posizione di Slow Food sulle normative di igiene

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posizione di Slow Food sulle normative di igiene
Il cibo locale conta!
In molte regioni il contesto normativo europeo sull’igiene e la sicurezza degli alimenti è un grosso ostacolo per i
piccoli produttori, che svolgono un ruolo importante per lo sviluppo sostenibile e la conservazione della natura nelle
aree rurali.
La Commissione europea riconosce che la flessibilità prevista dalla normativa europea in materia di igiene alimentare
spesso non è applicata dai paesi membri né da quelli candidati. Le autorità nazionali e regionali responsabili
dei controlli ufficiali sul campo sembrano riluttanti ad assumersi la responsabilità (esclusiva) dell’applicazione di
soluzioni più flessibili.
La normativa Ue in materia di igiene e sicurezza alimentare sarà presto oggetto di revisione.
Slow Food invita la
Commissione europea a inserire nelle sue proposte di legge disposizioni sulla flessibilità chiare e obbligatorie,
che garantiscano l’applicazione di norme semplificate e proporzionali ai piccoli produttori e alle filiere locali. Tali
norme semplificate devono tenere conto della produzione alimentare tradizionale e del patrimonio locale, della
scala della produzione e della distanza di vendita dei prodotti interessati (e basarsi sul rischio). Per quanto
riguarda la vendita diretta, dovranno essere previste disposizioni speciali. Tuttavia, gli standard minimi dovranno
essere soddisfatti da tutti i produttori (che devono attenersi a linee guida sulle buone pratiche di igiene attuabili).
Slow Food invita inoltre la Commissione europea a promuovere e sostenere lo scambio di migliori pratiche tra
le autorità competenti dei paesi membri e candidati (tramite programmi di cooperazione, formazione, ecc.). Inoltre,
dovrà essere reso disponibile un help desk/ente di mediazione a livello europeo e nazionale, che offra sostegno
e consulenza ad amministrazioni nazionali, regionali o locali, cercando soluzioni praticabili, soprattutto per le filiere
alimentari locali. Questi enti intermediari avranno il compito di facilitare la comunicazione tra autorità competenti
e produttori e dovranno essere aperti al dialogo con le organizzazioni della società civile interessate.
I produttori di cibo locale spesso si scontrano con requisiti rigidi che richiedono investimenti sproporzionati in
impianti per la lavorazione. Slow Food invita le autorità competenti a livello nazionale, regionale o locale a
utilizzare il margine di flessibilità già previsto dalla legislazione esistente. Soprattutto nei paesi candidati, come
quelli dei Balcani occidentali, la normativa nazionale in materia di sicurezza e igiene degli alimenti non dovrebbe
essere più severa delle regole dell’Ue, così da consentire alle produzioni alimentari locali di qualità di continuare a
essere economicamente sostenibili anche su piccola scala, senza bisogno di investimenti economici spropositati.
Per promuovere le migliori pratiche, le autorità devono inoltre offrire cooperazione e formazione a produttori,
contadini, trasformatori e autorità locali. La formazione dei piccoli produttori può consentire di ottenere certificati di
buone pratiche. Per parte sua, la cooperazione tra gli attori delle filiere alimentari locali deve essere sostenuta da
programmi per lo sviluppo rurale e coinvolgere le organizzazioni della società civile che si impegnano per difendere
il cibo locale.
Nei casi in cui le autorità competenti non siano disponibili ad assumersi la responsabilità di introdurre norme
adattate in materia di igiene degli alimenti, possono usare una dichiarazione di esclusione di responsabilità:
Alimento locale. Sicurezza garantita dal produttore, non dallo Stato.
Le organizzazioni della società civile devono avanzare richieste che riflettano il desiderio del pubblico di accedere
agli alimenti tradizionali e di garantirne la sopravvivenza.
I produttori locali dovranno organizzarsi e definire guide alle buone pratiche settoriali comuni. Dovranno inoltre
collaborare con la società civile per costruire la fiducia reciproca con i consumatori, anche tramite attività educative
scolastiche, e condividere il sapere e le storie che stanno dietro i loro prodotti.
VOGLIAMO IL CIBO LOCALE: LA DIFFERENZA SI GUSTA!
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