naturales quaestiones

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“IL MONDO ANTICO E LA SCIENZA.
SENECA E I TERREMOTI“
LEZIONE: IL LIBRO VI DELLE
“NATURALES QUAESTIONES” DI
SENECA. SPIEGARE LA SCIENZA
NEL MONDO ANTICO
AUTORI: PROF. MONTONE – PROF. LO MONACO
DESTINATARI: V A E V B SCIENTIFICO; III CLASSICO DEL LICEO
“D. ALIGHIERI” DI ORBETELLO
ANNO SCOLASTICO 2015-2016
PROGETTO D’ISTITUTO «IL LATINO E LA SCIENZA»
OBIETTIVI DELLA LEZIONE
 INQUADRARE SENECA NEL QUADRO DELLE TEORIE





SCIENTIFICHE DELLA SUA EPOCA
ANALIZZARE IL RAPPORTO TRA SENECA E LA
SCIENZA
SPIEGARE LA STRUTTURA DEL VI LIBRO DELLE
“NATURALES QUAESTIONES”
ANALIZZARE PROEMIO, EPILOGO ED EXCURSUS
DELL’OPERA
ANALIZZARE LA STRUTTURA DELLE SPIEGAZIONI
SCIENTIFICHE DEI TERREMOTI FORNITE DA SENECA
OFFRIRE COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI E
POSSIBILI PERCORSI D’ESAME
LA TEORIE SCIENTIFICHE
DELL’EPOCA DI SENECA
 Teorie fisiche ellenistiche (epicurea, stoica)
 Teoria aristotelica e teorie presocratiche
 “scienza” alessandrina
LA FISICA DI EPICURO
 Atomismo
 Materialismo
 Clinamen
LA FISICA STOICA
 Panteismo
 Logos universale
 Destino intelligibile dal saggio
LA FISICA ARISTOTELICA
 Atto e potenza;
 Nozione di sostanza;
 Le quattro cause;
 Fisica celeste e fisica terrestre;
 Teoria dei luoghi naturali
LE TEORIE DELL’ARCHE’
 Il Liceo era depositario delle rare informazioni
riguardanti i primi filosofi della natura di cui si
ha traccia: Talete, Anassimandro,
Anassimene, Empedocle, Anassagora,
Democrito…
(ancora oggi, gli scritti di Aristotele sono una
delle fonti primarie per la conoscenza dei
protofilosofi)
LA “SCIENZA” ELLENISTICA
 Tutte le discipline praticate dagli
intellettuali di Alessandria d’Egitto,
Pergamo, Antiochia, Pella e altri centri
dell’ex impero di Alessandro Magno
che oggi chiameremmo scientifiche,
sia per il loro campo di indagine che
per la metodologia adottata da chi se
ne occupava.
IL METODO DELLA SCIENZA
ELLENISTICA
 Quantitativo-matematico
 Esperimenti
GLI SCIENZIATI ELLENISTICI
Euclide
(attivo attorno al 300 a.C.)
(matematica, ottica)
Archimede
(Siracusa 287 - ivi 212 a.C.)
(meccanica, idraulica, astronomia)
GLI SCIENZIATI ELLENISTICI
Eratostene
(Cirene fra il 276 e il 272 –
ivi fra il 196 e il 192)
GLI SCIENZIATI ELLENISTICI
Claudio Tolomeo
(100 d. C. circa - dopo il 170)
(astronomia, geografia)
Galeno
(Pergamo 130 circa –
ivi, probabilmente, 200 d.c. circa)
(medicina)
PECULIARITA’ E SBOCCHI DELLA
SCIENZA ELLENISTICA
Problemi ben specifici.
Applicazione pratica
OSTACOLI ALLA DIFFUSIONE
DELLA SCIENZA ELLENISTICA A
ROMA
 Schiavitù
(A. Koyré, Dal mondo del pressappoco all’universo
della precisione)
 Atteggiamento degli
intellettuali romani
L’IDEA SENECANA DI
CONOSCENZA
 [L]a questione se sia stato adoperato per
primo il martello o la tenaglia non mi pare di
gran peso. Entrambe le invenzioni mi
sembrano il frutto di un ingegno vivace e
acuto, ma non profondo né elevato. Tutte
queste sono invenzioni di individui inferiori; la
sapienza siede su un trono più alto: e non le
mani, ma le anime sono oggetto dei suoi
ammaestramenti.
Seneca, Epistole a Lucilio, XIV, ep. xc.
OSTACOLI ALLA DIFFUSIONE
DELLA SCIENZA ELLENISTICA A
ROMA
Personaggi come Varrone, Vitruvio e Seneca,
quindi, pur conoscendo queste teorie (nel VII
libro delle Naturales Quaestiones, VII, xvii, 1-2
Seneca cita la teoria eliocentrica di Aristarco di
Samo) e pur avendo avuto il merito di
tramandarle fino a noi, non le hanno mai
apprezzate fino in fondo.
GLI INTELLETTUALI ROMANI
COME OSTACOLO PER IL
PROGRESSO SCIENTIFICO
Lucio Russo, La Rivoluzione dimenticata. Il
pensiero scientifico greco e la scienza moderna
LA SCIENZA DI SENECA
 La filosofia naturale come strumento per
raggiungere l’imperturbabilità dell’animo:
“Questo, ottimo Lucilio, volevo dirti sulle cause
dei terremoti. Ecco ora considerazioni volte a
fortificare gli animi: a noi importa che
divengano più forti che dotti”
Seneca, Naturales Quaestiones, L. VI, Cap. XXXII.
L’ARGOMENTO CONTRO LA PAURA
DELLA MORTE
 Che mi importa delle cause per cui muoio? Che l’attendano le
insidie, le malattie, le spade nemiche, il fragore di abitazioni che
crollano, il crollo della terra stessa, la violenza devastatrice del
fuoco che avvolge in una medesima catastrofe città e campagne,
lasciamola prendere a chi vorrà.
[D]avvero dovrei aver paura della morte, quando la terra perisce
prima di me? Quando ciò che scuote è a sua volta scosso e non
può farci del male senza prima farne a se stesso? Elice e Buri sono
state interamente coperte dal mare e io dovrei temere per un
solo e miserabile corpo? Si naviga sopra due città, e io dovrei
rifiutarmi di morire, quando so di non essere immortale? […]
Sono ore quelle che perdiamo; e anche se fossero giorni, mesi,
anni, ciò che perdiamo, apparentemente, non l’avremmo mai
avuto.
STRUTTURA DELL’ARGOMENTO
 i terremoti sono la dimostrazione della caducità
dell’universo;
 l’essere umano è solo una piccola parte dell’universo;
 la morte è, quindi, inevitabile.
Sarebbe sciocco, allora, temerla, e ancor più sciocco
temere un terremoto più di un’altra causa di morte,
dato che entrambi sono mezzi equivalenti di cui il
logos si serve per far accadere l’inevitabile.
SENECA E IL POTERE
-Condannato a morte da
Caligola, ma graziato;
-viene esiliato in Corsica
da Claudio;
-Claudio lo richiama a
Roma, dove diviene
precettore di Nerone;
-Dal 54 al 59 Nerone
governa sotto la guida di
di Seneca;
-Seneca viene accusato di aver
partecipato alla congiura dei Pisoni
e costretto al suicidio nel 65
SENECA: IL RITORNO ALLA
SCIENZA
 In gioventù Seneca aveva già scritto un
trattato scientifico sui terremoti, il De motu
terrarum, che non ci è pervenuto.
 Nell’ultima parte della vita (62-63 d. C.) scrive
in sette libri le Naturales Quaestiones.
 La prefazione al terzo libro accredita le
Naturales Quaestiones come inizio di un
nuovo percorso che interviene con la
vecchiaia e il ritiro della politica.
NATURALES QUAESTIONES:
STRUTTURA
 1° LIBRO: I FUOCHI- GLI SPECCHI
 2° LIBRO: LAMPI E FOLGORI
 3° LIBRO: LE ACQUE TERRESTRI
 4° LIBRO: NILO, NEVE, PIOGGIA, GRANDINE
 5° LIBRO: I VENTI
 6° LIBRO: I TERREMOTI
 7° LIBRO: LE COMETE
OBIETTIVO DELL’OPERA
LA SCIENZA E’ INTESA DA SENECA COME
ATTIVITA’ SPECULATIVA ATTA NON TANTO
A CONOSCERE IL SUO OGGETTO DI
STUDIO, QUANTO A MIGLIORARE
ETICAMENTE COLUI CHE INTRAPRENDE
TALE ATTIVITA’ (F. TREBINO)
IL SESTO LIBRO DELLE
NATURALES QUAESTIONES:
STRUTTURA (1)
 PARAGRAFI 1-5: PROEMIO E DEFINIZIONE
DEL TEMA
 PARAGRAFI 6-26: TEORIE SULL’ORIGINE DEI
TERREMOTI ATTRIBUITE A SINGOLI
ELEMENTI:
ACQUA (6-8); FUOCO (9 E 11); TERRA (10);
ARIA (12-19)
IL SESTO LIBRO DELLE
NATURALES QUAESTIONES (2)
 PARAGRAFI 6-26: TEORIE SULL’ORIGINE DEI
TERREMOTI ATTRIBUITE A SINGOLI ELEMENTI:
IL CONCORSO DI PIU’ CAUSE (20); TEORIE DI
POSIDONIO (21); TEORIA DI SENECA SULLE
ORIGINI DEI TERREMOTI (22-26)
 EPILOGO DEL LIBRO (27-.31): Il messaggio
liberatorio della scienza rende gli uomini più forti
contro la paura della catastrofe;
 RIFLESSIONE FINALE (32): Imprimere nell’animo
la necessità naturale della morte
PROEMIO
 TEMI:
SCIENTIA
SOLACIUM TIMOR MORTIS
 Incipit insolito: prende avvio dall’osservazione
empirica del fenomeno, il ricordo del sisma
che ha colpito la Campania nel 62 d. C.
 La catastrofe spinge Seneca a indagare sul
fenomeno per liberare l’uomo dalla paura
della morte
LE CITAZIONI POETICHE:
L’USO DEGLI AUCTORES
 NEL TESTO SONO INSERITE MOLTE
CITAZIONI POETICHE; ESSE SONO
FUNZIONALI ALLA “DRAMMATIZZAZIONE
DELLA TRATTAZIONE SCIENTIFICA”
 GLI AUTORI PIU’ CITATI SONO VIRGILIO,
OVIDIO, LUCREZIO
GLI EXCURSUS: ALESSANDRO E
NERONE
 NELLA DISSERTAZIONE SCIENTIFICA SONO
PRESENTI DUE EXCURSUS, IMPORTANTI DA
UN PUNTO DI VISTA IDEOLOGICO:
-ELOGIO DI NERONE (8, 3.5) E DEL SUO AMOR
VERITATIS NEL RICORDO DELLA SPEDIZIONE
INVIATA DA NERONE PER SCOPRIRE LE
ORIGINI DEL NILO
-CONDANNA DI ALESSANDRO MAGNO (23, 2-3),
COLPEVOLE DELL’UCCISIONE DI CALLISTENE,
SUO AMICO E GRANDE INTELLETTUALE
L’ELOGIO DI NERONE E’ FINTO
 LA RELAZIONE DEI CENTURIONI INVIATI DA
NERONE PER SCOPRIRE LE ORIGINI DEL
NILO E’ FALLIMENTARE;
 PLINIO IL VECCHIO DICE CHE LA
SPEDIZIONE DI NERONE IN EGITTO FU
DETTATA DA FINI IMPERIALISTICI
 LUCANO RICORDA CHE ANCHE CESARE E
ALESSANDRO MAGNO SI ERANO
INTERESSATI ALLE ORIGINI DEL NILO; LA
NOSCENDI CUPIDO ACCOMUNA I TIRANNI
IL PARALLELO SENECA-CALLISTENE
 I DUE EXCURSUS SONO IN SIMMETRIA, COME
LO SONO PROEMIO ED EPILOGO
 GIA’ LO STUDIOSO ITALO LANA PENSAVA CHE
SENECA PROIETTASSE IN CALLISTENE, IL
FILOSOFO SCIENZIATO UCCISO DA
ALESSANDRO MAGNO, SE S TESSO
 SENECA DENUNCIA IMPLICITAMENTE LA
DERIVA DI NERONE VERSO UNA GESTIONE
TIRANNICA DEL POTERE, COME QUELLA DI
ALESSANDRO MAGNO, CON CUI HA IN
COMUNE LA NOSCENDI CUPIDO.
L’EPILOGO E IL SUO
SIGNIFICATO
 NELL’EPILOGO SENECA RIBADISCE LA NECESSITA’
DI ACCETTARE COME DATO NATURALE LA MORTE
E DI RENDERLA UN CONCETTO A SE’ FAMILIARE
 SENECA VUOL RIBADIRE IL SENSO IDEOLOGICO
DELLA SUA RINUNCIA ALLA POLITICA: LO STUDIO
DELLA NATURA E’ UNICA OCCUPAZIONE DEGNA
DEL SAPIENTE, NON SCELTA FORZATA
 SENECA NON RINUNCIA, IMPLICITAMENTE, A
DENUNCIARE LA FOLLIA DEL TIRANNO NERONE,
CONVINTO, PROBABILMENTE, CHE PRESTO
AVREBBE FATTO LA STESSA FINE DI CALLISTENE.
LO STILE DI SENECA SCIENZIATO: IL
LINGUAGGIO “DRAMMATICO”
 IL LINGUAGGIO DELLE OPERE SCIENTIFICHE NON E’
DISSIMILE DA QUELLO DELLE OPERE MORALI E DELLE
TRAGEDIE (TRAINA PARLA DI “STILE
DELL’INTERIORITA’ E DELLA PREDICAZIONE”)
 ANCHE LO STILE DI SENECA SCIENZIATO E’
“DRAMMATICO”, PERCHE’ RIFLETTE LA LOTTA
DELL’UOMO CONTRO IL VIZIO PER RAGGIUNGERE
L’EQUILIBRIO DELLA PROPRIA ANIMA, VERO FINE
DELL’OPERA
 ANCHE NELLE DISSERTAZIONI SCIENTIFICHE SENECA
SI AVVALE DI UNA PROSA SERRATA, CON SENTENZE,
VARIATIONES, INTERROGATIVE DIRETTE, METAFORE,
CITAZIONI POETICHE.
LA STRUTTURA DELLE
SPIEGAZIONI DEL FENOMENO
SISMICO
L’argomento per analogia:
Alcuni attribuiscono queste oscillazioni al fuoco […]- Infatti,
poiché esso arde in parecchi luoghi sotto terra, è necessario
che produca una grande quantità di vapori senza uscita, che
con la loro potenza aumentano la pressione dell’aria e, se il
calore diviene ancora più intenso, fa saltare tutti gli ostacoli
[…]. Noi vediamo che l’acqua spumeggia quando viene
messa sul fuoco. L’effetto prodotto su una piccola quantità
d’acqua chiusa in un recipiente possiamo credere che sia
ben più considerevole quando un fuoco violento e immenso
mette in movimento enormi masse di liquido.
ALTRO ARGOMENTO PER ANALOGIA
Ecco ciò che dice Archelao, accurato studioso del suo
tempo. I venti s’introducono nelle cavità della terra.
Quando poi l’aria ha riempito tutti gli spazi e ha
raggiunto il massimo grado di condensazione, la
corrente che sopravviene comprime quella già
presente, la urta e con i suoi ripetuti colpi dapprima
l’ammassa, poi la respinge. Allora, cercando di farsi
posto, l’aria compressa elimina ciò che la stringe e si
sforza di spezzare gli ostacoli. Così accade che, a
seguito della lotta dell’aria in cerca di fuga, la terra si
mette a tremare.
E OGGI? UNA VALUTAZIONE DEL
VALORE SCIENTIFICO DEL TESTO
DI SENECA
 Per la mentalità odierna, la scienza antica è
“peggiore”, “meno precisa” della scienza
contemporanea.
 Questa idea deriva dalla lettura positivistica della
storia della scienza.
 Ma una lettura attenta delle spiegazioni fornite
oggi dagli scienziati per i fenomeni sismici ci
permette di smentire almeno in parte questa
idea così diffusa.
LA SPIEGAZIONE ODIERNA DEI
TERREMOTI.
 Per terremoti tettonici si intendono quelli prodotti da
fratture di parti rigide della crosta terrestre o della
litosfera […]. Queste fratture possono essere
immaginate come veri e propri strappi, a loro volta
causati dalle deformazioni elastiche accumulate nel
tempo dallo spostamento lento, ma costante, delle
placche litosferiche l'una rispetto all'altra.
 Quasi tutti i grandi terremoti traggono origine dal moto
delle placche e dalla loro interazione reciproca, quindi
l'energia liberata dai terremoti deve essere fornita dalle
forze di spostamento delle zolle litosferiche. Tale energia
motrice è individuata nei moti convettivi della parte
calda e plastica della Terra, chiamata astenosfera, per
effetto del riscaldamento prodotto dal decadimento
degli elementi radioattivi.
Treccani, Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2007)
SPIEGAZIONI ANTICHE E
SPIEGAZIONI ODIERNE
 Come è possibile notare, anche la spiegazione fornita dagli




scienziati contemporanei è una spiegazione per analogia.
Ovviamente, le teorie odierne sono più aderenti alla realtà del
fenomeno rispetto alle teorie antiche.
Ma se bastasse questo per definire “non scientifica” una teoria,
allora anche la teoria della gravitazione universale di Newton non
sarebbe scientifica (dato che essa è più lontana dalla realtà dei
fenomeni rispetto alla teoria della relatività).
Ciò che distingue le teorie “più vecchie” da quelle “più recenti” e
che le rende, per ciò stesso, peggiori, deve dunque essere
qualcos’altro. Cosa?
Chiediamolo al filosofo che ha diffuso nella cultura occidentale
questo modo di confrontare le teorie scientifiche: A. Comte.
A. COMTE E L’IDEA DI
PROGRESSO DELLA FILOSOFIA
 “Studiando […] lo sviluppo dell’intelligenza
umana nelle sue diverse sfere di attività, dalle
prime manifestazioni fino ai giorni nostri, credo
di aver scoperto una grande legge
fondamentale, alla quale esso è soggetto con
ferrea necessità e che può essere definita in
modo preciso sia con prove razionali ricavate
dalla conoscenza della nostra organizzazione, sia
con la verifica storica risultante da un attento
esame del passato”
A. Comte, Corso di filosofia positiva
LA LEGGE DEI TRE STADI
 “Questa legge consiste nel fatto che ogni
nostra concezione fondamentale, ciascun
settore delle nostre conoscenze, passa
successivamente attraverso tre stadi diversi:
lo stadio teologico o fittizio; lo stadio
metafisico o astratto; lo stadio scientifico o
positivo […].”
A. Comte, Corso di filosofia positiva
LO STADIO METAFISICO
 “Nello stadio metafisico, che non è in fondo
una semplice modificazione generale del [lo
stadio teologico], gli agenti sovrannaturali
sono sostituiti da forze astratte, vere entità
inerenti ai diversi esseri del mondo concepite
come capaci di produrre esse stesse tutti i
fenomeni osservati, la cui spiegazione
consiste dunque nell’assegnare a ciascuno
l’entità corrispondente”
A. Comte, Corso di filosofia positiva
LA TEORIA DI COMTE E’ ERRATA
 Secondo Comte, dunque, le teorie pre-galileiane (come quella di




Seneca) sono “peggiori” di quelle post-galileiane (come quella
riportata sull’Enciclopedia Treccani) perché spiegano i fenomeni
ricorrendo a entità “metafisiche” delle quali è impossibile
dimostrare l’esistenza.
Ma nelle spiegazioni riportate da Seneca non si fa riferimento a
nessuna entità “metafisica” (si citano i quattro elementi e si fa
riferimento a caverne e fiumi sotterranei…).
Quindi sono in tutto e per tutto simili alla teoria odierna sui
terremoti.
Inoltre, come già evidenziato, quelle spiegazioni ricalcano la
struttura di quelle odierne (sebbene ne differiscano per i
contenuti)
Il testo di Seneca può quindi essere usato come fonte storica per
smentire la lettura comtiana della storia della scienza, che tanto
influenza la nostra cultura.
UN ALTRO USO DEL TESTO DI
SENECA.
Il testo di Seneca richiama da vicino un
famoso testo di Leopardi che sembra essergli
affine per contenuti: il “Dialogo tra un folletto
e uno gnomo”.
LEOPARDI, DIALOGO DI UN
FOLLETTO E DI UNO GNOMO
Contenuto del testo:
Leggi di natura indifferenti alle sorti umane
Critica all’antropocentrismo
LEOPARDI, DIALOGO DI UN
FOLLETTO E DI UNO GNOMO
Struttura dell’argomentazione:
la vita dell’uomo è solo un aspetto (marginale) della vita della
natura
Poiché la natura può sopravvivere alla vita del genere
umano, dobbiamo arrenderci all’idea che essa non sia
costruita per facilitare la nostra esistenza
Le leggi di natura non sono costruite per favorire
l’esistenza eterna o facilitata dell’essere umano
LA CRITICA DI LEOPARDI ALLO
STOICISMO
Leopardi ritiene lo stoicismo agli antipodi
della sua visione:
“I porci, secondo Crisippo, erano pezzi di
carne apparecchiati dalla natura per le cucine
e le dispense degli uomini, e, acciocchè non
imputridissero, conditi colle anime in vece di
sale”
G. Leopardi, Dialogo di un folletto e di uno gnomo.
L’ARGOMENTO DI CRISIPPO
(381-377a.c. - 208-204a.c.)
 Le parole che Plutarco ci ha tramandato su Crisippo, esponente
dello stoicismo antico, sembrano supportare la visione che
Leopardi offre in modo ironico dello stoicismo antico:
 Le nostre nature fanno parte del tutto, e perciò il fine è vivere
seguendo la natura, sia la propria sia quella del tutto, nulla
facendo di ciò che vieta la legge universale che non è altro che la
retta ragione scorrente per tutta la realtà e si identifica con Zeus
[…]. Lo stesso è la virtù dell’uomo felice e il buon scorrere della
vita, quando tutto si compia in accordo con la ragione divina che
è in ciascuno di noi e con riguardo alla volontà del reggitore
dell’universo.
Plutarco, Della virtù morale, 441c
STRUTTURA DELL’ARGOMENTO DI
CRISIPPO E IMPLICAZIONI
 la mia vita fa pienamente parte della vita dell’universo;
 quindi la vita beata è quella in accordo con le leggi della
natura.
----------------Questo implica che:
 se le leggi che reggono il mondo stabiliscono che la mia
vita debba cessare, sarebbe stupido opporsi, perché ciò che
esse sanciscono è immutabile (in questo Crisippo e Seneca
concordano).
 Se seguire le leggi che reggono il mondo mi rende felice,
questo vuol dire che queste leggi sono state fatte per me
(questo ottimismo manca in Seneca, che ricava la sua
felicità dalla tranquillità data dalla rassegnazione)
LEOPARDI E LO STOICISMO
 E’ quindi giusto dire, con Leopardi, che il
messaggio dello stoicismo è quello di un
antropocentrismo rassicurante
 Ma questa accusa NON può essere rivolta
anche a Seneca: nello stoicismo di Seneca,
infatti, non vi è antropocentrismo.
 Anzi, lo stoicismo di Seneca supporta
l’argomentazione di Leopardi.
UN CONFRONTO TRA SENECA E
LEOPARDI
Premessa comune:
la vita dell’uomo è solo un aspetto (marginale) della vita della natura
Seneca
Poiché perfino la natura può perire, dobbiamo arrenderci all’idea della nostra
finitezza
Leopardi
Poiché la natura può sopravvivere alla vita del genere umano, dobbiamo
arrenderci all’idea che essa non sia costruita per facilitare la nostra esistenza
Implicazione comune:
Le leggi di natura non sono costruite per favorire l’esistenza eterna o facilitata
dell’essere umano
POSSIBILI COLLEGAMENTI
INTERDISCIPLINARI PER
L’ESAME DI STATO
 RAPPORTO INTELLETTUALI – POTERE
(SENECA-LUCANO, TOTALITALISMO,
“GUERNICA”, SCUOLA DI FRANCOFORTE,
FERMI E LA BOMBA ATOMICA…)
 L’UOMO NELLA NATURA (SENECA, LEOPARDI,
D’ANNUNZIO, IMPRESSIONISMO… )
 SPIEGARE PER ANALOGIA (SENECA
SCIENZIATO, LA FILOSOFIA DELLA STORIA
POSITIVISTA, SURREALISMO, MODELLI
ATOMICI)
BIBLIOGRAFIA











M. BERETTA-F. CITTI-L. PASETTI, Seneca e le scienze naturali, Firenze
2012
A. DE VIVO, Le parole della scienza, Salerno 1992.
A. KOYRE’, Dal mondo del pressappoco all'universo della precisione,
Torino 1967.
L. RUSSO, La rivoluzione dimenticata, Milano 2014.
TREBINO, La cultura scientifica a Roma, Genova 2013.
TRECCANI, Enciclopedia della Scienza e della Tecnica, versione online
aggiornata al 2007
SENECA, Questioni Naturali, a cura di R. MAGELLESI, Milano 2004.
SENECA, Epistole a Lucilio
PLUTARCO, Della virtù morale
G. LEOPARDI, Operette morali
A. COMTE, Corso di filosofia positiva, a cura di F. TONON e G. D’ANNA,
Messina-Firenze 1975.

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