La survey di Business International fotografa l`utilizzo attuale e

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La survey di Business International fotografa l`utilizzo attuale e
COMUNICATO STAMPA
La survey di Business International fotografa l’utilizzo attuale e previsionale
dell’e-Commerce delle imprese italiane
IL WEB E’ IL SECONDO CANALE DI VENDITA PIU’ USATO, MA SOLO
IL 29% DELLE AZIENDE INVESTE IN UN NEGOZIO ELETTRONICO
Milano, 13 Dicembre – Business International - Fiera Milano Media, ha presentato oggi la Survey
"E-Commerce: Scenari, Trend, Limiti ed Opportunità," in occasione dell’E-Commerce Power,
l’evento giunto alla 3° edizione che ha ogni anno l’obiettivo di analizzare ed approfondire in modo critico e
neutrale l’andamento del Commercio Elettronico in Italia principalmente attraverso il coinvolgimento di case
study e testimonianze aziendali
La Survey che ha coinvolto 200 aziende italiane si è proposta di evidenziare la propensione e la
familiarità delle imprese italiane con il Commercio Elettronico al fine di arrivare ad indicare in
concreto i trend e le nuove sfide strategiche del 2013, gli strumenti che i retailer saranno chiamati ad
utilizzare per diminuire le barriere all’acquisto online e gli “e-commerce accelerator factor” dei prossimi anni.
E’ emerso come sempre un quadro costituito da luci e ombre. Le notizie positive sono che nonostante il
negozio fisico risulti essere ancora il canale di vendita preferito dalle aziende (74%), l’on-line
retail si va sempre più affermando attraverso le sue molteplici forme: Web - al 2° posto come canale di
vendita con il 58% delle preferenze, Channel Shop (13%), Social Network (12%) e infine Mobile (9%).
Passando alle note dolenti, solo il 29% delle aziende dichiara di possedere ed utilizzare un negozio
elettronico (“Users”). Tra le aziende invece che ancora non sono dotate di un punto vendita “elettronico”, il
34% dichiara di non aver intenzione di utilizzarne uno in futuro (“Never Users”), mentre il 37% prevede
di implementarlo in futuro ma non prima di 3 anni (“Next Users”).
Tra i Never Users, l’82% ha dichiarato quale principale motivazione al non utilizzo dell’eCommerce il fatto di non trovarlo adatto e utile alla propria tipologia di business. In alcuni casi
tuttavia questo dato risulta essere influenzato da una scarsa conoscenza da parte delle aziende stesse di
potenzialità, opportunità e ambiti di applicazione attuali del commercio elettronico e dalla poca propensione
a confrontarsi con benchmark esteri.
Per i Next Users invece il principale obiettivo legato alla decisione di utilizzare il commercio
elettronico in un prossimo futuro resta quello del raggiungimento di particolari target di
mercato (80%) seguito dalle finalità di incrementare la propensione all’acquisto e di diminuire i costi di
struttura, promozione e rappresentanza. Si rivela dunque prevalente la percezione dell’e-Commerce come
strumento in grado di consentire un immediato ampliamento del mercato di riferimento e di raggiungere
una clientela diversa e più ampia rispetto a quella raggiungibile con tool di vendita più tradizionali.
Infine tra gli Users si riscontra un allineamento con i Next Users in termini di percezione dei benefici
chiave generati dall’eCommerce, che si rivelano ancora una volta il raggiungimento di particolari
target di mercato (67%) e la riduzione dei costi di struttura e promozione (62%). In sintesi la
vendita online, consentendo di abbattere alcuni costi tradizionali connessi alla vendita diretta al pubblico, si
dimostra nei fatti un canale che permette un maggiore guadagno che può tradursi in una riduzione dei prezzi
per un prodotto più competitivo sul mercato.
Tra i principali ostacoli citati dagli Users c’è invece la difficoltà a raggiungere soddisfacenti tassi di
conversione dei visitatori in clienti, legata soprattutto allo scetticismo dei consumatori verso
forme di pagamento, garanzie di qualità sul prodotto, spedizioni e assistenza post-vendita
(67%). La diffidenza verso il negozio virtuale e l’acquisto a distanza, senza poter “toccare con mano” il
prodotto, costituisce una barriera che le aziende devono ancora riuscire ad abbattere.
Per aumentare il grado di fiducia nell’e-Commerce, appare necessario garantire al cliente un’esperienza di
acquisto, ed eventualmente post-vendita, che sia eccellente, curando ogni dettaglio della vendita, dagli
aspetti economici a quelli logistici (pagamenti, reclami, garanzie, tempi di spedizione, imballaggi solidi e
integri, ecc.) Non mancano segnali incoraggianti in questo senso: il 59% degli Users dichiara infatti che
destinerà una quota maggiore di budget per ottimizzare sviluppo ed implementazione di
piattaforme e-Commerce nel 2013. Tra i canali in cui gli Users hanno intenzione di investire
maggiormente nel prossimo anno figurano il Web (77%), i Social Media (65%), e il Mobile (54%).
Infine, altro dato interessante è quello relativo al fatturato proveniente da vendite online, che per il
60% delle aziende intervistate è inferiore al 10% del totale, risultato che evidenzia come anche tra
gli Users ci sia un grosso potenziale non ancora sfruttato in relazione all’e-Commerce.
“ll numero degli italiani che acquistano online continua a crescere e crescono per le aziende italiane le
opportunità di business legate al commercio elettronico. La survey di Business International si è posta
l’obiettivo di analizzare il mercato dal punto di vista delle aziende, per offrire un quadro il più possibile
realistico ed imparziale di questo settore che rappresenta come sappiamo una leva importante sulla strada
della digitalizzazione e della crescita del nostro Paese. E’ emerso come le imprese italiane abbiano ancora un
passo più lento rispetto ai consumatori nell’adozione di tale strumento, a dimostrazione di come gli individui
siano più rapidi delle organizzazioni nell’adottare i benefici dell’innovazione,” ha dichiarato Antonio Greco,
AD di Fiera Milano Media. “Abbiamo comunque rilevato anche dei segnali positivi, molte aziende hanno già
compreso le potenzialità dell’e-Commerce e lo utilizzano sempre di più, ed altre si stanno attrezzando per
recuperare il ritardo. Occorre però agire anche su quelle che sono rimaste ferme, condividendo casi di
successo e promuovendo - in collaborazione con istituzioni, università, operatori, aziende e cittadini – una
corretta informazione sui benefici che il commercio elettronico è in grado di apportare alla business
community e, in generale, al Sistema socio-economico italiano”.
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Claudia Corradi [email protected]
Marta Grassini [email protected]