“Tipps und Tricks bei Stress ”
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“Tipps und Tricks bei Stress ”
„Consigli e trucchi contro lo stress“ Introduzione Lo stress può essere provocato da diversi aspetti della vita professionale e manifestarsi con una situazione di insoddisfazione per quel che concerne la propria vita e il proprio lavoro, amarezza, disturbi psicologici e problemi medici (maggiori informazioni sullo stress in “Informazioni sullo stress”). Il feedback sul questionario dovrebbe permetterle di conoscere il suo livello di stress e darle una panoramica sui potenziali problemi e sintomi, che possono essere provocati dallo stress. Certamente alcuni dei semafori da lei ricevuti erano “verdi”. Lo consideri un complimento per il suo modo di far fronte con successo allo stress. Se in uno o più settori il semaforo era invece “giallo”, potrebbe essere utile per lei leggere i consigli su un dato argomento o su diversi argomenti che troverà più sotto su questa stessa pagina. Se, sulla base di queste informazioni, giungesse alla conclusione che determinate cose debbano essere cambiate, dovrebbe avviare questi cambiamenti ed osservare i loro sviluppi. Se nell’arco delle prossime settimane non dovesse osservare alcun miglioramento, parli con un esperto. Se avesse ricevuto un semaforo rosso, le raccomandiamo di parlare con un esperto su questo/i settore/i problematico/i. Questo settore potrebbe rappresentare un rischio potenziale per la sua salute. È importante discutere dei problemi ed elaborare delle strategie su modo di affrontare questo genere di stress o sulle conseguenze dello stress. Questo può avere ripercussioni positive per la sua salute. Con queste pagine desideriamo presentarle alcune idee generali sul modo di far fronte allo stress, aumentare il suo benessere e proteggere la sua salute a lungo termine. Non dimentichi che si tratta qui soltanto di alcune proposte e che ci sarebbero numerose altre possibilità. Per ragioni di spazio non è stato possibile presentare qui tutte le possibilità. Situazioni stressanti costituiscono parte integrante della vita (professionale). Nei migliori dei casi le situazioni stressanti sono soltanto saltuarie e soltanto in condizioni specifiche. Ma possono essere anche costanti e diventare quindi a lungo termine una potenziale fonte di rischio per il proprio benessere e la propria salute. Quando le reazioni allo Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 1 stress (per esempio abbattimento, nervosismo o stanchezza, ira, difficoltà a concentrarsi, reazioni irritate o disturbi psicosomatici) sono causate da situazioni eccezionali ma a termine (per esempio un nuovo progetto che si aggiunge alla sua mole di lavoro normale), non c’è veramente motivo di preoccuparsi. Ma quando le reazioni allo stress si verificano in seguito a situazioni costanti e tipiche della vita professionale quotidiana e, senza un intervento, è poco probabile che la situazione cambi, si dovrebbero cercare i motivi di queste reazioni. La preghiamo quindi di leggere attentamente il feedback sulla sua situazione di lavoro (per esempio possibile squilibrio tra sforzi e ricompensa) e le sue reazioni allo stress. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 22 Consigli e trucchi Stressor Problemi d’ordine organizzativo Come problemi d’ordine organizzativo sul lavoro possiamo citare, per esempio, il fatto che si debba lavorare con informazioni incomplete o in posti di lavoro insufficientemente equipaggiati. Come reazione a questo stressor dovrebbe riflettere esattamente su che cosa le dà fastidio e quali sono gli effetti. È irritato perché non le viene messo a disposizione l’attrezzo, il materiale o il computer adeguato? Si sente impotente perché deve perdere molto tempo per ottenere informazioni o dati importanti? In questo caso, queste situazioni potrebbero disturbarla in ogni singolo giorno di lavoro. La prima tappa potrebbe consistere nel cercare di cambiare queste situazioni, sempre che questo sia possibile. Non cerchi di cambiare situazioni che non può cambiare, perché così perderà molte energie senza prospettive di successo. Se non può cambiare la situazione, cerchi di accettarla. Se non la disturba più, lo stressor non ha più alcun effetto nocivo. Esempio 1: Deve lavorare con un vecchio computer che però può svolgere tutte le funzioni necessarie. A causa del budget del suo reparto, nei prossimi 2 anni non sarà possibile sostituire il computer. Difficilmente potrà cambiare questa situazione. Si assicuri che il suo nome sia stato annotato sull’elenco per un nuovo computer tra due anni. Si ricordi che, anche se il computer attuale non è il modello più nuovo, dispone di tutte le funzioni necessarie. Accetti la situazione. Esempio 2: Il suo collega le trasmette regolarmente le informazioni importanti con un certo ritardo. In questo caso dovrebbe parlare con il suo collega per cambiare la situazione. Gli chieda perché le trasmette l’informazione sempre un po’ troppo tardi e gli spieghi perché è importante che lei riceva prima le informazioni. Si metta d’accordo con il suo collega e nelle settimane seguenti controlli se ora riceve le informazioni prima. Se non fosse possibile ricevere prima le informazioni, suddivida la sua giornata lavorativa in modo diverso, integrandovi una riserva di tempo (le consigliamo di consultare anche i consigli per far fronte alla mancanza di tempo). Affaticamento eccessivo sul lavoro / mancanza di tempo / interruzioni del lavoro Se conosce molto bene il problema dell’affaticamento eccessivo e la mancanza di tempo sul lavoro ed eventualmente viene anche interrotto regolarmente mentre lavora, dovrebbe Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 3 riflettere sul fatto che per far fronte a questi forti agenti stressanti (stressor) della vita professionale è necessario trovare una compensazione tra i suoi sforzi da un lato e il rilassamento e il riposo dall’altro. È essenziale sia per la sua salute e il suo benessere che per la sua efficienza. Nella pianificazione del suo lavoro preveda delle pause regolari. Approfitti di queste pause per fare degli esercizi di rilassamento oppure per parlare con persone che le sono simpatiche. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 4 Fissi delle priorità sia nella vita professionale che in quella privata. Si prenda anche il tempo necessario per priorità personali, per esempio tempo per riposarsi e tempo che desidera passare regolarmente con le persone che le sono care. Eventualmente vale anche la pena di considerare la possibilità di non assumersi ulteriori obblighi (questo significa dire “no”). Nei limiti del possibile eviti di iniziare nuovi progetti mentre gli altri sono ancora in corso. La gestione del tempo è una preziosa strategia per far fronte a un affaticamento eccessivo dovuto alla mole di lavoro. Gestione del tempo sul lavoro – un paio di consigli preziosi Organizzi il suo posto di lavoro. Metta via le cose nel posto previsto e si risparmierà così lo stress di cercarle oppure di perderle. Pianifichi la sua giornata, anticipi quello che potrebbe succedere e quello che deve essere fatto. Riservi un po’ di tempo per gli imprevisti. Naturalmente può succedere che non riesca a realizzare i suoi piani esattamente cosî come aveva previsto, perché ci possono essere molte cose che richiedono la sua attenzione e/o reazioni immediate. Ma il suo piano può servirle da direttiva che l’aiuta a non rimanere “bloccato” su qualcosa più a lungo del necessario. Eviti di pianificare degli appuntamenti direttamente uno dopo l’altro. Preveda tra l’uno e l’altro una pausa di almeno 5-10 minuti E utilizzi questa pausa veramente come pausa. Si occupi delle cose spiacevoli subito all’inizio della giornata. Il resto della giornata sarà meno stressante. Faccia una cosa alla volta. Risponda a messaggi di routine a determinate ore. Degli studi hanno dimostrato che le e-mail inviate tra le 11.50 e le 16.50 sono generalmente più brevi di quelle spedite ad altre ore della giornata. Lavori con blocchi di tempo. A questo scopo provi ad applicare il “metodo suddividi e supera”: svolga i compiti più importanti in porzioni di 5, 10, 20, 30, 45 o 60 minuti al giorno. Si basi su un calendario o un pianificatore. Registri i tempi per controllare di quanto tempo ha effettivamente bisogno. Alla fine di una giornata si organizzi nuovamente e si prepari per la giornata successiva. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 5 Fissi dei periodi di tempo (se possibile, ma a volta basta già una mezz’ora) durante i quali non vuole essere interrotto. Per facilitare la cosa, in questi periodi di tempo non controlli per esempio le mail in arrivo (tenga chiuso il programma), può deviare il telefono e mettere sulla porta un cartello “non disturbare”. Sfrutti questo tempo per svolgere quei lavori per i quali è necessaria la massima concentrazione. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 6 Equilibrio/squilibrio tra sforzi e ricompense Un affaticamento eccessivo sul lavoro può essere frustrante, se si ha l’impressione che quel che si riceve in contropartita – per quel che concerne riconoscimento, stato, ricompense, sostegno ecc. – non corrisponde a quello che si è investito personalmente. Parli con il/i suo/suoi superiore/i di questo squilibrio tra sforzo e ricompensa. Discuta le possibilità di come poter aumentare le ricompense per il suo lavoro (per esempio realistiche possibilità di carriera, promozione, status symbol, supplementi di salario). Determinante è che lei stesso consideri le ricompense veramente come tali: infatti su questo punto i pareri delle persone differiscono. Se la sua ditta non fosse in grado di offrirle delle possibilità adeguate di aumento delle ricompense, pensi a come compensare i suoi sforzi (per esempio per quel che concerne gli straordinari, l’elevata mole di lavoro), in modo che lei possa trovare nuovamente un equilibrio tra sforzi e ricompense per proteggere la sua salute. Ridurre gli sforzi non significa assolutamente non lavorare più, ma investire in modo adeguato nel suo lavoro. Potrebbe considerare la possibilità di delegare alcuni dei suoi compiti, in modo da proteggersi da una mole eccessiva di lavoro; forse dovrà adoperarsi per ampliare la sua équipe affinché la mole di lavoro di ciascuno sia sopportabile. Rifletta inoltre sui suoi obiettivi ed aspirazioni inerenti alla sua attività professionale e le probabilità realistiche di realizzarli. Si ponga degli obiettivi ragionevoli, che possa realmente raggiungere. Conflitto lavoro→famiglia Un conflitto tra lavoro e famiglia può tramutarsi in un circolo vizioso. Elevate esigenze sul piano professionale possono causare una mancanza di tempo libero, che altrimenti si passerebbe in famiglia, con gli amici o altri. Impegni lavorativi elevati possono inoltre causare una carenza cronica di energia nel tempo libero, che è però una premessa importante per potersi occupare in modo adeguato degli obblighi e delle attività in seno alla famiglia e per incontrare gli amici. In questo modo può aumentare il rischio di conflitti e di estraniamento nei confronti delle persone della propria rete sociale, semplicemente perché non si dispone di tempo a sufficienza per occuparsi delle relazioni, per passare insieme dei momenti piacevoli oppure per discutere o risolvere problemi. Le conseguenze a lungo termine del conflitto tra lavoro e vita professionale possono essere la perdita lenta o improvvisa delle risorse sociali (per esempio l’allontanamento da amici, maggiori problemi relazionali), che sono importanti fonti per il benessere e la salute. Se ci si viene a trovare in questo genere di conflitto, si tende inoltre ad evitare di parlarne con Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 7 gli amici e familiari implicati. Ma parlare del problema è la migliore strategia per risolvere i conflitti. Accordi alla sua vita sociale e familiare una priorità adeguata. Cerchi di tenere libero un numero ragionevole di ore per le attività sociali. Se si viene a trovare intrappolato in una situazione di stress, ne discuta con le persone coinvolte. Parli della situazione con il/la suo/sua partner, con i suoi amici. Non cerchi di eludere i suoi obblighi, ma faccia piazza pulita e rifletta sulle strategie, sul modo per poter far fronte al problema. Possibili strategie sono: Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 8 Pianificare in anticipo il tempo che si desidera passare con gli amici/la famiglia Pianificare le serate nonostante la grande mole di lavoro Parlare con gli amici o incontrarli ogni settimana, in una giornata fissa (per esempio al venerdì) Sfruttare le pause per parlare con le persone che sono vicine Prendere appuntamento per la pausa di mezzogiorno Pianificare almeno un evento per fine settimana da passere con gli amici/la famiglia Cercare di suddividere la mole di lavoro in piccole unità. Riflettere prima di assumersi incarichi supplementari (deve essere veramente responsabile lei anche di questo nuovo compito?!) Se la sua situazione professionale non le permette di evitare di ridurre il tempo a disposizione per la sua vita privata, deve cercare di trovare un accordo. Ma: si assicuri di limitarlo nel tempo! Familiari e amici spesso tollerano per un certo tempo una situazione del genere – ma quando si ha l’impressione che la situazione non cambierà mai, diventa più probabile che nella vita privata insorgano ulteriori problemi. Spesso il conflitto tra lavoro e vita privata provoca solo dopo un certo tempo un conflitto aperto, e allora – generalmente – il danno provocato è già grave. Qualche volta si è completamente sorpresi quando scoppia il conflitto. È quindi necessario che presti attenzioni ai primi segnali d’allarme in questo senso, come osservazioni rassegnate oppure rimproveri. Dissonanza emotiva Oggi giorno il lavoro sulle emozioni assume un ruolo importante nel settore dei servizi e dell’informazione. Con ciò si intende che una parte dei requisiti professionali sta nell’esprimere determinate emozioni durante l’interazione con i clienti. Ci si attende quindi dai dipendenti che esprimano per esempio cortesia oppure simpatia, anche se questo è in contraddizione con quello che sentono effettivamente in quel momento (dissonanza emotiva). Questa situazione si verifica quando l’azienda, per la quale si lavora, prescrive che si debbano esprimere queste emozioni. La ricerca ha dimostrato che alla dissonanza emotiva sono strettamente legati, tra l’altro, burnout, irritazione, poca consapevolezza del proprio valore (bassa autostima), insoddisfazione sul lavoro e disturbi psicosomatici. Se dovesse soffrire di dissonanza emotiva, è estremamente importante riflettere quando deve mostrare i sentimenti che non sente. Deve quindi riflettere se è veramente richiesto che lei Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 9 esprima questi sentimenti (prescritto dall’azienda) oppure non ci sia anche la possibilità di reagire in modo diverso. Se per esempio lei lavora con clienti spiacevoli e se – nonostante gli accessi d’ira di chi le sta di fronte – deve rimanere sempre molto cortese, deve riflettere se è obbligato a comportarsi così oppure se ha anche la possibilità, per esempio, di dire al suo interlocutore che dovrebbe calmarsi perché solo così lei è disposto a continuare a lavorare con lui o con lei. Se dovesse osservare delle direttive che, per esempio, richiedono da lei questa cortesia, dovrebbe discutere con il suo superiore se ci sono delle altre possibilità per appianare questo genere di situazioni. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 10 Problemi relazionali con superiori e colleghi Al giorno d’oggi al lavoro d’équipe viene data una grande importanza, ma spesso sul posto di lavoro non si può scegliere con chi si deve collaborare. Può quindi succedere che si debba lavorare con persone che pensano in modo diverso o che preferiscono altre strategie nel lavoro oppure che hanno un senso dell’umore diverso o hanno altre priorità e così via. Questo può essere la causa di conflitti. Conflitti sul posto di lavoro sono stressor pericolosi perché non sempre è possibile sottrarvisi, ma possono protrarsi per giorni e settimane. Ciò significa che si deve affrontare ogni giorno una situazione spiacevole (in caso di profondi conflitti anche il solo fatto di vedere la persona, con la quale si è in conflitto, può essere sufficiente per irritarsi). I conflitti sono soggetti a determinati meccanismi e possono subire un’escalation. Si possono osservare i meccanismi seguenti, che non devono però forzatamente verificarsi in questo ordine. 1) Polarizzazione e semplificazione Si difendono i propri argomenti sempre più vigorosamente Non si accettano più i compromessi Non si percepiscono più i punti deboli dei propri argomenti Non si percepiscono più i punti positivi degli argomenti altrui. 2) Disprezzo della controparte La controparte viene considerata incapace, stupida, inaffidabile Si nota qualsiasi minimo errore della controparte Quando la controparte fa qualcosa, viene automaticamente considerata poco chiara, egoista, subdola, cattiva, ecc. 3) Limitazione della comunicazione Si evita il contatto, si sfugge alla controparte, non si vuole più parlare con lei La comunicazione non serve a risolvere il problema, ma ad attaccare l’altro (quando la controparte fa una proposta – si è contro) 4) Estensione del conflitto Si litiga su diversi argomenti. Un numero crescente di persone viene implicato, coinvolto nel conflitto, chiamato in aiuto. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 11 5) Spostamento degli obiettivi Si tratta ora soltanto di vedere chi vincerà! E chi, come e quanto perde – non importa se siamo noi stessi a perdere, l’importante è che poi la controparte abbia ancora meno di noi stessi Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 12 Si può controllare l’escalation dei conflitti. L’obiettivo dovrebbe essere quello di mettere da parte il conflitto (e non di uscirne vincitori) per voler raggiungere insieme gli obiettivi prefissati. A questo scopo sono utili i meccanismi di escalation seguenti: 1) Analisi obiettiva Limitare il conflitto al suo nucleo (su che cosa si sta litigando esattamente? oppure Con che cosa è iniziato il tutto?) Analisi delle proprie azioni e dei propri motivi (a quale punto dell’escalation del conflitto si è già giunti, quali meccanismi si notano per noi e per la controparte?) Tener conto del punto di vista della controparte (che cosa vuole la controparte e quali potrebbero essere i suoi motivi?) 2) Difesa dei propri interessi Mettere da parte il conflitto… non significa semplicemente cedere, infatti il fatto di cedere può essere in un secondo tempo la causa di irritazione – e il conflitto non è risolto. Che cos’è particolarmente importante per una persona? In che cosa gli si potrebbe venire incontro? A che cosa si potrebbe anche rinunciare? 3) Mantenere viva la conversazione Cercare coscientemente la discussione Prima di incontrare la persona, rappresentarsi mentalmente il colloquio oppure esercitarsi con un’altra persona 4) Riconoscersi a vicenda, permettere che l’altro salvi la faccia Non criticare la persona in sé (,,Sei un buono a nulla“), ma percezioni o azioni o opinioni specifiche Se cedendo la persona non fa una figuraccia, sarà più disposta a cedere 5) Formulare le critiche in modo chiaro, ma equilibrato e comprensibile Rimanere sull’argomento, non generalizzare (Quindi non dire ,,Tu fai sempre …“, ,,Tu non hai mai...“, Non mettere sotto pressione Rimanere il più possibile oggettivi Parlare dei propri sentimenti Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 13 Risorse Margine di manovra Il margine di manovra è una risorsa molto importante sul lavoro. Margine di manovra significa da un lato avere il controllo di come eseguire un compito (margine metodologico), dall’altro avere la possibilità di suddividere autonomamente la giornata di lavoro (margine di tempo) Il margine di tempo è molto importante quando ci si deve occupare di una grande mole di lavoro. È possibile che si pensi di disporre di meno spazio di tempo di quello che si dispone in realtà, perché ci abituiamo a una determinata routine della giornata (per es. arrivare in ufficio, prendere il caffè, leggere le e-mail, rispondere subito alle e-mail più importanti, leggere le lettere, rispondere alle lettere, discutere con i colleghi sulla prossima riunione e solo allora mettersi a lavorare al rapporto che ieri non si è riusciti a finire …). Forse l’azienda non prescrive neppure che noi dobbiamo seguire un determinato programma della giornata, ma siamo abituati a questa routine. Rifletta a quando riesce ad avere spazi di tempo liberi (la maggior parte di clienti non telefona prima delle 9, la maggior parte dei clienti e dei colleghi va a mangiare tra e 12 e le 13, un laboratorio fornisce i rapporti sono sino ad un’ora determinata …) e sfrutti questi spazi di tempo liberi per organizzare la sua giornata di lavoro in modo da soddisfare le sue esigenze. Tutti i consigli elencati sotto „mancanza di tempo” la possono aiutare a ottenere maggior spazio per il tempo libero. Il margine metodologico è molto importante per essere meno dipendenti. Se possiamo scegliere autonomamente come poter scrivere un rapporto, rispondere alla domanda di un cliente per e-mail, smistare e conservare la nostra documentazione, non dipendiamo da una determinata procedura di un superiore che forse non corrisponde alle nostre esigenze. Ma molto margine di metodo può essere anche la causa di insicurezza, in particolare nel caso di compiti nuovi, in cui il poter disporre di indicazioni, di una guida, rappresenterebbe un aiuto prezioso. Se dispone di poco spazio metodologico rifletta sui suoi compiti e sul loro svolgimento. Se trova dei compiti che potrebbe svolgere in un modo diverso, ne discuta con il suo superiore. Inizi con piccoli cicli di lavoro, per passare poi lentamente a quelli più grandi. Sostegno sociale Il sostegno sociale viene definito da un lato come sostegno strumentale e dall’altro come Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 14 sostegno emotivo. Sostegno strumentale significa aiutare attivamente qualcuno (per esempio dare consigli, assumersi del lavoro, aiutare a svolgere determinati compiti), mentre il sostegno emotivo offre aiuto di tipo emotivo (per esempio mostrare stima, empatia, comprensione in situazioni difficili, incoraggiamento). I superiori sono più inclini a dare un sostegno strumentale, mentre i colleghi e le colleghe danno maggiormente un sostegno emotivo. Il fatto di potere ammettere con altri i propri problemi e accettare aiuti e consigli può essere di grande aiuto. Non è sempre facile, perché dà l’împressione che non riusciamo arrivare a capo di qualche cosa e che siamo vulnerabili. Cerchi il contatto con gli altri e parli con loro (superiori, colleghi, partner, amici, parenti). Discuta con loro la sua situazione e le sue possibilità di Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 15 affrontare eventuali problemi. A volte potrà succedere che la gente ce ne dia la colpa (,,Già da tempo ti avevo detto che dovevi affrontare questa situazione, e adesso sei nei pasticci”). A volte può anche succedere che ci vengano dati dei consigli troppo in fretta, che per di più ci danno l’impressione che non siamo stati in grado di affrontare una situazione semplice ,,È molto semplice, devi soltanto …”. Si prepari quindi a formulare le sue necessità in modo chiaro e senza essere offensivo (per esempio ,,Sei un po’ troppo rapido con i tuoi consigli. Quello di cui adesso ho veramente bisogno è qualcuno che sappia ascoltare e analizzi con me il problema”). Ma non dimentichi: Sostenere qualcuno non è per niente facile! Qualche volta siamo troppo rapidi con le nostre proposte, e il nostro interlocutore si sente più frustrato che sostenuto! Ascolti bene quello di cui ha bisogno la persona che cerca sostegno (consiglio e aiuto – oppure comprensione incoraggiamento) e non dia nessun consiglio, prima di essere stato esplicitamente invitato a farlo. Stima La stima di sé descrive quanto una persona in un’azienda si senta riconosciuta dagli altri. Oltre alle diverse fonti di stima (per esempio superiori, collaboratori, clienti, colleghi e colleghe), ci sono anche diverse forme di stima. Si può per esempio venire lodati direttamente per aver svolto un lavoro, ma si può trattare anche di premi pecuniari e di molte altre cose. Qui di seguito trova un elenco delle forme di stima; l’elenco può senza dubbio essere ulteriormente completato. Alcuni esempi di forme di stima - Lodi e complimenti - Amichevole pacca sulle spalle - Premi pecuniari e premi in natura - Gite aziendali - Biglietti d’auguri per il compleanno - Invito a bere qualche cosa insieme - Disponibilità ad ascoltare in caso di problemi di lavoro - Disponibilità ad ascoltare in caso di difficoltà private - Richiesta di notizie (per esempio quando si sono avuti dei problemi, chiedere se sono stati risolti) Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 16 - Affidare compiti complessi, importanti o nuovi - Affidare altri compiti interessati quando si è svolto ben un compito - Mostrare interesse alla persona e alle sue proposte - Meno controlli da parte del superiore perché questi ha ora fiducia nella qualità del lavoro - Richiedere aiuto o consiglio Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 17 Se si ha l’impressione di essere troppo poco riconosciuti, si dovrebbe fare un’analisi esatta della situazione, prima di cercare di discutere con la persona. Facendo quest’analisi rifletta sui punti seguenti: Chi non mi esprime la sua stima? Perché mi attendo la stima da parte di questa persona? Non ci sono forme di stima da parte di questa persona che fino a ora non ho percepito come stima? Di quali altre fonti di stima dispongo? Quali altre forme di stima ricevo da altre persone sul lavoro? Che cosa dovrebbe cambiare affinché io abbia l’impressione di essere riconosciuto? La stima assume un ruolo importante anche nello squilibrio tra sforzi e ricompense – legga anche questi consigli (vedere a pag. 4) Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 18 Benessere /sollecitazioni eccessive e riposo In generale con benessere si intende la valutazione che fa ognuno di noi della propria vita: questa comprende la valutazione cognitiva del grado di soddisfazione della propria vita (soddisfazione generale in tutti i settori della vita come salute, tempo libero, famiglia, se stessi, finanze, relazioni sociali, lavoro ecc.) come anche la valutazione emotiva di stati d’animo ed emozioni. Il benessere comprende la soddisfazione della propria vita nonché sentimenti positivi e negativi. Il risentimento è definito come una sensazione negativa, nei confronti del proprio datore di lavoro. Il risentimento può essere provocato da stress sul lavoro. Il pregiudizio del benessere (reazione psicologica allo stress) viene definito come stato individuale, che viene vissuto soggettivamente come una sofferenza, che provoca costi a livello individuale e sociale e determina le azioni individuali. Inoltre un benessere limitato può essere considerato come sistema di preallarme per rischi alla salute, che possono rappresentare uno stadio preliminare di malattie fisiche e psichiche. L’essere consapevoli del nesso tra condizioni di lavoro e indicatori di benessere può essere determinante nella prevenzione di malattie fisiche e psichiche ed evitare importanti costi sia sul piano economico, che su quello individuale e sociale. Il benessere specifico al lavoro, come per esempio la soddisfazione del proprio lavoro, viene considerata una componente parziale del benessere generale. Con soddisfazione del proprio lavoro si intende l’atteggiamento di una persona in relazione al proprio lavoro. È in stretta relazione con la motivazione al lavoro: se le due sono scarse, aumenta la probabilità di dimissioni interiori. L’irritabilità oppure l’irritazione viene definita come esaurimento delle risorse mentali necessarie per affrontare con successo gli impegni nello svolgimento dell’attività professionale quotidiana (per esempio la capacità di prestare sufficientemente attenzione, per concentrarsi adeguatamente su un compito, potere cambiare nel corso di una discussione il proprio punto di vista, mantenere la calma in situazioni difficili, ecc.). L’irritazione è un indicatore di riposo insufficiente. L’esaurimento emotivo si manifesta nel senso di rassegnazione, impotenza, insoddisfazione crescente, nervosismo, irritabilità, vuoto e disperazione e nel fiasco dei meccanismi di controllo e di superamento. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 19 Indicatori di benessere, da considerare come una conseguenza sulla salute dello stress cronico, sono disturbi psicosomatici oppure sintomi come mal di testa, nervosismo, mal di schiena, tensione muscolare. Spesso l’irritazione precede i sintomi psicosomatici. Il benessere è un importante indicatore del fatto che ovviamo allo stress e ad altre tensioni. Spesso si può trovare una causa medica o psicologica alla base di disturbi del sonno, mal di testa frequenti, reazioni irritate, comportamento aggressivo ecc. Se si osserva quindi accuratamente il proprio benessere, si persegue una strategia per individuare potenziali problemi o conseguenze dello stress. Esaminare i sintomi può essere utile per trovare le cause ma anche le soluzioni. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 20 Per ridurre le nostre sollecitazioni, dobbiamo migliorare le possibilità di riposo e recupero. Per ridurre il senso di irritazione e le reazioni dell’irritazione e dell’esacerbazione, dovremmo tener conto delle possibilità seguenti. Se è confrontato con numerose emozioni negative (per esempio irritazione, scorrettezza, sdegno e astio), cerchi di scoprirne l’origine. È irritato con tutta la sua azienda o solo a causa di quel unico collega che arriva regolarmente troppo tardi? La sua azienda si comporta in modo scorretto nei suoi confronti oppure si tratta soltanto di uno dei suoi superiori? Deve trovare la causa delle sue emozioni negative, in modo da poterle affrontare meglio. Le emozioni negative sono un sistema di preallarme che le segnala che c’è qualche cosa che non va. Cerchi dei contatti piacevoli all’interno ed all’esterno del suo lavoro, in questo modo può mitigare le situazioni stressanti e proteggersi dalle ripercussioni negative dello stress. Altre persone possono offrirle un sostegno emotivo (per esempio ascoltarla, incoraggiarla) oppure sostegno strumentale (per esempio alleviarla dalla sua mole di lavoro, assumendosi alcuni compiti) e aiutarla a “staccare” e a divertirsi. Dovrebbe poi riservarsi un po’ di tempo in cui è libero da tutti gli obblighi e pianificare maggiormente attività piacevoli e rilassanti (per esempio sport, hobby), che permettono di riposarsi e ritemprarsi, facendo il pieno di nuove forze psichiche e fisiche. Si tratta di una condizione indispensabile per un lavoro produttivo, per il benessere e per la salute fisica e psichica. Si occupi anche di se stesso e si assicuri di svolgere sufficiente attività fisica, di dormire sufficientemente e di mangiare in modo regolare ed equilibrato. L’attività sportiva serve a ridurre quell’energia negativa che può prodursi con lo stress. Il sonno ci aiuta ad affrontare i problemi in uno stato di distensione. E una buona alimentazione (per esempio vitamine e minerali sufficienti e un consumo ridotto di caffeina) nonché pasti regolari (e bisogna anche sedersi per mangiare e per gustare il cibo) giovano a lungo e a breve termine al benessere generale e alla salute. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 21 Risolvere i problemi e casi tipici Per risolvere un problema con metodo si procede in cinque fasi: 1. Definire e formulare il problema a) b) c) d) Cerchi fatti e informazioni importanti per risolvere il problema Descriva questi fatti con termini chiari e inequivocabili Separi i fatti obiettivi dalle interpretazioni e dalle ipotesi non confermate Identifichi i fattori e le condizioni che rendono problematica la situazione 2. Cercare soluzioni alternative Non si fissi sulla prima soluzione che le viene in mente (in genere non è la soluzione più adatta) – faccia dapprima un elenco di tutte le possibili soluzioni, anche le più pazze 3. Prendere una decisione 4. Mettere in pratica la decisione 5. Verificare il processo Qui sotto sono indicati alcuni casi ricorrenti, in cui a volte ci impegoliamo, e alcuni consigli come riuscire a uscirne. Se notiamo che potremmo siamo in una situazione di panico o agitazione febbrile rilassarci (ma: per riuscirci è necessario esercitarsi) andare all’aria aperta o respirare a fondo, distrarci fino a quando siamo pronti ad occuparci del problema il problema ha il sopravento su di noisuddividere il problema in tutte le sue componenti (e suddividerlo in sottoproblemi), trattare piccole parti del problema; sono meno soverchianti ed è utile occuparsi di un aspetto alla volta non vediamo alcuna via d’uscita agiamo sventatamente fare un elenco sistematico di tutte le possibilità fermarsi e chiederci se i tempi sono veramente maturi per agire prepararci mentalmente ad una situazione imminente, vivendola nel pensiero; Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 22 ci si dovrebbe anche preparare a eventuali errori e tenere pronte delle reazioni d’emergenza nel caso che dovesse succedere qualche cosa di imprevisto; spesso queste reazioni consistono semplicemente nel “guadagnare tempo” invece di accettare o rifiutare immediatamente una proposta. Se desidera leggere di più sul tema stress troverà informazioni nel documento “Informazioni sullo stress”. Copyright: Universität Bern, Abteilung Arbeits- und Organisationspsychologie, N. Jacobshagen & N. K. Semmer 23