STRADA DELLA FUTA - Istituto per i beni artistici culturali e naturali

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STRADA DELLA FUTA - Istituto per i beni artistici culturali e naturali
S
La trada della FUTA
AROUND
P65
Strada Storica della Futa (SP 65)
Around Futa
UNIONE MONTANA VALLI SAVENA-IDICE
Giunta
Giovanni Maestrami, Presidente e Sindaco di Loiano
Gabriele Minghetti,Vicepresidente e Sindaco di Pianoro
Alessandro Ferretti, Sindaco del Comune di Monghidoro
Giuseppe Venturi, Sindaco del Comune di Monterenzio
Direttore
Viviana Boracci
La guida è stata realizzata in collaborazione con
A cura di
Beatrice Orsini, Carlo Tovoli, IBC
Progetto e realizzazione grafica
Beatrice Orsini, IBC
I testi sono stati rielaborati sulla base delle ricerche condotte
dall’Università degli Studi di Bologna- Dipartimento di Agraria,
coordinate dal Prof. Gilmo Vianello per conto dell’Unione
Montana Valli Savena-Idice nell’anno 2012
Traduzioni
Michelle Pedretti della G.L.M. International di M. Tamari & C. S.a.s.
Bologna
Ivan Orsini, IBC
Un particolare ringraziamento al prof. Adriano Simoncini e ai
dipendenti del’Unione Montana Valli Savena-Idice che hanno
partecipato al progetto in particolare a Paola Naldi e a Daniele
Manfredini
Cartine e APP:
Adimatica di Andrea del Monte
Il progetto di valorizzazione della strada storica della Futa (SP65)
promosso dall’Unione Montana Valli Savena-Idice ha visto, nel
settembre 2013, l'inaugurazione di sei aree attrezzate in punti
strategici della strada nei Comuni di Loiano, Monghidoro e Pianoro,
con panchine, tavoli e cartelloni, in italiano e inglese, che illustrano
le eccellenze storico-culturali e naturalistiche del territorio, e la
realizzazione della APP “around Futa”, scaricabile gratuitamente,
che contiene tutte le informazioni turistiche per scoprire il
territorio: oltre alle schede sui beni culturali e ambientali, l’elenco
delle manifestazioni e degli eventi in programma nei Comuni, dove
mangiare e dormire, i bar e le aree di parcheggio. Le informazioni
turistiche, consultabili anche da dispositivi mobili, completano le
informazioni della mappa interattiva georeferenziata realizzata
dall’Unione Montana Valli Savena-Idice nel 2012 (all’indirizzo
http://mappainterattiva.uvsi.it) con l’indicazione delle eccellenze
artistiche e naturalistiche del territorio, i percorsi in mountain bike,
le Aziende biologiche e quelle che aderiscono alla “Strada dei vini
e dei sapori”.
Un QR Code, posto sui cartelloni nelle aree attrezzate e in
corrispondenza dei monumenti o punti di maggior interesse,
permette inoltre di accedere a tutte le informazioni aggiornate
su aziende e strutture ricettive presenti sulla Strada della Futa,
all’elenco delle manifestazioni di carattere turistico/culturale sul
territorio, fino alle possibili aree di parcheggio. Questa guida, frutto
della collaborazione tra l’Unione Montana e l’Istituto per i beni
culturali della Regione Emilia-Romagna, vuole essere un ulteriore
contributo alla valorizzazione di un territorio che nel passato
incantò illustri viaggiatori e che oggi chiede di essere di nuovo
“svelato”. Siamo certi che le sorprese non mancheranno.
Giovanni Maestrami
Presidente dell’Unione Montana Valli Savena-Idice
The project of enhancement focused on historical road Futa (SP65),
sponsored by Unione Montana Valli Savena-Idice let, in September 2013,
the achievement of six picnic areas at strategic points of the road in the
territories of Loiano, Monghidoro and Pianoro municipalities with benches,
tables and signboards, written in English and Italian, which illustrate the
historical, cultural and natural attractions and the production of the APP
“Around Futa”. It is possible to download this APP free of charge, and
it contains all the tourist information to visit these places: in addition
to the files concerning the cultural and environmental heritage, you
will find the list of exhibitions and events planned in the municipalities,
restaurants and hotels, bars and parking areas. The tourist information,
that you will look at by also mobile devices, complete the interactive map
of geo-referenced information made in 2012 ​​by Unione Montana Valli
Savena-Idice (at http://mappainterattiva.uvsi.it), by all the artistic and
natural attractions of these places, the mountain bike trails, the biological
companies and those ones that join the “Route of wines and flavors”.
A QR Code, placed on signboards in the picnic areas and close to
the most interesting monuments or places, allows to get all the latest
information on businesses and accommodation facilities related to Futa,
and the list of tourist and cultural events in the territory, up to eventual
parking areas. This guide is the result of collaboration between Unione
Montana Valli Savena-Idice and Istituto beni culturali, and wants to
help the enhancement of an area that, in the past, bewitched famous
travellers and today asks to be back “revealed”. We trust that there will
be many surprises.
Giovanni Maestrami
President of Unione Montana Valli Savena-Idice
LA STRADA DELLA FUTA NEL TEMPO
L’esistenza di centri importanti sulla destra del fiume
Savena (S. Ruffillo, Loiano, Monghidoro) è attestata
dopo il Mille ed è in quell’epoca che si afferma un
percorso corrispondente in gran parte alla direttrice
della Futa, lungo il crinale destro del Savena. La
strada è definita nel XII secolo strada “montanara”e
nei documenti ufficiali è denominata “Strata qua itur
Florenciam” (Strada per la quale si va a Firenze). A
partire dalla seconda metà del XIII secolo il Comune
di Bologna sceglie questa strada come via ufficiale
verso Firenze per i commerci e nel 1246 fa costruire a
Scaricalasino un castello-fortezza a difesa del proprio
territorio. Nel 1300 in occasione del Giubileo, la “Via
di Toscana”che aveva come punto di partenza l’Abbazia
di Santo Stefano a Bologna è raccomandata ai pellegrini
in viaggio da Nord verso Roma. La strada era in quel
periodo poco più che una semplice mulattiera. Già
nel XVI secolo è testimoniata l’esistenza di punti di
ristoro hospitalia (ricoveri per viandanti), e stazioni
di posta per il cambio dei cavalli a Pianoro, Loiano,
Anconella e Scaricalasino (l’attuale Monghidoro, dove
gli animali da soma erano scaricati dal peso delle merci
trasportate, per eseguire i controlli di frontiera) Non
si registrano grandi cambiamenti fino al XVIII secolo
quando il granduca Francesco di Lorena per facilitare
gli spostamenti tra Firenze e Vienna (Maria Teresa, sua
moglie, era figlia dell’imperatore d’Austria), decide
di trasformarla in una strada carrozzabile, osteggiato
in questo dal papato che mirava allo sviluppo del
collegamento con Roma all’interno dei territori
pontifici, attraverso Ancona e Loreto. Fino alla prima
metà del Settecento, la strada era carreggiabile fino
a Pianoro, dopo era “strada per bestie da sella e per
carretti”. A metà Settecento su iniziativa lorenese si
disegna un nuovo tracciato più breve che prevede
l’abbandono del passo del Giogo per quello più alto
della Futa (da cui la strada prenderà il nome). I tempi
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THE FUTA ROAD OVER TIME
Records attest to the existence of importance settlements
on the right side of the Savena river (San Ruffillo, Loiano,
Monghidoro) after 1000 AD and in this period a route
largely corresponding to the Strada della Futa was
established along the ridge to the right of the Savena. In
the 12th century it was defined as a “mountain” road and
in official documents it was “Strata qua itur Florenciam”
(road to go to Florence). Starting from the second half of
the 13th century, the City of Bologna chose this road as
the official trade route to Florence and in 1246 had a
castle-fortress built in Scaricalasino to defend its territory.
In 1300, on the occasion of the Jubilee, the “Via di Toscana”
(Tuscan Way), whose starting point was the Abbey of
Santo Stefano in Bologna, was recommended to pilgrims
travelling from the north toward Rome. The road was little
more than a mule track in that period. In the 16th century,
there were establishments serving refreshments, hospitalia
(shelters for travellers), and staging inns for changing
horses in Pianoro, Loiano, Anconella and Scaricalasino
(“unload the donkey”, the present-day Monghidoro, where
transported goods were unloaded from pack animals for
border inspections).There are no records of major changes
until the 17th century, when the grand duke Francis of
Lorraine decided to transform it into a carriageable road
in order to facilitate travel between Florence and Vienna,
(his wife Maria Theresa was the daughter of the emperor
of Austria). His plan was opposed by the papacy, which
aimed to develop a link to Rome within papal territories,
via Ancona and Loreto. Until the first half of the 18th
century, the road was carriageable up to Pianoro, after
which it was a “road for saddle animals and carts”. In the
mid 18th century, on the initiative of the Lorraine family, a
new shorter route was designed, which entailed abandoning
the Giogo pass for the higher Futa pass (from which the
road would take its name). Travel times between Bologna
and Florence were reduced to between 12 and 15 hours.
During the Napoleonic period, this road was included
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Cartina tratta da "Direzione pe' viaggiatori in Italia" di Carlo
Barbieri, 1779, e riprodotta in una cartolina dei primi del
900. Collezione P. Calzolari
di viaggio tra Bologna e Firenze si riducono tra le 12
e le 15 ore. Nel periodo napoleonico la direttrice è
inserita nella strada imperiale 6 che da Parigi arriva
a Napoli. A Napoleone è impropriamente addebitato
il “taglio”che eliminò un altro ampio tratto di strada
a Livergnano tra il 1817 e il 1820. Per quasi tutto
l’Ottocento non si ebbero sostanziali modifiche.
Alcune inportanti varianti, soprattutto per limitare i
tratti con più forte pendenza, furono apportate a inizio
Novecento. La “Futa” divenne poi leggendaria grazie
alle quattro ruote e alla celeberrima “Mille Miglia”,
la cui prima edizione si tenne nel marzo 1927. Nel
1944-45 le operazioni belliche di sfondamento della
Linea Gotica cancellano edifici storici e danneggiano
seriamente alcuni centri disposti lungo la strada. Nel
dopoguerra la Futa” rinasce con una forte vocazione
turistico-culturale, in coincidenza con lo spostamento
del flusso automobilistico sul tronco appenninico
dell’Autostrada del Sole (1960).
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in imperial highway 6, which went from Paris to Naples.
Napoleon was unduly blamed for the “cut” which eliminated
another large stretch of roadway in Livergnano between
1817 and 1820.
No substantial changes occurred for nearly the whole of
the 19th century. Some major variants were introduced at
the start of the 20th century, above all to limit the steepest
stretches. The “Futa” then became legendary thanks to
automobiles and the famous “Mille Miglia” (“Thousand
Miles”) race, held for the first time in March 1927. In 194445 war operations aimed at breaching the Gothic Line wiped
out historical buildings and seriously damaged some towns
situated along the road. In the post-war period, the “Futa”
was reborn, with a strong emphasis on tourism and culture,
after the flow of automobile traffic had been diverted to
the Apennine stretch of the Autostrada del Sole (1960).
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PRIMA DELLA “FUTA”
Oggi la strada che da Bologna porta al Passo della
Futa (903 m), prima SP 65 poi regionale “della Futa”,
è conosciuta soprattutto dagli appassionati di moto
per le sue numerose curve. La conformazione della
viabilità attuale, ricca di tornanti, ci fa capire che si
tratta di una viabilità di epoca recente, sicuramente
non riferibile al percorso che in epoca romana univa
Bologna ad Arezzo.
Una menzione è nelle parole dello storico latino
Tito Livio (XXXIX, 2: ”…ne in otio militem haberet,
viam a Bononia perduxit Arretium”) il quale ricorda che
il console Caio Flaminio, figlio di quel Flaminio a cui
si deve la realizzazione della consolare che da Roma
conduce a Rimini (220 a.C.), dopo aver pacificato i
Liguri, per non tenere le truppe in ozio, tracciò questa
direttrice. Difficile è stata la ricostruzione sul terreno
del tracciato di epoca romana denominato dagli
studiosi Flaminia minor per distinguerlo dalla consolare
vera e propria, essendo a noi noti solo i capolinea.
Inoltre, nulla viene indicato in merito a possibili tappe
intermedie su altre fonti itinerarie, almeno fino al XII
secolo, epoca in cui si predilesse il tracciato attuale,
con una sola deviazione realizzata nel 500 tra Loiano
e Monghidoro.
Vari sono stati gli studiosi che hanno formulato
delle ipotesi sulla “via” prescelta dal console come
itinerario più breve e agevole per collegare il territorio
pacificato dai Liguri a Roma. Fra questi ricordiamo
Nereo Alfieri, che ne ipotizzò il percorso partendo da
Claterna (località Maggio) a est di Bologna, sulla base
di alcuni toponimi (Flaminga, Fiamminga, Flamigna)
presenti su documenti di epoca medievale e Guido
Achille Mansuelli, che propose invece la valle del Reno,
attribuendo alla Flaminia minor il miliario rinvenuto a
Borgo Panigale (CIL XI, 6645).
In realtà le valli transappenniniche sono state percorse
sin da epoche remote e sfruttate soprattutto in epoca
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BEFORE “FUTA ROAD ”
Nowadays, the road that leads from Bologna to Futa Pass
(903 m), first SP 65 (provincial road 65) then regional road
of Futa, is well known especially by motorcyclists because
of many turns.The shape of the current road, full of hairpin
bends, lets us understand that it is a recently laid road,
certainly not corresponding to the route that, in Roman
times, joined Bologna to Arezzo.
We find a mention about it in the Roman historian Livius’
work (XXXIX , 2: “... ne in otio militem haberet, viam a
Bononia perduxit Arretium”): he tells that Caius Flaminius
consul, son of such Flaminius who got the consular road
linking Roma to Rimini, built (220 BC), after appeasing
Ligurian people, not to keep troops in idleness, sketched this
route. Difficult was the in situ reconstruction of the Roman
route, named by scholars Flaminia Minor, to distinguish it
from the real consular road, as we only know its terminus.
Besides, nothing is indicated about possible intermediate
stages on other itinerary sources, at least until the XII
century, when people preferred the current route, with only
one deviation laid in the XVI century between Loiano and
Monghidoro.
Several were the scholars who have made ​​assumptions
concerning the “road” chosen by the consul as the shortest
and easiest route to connect the pacified Ligurian territory
to Rome. Among them, here we mention Nereo Alfieri, who
suggested the path starting from Claterna (near Maggio)
at the east of Bologna, due to some place names (Flaminga,
Fiamminga, Flamigna) belonging to medieval documents,
and Guido Achille Mansuelli, who on the contrary proposed
the Reno Valley, ascribing to Flaminia Minor a milestone
discovered at Borgo Panigale (CIL XI , 6645).
In fact, since ancient times the Transapennine valleys have
been being run along and exploited especially during
Etruscan times, when lively were the trade exchanges
between Felsina, the capital of Adriatic Etruria, mainly
active between the seventh and sixth centuries BC, and
Tyrrhenian Etruria. They were tracks that mostly passed
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etrusca quando vivi erano i rapporti commerciali fra
Felsina, capitale dell’Etruria padana, attiva soprattutto
fra il VII e VI secolo a.C. e l’Etruria tirrenica. Si trattava di
piste che seguivano perlopiù le valli dei fiumi, agevolate
in queste zone dalla presenza di sistemi fluviali come
Reno-Setta e Savena-Zena. Queste piste ebbero
sicuramente, come in altri casi, un ruolo determinante
per i romani i cui principi guida nella costruzione delle
strade erano la brevità del percorso e lo sfruttamento
di piste preesistenti, ma soprattutto l’adeguamento
alla geomorfologia della zona da attraversare. Questo
porta a concludere che, partendo da Bologna, il Passo
della Futa permetteva sicuramente di attraversare
l’Appennino in modo più agevole e più diretto rispetto
ad altri percorsi.
Le ultime analisi effettuate da Cesare Agostini e Franco
Santi, che si sono avventurati tra i boschi dell’Appennino
alla scoperta di questo percorso, del quale si era persa
memoria, hanno portato a prediligere come tracciato
dell’antica Flaminia minore il crinale fra i torrenti
Savena e Setta-Sambro, già indicato dallo storico
bolognese Ludovico Salvioli e dall’abate Serafino
Calindri. Partendo da Bologna si proseguiva per Brento,
Monzuno, Monte Venere, Sassorosso, Monte Bastione,
Piana degli Ossi, M. Poggiaccio, Poggio Castelluccio, nei
pressi della Futa, in direzione di Fiesole. Ad avvalorare
la loro ipotesi numerose tracce di basolato rinvenute
nei boschi delle località sopracitate, che sembrano
suggerire un percorso più o meno rettilineo e
rispondente quindi ai principi romani.
through the valleys of rivers, in these areas made easier by
river systems such as Reno-Setta and Savena-Zena. These
tracks surely carried out, as in other cases, a decisive role for
the Romans who always kept, as main standards related to
the construction of roads, the short distance involved and
the use of existing tracks, but first of all the adaptation to
geomorphology of the area to be crossed. This leads to the
conclusion that, starting from Bologna, Futa Pass certainly
allowed to cross the Apennines according to a smoother
and more direct way than other routes.
The latest researches by Cesare Agostini and Franco Santi,
who ventured into Apennine forests to discover this route,
which had been forgotten for a long time, made us prefer,
as route of the ancient Flaminia Minor, the ridge located
between the torrents Savena and Setta-Sambro, just
marked by the Bolognese historian Ludovico Salvioli and
the abbot Serafino Calindri.
Starting from Bologna, the road continued through Brento,
Monzuno, Monte Venere, Sassorosso, Monte Bastione,
Piana degli Ossi, M. Poggiaccio, Poggio Castelluccio, near
Futa, towards Fiesole.Their hypothesis have been confirmed
by many traces of paving found in the woods of the abovementioned locations: these traces seem to suggest a more
or less straight route, thus fit to Roman principles.
Beatrice Orsini
Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna
Beatrice Orsini
Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna
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STRADA DELLA FUTA - PIANORO
piazzola di Livergnano - giardino Clay Regazzoni
“Si esce per la porta Santo Stefano e
si traversa una deliziosa campagna nel
mezzo della quale scorre il piccolo
fiume Savena, che si passa su di un ponte
a due miglia dalla città. Si vedono a
destra e a sinistra delle colline deliziose
che si approssimano a poco a poco,
e si comincia a salire a otto miglia da
Bologna al villaggio di Pianoro, ove si
arriva dopo avere passato più volte il
fiume Savena. Si passa quindi sempre
salendo per i villaggi de la Guardia,
Anconella, Sabione e Loiano, che è la
seconda posta. La terza è Filigaie, primo
villaggio nello stato del Granduca, ove
più in alto nella montagna vi è il famoso
monastero di Olivetani dedicato a San
Michele, nel luogo detto Scarica l’Asino.”
Piazzola panoramica
verso Loiano
François-Jacques Deseine
Nuovo viaggio in Italia, 1699
1 Livergnano -The Winter Line
Museum
Situato nel cuore della piccola Livergnano, la
raccolta vanta una collezione di oggetti risalenti
alla seconda guerra mondiale e al fronte di guerra
che qui si attestò nei lunghi mesi invernali. Da vecchie
radio ad elmetti, passando per borracce e posate, non
manca proprio nulla che non possa attirare l’attenzione
di appassionati di storia militare.
Situated in the small village of Livergnano, this
museum boasts an ample collection of
objects dating from the Second World
War and the front that was established
here in the long winter months. From
old radios to helmets, canteens and
cutlery, there is nothing lacking to
attract the attention of those who are
interested in military history.
2 Sadurano
Il nucleo di case è databile al XV
secolo, ma di tale periodo si è persa
gran parte della memoria storica. E’
stato successivamente modificato
per esigenze abitative in continua
evoluzione, come nella maggior
parte
degli
edifici
storici
dell’Appennino. Sorge in un luogo
di significativo aspetto ambientale,
paesaggistico e geologico, su un
versante terrazzato da strati di
roccia inclinati verso monte.
The residential nucleus can be dated
to the 15th century, but a large part
of the historical traces have been
lost. It was subsequently modified
to meet continually evolving living
requirements, as is the case with most
historical buildings in the Appenines.
It is located in a place with striking
environmental, landscape and geological
features, on a terraced slope with layers
of rock inclined toward the summit.
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3 Gorgognano
Di questa località molte sono state le vicissitudini,
rilevate da documenti storici e da carte
topografiche di periodi diversi. Anche
questi luoghi sono stati devastati dai
bombardamenti sulla Linea Gotica. Solo
nel nucleo del Querceto diversi edifici
conservano i caratteri d’origine.
Da ricordare che nelle campagne
di Gorgognano nel 1965 furono
ritrovati i resti fossili di una
Balenottera ora esposti nel Museo
di Geologia “Giovanni Cappellini”
dell’Università di Bologna. Sul luogo
di ritrovamento è stata realizzata la
ricostruzione in gesso del mammifero
marino.
This village has witnessed many vicissitudes,
as revealed by historical documents and
topographical maps from different periods.
These places, too, were devastated by bombing
along the Gothic Line. Only in the area known
as Querceto do various buildings still retain
some original features. It is worth noting that fossil
remains of a fin whale were found in the countryside
of Gorgognano in 1965. They are now on display at the
“Giovanni Cappellini” Geology Museum of the University
of Bologna. A plaster reconstruction of the marine mammal
was erected on the site of the discovery.
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5 Castello di Zena
4 Cà di
Bortignano
Di origine duetrecentesca, in origine era
un edificio fortificato che fungeva
da romitorio. Un mattone murato riporta
La data 1529. Da allora l’edificio, già modificato nel
tempo, prima convento e poi parrocchia di Santa Maria di
Bortignano, venne dismesso dalla destinazione religiosa con
le soppressioni napoleoniche. Qualche traccia dell’antica
destinazione dell’edificio rimane sulla facciata. Sul retro di
questo edificio vi è quello che ospitava il convento, di lato
alla torre.
Dating from the 13th-14th century, it was originally a fortified
building used as a hermitage. A brick set into the wall shows
the date 1529. The building underwent modifications over
time: it was first turned into a convent, then into the
parish church of Santa Maria di Bortignano, and
was eventually stripped of religious functions
as a result of Napoleonic suppression. A
few traces of the former use of the
building remain on the facade.
On the back of this building
is the one that housed
the convent, next to
the tower.
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Complesso monumentale, le cui origini risalgono al XII
secolo. Le ultime strutture sono del XIX secolo. Nella parte
a sud del complesso, alla sommità, un palazzetto merlato
di stile cinquecentesco ha un portale ad arco a tutto sesto
affiancato da finestre circolari. Al primo piano si aprono
tre bifore con pilastro cilindrico centrale sormontato da
uno stemma. Al secondo piano vi sono tre finestre
ad architrave. Sulla parte retrostante una lunga
scalinata in pietra, restaurata, sale fino al corpo
degli alloggi di servizio.
Un piccolo annesso a lato dello scalone è
in blocchi di pietra arenaria in cui appaiono
numerose conchiglie fossili.
Castle of Zena
A monumental complex whose origins date back
to the 12th century.The most recent structures were built
in the 19th century. Situated in the southern part of the
complex, at the summit, is a 15th century-style crenellated
building featuring a portal with a rounded arch flanked by
round windows. On the first storey there are three double
lancet windows with a cylindrical mullion, topped by
a coat of arms. On the second storey there
are three windows with architraves. At
the rear, a long flight of stone
steps - restored - climbs
up to the servants’
lodgings. Next
to the stairway,
numerous fossil
shells appear
in a small
annex made
of sandstone
blocks.
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7 Livergnano – Case nella roccia
6 Torre dell’Erede
Edificio ricco di particolari
strutturali e decorativi quali portali
e finestre in conci di pietra con arco a sesto
acuto. Oltre a ciò vi sono conci decorati a dentelli
e a figurine antropomorfe inserite nella muratura. La parte
superiore della torre non è coeva al resto dell’edificio, che
è databile verosimilmente al XIII secolo.Tra gli anni ’80 e ’90
del XX secolo è stata costruita sulla sommità della torre,una
struttura esterna in legno sporgente dalla muratura, forse
ricalcante un’opera di difesa, ma opinabile sotto l’aspetto
tipologico. Il nome si riferisce ad un “Erede”, poco credibile
nella toponomastica, ma probabilmente il nome originario
era “Torre della Rete”.
Tower of the Heir
A building rich in structural and decorative features such as
portals and windows with pointed arches, fashioned from squared
stone blocks. There are also blocks decorated with dentils and
anthropomorphic figures incorporated in the masonry.The upper
part of the tower is not from the same period as the rest of
the building, which is likely to date from the 13th century.
Between the 1980s and 1990s an external wooden
structure, protruding from the masonry, was built
on the top of the tower. It may have been
intended to evoke a defensive structure
but is questionable in style. The name
refers to an “Heir”, not a very likely
toponym, and the original name
was probably “Torre della
Rete” (Tower of the Net).
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Nucleo decisamente atipico nella montagna bolognese,
Livergnano è attestato già dal XIII secolo, e probabilmente
qui vi poteva esser stato un edificio fortificato di epoca
precedente. La particolarità più significativa del luogo è data
dalle case, incassate nella parete rocciosa, sorte su grotte
utilizzate come depositi e stalle, nei secoli precedenti:
sono state, in tempi diversi, in particolare nel XVIII secolo,
ricostruite e ampliate, rialzando il volume originario.
Ovviamente queste case hanno un solo fronte
finestrato, ma una collocazione entro la
roccia ne garantisce una stabilità termica,
sia in estate sia in inverno, che le rende
comodamente abitabili.
Dwellings built into rock
Decidedly not typical for an Apennine
village in the province of Bologna,
Livergnano appears in records dating as
far back as the 13th century and a fortified
building from a previous period is likely to have stood here.
The most distinctive feature of the place is the dwellings built into
the rocky wall over caves used for storage and to house animals
in previous centuries; they were rebuilt and expanded in different
periods, so that their original height was increased. These houses
obviously have only one front with windows, but being set
into rock they have guaranteed thermal stability both in
summer and winter, which makes them comfortable
to live in.
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9 Riserva del Contrafforte Pliocenico
8 Gessi bolognesi
Il Parco istituito nel 1988, si trova sulle prime
colline a sud est di Bologna, attraversato dal torrente
Savena, Zena, Idice e Quaderna. Racchiude un territorio in cui
spiccano gli spettacolari affioramenti di gesso con innumerevoli
fenomeni carsici, fra cui oltre 130 grotte, e i caratteristici calanchi
del Passo dell’Abbadessa. E’ dunque un parco caratterizzato
da formazioni geologiche che determinano grande varietà di
paesaggio, ambienti e microclimi. Questa ricchezza ambientale si
riflette in una biodiversità molto elevata per le numerose piante
ed animali adattate ai vari habitat: un esempio su tutti, le almeno
17 specie diverse di pipistrelli.
Gypsum outcrops of Bologna
The Parco dei Gessi Bolognesi, created in 1988, is located
in the foothills southeast of Bologna and crossed by
a number of streams, the Savena, Zena, Idice
and Quaderna. It embraces an area boasting
spectacular gypsum outcrops and countless
karst features, including over 130 caves,
and the characteristic “calanchi”
(badlands) of Passo dell’Abbadessa.
It is therefore a park characterized
by geological formations which
determine a wide variety of
landscapes, environments
and microclimates.This
environmental wealth is
reflected in a great biodiversity
in terms of the numerous
plants and animals which have
adapted to the various habitats;
just to give an example, there
are at least 17 different species
of bats.
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La Riserva, istituita nel 2006, è di gran lunga la più ampia della
regione. Tutela il maestoso fronte roccioso che si sviluppa per
una quindicina di chilometri trasversalmente alle valli di Reno,
Setta, Savena, Zena, Idice, culminando negli scenografici rilievi
del Monte Adone (654m), Rocca di Badolo e Rosso e poco oltre
il confine dell’area protetta termina nel panoramico Monte
delle Formiche (638m), su cui sorge il santuario di Santa Maria
di Zena. Le dorate arenarie delle spettacolari pareti rocciose si
sono sedimentate sul fondo di un piccolo golfo marino durante
il Pliocene (5-2 milioni di anni fa) e conservano importanti
testimonianze fossili. Le particolari morfologie modellate
dall’erosione con torrioni, rupi, gole, e grotticelle,
hanno dato origine ad ambienti diversificati e
contrastanti, di grande interesse floristico
e faunistico per la presenza, sulle pareti
assolate, di piante mediterranee e di una rara
avifauna, mentre nei versanti settentrionali,
meno scoscesi e rivestiti dai boschi, spiccano
faggi, agrifogli e altre specie tipiche dei territori
montani.
This nature reserve was created in 2006 and is by far the largest
in the region. It is intended to protect the majestic rocky complex
that extends for about fifteen kilometres, crosswise in relation to
the Reno, Setta, Savena, Zena and Idice valleys, culminating
in the scenic Mount Adone (654 m), Rocca di Badolo
and Mount Rosso and ending, just beyond the
boundary of the protected area, with the
panoramic Monte delle Formiche
(638 m), on the summit of
which stands the sanctuary
of Santa Maria di Zena.
The golden sandstone of
the spectacular rocky
walls was deposited on
the bottom of a small
sea gulf during the
Pliocene era (5-2 million
years ago) and preserves
important fossil remains.
The particular morphology,
a result of erosion, with towerlike formations, cliffs, gorges and
caves, has given rise to diversified
and contrasting environments which
are of great interest from the viewpoint of
both flora and fauna; the sun-bathed rocky
walls provide a habitat for Mediterranean
plants and rare bird species, while the less steep,
wooded northern slopes abound in beech trees,
holly and other species typical of mountain regions.
21
11 Area archeologica di Monte Bibele
10 Monte delle Formiche
Il Monte delle Formiche si
trova tra la valle dell’Idice e la
Val di Zena, a circa 30 km a sud
di Bologna e costituisce il rilievo
più alto del comune (638m s.l.m.). Il
nome deriva da un fenomeno naturale
molto particolare, ogni anno dai tempi più
remoti, nei primi giorni di settembre migrano a sciami
su questa vetta, dal centro dell’Europa i maschi delle formiche
alate della varietà Mirmyca Scabrinodis per compiere il loro
volo nunziale. Una volta accoppiatesi, le formiche vanno a
morire a centinaia di migliaia nella zona del santuario. E’
uno spettacolo veramente unico: si vedono nuvoloni neri
di formiche arrivare dal cielo e poi morire tutte insieme.
Non è ancora chiaro dal punto di vista scientifico il perché
si verifichi tutto questo: forse proprio per questo alone
di mistero, la tradizione popolare nel corso dei secoli ha
associato il fenomeno all’8 settembre, natività della Beata
Vergine Maria, anche se, in realtà, il giorno esatto può variare
in base soprattutto alle condizioni climatiche.
Monte delle Formiche (“Mount of the Ants”) is situated between
the valleys of the Idice and Zena rivers, about 30 km south of
Bologna, and is the highest peak within the municipal territory
(638 m s.l.m.). Its name derives from a very particular
phenomenon: every year, since the remotest times, swarms
of male winged ants of the variety Mirmyca Scabrinodis
have migrated to this summit in the early days of
September to complete their nuptial flight. After
mating, hundreds of thousands of ants go
to die in the area of the sanctuary. It is a
truly unique spectacle: you can see black
clouds of ants descending from the sky
to die all together. It is still not clear
from a scientific standpoint why this
happens; it is perhaps because
of this veil of mystery that over
the centuries the phenomenon
has come to be associated in
popular tradition with the 8th
of September, the Nativity of
the Blessed Virgin Mary, though
in reality the exact day can
vary based above all on climate
conditions.
22
Proseguendo lungo la strada val di Zena in direzione
Quinzano sulla sinistra si accede all’area di scavo archeologico
dell’insediamento etrusco celtico di Monte Bibele. Il museo
Civico Archeologico “Luigi Fantini” di Monterenzio espone
i materiali che, a partire dagli anni Ottanta, sono
stati recuperati nelle campagne di scavo.
Archaeological Area of Monte Bibele
If you continue along the road in
Val di Zena in the direction
of Quinzano, on the left
you will find the area of
archaeological excavation
of the Etruscan-Celtic
settlement
of
Monte
Bibele. The “Luigi Fantini”
Civic Archaeological Museum of
Monterenzio displays materials which were
recovered in digging campaigns starting from the
1980s.
23
STRADA DELLA FUTA - PIANORO
piazzola di Livergnano presso il monumento al soldato brasiliano
“Abbandonando Bologna per traversare
l’Appennino, la strada di Firenze segue dapprima
una piacevole vallata, pressappoco orizzontale.
Dopo aver proceduto per un’ora a fianco del
torrente, abbiamo cominciato a salire in mezzo ai
boschetti di castagni che fiancheggiano il cammino.
Arrivati a Loiano e guardando verso Nord,
abbiamo scoperto una vista magnifica: l’occhio
abbraccia di traverso quella famosa pianura di
Lombardia, larga quaranta leghe, e che si estende
da Torino a Venezia”
Piazzola panoramica
Stendhal
Roma, Napoli e Firenze, 1817
verso Loiano
2 Pianoro Vecchio – Roncobiancano
Qui una casa colonica conserva due finestre in cotto del
secolo XV, oltre al portale in pietra.
Le finestre in cotto differiscono per l’arco, uno a sesto
acuto e l’altra a tutto sesto. La porta ha l’arco a sesto acuto,
ed è sormontata da una nicchia. Un giunto verticale divide in
due parti la facciata, denunciando un ampliamento in epoca
successiva.
Here a farmhouse preserves two 15th-century “cotto”
windows, as well as a stone portal. The windows
have different arches, one pointed and the
other one rounded. The door has a pointed
arch and a niche above it. A vertical
junction divides the facade in two parts,
indicative of an extension made in a later
period.
1 Monte delle Formiche
Il Monte delle Formiche si trova tra la
valle dell’Idice e la Val di Zena, a circa
30 km a sud di Bologna e costituisce
il rilievo più alto del comune
(638m s.l.m.). Il nome deriva da un
fenomeno naturale molto particolare,
ogni anno dai tempi più remoti, nei primi
giorni di settembre migrano a sciami su questa
vetta, dal centro dell’Europa i maschi delle formiche
alate della varietà Mirmyca Scabrinodis per compiere il loro
volo nunziale. Una volta accoppiatesi, le formiche vanno a morire
a centinaia di migliaia nella zona del santuario. E’ uno spettacolo
veramente unico: si vedono nuvoloni neri di formiche arrivare
dal cielo e poi morire tutte insieme. Non è ancora chiaro dal
punto di vista scientifico il perché si verifichi tutto questo: forse
proprio per questo alone di mistero, la tradizione popolare nel
corso dei secoli ha associato il fenomeno all’8 settembre, natività
della Beata Vergine Maria, anche se, in realtà, il giorno esatto può
variare in base soprattutto alle condizioni climatiche.
Monte delle Formiche (“Mount of the Ants”) is situated between the
valleys of the Idice and Zena rivers, about 30 km south of Bologna,
and is the highest peak within the municipal territory (638 m
s.l.m.). Its name derives from a very particular phenomenon:
every year, since the remotest times, swarms of male
winged ants of the variety Mirmyca Scabrinodis
have migrated to this summit in the early days
of September to complete their nuptial flight.
After mating, hundreds of thousands of ants
go to die in the area of the sanctuary. It
is a truly unique spectacle: you can see
black clouds of ants descending from the
sky to die all together. It is still not clear
from a scientific standpoint why this
happens; it is perhaps because of this
veil of mystery that over the centuries
the phenomenon has come to be
associated in popular tradition with
the 8th of September, the Nativity
of the Blessed Virgin Mary, though in
reality the exact day can vary based
above all on climate conditions.
26
3 Musiano –
Chiesa di San
Bartolomeo
Antica abbazia
benedettina la chiesa,
ricostruita a seguito
dell’ultimo conflitto
mondiale, ha recuperato la
sua struttura basilicale di fase
romanica, a tre navate e tre absidi.
Tra le più antiche della diocesi,
l’edificio è attestato già nel 981 e la
sua ubicazione, a destra del torrente
Savena, ne sottolinea il ruolo di vigilanza
e difesa del percorso viario di origine
romana che conduceva in Toscana e a
Firenze. Al suo interno è custodita l’epigrafe
romana di Quinto Pompeo Senecione,
esponente del Senato di Roma del II
secolo d.C., rinvenuta nel dopoguerra
nelle fondamenta dell’edificio crollato, e
un’Idria in bianco alabastro risalente,
secondo alcuni studiosi, all’epoca
augustea.
Church of San Bartolomeo.
A former Benedictine abbey,
the church was rebuilt
after the Second World
War and recovered its
27
lintel, in which a dedication to the Blessed Virgin is inscribed, and the
rounded arch attest to the architectural quality of the building.
Romanesque basilica structure with a nave, two aisles
and three apses. The building is among the oldest in the
diocese - records of it date back to 981 - and its
location to the right of the river Savena
underscores its role as a point of
surveillance and defence along
the roadway of Roman origin
which led to Tuscany and
Florence. In the interior it holds
a Roman inscription referring
to Quinto Pompeo Senecione, a
member of the Roman Senate in the
2nd century AD, found after the war in
the foundations of the collapsed building, and a
hydria made of white alabaster, which, according to some
scholars, dates from the Augustan period.
4 Chiesa di Riosto
Della chiesa, di impianto romanico, rimane oggi ben
poco a causa degli eventi bellici.
Il portale a colonne e trabeazione su cui è incisa
la dedica alla Beata Vergine Maria e l’apertura a
tutto sesto testimoniano la qualità architettonica
dell’edificio.
Church of Riosto
Very little of this Romanesque church remains today
due to war damage. The portal with columns and a
28
5 Torre dei Lupari
Edificio di evidente pregio, spicca per le sue notevoli
caratteristiche. La torre è del Duecento, e il complesso
ha subìto modifiche nei secoli XIV e XV. In un corpo
di fabbrica a lato della torre un porticato si
affaccia sulla corte, con archi in laterizio ad
arco a sesto leggermente ribassato, con
pilastri poligonali e capitelli tipici del
XV secolo. Al primo piano vi è un
loggiato ad angolo su due fronti
con archi a sesto ribassato, una
parte più recente dell’edificio è
dotata di balchio.
Lupari Tower
A building of evident worth, which
stands out for its notable features.
The tower dates from the 13th
century, and the complex underwent
modifications in the 14th and 15th
centuries. In a building next to the tower,
an arcade overlooks the courtyard; it has
segmental brick arches, with polygonal pillars
and capitals typical of the 15th century. On the
first storey there is a loggia on two fronts with
segmental arches and a more recent part of the
building features a porch.
29
6 Museo di Arti e
Mestieri Pietro
Lazzarini
La stalla/fienile del podere
“Gualando” appositamente
restaurata dal Comune di Pianoro
è oggi sede del museo che raccoglie la
collezione di strumenti della civiltà contadina e
artigianale del territorio delle vallate (Savena, Idice e Setta).
Inaugurato nel 2007 il museo è dotato anche di un’ampia
sala polivalente dove sono ospitate tutto l’anno mostre
temporanee e conferenze, nonché di un’aula didattica a
disposizione delle scolaresche in visita.
Pietro Lazzarini Museum of Arts and Trades.
The stable/barn of the “Gualando” farm, specially restored by
the town of Pianoro, is today home to a museum that features
a collection of farm and handicraft tools from the territory of the
valleys (Savena, Idice and Setta). Inaugurated in 2007, the museum
is also endowed with an ample room which is used year round
to host temporary exhibits and conferences, as well as a
room for learning activities placed at the disposal of
visiting schoolchildren.
7 Gessi bolognesi
Il Parco istituito nel 1988,
si trova sulle prime colline a
sud est di Bologna, attraversato
dal torrente Savena, Zena,
Idice e Quaderna. Racchiude un
30
territorio in cui spiccano gli spettacolari affioramenti di
gesso con innumerevoli fenomeni carsici, fra cui oltre 130
grotte, e i caratteristici calanchi del Passo dell’Abbadessa.
E’ dunque un parco caratterizzato da formazioni geologiche
che determinano grande varietà di paesaggio, ambienti e
microclimi. Questa ricchezza ambientale si riflette in una
biodiversità molto elevata per le numerose piante ed animali
adattate ai vari habitat: un esempio su tutti, le almeno 17
specie diverse di pipistrelli.
Gypsum outcrops of Bologna
The Parco dei Gessi Bolognesi, created in 1988, is located
in the foothills southeast of Bologna and crossed by
a number of streams, the Savena, Zena, Idice
and Quaderna. It embraces an area boasting
spectacular gypsum outcrops and countless
karst features, including over 130 caves, and
the characteristic “calanchi” (badlands) of Passo
dell’Abbadessa. It is therefore a park characterized
by geological formations which determine a wide
variety of landscapes, environments and microclimates. This
environmental wealth is reflected in a great biodiversity in terms
of the numerous plants and animals which have adapted to the
various habitats; just to give an example, there are at least 17
different species of bats.
8 Riserva del
Contrafforte
Pliocenico
La Riserva, istituita nel 2006, è
di gran lunga la più ampia della
regione. Tutela il maestoso fronte
roccioso che si sviluppa per una
quindicina di chilometri trasversalmente
alle valli di Reno, Setta, Savena, Zena, Idice,
culminando negli scenografici rilievi del
Monte Adone (654m), Rocca di Badolo e Rosso
e poco oltre il confine dell’area protetta termina
nel panoramico Monte delle Formiche (638m), su
cui sorge il santuario di Santa Maria di Zena. Le
dorate arenarie delle spettacolari pareti rocciose
si sono sedimentate sul fondo di un piccolo golfo
marino durante il Pliocene (5-2 milioni di anni
fa) e conservano importanti testimonianze
fossili. Le particolari morfologie modellate
dall’erosione con torrioni, rupi, gole, e
grotticelle, hanno dato origine ad ambienti
diversificati e contrastanti, di grande
interesse floristico e faunistico per
la presenza, sulle pareti assolate,
di piante mediterranee e di
una rara avifauna, mentre
nei versanti settentrionali,
31
meno scoscesi e rivestiti dai boschi, spiccano faggi, agrifogli
e altre specie tipiche dei territori montani.
This nature reserve was created in 2006 and is by far the
largest in the region. It is intended to protect the majestic rocky
complex that extends for about fifteen kilometres,
crosswise in relation to the Reno, Setta, Savena,
Zena and Idice valleys, culminating in the
scenic Mount Adone (654 m), Rocca di Badolo
and Mount Rosso and ending, just beyond
the boundary of the protected area, with the
panoramic Monte delle Formiche (638 m), on the
summit of which stands the sanctuary of Santa Maria
di Zena. The golden sandstone of the spectacular rocky
walls was deposited on the bottom of a small sea gulf during
the Pliocene era (5-2 million years ago) and preserves important
fossil remains. The particular morphology, a result of erosion,
with tower-like formations, cliffs, gorges and caves, has given rise
to diversified and contrasting environments which are of
great interest from the viewpoint of both flora and
fauna; the sun-bathed rocky walls provide
a habitat for Mediterranean plants and
rare bird species, while the less steep,
wooded northern slopes abound in
beech trees, holly and other species
typical of mountain regions.
9 Livergnano – Case nella roccia
Nucleo decisamente atipico nella montagna bolognese,
Livergnano è attestato già dal XIII secolo, e probabilmente
qui vi poteva esser stato un edificio fortificato di epoca
precedente. La particolarità più significativa del luogo è data
dalle case, incassate nella parete rocciosa, sorte su grotte
utilizzate come depositi e stalle, nei secoli precedenti:
sono state, in tempi diversi, in particolare nel XVIII secolo,
ricostruite e ampliate, rialzando il volume originario.
Ovviamente queste case hanno un solo fronte finestrato,
ma una collocazione entro la roccia ne garantisce una
stabilità termica, sia in estate sia in inverno, che le rende
comodamente abitabili.
Dwellings built into rock
Decidedly not typical for an Apennine village in the province of
Bologna, Livergnano appears in records dating as far back as
the 13th century and a fortified building from a previous
period is likely to have stood here. The most distinctive
feature of the place is the dwellings built into the
rocky wall over caves used for storage and to
house animals in previous centuries; they were
rebuilt and expanded in different periods,
so that their original height was increased.
These houses obviously have only one
front with windows, but being set into
rock they have guaranteed thermal
stability both in summer and winter,
which makes them comfortable to
live in.
32
10 Livergnano – The Winter Line
Museum
Situato nel cuore della piccola Livergnano, la
raccolta vanta una collezione di oggetti risalenti alla
seconda guerra mondiale e al fronte di guerra che qui si
attestò nei lunghi mesi invernali. Da vecchie radio ad elmetti,
passando per borracce e posate, non manca proprio nulla
che non possa attirare l’attenzione di appassionati di
storia militare.
Situated in the small village of Livergnano, this
museum boasts an ample collection of objects
dating from the Second World War and
the front that was established
here in the long winter months.
From old radios to helmets,
canteens and cutlery, there
is nothing lacking to attract
the attention of those who
are interested in military
history.
11 Musiano – Il
leone di Villa
Silvestri
Scultura in pietra di grandi
dimensioni (metri 4,20 x
2,10), opera di Giuseppe Ferri,
risalente agli anni Trenta del
Novecento, è stata restaurata dal
Comune di Pianoro; rappresenta
un leone che lotta con un serpente. Il
leone, dopo il restauro, è stato ricollocato
lungo la Nazionale della Futa in località
Musiano, non lontano dalla sua
posizione originaria
A large stone sculpture (4.20
x 2.10 metres) by Giuseppe
Ferri , dating from the 1930s,
was restored by the Town of
Pianoro; it represents a lion
battling with a snake. After
being restored, the lion was
placed along the Futa road in
the village of Musiano, not far
from its original location.
33
STRADA DELLA FUTA - LOIANO
piazzole nei pressi dell'Osservatorio e all'ingresso del paese
“Gli Appennini sono per me un pezzo
meraviglioso del creato. Alla grande
pianura della regione padana segue una
catena di monti che si eleva dal basso per
chiudere verso sud il continente tra i due
mari (…)
I castagni prosperano egregiamente; il
frumento è bellissimo e le messi ormai
verdeggianti. Lungo le vie sorgono
querce sempre verdi dalle foglie minute;
e intorno alle chiese e alle cappelle agili
cipressi”
Johann Wolfang Goethe
Viaggio in Italia,1786
Piazzola panoramica
Piazzola panoramica
“Da Loiano a Pianoro la bella
Lombardia produce l’effetto di un
mare, al di là delle più prossime cime
dell’Appennino. E’ un bello spettacolo.
Induce a pensare, come la vista del
mare vero.(…) Il postiglione mi disse
che al levar del sole, grazie al riflesso
dei suoi raggi, si intravedeva il mare
Adriatico”
verso Monghidoro
Stendhal
Diario, 1811
monumentale camino in pietra, in uno degli edifici, con
mensole a voluta e imponente architrave.
Anconella - Village
The village lies along the old road to Tuscany and was one of
several stopping points with facilities for travellers. Like other
similar places, this village is distinguished by the presence of
arcades that used to shelter travellers who stopped here.
One of the buildings is endowed with a noteworthy example of
a loggia-style porch with segmental arches. Though it may not
seem so today, it was an important place, as is attested by a
series of elements: mouldings with Gothic style dentils, a stone
architrave dated 1525, a monumental stone fireplace in one
of the buildings with scroll-shaped brackets and an imposing
architrave.
1 Loiano – SS. Giacomo e
Margherita
Chiesa consacrata il 12
Agosto 1933 da S.E. Mons.
Tagliapietra, vescovo di S.
Severino Marche. Questa
chiesa parrocchiale è presente
nell’Elenco di Chiese della
Diocesi di Bologna redatto nel 1300
e conservato nell’Archivio Vaticano
(l’Elenco più antico che possegga la Diocesi)
risale quindi ad una data anteriore non facilmente
precisabile. Il 29 gennaio del 1840 il Card. Opizzoni,
Arcivescovo di Bologna, decorò questa Chiesa del titolo di
Arcipretura, dipendente sempre dalla Pieve di Barbarolo.
Church of San Giacomo and Santa Margherita
A church consecrated on August 12, 1933 by Monsignor
Tagliapietra, bishop of S. Severino Marche. This parish church is
included in the List of Churches of the Diocese of Bologna drawn
up in 1300 and preserved in the Vatican Archives (the oldest list
possessed by the Diocese); it thus dates from an earlier time, not
easy to determine.
On 29 January, 1840 Cardinal Opizzoni, Archbishop of
Bologna, bestowed the honorific title of “archpriest’s
church” upon it, while it remained dependent on the
parish church of Barbarolo.
2 Anconella – Borgo
Il borgo sorge lungo l’antica via per
la Toscana, ed era una delle diverse
stazioni di posta a servizio dei
viaggiatori. Come altri luoghi simili,
anche questo luogo si connota
per la presenza di portici per
il riparo dei viaggiatori che
qui si fermavano. Uno degli
edifici è dotato di un notevole
esempio di balchio a loggetta
con archi a sesto ribassato. A
differenza di quello che può
sembrare oggi, era un luogo
importante, come attesta una
serie di elementi: cornicioni a
dentello gotico, un architrave
in pietra datato 1525, un
36
3 Bibulano –
Chiesa Santa Maria Assunta
Chiesa consacrata nel 1901 dal Card.
Svampa. Questa chiesa parrocchiale
è presente nell’Elenco di Chiese della
Diocesi di Bologna redatto nel 1300.
Più volte rimaneggiata nei secoli, l’attuale
chiesa presenta una struttura atipica
rispetto alle altre presenti nella fascia
montana.
Bibulano - Church of Santa Maria Assunta
A church consecrated in 1901 by Cardinal Svampa.
This parish church
is included in the
List of Churches
of the Diocese of
Bologna drawn up
in 1300. It was
modified a number
of times over the
centuries and the
present-day church
has a structure that
differs from the
other ones present
in the mountain
area.
37
blocks; the town coat of arms and a niche with a sacred image
are positioned above it. Several objects are displayed on the same
wall, including a threshing stone, a fragment of a stone architrave
of a door, a plaque and a cross.
4 Sabbioni – Borgo
Anche Sabbioni come l’Anconella ha
origine come stazione di posta
lungo la strada per la Toscana
ed anche in questo luogo
l’edificio
destinato
ad
ospitare i viaggiatori era
dotato di portico. Di fronte
alla locanda vi era la bottega del
maniscalco la cui insegna scolpita
sull’architrave di pietra della porta, reca
sia ferri di cavallo sia attrezzi del mestiere.
Sabbioni - Village
Like Anconella, Sabbioni was originally a stopping point along
the road to Tuscany and here as well the building intended to
accommodate travellers was endowed with a portico.
The blacksmith’s shop stood opposite the inn. The sign carved
into the stone architrave of the door features both horseshoes
and tools of the trade.
5 Roncastaldo – Fontana
La fontana è collocata in un muro in blocchi di pietra
sovrastata dallo stemma comunale e da una nicchia con
immagine sacra. Sullo stesso muro sono esposti alcuni
oggetti, tra cui una pietra da trebbia, un frammento di
architrave da porta in pietra, una lapide e una croce.
Roncastaldo - Fountain
The fountain is set into a wall made of stone
38
6 Loiano –
Osservatorio
Inaugurato nel
1976, fu intitolato
all’astronomo di
maggior prestigio
che operò in passato
a Bologna: Gian
Domenico Cassini.
Attualmente la stazione
osservativa di Loiano del
Dipartimento di Astronomia
dell’Università di Bologna
è gestita dall’Osservatorio
Astronomico di Bologna: entrambi
gli Enti hanno la sede a Palazzo
Poggi a Bologna in via Zamboni 33
nella settecentesca torre della Specola,
luogo dell’attività di ricerca, didattica e
amministrativa.
Loiano - Observatory
Inaugurated in 1976, it was named after the most
prestigious astronomer who had worked in Bologna in
the past: Gian Domenico Cassini.
At present the observatory station of Loiano, part
of the Astronomy Department of the University of
Bologna, is managed by Astronomical Observatory of
Bologna: both institutions have their headquarters
in Palazzo Poggi,Via Zamboni 33, Bologna, in
the 18th century Torre della Specola, a site of
research, teaching and administrative activities.
39
7 Borgo La Guarda
immigrarono in area padana, giungendo fino ai rilievi
dell’Appennino.
Barbarolo - Church of San Pietro and San Paolo
The Church of Barbarolo, dedicated to Saints Peter and Paul
and rebuilt in the 20th century, rests upon a proto-Romanesque
parish church dating from the 7th-8th century AD.
There are valuable surviving traces of the original building,
coeval with the crypt of Santa Maria: capitals with intertwined
leaves, probably dating from the tenth century, are still visible.
The present-day structure is ascribable to 18th-19th century
renovations which completely altered the pre-existing
forms.
The name Barbarolo derives from the
Late Latin Plebs Barbarorum, or
Parish Church of the Barbarians,
because of the populations of
Goth origin who immigrated into
the Po Valley area, venturing as
far as the Appennine Mountains.
Luogo di sosta sul percorso antico verso
la Toscana, assolveva anche la
funzione di posto di controllo,
come dichiara il toponimo. Il
nucleo si consolida dal XIV
sec, a giudicare da un portale
parzialmente occultato da un
muro, ma altri edifici esaminati
recano caratteri propri di quelli
successivi: l’architrave trapezio sulla porta
dell’edificio porticato, decorato con stemma e
simboli comacini, databile al XVIsec o le finestre di un altro,
rifinite da una cornice in pietra con bancale a mensola
pieddritti e architrave modanati.
La Guarda - Borgo
A stopover place on the old route to Tuscany, it also served as a
checkpoint, as the name “La Guarda” suggests.
The settlement had already been established by the 14th
century, judging from a portal partly concealed by a wall, but
other buildings examined show features typical of later centuries:
the trapezoidal architrave over the door of the porticoed building,
decorated with Comacine symbols and emblem, datable to the
16th century, or the windows of another, finished with a stone
cornice, moulded architrave and imposts.
8 Barbarolo – Chiesa SS. Pietro e Paolo
La Chiesa di Barbarolo dedicata ai SS.Pietro e Paolo,
ricostruita nel ventesimo secolo, poggia su una
pieve protoromanica che si fa risalire al VIIVIII secolo d.C. Dell’originale edificio
restano tracce di grande valore coeve
alla cripta di S. Maria di Montovolo:
sono visibili capitelli ad intreccio di
fogliame, risalenti probabilmente
al decimo secolo. L’attuale
struttura è dovuta a rifacimenti
del Sette Ottocento che
hanno stravolto le antiche
forme. Il nome Barbarolo
deriva dal tardo- latino
Plebs Barbarorum o Pieve
dei Barbari a causa delle
popolazioni di origine gotica
che tra il V e VI secolo
40
9 Scanello
– Cedro
nel parco di
Palazzo Loup
Bell’esemplare di
Cedrus deodata, alto circa
25 metri, con un diametro
del tronco di circa 130cm che
necessita di ben quattro persone
per abbracciarlo. L’albero ha una
datazione approssimativa di 400
anni e presenta la cima mozzata
a causa di una scheggia di granata
caduta durante il secondo conflitto
mondiale.
Scanello - Cedar in the park of
Palazzo Loup
A fine example of Cedrus deodara,
about 25 metres tall, with a trunk
41
diameter of around 130 cm, so that it takes no fewer than four
people to embrace it. The tree is approximately 400 years old
and its top is cut off due to a grenade fragment which fell on it
during the Second World War.
dedicated to Saints Stephen and Martin, was rebuilt after wartime
devastation at the initiative of Don Eugenio Andreoli, parish
priest of Scascoli from 1942 to 1987. Squared sandstone blocks
originating from the destroyed church of Sant’Ansano in Brento
were used for the facade.The main altar, designed by Don Andreoli
himself in a fine classical style, was made by melting down bronze
shells used by American artillery units. If you continue along the
road that descends toward the river Savena, you can reach and
admire the majestic gorges of Scascoli, with their steep walls
looming over the course of the river.
11 Quinzano – Borgo
10 Scascoli – Chiesa di SS.Stefano e Martino
La Chiesa di Scascoli dedicata ai SS. Stefano e Martino,
è stata ricostruita dopo le devastazioni belliche
ad opera di Don Eugenio Andreoli curato di
Scascoli dal 1942 al 1987 . Per la facciata sono
stati utilizzati blocchi squadrati di arenaria,
provenienti dalla distrutta chiesa di S.
Ansano di Brento.
L’altare maggiore disegnato dallo
stesso Don Andreoli, con fine
gusto classico, fu realizzato
tramite la fusione di bossoli
di ottone dei proiettili usati
dalle artiglierie americane.
Proseguendo per la strada
che scende verso il Savena,
si possono raggiungere
ed ammirare le maestose
Gole di Scascoli, che
sovrastano il corso del
Savena.
Scascoli - Church of Santo
Stefano and San Martino
The Church of Scascoli,
42
Il Borgo di Quinzano era uno dei luoghi insediati
del comune di Scanello. Alcuni dei caratteri
architettonici degli edifici più antichi
possono testimoniare l’importanza
del luogo già negli anni tra XIII e XIV
secolo.
Posto a presido della strada che
conduceva, attraverso Gragnano al
nucleo La Fonte, e poi sulla via per
la Toscana, era dotato di almeno
due case-torre, a cui era possibile
accedere solo con scale esterne in
legno,retraibili, poi sostituite con
balchi in pietra. Recenti ristrutturazioni
hanno in parte modificato l’aspetto del
borgo rispetto a quanto rilevato negli anni
’70, e sono di solito i tetti che modificano
in modo sostanziale l’assetto tipologico degli
edifici. Sul fronte a valle della casa torre vi è
un portale, in parte tamponato con architrave
laterizio datato 1698.
Quinzano - Village
The village of Quinzano was one of the settled parts of the
municipality of Scanello. Some of the architectural features of
the oldest buildings can attest to the importance of the place
as early as between the 13th and 14th centuries.
Established as a garrison to defend the road leading through
Gragnano to the village of La Fonte and then the road to Tuscany, it
had at least two tower houses, accessible only by means of wooden
ladders which could be pulled up.These were replaced with stone
porches and steps.
Recent renovations have partly modified the village’s appearance
since the 1970s and it is usually the roof which substantially
alters the building features. On the front downstream of the
tower house there is portal dated 1698, partly filled in with
a brick architrave.
43
STRADA DELLA FUTA - MONGHIDORO
piazzole nella circonvallazione e all'ingresso del paese
verso Loiano
Monghidoro è il nome moderno
di un antico nome superbo e
plebeo: Scaricalasino! E v’è chi
nomina Scaricalasino come
fosse un paese fantastico! E’ un
paese rupestre a poche miglia
da Bologna. E l’idea esilarante
e cretina era appunto nel
ravvicinamento della dottorale
Bologna, dove nei tempi antichi
venivano di Spagna e di Lamagna
a caricarsi di dottrina; e poi
Scaricalasino, dove le schiere di
asini scaricavano le some loro e
facevano beatamente “ih, oh!”.
Oh gioia di scaricarsi dalla soma
della dottrina! Inoltre quel giorno
era caldissimo, e allora pensai
anche che, dopo Scaricalasino,
veniva l’alpestre passo della
Futa; e il Mugello; e le ginestre;
e i grandi vertici dei monti. E
questa era un’idea rinfrescante.
L’automobile risale la valle
bellissima del Savena; lascia giù
la bassa landa, corre su verso la
freschezza dell’Appennino… E’
deciso. Andiamo a Scaricalasino.
Respireremo l’aria fresca,
berremo le acque purissime di
Scaricalasino.”
Piazzole panoramiche
Alfredo Panzini
Viaggio di un povero letterato,
1919
Partimmo da Firenze alle otto e non mi
fermai che un’ora dopo mezzanotte a
una posta di proprietà del Papa, e dove
non avevo più nulla da temere. Il nome di
questa posta era “Scaricalasino”. Questo
nome fece ridere la mia pazzerella e
salimmo”
Giacomo Casanova
Storia della mia vita (1761 circa)
2 Chiostro Olivetano della Cisterna
1 Chiesa di Santa Maria Assunta
Costruita tra il 1950 e il 1951 su progetto dell’architetto
Luigi Vignali e completata nel 1991 con la costruzione del
campanile a base ottagonale realizzato esclusivamente in
arenaria dagli scalpellini. All’interno è presente una mostra
d’arte sacra nella sala Don Bosco. Inoltre sono presenti
L’immacolata tra i santi Petronio e Dionigi (olio su tela
1685) di Giovanni Antonio Burrini e Madonna in trono col
Bambino, (olio su rame, XVIII secolo). Quest’ultimo dipinto
si ritiene fosse presente nella vecchia chiesa distrutta
durante la Seconda guerra mondiale.
Church of Santa Maria Assunta
Built between 1950 and 1951, based on a design by
the architect Luigi Vignali, it was completed in 1991
with the construction of an octagonal bell tower
crafted by stonecutters completely from
sandstone.The interior houses an exhibit
of sacred art in a room dedicated
to Don Bosco. Also on display are
an Immaculate Conception
with Saints Petronius and
Dionysius (oil on canvas,
1685) by Giovanni Antonio
Burrini and an Enthroned
Madonna and Child (oil
on copper, 18th century).
The latter painting is
believed to have been
present in the old
church destroyed during
the Second World War.
46
Il luogo era il chiostro del monastero cinquecentesco, al
centro del quale gli ingegnosi monaci Olivetani avevano
realizzato una cisterna in cui confluiva l’acqua piovana
che veniva resa potabile attraverso filtri di carbone, e poi
estratta dal pozzo. Nel1751 vi pernottò Padre Leonardo
da Porto Maurizio nei pressi di Imperia, in occasione delle
sue missioni monghidoresi che richiamarono oltre ventimila
fedeli. In una abitazione al pian terreno esiste una lapide di
marmo, incisa in latino, ed una piccola statua raffigurante
il religioso, a ricordo dell’evento. Ecco perché la
toponomastica ufficiale ha dedicato questa piazzetta
a S. Leonardo anche se per i monghidoresi è da
sempre chiamata semplicemente Cisterna.
Nel 1996 grazie a una profiqua collaborazione
tra pubblico e privato, si è avviato un articolato
piano di recupero di ciò che è rimasto del centro
storico, partendo proprio dagli spazi appartenuti
all’antico monastero Olivetano
Olivetan Cloister of the Cistern
This place was the cloister of a 16th-century monastery; in the
centre, the ingenious Olivetan monks had built a cistern to collect
rainwater, which was made drinkable by being passed through
carbon filters and then drawn from the well.
In 1751, father Leonardo from Porto Maurizio, near Imperia,
lodged there during his missions in Monghidoro, which
drew over twenty-thousand worshippers.
In a ground floor dwelling there is a
marble plaque with an inscription
in Latin and a small statue
portraying the priest, made to
commemorate the event.That
is why this square has been
officially named Piazzetta
San Leonardo, though
Monghidoro’s
residents
have always simply called
it Piazza della Cisterna.
In 1996, thanks to a fruitful
public-private partnership,
a comprehensive plan was
launched to recover what
remained of the historical town
centre, starting precisely from the
spaces belonging to the old Olivetan
monastery.
47
3 Parco delle Rimembranze
Il Parco delle Rimembranze è
una piccola ma significativa
area posta all’ingresso nord
del paese all’incrocio con la
SP65 della Futa e Viale Roma.
Questo luogo, come dice il nome
è dedicato al ricordo e alla memoria.
Un primo cippo venne inaugurato il 25
Aprile 2003 a ricordo dei militari italiani che
combatterono a fianco degli alleati americani nell’ultimo
conflitto bellico, sulla Linea Gotica. Il medaglione posto
sul cippo opera di Luigi Enzo Mattei riporta un militare
italiano che porta in braccio un soldato americano morto in
combattimento. In quell’occasione il comune di Monghidoro
conferì la cittadinanza onoraria al Gen. Pasquale Vitale che si
distinse per l’opera di soccorso agli alleati. Successivamente
il 26 marzo 2006, grazie all’apporto del Lions Club e
dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, è stato inaugurato il
Parco delle Rimembranze, luogo unico in tutt’Italia, con una
lapide, che ricorda tutti i militari italiani caduti in missioni
di pace nel mondo. In considerazione delle diverse missioni
di pace in cui i nostri militari sono impegnati in varie parti
del mondo l’elenco è purtroppo destinato ad allungarsi e
verrà costantemente aggiornato. Proseguendo verso
Firenze nei pressi delle Filigare è presente l’edificio
della dogana tra Stato Pontificio e Granducato
di Toscana con due pilastrini che segnano
il confine e a 20 chilometri il cimitero
tedesco della Futa dove riposano 30800
soldati deceduti durante la seconda
guerra mondiale.
The “Park of Remembrances” is a
small but important area situated
at the northern entry to the town,
where the Futa provincial road (SP
65) and Viale Roma intersect. As
the name says, it is dedicated to
remembering and to memory.
A first memorial stone was
inaugurated on 25 April 2003
to commemorate the Italian
soldiers who fought alongside
their American allies along the
Gothic Line in the last world war.
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The medallion on the stone, a work by Luigi Enzo Mattei, depicts
an Italian soldier carrying an American soldier who died in combat.
On that occasion the town of Monghidoro awarded honorary
residency to General Pasquale Vitale, who achieved distinction
for his aid to the allies. Subsequently, on 26 March 2006, thanks
to contributions of the Lions Club and the National Association
of Bersaglieri, the Parco delle Rimembranze, the only place of
its kind in Italy, was inaugurated with a plaque commemorating
all Italian military personnel who have fallen in peace missions
around the world. Considering the different peace missions
in which our soldiers are engaged in various parts of
the world, the list is unfortunately destined to
get longer and will be constantly updated.
Continuing toward Florence, near Le
Filigare, you will find the customs
building between the former Papal
States and Grand Duchy of Tuscany,
with two pillars marking the border,
and 20 km further, near the Futa Pass, a
German cemetery where 30,800 soldiers who
died during the Second World War were laid to rest.
4 Campeggio
“La piccola
Lourdes bolognese”
Già citata nell’elenco delle
chiese del ‘300, ha come
patrono San Prospero. E’ un
santuario consacrato alla Madonna
di Lourdes: all’interno di una cappella
ospita infatti la riproduzione della grotta
di Lourdes, voluta nel 1923 dall’arciprete
di Campeggio Don Augusto Bonafè in
memoria dei parrocchiani caduti durante
la prima guerra mondiale. La cappella
divenne ben presto meta di pellegrinaggi dal
bolognese e dalla vicina Toscana.
Campeggio: “The small Bolognese Lourdes”
Already included in the list of churches of
1300, its patron is Saint Prosper.
It is a sanctuary dedicated to Our Lady
of Lourdes; inside a chapel, it hosts
49
a reproduction of the Lourdes cave, commissioned in
1923 by the archpriest of Campeggio, Don Augusto
Bonafe’, as a memorial to parishioners who fell
during the First World War.
The chapel soon became a destination of pilgrimages
from Bologna province and the nearby Tuscany.
5 Parco La Martina
Alla destra del torrente Idice, su un versante costituito
prevalentemente da argille scagliose, di fronte alla frazione di
Campeggio, il Parco La Martina si estende su una superfice di
circa 155 ettari. Voluto dalla Provincia di Bologna nel 1972, è
costituito sia da boschi di origine artificiale (rimboschimenti
di conifere e latifoglie), Che di origine naturale (boschi misti di
latifoglie con prevalenza di querce). E’ stato riconosciuto
sito di interesse comunitario.La superficie del
parco non presenta eccessive salite e si
trova ad una altitudine compresa fra
i 500 e i 700 metri. E’ attraversato
da una rete di strade e sentieri
segnalati che permettono di osservare
i diversi ambienti ed i rispettivi aspetti
naturalistici. All’interno un campeggio
attrezzato, bar, tavola calda e aula didattica.
La Martina Park
On the right side of the Idice River, on a slope consisting
prevalently of scaly clay, facing the village of Campeggio, La
Martina Park extends over a surface area of about 155 hectares.
Instituted by the Province of Bologna in 1972, it includes both
man-made woods (reforestation with conifers and broad-leaved
trees) and natural woodland (mixed broad-leaved woods, with a
prevalence of oaks). It has been recognized as a Site of Community
Importance.
The park does not have excessively steep ground and is situated
at an elevation of between 500 and 700 metres. It is crossed by
a network of roads and marked paths which enable visitors to
observe different environments and their respective naturalistic
aspects. It has camping facilities, a bar, cafeteria and a room for
educational activities.
6 Santuario storico di Madonna dei Boschi
Edificata nel 1685 la Chiesa alla Madonna dei Boschi
è un Santuario consacrato ad un’immagine della
Madonna di San Luca, la cui effige nel 1616 era
collocata in un piccolo pilastro. L’edificio di
buona architettura, con sculture e ornati
pregevoli, ospita, all’interno, l’immagine
della Madonna di San Luca e due statue
raffiguranti i santi Pietro e Paolo scolpite
nel 1785 dall’artista bolognese Antonio
Gamberini. L’organo, restaurato di
recente, è considerato uno dei più
antichi della montagna bolognese.
Historical sanctuary of Madonna dei
Boschi
Built in 1685, the Church of Madonna
dei Boschi is a sanctuary dedicated to
an image of the Madonna of San Luca,
50
whose effigy was placed in a small pillar in 1616. The
building is an example of fine architecture, with precious
sculptures and decorations, and the interior houses the
image of the Madonna of San Luca and two statues
depicting Saints Peter and Paul, sculpted in 1785 by the
Bolognese artist Antonio Gamberini.
The organ, recently restored, is considered one of the
oldest in the mountains of the Bologna province.
7 L’alpe
di Monghidoro
L’area di interesse
naturalistico
dell’Alpe si estende a
monte della strada della
Futa a circa due chilometri
dal centro di Monghidoro
appena lasciata la frazione di
Cà del Costa. La zona, che si
trova ad una altitudine compresa
tra gli 800 e i 1290 metri è
ricoperta da boschi misti di latifoglie,
a prevalenza di quercia e faggio. L’area
è particolarmente ricca di sorgenti e
sentieri per trekking con aree pic-nic.
Alpe di Monghidoro
The area of naturalistic interest of the park
extends from the Futa road to about two
kilometres from the centre of Monghidoro, just
past the hamlet of Ca’ del Costa. It is situated at
an elevation of between 800 and 1290 metres
and is covered by mixed broad-leaved woodland,
with a prevalence of oaks and beeches.The
area abounds in natural springs and hiking
trails with picnic areas.
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8 Triton’s Park
Il Triton’s Park Adventure è un parco acrobatico immerso
nel verde del Monte Oggioli sull’Alpe di Monghidoro e
deve il suo nome ai tritoni, piccoli anfibi crestati, che
popolano il laghetto ai bordi del parco. Il Parco
offre cinque percorsi acrobatici adatti ad
adulti e bambini con una stazione di freeclimbing per sperimentare l’arrampicata
professionale tra gli alberi.
Triton’s Park Adventure is an acrobatic park
immersed in the greenery of Monte Oggioli, in the
area of Alpe di Monghidoro, and owes its name to the
“tritoni” (newts), small crested amphibians that inhabit the lake
at the edges of the park.
The park offers five acrobatic routes suitable for both adults
and children, with a tree-climbing platform for experiencing a
professional-style climb amidst the trees.
Monghidoro travelling along the Futa road.The museum
was conceived to enable visitors to relive the rural life of
former times, with its places for living and work activity.You can
admire different settings: a kitchen, bedroom, stable, schoolroom,
a room for different trades and a mill. Several agricultural
machines are displayed outdoors, under a protective roof.
10 Santuario Mariano di Piamaggio
9 Museo della Civiltà contadina
dell’Appennino
Il museo della Civiltà Contadina dell’Appennino
si trova in località Piamaggio , a soli 3 km da
Monghidoro percorrendo la strada della
Futa. Il museo è stato concepito per
coinvolgere il visitatore in quella che
era la vita rurale di un tempo, con i
suoi luoghi di soggiorno e di attività
lavorativa. Vi si possono ammirare
diverse ambientazioni: la cucina, la
camera da letto, la stalla, la scuola,
la stanza dei mestieri, il mulino.
Nello spazio esterno sotto una
tettoia trovano ricovero alcuni
mezzi agricoli.
Museum of Rural Civilization of the
Apennines
The Museum of Rural Civilization
of the Apennines is located
in Piamaggio, only 3 km from
52
La chiesa è dedicata alla Beata Vergine del Rosario
e a San Lorenzo Martire. Edificata nel 1893 su
ampliamento di un antico oratorio, nell’anno
successivo il parroco di Monghidoro,
Mons. Giuseppe Fanti vi collocò
all’interno un’immagine della
Vergine del Rosario o Madonna
di Pompei, tela realizzata dal
pittore Sante Nucci (18211896).
Marian Sanctuary of Piamaggio
The church is dedicated to the
Blessed Virgin of the Rosary and
Saint Lawrence the Martyr.
It was built in 1893 by extending an
old oratory and the following year the
parish priest of Monghidoro, Monsignor
Giuseppe Fanti, embellished
the interior with an image
of the Virgin of the Rosary
or Madonna of Pompei, a
work by the painter Sante
Nucci (1821-1896).
53
11 Il Mulino di Mazzone a Piamaggio
Costruito prima del 1785, grazie ad una importante
opera di ristrutturazione è tuttora in grado
di funzionare. Possiede un ampio portico
costruito nel 1878 come riporta la data
incisa sull’architrave antistante l’ingresso
del mulino. Una derivazione dal Rio del
Piattello riempe l’ampia botte che alimenta
ora una sola delle cinque macine che
costituivano nel passato l’intero impianto.
Mazzone Mill in Piamaggio
Built before 1785, it is still in working condition thanks to
major renovation work. It possesses an ample arcade built
in 1878, the date inscribed in the architrave in front of the
entrance to the mill.
A branch of the Rio del Piattello fills a large barrel,
which now supplies only one of the five
millstones wheels that formerly made
up the entire building.
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STRADA DELLA FUTA SP 65
AROUND FUTA
(App per IOS e Android)
MAPPA INTERATTIVA
http://mappainterattiva.uvsi.it