende adatto a chi fa correzione cromatica e post-produzione vi- L deo, anche se può essere utilizzato per lussuose sessioni di videogiochi, che anche grazie al contrasto dichiarato di 400.000:1 possono offrire immagini e ambientazioni virtuali di notevole impatto (a patto che la scheda video sia in grado di rendere al meglio un numero così alto di pixel). Il monitor integra vari sensori che spengono il display quando non in uso (grazie a un sensore di movimento) e, anche sotto il profilo costruttivo ci troviamo di fronte a un prodotto di ottima fattura: un braccio snodato consente il posizionamento in modo molto libero mentre un cavo USB-C permette il passaggio di dati ad alta velocità ma è anche ideale per alimentare computer portatili a basso consu- mo (come il nuovo Razer Blade Stealth presentato proprio al CES). Completa la rosa delle connettività un ingresso HDMI 1.4 e quattro USB 3.0. L’arrivo ufficiale del mercato è stimato per marzo, ma aspettate a prenotarlo, il costo dovrebbe essere di 4999 dollari, una fascia ancora decisamente alta anche per il professionista più esigente. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE PC Il nuovo router TP-Link è l’evoluzione dell’attuale modello AC3200. Prezzo non comunicato TP-Link corre veloce: Wi-Fi fino a 7 Gbps E nel test reale in fiera arriva a 2,2 Gbps TP-Link Talon AD7200 è il primo router al mondo compatibile con lo standard 802.11ad Capace di offrire una banda superiore a 7 Gbps; raggio d’azione limitato rispetto all’attuale di Matteo DISCARDI ochi giorni dopo l’annuncio di Acer con il primo laptop con chip Wireless 802.11ad, ecco arrivare sul mercato anche il primo router compatibile con questo nuovo standard di trasmissione dati Wi-Fi. Il TP-Link Talon AD7200 è l’evoluzione dell’attuale modello AC3200 e il primo router a supportare questo protocollo di connessione: se le normali trasmissioni Wi-Fi attuali viaggiano sulle frequenze di 2.4 Ghz o 5 Ghz, il nuovo standard AD opera invece sulla frequenza di 60 Ghz e offre una larghezza di banda estremamente più alta dello standard attuale. A livello puramente teorico, lo standard Wi-Fi ad può arrivare a 7.2 Gbps combinando più bande. Il rovescio della medaglia è che, sempre in teoria perché si parla di apparecchi appena annunciati, il campo d’azione di questo standard Wi-Fi è molto più contenuto dal punto di vista della distanza rispetto a quelli attuali, si parla quindi di una trasmissione entro la stanza, difficilmente oltre. Ideale per trasmettere un P video 4K da un disco di rete o un computer alla smart TV del salotto, oppure in un ufficio per la trasmissione di una grossa quantità di dati dal computer al server o tra due computer, eliminando di fatto la necessità di una connessione fisica. Il router si presenta in una inusuale forma a parallelepipedo nero con otto antenne, due porte USB 3.0 per la condivisione di volumi esterni e quattro porte Gigabit ethernet. Non è dato sapere il prezzo, mentre per la commercializzazione dovremmo attendere il secondo quarto dell’anno. Nel test di trasmissione eseguito in fiera, in un ambiente inquinato dal punto di vista elettromagnetico, il data transfer netto è di oltre 2,2 Gbps con circa tre metri tra router e smartphone. Lo strano desktop Lenovo con proiettore integrato IdeaCentre 610S è il PC desktop pensato per essere usato con l’apposito proiettore 720p I torna al sommario HumanEyes Technologies lancerà sul mercato una videocamera in grado di registrare video in realtà virtuale a un prezzo interessante di Pierfrancesco PETRUZZELLI PC Disponibilità del PC Lenovo dalla seconda metà dell’anno; il prezzo partirà da 849 dollari di Gaetano MERO deaCentre 610S presentato da Lenovo durante il CES ha davvero l’aria di essere un PC venuto dal futuro. Può fare a meno del monitor in quanto lavora in coppia con un proiettore senza fili (opzionale), staccabile, che proietta a una distanza ideale di 2,4 metri uno Per riprendere la realtà virtuale bastano 1000 $ Ci pensa Vuze schermo da 100’’ con risoluzione 720p. Risoluzione piuttosto bassa considerando gli standard attuali e la dotazione tecnica dell’apparecchio, cosa che lo rende al massimo un piacevole extra per sessioni di gioco “casual” o la visione di qualche video. È votato all’intrattenimento, date le dimensioni generose restituite dal proiettore, ma racchiude, in un particolare case triangolare dal peso di appena 2 kg dalle rifiniture metallizzate, una scheda tecnica non indifferente. Monta processori Intel Core di sesta generazione sino a i7, una scheda grafica Nvidia GTX 750Ti con 2G GDDR5 dedicati, fino a 16 GB di RAM DDR4, e un HDD da 2 TB. Il proiettore è basato su tecnologia DLP a 720p di risoluzione ed è in grado di generare un’immagine da 100’’ a 2,4 metri di distanza, ha uno speaker interno da 2 Watt, ingresso HDMI e porta USB 2.0 in 7 cm di altezza. Si può staccare dall’unità e può essere utilizzato separatamente come un comune proiettore, grazie anche al supporto per treppiedi e cavalletti standard. Per quanto concerne il lato software si può contare sull’ultima versione del sistema operativo Microsoft presente nella distribuzione Home, la connettività è garantita da Wi-Fi fino a 802.11 a/c, Bluetooth 4.0 e quattro porte USB 3.0 standard. IdeaCentre 610s sarà disponibile, con il proiettore staccabile opzionale, dal secondo semestre del 2016, a un prezzo che parte da 849 dollari. HumanEyes Technologies, azienda leader nel settore del 3D, ha presentato una videocamera per la realtà virtuale in grado di scattare foto e video a 360 gradi a un prezzo alla portata di tutte le tasche. Il fatto che esistano videocamere per VR non è una novità, tanto più che sappiamo bene che la realtà virtuale sarà il trend dal 2016 in avanti. Quello che differenzia la videocamera Vuze dalla maggior parte dell’offerta è il suo carattere low cost: la macchina sarà disponibile da agosto, avrà un prezzo inferiore ai 1000 dollari e sarà venduta in bundle con il software VUZE Studio, un programma completo di editing video per principianti e professionisti che utilizza la tecnologia proprietaria Adaptive Blending per “fondere” in un quadro avvolgente tutte le immagini con la minor distorsione possibile e con un tempo di elaborazione che dovrebbe essere quasi in tempo reale. Vuze, dal design moderno e dal peso molto contenuto, sarà lanciata in diverse colorazioni insieme a un bastone per selfie che può diventare anche un treppiede. A livello tecnico, l’azienda ha scelto di utilizzare un totale di 8 telecamere Full HD, due per lato, che permettono di registrare contenuti in 4K VR su una scheda SD rimovibile in formato H.264. Il controllo a distanza sarà gestito da un’app per smartphone dedicata. Television Philips Android TV™ Gli unici al mondo con Ambilight Android, Google Play e gli altri loghi sono marchi di fabbrica di Google Inc. Il robot Android è riprodotto o modificato dal lavoro creato e condiviso da Google ed è usato in base ai termini descritti in Creative Commons 3.0 Attribution License. Scopri tutti i vantaggi di Philips Android Tv™ Ultra Hd, gli unici Tv al mondo che abbinano alla magia di Ambilight il potere ed i molteplici contenuti di Google Play™. Immagini 4 volte più definite ed interazione smart al massimo: la televisione va al di là dell’ordinario. Experience at www.philips.it/tv - /PhilipsTVItalia n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE SMARTHOME Le novità tecnologiche di LG sono pensate per un forte risparmio energetico LG rinnova il frigo: bussi e vedi cosa c’è dentro Con Knock-On Door-in-Door bussi sulla porta del frigo e questa diventa trasparente E, quando serve, si apre da solo con il solo tocco di un piede grazie a Auto Door Open di Franco AQUINI G, già divenuta celebre per la tecnologia Door-in-Door, propone sui nuovi LG Signature un’ulteriore evoluzione: con Knock-On Door-in-Door è sufficiente battere due volte con le nocche perché una porzione di una delle due porte passi dall’essere opaca a totalmente trasparente, mostrandoci il contenuto del frigo. La seconda tecnologia che mette in campo la casa coreana si chiama Auto Door Open e permette di aprire il frigo senza il bisogno di toccarlo. Il frigo proietta una piccola scritta “open door” appena davanti le porte. Mettendoci i piedi sopra, il frigo si aprirà autonomamente, per aiutarci in tutte quelle situazioni in cui bisogna riporre all’interno piatti o pietanze voluminose da tenere con entrambe le mani. LG ovviamente ha sottolineato come il sistema sia in grado di distinguere un essere umano da un animale. L SMARTHOME HaLow è il nuovo Wi-Fi per l’Internet delle cose Si chiama Wi-Fi HaLow ed è essenzialmente la risposta della Wi-Fi Alliance al Bluetooth per applicazioni come Internet of Things e Smart Home. Wi-Fi HaLow è il nome commerciale dello standard in via di ratificazione IEEE 802.11ah, appartenente alla famiglia dei protocolli Wi-Fi ma con differenze nette: bassa potenza di trasmissione, consumi energetici ridotti, bassa capacità (fino a sotto 1 Mbit/s) e ampia portata grazie a frequenze nella banda dei 900 MHz. Rispetto al Bluetooth, il nuovo standard promette consumi paragonabili e un maggiore raggio d’azione, almeno doppio rispetto a quello delle attuali tecnologie Wi-Fi, (il Bluetooth nei prodotti consumer si ferma a poco più di una decina di metri in condizioni ottimali). Per i primi prodotti certificati HaLow occorrerà aspettare almeno un paio d’anni. torna al sommario Il sistema idraulico che scuote il divano Immersit ha ideato un impianto idraulico per il divano che vi porta al centro dell’azione Quattro supporti sotto i piedi del divano e questo si muoverà seguendo l’azione del gioco o del film che state vedendo di Franco AQUINI Queste due nuove tecnologie vanno in direzione di un netto risparmio energetico, ottenuto dal ridurre al minimo la necessità di aprire il frigorifero con la conseguente minor dispersione di aria fredda. Ma quello della riduzione delle aperture non è l’unico sistema tramite il quale LG intende ridurre il consumo energetico: anche i nuovi frigoriferi firmati LG hanno all’interno l’Inverter Linear Compressor, un sistema in grado di bilanciare automaticamente la capacità di raffreddamento basata sul carico interno, garantito 10 anni. SMARTHOME Nuove batterie smart grazie all’ingresso USB Smart battery Black and Decker Può ricaricare anche il telefono B di Vittorio Romano BARASSI lack and Decker ha portato al CES 2016 una particolarissima batteria (da 20V) intelligente da installare in tutti gli apparecchi elettronici che l’azienda stessa produce. La nuova smart battery Black and Decker è, infatti, dotata di un’ingresso USB che permette la carica di ogni tipologia di dispositivo collegabile tramite questa interfaccia; oltre al trapano e alla sega elettrica, dunque, è possibile ricaricare anche smartphone e tablet. Essendo smart, il prodotto ha anche qualcosa in più: grazie a un’app per smartphone e alla classica connettività Bluetooth può essere utilizzato per bloccare/sbloccare un attrezzo al quale è collegato (una sorta di modalità anti-infortunio) oppure si può ritrovarlo nella confusione del garage facendogli emettere luci e suoni. La smart battery può essere connessa con più smartphone contemporaneamente, così se si perde o si rompe uno di essi sarà sempre possibile ripristinare e continuare a utilizzare gli attrezzi. Black and Decker ha annunciato che il prodotto, non proprio leggero e modo da trasportare, arriverà in estate a 69 dollari. Se lo scopo è quello di ricreare una vera sala cinematografica o campo da gioco in salotto, allora non ci si può fermare a un ottimo impianto audio-video o a un caschetto per la realtà virtuale. L’immersività deve riguardare anche il divano, o almeno così la pensa Immersit. Pensate a quello che succede con i joypad di una Xbox One o di una PS4 quando giocate e trasferitelo al divano o a una poltrona. L’idea è questa ed è realizzata tramite quattro supporti idraulici da inserire sotto i piedi della poltrona. Il divano verrà mosso o scosso seguendo l’azione del gioco o del film che starete vedendo. Immersit non ha bisogno del supporto degli studi cinematografici o videoludici, utilizza un sistema che “ascolta” l’audio del film o del gioco per calibrare i movimenti o le scosse in tempo reale, di conseguenza qualunque contenuto è già pronto per essere sfruttato con questo dispositivo. Il sito ufficiale dice poco di più, mostrando solo qualche immagine e un video. Immersit assicura comunque che l’installazione sarà semplicissima. Vedremo, intanto aspettiamo la campagna di crowfunding, che dovrebbe partire entro questo mese, per avere qualche informazione in più su come sarà accolto dai potenziali acquirenti. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE SMARTHOME Dotato di un tablet da 21.5 pollici, sarà disponibile da maggio negli USA Ecco il super frigorifero smart di Samsung Gestisce le scadenze e può fare la spesa Samsung Family Hub Refrigerator mostra cosa c’è dentro senza aprirlo e fa la spesa online A di Franco AQUINI nticipato prima dell’apertura della fiera con il lancio di alcune foto, ora al CES 2016 Samsung presenta il frigorifero con un tablet da 21,5’’, big touchscreen mosso dal sistema Tizen di Samsung e che dialoga con tutto l’ecosistema, TV compresi. Il Family Hub è il centro nevralgico di ogni cucina e permette di fare molto di più che tenere al fresco gli alimenti. Permette ad esempio di rifornirsi di alimenti freschi, grazie all’applicazione Grocery sviluppata in partnership con MasterCard: grazie a questa applicazione, sarà possibile ordinare cibi freschi e non da diversi esercenti, pagandoli con carta di credito. Ma se abbiamo bisogno di fare la spesa alla vecchia maniera, niente paura: grazie all’app per iOS o Android e alle tre fotocamere installate nel frigo, possiamo in ogni momento sbirciare all’interno, per sapere in ogni momento, magari quando siamo al supermercato, se abbiamo finito le uova o il latte. L’enorme schermo touch fa molto di più, ha all’interno l’app di Pandora e permette di fare streaming musicale verso il proprio sistema audio connesso oppure mostra quello che succede sul TV Samsung in salotto. E poi ci sono le classiche applicazioni che ci si aspetta da un frigorifero: chi non dà un occhio, la mattina, al calendario sincronizzato con il resto della famiglia sul frigorifero? In più ci sono le foto, le note e i video di YouTube. Tutto gestibile dall’app per smartphone. Anche le funzioni da “semplice” frigorifero lo fanno sembrare molto smart grazie alla Flexzone, una zona del frigo che può funzionare anche da freezer a seconda dell’impiego che intendiamo fare del frigo. Il Samsung Family Hub Refrigerator sarà disponibile a partire da maggio negli USA, ma nulla si sa ancora sul prezzo. Con Netatmo Presence la casa è ancora più sicura Camera di sicurezza per esterni che riconosce volti, animali domestici e passaggi di auto N torna al sommario L’ultimo nato in casa iLuv, società specializzata in piccoli dispositivi smart per la casa, è un piccolo speaker per l’ascolto on-the-go, che può essere configurato per il multiroom domestico E costa pochissimo di Franco AQUINI SMARTHOME Netatmo Presence si è aggiudicato un premio della critica al CES 2016 di Matteo DISCARDI etatmo ha presentato Presence, una videocamera da esterni che aggiunge, oltre al sistema di riconoscimento dei volti impiegato dai dispositivi da installare in casa, un più sofisticato algoritmo che consente di riconoscere cani, gatti e automobili di passaggio. Il cuore è il sistema SmartSightTM che oltre a riconoscere i volti delle persone riesce a categorizzare anche animali e automobili in movimento, semplificando il lavoro dell’utente che altrimenti riceverebbe dalla telecamera da esterno sin troppe segnalazioni rischiando di non riconoscere quelle effettivamente importanti. Le notifiche sono classificate per Persona vista, Macchina vista Da iLuv lo speaker multiroom per tutte le tasche o Animale visto: queste possono essere relegate a specifiche zone di visibilità, in modo da monitorare solo una parte della zona di controllo. La telecamera ha un angolo di visione di 100° e consente di localizzare eventi anche a 20 metri di distanza. Presence integra un sistema di luce a infrarossi per vedere e registrare video anche nel cuore della notte, e una luce intelligente che può essere controllata da remoto, per spaventare eventuali intrusi o illuminare un tratto di strada o passaggio temporaneamente. Consente la registrazione dei filmati in FullHD su una MicroSD interna e la trasmissione online in forma crittografata e sicura, connettendosi alla rete Wi-Fi di casa. Compatibile con smartphpone e tablet Android e iOS (incluso Apple Watch), nonché tramite browser anche da Mac e PC. Presence sarà disponibile dal terzo trimestre 2016 a un prezzo non ancora dichiarato. Se i sistemi per l’audio multi-room sembrano troppo costosi, iLuv, un’azienda americana specializzata in accessori per digital lifestyle e i cui prodotti sono disponibili anche in Italia, (vedi Amazon) ha deciso di presentare al CES una soluzione interessante. Si tratta in particolare di un piccolo speaker wireless, Aud Air, pensato per l’uso in mobilità ma che può diventare parte di un sistema per l’audio multiroom domestico. Il tutto a un prezzo abbordabile, 99$. Il piccolo speaker, le cui dimensioni sono 190x110x50 mm, è dotato di connessione Wi-Fi e Bluetooth ed è totalmente controllabile dall’app per iOS o Android, oltre ad essere dotato di batteria ricaricabile molto utile nel caso in cui si decida di usare lo speaker anche fuori casa. Ha sei comodi tasti per accedere rapidamente ad altrettante stazioni radio (web, ovviamente) senza la necessità di usare lo smartphone, un ingresso audio mini-jack per collegare una periferica audio analogica oppure può essere usato, ovviamente, in streaming da qualsiasi applicazione musicale del vostro smartphone, tablet o PC. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE SMARTHOME Tra i numerosi gadget lanciati a Las Vegas, abbiamo selezionato per voi quelli più interessanti e curiosi Le novità del CES 2016 per una casa più smart Dall’ombrello che ti avvisa se lo dimentichi al water intelligente da 10.000 $: ecco come rendere più confortevoli le abitazioni L di Gianfranco GIARDINA a casa smart è stata una delle protagoniste del CES 2016, oltre che con le grandi (e impegnative) soluzioni di domotica, con tante piccole innovazioni utili, tutte o quasi all’insegna dell’integrazione con lo smartphone. Ecco una rassegna di quelle che abbiamo trovato più interessanti. Una pianta ci salverà Il vaso purificatore d’aria La prima innovazione di questa rassegna viene da una startup italiana (Laboratori Fabrici): si tratta di Clairy, un vaso in grado di purificare l’aria utilizzando come filtro per abbattere allergeni e inquinanti una pianta. In pratica, grazie alla particolare conformazione, Clairy forza l’aria a passare attraverso il substrato di terreno in cui la pianta vive, permettendo una buona salute della pianta stessa e soprattutto - ci dicono che sia scientificamente dimostrato - la rimozione dall’aria della maggior parte degli inquinanti, che vengono trattenuti e “metabolizzati” dalla pianta stessa, che diventa di un filtro attivo. Il vaso smart comunica anche allo smartphone i dati sull’aria di casa (radunati in un indicatore sintetico di qualità), in modo che l’utente possa verificarne lo stato e l’effettivo abbattimento degli inquinanti. I ragazzi di Pordenone stanno cercando un investitore che li aiuti a scalare sulle quantità: che qualcuno si faccia avanti... Gestire qualsiasi condizionatore dallo smartphone è facile Non importa la marca e il modello: Tado promette che il proprio gestore smart del clima sia compatibile con qualsiasi condizionatore d’aria. Si tratta di fatto di un parallelepipedo piatto installabile sia a parete che in appoggio e nella sostanza è un emettitore di raggi infrarossi. Il sistema di collega alla Wi-Fi di casa (e tramite questa è raggiungibile anche da fuori casa) e grazie a diversi fotoemettitori, offre un angolo di azione molto ampio. Grazie alla app gratuita che l’accompagna, il sistema Tado è in grado di controllare accensione, spegimento e programmazione di qualsiasi unità di condizionamento che si trovi a “tiro d’occhio” dal punto in viene posizionato lo “scatolino”; il quale bypassa completamente il termostato interno al condizionatore, valutando sulla torna al sommario base della temperatura da esso rilevata e procedendo di conseguenza con accensioni e spegnimenti. Così in piena estate, tornare a casa e trovarla già raffrescata sarà facile: basterà accendere il sistema qualche minuto prima di arrivare. Facile e terribilmente utile. la doccia che integra al proprio interno un piccolo sistema di illuninazione LED autoalimentato, un flussometro e una semplice logica di comunicazione Bluetooth LE. Quando si inizia a fare la doccia, il flusso d’acqua mette in funzione una miniturbina con la cui energia viene alimentata una luce colorata. Quando i litri superano alcuni livelli impostati dall’utente via smartphone la luce cambia colore, virando per esempio prima verso il giallo e quindi verso il rosso. L’utente può così capire che il proprio “budget” idrico è stato raggiunto ed è ora di andare verso la conclusione della doccia. Il soffione, poi, nei momenti in cui è alimentato (ovverosia quando c’è flusso d’acqua) dialoga in Bluetooth con smartphone e tablet e comunica i consumi aggregati giorno per giorno, così da poter fare qualche analisi sui propri consumi e quindi correggere eventuali comportamenti “da spreconi”. Una luce ti fa fare la doccia senza sprechi La barretta luminosa che ti segnala se consumi troppa energia Questa innovazione presentata da un startup francese si fonda sul risparmio idrico, molto importante dato che inevitabilmente nei prossimi anni il costo dell’acqua, anche per noi italiani, è destinato a crescere. Ma il costo è ancora più alto per l’acqua calda, tipicamente quella che si consuma facendosi una doccia: oltre al consumo idrico diretto c’è quello energetico connesso al riscaldamento dell’acqua. Per questo i progettisti hanno inventato un soffione del- Sembra una antenna, ma è in grado di colorarsi di luce in diverse tinte. Questo prodotto – si chiama Luminon – è un terminale fisico di un sistema di home automation proposto da Ubiant, una società di Lione, che segnala lo stato dei consumi elettrici. Per esempio quando si sta raggiungendo il limite di potenza del contatore, in modo da poter prevenire il distacco. Ma il sistema di Ubiant ha anche una dimensione “social”: tutti gli impianti con questo sistema comunicano tra loro e scambiano informa- segue a pagina 40 n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE SMARTHOME to, una bella fotografia del vano interno. Mentre i primi frigoriferi con fotocamere integrate nella porta iniziano a fare capolino sul mercato, almeno tra i prototipi, c’è chi ha già pensato a una soluzione “retrofit”, quindi compatibile con tutti i modelli già esistenti: questo FrigdeCam di Smarter ha proprio questa funzione e trasferisce via Wi-Fi a una stazione connessa le proprie immagini al cloud, che così possono essere accessibili da dovunque, ovviamente solo dal proprietario. CES 2016, le novità smart per la casa segue Da pagina 39 zioni, per esempio sulla temperatura esterna, sulle condizioni di luminosità, sui consumi tipici. In questo modo Luminon è anche in grado di colorarsi diversamente se, per esempio, stiamo avendo uno stile di consumo superiore alla media delle altre utenze della medesima area, stimolando così comportamenti più virtuosi. E ora non puoi più perdere le chiavi (ma attento a non perdere lo smartphone) Tra le novità più carine del CES 2016 vanno annoverate le tante serrature e i lucchetti Bluetooth: in pratica non c’è più il “buco” per la serratura ma al massimo una presa USB per la ricarica. Per aprire il lucchetto in questione basta lanciare il comando dalla app. Allo stesso modo è possibile dare autorizzazioni all’apertura temporanee o permanenti ad altri utenti: addio duplicati di chiavi o chiavi lasciate sotto lo zerbino. La carica dura otto mesi - ci giurano - ma se proprio dovesse scaricarsi, basta andare con un battery pack ed erogare pochi secondi di carica per riavviare il lucchetto e rispondere al comando di apertura. teriale organico grazie alle proprietà fotocatalitiche del rivestimento in diossido di titanio e zirconio della ceramica: alla fine di ogni ciclo, la toilette si auto pulisce e raggiunge un grado di disinfezione del 100%, oltre ad eseguire un breve ciclo deodorante. Ma anche il sistema di pulizia della persona, oltre che della tazza, è il massimo della sofisticazione: come spesso accade nella “scuola” giapponese, la funzione di bidet è integrata nel water. Questo vuol dire che, operando sul telecomando in dotazione, si può scegliere per l’igenizzazione “rear”, con getto energico o gentile, o per quella “front”. Il tutto avviene con acqua intiepidita. Quindi si può procedere all’asciugatura tramite getto di aria tiepida; il tutto come si può vedere ben spiegatoin questo video. Unico difetto, il costo: questo top di gamma è posizionato a circa 9800$. Ma - si sa - certi lussi si pagano. L’apparecchio scatta una fotografia ogni qual volta viene richiusa la porta del frigo: l’evento viene tracciato grazie al sensore di movimento integrato. La scomodità è che ogni tanto (non è stato chiarito quanto spesso), l’apparecchio va estratto dal frigorifero e messo in ricarica. L’ombrello smart che ti avvisa se lo dimentichi (o te lo rubano) Innovazione facile facile ma molto intelligente: si tratta di un ombrello connesso, grazie a micro-modulino Bluetooth integrato nel manico. Occhio però a non farsi rubare lo smartphone, soprattutto se non ben protetto da password: la bicicletta potrebbe “volare” via anche lei... Il water smart anti-aderente e servocomandato (che costa 10.000$) I giapponesi - si sa - sono il popolo più pulito al mondo e non stupisce che da molti anni il primato per i water più tecnologici e sanitariamente sicuri siano proprio quelli del Sol Levante. La giapponese Toto ha presentato a Las Vegas quest’anno la sua ultima generazione di questa famiglia di prodotto, il massimo della tecnologia in tema di “sedute” da bagno. Non per niente siamo al “CES”... Questo Neorest 750H innanzitutto non va neppure toccato: non appena l’utente si avvicina si alza il copriasse motorizzato; l’asse è ovviamente riscaldata per evitare i fastidiosi shock termici invernali. Non appena ci si siede, un ugello inumidisce automaticamente la superficie della tazza, che diviene quindi meno aderente. Ma l’innovazione non si ferma certo qui: la ceramica che costituisce la tazza è di un materiale particolare assolutamente antiaderente dato che per sua stessa natura è in grado di abbattere la tensione superficiale dell’acqua, che forma quindi una sottilissima pellicola protettiva. Inoltre, l’acqua utilizzata per la pulizia viene leggermente ionizzata elettricamente per una maggiore efficacia pulente. Ma anche nel caso in cui qualche microparticella dovesse fermarsi sulla superficie, ci pensa la lampada UV integrata nel copriasse a disinfettare e disgregare ogni ma- torna al sommario Oltre a rilevare quando piove e a condividerlo insieme ai dati di geolocalizzazione - se si dà il permesso, ovviamente - con la community degli utenti, in modo da mettere sull’avviso gli abitanti delle zone limitrofe, questo ombrello ti tiene in costante contatto tramite Bluetooth 4.0 con lo smartphone. Quando l’ombrello e il suo padrone perdono il contatto, o perché l’utente si sta allontanando dimenticandosi l’ombrello o perché qualcuno lo sta rubando, l’utente riceve immediatamente una notifica sul proprio smartphone grazie alla quale può immediatamente rimediare alla dimenticanza o mettersi alla caccia del “mariuolo” di turno. Guardare (da lontano) nella pancia del frigorifero e sapere cosa c’è Non c’è miglior modo per ricordarsi coma manca nel frigorifero che poter consultare, anche al supermerca- Sempre di Smarter, un altro apparecchio della stessa serie – si chiama Pad – permette di “pesare” alcuni elementi (da una a quattro zone per altrettante pesate indipendenti), come per esempio la bottiglia del latte o un contenitore, in modo tale che si possa sapere quanto alimento ne è rimasto. Ovviamente è necessaria una certa disciplina nell’utilizzo di questo accessorio: ogni tipologia di alimento va appoggiata sempre sullo stesso pad per fari sì di non ottenere risultati invertiti. Ma di certo si tratta di un apparecchio molto utile anche per l’utilizzo fuori dal frigorifero, per esempio per “teledosare” altri alimenti in dispensa. Come cucinare a costo zero con il sole Il suo nome è Go Sun, e già da questo si può capire che il sole ha qualcosa a che fare con questo prodotto. Crediamo che si tratti, però, dell’unico prodotto esposto a CES 2016 che non abbia bisogno di energia elettrica, né diretta né autoprodotta: si tratta di un forno a raggi solari, qualcosa che mette insieme i principi degli specchi ustori di Leonardo con alcuni materiali capaci di intercettare e trattenere al proprio interno l’energia proveniente dall’esposizione al sole. segue a pagina 41 n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 SMARTHOME CES 2016, le novità smart per la casa segue Da pagina 40 MAGAZINE Farsi il birrificio artigianale in casa Oramai è una moda, tanto che al CES 2016 abbiamo visto almeno tre apparecchi per birrificare a casa propria. Ovviamente si tratta di macchine non proprio piccole e la cui gestione richiede motivazione e capacità: fare la birra non è propriamente come scaldare una pizza surgelata. dati sul traffico, i reminder per la vita di tutti i giorni e così via... Grazie al medesimo sistema, il piano di lavoro cambia continuamente faccia passando con facilità da superficie per cuocere, a spazio di lavoro generico a grande display touch. Insomma, due passioni - tecnologia e cucina - fuse insieme in un’alchimia irresistibile... (qui il video 360° dell’area cucina presentata al CES 2016 da Whirlpool). Toccami come vuoi e fammi suonare Ecco una superficie tattile meravigliosa per chi vuole creare musica: si tratta di Rise della Roli, una specie di piccola tastiera totalmente foderata in gomma e dotata di moltissimi sensori in grado di rilevare non solo il tocco ma anche la pressione, in maniera continua. In pratica il forno ha forma cilindrica, quel cilindro nero che è posto all’interno dello specchio a parabola. Il cilindro è posto nel punto dove convergono tutti i raggi riflessi dallo specchio (non a caso quel punto in una parabola si chiama “fuoco”) ed è realizzato di un particolare vetro nero capace di catturare la maggior parte dell’energia termica incidente senza farla uscire. Il risultato è una cottura naturale e senza fiamma, ma anche completamente a impatto zero. Un principio forse non al passo con la frenesia imposta dalle abitudini di oggi, ma di certo divertente. I produttore ci giura che, stante le radiazioni residue notturne e la capacità del cilindro di catturare energia, sia possibile anche una cottura in assenza di sole, seppur ovviamente a “fuoco lento”. Qualche dubbio ci resta, ma di certo abbiamo trovato l’invenzione divertente. Pentole e accessori intelligent Ogni pezzo un sensore Hanno un bel dire le ricette quando ti chiedono di portare una preparazione a 72 gradi e mantenerla tale per 10 minuti. Ma oggi arrivano gli strumenti intelligenti per cucinare. La PicoBrew Pico, per esempio, è una macchina da circa 700 dollari che birrifica cinque litri in due ore (ma poi servono alcuni giorni per la fermentazione) che si controlla anche tramite lo smartphone. In alcuni casi, per semplificare le operazioni, viene richiesto di utilizzare dei kit di ingredienti precostituiti e predosati (come se fossero delle super capsule del caffè), come in questa PicoBrew Pico, cosa che ovviamente sta strabuzzare gli occhi ai puristi. Per altri modelli le case produttrici, pur offrendo dei kit di ingredienti, non vincolano affatto all’utilizzo delle materie prime da essi forniti. Sono queste le macchine che permettono di mettere in luce anche il talento e la creatività del birrificatore e che, per questo, sono inevitabilmente un po’ meno automatizzate. Ma non c’è dubbio che nel futuro la preparazione della birra in casa sarà una pratica sempre più accessibile. La cucina “proiettata” al futuro: facile e versatile Whirlpool ha dimostrato al CES 2016 un prototipo davvero seducente: si tratta di una cucina, composta fondamentalmente dal piano di lavoro con piano di cottura a induzione integrato e dallo schienale di fondo, entrambi “dipinti” da proiettori integrati nei pensili. Così, per esempio, una volta impostata una ricetta, se ne possono seguire le fasi e le istruzioni per la preparazione direttamente sullo schienale della cucina, mentre sul piano cottura viene identificata l’area in cui è consigliato mettere la padella in questione con tanto di conto alla rovescia rispetto alla fine cottura prevista. Contemporaneamente, nella parte destra dello schienale si hanno altre informazioni, come le email in ingresso, Si tratta di un set molto ampio di accessori che integrano un sensore di temperatura e si collegano in Wi-Fi. In questo modo il cuoco può tenere sott’occhio la temperatura di cottura senza sbagliare nessuna ricetta. Ricette che vengono anche consigliate dalla stessa app che governa il sistema. Della stessa serie, anche una gamma di contenitori dotati di sensore che tiene traccia dei tempi di deperimento delle preparazioni e del giorno di confezionamento: l’utente riceve una notifica se gli alimenti in esso contenuti stanno per andare a male. torna al sommario Questo strumento, unitamente per esempio a uno smartphone o a un PC, è in grado di generare musica elettronica davvero sofisticata in maniera molto semplice e intuitiva: bastano pochi rudimenti musicali per iniziare a creare. Il risultato è molto più simile a quello che si può ottenere con una chitarra elettrica: le singole note possono essere leggermente “stonate” o distorte solo modificando leggermente la pressione o spostando il dito verso l’alto o verso il basso. Strisciando nella parte alta o bassa della tastiera si ottiene un glissando chitarristico. Cujo difende la casa digitale Gli accessi a Internet possono diventare delle minacce per la nostra casa, ora che gli oggetti connessi sono sempre di più. Per questo è nato Cujo, un “barattolino” da interporre tra il proprio collegamento a Internet e la rete di casa. Tecnicamente è tutt’altro che una novità, visto che in buona sostanza di tratta di un firewall telecontrollato e assistito. La novità su cui puntano i produttori è la sua totale semplicità di utilizzo: l’utente non deve sapere molto di reti e telecomunicazioni, dato che è lo staff di analisti di Cujo che intercetta eventuali attacchi maligni alla rete e oltre a bloccarli, ne notifica la natura allo smartphone del padrone di casa, indicando anche l’apparecchio o il componente che eventuali hacker hanno cercato di forzare. Una bella risposta, anche se forse un po’ “ansiogena” a un problema che, con serrature telecontrollate e sistemi di allarme domotici, diventerà sempre più attuale. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE MERCATO Abbiamo incontrato David Hall, ingegnere visionario che dopo aver rivoluzionato i subwoofer ha trasformato la sua azienda Dai subwoofer ai veicoli con guida autonoma L’incredibile storia di David Hall, Mr. Velodyne Velodyne è uno dei partner fondamentali per ogni costruttore di auto che vuole realizzare auto che guidano da sole D di Roberto PEZZALI avid Hall, nessun biglietto da visita - non servono a nulla, ci dice - e una vita vissuta come una gara, senza mai fermarsi “perché chi si ferma non arriverà mai primo”. E lui non si è mai fermato, tanto che da leader in un segmento del mercato audio si è impegnato fino a diventare leader in un settore che apparentemente non c’entra nulla: i sensori laser utilizzati sulle macchine a guida autonoma. L’eccellenza e la versatilità David Hall è un nome che a molti non dirà nulla, al contrario di Velodyne Acoustics, l’azienda che lui stesso ha fondato nel 1983 e che ha sfornato per anni subwoofer tra i più acclamati per l’home cinema. Il nome Velodyne deriva dall’unione di due parole, “velo”, bicicletta, e “dyna”, forza, bicicletta perché le gare in bici erano una passione dell’eccentrico fondatore e forza perché il successo di Velodyne arriva proprio da un brevetto sul controllo della forza dei woofer. David Hall, ingegnere e inventore visionario, ha infatti costruito negli anni un accelerometro in grado di controllare l’escursione del cono degli altoparlanti, riuscendo a generare bassi molto più profondi con una distorsione di 30 volte inferiore rispetto ad ogni altro altoparlante simile presente sul mercato. Qui inizia la storia di Velodyne Acoustics, un capannone a Morgan Hill, in Silicon Valley, dove inizialmente venivano prodotti i subwoofer destinati a tutti i mercati mondiali, dall’Italia al Giappone. Il boom dell’home cinema, con appassionati disposti a pagare anche 10.000$ per il modello top di gamma, finisce però dopo pochi anni: i prezzi calano, e i subwoofer vengono prodotti ormai a basso costo in Cina. Una situazione questa che anche Velody- David Hall al lavoro su un diffusore torna al sommario ne Acoustic deve affrontare: fatta eccezione per un paio di modelli, la produzione dei subwoofer viene spostata in Oriente, una mossa per restare competitivi in un mercato già difficile. David Hall si ritrova così con una fabbrica di migliaia di metri quadri praticamente vuota, visto che la produzione è spostata in Cina, ma piena di ingegneri e di persone che hanno voglia di “pedalare” ancora. Hall è il primo a tirare il gruppo: pensa, progetta, sviluppa e inizia ad usare la fabbrica anche per soddisfare le sue eccentriche e divertenti passioni. Come le sfide tra i robot: Hall costruisce per hobby robot e decide di partecipare con alcuni modelli a trasmissione televisive dove i robot se le danno di santa ragione, le Robot Wars. Per costruire e provare i robot, e per progettare la tecnologia e il software dei robot da competizione, Hall utilizza a tempo pieno gli ingegneri della fabbrica in Silicon Valley. La svolta arriva quando, stanco di giocare con i robot radiocomandati, Hall decide di impegnarsi in qualcosa di più serio e di partecipare alla DARPA Grand Challenge, una delle primissime gare destinate ai veicoli senza pilota. L’obiettivo della gara è percorrere 240 km nel deserto del Mojave, ma nessuno dei veicoli riesce a passare i 12 km. Il team guidato da Hall, DAD - Digital Auto Drive, si classifica terzo schiantandosi contro una roccia dopo 9.7 km ma viene subito notato per la guida decisamente più fluida e precisa dei veicoli che hanno fatto qualche km in più. Un incidente che ha cambiato in ogni caso la vita di Velodyne Acoustics e del suo fondatore, che si è messo al lavoro per sviluppare una nuova generazione di sensori capaci si rilevare ogni ostacolo ad una distanza di almeno 10 metri e a diverse altezze: la prossima volta doveva vincere. Il sensore Puck: integra 16 raggi laser e riesce a rilevare oggetti fino a 100 metri Dai subwoofer ai sensori laser Il risultato di questa ricerca è sfociato, alla fine, nei sensori laser che oggi i produttori di auto, per realizzare i loro veicoli a guida autonoma, fanno a gara ad avere: Ford è uno dei migliori clienti, e tutte le auto sperimentali a guida autonoma dal gruppo americano hanno sensori Velodyne. “Non ci costano tanto ma li facciamo pagare tanto perché dentro lì ci sono le nostre idee” ci racconta un serafico David Hall allo stand di Velodyne al CES 2016. E infatti la sua azienda è tornata ad essere una delle aziende più in vista della Silicon Valley: i primi modelli costavano anche 50.000 dollari, ma ora con 8000$ si può acquistare uno dei nuovi “Puck”, precisi e compatti. Se si pensa che per fare un’auto a guida autonoma ne servono almeno tre, è facile capire che David Hall ha imboccato la strada giusta. Il confronto tra la divisione Acoustic, che produce ancora oggi subwoofer, segue a pagina 43 n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE AUTOMOTIVE Polaroid punta sulla sicurezza in auto con la nuova gamma di Dashcam Polaroid al CES presenta la Dashcam Wi-Fi Al modello Wi-Fi si affianca una Backup-Cam, per avere una miglior visibilità intorno l’auto di Franco AQUINI P olaroid ha mostrato al CES gli ultimi ritrovati di un settore in crescita, quello delle dash-cam. Piccole camere che vengono normalmente montate sul parabrezza per tracciare quello che accade al proprio veicolo quando non è custodito, oppure da usare come scatola nera per monitorare e registrare quello che accade quando si viaggia. Polaroid PD-W63C (qui a fianco) offre ripresa in HD, display LED da 2 pollici e sensore Gforce a tre assi capace di attivare automaticamente la camera in caso di incidente. Ma soprattutto è un modello Wi-Fi pensato per il controllo diretto tramite terminali iOS o Android, cosa che permette tra l’altro la rapida condivisione dei filmati. La camera attiva automaticamente anche la funzione di timestamp, così da avere l’orario impresso sul video, e protegge il filmato dalla sovrascrittura. Il tutto viene memorizzato, ovviamente, su una micro-SD con capacità fino a 64GB. La Polaroid PCB-A567 è invece una backup-cam, ovvero una camera capace di monitorare le zone buie dell’auto, come il retro ad esempio. Con una backup cam, potremo dotare anche le auto comuni di un accessorio che normalmente viene offerto a bordo di autovetture di fascia alta. La PCB-A567 ha una camera resistente all’acqua e alla neve (con certificazione IP67), ideale per essere posizionata all’esterno, e un angolo di visione a 130 gradi. La camera si connette al monitor interno all’auto tramite Bluetooth a 2.4Ghz. Il monitor è un 4,3”, sufficientemente ampio per avere una buona visuale del retro, senza necessità di girarsi. Entrambe i due dispositivi Polaroid, la dash-cam e la backup-cam, verranno prodotti da Giinii, un licenziatario del marchio Polaroid, e saranno disponibili (inizialmente in USA) nella prima parte del 2016. AUTOMOTIVE Le dashcam Magellan vedono a 360° Magellan ha presentato al CES alcune ---interessanti Dash Cam. Il RoadMate 6630T-LM 5 pollici e il RoadMate 7630T-LM 7 pollici, entrambi con touch screen in vetro, hanno una videocamera Full HD con lenti grandangolari di 122° e una serie di funzionalità aggiuntive, come l’avviso di collisione, la funzione Lane Departure, la Modalità Parcheggio che consente di attivare automaticamente la registrazione se l’auto viene urtata ed infine la registrazione protetta in caso di incidente. Il modello RoadMate 7670-LM oltre ad avere tutte le caratteristiche dei modelli precedenti è equipaggiato con due telecamere che hanno un grandangolo di 170 gradi ciascuna e sono dunque in grado di offrire una visione a 340 gradi. Supporta anche l’installazione di 3 videocamere aggiuntive. Magellan ha presentato anche quattro nuove Dash Cam pure, ovvero senza funzionalità di navigazione, in questo caso il top di gamma sarà rappresentato dalla MiVue 450D dotato di doppia videocamera UHD con possibilità di rotazione fino a 330 gradi. Tutti i nuovi prodotti dovrebbero arrivare nella seconda metà dell’anno. MERCATO L’incredibile storia di Mr. Velodyne Entro cinque anni addio tassisti I taxi guideranno da soli segue Da pagina 42 e quella LiDar, che produce i sensori laser, è impietoso: oltre il 90% del fatturato arriva ormai dal mondo automotive. “La cosa più difficile non è pensare una cosa nuova e identificare una nuova strada per la propria azienda – ci dice con il suo tono sempre serafico -, ma è convincere le persone che è si può cambiare, che non si deve fare necessariamente lo stesso lavoro per tutta la vita”. La vita come una sfida “Odio guidare - ci confida Hall – e l’idea che possa andare in ufficio usando la testa per pensare piuttosto che stare attento a guidare, mi è sempre piaciuta”. Ed effettivamente quasi tutte le sue invenzioni nascono da sfide personali che lui stesso vuole risolvere. Come la barca che si stabilizza, un’altra geniale invenzione fatta da due gondole capaci di ammortizzare dinamicamente le onde tenendo stabile la zona passeggeri: l’imbarcazione della Velodyne Marine si chiama Martini 1.5 e questo perché l’obiettivo era far sì che sul ponte potesse rimanere in perfetto equilibrio il tipico torna al sommario Velodyne Marine - Chasing Martini 1.5 bicchiere a testa larga del Martini anche viaggiando a 30 nodi e con onde di oltre un metro e mezzo. E ce l’ha fatta, anche se lui minimizza: “Tutto quello che faccio è semplicemente meccanica unita all’elettronica : un sensore o una barca stabilizzata non sono poi così diverse da un subwoofer”. Subwoofer che – sorprendentemente - non sono mai entrati in casa Hall: “Passavo tutto il giorno al lavoro a risolvere problemi sui sub, rispondevo al telefono a clienti che avevano problemi con i sub, ricevevo continuamente i miei ingegneri che mi ponevano problemi produttivi legati ai sub. Quando tornavo a casa la sera l’ultima cosa che volevo sentire era una bassa frequenza. Ho venduto milioni di subwoofer in tutto il mondo ma nessuno è mai entrato in casa mia”. Velodyne non ha mai smesso di pedalare e ora è nel gruppo di testa di una delle gare più difficili da vincere, quella per l’auto che guida da sola. Secondo David Hall non ci vorranno troppi anni prima di vedere auto senza conducente sulle strade: “Sono pronto a scommettere che fra 5 anni ci saranno le auto che guidano da sole. E saranno taxi: sono sempre in circolazione e oggi sono guidati da un tassista che ha costi non indifferenti per la compagnia che li aggrega. Quindi il taxi è l’applicazione che meglio può ammortizzare i costi di questi veicoli, possono risolvere enormi problemi di traffico”. Per società come Uber – ci fa notare Hall – sarà semplice sostituire piano piano gli autisti con auto che guidano da sole: “L’applicazione ce l’hanno già e i clienti anche”, ci dice. E quando gli chiediamo se non è preoccupato per quello che potrebbe succedere, anche da un punto di vista legale, nel caso in cui uno dei suoi sensori sbagli a misurare una distanza o peggio ancora non sia in grado di “vedere “ un pedone David Hall resta assolutamente sereno: “Non succederà mai. Il problema non è il sensore, è il numero di avvocati che ci sono in questo Paese” n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE AUTOMOTIVE Presentata al CES la Chevrolet Bolt: è elettrica al 100%, ha una buona autonomia e prezzo interessante Chevrolet Bolt, l’elettrica che darà “la scossa” al mercato La Bolt ha 5 posti e fino a 320 km di autonomia, avrà un prezzo entro i 30.000 dollari. Da noi dovrebbe arrivare nel 2017 N di Massimiliano ZOCCHI onostante il minivan di Volkswagen abbia attirato molta attenzione, il vero evento automotive del CES 2016 è stata la presentazione della Chevrolet Bolt. Già vista lo scorso anno e in diversi saloni dell’auto in versione prototipo, era altissima la curiosità per il modello di serie, in particolare modo per i due tratti distintivi e rivoluzionari promessi da Chevy: prezzo basso e tanta autonomia, ovviamente elettrica al 100%. Promesse a quanto pare mantenute. Durante il keynote Mary Barra ha confermato l’intenzione di Chevrolet di immettere sul mercato la Bolt (che ufficialmente porta nel nome anche la sigla EV) a un costo inferiore ai 30.000 dollari (grazie ai 7.500 dollari di incentivi americani) con la produzione che partirà i prossimi mesi negli stabilimenti in Michigan, per ottenere le prime consegne tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. Ma soprattutto è arrivata la conferma del dato più importante: 200 miglia di autonomia secondo lo standard EPA, circa 320 km. Questo fa della Bolt EV la prima auto elettrica accessibile ai più e che può garantire un range rassicurante per la maggior parte delle per- sone. Chevrolet ha lavorato a braccetto con LG Chem per ottenere il meglio dalle batterie del produttore coreano e tenere il costo finale il più basso possibile. Secondo le specifiche rilasciate, la Bolt EV si potrà caricare in AC (corrente alternata) in circa 9 ore con un caricatore da 6.6 kW di potenza o leggermente superiore, mentre in DC potrà fare un pieno da 0 all’80% in soli 45 minuti. La parte hi-tech della Bolt EV non è solo nella propulsione, ma anche nei sistemi di bordo. Al centro del cruscotto troviamo un display touchscreen da 10.2”, uno dei più grandi della categoria, e un secondo pannello con funzione di strumentistica da 8”. Come in altre auto del gruppo il software di gestione è il Chevrolet MyLink, in questo caso con una speciale visuale Flipboard Style. Nella versione americana l’auto avrà connettività LTE in collaborazione con OnStar, e può trasformarsi in HotSpot Wi-Fi. Non manca ovviamente anche il Bluetooth Low Energy. Per i futuri proprietari sarà a disposizione anche l’app MyChevrolet, con la quale è possibile controllare lo stato di ricarica dell’auto, accendere la vettura da remoto, attivare il pre-condizionamento, oltre a diverse funzioni di servizio e manutenzione. Tecnologia anche per la sicurezza stradale, con lo specchietto retrovisore che si trasforma in retrocamera e la Surround Camera che offre uno sguardo a ciò che ci circonda durante le manovre a bassa velocità. Mi- chelin, il fornitore scelto per l’esperienza con gli pneumatici dedicati agli EV, utilizza qui una gomma autoriparante in caso di piccole forature. Non potevano mancare ogni sorta di sensori attivi: sensori di traffico, park assist, mantenimento corsia, frenata anti collisione e anti pedone, e impostazione per giovani guidatori. Ma su questi e altri dettagli tecnici (quanti kWh ha la batteria? Qual’è la potenza massima di ricarica?) Chevrolet tornerà nel corso del Detroit Auto Show. Come ribadito da Mary Barra sul palco durante la presentazione, Bolt EV sarà la prima auto elettrica a lunga percorrenza veramente accessibile a un grande bacino di utenza, e questo genererà sicuramente un effetto a cascata sugli altri produttori, che dovranno rompere gli indugi e presentare modelli altrettanto performanti e competitivi. Insieme alla Tesla Model 3 che promette di essere altrettanto “economica”, saranno auto promotrici di un grande cambiamento. In Italia e in generale in Europa pare sia già confermato che Bolt EV arriverà sotto il marchio Opel nel 2017, anche se inizialmente con una disponibilità piuttosto bassa. Nell’attesa vi proponiamo il video di lancio con le principali caratteristiche dell’auto. AUTOMOTIVE Bosch ha presentato una concept car con interni rivestiti da pannelli touch L’auto del futuro secondo Bosch è tutta “touch” I pannelli touch forniranno indicazioni stradali e segnaleranno in anticipo eventuali pericoli B Estratto dal quotidiano online di Gaetano MERO osch al CES di Las Vegas ha svelato il suo prototipo di auto futuristica, senza ancora un nome definitivo, in cui cruscotto ed interni - cambio marce e pannelli delle portiere compresi - sono stati completamente ridisegnati e trasformati in enormi touchscreen. I display, oltre a mostrare al conducente tutte le informazioni di guida tradizionali, potranno cambiare “forma” in base alle esigenze. Il sistema di infotainment è studiato affinché il guidatore non distolga mai lo sguardo dalla strada, gli schermi presentano infatti un feedback tattile che permette di sentire i tasti attraverso una sorta di vibrazione: si potrà dunque gestire l’autoradio, il navigatore o l’aria condizionata in modo sicuro senza dover fissare ogni volta il display. Il sistema intelligente è inoltre capace di torna al sommario MAGAZINE www.DDAY.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Claudio Stellari, Maria Chiara Candiago, Alessandra Lojacono, Simona Zucca percepire un pericolo, come ad esempio un pedone che attraversa la strada, e di avvertirci attraverso una sequenza di colori particolare. Tra le funzioni smart vi è la possibilità di collegare l’auto al calendario dell’utente per visualizzare gli appuntamenti del giorno e cambiare percorso in base ad essi. Attraverso l’auto si potrà inoltre controllare, oltre allo smartphone, l’impianto di riscaldamento della propria abitazione o l’antifurto. Bosch è comunque al lavoro su un servizio cloud che allerta l’utente in caso di incidenti o interruzioni stradali e, come prevedibile, su un sistema di guida autonoma. Il progetto si è aggiudicato l’Innovation Award 2016. Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE AUTOMOTIVE Dal palco del CES Volkswagen presenta BUDD-e: è un concept, ma ha tutto per diventare l’auto del futuro Ecco Volkswagen BUDD-e, minivan elettrico da 600 km Il minivan elettrico Volkswagen ha 600 km di autonomia, spazi a misura d’uomo, comandi vocali e touchscreen ovunque di Massimiliano ZOCCHI E ra risaputo che Volkswagen avrebbe sfruttato il palcoscenico del CES 2016 per presentare ufficialmente il suo prototipo di Minivan del futuro, ma l’attesa era comunque molta. Finalmente la casa tedesca ha tolto i veli alla sua creazione che ha suscitato reazioni contrastanti. Partendo dal dato più importante, BUDDe è 100% elettrico e supera decisamente la soglia di preoccupazione dell’utente medio: 101 KWh di batterie per distanze fino a 600 km, meglio di Tesla. Molti addetti ai lavori e appassionati del settore automotive però si aspettavano un richiamo più forte a quello che fu un’icona mondiale, lo storico Microbus. BUDD-e ne riprende alcuni concetti, ma al tempo stesso anche le distanze. Inoltre essendo al momento solo un concept, non è dato sapere in che direzione andrà il progetto con l’avvicinarsi della produzione vera e propria. Durante la presentazione Herbet Diess di VW ha chiarito che tutto ciò che vediamo oggi in BUDD-e raggiungerà il mondo reale entro 2019, senza chiarire se il Minivan stesso vedrà le concessionarie prima o poi. Il design esterno è il tipico aspetto futuristico dei concept, in ogni caso niente di mai visto, mentre gli interni sono un tratto decisamente distintivo. Prima di tutto l’impostazione dei posti a sedere, con due sedili anteriori, con quello del passeggero che può ruotare di 360° per creare un mini salotto con i posti posteriori. Passeggeri che però non trovano posto nella tipica configurazione orizzontale ma piuttosto con un mini divanetto a “L” che prosegue anche sul lato opposto al portellone scorrevole. Tutte le aperture non hanno maniglie, ma l’apertura e la chiusura sono attivate da comandi vocali o da gesture su sensori touch. Rivoluzionato anche il concetto di strumentistica, con i display che non sono più incastonati in nicchie ma sono direttamente in primo piano, con tre sezioni distinte in un’unica superficie curva dietro il volante. Questa nuova plancia prende il nome di Active Info Display. Nella sezione principale centrale, “Drive”, è visualizzata la mappa in 3D del percorso, con edifici e punti di interesse. Sulla parte sinistra chiamata “Control” possiamo vedere le informazioni sullo stato del veicolo. Infine a destra nella sezione “Consume” trovano posto anche le informazioni personali e l’entertainment, con le parti audio, message, calendar e weather. Anche il volante non poteva essere il tipico sterzo, e i comandi non hanno più i tasti ma sensori touch dotati di risposte con vibrazione di tipo haptic e gesture swipe. Per non distrarre dalla guida toccando le diverse aree, il guidatore riceve dei pre-sensing haptic per riconoscere i tasti e successivamente una vibrazione più pronunciata conferma la riuscita dell’operazione. Le idee messe da Volkswagen in questo erede del Microbus sono AUTOMOTIVE Volkswagen al CES 2016 presenta la piattaforma Touch sulla Golf elettrica La e-Golf Touch supporta gesture e comandi vocali L’auto più popolare prodotta dal marchio tedesco diventa così completamente hi-tech di Massimiliano ZOCCHI A l CES dello scorso anno Volkswagen aveva mostrato i primi prototipi della nuova interfaccia Touch, a bordo della Golf R. Dopo lo scandalo diesel però la rotta è cambiata e quest’anno il progetto viene ripresentato, ma come logico accompagnamento della versione elettrica per la popolare compatta tedesca. La e-Golf Touch porta in dote l’ultima versione del MIB infotainment, con un nuovo display touchscreen da 9.2” con una risoluzione di 1280 x 640 pixel. La nuova piattaforma è la prima al mondo a supportare controlli gestuali oltre che vocali, e permette una ampia personalizzazione agli utenti. Lo schermo presenta quattro pulsanti principali, Menu, Home, Car e App, oltre a una classica manopola. A sua volta l’area del display è suddivisa in più torna al sommario settori. Una parte centrale con navigazione e mostra l’integrazione con i device mobile. La compatibilità è estesa a tutti i principali standard: MirrorLink, Android Auto e CarPlay. Sulla parte destra invece trovano posto dei riquadri personalizzabili con dieci funzioni diverse. In ogni caso le impostazioni possono essere salvate sul cloud VW e richiamate da qualsiasi utente, anche cambiando auto. Ma la e-Golf promette di essere 2.0 in tutto, così arrivano anche i comandi vocali, attivabili senza premere nessun tasto, ma solo pronunciando “Hello Volkswagen”, grazie ai diversi microfoni montati a bordo. I passeggeri posteriori possono interagire direttamente col sistema tramite il Wi-Fi, e se questo rischia di far scaricare gli smartphone o il tablet, nessun problema, grazie alla ricarica a induzione integrata nei braccioli o alle porte USB Type-C. Tutte queste novità non resteranno solo un concept, ma sono pronte per il mercato già dalla prossima estate. tantissime, compresi gli avvisi sul proprio smartwatch se dimentichiamo un oggetto a bordo, la comunicazione con una unità indoor quando è parcheggiato sotto casa, e molto altro. Basterà questa decisa presa di posizione per riabilitarne la reputazione dopo il dieselgate? AUTOMOTIVE Toyota e QNX con Ford per l’entertainment Ford ha sviluppato e reso open source la piattaforma di connettività SmartDeviceLink. Simile all’AppLink già esistente e in uso su molte auto dell’Ovale Blu, permette di collegare lo smartphone al sistema di infotainment dell’auto e comandare direttamente le app compatibili, anche con comandi vocali. Toyota, QNX e UIEvolution hanno annunciato l’integrazione di SmartDeviceLink direttamente nei loro sistemi. Questo significa che le future auto Toyota avranno a bordo la nuova piattaforma, e dato che QNX (controllata da Blackberry) si occupa di sviluppare sistemi per automotive, il numero di costruttori coinvolti potrebbe essere davvero enorme. Non a caso la stessa Ford dichiara che anche il gruppo PSA Peugeot Citroen e le giapponesi Honda, Subaru e Mazda stanno già valutando se unirsi al gruppo. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE AUTOMOTIVE Faraday Future sbalordisce con una concept car elettrica da 1000 cavalli Faraday Future, l’auto elettrica esagerata L’auto è basata su una nuova piattaforma modulare e ha un design moderno ed aggressivo di Giulio MINOTTI araday Future è una giovane azienda fondata da imprenditori cinesi operante su mercato americano con l’intento di produrre qualcosa di rivoluzionario nel settore della mobilità elettrica. Al CES l’azienda ha presentato un concept sportivo che ha davvero sbalordito grazie al suo design aggressivo e moderno. La FFZERO1, primo prototipo dell’azienda americana, è infatti un concentrato di tecnologia con raffinate soluzioni tecniche ed aerodinamiche. La vettura ha forme generali che ricordano le auto da competizione della 24 Ore di Le Mans, con l’abitacolo a cupola e la lunga coda con la pinna centrale. Il frontale risulta decisamente avveniristico, dominato da un’unica lunga striscia di fari a LED, dall’ampio splitter e con le ampie prese d’aria che corrono lungo tutta la vettura, con funzioni aerodinamiche e di raffreddamento delle batterie. Il posteriore è ancora più aggressivo con le sospensioni sportive a vista, l’enorme estrattore e lo spoiler diviso in due parti dal design davvero raffinato. Passando agli aspetti tecnici, la FFZERO1 è una monoposto che fa un ampio uso della fibra di carbonio e di materiali leggeri, sia esternamente che all’interno dell’abitacolo. Anche questo ha un’impostazione decisamente moderna, con il volante, a forma di cloche, in grado di ospitare uno smartphone per controllare tutti i parametri dell’auto. Infine il sedile del guidatore Zero gravity è ispirato a quelli utilizzati sulle navette spaziali della Nasa e promette un ottimo comfort, F Dal 2017 tutte le vetture avranno a bordo CarPlay e Android Auto Entro il 2016 tutte le auto con SYNC 3 riceveranno l’aggiornamento per integrare tali tecnologie riducendo la fatica del pilota. Uno degli aspetti più interessanti di questa concept car è sicuramente l’architettura modulare del telaio che verrà utilizzato anche nei prossimi modelli di serie realizzati da Faraday Future. Nello specifico la Variable Platform Architecture (VPA) è una piattaforma modulare che può dare vita a modelli ben diversi dalla FFZERO1, da vetture compatte fino ad arrivare a crossover o SUV. Grazie alla sua versatilità, il passo può essere allungato permettendo di inserire un numero maggiore di batterie, posizionate al centro della vettura. Questa piattaforma può, inoltre, ospitare fino a 4 motori elettrici, permettendo anche di produrre vetture a trazione integrale. Sulla FFZERO1 troviamo proprio la configurazione con quattro unità propulsive, che consentono all’auto di raggiungere una potenza di 1000 cavalli. Ottime anche le performance generali, con un 0-100 Km/h in meno di 3 secondi ed una velocità massima superiore ai 320 km/h. di Vittorio Romano BARASSI Infine Faraday Future ha annunciato che la FFZERO1 ospiterà a bordo un sistema di guida autonoma, ancora non ben definito, accompagnato da interfacce di controllo di ultima generazione, con un sofisticato head-up display. FFZERO1 è solo un concept sviluppato per mostrare il know-how di questa giovane azienda. Alcune delle soluzioni tecniche di questa super sportiva verranno impiegate su sette nuovi modelli di serie che verranno annunciati già a partire dal 2017. Il primo probabilmente sarà un SUV e verrà assemblato nel nuovo impianto produttivo in Nevada, frutto di un investimento da un miliardo di dollari e che darà lavoro a circa circa 4.500 persone. AUTOMOTIVE Anche FCA svela l’arrivo di CarPlay e Android Auto su molti suoi veicoli FIAT come Ford: CarPlay e Android Auto dal 2016 I sistemi Apple e Android saranno integrati nell’interfaccia Uconnect di nuova generazione di Vittorio Romano BARASSI A nche il gruppo FCA (FIAT-Chrysler) ha deciso che è giunta l’ora di sviluppare di più i sistemi di infotainment. Dopo Ford, dunque, ecco arrivare da Las Vegas un annuncio “italiano” che in pochi si aspettavano: CarPlay e Android Auto saliranno a bordo - seppur come optional - della maggioranza dei veicoli prodotti dal colosso dell’auto. torna al sommario Ford è pronta CarPlay e Android Auto su tutti i modelli a partire dal 2017 FCA non ha rilasciato molti dettagli in merito ma quel che è certo è che i sistemi Apple e Google, rispettivamente studiati per dispositivi iOS e Android, faranno parte del sistema di infotainment UConnect di quarta generazione, che sarà abbinato da un display touchscreen da 8,4 pollici di diagonale. Al CES 2016 FCA ha portato anche un prototipo di Dodge Charger Pursuit equipaggiato con un’anteprima di quelli che saranno i sistemi multimediali che il gruppo sta sviluppando. Schermo più grande (12.1 pollici) e tante funzioni “smart” e “social” integrate. Era nell’aria ed ecco che, approfittando del CES 2016, Ford ha ufficialmente annunciato di voler integrare i sistemi CarPlay e Android Auto su tutti i propri veicoli già a partire dall’anno prossimo (2017). La prima autovettura a beneficiare di tutto ciò sarà la nuova Escape ma già entro la fine dell’anno tutte le macchine equipaggiate con SYNC 3 potranno beneficiare, tramite un aggiornamento software, di questa integrazione. Grazie poi al concomitante arrivo del nuovo SYNC Connect, tutti i proprietari di un’automobile equipaggiata con questo sistema potranno controllare da remoto molte funzionalità della propria macchina. L’integrazione di un modulo 4G LTE a bordo delle nuove Ford permetterà poi ai possessori di avviare l’auto con lo smartphone, controllare la chiusura delle portiere o il livello del carburante e pure ritrovare facilmente il veicolo nel bel mezzo di un grosso parcheggio. L’obiettivo di Ford è quello di raggiungere il risultato di ben 43 milioni di veicoli al mondo con SYNC a bordo entro il 2020, target non troppo lontano considerando che oggi sono in circolazione circa 15 milioni di auto con tale sistema. Serie S78 / Ultra HD 50” / 58” Immergetevi in una nuova esperienza ! Avvicinatevi al vostro grande schermo UHD e tuffatevi in un’immagine di una ricchezza incredibile di dettagli. Un’immagine che non è mai stata cosi profonda grazie alla precisione dei contorni, anche nei dettagli più lontani. Un’immagine che non è mai stata cosi realistica grazie alla nitidezza dei colori. Ammirate la perfetta fluidita del movimento, resa possibile dalla tecnologia Clear Motion Index 800 Hz. ww.tcl.eu/it n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE GADGET Basta tenere lo smartphone in tasca e ti segue e ti riprende senza impartire alcun comando In prova Hexo+, il drone che ti vola attorno Per girare alcune sequenze mozzafiato prima serviva un elicottero, ora bastano 1200 euro di Roberto PEZZALI Qualcomm mostra le potenzialità della sua piattaforma Snapdragon Flight S i alza in volo, ti guarda e inizia a riprenderti seguendoti come un fidato cameraman: Hexo+ è il frutto del lavoro di un gruppo di ragazzi francesi, appassionati di sport estremi che, dopo aver trovato noiosi e ripetitivi i video fatti con una action camera, ha deciso di alzare il livello della sfida. I droni rappresentano una delle nuove frontiere della tecnologia, sia in ambito professionale che consumer: Hexo+ si pone esattamente a metà strada, 1200 euro di listino che non sono proprio pochi ma non sono neppure troppi se paragonati ad altri droni consumer che vanno guidati “a mano”. Hexo+ è diverso perché, oltre al controllo classico, dispone di una serie di modalità di volo studiate e create per riprendere in diversi modi chi lo sta controllando, una sorta di operatore video personale fedele e preciso per inquadrature aeree mozzafiato. La videocamera suggerita, non inclusa, è una GoPro montata su un gimbal attivo stabilizzato con giroscopio, si possono utilizzare indifferentemente le Hero 3 e le Hero 4. Hexo+ ha sei rotori e una batteria intercambiabile che assicura 13 minuti di autonomia, oltre ad un peso che non è affatto indifferente per un prodotto simile, ben 1.5 Kg; le eliche sono di Giulio MINOTTI fisse, mentre le due staffe di supporto possono essere levate per il trasporto. Il principio di funzionamento è abbastanza semplice e si basa sul Bluetooth 4.0: lo smartphone invia al drone una serie di segnali che indicano anche la posizione di chi lo controlla, e il drone, sapendo a che altezza si trova, imposta l’angolo di ripresa iniziale e si prepara a seguire il suo “tracker”, ovvero lo smartphone. Analizzando l’intensità del segnale Bluetooth e la direzione, cose queste possibili grazie al funzionamento come emettitori beacon, Hexo+ è in grado di seguire senza alcun ritardo, lo smartphone che lo sta controllando. Abbiamo avuto modo di provare la versione in vendita da qualche settimana, con un firmware modificato a bordo che permette una se- video lab CES 2016 - La prova di Hexo+ il drone che ti segue e ti inquadra rie situazioni preimpostate come il “selfie” e il panning continuo: Hero+ funziona davvero bene, è veloce e stabile, ma quello che più impressiona è l’incredibile lavoro fatto dallo stabilizzatore della videocamera che riesce a mantenere una inquadratura ferma anche con forti oscillazioni e scarti repentini. Bel lavoro. GADGET Il drone della casa francese ha una struttura tuttala e monta una camera da 14 Mpixel Parrot Disco è il drone che sembra un aereo stealth Il sistema di volo in gran parte automatizzato lo rende facile e adatto anche ai meno esperti di Dario RONZONI arrot Disco è un drone che fin dalla prima occhiata dimostra di voler rompere con la tradizione: abbandonata la classica architettura elicotteristica, il Disco sembra a tutti gli effetti un aereo stealth. La forma inconsueta (ma non inedita, basti pensare agli L-A Series di Lehmann Aviation), è solo la punta di un iceberg di innovazioni che vanno a interessare tutta l’esperienza di volo, semplificata e resa accessibile anche ai meno esperti. Per far volare il Disco basterà lanciarlo in aria e aspettare l’inserimento del pilota automatico, coadiuvato da una nutrita serie di sensori (accelerometro, giroscopio, barometro, tubo di P torna al sommario Qualcomm prepara un esercito di droni super Pitot, GPS). A questo punto il drone comincerà a prendere quota e a volteggiare in completa autonomia finché l’utente non deciderà di mettersi ai comandi. Il pilota automatico interverrà anche per correggere manovre errate e in fase di atterraggio. Il Disco è dotato di una fotocamera frontale da 14 Megapixel con stabilizzatore a tre assi, la stessa montata sul compagno di scuderia Bebop. La velocità massima dichiarata è di 80 Km/h e il peso è di 700 grammi. Nessuna comunicazione ufficiale sul prezzo e sulla data di commercializzazione, che sarà con ogni probabilità svelata nei prossimi mesi. Qualcomm Snapdragon Flight è una piattaforma progettata per l’industria dei robot e dei droni smart. Si presenta come una piccola scheda da 6x4 cm basata su SoC Snapdragon 801 fino a 2.26 GHz, affiancato da una GPU Adreno 330. All’interno della troviamo anche la nuova architettura Hexagon DSP, dedicata alle funzionalità video. Grazie a questi processori, i droni equipaggiati con la nuova piattaforma Qualcomm sono in grado di riprendere video in 4K e di affrontare lunghe sessioni di volo autonomo. Nella Snapdragon Flight sono, inoltre, stati inseriti un modulo Wi-Fi dual-band 2x2 802.11n, Bluetooth 4.0, GPS, barometro, porte per altri sensori ed il sistema di ricarica rapida Qualcomm Quick Charge. Al CES 2016, Qualcomm, in collaborazione con Zerotech, ha mostrato le potenzialità della sua piattaforma presentando il nuovo drone YING. Zerotech, azienda leader nella produzione di APR di tipo professionale, ha realizzato un nuovo modello che può essere comandato dallo smartphone anche attraverso il pilotaggio FPV (first person view) a 720p, con la possibilità di riprendere video e scattare foto a 1080p, effettuare uno streaming diretto verso i social network QQ e Wexin e dotato di un sistema meccanico di stabilizzazione. Questo drone, dalle dimensioni compatte, è basato sulla SMART Turnkey Solution di ZEROTECH che include numerose funzionalità, dai video scalati in 4K ad avanzate tecnologie Follow me. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE GADGET Al CES di Las Vegas ci sono i Solos, gli occhiali smart pensati per il mondo del ciclismo Ecco gli occhiali smart per ciclisti hi-tech Aiutano gli atleti a misurare le proprie prestazioni in modo semplice e senza distrazioni di Gaetano MERO I l CES 2016 è anche un momento importante per osservare l’innovazione portata da aziende piccole, snelle ma forse anche più innovative. È il caso di Solos, nome che identifica sia l’azienda sia gli occhiali intelligenti dedicati al mondo del ciclismo, presentato per la prima volta all’Interbike di Las Vegas e ora riproposto in versione definitiva al CES. Gli smart glasses in questione, molto hi tech sia nelle forme che nei contenuti, aiuteranno i ciclisti a monitorare in tempo reale le proprie prestazioni senza distogliere lo sguardo dalla strada grazie ad un display virtuale integrato da 5 pollici, leggibile anche alla luce diretta del sole, che mostrerà informazioni proiettate come distanza, velocità media e durata in base alle esigenze dell’atleta. Attraverso l’applicazione disponibile per iOS ed Android, che prende lo stesso nome degli occhiali, sarà possibile collegare lo smartphone ai Solos via Bluetooth, impostare i parametri da rilevare durante la corsa e collegare in aggiunta altri fitness tracker con tecnologia ANT+ per visualizzare ulteriori informazioni, ad esempio la frequenza cardiaca. na volta saliti in bici il display può essere controllato tramite comandi vocali grazie al doppio microfono integrato, senza dover togliere le mani dal manubrio, un grosso vantaggio per tutti i professionisti che non perderanno in questo modo secondi preziosi. I due speaker integrati nella montatura avvisano periodicamente circa le prestazioni durante la corsa e al superamento di un traguardo precedentemente impostato, inoltre, sul dispositivo ottico si potranno visualizzare ID chiamante e notifiche dello smartphone, qualora se ne senta la necessità. I Solos montano una batteria che garantisce sei ore di autonomia, Tra i tantissimi gadget del CES 2016 spunta una sveglia a cartucce profumate Nessun suono, solo un piacevole aroma che si diffonde nell’aria di Vittorio Romano BARASSI hanno una forma aerodinamica e sono costruiti in policarbonato. Le lenti sono intercambiabili, proteggono gli occhi dai raggi UVA ed UVB ed assicurano un minor affaticamento della vista durante le sessioni di allenamento più lunghe. Saranno disponibili dalla prossima primavera ed avranno un prezzo che si aggira intorno ai 500 euro. GADGET Withings aggiunge alla sua gamma di prodotti un termometro a infrarossi connesso Anche la febbre diventa smart, ci pensa Withings Il termometro effettua 4000 rilevazioni in 2 secondi è Wi-Fi, e si controlla con un’app C di Franco AQUINI he fosse l’anno dell’e-health non c’era alcun dubbio e Withings non poteva non allargare la sua famiglia di prodotti. Tra baby-monitor, bilance, activity-tracker e misuratori di pressione, ora arriva anche il termometro connesso in Wi-Fi. Non sarebbe un’innovazione se non avesse un importante plus tecnologico: Withings Thermo è un termometro a infrarossi capace, attraverso i 16 sensori di temperatura, di 4.000 rilevazioni in soli 2 secondi, mentre un algoritmo si occupa di corregge automaticamente i possibili errori di rilevazione come la perdita di calore della pelle o la temperatura dell’ambiente. Il vantaggio si ha in tutti quei casi in cui bisogna misurare la temperatura a un neonato o in un paziente che - per diversi motivi - non è facile tener fermo. Con Thermo bisogna semplicemente appoggiare il sensore su un lato della testa e premere un tasto. La temperatu- torna al sommario ra, mostrata direttamente sul termometro, viene sincronizzata tramite Wi-Fi o Bluetooth con l’app dedicata per iOS e Android. In questo modo si potrà tener traccia dell’andamento della temperatura e condividere il diario con il proprio medico. Withings Thermo sarà disponibile nel primo trimestre del 2016 al prezzo di 99.95 dollari. Sensorwake ti sveglia con il profumo del croissant Sensorwake è la sveglia fatta su misura per tutti coloro che odiano alzarsi la mattina (quindi il 90% degli esseri umani) con una fastidiosa suoneria. Sensorwake è essenzialmente un piccolo cubo nel quale è installato un display che mostra l’ora attuale, quella della sveglia e poco altro; in più presenta una piccola feritoia nella porzione superiore adibita all’inserimento di alcune speciali cartucce contenenti aromi che andranno a sprigionarsi nell’ambiente una volta giunta l’ora di svegliarsi. L’ideatore, il teenager francese Guillaume Rolland, assicura un tasso di successo della sveglia pari al 99%; l’olfatto umano non è di certo sviluppato come quello di altri animali, ma alcune afferenze nervose ancestrali concorrono a mettere in allarme l’organismo non appena si odora qualcosa di insolito. Il progetto ha raccolto oltre 200.000 dollari tramite Kickstarter e ora è parte del programma Google Success Engine; sei sono le cartucce attualmente previste al lancio (Ocean, Lush Jungle, Croissant, Coffee, Chocolate e Peppermint) ma la collaborazione con la svizzera Givaudan garantirà nuove fragranze in futuro. Sensorwake arriverà a maggio e costerà 109 dollari americani; se volete effettuare il preordini, però, il prezzo è fissato in 89 dollari. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE GADGET La cura della persona, del suo benessere e dei suoi svaghi è il tema più caldo della zona “Internet of Things” al CES 2016 CES 2016, tutte le novità smart per vivere meglio Dal cuscino anti-russamento al cucchiaio stabilizzato: ecco una rassegna di tutti i prodotti che chi hanno colpito e perché di Gianfranco GIARDINA e tecnologia ci migliora davvero la vita? A volte sì, ci aiuta molto. A volte, però, la sensazione è che ci trascini nel suo gorgo di connessioni, aggiornamenti, compatibilità e bachi. Per capire dove sta andando il mondo degli oggetti connessi e intelligenti a supporto delle persone, abbiamo percorso chilometri e chilometri perlustrando migliaia di stand al CES di Las Vegas alla ricerca delle cose più curiose o anche più innovative. Ecco cosa abbiamo trovato e selezionato per voi: buona lettura e (in alcuni casi) anche buon divertimento... L Queste scarpe in discoteca spaccano! In un angolino di stand, un giovanissimo giapponese mostra Orphe, la sua invenzione: si tratta di un paio di scarpe dalla suola traslucida ripiene di led colorati che continuano a cambiare tinta. I colori sono “programmabili” e per queste scarpe è anche disponibile una serie di API che permettono agli sviluppatori di pensare a tutte le applicazioni possibili. Per esempio, sarebbe possibile far accendere le scarpe in caso di chiamata o di messaggio in ingresso, magari anche con colori diversi a seconda del chiamante. il dormiente inizia a russare: a quel punto via con una leggera virbratina, quanto basta per spingere il “russatore” a cambiare posizione e interrompere la fastidiosa pratica. Se e quando arriverà sul mercato italiano, si prevede diventi uno dei regali di Natale più gettonati dalle mogli ai mariti ignari disturbatori notturni... tiene la bevanda alla temperatura richiesta dall’utente per una bevuta al massimo del comfort e del gusto. Con il dispenser connesso le pastiglie non si scordano più. Neppure la nonna Sembra un normale porta pillole, ma Liif della società Tricella (l’assonanza italiana non inganni, l’inventore è un taiwanese trasferitosi negli States) è molto di più. I sette cassettini con le pastiglie corrispondono a un giorno della settimana e sono dotati di un sensore di apertura e chiusura che da riscontro sullo smartphone del fatto che la pastiglia sia stata presa o meno. Per cambiare la temperatura basta girare il fondo del thermos. Per ricaricarlo, basta appoggiarlo sulla base a induzione. Ideale per i pic nic in aperta campagna (dove un bar con l’espresso è una chimera). Lavoro sì, ma senza dimenticare la forma fisica Nella demo a cui abbiamo assistito, le scarpe sono comandate da un file MIDI, un formato di certo datato, ma ancora utilizzatissimo nel mondo della produzione musicale. E, nell’idea del suo creatore, l’applicazione ideale delle scarpe Orphe è proprio quella di accompagnare artisti e performer nelle loro esibizioni, a tempo di musica. In questo filmato si capisce meglio l’effetto di queste scarpe illumino-sonore. Per i mariti russatori il cuscino smart Meglio che una gomitata della moglie Idea da “lo voglio subito”: Breez Tech, una società specializzata in produzione di cuscini, ne ha realizzato un modello smart, visibile nella foto in apertura. Innanzitutto si tratta di un cuscino connesso via Bluetooth: se si vuole si può mandare in streaming qualche dolce musichetta (grazie agli speaker inseriti nel cuscino) prima di dormire. Ma soprattutto, il cuscino contiene anche un rilevatore di rumore, capace di capire quando torna al sommario OK, facciamo pubblica ammenda: stiamo sconfinando pericolosamente nelle “americanate”. Ma non riuscivamo a tenerci per noi la nuova tendenza del CES 2016: fare esercizio fisico in ufficio, mentre si lavora. Tante le proposte in questo senso, come il tavolo per piccole riunioni al quale si pedala. Liif, che si collega allo smartphone via Bluetooth, può essere utilizzato si per le proprie pillole, sia per quelle di una persona terza, per esempio un anziano. Nel caso in cui il paziente “remoto” - come per esempio nel caso di una nonna - si dimentichi di prendere la pasiglia, la app di Liif riceve le notifiche del fatto che apparentemente è stata saltata una terapia. A quel punto l’utente può decidere i mandare un messaggio vocale o addirittura video al proprio “assistito”, ricordano la dimenticanza e rimediando per tempo Anche il thermos diventa attivo e smart Amber, questo thermos, è speciale perché non solo trattiene il calore evitando che si disperda, ma perché segue a pagina 51 n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE GADGET Tutte le novità smart per vivere meglio: segue Da pagina 50 Oppure la scrivania che si alza elettricamente e sotto un tapis roulant per smaltire mentre si lavora. Oppure le (orrende) cyclette con appoggio per il notebook. Non ci sono più scuse per la pancetta. L’alito ora te lo giudica Breathometer Preoccupati per i rischi di alito cattivo? Beh, prima di uscire di casa un bel colpetto di Breathometer Mint per conoscere tutto sul proprio fiato, componente chimica per componente chimica, determinando anche le eventuali cause di un’alitosi e impostando una valida correzione. Un giocattolino niente male che è stato notato (e ingaggiato) anche da Philips, che l’ha inserito nella sua linea di cura dei denti. In questo video una spiegazione del funzionamento. Una macchinetta ti dice se stai davvero consumando i grassi Il cucchiaino e la forchetta per le persone a cui trema la mano Per le persone affette da tremore alla mano e all’arto, anche andare a mangiare al ristorante può diventare un problema: il cibo cade dalla forchetta o dal cucchiaio. Per risolvere il problema ci ha pensato Gyenno, cucchiaio servocomandato, una specie di “steadycam” delle posate, proveniente - ironia della sorte - proprio dal Giappone, che va ancora a bacchette... In tanti fanno attività fisica per smaltire la “pancetta” . Ma non tutti sanno che solo certi tipi di attività fanno veramente bruciare i grassi; per non parlare delle diete imperfette. Per sapere per certo se la ginnastica o la dieta che si sta facendo avrà veramente un influsso positivo sulla prova costume, basta fare un veloce test con Levl, un apparecchio analizzatore che calcola la quantità di acetone nel fiato. Infatti, se nel fisico si innesta il meccanismo di consumo dei grassi, si innalzano immediatamente i livelli di acetone, che si rispecchiano anche nel respiro. Basta quindi respirare in una delle provette e reinserirla: Lelv poco dopo dà il suo responso. Da 1 a 3 così così, da 4 in su si sta consumando una buona quantità di grassi. punti particolari per ottenere un report bello dettagliato sullo stato di salute e preparazione atletica del muscolo, con tanto di storico memorizzato su smartphone per poter analizzare se si progredisce e con che velocità. Il Chisel è in grado di misurare lo stato di 24 muscoli principali e ovviamente può anche valutare la composizione del corpo tra massa magra e massa grassa. Per farlo si bagna leggermente la cute e si applica lo scatolino nel punto che la app indica. Dopo pochi istanti il responso arriva sullo schermo dello smartphone. Addirittura, lo stato di forma, muscolo per muscolo, viene mappato cromaticamente sul corpo umano riprodotto sullo schermo dello smartphone e questo dà indicazioni su quale allenamento è consigliabile fare per essere più equilibrati. La maglia della salute 2.0 è realtà Quando si parla di wearable, niente è più indossabile di una pratica maglia percorsa da sensori flessibili, per nulla invasivi e, addirittura, lavabili. Tutto questo è eskin, un wearable device progettato da Xenoma, startup collegata all’Università di Tokyo. In sostanza, una maglia-activity tracker in grado di misurare i nostri movimenti, la respirazione, la temperatura corporea e altre funzioni vitali. Perfetta per tenere traccia dei propri movimenti ma anche per intercettare e correggere eventuali errori ricorrenti di postura. I capelli cadono? Ci pensa il casco LED! Cari muscoli, come state? Ve lo dice Skulpt Chisel Il cucchiaio risponde velocemente a ogni vibrazione con un movimento uguale e contrario, stabilizzando la parte con gli alimenti. Come si vede nel video disponibile a questo link. Innovazione intelligente. torna al sommario Si sa, nella motivazione nell’allenarsi, la cosa che conta di più è la percezione dei progressi. In aiuto ci viene oggi una scatoletta grande quanto un pacchetto di sigarette: si chiama Skulpt Chisel e di fatto è un misuratore di impedenza smart. Basta applicarlo sulla cute in Addio a provette miracolose e trapianti: la calvizie oggi si combatte con la light therapy! Il bizzarro iGrow, prodotto dall’americana Apira Science, è un casco che si era già visto ma che continua a stupire e lasciare perpelssi a un tempo. L’apparecchio combina laser e LED per stimolare i follicoli piliferi del cuoio capelluto e rigenerare i capelli danneggiati. segue a pagina 52 n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE GADGET Tutte le novità smart per vivere meglio: segue Da pagina 51 I lucchetti e le valige smart si aprono con l’app e le impronte digitali Siete sbadati e perdete regolarmente le chiavi dei vostri lucchetti? Niente paura, per voi c’è eGeeTouch, il lucchetto che sfrutta la tecnologia NFC e una specifica app installata sullo smartphone del proprietario. l’utente sia un po’ smemorato. Allo stesso modo il sensore può essere per esempio applicato a una bottiglia di acqua: in questo modo, se per troppo tempo non si beve, Mother ricorda all’utente di farlo. I produttori parlano di inconfutabili prove scientifiche a sostegno del loro prodotto. Ci fidiamo? L’occhiale per la realtà aumentata parla giapponese Si chiama Walker l’ultimo prodotto di Telepathy Japan, uno smart glass pensato per la realtà aumentata e il gaming mobile. Essenziale e leggero, il Walker sarà il primo occhiale intelligente in grado di connettersi alle reti mobile senza SIM. I produttori hanno anche messo a punto una serratura per valigie che si apre leggendo le impronte digitali. Sembra un chiosco per le fototessera ma fotografa la tua salute Uno stand molto particolare quello in cui ci siamo imbattuti: è quello di Muse, un sistema di supporto alla meditazione. Nientemeno. Proposta strana questo chioschetto molto “giapponese” che si autodefinisce “the intelligent health station”. Non è un vespasiano tecnologico né un sistema fotografico, bensì una specie di ambulatorio di analisi self service. La commercializzazione è prevista al momento solo per Giappone, Stati Uniti e Canada. Gioielli intelligenti per notifiche discrete Frutto della partnership tra l’indiana PC Jeweller e la californiana Martian Watches, già artefice di validi smartwatch analogici, i gioielli smart della serie Kindred vip incorporano una tecnologia in grado di trasmettere via Bluetooth notifiche discrete tramite led o vibrazione. Ascoltare la musica del proprio cervello aiuta a rilassarsi. Almeno così pare... Il paziente di passaggio si ferma sul seggiolino, proprio come se dovesse scattare una fototessera. Ma di fronte si trova tutto un armamentario che lo guida attraverso la misurazione di una serie di parametri, tra i quali, peso, altezza, pressione arteriosa, temperatura, ossigenazione del sangue, elettrocardiogramma e così via, fino al rilevamento delle impronte digitali. In pratica, secondo i progettisti, basta indossare una specie di cuffia, che però non si appoggia alle orecchie ma all’osso posto sopra di esse, un po’ arretrato. Per rilassarsi basta mettere della musica adeguata con un paio di auricolari o cuffie tradizionali e l’archetto Muse: questo recupera i segnali elettrici dal cervello e li trasforma in una specie di musica che si somma a quella che si sente in cuffia. Questa “presa di coscienza” dovrebbe aiutare molto a rilassarsi. Sarà vero? Noi non garantiamo: non l’abbiamo provato Per sapere cosa si mangia ecco “l’esaminatore elettronico” Meno male che c’è la “mamma” che ti ricorda cosa devi ancora fare Un modo non invasivo per ricordare alla utente un impegno o una scadenza. torna al sommario Si chiama Mother e prende il suo “padrone” sotto la sua ala protettiva: il sistema di compone di un’unità centrale, vagamente a forma di Barbapapà, e quattro sensori da applicare ad oggetti di uso comune. I sensori sono in grado di percepire il movimento e analizzarne il tipo: così, per esempio, applicando un sensore a una scatola di medicinali, la stazione centrale di Mother (e attraverso quella anche lo smartphone dell’utente) potrà sapere se la medicina è stata presa o no, ed eventualmente farne memoria nel caso in cui Il difetto delle app che permettono di tenere traccia di ciò che si mangia è che non si riesce a collegare diretsegue a pagina 53 n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 GADGET Tutte le novità smart per vivere meglio: segue Da pagina 52 MAGAZINE In questo caso il barman e una precisa macchina che sa quanto versare, quando miscelare e quanto ghiaccio mettere. tamente il corpo umano in Bluetooth per poter comunicare automaticamente cosa si è ingerito; l’alternativa - credibile - è questo analizzatore di cibo portatile. Basta avvicinarlo per qualche secondo all’alimento per conoscerne la composizione e gli elementi più importanti. Lo strumento diventa utile anche in tutti i casi di allergia o intolleranza alimentare. Attenzione però, funziona solo su alimenti “omogenei”: le polpette - per esempio - non sono “compatibili” Un braccialetto tutto pulsanti Per attivare un mondo di cose A questo punto dello sviluppo dell’ecosistema di Internet of Things, il problema non è avere apparecchi intelligenti, ma è poterli attivare anche a distanza con un sistema più veloce e naturale che aprire una app sullo smartphone. La soluzione viene da un braccialetto modulare, a segmenti. Ogni segmento in realtà è un pulsante che può attivare un sacco di cose; cose anche diverse a seconda non solo del tasto (e questo è ovvio) ma anche del fatto che si faccia uno singolo clic o un doppio o addirittura triplo clic. Correre di sera “in sicurezza” Ci sono i vestiti luminosi Chi ha provato a fare jogging in una buia sera invernale, magari anche un po’ nebbiosa, ha vissuto sulla sua pelle quanto possa essere una pratica pericolosa, soprattutto nei passaggi a bordo strada: nella penombra una macchina potrebbe non vedere il malcapitato runner e fagli fare la fine del pulcino Pio. Videocamere arrotolabili e flessibili Ideali per tenere d’occhio i bambini Non a caso la forma finale di questo Pio è un occhio: infatti ci vede e riprende, proprio attraverso l’ottica posta nella pulilla. I segmenti si illuminano ognuno di un colore diverso quando li si tocca: la chiave colore serve per capire a quale funzione corrisponde il pulsante. La funzione viene stabilita nella app su smartphone e può andare dall’accensione e spegnimento delle luci, dall’attivazione della musica fino all’invio di una notifica o di un email standard. Ma ora - grazie alla versatilità e al bassissimo consumo dei LED - una tale Lumenus ha realizzato una serie di vestiti e accessori “luminosi”, che permettono di farsi notare anche nelle notti più buie, come questa maglietta da runner. Luci anche dietro, sulle spalle e sul fondo schiena. Tamponamenti evitati. Come avere uno smartphone per riprendere senza l’ingombro dello smatrtphone stesso. Aiuta poi la struttura flessibile e ridiga, che consente di arrolare la videocamera dove si desidera. Si attiva tramite smartphone. Con le cuffie da spalla ascolti musica senza “isolarti” dal mondo Effettivamente sembra funzionare: questa cuffia bluetooth non va messa sulle orecchie ma tenuta al collo, come fosse una piccola sciarpa. La musica arriva in streaming dal telefono e viene amplificata nelle cuffie: l’utente la sente forte e chiara (anche se non certo incisiva sui bassi). Chi sta a distanze superiori ai 70 centimetri non sente assolutamente nulla e quindi non dà noia. Allo stesso modo, se qualcuno parla all’interlocutore, il dialogo percepito al volo. Addio isolamento da cuffia. Le borracce smart ti dicono se ti idrati abbastanza Qui siamo in un territorio veramente di confine tra la tecnologia e la stupidità e non riusciamo a capire neppure noi se valga la pena di parlare di “apparecchi” di questo tipo. Ci ha convinto a farlo la constatazione che ci sono decine di aziende che li propongono. Stiamo parlando delle borracce smart, contenitori che sanno quanto contengono e quindi quanto beve il loro “padrone”. Anche i pantaloni lunghi da corsa (beh, avevamo detto che era inverno) hanno le ginocchia luminose. E per quelli che vanno a passeggio, c’è anche uno zainetto con gli spallacci tempestati di LED. Ordini un cocktail sullo smartphone e il barman “in scatola” le lo fa subito! Tante ricette, alcuni ingredienti e un sistema di dosaggio automatico: ecco come si fanno i cocktail perfetti. torna al sommario Così, anche in considerazione dell’attività fisica in corso (e per questo ci sono tutti i tracker di questo mondo) le borracce invitano a idratarsi ulteriormente. I T S TA R T S W I T H NUOVO TV 4K ULED 65XT910 ASSOLUTA PROFONDITÀ E MASSIMA BRILLANTEZZA PER UNA SORPRENDENTE QUALITÀ DELL’IMMAGINE. Tecnologia ULED con controllo dinamico della retroilluminazione. Neri profondi, ampliata gamma di colori e massima fluidità delle immagini in movimento. n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE GADGET A Las Vegas impazzano gli smart device anche per cani e gatti che sono pronti per entrare nell’era dell’interconnessione CES 2016, tutte le novità per gli animali domestici Mai più da soli a casa, o pigri e annoiati, ora possono giocare e comunicare con i padroni a distanza. Ecco come... di Gianfranco GIARDINA l CES 2016 di Las Vegas a farla da padrone sono gli oggetti intelligenti e interconnessi, un po’ in tutti gli ambiti. Anche cani e gatti hanno i loro gadget connessi, anzi quello degli animali domestici si è rivelato uno degli ambiti che più stimolano la fantasia dei progettisti. Ecco in questa veloce rassegna le innovazioni che più ci hanno colpito su questo fronte. quando lo desidera può entrare nel vano, fare i suoi bisognini e uscirne: la macchina a quel punto inizia un processo meccanico di separazione tra la sabbia ancora asciutta e quella bagnata, insieme ad eventuali escrementi solidi della durata di circa 3 minuti. I rifiuti finiscono automaticamente in un sacchetto nel cassetto sottostante. Consigliato - ci dice l’inventore - soprattutto per chi ha molti gatti. A Dare un colpo di telefono al gatto o farsi chiamare dal cane Fare una telefonata con il proprio animale o addirittura riceverla potrà diventare una realtà: a pensarci un’azienda americana che ha realizzato PetChatz, una stazione di comunicazione da fissare al muro ad altezza muso, dotata di schermo, altoparlante, microfono e ovviamente videocamera. Questo apparecchio, che si collega in Wi-Fi, permette, tramite la propria app, di mettersi in comunicazione con un cane o con un gatto, interagendo con essi in una video-chiamata. Ma non solo: si possono anche mandare dei messaggi oppure preregistrarli in modo da non far sentire troppo da soli gli animali costretti in casa per lunghi periodi. Ma soprattutto è possibile farsi chiamare dal proprio animale: in dotazione c’è infatti PawCall, un “pulsantone” a prova di zampa con cui un cane o un gatto in preda alla nostalgia può chiamare il proprio padrone, il quale riceve una notifica e può iniziare una videocomunicazione anche subito. una specie di console videogame. In pratica il cane ha a disposizione un pad a tre pulsanti luminosi posizionato ai piedi di una ciotola, con i quali può impegnarsi in alcuni giochi. Dalla versione canina del Simon, in cui il cane deve ripetere con le zampe la sequenza di accensione delle luci, alla più semplice “zampata” al volo sulla luce che si accende fino all’apprendimento di alcune parole, come destra e sinistra. A gioco completato correttamente, il cane riceve una ricompensa nella sua ciotola. Il padrone può programmare dal proprio smartphone le ore di gioco, anche in sua assenza, e verificare i progressi che il cane fa. Come dice lo slogan di CleverPet, un cane con un lavoretto da fare è un cane felice… Lettiera autopulente per gatti Mini lunapark per gatti La webcam con la lucetta da inseguire Si chiama Petcube, nasce come webcam per interagire a distanza con i propri animali ma finisce per diventare anche un vero e proprio “videogame” per gatti: dal cubetto, in seguito alla programmazione fatta o ai comandi impartiti dal vivo via smartphone, viene Console videogame CleverPet La lettiera del gatto automatica è sempre pulita Certo si tratta di un apparecchio decisamente ingombrante. Ma a giudicare dalle tantissime domande dei visitatori americani allo stand che lo presentava, questa lettiera autopulente per gatti deve essere veramente qualcosa di interessante. In pratica il gatto proiettato sul pavimento un puntino rosso che alterna brevi momenti di sosta con ripetuti movimenti. Nessun gatto può resistere a un richiamo talmente forte e cercherà sempre - invano - di catturare la lucetta. Il padrone può seguire la scena tramite la webcam integrata e complimentarsi con il proprio animaletto. Stazione di comunicazione PetChatz Splendido, a patto di non avere un animaletto un po’ ansioso che possa abusare del suo nuovo sistema di telecomunicazione… Una console videogame per i cani Chi ha detto che i cani in casa tutto il giorno debbano annoiarsi? Ora c’è uno svago, anche istruttivo, per i nostri amici a quattro zampe: si chiama CleverPet ed è torna al sommario Webcam Petcube segue a pagina 56 n.124 / 16 13 GENNAIO 2016 MAGAZINE GADGET Code-a-Pillar è un giocattolo hi-tech che fa parte della serie Think & Learn pensata per bambini in età prescolare Il bruco di Fisher Price insegna ai bambini a programmare Un bruco-robot che ha l’obiettivo di insegnare ai bambini i fondamenti della programmazione in modo divertente di Pierfrancesco PETRUZZELLI A l CES non vengono presentati solo dispositivi per adulti, ma anche qualche interessante chicca tecnologica per i più piccoli, qualche giocattolo per bambini che unisce il fattore educativo alla marcata vocazione hi-tech. È questo il caso di Fisher Price, che ha mostrato all’evento americano il suo Code-a-Pillar, un giocattolo a forma di bruco che viene fornito con una testa motorizzata e otto moduli separati ognuno dei quali dedicato a una specifica azione (come andare avanti, girare, riprodurre un brano musicale ecc). Il bimbo aggancia i vari moduli uno all’altro realizzando di fatto una catena di istruzioni che il bruco esegue in Pillar fa parte della serie di giocattoli Think & Learn, pensata per sviluppare le capacità di problem solving nei bambini in età prescolare e sarà disponibile dal prossimo giugno a un prezzo per il mercato americano di 50 dollari. Inoltre, verranno venduti separatamente un tris di moduli aggiuntivi per ampliare le capacità del bruco. sequenza una volta azionato il tasto Start. Ad esempio, a seconda della sequenza che andiamo a impostare potremo far suonare una canzone dopo un certo tragitto, andare dritto o farlo girare a sinistra e a destra. Code-a- GADGET Novità hi-tech per cani e gatti segue Da pagina 55 secco) che può erogare agli intervalli impostati da smartphone o anche “on demand” il pasto al cane o al gatto. Non solo: la stazione integra anche una videocamera, un microfono e un altoparlante e permette di vedere a distanza che succede e interagire vocalmente con il proprio animaletto. Il lanciapalline automatico con ricompensa integrata Una delle passioni dei cani è andare a riprendere le palline lanciate dai loro padroni e riportarle, ricevendo magari al ritorno una carezza o un piccolo premio “culinario”. Questo apparecchio ha automatizzato il gioco: la macchina lancia comuni palline da tennis (con azionamento manuale o via smartphone); il cane deve solo essere addestrato a riportarle e lasciarle nel piatto superiore. A quel punto, se la macchina è stata impostata in questa maniera, il cane riceve nel piattino posteriore una piccola ricompensa (una Localizzatori per cani Oramai un classico Al CES 2016 sono stati molti i localizzatori per animali presentati. Fecero capolino sul mercato qualche anno fa ed erano ingombranti e poco affidabili. Ora i localizzatori per i cani sono diventati piccoli e ben mangia e beve; grazie alla connessione Bluetooth, possono essere interrogate dallo smartphone per avere alcune statistiche, per verificare se i dettami della buona alimentazione animale sono rispettati e per avere delle notifiche su quando è necessario riempirle di nuovo. Cibo e telepresenza In questo caso la ciotola è ancora più intelligente, visto che integra un dispenser per il cibo (ovviamente crocchetta generalmente), la pallina viene reinghiottita dalla macchina che la lancia di nuovo, e così via. Cani in forma anche in assenza del padrone, anche se - ovviamente - è meglio giocare in spazi aperti… Quando le ciotole sono connesse Queste ciotole per animali sono “intelligenti” e sono in condizione di tenere traccia ogni quanto l’animale torna al sommario funzionanti: messi al collare del cagnolino di turno possono essere interrogati da remoto via smartphone, ottenendo un “puntino” sulla mappa con la posizione precisa dell’animale. Si può impostare anche un’area di controllo: se il cane esce da quest’area il padrone riceve una notifica sul proprio smartphone.