n` 2 - CAI Salerno
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n` 2 - CAI Salerno
Aut. Trib. di Salerno n. 667 dell’08/05/87 - Spedizione in abb. postale 50% - Comma 27 Art. 2 legge 549/95 Pubblicazione semestrale Giugno - Dicembre 2014 Num. 2 anno XXVIII - Foto di copertina di Sandro Giannattasio - Monte Carruozzo nale o i z e s r e Int licata i s a B a ni Campa o Sentier ullio T o c s e Franc ont Medim ne g a t n o M anee r r e t i d Me e protett Park o della i r a s r e Anniv erra u G e d Gran el glia d a t t a b La ppa a r G e t Mon EVENTI MARZIO, I SANNITI E IL CLUB ALPINO Francescopaolo Ferrara La storia dei Sanniti viene dai più ricordata per l’episodio della umiliazione dei Romani alle Forche Caudine e quindi per la loro inesorabile rivincita. Comunque una storia scritta dai vincitori i quali sono riusciti quasi a cancellare ogni traccia della civiltà degli sconfitti. Si tratta di una storia solo apparentemente minore che, pure, ha avuto in epoca moderna seri studi scientifici, quali il saggio “il Sannio e i Sanniti” di E.T. Salmon professore emerito della canadese Mc. Master University. Mancava forse un’opera divulgativa nel senso più nobile della parola, un’opera che pur con rigore scientifico fosse capace di far conoscere al vasto pubblico l’antica vicenda di questo popolo italico, confluito nella civiltà romana e dunque esso pure progenitore degli italiani della penisola. La lacuna è stata egregiamente colmata da Nicola Mastronardi, nativo di Agnone e quindi sannita autentico, giornalista pubblicista e cultore di materie storiche presso l’Università del Molise, con un romanzo storico di grande respiro: “Viteliù, il nome della libertà”. (Itaca editore 2012-2013). Viteliù è vocabolo osco da cui è derivato “Italia” e risulta consacrato in una monetazione sannita nella quale graficamente si confrontano Roma e appunto Italia, quella Italia messa insieme fin dai tempi più antichi da una lega di Sanniti, Marsi, Peligni, Piceni e Lucani, oppostisi alla potenza latina. Il protagonista del romanzo è il giovane Marzio, che dovrà scoprire attraverso un avventuroso e talvolta doloroso viaggio di non essere nato in Roma dove era stato allevato, ma di essere di origine sannita e di essere destinato a congiungere in sé le due anime della propria storia, simbolicamente congiungendo e riconciliando la civiltà romana e quella sannita. Mastronardi ha presentato il suo libro anche in Salerno (giovedì 6.11. u.s.) Lo ha presentato palesando competenza e solidità di studi e soprattutto entusiasmo per la propria terra e per la propria storia, storia che poi è anche la nostra, così come ci ha fatto ampiamente comprendere La sezione di Salerno del Club Alpino Italiano non solo era presente, ma aveva patrocinato l’iniziativa, oltre che per il valore culturale del romanzo, anche per la sua singolare genesi. L’autore infatti non ha costruito la sua opera solo attraverso puntuali ricerche di archivio e notti passate alla scrivania, ma percorrendone gli scenari geografici. Un trekking, dunque, tutto particolare e non lontano dalla tipologia delle nostre escursioni, da sempre non finalizzate ad un mero esercizio podistico, ma vissute con gli occhi e la mente aperte alle emergenze storiche, culturali ed umane volta per volta incontrate. Quante volte, percorrendo i nostri prediletti sentieri dei Monti Picentini abbiamo ricordato che essi hanno preso il nome degli esuli dell’antica Picentia, città italica essa pure distrutta dalla potenza di Roma. E non si tratta solo di rievocazioni erudite. Per quanto attiene al concreto impegno, basti un piccolo ma significativo esempio: ben prima che il Comune di Salerno varasse il programma turistico “Visitiamo la città” o che altri simili iniziative fossero tentate da altri enti ed associazioni, la nostra Sezione (1987) programmò e realizzò le sue escursioni attraverso il centro storico di Salerno, fino al Castello di Arechi e La Bastiglia, con prosieguo verso i più alti colli retrostanti ed illustrazione storica ed artistica degli ambienti percorsi. Con particolare interesse e profondo condivisione, allora, abbiamo ascoltato la testimonianza di Nicola Mastronardi, ed abbiamo visto scorrere - nel particolare ambiente della presentazione, ri- pagina 2, n. 2/2014 cavato dal quadriportico medioevale della Chiesa di San Benedetto con le sue eleganti colonne e ricco di antichi reperti italici e romani - le immagini delle severe montagne abruzzesi e sannite, di favolosi altopiani, di boschi sacri, di sonanti acque, di antiche vestigia ed aeree vette. E così abbiamo viaggiato assieme a Marzio, alla riscoperta delle sue e delle nostre radici, stimolati a conoscere la storia e le terre delle genti che costruirono la prima nazione cui fu dato il nome di Italia. Ma oltre a seguire questo viaggio, la nostra mente e forse la nostra fantasia hanno azzardato un altro e più presuntuoso parallelo tra la spedizione di Marzio ed il nostro andare per monti. E ciò non soltanto per la nostra già evidenziata propensione a coniugare sport e cultura, ma forse perché anche noi con il nostro cammino tendiamo ad una ricerca. Ad una ricerca, magari, anche delle proprie origini. Al di là delle personali preferenze (chi scrive ad esempio vorrebbe riscoprirsi picentino, mentre sono tra noi alcuni irpini o sanniti doc.) attraversare luoghi e conoscere persone aiuta senz’altro a riflettere sulla varietà dei contributi alla nostra civiltà, non solamente grecoromana ed ora ….americana. Ad una ricerca soprattutto di valori autentici, alla ricerca di quell’infinito “che tanto affatica la mente” (G. Fortunato) sospinta dal confronto con la montagna e perseguita in unità di cuori ed intenti con veri soci, animati da un comune ideale. Retorica, dal momento che l’aspetto ludico e superficiale delle nostre escursioni è quello più apparente e da non pochi perseguito? Può darsi, ma sia consentito a questo punto ricordare che fin dalla fondazione della Sezione il fondo del primo numero del nostro notiziario (“Il Varco del Paradiso”) con il significativo titolo di “Essere al Varco”, riferendosi ad un varco non solo geografico e materiale, ma esortando a superare quel varco che sta tra una vita amorfa e materiale ed una vita attenta ai valori dello spirito, enunciava il nostro programma ideologico, quello appunto di fornire a noi stessi ed a quanti altri venivano chiamati ad unirsi a noi un’occasione per progredire in quella crescita personale e sociale che è propria della cultura della montagna. Non dimentichiamo dunque questo messaggio e proseguiamo, con i tanti Marzi che sono in noi e tra noi, il faticoso ma meraviglioso viaggio sulle vie del Club Alpino. Monte Cavallerizzo Fortificazione sannita ESCURSIONISMO DESCRIZIONE DEL PERCORSO GRUPPO EREMITA - MARZANO IL SENTIERO FRANCESCO TULLIO di Ennio Capone “Lasciate fare a me!....sono un medico” così si rivolse ai miei amici del CAI, sopra l’Acellica-sud un signore distinto e ben portato, iscritto al CAI di Perugia, il quale nel giorno che festeggiavamo i 60 anni di Sandro Giannattasio, aveva deciso di unirsi al nostro gruppo per conoscere il sistema montuoso dei Picentini. Era successo che, in cima alla “sud “ dell’Acellica ero incespicato e battuto con la fronte, in modo lieve, su di un masso sporgente. Trattavasi di una leggera escoriazione, ma usciva del sangue ed il nostro ospite si premurava di tamponare la ferita con garza e disinfettante, scostando con fare energico e risoluto quanti si apprestavano a fare altrettanto. Facemmo subito amicizia e così venni a sapere che, benché esercitasse la professione medica in Perugia, la sua famiglia era originaria di Pescopagano in Basilicata, paese montuoso sito alla periferia del gruppo montuoso Eremita-Marzano, facente parte della carta dei sentieri del gruppo curata da Umberto Marletta; conoscevo bene Pescopagano e, quel giorno, pensammo che si potesse ipotizzare la realizzazione di un sentiero che attraverso il gruppo montuoso anzidetto collegasse Colliano e Laviano a Pescopagano. Passammo l’inverno a scambiarci e.mail, ed alla fine, nel giugno 2010, realizzammo con la collaborazione di Donato di Matteo, Franco Campolongo e Attilio Piegari, e con il decisivo intervento di Francesco,l’attuale percorso, che, da Piani di Campo, tra Colliano e Laviano, a mt. 1.260, traversa in quota il gruppo montuoso e perviene a Pescopagano dopo circa 20 Km. di suggestiva percorrenza. La prima traversata del 10 giugno 2010 fu bellissima, portammo a Pescopagano oltre venticinque soci del CAI di Salerno ed in quella occasione conoscemmo il figlio di Francesco, Pietro. L’amministrazione comunale di Pescopagano ci mise a disposizione un esperto del luogo che ci fece conoscere l’interessante centro storico in pietra ed il diruto castello, con le ferite del terremoto dell’80 ancora evidenti. Fantastico il finale in piazza dove il circolo culturale “ Sibilla “, con la Presidente Battistina Pinto, offrì un ristoro estremamente vario ed abbondante, curato dalle socie dello stesso circolo femminile. Da allora, ogni Giugno rifacciamo lo stesso percorso, grazie alla sensibilità della commissione escursionismo del CAI che, per tre anni consecutivi ha inserito la escursione nel programma ufficiale. Francesco non è più con noi dal 2012, ma, con il figlio Pietro, ripetiamo l’escursione ogni anno. La traversata costituisce un’occasione unica nel mezzogiorno d’Italia, di collegamento tra due regioni attraverso una riserva naturale che nulla ha da invidiare alle più conosciute e turistizzate aree protette del centro-nord. Attraverso il comune di Colliano, la frazione Collianello ed I piani di Pecore si perviene con autovetture o piccoli pulmini alla località Piani di Campo tra i Comuni di Colliano e Laviano, sita a mt. 1.254 di altitudine. Si imbocca il sentiero n. 200 della carta, e, per tratto pianeggiante si giunge al fontanile della comunità montana, mt. 1.315. Si prosegue verso largo vione, mt. 1325 da dove una breve bretella conduce ad un gruppo di alberi centenari. Si rientra al largo vione e si imbocca il sentiero 210, che porta, in discesa, alla fontana Giancarlo mt. 874. Si risale il sentiero 209 e 218 fino alla cima della Petra del Carruozzo, mt. 1.119 e si entra in Basilicata. Si segue, in discesa, il sentiero 218/a che entra in Pescopagano mt. 950. Percorrenza totale circa 20Km. Salita mt. 600 circa. Discesa mt. 800 circa. Difficoltà E+ L’intestazione del sentiero al dott. Francesco Tullio rappresenta un riconoscimento dei CAI Campania e Basilicata alla figura di un illustre meridionalista trapiantato a Perugia ed esponente del CAI locale. E’ di poche settimane or sono la notizia che il raggruppamento regionale del CAI Campania, sotto la attenta e sensibile guida della nostra Annamaria Martorano, ha approvato il progetto di sentiero interregionale Coliiano - Pescopagano. La delibera del CAI Campania è stata subito appoggiata e seguita dal raggruppamento regionale del CAI-Basilicata a sua volta presieduto da un appassionato e lungimirante socio del CAI di Potenza, Vincenzo De Palma, che ha prodotto analoga delibera. Anche la presidenza dell’area protetta del gruppo Eremita-Marzano, con l’architetto Gabriella Alfano, ha deliberato di aderire al progetto interregionale mettendo a disposizione dei due gruppi del CAI le proprie competenze tecniche e figure professionali dell’area attraversata. La sezione di Salerno del CAI ha messo in cantiere, per il prossimo 28 giugno 2015 l’inaugurazione del predetto tracciato che vedrà unite due importanti regioni dell’arco appenninico ed un’area protetta di notevole bellezza ed estensione, nonchè le sezioni CAI di Campania, Basilicata e Perugia. Nel corso della traversata, con una breve deviazione, si potrà visitare un pianoro circondato da alberi ultra-centenari la cui datazione è stata affidata all’Ente di protezione che proporrà un progetto educativo-didattico che si affiancherà al recupero dell’abbandonata caserma forestale, onde formare, lungo il percorso, dei siti di particolare interesse naturalistico da proporre all’attenzione del mondo studentesco. Il CAI nel sud deve valorizzare l’incontro tra comunità diverse offrendo con umiltà ed intelligenza le proprie competenze in un continuo incontro con gli abitanti delle piccole realtà pedemontane, nel rispetto e nella conservazione delle loro tradizioni ed usanze. La conservazione e la protezione del territorio montano si può fare anche a piccoli passi, senza impegnare risorse economiche, ma ponendo al centro del progetto l’orgoglio e la dignità di chi è rimasto, alla cui memoria è affidato il futuro. E’ giusto ringraziare i presidenti della sezione CAI di Salerno che si sono susseguiti in questi anni di interesse e collaborazione al tracciato e segnatamente, Ugo Lazzaro, Antonello Sica e Sandro Giannattasio. pagina 3, n. 2/2014 ANNIVERSARI IL MONTE GRAPPA: LA MONTAGNA SACRA DEGLI ITALIANI di Antonio Raso Mi è stato chiesto un articolo sulla Grande Guerra in occasione del centenario del primo conflitto mondiale ed io con entusiasmo affronto la sfida. Cosa potrei raccontare di questa guerra terribile che per cinque anni sconvolse il mondo per le sue atrocità? Le steppe della Russia, le campagne di Francia, le lande balcaniche, le Alpi, i deserti dell'Asia e le foreste dell'Africa Equatoriale furono il teatro di battaglie sanguinose in cui perse la vita un numero inimmaginabile di giovani soldati: gli italiani, in poco più di tre anni di conflitto, furono oltre 750.000. Pensando infine alle nostre belle montagne, scenario di questa guerra tremenda, credo sia giusto raccontare la storia di un piccolo grande monte, alto poco più di 1750 metri, la montagna sacra per noi italiani: il Grappa. Su questa montagna per un anno, dal novembre del '17 all'ottobre del '18, si sono affrontati nel corso di tre cruente battaglie giovani ragazzi provenienti da mezza Europa: da un lato Francesi, Inglesi, Cechi insieme ai nostri "Ragazzi del '99", dall'altro Tedeschi, Austriaci, Ungheresi, Polacchi, Rumeni, Croati, Sloveni e Bosniaci. La prima battaglia chiamata dagli storici "di arresto" ebbe luogo dai primi di novembre al Natale del '17, la seconda, detta "del solstizio", fu combattuta tra il 15 ed il 23 giugno del '18 e segnò il fallimento della grande offensiva austro-ungarica, la terza, infine, dal 24 ottobre al primo di novembre del '18 aprì la strada all'offensiva del Piave che, con la sconfitta degli austriaci, significò la fine della guerra. Racconto, dunque, la prima battaglia, perché rappresentò la rinascita del nostro esercito, uscito semidistrutto dal disastro di Caporetto. In quell'ottobre del '17 si combatteva ormai da più di due anni: l'Italia era scesa in campo il 24 maggio del 1915, lungo un fronte di oltre 600 chilometri che andava dalle Alpi al Mare Adriatico. I due terzi del nostro esercito erano schierati sul fronte dell'Isonzo e del Carso triestino, impegnati in una guerra di trincea, particolarmente dura, difficile e sanguinosa. L'esercito italiano aveva scatenato su quel tratto undici offensive: le cosiddette "spallate", come venivano chiamate dal nostro generalissimo Cadorna, che per la conquista di qualche chilometro di terreno aveva perso oltre 300.000 uomini. I nostri soldati erano stanchi della vita nelle trincee, del caldo dell'estate e del gelo dell'inverno, di essere mandati al macello in attacchi insensati contro un nemico che li dominava dall'alto di postazioni ben fortificate e armate di mitragliatrici che falciavano i loro assalti. L'undicesima offensiva, l'ultima, conosciuta come battaglia "della Bainsizza" aveva sfiorato il successo, non raggiunto purtroppo a causa della imperizia e della superficialità dei nostri alti comandi. Ciò mise in allarme l'Alto Comando tedesco che, temendo una debacle dell'alleato austro-ungarico, decise di intervenire direttamente sul fronte dell'Isonzo e di scatenare un'offensiva per ricacciare indietro gli Italiani. Allo scopo venne arruolata una nuova Armata, la quattordicesima, forte di sedici divisioni. Durante la notte tra il 23 ed il 24 ottobre 1917 le truppe nemiche scatenarono l'offensiva: cominciò la dodicesima battaglia dell'Isonzo, passata alla storia come la battaglia di Caporetto. pagina 4, n. 2/2014 Anche se i piani di attacco nemici erano in buona parte conosciuti dai nostri comandi militari, a causa della tracotanza, dell'arroganza e dei dissidi tra i nostri generali, l'offensiva austro-tedesca ebbe un successo travolgente. Iniziò allora la tragica ritirata italiana dall'Isonzo al Piave. Il generale Cadorna cercò di riprendere in mano la situazione e, tentando di riparare gli errori commessi, con truppe di riserva riuscì ad organizzare alcune linee di resistenza che non riuscirono a fermare l'avanzata austro-tedesca, ma ne rallentarono l'impeto. Nel frattempo in Italia arrivarono dodici divisioni alleate. Gli alleati si acquartierano presso Verona e Mantova allo scopo di parare una nuova avanzata nemica ed entrarono in linea solo il sette dicembre, quando ormai il nemico era stato fermato dai nostri soldati. Il generale Cadorna fu esonerato dal comando e venne nominato Capo di Stato Maggiore il generale Diaz, un militare napoletano che aveva valorosamente combattuto sia nella campagna di Libia del 1911 che sul fronte del Carso e fu deciso a resistere sulla linea del Piave e del Grappa. La linea di difesa prescelta partiva dal mare Adriatico, seguiva la riva destra del Piave, addossandosi alle colline del Montello saliva sul Monte Grappa. Passava poi dall'altopiano di Asiago e dal massiccio del Pasubio, si portava sulla riva nord-ovest del lago di Garda, risaliva infine lungo la val Sugana fino al passo del Tonale, all'Adamello ed al Passo dello Stelvio. Negli anni precedenti la guerra questa linea era stata oggetto di studi da parte dello Stato Maggiore dell'esercito ed era sembrata fin da subito un ottimo punto di arroccamento in caso di conflitto contro l'Austria. Erano stati decisi lavori di fortificazione, mai iniziati a causa del magro bilancio dell'Esercito; solo nel 1916 dopo il contenimento della Strafexspedition, il generale Cadorna diede ordine di eseguire i lavori. Nel corso di un'ispezione Cadorna, rivolto al suo accompagnatore, il colonnello Pintor, direttore dei lavori, disse queste parole profetiche: "Stia bene attento, colonnello, il Grappa deve riuscire imprendibile. Deve essere fortissimo da ogni parte, non soltanto verso occidente. Anzi metta la maggior cura nel rinforzare più che può la parte rivolta a nord. Perché se, "quod Deus avertat", dovesse avvenire qualche disgrazia sull'Isonzo, io qui verrò a piantarmi". Il Grappa, protagonista della nostra storia, è un gruppo montuoso con andamento da est-nord-ovest si erge tra Brenta e Piave raccordando le Prealpi venete alle Prealpi bellunesi. Ha una dimensione di 22x20 chilometri ed una altitudine media di 1500 metri, nodo del sistema è il monte Grappa propriamente detto, un poderoso massiccio lungo oltre due chilometri ed alto 1775 metri. Da questo nodo ha origine una serie di profonde vallette e contrafforti. Dalla parte meridionale in direzione del Brenta si dirama verso occidente la compatta dorsale di M. Coston, M. Asolone, Col della Berretta, Col Caprile, Col Moschin. Dal lato orientale verso il Piave si dirama la dorsale dei monti Boccaor, Pallone, Tomba, Monfenera, Spinoncia.Tutti questi rilievi furono teatro di sanguinosi combattimenti. Negli anni della Grande Guerra questi luoghi erano disabitati: solo sulla vetta più alta, detta Nave del Grappa, esisteva il Santuario della Madonna Ausiliatrice. Il sacello era stato inaugurato il 4 agosto 1901 dal cardinale Sarto, il futuro papa Pio X. La statua della Madonnina del Grappa fu mutilata durante i combattimenti, ma ritornò al suo posto nel 1921. Sul Grappa erano stati realizzati i seguenti lavori: 1) La camionabile da Bassano alla Cima Grappa 2) Due teleferiche di media portata, una dal lato del Brenta, l'altra dalla valle del Piave 3) Un rudimentale acquedotto, la montagna era completamente priva di acqua 4) Poche trincee e qualche postazione di artiglieria. Su queste installazioni si schierarono dal Grappa al Brenta il XVIII Corpo, formato da tre divisioni dal Monte Tomba al Piave, il IX con due divisioni, sul Montello, il I con due divisioni. Contro queste postazioni nella notte tra il 12 ed 13 novembre si scatenò l'attacco di nove divisioni austro-germaniche al comando del generale Krauss. Per due giorni i nostri Alpini eroicamente contennero l'attacco, in pochi riuscirono a ritirarsi. L'azione offensiva dal giorno 16 continuò violenta contro il XVIII Corpo e i nostri soldati, sebbene in inferiorità numerica (il rapporto era di tre a uno) tennero duro e in qualche caso riuscirono addirittura a contrattaccare causando al nemico gravi perdite. Dal 18 al 23 novembre la battaglia languì, ma riprese con violenza fino al 26. Le truppe austro-tedesche ottennero qualche successo, venne preso il Monte Pertica, ma furono generalmente contenute. Il giovane Imperatore Carlo ed il generale Von Arz che assistevano alla battaglia, impressionati dalle gravissime perdite subite, diedero ordine di sospendere le ostilità e di riprenderle dopo una più accurata preparazione. Il Capo di Stato Maggiore tedesco generale Hindenburg convinto dell'inutilità di continuare una battaglia che procurava solo perdite, emanò l'ordine per il rientro sul fronte francese delle divisioni germaniche, che vennero sostituite da divisioni austriache provenienti dal fronte orientale dove la Russia era ormai prossima alla resa. Anche per le nostre truppe ci fu un miglioramento: entrò infatti in azione sulla linea Grappa-Monte Tomba il XXVII Corpo ricostruito con gli sbandati di Caporetto. L'11 dicembre anche i nostri alleati francesi ed inglesi, avendo compreso che i nostri soldati potevano contenere gli assalti nemici, chiesero di entrare in linea e gradatamente cominciarono a sostituire i nostri stanchi e decimati battaglioni. Dall'11 al 18 dicembre la battaglia riprese: dopo otto giorni di violenti attacchi il nemico era riuscito a rosicchiare solo la parte del saliente centrale del Grappa, il Monte Spinoncia, senza riuscire ad andare oltre. Le offensive proseguirono fino al giorno di Natale, le forze austrotedesche ottennero qualche successo sui monti Valderoa ed Asolone, ma furono definitivamente fermate. Pochi uomini stremati e depressi da una lunga ritirata, su una linea di difesa appena abbozzata, riuscirono a fermare un nemico tre volte più numeroso, meglio armato, imbaldanzito ed euforico per il successo ottenuto a Caporetto. Questi due mesi di battaglia dura e sanguinosa segnarono per noi italiani l'inizio di una rinascita che ci avrebbe portato alla grande vittoria di Vittorio Veneto. Oggi sulla vetta del Grappa oltre a ciò che rimane delle installazioni militari (trincee, postazioni, caverne) c'è il Sacrario militare. La costruzione iniziò nel 1932 e fu completata il 22 settembre del 1935 su progetto degli architetti Greppi e Castiglioni. Il Sacrario conserva le spoglie di 22.910 giovani così disposti: settore nord, ossario austroungarico con 10.295 morti di cui 295 identificati; settore sud, ossario italiano con 12.615 di cui 2.283 identificati. Tra i due ossari, c'è la cosiddetta "Via Eroica" lunga 300 metri, con a lato i cippi recanti i nomi delle cime teatro di guerra. Al centro dell'ossario italiano c'è il sacello della famosa Madonnina del Grappa. Noi oggi, a cent'anni da quei tragici eventi, quando camminiamo sui sentieri delle nostre Alpi e vediamo i segni della guerra, ci sorprendiamo a considerare le sofferenze e le condizioni terribili degli uomini al fronte ma, soprattutto, abbiamo il dovere di ricordare quei morti con ammirazione e riconoscenza. pagina 5, n. 2/2014 TESTIMONIANZE LETTERA APERTA, NEL 1° ANNIVERSARIO DEL DISTACCO DA NOI: 16-3-2013 / 16-3-2014 Quando, sulle ardite cime egli il sacco riponeva, sussurrava in un anelito: “Grazie a Te, Dio creator”. di Mario Ardizzone Non te lo aspettavi, ne sono certo; ma ho voluto sorprenderti mentre, intento a percorrere i bellissimi sentieri delle celestiali montagne, segui le orme della nuova Guida, quella Guida che, venuta sulla terra dal Cielo, preferiva accompagnare le turbe e i suoi discepoli sulle montagne per raccontare le sue parabole a chi avesse “orecchi da intendere”. Ricordi? Eravamo un gruppo sempre pronto a programmare escursioni e scalate che settimanalmente effettuavamo in allegria e costanza, sordi a chi ci definiva “pazzi e temerari”. Ma noi eravamo come drogati di montagna, di quiete, di meditazione davanti ai panorami mozzafiato, che soltanto dalle cime potevamo ammirare, per poi ringraziare il Creatore, artista impareggiabile che le aveva fatte. Eravamo quelli del “SI ESCE CON QUALUNQUE TEMPO”, e possiamo affermare che il Creatore ci premiava sempre, nel regalarci quelle sane soddisfazioni che solo Lui, per mezzo delle Sue creature, ci accoglieva nel silenzio delle montagne, e con il canto degli usignoli riservandoci, a volte, delle sorprese che nel tempo futuro, ci sarebbero servite per raccontare ai giovani che oggi trovano nell’alpinismo la stessa palestra di insegnamenti della vita. Ricordi i fiumi attraversati anche in controcorrente, come l’alto Calore, il torrente Scorziello, il magnifico Argentino a cominciare dalle sue sorgenti sul monte Palanuda, sino al suo connubio con il Lao, ad Orsomarso; e il lungo trekking della dismessa ferrovia Calabro-Lucana. Ma gli Alburni erano i più frequentati e, lasciamelo dire, sono quelli che ci hanno fatto perdere il giusto sentiero in quella famosa notte “delle stelle”. Si, ci siamo persi, siamo stati lì a vagare per tutta la notte, senza venire a capo di niente. Eravamo tu, Michele Cicchiello, Raffaele Gesuele ed io, ormai in preda alla stanchezza, disidratati, con disturbi di vomito dopo avere bevuto l’acqua delle pozzanghere filtrata con i fazzoletti, e dopo avere divorato alcune mele selvatiche amare come il veleno. Era l’ultima domenica di ottobre e fummo ingannati dal cambio dell’orario, da legale a solare; così, improvvisamente, ci siamo trovati avvolti dalla più nera oscurità, senza luna, e senza potere scorgere un qualunque punto di riferimento. A un tratto Michele, nella qualità di più anziano, ti consigliò di raggiungere quelle luci laggiù, a valle, per invocare i soccorsi, con l’intervento dei Carabinieri. Ricordo che tu, consapevole della gravità della nostra posizione, non hai opposto un “oh” ai consigli di Michele: “Stai attento, Sabatino, non svoltare a destra o a sinistra di fronte a burroni e ostacoli vari; mantieni una costante linea retta verso quelle luci; fai venire soccorritori con acqua, cioccolato, biscotti di grano, frutta fresca e tutto ciò che sia necessario per farci riprendere le forze ormai tutte esaurite. Dopo qualche ora di corsa ti avvicinasti a quelle luci e ti accorgesti di trovarti a Ottati, dove risiedeva il compianto amico Nicola Tuccino; bussasti alla sua porta di casa con insistenza, sino a che Nicola si affacciò al balcone; alle tue prime richieste di aiuto il bravo Nicola comprese subito la gravità del pericolo. In pochi istanti approntò quanto di necessario aveva in casa, e insieme, siete arrivati nei pressi dove noi ci eravamo sdraiati sulle pietre, vinti dalla stanchezza e dal sonno. Ad Ottati c’era aperto un Bar e prima di correre verso di noi, telefonasti alla tua Emilia, dicendole che ci eravamo un po’ attardati in casa di Nicola. Lapidaria fu la risposta di Emilia: “Ma Sabatino, ci pensi che tra poco spunterà il sole?” Mi ricordo ancora quando, sulla discesa dal monte Alpi di Latronico, fummo colti da un furioso temporale; erano torrenti di acqua che ci venivano addosso; giunti al ristorante “Scarpa Leggia” dove avevamo prenotato i fusilli al ragù di maiale paesano, il gestore ebbe espressioni di pietà, ma anche di rimprovero; subito ci fece spogliare di tutti gli abiti grondanti acqua a non finire e ci offrì le coperte per meglio sopportare, in allegria, la situazione, mentre pagina 6, n. 2/2014 Or montagne, boschi e fonti Così pregano, Signor: “Il suo spirto in cielo accogli, e felice sia con Te”. M. A. i nostri indumenti, calze, scarponi e mutande, presero il posto dei fusilli, perché l’amico gestore infornò il tutto, senza esitare. Ma quale occasione più adatta, potevamo attendere per abbandonarci, brilli e allegri, ma non ubriachi, ai canti di montagna? E alle danze folcloristiche insieme ad altri commensali come noi brilli e felici? E ancora ricordi quando, sfiniti al ritorno dal fine settimana invernale trascorso nel rifugio De Gasperi, sul Pollino, nel pomeriggio di quella domenica la pioggia aveva ridotto la neve ad una fanghiglia impraticabile? Ma noi dovevamo tornare alla macchina, alla tua Simca mille e speravamo di non trovare ostacoli, perché sarebbe stata una piacevole discesa; ma davvero non ce la facevamo più, ed io dicevo: “Sempre salita è! sempre salita è!” Ma in Cielo, ora non hai né salite, né discese, perché voi angeli volate a destra, a manca su e giù liberi e felici. Sabatino, a ben rivederci, a quando il Signore, primo alpinista del Cristianesimo, avrà il piacere di raggiungerci nel Paradiso. Idealmente Ti abbraccio. UN MAESTRO DI MONTAGNA E DI VITA di Teresio Valsesia Un ricordo di una trentina di anni fa. Una foto e un itinerario tracciato a pennarello nel ristorante di Frusci, impreziosito da agrifogli giganti, come non ne avevo mai visti nel mio profondo Nord. La parete che gli incombeva mi aveva intrigato, come il suo nome: Molte Alpi, nel cuore della Basilicata! (Poi ne ho trovato l’etimologia in un vecchio Bollettino del Cai dell’Ottocento: alpi era semplicemente una larga e rustica falce usata per l’erba dai pastori del passato). La parete appariva imponente e scandita dai pini loricati, gli alberi più orgogliosi e testardi, sempre pronti a ingaggiare violente battaglie con i venti. Sul margine della foto: tre nomi. Il primo era Sabatino Landi. Ricordo che un altro era inglese. Una data. Quella della prima salita della parete. È stato il primo incontro con Sabatino, anche se solo virtuale. “Niente chiodi. Io vado fin dove si passa usando solo le mani”, diceva Sabatino. Allo stesso modo aveva fatto un canalone sui Picentini. Un precursore squisitamente al naturale, senza artifici. Roba da medioevo delle arrampicate. Ma era alpinismo verace. Oggi si direbbe escursionismo “avanzato”. Vabbè, chiamiamolo pure così. Lui, se non proprio un precursore, è stato un campione di escursionismo avanzato sugli Appennini meridionali, in particolare nella (lunga e larga) provincia salernitana, ma con tante esondazioni anche in Calabria, Basilicata e basso Lazio. Oserei dire che ogni montagna conserva l’eco del suo nome perché vi era salito, quasi sempre con Emilia, fedele e delicata compagna di vita e di montagna, anche sulle Alpi e in Himalaya. Ma del suo intenso camminare non menava mai vanto. Ho potuto scoprire questa enorme attività per via della mia petulante curiosità. Nelle tante escursioni compiute con lui, arrivati sulla cima incominciavo a tempestarlo di domande sui nomi delle montagne. Non ne dimenticava nemmeno uno e vi aggiungeva il corredo di altre informazioni. Erano toponimi collaudati dai suoi scarponi. Ed era una contemplazione illuminata dai suoi occhi scintillanti nel rivivere tante emozioni passate. Non solo montagne, anche la gente. Gli amici della Sezione di Salerno. I contadini, i pastori, un vecchio luparo finito in pensione. Li conosceva tutti e, quando si passava dagli ovili, la cordialità del saluto era di rigore. “Lassù gli ultimi”, proprio come diceva Gianfranco Bini. Questa somma di esperienze sul campo non doveva rimanere circoscritta alla sezione di Salerno (che gli era tanto cara): meritoriamente Sabatino era stato quindi inserito ai vertici nazionali dell’escursionismo. Fu un prezioso e indispensabile collaboratore-organizzatore-accompagnatore delle due edizioni delle lunghe passeggiate del Camminaitalia (1995 e 1999), oggi purtroppo completamente dimenticate dal Cai nazionale. La seconda, organizzata insieme all’Ana, gli era stata doppiamente cara e gratificante. La loro riuscita è stata possibile solo gra- zie all’appoggio concreto delle nostre sezioni e di amici come lui. Analoga collaborazione l’ha riservata nella redazione della guida dell’Appennino Meridionale curata da Luigi Ferranti. Quante volte Sabatino ed Emilia ci hanno ospitati a Campotenese. Un’accoglienza calorosa e spontanea, come quella che i greci antichi riservavano anche agli sconosciuti che bussavano, ritenendoli delle divinità. Eravamo solo amici consolidati dalla comune passione. Entusiasta e generoso negli elogi, diventava riservato e silenzioso quando doveva muovere delle critiche, senza mai far cenno a qualche torto ricevuto. Tanti sentieri abbiamo fatto insieme. Di quante gratificanti scoperte gli siamo tutti debitori! Si camminava a lungo in silenzio. Le sue parole erano i suoi passi. Non possiamo dimenticarlo poiché, come dicevo, tante montagne rimandano l’eco delle sue salite e l’entusiasmo della sua passione. Un maestro di montagna e di vita. EVENTI PROGETTO MEDIMONT PARK: MONTAGNE MEDITERRANEE PROTETTE di Annamaria Martorano Il 15 e il 16 novembre 2014, si è svolto a S. Potito Sannitico (CE) a cura della TAM in collaborazione con la sezione di Piedimonte Matese, la Conferenza internazionale del Progetto Medimont Park il cui referente nazionale è Oscar Casanova e della Campania Agostino Esposito. Presenti alla Conferenza il PG Umberto Martini, i due CC dell’area ex CMI Mario Vaccarella ed Eugenio Di Marzio, il presidente della CCTAM Filippo Di Donato, nonché il presidente della CRTAM Gino Guadalupo, Operatori TAM e i PR del Molise, Puglia, Sicilia e rappresentanti delle Sezioni campane. Il Progetto ha avuto inizio nel 2011 Anno della Biodiversità per creare sinergie tra Parchi dell’area mediterranea e il CAI, per una fruizione responsabile e per la salvaguardia di alcune specie in vista anche dei cambiamenti climatici che portano inevitabilmente al degrado delle terre. La variegata gamma di condizioni meteorologico-ambientali nel Mediterraneo ha fortemente condizionato l’adattamento di piante ma anche di animali su queste montagne che si caratterizzano perciò per una elevata biodiversità. Gli Appennini sono stati i protagonisti dell’incontro anche perché l’Italia è attraversata da questi monti che diventano il passaggio obbligato di uccelli migratori e, quindi, il riconoscimento di una doverosa protezione, volta alla conservazione di un patrimonio non ancora del tutto adeguatamente conosciuto, ma da tempi immemorabili minacciato dall’azione dell’uomo, che ne ha sfruttato in modo esagerato le risorse. Per questo motivo le “montagne mediterranee” hanno ricevuto da parte di studiosi - e soprattutto degli ambientalisti - la considerazione e l’attenzione che esse ampiamente meritano in una prospettiva di giusta rivalutazione delle risorse naturalistico-ambientale delle montagne mediterranee, pertanto, assume particolare rilevanza una politica di conoscenza e di divulgazione, atta a fare conoscere e di conseguenza tutelare il complesso di tali emergenze orografiche, cominciando dalle tante aree protette, istituite in tempi e con differenti modalità, dai Paesi che si affacciano sul “Mare nostrum”. Il progetto vede gemellati: Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Alpi Marittime, il Parco del Mercantur (Francia), i Mont OETI (Grecia), il Parco Nazionale della Corsica. Altri Parchi stanno entrando nel Progetto quali: il Parco Nazionale del Gargano, il Parco Regionale dei Nebrodi e quello del Matese ed anche la Tunisia con il cammino di S. Agostino. Sono stati presentati itinerari che costituirebbero e favorirebbero corridoi ecologici per la protezione non solo delle specie vegetali ed animali ma anche del paesaggio e delle culture montane. OBIETTIVI GENERALI - Biodiversità; - educazione ambientale; - analogie geo-etno-culturali. OBIETTIVI SPECIFICI - Acquisizione di conoscenze sulla realtà e sulla storia del territorio, anche al fine di una possibile rivalutazione delle sue risorse, attualizzando in ambito locale le conoscenze storico artistiche generali; - Acquisizione di una nuova cultura della salvaguardia, del recupero e della valorizzazione dell’ambiente e dell’uso razionale delle risorse naturali; - Comprendere l’importanza del contributo del territorio allo sviluppo ambientale-storico- artistico-culturale; - Sensibilizzazione alle tematiche ambientali e del rispetto per l’ambiente tramite la conoscenza storico-ambientale del proprio territorio; - Valorizzazione del territorio attraverso la sua fruibilità per accrescere la conoscenza sulla Biodiversità. Il Progetto Medimont continuerà nel coinvolgimento di altri Paesi e Parchi allo scopo di salvaguardare il patrimonio naturalistico, storico ed antropologico. Un grande ringraziamento è doveroso porgerlo alla sezione di Piedimonte Matese e al suo presidente Franco Panella per l’ospitalità e l’ottima organizzazione. pagina 7, n. 2/2014 ESCURSIONISMO I MONACI CAMALDOLESI E GLI ALBERI di Marianna D’Arienzo In primavera avremo come guida e accompagnatrice Marianna D’Arienzo nella visita al Parco Urbano e all’Eremo dei Camaldoli. Proprio dalla professoressa napoletana riceviamo un contributo interessante sulle regole della congregazione dei monaci camaldolesi che ogni amante della natura può condividere e interpretare. Nel 1080 il Beato Rodolfo, 4° Priore dell’Eremo di S. Romualdo, codifica per la prima volta le “Regole di vita eremitica della Comunità Camaldolese”. Il 1° Libro ci offre parole altamente dimostrative del rapporto tra i monaci e la foresta. In una pagina particolarmente ricca di poesia è raccolta tutta la tensione ascetica dei monaci che vivono in sintonia con l’ambiente naturale fino ad identificarsi con gli alberi. Il brano che segue canta i 7 alberi elencati nel Libro di Isaia. (Isaia, 41,19). “Pianterò, egli dice, nel deserto, il Cedro e il Biancospino, il Mirto, l’Olivo, l’Abete, l’Olmo ed il Bosso. Se, dunque, desideri di possedere di questi alberi in abbondanza, o se brami di essere tra loro annoverato, studiati di entrare nella quiete della solitudine. Quivi, infatti, potrai possedere o diventare tu stesso un Cedro del Libano, che è pianta di frutto nobile, di legno incorruttibile; e fiorire di mirabile letizia. Potrai essere anche l’utile Biancospino, arbusto pungente atto a far siepi, e sarai chiamato ricostruttore di mura, restauratore di strade sicure. Verdeggerai, altresì come Mirto, pianta dalle proprietà sedative e moderanti; farai, cioè, ogni cosa con modestia e discrezione, senza voler apparire né troppo giusto né troppo arrendevole, cosicchè il bene appaia nel moderato decoro delle cose. Meriterai pure di essere Olivo, l’albero della Pietà e della Pace, della Gioia e della Consolazione. Potrai essere Abete slanciato nell’alto, se mediterai le altissime verità e contemplerai le cose celesti. E neppure ti sembri vile diventare Olmo, perché, quantunque questo non sia albero nobile per altezza e per frutto, è tuttavia utile per servire di sostegno; non fruttifica, ma sostiene la Vite carica di frutti. Adempirai, così, quanto sta scritto: “portate gli uni i pesi degli altri” e così adempirete la Legge di Cristo. Finalmente non tralascerai di essere Bosso, pianticella che non sale molto in alto, ma che non perde il suo verde, cosicchè tu impari a non pretendere di essere molto sapiente, ma a contenerti nel timore e nell’umiltà ed, abbracciato alla Terra, mantenerti verde”. Le proprietà delle piante diventano le Virtù dei monaci. pagina 8, n. 2/2014 INCONTRO SUL CAMMINO DELL’ARCANGELO di Sandro Cirino “Domattina ricomincia il cammino dell’Arcangelo. Nove giorni da Benevento a Monte Sant’Angelo per sentieri, sterrate, tratturi, sulle orme di Longobardi (che già nel settimo secolo d.C. si recavano in pellegrinaggio al Monte) e Normanni. Passeremo da Pietrelcina, Buonalbergo, Equum Tuticum, Troia, Lucera, San Severo, Stignano, San Giovanni Rotondo e infine la meta. Circa 200 km di passeggiata, qualche guado qui e là, scavalcheremo gli Appennini, attraverseremo la “meseta” pugliese, saliremo sul Gargano. Faremo un ripasso di storia, cultura, natura, religione. Sarà un piacere salutare le persone che incontreremo, “spaziare con lo sguardo la collina per scoprire”, annusare gli odori e i profumi della natura, in particolare l’intenso odore di timo selvatico che permea l’aria, mentre l’occhio si bea nei colori delle orchidee selvatiche.” Ecco cosa pensavo ci riservasse questo nuovo cammino (per me il secondo), immaginavo che avrei avuto sicuramente il piacere di riabbracciare “vecchi amici”, quello di conoscerne e apprezzarne di nuovi, come puntualmente avvenuto; non sapevo che ci si stava preparando una grande sorpresa: Laura, una ragazza di Torino che aveva chiesto di percorrere la strada con noi. Nei primi due giorni non ho avuto occasione di camminare con lei, che aveva manifestato il desiderio di condividere i suoi passi con ognuno di noi, per conoscerci meglio un po’ tutti. L’avevo per la verità anche osservata nell’incedere leggero, malgrado il terreno irregolare e le scarpe che indossava, da trekking ma basse, attenta a seguire le orme di chi la precedeva o il movimento di chi le camminava accanto, fiduciosa di sé e degli altri, con il suo sottile bastoncino. Poi abbiamo percorso insieme lunghi tratti in svariate tappe e ho avuto modo di apprezzare la sua determinazione, il desiderio di raggiungere la grotta dell’Arcangelo, il piacere sincero di raccontare di sé e di ascoltare le storie degli altri. Aveva portato un piccolo registratore, raccogliendo modi di dire, storielle e perfino qualche canzonetta da riascoltare al ritorno a casa, ognuno ha dato un suo piccolo contributo di motti e proverbi locali. Ci ha colpito per la sua fiducia in persone che aveva appena conosciuto, la tranquillità con cui ha affrontato e superato anche le situazioni più complicate, senza mai lamentarsi né delle difficoltà del percorso né della fatica, che pure a volte era tanta. Ha conquistato con la sua semplicità tutte e tutti, è stata il filo che ha tenuto insieme e sempre più coeso il gruppo e nell’ultimo tratto di strada ci ha guidati fino alla meta, fiera e credo impettita, reggendo con orgoglio il bordone del pellegrino, simbolo di chi guida il cammino. Quasi dimenticavo un piccolo particolare, Laura è una ragazza non vedente. Buon cammino a tutti. CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI SALERNO PROGRAMMA ESCURSIONI GENNAIO-DICEMBRE 2015 4 gennaio - Monte Monna - (Monti Picentini) Percorso: Strada Castiglione del Genovesi-Calvanico (765 m), M. Monna (1195m) Dislivello: 430 m Durata: 4 ore Difficoltà: E Direttore: Sandro Giannattasio (339.4875688) Partenza: ore 8:30 15 marzo - Tre Poggi di Diecimare - (Colline di Cava) Percorso: Convento Spirito Santo di Capriglia (374 m), Poggio S. Antonio (751 m), Forcella della Cava (852 m), M. Cuculo (815 m) Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Ciro Nobile (339.1695263); Carmine Nobile (388.0735376) Partenza: ore 8:00 11 gennaio - Ciaspolata intorno al Terminio - (Monti Picentini) Percorso: Piano d’Ischia (1220 m), Rifugio degli uccelli (1420 m), Acqua delle Logge (1279 m), M. Calcara d’Alessio (1449 m) Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI Direttore: Paolo Sarni (339.2132116) Partenza: ore 8:30 22 marzo - Giornata FAI di primavera: Monte Bastiglia e la Villa Romana di Sava - (Monti Picentini) In collaborazione con il FAI di Salerno Percorso: Orignano (250 m), M. Bastiglia (717 m), visita alla Villa Romana di Sava Dislivello: 500 m Durata: 4 ore Difficoltà: E Direttori: Alfredo Nicastri (349.4027623); Anna Palumbo (347.3580582) Partenza: ore 8:00 18 gennaio - Monte Roma: l’avamposto dei Monti Picentini Trekking storico-culturale in collaborazione con Legambiente di Pontecagnano Percorso: Montecorvino Rovella (300 m), Castello di Nebulano (550 m), Montagnone (604 m), M. Roma (598 m), Colle Cantagallo (386 m), Settebocche, Bosco di S. Benedetto, Acqua Fetente, Seminario, Parco Eco-Archeologico di Pontecagnano Faiano Dislivello: 500 m in salita, 700 m in discesa Durata: 7 ore Difficoltà: E Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Peppe Mancini (339.3559866) Partenza: ore 7:30 29 marzo - Monte Pennone - (Monti Eremita Marzano) Percorso: Laviano, M. Pennone (1541 m) Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Diana De Nicola (366.6043707); Ugo Lazzaro (349.3627515) Partenza: ore 8:30 25 gennaio - Monte Cervialto - (Monti Picentini) Percorso: Laceno - Campeggio Zauli (1080 m), Valico di Giamberardino (1480 m), Cresta M. Cervarulo (1600 m), M. Cervialto (1808 m), Piano Migliato (1248 m), Colle del Leone (1219 m), Laceno Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: EAI Direttori: Vincenzo Apicella (333.4741788); Gennaro Esposito (377.2418722) Partenza: ore 7:30 6 aprile (lunedì in albis) - Torrente Cirasiello - (Monti Picentini) Percorso: Prepezzano (200 m), Torrente Cirasiello, Staccione (500 m) Dislivello: 300 m Durata: 4 ore Difficoltà: T Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Francescopaolo Ferrara (089.231855) Partenza: ore 8:30 7/8 febbraio - Notturna invernale su neve al Rifugio Panormo - (Monti Alburni) Percorso: Ottati - Tempa del Prato (1048 m), Vuccolo della Carità (1350 m), Campo dei Farina (1330 m), Rifugio Panormo (1330 m) Dislivello: 400 m Durata: 3 ore (per la sola escursione notturna) Difficoltà: EAI Direttore: Sandro Giannattasio (339.4875688) Partenza: ore 19:00 di sabato 7 15 febbraio - Monte Forcellone - (Mainarde) Percorso: Prati di Mezzo (1400 m), sentiero N 2, sella tra M. Forcellone e M. Cavallo (1800 m), M. Forcellone (2030 m) Dislivello: 700 m Durata: 5:30 ore Difficoltà: EAI Direttori: Vincenzo Apicella (333.4741788); Gennaro Esposito (377.2418722) Partenza: ore 7:30 12 aprile - Monti del Partenio Intersezionale Campana di Primavera a cura della Sezione di Avellino Percorso: Mercogliano, Foresta Cerrito (1125 m), Campo Spina (1040 m), Acqua Fidia (950 m) Dislivello: 770 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Giulia Affinito (320.7406001); Alfonso de Cesare (338.6852647) Partenza: ore 8:00 19 aprile - Dal Valico di Chiunzi a Maiori - (Monti Lattari) Escursione intersezionale con il CAI di Cava de’ Tirreni Percorso: Valico di Chiunzi (656 m), Varco delle Tramontane, Pietrapiana, M. Finestra (1145 m), Varco della Foce, Lo Spagnolo, M. del Demanio, M. dell’Avvocata (1014 m), Maiori Dislivello: 1000 m in salita, 1500 m in discesa Durata: 10 ore Difficoltà: EE Direttori: Aldo Tisi (347.7227413), Mario Cioffi (333.8502818), Raffaele Lambiase (335.473770) Partenza: ore 7:30 24/26 aprile - Grande Traversata dei Monti Picentini 24 aprile: Calvanico - Casone delle Miniere di Giffoni 25 aprile: Casone delle Miniere - Acerno 26 aprile: Acerno - Calabritto Programma dettagliato in sede Direttore: Sandro Giannattasio (339.4875688) 22 febbraio - Campi Flegrei Percorso: Castello di Baia, Monte Nuovo, Lago d’Averno Dislivello: 150 m Durata: 3 ore Difficoltà: T Direttori: Anna Maria Martorano (338.9498941); Aldo Ibello (347.3587058) Partenza: ore 7:30 30 aprile/3 maggio - Val d’Orcia e Val di Merse - (Appennino Toscano) S. Galgano, Montepulciano, Bagni di S. Filippo, Bagno Vignoni, Rocca di Tentennano, Abbazia di S. Antimo Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano (338.9498941); Maria Teresa La Bella (347.1545073) Partenza: ore 15:00 di giovedì 30 1 marzo - Escursione di manutenzione ambientale sul Sentiero Italia - (Monti Picentini) Percorso: Acerno - Ponte Aiello (677 m), Varco Crocecchiole (1010 m), Costa Calda, Vallimala, Sierpico, Campagna Dislivello: 500 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Valerio Bozza (349.6419176) Partenza: ore 7:30 3 maggio - Monte Faiostello - (Monti Picentini) Percorso: Calvanico - Acqua della Tagliata (714 m), Cresta sud del M. Faiostello, M. Faiostello (1564 m), Varco Faiostello (1504 m), sentiero 116 C, Vallone del Faggeto, Acqua Brecciarella, Acqua del Gradone, Acqua della Tagliata Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: EE Direttori: Vincenzo Apicella (333.4741788); Gennaro Esposito (377.2418722) Partenza: ore 7:30 8 marzo - Trenotrekkingferroviario: Salerno - Sicignano degli Alburni - Galdo - Castelluccio Cosentino - (Monti Alburni) - In occasione della ottava Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate Percorso: Stazione di Galdo (259 m), Fermata di Castelluccio (204 m), Castelluccio Cosentino (458 m) Dislivello: 260 m Durata: 3 ore Difficoltà: T Direttore: Antonello Sica (331.3599053) Partenza: ore 9:15 10 maggio - Da Laceno ad Acerno - (Monti Picentini) Percorso: Piano Laceno, Piano l’Acernese, M. Raiamagra (1667 m), Loggetta della Raiamagra, Piano d’Acera, Raia della Scannella (1527 m), Vallebona, Costa S. Donato, Croce del Magnone Dislivello: 1000 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Diana De Nicola (366.6043707) Partenza: ore 7:30 pagina 9, n. 2/2014 STACCARE E CONSERVARE 1 febbraio - Monte Comune: un balcone su Capri - (Monti Lattari) Percorso: S. Maria del Castello (685 m), M. Comune (877 m), M. Vico Alvano (642 m), Colli di S. Pietro (312 m) Dislivello: 300 m in salita, 600 m in discesa Durata: 5 ore Difficoltà: T/E Direttori: Ennio Capone (338.8715121); Rosanna Cappiello (089.252268) Partenza: ore 8:00 1/7 aprile - Pasqua in Sicilia: Trapani, Erice, Segesta, Levanzo Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano (338.9498941); Alfredo Nicastri (349.4027623) 17 maggio - Il Sentiero alto degli Dei - (Monti Lattari) Escursione intersezionale con il CAI di Campobasso Percorso: Bomerano (633 m), M. Tre Calli (1122 m), Capo Muro (1079 m), Caserma Forestale, S. Maria del Castello (685 m), Positano Dislivello: 500 m in salita, 1200 m in discesa Durata: 6 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Aldo Tisi (347.7227413); Caterina Ciccarelli (333.2747470) Partenza: ore 7:30 23/24 maggio - Trekking sui Monti Alburni 23 maggio: Postiglione (750 m), Valico Pizzuto (1343 m), Valle Santa, Piano Manzerra, Rifugio Rizzo (1233 m), Casone Farina (1340 m), Rifugio Panormo (1330 m) Dislivello: 900 m in salita, 250 m in discesa Durata: 8 ore Difficoltà: E 24 maggio: Rifugio Panormo (1330 m), Vuccolo dell’Arena (1480 m), Valico di M. Tirone (1452 m), Rupe Fernite, Grava della Strettina (1600 m), Strettina di Campo d’Amore (1600 m), Valle Cantariello, Postiglione Dislivello: 350 m in salita, 900 m in discesa Durata: 7 ore Difficoltà: E Direttori: Mimmo Aiello (334.9120480); Vincenzo Apicella (333.4741788); Partenza: ore 7:30 di sabato 23 31 maggio - Monte Cairo Percorso: Terelle (900 m), Rifugio Forestale (1200 m), M. Cairo (1669 m), Pozzo S. Lucia (773 m), Mare d’Oro (547 m), Masseria Albaneta, Montecassino (440 m) Dislivello: 800 m in salita, 1200 m in discesa Durata: 8 ore Difficoltà: E Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Paolo Sarni (339.2132116 Partenza: ore 7:30 2/12 giugno - Formentera - (Isole Baleari) Programma dettagliato in sede Direttore: Anna Maria Martorano (338.9498941) 7 giugno - Da Calabritto a Piano Migliato - (Monti Picentini) Percorso: Calabritto (468 m), Masseria Castagno (400 m), Cascata del Tuorno (410 m), Madonna del Fiume (599 m), Raia della Quercia (1064 m), Sorgente Vado di Carpino (1170 m), Piano Migliato (1248 m) Dislivello: 850 m Durata: 7 ore Difficoltà: E Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Ciro Nobile (339.1695263) Partenza: ore 7:30 13/14 giugno - Monte Rotonaria - (Monti Ernici) Escursione intersezionale con il CAI di Frosinone Percorso: Certosa di Trisulti, M. Rotonaria (1750 m) Dislivello: 950 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttore: Ugo Lazzaro (349.3627515) Partenza: ore 15:00 di sabato 13 21 giugno - Monte Cervialto - (Monti Picentini) Percorso: Piano Sazzano (1260 m), M. Cervarulo (1632 m), M. Cervialto (1808 m), Valico di Giamberardino (1480 m), Piano Sazzano Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Vincenzo Apicella (333.4741788); Gennaro Esposito (377.2418722) Partenza: ore 7:30 28 giugno - Da Colliano a Pescopagano - (Monti Eremita Marzano) Escursione interregionale GR Campania - GR Basilicata Inaugurazione del sentiero “Francesco Tullio” Percorso: Piano di Campo (1260 m), Largo Vione (1325 m), Fontana Giancarlo (866 m), Pietra di Portula (1024 m), Pietra del Carruozzo (1190 m), Pescopagano (950 m) Dislivello: 550 m in salita, 850 m in discesa Durata: 8 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Ennio Capone (338.8715121); Pietro Tullio (349.3563097) Partenza: ore 7:30 4/5 luglio - Il record dell’Appennino: Monte Amaro da Fara S. Martino (Parco Nazionale della Majella) Percorso A: Fara S. Martino, Gole di S. Martino, Valle di Macchia Lunga, Val Cannella, Rifugio Manzini, M. Amaro (2793 m), Tre Portoni, M. Focalone (2676 m), Bivacco Fusco (2455 m), Blockhaus, Rifugio Pomilio (1892 m) Dislivello: 2400 m in salita, 900 m discesa Durata: 11 ore Difficoltà: EE Direttore: Sandro Giannattasio (339.4875688) Percorso B: Blockhaus (2100 m), M. Focalone (2676 m), M. Acquaviva (2737 m) Dislivello: 700 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE Direttore: Ennio Capone (338.8715121) Partenza: ore 15:00 di sabato 4 5 luglio - Monte Felascosa: davanzale sul Terminio - (Monti Picentini) Percorso: Varco del Faggio (1152 m), M. Felascosa (1368 m) Dislivello: 400 m Durata: 4 ore Difficoltà: E Direttori: Michele Cirino (089.239405); Francescopaolo Ferrara (089.231855) Partenza: ore 8:30 12 luglio - Sotto le pareti del Panormo - (Monti Alburni) Percorso: Rifugio Panormo (1330 m), Vuccolo dell’Arena (1480 m), Grotta di Zi’ Carluccio (1300 m), Grotta del Drago (1360 m), Varco dei Cavalieri (1504 m), Rifugio Panormo Dislivello: 300 m Durata: 6 ore Difficoltà: EE Direttori: Mimmo Aiello (334.9120480); Vincenzo Apicella (333.4741788); Partenza: ore 7:30 pagina 10, 2/2013 16/26 luglio - Trekking in Foresta Nera - (Germania sud-occidentale) Stuhlingen - Wehr: trekking in sei tappe Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano (338.9498941); Camillo Gallo (333.1486384) 19 luglio - I circhi glaciali dell’Aquilania - (Monti del Matese) Escursione intersezionale con il CAI di Benevento Percorso: Campitello di Roccamandolfi (1230 m), circhi glaciali dell’Aquilania, Colle Tamburo (1982 m) Dislivello: 900 m Durata: 8 ore Difficoltà: EE Direttori: Diana De Nicola (366.6043707); Ugo Lazzaro (349.3627515); Enzo Auletta (320.7406508) Partenza: ore 7:30 25/26 luglio - Corno Grande - (Parco Nazionale del Gran Sasso) Percorso: Campo Imperatore (2130 m), Sella di M. Aquila (2335 m), Sella di Corno Grande (2421 m), il Sassone, Corno Grande (2912 m) Dislivello: 800 m Durata: 6:30 ore Difficoltà: EE Direttori: Aldo Tisi (347.7227413), Mario Cioffi (333.8502818) Partenza: ore 15:00 di sabato 25 1/2 agosto - Escursione notturna a Punta Campanella - (Monti Lattari) Escursione intersezionale con il CAI di Campobasso Percorso: Termini (323 m), M. S. Costanzo (486 m), Punta Campanella (36 m), Termini, M. S. Costanzo Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: EE Direttori: Aldo Tisi (347.7227413); Rosario Bartiromo (338.4598784) Partenza: ore 19:00 di sabato 1 8/9 agosto - Escursione notturna: il Timpone dell’Accellica - (Monti Picentini) Percorso: Cugno di Acerno (600), Bosco dei Pellegrino, Acqua Fredda (1123), Timpone dell’Accellica (1444), bivacco S. Raione (1400) Dislivello: 850 m Durata: 4 ore (per la sola escursione notturna) Difficoltà: EE Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Vincenzo Apicella (333.4741788) Partenza: ore 19:00 di sabato 8 da Salerno; 20:00 da Acerno 16 agosto - Monte Filigatti - (Monti Picentini) Percorso: Piano Tizzano (915 m), Costa del Filigatti, M. Filigatti (1420 m), Piano del Cupone (1120 m), sentiero 114 B, Piano Tizzano Dislivello: 700 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Diana De Nicola (366.6043707); Francescopaolo Ferrara (089.231855) Partenza: ore 8:00 da Salerno; 9:00 da Acerno 18/28 agosto - Soggiorno escursionistico in Val Venosta - (Alto Adige) Programma dettagliato in sede Direttore: Umberto Marletta (338.8812948) 23 agosto - Raia della Licina - (Monti Picentini) Percorso: Croce del Magnone (1184 m), Varco di Vallebona, versante nord di Raia della Licina, Raia della Licina (1472 m), Varco di Vallebona, Costa S. Donato, Croce del Magnone Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Diana De Nicola (366.6043707); Ugo Lazzaro (349.3627515) Partenza: ore 8:00 da Salerno; 9:00 da Acerno 30 agosto - Monte Polveracchio - (Monti Picentini) Percorso: Oasi WWF di Campagna (950 m), il Costone (1303 m), Raianetta (1632 m), M. Polveracchio (1790 m), Varco delle Tavole (1358 m), il Casone (1280 m), Sorgente Acqua Menecale, Valle dei Tassi, Oasi WWF Dislivello: 900 m Durata: 7 ore Difficoltà: E Direttore: Sandro Giannattasio (339.4875688) Partenza: ore 8:00 5/6 settembre - Monte Gorzano - (Monti della Laga) Escursione interregionale con Abruzzo, Lazio, Marche e Molise Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano (338.9498941); Sandro Giannattasio (339.4875688) Partenza: ore 15:00 di sabato 5 13 settembre - Monte Calvelluzzo - (Appennino Lucano) Escursione intersezionale con il CAI di Potenza per i 25 anni di attività Programma dettagliato in sede Direttore: Ugo Lazzaro (349.3627515) Partenza: ore 7:30 19/20 settembre - Le cinque cime del Pollino - (Parco Nazionale del Pollino) Percorso: Colle dell’Impiso (1573 m), Serra del Prete (2180 m), Colle Gaudolino (1684 m), M. Pollino (2248 m), Sella Malevento (1960 m), Serra Dolcedorme (2267 m), Serra delle Ciavole (2127 m), Grande Porta del Pollino, Serra di Crispo (2053 m), Colle dell’Impiso Dislivello: 1750 m Durata: 11 ore Difficoltà: EE Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Carmine Nobile (388.0735376) Partenza: ore 15:00 di sabato 19 20 settembre - Baia di Porto Infreschi - (Parco Nazionale del Cilento) Percorso: Marina di Camerota, Cala Fortuna, M. di Luna, Sentiero del Mediterraneo, Cala Bianca, Baia di Porto Infreschi Dislivello: 450 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Aldo Tisi (347.7227413); Paola Vitolo (320.9708384) Partenza: ore 7:30 27 settembre - Le Campestre di Castel di Sasso - (Monti Trebulani) Intersezionale Campana d’Autunno a cura della Sezione di Caserta Dislivello: 400 m Durata: 5 ore Difficoltà: T/E Direttori: Giuseppe Spina (333.3838602); Gabriella Anniciello (339.8848806) Partenza: ore 7:30 1/4 ottobre - Traversata dei Monti Lattari Escursione intersezionale con il CAI di Campobasso • 1 ottobre Percorso: Badia di Cava (360 m), Cappella Vecchia (690 m), M. dell’Avvocata (1014 m), Maiori Dislivello: 700 m in salita, 1000 m in discesa Durata: 6 ore Difficoltà: E • 2 ottobre Percorso: Valico di Chiunzi (656 m), Vena Scalandrone, M. Cerreto (1316 m), Piano di Megano, Agerola (700 m) Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E • 3 ottobre Percorso: Locoli di Bomerano (700 m), Colle Garofalo (1052 m), Acqua Santa (1250 m), Molare (1444 m), Conocchia, Rifugio della Forestale (767 m), Santa Maria del Castello (685 m), Monte Comune (877 m), Monte Vico Alvano (642 m), Colli di San Pietro (312 m) Dislivello: 1100 m in salita, 1400 in discesa Durata: 8 ore Difficoltà: E/EE • 4 ottobre Percorso: Colli di San Pietro (312 m), Fontanelle (343 m), Malacoccola (489 m), Torca (350 m), Baia di Recommone, Nerano (150 m), M. S. Costanzo (486 m), Punta Campanella (36 m), Termini (323 m) Dislivello: 900 m Durata: 8 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Aldo Tisi (347.7227413); Sandro Giannattasio (339.4875688); Rosario Bartiromo (338.4598784) Partenza: ore 7:30 del 1 ottobre 4 ottobre - Da Torca a Punta Campanella - (Monti Lattari) Percorso: Torca (350 m), Baia di Recommone, Marina del Cantone, Nerano (150 m), M. S. Costanzo (486 m), Termini (323 m) Dislivello: 550 m in salita, 850 in discesa Durata: 7 ore Difficoltà: E Direttori: Ennio Capone (338.8715121); Donato Di Matteo (320.2981830) Partenza: ore 7:30 11 ottobre - Monte Raiamagra - (Monti Picentini) Percorso: Laceno - Ponte Scaffa (1050 m), Vallepiana, M. Raiamagra (1667 m) Dislivello: 750 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Ciro Nobile (339.1695263); Carmine Nobile (388.0735376) Partenza: ore 7:30 18 ottobre - Monte Taburno - (Gruppo del Taburno-Camposauro) Escursione intersezionale con il CAI di Benevento Percorso: Località S. Pietro - Bonea (560 m), Cresta sud-est del M. Taburno, M. Taburno (1394 m), Quattro Vie (1220 m), ex Albergo Taburno (1016 m) Dislivello: 850 m in salita, 380 m in discesa Durata: 6 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Anna Maria Martorano (338.9498941); Ugo Lazzaro (349.3627515) Partenza: ore 7:30 25 ottobre - Monte Terminio - (Monti Picentini) Percorso: Campolaspierto, M. Terminio (1806 m), Rifugio degli Uccelli (1420 m), Campolaspierto Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Michele Cirino (089.239405); Francescopaolo Ferrara (089.231855) Partenza: ore 7:30 30 ottobre/1 novembre - Matera e le Murge In collaborazione con l’associazione “Falco Naumanni” di Matera Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano (338.9498941); Gerardo Di Costanzo (329.1630589); Caterina Ciccarelli (333.2747470) 8 novembre - Monte Calvello - (Monti Picentini) Percorso: Colla Cesinola (1358 m), Sorgente della Preda (1280 m), Vallone Rivizzulo, Cresta sud-est del M. Calvello, M. Calvello (1579 m) Dislivello: 500 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Francescopaolo Ferrara (089.231855) Partenza: ore 7:30 15 novembre - Monte della Nuda - (Monti Alburni) Percorso: Chiainamano (1070 m), Costa Carriera, Campo d’Amore, Varco Michele Cicchiello, M. della Nuda (1704 m), Piani di S. Maria, Chiainamano Dislivello: 700 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Vincenzo Apicella (333.4741788); Gennaro Esposito (377.2418722) Partenza: ore 7:30 22 novembre - Escursione di manutenzione ambientale sul sentiero 154 - (Monti Picentini) Percorso: Campagna - SP 31 (750 m), Varco Sellara (1070 m), Vallone Trigento (815 m), Eremo di S. Michele (1050 m), Piano di Montenero (1090 m), Piano Canale (870 m) Dislivello: 500 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Valerio Bozza (349.6419176) Partenza: ore 7:30 29 novembre - Pizzo S. Michele - (Monti Picentini) Percorso: Casone De Fazio (1120 m), Serrapiana (1250 m), Pizzo S. Michele (1567 m) Dislivello: 450 m Durata: 4 ore Difficoltà: E Direttori: Paola Vitolo (320.9708384); Antonio Magliulo (333.2027154) Partenza: ore 8:30 6 dicembre - Da Agerola ad Amalfi - (Monti Lattari) Percorso: S. Lazzaro di Agerola (640), ruderi di S. Francesco in Cospidi, Vallone delle Ferriere, Amalfi Dislivello: 200 m in salita, 800 m in discesa Durata: 5:30 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Ugo Lazzaro (349.3627515); Diana De Nicola (366.6043707) Partenza: ore 7:30 13 dicembre - Monte Lieggio - (Monti Picentini) Percorso: Soprasieti (450 m), Varco S. Caterina (585 m), Acquaviva, Croce di Carbonara (964 m), M. Lieggio (1096 m), Facciomme (1030 m), Varco del Lupo (893 m), Aia delle Pietre (850 m), Acqua di Finocchito (652 m), Sieti Dislivello: 800 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Carmine Nobile (388.0735376) Partenza: ore 7:30 20 dicembre - Su e giù per le Acque Nere - (Monti Picentini) Percorso: Piano Acque Nere (1061 m), Acqua della Pietra, Fossi dei Campanari, Rifugio Candraloni (1174 m), Piano Acque nere Dislivello: 300 m Durata: 4 ore Difficoltà: E Direttori: Francescopaolo Ferrara (089.231855); Michele Cirino (089.239405) Partenza: ore 8:00 27 dicembre - Escursione Intersezionale Campana Brindisi di fine anno a Monte S. Angelo di Cava - (Monti Lattari) A cura della Sezione di Cava de’ Tirreni Percorso: Contrapone (340), M. S. Angelo (1130) Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Lucia Avigliano (089.463024); Giovanni Trezza (338.7401798) Partenza: ore 8:00 31 dicembre - Brindisi di fine anno per “ferrati caini” - (Monti Picentini) Percorso: Croci di Acerno (840), Spaccaturo (1350), Accellica Sud (1606), Timpone, Acqua Fredda, Croci di Acerno Dislivello: 800 m Durata: 5 ore Difficoltà: EEA Direttori: Sandro Giannattasio (339.4875688); Mario Petrosino (320.8086000) Partenza: ore 7:30 Per aggiornamenti su eventuali variazioni consultare il sito internet della sezione: www.caisalerno.it PROGAMMA ALPINISMO - ARRAMPICATA 2015 ambiente montano e falesie - gennaio/giugno 2015 domenica 11 gennaio - Monte Mai - Canalini Sud Ovest Difficoltà: F - PD - Dislivello: 1000 m attrezzatura minima: imbrago, piccozza, ramponi, casco. domenica 15 febbraio - Monte Cervati - Canale Centrale o Canale della Chiesa Difficoltà: F - PD - Dislivello: 700 m attrezzatura minima: imbrago, piccozza, ramponi, casco. domenica 15 marzo - Mainarde - Canalini del Monte Forcellone (2030 m) Dislivello: 600 m Difficoltà: PD attrezzatura minima: imbrago, casco, longe, ramponi, piccozza, moschettoni e cordini. domenica 12 aprile - Monte Meta Difficoltà: da PD ad AD a seconda delle vie scelte in loco - dislivello: 850 m circa domenica 10 maggio - Falesia sportiva Monte San Liberatore attrezzatura minima: imbrago, casco, longe, scarpette da arrampicata. domenica 14 giugno - Arrampicata Monte Terminio attrezzatura minima: imbrago, casco, longe, scarpette da arrampicata. pagina 11, n. 2/2014 PROGRAMMA 2015 ALPINISMO GIOVANILE Domenica 1 febbraio - Parco Reg. dei Monti Picentini Ciaspolata al Lago Laceno e Museo della Bio-diversità Durata: 5 ore - Difficoltà: T, E Direttori: AAG Paola Gentile 3473916406 / AAG Ciro Nobile 3391695263 Domenica 22 marzo - Giornata mondiale dell’acqua - Parco Reg. dei Monti Picentini - Circuito dei Piani d’Ischia Dislivello:110 m - Durata: 3 ore - Difficoltà: T Direttori: AAG Paola Gentile 3473916406 Domenica 12 aprile - Alle sorgenti dei due fiumi: l’acqua nel suo ambiente Con la commissione sez. TAM- P.co reg. dei Monti Picentini Casa Rocchi, varco colle Finestra del Terminio Dislivello: 350 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E Direttori: Francesco Graziani 3386381665 AAG Ciro Nobile 3391695263 Rossana Braca 3475854529 Domenica 26 aprile - Arrampichiamo giocando Con il gruppo di alpinismo sez. - Colline Salernitane Piano di Alessia, falesie San Liberatore Dislivello: 200 m.- Durata: 4 ore - Difficoltà: T Direttori: Ciro Nobile 3391695263 Carmine Nobile 3880735376 Marco Del Regno 3471307361 Domenica 17 maggio - Giornata di biodiversità ambientale Con la commissione sez TAM - P.co del Cilento Circuito bacino diga dell’Alento Dislivello: 300 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E Direttori: AAG Ciro Nobile 3391695263 Rossana Braca 3475854529 Sabato 30 e domenica 31 Maggio “I parchi della Campania: conoscere per valorizzare - valorizzare per tutelare” - Settimana europea dei parchi - Salerno - Parco Naz. del Cilento “Monte Panormo e notte in rifugio” in coll. con TAM Dislivello: 400m - Durata: 5 - Difficoltà: E Direttori: AAG Ciro Nobile 339.1695263 AAG Paola Gentile 3473916406 Domenica 7 giugno - Un solo gruppo per giocare Con il gruppo di Escursionismo sez - P.co reg. Monti Picentini Calabritto, piano Migliato Dislivello: 450 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E Direttori: AAG Ciro Nobile 3391695263 Rossana Braca 3475854529 Domenica 5 luglio - Tutti in piedi: l’avventura è in grotta Con il gruppo Speleologico sez. Programma dettagliato sul sito web Direttori: Ciro Nobile 3391695263 Vincenzo Sessa 74749240 Francesco Montefusco Domenica 20 settembre - Trek dei rifugi - P.co reg. Monti Picentini Circuito al Monte Terminio Dislivello: 450 m - durata 5 ore - Difficoltà: E Direttori: Ciro Nobile 3391695263 Rossana Braca 3475854529 Domenica 11 ottobre - Giornata Naz. AG sull’ambiente C.mare di Stabia -Parco Reg. dei Monti Lattari “Le neviere del Faito” (1261m) Dislivello: - Durata: - Difficoltà: Direttori: Pio Gaeta 335.6339741 Ciro Di Martino 3337184174 Francesco Graziani 3386381665 Domenica 22 novembre - Giornata Naz. dell’albero Napoli - Parco Naz. del Vesuvio Programma dettagliato sul sito web Direttori: AAG Ciro Nobile 3391695263 Rossana Braca 3475854529 Domenica 13 dicembre - Guardiamo la nostra città dall’alto. Traversata Giovi, Brignano-colline Salernitane Dislivello: 300 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E Direttori: Ciro Nobile 3391695263 Carmine. Nobile 3880735376 pagina 12, 2/2013 ATTIVITA’ SU NEVE 2015 11 gennaio Ciaspolata intorno al Terminio - (Monti Picentini) Percorso: Piano d’Ischia (1220 m) Rifugio degli uccelli (1420 m) Acqua delle Logge (1279 m) M. Calcara d’Alessio (1449 m) Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI Direttore: Paolo Sarni (339.2132116) Partenza: ore 8:30 25 gennaio Monte Cervialto - (Monti Picentini) Percorso: Laceno - Campeggio Zauli (1080 m) Valico di Giamberardino (1480 m) Cresta M. Cervarulo (1600 m) M. Cervialto (1808 m) Piano Migliato (1248 m) Colle del Leone (1219 m) Laceno Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: EAI Direttori: Vincenzo Apicella (333.4741788) Gennaro Esposito (377.2418722) Partenza: ore 7:30 7-8 febbraio Notturna invernale su neve al Rifugio Panormo - (Monti Alburni) Percorso: Ottati - Tempa del Prato (1048 m) Vuccolo della Carità (1350 m) Campo dei Farina (1330 m) Rifugio Panormo (1330 m) Dislivello: 400 m Durata: 3 ore (per la sola escursione notturna) Difficoltà: EAI Direttore: Sandro Giannattasio (339.4875688) Partenza: ore 19:00 di sabato 7 15 febbraio Monte Forcellone - (Mainarde) Percorso: Prati di Mezzo (1400 m) sentiero N 2 sella tra M. Forcellone e M. Cavallo (1800 m) M. Forcellone (2030 m) Dislivello: 700 m Durata: 5:30 ore Difficoltà: EAI Direttori: Vincenzo Apicella (333.4741788) Gennaro Esposito (377.2418722) Partenza: ore 7:30 1 marzo Ciaspolata intorno al Monte Sassosano - (Monti Picentini) Percorso: Montella (586 m) Castello del Monte (784 m) Pizzillo (1200 m) M. Sassosano (1438 m) Dislivello: 1000 m Durata: 7 ore Difficoltà: EAI Direttore: Paolo Sarni (339.2132116) Partenza: ore 8:30 15 marzo Ciaspolata della Sorgente dei Candraloni - (Monti Picentini) Percorso: Savoceta (1190 m) Sorgente Candraloni Fossi dei Campanari Varco del Faggio (1152 m) Piano Acque Nere (1061 m) Rifugio Candraloni (1174 m), Savoceta Dislivello: 200 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI Direttore: Paolo Sarni (339.2132116) Partenza: ore 8:30 29 marzo Monte Papa - (Gruppo Sirino-Papa) Percorso: Lago Laudemio (1525 m), M. Papa (2005 m) Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI Direttori: Vincenzo Apicella (333.4741788) Gennaro Esposito (377.2418722) Partenza: ore 7:30 Le date e le località potrebbero variare in base alle condizioni di innevamento SPELEOLOGIA VENTICINQUE ANNI CON IL GRUPPO SPELEO di Raffaella D’Angelo e Aristide Fiore Nel 1988 alcuni soci storici della nostra sezione, Ennio Capone, Aldo Tisi, Donato Di Matteo, Ciro Nobile e Giovanni Galdieri organizzarono il I Corso di introduzione alla speleologia, diretto da Italo Giulivo, con l’ausilio di Francesca Bellucci, Giovanni Guerriero e altri speleologi, all’epoca tutti appartenenti alla sezione CAI di Napoli. In seguito a questa esperienza si formò un nucleo di speleologi tra i quali Nicola Negri, Sergio Genco e Sandro Mancino, che nel 1989, insieme a Giovanni Galdieri, primo artefice, furono i principali promotori della costituzione ufficiale del Gruppo Speleologico della Sezione. Nei primi anni ‘90 si aggregarono Aristide Fiore, Francesco Raso, Antonio Gaeta, Gerardo Aliberti, il giovanissimo Marco Capone, che, innamorato della Montagna a 360 gradi, successivamente si sarebbe dedicato all’alpinismo fino a ricoprire l’ambìto ruolo di guida alpina, e Raffaele Basile di Bagnoli Irpino, che, insieme a Leopoldo Erricolo, in seguito si sarebbero trasferiti alla costituenda Sezione di Avellino. Nel 1994, grazie all’esito del quinto corso di introduzione, che ebbe ben 18 partecipanti e dell’edizione successiva, il Gruppo ottenne nuova linfa; entrarono a farne parte Raffaella D’Angelo, Davide Napoli, Èlia Sciumanò e poi Vincenzo Sessa, Antonia Landi, Assunta Trapanese, Lucio De Chiara e altri ancora. Il gruppo così formato, insieme a quelli delle Sezioni CAI di Napoli e Avellino, a “Natura Esplora” di Summonte e al Gruppo Speleologico del Matese, diede un contributo determinante alla formazione della Federazione Speleologica della Campania, che nacque proprio nei locali della nostra Sezione di Salerno, in via Porta di Mare, nell’autunno del 1998. L’evento fu salutato da numerosi speleologi e simpatizzanti della montagna e del sottosuolo provenienti dall’intero ambito regionale. Nei primi anni duemila si concretizzò, anche grazie all’apporto degli speleologi salernitani, la realizzazione del Progetto Catasto, finanziato dalla Regione Campania, mediante il quale, per la prima volta in Italia, venne effettuato un censimento di tutte le grotte della Regione e fu realizzata una pubblicazione di rilevante importanza per la speleologia campana: l’Atlante delle Grotte della Campania. Nel 2005 fecero il loro ingresso nel Gruppo Giovanna Fiorillo, Peppe Saggese, Sergio Santomauro e Mario Petrosino; successivamente arrivarono Errico Cuomo, Antonio Fiorillo, Fabiana Tambasco, Monica Cavaliere, Francesco Montefusco, Francesco Cosentini e più recentemente Ciro Bello, Serena Bloise, Antonio Cipolletta, Rossana Graziano, Daniela Natella e Diego De Cristofaro. Molti dei soci del Gruppo, nel corso degli anni, sono entrati a far parte, come volontari, della squadra di soccorso della Campania, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, divenuta nel 1999, XIV Delegazione autonoma, con competenza anche sul territorio molisano e nel 2002 Servizio Regionale, con la denominazione “Servizio Alpino e Speleologico Campano del CNSAS”. Alcuni di loro ricoprirono incarichi di rilievo a livello regionale e nazionale. Raffaele Basile, già istruttore nazionale di speleologia e tecnico del soccorso, è stato capo squadra dal 1999 a 2001; Raffaella D’Angelo, dal 1999 al 2005, è stata addetto stampa della delegazione, contribuendo alla formazione del gruppo di lavoro nazionale e, dal 2006 al 2010, lasciato il ruolo di volontaria, ha fatto parte del Collegio Nazionale dei Probi Viri nazionali; Davide Napoli, Vincenzo Sessa e Errico Cuomo hanno superato i corsi specialistici per l’attribuzione della qualifica di tecnici di soccorso e, attualmente, Mario Petrosino, anch’egli istruttore nazionale di speleologia, ricopre il ruolo di Vice delegato del Servizio Regionale. Nel corso di tutti questi anni numerosi simpatizzanti hanno gravitato intorno al Gruppo speleo, spesso offrendo un apporto significativo per la riuscita dell’attività: Luisa Astolfi, Annamaria Landi e Antonella Napoli, Antonella Sica, Massimo Galderisi, Federica Tambasco, Rosa Schiavo, Anna Calabrese, e poi i giovanissimi Amedeo e Giulia Mancino, Lucia e Giuseppe Montefusco, Alessandro Bello e infine il piccolo Roberto Negri e tanti altri ancora. Il GSCAISA (http://www.gscaisa.altervista.org) è attivo soprattutto nella provincia di appartenenza, ricchissima di fenomeni carsici sia profondi sia superficiali. Ripercorriamo qui di seguito gli episodi più significativi della sua storia, scusandoci per eventuali sviste o dimenticanze con coloro che ne sono stati protagonisti. L’esplorazione della Grotta Vado, che si sviluppa per circa 450 metri e costituisce un’importante fonte di approvvigionamento idrico per il comune di Bracigliano (SA), è stata effettuata a più riprese nell’intero corso della storia del Gruppo ed estesa via via ad altre cavità individuate sul versante sud orientale del M. Faitaldo, permettendo di ricostruire lo sviluppo dei sistemi carsici di quell’area. La Grotta dello Scalandrone, anch’essa estesa all’incirca 450 metri, si apre alle Pendici del Monte Accellica e è stata esplorata congiuntamente dai gruppi speleologici CAI di Napoli e Salerno. Percorsa in gran parte da un torrente sotterraneo che contribuisce alla formazione del fiume Picentino, è uno dei più importanti fenomeni carsici dei Monti Picentini. Una rappresentanza dei due gruppi presentò i risultati della sua esplorazione al XVI Congresso Nazionale di Speleologia, tenutosi a Udine nel 1990, ponendo la sua formazione in relazione all’evoluzione morfologica del Monte Accellica. Nell’estate del 1991 Luciana Cantore, Andrea Cioffi, Giovanni Galdieri e altri parteciparono a un campo esplorativo e di ricerca in una zona dell’altopiano gessoso-solfifero della Sicilia Centrale compresa nella provincia di Agrigento, organizzato dal Gruppo Speleologico “Palermo” della Sezione Conca D’oro del CAI, sotto la guida del geologo Marcello Panzica del CNR, con lo scopo di redigere la mappa topografica delle cavità naturali presenti nell’area e i relativi rilevamenti. Il gruppo di lavoro al quale apparteneva la rappresentanza salernitana esplorò e rilevò quattro grotte, due delle quali attive, a prevalente andamento suborizzontale. Il 26 dicembre 1992 Nicola Negri, Leopoldo Erricolo, Ettore Citro e Aristide Fiore esplorarono e rilevarono un pozzo profondo 28 metri sul Monte Terminio, presso la sella di Collelungo. Nell’autunno dell’anno successivo entrarono nel Gruppo Raffaella D’Angelo, Èlia Sciumanò, Davide Napoli, Amelia Fiore, Paolo Vassallo e altri. Tra dicembre 1994 e febbraio 1995 Francesco Raso collaborò col Gruppo Speleologico CAI Napoli in una serie di esplorazioni che determinarono la scoperta di nuove diramazioni della Grotta di Castelcivita e di quattro cavità nei pressi di Acerno, alla più importante delle quali fu attribuito il suo nome, in seguito alla sua tragica scomparsa. In alcune occasioni, la rappresentanza del nostro Gruppo comprese anche Aristide Fiore, Raffaella D’Angelo e Paolo Vassallo, oltre a Raffaele Basile e Leopoldo Erricolo, ormai passato alla Sezione di Avellino. Nel 1995 Nicola Negri entrò nella Commissione Interregionale Centro-meridionale-insulare per la Speleologia, organo periferico del CAI. In giugno Aristide Fiore e Davide Napoli esplorarono e rilevarono il Pozzillo: una grotta verticale profonda 23 metri sul versante occidentale del Monte Salto a Montoro Inferiore. In agosto Francesco Raso, Aristide Fiore, con Berardino Bocchino del GSCAINA, ripeterono la discesa nella pagina 13, n. 2/2014 SPELEOLOGIA Grava dei Vitelli, sui Monti Alburni, fino alla profondità di 270 metri. L’attività esplorativa del 1996 interessò le immediate vicinanze delle due sorgenti di Bracigliano: Sandro Mancino, Èlia Sciumanò e Nicola Negri esplorarono e rilevarono la Grotta La Spaccata, sul versante sud orientale del M. Faitaldo, e in seguito Davide Napoli e Aristide Fiore topografarono due piccole cavità di crollo, sul versante meridionale del Monte Piesco. Il 23 giugno Raffaella D’Angelo, Francesco Raso, Aristide Fiore e Berardino Bocchino del GSCAINA raggiunsero il fondo (-158 m) della Grava del Casone Vecchio a Ottati (SA), destinato a spostarsi circa duecento metri più in basso nell’anno successivo, con le esplorazioni dell’Associazione Intergruppi Ricerche e Esplorazioni Speleologiche (AIRES), che nel caso in questione comportarono complessi lavori di disostruzione, proprio nel punto in cui Raso aveva cercato di passare, attirato da una forte corrente d’aria. Nel mese di agosto dello stesso anno il GSCAISA organizzò un campo sui Monti Alburni, finalizzato alla ricerca di prosecuzioni delle grotte conosciute nei pressi del vecchio Rifugio Farina e alla ricerca di nuovi ingressi nella stessa area. Il campo fu allestito in località Varroncelli. Davide Napoli rinvenne l’ingresso di un piccolo inghiottitoio attivo, mentre la ripetizione della discesa nella Grava di Vallemele si arrestò dopo i primi pozzi a causa della grande quantità di fango. Il campo si interruppe bruscamente allorquando venne diramato l’allarme per la scomparsa della piccola Angela Celentano, sul Monte Faito: molti dei partecipanti facevano parte del CNSAS. Il 12 agosto 1996 un incidente verificatosi durante la discesa di un salto di roccia di circa 25 m lungo il corso del Fiume Argentino, sul massiccio dell’Orsomarso, stroncò la vita di Francesco Raso, speleologo, alpinista e accompagnatore di Alpinismo Giovanile, divenuto da poco volontario del CNSAS-CAI e consigliere della Sezione di Salerno. Il 23 marzo 1997 Giovanni Galdieri, Antonello Gaeta e Aristide Fiore esplorarono e rilevarono una piccola grotta suborizzontale presso il Borgo S. Matteo di Sarno (SA). In agosto Raffaella D’Angelo, Antonella Landi, Nicola Negri, Antonello Gaeta e Davide Napoli parteciparono al campo esplorativo organizzato dall’AIRES sui Monti Alburni. In particolare, va menzionata la partecipazione di Gaeta e Napoli all’esplorazione definitiva della Grava di Madonnna del Monte. Tra la primavera del 2001 e l’estate del 2002, in collaborazione col Gruppo Roccia della Sezione, fu effettuata una campagna di esplorazioni e rilievi sul versante occidentale del Monte San Giovanni a Andretta (AV), aventi per oggeto le numerose cavità che vi si aprono, denominate Li Urtuni, tutte di modeste dimensioni e difficilissime da raggiungere a causa dell’instabilità del conglomerato nel quale si aprono. Il 2 settembre 2001 Aristide Fiore, Giovanni Sessa e Paola Barbarulo esplorarono e rilevarono un pozzo profondo circa 10 m presso le Ripe della Falconara, sul Monte Terminio. Nello stesso anno la ripresa delle esplorazioni sui Monti di Sarno interessò il versante settentrionale. Nel territorio di Quindici (AV) fu esplorata la Grotta dell’Acqua, una sorgente situata presso la località Fontana della Grotta, poco distante dall’altopiano di Campo Somma. A eccezione dell’ampio ingresso, allargato da crolli, si presenta come un cunicolo dall’andamento sinuoso che si sviluppa per circa 110 m in direzione WNW. La parte esplorata termina con due sifoni, il primo dei quali fu superato nel settembre del 2003, approfittando del periodo di magra e utilizzando una pompa elettrica per abbassare ulteriormente il livello dell’acqua. Nell’autunno dello stesso anno Assunta Trapanese, accompagnata da Aristide Fiore e altri, effettuò alcuni rilevamenti geologici in una piccola grotta orizzontale nel Vallone del Puzzillo, a Serino (AV), prospettando la possibilità di individuarne la prosecuzione mediante opportuni lavori di disostruzione. Nell’agosto del 2002 Davide Napoli, Giovanni Sessa e Aristide Fiore effettuarono la prima discesa in assoluto nella forra del Vallone Porto, presso Positano (SA). Tra dicembre 2004 e aprile 2005 Assunta Trapanese, Aristide Fiore, Mario Petrosino e Giovanna Fiorillo esplorarono e rilevarono alcune cavità sul Monte Falerio, nella catena dei Monti Lattari. Nel gennaio del 2005 fu esplorato e rilevato un tratto di acquedotto romano presso Lanzara, interamente scavato nella roccia e risalente probabilmente all’epoca di Augusto; nello stesso periodo fu pagina 14, n. 2/2014 esplorata e rilevata un breve condotto per la captazione dell’acqua di una sorgente in località Oscato a Mercato San Severino, denominata “Il Cantaro”. Nei mesi successivi fu completata l’esplorazione del ramo destro della Grotta Vado a Bracigliano e furono ripetute le discese in alcune grotte verticali sui Monti Alburni, a scopo di esercitazione. Il Gruppo si è reso anche protagonista di interventi di bonifica ambientale, come il recupero di rifiuti nell’Inghiottitoio del Bussento, presso Caselle in Pittari, anch’esso effettuato in collaborazione col G.S. CAI Napoli, nel settembre del 2005. Circa un mese prima il GSCAISA aveva raggiunto per la prima volta il lago-sifone terminale. Nello stesso anno fu esplorata una grotta verticale profonda 43 metri, scoperta per caso durante lavori stradali presso Taurano (AV) e denominata “Grotta del Tonfo” dai primi esploratori: Vincenzo Sessa, Giovana Fiorillo, Satoru Odashima e Mario Petrosino. Nella primavera del 2007 fu esplorata un’altra grotta verticale chiamata Pozzillo, situata a 896 m slm sul Monte La Foresta (948 m slm), nel territorio di Siano, e profonda circa 7 m. In quella del 2008, presso la Sede sezionale, si tennero cinque incontri aperti al pubblico inerenti la speleologia, che ottennero un discreto successo di pubblico. Fra il 30 maggio e il 2 giugno dello stesso anno il Gruppo intervenne nei lavori del Congresso Internazionale sulle Cavità Artificiali con due studi, dedicati rispettivamente alle miniere di ittiolo di Giffoni Valle Piana e alla miniera di lignite di Acerno. L’11 luglio 2009, presso il rifugio ex Forestale dei Piani di Giffoni, si svolse la “Festa del ventennale”. Per l’occasione fu allestito un percorso ludico su corda e si svolsero gare di risalita su corda. Nel corso della primavera del 2010 Mario Petrosino, Francesco Bennet, Raffaella D’Angelo, Antonio Fiorillo, Vincenzo Sessa e Fabiana Tambasco topografarono alcuni luoghi di culto situati in cavità naturali della provincia di Salerno: la Grotta del Cimitero di Atrani, che presenta al suo interno la chiesa di S. Michele Fuori le Mura, realizzata tra l’XI ed il XII secolo; la grotta di S. Magno, situata sull’omonima collina nel territorio di S. Mango Piemonte, ancora oggi meta di pellegrinaggi; la Grotta dell’Angelo a Giffoni Sei Casali, dedicata al culto di S. Michele. L’1 e 2 novembre Davide Napoli e Vincenzo Sessa 2013 una rappresentanza del GSCAISA, accompagnata da speleologi locali, ha visitato due grotte della Vena del Gesso Emiliana: Ciro Bello si è cimentato nella discesa nell’Abisso Garibaldi, mentre Mario Petrosino, Serena Bloise e Aristide Fiore hanno effettuato una traversata di circa 900 metri nel sistema dell’Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe. Il GSCAISA ha contribuito alla diffusione della pratica speleologica nel nostro territorio mediante l’organizzazione di ventitré corsi di introduzione alla speleologia. Una grande attenzione è stata sempre rivolta anche ai più giovani, attraverso una collaborazione ultraventennale con i gruppi scout della provincia. Frequenti appuntamenti sono stati dedicati anche al Gruppo di Alpinismo Giovanile della nostra Sezione e alla Protezione Civile di Bellizzi. Sono stati anche organizzati alcuni eventi e escursioni con le scuole e con l’Università degli Studi di Salerno. Per celebrare i primi venticinque anni di storia di questo Gruppo, il 6 e 7 settembre ci incontreremo coi soci della Sezione, gli speleologi della nostra regione e tutti coloro che si sono avvicendati in questa piccola grande avventura presso il Rifugio ai Piani di Giffoni Valle Piana (SA). SPELEOLOGIA L’ENTUSIASMO DEI GIOVANI SPELEOLOGI di Raffaella D’Angelo GS CAI SA “Se potessi incidere le mie poesie nel legno… esse sarebbero capite dai bambini” recita una poesia “così vicine al senso che le cose hanno in Dio sono le mie poesie e i pensieri dei bambini” L’immagine dei bambini in grotta: ad Olevano sul Tusciano a Castelcivita, mi fa pensare a questi versi così belli del poeta portoghese Pessoa, che descrivono la semplicità dei bambini, la loro capacità di provare quell’entusiasmo naturale e inconsapevole per le nuove cose che in noi adulti è affievolito dai pensieri della vita. Alla Grotta dell’Angelo ad Olevano sul Tusciano, in un passaggio che si supera andando avanti carponi a terra per alcuni metri, ricordo il sorriso e l’eccitazione di una bimba talmente piccola da poter stare in piedi in quel cunicolo. Quella bimba in testa al gruppo irrefrenabile andava avanti verso la luce, verso l’ingresso del Nardantuono che si affaccia sulla vallata offrendo uno spettacolo fantastico. In queste situazioni ti accorgi che i bambini quando sono contenti, non avvertono la fatica. Tutti quei capricci ai quali spesso assistiamo per strada “ mi scoccio di camminare! Sono stanco” in realtà sono solo noia, manifestazione di un disappunto per qualcosa che non si vuole fare. Provate ad andare alla Grotta dell’Angelo con una trentina di bambini! Scene tristi come quella descritta sono impossibili! Il piccolo plotone partito dalla Centrale Enel su per il sentiero, ognuno con il suo piccolo zaino, da bravi caini, come tanti piccoli soldatini, per 45 minuti e più di cammino, non ha fatto un fiato di protesta, dando anche molti punti a tanti adulti arrivati a destinazione con fatica. E ancora a Castelcivita, appuntamento immancabile con i più giovani per noi del gruppo speleologico della Sezione, anche là, tanti bambini dai sei ai tredici anni, ognuno con il suo caschetto in testa, avanzavano affascinati da quel luogo magico e desiderosi di sapere. Le domande più incredibili senza timore tipo “ma da quanto tempo c’è questa grotta?” “come si formano le stalattiti?” e la loro meraviglia alla risposta che descriveva un processo di migliaia di anni. Anche in quel caso andavano avanti senza timore con fiducia e con curiosità fino al lago sifone, dispiaciuti di non poter proseguire oltre. Sembrava pendessero dalle nostre labbra quando davanti a quel luogo quasi irreale, veniva spiegata loro l’origine della grotta ed il suo equilibrio con l’esterno, con la montagna che la contiene come uno scrigno. “Perché un bambino sa che la logica e il significato sono solo un nulla che nulla nasconde, e un bambino ha la divina consapevolezza che tutto è un giocattolo e tutto è bello, un ditale, una pietra e un rocchetto di cotone sono cose che possiamo sentire perfettamente, e se ne facciamo degli uomini, esso sono uomini reali, non fantasie” continua Pessoa nella sua poesia Grotta dello Scalandrone Ed è così! L’esperienza con i bambini ha sempre qualcosa di magico. Per noi del gruppo è un appuntamento immancabile e per me una gioia. Ogni anno sono previste alcune attività in grotta o all’aria aperta unendo palestra di speleologia e alpinismo programmate con la Sezione. Personalmente penso che l’attenzione alle nuove generazioni, attraverso tali appuntamenti periodici, sia una delle “mission” più belle ed importanti del C.A.I.. Oggi si rimprovera ai più giovani una pigrizia mentale e fisica, causata dalla troppa tecnologia che ha riempito la nostra vita in ogni dove, ma forse servirebbero solo più iniziative come quella della nostra Associazione, più occasioni di vivere all’aria aperta e confrontarsi con lo spettacolo della natura. Ben vengano altre occasioni! Il ns gruppo con la Sezione ne sta pensando altre… per ora Vi aspettiamo tutti alla prossima! A Giugno! Mi raccomando… numerosi! pagina 15, n. 2/2014 SPELEOLOGIA NELLE GROTTE DELLA VENA DEL GESSO ROMAGNOLA: ABISSO DI CA’ SIEPE di Aristide Fiore Il 1° novembre, in occasione dell’Incontro Internazionale di Speleologia “Casola 2013 Underground”, che si è svolto a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, con Serena Bloise e Mario Petrosino ho partecipato a una delle escursioni guidate nelle grotte della Vena del Gesso romagnola, importante area carsica dell’Appennino faentino: una traversata di circa 900 metri nel sistema dell’Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe, a cura della Ronda Speleologica Imolese, il gruppo afferente alla Sezione CAI di Imola, che effettua esplorazioni in questa cavità dal 1990. La nostra grotta si apre nei Gessi di Monte del Casino, a Riolo Terme. Scendiamo lungo il fianco di una dolina. L’ingresso è alla base di una paretina e immette in una sala dal pavimento inizialmente molto inclinato, superata la quale ci confrontiamo subito con le tipiche difficoltà che si incontrano in queste cavità: l’intera grotta è in realtà un vero e proprio budello fangoso, interrotto solo da qualche pozzo di modeste dimensioni. Le strettoie, tutt’altro che rare, ci danno filo da torcere. Perfino Serena, che di solito si infila dappertutto senza affanno, in qualche passaggio ha bisogno di calibrare i movimenti più del solito. Quanto a me, in uno stretto meandrino, che fortunatamente può essere percorso restando in piedi, mi incastro e fatico non poco, prima di liberarmi e proseguire, affrontandolo nella posizione giusta, che, manco a dirlo, sembra essere adatta solo a me, e non al compagno che mi precedeva, e che pure avevo osservato attentamente, studiandone ogni mossa. Una volta libero, mi trovo direttamente su un bel pozzo profondo venti metri, che si allarga fino a formare la Sala del Pandoro. Il “Pandoro” in questione è un grosso masso di selenite dal contorno pieghettato, come l’omonimo dolce. Si tratta di uno dei rari ornamenti di questa cavità, piuttosto povera di concrezioni, ma ingentilita dal luccichio di una miriade di cristalli di gesso incastonati nella roccia. Scendiamo subito in un altro pozzo di undici metri, in fondo al quale ci aspetta il Vicolo Inferno, un basso meandro attraverso il quale siamo di nuovo costretti a strisciare come vermi. Appena fuori, incontriamo una bella sequenza di pozzi: un altro pozzo di undici metri, poi uno di nove e i due saltini che costituiscono il Pozzo a rasoio, dal caratteristico profilo seghettato. Da qui in poi la grotta si allarga un po’, conservando una discreta inclinazione, fino a un pozzetto di cinque metri, alla base del quale scorre il Rio Calivana, un torrentello sotterraneo, ora in magra, che proviene da est, dove si apre la Dolina di Ca’ Calivana, dalla quale usciremo. Ci concediamo una sosta. Siamo nel “collettore”, il cuore del sistema idrografico della grotta, circa 117 metri sotto la quota dell’ingresso. L’intero complesso raggiunge i 167 metri di profondità. Ci attende una lun- Uscita da una strettoia ga salita in una galleria che per alcuni tratti diventa un cunicolo, nella quale sono rari i momenti in cui si può stare in piedi. Per lo più ci trasciniamo penosamente, curvi come scimmie o addirittura a quattro zampe: a saperlo ci saremmo procurati delle ginocchiere. Qui i cristalli sono molto più grandi. Alcuni di essi sporgono dalla volta. Ma la vera sorpresa è sul pavimento: una macina preistorica, costituita da una grossa pietra circolare scavata al centro, con dentro un grosso ciottolo arrotondato. Non si sa come sia arrivata fin qui, visto che l’ingresso è ancora lontano. Dopo la strettoia finale, ci ritroviamo alla base di un pozzo di dieci metri con una parete artificiale realizzata dagli stessi speleologi per contenere una frana, attraverso la quale i primi esploratori di questo ramo dovettero aprirsi la strada. Sempre per motivi di sicurezza, l’imboccatura del pozzo è chiusa da un cancelletto: la nostra escursione nei gessi si chiude così, uscendo da una finestra. Dopo circa quattro ore, una in meno del previsto, siamo fuori. Tutto sommato, siamo stati piuttosto veloci. Raggiunto un bel prato, posiamo per una foto di gruppo, infangati e contenti. Miniere di Lignite pagina 16, n. 2/2014 ALPINISMO LA RINASCITA DEL GRUPPO ALPINISTICO CAI SALERNO di Marco Del Regno e Mario Petrosino Nascita del Gruppo Nel 2012 il presidente Antonello Sica riuscì a coinvolgere la Sezione di Salerno nelle attività del Giffoni Film Festival insieme al Festival del Cinema di Trento; in tale occasione la Sezione gestì una parete artificiale di arrampicata e organizzò varie escursioni nei Monti Picentini. La riuscita dell’evento spinse Antonello nel riavviare ufficialmente le attività alpinistiche della Sezione. Da premettere che l’attività alpinistica era comunque svolta singolarmente da alcuni soci della Sezione, ma la volontà del Presidente e del Consiglio era quella di ricostituire un gruppo alpinistico operativo ed ufficiale. Nell’autunno del 2012 Sica propose al Consiglio di affidare le attività e la ricostituzione del Gruppo a Marco Del Regno, proveniente dalla sez. di Avellino e socio a Salerno dal 2004. La nascita effettiva del gruppo avvenne dopo circa un anno, e la partecipazione constante dei soci alle attività programmate iniziò a novembre 2013. Si riuscì così a sviluppare un buon programma di attività con uscite frequenti (almeno un’uscita al mese), crebbe man mano il numero dei componenti del gruppo, e si ottenne una buona risposta in termini di partecipazione dei soci. Dal novembre 2013 il trend qualitativo e quantitativo delle attività è stato positivo, infatti si è partiti da uscite dedicate alla didattica tecnica di base per poi affrontare percorsi alpinistici più impegnativi. Gli obiettivi del Gruppo Alpinistico CAI Salerno sono stati anche di riferimento per vari soci CAI campani, non a caso vari neofiti ed alpinisti provenienti dalle Sezioni di Avellino, Napoli e Castellammare hanno partecipato alle nostre uscite. Tutte le nostre attività sono state supportate anche da vari tecnici del CNSAS i quali hanno avuto il compito di partecipare alla didattica di base delle tecniche e della gestione della sicurezza, ed hanno garantito una presenza operativa costante alle uscite. Attività su neve e ghiaccio Nonostante le condizioni sfavorevoli in termini di neve ghiaccio nell’inverno 2013/2014, si è riusciti a svolgere varie uscite e a rispettare il programma ufficiale (pubblicato sul web). Le uscite sono sempre state adeguate alla preparazione tecnica dei singoli partecipanti e ogni volta sono stati individuati soci tecnicamente preparati che hanno fatto da capo-cordata ai sottogruppi dell’uscita. Lo scopo ultimo è stato sempre di coinvolgere il numero maggiore di soci possibile e rincasare a fine giornata soddisfatti ed appagati. Ogni uscita è stata strutturata con briefing e debriefing, nonché momenti dedicati all’apprendimento delle caratteristiche dei materiali, delle tecniche e procedure operative. Tra le varie uscite citiamo l’ascensione al M.Papa (15 dicembre 2013) dove 4 cordate si sono cimentate in 2 diversi percorsi alpinistici situati sul versante Nord della Timpa Scazzariddu (difficoltà F e PD), e il M.Forcellone (09 marzo 2014) dove varie vie sono state affrontate insieme ad altri Gruppi Alpinistici CAI della Campania. In particolare in questa uscita il Gruppo Alpinistico CAI Salerno ha affrontato la via Crescenzi (avente difficoltà PD, dislivello 600m al netto dell’avvicinamento, pendenze sui 40°- 60°) ed una sua variante di uscita leggermente più impegnativa (passo delicato in uscita di 70°). In questa fase del programma alpinistico è stato possibile osservare una crescita delle capacità fisiche e tecniche dei partecipanti, dimostrando inoltre impegno e dedizione nella preparazione alle uscite. Attività su roccia Poiché l’ultimo inverno è stato particolarmente mite, il Gruppo TAlpinistico ha modificato il suo programma sostituendo alcune uscite su neve con attività in falesia presso i siti di arrampicata di M. San Liberatore, Lettere, Atena Lucana e Capo d’Orso. In tali occasioni è stata svolta sia attività didattica (attacchi, ancoraggi, assicurazione, discesa in corda doppia), sia arrampicata su vari livelli di difficoltà e ascensioni multi-pitch. Una parte della preparazione per la progressione su roccia è stata svolta presso la parete artificiale di DueGi Sport (Baronissi), insieme al Gruppo alpinistico CAI Cava dei Tirreni. pagina 17, n. 2/2014 Coesione del Gruppo Nonostante il Gruppo sia soltanto un piccolo germoglio in quello che è il parco alpinistico italiano, si sta lavorando anche all’affiatamento dei componenti. Infatti sono state organizzate anche giornate non alpinistiche insieme ad altri soci della sezione come semplici escursioni e ciaspolate. Quando le condizioni meteo sono state particolarmente sfavorevoli sia per attività su neve che su roccia, il team si è comunque riunito per dedicarsi ad attività meno sportive e più gastronomiche presso comunque luoghi di montagna (Rifugio Forestale Piani di Giffoni). Degne di menzione le trofie al ragù di cinghiale preparate dal nostro Marco Del Regno. Nonostante l’attività alpinistica porti in conto un’adeguata preparazione tecnica e psico-fisica, la manus operandi è tutt’altro che oscura, e al fine di divulgare in sezione questa disciplina, essa è estremamente aperta alla crescita del suo organico. Anni ‘90 - Gruppo Speleo alle Grotte del Caliendo pagina 18, n. 2/2014 ALPINISMO GIOVANILE GIOVANI E L’ALPINISMO a cura della Commissione di Alpinismo Giovanile Abbiamo trascorso un altro anno fatto di gioie, incontri ed escursioni, così anche il 2014 iniziato tra entusiasmo, ma anche difficoltà dovute al solito cambio generazionale, ci ha consentito lungo il suo corso di riconquistare una ritrovata e rinnovata energia. Come succede oramai da sempre, si affacciano nel nostro gruppo altri ragazzi, che fanno il loro ingresso nel mondo dell’alpinismo giovanile, portando un’ulteriore carica di novità, di voglia di scoprire l’ambiente naturale con le idee e le convinzioni che, oltre la porta, c’è una natura da difendere e preservare. Anche lo spirito innovativo dei genitori, che ritrovano il piacere di camminare in montagna, ci aiuta in questo compito. Compito questo, delicato e anche un po’ speciale, dedicato ai ragazzi con passione e voglia di trasmettere sensazioni, emozioni, ma anche le prime competenze di come ci si muove in un ambiente che seppur naturale, presenta sempre delle difficoltà, a cui bisogna rispondere con la giusta attenzione e il giusto rispetto. Siamo stati, in alcune occasioni perseguitati dalle condizioni meteo sfavorevoli (pioggia soprattutto), ma la convinzione di andare in montagna è sempre rimasta, tanto che abbiamo avuto escursioni dove le presenze hanno superato di gran lunga le aspettative della vigilia. Un nostro grazie va a quei genitori che hanno fornito una valida collaborazione, consentendoci di assicurare ai partecipanti la sicurezza e la serenità per poter vivere giornate all’aria aperta con gioia e spensieratezza. E’ stato bello condividere quei momenti e quei silenzi quando siamo stati alle Miniere, confortati solo da una fiammella dei caschi speleo, o ancora le emozioni e le paure quando, sospesi ad una corda, cercavamo di arrampicarci lungo la parete a San Liberatore. E che dire quando dopo aver attraversato il pianoro di Montenero siamo tornati indietro con la memoria, per rivivere i momenti di solitudine all’interno dell’eremo di San Michele? o ancora meglio quando tutti insieme abbiamo scherzato e riso ammirando la Valle Delle Ferriere col piccolo Francesco caduto in acqua nel fiume, ma terminando il tutto in uno scenario completamente diverso, come il bagno in mare ad Amalfi? Grazie ragazzi, grazie a tutti voi e alla vostra presenza, che sicuramente riempirà le nostre prossime escursioni, donandoci il solito entusiasmo. Anche per l’anno prossimo abbiamo aggiunto al nostro programma tutta una serie di attività che sicuramente sapranno richiamare il vostro interesse. Noi accompagnatori, potete esser certi, ce la metteremo tutta! NOTIZIE I giovani soci Carmine Nobile e Diego De Cristofaro sono entrati a far parte del CNSAS in qualità di aspiranti operatori del Soccorso Alpino. pagina 19, n. 2/2014 VIAGGI VIAGGIO IN FORESTA NERA SOGGIORNO IN VAL VENOSTA Boschi, laghi, mulini abbazie, cantine, una campagna idilliaca, la storia degli Hohenzollern e degli orologi a cucù. Tutto contribuisce a fare di questa celeberrima regione tedesca tra Friburgo e Baden-Baden, al confine con la Svizzera, il luogo perfetto per una vacanza itinerante da compiere con zaino in spalla grazie alla presenza di spettacolari sentieri. Il trekking è previsto in 6 tappe della lunghezza media di 20 km e una percorrenza media di 6 ore al giorno per un totale di 119 km, con partenza da Stuhlingen e arrivo a Wehr. Il viaggio è alla portata di ogni escursionista appena allenato e il grado di difficoltà è T; il percorso è costellato di terrazze panoramiche e attraversa numerosi villaggi dove sostare per il pranzo, i dislivelli sono modesti e la vicinanza di torrenti e di forre ombreggiate riduce i fastidi del caldo. Il periodo previsto è 16-26 luglio e le prenotazioni vanno fatte già a gennaio. I mezzi di trasporto saranno l’aereo fino a Basilea e poi l’autobus. Dettagli sull’itinerario, sulla logistica e sui collegamenti saranno forniti a tempo debito in modo da poter prenotare l’aereo alle tariffe più convenienti. Quest’anno 2015 il consueto soggiorno escursionistico della sezione del CAI SALERNO, giunto ormai alla 12° edizione si svilupperà e si realizzerà sulle Alpi Centrali, lasciando la regione Dolomitica e le Alpi Orientali. Infatti la località prescelta, Malles in Venosta, è collocata nelle Alpi Retiche delimitate ad Est dalla Val d’Isarco e Bassa Val Atesina e ad Ovest dal P.so dello Spluga. La Val Venosta con tutte le valli trasversali, tutte tributarie del bacino idrografico dell’Adige, pur facendo parte della provincia di Bolzano e quindi dell’Alto Adige, ne rappresenta la parte Occidentale ed è contornata da cime quali l’Ortles-Cevedale e il Gran Zebrù (ca. 4000 m), e cime poste a Nord lungo il confine con l’Austria come l’Altissima, il M.te Principe, cima Quaira (ca. 3500 m) del Parco Naturale di Tessa. Il soggiorno si svilupperà con escursioni in Val d’Ultimo, Val Martello, Val di Solda, Alta Val di Resia, Val di Muzia, Val Senales. Ci recheremo al rifugio Martello, rif. Canziani, rif. Città di Milano, rif. Borletti, rif. Serristori, rif. Pio XI, rif. Bellavista ed ancora al rifugio Similaun e in val Slingia senza tralasciare una visita alla vicina Engadina. di Camillo Gallo TUTTO QUELLO CHE L’ESCURSIONISTA DEVE SAPERE OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI Essere fisicamente preparati e con abbigliamento ed attrezzature adeguate alle esigenze della escursione; attenersi esclusivamente alle disposizioni impartite dai direttori di escursione; seguire gli itinerari prestabiliti non allontanandosi dal gruppo, salvo autorizzazione del direttore di escursione; collaborare con il direttore per la buona riuscita della escursione; ogni partecipante deve inoltre essere solidale con le decisioni del direttore soprattutto a fronte di insorte difficoltà. IL DIRETTORE DI ESCURSIONE Cura l’escursione sociale nel rispetto delle opportune norme di comportamento. Le escursioni possono essere condotte da più direttori. Ha facoltà: di modificare il programma, l’orario, l’itinerario per sopravvenute necessità; di escludere i soci non ritenuti idonei o insufficientemente equipaggiati, di spostare o annullare le escursioni in programma per ragioni di sicurezza e di organizzazione, anche senza preavviso. RISCHI E RESPONSABILITA’ per le escursioni sociali del CAI, coerentemente alla loro natura, pongono i partecipanti di fronte al rischi, e ai pericoli inerenti la pratica dell’alpinismo. I partecipanti pertanto, iscrivendosi alle escursioni sociali, accanto a tali rischi, danno il più ampio discarico delle responsabilità alla sezione di Salerno del CAI ed ai direttori di escursione per incidenti ed infortuni che dovessero verificarsi durante l’escursione. www.caisalerno.it Direttore responsabile: Sabato Leo Comitato di redazione: Camillo Gallo, Maria Teresa Loffredo, Maria Rosaria Mari, Annamaria Martorano, Anna Palumbo, Gaetano Troisi e-mail: [email protected] Stampa: Gutenberg srl - Fisciano (Sa) Referenze fotograche: Archivio Cai Proprietà e amministrazione: Sezione Cai di Salerno Via Porta di Mare 26, Salerno tel./fax 089.252788 c/c postale n. 12779849 Descrizione generale del territorio delle escursioni CLASSIFICAZIONE DELLE DIFFICOLTA’ ESCURSIONISTICHE T= turistico Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenziati e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e preparazione fisica alla camminata. E= escursionistico Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati, di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, che non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbracatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati. EE = per escursionisti esperti Itinerari generalmente segnati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente montano; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati. EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura Itinerari escursionistici che presentano particolari difficoltà. E’ pertanto richiesto l’utilizzo di dispositivi di autoassicurazione diversi a seconda dei tipi di terreno da attraversare: kit da ferrata, imbracatura, ramponi, piccozza, ecc. DONA IL CINQUE PER MILLE alla Sezione Cai di Salerno codice fiscale 02360400655